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CHELLA PIETROFORTE e TULLIO BONOMETTI Diario di viaggio CON LE ALI ALLE RUOTE VERSO L’ORIENTE da Rieti a Brindisi in bici 11 maggio – 1° giugno 2013 1

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CHELLA PIETROFORTE e TULLIO BONOMETTI

Diario di viaggio

CON LE ALI ALLE RUOTE

VERSO L’ORIENTE

da Rieti a Brindisi in bici

11 maggio – 1° giugno 2013

ITINERARIO

Sabato

11-mag

GHEDI (POGGIO BUSTONE

Domenica

12-mag

POGGIO BUSTONE BORGO SAN PIETRO

Lunedì

13-mag

BORGO SAN PIETRO L’AQUILA

Martedì

14-mag

L’AQUILA CELANO

Mercoledì

15-mag

CELANO SULMONA

Giovedì

16-mag

SULMONA ( CAROVILLI

CAROVILLI SANT’ANGELO IN GROTTE

Venerdì

17-mag

RIPALIMOSANI SANT’ANGELO IN GROTTE

Sabato

18-mag

RIPALIMOSANI

SAN MARCO LA CATOLA (AVELLANETA)

Domenica

19-mag

SAN MARCO LA CATOLA (AVELLANETA)

SANTA MARIA DI STIGNANO

10°

Lunedì

20-mag

SANTA MARIA DI STIGNANO

MONTE SANT’ANGELO

11°

Martedì

21-mag

MONTE SANT’ANGELO BARLETTA

12°

Mercoledì

22-mag

BARLETTA RUVO DI PUGLIA

13°

Giovedì

23-mag

RUVO DI PUGLIA ACQUAVIVA DELLE FONTI

14°

Venerdì

24-mag

ACQUAVIVA DELLE FONTI

15°

Sabato

25-mag

ACQUAVIVA DELLE FONTI

16°

Domenica

26-mag

ACQUAVIVA DELLE FONTI LEPORANO

17°

Lunedì

27-mag

LEPORANO GROTTAGLIE

18°

Martedì

28-mag

GROTTAGLIE BRINDISI ( ACQUAVIVA DELLE FONTI

19°

Mercoledì

29-mag

ACQUAVIVA DELLE FONTI

20°

Giovedì

30-mag

ACQUAVIVA DELLE FONTI

21°

Venerdì

31-mag

ACQUAVIVA DELLE FONTI

22°

Sabato

1-giu

ACQUAVIVA DELLE FONTI BARI BERGAMO (GHEDI

TOTALE KM IN BICI 1.050

Sabato 11 maggio

GHEDI PARMA BOLOGNA PRATO FIRENZE ORTE POGGIO BUSTONE

Il primo giorno è stato piuttosto impegnativo perché pur essendo partiti in treno alle 6,15 da Ghedi, siamo arrivati con questo mezzo a Terni alle 20,03.

Due le motivazioni: non è stato possibile utilizzare i treni intercity portando le bici al seguito ed era in corso uno sciopero regionale in Emilia Romagna.

Alla stazione di Terni è venuta a prenderci in macchina la signora ungherese che lavora presso l’Ostello della Locanda Francescana di Poggio Bustone, accompagnata da una suora.

L’ostello è in una vecchia casa ben ristrutturata; alle 11,30 ci siamo messi a letto.

Domenica 12 maggio

POGGIO BUSTONE CANTALICE CITTADUCALE

SALTO PETRELLA BORGO SAN PIETRO

Ci alziamo presto e facciamo una rapida visita alla cittadina di Poggio Bustone, abbarbicata sui fianchi di una collina, che già avevamo visitato qualche anno fa alla fine del Cammino di San Francesco, iniziato dal santuario della Verna, di cui questo viaggio in bici rappresenta la naturale continuazione.

Dal Convento di San Giacomo posto sopra l’abitato si gode un magnifico spettacolo su tutta la valle reatina. Nella chiesetta due frati stanno pregando; un gruppo di una quarantina di persone sono ospiti del santuario.

Appena sotto il paese andiamo a vedere la statua di Lucio Battisti, nativo di Poggio Bustone, con la sua chitarra in mano; poco lontano vi è una grande statua di San Francesco, che, con le mani rivolte verso il cielo, benedice la valle reatina.

Raggiungiamo attraverso una strada provinciale asfaltata il minuscolo paese di Cantalice che comunque si pregia del titolo di città; nel suo centro la vita scorre tranquilla, ne approfittiamo per chiacchierare con i pensionati del posto che se ne stanno appollaiati su un muretto al tiepido sole lungo la strada principale, dove il traffico domenicale scorre un po’ rarefatto.

Non ci risulta difficile seguire il nostro itinerario che in un continuo saliscendi immerso nel verde ci porta a Cittaducale.

A mezzogiorno siamo nella piazza del Popolo, dove fervono i lavori di rifacimento della pavimentazione stradale. La piazza e la cittadina sono monumentali ed i suoi palazzi ne raccontano la storia gloriosa. All’uscita della città vi è la torre circolare angioina del XIV secolo.

