Digitalic n.8 - Tecnologia Liquida

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Tecnologie e protagonisti dell’ICT www.digitalic.it Punto G. Le bugie verdi e l’oro nero. Sul Green proliferano i falsi miti: complotti o ingenuità? Creative Park. L’ottima esperienza di un pessimo caffè. Quanto conta il contesto nel marketing Geografia. L’immagine della Terra alla più alta definizione di sempre: 121 Megapixel 06/2012 – N. 8 06/2012 – N. 8 Il mobile pervade ogni attivita’ Carta Curious Cosmic Alien Green by Arjowiggins Creative Papers Foil e clichè by Luxoro Stampa UV by Tecnostampa Stampa a caldo by PI-EMME Serigrafia by Litover Vernice serigrafica by Marabu Italia Elaborazione immagine by Imagem

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Il n. 8 di Digitalic dedica la copertina al mondo del Mobile, che ormai pervade ogni attività dal lavoro al tempo libero

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Tecnologie e protagonisti dell’ICTwww.digitalic.it

Punto G. Le bugie verdi e l’oro nero. Sul Green proliferano i falsi miti: complotti o ingenuità?

Creative Park. L’ottima esperienza di un pessimo caffè. Quanto conta il contesto nel marketing

Geografi a. L’immagine della Terra alla più alta defi nizione di sempre:121 Megapixel

06/2

012

– N. 8

06/2012 – N. 8

Il mobilepervadeogni attivita’

Tecnologie e protagonisti dell’ICTwww.digitalic.it

Il mobilepervadeogni attivita’

Carta Curious Cosmic Alien Green byArjowiggins Creative Papers

Foil e clichè byLuxoro

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Discover fashion legend and founder of Diesel, Renzo Rosso’s approach to a blank sheet of paper. Agree. Disagree. Discuss.

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La nuova struttura del programma di canale

Nuove specializzazioni

Network & System Security

Data Protection Security

Cloud & Data Center Security

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Trend MicroGold Partner

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ED

ITO

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DIT

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IALE

Il sogno del teletrasporto – anche se non ce ne siamo accorti – si è già realizzato, solo che a

viaggiare alla velocità della luce in tutto il mondo non sono i nostri corpi, ma le nostre idee, le nostre foto, i nostri fi lmati e tutto quello che può avere una forma digitale.La macchina del teletrasporto la portiamo in tasca: è il nostro smartphone, in grado di inviare (in una frazione di secondo) la foto che abbiamo appena scattato al nostro piatto preferito fi no in Australia, dai parenti lontani, e magari a tutti con i social network.Le potenzialità di cellulari e tablet sono ampiamente sfruttate in ambito privato, ma si possono solo immaginare i risultati ottenibili a livello di business. Le aziende ancora giocano con tablet e smartphone: in pochi infatti hanno progettato veri piani per lo sviluppo di tale settore. Eppure l’Italia è al centro di questa nuova possibile economia, grazie ai suoi talenti (si tratta soprattutto di giovani). Alcune delle App rivoluzionarie che hanno attirato l’attenzione dei media internazionali sono nate dalla creatività tricolore: da “Feel Me” – l’applicazione che consente di “toccare” il proprio interlocutore attraverso il telefono – a “Ariadne GPS”, una soluzione di navigazione per non vedenti creata

I

QUI,|LÀ|E|IN|OGNI|DOVE

Francesco Marino

Direttore Responsabile Digitalic

[email protected]

da Giovanni Ciaffoni, che è stato addirittura chiamato dal Ceo di Apple, Tim Cook, sul palco della WWDC per le congratulazioni uffi ciali.L’Italia è ricca di nuove idee e il mondo mobile è un campo di sviluppo perfetto (e non perché ci siano tanti telefonini nel nostro Paese), poiché consente anche ai singoli di avere successo

internazionale, senza grandi investimenti.Certo per favorire l’economia digitale che ne deriva non bastano gli applausi, servono le infrastrutture. La banda larga oggi è come le autostrade negli anni Sessanta: senza non si può pensare a un vero sviluppo dell’economia digitale, che ha il vantaggio di basarsi (quasi esclusivamente) sulle capacità creative, innovative e realizzative delle persone. Queste tre cose in Italia non mancano di certo, il resto richiede l’impegno di tutti.

“LA BANDA LARGA OGGI E’ COME LE AUTOSTRADE NEGLI ANNI SESSANTA: SENZA NON SI PUO’ PENSARE A UN VERO SVILUPPO DELL’ECONOMIA DIGITALE”

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SOM

MAR

IO Anno 1 ‚ numero 8‚ giugno 2012www.digitalic.it

Registrazione Tribunale di Milanon. 409 del 21/07/2011ROC n. 21424 del 3/08/2011

Testata volontariamente sottoposta a certifi cazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento CSST Certifi cazione Editoria Specializzata e Tecnica per il periodo 1/10/2011-31/12/2011

Periodicità: 11 numeriTiratura media:15.250 copieDiffusione media:14.450 copieCertifi cato CSST n. 2011/2247 del 27/02/2012Società di Revisione: REFIMI

Direttore Responsabile:Francesco Marino - [email protected]

Caporedattore:Marco Lorusso - [email protected]

Responsabile di Produzione:Raffaella Navarra - [email protected]

Hanno collaborato:Alessio Ferri, Sara Fevola, Pierantonio Macola, Biagio Picardi, Francesca Pilone, Riccardo Pirana,Matteo Ranzi, Valerio Rosano,Marco Sampietro, Daniela Schicchi,Antonella Tagliabue, Elena Veronesi.

Progetto grafi co e impaginazione: Davide Spagnuolo/BluLapis s.n.c.

Pubblicità e Pubblicità Web Uffi cio Traffi co:[email protected]

Uffi cio Abbonamenti:[email protected]

Una copia euro 3,90 - Arretrato euro 7,80

Abbonamento annuale (11 numeri) Italia euro 33,00 - Estero euro 66,00

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Stampa: RDS WEBPRINTING s.r.l.via Belvedere, 42 - 20043 Arcore (MB)

Cellophanatura: NUOVA EFFEA s.r.l. v.le Lombardia, 51/53 - 20861 Brugherio Mi

MMEDIA s.r.l.via Vittorio Emanuele II, 52 - 20900 Monza (MB)tel. 039.2301393 - fax 039.2326449

Informativa ex D.Lgs 196/3 (tutela della privacy) MMedia s.r.l., Titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fi ni, i suoi dati perso-nali, liberamente conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbo-namento od acquisiti da elenchi contenenti dati personali relativi al-lo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si ap-plica l’art. 24, comma 1, lett. d del D.Lgs n. 196/03, per inviarle la rivi-sta in abbonamento od in omaggio. Potrà esercitare i diritti dell’ art. 7 del D.Lgs n. 196/03 (accesso, cancellazione, correzione, ecc.) rivol-gendosi al Responsabile del trattamento, che è il legale rappresentate di MMedia s.r.l., presso MMedia s.r.l., nella sede operativa di via Vit-torio Emanuele II, 52 - 20900 Monza (MB). Gli articoli e le fotografi e, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Tutti i diritti sono riserva-ti; nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, me-morizzata o trasmessa in nessun modo o forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso scritto dall’edito-re. L’elenco completo ed aggiornato di tutti i Responsabili del tratta-mento è disponibile presso l’Uffi cio operativo, Vittorio Emanuele II, 52 - 20900 Monza (MB). I Suoi dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli ordini, al marketing, al servizio clienti e all’amministrazio-ne e potranno essere comunicati a società esterne per la spedizione della Rivista e per l’invio di nostro materiale promozionale.

Annuncio ai sensi dell’art 2 comma 2 del “Codice di deontologia re-lativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio della attività gior-nalistica”. La società MMedia s.r.l., editore della rivista Digitalic ren-de noto al pubblico che esistono banche dati ad uso redazionale nelle quali sono raccolti dati personali . Il luogo dove è possibile esercitare i diritti previsti dal D.Lg 196/3 è l’uffi cio del responsabile del trattamen-to dei dati personali, presso la sede operativa delle segreterie reda-zionali (fax 039.2326449).

INSERZIONISTI Alias 29, 55

Arjowiggins II copAten 20Brevi 57Canon 25Computer Gross - VMware 18-19Dell 11, 27F-Secure 37Fortinet 39Imagem 79iStockphoto 83Litover 67Luxoro 17Marabu Italia 71

Panasonic 9Pi-Emme IV copSalvix 73Samsung 7Smau 59, 77Snt Technologies 35Symantec 47Systematika Distribution 45Tecnostampa III copTrend Micro inserto, 63Viscom - Reed Exhibitions Italia 69Wildix 41Zyxel 31

AVVIOPhoto 10Un tuffo nei dati

Geografi a 12La Terra a 121 Megapixel

White Paper 14Numero otto, abbiamo fatto il botto!

MERCATOStrategie 21Investire sul canale conviene

Digitalk 22Tutti verso i servizi, ma il prezzo è giusto?

Management 32E se l’IT fosse un drago?

Creative Park 42L’ottima esperienza di un pessimo caffè

Coffee Break 48La formazione

Smau Wow 50La più formidabile leva è la cultura

TECNOLOGIATendenze 51MacBook Pro e display Retina, il più bel computer mai realizzato

Digitalk 52Ovunque andrò…

DGPanic 60Non dire no!

Punto G 64Le bugie verdi e l’oro nero

Viscom 66Viscom Italia 2012, non potete mancare

WEB SOCIAL CLUBThe Marketing Side 74Il tuo mal di schiena è causato dai clienti nomofobici

SHUTDOWNBlogGuru 80Il Web nell’armadio di Irene

#FF 82Ecco Surface, la nuova sfi da

Mad4It 84Uscita di servizio…

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CA,|eCCo|il|nuovo|pArtner|progrAm

AnteC|entrA|nel|CAtAlogo|di|esprinet

«Il nuovo “CA Global Partner Program” – racconta a Digita-lic Brunello Giordano, direttore delle alleanze di CA Technolo-gies Italia – prevede una serie di benefici a supporto dei part-ner e dei loro modelli di busi-ness in continua evoluzione. Il nuovo programma sostiene le iniziative intraprese da solution provider, service provider, allian-ce partner e reseller per con-sentire ai clienti di erogare al business servizi IT di carattere innovativo. Il primo dei tre punti chiave dell’iniziativa è – innanzi-tutto – l’offerta di soluzioni end-to-end indipendenti dalla piatta-forma; si parla cioè di soluzioni di pianificazione, gestione e se-curity per ambienti eterogenei ibridi che offrono ai partner gli strumenti necessari per aiutare i clienti a gestire la crescente complessità dell’IT e applicare nuovi modelli d’erogazione. Il secondo punto chiave del nuo-vo programma – spiega ancora Giordano – è l’ incentivazione al-la crescita del business con un programma che comprende un

piano personalizzato per agevo-lare lo sviluppo di conoscenze relative alle soluzioni CA Tech-nologies. Ultima ma non ultima, – conclude Giordano – la predi-sposizione per il cloud compu-ting con lo sviluppo di soluzioni basate sull’esclusiva value pro-position di ciascun partner, ol-tre a strumenti di marketing, vendita e risorse tecniche utili a creare una filiera che permetta di accelerare il ciclo di vendita nell’area del cloud computing».

NEWS

HuAwei:|«l’itAliAAllA|guidA|dell’europA!»

Un fatturato di 32,5 miliardi di dollari, 140.000 di-pendenti, di cui il 45% impegnato in ricerca e sviluppo: Huawei, il gigante cinese delle telecomunicazioni, punta sull’Italia e sul mercato enterprise.Roberto Loiola, vice president western Europe e Ceo per l’Italia, ha inaugurato l’Enterprise roadshow di Huawei a Milano. Per il colosso cinese il nostro Paese è importan-te, tanto che ha aperto qui uno dei suoi centri di ricerca e sviluppo di competenza mondiale (proprio a Milano) e tre centri di innovazione (a Milano, Torino e Roma). «Huawei è cresciuta del 12% nel 2001 – ha detto Loiola – ed è cresciuta di più nei mercati fuori dalla Ci-na. In Italia ha raggiunto i 500 dipendenti e per fine anno supereremo i 700. Perché già oggi il nostro Pa-ese è il terzo mercato europeo per Huawei, ma stia-mo lavorando affinché diventi il primo, in breve tempo». Ora la società punta in Italia al mercato enterprise, con le soluzioni di unified communication e collaboration. Ha infatti stretto accordi con i principali distributori e sta scaldando i motori per scaricare a terra la potenza della sua ricerca e del suo sviluppo. La videocomunicazione è uno dei cavalli di battaglia. I prodotti in questa categoria vantano 200 brevetti mondiali, ma oltre al segmento Tlc, Huawei annuncerà servizi cloud.

Produrre componenti per assemblare, aggiornare, aggiungere strategico valore aggiunto ai pc e alle soluzioni IT. Questo il mestie-re di una società come la californiana Antec. Un mestiere fonda-mentale quello di Antec soprattutto per chi come Var, system inte-grator e Oem grandi e piccoli proprio dai componenti specialistici cerca il salto di qualità decisivo per sviluppare offerte e soluzioni ad alta marginalità. Per questo Esprinet ha scelto con decisione di firmare l’accordo di distribuzione proprio con Antec

Roberto Loiola, vice president

western Europe e Ceo per l’Italia di Huawei

Brunello Giordano, direttore delle alleanze di CA Technologies Italia

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PHOTO

Questo è un tuffatore – per l’esattezza un atleta olimpico – visto da una macchina. L’immagine è il risultato di una

complessa elaborazione effettuata da un computer del movimento, delle forze, delle modifiche all’ambiente generate da uno sportivo. In questa pagina osservate un fermo immagine di un progetto più ampio denominato “Forms” e realizzato per le Olimpiadi di Londra 2012 da Quayola e Memo Akten, in associazione con Nexus. L’installazione completa è in mostra al National Media Museum di Bradford. I filmati realizzati con il motion capture ed elaborati al computer svelano quanto sia complesso il movimento dell’uomo e in che modo interagisca con lo spazio circostante. Per realizzare queste sequenze sono stati creati intorno ai movimenti degli ambienti virtuali che reagiscono al passaggio del corpo umano.Al link http://vimeo.com/37954818 potete ammirare il filmato originale di “Forms”.

Q

Un|tUffonei|dati

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© 2012 Dell Inc. Tutti i diritti riservati. Dell, il logo DELL, il marchio DELL, PowerEdge e OpenManage sono marchi di Dell Inc. Nel presente documento possono essere utilizzati altri marchi e nomi commerciali in riferimento sia alle società titolari dei marchi sia ai nomi dei rispettivi prodotti. Dell non rivendica alcun diritto di proprietà su marchi e nomi depositati da terzi. Il presente documento ha scopo puramente informativo. Dell si riserva il diritto di apportare modifiche, senza preavviso, a qualsiasi prodotto descritto. Il contenuto viene fornito “così com’è”, senza garanzie espresse o implicite di alcun tipo. Intel, Intel logo, Xeon e Xeon Inside sono marchi registrati da Intel Corporation in U.S. e negli altri Paesi.

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GEOGRAFIA

Ecco l’immagine a più alta risoluzione mai scattata del nostro pianeta. Altri stupefacenti

ritratti sono il risultato di un mosaico di migliaia di foto riprese nel corso del tempo e poi assemblate.Quella realizzata dal satellite meteorologico russo Elektro-L è invece una fotografia unica, scattata alla distanza di 36.000 km dalla Terra, del tutto simile a quelle che si fanno con le comuni fotocamere… L’unica differenza

è che la sua risoluzione è di 121 Megapixel!Ogni 30 minuti il satellite fa una foto su tre lunghezze d’onda differenti: due visibili e una infrarossa; questi tre diversi scatti sono poi combinati in un’unica immagine. Proprio per la presenza dell’infrarosso la vegetazione appare arancione o rossa. Collegandovi all’indirizzo http://youtube/6twFHqJ03_k potrete ammirare il video creato con queste foto. Altre immagini si trovano invece al link http://planet--earth.ca/.

E

La|Terraa|121|MegapixeL

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© NTs OMZ

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Bisogna riconoscerlo, stavolta abbiamo davvero

esagerato. Sono sette, sono bravi e sono tutti per noi e con noi di Digitalic. E siccome creare è un’arte, possiamo davvero dire che i partner tecnici di questa nostra copertina sono veri e propri artisti. Nulla è stato lasciato al caso e stavolta persino con gli inchiostri – una componente spesso poco conosciuta ed evidente agli occhi dei più – abbiamo

Daniela Schicchi“Schicchina, tu farai la giornalista”. Così ha avuto inizio tutto, credo. 26 anni, appena laureata in una materia che non c’entrava nulla con il giornalismo, con un direttore fantastico al quale devo molto (Sergio Meda) e una totale inesperienza. Da lì sono passati 12 anni. Ho bazzicato tra testate di sport e ­ tness, gossip, digital printing, beauty, salute, sanità e un’agenzia di comunicazione per arrivare – in­ ne – al Grande Salto. Quello nella Rete e nella consulenza della libera professione. Un percorso fatto di incontri, apprendimento, curiosità, risate e parecchie arrabbiature.Ho scoperto che le parole possono essere fantastiche. Ho toccato con mano la bellezza di supporti unici e portenti della tecnologia in grado di realizzare “quasi” tutto. Ho imparato che per comunicare bisogna andare al passo con i tempi e che, per stare al passo con i tempi, bisogna rimettersi in gioco tutti i giorni.

NUMERO OTTO,ABBIAMO FATTO IL BOTTO!

B

WH

ITE

PAP

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ARJOWIGGINS CREATIVE PAPERS

Arjowiggins Creative Papers è una cartiera che opera in 82 Pa-esi con 1.300 collaboratori. Le sue carte creative, commercia-lizzate in tutto il mondo, consentono di ottenere performance eccellenti in termini di resa di stampa e non solo. Ogni linea di prodotto è disponibile in un’ampia varietà di fi niture e per infi ni-te applicazioni. Tutte le carte Arjowiggins Creative Papers sono certifi cate FSC da giugno 2008. L’azienda è costantemente impe-gnata nell’ampliamento della propria offerta di carte riciclate e collabora con clienti e fornitori, continuando a innovare l’offer-ta e il modo di operare.

www.arjowigginscreativepapers.com

LUXORO

Luxoro ha scelto la via della qualità e del-le tecnologie più innovative nel settore del-le foglie per stampare a caldo. È partner del gruppo Kurz, leader sul mercato internazio-nale. I prodotti sono divisi per settore: in-dustria grafi ca, decorazione della plasti-ca, industria del legno e del mobile, setto-re moda, nastri per trasferimento termico, codifi ca, protezione del marchio, card, bi-glietteria e macchine per la stampa a caldo.

www.luxoro.it

voluto dare il massimo. Dovete sapere, infatti, che per un risultato fantastico come questo sono i dettagli a fare la differenza. Un pantone, un retino usato bene, l’immagine rielaborata in 3D, un foil speciale, la stampa a caldo, la carta… insomma, tutto, ma proprio tutto solo per continuare a stupirvi.

Carta, moda e fantasia Altra cover, altra carta, altre emozioni. Questa volta è la Curious Cosmic da 360 grammi di Arjowiggins

Creative Papers che, nella tonalità Alien Green, ci introduce nei colori della bella stagione. La cartiera francese ama particolarmente il mondo del design, del quale è protagonista da tempo con il suo Blank Sheet Project. L’iniziativa invita ad affrontare i temi dell’innovazione e della sostenibilità, individuando nuove soluzioni creative per “lasciare il segno”, come recita la domanda alla quale i designer di tutto il mondo sono chiamati a rispondere. Terzo ambasciatore di questo

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IMAGEM

Imagem è costituita da un team di ar-chitetti, ingegneri, grafi ci, fotografi e compositori, in grado di seguire con le giuste competenze tutte le fasi di un prodotto multimediale, dalla sua idea-zione alla sua modellazione, dall’anima-zione sino alla colonna sonora originale. Grazie a questo particolare approccio multi-disciplinare, tutto il team può spaziare nelle varie aree della comu-nicazione e del marketing, garantendo risultati originali e mai convenzionali. Carlo Magrì, in particolare, architetto e musicista, si occupa da più di quin-dici anni di comunicazione, computer grafi ca, modellazione tridimensionale e

visualizzazione fotorealistica nell’ambito dell’architettura e del design. Collabora con va-rie testate giornalistiche na-zionali e con software house italiane ed internazionali per le fasi di sviluppo e testing di programmi. Insieme a Pao-la Samoggia ha dato vita nel 2007 ad Imagem srl.

www.imagem.it

progetto è Renzo Rosso, il fondatore della nota marca di abbigliamento Diesel. Nella sua videointervista – disponibile online su www.theblanksheetproject.com – Rosso spiega il signifi cato di “Be Stupid”, concept di una delle irriverenti campagne Diesel e come questo assunto sia alla base del suo successo. Orgoglio tricolore, dunque, per un portabandiera di spicco che rappresenta la bellezza e la ricchezza del design made in Italy nel mondo.

Liquid hardware!Modellato in tre dimensioni utilizzando tecniche di computer grafi ca miste, il telefono che vedete in copertina è stato studiato da Imagem (come accadde per la nostra cover numero 2). Per ricreare l’acqua è stata impiegata una tecnica defi nita Metaball, grazie alla quale il programma 3D riesce a simulare la proprietà dei fl uidi di fondere tra loro due o più particelle in modo organico in base a una tensione superfi ciale prestabilita. In questo modo è stato possibile riprodurre gli spruzzi sulla superfi cie liquida e le gocce sul telefono. L’ispirazione è stata “pilotata” dalla fantasia della redazione di Digitalic; Imagem ha poi immaginato la scena “still life” che ponesse l’enfasi sulla trasparenza e purezza dell’acqua ed esaltasse l’idea di una tecnologia immateriale.

Un colore, mille sfumatureUn solo grigio, eppure non solo uno! Tutte le sfumature

di colore dell’acqua e del grigio che vedete sono state realizzate grazie alla scelta di un unico pantone grigio che consente di poter essere retinato e quindi di andare a ottenere numerose varianti fi no ad arrivare alla completa trasparenza.Tecnostampa, che ha stampato il pantone grigio, ha poi steso uno strato di bianco che ha creato la base necessaria a poter procedere con l’ultimo passaggio, ovvero la quadricromia. In questo modo è stato possibile realizzare varianti di colore realistiche e diverse sebbene sia stato usato un solo colore.

Chiare, fresche e dolci acqueRendere l’effetto liquido che vedete in copertina è stata un’avventura fantastica. Dopo la fase di studio del soggetto è arrivato il momento di raccontarvi cosa Luxoro è riuscita a fare per rendere le onde d’acqua tanto realistiche e tridimensionali. Ciò che vedete, infatti, è frutto di una delle ultime creazioni di Kurz, casa madre tedesca dell’italiana Luxoro e azienda che avete conosciuto con il nostro numero 6. Uno straordinario effetto che è stato presentato in occasione dell’ultimo Drupa, chiusosi lo scorso maggio a Düsseldorf. Si tratta di SB Liquid, foil utilizzato sulla cover che stringete tra le mani per creare l’effetto acqua.Questa nuovissima lamina presenta morbide strutture che si distendono senza

TECNOSTAMPA

Nata nel 1978 come piccola tipografi a artigiana, Tecnostampa si è specializ-zata nella produzione di stampe ad alta defi nizione, orientando la sua attenzio-ne a tutti i materiali plastici alternati-vi alla carta. Sfruttando le potenzialità della stampa offset UV ad alta defi ni-zione, Tecnostampa è in grado di offri-re alla sua clientela una rete completa di soluzioni creative per la comunica-zione: adesivi, vetrofanie, mouse pad, tappetini rendiresto, etichette in raso, etichette bagaglio per tour operator e

molto altro ancora. L’azien-da garantisce un servizio di stampa in grado di soddisfa-re tutte le esigenze di proget-tazione, stampa, verniciatu-ra UV e confezione, dai piccoli quantitativi in su.www.tecnostampaoffsetuv.com

LITOVER

Litover offre tutte le lavorazioni acces-sorie nel campo della carta stampata. Da sempre le aziende che utilizzano il prodotto stampato hanno il desiderio di risaltare tra i numerosi concorren-ti e chiedono che il loro marchio sia unico e accattivante, riconoscibile tra mille. Da qui l’importanza della verni-ciatura in macchina, fuori macchina, a fondo pieno o con riserva e, ancora, la particolarità della plastifi cazione, delle serigrafi e lucide e opache, la ricerca-tezza della stampa a caldo, dei giochi di spessore degli sbalzi e dei rilievi o i

prodigi dei gratta e vinci, dei gratta e profuma, del glitter degli inchiostri fl uorescenti e di quelli sensibili al calore. Il tutto all’insegna della “quali-tà totale” del servizio per la massima soddisfazione del cliente.

www.litover.com

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RIS

OR

SE

www.viscomitalia.itSi è chiuso il 15° tour dei Viscom Regional 2012, gli appuntamenti itineranti che hanno portato il mondo della comunicazione visiva sul territorio romano e, per la prima volta, anche su quello triestino. Sono stati più di 650 i professionisti registrati nelle due tappe; ampio è stato il consenso degli espositori presenti che hanno apprezzato sia l’opportunità di incontrare i clienti locali sia l’occasione di creare nuovi contatti con potenziali acquirenti che di  cilmente sarebbero stati raggiunti. E ora non ci resta che attendere il mese di ottobre (dal 4 al 6) per l’appuntamento più atteso, quello milanese.

www.zundlab.comÈ online il nuovo sito Zund, un luogo di condivisione e di esplorazione delle opportunità o� erte dal taglio digitale Zund. La grande novità è l’innovativo sistema di navigazione della sezione MYCUT, un motore di ricerca costruito tutt’intorno all’utente e alle sue necessità. Così – chi ha un’esigenza di taglio e non sa quale strumento Zund usare – può cominciare a navigare, selezionando il settore, l’applicazione o il materiale richiesto. Da qui verrà indirizzato verso il prodotto Zund più adatto alla realizzazione del progetto. Chi invece conosce le soluzioni Zund, potrà scoprirne tutte le potenzialità applicative, anche quelle a cui non aveva mai pensato per intraprendere un nuovo business.

WHITE PAPER

interruzioni ed è trasparente e stampabile a caldo sia sopra che sotto la sua superfi cie. In questa versione la stampa è stata realizzato solo sotto il foil di Luxoro.

Sotto sotto… c’è un segretoCome tutte le nostre copertine anche il successo di questa è dovuto a un piccolo segreto. Un po’ misterioso, per chi non ne mastica molto di printing, ma davvero importante. Si tratta degli inchiostri utilizzati per rendere lo spessore delle gocce che vedete. Come in cucina è importante lo chef, oltre agli ingredienti, nella stampa vale la stessa regola. Ottime attrezzature, ottime macchine e ottimi ingredienti garantiscono un risultato… eccezionale.Marabu è uno dei leader del mercato in ambito ink e l’inchiostro trasparente e spessorato usato per rendere l’effetto delle gocce in rilievo è uno dei prodotti di questa azienda tedesca che, dal 2008, ha la sua divisione italiana a Locate Triulzi. Qualunque sia l’altezza che volete dare al vostro dettaglio, non sarà un problema grazie all’estrema elasticità di questo usatissimo inchiostro.

Diamo una mano di verniceEd ecco quel tocco in più per mettere a frutto gli ingredienti, come dicevamo poco fa. Si tratta dell’abilità e della tecnologia che Litover ha messo a disposizione per stampare lo strato di vernice UV serigrafi ca e spessorata.

