Heos.it n. 595 venerdì 13 Febbraio 2015

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Heos.it n. 595 venerdì 13 Febbraio 2015 Settimanale di scienze e cultura in formato pdf Copia demo 6 di 22 pagine Per ricevere Heos.it email a [email protected]

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Anno XIV n. 595 Venerdì 13 Febbraio 2015 Settimanale in pdf

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In copertina, robot all’hotel Henn-na di Nagasaki (Giappone)

HHHEOS.it EOS.it EOS.it Newsletter settimanale di scienze politica cultura

Direttore responsabile Umberto Pivatello Aut. Tr. Verona n°1258 -7 Marzo 1997 Roc n. 16281 Redazione Heos.it Via Muselle,n. 940 - 37050 Isola Rizza - Vr (It) Tel +fax +39-045-6970187 345 9295137 E-mail [email protected] www.heos.it

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Sommario

PRIMO PIANO

3 LUNGHI FILAMENTI DI GAS CULLANO GLI EMBRIONI DI QUATTRO STELLE

ATTUALITÀ

4 5

CALORE DI SCARTO INDUSTRIALE E SISTEMI DI RECUPERO

MAP JOURNAL DEI TERREMOTI 2014

AMBIENTE

6 7

BRAIDSIDEEARTH, INGEGNERI AL LAVORO PER RIQUALIFICARE I FIUMI ALTERATI DALLE DIGHE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO, LE TEMPERATURE E LA SVOLTA ECOLOGICA IL RUOLO CLIMATICO DEGLI AEROSOL

TECNOLOGIA

8 9

10

LA LUCE VISIBILE “INTRAPPOLATA” PULISCE L’ACQUA

SONDE PIG A ULTRASUONI PER ISPEZIONARE CONDUTTURE FINORA NON ACCESSIBILI STAMPA 3D CON PRODOTTI IN METALLO HIGH-TECH

L’ALBERGO GESTITO DA SORELLE “ACTROIDI”

SCIENZE

11 12

ECCO PERCHÉ UN VETRO È PER SEMPRE IHMS, INDAGINE SUL MICROBIOMA UMANO

SALUTE

13 14

TAVOLO REGIONI ETEROLOGA: PREMI, NESSUN TICKET A DONATRICI, INAPPLICAZIONE

“BONAFIDE”, ALLA RICERCA DI BERSAGLI ANTIBATTERICI MICROALGHE, IL MAKEUPDEL FUTURO

SPAZIO

15 16

PLANCK SPIEGA LE EPOCHE PIÙ OSCURE DEL COSMO “SPOSI” STELLARI CHE FINIRANNO IN CATASTROFE COSMICA

FOCUS

17 GRANO TENERO E DURO ALLEATI PER UNA PASTA SANA E DI QUALITÀ

WEEKEND

18 BRISIGHELLA, IL BORGO MEDIEVALE INCORONATO DA TRE COLLI

CULTURA

20 LUCI SUL ’900

3 - n. 595 | Venerdì 13 Febbraio 2015 www.heos.it

Regaliamoci un libro

I l capitalismo non è più sostenibile. A me-no di cambiamenti radicali nel modo in cui la popolazione mondiale vive, produ-ce e gestisce le proprie attività economi-

che – con i consumi e le emissioni aumentati vertiginosamente – non c’è modo di evitare il peggio. Cosa fare allora? Il messaggio è dirom-pente: si è perso talmente tanto tempo nello stallo politico del decidere di non decidere, che se oggi volessimo davvero salvarci dal peg-gio dovremmo affrontare tagli così significativi alle emissioni da mettere in discussione la logi-ca fondamentale della nostra economia: la crescita del PIL come priorità assoluta. “Non abbiamo intrapreso le azioni neces-

sarie a ridurre le emissioni perché questo sa-rebbe sostanzialmente in conflitto con il capi-talismo deregolamentato, ossia con l’ideologia imperante nel periodo in cui cercavamo di trovare una via d’uscita alla crisi. Siamo bloc-cati perché le azioni che garantirebbero ottime chance di evitare la catastrofe – e di cui bene-ficerebbe la stragrande maggioranza delle per-sone – rappresentano una minaccia estrema per quell’élite che tiene le redini della nostra economia, del nostro sistema politico e di mol-ti dei nostri media.” La via d’uscita che intrave-de Naomi Klein non è una Green Economy all’acqua di rose, ma una trasformazione radi-cale del nostro stile di vita. “La buona notizia è che molti di questi cambiamenti non sono affatto catastrofici; al contrario, sono entusia-smanti.” È il capitalismo a dichiarar guerra a tutti i si-

