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CHELLA PIETROFORTE e TULLIO BONOMETTI
VIAGGIO IN
SRI LANKA
Avventure nel Mondo
28 dicembre 8 gennaio 20191
Giorno Itinerario
1 Italia – Colombo - 2 Colombo – Aukana – Anuradhapura 247 3 Anuradhapura – Mihintale Habarana – Sigiriya Polonnaruwa 106 4 Polonnaruwa – Dambulla – Matale - Kandy 147 5 Kandy 12 6 Kandy – Glenloch Tea Factory – Nuwara Eliya – Dalhousie (Adam’s Peak) 151 7 Dalhousie – Uda Walawa National Park 136
8 Uda Walawa National Park – Matara – Weligama
106
9 Weligama osservazione delle balene Matara 3010 Weligama spiaggia Galle - 60 11 Weligama – Gallecanale fiume Madu – Colombo 164 12 Colombo - Italia -
28-29 dicembre 2018 GHEDI MILANO DOHA COLOMBO ANURADHAPURA
A Milano incontriamo David, Milena, Milo, Alberta, Tarcisio, Alessandra, Lorenzo e Nausicaa.
Prendiamo l'aereo per Doha nel Qatar; quando nell’aeroporto di Doha arriviamo alla porta del volo
per Colombo, incontriamo i cinque viaggiatori che provengono da Roma: Bianca, Filippo, Elena,
Luciano e Alberto. Non abbiamo molto tempo prima di imbarcarci di nuovo, ma riusciamo a fare
un briefing sul viaggio ed eleggere Bianca come cassiera.
Anche il volo per Colombo si dimostra molto tranquillo e puntualmente l'aereo arriva a
destinazione; cambiamo gli euro in rupie e quindi incontriamo la guida Nando, l’autista e il suo
aiutante e con una ventina di chilometri raggiungiamo il centro di Colombo, dove andiamo presso la
sede dell'agenzia del corrispondente Eranda. Non ci sono problemi, saldiamo il conto ed iniziamo il
nostro viaggio.
La prima impressione dello Sri Lanka è positiva, il traffico è intenso, ma non caotico, le macchine
sono moderne e non si vede gente spostarsi a piedi su lunghe distanze. Le strade sono ben tenute e
non ci sono buche; la vegetazione è lussureggiante e ci si sente immersi in un verde intenso.
Arriviamo ad Aukana per vedere una grande statua di Buddha in piedi, alta 15 metri in puro granito,
eretta dal re Datusena nel 5° secolo. Sotto un gomito di Buddha vi è un grande nido di vespe di
colore nerastro.
Ogni sito religioso ha una statua di Buddha, un albero sacro della bodhi (illuminazione) ed una
pagoda, dove si conserva una reliquia; prima di entrarvi, bisogna togliersi le scarpe. 2
Arriviamo nell'antica capitale di Anuradhapura quando ormai è buio e ceniamo insieme presso
l'hotel Randiya, posto alla periferia della città.
30 dicembre 2018 ANURADHAPURA MIHINTALE HABARANA POLONNARUVA
La città di Anuradhapura è stata la prima capitale dello Sri Lanka ed il maggiore centro religioso
per 1500 anni e quindi ha la reputazione di essere il centro della civiltà e la culla del buddhismo
dello Sri Lanka. Attualmente è una cittadella circondata da molti complessi monastici e da quattro
laghi costruiti dall'uomo; i colossali stupa di Mahavihara, i monasteri di Abbayagiri e Jethavana
sono dello stesso ordine di grandezza delle piramidi egiziane.
L’albero sacro (ficus religiosa) della bodhi rappresenta il cuore di Anuradhapura in senso fisico e
spirituale. La pianta, nata da una talea prelevata a Bodgaya in India, è considerato con i suoi 23
secoli l'albero più antico del mondo con un’autenticità storicamente documentata. Secondo i fedeli,
la talea, prelevata dall’albero sotto cui Buddha ricevette l’illuminazione, fu importata dall'India
dalla principessa Sangamitta, figlia dell'imperatore indiano Ashoka e sorella di Mahinda colui che
introdusse il buddismo nello Sri Lanka.