Un telaio da 77 fi li dello spessore di 52 micron hanno permesso di far rendere al massimo gli inchiostri fi rmati Marabu. Toccate, grattate (tanto lo sappiamo che lo avete fatto, impossibile resistere…) e osservate quelle gocce che sembrano letteralmente colate sulla carta. Sembra quasi impossibile vedere un accostamento tanto azzardato come quello tra carta e acqua! Proprio per questo ancora più sorprendente.

Una copertinanobileL’effetto liquido realizzato con il foil olografi co Liquid di Luxoro ha reso il massimo grazie alla stampa a caldo

realizzata sulla testata “Digitalic” e sulla scritta “Tecnologia liquida”. La nobilitazione di PI-EMME in copertina è solo una delle tante meraviglie che questa azienda è in grado di realizzare. Se volete, guardate la quarta di copertina con la pubblicità dell’azienda: vi renderete conto di passaggi ben più complessi. Nell’ordine potete apprezzare il foil olografi co trasparente Abalone piatto sui loghi in bianco, il foil rame lucido piatto sui loghi in marrone e il foil oro lucido a caldo rilievato e microinciso per il logo grande in giallo.Il tutto completato dall’oro lucido (piatto).Non male, vero?

MARABU

Con oltre 150 anni di attività, il gruppo Marabu sviluppa e produce inchiostri di alta qualità per applicazioni grafi che e industriali. L’azienda, la cui sede cen-trale si trova in Germania, è presente in tutto il mondo con fi liali e partners di di-stribuzione. Nata nell’autunno del 2008, la fi liale italiana del gruppo – Marabu Italia – ha sede a Locate Triulzi (Milano) e opera su tutto il territorio nazionale, offrendo un portfolio di innumerevoli

prodotti e soluzioni per la stampa serigrafi ca, tampo-grafi ca e digitale, grazie al-le esclusive rappresentanze estere garantite.

www.marabu-italia.it

PI-EMME

Nata nel 1988, è in breve diventata una delle aziende leader nel settore della stampa a caldo per tutta l’Europa. Pro-prio in virtù di ciò, PI-EMME è il partner ideale di tutti coloro che, operando nel-le arti grafi che, necessitano di avere pro-dotti arricchiti e nobilitati dalla stampa a caldo. La pluriennale esperienza maturata permette a PI-EMME di offrire la massima qualità ai propri clienti, così come le nu-merose macchine presenti in azienda uni-

te alla competenza tecnica de-gli operatori, le consentono di poter soddisfare, quotidiana-mente, ogni esigenza nell’am-bito delle graphic arts.

www.pi-emme.com

Page 17: Digitalic n.8 - Tecnologia Liquida

ww

w.t

eam

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rk-e

u.it

Nuove e brillanti idee prendono forma sotto la luce delle foglie Kurz. Con Metropolis, il nuovo progetto presentato in occasione di Luxe Pack 2011 e realizzato in collaborazione con Hinderer + Mühlich, Kurz arricchisce le collezioni “Presentation Box” dedicate ai designer.La resa dei dettagli è estremamente nitida e precisa su foglie trasparenti, lucide, olografiche e perlacee: così un packaging nobilitato può diventare una metropoli alle prime luci dell’alba.Embossing, lamine per la decorazione a caldo e a freddo, effetti metallizzati lucidi e opachi, le possibilità di nobilitazione offerte da Luxoro sono infinite e creative, proprio come le idee.

www. luxoro . i tLuxoro è a Impatto Zero®. Le emissioni di CO2 generate sono state

compensate contribuendo alla creazione e tutela di foreste in crescita.Luxoro utilizza energia rinnovabilea Impatto Zero®.

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bellezza & valore

LE LUCI DELLA CITTÀ

Page 18: Digitalic n.8 - Tecnologia Liquida

Migliorare la copertura territoriale, aumentare

la capacità di sviluppare valore da parte del

proprio canale attraverso le nuove soluzioni e

certifi cazioni disponibili. VMware rilancia sul

valore e lo fa in grande stile fi rmando uno

strategico accordo di distribuzione con J.Soft,

Business Unit Software di Computer Gross

Digitalic per VMware

UNA NUOVA E STRATEGICA OPPORTUNITÀ DI BUSINESS

VMWARE-COMPUTER GROSS J.SOFT, LA VIRTUALIZZAZIONE CAMBIA PASSO

Matteo Uva, VMware channel manager

per l’Italia

David Baldinotti, responsabile della divisione software

J.Soft di Computer Gross

L’anno delle Pmi, l’anno del valore alla portata del terri-torio e di operatori di cana-le sempre meno semplici ri-venditori e sempre più solu-tion provider capaci di costru-ire e sviluppare progetti com-plessi e strategici sulle nuvole e in ambiente virtuale. Obiet-tivi ambiziosi, chiari, impor-tanti, che VMware ha da tem-po posto in cima alla propria agenda 2012. Per raggiunger-li, il colosso della virtualizza-zione ha messo in campo una strategia precisa fatta di nuo-ve soluzioni, nuove certifi ca-zioni, nuovi incentivi e che – proprio in questi mesi – sta conoscendo alcuni passaggi cruciali. Su tutti il recentissi-mo accordo di distribuzione fi rmato con J.Soft, Buiness Unit Software di Computer Gross. «La strategia di quest’anno – racconta Matteo Uva, VMware channel manager per l’Italia – porta la virtualizzazione a fare un fondamentale salto di qua-lità. Si tratta di superare la lo-gica della riduzione dei costi per abbracciare un approc-cio più maturo e a valore che permetterà ai partner di cana-le di costruire importanti op-portunità di business in que-sto avvincente cammino ver-so il cloud computing. Non solo, il mondo Smb è per noi sempre più strategico e cen-trale. Una centralità che in Ita-lia assume una connotazione peculiare vista la particolarità del tessuto economico-indu-striale nostrano. Proprio in tal senso il recente accordo di di-stribuzione fi rmato con J.Soft

rappresenta un fondamentale traguardo. J.Soft ha infatti una copertura territoriale molto precisa e profonda che ci per-mette di toccare e conoscere da vicino le imprese italiane e, soprattutto, ha la capacità di sviluppare progetti a valore aggiunto grazie a competenze concrete coltivate nel tempo». «Questa collaborazione rap-presenta per le due società coinvolte una signifi cativa op-portunità di business – con-ferma anche David Baldinot-ti, responsabile della divisio-ne software J.Soft di Computer Gross –. Attraverso l’esperien-za maturata negli anni, il forte valore aggiunto e l’affi dabili-tà riconosciuta, potremo am-pliare la nostra presenza sul territorio in termini di offerta e di conseguenza far adottare le soluzioni VMware al gran-de numero di piccole e me-die aziende presenti sul mer-cato italiano. Sono due – con-tinua Baldinotti – le principa-li direzioni verso le quali ab-biamo investito: la formazione e la demand generation per il canale. Relativamente alla for-mazione mettiamo a disposi-zione dei partner un ricco ca-lendario di seminari tecnico-commerciali “Starter e Ad-vanced” che fanno parte del percorso “Virtual Experien-ce”. Queste edizioni, tenute da nostri specialisti certifi ca-ti sulle soluzioni VMware, han-no una durata di 2 o 3 giorni e si tengono presso le nostre sedi dislocate sul territorio, in modo da permettere sessioni hands on attraverso il collega-

Page 19: Digitalic n.8 - Tecnologia Liquida

ContattiCOMPUTER GROSS ITALIA SPAVia del Pino, 150053 Empoli (FI)Empoli tel. 0571 9977Milano tel. 02 21001www.jsoft.itwww.computergross.it

ContattiVMWARE ITALIACentro Leoni, Via Spadolini, 5 20141 Milano Tel: +39 02 30412700 Fax: +39 02 30412701

Nuovi strumenti di business, nuove certifi cazioni e tecnologie, ma soprattutto un costante interesse per le relazioni e i rapporti diretti con clienti e operatori di canale. Nei giorni scorsi VMware ha confermato ancora una volta la sua attenzione per il valore nella sua declinazione più concreta e ha chiamato a raccolta clienti e partner in occasione della tappa milanese di due dei suoi più seguiti e attesi eventi: il VMware Partner Exchange on Tour e il VMware Forum 2012, entrambi andati in scena sia a Milano

sia a Roma. «In tutte e due le manifestazioni – commenta Uva – abbiamo praticamente raddoppiato le presenze rispetto allo scorso anno; un successo clamoroso che ci rende orgogliosi e ci fa capire come la virtualizzazione sia ormai pronta per un salto di qualità molto importante, che le permetterà di trasformare l’infrastruttura hardware del data center, gli end point e l’infrastruttura applicativa. Un viaggio di alto valore che ha come destinazione fi nale la rivoluzione del cloud computing».

«Il tema legato alla semplice virtualizzazione dei server è piuttosto consolidato e dibattuto – spiega Baldinotti –. I nostri partner ci stanno infatti chiedendo di accompagnarli nel percorso di adozione e diffusione dei servizi cloud e il nostro ruolo è quello di mettere a disposizione, come sempre, offerte e forme di servizi che siano un valido supporto nell’accelerare questo importante cambiamento culturale e che rappresentino una leva di business addizionale per il canale. La crescente diffusione delle soluzioni e dei servizi cloud computing da

parte del mercato ICT ci hanno spinto a fare un importante investimento tecnologico con la realizzazione di un data center proprietario nella sede di Empoli. In questa struttura si trovano prodotti e soluzioni dei principali vendor del settore, integrate con l’offerta applicativa e tecnologica dei partner che aderiscono al programma “arcIPelago.net”.Attraverso questo nuovo programma i cloud partners potranno infatti proporre offerte cloud, modulari e scalabili, in base alle esigenze dei loro clienti.

DUE APPUNTAMENTI, UN SUCCESSO DI CONTENUTI E PUBBLICO

COMPUTER GROSS-J.SOFT È GIÀ SULLE NUVOLE

mento con il nostro Democen-ter ubicato nella sede di Em-poli. Stiamo intraprendendo il percorso di certifi cazione che ci vedrà protagonisti a breve anche come VATC (VMware Authorised Training Center). Per il tema demand genera-tion ingaggiamo i partner più interessati nella promozio-ne delle soluzioni VMware of-frendo un servizio di contact center qualifi cato».

Il salto di qualità per il canale VMwareFormazione e concreti incen-tivi economici per i partner sono anche gli obiettivi su cui punta forte VMware. «Og-gi la certifi cazione sulla no-stra offerta VSphere, ovvero Infrastructure Virtualization, rappresenta la base – spiega Uva –, la barriera di ingresso per ogni partner; ma ai part-ner che a questa base aggiun-geranno una nuova certifi ca-zione e un’area di competen-ze garantiremo importanti ri-conoscimenti economici. Co-me detto, infatti, intendiamo accompagnare il canale ver-so un importante salto di qua-lità a valore. Abbiamo messo a listino altre due tipologie di certifi cazioni: Desktop Virtua-lization e Business Continui-ty. Se a quella obbligatoria si somma una di queste due, al-lora si può accedere ai van-taggi come l’Opportunity Re-gistration che offre il 10% di rebate ai rivenditori che, una volta presa la certifi cazione aggiuntiva, venderanno poi le soluzioni relative. Da gen-naio di quest’anno, all’interno del programma Advantage+, abbiamo anche introdotto la possibilità di aggiungere un ulteriore 10% di sconto a tutti i rivenditori che venderanno soluzioni a un nuovo cliente. Non solo, abbiamo da poco ri-lasciato anche le certifi cazio-ni Virtualization of business critical application (lega-ta ad applicazioni come Sap) e la Infrastructure as a Servi-ce (legata al tema del cloud).

A breve sarà disponibile pure la Infrastructure Management: si tratta di una certifi cazio-ne connessa a soluzioni che si occupano di gestire un’in-frastruttura già virtualizzata. Per fi ne anno, infi ne, è atte-sa una certifi cazione per svi-luppatori in ambito applica-tivo cloud ready. Il program-ma dunque evolve e chi vuo-le essere partner enterprise di VMware dovrà avere alme-no due di queste certifi cazio-ni. Uno sforzo che, come det-to, premiamo concretamente con uno sconto del 10% cui è possibile aggiungerne un ul-teriore 10% se i deal includo-no una terza soluzione, questa volta opzionale».

Page 20: Digitalic n.8 - Tecnologia Liquida

Soluzioni SOHO/SMB

Soluzioni enterprise

Soluzioni A/V professionali

Soluzioni energetiche ecologiche

KVM cavo a 2/4 porte

KVM Over IP

Switch video

Power Distribution Units

KVM desktop a 2/4 porte

KVM ad alta densità

Splitter video

Gestione energetica

KVM rack a 4/8/16 porte

KVM Matrix

Splitter video Cat5e

Estensori KVM

Console LCD / KVM

Switch video Matrix

Console LCD / KVM

Connettività USB

Power Distribution Unit

Estensori video

Convertitori video

Serial Over IP

Software gestionale

Soluzioni A/V professionali

Power Distribution Units

Gestione energetica

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Gestione energetica

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Diventa nostro

partner!

Page 21: Digitalic n.8 - Tecnologia Liquida

21

INVESTIRE|SUL|CANALE CONVIENE

MERCATO

La buona notizia in soldoni è la seguente: i produttori IT

che investono maggiormente sulla propria struttura di canale raggiungono un ritorno sugli investimenti maggiore rispetto a coloro che investono meno sui dealer. A portare la lieta novella sul mercato ICT ci pensa un recente studio fi rmato Forrester Research a nome di Tim Harmon. L’analista ha infatti analizzato i trend di investimento e marketing delle principali società del mercato ICT. Secondo il rapporto, i responsabili marketing del mondo IT pensano di aumentare il budget destinato all’abilitazione del canale per un buon 8,5% quest’anno, in netta crescita

Ldunque rispetto al 7% del 2011. «Il trend che continua a verifi carsi con successo a livello di ricavi – racconta Harmon – è quello che vede “buoni dollari” che seguono “buoni canali”. Un trend che sta convincendo i tech-vendor ad aumentare gli investimenti». In generale – spiega la ricerca – il peso dei partner nei ricavi dei grandi vendor (società con più di 5.000 dipendenti) supera il 60%, una percentuale che è cresciuta molto per più di un decennio e, secondo Forrester, continuerà a crescere. Non a caso, oggi, i produttori IT che hanno investito in software di Partner relationship management (Prm) sono il 31% e il 35% ha in arrivo nuovi investimenti in software Prm per quest’anno.

Non solo analisi però; Forrester si lancia anche in una serie di interessanti consigli, rivolti ai vendor IT, per rendere ancora più effi cace la spinta della loro struttura di canale. «Le certifi cazioni per i partner devono essere allargate e non solo strutturate a livello di linee prodotto – spiega la ricerca –. I partner necessitano non solo di tecnologia, ma di spunti commerciali e di business. Dunque il consiglio è quello di “mixare” con maggiore attenzione i programmi di

HP taglia 27.000 posti di lavoroSi tratta circa dell’8% dell’attuale nu-mero di dipendenti. Il Ceo di HP Meg Whitman in un video interno ha spiegato le ragioni di questa diffi cile decisione. «Abbiamo ancora molto lavoro davanti a noi per rimettere HP in carreggiata – ha affermato la Whitman – e dobbiamo com-battere contro il nostro stesso peso».

Novità in casa IomegaUna nuova guida per il team italiano di Iomega. Giacomo Mo-sca, fresco di nomina a count-ry manager per l’Italia, avrà il compito di consolidare la posi-zione dell’azienda, già tra i lea-der in materia di protezione dei dati nel mercato di riferimento.

Oki punta sulle micro-aziendeNuova gamma di prodotti dedicata da Oki System Italia alle micro-aziende. Con l’ampliata offerta di dispositivi di stampa a colori, di monocromatici a funzione singola (Sfp) e di multifunzione mono-cromatici (Mfp), Oki punta a supportare la capa-cità concorrenziale delle Pmi italiane puntando su fl essibilità, funzionalità competitive, connessione in Rete, compatibilità Pcl e stampa fronte/retro.

IN P

ILLO

LE

certifi cazione, inserendo una dose maggiore proprio di questi spunti commerciali. Inoltre – continua la studio – i produttori devono aumentare i loro investimenti in social e community market per i loro canali (blog, Twitter, ecc.) poiché favoriscono un incontro più diretto con i clienti fi nali e, ultimo ma non ultimo, il consiglio è quello di aumentare gli investimenti in soluzioni di Prm sviluppate in casa, con grande attenzione all’analisi dei fl ussi di dati sul canale e all’ascolto dell’ecosistema social».

Page 22: Digitalic n.8 - Tecnologia Liquida

22

DIGITALK

Marco Lorusso

Fin dalla sua esplosione dirompente, il sogno più affascinante

alla base del fenomeno cloud è stato quello di concepire l’informatica come l’energia elettrica. Un servizio al 100% al quale si accede, in base alle proprie specifi che esigenze, semplicemente premendo un bottone… Uno scenario futuribile che ha stuzzicato non poco la fantasia e spesso gli incubi degli operatori di canale, spaventati dall’avvento di un nuovo modello di fi liera completamente “disintermediata” in cui il cliente fi nale è collegato direttamente con l’erogatore del servizio. Il tempo e la pratica concreta ci sta però raccontando che la realtà è ben altra cosa e che, invece,

FIN ANTEPRIMA PER DIGITALIC, I

RISULTATI DI UNA RICERCA REALIZZATA DA ACHAB SU UN CAMPIONE DI

70 RIVENDITORI, CUI È STATO CHIESTO DI ILLUSTRARE I PREZZI APPLICATI

ALLA LORO OFFERTA DI SERVIZI GESTITI ALLE AZIENDE. LE RISPOSTE RACCONTANO UNA ENORME FORBICE TRA I PREZZI E UN CANALE ATTRATTO

DAL BUSINESS DEI SERVIZI GESTITI, MA ALLA RICERCA DI CONFRONTI

E RIFERIMENTI

Page 23: Digitalic n.8 - Tecnologia Liquida

23

le opportunità di business generate dal cloud – ma in generale dall’Ict come servizio – sembrano essere molte e ghiotte, anche per il canale indiretto. Da una parte infatti il cloud che con maggiore concretezza si sta affermando è quello ibrido, quello che cioè vede coesistere all’interno della stessa infrastruttura IT servizi esternalizzati sulle nuvole, nonché servizi e infrastrutture interne. Dall’altra parte, i servizi gestiti – dalla stampa ai desktop, passando per i server e i notebook – offrono ai rivenditori la possibilità di imbastire con i propri clienti non più un rapporto basato sulla fornitura di prodotti e soluzioni che rispondo a una singola esigenza, ma un rapporto a valore, relazionale, che ha una durata maggiore nel tempo e offre sempre più spunti di business e upgrade. Attraverso un simile legame infatti il dealer diventa il destinatario dello sviluppo e della gestione di una intera componente dei processi di una azienda che non ha la forza e le competenze per seguirli con risorse interne. Un atto di fi ducia molto importante che presuppone un rapporto di reciproco rispetto.Troppo fi losofi co e poco concreto come scenario? Assolutamente no e – dati alla mano – Digitalic, attraverso questo servizio, ha ora la possibilità di certifi carlo grazie alla esclusiva ricerca che un distributore, da sempre molto innovativo e attento ai più interessanti trend di mercato come Achab, ha

condotto all’interno della sua vasta squadra di rivenditori. Una ricerca ideata e pensata per capire il grado di interesse nei confronti del fenomeno dei servizi IT gestiti ma, soprattutto, per capire il livello di prezzo che a questi servizi i rivenditori applicano. Un tema strategico sul quale però i rivenditori chiamati in causa (oltre il 50% dei circa settanta contattati) hanno risposto con grande entusiasmo e, soprattutto, con grande dettaglio.

I risultati a prima vista«Il primo dato interessante – racconta Andrea Veca, Ceo di Achab – è il cospicuo numero di clienti che ha preso parte al sondaggio: circa il 50% di coloro cui l’abbiamo proposto, che approfi tto per ringraziare della partecipazione. Solitamente infatti incontriamo una certa riluttanza a parlare di prezzi. Credo che questo indichi di per sé come gli attori si muovano in un mercato ancora ignoto, in cui si è alla disperata ricerca di confronti e punti di riferimento. Tale considerazione è confermata dalla forbice incredibile tra i prezzi dei servizi: tra il più economico e il più caro c’è un fattore dieci per i client e trenta per i server. Laddove la forbice sul costo orario ha “solo” un fattore due tra il minimo e il massimo».

I risultati in dettaglioVenendo al dettaglio della ricerca, si parla in tutto di circa trenta rivenditori/Managed service provider

Qual è la tariffa mensile che applicate per la gestione di desktop/laptop?

Media 11,6 euro/mese

25

22

20

15

12

10

8

7

5

3,25

3

(Msp) rispondenti a un totale di cinque semplici domande: le prime tre sulla tipologia di servizi offerti, la quarta sulla presenza di supporto onsite nell’offerta e la quinta sulla tariffa oraria dei servizi non presenti nell’offerta Msp. Come anticipato da Andrea Veca, il primo evidente e non sottovalutabile dato è quello della quantità di risposte. Da sempre – per questioni di grande competizione, concorrenza serrata e riservatezza – i rivenditori e le aziende italiane in generale si dimostrano restie nel comunicare dati e informazioni sensibili relative in particolare ai prezzi applicati.

Desktop, server e… pochi tabletCome detto, le prime tre domande erano legate alla tariffa mensile applicata alla gestione di desktop/laptop, di server, di smartphone e tablet. Per quanto riguarda i desktop e

Qual è la tariffa mensile che applicate per la gestione di dispositivi mobili quali smartphone, tablet ecc.?

Media 6,2 euro/mese

10

8

7

5

4

3

Dei 28 MSP che hanno risposto al questionario solo 6 offrono servizi di gestione di dispositivimobili

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24

Qual è la tariffa mensile che applicate per la gestione dei server?

Media 34,3 euro/mese

100

80

60

50

45

40

34

30

25

20

18

15

10

7

43,25

laptop, il prezzo medio per i servizi di gestione offerti si aggira intorno agli 11,6 euro. Sul totale di ventotto Msp che hanno risposto,

davvero sorprendete è la variabilità e la

forbice dei prezzi. Nel “mazzo” il

gruppo più omogeneo è solo quello dei sei che offrono il servizio a una tariffa di 10 euro. Per il resto grandissima

variabilità: dai 3 euro di

due rivenditori fi no agli oltre

20 euro mensili richiesti da altri due

reseller. Una tendenza che trova una ancora più marcata e sorprendente conferma in ambito server, dove la forbice passa dai 3 euro agli 80 euro fi no ad arrivare a 100 euro mensili chiesti da un dealer. La media in questo caso comunque parla di circa 34 euro mensili, con quattro rivenditori attestati a quota 15 euro, ma anche tre rivenditori attestati a 40 euro, tre a 50 euro e altri tre a 60 euro. La prima e più corretta osservazione è che, ovviamente, dipende da come ciascuno riesce a “vestire” di valore un simile servizio e da quanto questi risultano strategici per il business di ciascun partner. Tutto vero, certo, ma la distanza tra 3 e 100 euro resta davvero notevole e racconta di un mercato molto fl uido e soprattutto

aperto all’iniziativa e alla creatività di ciascun operatore. Un discorso a parte meritano poi i tablet e gli smartphone. Un settore questo da tempo in grande espansione e oggetto di attenzione da parte di Cio e manager aziendali sulla spinta dello spinoso fenomeno della “consumerizzazione” o Byod (Bring your own device). Un fenomeno che spinge dipendenti e manager a portare all’interno dell’azienda i propri dispositivi mobili personali e a “pretendere” dall’azienda stessa la possibilità di poterli usare anche per la propria attività lavorativa con la medesima fruibilità e immediatezza che – nella vita di tutti i giorni – riescono a sperimentare grazie ai social network, alle chat e al Web 2.0… Un fenomeno importante e complesso da gestire sul quale però i rivenditori chiamati in causa sembrano ancora tiepidi. Solo sei infatti sono coloro che hanno risposto alla domanda legata al livello di tariffazione mensile applicata ai servizi di gestione di dispositivi mobili. Più contenuta in questo caso la forbice di prezzo, ma comunque

Msp che hanno risposto, davvero sorprendete

è la variabilità e la forbice dei prezzi.

Nel “mazzo” il gruppo più

dai 3 euro di due rivenditori

fi no agli oltre 20 euro mensili

richiesti da altri due reseller. Una tendenza

DIGITALK

Page 25: Digitalic n.8 - Tecnologia Liquida
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26

sensibile la varietà. Tutti i sei rivenditori/service provider infatti applicano tariffe diverse, che comunque vanno dai 3 ai 10 euro per una media di 6,2 euro al mese.

Il supporto onsiteDetto delle tariffe legate alla gestione dei prodotti e delle soluzioni, un altro capitolo importante è quello che concerne il supporto onsite, una voce su cui spesso gli operatori puntano per vestire di strategico valore aggiunto i propri progetti. Un supporto che prevede però la presenza di competenze e di personale specializzato a disposizione dei clienti. Non a caso, su questo tema, ben ventitré Msp hanno risposto che la loro offerta non include pacchetti di ore di supporto onsite. Gli altri cinque Msp hanno dato le seguenti risposte: «Lo Sla più elevato comprende

Qual è la tariffa oraria che applicate per i servizi non compresi nella vostra offerta MSP?

Media 55,9 euro/mese

79

70

6665

62

60

55

50

48

45

40

35

assistenza onsite senza limiti di ore»; «La nostra offerta comprende 4 ore all’anno di supporto onsite per ogni macchina gestita»; «Il supporto onsite è previsto solo con il servizio Platinum e limitatamente al ripristino di hardware in garanzia del produttore»; «Offriamo supporto onsite senza limiti di tempo e di interventi per la tariffa di 9,50 euro al mese per macchina»; «Il servizio Gold include 5 giornate all’anno di supporto insite, mentre il servizio Platinum include supporto onsite no-limits».Grande variabilità ma, in generale dunque, grande attenzione nel limitare gli interventi onsite e soprattutto nel legarli sempre alla fascia alta della propria offerta.

I servizi non MspUltimo ma non ultimo, il capitolo dei servizi non compresi nell’offerta Msp. Alla domanda circa il livello di prezzo per i servizi non Msp, gli operatori hanno risposto con molta meno variabilità: la media oraria mensile è di 55,9 euro, con la maggior parte dei dealer attestati tra i 50 e 60 euro e solo in un caso si scende sotto quota 40 euro e in un altro si sale sopra quota 70 euro.Un dato che testimonia quanto “pionieristico” sia il mercato Msp, in cui – a differenza dei servizi tradizionali – mancano ancora modelli solidi di riferimento e il canale si muove, di conseguenza, in maniera più fl essibile, autonoma e creativa in cerca del modello di business migliore.

DIGITALK

Page 27: Digitalic n.8 - Tecnologia Liquida

Digitalic per Dell

STRATEGIE DI SUCCESSO E VALORE

ACQUISIZIONI, SOLUZIONI, CANALE… L’ANNO DI DELL

Contatti DELL ITALIA SPA viale Piero e Alberto Pirelli, 6 20126 MilanoTel. 02 577821www.dell.it

dare vita a una intera divisione sof-tware: una mossa impensabile per Dell fi no a qualche tempo fa».

