Heos.it n. 536 ven 25 ott 13

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Abbonamento annuale 17,00 ISSN 1720 - 366X Copia Free AUSTRALIA USTRALIA USTRALIA, , , L' ORO ORO ORO CRESCE CRESCE CRESCESULLE SULLE SULLE FOGLIE FOGLIE FOGLIE DEGLI DEGLI DEGLI ALBERI ALBERI ALBERI ANTARTIDE NTARTIDE NTARTIDE, , , RIAPRE RIAPRE RIAPRE LA LA LA BASE BASE BASE ITALIANA ITALIANA ITALIANA “Z “Z “ZUCCHELLI UCCHELLI UCCHELLI LA SFILATA SFILATA SFILATA SOLARE SOLARE SOLAREPER PER PER LE LE LE VIE VIE VIE DI DI DI A A ADELAIDE DELAIDE DELAIDE .it .it .it Anno XII n. 536 Venerdì 25 Ottobre 2013 Settimanale in pdf www.heos.it

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Heos.it n. 536 ven. 18 ott. 13 di Heos.it Settimanale pdf 22 pag Heos.it settimanale di scienze e cultura in formato pdf copia demo 8 di 22 pagine Si riceve in abbonamento € 17,00 all'anno Vedi http://www.heos.it/ABBON/INFOABB.HTM

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In copertina, un gigantesco albero di eucalipto australiano

HHHEOS.itEOS.itEOS.it Settimanale di scienze politica cultura Direttore responsabile Umberto Pivatello Aut. Tr. Verona n°1258 -7 Marzo 1997 Roc n. 16281 Heos Editrice Sede Amministrativa Redazione Via Muselle,n. 940 - 37050 Isola Rizza - Vr (It) Tel +fax +39-045-6970187 339-2965817 E-mail [email protected] Abbonamento annuale Ordinario euro 17,00 Sostenitore euro 80,00 Coordinate postali. Conto corrente postale n. 000020148482 Dall’estero: IT 60 Cin J Abi 07601 Cab 11700 c.c postale n. 000020148482 Dall’estero, codice BIC: BPPIITRRXXX Coordinate bancarie. iban. IT91 Cin Q Abi 05188 Cab 59630 c.c n. 000000002606 Banca Popolare di Verona filiale di Oppeano (Vr) Tiratura 8.203 copie spedite via e-mail www.heos.it

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Sommario

PRIMO PIANO

3 LA FUSIONE NUCLEARE ORA È PIÙ VICINA

ATTUALITÀ

4 5

AUSTRALIA, L'ORO “CRESCE” SULLE FOGLIE DEGLI ALBERI SOS, SALVARE IL RINOCERONTE AFRICANO

AMBIENTE

6 7

IL BAMBÙ RISCOPERTO PER TRATTARE LE ACQUE “GRIGIE” ANTARTIDE. RIAPRE LA BASE ITALIANA “ZUCCHELLI”

TECNOLOGIA

8 10 11

LA SFILATA “SOLARE” PER LE VIE DI ADELAIDE SOLUZIONI INTELLIGENTI PER MIGLIORARE LA GESTIONE TEMPO E RISORSE UN “CERCA-TELEFONINO” RENDERÀ I SOCCORSI PIÙ VELOCI E PRECISI

SCIENZE

12 13

REALIZZATO UN NUOVO VACCINO ANTICANCRO A LARGO SPETTRO IL MAR ROSSO È UN OCEANO “BAMBINO”

SPAZIO

14 15

“SHAPLEY”, IL GIGANTE COSMICO FORMATO DA 8.000 GALASSIE LA COMETA ISON IN RAPIDO AVVICINAMENTO

SALUTE

16 17

SCOPERTI BIOMARCATORI CHE PREDICONO L'ELIMINAZIONE DEL VIRUS EPATITE C EUROFIR, LE RICETTE D’ EUROPA IN CASSAFORTE

FOCUS

18 RECUPERARE ENERGIA DAI GAS DI SCARICO PER MOTORI TERMICI PIÙ EFFICIENTI E “GREEN”

WEEKEND

20 CURON VENOSTA, IN “NOME DEL PROGRESSO” IL CAMPANILE SPUNTA DAL LAGO RESIA

CULTURA

22 “UNA NUOVA COSCIENZA PER UNA NUOVA ETICA”