Il Ruvanvelisaya è un grande magnifico dagoba, protetto da un muro decorato con 344 elefanti.
L'area del monastero di Abhayagiri si trova in gran parte sommersa dalla lussureggiante foresta
tropicale, l'imponente Dagoba fu costruito nel primo secolo ed era il fulcro delle cerimonie.
In una parte del complesso residenziale monastico vi è la pietra di luna più bella di tutto lo Sri
Lanka.
Il Ratnaprasada o Palazzo dei
Gioielli, oggi in rovina, è presidiato da bellissimi murala, guardiani di pietra raffiguranti il re cobra
che sorregge un vaso di offerte e ne tiene in mano un altro fiorito.
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Prendiamo la strada per Polonnaruva e ci
fermiamo a visitare Mihintale, la culla del
buddhismo nello Sri Lanka, è un picco
roccioso che si crede che sia stato il sito
dell’incontro tra il re Devanampiya Tissa ed il
monaco Mahinda, che predicò e diffuse il
buddhismo su tutta l’isola. Ora ci sono
parecchi monumenti e strutture abbandonate. La salita all’Aradna Gala (roccia della meditazione) è
un ripido sentiero, breve, ma un po’ impegnativo soprattutto se c’è molta gente.
Per lo spuntino del pranzo ci fermiamo ad Habarana; una parte del gruppo fa un giro in un parco
sul dorso di un elefante, noi insieme a Filippo ed Elena andiamo a fare i massaggi ayurvedici. Dopo
il massaggio, ci fanno stendere su una panca coperta di foglie aromatiche e quindi veniamo chiusi
in un semicilindro di legno, dal quale spunta fuori soltanto la nostra testa.
Andiamo quindi a Sigiriya, che significa la roccia del leone, uno stupendo roccione, sulla cui
sommità vi era il palazzo fatto costruire dal re Kashyapa nel 5° secolo. Con 1.200 gradini si sale
fino alla cima tramite una serie di scale in ferro strapiombanti, ma del tutto sicure. Decidiamo di
fermarci sulla cima per assistere al tramonto, ma non siamo fortunati perché la giornata è nuvolosa.
I resti sono molteplici e la bellezza del sito è amplificata dal grande roccione dalla forma di un
leone.
Il buio cala rapidamente e riusciamo a scendere appena in tempo.
Ripartiamo e passiamo vicino ad un parco nazionale, per cui lungo la via per Polonnaruwa spesso
vediamo elefanti ai bordi della strada ben trafficata, gli autisti devono essere molto attenti per
evitare incidenti.
Arriviamo di sera in albergo, dove chiudiamo la giornata con una cena a buffet molto varia.
Lunedì 31 dicembre POLANNARWA KANDY
La mattinata è dedicata tutta alla visita della città di Polonnaruwa, la seconda capitale dello Sri
Lanka, che si presenta con le rovine di una città con mura circondate da monasteri, templi, giardini
ed un lago scavato a mano.
Il complesso Gal Vihara è un tempio buddista intagliato nella roccia contenente sculture di valore
mondiale. La maggior parte dei capolavori di Polonnaruwa sono stati costruiti nella metà del 12°
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secolo sotto il regno di Parakramabahu. Ogni re ha costruito il suo palazzo, ma quello più grandioso
è stato il primo.
Lungo il tragitto per Kandy ci fermiamo a visitare i templi rupestri di Dambulla con le pitture ben
conservate; è uno dei complessi di templi scavati nella roccia più importanti dell’Asia del Sud. Si
ritiene che il sito sia stato usato come luogo di culto a partire dal 1° secolo a. C quando il re
Valagambu era stato cacciato da Anuradhapura.
