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Servizi concernenti le Norme in Materia di Sicurezza e Mediazione delle Controversie Ente individuato ope legis sia per la realizzazione del corso, che per il rilascio dell’attestato I . CO . TE . A . C . A . T . S . r . l . Istituto di COnsulenza TEcnica Aziendale Autoriz . D . A . 3638/5s · Accredit . HLA00 1 _0 1 DDG 335 1 3 ·· Reg . Trib . Modica 2033 · CCIAA 935 1 2 · P . IVA 0 1 087 1 00887 www.icotea.it - 0932793820

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Servizi concernenti le Normein Materia di Sicurezza e

Mediazione delle Controversie

Ente individuato ope legissia per la realizzazione delcorso, che per il rilasciodell’attestato

I.CO.TE.A. C.A.T. S.r.l.

Istituto di COnsulenza TEcnica AziendaleAutoriz. D. A. 3638/5s · Accredit. HLA001_01 DDG 33513· · Reg. Trib. Modica 2033 · CCIAA 93512 · P. IVA 01087100887

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IL RITARDO

MENTALE

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LA STRUTTURA DELLA LEZIONE

IL RITARDO MENTALE:

DALL’ ETA’ EVOLUTIVA ALL’ADOLESCENZA.

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Il Ritardo Mentale

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Caratteristiche diagnostiche

• Criterio A: funzionamento intellettivo generalesignificativamente al di sotto della media : un QIinferiore a 70 sulla base dei test cognitivi specifici;

• Criterio B: significative limitazioni nel funzionamentoadattativi in almeno due delle seguenti aree dellecapacità di prestazione: comunicazione, cura dellapersona, vita in famiglia, capacitàsociali/interpersonali, uso delle risorse della comunità,autodeterminazione, capacità di funzionamentoscolastico, lavoro, tempo libero, salute, sicurezza;

• Criterio C: l’esordio deve avvenire prima dei 18 anni.

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Il ritardo mentale

Gradi di Severità

Il RM si può presentare con diversi gradi di severità chevengono classificati secondo l’intervallo di QI che ilsoggetto presenta:

severità intervallo QI

RM lieve da 50-55 a 70

RM medio da 35-40 a 50-55

RM grave da 20-25 a 35-40

RM profondo <a 20-25

.

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GRADI DI SEVERITA’

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Età 0-6 anni Età 6-18 anni Età adulta

RM

Profondo

•Ritardo motorio grave.

•Nessuno sviluppo delle funzionisimboliche.

•Nessuno sviluppo del linguaggio.

• Sviluppo sensomotorio limitato.

•Assenza del linguaggio relazionale.

•Nessuna autonomia.

•Arresto alla fasedell’intelligenza sensomotoria(0-2anni).

•Necessità di assistenza esorveglianza totale.

RM

Severo

•Sviluppo motorio elementare conschemi relazionali poveri.

•Linguaggio molto ridotto.

•Acquisizione di abitudinielementari ma senza apprendimentiscolastici.

•Limitata comunicazioneverbale;qualche interesse affettivo erelazionale.

•Autonomia scarsa.

•Arresto alla fasedell’intelligenzarappresentativa pre-operatiria(2-6anni).

•Autonomia parziale,necessitàdi ambiente protetto.

RMModerato

•Sviluppo motorio sufficiente.

•Linguaggio e funzioni simbolichepovere e in lenta maturazione.

•Acquisizioni scolastiche iniziali.

•Persistenza di immaturitàespressiva.

•Autonomia sufficiente.

•Arresto alla fase delleoperazioni concrete semplici (7-9anni), apprendimento di unlavoro elementare.

•Discreta autonomia sociale.

•Necessità di aiuto insituazioni traumatizzanti.

RM

Lieve

•Ritardo senso motorio e dellinguaggio lievi.

•Apprendimento scolastico discretonella scuola primaria.

•Difficoltà di apprendimento nelleclassi secondarie.

•Autonomia sufficiente.