Come sta cambiando il canale Dell alla luce di queste acquisi-zioni?«Stiamo incontrando nuovi part-ner che rivendevano soluzioni SonicWall o Clerity, per esempio, ma non ci conoscevano – continua Dell’Erba –. Inoltre stiamo parlan-do con i nostri partner che ven-devano Dell ma non conoscevano SonicWall e Clerity. Si tratta di un momento denso di opportunità per tutti loro. In particolare, poi, impor-tante è la fase di analisi del canale della distribuzione. Molte di que-ste società avevano infatti una loro rete distributiva. Noi invece abbia-mo avviato dal 2010 un cammino di sviluppo di un canale distributivo di 4 realtà che, a oggi, non hanno a catalogo nessuna delle soluzioni appena acquisite. La decisione è, al momento, di lasciare le cose co-me stanno, evitando di creare con-fusione sulla rete. Dunque in que-sto momento le due reti distribu-tive sono assolutamente separate. Andremo a vedere poi, nel prose-guo di quest’anno, come procede-re per arrivare all’inizio dell’anno prossimo alla fi ne di un processo che ci permetterà di avere un ca-nale distributivo più completo e integrato possibile e soprattutto senza alcuna sovrapposizione».

Sincero, diretto, sempre aggiorna-to. Inevitabilmente, ogni intervista, ogni incontro con Adolfo Dell’Erba – Channel Director Southern Euro-pe di Dell – si trasforma sempre in un confronto serrato, utile e a tutto tondo sulle principali evidenze del mercato e i possibili scenari pre-senti e futuri. In questo caso poi, alla luce del cammino di espansio-ne e sviluppo del proprio canale di vendita e della propria offerta tecnologica (attraverso una serie di strategiche acquisizioni), senti-re la voce di Dell diventa davvero molto importante. «Il mercato è diffi cile ed è inutile nascondersi – esordisce Dell’Erba –. Come Dell abbiamo chiuso il primo trimestre ad aprile; siamo riusciti ancora a crescere grazie a un grosso impe-gno che ha proprio nella strategia di sviluppo e costruzione di un ca-nale indiretto a valore uno dei suoi motori principali».

Ma quali sono le linee guida del-la strategia di Dell in questo de-licatissimo 2012?«Ci sono alcuni fi loni principali lungo i quali stiamo articolando la nostra strategia di crescita e di acquisizione di società che com-pletano la nostra offerta – prose-gue Dell’Erba –. Uno di questi è

quello di continuare a fornire solu-zioni hardware ma in aree in forte crescita. Le acquisizioni di Com-pellent (febbraio 2011 - ndr) ed Equallogic (novembre 2007 - ndr), per esempio, ci hanno permesso di avere oggi un’offerta di alto valo-re in un’area fondamentale come quella dello storage e delle solu-zioni relative ai dati. Altrettanto im-portante però è anche il fi lone del software, dove abbiamo raggiunto due importanti obiettivi come l’ac-quisizione di Clerity, sulla parte di migrazione, protezione di dati e applicazioni (febbraio 2012 - ndr) e SonicWall, sulla parte della sicu-rezza (maggio 2012 - ndr). Si tratta di aziende che si inseriscono alla perfezione in un cammino che ci ha visto, lo scorso mese di gennaio,

Una marcia continua, costante, precisa. Dell prosegue il suo cammino ad alto tasso di valore, scandito da tappe strategiche come la recentissima acquisizione di SonicWall. Le sensazioni, gli obiettivi, il punto della situazione dalla viva voce di uno dei più potenti motori della società, Adolfo Dell’Erba, Channel Director Southern Europe di Dell

Adolfo Dell’Erba, Channel Director Southern Europe

di Dell

Collegandovi a questo QR code avrete accesso

diretto alla videointervista

completa ed esclusiva che

Adolfo Dell’Erba ha concesso a

Digitalic. Un confronto aperto, sincero e – come sempre – ricco di spunti importanti

Page 28: Digitalic n.8 - Tecnologia Liquida

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ATTUALITA’

«NIENTE|SCHERZI|AL|CANALE,NON|SIAMO|UNSERVICE|PROVIDER»

Nemmeno il tempo di alzare il sipario sull’evento mondiale che Emc dedica ogni anno al suo ecosistema di partner, che i massimi esponenti della società

avevano già messo in chiaro la strategia e gli obiettivi per i prossimi anni: cloud, Big Data, trasformazione del data center, nuove e più forti relazioni con i propri partner. Emc – che non perde tempo – vuole cavalcare al meglio questa sua stagione di grande crescita e sviluppo, sull’onda della montante domanda di storage innovativo e di valore. Uno sviluppo che, nelle parole e negli annunci scanditi a Las Vegas, passa necessariamente dal canale e dal valore che saprà esprimere sul mercato. «In pochi anni – ha spiegato il numero uno di Emc Joe Tucci – siamo diventati una società “partner friendly” che pone proprio le relazioni di valore con i rivenditori in cima ai propri obiettivi. Il cloud e i Big Data stanno cambiando il mercato e sono una grandissima opportunità per Emc e i suoi partner. Noi siamo una technology company che ha ben chiaro il suo ruolo, ovvero quello di supporto ai dealer e non di loro competitor; non siamo un service provider ma forniamo

N

Nuovi livelli di certifi cazione e nuove soluzioni riservate ai partner. Il canale come motore che traghetterà la società e i suoi clienti verso il cloud. Oltre 15.000 persone – di cui 2.800 partner di canale – e una Las Vegas vestita a festa per l’atteso Emc World 2012

Per capire a fondo lo spirito e la portata di simili annunci, a margine dell’affollatissimo key note di apertura, Digitalic ha incontrato Riccardo Di Blasio, eccellenza italiana di Emc che dopo avere ricoperto la carica di country manager per il nostro Paese è sbarcato a Boston in qualità di senior vice president Service Provider Corporation di Emc America. «Molti partner legati a nostri concorrenti stanno bussando alla nostra porta temendo che le aziende vendor a cui sono sempre stati legati si stiano sporgendo troppo in direzione del ruolo di service provider diretto. In questo senso noi siamo chiari da sempre: siamo e restiamo un azienda tecnologica che oggi aiuta i partner a costruire o fornire servizi cloud attraverso soluzioni rivoluzionarie. Un cloud che può svilupparsi bene anche in Italia – ha aggiunto Di Blasio –. In Italia c’è un canale di valore, preparato a cui non manca nulla rispetto agli altri Paesi; sarebbe invece auspicabile da parte delle istituzioni il tentativo di “sburocratizzare” e rendere più snelli i rapporti tra le aziende. I rivenditori sono un fondamentale punto di contatto con il territorio che un vendor non può servire così effi cacemente».

Joe Tucci, Ceo e timoniere di Emc

tecnologie e soluzioni che permettono di fornire, costruire e sviluppare servizi e ambienti cloud». Nello specifi co Emc ha annunciato le nuove certifi cazioni Emc Cloud Builder e Cloud Provider (all’interno del Velocity Solution Provider Program), i Cooperative Services (nuovo modello che fornisce ai partner componenti strategiche per integrare la loro offerta di servizi) e il rinnovamento pressoché totale della propria gamma tecnologica legata allo sviluppo e alla costruzione di cloud ibrido. Annunci strategici e di prodotto, che fanno seguito alle importanti novità piovute sul mercato già nelle scorse settimane: dall’infrastruttura Emc VSpex alla nuova piattaforma per i Service provider VMax. Nel dettaglio la nuova certifi cazione di Cloud Builder abilita i partner a disegnare, costruire e gestire con successo infrastrutture cloud basate su tecnologia Emc. La certifi cazione di Cloud Provider permette invece ai Velocity Solution Provider partners di disegnare, costruire, gestire e rendere operative offerte cloud con il proprio brand di servizi IT-as-a-Service basate su tecnologie Emc.

Collegandovi a questo QR code avrete accesso a un esclusivo reportage video che Digitalic ha realizzato a Las Vegas durante le intense giornate dell’Emc World. Le voci, gli obiettivi, i consigli per i partner dalla viva voce dei protagonisti di questo a� ollato evento

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La certifi cazione CSSA è tra le 10 più importanti nel mondo IT (fonte: Techrepublic) e rappresenta un requisito necessario per diventare SonicWALL Partner. Alias, unico centro di formazione autorizzato in Italia, propone su tutto il territorio nazionale corsi base e corsi di certifi cazione sulle soluzioni SonicWALL. La formazione proposta da Alias viene erogata in aula e tramite webinar online, attraverso corsi tecnici e commerciali.

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30

ATTUALITA’

WEB|E|CLOUD:IL|SALTO|IN|AVANTIDI|TECH|DATA

TIl cliente al centro di strategie e soluzioni. Tech Data Italia ha avviato i lavori della recente due giorni di Ict Trade a Ferrara, organizzata da Sirmi: ecco tutte le novità del business per il canale e i reseller

Marco Lorusso

per l’elaborazione di offerte, in grado di permettere ai rivenditori di produrre in modo rapido e veloce preventivi di qualità professionale per i clienti. Sempre in tema online, Tech Data ha anche previsto il lancio di un portale e-commerce dedicato all’offerta Apple e ai brand che commercializzano prodotti creati appositamente per essere compatibili con gli apparecchi della Mela. «Siamo da sempre attenti ai clienti che ci chiedono di utilizzare metodiche veloci e intuitive per trovare informazioni relative ai diversi settori di business – ha spiegato Cinzia Perucca, marketing director broadline & marketing communication manager di Tech Data Italia –. Con questo nuovo progetto Tech Data vuole confermare la propria attenzione verso i mercati specializzati e affi ancare il business Apple alla collection of specialists».

Nuovi modelli di businessMa nel cuore della strategia TD Innovation fi rmata Tech Data non c’è solo il Web, ma anche nuovi e importanti modelli di business. Si parte con il lancio del servizio TD Activate-Here che rende più facile offrire ai clienti i principali prodotti software. Si tratta infatti di un sistema di Electronic Software Distribution che rappresenta una grossa opportunità per i reseller, che così annullano i costi di gestione dello stock e delle spese di spedizione. Il servizio – disponibile in Italia per i software Symantec e a breve anche su altre soluzioni (all’estero è già utilizzabile per

i programmi Microsoft) – è accessibile grazie al portale Web TD Activate-here, integrato con i sistemi e-commerce Tech Data e in grado di garantire al rivenditore l’acquisto delle chiavi di attivazione del software. Tramite l’invio di una mail all’utente fi nale, alla conferma dell’ordine, si dà la possibilità infatti di scaricare il codice di attivazione del prodotto acquistato.

Il cloud in salsa italianaNon poteva infi ne mancare un cenno al cloud, tema intorno a cui molti distributori stanno tentando di costruire una effi cace e tempestiva formula di business. Non a caso Tech Data Italia ha appena annunciato l’accordo per la distribuzione del brand Netalia per i servizi di videoconferenza virtualizzata. Netalia è un’azienda italiana specializzata sui temi dello unifi ed messaging, videoconferenza e telepresenza, oltre che sulle necessarie infrastrutture in termini di networking, virtualizzazione e storage. «Siamo entusiasti, perché Netalia non è un potenziale concorrente dei nostri dealer – spiega Riccardo Nobili, enterprise networking director della divisione Azlan di Tech Data Italia –. Si tratta di un brand innovativo che consente loro di offrire ai clienti un servizio di videoconference in modalità cloud senza preoccuparsi né della onerosa gestione della piattaforma né della connettività necessaria. Di fatto il reseller affi tta semplicemente una virtual room Netalia e la usa nelle occasioni desiderate».

Marco Lorusso

Ernest Quingles Blasi, amministratore

delegatodi Tech Data Italia

Tanto per cominciare, i numeri. «Se anche in un periodo di

grande diffi coltà generale siamo riusciti comunque a crescere e a mettere a segno importanti risultati – ha esordito Ernest Quingles Blasi, amministratore delegato di Tech Data Italia – vuol dire che la strada intrapresa è quella giusta. Una strada fatta di distribuzione broadline e di una strategica “collection of specialists” che va dal video (con Maverick) alla progettazione (con Datech) al mondo enterprise (con Azlan) fi no al mobile e alla telefonia (con Brightstar)». Una strada che si arricchisce proprio in questi giorni di una serie di importantissimi annunci. Primo fra tutti il lancio della nuova piattaforma di

e-commerce per i rivenditori InTouch. Non solo, la società ha anche annunciato un nuovo strumento online esclusivo

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MA

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EM

EN

T

Marco SampietroSDA Bocconi Professor della Unit Sistemi Informativi della SDA Bocconi School of Management. Responsabile del corso Project Management nei Sistemi Informativi. Faculty Member all’MBA ed al Global Executive MBA. Professore a contratto presso l’Università Bocconi per i corsi Informatica per l’Economia, IT Management e Project Management. Cofondatore di The Base - Project Management Consultancy.

SSebbene la tecnologia informatica venga utilizzata di frequente

da molte persone, sia nel tempo libero sia per motivi di lavoro, non ha ancora smesso di avere dei connotati che potremmo defi nire magici. Molte persone, infatti, sanno utilizzare computer, tablet, smartphone ma ne ignorano completamente i meccanismi di funzionamento e i criteri progettuali. Anzi, paradossalmente, più l’IT è user friendly e meno è necessario comprenderla a fondo: ne risulta che in caso di malfunzionamento,

E SE L’IT FOSSE UN DRAGO?

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33

RIS

OR

SE

http://bit.ly/J9u9GJKaarst-Brown M.L - Robey D., More on myth, magic and metaphor: cultural insights into the management of information technology in organizations, Information Technology & People, 1999, Vol. 12, Iss: 2, pp. 192-218.

La tecnologia non è solo razionalità, per molti incarna qualcosa di magico. Uno studio etnogra� co su due grandi assicurazioni dimostra come la cultura in� uenzi l’IT. Attraverso la metafora del magico vengono generati 5 archetipi della cultura IT.

http://bit.ly/KS2KI5Stivers R., Technology as Magic. The triumph of the irrational, The Continuum Publishing Company, 2001.

Grazie al link qui presente, potrete raggiungere questo libro pubblicato su Google Books. Secondo gli autori è proprio lo stretto legame tra tecnologia e magia che ci fa apprezzare la tv, la radio e i mass media in generale.

http://bit.ly/MmUwKyBednar P.M. - Welch C., Information Technology Projects - Leaving the “Magic” to the “Wizards”, Springer, 2010.

Questo libro spiega la complessità, spesso sottovalutata, dei progetti IT. Se l’organizzazione aziendale è ine� ciente, infatti, adottare nuove tecnologie non sortirà alcun e� etto “magico”.

la manovra più diffusa è lo spegni-riaccendi e se anche ciò non funziona non resta che appellarsi alla garanzia o direttamente passare a una sostituzione. Insomma, l’aspettativa è che il nostro gadget funzioni, ma come lo faccia è avvolto dal mistero. Quello appena descritto è un tipico scenario del mondo consumer, ma anche nel mondo business le cose non sono completamente diverse: la vera differenza è che, in molte organizzazioni, per risolvere i problemi dell’IT non bisogna andare dal negoziante, ma ci si appella alla funzione “sistemi informativi”, deputata al governo della tecnologia in azienda. Ci si appella quindi a colleghi, con cui possiamo avere un rapporto maggiormente continuativo rispetto a quello normalmente imbastito con un negozio di informatica. Ma come vedono gli utenti la funzione sistemi informativi? Non parliamo del livello di soddisfazione – legato quindi a misurazioni più o meno oggettive della performance erogata dalla funzione IT – parliamo invece di come culturalmente gli utenti vedono l’IT in azienda, quindi affrontiamo un aspetto più emotivo che razionale.Questo tema è stato studiato da non molti autori negli anni e una raffi gurazione effi cace è quella che paragona l’IT a un

drago magico, quindi un tipico soggetto di racconti fantastici. Ne emergono 5 archetipi. Il primo è il drago magico sulla montagna d’oro. In questo caso la visione degli utenti è che l’IT è fondamentale per il successo dell’azienda, è un asset strategico che non può e non deve essere messo in discussione. Magari non è chiaro il legame tra IT e performance aziendali, ma è opinione comune che l’IT serva, sia il motore dell’azienda. La funzione IT ha quindi molto potere e il budget a disposizione è elevato. Il responsabile IT fa parte del board aziendale: è quindi una fi gura molto potente e infl uente sulla futura evoluzione dell’impresa. Il secondo è il drago in gabbia. In questo caso il “potere magico” dell’IT viene considerato un rischio piuttosto che un’opportunità e quindi si preferisce isolare questa parte dell’azienda di cui non si comprendono appieno i meccanismi.La funzione IT ha quindi scarso legame con la strategia aziendale e le informazioni che arrivano sono poche: insomma l’IT è una funzione di mera esecuzione, le decisioni vengono prese altrove e non è raro che molti progetti vengano bloccati senza che l’IT ne comprenda la ragione. Il terzo è il draghetto al

guinzaglio. In questo caso l’IT viene banalizzata e si confondono le abilità degli end-user, sicuramente cresciute negli ultimi anni, con la conoscenza di sistemi informatici complessi. La funzione IT viene quindi coinvolta solo per problematiche squisitamente tecniche, poiché la strategia è nelle mani degli utenti, ormai pienamente consapevoli (o almeno così pensano) delle opportunità che le tecnologie possono offrire al business. Il quarto è il drago morto. In questo caso l’IT è considerata così oscura o addirittura dannosa che si preferisce evitarla: abbondano quindi le procedure manuali a discapito dell’implementazione di un sistema informatico. Le ragioni di ciò si basano sull’impossibilità della tecnologia di replicare il pensiero umano; l’intuito è fondamentale nel business e nessun sistema basato su algoritmi può essere paragonato alle decisioni prese da un essere vivente.Il quinto e ultimo è l’amico drago. Questo punto di vista nasce dalla considerazione che ogni ruolo in azienda ha delle conoscenze informatiche complementari e con livello di approfondimento differente e solo dal consolidamento dei rapporti tra i diversi attori possono vedere la luce soluzioni informatiche utili e affi dabili. Rimane il lato magico, incomprensibile dell’IT ma vi è la fi ducia nelle persone che la governano e quindi vi è la consapevolezza che ciò che è magico o oscuro per una persona può essere scientifi co e razionale per un’altra. E voi, come la vedete l’IT in azienda?

UNA EFFICACE RAFFIGURAZIONE PARAGONA L’IT A UN DRAGO MAGICO

- TIPICO SOGGETTO DI RACCONTI FANTASTICI - DI CUI SE NE RICONOSCONO

CINQUE VARIANTI: IL DRAGO MAGICO SULLA MONTAGNA D’ORO, IL DRAGO IN

GABBIA, IL DRAGHETTO AL GUINZAGLIO, IL DRAGO MORTO E L’ AMICO DRAGO.

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ATTUALITA’

SEMPLICE|E|PROFITTEVOLE,ECCO|COME|SI|FA|IL|PROGRAMMA|DI|CANALE

Semplicità e utilità. L’attività sul canale indiretto di Trend Micro si basa su pilastri solidi, concreti. «Per dare nuova forma al

programma per i partner – ha spiegato Ottaviano De Cicco, channel sales director di Trend Micro – abbiamo innanzitutto ascoltato, dando voce ai nostri rivenditori, ai dealer e ai system integrator, per capire di che cosa, davvero, avevano bisogno».Quello che è emerso è l’esigenza di una maggiore semplicità, di strumenti effi caci che generino superiore profi ttabilità e di un riconoscimento delle specializzazioni di ciascuna realtà.«Abbiamo quindi disegnato un programma lineare con quattro livelli (bronze, silver, gold e platinum) e cinque specializzazioni suddivise per aree tecnologiche. Per ogni specializzazione esistono tre livelli di

SAscoltare i rivenditori e premiare quelli pro-attivi. Trend Micro punta sulla concretezza per supportareil canale indiretto

Francesco Marino

Oltre a proteggerli, i lead vanno generati. Una parte im-portante dell’attività di Trend Micro per il canale è pro-prio quella di far nascere opportunità di vendita per i partner. È un’attività sempre più signifi cativa, che viene svolta sia attraverso i major account che seguono – con i partner di alto livello – i clienti più importanti, sia attra-verso il team marketing, guidato da Carla Targa. «Sono molte le attività che il marketing di Trend Micro realizza per supportare il canale e generare lead – ha spigato Carla Targa, responsabile marketing di Trend Micro –. Dagli eventi focalizzati in cui emergono le esigenze dei clienti alle fi ere, ai convegni fi no alle azioni di comunica-zione dell’attività dei partner che generano nuove richie-ste di approfondimento da parte delle aziende. Così come chiediamo ai rivenditori di essere pro-attivi, noi lo siamo per primi andando a incontrare sul territorio le imprese per capirne i bisogni e trasferire questa conoscenza – e i lead che ne derivano – al nostro canale».

GENERAZIONE|DI|LEAD

Ascoltare i rivenditori

Ottaviano De Cicco, channel sales director di Trend Micro

formazione: i primi due si svolgono online, il terzo in aula», ha aggiunto De Cicco. Le aree di specializzazione sono: Network & System Security, Data Protection Security, Cloud & Data Center Security, Endpoint

& Mobility Security e Small Business Security. Proprio la specializzazione Smb è particolarmente importante, soprattutto in Italia, perché è un mercato molto signifi cativo; inoltre altri programmi di canale non prevedono una focalizzazione particolare, che invece Trend Micro offre. Un altro aspetto fondamentale è la cura nella gestione dei lead. «Abbiamo un sistema di lead registration – ha spiegato De Cicco – che non solo tutela il partner quando inserisce le opportunità di vendita (vengono protette per sei mesi), ma gli offre anche superiori marginalità». Tutte le attività sul canale, poi, sono guidate dalla scelta di premiare i rivenditori pro-attivi. «Il mondo – ha concluso De Cicco – è cambiato; non si possono più seguire i modelli di vendita del passato. L’iper-competitività del segmento sicurezza rende indispensabile l’azione, il dinamismo e noi vogliamo premiare coloro che si dimostrano capaci di interpretare questo tempo e agiscono di conseguenza: tali soggetti devono essere propositivi e, oltre a trasferire al mercato i nostri prodotti, devono trasmettere la nostra visione».

Carla Targa, responsabile

marketing di Trend Micro

Page 35: Digitalic n.8 - Tecnologia Liquida

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Semplice, effi cace, innovativa. Le re-gole della comunicazione sono in continua evoluzione ma, mai come di questi tempi, gli operatori di canale si trovano di fronte alla stringente neces-sità di ricevere da vendor – e soprat-tutto distributori – messaggi chiave, in tempo reale e di immediata compren-sione per poi catapultarsi sul mercato e cogliere le più importanti opportu-nità a valore. Una sfi da complessa, ma soprattutto un’esigenza stringente alla quale SNT Technologies – che pro-prio sul valore aggiunto, dal 1995, ha costruito il suo Dna e il suo approccio al canale – ha deciso di rispondere con un’iniziativa molto innovativa. «Comunicare con i partner è sempre più complesso – racconta Lorenzo De Pietri, direttore marketing di SNT Technologies –. Il tempo per docu-mentarsi e formarsi è sempre di meno e i messaggi che arrivano da vendor e distributori devono essere ben cali-brati e soprattutto effi caci. Per questo abbiamo deciso di lanciare una Web tv, la SNTV online, interamente dedi-cata alla comunicazione diretta con i nostri rivenditori. Un canale Web frui-bile, agile e diretto attraverso il quale cercheremo di aiutare i dealer che, da una parte devono necessariamente compiere un esame costante sul listi-no e sulle promozioni Fujitsu, dall’altra sono obbligati a tenersi aggiornati su tutto ciò che di importante accade nel mondo IT. Si tratta di uno strumento nuovo che abbiamo fortemente volu-to – continua De Pietri – proprio per riuscire a comunicare grandi concetti e di elevato valore in poco tempo». La Web tv ovviamente non è una novità in senso assoluto, ma SNT vuole farne un uso molto preciso e innovativo.

Lorenzo De Pietri, direttore marketing

di SNT Technologies

Veloce, semplice, utile. SNT Technologies, distributore IT a valore attivo dal 1995, in collaborazione con Digitalic, lancia un nuovo strumento di comunicazione diretta e innovativa con i propri partner. Una Web tv che aiuterà i rivenditori ad aggiornarsi in tempo reale sulle più interessanti novità e strategie fi rmate Fujitsu Technology Solutions, del quale SNT è il principale distributore in Italia. Uno strumento di comunicazione studiato e pensato per aiutare i l canale ad affrontare e cogliere le più interessanti opportunità a valore che il mercato possa offrire

«È vero che si tratta di uno strumento ormai diffuso – conferma De Pietri –. Qualcuno usa il Web e i video per invitare giustamente i partner a partecipare a eventi, per esempio; noi però cerchiamo un salto di qualità fatto di immediatezza e velocità. Vogliamo aiutare il partner a usare bene il suo tempo che, in questa fase, per gran parte deve necessariamente essere dedicato alla vendita. Non punteremo ovviamente solo sul listi-no Fujitsu, ma anche su altri prodotti e soluzioni».Aggiornamenti dei listini dunque, ma anche appro-fondimenti. «Certo – conclude De Pietri – ogni mese andrà in onda una trasmissione rapida e accattivante che avrà il compito di raccontare in poco tempo i più interessanti aggiornamenti previsti dal listino Fujitsu. Un listino che non solo leggeremo, ma interpreteremo e dal quale estrapoleremo le novità più utili e interes-santi per il business. Poi, nel corso dell’anno, propor-remo al canale – in anteprima – una serie di trasmis-sioni di approfondimento dedicate alle più innovative soluzioni in arrivo sul mercato. Partiremo, per esempio, con il nuovissimo ultrabook Fujitsu LifeBook U772, del quale racconteremo ogni dettaglio e sul quale fornire-mo i più interessanti spunti di vendita». Rivedremo presto sul Web SNT Technologies e… sul-le pagine di Digitalic che, d’ora in avanti, ogni mese aggiorneranno i lettori sulle più interessanti novità trasmesse dalla SNTV online e forniranno un accesso diretto al suo nuovissimo canale televisivo attraverso gli ormai classici QR code dedicati, come quello che trovate qui sotto.

