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Hegel. “Fenomenologia dello Spirito”. La “Fenomenologia dello Spirito” è la storia romanzata della coscienza, che attraverso erramenti, contrasti e scissioni esce dalla sua individualità riconoscendosi come ragione che è realtà e realtà che è ragione. - PowerPoint PPT Presentation

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““Fenomenologia dello Spirito”Fenomenologia dello Spirito”

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La “Fenomenologia dello Spirito” è la storia romanzata della coscienza, che attraverso erramenti, contrasti e scissioni esce dalla

sua individualità riconoscendosi come ragione che è realtà e realtà che è ragioneragione che è realtà e realtà che è ragione

Un lungo e spesso drammatico viaggio che Hegel compie attraverso la storia dell’umanità, per giungere alla conclusione che solo in una

istituzione ben determinatalo Statolo Stato

la coscienza trova piena realizzazione

Vediamo come

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Il punto di partenza è naturalmentela Coscienzala Coscienzaintesa come

“certezza sensibile”“certezza sensibile”che appare all’uomo come quella più ricca e sicura, ma in realtà è la

più povera

Possiamo infatti essere certi di qualche cosa solamente in quanto presente davanti a noi: un albero, una casa, un libro, esistono poiché noi li percepiamo qui ed ora. Si tratta, dunque, di una certezza particolare, grazie alla quale noi sappiamo che cos’è

questa cosaquesta cosama non la cosa,

questo albero che si innalza davanti a noi, ma non l’albero in quanto tale

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Per capire i passaggi successivi occorre non dimenticare mai che Hegel avanza per triadi dialettiche

E così, dopo la certezza sensibile (tesi)certezza sensibile (tesi)

sopraggiunge lapercezione (antitesi)percezione (antitesi)

Come la certezza sensibile non stabilisce la realtà di una determinata cosa, così la percezione non riesce a determinare l’oggetto se non

sintetizzando le sue diverse qualità (oggettive o soggettive). E così, invece di un verde, di un cilindro e di altre numerose qualità

dell’albero, noi percepiamo l’albero che ci è davanti, che tuttavia continua a non essere l’albero ma solamente questo albero

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La terza fase èl’intelletto (sintesi)l’intelletto (sintesi)

Il quale tuttavia è in grado di determinare solamente la “forza” dell’oggetto in questione, il fatto cioè che risponde a determinate

leggi. Il riferimento è a Kant:l’intelletto vede l’oggetto come mero “fenomeno”, al quale si

contrappone l’essenza vera dell’oggetto, il suo “noumeno”, che è ultrasensibile

Poiché il fenomeno è soltanto nella coscienza e ciò che è al di là del fenomeno o è un nulla o è qualcosa per la coscienza, la coscienza ha

a questo punto risolto l’intero oggetto in se stessa ed è diventata coscienza di sé, cioè

AUTOCOSCIENZAAUTOCOSCIENZA

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Riassumendo

COSCIENZA (tesi)

Certezza sensibile (tesi)

Percezione (antitesi)

Intelletto (sintesi)

AUTOCOSCIENZA (antitesi)

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Naturalmente anche l’Autocoscienza avrà i suoi momenti triadici.È questa la parte più interessante di tutta l’opera, quella in cui sono

contenute le figure più celebri

L’attenzione si sposta oradall’oggetto al soggettodall’oggetto al soggetto

cioè all’attività concreta dell’Io considerato nei suoi rapporti con gli altrirapporti con gli altri

La figura più nota è senza dubbio quella del

Rapporto servo/padroneRapporto servo/padrone

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Il presupposto dell’autocoscienza è che essa si metta in rapporto con altre autocoscienze che la possano riconoscere.

Insomma, l’autocoscienza non può limitarsi a trovare il proprio appagamento negli oggetti sensibili (come l’albero dell’esempio

precedente), ma ha – per costituzione biologica – necessità di rapportarsi con i propri simili

“L’autocoscienza raggiunge il suo appagamento solo in un’altra autocoscienza”

Ma il rapporto tra le autocoscienze non avviene attraverso l’amore come sostengono i romantici e come Hegel stesso aveva scritto nelle

sue opere giovanili, bensì attraversoil conflittoil conflitto

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E tuttavia l’idea stessa del conflitto si ispira al Romanticismo. Il conflitto, infatti, rimanda al carattere drammatico della storia, alla sfide che questa pone quotidianamente di fronte all’uomo. Hegel considera la pace (cioè l’amore) pericolosa per l’umanità. Esattamente come accade

all’acqua del mare, la quale, se non purificata dalla mareggiata, rischia di imputridirsi e, di conseguenza, di morire e di fare morire tutte le sue

creature

Il rapporto servo/padrone rende bene l’immagine di una vita in cui la lotta, lo scontro e non il confronto o l’amore dominano

incontrastate: è grazie a loro se esiste la vita. Non è affatto un paradosso. Già gli antichi greci (prima di tutto

Eraclito) avevano pensato alla guerra come condizione della vita. Sarà poi Charles Darwin (lontano mille miglia dal pensiero di

Hegel) a confermare comela lotta per la vita è il segreto della vita stessala lotta per la vita è il segreto della vita stessa

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Dunque, il rapporto tra le autocoscienze è uno scontro al termine del quale uno dei due contendenti deve soccombere, asservendosi al

vincitore

Ma come avviene lo scontro?Come accade che uno dei due contendenti si trova

asservito all’altro?

Ancora una volta molto romanticamente, Hegel introduce il concetto dimortemorte

Infatti, il Signore sarà colui che avrà messo a repentaglio la propria esistenza pur di rimanere indipendente, di vincere la battaglia nei

confronti dell’altro. È colui che ha avuto coraggio, che ha resistito una frazione di secondo in più dell’avversario, conquistando in tal modo

la vittoriala vittoria

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È quanto accade in uno dei film cult della rivoluzione giovanile del dopoguerra

“Gioventù bruciata”I giovani si sfidano in una folle gara con le proprie automobili. Ma la

vittoria non consiste nel tagliare il traguardo per primi, bensì nel lanciarsi fuori dalla macchina per ultimi, prima di precipitare in una

scarpata.Chi vince diventa leader del gruppo e asservisce lo sconfitto

La teoria del conflitto di Hegel, il rapporto coraggio/morte troveranno fortuna nella storia della filosofia. La faranno propria intellettuali del calibro di Karl Marx, Arthur Schopenauer, Charles Darwin, Herbert

Spencer e Martin Heidegger, solo per fare i nomi più noti, tutti o quasi piuttosto lontani dai cardini della sua filosofia

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E tuttavia il rapporto dialettico non si esaurisce con l’asservimento del più vile, mettendo capo invece ad una paradossale

inversione di ruoliinversione di ruoli

Il padrone, infatti, sarà destinato a godere dei frutti della propria vittoria, adagiandosi sul lavoro del servo, declinando ogni impegno e delegando ogni fatica allo sconfitto. Alla fine sarà proprio lui a dipendere dal servo

e ad essere da questi asservito

Lo schiavo è tale perché ha avuto paura della morte, ma trova nellavorolavoro

la strada per il proprio riscatto

“Il lavoro rende liberi”

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Ma la coscienza non ha terminato il suo errare. Hegel analizza con la stessa forza con la quale ha dato vita ad una delle figure più affascinanti

della storia della filosofia, la storia dell’uomo occidentale attraverso diverse epoche.

