I bambini della scuola dell’infanzia del plesso di via...

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I bambini della scuola dell’infanzia del plesso di via Amantea hanno allestito una Mostra con i lavori realizzati con le attività laboratoriali in riferimento al progetto inserito nel POF nell’anno scolastico 2009-10. Bambini di 3 anni Bambini di 4 e 5 anni

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I bambini della scuola dell’infanzia del plesso di via Amantea hanno allestito una Mostra con i lavori realizzati con le attività

laboratoriali in riferimento al progetto inserito nel POF nell’anno scolastico

2009-10.

Bambini di 3 anni

Bambini di 4 e 5 anni

“Per avere la Pace bisognasaper guardare il mondocon gli occhi e la purezza

di un bambino”

(J.Mirò)

Inizia da qui un percorso che “mostra” come il linguaggio, l’espressione e la curiosità dei bambini si

confronta con le forme, i colori, i segni e il trattamento della pittura di Mirò.

Le attività dei laboratori hanno permesso di creare un “dialogo” artistico/manipolativo facilitando

l’acquisizione di nuove conoscenze.

Uscita didattica…Visita alla mostra

al Vittoriano

E’ stato un incontro con opere d’arte

strane, divertenti, paurose…

proprio come possono essere i nostri sogni!

Con il gruppo dei bambini di cinque anni ed i più grandi dei quattro siamo andati a visitare

la mostra su “DADA & Surrealismo”

Il surrealismo è come quando sogniamo.

Ci permette da svegli di associare parole, pensieri e immagini senza freni e

scopi preordinati.“Sur-realtà” ,oltre la realtà

e oltre il visibile. Immagini chiare e reali, ma accostate fra loro

senza alcun nesso logico.

Ciò che diverte ai bambini. Stravaganza, umorismo, libertà

di creatività.Dada è l’opposto di ciò che sembra regolare e normale.

Anche la parola “dada” è un sensa-senso proprio come le prime parole dei bambini “ba-

ba, da-da”

utilizzandole tecniche ed i procedimenti dada come il…

I bambini hanno giocato ad accostare forme, materiali inconsueti

…collage,

il fotomontaggio,

il ready-made “già fatto”

Una tra le tecniche creative più famose è la“sinettica” di Gordon (parola greca che significa l’unione di diversi elementi).

Questa tecnica permette l’incremento della produzione di idee attraverso due meccanismi:

1. rendere familiare ciò che è strano2. rendere strano ciò che è familiare

Tale meccanismo permette di accostare la sinettica ai famosi ready-made di Duchamp che anticiparono il movimento dadaista.

“Il viso di un topo”

Sono state predisposte delle raccolte abbastanza ricche di illustrazioni ricavate da riviste e giornali e ritagliate con cura

(macchine, posate, cibi vari, abiti, borse…). Da alcune immagini sono stati ritagliati dei particolari (occhi,

ruote, braccia, capelli…).

I bambini hanno accostato i diversi pezzi nel modo più bizzarro e li hanno incollati.

Le composizioni ottenute hanno dato un doppio risultato: qualche forma ha acquisito un nuovo valore (cambiandone l’uso originale), altre forme sono state assemblate senza seguire una logica della realtà…proprio come dei veri surrealisti.

Una storia raccontata per dimostrare che è possibile esprimere idee, forme, colori per reinventare ed

esprimere quello che gli artisti hanno in comune con i bambini.

La storia racconta di un viaggio nei

luoghi e nella vita di Mirò, un percorso nato da

una casuale “macchia” di

caffè.

Mirò aderisce in modo originale e personale

all’astrattismo, interessato più

al libero gioco delle linee,

delle forme e dei colori che alla descrizione

di fatti, avvenimenti o personaggi.

Questo autoritratto di Mirò appartiene alla serie delle opere “minuziose” con particolari e dettagli multicolore.

Lo sguardo fisso come si vedesse ad uno specchio: un ritratto reale.

Attività: i bambini hanno raffigurato il ritratto di Mirò su tela con pastelli a olio, oppure su foglio con pastelli a cera.

Che forza…questo ritratto!

Chi dice che le attitudini artistiche devono rispecchiare un

linguaggio accademico?Un’opera creativa deve per

forza corrispondere ad una realtà oggettiva?

Per i bambini è stato facile individuarne gli occhi come un sole, un grande cappello con la piuma

all’ingiù…

• Gocciolando il colore• Stampando con dei timbri• Spruzzando con spazzole• Soffiando con una cannuccia

In quanti modi si possono creare le

macchie?