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ATTUALITA’

PIÙ|VICINI|AL|CANALE,|PIÙ|VICINIAL|BUSINESS:|FUJITSU|RILANCIA

Il maggio che ci siamo appena lasciati alle spalle, per Fujitsu

Italia, è stato un mese molto importante e destinato a lasciare il segno. Nel corso degli attesi giorni di “ICT Trade”, storica manifestazione organizzata da Sirmi a Ferrara, ha fatto il suo debutto uffi ciale in pubblico Federico Francini, nominato nuovo amministratore

I

Strategica attenzione sul mercato italiano attraverso un supporto più

profondo e costante per i partner di canale e un nuovo channel

sales director: il 2012 del colosso IT rappresenta un anno di grande svolta nel nostro Paese

Marco Lorusso

Strategica attenzione sul mercato italiano attraverso un supporto più

profondo e costante per i partner di canale e un nuovo channel

sales director: il 2012 del colosso IT rappresenta un anno di grande svolta nel nostro Paese

Marco Lorusso

delegato della fi liale italiana di Fujitsu Technology Solutions nella seconda parte dello scorso anno. Un debutto che è coinciso con l’annuncio di una rinnovata e strategica attenzione per il canale indiretto. Non solo, a pochi giorni di distanza – come conseguenza di un simile annuncio –, è arrivata anche la fondamentale nomina di Emanuele Baldi alla carica di channel sales director di Fujitsu Technology Solutions. Un manager di grande esperienza che, dopo l’importante parentesi nel mondo a valore di un distributore come Ingram Micro, è tornato dunque alle origini (Intel su tutte), rientrando nelle fi le di un vendor di grande prestigio sul mercato. «Il canale per Fujitsu riveste un’importanza cruciale, perché ci consente di massimizzare e indirizzare in

supporto congiunto presso importanti clienti, aspetto sul quale ci concentreremo molto. Rilanceremo anche i percorsi di training. Il nostro programma di canale Select Partner Program, infatti, si propone tra le varie attività di incrementare lo skill dei Partner Select e i Select Expert su nuove tematiche di business. Per quanto riguarda poi i rivenditori di dimensioni più contenute abbiamo inoltre deciso di avvalerci di una nuova organizzazione di teleselling integrata, grazie alla nuova struttura interna “Fujitsu for you”, centralizzata a Berlino e a Barcellona, ma in grado di coprire tutto il territorio europeo e di supportare in maniera effi cace le singole organizzazioni territoriali». In generale comunque la nuova organizzazione e attenzione che Fujitsu ha deciso di dedicare al canale indiretto, ha spiegato Francini nel corso di “ICT Trade”, «è fi nalizzata a una maggiore focalizzazione in merito ad alcuni mercati specifi ci su cui ci concentreremo con una qualifi cata presenza commerciale, per far conoscere tutta l’offerta di Fujitsu, dai tablet agli ultrabook, fi no ai sistemi mission critical e Hpc». «I settori “Telco, Media, Utilities e Manifatturiero” – conclude Francini – sono segmenti su cui Fujitsu ha deciso di porre la sua attenzione e su cui crede potranno esserci ottime opportunità di crescita nei prossimi anni, supportando i partner più attivi su tali mercati, capaci di aggiungere valore alla nostra offerta di fascia alta oltre a quella di volume».

modo capillare sul territorio il valore delle nostre soluzioni, lavorando in sinergia con partner e clienti fi nali – ha dichiarato Federico Francini –. La nomina di Baldi ha l’obiettivo di rafforzare questo importante aspetto del business di Fujitsu. A livello di numeri – ha aggiunto il manager – il 50% del business di Fujitsu Italia è realizzato tramite il canale indiretto. Di questa fetta, il 70% (pari al 35% del business totale di Fujitsu Italia) è sviluppato da clienti totalmente delegati ai nostri partner, mentre il restante 30% è gestito sempre dal canale indiretto, ma su top client seguiti anche da noi in prima persona. Proprio a questo riguardo puntiamo a rafforzare ai massimi livelli la sinergia con i nostri partner, garantendo loro tutti gli strumenti necessari per una solida crescita, come il

Federico Francini, amministratore delegato di Fujitsu Technology Solutions

Page 37: Digitalic n.8 - Tecnologia Liquida

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Page 38: Digitalic n.8 - Tecnologia Liquida

38

ATTUALITA’

M

Nuova sede e rinnovata attenzione per i clienti, per il canale e per il valore. A tu per tu con Emanuel Arnaboldi, regional manager Var Sales per Italia, Spagna e Portogallo di Autodesk

In esclusiva per Digitalic, Emanuel Arnaboldi racconta le ultime novità del programma di canale � rmato Autodesk e il caso di eccellenza di uno storico Var italiano. Il DGReport è disponibile collegandosi a questo pratico QR code

Milano, via Tortona 37. Il cuore della tendenza, del design e della creatività made in Italy. Un luogo magico che, non a caso, è stato scelto da Autodesk per

ospitare la sua nuova e avveniristica sede. Due piani frutto del lavoro di Matteo Thun & Partners per la progettazione del fabbricato e Gorini & Stranjia nell’interior design. Il tutto in un complesso a basso impatto ambientale ed elevata effi cienza energetica. Nuova sede, dunque, nuove progettualità ma anche nuova e crescente attenzione per la centralità degli utenti e per il valore che i partner di canale devono essere in grado di sviluppare concretamente. «Il 1° febbraio – spiega Emanuel Arnaboldi, regional manager

Var Sales per Italia, Spagna e Portogallo di Autodesk – abbiamo lanciato il nostro fi scal year 2013. In questa fase i nostri partner, ai quali abbiamo recentemente presentato il nuovo frame work di canale, ci chiedono dove sono le principali opportunità di business che hanno l’occasione di cogliere insieme a noi. La risposta è chiara, semplice, ma fondamentale: la maggiore opportunità oggi è data dal cliente che ha cambiato radicalmente il suo modo di progettare e che, di conseguenza, chiede maggiore supporto, servizi più fl essibili e interazione con il cloud. Il mondo, che una volta vedeva il pc come suo cuore pulsante, è cambiato. Ora al centro ci sono gli utenti che chiedono di poter lavorare, creare e progettare ovunque, comunque e attraverso qualsiasi tipo di dispositivo. Autodesk si sta muovendo nell’ambito tecnologico proprio nel senso della fl essibilità, dell’interoperabilità e della fruizione via cloud di parte delle proprie soluzioni. Vanno infatti in questa direzione le nostre innovative suite e i servizi cloud recentemente annunciati. Servizi, come quello di rendering sul cloud, che hanno registrato un successo clamoroso, con milioni di accessi e progetti

già sviluppati sulle nuvole». «Per quanto riguarda poi la strategia di canale – ha poi aggiunto Arnaboldi – la nostra risposta, come detto, si è concretizzata sul nuovo framework di canale che permette ai reseller certifi cati di vendere tutte le categorie di prodotto Autodesk, in modo da favorire la possibilità di allestire offerte integrate e cross su vari settori e target. Un altro esempio lampante del valore che oggi il nostro canale può e deve essere in grado di esprimere è il nuovo livello Platinum, inserito nel nostro programma di partnership. Un livello d’élite aperto a pochi rivenditori in Europa: 4 in tutto». Nello specifi co, il Platinum Tier identifi ca i partner che sono in grado di garantire ai loro clienti i più alti livelli di servizio. I reseller di Autodesk raggiungono lo status di Platinum Tier solo dopo aver dimostrato di possedere una profonda conoscenza dell’industria di appartenenza, di aver effettuato training e programmi di certifi cazione rigorosi e di aver soddisfatto i più alti requisiti di Customer Satisfaction. «In questo ristretto gruppo d’élite di canale – ha poi aggiunto Arnaboldi – siamo orgogliosi di annunciare che fi gura una società rigorosamente italiana come Negroni Key Engineering». Si tratta di una realtà con oltre 20 anni di esperienza nella progettazione Cad, Cam, Cae, che può contare su uno staff di 40 addetti e rappresenta il primo Manufacturing Partner di Autodesk nel sud Europa.

LA|NUOVA|CASADI|AUTODESK

Emanuel Arnaboldi, regional manager

Var Sales per Italia, Spagna e Portogallo

di Autodesk

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Mentre la comunità mondia-le celebra l’IPv6 LaunchDay, Fortinet ha annunciato che lo chassis Fortinet FortiGate-5140B, dotato di blade FortiGa-te-5101C, ha raggiunto una ve-locità di 536 Gbps in presenza di un mix di traffi co applicativo e attacchi alla sicurezza duran-te un test IPv6 condotto da Bre-akingPointFireStorm CTS. Operatori di telecomunicazio-ni, provider di servizi e impre-se con esigenze di prestazioni elevate che hanno implemen-tato un’infrastruttura IPv6 pos-sono contare su Fortinet per proteggere la rete e mantene-re le performance per loro in-dispensabili.«L’IPv6 LaunchDay rappresen-ta una pietra miliare nella tran-sizione da IPv4 a IPv6, mentre molti provider di contenuti e alcuni dei network più grandi al mondo rendono defi nitiva-mente IPv6-compatibili le loro reti», ha dichiarato Patrick Be-dwell, vice president product marketing di Fortinet. «Que-sto signifi ca – afferma ancora Bedwell – che i contenuti e i servizi su cui aziende e utenti fanno affi damento ogni giorno saranno forniti tramite IPv6».

Fondamentale la capacità di ispezionare il traffi co IPv4 e IPv6Una delle problematiche che le reti devono affrontare du-rante la migrazione a IPv6 è l’incapacità degli strumenti di sicurezza di rete esistenti di rilevare le minacce all’interno del traffi co IPv6. Ciò è dovuto al fatto che i fi rewall legacy non implementano un approc-

Digitalic per Fortinet

RETI & SICUREZZA

IPV6 WORLD LAUNCHDAY:FORTINET ANNUNCIA LA PROTEZIONE A OLTRE 500 GBPS

nanziaria, ha dimostrato una velocità di 536 Gbps per i pacchetti di grandi dimensio-ni (1.518 byte) e di 532 Gbps per i pacchetti di piccole di-mensioni (64 byte).

• Traffi co TCP stateful: presente nei tipici ambienti enterprise, ha dimostrato una velocità di 503 Gbps per HTTP e di 514 Gbps per traffi co applicativo realeche comprendente Fa-cebook, ZyngaFarmville, Pan-dora radio, AOL InstantMes-senger, Microsoft Outlook e altri. FortiGate-5140B è stato inoltre in grado di elaborare oltre 1,4 milioni di connessio-ni al secondo.

Prestazioni ineguagliate tramite l’accelerazione hardwareIl blade FortiGate-5101C rag-giunge prestazioni eccezionali grazie all’uso dei processori personalizzati FortiASIC basati su una piattaforma tecnologi-ca progettata da Fortinet oltre 10 anni fa. I processori FortiA-SIC forniscono l’accelerazione delle prestazioni basata su har-dware necessaria per offrire il throughput IPv6 più elevato di qualsiasi fi rewall attualmente sul mercato.

cio “dualstack”, secondo cui un fi rewall esegue contempo-raneamente un doppio stack di protocolli IPv4 e IPv6, per consentire l’ispezione e appli-care le policy indipendente-mente dal protocollo utilizzato. Al contrario, il supporto limi-tato per IPv6 offerto da que-sti strumenti legacy implica che inoltrino semplicemente il traffi co IPv6 a destinazione, consentendo alle minacce na-scoste di passare inosservate.I dispositivi FortiGate utilizzano un approccio dual stack e for-niscono le stesse tecnologie di sicurezza di rete in IPv4 come in IPv6, eliminando quindi i po-tenziali gap nel sistema di pro-tezione causati dal traffi co IPv6.La compatibilità della tecnolo-gia IPv6 di Fortinet ha ricevuto la certifi cazione JITC del DoD (US Department of Defense) dal 2008 e ha ottenuto la con-formità “IPv6 Ready Phase-2”.

Risultati dei benchmark FortiGate-5140B è stato sotto-posto a diversi test prestazio-nali standard di settore utiliz-zando traffi co IPv6.Highlights:• Traffi co UDP stateless: pre-

sente in ambienti di strea-ming e di contrattazione fi -

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VAR|GROUP:|7|COMUNITÀPER|LA|TECNOLOGIA

F-SECURE|FIRMA|CON|ALIAS, «SICUREZZA,|PURCHÉ|DI|VALORE…»

Vedere il mercato per comunità, non solo per segmen-ti. Var Group nella

sua convention annuale lancia My Var, una nuova modalità di suddividere l’offerta, di guarda-re al mercato, di guardare ai clienti. «Siamo da sempre stati convin-ti – afferma Giovanni Moriani, Ceo di Var Group – che l’offer-

Nel segno del valore e della volontà ferrea di allargare il canale a nuovi strategici partner specializzati. F-Secure ha siglato un accordo con

Alias, distributore a valore aggiunto di soluzioni tecnologiche specializzato in sicurezza, networ-king dati e comunicazioni avanzate, che offre una vasta gamma di prodotti e servizi a un’am-pia rete di rivenditori, system integrator e ser-vice provider in tutta Italia. L’accordo prevede

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N

Dal distretto industriale alla community: ecco come cambia l’approccio al mercato nell’era dei social Francesco Marino

così 7 brand, 7 comunità di of-ferta che si rivolgono alle comu-nità reali: My Italian Style, My collaboration, My media peo-ple, My cloud network, My solu-tion value, My engineering e My App store.«Non cambia il nostro modo di produrre, non cambia il nostro organigramma – ha spiegato Moriani –. Abbiamo aggiunto un nuovo livello all’offerta che rispecchia la nuova organizza-zione dell’attività lavorativa del-le aziende e delle persone». Per capire meglio la nuova fi loso-fi a di Var Group c’è anche una App, My Var, disponibile per iOs e Android.

nizzano la propria vita in base alle comunità di cui fanno par-te. Molti di questi gruppi ruota-no intorno a interessi persona-li, ma tanti riguardano il lavoro. Fioriscono le community dei re-sponsabili del personale oppure della produzione del marketing. Certo non si tratta di una par-tecipazione uniforme: è diffe-renziata per età, attività, attitu-dini. Ma certamente è un feno-meno già molto signifi cativo».Var Group ha deciso quindi di sovrapporre alle modalità tradi-zionali di produzione di soluzio-ni e servizi per il mercato ver-ticale un nuovo disegno dell’of-ferta, per community. Nascono

ATTUALITA’

se saranno proposti in modalità security as a service, garantendo semplicità, effi cienza e sicu-rezza. In questo scenario, i rivenditori avranno un ruolo centrale nella distribuzione dei servizi locali alle aziende. Inoltre, la stessa gamma di prodotti sarà offerta al mercato attraverso il modello tradizionale che prevede l’acquisto della licenza. «Siamo soddisfatti di collaborare con un fornitore di tecnologia a valore aggiunto come Alias – dichiara Michele Caldara, sales mana-ger channel business di F-Secure –. Siamo sicuri che questo accordo permetterà ai rivenditori di offrire le più recenti e innovative soluzioni in am-bito sicurezza».«Grazie all’accordo con F-Secure, Alias incre-menterà la propria offerta di prodotti di sicurez-za sia per il canale dei rivenditori e Var sia per gli Internet Service Provider – commenta Stefa-no Cucit, responsabile business development di Alias –. Con F-Secure saremo in grado di forni-re prodotti di sicurezza comprendenti funziona-lità di prevenzione delle intrusioni, antispam e antispyware, parental control e protezione dei dispositivi mobili, facendo della tempestività di reazione il nostro punto di forza».

Da tempo impegnata ad “aumentare i giri” delle competenze del proprio canale indiretto, F-Secure continua la sua marcia siglando un accordo con Alias, nome di riferimento nella distribuzione a valore

la distribuzione delle soluzioni F-Secure per il mondo consu-mer e per le aziende. I prodotti e i servizi indirizzati alle impre-

nizzano la propria vita in base

ta tecnologica deve seguire l’or-ganizzazione dell’economia rea-le. L’Italia è organizzata per di-stretti industriali e noi ci siamo sempre strutturati per essere speculari a questa struttura: siamo un distretto industriale virtuale. Ma oggi ai distretti si sovrappongo le attività social. Le persone sviluppano infat-ti autonomamente molte attivi-tà sui social network e riorga-

Stefano Cucit, responsabile business development di Alias

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Wildix è un'azienda multinazionale che opera nel settore delle telecomunicazioni ed è specializzata in prodotti Voice Over IP (VoIP).

Produce e sviluppa soluzioni di comunicazione integrata, le cui massime potenzialità vengono espresse dalla Comunicazione Unificata.

Wildix offre soluzioni che incrementano la produttività del lavoro nelle imprese.

La Comunicazione Unificata è un efficace strumento di marketing, lavora in quello spazio che separa il cliente dall’azienda o un operatore da un collega; la sua efficienza accorcia i tempi e riduce le distanze, migliorando i servizi e l'immagine della propria attività.

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Il caffè più cattivo che abbia mai bevuto l’ho trovato da

Starbucks. Una tazzona immensa riempita fi no all’orlo di un liquido marroncino che dell’aroma del nettare scuro aveva ben poco. Ricordo con chiarezza il sapore indistinto dell’intruglio, la lunga fi la per accaparrarsi il bicchierone, lo stecchino di legno con il quale imbrattarsi le dita cercando di girare lo zucchero. Per un’amante del caffè è stato un pessimo esperimento; per una studiosa di design è stata un’avventura ricca di spunti e suggestioni. Perché quando si entra da Starbucks il caffè è soltanto uno dei tanti desideri che si vuole esaudire. Quello che la gente realmente cerca è un’esperienza.

Frappuccino e divanoStarbucks è presente in 58 Paesi, con 19.435 caffetterie in tutto il mondo, di cui 12.781 soltanto nella madrepatria. Il suo logo (una sirena stilizzata a due code di colore verde) è riconosciuto come il simbolo di un mondo giovane e dinamico, per lo più cittadino e cosmopolita, che nella catena statunitense ha trovato il luogo ideale di

IElena VeronesiLaureata in comunicazione d’impresa, è consulente di comunicazione visiva e direttore creativo della Creative Park Srl. Lavora nel settore comunicativo da oltre 10 anni e nella sua carriera ha collaborato con numerose agenzie pubblicitarie in tutta Italia. Da alcuni anni, al ruolo di consulente aziendale ha a� ancato quello di formatrice, tenendo corsi sul marketing e la comunicazione visiva presso enti e aziende. È relatrice Smau, dove tiene workshop dedicati al Web design e alla comunicazione e� cace e cura un blog nel quale parla di creatività, design e visual communication: www.elenaveronesi.com.

L’OTTIMA ESPERIENZA DI UN PESSIMO CAFFÈ

aggregazione. Tutto questo non si deve soltanto a una serie di prodotti ben collaudati e a un ottimo branding, ma anche all’attenta cura che Starbucks mette nel design del punto vendita. Dalla forma delle tazze alla disposizione e decorazione degli arredamenti, tutti i dettagli sono curati nei minimi particolari. «Ogni caffetteria Starbucks è attentamente disegnata con l’obiettivo di enfatizzare la qualità di ogni cosa che il cliente vede, tocca, ascolta, respira o gusta – afferma il Ceo Howard Schultz. Tutti i

messaggi sensoriali devono fare appello agli stessi alti standard. Il design, la musica, gli aromi, le superfi ci devono comunicare lo stesso messaggio subliminale […]: qui tutto è best-of-class».

L’acquisto inizia dal contestoIl design del punto vendita infl uenza profondamente il modo in cui i potenziali clienti percepiscono la qualità della merce esposta. Numerosi studi condotti nell’ambito dello store-image hanno evidenziato quanti e quali siano i fattori che concorrono

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RIS

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SE

http://tinyurl.com/cyzhjbcIl sodalizio tra Peter Bohlin, famoso architetto americano, e Steve Jobs, il compianto genio di Apple, ha dato vita agli esempi più belli di architettura del punto vendita, illustrati nell’interessante articolo di James B. Stewart.

http://tinyurl.com/7a66ov6Ristoranti, bar e ca� etterie sono luoghi dove il design sperimenta nuove forme e strategie. Capirne le dinamiche ci permette di individuare i migliori trends e le soluzioni più e� caci. Il libro 1.000 Restaurant Bar & Café Graphics o� re innumerevoli spunti da cui partire.

http://www.hotelfox.dk/Una struttura che è una vera e propria esperienza creativa: il Fox Hotel di Copenhagen è infatti la meta ideale per una vacanza nel segno della graphic-design.

alla costruzione mentale dell’immagine del negozio. Le luci basse e soffuse, ad esempio, vengono recepite come un segno di alta qualità e raffi natezza; al contrario, un’illuminazione forte e diretta viene più facilmente ricondotta a negozi-discount o comunque allo stile “grande magazzino”. Altro dettaglio da non trascurare è lo “sfondo” sonoro: gli store che trasmettono una musica d’ambiente pacata e rilassante vengono valutati più positivamente rispetto a quelli dove la colonna sonora è caratterizzata da toni alti e musiche da top-ten. Anche l’uso di materiali pregiati quali il legno, la pietra o una carta da parati, la presenza di tinte pastello o di tonalità particolari come il nero e l’oro, e un’organizzazione spaziale libera e aperta sono aspetti che il potenziale cliente interpreta come caratteristiche di uno store di alta qualità. E tale percezione viene estesa anche alle merci vendute.

Dal caffè alla fruttaIl design del punto vendita è una leva di marketing che anche altri brand hanno abbracciato. Primo fra tutti Apple, che con i suoi store offre ai clienti un’esperienza unica. In tal senso, emblematica è l’affermazione di James B. Stewart nel suo articolo su nytimes.com: «In ogni senso, l’architettura del punto vendita è semplicemente la scatola più grande nella quale Apple confeziona i suoi prodotti». L’uso massiccio di strutture in vetro sta diventando la fi rma di ogni Apple Store, che in questo modo appare riconoscibile e sempre coerente. Per molti clienti i punti vendita della Mela morsicata appaiono più simili a musei da contemplare che negozi da fruire. Nei loro spazi tutto appare mistico e meraviglioso, coinvolgendo lo spettatore-acquirente in un’esperienza a 360°. La presenza del vetro elimina le barriere e abbatte le classiche limitazioni che potrebbero impedire la visuale globale dello store; la presenza delle scale, spesso rese minimali proprio dal vetro, suggerisce un senso di “crescendo”, di ingresso in un luogo speciale ed esclusivo; l’esposizione dei prodotti permette agli utenti di goderli appieno, quasi fossero oggetti di culto.

Il design al servizio di un paninoQuello che un tempo era un luogo dove consumare di fretta un hamburger ipercalorico, vuole ora diventare un punto di ritrovo, di relax e di condivisione. Anche McDonald’s sta

intraprendendo la strada del restyling, con l’obiettivo di rinnovare i suoi 13.000 punti vendita in USA alla media di 1.000 all’anno. Si presume che il 75% di questi saranno completati entro la fi ne del 2015.I nuovi fast food saranno più luminosi, colorati, confortevoli e innovativi, come sottolinea Francesco Cordua, direttore della U.S. Retail Experience: «Vogliamo che i nostri clienti – siano essi famiglie con bambini o business man che desiderano un luogo per un incontro informale – si sentano liberi di prendersi una pausa, fare due chiacchiere, guardare la televisione oppure utilizzare la connessione Wi-Fi. Vogliamo che si divertano». I nuovi ristoranti McDonald’s saranno caratterizzati da materiali più pregiati, luci calde e spazi confortevoli; l’arredamento sarà arricchito da lampadari pendenti e decorazioni alle pareti. Queste scelte progettuali hanno l’obiettivo di cambiare l’attuale immagine, troppo orientata al cibo veloce e all’intrattenimento per bambini, con un’esperienza che vada oltre il semplice pasto. Ciò che un tempo era soltanto un luogo di passaggio, dove acquistare delle provviste, ora è diventato una leva strategica nella comunicazione di ogni brand. Davanti a un’utenza sempre più esigente in fatto di qualità ed esperienza, lo store è la chiave per coinvolgere le persone in un viaggio, in cui il prodotto è soltanto uno dei tanti oggetti magici che il cliente troverà sul suo cammino.

QUANDO SI ENTRA DA

STARBUCKS IL CAFFE’

E’ SOLTANTO UNO DEI TANTI

DESIDERI CHE SI VUOLE ESAUDIRE.

QUELLO CHE LA GENTE

REALMENTE CERCA E’

UN’ESPERIENZA.

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CeGID|lanCIala|“retaIl|revolutIon”

Il|valore|DI|avanGate,le|sfIDe|per|Il|Canale

Velocità, flessibili-tà, internazionaliz-zazione e capacità di gestire più cana-

li; una nuova idea di punto ven-dita fisico inteso ora come ag-gregatore di offerte che passe-ranno sempre più dal Web. Il mondo retail oggi non accetta compromessi o improvvisazio-ni, servono qualità e caratteri-stiche molto precise.Di tutto questo e molte altre cose ancora si è parlato al re-cente e atteso “Retail Forum” di Cegid, editor internazionale

Il mercato ICT fa i conti con delle criti-cità di portata epo-cale, ma Avangate

– distributore a valore specializ-zato in sicurezza – sembra aver trovato la strada giusta per fa-re, anche di questo complesso 2012, l’anno più importante e positivo della sua storia.«E così – racconta Rendall Nar-ciso, giovane amministrato-re unico di Avangate Italia – il 2012 è l’anno più importante per la nostra società. Abbia-mo cambiato passo: per an-

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Mario Davalli, country manager

di Cegid Italia

Attraverso questo QR code, un’esclusiva video intervista con gli obiettivi e le strategie di Avangate Italia dalla viva voce del suo timoniere

Al suo recente convegno “Retail Forum”, Cegid – editor di software gestionali e di soluzioni business per la performance delle società e il loro sviluppo – ha lanciato il suo nuovo e più forte approccio al canale indiretto Riccardo Pirana

25 giorni. Non solo, con il pas-sare del tempo, in fase di svi-luppo abbiamo capito quanto, nella strategia di rafforzamen-to del marchio, era importante puntare anche sul supporto di un canale di terze parti di valo-re e qualità. Terze parti che in Italia assumono un ruolo chia-ve proprio per la loro capacità di approcciare realtà piccole e medie disperse su un territorio complesso e variegato. Ora – prosegue Davalli – di fron-te alle grandi sfide che ci atten-dono e che portano allo svilup-po di nuove modalità commer-ciali che mixano il Web con una gestione sempre più smart del punto vendita – attraverso il nostro Your Cegid Retail per esempio – abbiamo la necessi-tà di compiere un salto di qua-lità decisivo da parte del no-stro canale. Per questo a bre-ve metteremo a disposizione di var e system integrator un nuo-vo e strategico programma di canale che si andrà ad aggiun-gere ai corsi di formazione che già svolgiamo».

di software gestionali e di so-luzioni business dedicate alla performance delle società e al loro sviluppo.«La strategia di Cegid – spie-ga Mario Davalli, country ma-nager di Cegid Italia – prevede sempre più la vendita di soluzio-ni in modalità Saas e la vertica-lizzazione del prodotto, puntan-do sulla specializzazione. Oggi occorre essere rapidi e noi for-niamo soluzioni snelle adatte al mercato attuale; siamo in gra-do di installare un sistema re-tail, partendo da zero, in 20-

ATTUALITA’

Nuovi brand, nuove opportunità di mercato per i rivenditori e la voglia di affermarsi come uno dei più importanti distributori di sicurezza a valore nel nostro Paese. A tu per tu con Rendall Narciso, amministratore unico di Avangate Italia Marco Lorusso

ni siamo stati percepiti e visti quasi come distributore unico di Avg e per tale motivo veni-vamo spesso confusi con que-sto brand. Ora invece abbia-mo allargato in maniera deci-sa la nostra squadra di partner vendor, da Avg a Panda Secu-rity, passando per Bitdefender, Avast, Kaspersky Lab, Norman ed eScan». «Questa operazione – spiega ancora Narciso – unita all’im-plementazione di programmi formativi ad hoc rivolti al ca-nale, è stata la carta vincente:

nel primo bimestre Avangate ha infatti registra-to una crescita di fatturato del 20% rispetto al-lo stesso periodo dell’anno precedente e la fi-delizzazione di ben 600 nuovi partner. Chi lavo-ra con noi scopre il valore decisivo che può of-frire un distributore: il partner è parte di noi, con noi migliora ogni aspetto del suo business e sviluppa ogni giorno nuove opportunità. Que-sto è l’approccio che continueremo ad avere e che nel 2012 ci porterà a diventare il punto di riferimento per ogni rivenditore di sicurezza ICT in Italia».