La salita a Petrella Salto si sviluppa per 19 chilometri partendo dalla statale Salaria appena dopo Cittaducale. Ci appare interminabile ed il dislivello è di 600 metri, il percorso però è sempre pedalabile e procediamo senza mai spingere le biciclette a mano.

Petrella Salto è un comune con varie frazioni, ma gli abitanti se ne sono andati quasi tutti, il paese con le case addossate le une alle altre e le stradine strette e tortuose non è più adatto alla vita di una società moderna.

Per gli ultimi quattro chilometri pedaliamo in discesa verso Borgo San Pietro, un paese totalmente ricostruito nel 1940 al posto di San Pietro De Molino, sommerso dalle acque per la costruzione di una diga che rifornisse Roma di acqua potabile e di energia elettrica. A differenza di Salto Petrella, Borgo San Pietro ha strade larghe, è tutto abitato ed ha perfino dei ristoranti.

Alle 19,40 ci raggiunge l’amico Guido ed insieme andiamo a cena dalle suore del Convento Filippa Mareri, che ci offrono ospitalità in una loro casa adibita all’accoglienza. La cena è abbondante e la specialità è un piatto di carciofi ripieni.

Filippa Mareri era stata con Chiara, una seguace di San Francesco ed aveva fondato nell’Italia Meridionale vari conventi.

Lunedì 13 maggio

BORGO SAN PIETRO FIAMIGNANO LA FORCA TORNIMPARTE L’AQUILA

Con Guido alle 7,30 partecipiamo alla messa nella chiesetta annessa al convento insieme ad una decina di suore, tra cui suor Raffaella, che si interessa dell’accoglienza dei pellegrini.

Alla fine della messa una suora più giovane prende una chitarra ed accompagna le altre in un canto religioso.

La colazione è abbondante, ma verrà ben presto smaltita con la dura tappa che ci aspetta.

Seguiamo la superstrada per 6 chilometri fino a Pagliara per risalire poi verso Fiamignano con una strada molto ripida, che ci costringe per la maggior parte del tempo a spingere la bici a mano; siamo in tre e ci facciamo coraggio a vicenda; arriviamo a Fiamignano posto proprio in cima alla montagna, il paesino è attivo e noi comperiamo nell’unico negozio un panino con la mortadella e qualche banana per arrivare alla Forca, il passo posto a 1350 metri sul livello del mare.

Un’ampia strada di montagna con una pendenza costante ci fa superare uno scosceso ma verde vallone, alla fine del quale entriamo nella bella e fiorita piana di Castiglione nel comune di Tornimparte in Abruzzo. Siamo completamente fuori dal mondo, in tre ore incrociamo soltanto tre macchine.

Nella piana pascolano una mandria di cavalli con i loro puledri ed una mandria di mucche senza alcun pastore.

Dai 1350 metri della Forca con una strada sempre ampia scendiamo a Villagrande di Tornimparte, dove abbiamo la fortuna di incontrare il presidente della Pro Loco che ci accompagna nella visita della bella chiesa di San Panfilo del XII secolo con una facciata armonica ed un porticato affrescato. Nell’abside è rappresentato Dio immerso in una grande quantità di Angeli.

Sul sagrato della chiesa vi è un alto palo infisso nel terreno; secondo la tradizione, nella notte del 30 aprile, un gruppo di uomini del paese va a rubare l’albero più alto esistente nel bosco e lo issa sul sagrato utilizzando delle corde. E’ una grande ed antica festa collegata alla celebrazione della fertilità della terra.

La Pro Loco è orgogliosa del cammino ideato da Angela Seracchioli e presso la scuola ha messo a disposizione quattro posti letto per ospitare i pellegrini.

Pedalando su strade normali ci avviciniamo all’Aquila, la cui periferia ha superato le ferite del terremoto e si presenta attiva, dinamica e laboriosa.

Veniamo ospitati dai Frati Minori Conventuali nel quartiere Torrione e la sera andiamo nel centro;la situazione è triste: tutti gli edifici sono chiusi, puntellati e transennati, ad eccezione di qualche bar e ristorante; le strade principali in gran parte sono libere.

Oggi nella piazza centrale c’è molta gente perché vi è stata l’Incoronazione della Madonna del Popolo; ma non si riesce a vedere nessuna luce di speranza per la ricostruzione del centro.

La facciata della chiesa di Collemaggio con i suoi tre rosoni appare in tutta la sua bellezza con l’ampio prato verde davanti pieno di giovani che corrono, fanno ginnastica e si godono il sole della sera; non si può immaginare che il tetto sopra la bella chiesa sia totalmente crollato e mancante.

Martedì 14 maggio

L’AQUILA FOSSA SAN PANFILO D’OCRE ROCCA DI MEZZO OVINDOLI CELANO

Con la bicicletta ripassiamo per il centro dell’Aquila ed andiamo a rivedere Collemaggio, dove riusciamo a dare un’occhiata all’interno scoperchiato, un’immensa serie di pali di ferro protegge quel poco che è rimasto in piedi dopo il disastroso terremoto.