•Arresto alla fasedell’intelligenza operatoriaconcreta (9-11anni)

•Capacità di adattamentosociale e professionale discretecon appropiato addestramento.

•Bisogno di aiuto in situazionidifficili e traumatizzanti.

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SintomiSono frequenti ma, non sempre costanti e possono avere diversaimportanza e gravità:

• Difetto di assimilazione delle esperienze: il processo percettivo èincompleto non per anomalia degli organi di senso periferici ma perun difetto dei poteri di analisi di comparazione e di integrazionecelebrali.

• Difetto di organizzazione motoria o insufficienze psicomotorie:incapacità di programmare il movimento nello spazio e nel tempo;persistono fino ad età avanzata i comportamenti parassiti (tonici ecinetici) della motricità che rendono i soggetti spesso torpidi oinstabili.

• Difetti del linguaggio: disturbi di pronuncia, di articolazione e diritmo, che spesso si presentano come difetti di sviluppo delleattitudini di base che guidano la formazione del linguaggio.

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Il ritardo mentale

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Il ritardo mentale

Sintomi

• Impossibilità di accedere al pensiero astratto: incapacità di stabilirerelazioni complesse tra gli oggetti. Quest’ultimo è un criterioessenziale per fare diagnosi di Ritardo Mentale: tutti i contenuti delpensiero rimangono, anche dopo la pubertà, ancorati al concreto,all’esperienza, alle impressioni sensoriali, manca inoltre laproiezione di sé nel tempo o la prevedibilità dell’atto.

• Disomogeneità cognitiva: esistono aree più o meno sviluppate, ma èdifficile trovare aree di funzionamento del tutto normali. Sonocompromessi i meccanismi cognitivi volontari, mentre i processiautomatici, indipendenti dall’intelligenza generale, sonomaggiormente risparmiati.

Disturbi nella condotta: sono legati alle interazioni con l’ambiente; lafamiglia può avere un rifiuto inconscio, sensi di colpa, e mettere in

atto comportamenti di iperprotezione.

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Il ritardo mentale

Sintomi Difetto di autocoscienza: difficoltà nella gestione consapevole dei

propri strumenti mentali e delle proprie conoscenze, che porta ad undifetto di utilizzazione delle proprie esperienze e dei meccanismi diautoregolazione.

Apprendimento più lento e difficile: il rallentamento in genere èprogressivo, fino a un ristagno nell’adolescenza, il pensiero sembraarrivare ad un falso equilibrio caratterizzato da viscosità delragionamento. Si osserva una sovrapposizione disordinata dimodalità di pensiero diverse, non si ha una struttura gerarchica, maun caos cognitivo.

Ritardi affettivi e disarmonie della personalità: emotivitàsuperficiale e incontrollata per insufficiente elaborazione deglistimoli; si presentano o ansia profonda legata a debolezza dell’Io (difronte alle esigenze della realtà) o sintomi depressivi; egocentrismo,incompleto sviluppo del giudizio morale e delle capacità di controllodi fronte alle pulsioni istintive (dovute ad un difetto nella formazionedel Super Io).

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Le forme limite o borderline cognitivi (qi 70)Si parla di Forme Limite in presenza di soggetti con capacitàintellettive normali, ostacolate nella loro utilizzazione da fattorisociali o affettivi. Non viene considerato come un disturbomentale.

Il bambino percependo che l’ambiente lo considera deficitario,comincia a funzionare in modo povero e ridotto: da uno stato diblocco transitorio si può passare ad un deficit permanente, dovela personalità si struttura in modo deficitario.

Il profilo psicometrico è caratterizzato da:• basse prestazioni ai test verbali,• buon livello nelle prove di performance e nei test percettivi e

motori di velocità e precisione.

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Strumenti per la diagnosiTest Psicometrici che permettono di effettuare una diagnosi di RM,sono: la scala Wechsler, la scala Leiter , Terman Merrill, Brunet-Lézeine, Longeot o il test di matrici progressive di Raven, etc..

Da tener presente che il concetto di QI è relativo perché dipendeda fattori contingenti e non è costante nel tempo.

