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LA NUOVA GENERAZIONE,A VALVOLE

MUSIC SERVER PATHOS ACOUSTICS MUSITECA

simo e dalle prestazioni eccezionali, potendofungere da mero trasporto per un DAC esterno,esclusivamente via digitale S/PDIF coassiale obilanciato.

L’ASCOLTO L’ascolto è stato effettuato inserendo il PathosMusiteca nella mia catena di ascolto così com-posta: sorgente digitale per musica liquida: MacMini, convertitore D/A USB 24/96, Emm LabsDAC2X, cablaggio USB Audioquest ChocolateDbs 7, cavi RCA e alimentazione Emm Labs,Nordost Valhalla; diffusori: Martin Logan SL3,Lumen White Silver Flame; sorgenti digitali: CDTeac VRDS-10 modificato a valvole Emmebi, let-tore ibrido DVD-DVDA-SACD Labtek Aurora;sorgente analogica: giradischi Michell Gyrodec,braccio SME 309, testina Clearaudio TitaniumMC, con cablaggio Audioquest Wel Signature;preamplificatore: Convergent Audio TecnologyLegend, con stadio phono MM, MC; due ampli-ficatori finali a valvole: McIntosh MC275 in con-figurazione mono; cavi di potenza: Nordost SPMReference; cavi di segnale tra pre e finali mono:Audioquest Horizon Dbs 72V; cavo di segnaletra CD VRDS-10 e pre: Nordost Spm Reference;cavi di segnale tra Labtek Aurora e pre: Audio-quest Horizon Dbs 7; cavo di alimentazione pre:Nordost Valhalla; cavo di alimentazione LabtekAurora: Nordost Brahma con terminazioni Fu-rutech; cavi di alimentazione finali: Nordost Val-halla; cavo di alimentazione CD Vrds-10:Nordost Shiva.

Ricordo, molto prima della mia iniziazione aumile redattore di questa rivista, quandoancora mi aggiravo anonimamente per le

mostre e leggevo molte riviste, il magnetismocrescente che questo marchio esercitava sul-l’opinione degli appassionati. Era quasi unochoc, ogni qual volta usciva un nuovo modello,la pronta reazione del pubblico. Non era solo ildesign ad attirare, ma ancor di più i contenutiprogettuali.Rammento come la prima circuitazione propostafosse basata sull’amplificazione con inseguitorea pompa lineare! Wow! Qualcosa che suonava quasi come se fosse statainventata una specie di propulsione a curvaturacon motori a cristalli di dilitio! Quello che con-tava però, tecnologie a parte, era il risultato fi-nale d’ascolto e vi posso assicurare di non avermai presenziato ad una prestazione al di sottodelle aspettative da parte di Pathos. Il marchiodi fabbrica è stato sempre lo chassis in alluminiomassiccio e pesantissimo, con linee avveniristi-che e sempre fuori dal coro con utilizzo dellevalvole, il che comunque non guasta mai. Eraprevedibile che il marchio vicentino avrebbe ap-procciato prima o poi al dilemma musica liquida.Ed ecco il risultato, il Musiteca.Un music server devoluto esclusivamente allo“storage” e alla riproduzione della propria col-lezione di dischi CD. Non fornisce possibilità diessere utilizzato come convertitore per file diprovenienza esterna e offre solo l’extra di poterdisinserire il DAC interno, peraltro raffinatis-

È la prima assoluta per un componente Pathos nella mia sala d’ascolto. Hosempre sperato che questo evento si realizzasse, ora finalmente ho quiun’elettronica veramente degna del glorioso marchio italiano.Il Musiteca, in pieno trend con le sempre alte aspettative soniche che spro-nano i progettisti Pathos ad un rally continuo verso l’apice delle prestazioni.