Su un fondo nero notte, una macchia di colore bianco, scaraventata come d’impulso, si perde fra innumerevoli punti e spruzzi.

Quasi un’esplosione di creatività, di macchie, fra le quali la più grande, quella rossa dà il titolo all’opera.

L’ala dell’allodolaCircondata dal blu dell’oro si riunisce alCuore del papavero

Che dorme sul prato adorno di diamanti.

Attività:

pittura acrilica su cartoncino, realizzazione

delle forme con l’uso di

sabbiolina colorata.

•…LIBRARSI nel

Nel BLU…

Con questa attività i bambini hanno imparato che si possono realizzare macchie di colore con diversi tipi di materiale.

In questo caso è stato usato il legno.Le sagome delle varie forme sono state precedentemente

preparate dalle insegnanti.

Sono così tanti gli oggetti che eliminiamo e rifiutiamo ogni giorno che ormai è diventata un’emergenza il loro smaltimento…

Con i bambini abbiamo guardato con occhi diversi delle semplici bottiglie del latte rigorosamente “blu Mirò” e così quello che

sembrava non interessare più a nessuno noi lo abbiamo riutilizzato dimostrando che anche le cose più umili hanno una

loro bellezza.

Gli oggetti che ci circondano fanno parte della nostra vita e non vengono solo usati…

Assemblare creativamente insieme degli oggetti può realizzare un’estetica nuova ed originale.

Il colore preferito da Mirò…I materiali si sono trasformati in giochi da osservare, manipolare, scegliere, scartare.

Per la realizzazione dei suoi lavori Mirò partì spesso dall’aspetto tattile del materiale figurativo. Rivolge la sua attenzione a un tesoro quasi

inesauribile fornitogli dall’uso di svariati materiali e tecniche.

I bambini hanno creato un’opera realizzata con la tecnica del decoupage su tela di juta.

Questa opera si ispira a quella di Hans Arp …..che riproduce due volti realizzati con dello spago.

Anche con i bambini, come Mirò, abbiamo usato spesso la trama di stoffe sottili o pesanti e grezze. Su queste i

bambini hanno lasciato segni con il pennello creando forme e macchie che con il colore ricolmavano la superficie creando

un lavoro artigianale.

Giochiamo con l’acqua!

Il contatto con la grande quantità di acqua ha divertito i bambini, incoraggiandoli nell’esplorazione e stimolando nuove curiosità. Le stoffe, una volta asciugate, sono state

dipinte per realizzare due arazzi ispirati a due opere di Mirò.

Questa proposta è di completamento con l’altro arazzo “verde” ed ha offerto ai bambini la possibilità di accostarsi alle regole della formazione dei colori.Hanno osservato che il colore di base sciolto con l’acqua si è diluito, trasformandosi ed hanno osservato la tinta prodotta che è servita per colorare la stoffa bianca.

Macchie di colore e disegni infantili in una singolare atmosfera sognante che lasciano completamente libero uno sfondo marrone che mette in risalto il movimento dei segni e dei simboli evidenziando la similarità fra la creazione

dell’artista e gli scarabocchi dei bambini.

Attività:pittura su tela con colori acrilici;ritaglio delle forme;collage con carta vellutata.

Questi strani omini di Mirò ricordano quasi delle formichine curiose…

Anche mirò si sentiva curioso e “ronzava”intorno ad ogni cosa sempre in cerca di nuove scoperte!

Tre pannelli rappresentano l’opera “Il canto delle vocali”. Quello che ha coinvolto i bambini sono state le variopinte

armonie che hanno loro realizzato con leggiadri movimenti quasi a simboleggiare un “lancio di

coriandoli”.

In realtà questa faccia non rappresenta un’opera in particolare, ma

simboleggia l’altro modo di esprimersi, quel modo strano di essere liberi di

dipingere.

I bambini si sono divertiti ad identificare questi strani personaggi…“…è un uccello?!” si chiedevano.

Attività: pittura ad acquerello su cartoncino o su tela, rifiniture dei particolari con pennarello.

I bambini hanno giocato con il linguaggio tipico dell’artista realizzando composizioni con i segni

grafici maggiormente da lui usati.

Si parla di opere che Mirò componeva utilizzando gli oggetti e i materiali più disparati, quei “montaggi” così tipici della fase surrealista.