Proposte alternative:

Misès ha individuato 2 strutture di personalità:- Armoniche (senza problemi affettivi, ma con immaturità e difficoltà di

adattamento);- Disarmoniche (conflitti interni con ansia, fobie, ossessioni, scarsa

aderenza alla realtà e gravi difficoltà sociali);

• Luckasson propose di sostituire i livelli di severità con il tipo diintervento necessario: intermittente, limitato, estensivo econtinuativo.

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EziologiaCausa prenatale:• Cromosomica• Non cromosomica (malattie dismetaboliche, malformazioni,

fetopatie, sindromi e in gravidanza malnutrizione, farmaci);

Causa perinatale: trauma da parto,anossia,traumatismi ostetrici;

Causa post-natale: nfezioni,traumi,epilessia,vasculopatie etc.;

Cause psicosociali: carenza gravi e precoci di cure materne e/oinsufficienze prolungate di stimolazione ambientale (carenze socioeconomiche familiari, carenza di accadimento, affettive patologiamentale dei genitori,abbandono,abuso).

Sebbene i fattori eziologici del RM sono genetici, organici epsicorelazionali, nel 30-40% dei casi non è comunque possibile

riscontrare una causa certa

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Il ritardo mentale

Teorie interpretative

Psichiatrica classica: l’origine della patologia è di origineorganica;

Sociologica: inadeguato rapporto tra individuo e società;le richieste dell’ambiente esterno sono eccessive oinappropriate;

Psicoanalitica:la patologia si struttura con lo scopo dicolmare un vuoto pre-esistenziale della madre; l’originedel deficit va perciò ricercato nella relazione primaria tramadre-bambino;

Psicodinamica strutturale: il ritardo mentale èconsiderato una struttura di personalità specifica,caratterizzato da vari fattori: ereditari, biologici,relazionali e sociali.

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Il ritardo mentale

Diagnosi differenziale

• inibizione intellettiva;

• disarmonia cognitiva;

• deterioramento mentale (demenze);

• deficit di organi di senso;

• disturbi di apprendimento;

• problemi sociali e culturali;

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Il ritardo mentale

Ritardo mentale: patologie specifiche Down o Trisomia 21: triplicazione del cromosoma 21; disarmonia

nella capacità percettivo-visivo e linguistiche;

Angelman: alterazione del cromosama 15 materno;

• Peter Willi: alterazione del cromosoma 15 paterno; obesità, iperfagia,difficoltà di apprendimento soprattutto nell’area matematica;

• “X Fragile”: alterazione nel sito fragile del cromosoma X;comportamenti ripetitivi e stereotipati, difficoltà attentive eiperattività;

• Williams, microdelezione del cromosoma 7: grandi parlatori, scarsecapacità sintetiche e sincroniche e difficoltà visuo-spaziali;

• Turner e Klinefelter: aberrazione dei gonosomi.

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Il ritardo mentale

Il trattamento nel ritardo mentale

• La complessità del quadro clinico che caratterizza il Ritardo Mentale(RM) induce ad un trattamento riabilitativo con presa in carico delbambino nella sua globalità che tenga conto di tutti i diversi aspettiche lo caratterizzano in relazione a se stesso, alla sua famiglia,all’ambiente in cui vive e con cui si relaziona quotidianamente.

• E’ inoltre necessaria una programmazione che sia individualizzataper ogni bambino, che tenga presente sia le caratteristiche specifichesia lo specifico momento di vita di ognuno.

• Il trattamento perciò richiede un approccio multidisciplinare in cuicompetenze di diversi operatori si integrano e si completano perraggiungere un obiettivo comune che è il benessere psicofisico delsoggetto con ritardo mentale.

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Obiettivi generali• Dal momento che il bambino con RM ha poca iniziativa

ad apprendere, tende ad essere ripetitivo e adaffezionarsi eccessivamente a situazioni note, presentaabilità settoriali (linguistiche e motorie) minori rispettoalle competenze dei coetanei normodotati.