di Alberto Guerrini

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DESCRIZIONE

Il Musiteca è un “music server” per musica liquidacon un lettore incorporato per CD ripping di estra-zione informatica e caricamento tipo slot-in. Abordo è istallato uno stage di amplificazione a FETdi alta precisione e uno stage buffer a valvole ba-sato su due tubi ECC88/6922. Lo chassis è totalmente realizzato in alluminio, conun’elegante curvatura di raccordo alla base, cherealizza un’eccellente continuità tra la parte infe-riore ed il supporto nel quale è incastonato l’ottimoschermo touch screen da 21 pollici. Direttamenteda questo si comandano tutte le funzioni. L’inter-faccia ci mette qualche decina di secondi a cari-carsi, non meno di un normale computer desktop.Il boot iniziale è comandato dal logo in rilievo delmarchio, il quale funge da tasto on-off, posizionatoal di sotto della cornice del monitor, alla destra dichi vi opera.Seduto sopra alla sezione di alluminio, dietro al-l’LCD, c’è il contenitore (metallico anch’esso) dellaparte elettronica, da cui fanno capolino le due val-vole, verniciato in finitura a polveri nera. All’internoabbiamo entrambe le anime che devono convivereai fini dell’optimum del funzionamento: quella chepermette il controllo, meramente informatica, rap-presentata da un vero e proprio computer; e quellaprettamente audiofila, costituita da una sezioneDAC da 24 bit e 192kHz massimi, di tipo deltasigma e dai due stadi (di amplificazione a FET e diBuffer a valvole) come descritto sopra. Tutto ilpeso (il dato è ragguardevole, ben 28 Kg!) verte suquattro semplici piedoni cilindrici in materiale poli-merico. A bordo è montato un hard disk da un te-rabyte, capace di stoccare moltissimi CD. Sul retrodel case poc’anzi citato sono presenti, da destraverso sinistra rispettivamente: un selettore di vol-taggio (possibile l’utilizzo anche su territorio USA a110V@60Hz); la vaschetta di alimentazione IEC; illed di accensione che sovrasta la presa mini jackper l’accensione da remoto; la presa USB tipo A,per la connessione di un’eventuale unità di backup;la presa ethernet per il collegamento alla rete; l’in-terruttore a leva per il disinserimento del DAC in-terno, che rende il Musiteca una meccanica ditrasporto vera a propria; la coppia di uscite analo-giche bilanciate XLR; la coppia di uscite analogichesbilanciate RCA; l’uscita S/PDIF bilanciata digitale;l’uscita S/PDIF coassiale digitale sbilanciata. L’imballo è costituito da un generoso involucro inlegno, protetto all’interno da inserti in schiuma,che sigillano perfettamente il Musiteca, creandouna protezione virtualmente impenetrabile. A cor-redo troviamo un manuale, a mio avviso indispen-sabile per l’utilizzo dell’interfaccia di controllo. Una volta rippato un CD audio attraverso lo slot del

Il rodaggio si è protratto molto a lungo vista lapresenza contemporanea di circuiti a valvole edi architetture di estrazione informatica. A dir laverità già out of the box il suono era notevole enon sembrava affatto soffrire di quei difetti digioventù tipici di una macchina vergine. Proba-bilmente le sessioni di ascolto, anche a giudicaredalla presenza di un ragguardevole numero dialbum precaricati, sono state parecchie prima digiungere nella mia personale sala. Nonostanteciò, per non saper né leggere né scrivere, ho pro-ceduto comunque a un lungo rodaggio.Opus 3 “Test CD 4” (Opus 3, XRCD 24): L’orche-stra di fiati è imponente ma anche dettagliatis-sima e caratterizzata da una trasparenzaeccezionale, si sentono perfettamente i movi-menti delle chiavi ed i passaggi dell’aria attra-verso di esse, provenire in egual maniera datutte le parti del sound stage. Quest’ultimo èampio e profondissimo con una perfettamenteintellegibile successione di piani sonori, a cir-condare un ascoltatore talmente coinvolto daquesta esplosione di olograficità da gridare almiracolo della materializzazione live!La riproduzione è magnificamente invasa da uncalore perfettamente adeguato alle caratteristi-che di raffinatissima ricostruzione di dettagli emicro dettagli.Il pianoforte è forte e chiaro, l’azione delle mec-caniche, sia per quanto riguarda i movimentiprincipali di tastiera e martelletti che per quantoriguarda i pedali, sono dannatamente a fuoco.Non solo, la quantità di dettaglio impressionantedi cui è capace il Musiteca ci fa cogliere ogni mu-golio, ogni sforzo del pianista, che accompagnaper tutto il brano ma persino i movimenti dicontinua a pag. 66

Particolare dello schermo touch screen da 21pollici da cui si accede a tutte le funzioni della

macchina.