Liberato dalla servitù, l’uomo si ritrova in epoca STOICAepoca STOICA, una visione del mondo che celebra la completa autosufficienza e la libertà del saggio nei confronti di tutto ciò che lo circonda. Ma si tratta di un passaggio che

non appaga la sua coscienza, una mera ed astratta libertà interiore.Ecco allora insorgere l’epoca SCETTICAl’epoca SCETTICA, in cui l’uomo sospende

l’assenso su tutto ciò che lo circonda. Ma lo scetticismo è contraddittorio: dichiarando infatti che tutto è vano e non vero, afferma

qualcosa di vero, il che è impossibile.Una contraddizione che viene risolta dall’EBRAISMOEBRAISMO, in cui

l’Assoluto, la verità, la certezza viene sentita lontana dalla coscienza, proiettata in un Dio trascendete e padrone assoluto della vita come della

morte. L’uomo torna dunque ad essere servo. È necessaria una nuova liberazione

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E la liberazione arriva, con CRISTOCRISTO, un Dio incarnatoDio incarnato, che risolve la scissione ebraica. Dio, ovvero le certezze, l’Assoluto, le verità, tornano

all’uomo, grazie al sacrificio del Salvatore.Ma anche il Cristianesimo si rivela illusorio e fallimentare, come

mostrano le CROCIATECROCIATE, una guerra partita alla ricerca dei luoghi santi e conclusasi con la scoperta di un … sepolcro vuotosepolcro vuoto.

Il Cristianesimo a questo punto evolve verso una devozione che ricorda quella ebraica: è il CRISTIANESIMO MEDIEVALECRISTIANESIMO MEDIEVALE. L’uomo torna a vedere Dio come qualcosa di lontano, trascendente e a prostrarsi ai suoi

piedi: una nuova forma di servitù che trova le sue più appariscenti manifestazioni nelle varie pratiche di mortificazione dell’epoca, monaci

che si autoflagellano, suore di clausura etc.Ma, come accade spesso con la dialettica hegeliana, il punto più basso è

destinato a trapassare in quello più alto. È quanto accade con il RINASCIMENTO e L’ETA’ MODERNARINASCIMENTO e L’ETA’ MODERNA, allorquando la coscienza,

nel suo vano sforzo di unificarsi a Dio, si rende conto di essere essa stessa Dio, l’Assoluto

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Riassumendo

COSCIENZA

(tesi)

Certezza sensibile (tesi)

Percezione (antitesi)

Intelletto (sintesi)

AUTOCOSCIENZA (antitesi)

RAGIONE(sintesi)

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La Coscienza è finalmente divenutaRagioneRagione

e come tale ha assunto in sé ogni realtà

“La ragione è la certezza di essere ogni realtà”

A questo punto si tratterebbe di vedere in che modo la ragione giunge alla piena consapevolezza di sé, ma, per chiarezza espositiva ed

esaustività, è meglio rifarsi ad altre opere

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Dopo la storia romanzata della coscienza, Hegel costruisce la sua monumentale opera filosofica,

la “Enciclopedia delle Scienze filosofiche”“Enciclopedia delle Scienze filosofiche”così ripartita

LOGICA (tesi)LOGICA (tesi)FILOSOFIA DELLA NATURA (antitesi)FILOSOFIA DELLA NATURA (antitesi)FILOSOFIA DELLO SPIRITO (sintesi)FILOSOFIA DELLO SPIRITO (sintesi)

Spirito soggettivo

Spirito oggettivo

Spirito assoluto

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LOGICALOGICA

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La Logica èscienza dell’idea purascienza dell’idea pura

cioè l’Idea nell’elemento astratto del pensiero.Si tratta dell’impalcatura del suo pensiero e, di conseguenza, del mondo,

della storia, di tutto.

Il punto di partenza deve essere il concetto più vuoto ed astratto di tutti, quello de

L’ESSEREL’ESSEREun essere assolutamente indeterminato, privo di qualsivoglia contenuto

Ma un tale essere, così astratto e indeterminato, sarà identico alNULLANULLA

E il passaggio dall’essere al nulla o dal nulla all’essere non sarà cheDIVENIREDIVENIRE

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ESSERE ESSERE (tesi)(tesi)

NULLA NULLA (antitesi)(antitesi)

DIVENIRE DIVENIRE (sintesi)(sintesi)

Ecco l’esordio della Logica, che altri non è se non l’esordio stesso della Filosofia, delle infinite diatribe dell’antica Grecia tra i filosofi

dell’Essere (come Parmenide) e quelli del nulla (come Eraclito), risolta da Platone e, soprattutto, da Aristotele con la teoria del divenire.

Anche questo è uno dei passaggi destinati a passare alla storia

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Le fasi successive sono decisamente complesse e sicuramente meno affascinanti. Riassumendo:

Il divenire dell’essere come pura astrazione e come tale indeterminato lo porta gradualmente ad essere un essere determinato e come tale

ESSENZA (tesi)ESSENZA (tesi)

Dall’essenza, l’essere giunge, attraverso complessi passaggi, al

CONCETTO (antitesi)CONCETTO (antitesi)

Il passaggio finale sarà quello di pervenire alla

IDEA (sintesi)IDEA (sintesi),

la quale è la totalità della realtà in tutta la ricchezza delle sue determinazioni

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La logica è importante per mostrare come Hegel intende muoversi, cioè dialetticamentedialetticamente, in un ritmo incessante (ma non infinito) di passaggi da

una triade a quella successiva, in cui –sempre in maniera sofferta – il protagonista, che sia l’essere, l’idea, l’assoluto o l’uomo concreto, va alla ricerca di appagamento, di determinazioni che ne specifichino il

proprio ruolo nella storia dell’umanità.

Partito dall’essere come nulla, attraverso un graduale arricchimento di determinazioni, lo spirito è finalmente giunto ad un grado di

determinazioni completo ed è dunque pronto al grande salto verso ilFUORI DI SE’FUORI DI SE’

cioè verso l’emblema dell’antitesi che è LA NATURALA NATURA

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FILOSOFIA DELLA NATURAFILOSOFIA DELLA NATURA

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La natura è per Hegel un problema serio.È sicuramente una necessità, ma anche qualcosa di profondamente

diverso dallo spirito. Un impiccio dal quale tirarsi fuori al più presto.E infatti le pagine dedicate alla natura sono di spessore sicuramente

inferiore rispetto alle altre

La natura è sostanzialmenteL’IDEA NELLA FORMA DELL’ESSERE ALTROL’IDEA NELLA FORMA DELL’ESSERE ALTRO

dunque pura ESTERIORITA’ESTERIORITA’

Considerata in sé è sicuramente divina (e non potrebbe non esserlo se in ogni cosa si manifesta l’Infinito, l’Assoluto), ma nel modo in cui

essa è, il suo essere non corrisponde certamente al concetto. Insomma, la natura è

PURA CONTRADDIZIONEPURA CONTRADDIZIONEè la decadenza dell’Idea, inadeguata al suo potenziale

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E tuttavia è un passaggio necessario, affinché l’Idea possa fare ritorno a se stessa ulteriormente arricchita, anche se è difficile immaginare come, vista la scarsa considerazione di cui la gode presso il filosofo tedesco. Per Hegel, infatti, risulta a dir poco inconcepibile voler conoscere Dio

attraverso le opere naturali.La natura, dunque, non è altro chePATTUMIERA DEL SISTEMAPATTUMIERA DEL SISTEMA

un luogo ove relegare tutte le contraddizioni insolute

Si farebbe dunque torto ad Hegel soffermarsi ulteriormente su un passaggio che presenta spesso anche tratti di pura “illogicità”.