Page 45: Digitalic n.8 - Tecnologia Liquida

Digitalic per Systematika Distribution

La formazione che fa La differenza

Una LUnga estatedi vaLore con systematika distribUtion e vmware

ContattiSyStematika DiStribution Via Luigi Sampietro, 11021047 Saronno (Va)tel. 02 96410.282Fax 02 9670.3113 [email protected]

Un salto di qualità fatto di compe-tenze nello sviluppo del business anche in nuovi ambiti come IAAS, le applicazioni business critical e la gestione degli ambienti virtuali. VMware, proprio alle soglie di que-sta estate 2012, sta chiedendo uno sforzo importante al suo canale. An-che – e soprattutto per tale motivo – Systematika Distribution desidera ora più che mai affiancare i rivendi-tori in questo processo, spesso one-roso in termini di tempo, quale di-stributore di riferimento su tutte le competenze che VMware propone. «Crediamo – spiega Samuele Ce-rutti, professional services mana-ger at Systematika Distribution – che oggi l’impegno maggiore per i partner sia quello di rimane-re allineati con i continui annunci VMware. Annunci che collocano sempre il vendor ai vertici in tema di innovazione. Inoltre, da qualche anno – continua Cerutti – l’offerta formativa di VMware è strutturata secondo una matrice suddivisa per competenza e per ruolo aziendale. La prima categorizzazione è più semplice, dato che viene creata sulla base dei prodotti offerti; la seconda, pur essendo funzionale, risulta invece più complessa e ne-cessita di attenzione in quanto la categorizzazione in personale di vendita, pre-vendita e post-vendita è, in alcuni casi, troppo generica e richiede comunque un fondamen-tale passaggio “distributore-riven-ditore” che individui i giusti spazi per una corretta collocazione nella sessione formativa più idonea».

La formula di systematikaIn merito all’organizzazione del-le sessioni formative, Systematika crede molto nella formazione in aula con un docente certificato. «Grazie a Internet – prosegue Ce-rutti – qualsiasi utente è in gra-do di formarsi come autodidatta; il vantaggio della formazione in classe però consiste nel mettere a disposizione dello studente un flusso organizzato di informazioni, erogato in un ambiente dedicato all’apprendimento. Il termine vir-tualizzazione è troppo generico o, se vogliamo, la virtualizzazione si è evoluta in molte sfaccettature (tra cui il cloud) che partono da un noc-ciolo comune, l’hypervisor. L’op-portunità fornita dalla formazione è di recuperare immediatamente l’investimento iniziale. Grazie alle capacità acquisite, il partner po-trà proporre alla propria clientela soluzioni specifiche ad alto valore aggiunto parlandone con perizia, andando nei dettagli e indirizzan-do le richieste rompendo la barrie-

Nell’anno più importante e decisivo per il canale che sviluppa soluzioni a valore firmate VMware, Systematika Distribution rilancia il suo ruolo di fondamentale interlocutore e fornitore di competenze/certificazioni attraverso un programma preciso di corsi e servizi di supporto. Tutto sulla lunga estate calda della virtualizzazione

ra di timori, incertezze e dubbi che spesso si generano intorno a una nuova tecnologia. Inoltre, l’acquisi-zione di una competenza si tradu-ce in un vantaggio economico per il partner all’atto dell’acquisto dei prodotti».

Le problematiche e le esigenze dei partnerNella lunga esperienza formativa in ambito virtuale di Systematika, due sono le problematiche che i riven-ditori sottopongono in aula sempre più spesso. «Il prezzo dei prodotti e la loro interoperatività – spiega Cerutti – sono le criticità che tor-nano con maggiore frequenza. Pa-radossalmente la prima questione, che sembra essere l’impedimento più importante, viene risolta facil-mente. Il costo di acquisizione di una soluzione o di una tecnologia è solo un indicatore; VMware risul-ta vincente in termini di Tco e Roi, due elementi chiave per le aziende. Quando si parla invece di interope-ratività ci si riferisce a una solu-zione, costruita per indirizzare le specifiche esigenze di un’azienda, basata su più blocchi che devono interagire fra loro. In questi scenari la conoscenza della piattaforma e degli strumenti a corredo diventa indispensabile ed è qui, dunque, che un distributore a valore come Systematika diventa “l’olio tra gli ingranaggi” affinché tutte le parti si integrino e funzionino al meglio».

Samuele Cerutti,professional

services manager at Systematika

Distribution

Page 46: Digitalic n.8 - Tecnologia Liquida

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«PC|PIÙ|STAMPANTI?IL|PERCHÉ|VE|LO|SPIEGO|IO»

Dopo la presentazione dell’intera nuova gamma di prodotti,

sembrava che le sorprese fossero fi nite all’atteso Global Infl uencer Summit 2012 organizzato da HP a Shanghai. Invece a chiusura dei lavori è salita sul palco il Ceo Meg Whitman, per fare il punto sulle linee strategiche della multinazionale di Palo Alto, a cominciare dall’unione

Ddelle due divisioni Psg (pc) e Ipg (stampanti), che ha portato alla nascita della nuova divisione Pps (Printing & Personal Systems), guidata dal vice president Todd Bradley. Una decisione importante, dal momento che le due aree – insieme – hanno un giro d’affari di 75 miliardi di dollari e nel 2011 hanno venduto 120 milioni di dispositivi.«Questo nuovo assetto – ha spiegato la manager – ci offre maggiori opportunità. In tal modo possiamo rendere più effi cace la relazione con i nostri partner e semplifi care i processi di business, unifi cando tutti i prodotti sotto un unico brand». Naturalmente il processo di semplifi cazione

comporterà dei tagli e la centralizzazione di alcune attività, in primis quelle di marketing e vendite. Operazioni necessarie per continuare a mantenere una posizione di leadership nell’hardware, sia in ambito pc che stampanti, offrendo ai clienti le soluzioni più adatte alle loro esigenze. «Nel 2012 la nostra attenzione sarà focalizzata in particolare sugli ultrabook, come conferma il lancio dello Spectre – ha sottolineato Todd Bradley – ma la nostra ricerca non si ferma: continueremo a proporre al mercato prodotti nuovi e anche il 2013 e il 2014 saranno ricchi di novità».Nessun riferimento però ai tablet. «Sicuramente si tratta di un business interessante, ma se ne parlerà più avanti», si è limitato ad affermare Bradley. D’altra parte, come accennato dallo stesso manager, non è detto che il lancio del nuovo sistema operativo Windows 8 da parte di Microsoft, uno dei principali partner di HP, non possa cambiare le cose. Molto si è parlato invece dell’importanza strategica del mercato cinese per HP (non è un caso che il summit sia stato organizzato a Shanghai - ndr). «La Cina rappresenta per noi un mercato fondamentale – ha affermato Bradley –. Le potenzialità di crescita sono enormi: basti pensare che entro il 2015 ci aspettiamo che la

penetrazione dei pc cresca del 50%».«Si tratta di un Paese in continua

evoluzione e HP vuole essere parte integrante di questo processo di sviluppo – ha aggiunto la Whitman –. Per questo ci impegneremo ad accrescere il nostro business in Cina, stringendo partnership con il governo e

mettendo a punto prodotti ad hoc per quest’area».

penetrazione dei pc cresca del 50%».«Si tratta di un Paese in continua

evoluzione e HP vuole essere parte integrante di questo processo di sviluppo – ha aggiunto la Whitman –. Per questo ci impegneremo ad accrescere il nostro business in Cina, stringendo partnership con il governo e

mettendo a punto prodotti ad hoc per quest’area».

Meg Whitman, Ceo di HP

I nuovi ultrabook, le nuove stampanti, le strategie marketing dirette ai rivenditori e soprattutto la voce dei manager internazionali di HP incontrati a Shanghai dalla redazione di Digitalic. Collegandovi a questo QR code avrete accesso all’esclusivo video reportage dalla Cina

Digitalic era a Shanghai in occasione del Global Infl uencer Summit 2012 di HP. Un evento giunto nel bel mezzo di una fase di grande trasformazione dell’azienda. A confermare la solennità del momento, le parole del Ceo Meg Whitman, che ha spiegato il perché della clamorosa fusione delle divisioni Psg e Ipg

Serena Piazzi

ATTUALITA’

Page 47: Digitalic n.8 - Tecnologia Liquida

Digitalic per Symantec

LE NUVOLE DI SYMANTEC: OPPORTUNITÀ PER I PARTNER

IL CLOUD È UNA “SICUREZZA”…ANCHE PER IL CANALE

il fatturato e acquisire nuove op-portunità di business. «Con la si-curezza che diventa servizio ge-stito nel cloud il rivenditore ha la possibilità di gestire in manie-ra effi cace la security di più clien-ti contemporaneamente e di mo-nitorarne costantemente i cicli di vita. Clienti che stanno apprez-zando questo modello soprattut-to quando applicato ad ambiti di strettissima attualità, come quel-lo della protezione dei dispositivi mobili di ogni forma e dimensio-ne, sempre più presenti in azien-da. Il fenomeno della consumeriz-zazione, grazie alla sicurezza sul cloud, può essere tranquillamente affrontato gestendo tutti i disposi-tivi in maniera scalabile e fl essi-bile, attraverso una singola conso-le nelle mani del proprio fornito-re di fi ducia. Questo dunque è un momento di trasformazione mol-to importante in cui i rivenditori si stanno sempre più affacciando sulle opportunità che il modello di Managed Service Provider of-fre loro. Una nuova forma di vita che sta richiamando molti riven-ditori europei che hanno da tem-po scelto il cloud in maniera com-pleta; questi rivenditori stanno educando in tal senso i loro end user e molti di loro stanno addi-rittura costruendo il proprio da-ta center dal quale far partire tut-ta la propria offerta di servizi per-sonalizzati».

mazioni archiviate sugli endpoint e scambiate tramite e-mail, Web e messaggistica istantanea. In un simile scenario è stato apposita-mente creato il Symantec.cloud Partner Program che consente ai dealer di consigliare, rivendere, gestire e integrare queste offerte nel proprio portafoglio in base al-le esigenze e alle caratteristiche del proprio modello di business».

Un’occasione chiara e concreta«Si tratta di un’occasione impor-tantissima – continua Powledge – poiché attraverso i servizi cloud di Symantec i partner possono trarre vantaggio da margini ele-vati, da un fl usso di fatturato ri-corrente e prevedibile e da un ingresso chiavi in mano nel cre-scente mercato dei servizi in ho-sting (SaaS) con un’offerta di solu-zioni leader di settore». I membri del Symantec.cloud Partner Pro-gram ricevono inoltre la possibili-tà di accedere a specialisti di ven-dita e marketing, a programmi di marketing e a strumenti di abili-tazione, progettati per aumentare

Tom Powledge, vice president of product delivery, Smb and cloud di Symantec

Il cloud fi rmato Symantec ha da tempo un nome e cognome, “Sy-mantec.cloud”, e anche una mis-sione precisa, ovvero permette-re agli operatori di canale di fa-re uno strategico salto di qualità nei rapporti con i propri clienti fi -nali, in particolare le Pmi. Azien-de che nel nostro Paese rappre-sentano la colonna portante del sistema economico, aziende che mai come in questo periodo so-no alla ricerca di partner capa-ci di farsi carico delle loro infra-strutture IT, alle quali non hanno la possibilità di dedicare tempo e risorse… e le sappiano svilup-pare e gestire in modo da offrire ai processi di business un benefi -cio immediato e quantifi cabile. Un messaggio importante e strategi-co in tempi in cui proprio la pro-fondità e l’ampiezza dei cambia-menti, che il cloud e i nuovi para-digmi del software come servizio impongono, spesso sembrano in-timorire i rivenditori. «Symantec è da sempre un’azienda channel friendly – racconta Tom Powled-ge, vice president of product de-livery, Smb and cloud di Syman-tec – e il cloud non ha fatto altro che aumentare un simile focus. È anche normale che di fronte a una novità così importante qualche ri-venditore possa essere spaventa-to, ma i dati in questo senso sono chiari. Grazie al nostro ruolo di le-ader nelle soluzioni SaaS (Softwa-re-as-a-Service), più di 10 milio-ni di utenti fi nali in oltre 100 Pae-si, spaziando dalle piccole azien-de fi no alle Fortune 500, utilizzano i servizi Symantec basati sul cloud per proteggere e gestire le infor-

ContattiSYMANTEC ITALIAVia Rivoltana, 220090 Segrate (MI)www.symantec.com/it

A tu per tu con Tom Powledge, vice president of product delivery, Smb and cloud di Symantec. Viaggio nelle nuvole del colosso della security e nelle opportunità in arrivo per tutto l’ecosistema dei partner

Page 48: Digitalic n.8 - Tecnologia Liquida

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COFFEE BREAK

Francesca Pilone

@FPilone

La formazione ha sempre rappresentato un’area di particolare attenzione, soprattutto per realtà aziendali come quelle del canale IT, dove non è

possibile fare a meno della capacità di differenziarsi dai concorrenti e di sviluppare idee e progetti integrati, completi e in grado di generare nuovo

valore per i propri clienti. Oggi questa esigenza di formazione è ancora più vera – in un mercato all’insegna dell’innovazione veloce – dove chi resta indietro diffi cilmente

riesce a rientrare e dove l’evoluzione diventa la parola chiave del successo di qualsiasi modello di business. Formazione signifi ca

acquisire (e mantenere sempre aggiornatissime) le competenze sulle soluzioni a portafoglio, essere in grado di declinare le esigenze dei

clienti in disegni architetturali concreti e in grado di rispondere ai livelli di servizio attesi. Signifi ca quindi certifi cazioni – dove il bollino del

vendor si sostanzia di esperienze e conoscenze reali – non solamente dettate dalle regolamentazioni dei partner program. Ma

tutto questo continua a non bastare. I venditori, generalisti o specialisti, così come tutte le fi gure di pre-sales e post-sales,

devono essere sempre più bravi a svolgere la propria missione di front-end a cui spesso è strettamente correlato il successo

dell’azienda. I vendor devono quindi acquisire nuovi soft skill per sapersi relazionare con i clienti con maestria e naturalezza;

devono conoscere l’evoluzione delle fi gure professionali con cui solitamente si interfacciano e utilizzare strumenti sempre nuovi per raggiungerli e stimolarli. La formazione tradizionale quindi non basta più e vengono introdotti nuovi format, che puntano

tutto sullo sviluppo delle individualità, offrendo spazi di crescita personali, in grado di sensibilizzare l’area

motivazionale. Anche l’elemento del “social” diventa mezzo e soggetto di formazione. Il tutto in modo veloce, continuativo

e – ovviamente – economico, poiché spesso il Web continua a farla da padrone. Ma non basta ancora…

anche le altre fi gure professionali devono essere incluse nei piani formativi, con una particolare attenzione al

marketing e alle linee manageriali, con percorsi costruiti in base alle specifi che esigenze aziendali e personali, per stimolare la crescita professionale, fi delizzare i dipendenti, aumentare il livello di soddisfazione e

innescare un circolo virtuoso utile a tutta l’azienda.

NON|BASTA|MAI

LA F

OR

MA

ZIO

NE

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49

COFFEE BREAK

Valerio Rosano

@ValerioRosano

In piena era Web 2.0 ha ancora senso parlare di “formazione tradizionale”? La risposta è no. O meglio dipende. Dipende dalla forza del brand e dalla sua capacità di spostare le masse a fi ni formativi. I corsi di formazione devono

mettere sempre al centro le persone: sono gli individui che sentono la necessità di portare avanti un certo percorso. Il tempo rappresenta il valore effettivo degli individui e quindi dell’impresa in cui operano. Se ho il tempo e la voglia di fare un viaggio per seguire la mia formazione, i corsi tradizionali

in aula sono la soluzione migliore. Un esempio? I corsi di certifi cazione, organizzati con i vendor, che prevedono sessioni pratiche di confi gurazione

dei prodotti. La formula vincente è proprio questa: il toccare con mano prodotti e soluzioni sul campo, anche attraverso la metodologia del

laboratorio. Oggi però il tempo e il denaro a disposizione delle imprese sono sempre meno e ciò favorisce i corsi di formazione online, i

cosiddetti Webinar. La parola Webinar è la contrazione di Web-seminar, ovvero un seminario via Web che si svolge in un tempo prestabilito.

La tecnologia crea una esperienza diretta in aula virtuale dove l’insegnante può parlare e collegarsi in tempo reale con il proprio

pubblico. Con un Webinar è possibile gestire il processo di invito e di registrazione, creare chat personalizzate, promemoria automatici e follow-up, confi gurare le impostazioni ottimali di sessione, ecc. Ciò accade in un momento in cui virtualizzazione e cloud computing

stanno entrando con prepotenza nelle strategie e nelle infrastrutture IT delle aziende italiane: in questo senso la

formazione online è molto strategica poiché, sfruttando la versatilità del Web e della comunicazione su IP, permette di trasferire velocemente know how e informazioni tecniche su prodotti anche molto specifi ci. La capacità di apprendere più velocemente dei vostri concorrenti potrebbe essere il solo vantaggio competitivo: anche in questo caso la tecnologia è dalla nostra parte. L’esperienza ci ha insegnato che fare formazione online signifi ca essere concisi, incisivi, chiari,

specifi ci e non superare mai i 50 minuti. Oggi i corsi online sono complementari a quelli onsite, perché si pongono

obiettivi diversi: i primi servono ad aumentare il prestigio del brand, i secondi ad affrontare argomenti tecnici e

commerciali e a creare un contatto diretto, fondamentale per generare fi ducia e fi delizzazione. Ciò che determina la

scelta è il grado di preparazione iniziale, il tempo a disposizione e gli obiettivi che vogliamo raggiungere.

Insomma, partita “virtuale” o “sul campo”? Tutto dipende da quanto sei allenato e dove vuoi arrivare. È come chiedersi se sia meglio avere l’uovo oggi o la gallina domani… Certo che una gallina ripiena di uova…

SCUDETTO|“VIRTUALE”|O|“SUL|CAMPO”?

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SMAU WOW

I dati 2011 sul mercato ICT parlano di una fl essione. Le imprese che

sostengono più del 90% della domanda d’informatica hanno dovuto rivedere a fondo gli investimenti in innovazione IT, operando tagli nell’ordine del 4,3%. Ciò premesso, le tecnologie digitali rimangono la più formidabile leva di cui le imprese e le pubbliche amministrazioni possono disporre per migliorare le prestazioni sul mercato nazionale e internazionale da un lato, così come i servizi alle imprese e ai cittadini, dall’altro. Guardando al solo mercato europeo e agli investimenti in tecnologie digitali, dei diversi Paesi confrontati con il proprio Pil, l’Italia è fanalino di coda dietro a Inghilterra e Germania (prime classifi cate) e anche dietro alla Francia, dove il mercato delle tecnologie digitali per le imprese e le PA vale oltre il 50% in più rispetto a quello italiano, a fronte di un Pil nazionale superiore al nostro del 25%. È evidente quindi che esiste

I

Pierantonio Macola

un fattore “culturale” che impedisce alle imprese e alle pubbliche amministrazioni italiane di cogliere appieno le potenzialità delle tecnologie informatiche; così risulta pressocché impossibile l’allineamento dei volumi del mercato ICT in Italia alla media europea. È proprio in questo scenario che Smau ha costruito una vera e propria “piattaforma di relazione” per semplifi care l’incontro tra domanda e offerta di tecnologie ICT, ma anche per facilitare quel cambiamento culturale delle imprese indispensabile per lo sviluppo del mercato ICT. La novità di quest’anno è stato il lancio del progetto Smart City Roadshow, che nasce dal protocollo d’intesa fi rmato insieme ad Anci (Associazione nazionale comuni italiani) con l’obiettivo di sensibilizzare le amministrazioni pubbliche sul tema delle città intelligenti in Italia e facilitare l’incontro tra la domanda e l’offerta di tecnologie. Smart City è un fi lone in cui, Comunità Europea da un lato e Governo dall’altro, stanno dedicando risorse economiche Pierantonio Macola

considerevoli. Si rivela perciò essenziale supportare il mercato nella corretta comprensione di queste dinamiche, dalla conoscenza delle possibili ricadute sull’ecosistema di imprese ai meccanismi per reperire fondi per il fi nanziamento di nuove idee.Il primo progetto pilota di Smart City presso Smau si è svolto con successo durante l’evento di Milano; successivamente si sono aggregati Radio 24 e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur); nel 2012 il modulo Smart City Roadshow verrà abbinato a tutti gli eventi territoriali di Smau e il progetto vedrà poi la nascita di nuovi appuntamenti nel 2013 in territori dove Smau non è ancora presente. Smau vuole infatti portare il cambiamento culturale in ogni regione, in ogni città, in ogni azienda.

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MACBOOK|PROE|DISPLAY|RETINA,

IL|PIÙ|BEL|COMPUTERMAI|REALIZZATO

TECNOLOGIA

Più di cinque milioni di pixel: il display Retina arriva sui MacBook Pro

di Apple e cambia il modo di vedere un notebook. Con una risoluzione di 2.880×1.800 pixel (220 ppi), il nuovo 15 pollici è pronto a stupire chi lo guarda. La densità dei pixel è tale che l’occhio umano non può distinguerli: ne deriva una visione immersiva e fl uida. Ma non è solo il display a cambiare radicalmente. «È il più bel computer di sempre», ha detto Phil Schiller, vice presidente Apple,

Cloud Security: Sitecom protegge meglioPiù libertà e sicurezza di navigazione da ogni dispositivo domestico: è l’obiettivo di Sitecom, che aggiunge il Cloud Security al WLM-4501 Wireless Gigabit Modem Rou-ter N300 X4. Il router comunica con server su Internet e offre protezione agli utenti da virus e malware, phishing, siti maligni (blocco Url) e pubblicità pericolose.

Una soluzione per ambienti virtualiSi chiama Kaspersky Security for Virtuali-zation e offre ai partner di canale una car-ta in più per dare risposte concrete alle esigenze dei propri clienti business. Pro-gettata per consentire di cogliere tutti i benefi ci della virtualizzazione, la nuova so-luzione si integra con il portafoglio prodot-ti corporate di VMware e Kaspersky Lab.

Cisco dice addio al tabletCisco annuncia di avere cancellato ogni piano di sviluppo per il suo tablet Cius. Il dispositivo pensato per la collabora-zione e la telepresenza non ha avuto il successo previsto a causa del fenome-no della consumerizzazione dell’IT. I ma-nager al momento sembrano indirizzati verso l’iPad e pochi altri dispositivi.

IN P

ILLO

LE

Ppresentandolo alla WWDC.Il design è infatti un’altra grande novità. Il MacBook Pro diventa sottile, appena 1,7 cm con un peso di 2,2 kg, e presenta una nuova linea, molto affascinante.Ma non è solo bello, è anche molto potente: processore Intel i7 Quadcore da 2,7 GHz, scheda grafi ca Nvidia Kepler GT 650M con 1 GB di memoria dedicata, fi no a 16 GB di RAM. La batteria ha un’autonomia dichiarata di 7 ore. Non mancano le porte: HDMI, USB 3.0, Firewire 800, Thunderbolt, Gigabit Ethernet.Il nuovo MacBook

Pro è costruito intorno all’hard disk fl ash, disponibile fi no a 768 GB. Eredita, insomma, l’architettura del MacBook Air (l’ultrabook di

Apple) per dare grande velocità e rapidità nelle accensioni. Altre novità sono FaceTime HD, trackpad in vetro e doppio microfono.Con il nuovo MacBook Pro arriva anche l’ultima versione di iCloud, il servizio Apple che permette di sincronizzare sui vari dispositivi immagini e video; ora però l’offerta di iCloud si amplia anche ai documenti. In pratica, il programma aggiorna tutto sui vari device, dall’iPhone al notebook, senza tralasciare una parte importante, che fi no a ora era esclusa, come lo sono – per l’appunto – i

documenti di lavoro.Il nuovo gioiello è già disponibile sull’Apple Store a partire da 2.299 euro, ma chi vuole la massima confi gurazione dovrà arrivare a 2.929 euro.Si tratta del primo esemplare della nuova famiglia MacBook Pro, anche se altri modelli arriveranno e a mostrarli sarà il volto di Tim Cook. L’amministratore delegato di Apple, che ha sempre dimostrato grande attenzione nel massimizzare le tecnologie del colosso di Cupertino, questa volta ha fatto dunque le cose in grande lanciando il display Retina sulla gamma Pro, una nuova integrazione fra tutti i dispositivi della Mela e rinnovando anche la famiglia “tradizionale” di MacBook Pro con i nuovi processori Intel Core i5 e Core i7 “Ivy Bridge”.

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DIGITALK

smartphone, ultrabook, ecc.) in azienda. La colpa, o il merito, è tutta della rivoluzione del Web 2.0, dei social network e della irresistibile convergenza tra personal computer e mondo della telefonia. L’insieme di questi fattori ha fatto sì che la vita digitale sia ormai diventata un valore imprescindibile da portare sempre con sé e con il quale mettersi in contatto ovunque, comunque e a qualunque costo. Un valore al quale si pretende di poter accedere attraverso i dispositivi e i sistemi che meglio si “declinano” con la propria vita personale e lavorativa. La conseguenza è ormai sotto gli occhi di tutti: da una parte c’è l’esplosione di dispositivi e applicazioni di ogni forma e dimensione (dai tablet agli smartphone fi no ad arrivare agli ultrabook), dall’altra manager e dipendenti sono sempre più in fi la davanti all’uffi cio di Cio

I

DIMENTICATE LE BARRIERE, DIMENTICATE LA SEPARAZIONE

TRA VITA PRIVATA E LAVORATIVA, DIMENTICATE TUTTO… NELL’ERA

DELLA “CONSUMERIZZAZZIONE” LA TECNOLOGIA E’ SEMPRE PIU’ LIQUIDA E

PERVADE OGNI AMBITO DELL’ESISTENZA. CHI, COME, DOVE E ATTRAVERSO

QUALI STRATEGIE E SOLUZIONI STA AFFRONTANDO UNA SFIDA PIU’ O MENO EPOCALE PER I DESTINI DEL MERCATO.