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questi nell’atto della prestazione.Il brano cambia e di nuovo abbiamo un piano-forte a dir poco favoloso. Con una completezzadi armoniche impressionanti, ed una capacità dirisuonare e vibrare che ne illumina alla perfe-zione le peculiarità delle varie essenze lignee im-piegate per il corpo tutto, cassa e coda comprese.La dinamica è assolutamente reale, tutte le microcomponenti sono perfettamente evidenziate,concorrendo alla magnificazione dell’improntacomplessiva dello strumento. Incredibile pen-sare con quale lieve semplicità questo apparatoriesca a rendere cosi bene all’ascolto uno stru-mento di tale complessità. La disinvoltura nelloscendere nel più recondito dei dettagli è pecu-liarità di ogni brano riprodotto da quando ho co-minciato ad usarlo!Sax, contrabbasso e batteria sono il trio essen-ziale del jazz contemporaneo e non. Quando si

rincorrono e si intrecciano, sono talmente com-plementari che rendono il significato del genereun vero emblema. Soprattutto se il livello quali-tativo è tale da esaltarne ogni singola caratteri-stica propria, senza mutue cancellazioni, senzalasciar mai che uno prenda il sopravvento suglialtri alterandone il linguaggio. Cominciamo adapprezzare questa traccia che ci offre una batte-ria forte e potente ma al contempo leggera e ve-locissima nella risoluzione dei transienti diattacco e di rilascio. Questo tipo di approcciorende facile il compito al resto delle componentidell’impianto, in grado di rendere al megliosenza alcuna fatica di ascolto in assoluto. Contrabbasso, pianoforte, clarinetto, tromba,con banjo e chitarra impressionano per l’impec-cabile collocazione spaziale. La tromba ed il cla-rinetto si alternano e poi si intrecciano, maciascun suono caratteristico è perfettamente

L’aspetto è quello anticonvenzionale classico di Pathos, osservandolo di lato la sezione ricorda una sortadi “L” con la schiena inclinata verso la base. Lo chassis è in alluminio satinato e veramente pesante (28Kg) e le finiture sono come sempre impeccabili. Il tasto di accensione è il logo in rilievo Pathos.

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lettore, ammesso che l’unità sia collegata alla rete,questa, automaticamente lo riconoscerà, grazie adun database online gratuito, scaricherà tutti i me-tadati relativi (autore, titolo dell’album, titolo deibrani, ecc..), copertine comprese, e li istallerà acorredo nell’interfaccia. Altro servizio è l’upgradeautomatico online, purtroppo non presente sul-l’unità sperimentale fornitaci, che permetterà dicomandare l’unità per mezzo di un tablet, di uncomputer o di uno smartphone, previa istallazionesu questi di relativa applicazione gratuita fornitadalla stessa casa. ◾

CARATTERISTICHE TECNICHE DICHIARATE

Progetto: Convertitore D/A, Music server permusica liquida a valvole con lettore incorpo-rato per CD ripping; stage di amplificazione aFET di alta precisione e stage buffer a valvolebasato su ECC88/6922

Tipologia di valvole: 2xECC88/6922Chassis: chassis in alluminioConversione D/A: DAC differenziale 24bit192KHz delta sigmaCapacità massima conversione: fino a 192kHzSezione analogica: totalmente bilanciata, avalvole, classe A, con zero feedbackRange Dinamico: 120dBRapporto Segnale/Rumore: -110dBTHD: <0.01%Uscite analogiche: XLR bilanciate, RCAImpedenza di Uscita: >30 OhmLivello Di Uscita: 3,2 Vrms (RCA) o 1,6+1,6Vrms (XLR)Uscite digitali: 1xS/PDIF RCA / 1xS/PDIFbilanciata

Connessioni per unità esterne e rete: portaUSB tipo A esclusivamente per unità backup,ethernet RJ45 connessione alla reteFormati Su Disco Supportati: CDCapacità di memoria interna: 1TBMonitor: LCD Touch screen 21 polliciMeccanica di trasporto: dedicata di tipo infor-matico slot-inAlimentazione: AC~90V – 250V, 50/60Hz