Con facilità usciamo dalla città e dopo Monticchio saliamo nel paesino di Fossa completamente abbandonato e con una recinzione che ne chiude l’accesso; un signore ci dice che possiamo proseguire e così entriamo in questo paese fantasma, completamente abbandonato, c’è la moderna insegna di un bar, ma tutto è chiuso; l’unico segno di vita è dato dalla presenza di tre gatti randagi; all’uscita della parte sud del paese dobbiamo sbloccare alcune reti che ci impediscono il passaggio. Fa una grande impressione vedere un intero paese completamente abbandonato per le ferite del terremoto e per la impossibilità di un piano di ricostruzione.

Qualche chilometro più avanti troviamo in bella posizione panoramica il monastero fortezza di Santo Spirito d’Ocre, eretto dall’Ordine dei monaci di Bernardo di Chiaravalle, il monastero non ha subito alcun danno da parte del terremoto perché è posto su una zona rocciosa; è proprietà del comune d’Ocre ed è un lussuoso centro di agriturismo. Riusciamo ad entrarvi ed a assaporare l’atmosfera medievale che emana dalle sue pietre.

Siamo rassicurati sulla continuazione del nostro itinerario, che prosegue con una buona salita fino a San Panfilo d’Ocre, un paesino quasi disabitato, ma che ha un negozietto, dove noi possiamo comperare due panini ed un po’ di frutta.

Il viaggio fino a Fonteavignone è una continua salita e noi ci alterniamo un po’ in sella e un po’ spingendo la bici a mano. I paesaggi sono ampi e magnifici ed a Fonteavignone prendiamo una pista ciclabile sterrata che con sette chilometri ci porta a Terranera, dove inizia una grande piana.

La cittadina turistica di Rocca di Mezzo durante il periodo estivo o invernale aumenta la sua popolazione residente di una decina di volte.

Arriviamo ancora in leggera salita fino alla piazzetta di Ovindoli che è alla confluenza di tante stradine.

Una continua discesa ci porta a Celano, dove andiamo direttamente all’hotel Lory, un quattro stelle che ci fa un prezzo speciale per pellegrini.

La cittadina non è stata molto colpita dal terremoto e noi dalla piazza centrale andiamo verso la Rocca un bellissimo castello che domina a città. Nella chiesa di Tommaso da Celano sono conservate le spoglie del più importante biografo di San Francesco.

Mercoledì 15 maggio

CELANO AIELLI STRADA DI MONTAGNA FORCA CARUSO

GORIANO SICULI RAIANO SULMONA

Una bella discesa ci porta sulla Statale Tiburtina e dopo qualche chilometro prendiamo la salita per il paese di Aielli.

Chiediamo informazioni per la strada di montagna per raggiungere Castelvecchio Subequo, ma nessuno ne sa niente, andiamo in Comune, l’unico che potrebbe saperne qualcosa è il capo dei vigili, che è un cultore di storia locale e di tratturi, ma non si riesce a rintracciarlo; comunque troviamo qualche segnale giallo ed imbocchiamo una mulattiera, ma per ben due volte ci troviamo fuori itinerario, per cui siamo costretti a ritornare sulle nostre pedalate.

I tratturi sono proprio per mountain bike, ma con city bike o mountain bike con borse pesanti è difficile proseguire. Cerchiamo una via alternativa, scendiamo sulla statale e riprendiamo la Tiburtina per arrivare in una quarantina di minuti alla Forca Caruso.

Tira vento e fa freddo, incominciamo subito a scendere, prendiamo la discesa per Goriano Sicoli. Pendiamo che la strada sia tutta discesa ed invece a Goriano Sicoli dobbiamo spingere in salita sui pedali perché c’è ancora un dislivello di 200 metri da superare.

A Raiano andiamo a vedere il Romitorio di San Venanzio che si trova su una forra, una chiesetta collega le due sponde alte.

Inforchiamo la bicicletta di nuovo e passando per Pratola Peligna raggiungiamo Sulmona.

L’albergo del Movimento Celestiniano non ha tenuto conto delle nostre prenotazioni, per cui pernottiamo qualche chilometro fuori da Sulmona al New Europa Park Hotel.

Giovedì 16 maggio

SULMONA ROCCARASO CASTEL DI SANGRO

CAROVILLI CARPINONE SANTANGELO IN GROTTE

Ultima colazione con Guido, che se ne ritorna a Ghedi, andrà a riprendersi la macchina parcheggiata a Borgo San Pietro presso il convento Filippa Mareri. Ci salutiamo soddisfatti dei tre giorni trascorsi insieme, ma dispiaciuti di non poter continuare.

Sta piovendo, indossiamo una giacchetta, mettiamo la cuffia sul casco ed andiamo a visitare Sulmona.