Lungo il tragitto ci fermiamo a visitare un laboratorio di batik, una lavorazione, che prevede il
fissaggio dei diversi colori sui tessuti mediante l’uso della cera.
Facciamo un’altra interessante sosta in un centro di piante aromatiche immersi nei profumi di
cannella, vaniglia e cardamomo …
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La sera arriviamo alla vecchia capitale Kandy, il traffico è molto intenso, il nostro hotel è situato in
una posizione panoramicissima sul pendio di una collina proprio con la vista sul centro della città
con la torre dell'orologio ed il grandioso palazzo
del dente di Buddha. Oggi è il 31 dicembre, l'ultimo giorno dell'anno, per cui nella nostra sala da pranzo festeggiamo e
brindiamo all'anno nuovo coinvolgendo anche la nostra guida ed il personale dell’hotel. Ci sono
anche gli scoppi dei petardi, che nello Sri Lanka non sono molto diffusi.
1° gennaio KANDY
Il mattino alle 8,30 andiamo al palazzo più importante per la storia dello Sri Lanka, che contiene il
dente di Buddha. La reliquia, simbolo dell’unità e della religiosità dello Sri Lanka, venne dall’India
16 secoli fa e fu portata di capitale in capitale seguendo gli spostamenti dei re. Il palazzo era stato
costruito dai re di Kandy tra il 1687 ed il 1707 ed utilizzato anche nel periodo coloniale inglese.
C'è moltissima folla che entra nel parco per portare delle offerte alla reliquia di Buddha, che attrae
molti pellegrini vestiti di bianco che portano fiori di loto e di frangipane. Nel giardino vi è la statua
di un monaco che aveva bruciato la bandiera inglese e per questo era stato fucilato.
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La stanza che ospita il dente viene aperta poche volte ed è preceduta da suonatori di tamburo e di
una specie di corno con un suono molto particolare. In alcune stanze è illustrata la vita del Buddha dalla
nascita all’illuminazione.
Alle 11 andiamo al museo delle pietre preziose,
dove assistiamo ad un interessante video sulle
antiche modalità di estrazione estremamente dure e
pericolose; passiamo anche dal laboratorio dove
lavorano le pietre con frese e le incastonano in gioielli. Alcuni comprano, anche se i prezzi
sembrano piuttosto cari.
Dopo uno spuntino in un self service andiamo nei Giardini Botanici Reali a Peradeniya, uno tra i
migliori del mondo, che offre un’abbondanza di flora esotica ed una eccezionale collezione di
orchidee. La nostra guida Nando è uno specialista di piante e ci illustra soprattutto gli alberi di
grande fusto.
Alle 5 del pomeriggio andiamo al centro culturale di Kandy per assistere ad uno spettacolo di
musiche tradizionali con suonatori di corno e di tamburi. Alla fine assistiamo ad una camminata a
piedi nudi sui carboni accesi. Viene prima suonata una musica che aiuta il dominio dello spirito sul
fuoco, la fede assoluta protegge il fedele dal fuoco, mentre cammina a piedi nudi sui carboni
ardenti.
La sera facciamo un giro per il mercato locale, comperiamo vari tipi di spezie, ma non troviamo
articoli di artigianato di nostro interesse.
Ceniamo in un bel localino per turisti con prezzi piuttosto alti.
2 gennaio KANDY DALHOUSIE
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Prendiamo una strada di montagna con molte curve in direzione di Dalhousie, ci cono tantissime
coltivazioni di tè, la cui piantina raggiunge l'altezza di 90 centimetri; le lavoratrici impegnate nella
raccolta delle foglie sono di etnia tamil, la più povera dello Sri Lanka. Qualcuno sta facendo
cuocere su un treppiede del riso con lenticchie, non abbiamo alcun problema a fare fotografie.