Accontentiamoci dunque di sapere che l’Idea fa ritorno a se stessa dopo un difficile errare tra le cose naturali e viene premiata per questo sforzo

con il titolo diSPIRITOSPIRITO

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FILOSOFIA DELLO SPIRITOFILOSOFIA DELLO SPIRITO

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È lo studio dell’Idea che, dopo essersi estraniata da sé, sparisce come natura, cioè come pura esteriorità, per farsi finalmente soggettività e

libertà, auto-creazione e auto-produzione.Anche in questo caso Hegel procede in maniera dialettica

SPIRITO SOGGETTIVO (tesi)SPIRITO SOGGETTIVO (tesi)SPIRITO OGGETTIVO (antitesi)SPIRITO OGGETTIVO (antitesi)SPIRITO ASSOLUTO (sintesi)SPIRITO ASSOLUTO (sintesi)

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LO SPIRITO SOGGETTIVOLO SPIRITO SOGGETTIVO

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Lo Spirito Soggettivo è lo spirito individuale considerato nel suolento e progressivo emergere dalla naturalento e progressivo emergere dalla natura

attraverso un processo che va dalle forme più elementari di vita psichica alle più elevate e complesse attività conoscitive e pratiche

Riassumendo, il viaggio dello Spirito Soggettivo si compie principalmente attraverso i seguenti momenti

ANTROPOLOGIA (tesi)FENOMENOLOGIA (antitesi)

PSICOLOGIA (sintesi)

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L’ANTROPOLOGIAL’ANTROPOLOGIA

Studia lo spirito come anima, che si identifica con quella fase aurorale della vita cosciente che rappresenta una sorta di

DORMIVEGLIA DELLO SPIRITODORMIVEGLIA DELLO SPIRITOSi tratta cioè di tutto quel complesso di legami che lega lo spirito alla

natura, come il carattere, il temperamento, le diverse disposizioni psicofisiche eccetera.

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Nella sezione dedicata all’Antropologia si trova anche una interessante suddivisione delle età della vita che anticipa tutti gli studi di

psicologia:

INFANZIAINFANZIA: il momento in cui l’individuo si trova in armonia con il mondoGIOVINEZZAGIOVINEZZA: il momento in cui l’individuo, con i suoi ideali e le sue speranze, si trova in contrasto con il mondo

MATURITA’MATURITA’: il momento in cui l’individuo si riconcilia con il mondoNel periodo infantile (tesi) il fanciullo vive in totale armonia con il

mondo circostante, da cui dipende per potere continuare a vivere.Nel periodo dell’adolescenza (antitesi) avviene la frattura: il giovane

rompe i legami con la famiglia e afferma la propria identità.L’età adulta (sintesi) rappresenta la ricomposizione della scissione

adolescenziale: il giovane ha messo su famiglia ed è dunque in grado di comprendere tutte le difficoltà inerenti al suo nuovo ruolo e quindi

anche quella dei genitori da cui si è distaccato

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LA FENOMENOLOGIALA FENOMENOLOGIA

Studia lo Spirito in quanto “coscienza”, “autocoscienza” e “ragione”, di cui si è già detto in occasione dell’analisi della

“Fenomenologia”

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LA PSICOLOGIALA PSICOLOGIA

Studia lo Spirito in senso stretto, cioè nelle sue manifestazioni universali come il conoscere teorico, l’attività pratica e il volere libero

CONOSCERECONOSCERE: si tratta della totalità di tutte quelle determinazioni – come l’intuizione, la rappresentazione e il pensiero – che costituiscono il processo concreto attraverso il quale la ragione trova se stessa nel suo contenuto

ATTIVITA’ PRATICAATTIVITA’ PRATICA: è l’unità di quelle manifestazioni – come il sentimento pratico, gli impulsi e la felicità – attraverso le quali lo spirito giunge in possesso di sé divenendo in tal modo libero

VOLERE LIBERO o SPIRITO LIBEROVOLERE LIBERO o SPIRITO LIBERO: è la volontà di libertà, grazie alla quale lo Spirito può finalmente “oggettivarsi” nelle realtà concrete del mondo nel suo sviluppo storico

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LO SPIRITO OGGETTIVOLO SPIRITO OGGETTIVO

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È nello Spirito Oggettivo che si trova il nucleo del pensiero filosofico di Hegel. Nonostante si tratti di un momento “negativo”, cioè di una

antitesi, siamo in presenza di un passaggio decisivo, quello in cui lo Spirito si trova a fare i conti con le

ISTITUZIONI SOCIALI CONCRETEISTITUZIONI SOCIALI CONCRETEquell’insieme di determinazioni sovra-individuali che il filosofo

raccoglie sotto il concetto diDIRITTODIRITTO

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la partizione dello Spirito Oggettivola partizione dello Spirito Oggettivo

DIRITTO ASTRATTO (tesi)DIRITTO ASTRATTO (tesi)

Proprietà (tesi) Contratto (antitesi) Illecito/pena (sintesi)

MORALITA’ (antitesi)MORALITA’ (antitesi)

Proponimento (tesi) Benessere (antitesi) Bene e male (sintesi)

ETICITA’ (sintesi)ETICITA’ (sintesi)

Famiglia (tesi) Società Civile (antitesi) Stato (sintesi)

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IL DIRITTO ASTRATTOIL DIRITTO ASTRATTO

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La volontà libero, lo spirito libero, si manifesta innanzitutto comeVOLERE DEL SINGOLO INDIVIDUOVOLERE DEL SINGOLO INDIVIDUO

considerato alla maniera del Diritto Romano, cioè comepersona fornita di capacità giuridichepersona fornita di capacità giuridiche

Si tratta dunque di concepire i singoli comepuri soggetti astratti di dirittopuri soggetti astratti di diritto

indipendentemente dai caratteri specifici e dalle condizioni concrete che li diversificano tra di loro.