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PRIMO PIANO

S tati Uniti e Francia sul  filo di  lana nel  riprodurre  la  fusione nucleare, la reazione che avviene nelle stelle. Il giorno in cui sarà prodotta  in  laboratorio    la  fusione  fornirebbe energia illimitata a  tutto  il pianeta, poiché  i  carburanti  che utilizza 

sono atomi leggeri, come l’idrogeno, e non atomi pesanti e radioatti‐vi come l’uranio e il plutonio necessari per la fissione nucleare.  NEGLI STATI UNITI C’È  IL NIF (National Ignition Facility), che contiene il più  grande  laser mai  costruito.  Sono 192  raggi  laser  concentrati  su pochi atomi di deuterio  (un  isotopo dell’idrogeno). Alcuni giorni  fa, per  la prima volta,  la  reazione ha prodotto più energia di quanta  il deuterio ne abbia assorbita. Non si tratta, però, ancora, di una vera e propria «accensione» del motore delle stelle, in quanto le inefficien‐ze del sistema fanno sì che molta energia si disperda durante  il cari‐camento  dei  laser  (il macchinario,  dal  costo  di  3,5 mld  di  dollari  è grande quanto tre campi da calcio), quindi la quantità totale di ener‐gia richiesta resta ancora superiore a quella prodotta.  IN  FRANCIA,  CHRISTINE  LABAUNE,  direttrice  delle  ricerche  in  corso  al  Cnrs del Politecnico di Palaiseau,  anziché puntare sulla potenza pura, fa affidamento    sulla «puntualità» di due diversi  laser: uno crea un plasma di nuclei di boro, che dura circa un miliardesimo di secondo prima di decadere; l’altro ha invece genera un raggio di protoni della durata  di  un  triliardesimo  di  secondo:  calibrando  il  timing,  è  stato possibile  far  schiantare  i  protoni  contro  il  plasma  di  nuclei  di  boro innescando  una  fusione  del  boro  capace  di  produrre  quantità d’energia dieci volte superiori agli esperimenti precedenti.  Non solo la reazione innescata non rilascia neutroni veloci – che sono radioat‐tivi come avviene al Nif  ‐ ma innocue particelle di boro. (Red) 

ESPERIMENTI IN FRANCIA E IN USA LA FUSIONE NUCLEARE ORA È PIÙ VICINA

3 - n. 536 | Venerdì 25 Ottobre 2013 www.heos.it

QUEL PATTO TRA BORBONE E SAVOIA   E altri saggi di storia virtuale di Sergio Romano Corriere della Sera  settembre 2013 EBook, Settembre 2013 Prezzo da: € 1.79   

La storia non è mai davvero passata. Deter‐mina ogni giorno il nostro presente. E se fosse andata diversamente? Un grande storico rac‐conta tre intriganti “passati alternativi”.   

C he cosa sarebbe accaduto se non ci fosse stata una rivoluzione america‐na? Se la Gran Bretagna, nell’agosto del 1914, si fosse astenuta 

dall’intervenire nel conflitto? Se la Germania avesse invaso la Gran Bretagna nel maggio del 1940? Se il Terzo Reich avesse sconfitto l’Unione Sovietica? Se Kennedy non fosse sta‐to assassinato?  La storia, ricorda Sergio Romano, in questo 

saggio «non è lineare, progressiva, razionale. È soltanto umana, vale a dire una combinazio‐ne di fattori contraddittori da cui emergono risultati effimeri, diversi dall’obiettivo perse‐guito, sempre peggiori o migliori delle inten‐zioni nobili o ignobili dei suoi protagonisti».   ECCO PERCHÉ NON È SCONVENIENTE che gli storici 