Visitiamo una fabbrica per la lavorazione del tè molto grande con un nome tipicamente scozzese:
Glenloch. La prima operazione è l’essicazione, quindi il materiale viene tritato, poi messo a
fermentare e quindi sottoposto alla tostatura, che deve essere proprio corretta, perché, se troppo
forte, il tè risulta bruciacchiato, se troppo debole, può ammuffire. Ci vengono presentate le
molteplici qualità di tè, tra cui quello verde, che non viene sottoposto alla fermentazione. Siamo
invitati a diversi assaggi e poi ci dedichiamo alle compere. C'è anche il tempo per una passeggiata
all'interno della piantagione. I proprietari ed i dipendenti sono tutti tamil.
Passiamo dalla città di Nuwara Eliya, una bella cittadina di impronta britannica, la più alta di tutto
lo Sri Lanka; mangiamo in un self service con cucina locale .
Ci avviamo quindi verso Dalhousie, il villaggio posto ai piedi dell'Adam's Peak. Percorriamo prima
una larga strada statale e quindi prendiamo la deviazione per Dalhousie su una stretta strada di
montagna, piena di curve, in cui gli autisti devono prestare attenzione per non fare incidenti con chi
proviene dalla parte opposta.
Attraversiamo alcuni villaggi ed un posto di polizia. La cima dell'Adam's Peak si presenta varie
volte nella sua particolare forma di triangolo isoscele e, quando si è a Dalhousie, si intravede il
cammino che, lungo i fianchi della montagna, porta sulla vetta, dove è posto un santuario
contenente l’orma di Buddha.
Dalhousie è un paesino in forte crescita disordinata, raggiungiamo le camere del nostro hotel con
una lunga e faticosa scalinata.
Prepariamo lo zaino per la salita all'Adam’s Peak, che è prevista per l'1,30 di notte. Nello zaino
mettiamo soprattutto indumenti per ripararci nel caso in cui la temperatura in cima alla montagna
sia troppo bassa o tiri un forte vento.
Dopo la cena a buffet, andiamo a letto alle 19,30 mettendo la sveglia per l'una.
3 gennaio DALHOUSIE ADAM'S PEAK PARCO DI UDA WALAWA
All'una suona la sveglia, all'1,30 in 11 siamo in strada pronti per la salita, mentre gli altri 4 hanno
preferito rimanere a letto; l’intero cammino fino alla cima è ben illuminato e non vi è la necessità di
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usare la torcia; turisti e pellegrini si mescolano, ma i turisti sono la maggioranza, circa l'80 per
cento. Lungo il percorso vi sono statue di Buddha e piccole pagode, presso le quali i fedeli si
fermano per pregare e lasciare le loro offerte. Per tutto il cammino c’è molta gente; la temperatura è
fresca, quindi si sta bene e si può procedere anche in maniche corte perché la fatica della salita fa
sudare.
Partiamo tutti insieme, ma quando ci rendiamo conto che il cammino è molto facile e che
l'orientamento non presenta problemi, alcuni salgono da soli con il loro passo.
La salita presenta un dislivello di 1.150 metri, ci sono 5.200 gradini da superare, per cui
impieghiamo con le varie soste circa 3 ore e mezza.
La parte finale del cammino è piena di turisti e di pellegrini e quando siamo vicini alla vetta, si
forma una coda; tutta la parte in alto è già piena di gente, molti hanno preso posto per vedere bene il
sorgere del sole, alcuni, soprattutto i fedeli buddhisti, sono
saliti la sera precedente e stanno passando la notte
all’aperto, stesi per terra con un sacco a pelo o una coperta
o semplicemente con qualche indumento in più.
Un tempietto, posto nel punto più in alto, conserva
un'orma dorata del piede di Buddha, per visitarla si fa
una piccola coda.
Ad un quarto alle 6 comincia ad albeggiare, il cielo ad
est diventa sempre più chiaro e poi più rossiccio, ma il sole
purtroppo non appare perché vi sono alcune nuvole che lo nascondono.