In questo senso, il Diritto Astratto coincide essenzialmente con ilDIRITTO PRIVATODIRITTO PRIVATO

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La persona trova il suo primo compimento in una “cosa esterna” che diventa di sua

PROPRIETA’ (tesi)PROPRIETA’ (tesi)Ma la proprietà diviene effettivamente tale soltanto in virtù del reciproco

accordo tra le persone giuridiche, ossia attraverso l’istituto delCONTRATTO (antitesi)CONTRATTO (antitesi)

Ma è ovvio che l’esistenza del diritto rende possibile anche il suo contrario, cioè l’illecito, il quale tuttavia richiede sempre una pena:

ILLECITO / PENA (sintesi)ILLECITO / PENA (sintesi)La pena rappresenta la ri-affermazione potenziata del diritto cioè una

negazione dell’illecito stesso (che a sua volta era negazione del diritto). Insomma – secondo Hegel – l’illecito è una necessità in quanto,

conferendo la pena, la persona risulta “onorata” come essere razionale. Ma la pena, per essere efficace, non deve presentarsi mai come

vendicativa, ma venire assolutamente introiettata dal colpevole, fatta sua, consentendogli in tal modo di aprirsi alla fase successiva, la

moralità

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LA MORALITA’LA MORALITA’

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La moralità è la sfera della volontà soggettiva quale si manifesta nellaazioneazione

Il fine a cui mira l’azione individuale è ilbenebene

Ma si tratta di una idea astratta.La moralità – secondo Hegel – è caratterizzata dalla scissione tra una

soggettività che deve realizzare il bene e il bene che deve essere realizzato. È la secolare problematica tra

Essere e Dover essereEssere e Dover esseretipica soprattutto della morale kantiana.

Dunque, la morale individuale non può appagare lo Spirito, non può portare ad alcuna felicità.

Occorre di conseguenza passare ad un’altra e più elevata fasel’Eticità

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ETICITA’ETICITA’

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L’eticità risolve la contraddizione della moralità, quella tra la soggettività e il bene, tra l’essere e il dover essere.

Se la moralità è volontà soggettiva, interiore e privata, l’eticità èmorale socialemorale sociale

cioè realizzazione del bene in quelle forme istituzionali che sono

Famiglia (tesi)Famiglia (tesi)

Società Civile (antitesi)Società Civile (antitesi)

Stato (sintesi)Stato (sintesi)

L’eticità rappresenta il superamento della spaccatura tra interiorità ed esteriorità, di fatto la fine dell’errare infelice della coscienza

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LA FAMIGLIALA FAMIGLIA

Nella famiglia, il rapporto naturale tra i sessi assume la forma di unaunità spiritualeunità spirituale

fondata sull’amore e la fiducia reciproche.La famiglia si articola in

matrimonio, patrimonio, educazione dei figlimatrimonio, patrimonio, educazione dei figli

Il pensiero di Hegel è dunque chiaro: alla base dell’eticità, necessario sbocco di una moralità individuale del tutto inadeguata, c’è la famiglia.

E dato che al culmine dell’Eticità c’è lo Stato, significa che lo Stato poggia sulla famiglia.

Famiglia e Stato “etici” daranno luogo ad aspre polemiche e dibattiti negli anni e secoli successivi, di cui si farà menzione più avanti

Una volta educati, i figli possono uscire dalla famiglia per formare altri nuclei famigliari.

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SOCIETA’ CIVILESOCIETA’ CIVILE

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La società civile è un momento “antitetico”, dunque per definizione contraddittorio. E infatti, con la formazione di nuovi nuclei famigliari, il

sistema unitario e concorde della famiglia si frantuma nelsistema atomistico della Società Civilesistema atomistico della Società Civile

che si identifica sostanzialmente con la sfera economico-sociale-giuridica-amministrativa del vivere insieme.

La società civile èluogo di scontroluogo di scontro

tra interessi particolari e divergenti, che si trovano a dovere coesistere. Insomma, la Società Civile non può rappresentare che un passaggio,

necessario come sempre ma pur sempre negativo, verso la vera eticità, che troverà il suo culmine nello Stato.

E tuttavia la Società Civile è pur sempre compresa nell’Eticità, dunque considerata in maniera tutto sommato positiva. Il concetto di Società

Civile è propria di un passaggio epocale, quello verso la società borghese moderna, dove a dominare sono gli interessi particolari.

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Anche la Società Civile si articola in tre momenti

IL SISTEMA DEI BISOGNI (tesi)IL SISTEMA DEI BISOGNI (tesi)Gli individui, dovendo soddisfare i propri bisogni mediante la

produzione della ricchezza e la divisione del lavoro, danno origine a differenti

classiclassiEcco allora spiegato il perché di un sistema “atomistico”: essendoci bisogni differenti, nasce la differenziazione in classi sociali, che per

Hegel sono sostanzialmente tre:

CLASSE SOSTANZIALE O NATURALECLASSE SOSTANZIALE O NATURALE: gli agricoltori, che hanno il patrimonio nei prodotti naturali della terra che lavorano

CLASSE FORMALECLASSE FORMALE: artigiani, fabbricanti e commercianti, che “danno forma” al prodotto naturale

CLASSE UNIVERSALECLASSE UNIVERSALE: pubblici funzionari, che hanno per occupazione gli interessi universali della situazione sociale

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AMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA (antitesi)AMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA (antitesi)è la sfera delle leggi e della loro tutela giuridica, identificato con il

diritto pubblicodiritto pubblico

POLIZIA E CORPORAZIONI (sintesi)POLIZIA E CORPORAZIONI (sintesi)Si tratta della soluzione che Hegel propone per evitare la guerra tra le

classi. Il “corporativismo”, che troverà non pochi seguaci tra le dittature fasciste del XX secolo e in alcuni passaggi della dottrina sociale della Chiesa, è una sorta di cerniera dialettica tra la società civile e lo Stato. Nelle Corporazioni, infatti, tutte le classi sociali collaborano tra di loro per il bene comune, cioè per lo Stato. La Corporazione è il luogo in cui vengono trovate le soluzioni più idonee per annullare il conflitto tra le classi sociali, il posto cioè in cui tutti cedono qualche cosa per il bene

supremo. Siamo dunque molto lontani dal “liberismo” capitalistico che si imporrà di lì a poco e dalle teorie del “laissez faire” dei secoli precedenti. Il corporativismo rappresenta una sorta di ritorno ad

un’epoca che l’Illuminismo aveva condannato in toto: il Medioevo

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Lo Stato (sintesi)Lo Stato (sintesi)

Con lo Stato si giunge al culmine dell’eticità, l’ultimo stadio prima di passare alla fase finale dello Spirito Assoluto.

Dopo la “dispersione” rappresentata dalla società civile, dove dominano gli interessi particolari ai quali si cerca di porre rimedio con le

corporazioni, lo spirito si “ricompone”: si può dire che si ri-affermi l’unità della famiglia che era stata disgregata nella società civile.

Dunque, lo stato si presenterà come una sorta difamiglia in grandefamiglia in grande

dove tornano a manifestarsi gli interessi collettivi.È bene comunque precisare come il passaggio verso lo Stato non implichi affatto la soppressione della Società Civile, ma la sua

“composizione” entro un orizzonte più ampio.

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La concezione hegeliana dello Stato, una sorta di incarnazione suprema della moralità sociale e del bene comune, si differenzia nettamente dal modello politico liberale, elaborato da autori come Locke e Kant, tanto

per fare gli esempi più noti, i quali concepivano lo Stato come mero “strumento” volto a garantire la sicurezza e i diritti degli individui.