VIAGGIO NEL MONDO DEL MOBILE TRA SCOMMESSE, TIMORI E GRANDI

OPPORTUNITA’

Alessio Ferri

e responsabili IT alla ricerca non del “device” aziendale, ma del “lasciapassare” per poter far funzionare al meglio il proprio dispositivo portatile personale anche in ambito lavorativo. Insomma la tecnologia è sempre più liquida e capace di prendere le forme e le dimensioni che più fanno al caso dell’utente di turno e, soprattutto, è sempre più in grado di penetrare e segnare indelebilmente tutti gli aspetti della propria esistenza.La rivoluzione è di quelle di portata epocale e, soprattutto, di quelle da prendere con le molle poiché chiama in causa un mix vantaggioso – ma anche potenzialmente foriero di dolorosi guai – come quello tra vita privata e processi aziendali. Astenersi perditempo. Vediamo dunque come i più importanti e innovativi player del mercato stanno affrontando la sfi da, con quali carte pensano di

In italiano fa molto meno effetto che in inglese, ma questo è

un classico… Chiamatelo “consumerizzazione”, chiamatelo “Byod” (Bring your own device) ma il concetto – tremendamente chiaro nella testa e, spesso, negli incubi dei responsabili IT di tutto il mondo – è quello dell’invasione di dispostivi personali (tablet,

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vincerla e soprattutto di quali partner di canale avranno bisogno per affrontare una simile impresa…

Felici di lavorare«Probabilmente, le tre innovazioni tecnologiche più importanti degli ultimi 50 anni sono state il personal computing, il mobile computing e la georeferenziazione – esordisce Rosario Moscato, mobile device sales director Roma and South Area di Zte –. I dispositivi di ultima generazione inglobano al meglio tutte insieme queste innovazioni, per cui i loro impieghi sono i più svariati e spaziano dal mobile offi ce al mobile entertainment». «I tablet sono strumenti altamente intuitivi nell’uso – conferma anche Raffaella Stucchi, marketing communication Acer Italy – e non richiedono lunghi tempi di apprendimento. L’avvio istantaneo e la possibilità di

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DIGITALK

una rapida consultazione del Web dà loro un grande vantaggio rispetto ai tradizionali computer, specialmente nella ricerca di informazioni».Versatilità e varietà non sono però abbastanza per spiegare il momento particolarmente felice attraversato da smartphone e tablet, soprattutto quando si parla di un contesto professionale. «Offrono alle imprese anche la possibilità di usufruire di dispositivi

immediati, di facile utilizzo e di maggiore durata – conferma Fabio Capocchi, country product manager Italia & Grecia, Divisione Sistemi di Asus –. Non da ultimo, la proliferazione di App anche in ambito business ha determinato lo

sviluppo di interfacce utenti intuitive».Agli apparati simbolo della mobility va inoltre riconosciuto il merito di aver defi nitivamente abbattuto un vecchio stereotipo, secondo cui un sistema troppo immediato da usare non possa rivelarsi utile per gli scopi aziendali. «Dai nostri dati risulta come il 78% degli utenti usi i tablet per foto e video e più del 50% acceda a una serie di funzionalità come navigazione Internet, mappe, ascolto della musica – sottolinea Paolo Caperchione,Vaio & mobile division head di Sony

–. Altre opportunità saranno presto rese disponibili dalla tecnologia Nfc, che non solo abilita pagamenti, ma introduce nuove gestualità per condividere e accedere a informazioni».Per quanto abbia allargato i propri orizzonti, il mondo business non può tuttavia trascurare le sue priorità. «Il vero vantaggio per l’utente e i processi aziendali va inquadrato nella disponibilità del dato più che nel prodotto in sé – afferma Livio Pisciotta, client marketing manager di Dell –. Da un certo punto di vista si potrebbe affermare che i dispositivi di nuova generazione siano la diretta conseguenza del dato pervasivo, disponibile ovunque, slegato dalle barriere fi siche dell’uffi cio tradizionale». «Più dispositivi presenti nel contesto aziendale potrebbero, a prima vista, signifi care maggiore complessità di

gestione – prosegue Pisciotta –. In realtà, tale molteplicità può aprire le porte dei processi a strumenti integrati e standardizzati e al tempo stesso ridurre i costi IT, automatizzando e gestendo tali processi».Più facile a questo punto individuare anche le

ripercussioni sulla competitività. «I vantaggi sono innumerevoli – rilancia Elia Lupi, key team manager computer product solution di Panasonic (società che, non a

caso, ha da poco anche annunciato il suo rientro

in grande stile nel mondo della telefonia attraverso il lancio dello smartphone Eluga, un progetto molto ambizioso - ndr) – e vanno dalla maggior vicinanza dell’azienda ai propri clienti, attraverso un miglior servizio, all’ottimizzazione delle proprie risorse fi no a una gestione più rapida e puntuale grazie alla disponibilità di dati in tempo reale per il management».Benefi ci chiari e concreti, di fronte ai quali non è il caso di esitare a cambiare abitudini, anche se radicate da anni. «Una ridefi nizione dei processi aziendali passa anche dalla necessità di prevedere l’integrazione di smartphone e tablet – avverte Fabrizio Falcetti, product manager di Fujitsu Technology Solutions –. Avere accesso ad applicazioni aziendali, secondo i principi del fenomeno Bring your own device, sempre nel pieno rispetto della sicurezza delle informazioni, può contribuire al miglioramento della produttività personale».

Elia Lupi - Panasonic

Fabio Capocchi - Asus

Fabrizio Falcetti - Fujitsu

Livio Pisciotta - Dell

Alberto Acito - Rim

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Digitalic per Alias

UN NUOVO E STRATEGICO ACCORDO DI DISTRIBUZIONE

F-SECURE SCEGLIE ALIAS,LA SECURITY CERCA IL VALORE

sa F-Secure, leader nel mercato se-curity, e la professionalità di Alias permetterà ai rivenditori di offrire le più recenti e innovative soluzioni in ambito sicurezza. Crediamo fer-mamente nell’affermazione della Security as Service – continua Cal-dara – quindi cerchiamo dei part-ner che offrano la sicurezza come servizio utilizzando le nostre solu-zioni concepite per quest’utilizzo: Protection service for business e Protection service for e-mail. Ab-biamo recentemente aggiunto alla soluzione Psb la protezione per i dispositivi mobili (smartphone e tablet) ampliando ulteriormen-te le possibilità di business per i nostri partner e confermando il nostro impegno a migliorare co-stantemente le soluzioni. Siamo già pronti per gestire partner con fatturazione mensile delle licenze, crediamo nell’affermarsi di questa modalità di acquisto da parte dei clienti fi nali e siamo pronti fi n da ora a fornire gli strumenti adatti al nostro canale».

ContattiF-SECUREVia G. Stephenson, 43/A20157 MilanoTel. 02 39000094Fax 02 39007212www.f-secure.it

ContattiALIAS - SEDE OPERATIVAVia Postumia, 21 33100 UdineTel. 0432 287777Fax 0432 [email protected]

Valore, servizi e capacità di tra-smettere ai rivenditori sul territo-rio i vantaggi e le opportunità che le più innovative soluzioni di sicu-rezza IT offrono alle imprese. F-Se-cure ha scelto Alias. Le due aziende si sono strategicamente incontrate sul canale, dando vita a importanti scenari di business per i rivendito-ri. «Dopo tanti anni – spiega Rober-to Riccò, sales & marketing director di Alias – abbiamo trovato un brand con il giusto compromesso tra qua-lità, identifi cazione da parte del mercato e un canale distributivo non infl azionato. Questo ci permet-terà di portare le soluzioni F-Secure con la certezza di non veder vanifi -cato il nostro lavoro semplicemen-te con una quotazione economica più bassa da parte di concorrenti che si limitano a “intercettare” il lavoro di altri. A disposizione di F-Secure metteremo servizi di pre- e post-vendita, presenza sull’intero territorio nazionale, oltre ad attività di presentazione e formazione per il canale. Con F-Secure forniremo prodotti di sicurezza per desktop, notebook (Windows, Linux e Mac), dispositivi mobili, server, e-mail e Web fi ltering. Molto interessante poi è la proposta di sicurezza in mo-dalità “as-a-Service”, una tendenza di mercato che aprirà opportunità per i nostri rivenditori che potran-no benefi ciarne per fornire servizi personalizzati ai propri clienti. Sa-rà nostro obiettivo ricercare nuovi partner che desiderano integrare l’offerta F-Secure “as-a-Service” con ciò che già propongono in modalità semplice, effi ciente e si-cura. Sarà possibile offrire licenze perpetue e il partner potrà gestirle nella massima libertà con notevole risparmio di tempo, senza più pre-

occuparsi del rinnovo annuale». «La scelta di ampliare la nostra di-stribuzione con un partner come Alias – aggiunge Michele Caldara, sales manager channel business di F-Secure – è dovuta alla convinzio-ne che le nostre soluzioni hanno un reale valore aggiunto, ma per ren-derne fruibili i vantaggi dal cana-le è necessaria la collaborazione dei nostri distributori. La richiesta nei confronti dei nostri prodotti è assai aumentata negli ultimi me-si e abbiamo sentito l’esigenza di moltiplicare le forze in campo per sostenere questa domanda; nel far-lo abbiamo trovato in Alias un di-stributore che con noi condivide la convinzione dei vantaggi offerti ed è in grado di fornirli al 100% al ca-nale. Siamo consapevoli che l’inte-

Insieme per una security sempre più di valore e capace di trasmettere i suoi vantaggi sul territorio in modo preciso e completo. Alias e F-Secure hanno unito le forze, dando vita a un nuovo e interessante canale per i rivenditoriRoberto Riccò,

sales & marketing director di Alias

Michele Caldara, sales manager

channel business di F-Secure

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Notebook sotto pressioneL’entusiasmo intorno al mondo tablet non può fare altro che piacere ai produttori del settore. Sulla falsariga di quanto è successo pochi anni fa con l’avvento dei netbook, prima di gridare al successo per i dati di vendita è necessario prendere in considerazione il rischio di un semplice spostamento della domanda, a danno dei notebook. Al riguardo le impressioni concordano solo in parte.«La crescita registrata da smartphone e tablet è la conseguenza naturale della necessità di essere sempre connessi – dichiara Marco Pasculli, regional director Central Mediterranean Countries, Alcatel-Lucent Enterprise –. Il tablet dovrebbe prendere il posto dei notebook in aziende nelle quali è necessario condividere le informazioni e lavorare in team».

«È possibile che qualcosa venga eroso alle altre categorie di prodotti mobile – replica Capocchi –, ma si tratta comunque di una piccola percentuale, in quanto la maggior parte del business si concentra ancora nel mercato dei notebook». «Dopo una fase di euforia iniziale, segnata da acquisti impulsivi se non compulsivi – riprende Moscato – le differenze tra tablet e notebook si faranno chiare e inequivocabili, lasciando aperto a ogni tipologia di prodotto il proprio mercato naturale». «È un po’ presto per parlare di erosione della quota dei notebook – spiega Raffaella Stucchi di Acer –. È innegabile che oggi i tablet stiano lentamente rubando la scena al settore dei notebook, ma complessivamente il mercato

è in espansione e gli utenti tendono a utilizzare più dispositivi mobili».Più che tra notebook e tablet o smartphone, la prospettiva dunque è di una scelta più ampia, in grado di rispondere meglio alle proprie esigenze. «In realtà sono proprio le applicazioni e i processi aziendali cui sono collegate a determinare quale sia il dispositivo corretto per l’operatore che ne usufruisce», rilancia infatti Lupi.

Una missione da mettere a fuocoIl successo di smartphone e tablet è di quelli indiscutibili. Qualche incertezza può invece affi orare guardando al futuro. A conti fatti, la tecnologia mobile resta una tendenza ancora relativamente recente. Si presume abbia quindi ampi margini di evoluzione e, per chi opera nel settore,

può rivelarsi decisivo riuscire a intuirne gli orientamenti. Nelle aziende, la situazione appare molto meno frenetica rispetto al mondo consumer. «Credo siano

necessari almeno tre

anni nelle organizzazioni più strutturate per predisporre il terreno all’introduzione di tali dispositivi – spiega Pisciotta –. Stiamo notando grande attenzione ad attuare progetti o pilot in cui vengono coinvolti i nuovi device, ma quasi sempre in maniera non strutturata. Non dimentichiamo che nel frattempo sta facendo comparsa sul mercato una tipologia di prodotti intermedi come gli ultrabook».Attualmente, tra i traguardi più immediati, vi è quello di offrire all’utente (e all’azienda) le necessarie garanzie. «Due su tre degli attuali utilizzatori di smartphone o pc portatile hanno preso seriamente in considerazione l’acquisto di un tablet nei prossimi tre-sei mesi – puntualizza Falcetti –. Questi dispositivi andranno verso una sempre maggiore attenzione all’aspetto della sicurezza dei dati, soprattutto in quelle aziende che fanno della mobilità dei dipendenti un fattore vincente del proprio business».Spesso inoltre, le imprese manifestano esigenze più specifi che rispetto a un’utenza consumer, più generalista. Un’opportunità da cogliere al volo. «Le applicazioni in ambito enterprise devono consentire di lavorare anche quando non è presente la connettività e un’altra condizione fondamentale è garantire usabilità e affi dabilità anche quando si opera all’esterno o in situazioni disagiate», precisa ancora Lupi.

A tutto questo si affi anca inoltre quella che è ormai diventata parte integrante del cammino evolutivo.

Marco Pasculli - Alcatel-Lucent

Massimo Buraschi - Toshiba

Paolo Caperchione - SonyRosario Moscato - ZTE

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«I dispositivi mobili saranno sempre più potenti, avranno schermi più grandi e defi niti, un maggiore livello di connettività – rilancia Alberto Acito, managing director di Research In Motion (società che negli ultimi 12 mesi si è mossa molto per rinnovare la sua offerta e ha da poco lanciato il suo nuovo BlackBerry Curve 9320, destinato a rinnovare una gamma di grande successo - ndr) – e app sempre più avanzate per informarsi, lavorare, accrescere le proprie conoscenze tecniche e generali, per gestire micropagamenti, così come divertirsi e rimanere in contatto con le cose e le persone che più contano nella propria vita».

Largo alla semplicitàTra le ragioni del successo dei vari dispositivi mobile, un ruolo determinante è da attribuire alle App. Il concetto di fare una cosa sola ma farla bene e a un prezzo

Strategie, visioni, strade ma anche an-nunci tremendamente concreti. Il pe-riodo estivo è da sempre carico di no-vità molto importanti soprattutto per il mondo mobile. Anche quest’anno le sorprese non sono mancate e nemme-no i “mega-eventi”, come quello forte-mente voluto da Samsung per lanciare il suo attesissimo Samsung Galaxy S III, nuovissimo smartphone sul qua-le il colosso coreano punta forte per segnare in maniera decisa le sorti del mercato. «Il pay off di questo lancio è “Designed for humans”, perché per usare un dispositivo tecnologico non bisogna essere macchine – raccon-ta Carlo Barlocco, vice presidente di Samsung Italia –. Il nostro fatturato è raddoppiato rispetto allo stesso pe-riodo dello scorso anno e il mobile è stato proprio il nostro punto di forza».

Quanto alle caratteristiche tecniche, il Samsung Galaxy S III è arrivato con un display enorme: 4,8’’, un design super sottile (appena 8,6 mm di spessore), un processore quadcore e un’intelli-genza speciale. Con il Galaxy S III ci si può infatti parlare: l’apparecchio rico-nosce la voce e agisce di conseguenza. Si può alzare o abbassare il volume, rispondere a una chiamata o rifi utar-la. Il dispositivo capisce quando vuoi chiamare qualcuno. Se si sta inviando un messaggio basta portare il telefono all’orecchio e Direct call comporrà il numero del destinatario. Il telefono sa anche che cosa l’utente sta guadando: grazie alla fotocamera integrata che scansiona gli occhi, il Galaxy S III si accorge se si sta leggendo un testo e, nel qual caso, mantiene illuminato lo schermo, senza andare in stand-by…

LA|SFIDADI|SAMSUNG

accessibile a tutti ha di fatto causato una vera e propria esplosione del settore, non senza alcune ripercussioni. «Il numero di applicazioni cresce esponenzialmente e i dati relativi al download sono impressionanti – conferma Moscato –, ma i numeri sulla permanenza media delle App sui vari dispositivi non sono altrettanto entusiasmanti. Questo signifi ca che ci sono anche notevolissimi margini di miglioramento in termini di qualità e di effettiva utilità».«Le più apprezzate sono quelle che offrono una visualizzazione user-friendly – aggiunge Capocchi – e non eccessivamente rivoluzionaria rispetto ad altre in uso; ma, soprattutto, le App devono essere di reale utilità».Nei casi più estremi, la qualità delle App è strettamente correlata al successo di un dispositivo. «Stanno ricoprendo un ruolo sempre più centrale nell’economia dei sistemi mobili – riprende Acito

mobilità», rifl ette Lupi. Nonostante la diffusione dell’approccio Byod, inoltre, resta importante riuscire a trasmettere le caratteristiche dei singoli dispositivi.«L’attenzione è alta e l’offerta, attuale e futura, è per noi da sempre incentrata nell’avere uno spettro quanto più ampio possibile di soluzioni in grado di soddisfare i bisogni di qualsiasi tipo di utente – racconta Massimo Buraschi, product marketing coordinator, Computer Systems Toshiba Europe GmbH –. Stiamo lavorando a stretto contatto con gli utenti fi nali (le aziende) ed i partner di canale per trovare la miglior soluzione possibile che coniughi sicurezza e versatilità». «Il canale sta cercando di mettere in risalto la differenza tra un tablet progettato in maniera nativa per il business rispetto a un device concepito per un’utenza mainstream – aggiunge Falcetti –. Come azienda produttrice, garantiamo tutto il supporto informativo possibile».Per quanto valido possa essere uno strumento, in defi nitiva, è altrettanto importante riuscire a spingersi oltre le semplici caratteristiche tecniche. «Credo che il tema non sia tanto chi vende, ma come si vende – conclude Caperchione –. I tablet, per esempio, hanno spesso bisogno di essere legati a un progetto aziendale specifi co; occorrerà pertanto pensare in termini di soluzioni complete, piuttosto che alla vendita dell’hardware a sé stante».

–. Per questo motivo, offriamo strumenti focalizzati sull’usabilità e la facilità di sviluppo, oltre a un maggiore supporto all’open source e un rinvigorito coinvolgimento della community di sviluppatori».

La soluzione viene dal partnerSe per conquistare un consumatore può essere suffi ciente fare leva su tendenza, moda e novità, quando si interagisce con le aziende, il discorso diventa più complesso. Una trasformazione deve infatti essere tradotta in vantaggi competitivi ed è qui che il compito del canale diventa come sempre impegnativo, con la necessità di aggiornarsi alla stessa velocità dei dispositivi. «I canali di vendita più indicati li vedo nei rivenditori a valore aggiunto e integratori di sistemi, a conoscenza delle complessità legate alla distribuzione di soluzioni di

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DIGIPANIC

UUn tempo la risposta era un secco “No!”. Oggi non solo bisogna

rispondere “Sì”, ma anche esserne convinti. I responsabili IT di tutto il mondo hanno preso atto dell’ineluttabilità del fenomeno Byod (Bring your own device) e, di fronte alla marea di dispositivi personali riversatasi in azienda, si stanno affrettando a fare ciò che utenti, vendor e mercati chiedono in coro, per motivi diversi ma ugualmente stringenti: rendere tale fenomeno un vantaggio competitivo per l’azienda. Un traguardo possibile, vicino, ma il cui raggiungimento dipende da due fattori decisivi: la sicurezza e i partner di canale. Senza un’adeguata politica di gestione e protezione di questi device e della miriade di dati che viaggia a velocità siderali dentro e fuori la rete aziendale, il Byod diverrebbe un buco nell’acqua e si trasformerebbe nel peggiore degli incubi. Senza il supporto sul territorio di partner di canale a valore e capaci di parlare la loro lingua, le Pmi rischiano di farsi travolgere dal fenomeno “consumerizzazione” senza cogliere una preziosa occasione per rendere ancor più competitivo il proprio modello di business. «Il grande successo di smartphone e tablet è evidente – conferma Rodolfo Falcone, country manager Check Point Software Technologies Italia – così come i vantaggi che questi device portano a livello della produttività individuale. Per l’IT

aziendale si tratta di un trend che implica alcune problematiche importanti che, se sottovalutate, rischiano di trasformare in boomerang i tanti vantaggi di produttività, mettendo a repentaglio i dati aziendali».

Gestire, non proibirePaolo Delgrosso, architecture leader borderless network di Cisco, parte da uno scenario più esteso. «Non si tratta solo di collegare in rete i dispositivi di proprietà dell’utente e dare accesso agli ospiti. Siamo di fronte a un trend che non si esaurirà in breve tempo, bisogna mirare a una strategia globale che soddisfi le esigenze dei dipendenti».Entrando nel merito della questione, Joe Sarno – regional sales vice president di Fortinet – analizza i diversi punti di vista. «La diffusione di dispositivi personali nell’ambiente di lavoro porta maggior effi cienza e aumento della produttività, oltre a minori costi per la telefonia, con un altissimo grado di soddisfazione personale ed effi cienza produttiva. È però sorprendente come poche aziende abbiano adottato policy per proteggere i dispositivi mobili introdotti nel luogo di lavoro. Senza di queste, le aziende non hanno altra scelta che impedirne l’uso».Affrontare la questione dal punto di vista dei permessi rischia di essere una battaglia persa in partenza. Secondo Patrizia Brera, Tivoli brand leader di Ibm, è meglio concentrarsi sulla gestione. «Oggi i dipendenti possono scegliere le proprie piattaforme e il tipo di dispositivo fi sico preferito. È

DETTO CHE LA “CONSUMERIZZAZIONE” E’ UN FENOMENO INARRESTABILE E DETTO

CHE TUTTI I PRINCIPALI VENDOR DEL MONDO ICT STANNO SPOSTANDO BUONA

PARTE DEL LORO FOCUS PROPRIO IN QUESTA DIREZIONE, ORA “LA PATATA

BOLLENTE” PASSA NELLE MANI DI CHI QUESTO FENOMENO LO DEVE GESTIRE, RENDERE REALMENTE VANTAGGIOSO E SOPRATTUTTO SICURO… UNA SFIDA DECISIVA, TUTTA DA VIVERE E IL CUI

ESITO FINALE DIPENDE, ANCORA UNA VOLTA, DAL RUOLO CHE SAPRA’ GIOCARE

IL CANALE INDIRETTO.

Alessio Ferri

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quindi necessario defi nire scrupolosamente le policy che regolano l’utilizzo e la protezione degli svariati apparati, informare adeguatamente gli utenti di questo piano aziendale in modo che sappiano sfruttarli, gestirli al meglio e sapere a chi rivolgersi in caso di problemi».Il tipo di esperienza relativamente nuova non offre punti di riferimento. Antonio Marsico, security & risk management practice manager technology services di HP, ne analizza alcuni aspetti. «Esistono dei falsi miti da sfatare, come per esempio una riduzione dei costi, effettiva solo per alcune aree ben defi nite, poiché sono necessari investimenti per garantire sicurezza e consistenza del servizio. Altro mito è quello che l’azienda non correrà pericoli. Al contrario, è basilare gestire il rischio presente e futuro adottando contromisure di sicurezza. Il Byod può cambiare la percezione dell’azienda da parte dei

dipendenti».Secondo Andrea Rossi, system engineer di Netgear, spesso l’attenzione è rivolta nella direzione errata. «La percezione riguardo agli effettivi rischi è molto bassa: quasi un’azienda su due non implementa un adeguato sistema di sicurezza che comprenda più livelli». La consumerizzazione implica importanti cambiamenti nelle abitudini degli utenti. Lina Novetti, head of security sales Southern Region di Symantec, indica alle aziende quanto sia importante adeguarsi. «È necessario modifi care le policy di utilizzo, così da fornire ai dispositivi aziendali e a quelli personali la stessa attenzione riservata ai pc tradizionali. Le aziende devono pianifi care questa attività dal punto di vista legale e operativo, sviluppando una strategia che defi nisca la cultura mobile aziendale».

Si può stare sicuriPer i responsabili IT Byod signifi ca soprattutto sicurezza, con i problemi che

ne conseguono, come rileva Aldo del Bò, sales director di Kaspersky Lab. «Gestire il fenomeno non è semplice per un amministratore di sistema. È essenziale defi nire e applicare policy che devono essere seguite da tutti i lavoratori dell’azienda. Dal punto di vista della sicurezza, questo rende molto più complicati gli aggiornamenti o limita i software da eseguire, rendendo necessario impostare profi li diversi a seconda delle esigenze dei propri dipendenti».Prima ancora di prendere le opportune misure, Roberto Benedetti – systems engineer director Southern Europe di Extreme Networks – analizza l’importanza di sapere “chi fa che cosa”. «Gli amministratori di rete rischiano di perdere il controllo dei dispositivi. L’utilizzo di apparati personali rende infatti diffi cile associare a ciascun dipendente, o visitatore, gli opportuni profi li di sicurezza».Passando all’azione, un buon punto di partenza è estendere le misure già in essere,

secondo le indicazioni fornite da Alessandro Peruzzo, amministratore unico di Panda Security. «Occorre classifi care l’integrazione dei dispositivi mobili con i sistemi aziendali, automatizzando la gestione per contenere i costi operativi e l’assistenza. Il Byod può avere infatti un impatto molto pericoloso sulla sicurezza, in quanto in un unico device sono disponibili informazioni private e dati aziendali sensibili. I moderni dispositivi mobili offrono agli hacker, in modo intrinseco, la possibilità di realizzare attacchi sempre più sofi sticati e aggressivi».Sulla stessa linea si schiera Gabriele Provinciali, senior solution architect di CA Technologies. «La maggior protezione per ambienti dove i dispositivi sono sia privati sia aziendali risulta effi cace con una combinazione di piattaforme di cifratura orientate alla rete (Vpn fi no al dispositivo mobile) e un meccanismo di autenticazione forte e multifattore, in grado di adattare costantemente le

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caratteristiche di sicurezza dei sistemi aziendali al livello di rischio determinato per una particolare sessione di un utente».

Rivenditori di conoscenzaAffrontare qualcosa di nuovo incute sempre un certo timore. Ciò non signifi ca però non essere in grado di reggere la situazione. Gli strumenti del caso sono a disposizione di tutte le aziende e i relativi partner, a partire da quelli analizzati da Michele Caldara, sales manager Channel Business di F-Secure. «I rivenditori dovrebbero informare le aziende sui dati di fatto: le minacce per i dispositivi mobili sono in continua ascesa. Attualmente esistono oltre cinquemila varianti di malware. Il motivo è semplice: gli smartphone e i tablet sono diventati sempre più economici, la diffusione cresce e questo attira tutte le tipologie di criminali attivi su Internet».Una buona dose di prudenza è più che giustifi cata e

Fabrizio Testa, country manager di G Data, ne analizza le ragioni. «Con una storicità inferiore ai tre anni, anche il canale si è trovato a considerare rischi nuovi e confi ni diffi cili da defi nire. Un software all’altezza può includere un modulo sviluppato per controllare le periferiche in rete e assegnare un set di regole personalizzate».Per un buon rivenditore, l’analisi della situazione effettuata da Cristiano Cafferata, country manager di Dell SonicWall, rappresenta un ottimo punto di partenza. «Bisogna studiare l’esistenza o meno di tali fenomeni nell’azienda, poiché capita spesso che nemmeno il reparto IT sia a conoscenza

dell’uso di device mobili. Bisogna sapere la differenza tra un portatile wireless rispetto a un telefono multifunzione vulnerabile, connesso allo stesso tempo al 3G e alla rete Wi-Fi aziendale».Meglio ancora, precisa, Maurizio Martinozzi – sales manager engineering di Trend Micro – è riuscire a prevedere le possibili situazioni di rischio. «Il compito del rivenditore è soprattutto rilevare il bisogno in assenza di una richiesta specifi ca, anticipando eventuali criticità. Nel momento in cui, per esempio, l’azienda consente l’utilizzo dei dispositivi consumer ai dipendenti, il partner deve offrire tutta la propria esperienza e consulenza per

guidare i responsabili IT».Per i più restii a sposare le nuove tendenze, Ombretta Comi – marketing manager di McAfee – ricorda quanto sia cambiato lo scenario. «Il mondo della sicurezza oggi non è più fatto di antivirus. Le competenze e le tecniche perfezionate sui computer vengono ora estese ad altri sistemi, in particolare quelle mobili. Via via che tali piattaforme si diffonderanno negli ambienti domestici e aziendali, cresceranno di pari passo gli attacchi, motivo per cui tutti gli utenti, a prescindere dalle piattaforme utilizzate, dovrebbero cautelarsi». A conti fatti, le idee risultano decisamente chiare. Un po’ meno la percezione rilevata da Fabrizio Croce, area director Semea di WatchGuard Technologies. Proprio qui entra in gioco la capacità del canale. «Sono poche le aziende che adottano specifi che politiche di sicurezza per i dispositivi mobili personali. Mentre il laptop è fortemente protetto con antivirus, fi rewall personali ecc., spesso i dispositivi mobili non hanno nulla di tutto questo. Non vi è la completa consapevolezza di come in realtà siano piccoli i notebook, con il difetto però che si perdono facilmente e contengono un elevato numero di dati riservati».