A stento ci facciamo strada tra la gente per iniziare la via del ritorno; la discesa ci sembra molto
lunga e mette a dura prova le ginocchia di tutti quelli non allenati, noi fortunatamente non abbiamo
avuto alcun problema sia nella salita che nella discesa.
Nella parte finale vicina al villaggio ci sono molti portatori che trasportano sulle spalle sacchi di
generi alimentari ed altre mercanzie alle case ed ai negozietti posti lungo il cammino.
Intanto incomincia a farsi sentire il caldo, ma con facilità arriviamo al nostro hotel Punsisi in tempo
per fare una buona colazione, che ci ritempra dalla fatica fatta.
E' stata un'esperienza indimenticabile ed unica, recuperiamo i bagagli ed andiamo nella città di
Hutton per prendere il treno ed arrivare ad Ella, saremmo potuti andare in autobus, ma abbiamo
preferito andarci in treno per vedere i bei panorami delle
foreste e soprattutto le verdi piantagioni di tè, in mezzo
alle quali passano i binari. Il treno si tiene sempre ad una
certa altezza e fa un percorso sinuoso lungo i fianchi della
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montagna passando spesso attraverso gallerie. Noi siamo in seconda classe ed abbiamo i posti a
sedere, la terza classe è piena zeppa di locali. Facciamo una breve passeggiata per Ella e poi partiamo per il parco di Uda Walawa, arriviamo
verso le 19,30 ed andiamo subito a cena; gli alloggi sono un po' spartani e troviamo vari insetti nella
nostra camera.
4 gennaio UDA WALAWA TANGALLA WELIGAMA
Alle 5,30 con il pulmino andiamo all'ingresso del parco di Uda Walawa, lungo la strada vi è una
lunga coda di jeep con turisti che attendono di poter entrare nel parco. Sono circa un centinaio,
sembra che debbano invaderlo e saturarlo. Comunque riusciamo ad entrare abbastanza alla svelta,
all'interno del parco siamo in tantissimi e qualcuno dimostra un po' di impazienza davanti agli
ingorghi ed alle attese.
Vediamo vari elefanti, gli adulti mangiano le foglie delle piante, i piccoli succhiano il latte dalle
loro madri. Si vedono parecchi pavoni, alcuni a terra, alcuni sugli alberi. Ma la specie più diffusa
sono gli uomini che con i fuoristrada dominano ed inquinano il parco.
Dopo la visita andiamo a vedere un
orfanotrofio per piccoli elefanti senza
genitori o con problemi. Ad una certa
ora vengono chiamati ed ordinatamente
vanno ad una postazione, prendono in
bocca un tubo, collegato ad un imbuto,
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nel quale viene versato un secchiello di latte. Poi vanno a mangiare poco lontano le foglie di alcuni
rami, raccolti apposta per loro.
Ci avviciniamo alla costa, la strada è molto trafficata, andiamo a vedere la cittadina turistica di
Tangalla, che ha una bella spiaggia sabbiosa.
Passiamo la fine della mattinata e tutto il pomeriggio nella spiaggia di Dikwella con la possibilità di
mangiare in un ristorantino sul mare.
Verso sera con un traffico congestionato raggiungiamo la cittadina di Weligama, dove si trova il
nostro hotel Jagabay. La sera ceniamo in hotel a buffet.
5 gennaio WELIGAMA MIRISSA MATARA WELIGAMA
Oggi è la grande giornata per l'osservazione delle balene, partiamo alle 6,00 dall'hotel con un taxi.
Oltrepassiamo il porto dei pescatori con la contrattazione del pesce appena pescato durante la notte,
molti uomini tengono in mano dalla parte della pinna un grosso tonno appena comprato. Pur
essendo molto presto, tutta la zona è pienissima di gente, noi proseguiamo per il porto delle
imbarcazioni per l’osservazione delle balene, ce ne sono una quindicina e ciascuna porta
mediamente un centinaio di persone.