si divertano a giocare con il passato per rein‐ventarlo a loro piacimento. Come hanno fatto Chesterton, Belloc e Churchill in passato. E come fa magistralmente Romano nei tre epi‐sodi di storia virtuale qui raccolti: una svolta imprevista nella storia dell’unità italiana nel 1861, la grande vittoria della Russia sul Giap‐pone a Tsushima nel 1905 e quella franco‐americana contro il generale nord‐vietnamita Giap a Dien Bien Phu nel 1954.  L'autore. Sergio Romano è stato Ambascia‐

tore a Mosca fino alle sue dimissioni dalla carriera diplomatica, nel marzo 1989. Ha inse‐gnato in alcune università, fra cui Harvard, Bocconi, Pavia. È editorialista del Corriere del‐la Sera.  Fra i suoi ultimi libri, apparsi presso Longanesi: Con gli occhi dell’Islam del 2007, La Chiesa contro, scritto con Beda Romano, del 2011, Morire di democrazia del 2012.  

Marte. Panoramica da “Rocknest” In questa immagine il Mars Rover Curiosity della Nasa mostra il panorama marziano dal sito di 'Rocknest' dove il rover ha raccolto campioni di polvere

Il libro Segnalato    

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LA REPUTAZIONE DEL CORNO  DI RINOCERONTE  Negli  scambi  internazionali,  la  do‐

manda  di  corno  di  rinoceronte  è  in costante  aumento.  In  Asia  è  molto richiesto  in  quanto  si  crede  erronea‐mente che sia una cura per  il cancro e altre malattie. La medicina tradizionale cinese  tra  l’altro  lo  ha  utilizzato  nel corso di millenni. Ma dove  si registra il 

più alto uso del  corno di rinoceronte è il  Vietnam.  Viene  assunto  come  una droga  ricreativa  e  rigenerativa.  I  viet‐namiti  lo  ritengono un afrodisiaco per  migliorare  le  prestazioni  sessuali  ma‐schili.  In Medio oriente  invece  il corno di  rinoceronte  viene  usato  per    fare pugnali ornamentali e altri oggetti per cerimonie. (Red) Info  www.samara.co.za   

RASSEGNA STAMPA. LA VIGNETTE DELLA SETTIMANA

Corriere.it 25 Ottobre Corriere.it 24 Ottobre http://vauro.globalist.it/ http://espresso.repubblica.it/

I l Samara Private Game Reserve si estende  su  70.000  ettari  su  un paesaggio selvaggio  nelle Sneeu‐berg Mountains  nel  versante  o‐

rientale  dell’arida  regione  del  Grande Karoo nell’entroterra del Sud Africa.  In questi  grandi  scenari,  denunciano  i responsabili  del  Samara  Reserve,  la strage di elefanti e rinoceronti sembra non finire mai.   IL BRACCONAGGIO,  PROBLEMA CRESCENTE L'Africa è nel bel mezzo di una grave 

crisi  di  conservazione  a  causa  di  un enorme  aumento  di  bracconaggio  . Ogni 15 minuti un elefante  viene ma‐cellato  e  ogni  9  ore  un  rinoceronte viene ucciso per  tagliare  il  suo  corno. La  situazione  è  ormai  estremamente grave.  Colpisce  non  solo  la  sopravvi‐venza a lungo termine di questi anima‐li, ma anche le comunità che li proteg‐gono.  Quest'anno, si prevede che 900 rino‐

ceronti  saranno uccisi  in  Sud Africa.  Il valore di mercato nero per  il corno di rinoceronte  è  paradossale,  tanto  che, attualmente, vale molto più dell’oro e del platino. 