Per Hegel, una simile concezione rischierebbe, invece, di disintegrare i confini tra Società Civile e Stato: i diritti dei singoli individui, infatti,

non possono contrastare i supremi interessi universali.Ma questo non significa che Hegel aderisca al modello democratico

proposto da Rousseau, secondo il quale la sovranità risiede nel popolo.Il popolo non precede lo Stato, condizione necessaria per essere

sovrano, ma si realizza solo dentro i confini dello Stato.Insomma

la sovranità dello Stato deriva dallo Stato medesimola sovranità dello Stato deriva dallo Stato medesimotrova in se stesso e non fuori da sé la propria legittimazione. Detto in

parole povere:lo Stato non è fondato sugli individui, ma sull’idea stessa di Statolo Stato non è fondato sugli individui, ma sull’idea stessa di Stato

Page 52: Hegel

La concezione dello Stato è uno dei passaggi più noti nonché controversi di tutta la filosofia hegeliana. Affermando la priorità dello Stato

sull’individuo, Hegel riprende l’antica concezione platonica delloStato come organoStato come organo

L’organicismo afferma che lo Stato viene prima degli individui che lo compongono. Ma mentre lo Stato può vivere anche senza i singoli

individui, questi non possono farlo senza lo Stato.

Come scriveva Platone:“Lo Stato è l’individuo scritto in grande”

Una affermazione che Hegel riprende e rafforza definendolo:

“L’entrata di Dio nel Mondo”

Page 53: Hegel

In questo modo Hegel rifiuta anche il modello Contrattualistico, quello proposto da autori come Locke ed Hobbes, i quali sostengono che lo Stato nasce per volontà (più o meno libera) dei singoli individui, cioè che è assolutamente artificiale, nonché il modello “Giusnaturalistico”,

secondo cui esistono dei diritti naturali che vengono prima e vanno oltre lo Stato medesimo

D’altro canto, uno Stato concepito come organo, non può che ergersi esso stesso a garante dei diritti individuali:

ogni parte ha senso solo in rapporto al TuttoUn’altra influenza platonica

LoSTATO ETICOSTATO ETICO

di Hegel apre una nuova strada alle scienze politiche, che verrà seguita di lì ad un secolo dai principali fascismi europei e non solo.

E tuttavia, lo Stato di Hegel non è affatto dispoticoE tuttavia, lo Stato di Hegel non è affatto dispotico

Page 54: Hegel

Secondo Hegel, infatti, lo Stato deve sempre e comunqueoperare attraverso le leggi e nella forma delle leggioperare attraverso le leggi e nella forma delle leggi

Il che comunque non fa altro che confermare che i singoli individui contano poco: a governare non sono gli uomini bensì le leggi!

E tuttavia significa chiaramente come Hegel rifiuti il dispotismo, in nome di una forma istituzionale che la giurisprudenza tedesca chiamerà

REICHSTAATREICHSTAATcioè uno Stato di diritto (dunque non dispotico) fondato sul rispetto delle

leggi e sulla salvaguardia delle libertà “formali” dell’individuo e della sua proprietà

Questo ultimo passo è molto importante:se si guarda ai passaggi precedenti, infatti, si nota come l’eticità nasca

con il Diritto Astratto, la cui tesi è laproprietàproprietà

Va da sé che lo Stato di Hegel non potrà mai, in nessun caso, intaccarla. Dunque, non esiste per lo Stato altra strada che

la tutela della proprietà privatala tutela della proprietà privata

Page 55: Hegel

Nulla di particolarmente rivoluzionario, allora, poiché tutti i suoi predecessori hanno sostenuto il diritto alla inalienabilità della propriatà privata. Lo Stato di Hegel, pur aspirando al massimo della unità interna,

alla eliminazione degli interessi di parte, si basa – e difende – la proprietà privata. È questo uno dei punti sul quale dibatteranno a lungo i

suoi seguaci, finendo per favorire una scissione traDESTRA e SINISTRA hegelianeDESTRA e SINISTRA hegeliane

Ma lo Stato si fonda anche sulla Famiglia. Anche in questo caso nulla di rivoluzionario. La Dottrina sociale della Chiesa abbraccerà tale pensiero

e così tutti i sistemi più tradizionali. Se la famiglia “monogama” e paternalista è alla base dello Stato, che è il culmine dell’eticità, allora non saranno ammesse altre forme di “convivenza”. Un pensiero che

ancora oggi si mostra in tutta la sua forza, soprattutto in Italia. Anche questo sarà un motivo di scontro tra i seguaci di Hegel

Page 56: Hegel

Il sostanziale “conservatorismo” politico di Hegel è confermato anche da come il filosofo intende organizzare lo Stato etico.

Quando si parla di “organizzazione statale”, si parla sempre dicostituzionecostituzione

Ora, per Hegel ogni costituzione non deve essere il frutto di una elucubrazione fatta a tavolino, ma di una progressiva manifestazione

dello Spirito: ogni popolo ha la costituzione che gli è adeguata, frutto di graduali e piccoli aggiustamenti avvenuti nel tempo.

Qui il salto rispetto al giovane Hegel è notevole: allora era favorevole alla Rivoluzione francese, dunque alla sua Costituzione “astratta” e

costruita a tavolino (dagli Illuministi); ora invece rifiuta ogni intervento “esterno”, ogni costruzione che in qualche modo non emerga dal

profondo del popolo

Di conseguenza, Hegel pensa che ogni imposizione a priori di una costituzione sia destinata a fallire

Page 57: Hegel

Essendo in qualche modo frutto della storia di un popolo ed essendo la storia una manifestazione dello Spirito, cioè della razionalità dispiegata,

la costituzione di uno Stato non potrà che essere unacostituzione razionalecostituzione razionale

Hegel identifica tale costituzione con laMONARCHIA COSTITUZIONALEMONARCHIA COSTITUZIONALE

Anche in questo caso nulla di particolarmente innovativo. Lo stesso Locke, padre del liberalismo moderno, vedeva in una monarchia

costituzionale l’optimum di una costituzione.L’essenza di una monarchia costituzionale (e quindi in qualche modo

liberale) èla divisione dei poterila divisione dei poteri

Oggi tali poteri sono identificati in legislativo, esecutivo e giudiziario. Ai tempi di Locke in legislativo, esecutivo e federale.