stemi vitali del nostro pianeta, perché se ne serve, li usa e li distrugge come se non avesse-ro valore. Il capitalismo è il principale nemico del cambiamento climatico (e viceversa): ecco perché negli ultimi anni, da quando poi è su-bentrata l’austerity e non possiamo più spen-dere soldi pubblici, l’ambiente è completa-mente uscito dalle agende politiche. L’autrice. Naomi Klein, diventata nata a

Montreal nel 1970, è l’autrice dei due bestsel-ler internazionali No logo e Shock Economy. Collabora con il “Guardian” e il “New York Ti-mes”.

PRIMO PIANO

N ella costellazione del Per-seo a 800 anni luce dalla Terra, per la prima volta sono stati osservati

quattro embrioni di stelle gemelle. Essendo all'inizio della loro formazio-ne appaiono come lunghi filamenti di gas (complesso B5). Tra circa 40 mila anni diventeranno stelle adulte, ma saranno molto piccole con una massa stimata in un decimo rispetto al Sole. La scoperta è stata effettuata dal gruppo di scienziati coordinato da Jaime Pineda, del Politecnico di Zurigo. Le osservazioni sono state condotte con due radiotelesco-pi, il Very Large Array (Vla)e il Green Bank Telescope (Gbt). Le 4 stelle si stanno formando all'interno di tre nubi di gas che

stanno rapidamente collassando sotto la spinta delle forze gravita-zionali. Due delle quattro stelle sono più vicine (3.000 volte la di-stanza Sole e Terra) e secondo gli esperti formeranno un doppio sistema stabile, mentre le due più lontane (11.000 volte la distanza Terra-Sole) saranno espulse dal sistema tra circa mezzo milione di anni. Nell'universo la metà delle stelle note risiede in sistemi con due o più stelle, tra cui la nostra vicina fuori porta, Alpha Centauri che fa parte di un triplo sistema. (Red) https://public.nrao.edu

In alto, a sinistra, immagine artistica del complesso B5 come è oggi; a destra come evolverà in sistema multiplo di stelle in circa 40.000 anni

IL GOLFO DI ADEN E IL CORNO D'AFRICA

L ’astronauta Samantha Cristoforetti dell’Agenzia spaziale europea ha scatta-to questa fotografia dalla Stazione Spaziale Internazionale il 30 gennaio.

Cristoforetti ha scritto: “Una spettacolare sorvolo del Golfo di Aden e del Cor-no d'Africa. #HelloEarth”

LUNGHI FILAMENTI DI GAS CULLANO GLI EMBRIONI DI QUATTRO STELLE

UNA RIVOLUZIONE CI SALVERÀ Perché il capitalismo non è sostenibile di Naomi Klein Rizzoli pp 756 € 22,00

CRONACHE

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RASSEGNA STAMPA. LA VIGNETTE DELLA SETTIMANA

OPPORTUNITÀ EMERGENTI

CALORE DI SCARTO INDUSTRIALE E SISTEMI DI RECUPERO

L e tre opzioni più comuni per la gestione del calore di scarto industriale come notoi sono: il riciclo all’interno dello stesso

sistema di riscaldamento, il recupero del calore di scarto per utilizzarlo in altri sistemi all’interno dello stesso impianto, e la conversione del calore di scarto in energia.

Una nuova analisi di Frost & Sullivan, intitolata “Innovations in Industrial Waste Heat Management”, rileva che, dei tre processi, la conversione del calore di scarto in energia sarà l’opzio-ne preferita in futuro. Inoltre, le inno-vazioni nei sistemi di recupero del ca-

lore di scarto daranno enfasi al recu-pero del calore di scarto a bassa tem-peratura.