SUD AFRICA. RISERVA SAMARA

SOS, SALVARE IL RINOCERONTE AFRICANO

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C on  l’apertura  della  base  ita‐liana in Antartide, la Stazione Mario Zucchelli (MZS) situata a Baia Terra Nova, nel Mare 

di Ross, ha preso avvio  il 24 ottobre  la XXIX  campagna  antartica  estiva  2013‐2014, promossa nell’ambito del  PNRA (Programma  Nazionale  di  Ricerche  in Antartide).  Il CNR  (Consiglio Nazionale delle Ricerche) svolge le attività di pro‐grammazione e coordinamento scienti‐fico  delle  attività  di  ricerca,  mentre l'attuazione  delle  spedizioni,  le  azioni tecnico‐logistiche  e  la  responsabilità dell'organizzazione nelle  zone operati‐ve sono affidate all’ENEA  (Agenzia na‐zionale  per  le  nuove  tecnologie, l’energia  e  lo  sviluppo  economico  so‐stenibile).  La  CSNA  (Commissione Scientifica  Nazionale  per  l’Antartide) assicura  la  valutazione  scientifica  dei progetti e propone gli obiettivi  strate‐gici  del  PNRA  al MIUR  (Ministero  per l’Istruzione,  l’Università  e  la  Ricerca) che finanzia la campagna.  L’APERTURA  DELLA  BASE  È  STATA  prece‐

duta dalle operazioni necessarie per  la spedizione dei materiali e per il trasfe‐rimento del personale tecnico e scien‐tifico,  inclusa  l’apertura  dell’Ufficio  di Christchurch  (NZ).  Il  primo  gruppo, arrivato  in  elicottero  a MZS  dopo  un primo  scalo presso  la  base  americana di McMurdo, ha il compito di ripristina‐re l’accesso alla base ed è composto da venti persone tra tecnici e addetti alla logistica.  Le attività  scientifiche avran‐no  inizio con  l’arrivo del primo gruppo di  ricercatori,  previsto  per  la  fine  di ottobre.  Tra  le  azioni  per  il  ripristino dell’operatività di MZS, riveste partico‐lare  importanza  la  realizzazione  della pista su ghiaccio marino (dello spesso‐re di circa 2,5 m) per consentire il sus‐seguirsi degli atterraggi dell’aereo Her‐

cules previsti  fino al 19 novembre. Un gruppo di tecnici  italiani e francesi (12 in  tutto) verrà  trasferito dal 6 novem‐bre  alla  base  italo‐francese  “Concordia” per trascorrere nove mesi in completo  isolamento e dare  il cam‐bio ai cosiddetti “invernanti”. La pros‐sima campagna  invernale a Concordia, sarà  la  nona  edizione,  avrà  inizio  il prossimo 7 febbraio e si concluderà il 6 novembre 2014.  LE  ATTIVITÀ  DI  RICERCA  SARANNO  svolte 

prevalentemente nei campi della biolo‐gia  marina  e  terrestre  presso  MZS, della fisica dell’atmosfera, astrofisica e glaciologia  a  Concordia.  Inoltre  sarà attivo nei mesi di dicembre e gennaio 

2014,  a  una  distanza  di  500  km  dalla base di MZS, un campo  remoto per  la perforazione in ghiaccio che consentirà la  ricostruzione  del  clima  degli  ultimi duemila  anni.  La  Motonave  ITALICA effettuerà  il  rifornimento  della  Stazio‐ne MZS e,  successivamente, una  cam‐pagna di ricerche scientifiche per circa 30 giorni nel Mare di Ross.   LA  RIAPERTURA  DELLA  BASE  è  anche 

l’occasione  per  ricordare,  a  dieci  anni dalla scomparsa, il pioniere delle spedi‐zioni  italiane  in  Antartide Mario  Zuc‐chelli e  l’impegno da  lui profuso per  la buona  riuscita  di  questo  ambizioso progetto italiano. (Red) Info www.cnr.it     Www.enea.it 

AVVIATA LA XXIX CAMPAGNA IN ANTARTIDE  

RIAPRE LA BASE ITALIANA “ZUCCHELLI”

Sopra, la stazione Mario Zucchelli (MZS) in Antartide (credit: fototeca PNRA)

L’ Hercules C130 sulla pista di ghiaccio della stazione italiana MZS

(credit: fototeca PNRA)

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8 - n. 536 | Venerdì 25 Ottobre 2013 www.heos.it