La cripta della cattedrale è un vero gioiello con tante colonne e vari affreschi. Il Palazzo dell’Annunziata è un insieme monumentale che comprende una chiesa ed un palazzo che attualmente ospita un museo di storia locale, una sezione riguarda la transumanza dall’Abruzzo alla Puglia. In una piazzetta poco lontana ammiriamo la statua di Ovidio, che era proprio nato a Sulmona.

Alcuni negozi del centro vendono confetti, le loro esposizioni sono molto variopinte e creano dei quadretti d’autore da fotografare.

Sta ancora piovendo, per cui decidiamo di prendere due autobus che ci possano portare da Sulmona a Carovilli cambiando a Castel di Sangro.

Non abbiamo nessun problema a mettere le biciclette nel baule dei due autobus e verso le 13,30 arriviamo a Carovilli.

Il tempo è decisamente migliorato, possiamo ripartire in bici verso il paesino di Sant’Angelo in Grotte. Arriviamo prima a Pescolanciano e poi, superando il passo di Totila, raggiungiamo Sessano del Molise e quindi Carpinone, da dove inizia una lunga salita prima per Castelpetroso e poi per Santangelo in Grotte.

Quest’ultimo è un bel paesino abbarbicato su un costone roccioso, noi cerchiamo Filomena ed il marito Michele emigranti ritornati dall’Australia qualche anno fa, la loro casa di colore rosa con le imposte verdi è facilmente identificabile per due bandiere: quella italiana e quella australiana appese ad uno stenditoio del loro piccolo balcone.

Siamo alloggiati proprio nella loro casa in una camera di altri tempi con un letto molto alto.

Alle 20,30 ceniamo con loro e restiamo insieme fino alla mezzanotte, ci raccontano la loro storia e la storia del loro paese. Hanno tre figli: due vivono in Australia, John è con loro, ma appena avrà 18 anni ed avrà compiuto gli studi, se ne tornerà in Australia dai fratelli.

Venerdì 17 maggio

SANTANGELO IN GROTTE SANT’ELENA SANNITA

CASALCIPRANO RIPALIMOSANI

La signora Filomena ci porta a visitare la cripta della chiesa proprio ben ristrutturata con un ciclo di affreschi molto interessanti tra cui le Sette opere di misericordia corporali. L’atmosfera è raccolta e misteriosa e ci fa ricordare le antiche catacombe.

Ci accompagna anche alla famosa grotta dell’arcangelo Michele, che era stata la meta di importanti pellegrinaggi soprattutto fino al XVI secolo, quando il culto micaelico venne un po’ soppiantato da quello mariano. Una leggenda dice che l’arcangelo Michele avesse scelto questa grotta come sua dimora, ma poi Dio lo invitò a spostarsi in volo nella grotta di Monte Sant’Angelo sul Gargano.

Ci salutiamo con Filomena e Michele, sta piovigginando ed il cielo è buio, partiamo lo stesso in direzione di Macchiagodena che raggiungiamo con cinque chilometri di discesa sotto la cappa di un cielo minaccioso.

Sant’Elena Sannita ha nella piazzetta principale un monumento all’arrotino. Chiediamo indicazioni per raggiungere Casalciprano, la prima parte del percorso è piacevole, ma poi si va dall’altra parte della vallata e bisogna continuare per tre chilometri con una salita non molto pedalabile. Alcune strade del paese sono ben sistemate, ma la maggior parte delle case è disabitata e lo spopolamento continuo.

Decidiamo di prendere una via più breve per raggiungere Ripalimosani, scendiamo per quattro chilometri per raggiungere la strada di fondo valle, che percorriamo per una ventina di chilometri in lieve ma costante discesa fino all’uscita per Campobasso, da qui per altri quattro chilometri spesso spingendo a piedi la bici e stando bene in parte alla strada sulla nostra destra per il traffico sostenuto.

Ci stanchiamo per bene, ma alla fine arriviamo all’uscita per Ripalimosani e con una lunga salita raggiungiamo il convento che è posto proprio sul punto più alto della cittadina. La struttura conventuale è stata data in gestione all’associazione Man Hu che ha finalità assistenziali, culturali e di recupero del territorio con la supervisione di un frate che vi abita. All’interno vi è una bella chiesetta, che conserva reliquie ed antichi testi sacri.

La Piazza del Popolo è spettacolare con il Palazzo Ducale e la chiesa alla quale si accede da una gradinata posta sopra una serie di tre caratteristici archi.

Ceniamo da Rino con una insalatona, contenuta in una grossa scodella fatta di pizza ed un calzone farcito.

Sabato 18 maggio

RIPALIMOSANI TORO SAN MARCO LA CATOLA (AVELLANETA)

Andando verso Campobasso e quindi nella zona della Taverna del Cortile prendiamo la strada per Campo di Pietra e poi con una non difficile salita arriviamo a Toro, un paese dal sapore antico, dove la maggior parte dei residenti è anziana.

Dall’alto si gode un bellissimo panorama, noi ci intrufoliamo in stradine dalla bella pavimentazione, ma la stragrande maggioranza delle case sono vuote e chiuse e quelle poche con i cartelli vendesi non trovano acquirenti.