«Si prevede che i generatori ter-

moelettrici saranno il sistema più richiesto per il recupero del calore di scarto, sebbene serva ancora molta ricerca prima che sia possibile l’ado-zione su vasta scala, - afferma Leksh-my Ravi, analista di Frost & Sullivan. - Anche la forte crescita dei generatori termoelettrici darà slancio all’utilizzo del calore di scarto a bassa tempera-tura». L’ambito di applicazione per il recupero del calore di scarto indu-

Corriere.it 13 Febbraio Corriere.it 12 Febbraio Italiaoggi.it 13 Febbraio Ilfattoquotidiano.it 13 Febbraio

striale è immenso a livello globale, ed è particolarmente promettente nella regione Asia-Pacifico, ormai consolida-to e importante polo produttivo. Le industrie di produzione del cemento e del vetro potrebbero essere tra i primi nell’adozione.

Tuttavia, l’elevato investimento di capitale, il lungo periodo di recupero dell’investimento, la manutenzione e i requisiti di sicurezza rappresentano sfide che limitano l’implementazione delle tecnologie di recupero del calore di scarto industriale. Da un punto di vista operativo, i requisiti di tempera-tura, la composizione chimica e le in-crostazioni biologiche (o fouling) ne rallentano la commercializzazione.

Convincere le industrie dei bene-

fici della gestione del calore di scarto avrà un’importanza cruciale. Anche il sostegno delle politiche governative e gli incentivi contribuiranno alla diffu-sione dei sistemi di recupero del calore di scarto.

«È probabile che i settori contraddi-stinti da un elevato consumo energeti-co, che dispongono di soluzioni perso-nalizzate prontamente disponibili, fa-ranno ampio uso della gestione del calore di scarto, - conclude Ravi. - Gli altri settori inizialmente adotteranno tecnologie che richiedono un capitale ridotto e che hanno un periodo di re-cupero dell’investimento breve, come primo passo verso l’adozione di sistemi di recupero del calore di scarto». (Red)

Vedi www.frost.com

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T utti i numeri dei terremoti. Solo il 3% dei terremoti regi-strati nell’anno è stato risen-tito dalla popolazione. La

fascia appenninica centrale è stata l’area con il maggior tasso di sismicità di tutto il territorio nazionale per nu-mero di eventi.

Sono 24.312 i terremoti localizzati nel 2014 dalla Rete sismica nazionale (Rsn) dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), circa 3.000 even-ti in più rispetto al 2013, in media 66 terremoti al giorno, quasi un terremo-to ogni 20 minuti.

Sono solo alcuni dei dati pubblica-

ti sul blog INGVterremoti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia nello speciale “Italia Sismica, i terre-moti del 2014” (http://wp.me/pQl3O-1Iz). L’articolo, appuntamento consue-to di ogni inizio anno, illustra la situa-zione della sismicità in Italia dell’anno precedente, utilizzando i dati prove-nienti dalla Rsn.

Franco Mele, sismologo del Centro nazionale terremoti dell’Ingv (Cnt-Ingv), spiega: «Dall'indagine sulla sismicità 2014 emerge che i terremoti di magnitudo 1.5 o superiore sono stati meno di un terzo del totale, ben 7.169. Mentre gli eventi da magnitu-do 2.5 in su (quelli per i quali l'Istituto effettua una comunicazione al Dipar-timento della protezione civile - Dpc), sono stati in tutto 731, (3 per cento del totale) con una media di 2 comu-nicazioni al giorno».

Nonostante il numero di terre-

moti nel 2014 sia stato maggiore de-gli anni precedenti, non sono stati comunque registrati eventi di magni-tudo superiore o uguale a 5.0. Due invece quelli di magnitudo più alta, Mw 4.7, entrambi rilevati nel mese di aprile a distanza di tre giorni, localiz-zati rispettivamente nel Mar Ionio a largo della Costa Calabra orientale (5 aprile) e nelle Alpi Cozie (7 aprile).

Al riguardo Mele aggiunge: «Per

seguire l'andamento spazio-temporale della sismicità dello scorso anno è sta-to realizzato un video (http://wp.me/aQl3O-1JF) che mostra, settimana per settimana, la distribuzione degli oltre ventiquattromila terremoti registrati dalla Rsn». Quindi prosegue: «Il video evidenzia che anche nel 2014 la mag-gior parte della sismicità si è manife-stata attraverso centinaia di sequenze sismiche: di queste, 100 costituite da almeno 5 eventi ciascuna, alcune ca-ratterizzate da pochi eventi di breve durata, altre con durata di diversi mesi, e oltre un migliaio di terremoti regi-strati».