Gli obiettivo che generalmente ci si propone sono: Facilitare la conoscenza (creando un contesto facilitante,

conoscibile, prevedibile, mai monotono e semprequalificante, cercando di lavorare sull’autostima delsoggetto);

Promuovere le competenze specifiche; Favorire il trasferimento delle competenze apprese in

ambito terapeutico in altri contesti; Promuovere la motivazione all’apprendimento.

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Tipologia degli interventiGli interventi possono essere individuali o di gruppo.

L’intervento individuale è mirato a potenziare le risorse delbambino e risulta a questo proposito particolarmenteefficace per gli aspetti linguistici, cognitivi emetacognitivi.

L’intervento di gruppo è utilizzato soprattutto in quantopermette il trasferimento delle competenze e si articolaattraverso attività di simbolizzazione, giochi didrammatizzazione e di ruolo, che stimolano fantasia ecreatività.

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Impostazione di un trattamento

Il piano di trattamento viene delineato dall’ équipe multidisciplinaredopo un’accurata valutazione.

Gli assi secondo cui si organizza l’intervento riabilitativo sono tre:1. Relazionale-Affettivo: livello che tiene conto della componente

relazionale precoce e dello sviluppo affettivo successivo (lavorocon i genitori);

2. Strutturale: volto alla facilitazione nel bambino di capacitàsempre più evolute in termini cognitivi, metacognitivi,logopedici, motori e di apprendimento;

3. Ecologico-Ambientale: che ha come fine quello di permettere lacostruzione di un ambiente stimolante, mai monotono, chefaciliti la curiosità che invogli la conoscenza e il desiderio diimparare, attraverso il coinvolgimento di tutte le figure cheruotano attorno al bambino.

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Aspetti cognitivi e metacognitivi

• Un ruolo rilevante nel trattamento del RM viene svoltodall’intervento sulle capacità cognitive e metacognitive.

• L’intervento cognitivo ha come obiettivo quello di far progredire lestrutture di pensiero attraverso l’esposizione a situazioni-problemaadeguate per il livello raggiunto dal bambino.

• Questo tipo di intervento può essere svolto sia a livello individualesia all’interno di un piccolo gruppo. Il materiale utilizzato deveessere il più possibile vicino alla realtà quotidiana del bambino; sonomolto utilizzati i cruciverba, memory e le attività con il computer.

• Dato che il RM è oltre che una patologia da difetto anche unapatologia da utilizzo è importante lavorare sul metacognitivo inmodo da accrescere la conoscenza e il controllo del soggetto sulleproprie capacità cognitive.

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Aspetti cognitivi e metacognitiviNell’ambito del trattamento del RM bisogna evitare un apprendimentodi contenuti passivo e ipocritico e puntare su uno sviluppo di capacità diragionamento, di generalizzazione e gestione delle problematicheproposte.

• A questo proposito è importante:• Lavorare su pochi obiettivi per volta;• Utilizzare esperienze personali e di vita quotidiana;• Ricorrere a materiale concreto;• Non creare situazioni monotone;• Non fornire risposte dirette, ma aiutare il soggetto, guidandolo verso

una soluzione autonoma;• Ripresentare problemi già risolti per consolidare le acquisizioni;• Proporre le stesse situazioni al di fuori del contesto individuale;• Fornire al bambino uno schema costante;

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Trattamento logopedico e psicomotorioNel trattamento del RM fanno parte anche il lavoro logopedico equello psicomotorio. L’intervento logopedico è in primo luogomirato allo sviluppo della comunicazione e dell’organizzazionesequenziale.

Ciò al fine di sviluppare la strutturazione dei primi scambiinterpersonali e sociali che rappresentano il prerequisito per losviluppo della comunicazione verbale.

Il trattamento psicomotorio ha come obiettivo quello dimigliorare la prestazione motoria nella sua complessità che in unsecondo momento sarà sfruttata per migliorare la relazione conl’altro, le strategie cognitive di approccio con l’oggetto per poiinfine lavorare su una migliore integrazione della motricità conl’ambiente.