Tutti si prodigano a darci consigli, ma sostanzialmente tutti ci propongono di scendere a fondovalle e quindi risalire per San Marco La Catola.

La strada di fondovalle è poco trafficata e quasi sempre in leggera discesa, per cui con facilità arriviamo al confine del Molise ed entriamo in Puglia attraversando il fiume Fortore. Il paesaggio è caratterizzato da ampie colline verdeggianti.

Per raggiungere San Marco La Catola prendiamo la prima strada più breve, ma è una lunga salita impegnativa che dobbiamo fare quasi tutta a piedi e con tante fermate per riposarci e per dissetarci con una bevuta d’acqua e con qualche spicchio di arancia.

All’ingresso del paese chiediamo ad una signora anziana di riempirci la borraccia di acqua e con qualche biscotto facciamo lo spuntino del pranzo.

San Marco la Catola conta soltanto 400 abitanti ed è un paesino ben tenuto, noi andiamo a visitare il convento dei Cappuccini di Giosafat posto nella parte più bassa dell’abitato. Qui c’è molta vita: vi si tengono ritiri spirituali di cresimandi e di alcuni gruppi di adulti che provengono da San’Elia a Pianisi. I frati sono molto gioviali ed ospitali e ci offrono fette di torte e acqua fresca.

Per raggiungere la località di Avellaneta, dove vi è un agriturismo, bisogna pedalare ancora sette chilometri raggiungendo così la meta di oggi. Renato è il responsabile di questa complessa struttura e ci mostra anche l’allevamento dei maiali neri, una decina di cavalli, un asino, l’orto e lo stagno.

La Casa Natura è molto grande, ma noi siamo gli unici ospiti. Renato ci porta a vedere una zona attrezzata con panchine e giochi, alcuni posti anche di recente, ma nonostante oggi sia sabato, non si vede in giro anima viva perché siamo troppo lontani dai grandi centri abitati di Foggia, Lucera e Campobasso.

La sera ci godiamo la cena con prodotti dell’agriturismo davanti ad un ampio panorama verde e, quando scende il buio, le luci di San Marco La Catola ce lo presentano come un presepe illuminato.

Domenica 19 maggio

SAN MARCO LA CATOLA (AVELLANETA) CASTELNUOVO DELLA DAUNIA

SAN SEVERO SANTA MARIA DI STIGNANO

Dopo vari chilometri in salita scolliniamo verso la Daunia e quindi incominciamo una lunga discesa verso Castelnuovo; un forte vento ci accompagna sempre e qualche volta bisogna prestare attenzione per evitare di cadere a terra.

Il traffico è molto scarso e noi spesso chiediamo indicazioni per essere rassicurati di trovarci sulla strada giusta. La zona è ventosa e sul nostro cammino incontriamo molte pale per l’energia eolica. La cittadina di Castelnuovo è viva e nella chiesa stanno celebrando le prime Confessioni: il parroco chiama ciascun bambino sull’altare ed a bassa voce lo confessa e quindi gli consegna una candela.

La discesa da Castelnuovo a San Severo è di 25 chilometri e ci porta nella pianura del Tavoliere delle Puglie, tutti i campi sono coltivati e serviti da buoni impianti di irrigazione: ci sono campi con viti, olivi, frutta ed ortaggi.

Il traffico è scarsissimo e lungo la strada incontriamo quattro pellegrini lombardi con un cane.

A San Severo si celebra la grande festa della patrona: la Madonna Nera del Soccorso, tutta la città è piena di luminarie e di catenelle per fuochi d’artificio. C’è moltissima gente e noi con le nostre biciclette pesanti stentiamo a passare.

Il sagrato della chiesa è pieno zeppo, come pure l’interno, stanno amministrando le Cresime, noi entriamo e vediamo nel presbiterio le statue della Madonna del Soccorso, di San Severo e di San Severino. Tutta la chiesa è a festa, addobbata con grandi paramenti bianchi e azzurri.

Da San Severo prendiamo la strada per Monte Sant’Angelo, i primi 15 chilometri sono in pianura, ma dopo si incomincia a salire, noi ci fermiamo al convento di Santa Maria in Stignano.

Il monastero con annessa la chiesa è perfetto, pulitissimo, ben ristrutturato, ma non ci sono i frati, la gestione è affidata ad un custode ed alla comunità Oasi per il recupero di tossicodipendenti.

Dopo qualche perplessità iniziale, decidiamo di fermarci per il pernottamento e con il custode Enzo, un ex tossicodipendente, visitiamo tutta la struttura con due bei chiostri, perfettamente tenuti, un’ampia cucina, un moderno refettorio; il monastero è anche un centro attivo per ritiri spirituali.

Il pomeriggio scendiamo dove c’è l’Oasi, conosciamo gli ospiti della comunità e stiamo con loro tutto il pomeriggio e durante e dopo la cena.

Ci raccontano della loro vita di tutti i giorni, scandita da regole precise che tutti sono tenuti a rispettare. Sono una quindicina e ciascuno ha la propria mansione: loro devono pensare alla pulizia degli ambienti, alla preparazione del pranzo, alla cura del giardino e dell’orto; la cena è alle sette e mezza e si entra nella sala da pranzo al suono di un campanello.