Dopo un'ora e mezzo di navigazione ci troviamo in una zona dove si concentrano tutte le
imbarcazioni che si muovono in cerca delle
balenottere azzurre e delle balene pilota.
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Sembra che non si debba vedere niente, ma poi appare qua e là uno spruzzo e incomincia a
comparire una prima balena, poi un seconda e poi vari gruppetti di balene, si vedono la coda con le
pinne ed il dorso.
Sull'imbarcazione siamo in tanti, per cui l'osservazione risulta difficoltosa ed ancora più difficile è
filmare o fotografare perché l'imbarcazione è in continuo movimento; comunque l'esperienza risulta
è bella e positiva.
Le balene blu sono gli animali più grandi sulla terra, sono lunghi fino a 30 metri ed il loro peso
complessivo è di circa 200 tonnellate.
Il pomeriggio prendiamo un autobus ed andiamo a Matara, la cittadina più importante della zona, è
soprattutto un grande insieme di negozi con molti alberghi ed un traffico congestionato. Visitiamo il
forte Stella, un piccolo forte protetto da mura, costruito dagli Olandesi durante i loro 138 anni di
dominio; all'interno vi è un piccolo museo archeologico con la documentazione sulla storia del
forte. L’anno di costruzione è inciso sulla porta principale insieme al simbolo della VOC, la
compagnia olandese delle Indie Orientali. Vi è poi il Forte con dei bastioni molto larghi e bassi, al
cui interno ci sono una chiesa riformata e le belle e antiche residenze coloniali in condizioni più o
meno buone.
Visitiamo un piccolo tempio buddista, posto proprio su un’isoletta, collegata alla terraferma da un
ponte in ferro, ricostruito dopo lo tsunami del 2004.
Il tempio più grande è pieno di gente che prega Buddha, fa le offerte, tra cui fiori e olio che possono
essere comprati all'interno del santuario.
La stazione degli autobus è molto grande e ci è molto facile prenderne uno per ritornare a
Weligama. L'autobus si riempie totalmente e per alcuni momenti siamo proprio pressati come
sardine in una scatola, vediamo altri autobus, in cui varie persone stanno con i piedi sul gradino di
ingresso e con il resto del corpo fuori, tenendosi aggrappate ad una sbarra.
Per la cena andiamo in un ristorantino con un menù cingalese, vengono apprezzati i nidi di patate e
l'albero del pane.
Passiamo poi la serata giocando in gruppo a pecore e lupi fino alla mezzanotte.
6 gennaio VELIGAMA GALLE WELIGAMA
Restiamo tutta la mattinata in hotel o sulla spiaggia. Molti prendono una lezione per la tavola del
surf perché qui le onde sono proprio adatte, ma risalire sulla tavola non è tanto facile. Noi stiamo in
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spiaggia o giochiamo con le onde, queste sono proprio forti e ci fidiamo a stare in acqua solo dove
non ci supera.
Il pomeriggio all'una partiamo per la città di Galle. Ci fermiamo ad Habaradawa in un centro per la
schiusa delle uova di tartaruga e per la protezione delle specie rare. Alcune uova sono state poste
sotto la sabbia e si schiuderanno nel giro di tre mesi circa.
A metà strada ci fermiamo per vedere i pescatori sui trampoli. Una volta pescavano effettivamente
in questo modo, ora si mettono a pescare solo quando si avvicinano i turisti. Per fare delle
fotografie, bisogna pagare un loro capo che se ne sta sulla riva; appena noi ci allontaniamo,
scendono dai trampoli e si mettono a riposare all'ombra.
Passiamo per un'altra località di mare Unawatuna, con tante belle spiagge, dove si fermerà la nostra
amica Milena per la sua estensione del viaggio.
Raggiungiamo la bellissima città di Galle, la cui parte vecchia è patrimonio mondiale dell'Umanità.