T erminata  la  gara  venerdì po‐meriggio  il World  Solar Chal‐lenge  2013  prevedeva  altri due  eventi  prima  della  sua 

conclusione.  Il primo, nella mattinata di sabato, era una breve sfilata per  le vie di Adelaide fino a raggiungere Hin‐dmarsh Square, la piazza che è un po’ il  quartier  generale  cittadino  della manifestazione.  Lì  viene  eretto  un arco  di  arrivo  celebrativo mentre  co‐me sappiamo  l’end of timing,  il punto in  cui  viene  fermato  il  cronometro, è fuori città.  Insomma Hindmarsh Squa‐re è un  luogo di  festa, con  il  tradizio‐nale bagno  in piscina per  i vincitori a 

cui  magari  si  uniscono  anche  degli equipaggi  che  hanno  conquistato  il podio. Per chi non è arrivato tra  i pri‐mi è comunque un’occasione di  festa e per scattare foto. Dopo essere tran‐sitate sotto  l’arco con  il relativo equi‐paggio, le solar car vengono esposte a beneficio di cittadini e visitatori.   IL  SECONDO  EVENTO, nel pomeriggio di 

domenica, era la cerimonia conclusiva con la premiazione dei team vincitori. Gli  americani  della  Stanford 

University, quarti al  traguardo, hanno conquistato  il David Fewchuk Spirit of the Event Award, un premio intitolato allo  scomparso  Presidente  del  Team Aurora, mentre i belgi di Punch Power‐train  Solar  Team  hanno  ottenuto  il premio relativo all’innovazione tecno‐logica per  il  loro  lavoro sulle batterie. Nella  nostra  categoria,  la  Challenger Class, il terzo posto è stato conquista‐to dagli Olandesi dell’equipaggio Solar Team Twente con  la  loro The Red En‐gine: per loro una media di 79,67 km/h. Al secondo posto i campioni in cari‐ca  della  Tokai  University  che,  dopo essere  arrivati  a  una manciata  di mi‐

nuti  dai  vincitori,  nell’ultima  giornata hanno dovuto rallentare parecchio per arrivare  al  traguardo.  Per  loro  un  di‐stacco finale di tre ore dai primi e una media di 82,43 km/h.   La  vittoria  l’ha  conquistata  un  altro 

team olandese, Nuon Solar Car Team, che con Nuna 7 ha compiuto la traver‐sata in 33 ore a una media di 90 km/h. Per  loro  si  tratta della quarta  vittoria al WSC  e  il  loro  team  manager,  ab‐bracciando  la  coppa  sul  palco,  non  a caso ha detto «Vedo che  i Giapponesi hanno avuto buona cura di te, ma ora finalmente  sei  tornata dove devi  sta‐re».  Successo  olandese  anche  nella Cruiser  Class,  categoria  riservata  alle vetture  con  almeno  due  persone  di equipaggio:  a  vincere  è  stato  il  Solar Team Eindhoven. Infine nell’ Adventu‐re Class, in cui competono veicoli a tre ruote, il successo è andato agli Austra‐liani di Aurora Vehicle Association con una media di 77 km/h.   NOI  DI  ONDA  SOLARE  CON  EMILIA3  ci 

siamo  piazzati  decimi  con  una media di 61,92 km/h, ultimo team a chilome‐traggio  pieno. Negli  ultimi  due  giorni di  gara,  le  notizie  confuse  che s’inseguono  lungo  un  percorso  in  cui spesso manca  il  segnale  telefonico  ci davano  in  lotta per  la nona posizione con la University of Michigan: purtrop‐po non è  stato  così e gli americani  ci hanno preceduti di due ore e mezza. Dietro di noi i team che hanno traina‐to  la  propria  solar  car  e  per  i  quali, quindi,  la  classifica  non  è  più  stilata secondo  il  tempo  impiegato a  finire  il percorso  bensì  in  base  ai  chilometri percorsi con  l’energia solare. Tra que‐sti primeggiano gli Australiani di UWS Solar  Car  seguiti  dai  Giapponesi  del team Kanazawa. (fine) [Puntate  precedenti  Dal  n.  530  al  n.  536 info  www.ondasolare.com] 