Page 58: Hegel

Per Hegel, invece, tale divisione è traLEGISLATIVOLEGISLATIVO

GOVERNATIVOGOVERNATIVOPRINCIPESCOPRINCIPESCO

Page 59: Hegel

POTERE LEGISLATIVOPOTERE LEGISLATIVO

Nella filosofia politica del XVII e VIII secolo, tale potere è sempre stato affidato ai Parlamenti. Ora, il parlamento dello Stato etico di Hegel è

piuttosto particolare, non prevedendo uomini (deputati e/o senatori) eletti più o meno direttamente dal popolo, bensì rappresentanti delle classi

sociali presenti nella società civile. Il parlamento hegeliano, cioè, è unaAssemblea delle classiAssemblea delle classi

Da qui la sua naturacorporativacorporativa

Ecco perché si tratta di un potere legislativo piuttosto originale: le leggi sono il frutto non del confronto o dello scontro tra rappresentanti del

popolo, ma del compromessocompromesso tra i rappresentanti di interessi divergenti che si vedono in qualche modo costretti a rinunciare alle loro pretese in

nome dell’interesse generale, quello dello Stato

Page 60: Hegel

POTERE GOVERNATIVOPOTERE GOVERNATIVO

Dovrebbe corrispondere grosso modo a quello esecutivo. E in effetti è così, anche per Hegel, ma tenendo ben presente come in esso si sommino

ilpotere giudiziariopotere giudiziario

e ilpotere di poliziapotere di polizia

Oggi si tende a tenere ben distinto il potere giudiziario da quello esecutivo, per il semplice fatto che chi comanda, se avesse in mano

anche la giustizia, difficilmente si farebbe processare. Ma non dappertutto è così, nemmeno negli Stati più evoluti. Da anni è in corso in

Italia un aspro dibattito sulla cosiddetta “indipendenza della magistratura”, che talune forze politiche vorrebbero ridimensionare, fino

a farla coincidere – come prevede Hegel – nel potere esecutivoIl potere governativo, comunque, viene esercitato dai

funzionari dello Statofunzionari dello Stato

Page 61: Hegel

POTERE PRINCIPESCO o MONARCHICOPOTERE PRINCIPESCO o MONARCHICO

Non si tratta di un vero e proprio potere. Al monarca non viene affidata alcuna funzione specifica all’interno dello Stato, se non quella di

rappresentare l’unità dello Statorappresentare l’unità dello Stato

È la logica conseguenza di una filosofia tutta tesa alla ricerca dell’unità, della superazione delle lacerazioni e della pluralità. Il monarca rappresenta dunque il culmine di tale processo di unificazione

“La personalità dello Stato è reale soltanto se intesa come una persona”

Dunque, il monarca possiede solo un potere fittizio, di “rappresentanza” (dell’unità statale), cioè ben al di sotto di quello

detenuto dai funzionari dello Stato. A lui – come scrive senza mezzi termini Hegel – non resta che

“dire sì e mettere il puntino sulla i”

Page 62: Hegel

Lo Stato – come si è detto – rappresenta per Hegel un passaggio cruciale, l’entrata di Dio nel mondo, il momento cioè in cui lo Spirito può finalmente realizzare il passaggio successivo, quello verso la sua

completa realizzazione, mettendo perciò fine al suo angoscioso errare

Essendo etico, essendo vita divina che si realizza nel mondo, lo Stato non può trovare impedimenti alla sua azione. Lo Stato non ha

alcuna morale, se non quella di realizzare i proponimenti dello Spirito, della razionalità dispiegata.

Ecco perché Hegel critica tutti coloro (Kant in primis) che si danno da fare per creare un organismo sovra nazionale in grado di derimere le

diatribe tra gli Stati, di evitare le guerre.Hegel è come sempre molto chiaro:

non esiste alcun giudice che possa esaminare le pretese degli Statinon esiste alcun giudice che possa esaminare le pretese degli Stati

Page 63: Hegel

E tuttavia qualcosa che giudica c’è:

LA STORIALA STORIA

La Storia èSpirito UniversaleSpirito Universale

che ha come suo momento strutturale laGuerraGuerra

Hegel riprende il pensiero di non pochi presocratici, secondo i quali non è la pace bensì la guerra la madre di tutte le cose:

“come il movimento dei venti preserva il mare dalla putredine, nella quale sarebbe ridotto da una quiete durevole, così la guerra preserva i

popoli dalla fossilizzazione alla quale li ridurrebbe una pace durevole o perpetua”

Chiaro e polemico riferimento a Kant, che aveva pubblicato un libro dal titolo esplicito: “Per la Pace perpetua”

Page 64: Hegel

LaFILOSOFIA DELLA STORIAFILOSOFIA DELLA STORIA

di Hegel è molto importante. Tutta la sua speculazione viene svolta – per così dire – attraverso coordinate storiche.

Secondo l’autore, infatti, la storia è assolutamente razionale, al di là di ciò che può mostrare quotidianamente ad un “intelletto finito”, cioè

ancora prigioniero di procedure e valori astratti.

E la Storia ha un fine ben preciso e cioè

“che lo Spirito giunga al sapere di ciò che esso è veramente, e oggettivi questo sapere, lo realizzi facendone un mondo esistente, manifesti

oggettivamente se stesso”

Tale Spirito è

SPIRITO DEL MONDOSPIRITO DEL MONDO

Page 65: Hegel

La Storia si serve degli uomini, dei popoli, delle istituzioni per realizzare i suoi fini. Ogni individuo è partecipe di un ben determinato Spirito che coincide con quello della sua epoca e del suo popolo. Ecco perché Hegel

insiste con il concetto di Spirito del PopoloSpirito del Popolo

Si deve soprattutto ad Hegel se il termine “popolo” assumerà d’ora in poi una importanza mai vista prima. Il popolo portatore di una storia sua

propria, di aspirazioni, di tradizioni, di continuità con il passato, manifestazione di una razionalità dispiegata. Non è un caso, allora, se l’Ottocento è il secolo delle rivoluzioni nazionali, delle aspirazioni di

milioni e milioni di uomini e donne che si sentono partecipi di una unità chiamata, appunto, popolo. La stessa letteratura romantica – come non

pensare al Manzoni – si rifà a tale concezione, dando la parola al popolo minuto, facendo cioè emergere quel

VolksgeistVolksgeistche è uno dei principi identificativi di tutto il movimento romantico

Page 66: Hegel

Scrive Hegel:

“Ogni individuo è figlio del suo popolo, in un determinato momento dello sviluppo di questo popolo. Nessuno può saltare oltre lo spirito del

suo popolo più di quanto non possa saltar via dalla terra”

Sebbene questa nuova concezione di popolo abbia determinato uno dei più grandi stravolgimenti planetari, con la nascita di nuove nazioni e, successivamente, l’emergere di una coscienza di classe che farà leva

sugli strati più poveri della popolazione (il socialismo), non deve sfuggire una certa dimensione

fortemente conservatrice se non reazionariafortemente conservatrice se non reazionaria.

Se infatti ogni individuo è figlio del suo popolo – come scrive Hegel – allora dovrà condividerne ogni aspetto, anche più odioso; sottostare cioè ad ogni consuetudine, ad ogni ingiustizia o malefatta. Dovrà attendere

che il popolo maturi prima di proporre idee e pratiche di rinnovamento.

Page 67: Hegel

Hegel parte dal presupposto che il rapporto tra individuo e popolo di appartenenza sia il medesimo che lega l’uomo alla terra. E tuttavia

proprio la Storia ha dimostrato come l’uomo possa “saltar via” dalla Terra fino al punto di poggiare i piedi su un altro pianeta, vincendo

gravità e paure.Non deve dunque stupire che, di lì a poco, e spesso proprio a partire

dalla nuova concezione del Volksgeist, milioni di uomini, appartenenti ai più svariati popoli della Terra, si organizzeranno per cambiare il mondo

sotto le bandiere del socialismo, che pure dall’hegelismo proviene

E tuttavia non bisogna pensare che Hegel concepisca l’uomo in balia della Storia, cioè come soggetto totalmente passivo.