Si inizia a mangiare dopo una preghiera ed una breve riflessione comune.

Normalmente il cammino di recupero dura due anni, gli ospiti non possono uscire dalla comunità ed il tempo massimo per rimanere al telefono con parenti ed amici è di un quarto d’ora.

Sono molto contenti della nostra visita che rappresenta un elemento di novità. Il clima appare buono, la loro vita sembra scorrere serena, ma rimangono sempre chiusi dentro, molti sono in comunità per gli arresti domiciliari.

Lunedì 20 maggio

SANTA MARIA DI STIGNANO SAN MARCO IN LAMIS

SAN GIOVANNI ROTONDO MONTE SANT’ANGELO

Continuiamo l’esperienza di ieri ed alle 7,30 andiamo a fare la colazione con i ragazzi della comunità, veramente le loro età sono molto variegate e vanno dai 26 anni ai 60.

La colazione è molto frugale e si consumano miele, marmellate e pane che vengono prodotti da loro stessi.

Vi sono due operatori sociali che vengono per aiutarli nel loro cammino e vi è la supervisione di padre Lino, ma sostanzialmente il loro cammino di recupero è tenuto da loro stessi.

Subito dopo la colazione ciascuno si dedica ai propri compiti, un gruppo con un trattore si dedica a dissodare il terreno ed a trasportare la legna tagliata.

La salita per San Marco in Lamis è un po’ impegnativa e dopo il centro della cittadina bisogna continuare per altri tre chilometri in salita per raggiungere il grande monastero di San Matteo posto in una posizione panoramica con un ampio piazzale davanti.

E’ un monastero di Cappuccini ed all’interno della chiesetta vi sono quadri sulla visita che San Francesco aveva compiuto durante il suo pellegrinaggio alla grotta di Monte Sant’Angelo. I monaci ammettono che quest’anno i pellegrini ed i visitatori sono diminuiti molto a causa della crisi.

La strada per raggiungere San Giovanni Rotondo è quasi pianeggiante, la cittadina si presenta subito molto cambiata con un grande numero di alberghi costruiti dappertutto, pronti ad accogliere i numerosi pellegrini che vengono da tutte le parti del mondo per visitare la tomba di padre Pio.

Noi siamo venuti parecchie volte a San Giovanni Rotondo e sempre abbiamo nato grandi cambiamenti nell’ampliamento e nella costruzione di chiese e nell’ampliamento della città.

Ora è stata costruita una chiesa imponente: progettata dal famoso architetto Renzo Piano, di forma sferica, si articola su due piani preceduti da un piazzale enorme in grado di ospitare oltre quarantamila persone. La tomba di padre Pio, posta nella parte sottostante, si trova in un grande salone sulle cui pareti è narratala storia di Gesù e vi si accede tramite una larga rampa con i mosaici che raccontano episodi della vita di San Francesco e di Padre Pio.

Il salone in cui vi è la tomba, è dorato e lussuoso e stona con la sobrietà e la semplicità di padre Pio.

I lavori non sono ancora finiti e sono colossali; non vi sono dubbi sulla grande abilità architettonica di Renzo Piano nella progettazione in cui l’arco e la sfera risultano gli elementi caratterizzanti.

Ripartiamo alla volta di Monte Sant’Angelo; dopo una prima parte un po’ altalenante, bisogna affrontare gli ultimi cinque chilometri in salita che permettono di raggiungere gli 830 metri di altitudine di Monte Sant’Angelo; il panorama diventa sempre più ampio e dall’alto si domina la Foresta Umbra ed il mare.

Durante il Cammino incontriamo circa 300 pellegrini che da San Marco in Lamis, come ogni anno, sono partiti a piedi per un pellegrinaggio alla grotta di San Michele.

Le viuzze di Monte Sant’Angelo sono piccole, piene di gente, di pellegrini e di visitatori che scendono alla grotta.

Presentiamo le nostre credenziali timbrate e padre Ladislao ci firma il testimonium per aver portato a termine il nostro pellegrinaggio da Poggio Bustone.

Subito dopo arrivano in processione cantando i pellegrini di San Marco in Lamis e riempiono la grotta per ricevere la benedizione da parte di padre Ladislao.

Il centro storico della cittadina è formato da case bianche e da stradine strette pavimentate con pietre.

Noi siamo alloggiati presso la foresteria dei padri cappuccini vicino alla Chiesa di San Francesco.

Durante il giorno a Monte Sant’Angelo vi è moltissima gente, ma la sera nei ristoranti siamo soltanto noi e pochissimi altri.

Martedì 21 maggio

MONTE SANT’ANGELO MANFREDONIA ZAPPONETA

MARGHERITA DI SAVOIA BARLETTA

Vogliamo partire la mattina presto perché dobbiamo percorrere più di ottanta chilometri, ma ritardiamo la partenza di una ventina di minuti perché la ruota anteriore della bici di Chella è completamente sgonfia e dobbiamo cambiare la camera d’aria, bucata da un piccolo chiodo, che si era conficcato nel copertone.