CLASSIFICHE E CURIOSITÀ. HANNO VINTO PER LA QUARTA VOLTA GLI OLANDESI DI “NUNA 7” ALLA MEDIA DI 90 KM/H

LA SFILATA “SOLARE” PER LE VIE DI ADELAIDE

TECNOLOGIA

EMILIA3, L’UNICA AUTO SOLARE ITALIANA IN GARA SI È CLASSIFICATA AL DECIMO POSTO

DOPO UNA CORSA DI 3.000 KM DA DARWIN A ADELAIDE

CHE SI È TENUTA DAL6 AL 13 OTTOBRE

VII puntata CONCLUSO IL WORLD SOLAR CHALLENGE D’AUSTRALIA 2013

di FILIPPO RONCHETTI (DALL’Australia)

A sinistra, Hindmarsh Square ad Adelaide, la piazza che è diventata il quartier generale della corsa

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fanzia, destinato  a diventare  il quarto del pianeta». Ligi è tra i ricercatori che hanno  preso  parte  alla  spedizione  I‐smar‐Cnr  intrapresa nel 2005  a bordo della nave Urania. I rilevamenti scienti‐fici  si  sono  concentrati nel Mar Rosso centrale, nello studio dei bacini Thetis e  Nereus.  Bacini  che  presentano  un fondale  con  rocce  basaltiche  di  tipo oceanico,  testimonianza  del  processo in  atto  di  frammentazione  del  blocco continentale e di progressiva transizio‐ne da  un rift (una frattura) di tipo con‐tinentale a uno oceanico.  I  FENOMENI  CICLICI  DI  “APERTURA”  e 

“chiusura” dei bacini oceanici coprono mediamente un arco temporale di cir‐ca 500 milioni di anni e  la  formazione 

P resentati i risultati della cam‐pagna  di  rilievi  condotta  nel Mar  Rosso  da  un  team  di ricercatori  dell’Istituto  di 

scienze marine (Ismar) del Cnr di Bolo‐gna al “Geoitalia 2013” IX forum italia‐no dedicato alle geoscienze, organizza‐to dalla Federazione nazionale scienze della  terra  (Fist)  e  che  si  è  tenuto  a Pisa.  I  ricercatori  hanno mostrato  co‐me,  a  causa  della  progressiva  separa‐zione della penisola arabica dall’Africa, si  stia  contestualmente  formando  un nuovo  bacino  oceanico.  «Le  placche Africa e Arabia si separano alla velocità di  circa  15  millimetri  l’anno  ‐  spiega Marco Ligi dell’Ismar‐Cnr ‐ Da un punto di vista geologico  il Mar Rosso rappre‐senta  un  oceano  ancora  nella  sua  in‐

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di un nuovo oceano avviene per effet‐to di  forze distensive che assottigliano la crosta  terrestre, dando vita a nuovi rift continentali, quindi alla formazione di nuova crosta oceanica. I dati raccolti nel  corso  della  spedizione  ‐  relativi  a morfologia,  variazioni  dello  spessore crostale, anomalie magnetiche e gravi‐metriche,  intensità di magnetizzazione delle  rocce  e  variazioni  del  tasso  di espansione oceanica ‐   hanno permes‐so di ricostruire quello che accade du‐rante i primi istanti della formazione di un nuovo oceano e di capire che, men‐tre  la zona del Mar Rosso meridionale è in fase di oceanizzazione avanzata, la zona più settentrionale si trova ancora nella fase di rift continentale. «I  nostri  risultati  confermano 

l’ipotesi  che  l’oceanizzazione  non  av‐viene  in  modo  sincrono  lungo  tutto l’asse del Mar Rosso, ma  inizialmente in  celle  isolate  che  successivamente agiscono quali nuclei per una propaga‐zione  assiale  dell’espansione  oceanica ‐ conclude  il  ricercatore. Di sicuro, co‐munque,  in  futuro  lontano  le più note località  turistiche  della  zona  non  si affacceranno  più  su  un mare minore, ma su un grande oceano».  (Red) info www.cnr.it  bo.ismar.cnr.it 

IL MAR ROSSO È UN OCEANO “BAMBINO”

Immagine del Mar Rosso da satellite