Esistono infatti degli individui molto particolari, dei veri e propri eroi, che sanno quale sia la verità del loro mondo e del loro tempo, quale sia il concetto, l’universale prossimo a sorgere. Sono veggenti intorno ai quali si stringono tutti gli altri, perché essi esprimono ciò di cui è giunta l’ora:

“Gli altri devono loro obbedienza, perché sentono che è giunta l’ora”

Page 68: Hegel

Ma chi sono questi eroi, questi soggetti in grado di interpretare e addirittura anticipare le mosse della ragione che si dispiega nella storia?

Individui storico-cosmico-universaliIndividui storico-cosmico-universali

Personaggi del calibro di Alessandro Magno, Cesare, Napoleone, vissuti sotto il segno del successo. In loro si manifesta quella che Hegel chiama

ASTUZIA DELLA RAGIONEASTUZIA DELLA RAGIONE

La storia, la ragione, si serve di loro per attuare i propri fini. Il disegno provvidenziale della storia si rivela nella vittoria che di

volta in volta consegue il popolo che sfila dietro la bandiera degli individui storico-cosmico-universali

Page 69: Hegel

Ma anche Cesare e Napoleone non sono che semplici individui, sebbene di un tipo superiore e molto particolare.La Storia punta cioè molto più in alto

allo Statoallo Stato

E dunque la Storia altro non è che la successione di forme statali che costituiscono momenti di un divenire assoluto

Anche perché la Storia non cessa con la creazione dello Stato, se non altro perché ci saranno diversi Stati in competizione tra loro.

Insomma, il passaggio successivo alla costituzione dello Stato è quello della

LOTTA TRA GLI STATILOTTA TRA GLI STATIesattamente come era avvenuto con la famiglia: una volta usciti, i figli

costituiscono altre famiglie in competizione tra loro

Page 70: Hegel

La Storia è dunqueLOTTA TRA STATILOTTA TRA STATI

il cui fine è la realizzazione dellaLIBERTA’LIBERTA’

dello Spirito e dunque del mondo in cui esso si manifesta.È una lotta che si perde nella notte dei tempi.

Possiamo tuttavia individuare tre momenti decisivi

Mondo OrientaleMondo Orientale, in cui uno solo è libero

Mondo Greco-RomanoMondo Greco-Romano, in cui alcuni sono liberi

Mondo Cristiano-GermanicoMondo Cristiano-Germanico, in cui tutti gli uomini sono liberi

È dunque lo Stato etico l’ultimo stadio dello sviluppo della razionalità liberamente dispiegata. È lo Stato etico a risolvere l’individuo

nell’organismo universale della comunità. È lo Stato etico a conciliare l’essere con il dover essere, la moralità individuale con l’eticità

universale, a proteggere la proprietà, la famiglia eccetera

Page 71: Hegel

E quando parla di Stato etico, Hegel fa esplicito riferimento ad uno Stato molto particolare, probabilmente non ancora etico in senso stretto, ma su

cui la razionalità storica ha puntato gli occhi

La PrussiaLa Prussia

Rifacendosi alle note tesi fichtiane sul primato della nazione tedesca, Hegel ritiene infatti che i tedeschi abbiano una superiorità rispetto agli

altri popoli della Terra e che, di conseguenza, la loro affermazione, oltre ad essere assolutamente necessaria, significherà il dispiegarsi definitivo

della libertà di tutti gli uomini.È in Germania, infatti, che si è meglio conservato quel Volkgeist

attraverso cui si manifesta la ragione. È in Germania che si è realizzata al più alta forma di religiosità, quella del luteranesimo. È in Germania che la costituzione è stata il frutto di un adeguamento graduale alle leggi e

alle consuetudini “popolari”

Page 72: Hegel

La filosofia politica di Hegel ha dato vita ad un ampio ed aspro dibattito ancora oggi molto vivo.

Sono varie e numerose le teorie proposte. Vediamone alcune:

Page 73: Hegel

HEGEL PORTAVOCE DELLA RESTAURAZIONEHEGEL PORTAVOCE DELLA RESTAURAZIONE

Hegel è il teorico dello Stato prussiano, della totale devozione del suddito nei confronti del capo, del Fuhrer, come si dirà di lì a poco.

Posizioni affermate nel XIX secolo dal filosofoRUDOLF HAYMRUDOLF HAYM

in un’opera dal titolo“Hegel e il suo tempo”“Hegel e il suo tempo”

Naturalmente, è innegabile che taluni passaggi del pensiero filosofico hegeliano e soprattutto quelli concernenti lo Stato etico e la lotta tra gli Stati possano dare adito a simili interpretazioni. E tuttavia, considerare

Hegel come il “portavoce” della restaurazione e del pensiero reazionario è troppo semplicistico

Page 74: Hegel

HEGEL RIVOLUZIONARIOHEGEL RIVOLUZIONARIO

Chi punta invece la propria attenzione soprattutto sulla “Società Civile”, ai suoi scontri, alle classi sociali in lotta tra loro, vede in Hegel

un rivoluzionario, colui che ha anticipato la grande svolta del socialismo, come

JOACHIM RITTERJOACHIM RITTERin

“Hegel e la Rivoluzione francese”“Hegel e la Rivoluzione francese”

La grande intuizione della “società civile” ha indubbiamente influenzato il pensiero socialista, in particolare quello di Karl Marx. E tuttavia è

impossibile non notare come tale intuizione sia comunque un passaggio più obbligato che gradito da parte dell’autore, un ponte (seppure necessario) verso lo Stato, che rappresenta il suo superamento in

un’ottica di unità in nome di interessi superiori. Se c’è qualcosa di realmente rivoluzionario nella filosofia di Hegel, questa è la dialettica

Page 75: Hegel

HEGEL CONSERVATOREHEGEL CONSERVATORE

È la interpretazione forse maggioritaria, quella che si è venuta imponendo soprattutto nella seconda metà del Novecento, grazie anche

al grande studioso italianoNORBERTO BOBBIONORBERTO BOBBIO

il quale scrive che

“Hegel non è un reazionario ma non è neppure un un liberale: è puramente e semplicemente un conservatore, in quanto pregia più lo Stato che l’individuo, più l’autorità che la libertà, più la coesione del

tutto che l’indipendenza delle parti, più l’obbedienza che la resistenza, più il vertice della piramide (il monarca) che la base (il popolo)

Page 76: Hegel

HEGEL TEORICO DELLA BORGHESIAHEGEL TEORICO DELLA BORGHESIA

Il fatto di avere fondato l’eticità sulla difesa della proprietà privata e di avere compreso, nell’evoluzione dello spirito, il decisivo momento

della società civile, in cui prevalgono gli interessi particolari, significa che Hegel si è fatto portatore di una visione prettamente borghese,

interprete cioè di una classe sociale in rapida ascesa e alla ricerca di istituzioni in grado di proteggere i suoi traffici. Secondo tale visione,