E' un ottimo connubio tra chiese ed edifici del periodo olandese e del periodo britannico, ben
conservati, tenuti da una popolazione simpatica e dinamica e goduti da molti turisti che passeggiano
da tutte le parti.
La cittadella è tutta circondata dai vecchi
bastioni con alcune porte che la collegano
con l'esterno; vediamo l’Ospedale Olandese,
dove un tempo venivano ricoverati gli
appestati, oggi l’edificio ospita una sfilza di
eleganti caffè. L’Amangalla, costruito nel 1864
per ospitare il governatore olandese, era diventato nel 19° secolo la sistemazione dei passeggeri di
prima classe dei transatlantici.
Ci fermiamo ad ammirare il tramonto ed alle 19,30 ci ritroviamo tutti per la cena finale con la
nostra guida Nando. Il piatto preparato con aragoste, calamari, granchi e gamberoni è proprio
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spettacolare, ma per gustare la polpa interna dei granchi, bisogna prendere lo schiaccianoci per
rompere le chele.
La nostra guida, davanti alle nostre parole di ringraziamento, si emoziona e così ci salutiamo con
calore. 7 gennaio WELIGAMA GALLE FIUME MUDA COLOMBO
Alle 8,30 partiamo dall'hotel e ci fermiamo a Unawatuna per lasciare in un altro hotel i bagagli di
Milena che farà una estensione di sette giorni sul mare.
Proseguendo lungo la strada costiera, ci fermiamo alla foce del fiume Muda, che forma una
sessantina di isole e di isolotti. L'ambiente è una vera delizia della natura tra l'azzurro del mare ed il
verde delle mangrovie e delle palme lussureggianti. Alcune volte passiamo attraverso stretti
passaggi quasi impossibili; su alcuni isolotti vi sono piccoli tempi o grandi statue di Buddha. Ci
fermiamo in particolare su un'isoletta, dove si coltiva la cannella. Vediamo come dalle foglie di
cannella si estrae un olio non commestibile, ma adatto per i massaggi del corpo. Il vapore acqueo
passa attraverso un grande contenitore pieno di foglie di cannella ed attraverso dei tubi l’olio esce
separandosi facilmente dall'acqua perché è più pesante. La parte più morbida della corteccia viene
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staccata dai rami e viene poi posta ad essiccare all'ombra per una decina di giorni per essere pronta
come spezia per usi alimentari.
Prendiamo l'autostrada e ci fermiamo in un'area di servizio ben organizzata. Il traffico in autostrada
è piuttosto tranquillo, mentre, quando entriamo in città,
diventa congestionato e molto lento. Colombo è diviso
in 15 zone, la settima è il quartiere residenziale dove
abita la gente ricca; ci fermiamo a vedere la Casa
dell'Indipendenza, costruita appena dopo il 1948, tutta
circondata da leoni di marmo, simboli di protezione.
Davanti vi è la statua di Senanayake, l’eroe nazionale srilankese, che aveva dichiarato
l'indipendenza dall’Impero Britannico.
Passiamo davanti alla casa del primo ministro e del presidente della Repubblica, ai giardini dedicati
alla moglie del 1° re dello Sri Lanka nel primo secolo a. C.
Colombo è piena di alti grattacieli e quello che colpisce di più è quello delle telecomunicazioni con
una forma slanciata a forma di fiore di loto, la cui costruzione è stata finanziata dalla Cina.
Nando poi ci lascia nel centro di Pettah, dove vi è il maggior mercato di Colombo; con una certa
frenesia cerchiamo di spendere gli ultimi soldi rimasti.
Alle 7,00 usciamo da Colombo, il traffico è pesantissimo, quasi impossibile; dopo la cena
raggiungiamo l'aeroporto e ci imbarchiamo per Doha, dove salutiamo gli amici che vanno a Roma.
Tranquillo il viaggio per Milano, Brescia e Ghedi, dove raggiungiamo figlie, generi e nipoti, pronti
per il prossimo viaggio magari con loro.
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