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La terapia occupazionale

Tra le varie tecniche di trattamento riveste un ruolo importantela Terapia Occupazionale (TO), che ha come obiettivo principaleil massimo recupero possibile dell’autonomia e dell’indipendenzafinalizzato all’integrazione sociale.

I tre punti focali della TO sono:

Il raggiungimento dell’autonomia che si concretizza prima ditutto nella cura della propria persona, nell’alimentazione enelle varie attività che la vita quotidiana richiede;

Il miglioramento della comunicazione, dove molto utilizzatisono le attività di canto, di recitazione, il gioco drammatico, eper la comunicazione extraverbale il disegno, la pittura e lecostruzioni;

Il miglioramento dell’apprendimento, soprattuttoapprendimento dalle esperienze, con l’utilizzo anche in questocaso del gioco visto qui come complemento necessarioall’apprendimento stesso

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La scuola e gli insegnanti

Il bambino che presenta RM necessità di una scuola che nella praticaall’insegnamento si avvalga anche di attività quali: l’educazionemusicale, la drammatizzazione, la psicomotricità relazionale, laboratoricon attività creative che, oltre ad arricchire il patrimonio esperenzialeed intellettuale, permette di lavorare bene anche con un bambino chenon impara a leggere e a scrivere.

Sono da tenere ben presenti in ogni caso i seguenti punti:

L’insegnante deve conoscere bene il proprio alunno;

L’obiettivo che l’insegnante pone per il soggetto con RM deveriguardare il processo e il progresso dell’apprendimento nel corsodell’anno;

In riabilitazione e nell’educazione in generale non esiste un tettooltre al quale non si può andare, perciò non è possibile stabilire apriori se un bambino con ritardo medio scriverà parole o meno, seleggerà o riconoscerà le insegne dei negozi.

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I genitoriSpesso i genitori dei soggetti con RM sembrano avere losguardo annebbiato dalla malattia ed è come se nonvedessero il loro figlio come un bambino con “bisogni dibambini”; non hanno fiducia e la loro preoccupazioneprincipale riguarda il futuro.

Proprio per questo bisogna pensare ad un piano di lavoro ead trattamento riabilitativo/educativo che deve esserecondiviso con la famiglia e vissuto anche all’interno dellarealtà domestica.

Occorre perciò riconoscere, valorizzare, rinforzare le risorsedella famiglia e puntare sulla ricostruzione di unaccettabile livello di fiducia in quello che il bambino potràfare.

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“MA L’AMORE E’ IMPORTANTE”

Un’ indagine sulla rappresentazione dellasessualità dei ragazzi con Disabilità Intellettiva

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• La sessualità è ancora oggi una delle dimensionidell’identità dell’uomo occidentale, meno integrata onon del tutto integrata.

• Il riconoscimento della sessualità e dell’educazionesessuale dei ragazzi, in particolare, è un’impresaancora non completamente riuscita.

• Estremamente complesso e problematico appare ilrapporto tra sessualità e disabilità (DisabilitàIntellettiva in particolare).

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Concezione della sessualita’ del soggetto disabileL’identità sessuale è una complessa dimensione psicosociale che non si

riduce all’appartenenza ad un sesso genetico, biologico, ma ècostituita da una rappresentazione psichica di sé come individuo inrelazione = “sesso psicologico”. (Stoller,1968)

L’identità del Disabile Mentale per le carenze e le disarmonie che ladisabilità comporta, presenta molto frequentemente uno sviluppoparziale in diverse dimensioni del sè -> minorazione delle funzioni direlazione. (Zani Minoja, 1988)

I genitori di ragazzi con Ritardo Mentale vivono con apprensione, senon con vera e propria angoscia, la maturazione sessuale dei figli,considerando tra i più grossi rischi procreazione e maternità

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La letteratura su Disabilita’ e Sessualita’

Le sessualità del disabile per Federici (2002) sarebbero alterabili inmolteplici sensi:

• come alterate (carenti a causa delle minorazioni/deficit);

• come altre (diverse, non riconducibili ai parametri standard deisoggetti normodotati);

• che alterano (mettono in discussione i modelli e stereotipi sessualiprevalenti e “normali”);

La sessualità dei soggetti con Disabilità Intellettiva (DI) è una realtàcircondata da un alone di timori e pregiudizi, fino al punto da nonriconoscere un’effettiva identità sessuale a tali individui = SessualitàNegata.