La fascia appenninica centrale, che

si estende verso nord a partire dalla città dell’Aquila, lambisce la provincia di Rieti e prosegue negli Appennini umbro-marchigiani fino a Città di Ca-stello (PG) e Sansepolcro (AR), è stata l’area con il maggior tasso di sismicità di tutto il territorio nazionale (come numero di eventi).

«In questo settore appenninico la sismicità ha avuto un’attività quasi continua concentrata nella sequenza sismica di Gubbio (PG), che ha avuto periodi di grande attività soprattutto nei primi mesi dell'anno. In totale sono stati oltre 12.000 i terremoti registrati in quest'area, la metà di tutti gli eventi registrati dalla Rsn, sebbene la grandis-sima parte di questi abbia avuto una magnitudo molto bassa», commenta Maurizio Pignone, geologo del Cnt-Ingv.

«Novità di quest’anno - conclude Pignone, un Map Journal, in grado di raggruppare tutti gli articoli Italia Si-smica del 2014 grazie ad un’applicazio-ne che integra le mappe interattive dei terremoti (con varie funzionalità di visualizzazione e interrogazione degli eventi sismici e delle relative informa-zioni su magnitudo, data\ora e profon-dità) con i contenuti (foto, testi, imma-gini) dei singoli articoli».

Il Map Journal della sismicità del 2014 è raggiungibile al seguente indi-rizzo: http://bit.ly/16GfO34. (Red)

Vedi www.ingv.it

MAP JOURNAL DEI TERREMOTI 2014

dei campioni, inclusi tempo e tempe-ratura di raccolta, conservazione e spedizione. Idealmente i campioni raccolti a casa andrebbero spediti entro un giorno e preferibilmente in condizioni di freddo. Per impedire il deterioramento della crescita batteri-ca a temperatura ambiente, la spedi-zione in condizioni anaerobiche dev’essere il metodo di preferenza. La soluzione indicata da IHMS per la raccolta e la spedizione dei campioni garantisce la preservazione delle spe-cie microbiche per l’analisi.

Caratterizzare l’interazione dei batteri con il corpo umano dovrebbe condurre a una più profonda com-prensione della nostra biologia, e mi-gliorare il nostro benessere generale.

I nostri corpi contengono migliaia di differenti specie batteriche che nel loro insieme sono più numerose delle cellule umane. Il

loro impatto su fisiologia, immunità e nutrizione è indiscutibile, ma allo stes-so tempo molto complesso. Delineare le comunità microbiche nell’uomo è stato oggetto di molti e differenti studi di ricerca, ma per confrontare i dati attraverso i vari studi e minimizzare la variazione, sono necessari protocolli uniformi. L’obiettivo dell’iniziativa IHMS (“International human microbio-me standards”), finanziata dall’UE, è standardizzare le procedure nella ri-cerca sul microbioma umano.

In questo contesto i gruppi parteci-

panti lavoreranno per confrontare e ottimizzare procedure e protocolli standard rispetto a raccolta di campio-ni, sequenziamento dei genomi micro-bici e analisi dei dati. Nel corso del primo periodo del progetto hanno rivisitato le pratiche attuali di oltre 20 gruppi coinvolti nella metagenomica intestinale umana. Rispetto alla raccol-ta di campioni i partner stanno ottimiz-zando diversi parametri sulla qualità

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Finora il consorzio ha sequenziato il

DNA microbico estratto da 24 campio-ni di feci, e confrontato la bellezza di oltre 3 milioni di geni. Oltre ad analiz-zare e accumulare questi dati, gli scienziati mirano a svolgere una valu-tazione filogenetica valutando la com-posizione filogenetica in ogni campio-ne. Ciò rappresenterebbe un impor-tante strumento verso la caratterizza-zione delle comunità microbiche.

La ricerca IHMS identificherà in che

modo diversi background genetici, alimentazioni e, più in generale, diffe-renti stili di vita, sono in gradi di in-fluenzare le normali comunità microbi-che intestinali. Attraverso la progetta-zione di nuovi prodotti farmaceutici per migliorare la salute dei microbi endogeni, aiuterà anche a migliorare o ripristinare le condizioni generali dell-sa nostra salute. (Red)

http://www.human-microbiome.org/

DOVE I BATTERI SONO PIÙ NUMEROSI DELLE CELLULE

IHMS, INDAGINE SUL MICROBIOMA UMANO