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Antonella TagliabueAmministratore delegato della società di consulenza strategica di direzione Un-Guru, esperta di sviluppo sostenibile. Laureata in Scienze Politiche, con specializzazione in Storia e Istituzioni dell’America Latina. Si è occupata di comunicazione e marketing per multinazionali e grandi gruppi italiani. Da anni si occupa di Green Economy e di responsabilità sociale e ambientale d’impresa, insegna in corsi e master. “Penso che la sostenibilità debba essere una scelta, prima che un dovere, ma che debba essere strategica e, quindi, responsabile. Quando parlo del Pianeta lo faccio con la P maiuscola e credo che il rispetto per la vita in senso biologico debba essere un istinto”. Leggo, viaggio e scrivo per passione. Camus diceva: “Sono contro tutti coloro che credono di avere assolutamente ragione’. Per questo pratico il dubbio, coltivo i miei difetti, cerco di sbagliare sulla base di ragionevoli certezze e mantengo un ottimismo ostinato”

PUN

TO G

LE BUGIE VERDI E L’ORO NERO

Le bugie verdi non hanno le gambe corte e producono impatti nocivi.

L’ambiente è uno di quei temi sui quali proliferano i falsi miti. Si oscilla tra il fondamentalismo complottista di chi ha qualcuno o qualcosa da screditare e, in genere, anche parecchio da guadagnare, e l’ingenuità o la scarsa consapevolezza di chi, semplicemente, si sta sbagliando.E poi ci sono le mezze verità, come quando si mente a un amico o a una persona cara in ragione di una più alta concezione (o convinzione?) di che cosa sia davvero Bene e Giusto.Jeff Bennett, un professore di management ambientale della Australian National University, ci ha scritto un libro intitolato Little Green Lies (Piccole Bugie Verdi). Probabilmente nemmeno il professor Bennett possiede la verità. Potremmo, con uno sforzo di ottimismo,

Lpresumere che sia in buona fede. Comunque la si pensi, i temi che tratta sono buoni, soprattutto come spunto di rifl essione e dibattito.Il primo “mito da sfatare” va al nocciolo della questione perché riguarda il cosiddetto “picco del petrolio”. Secondo molti abbiamo già oltrepassato il livello in cui la domanda supera l’offerta, per cui non c’è abbastanza petrolio per tutti. La verità sull’argomento è custodita meglio della formula della Coca Cola, ammettendo che una verità esista. È però verosimile e accettabile che nessuno sappia realmente quali e quante siano le scorte disponibili e che non esistano stime condivise di quanto petrolio eventualmente sia ancora conveniente estrarre.

È sicuramente falso il fatto che l’aumento del prezzo del greggio stimoli innovazione e ricerca, a sostegno di nuove esplorazioni o di energie sostitutive. Credere che i mercati siano perfetti è un’illusione di cui tutti dovremmo essere consapevoli e che non merita più tempo e risorse che la ricerca del Graal. Pensare che sia la domanda a determinare il prezzo è, nel migliore dei casi, ingenuo. Non succede né in mercati maturi né con le commodities e nemmeno con i beni di largo consumo. Ragionare in termini di dinamiche di mercato, di domanda e offerta, quando si tratta di petrolio è un fatto di cattivo gusto. Le dinamiche e le ragioni del prezzo del petrolio hanno a che fare

debba essere una scelta, prima che un dovere, ma che debba essere strategica e, quindi, responsabile. Quando parlo del Pianeta lo faccio con la P maiuscola e credo che il rispetto per la vita in senso biologico debba essere un istinto”. Leggo, viaggio e scrivo per passione. Camus diceva: “Sono contro tutti coloro che credono di avere assolutamente ragione’. Per questo pratico il dubbio, coltivo i miei difetti, cerco di sbagliare sulla base di ragionevoli certezze e mantengo un ottimismo ostinato”

amico o a una persona cara in ragione di una più alta concezione (o convinzione?) di che cosa sia davvero Bene e Giusto.Jeff Bennett, un professore di management ambientale della Australian National University, ci ha scritto un libro intitolato Little Green Lies (Piccole Bugie Verdi). Lies (Piccole Bugie Verdi). LiesProbabilmente nemmeno il professor Bennett possiede la verità. Potremmo, con uno sforzo di ottimismo,

nessuno sappia realmente quali e quante siano le scorte disponibili e che non esistano stime condivise di quanto petrolio eventualmente sia ancora conveniente estrarre.

dinamiche di mercato, di domanda e offerta, quando si tratta di petrolio è un fatto di cattivo gusto. Le dinamiche e le ragioni del prezzo del petrolio hanno a che fare

LE BUGIE VERDI E L’ORO NERO

presumere che sia in buona fede. Comunque la si pensi,

È sicuramente falso il fatto che l’aumento del prezzo del

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con questioni che trascendono l’economia e spesso persino il profi tto.

IncentiviAnche il tema degli incentivi alle rinnovabili si nutre delle sue leggende. In questo ambito un dibattito laico sarebbe il benvenuto, senza posizioni preconcette. Ci sono casi, come quello tedesco, in cui gli incentivi hanno funzionato. Il problema è che occorrono piani energetici nazionali, politiche e strategie di dimensioni sovra-nazionali. Da soli non bastano a innescare meccanismi cosiddetti “win-win”, in cui vincono sia l’ambiente sia l’economia. D’altro canto è vero che la storia recente è piena di esempi di incentivi distorti, che hanno fatto un gran bene alle imprese produttrici – ma un gran male alle casse pubbliche – e che non hanno portato a una vera svolta, né in termini di innovazione né di mercato. Incentivi insomma che hanno prodotto paradossi: da un lato un’offerta decisamente superiore alla domanda che non si capisce perché dovrebbe essere assorbita da aiuti pubblici e – sempre dallo stesso lato – aziende

di questi tempi, di continuare a essere un modello sociale ed economico valido, è quella di diventare migliori. E la consapevolezza ha sempre fatto bene, sia all’umanità sia alla Terra.

Effi cienzaC’è poi chi mette in discussione il dogma dell’effi cienza: ridurre i consumi di energia, acqua ed emissioni è costoso. Ed è vero, anche l’effi cienza ha un prezzo. Costa consumare risorse e costa ridurre i consumi. Ma perché accettiamo di spendere, anche molto, per produrre rifi uti e inquinamento mentre dall’ecologia pretendiamo che sia gratis? L’intelligenza e il buon senso invece non dovrebbero avere un prezzo. Almeno per ora. E ci dovrebbero aiutare a ricordare la differenza che c’è tra il prezzo e il valore delle cose.

che facendo leva sulla paura e sui costi sociali dei licenziamenti hanno fatto decisamente meno del loro dovere: creare ricchezza condivisa, innovare e trasformare in tempi di cambiamento. La cosa buffa è che spesso i detrattori degli incentivi verdi non si sono sentiti quando si è trattato di sostenere la cosiddetta industria tradizionale.

TrasparenzaC’è poi il tema della trasparenza verso i consumatori. C’è chi sostiene che troppa informazione creerebbe fenomeni perversi per cui potrebbe essere per noi troppo “penoso” scegliere, ad esempio, se consumare meno acqua o energia. E alla fi ne potremmo sbagliarci su cosa va veramente bene per il nostro pianeta. La risposta a chi sostiene che sia meglio dosare la trasparenza è: “Grazie, preferisco sbagliare da solo”. Se c’è una chance per le imprese, soprattutto

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con questioni che trascendono l’economia e spesso persino il

IncentiviAnche il tema degli incentivi alle rinnovabili si nutre delle sue leggende. In questo ambito un dibattito laico sarebbe il benvenuto, senza posizioni preconcette. Ci sono casi, come quello tedesco, in cui gli incentivi hanno funzionato. Il problema è che occorrono piani energetici nazionali, politiche e strategie di dimensioni sovra-nazionali. Da soli di questi tempi, di continuare

a essere un modello sociale ed economico valido, è quella di diventare migliori. E la consapevolezza ha sempre fatto bene, sia all’umanità sia

che facendo leva sulla paura e sui costi sociali dei licenziamenti hanno fatto decisamente meno del loro dovere: creare ricchezza condivisa, innovare e trasformare in

lato un’offerta decisamente superiore alla domanda che non si capisce perché dovrebbe essere assorbita da aiuti pubblici e – sempre dallo stesso lato – aziende

per cui potrebbe essere per noi troppo “penoso” scegliere, ad esempio, se consumare meno acqua o energia. E alla fi ne potremmo sbagliarci su cosa va veramente bene per il nostro pianeta. La risposta a chi sostiene che sia meglio dosare la trasparenza è: “Grazie, preferisco sbagliare da solo”. Se c’è una chance per le imprese, soprattutto

c’è tra il prezzo e il valore delle cose.per le imprese, soprattutto per le imprese, soprattutto

Simbiosi industrialeL’hanno de� nita simbiosi industriale ed è la proposta che gli scienziati dell’Enea fanno per coniugare crescita economica e sostenibilità. Si tratta di una strategia che prevede lo scambio di risorse – inclusi scarti e sottoprodotti – tra due o più industrie in modo da ridurre i costi di materie prime ed energia, i consumi, le emissioni, i ri� uti. Un progetto pilota è già stato avviato dall’Enea in Sicilia.

Foglie arti� cialiEnergia solare a basso costo, imitando il meccanismo di fotosintesi delle piante. L’idea è di Daniel G. Nocera del MIT di Boston. Il progetto, The Arti� cial Leaf, consiste in un’innovazione che di fatto è una foglia a tutti gli e� etti, ma arti� ciale e dotata di un collettore solare chiuso tra due � lm che generano ossigeno e idrogeno. La novità di rilievo è la sostituzione del platino – solitamente utilizzato per il catalizzatore, ma raro e costoso – con nichel, molibdeno e zinco, semiconduttori più economici.

Centro alla riscossaOltre al Trentino Alto Adige, le regioni più green sono Toscana e Umbria. Lo stabilisce l’indice Green Economy 2012 di Fondazione Impresa, sulla base di 21 indicatori. In fondo alla classi� ca ci sono Campania, Sicilia e Puglia; al sud fa bene solo la Basilicata, 7°. Nel complesso il nord è più virtuoso per quanto riguarda gli indicatori individuali, come edilizia e ri� uti. Le regioni del sud, invece, confermano il loro primato nell’indice di imprenditorialità bio (con Calabria, Basilicata e Sicilia prime per numero di operatori nel biologico).

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VISCOM

Di questi tempi vengono rivalutati con attenzione gli investimenti

aziendali e spesso ridotti o addirittura tagliati. Ma bisogna fare attenzione, perché gli investimenti giusti restano degli alleati vincenti proprio nel momento del bisogno e di maggiore fatica. Visibilità, formazione, divulgazione del brand o della propria attività non devono mancare, perché far parlare di sé e farsi conoscere è una strategia vincente. Ecco il motivo per cui molte aziende scelgono di esserci al prossimo Viscom Italia, in barba alla crisi.

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Viscom Italia 2012, non potete mancare

Una VISIbIlItà Che è garanzIa DI Un InVeStIMentO SICUrO

per tUttI glI OperatOrI Del MOnDO Della COMUnICazIOne VISIVa

La comunicazione, strategia vincenteQuanto detto vale, ovviamente, per tutto il mondo della comunicazione e delle graphic arts che sono il supporto fondamentale per raccontare e spiegare un prodotto, un’attività, un’idea. Immaginate un lavoro che non sa parlare di se stesso. Viscom Italia (Milano Rho, 4-6 ottobre) raccoglie le eccellenze produttive e creative di questo settore, facendole incontrare, confrontare e parlare al fine di condividere problemi e soluzioni innovative per comunicare in un modo nuovo e per affrontare il mercato con prezzi competitivi.

Una soluzione per ogni esigenzaNon importa se un’azienda è grande e ha centinaia di dipendenti oppure se è medio-piccola: le esigenze restano importanti per tutti. Viscom Italia lo sa ed è pronto a ospitare tecnologie di stampa che vanno dal wide format all’insegnistica e cartellonistica, dalla serigrafia alla tampografia e al ricamo, per arrivare agli articoli promozionali, all’incisione, al POP, ai servizi per gli eventi e al digital signage. Un mondo vasto fatto di supporti speciali, inchiostri innovativi e tecnologia di stampa che si adattano e plasmano per incontrare ogni esigenza.

I protagonisti siete voiTra i plus di una strategica partecipazione all’edizione 2012 di Viscom Italia, ci sono – senza dubbio – la visibilità per ogni brand in una piazza internazionale, la possibilità di esprimere la creatività e l’eccellenza dei prodotti offerti nonché di incontrare i propri clienti, il contatto con nuove applicazioni e tecnologie in grado di anticipare i trend del mercato, il coinvolgimento nei numerosi laboratori e negli eventi speciali, oltre alla grande occasione di

mostrarsi in un centro di rilievo come Milano che ospiterà l’Expo 2015.

Maggiore visibilitàTra le numerose opportunità per incrementare la visibilità del proprio brand, Viscom Italia offre varie possibilità per accendere i riflettori su un’azienda ed entrare in contatto con i clienti non solo durante l’evento, ma anche nel periodo che precede e segue la manifestazione. Qualche esempio? Un banner nel sito ufficiale di Viscom Italia, una pubblicità nel catalogo e nell’anteprima, raccontare con un video le potenzialità delle tecnologie e delle soluzioni presentate in fiera o ancora dare il benvenuto con il proprio logo stampato sul calpestabile in reception. Queste sono solo alcune delle iniziative messe a disposizione degli espositori, ma se volete saperne di più potete contattare direttamente l’organizzazione per informazioni e costi.

REED EXHIBITIONS ITALIA SRL Via Marostica, 1 20146 Milano Tel. 02 435170.1 Fax 02 43517065 [email protected] www.viscomitalia.it

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ATTUALITA’

LE|NUVOLE|NON|SONOMAI|STATE|COSÌ|VICINE

A margine della Microsoft Virtualization & Private Cloud Conference

2012, Microsoft ha deciso di approfondire la sua strategia in ambito virtualizzazione e private cloud presentando System Center 2012, nuova soluzione integrata

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Il cloud è lo scenario verso cui stiamo andando: proprio per questo i colossi dell’IT fanno sul serio, mettendo nelle mani di aziende e partner di canale strumenti integrati proprio per la gestione di cloud private e pubbliche.Vediamo il caso di Microsoft e del suo Microsoft

System Center 2012

Daniela Schicchi

Luca Venturelli, direttore della divisione server & cloud di Microsoft Italia

di System Center 2012 è quella di essere il primo tool in grado, non solo di abilitare la creazione di private cloud, ma anche di gestire in modo centralizzato tanto le applicazioni aziendali su infrastrutture cloud di tipo privato, quanto quelle residenti in ambienti cloud di tipo public. «La disponibilità sul mercato di Microsoft System Center 2012 rappresenta un passo avanti nella strategia di IT management di aziende in qualsiasi ambiente cloud. La nostra soluzione di private cloud verrà ulteriormente potenziata dal lancio del nuovo Windows Server 2012», dichiara Luca Venturelli, direttore della divisione server & cloud di Microsoft Italia. Caso emblematico che testimonia i vantaggi della gestione integrata delle proprie infrastrutture e dei client nella direzione del private cloud computing è quello del porto di Cagliari che – per rispondere all’esigenza di mantenere continuità e abbattere i costi derivanti da problematici stop nel servizio – ha implementato Microsoft System Center 2012, ottimizzando la gestione di desktop e dispositivi mobili, riducendo al minimo i tempi di manutenzione e aggiornamento software. Il rispetto dei corretti livelli di servizio è stato garantito da Microsoft System Center Operation Manager, che effettua un continuo monitoraggio sui sistemi del porto, offrendo cruscotti di controllo e report per una gestione proattiva dell’infrastruttura. «Microsoft System Center ci ha consentito di adottare un’effi cace metodologia di gestione e di ottenere un grande risparmio di risorse tecniche – spiega Alessandro Barrocu, IT manager di Porto Industriale Cagliari SpA –. Tutti i nostri client sono oggi amministrati da una singola postazione. Il personale IT è soddisfatto della maggiore capacità di controllo ottenuta con i nuovi strumenti, mentre gli utenti hanno apprezzato la scomparsa delle interruzioni di servizio per manutenzione».

Il cloud è lo scenario verso cui stiamo andando: proprio per questo i colossi dell’IT fanno sul serio, mettendo nelle mani di aziende e partner di canale strumenti integrati proprio per la gestione di cloud private e pubbliche.Vediamo il caso di Microsoft e del suo Microsoft

System Center 2012

Daniela Schicchi

Luca Venturelli, direttore della divisione server & cloud di Microsoft Italia

per la gestione di cloud private e pubbliche, che consente alle aziende di cogliere le opportunità e i vantaggi economici legati al cloud computing. System Center 2012 integra in un’unica soluzione otto prodotti, fi nora separati, per ottimizzare l’installazione e ridurre i tempi di messa in esercizio. Due le versioni del prodotto: Standard (con due licenze) e Datacenter, con un numero illimitato di macchine virtuali alle quali estendere il licensing. La prerogativa

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ATTUALITA’

A|MilAno|l’innovAzioneè|“Mobile”…

Molto più di una semplice fiera, molto di più di un salone espositivo. Il

Fuori Salone – fiera nella fiera legata al Salone del Mobile – è una vera e propria kermesse di prestigio, durante la quale Milano offre la possibilità a tutte le aziende che hanno nel proprio Dna innovazione e design di mostrare come siano in grado di cambiare la vita di tutti i giorni. Da anni i colossi del mondo IT si lanciano in questo gettonatissimo evento, pronti a mostrare i propri muscoli, fatti di creatività e della capacità di calare la tecnologia negli ambienti domestici e quotidiani.Partiamo con Asus, che ha

MLa parte finale di questa primavera milanese è stata caratterizzata dalla kermesse del Fuori Salone che ha animato interi quartieri del capoluogo lombardo. Digitalic era presente, per mostrarvi il rapporto sempre più stretto tra design e tecnologia

Sara Fevola

scelto di accompagnarci in un viaggio simbolico alla scoperta delle sue più recenti soluzioni, presentate in un’alternanza di luce e semi oscurità, proprio come pianeti e galassie in espansione. Impossibile non essere attratti dalla gravità dell’attesissimo Asus PadFone. Dotato di sistema operativo Android Ice Cream Sandwich e display touch ultra da 4,3 ”, questo geniale prodotto può mutare da smartphone a tablet da 10,1”,

con una risoluzione di 1.280 x 800 pixel. Il tutto è reso possibile dalla tecnologia proprietaria Asus DynamicDisplay che consente di adattare le applicazioni in uso dallo schermo del telefono a quello del tablet senza interruzioni e senza bisogno di sincronizzare le operazioni. Ma non è tutto. Asus PadFone è dotato di un display ultra brillante Super Amoled qHD, di un processore dual core Qualcomm Snapdragon S4 da 1,5 GHz, una fotocamera digitale integrata da 8 Megapixel e, last but not least, un audio di qualità superiore grazie alla tecnologia Asus SonicMaster integrata nella PadFone Station. Dopo le entusiasmanti novità di casa Asus, ci siamo inoltrati nella foresta di Canon. “In the Forest”, infatti, è il concept della quinta edizione di Neoreal, la serie di installazioni create da Canon per promuovere espressioni visive e creative tramite l’utilizzo di innovative soluzioni di digital imaging. Attraverso quattro installazioni dal design evocativo, la foresta di Canon ha preso corpo grazie a prodotti come la nuova fotocamera reflex digital professionale EOS-1DX (in vendita da giugno 2012) e alla videocamera per il cinema EOS C300, entrambe all’avanguardia nel capture imaging. Per la visualizzazione, invece, è stato utilizzato il più recente modello di proiettore Xeed WUX5000, dotato di tecnologia Lcos.Anche Samsung, come Canon e Asus, ha scelto di creare un ambiente virtuale per presentare le potenzialità dei propri prodotti. E lo ha fatto con il progetto “Life/Installed, quattro minuti per presentare il futuro” sviluppato insieme all’architetto Italo Rota. L’installazione ha riprodotto gli ambienti di una casa “anonima”, con arredi completamente grigi e spogli. Solo guardando attraverso il display del Samsung Galaxy Tab – posizionato davanti a ogni ambiente – le stanze hanno preso corpo, colore e vita con mobili, arredi e… abitanti compresi!“Be Smart. Smiling design for a better life” è, invece, l’invito che Alcatel ha rivolto a tutti i visitatori del suo spazio presso Aria Savona. L’azienda, tra i leader nel mercato della telefonia e di Internet, ha voluto promuovere la filosofia alla base di Alcatel One Touch: ogni tecnologia, se usata nel modo migliore, aumenta la qualità della vita. Come il nuovo Alcatel One Touch Duet App!, uno smartphone dual sim e dual stand-by con sistema operativo Android 2.3.

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72

Un’alleata|di|valoreper|il|marketing|2.0

kyocera:|Un|nUovo|nome,|nUove|sfide

«La Adobe Digi-tal Marketing Suite è una piattaforma aperta e integra-

ta per l’ottimizzazione dell’attivi-tà online secondo una strategia

Più di 23 prodotti lanciati nel 2011, 20 anni di Ecosys (il programma di sostenibilità ambientale presentato in tempi non sospetti), il nuovo nome

(Kyocera Document Solutions), la prima parteci-pazione al Drupa e nuovi prodotti in arrivo. Do-

«L

P

Andrea Valle, senior business

development manager Emea,

digital marketing di Adobe Systems

Il lancio delle ultime e innovative feature della Adobe Digital Marketing Suite mette sul piatto di un target importante, come quello dei professionisti del marketing, nuovi e strategici strumenti di lavoro Daniela Schicchi

rienze-utente personalizzate e omogenee per i diversi canali del marketing digitale: ambien-ti locali, display, e-mail, social media, video e dispositivi mobi-li. Tra le novità più importanti in-trodotte nella soluzione Adobe – presentate in occasione del re-cente Adobe Digital Marketing Summit – si segnala Adobe So-cial, che unisce le funzioni di pu-blishing e coinvolgimento sui so-cial media con il monitoraggio, l’acquisto degli spazi pubblicita-ri e l’analisi per collegare l’atti-vità sui social media ai risultati di business. È stata poi ricono-sciuta un’importanza strategica al marketing predittivo, efficace e veloce grazie alla suite di Ado-be, che rende meno complesso scoprire schemi comportamen-tali nascosti nei Big Data. Que-ste innovazioni aiuteranno i pro-fessionisti a scorrere volumi di dati crescenti per cogliere le in-dicazioni di maggiore impatto e al tempo stesso sfruttare enor-mi quantità di dati storici per prevedere i risultati futuri.

siness development manager Emea, digital marketing di Ado-be Systems. La suite prevede applicazioni integrate che rac-colgono e impiegano tali infor-mazioni per ottimizzare il lavoro di acquisizione, conversione e fi-delizzazione dei clienti e la cre-azione e distribuzione dei con-tenuti. Con questa suite i pro-fessionisti del marketing posso-no, ad esempio, individuare le migliori strategie di marketing e collocamento degli annunci pub-blicitari, oltre a crea re espe-

ATTUALITA’

stampati e dalla questione so-stenibilità, ma noi abbiamo evo-luto l’offerta per stare al passo con i tempi – dice Arturo Pea, direttore commerciale di Kyo-cera –. L’incremento dell’offer-ta di soluzioni (l’insieme di har-dware, software e assistenza) è stato molto apprezzato, così come il noleggio, il pay per pa-ge e l’outsourcing. Il tutto striz-zando l’occhio al mondo cloud e mobile che consente flessibilità e accesso rapido dei documen-ti ovunque ci si trovi. Le soluzio-ni mobile cloud firmate Kyocera facilitano la condivisione della conoscenza e la collaborazione, salvaguardano la sicurezza in-terna e consentono alle aziende di tracciare e controllare l’utiliz-zo dei dispositivi di stampa».

Benvenuto a Kyocera Document Solutions: un cambio di nome strategico per sottolineare che la società, nata come fornitore di stampanti e sistemi

multifunzione a colori e B/N, oggi punta a offrire soluzioni

complete hardware e software Daniela Schicchi

po l’anno nero di Kyocera (2008), la ripresa del-la società è stata costante, con un incremento di circa il 20% annuo sulla vendita delle multifun-zioni. «Ciò significa anche che il mercato è sta-to eroso dalla tendenza al paperless, dalla ridu-zione dei formati e dei quantitativi di documenti

Kyocera Document Solutions è stata tra i protagonisti della recente edizione del Drupa

che indirizza l’innovazione del business e migliora l’efficacia delle azioni di marketing, avva-lendosi delle informazioni anali-tiche sui clienti»: queste le pa-role di Andrea Valle, senior bu-

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Digitalic per Salvix

SERVIZI AVANZATI

REEVO CLOUD CENTER, LA FABBRICA DEL CLOUD FLESSIBILE

ContattiSALVIXnumero verde 800-912386www.salvix.it - [email protected]

le, mail, Offi ce, antivirus, fi rewall, gruppo di continuità e sistema di backup. Spesso (per motivi economici), l’infrastruttura non è così completa. Nella sua confi -gurazione virtuale, ReeVo Cloud Desktop mette a disposizione: Domain controller, File server, spazio disco secondo le reali necessità, server aggiuntivi per applicativi verticali, Exchange, Offi ce, antivirus, fi rewall, backup e un servizio garantito al 99,99%. Nella scrivania dell’utente tutto è ridotto a un thin client di di-mensioni piccolissime (per altro in comodato d’uso e incluso nel canone) e un monitor. In questo modo l’azienda conosce sin da subito il vero costo della posta-zione di lavoro, in questo modo l’azienda non deve più preoccu-parsi dei fermi macchina e delle spese di mantenance, in questo modo il comparto IT diventa un centro di saving e non un centro di costo. Questa giovane azienda ha reso reale il vero concetto del cloud “usare solo le risorse che servono e quando servono”. Nel mercato del cloud vi sono gi-ganti che lottano in modo confu-sionario per una fetta di market share, Salvix è il Davide di que-sto mercato: le sue armi sono i servizi cloud reali per un mondo virtuale.

di un’azienda, dai server ai de-sktop. Attraverso ReeVo Cloud Desktop tutte le società possono accedere a strumenti di lavoro evoluti, senza limitazioni, in pie-na fl essibilità, con effi cienza e convenienza. Alla base di que-sta rivoluzione c’è la tecnologia ReeVo HDV (Hosted Virtual De-sktop): un modo nuovo per acce-dere alle risorse IT (ospitate nel ReeVo Cloud Center) ovunque ci si trovi. Ma proviamo a descri-vere in modo semplice come sia possibile usufruire del servizio di Cloud Desktop. Prima di tut-to immaginiamoci la struttura di una normale realtà con venti postazioni di lavoro; tipicamen-te troviamo: personal computer, server per Domain controller, File server, server per gestiona-

Non c’è più alcun dubbio, il cloud ha preso il volo. Tutti ne parlano e tutti lo vogliono, ma pochi an-zi pochissimi hanno un’offerta chiara in termini di contenuti, di pricing e di fl essibilità che pos-sa essere proposta a un target di aziende che spaziano dalle micro alle medio-grandi. Però, in questo mercato adrenalinico, spicca una realtà tutta italiana che possiede un data center in territorio nostrano da cui ven-gono erogati veri servizi cloud. La società in questione è la Sal-vix e la sua “fabbrica” si chiama ReeVo Cloud Center, struttura che risponde a tutti i requisiti di sicurezza e di business con-tinuity più stringenti. Server HP blade, Cisco, NetApp e Micro-soft HyperV costituiscono infatti i quattro pilastri su cui poggia il data center. Nella “fabbrica” sono prodotte cinque linee di servizi: Cloud Desktop, Priva-te Cloud, Cloud Backup, Cloud App e Cloud Security. Ma il vero differenziante che Salvix offre all’attenzione del mercato italia-no del cloud è quello del Cloud Desktop. ReeVo Cloud Desktop è infatti un’infrastruttura virtua-le completa, in grado di sosti-tuire tutti i sistemi informatici

Una realtà tutta italiana come Salvix offre servizi avanzati sulla “nuvola” per le grandi aziende, ma anche per le micro imprese che popolano il nostro Paese

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Matteo RanziNegli anni ’80 scopre la sua passione per la pubblicità e sogna di avere da grande un’agenzia propria. Mette quel sogno nel cassetto. Negli anni ’90 Università, snow-board e vendita di auto per passione. Ad ottobre del 2000 arriva la laurea in Bocconi. Specializzazione Marketing. Viene chiamato in Ingram Micro. In 3 anni diventa Business Manager. La sua passione lo porta alla guida del Marketing Communication e poi del Trade Marketing. Una sera di Marzo del 2009 riapre il cassetto chiuso negli anni ’80 e ritrova il suo sogno. Riascoltando il famoso discorso di Steve Jobs, capisce che è arrivato il momento di dare sfogo al suo lato foolish e hungry.Fonda Mille Ottani, l’agenzia marketing di cui è titolare. Fa della sua passione una professione e si lancia nella nuova avventura. Ogni giorno le sue ri� essioni sul marketing vengono seguite nei social network da oltre 3.000 marketeers.