La rappresentazione dell’identità sessuale del soggetto con DI oscillatra una concezione angelica (come quella di un bambino, potenzialmentevittima di reati sessuali, senza sessualità), e una concezione dimostruosa anormalità (come di un disabile psicopatico autore di reatisessuali).

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La letteratura su disabilità e sessualità

Diversi autori (Hodgins, Endberg, Brennan e altri, 1996) hannodistinto diverse condizioni di DI, rilevando che solo gli individuicon concomitanti disturbi psichiatrici maggiori sono a maggiorrischio di condotte criminali.

Brown e Stein (1997) hanno riscontrato che tra i soggetti con DI èpiù frequente la vittimizzazione piuttosto della perpetrazionedelle condotte di abuso.

Come rilevano Johnston e Halstead (2000), la frequenza deicomportamenti sessuali non ammessi, sarebbe sovrastimata nelcaso di soggetti con DI

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La letteratura su disabilità e sessualità

• Recentemente sempre più autori stanno riconoscendo la necessità divalutare preventivamente sia il livello che i dettagli della conoscenza incampo sessuale dei soggetti con DI.

• Si stanno sperimentando nuovi strumenti e procedure per misurare-valutare tali conoscenza (Bell e Cameron, 2003); ciò si rende necessarioper aiutare le persone con DI a proteggersi dall’abuso o da inappropriateavances sessuali.

• Tra le non molte pubblicazioni in lingua italiana prevalgono studi che sioccupano degli aspetti dell’educazione sessuale, mentre sono moltoscarse le indagini empiriche che considerino direttamente le conoscenzee i vissuti dei soggetti con DI.

• La ricerca che qui si presenta intende prendere in considerazione ilpunto di vista dei disabili cognitivi, confrontandolo con quello di altrisoggetti: adulti non coinvolti, adulti coinvolti (genitori ed operatori) ecoetanei normodotati.

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ObiettiviConfrontare le rappresentazioni di adolescenti con DI medio-lieve, conquelle di altri soggetti, per rilevare, da un lato, l’aderenza o meno di talirappresentazioni a pregiudizi e tabù e per individuare, dall’altro,eventuali analogie e differenze tra i diversi gruppi di soggetticonsiderati.

Partecipanti• 20 Adolescenti con DI medio-lieve (contattati presso un Centro di

Formazione Professionale per soggetti disabili, della provincia diPesaro-Urbino);

• 20 Adolescenti Normodotati,• 20 Genitori di adolescenti con DI;• 20 Operatori presso il Centro di Formazione;• 20 Adulti Non Coinvolti.

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Il ritardo mentale

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Il ritardo mentaleProva Verbale

• Questionario di 13 domande a risposta multipla, relative a diversiaspetti della sessualità: educazione sessuale; comunicazione con igenitori su argomenti sessuali; atteggiamenti verso diversi tipi diproblemi concreti di gestione della sessualità di adolescenti;

• concezione del rapporto sessualità/disabilità mentale in generale.

Prova Visiva

Proposta di 5 comuni situazioni relazionali rappresentate con immagini inuna versione parallela (con soggetti con DI o Normodotati) comestimolo a diversi quesiti:

1. Ragazzo che guarda ragazza (scelta tra 4 didascalie che la descrivono);2. Situazione di ballo tra coetanei (scelta tra 3 affermazioni che

completano la frase “Gli incontri di divertimento”: a. occasioni socio-relazionali; b. opportunità per esperienze sentimentali; c. possonostimolare incontri sessuali).

3. Scambio di un bacio tra coetanei (indicare il grado di emozione chesuscita, in una scala da 1 a 5, da simpatia e indifferenza).