La piacevole discesa su Manfredonia è di più di 800 metri di dislivello e si snoda lungo un’ampia strada serpeggiante in un ambiente piuttosto arido. La visione dall’alto è ampia e comprende l’intero golfo di Manfredonia e la vasta pianura del Tavoliere delle Puglie.

A Manfredonia visitiamo il Castello con il Museo Archeologico Nazionale, che sintetizza la presenza dell’uomo nella Daunia a partire dal neolitico.

Dopo qualche chilometro arriviamo alla chiesa di Santa Maria Maggiore di Siponto consacrata nel 1117, importante edificio romanico di tipo orientale a pianta quadrangolare e cupola centrale.

Dal fianco sinistro della chiesa si scende nella cripta, ricca di 12 colonne con capitelli e 4 pilastri. Adiacenti alla basilica vi sono i resti di una basilica paleocristiana e di una necropoli.

Prendiamo la strada costiera per Zapponeta e quindi per Margherita di Savoia passando vicino alle saline, grandi vasche in cui l’acqua marina è fatta evaporare al sole; ben visibile è una grande collina di sale pronto per la lavorazione.

Barletta è proprio una bella cittadina, pulita, ordinata e molto vivace. Alloggiamo in un bed and breakfast, proprio nei vicoletti della città vecchia, a due passi dal Castello e dalla Cattedrale.

Sempre nel centro storico vi è la Taverna della Disfida ( ma apre soltanto alle 9 di mattina) ed un monumento ai Tredici Italiani che hanno difeso nel 1503 l’onore dell’Italia. Una grande statua di bronzo alta cinque metri, rappresentante un imperatore romano di nome Eraclio, è il simbolo della città.

Mercoledì 22 maggio

BARLETTA ANDRIA CASTEL DEL MONTE RUVO DI PUGLIA

Per una strada vecchia senza traffico raggiungiamo Andria, un grande paesone di 100.00 abitanti con un traffico piuttosto disordinato e caotico.

Passiamo davanti al Municipio, alla Cattedrale ed ad un mercato coperto della frutta e del pesce.

La strada per raggiungere Castel del monte è in salita, soprattutto negli ultimi chilometri. Il castello è immerso nella nebbia e lo si può vedere soltanto quando si è molto vicini. Il castello così lontano dai centri abitati non aveva una funzione di difesa ma residenziale.

Il Castello possiede un valore universale, eccezionale per la perfezione delle sue forme e la fusione di elementi culturali venuti dal Nord Europa, dal mondo e dall’epoca classica.

Con una ventina di chilometri in discesa raggiungiamo Ruvo di Puglia, dove andiamo ad ammirare la bella cattedrale romanica con i marmi ben puliti ed i resti del vecchio castello.

Con una coppia di Svizzeri conosciuti nel bed and breakfast ci troviamo a cenare nel ristorante Upedippe, dove visitiamo una grande cantina con una vasta gamma di vini.

Giovedì 23 maggio

RUVO DI PUGLIA CASSANO MURGE ACQUAVIVA DELLE FONTI

Con una quarantina di chilometri attraversando strade secondarie tra campi di olivi, di viti e di grano passiamo per Mariotto, lambiamo Quasano e la Madonna di Mellitto e raggiungiamo Cassano Murge.

Con una salitella raggiungiamo il Santuario di Santa Maria degli Angeli con in parte un grande convento attualmente abitato da due monaci. Vi si può accedere anche a piedi tramite una scalinata in pietra con una Via Crucis. Sotto la chiesa vi è una suggestiva grotta.

Il santuario è preceduto da un piazzale che domina l’altopiano delle Murge e la pianura fino al mare; al centro vi è un caratteristico pozzo.

Con una certa emozione entriamo ad Acquaviva delle Fonti, il paese natale di Chella ed abbiamo la fortuna di incontrare la responsabile del museo archeologico che sta accompagnando una scolaresca in una visita guidata, alla quale ci aggreghiamo. I resti sono stati trovati nella zona denominata Salentino negli scavi del 1977 dovuti ai lavori da parte dell’Acquedotto Pugliese. Noi non ne sapevamo niente, per cui tutto ci risulta nuovo.

Si tratta dei resti di una popolazione proveniente dai Balcani, che in questa zona aveva assunto il nome di Peuceti.

Il Palazzo Mari con i suoi 365 ambienti è la sede del Municipio; visitiamo anche la sala delle conferenze perfettamente ristrutturata e l’ex carcere ora adibito a salone per le esposizioni, il salone delle feste, la stanza del sindaco e la sala delle riunioni del Consiglio Comunale. Andiamo poi ad effettuare delle riprese dei Giardini Pubblici, della cattedrale e di alcune zone della città vecchia.

Salutiamo ancora con le bici cariche Nica e Vito, Anna e Mimmo la zia Palmina e lo zio Felice e quindi andiamo da Rosa e Giacomino che ci fanno alloggiare nella loro casa di via Volta.