Dimensioni (LxHxP): 600x330x425 mmPeso: 28kg netto

Prezzo IVA inclusa: Euro 8.332,00

Distributore: Audio Living DesignTel. 0721 47.28.99Web: www.audiolivingdesign.it

scolpito all’interno della scena sonora. Ogni as-solo spicca per la definizione estrema del carat-tere distintivo di ciascuno strumento a fiato, tracrescendo dinamici importanti e piccoli “showoff” di abilità esecutive indiscutibili! La traspa-renza è qualcosa di notevole. Il contrabbasso hauna prestanza incredibile, sebbene sia sempresuonato con classe e garbo, carico di fini chiaro-scuri e minuzie, presenti dall’inizio alla fine delbrano. Il colpo che si ottiene quando la corda èsia rilasciata che ripresa, contro l’unghia, è cosìrealistico e importante, al pari della perfetta con-sapevolezza da parte anche dell’ascoltatore piùdistratto, del materiale di cui sono costituite lecorde Così accade anche per quelle della chi-tarra. Ho detto chitarra? Si c’è anche la chitarrache istantaneamente ci distrae come se qualcuno,improvvisamente, stesse suonandola all’internodella sala di ascolto ben lontano dalla classicaposizione schiacciata sul piano meramente fron-tale dei buffer dei diffusori.Vibrafono e piatti, assieme all’Hammond, creanouna sensazione di coinvolgimento spettacolare,pur non essendo di certo degli strumenti che at-tirino le grandi folle per la loro prestanza dina-mica. Ogni piccola percussione del martellinosul tasto, ogni passaggio sulla tastiera dell’or-gano, ogni spazzolata, sono parimenti costellateda quantità incredibili di microinformazioni, ce-sellate in un micro contrasto ed immerse in unliquido vero e proprio più che in una grana fi-nissima. Il passaggio delle chitarre è bellissimo elirico, pervade la sala d’ascolto di un clima e diun pathos (e scusate l’inserimento più o menovoluto….) impossibili da non subire. Le vibra-zioni, i riverberi e i piccoli echi sono a dir pocopalpabili e ricostruiscono uno scenario live cla-moroso! Archi e fiati trovano una vera e propria epifaniaespressiva, creando una grande soddisfazione diascolto, con una scena estremamente alta e svi-luppata lungo ciascuno degli assi cartesiani inegual grado di estensione. La tridimensionalità èimponente e perfettamente sfaccettata in ognisingola componente descrittiva vibrazionale. Gliarchi, sia che vengano pizzicati che suonati conl’archetto sono assolutamente consoni alla pro-pria collocazione all’interno dello spettro so-noro, sfoggiando una leggiadria ed unaconsistenza eccellenti. Il pizzicato ha una caricadinamica splendida, affiancata ad un controlloed un contrasto francamente incredibili.

CONCLUSIONIUna discesa in basso da primato ed una profon-dità sconcertante delineano un oggetto sicura-mente moderno, capace di una qualità sonora edi una musicalità da assoluto primato.Nitidissimo e cristallino negli alti, articolato neibassi e, dulcis in fundo, con una gamma media

segue da pag. 64

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naturalissima e ricchissima di sfaccettature echiaroscuri. I contenuti timbrici sono rigorosis-simi, con una messe di microcomponenti che im-preziosiscono ogni album vi venga caricato. Laricostruzione tridimensionale è spettacolare, latrama fitta, compatta e finissima. La definizioneè a dir poco minuziosa. Una sorgente fantastica,assolutamente scevra dalle problematiche tipi-che dell’estrazione informatica dell’oggetto. Iltappeto di rumore è molto basso ed il dato delrange dinamico di ben 120 dB è certamente rea-listico. La prestazione sonica è dunque di eccellenza.Le finiture ed il design complessivo sono piutto-sto fuori dagli schemi, decisamente di pregio eassolutamente in linea con la lunga tradizionePathos.

Se proprio devo trovare qualcosa che non va, misarebbe piaciuto avere possibilità di poter utiliz-zare il server per suonare anche file di musica li-quida quantomeno provenienti dall’esterno,come ad esempio da una piccola penna USB. Misarebbe piaciuto poterlo utilizzare come un veroe proprio DAC e non solo come un mero tran-sport. Personalmente ho trovato un po’ di diffi-coltà ad approcciare sulle prime l’interfacciastudiata per i comandi, sono un tipo che preferi-sce non usare un manuale per far funzionare unlettore.In questo caso consiglio vivamente di studiarlo,il manuale, prima di cominciare ad usare il Mu-siteca.Poi, una volta capita la logica dietro il progetto,le cose fileranno lisce come l’olio.

Particolare dell’architettura interna che racchiude una parte prettamente informatica con lettore CD romslot in, e un vero e proprio computer. Affiancata, la circuiteria che ci interessa più da vicino, ovvero la se-zione di amplificazione FET e la sezione buffer valvolare basata su due ECC88/6922.

Da notare i collegamenti posteriori: un selettore di voltaggio (220/110V 50/60 Hz); la vaschetta di ali-mentazione IEC; il led di accensione sopra alla presa mini jack per l’accensione da remoto; la presa USBtipo A, per la connessione di unità di backup; la presa ethernet per il collegamento alla rete; l’interruttorea leva per il disinserimento del DAC interno, per renderlo una Meccanica di trasporto pura; la coppia diuscite analogiche bilanciate XLR; la coppia di uscite analogiche sbilanciate RCA; l’uscita S/PDIF bilanciatadigitale; l’uscita S/PDIF coassiale digitale sbilanciata.