4. Un abbraccio tra coetanei (“Quale sessualità può avere unadolescente”: a. solo autoerotica; b. normale ma solo conanticoncezionali).

5. Giovane donna incinta (indicare il grado di emozione suscitata, in unascala da 1 a 5, per le diverse emozioni proposte).

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Procedura• Le due prove sono state somministrate come intervista, prima la

prova visiva (ad ogni soggetto solo una delle due forme);

• Ai ragazzi con DI sono state parafrasate alcuni quesiti perassicurarne la piena comprensione.

IpotesiCi si attende un’influenza sulla rappresentazione della sessualità

delle variabili:

- Età (gli Adolescenti hanno rappresentazione meno stereotipica);

- Sesso (M più delle F sono portatori di stereotipi e pregiudizi);

- Condizione (minor consapevolezza per i soggetti con DI);

- Ruolo Educativo (Adulti Non Coinvolti più aderenti a stereotipi);

- Titolo di Studio (titolo di studio più basso, maggiori rappresentazionistereotipiche e pregiudiziali)

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Conclusioni• È stata confermata l’esistenza di una rappresentazione stereotipica e

pregiudiziale nella maggioranza dei soggetti che tende a negare ladimensione della sessualità nella condizione di DI;

• Emerge una minor tendenza ad attribuire una vita sentimentale ederotica a ragazzi con DI rispetto ai coetanei N.;

• Prevale un atteggiamento di delega all’esperto nella gestione dellasessualità dei disabili (i genitori hanno specifiche difficoltà a parlaredi sesso con i figli con DI);

• Sono però emerse delle contraddizioni tra le risposte (parlareliberamente con i figli, delegare agli operatori..) questo forse è indicedella poca consapevolezza degli atteggiamenti profondi che entranoin conflitto con una atteggiamento socialmente desiderabile;

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Conclusioni• Genitori ed Educatori rispetto agli Adulti N.C. hanno una percezione

dei ragazzi con DI come maggiormente esposti al rischio di subireviolenza e consentirebbero loro quasi solo una sessualità di tipoautoerotico, rivelando così maggior attenzione alle soggettivedifficoltà a cui espone la DI;

Per quanto riguarda il confronto tra Ad.N. e con DI, sono emerse siadifferenze che analogie:

• entrambi i gruppi ritengono che i genitori dovrebbero favorire• eventuali convivenze sentimentali di ragazzi con DI;• emerge in entrambi i gruppi di adolescenti, una minore• consapevolezza rispetto agli adulti riguardo alle conseguenze cui

può portare una vita sessuale non controllata;• gli Ad. con DI affermano che la sessualità di un soggetto non N., non

è un problema;

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CONCLUSIONI

- gli Ad.N., si dichiarano contrari ad ogni intervento perridurre la fertilità del disabile;

- per quanto riguarda la percezione della sessualità degliAd. con DI medio-lieve, rivelano di non condividere oforse di non conoscere le rappresentazioni stereotipiche acui loro sono soggetti;

- questi Ad. con DI hanno comunque rivelato di sapercogliere e distinguere le dimensioni del sentimento edell’innamoramento e di riconoscersi in tali vissuti;

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Riassumendo• Il disabile di grado medio-lieve ha un proprio punto di vista sulla

sessualità, anche se in larga parte ancora sconosciuto perché nonspecificatamente indagato;

• La mancanza di un’educazione sessuale adeguata contribuisce alrischio di abuso sia nella condizione di vittima che di attore;

• Tang e Lee (1999) hanno scoperto che la conoscenza dell’abuso èil miglior elemento predittivo per acquistare le abilità perl’autoprotezione;

• I genitori hanno una rappresentazione della sessualità dei figlicon DI come di pericolosa e impossibile; è capitato chenell’estremo tentativo di proteggerli, abbiano fatto ricorso adazioni estreme come il consentire rapporti incestuosi;

• Chi vive a contatto con disabili cognitivi riporta come questisiano capaci di vita relazionale e affettiva, e quanto sia per lorodoloroso essere espropriati di questa dimensione.

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