IL TUO MAL DI SCHIENA È CAUSATO DAI CLIENTI NOMOFOBICI

MR

KT

NG

SID

E

È in arrivo un forte mal di schiena per numerose imprese

italiane. Forse anche per la tua. Non è un malanno di stagione proveniente da qualche Paese tropicale. È un sintomo dovuto alla tecnologia mobile che ormai dilaga senza tregua nella vita professionale e personale degli italiani. Secondo il Rapporto Eurispes 2012, il 47% degli italiani possiede almeno uno smartphone. In particolare, il 25,4% di loro ne ha uno, il 14,5% ne possiede 2, il 5% ne gestisce 3 e il 2,1% ne ha acquistati 4. Non si tratta di un telefono cellulare evoluto, ma di una sorta di “coltellino svizzero mobile” che, oltre a essere utilizzato per telefonare (funzione ormai divenuta secondaria), viene impiegato per un numero elevato di altre attività. Lo smartphone rappresenta un’estensione fi sica del nostro corpo e, come tale, crea delle nuove fobie. Secondo un recente studio britannico, il 66% della popolazione del Regno Unito soffre infatti di nomofobia: la paura di smarrire il proprio mobile device. Lo studio indica anche che

È

TH

E

gli intervistati arrivano a controllare fi no a 34 volte al giorno di non avere perso il loro apparecchio. Risulta chiaro quindi come lo smartphone sia ormai parte integrante della vita e delle attività delle persone e quindi… pure dei tuoi clienti attuali e potenziali. Il 70% di loro, con

il proprio device, naviga in Internet e dedica sempre più ore alla settimana a questa attività. Entro pochi anni – alcune previsioni parlano del 2014 – smartphone e tablet prenderanno il sopravvento su pc e notebook e la navigazione in Rete avverrà

nella maggior parte dei casi via mobile. Questo

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75

RIS

OR

SE

signifi ca che la tua azienda ha un “nuovo” fortissimo punto di contatto costante con il suo target. Per questo bisogna adeguare la propria attività comunicativa e di relazione con il cliente alle nuove soluzioni tecnologiche. L’avvicinamento delle imprese al mobile, tramite azioni di marketing, può avvenire per gradi. La App non è il primo passo da compiere e non è necessario che tutte le aziende ne siano dotate. La prima cosa da fare per forza è una… Chi non la fa, sicuramente accuserà un mal di schiena dovuto alla perdita di un numero consistente di preziosi clienti potenziali, una risorsa vitale per poter sopravvivere in un mercato in contrazione come quello attuale. Ma di che si tratta? Di rendere il sito Web dell’azienda “responsive” per i dispositivi mobile.Oggi oltre il 90% dei siti Internet non è ancora compatibile con tablet e smartphone. Il tuo Web site probabilmente appartiene a questa percentuale. Questo signifi ca che chi arriva sul tuo sito con uno smartphone, nel migliore dei casi, ha un’esperienza di navigazione pessima. Non riesce a visualizzare bene le pagine, a leggere i testi, a raggiungere le sezioni che gli interessano e nemmeno a vedere dove sei e come contattarti. Il visitatore di un sito, nei primi otto secondi decide se rimanere o meno. Cosa pensi che sceglieranno di fare i clienti potenziali che raggiungono il tuo sito

via mobile e non riescono a vederlo?Come ogni malanno, anche questo mal di schiena da tecnologia è curabile. Lo è, nella maggior parte dei casi, facilmente. Una prima soluzione è dotarsi di una versione minimalista del proprio sito – un vero e proprio mobile Web site parallelo a quello uffi ciale – con testi brevissimi, solo informazioni utili a chi è in movimento e call to action chiare e immediate come il “click to call”. Tramite un semplice redirect automatico, chi raggiunge il vostro sito attraverso uno smartphone o un tablet, visualizzerà direttamente la versione mobile. Chi utilizza un pc continuerà invece a vedere la versione “terrestre”. Si tratta di una scelta minimalista ma effi cace, che comporta un investimento annuo minimo e non richiede particolari competenze tecniche. Se invece il sito aziendale è complesso e si vogliono mostrare tutti i contenuti anche ai mobile surfer, è bene ricorrere a un programmatore specializzato in siti Web mobile. L’investimento sarà

mediamente consistente, ma la personalizzazione giustifi ca l’esborso. La soluzione “mobile responsive” standard – immediatamente disponibile e spesso gratuita – è quella che personalmente caldeggio, per averla sperimentata con successo negli ultimi mesi, ed è valida per la maggior parte delle imprese che hanno dei siti con una struttura e delle funzionalità non eccessivamente complesse. Per esempio si può ricreare il sito con un Cms gratuito ed effi cace come WordPress, scegliendo tra i numerosi lay-out “mobile responsive” disponibili. Questa scelta prevede un investimento non elevato, dipende comunque dalla Web Agency e dota l’impresa di una soluzione effi cacissima. Con qualsiasi device si raggiunga il Web è possibile una visione ottimale in quanto il sito si auto-adatta direttamente rendendo la navigazione ottimale in qualsiasi situazione. Poi, come sempre, è possibile tenersi il mal di schiena, convinti che tanto, prima o poi passerà da solo. Una scelta ottimistica legata alla speranza. Però, si sa, che chi vive sperando…

http://www.hyerasoftware.com/Un esempio concreto di un recente sito “mobile responsive”, mediamente articolato e creato su base WordPress.

http://paperprint.it/Ecco un secondo esempio di sito “mobile responsive”, molto semplice e pensato per una tipogra� a.

http://slidesha.re/wd9lQhUna veloce presentazione sulla necessità di un sito Web “mobile responsive” per la propria azienda.

Un sito ottimizzato per i dispositivi mobile,

visualizzato su tablet

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Il|cloudche|parla|ItalIano

Fhoster,|Il|Futuro|dello svIluppo|è|tra|le|nuvole

«Noi abbiamo fatto una scelta preci-sa – spiega Simone Angeli, ammini-stratore delegato di Nexin –. I nostri servizi sono a disposizione solo dei

dealer, non andiamo direttamente dal cliente e questo lo garantiamo contrattualmente. Questa è la prima garanzia che diamo agli operatori del settore, e non solo. Siamo così convinti della for-za della nostra offerta che li supportiamo nel rea-lizzare dei progetti pilota. Il 90% di tali progetti si trasforma poi in contratti a lungo termine». Nexin mette anche a disposizione un help desk efficien-

E chi lo ha detto che al canale italia-no non piacciono le nuvole? Da qualche

mese a questa parte è infatti un continuo fiorire di nuove so-cietà, di forme e dimensioni di-verse, tutte però accomunate da una chiarezza di idee molto

«N

E

Simone Angeli, amministratore

delegato di Nexin

In esclusiva per Digitalic,

collegandovi a questo QR code

avrete la possibilità di vedere e

ascoltare la voce e le emozioni di

Antonio Leonforte nel corso di una

recente tappa di Smau Business

Il cloud italiano è vivo. Le aziende si fidano degli operatori locali e alcune incontrano già il successo sulle nuvole. Il segreto è non scavalcare i rivenditori Francesco Marino

te che risponde al telefono per qualsiasi esigen-za: con dei vendor internazionali sarebbe impos-sibile avere una persona a disposizione per chia-rire dubbi e risolvere problemi. Il cloud ha diver-se sfaccettature, ma quali sono quelle più adatte alle aziende italiane? «Se parliamo di Software-as-a-Service – prosegue Angeli – questa tipologia di servizi si adatta molto bene alle piccole impre-se; guardando invece alla virtualizzazione dell’in-frastruttura, le società che più ne comprendono i benefici sono le medie aziende».Il cloud è spesso visto come un temibile concor-rente da parte dei rivenditori, che pensano di es-sere scavalcati dalle offerte dirette dei grandi operatori; ma per Angeli non è così: «L’imprendi-tore, soprattutto quello italiano, sceglie le soluzio-ni che vengono consigliate dal suo fiduciario, che poi è il rivenditore che lo segue da anni sul ter-ritorio. Solo il canale indiretto può portare le im-prese sul cloud». E i margini? «Sono ottimi – con-clude Angeli –. Gran parte dei dealer basa il suo business sulla vendita di hardware, a bassissimo margine; il cloud invece è un servizio, con tutto ciò che ne consegue anche in termini di margi-nalità e trattativa. Sui server o sui pc il confronto sul prezzo è istantaneo e si rischia di giocarsi una trattativa importante per qualche euro».

ATTUALITA’

dati – ci racconta in esclusi-va Antonio Leonforte, Ceo di Fhoster –. La nostra azienda propone a tutte queste realtà un’innovativa tecnologia cloud, agile e conveniente, per conso-lidare rapidamente i dati azien-dali attualmente sparsi su deci-ne di spreadsheet, metterli in sicurezza in un database rela-zionale integrato e condivider-li sul Web nel rispetto di sofi-sticati vincoli di integrità e di ri-servatezza. La piattaforma Li-vebase – continua il manager – elimina la necessità di svilup-pare manualmente il codice, offrendo tutti i vantaggi di un vero e proprio “CMS per dati strutturati” configurabile in po-che ore, capace di importare i dati esistenti, facilmente esten-dibile, integrabile con l’esterno via API e interrogabile da MS Excel via Web Query».

Generano applicazioni tattiche di business basate sul cloud, il che significache sviluppano e forniscono ai clienti soluzioni applicative in modalità Platform as a service… Un modello innovativo, efficace, flessibile, sul quale una realtàtutta italiana come Fhoster sta costruendo il suo successo Marco Lorusso

evidente e che, proprio intor-no al cloud, si stanno ritaglian-do un importante spazio di bu-siness ad alto valore. Tra que-ste un posto di tutto rispetto occupa la romana Fhoster che ha debuttato da pochissimo sul mercato anche grazie allo spa-zio che storicamente Smau de-

dica nelle sue tappe sul terri-torio proprio alle start up. Un debutto arrivato però dopo un lungo periodo di sviluppo e co-struzione di una piattaforma davvero stupefacente. «Molte piccole e medie imprese, ma anche dipartimenti di grandi organizzazioni, utilizzano spes-so semplici fogli di calcolo per memorizzare dati che sfuggo-no al classico soft ware gestio-nale, con gravi rischi per l’inte-grità e la riservatezza di quei

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ENTERASYS|NETWORK,UNA|GUIDA|PER|IL|“BRING|OWN|YOUR|DEVICE”

QUANDO|L’ANTIVIRUS|È|“TRASPARENTE”L’obiettivo? Il più semplice e il più desiderato: dare all’utente ciò che

vuole, eliminando roboanti fun-zionalità inutili e garantendo tut-to il necessario per navigare in Internet o scaricare la posta in tutta tranquillità. Il prodot-to, certifi cato da AV-TEST, IC-SA, Virus Bulletin e West Coast Lab, in questa versione 2012 presenta soprattutto cinque novità, pensate su misura per l’utente fi nale: installazione più semplice in soli tre clic, mag-giore facilità d’utilizzo (dal neo-fi ta all’esperto), rilevazione più

Il fenomeno del mo-bile “ovunque e co-munque” non è mai stato così al

centro delle strategie di ven-dor e operatori di mercato co-me nell’ultimo periodo. Anche Enterasys Network ha messo la sua personalissima fi rma in questo strategico settore alzan-do il sipario su Enterasys Mo-bile IAM (Identity Access Mana-ger), la componente fondamen-tale dell’architettura OneFabric Security lanciata lo scorso an-

L’

I

Sconfi ggere virus, worm, spyware, trojan, bot, rootkit e ogni altro nemico del nostro pc senza subire rallentamenti nelle prestazioni della macchina. È questa la promessa di GFI Vipre Antivirus 2012, ultimo arrivato di casa GFI sul mercato consumer Biagio Picardi

ATTUALITA’

territory manager North Italy di Enterasys Network – l’ambiente Byod è oggi una tendenza irre-versibile per le aziende ed è giu-sto pensare a eliminare tutti i ri-schi di accesso non autorizzato ai dati di business». In questo contesto si inserisce Enterasys Mobile IAM, un’architettura dall’utilizzo semplice, senza ri-chiesta di personale tecnico de-dicato e implementabile su tut-ti i sistemi operativi attualmen-te in uso. Fa la differenza per-ché è una soluzione unica per la gestione di apparati aziendali e personali; dà accesso veloce al-la rete, ma limitato a eventuali ospiti del network aziendale; in-fi ne la funzione di Auto Discove-ry verifi ca in automatico l’uten-te, la posizione e il device uti-lizzato, profi lando nel caso an-che il tipo di dispositivo (tablet, smartphone, ecc.).

Chiuso con un segno positivo (+6% rispetto all’anno precedente) il bilancio 2011, Enterasys Network rilancia il suo focus sul mondo della protezione in ambito mobile Sara Fevola

no. L’innovativa tecnologia, la fa-cilità di utilizzo e il prezzo com-petitivo rendono i device mobi-li strumenti alla portata di tutti – dall’utente comune al mana-ger – e inseriti in ogni contesto lavorativo. Pensare alla sicurez-

za e alla tracciabilità dei dati in entrata e in uscita sui dispositi-vi personali in uso da ogni uten-te in azienda è pertanto un pro-blema da affrontare e che pre-tende delle decisioni. «Ecco per-ché – ci spiega Matteo Baroni,

potente, scansione più veloce e assistenza da remoto. Inoltre tutti gli utenti che acquisteran-no una licenza Vipre riceveran-no gratuitamente gli aggiorna-menti sulle minacce più recen-ti e i vari upgrade. Tre le licen-sing disponibili sul mercato, a seconda delle differenti esigen-ze. “Pc Lifetime” è la prima e difende un pc per tutta la vita. Poi c’è “Home Site License”, l’in-novativo pacchetto pensato ap-posta per la famiglia tecnologi-ca: protegge tutte le macchine di casa, fi no a un massimo di dieci. Conclude l’offerta “1 an-no 1 Pc”. Insomma, il nuovo Vi-

pre antivirus vuole essere pra-tico e “trasparente”, cucito su misura addosso all’utente, an-che al meno esperto. Peccato che non giri pure sui Mac…

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BLOGURU

Francesco Marino

“HO SEMPRE AMATO LA NATURA

E GLI ANIMALI: PER QUESTO SOGNAVO

DI ANDARE IN AUSTRALIA PER

CURARE I KOALA, OPPURE DIVENTARE

VETERINARIO IN ITALIA.

NON MALE, EH?!”IRENE COLZI

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H

Nome: Irene

Cognome: Colzi

Età: 24

Difetto: perfezionista

Pregio: paziente

L’ultimo libro letto: Il diavolo vola a NY

Film preferito: ne ho decine, amo i film!

Cantante preferito: Madonna

Cosa non sopporti: le persone che non si impegnano

Quali consigli daresti a chi vuole aprire un proprio blog? Consiglierei di metterci tanta passione, impegno, dedizione e in primis farlo divertendosi!

Internet ti ha cambiato la vita allora? Assolutamente sì, è il mio lavoro adesso!

Quali sono state le scelte più importanti nella tua carriera? Rifiutare alcune strade per intraprenderne altre!

Cosa ti rende più orgogliosa, ripensando a quello che hai fatto? Essere riuscita a costruire tutto da sola.

oppure diventare veterinario in Italia. Non male, eh?!

Quali sono i motivi che ti hanno portato sulla strada attuale?Ho iniziato a scrivere sul mio blog nell’ottobre del 2009 con lo scopo di condividere la mia passione per la moda con persone con i miei stessi interessi, tramite un mezzo, il blog appunto, la cui realtà era per me davvero interessante dopo qualche mese di following di alcuni blog stranieri e italiani. Nato per caso durante gli ultimi mesi di università come semplice passatempo, è diventato il mezzo che mi ha rivoluzionato letteralmente la vita…

Adesso quali obiettivi hai con il blog?Di continuare così, con passione e divertendomi!

Come lo hai pubblicizzato? Si è pubblicizzato da solo, immagino, grazie alle prime collaborazioni.

Quando hai capito che il tuo blog aveva avuto successo? Quando ho cominciato a lavorare con esso.

Ha uno stile unico, che si vede in ogni foto, in ogni scelta. Ha

trovato la sua strada nella moda e nel lavoro. Internet è stata la scintilla che le ha cambiato la vita, oggi il suo blog è anche la sua professione a tempo pieno: un successo esplosivo che ha proiettato Irene Colzi nel gotha delle Fashion Blogger. Fiorentina, 24 anni, una laurea in economia e commercio, ha fondato il suo “Irene’s Closet” (http://www.ireneccloset.com) nel 2009 con l’obiettivo di condividere la sua passione con altre persone. Ha seguito i siti di maggior successo in Italia e all’estero e alla fine è nato il suo blog, con uno stile unico. Anche perché è tutto farina del suo sacco, dalla scelta degli abiti (famosi i suoi outfit eleganti e low cost) alle foto, che sono scattate dal fidanzato o dal fratello.

Cosa sognavi di diventare da ragazzina?Ho sempre amato la natura e gli animali: per questo sognavo di andare in Australia per curare i koala,

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#FF

Per giorni non si è parlato d’altro: Microsoft ha chiamato a raccolta a Los Angeles esperti e giornalisti per un grande annuncio. Collegandovi a

questo QR code potrete ora toccare con mano l’oggetto di tanta curiosità: la s� da di Microsoft al mondo dei tablet

E alla fi ne arriva Microsoft. Dunque è proprio

un tablet l’oggetto dell’attesissimo annuncio californiano di casa Redmond. «Come con il mouse per Windows 1 – ha raccontato con il suo solito piglio il Ceo Steve Ballmer a Los Angeles davanti a pochi giornalisti selezionati – volevamo regalare a Windows 8 il suo hardware su misura…».I presenti parlano di un dispiegamento di forze e di security senza precedenti per il media event durante il quale Microsoft ha fi nalmente alzato il sipario sul suo clamoroso guanto di sfi da al mondo tablet: Surface, un nuovo device interamente “brandizzato” Microsoft.Come nel caso di Windows 8, presentato come la nuova dimensione dei sistemi operativi, l’obiettivo di Surface è quello di “reimagining the tablet”.Ma veniamo agli attesissimi dettagli: Surface è disegnato per lavorare sia come tablet sia come pc ed è disponibile sia con

una versione di Windows RT sia con una versione di Windows 8 Pro. Super-sottile, il tablet è spesso solo 9,3 mm nella versione Windows RT e 13,5 mm per quella Pro. Entrambe hanno una dotazione completa di porte USB, cosa insolita per tutti gli altri tablet sul mercato. Presente anche una porta Micro SD sul retro della versione RT e una porta a Micro SDXC

nella versione Pro. Surface ha uno schermo da 10,6 pollici 16:9 widescreen HD. Colpisce la cover touch – molto in stile Apple – che protegge il device e lo trasforma all’occorrenza in pc. La cover da 3 mm è infatti anche una tastiera completa e funzionale,

con un built-in trackpad. Surface con Windows RT sarà disponibile in versioni 32 Gb e 64 Gb, mentre il modello con Windows 8 Pro arriverà a 64 Gb e 128 Gb. Ancora nessun dettaglio sul prezzo, ma sarà – secondo i manager di Redmond – molto competitivo. Avanti tutta con l’arena dei tablet dunque… e fuori i secondi!

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USCITA|DI|SERVIZIO…

Non è questione di essere forzatamente ottimisti… di questi tempi sarebbe

davvero sciocco e chi scrive non è certo iscritto al partito degli entusiasti a prescindere. Ma, pur nel mezzo di un mare tumultuoso,

negli ultimi tempi sembrano arrivare importanti segnali di un certo dinamismo da parte degli operatori di canale e di una feroce voglia di affrontare il mercato

trovando la migliore via di uscita dalla situazione creatasi. Di esempi ne potremmo citare molti, ma uno su tutti fa scuola: parliamo della ricerca realizzata da Achab e

pubblicata in esclusiva da Digitalic (pag. 22-26), su un campione di circa 70 rivenditori che si sono affacciati sul mondo dei servizi gestiti e stanno per fare, o l’hanno già fatto, il salto verso i “service provider”. La ricerca può strappare più di un sorriso in chi la legge e in chi su questo mercato intende muoversi. Non si tratta di un semplice questionario

sulle preferenze politiche o alimentari di un individuo o di una azienda; qui Achab ha deciso di andare a toccare quella che per molti italiani è la carne viva, il nervo scoperto, un tabù da riservare a pochi intimi: il prezzo. Provate a telefonare a una catena o a un negozio retail chiedendo il prezzo di un prodotto o di una soluzione… Nel caso di Achab la risposta è stata numerosa e ricca di dettagli sul listino applicato alle singole tipologie

di servizio offerto. Curioso davvero in un Paese che fatica a fare sistema, squadra, gruppo… La seconda notazione riguarda gli scenari apocalittici che l’esplosione di cloud e affi ni aveva scatenato nell’immaginario e negli incubi di molti.

Come spesso abbiamo scritto, non sappiamo esattamente se e quante trasformazioni proprio il cloud imporrà alla fi liera IT, ma sappiamo che – viste simili ricerche – risulta evidente come

lo stesso canale indiretto si sia da tempo rimboccato le maniche e abbia anche capito che proprio le nuvole e i servizi in outsourcing possono essere importanti leve di business.

Ultimo sorriso è quello che arriva dalla grande forbice (vedi i server) che separa i livelli di

prezzo evidenziati. Una forbice che ci racconta di un mercato pionieristico, fortemente

aperto alla creatività e alle iniziative anche personali, legate alla capacità o meno di

vestire di valore determinati servizi. Niente standard dunque; spazio alla libera interpretazione e alla creatività: in questo

dovremmo essere forti, no?

Non è questione di essere forzatamente ottimisti… di questi tempi sarebbe

davvero sciocco e chi scrive non è certo iscritto al partito degli entusiasti a prescindere. Ma, pur nel mezzo di un mare tumultuoso,

negli ultimi tempi sembrano arrivare importanti segnali di un certo dinamismo da parte degli operatori di canale e di una feroce voglia di affrontare il mercato

trovando la migliore via di uscita dalla situazione creatasi. Di esempi ne potremmo citare molti, ma uno su tutti fa scuola: parliamo della ricerca realizzata da Achab e

pubblicata in esclusiva da Digitalic (pag. 22-26), su un campione di circa 70 rivenditori Digitalic (pag. 22-26), su un campione di circa 70 rivenditori Digitalicche si sono affacciati sul mondo dei servizi gestiti e stanno per fare, o l’hanno già fatto, il salto verso i “service provider”. La ricerca può strappare più di un sorriso in chi la legge e in chi su questo mercato intende muoversi. Non si tratta di un semplice questionario

sulle preferenze politiche o alimentari di un individuo o di una azienda; qui Achab ha deciso di andare a toccare quella che per molti italiani è la carne viva, il nervo scoperto, un tabù da riservare a pochi intimi: il prezzo. Provate a telefonare a una catena o a un negozio retail chiedendo il prezzo di un prodotto o di una soluzione… Nel caso di Achab la risposta è stata numerosa e ricca di dettagli sul listino applicato alle singole tipologie

di servizio offerto. Curioso davvero in un Paese che fatica a fare sistema, squadra, gruppo… La seconda notazione riguarda gli scenari apocalittici che l’esplosione di cloud e affi ni aveva scatenato nell’immaginario e negli incubi di molti.

Come spesso abbiamo scritto, non sappiamo esattamente se e quante trasformazioni proprio il cloud imporrà alla fi liera IT, ma sappiamo che – viste simili ricerche – risulta evidente come

lo stesso canale indiretto si sia da tempo rimboccato le maniche e abbia anche capito che proprio le nuvole e i servizi in outsourcing possono essere importanti leve di business.

Ultimo sorriso è quello che arriva dalla grande forbice (vedi i server) che separa i livelli di

prezzo evidenziati. Una forbice che ci racconta di un mercato pionieristico, fortemente

aperto alla creatività e alle iniziative anche personali, legate alla capacità o meno di

vestire di valore determinati servizi. Niente standard dunque; spazio alla libera interpretazione e alla creatività: in questo

dovremmo essere forti, no?

Marco Lorusso

Caporedattore Digitalic

[email protected]

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Page 85: Digitalic n.8 - Tecnologia Liquida

ata nel 1978 come piccola tipogra-fia artigiana, nel corso degli anni Tec-nostampa si specializza nella produ-zione di stampe ad alta definizione, orientando la sua attenzione a tut-ti quei materiali plastici che le nuove tecnologie propongono come alter-nativa alla carta.

Tecnologie in grado di interpretare le esigenze di un mercato in continua evoluzione e talvolta di anticiparle, che consentono ben presto all’azien-da di affermarsi come leader di un settore ancora poco conosciuto.

Sfruttando le straordinarie poten-zialità della stampa offset UV ad alta definizione, Tecnostampa offre oggi alla sua clientela una rete completa di soluzioni creative per la comunica-zione: adesivi, vetrofanie (elettrosta-tici e non), mouse pad, tappetini ren-diresto, etichette in raso, etichette bagaglio per tour operator e molto altro ancora. Idee originali e perso-nalizzate, pensate per dar forma a progetti innovativi e di sicuro impat-to, perfetti per andare incontro al-le esigenze pubblicitarie dell’azienda moderna.

Siamo in grado di offrirvi un servizio di stampa rapido, completo e mo-derno, che soddisfa tutte le esigen-ze di progettazione, stampa, verni-ciatura UV e confezione, dai piccoli quantitativi in poi.

Contattaci direttamente per avere informazioni più dettagliate su pre-ventivi, stampa conto terzi e spedi-zione in tutta Italia.

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Tel. 011 29.04.69 Fax. 011 22.11.710

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