Venerdì 24 e sabato 25 maggio

ACQUAVIVA DELLE FONTI

Due giornate di riposo da parenti ed amici.

Domenica 26 maggio maggio

ACQUAVIVA DELLE FONTI GIOIA DEL COLLE TARANTO LEPORANO

Ci viene l’idea di continuare il viaggio fino a Brindisi per arrivare alla città simbolo della partenza delle navi per la Grecia, per la terra Santa e per l’Oriente.

Alle 6,50 della domenica mattina siamo in sella e ci avviamo con una bella brezza mattutina per Gioia del Colle, dove visitiamo la Cattedrale, il Castello Federiciano e la piazza addobbata con le luminarie per la festa patronale di San Filippo Neri.

A Taranto ci colpisce la bellezza del lungomare della città vecchia, ma nel contempo l’abbandono delle sue case dalle strette viuzze è diventato sempre più ampio.

Abbiamo la fortuna di effettuare una visita guidata al castello aragonese costruito e riammodernato in tante epoche secondo le diverse esigenze; viene presentato ai visitatori tramite visite guidate offerte dalla Marina Militare.

Il tempo è cupo e c’è un ventaccio da far paura accompagnato da una pioggerellina che per fortuna è di breve durata.

Fino a Talsano è tutto un susseguirsi di condomini sorti alla periferia o nella cintura di Taranto. Chella si trova un po’ persa tra le nuove costruzioni, quasi da non riconoscere più la strada.

Andiamo alla spiaggetta di Gandoli e qualcuno sta già facendo il bagno, mentre altri prendono il sole.

Arriviamo a casa della zia Maria, di Mimma e di Toni che ci ospitano nella stanza al primo piano che si affaccia sulla terrazza.

Lunedì 27 maggio

LEPORANO LIDO CHECCA FAGGIANO MONTEIASI GROTTAGLIE

Percorriamo con molto piacere gli undici chilometri di strada litoranea per raggiungere il lido Checca, la spiaggia dove da 30 anni andiamo al mare a passare una parte delle nostre vacanze estive.

Il mare è splendido, l’aria è fresca e dolce, i panorami sono incantevoli e familiari, le biciclette rendono il tutto appassionante.

Salutiamo Pino a Torre Sgarrata, Clara a Faggiano, Brigida, Ciro e Filomena a Monteiasi e quindi arriviamo a Grottaglie dove pernotteremo a casa di Sante, che ci fa da guida nella visita al castello ed al quartiere delle ceramiche.

Sante è appassionato della sua città, ce ne parla con orgoglio e ci fa visitare anche il Museo della Ceramica posto all’interno del Castello.

Grottaglie è una cittadina di 30.000 abitanti ed è molto dinamica, alla sua periferia nella direzione di Monteiasi vi è una grossa azienda del gruppo Aermacchi, che costruisce parti di aerei.

La sera andiamo a salutare anche Rosaria, Pino e Danilo che abitano proprio lì vicino.

Martedì 28 maggio

GROTTAGLIE ORIA SANTUARIO DI SAN COSIMO ALLA MACCHIA MESAGNE BRINDISI ACQUAVIVA DELLE FONTI

Sante ci accompagna alla periferia e prendiamo la strada per San Marzano e con una trentina di chilometri raggiungiamo il santuario di San Cosimo della Macchia, quattro chilometri dopo Oria, meta di pellegrinaggi.

Il nostro itinerario è su strade poco battute ed il profilo è un po’ ondulato.

Il santuario ha immensi parcheggi ed è ravvivato dalla presenza dei pellegrini di tre pullman, giunti da poco.

In una costruzione adiacente vi sono gli ex voto divisi secondo le province della Puglia; c’è anche uno zoo che però è chiuso.

Passiamo per Mesagne una grossa cittadina con un bel castello che vediamo dall’esterno.

Utilizziamo la strada complanare con la quale da Mesagne possiamo raggiungere Brindisi.

Attraversiamo in bici tutta la città ed arriviamo, percorrendo prima la Via Appia e poi Via Colonne, alle due monumentali colonne che sovrastano il porto: indicano il termine della Via Appia e che sono il simbolo della città.

Il nostro viaggio in bici finisce qui e lo sguardo proiettato sul porto ci fa immaginare la continuazione verso la Grecia, la Turchia, la Terra Santa e l’Oriente.

Con treni regionali adatti alle bici, perfetti e puntuali, torniamo ad Acquaviva delle Fonti.

Mercoledì 29, giovedì 30, venerdì 31 maggio, SABATO 1° GIUGNO

ACQUAVIVA DELLE FONTI GHEDI

Dopo la permanenza di tre giorni pieni ad Acquaviva sempre ospiti di amici e parenti, ritorneremo con la Ryan Air a Ghedi veramente soddisfatti di un viaggio effettuato insieme, impegnativo, ma pieno di esperienze, di scoperte, di ricordi, di amicizie e di affetti, sognando di proseguire in Terra Santa.

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