Hegel avrebbe appunto creato uno Stato che, al di là della sua manifesta intenzione di superare le differenze e i conflitti particolari, si

sarebbe configurato come mero strumento della borghesia

La risposta più esaustiva a tali posizioni (piuttosto minoritarie a dire il vero) è ancora di Bobbio:

“Come una concezione siffatta, antiprivatistica, antiatomistica, antindividualistica abbia potuto essere scambiata per l’apologia dello

Stato borghese resta un mistero”

Page 77: Hegel

HEGEL PROFETA DEL TOTALITARISMOHEGEL PROFETA DEL TOTALITARISMO

È quanto sostiene con forza il filosofoKARL POPPERKARL POPPER

per il quale Hegel, sebbene in buona compagnia (Platone, Hobbes, Marx etc), sarebbe il

nemico della società aperta, un profeta del totalitarsimonemico della società aperta, un profeta del totalitarsimodi un sistema cioè in cui l’individuo ha senso solo se compreso

nell’unità statale, guidata da una classe di funzionari che ricorda la platonica classe di “guardiani”, i custodi dello Stato; di un sistema che considera un artificio umano, lo Stato appunto, come un “Dio reale”,

da non sottoporre ad alcun controllo o limitazione nemmeno sul piano internazionale; una visione che ha come logico corollario la guerra

Page 78: Hegel

È evidente che la filosofia hegeliana metta capo ad una radicale forma diSTATOLATRIASTATOLATRIA

che fungerà da base per tutti i totalitarismi del XX secolo, primo fra tutti quello fascista italiano, la cui dottrina verrà non a caso redatta da un

seguace di Hegel, il filosofo italiano

GIOVANNI GENTILEGIOVANNI GENTILE

Ma più in generale, la dottrina hegeliana antepone l’interesse collettivo a quello del singolo, tra cui anche l’interesse di partito, di setta religiosa,

di classe sociale o popolo di appartenenza. Dunque, l’influenza di Hegel andrà ben oltre quelli che siamo soliti

chiamare “stati totalitari” (come il fascismo, il nazismo o il comunismo), coinvolgendo molte forme di aggregazione sociale, come taluni partiti di

massa e organizzazioni religiose, nonché ideologie come il razzismo.

Page 79: Hegel

SPIRITO ASSOLUTOSPIRITO ASSOLUTO

Page 80: Hegel

Lo Spirito Assoluto è il momento in cui l’Idea giunge alla piena coscienza della propria infinità ed assolutezza, cioè del fatto che

tutto è Spirito e non vi è nulla al di fuori dello Spiritotutto è Spirito e non vi è nulla al di fuori dello Spirito

Anche questo ultimo passaggio, si articola dialetticamente in

ARTE (tesi)ARTE (tesi)

RELIGIONE (antitesi)RELIGIONE (antitesi)

FILOSOFIA (sintesi)FILOSOFIA (sintesi)

Page 81: Hegel

ARTEARTE

È il primo gradino attraverso cui lo spirito acquisisce coscienza di sé: grazie all’arte l’uomo acquista consapevolezza di sé o di situazioni che

lo riguardano mediante forme sensibili, come figure, parole, musica. Nell’arte lo Spirito vive in modo immediato e intuitivo quella fusione tra

soggetto ed oggetto, spirito e natura

Tutto ciò accade perché nell’esperienza delbello artisticobello artistico

per esempio di fronte ad una statua greca, spirito e natura vengono recepiti come un tutt’uno in quanto nella statua l’oggetto (in questo caso

il marmo) è giànatura spiritualizzatanatura spiritualizzata

cioè la manifestazione sensibile di un messaggio spirituale e il soggetto (l’idea artistica) è già

spirito naturalizzatospirito naturalizzatocioè concetto incarnato e reso visibile

Page 82: Hegel

Anche l’arte si dialettizza in tre momenti storici

ARTE SIMBOLICAARTE SIMBOLICA: tipica dei popoli orientali, è caratterizzata dallo squilibrio tra contenuto e formasquilibrio tra contenuto e forma, dalla incapacità di esprimere un messaggio spirituale secondo forme sensibili adeguate. Espressione di tale squilibrio/incapacità è il continuo ricorso al simbolo, la tendenza allo sfarzoso ed al bizzarro, testimoni di immaturità e profondo travaglio

ARTE CLASSICAARTE CLASSICA: caratterizzata da un armonico equilibrio fra armonico equilibrio fra contenuto spirituale e forma sensibilecontenuto spirituale e forma sensibile, attuato soprattutto mediante la figura umana

ARTE ROMANTICAARTE ROMANTICA: caratterizzata da un nuovo squilibrionuovo squilibrio, questa volta a tutto vantaggio del contenuto, per cui la forma sensibile risulta insufficiente ad esprimere in modo compiuto l’interiorità spirituale

Page 83: Hegel

Secondo Hegel, lo squilibrio dell’arte romantica determina laMORTE DELL’ARTEMORTE DELL’ARTE

Si tratta di uno dei passaggi più noti della filosofia hegeliana, tra le più dibattute di tutto il suo sistema. Le forme sensibili non sono più in grado di contenere i pensieri dell’uomo. La spiritualità moderna deve dunque rivolgersi altrove oppure – come sostengono alcuni critici – ridursi al

SILENZIOSILENZIO

Anche in questo caso Hegel mostra tutto il suo genio. A ben vedere, infatti, l’arte moderna (sarebbe meglio chiamarla “contemporanea”) ha rifiutato tutte le forme in cui si era espressa in passato. Le avanguardie hanno frantumato le forme, ne hanno create di nuove, spesso le hanno

totalmente rifiutate.

Page 84: Hegel

Pensiamo a tutte le avanguardie artistico-letterarie del Novecento

Page 85: Hegel

Le forme si disintegrano, i pensieri scavalcano i limiti spaziali

Page 86: Hegel

Lo Spirito moderno sancisce l’inadeguatezza delle forme tradizionali e si muove alla ricerca di nuove forme di espressione

Page 87: Hegel

Spesso, non trovandone alcuna, si riduce al silenzio …

Page 88: Hegel

… o si rifugia nei sogni

Page 89: Hegel

RELIGIONERELIGIONE

Il passaggio successivo all’arte è quello della Religione, in cui lo Spirito Assoluto si manifesta nella forma della

rappresentazionerappresentazione

Poiché alla religione è essenziale il rapporto tra Dio e la coscienza, la prima forma religiosa sarà quella della

IMMEDIATEZZA (tesi)IMMEDIATEZZA (tesi)propria del sentimento. E tuttavia il sentimento, sebbene offra la certezza dell’esistenza di Dio, non è in grado di giustificarla, di trasformarla cioè

in verità oggettivamente valida. Il passo successivo sarà dunque quello della

INTUIZIONE (antitesi)INTUIZIONE (antitesi)rappresentata proprio dall’arte.

Il passo finale quello dellaRAPPRESENTAZIONE (sintesi)RAPPRESENTAZIONE (sintesi)

il modo tipicamente religioso di pensare a Dio

Page 90: Hegel

E tuttavia la Religione sembra arenarsi di fronte al mistero dell’Assoluto, non essendo in grado di pensare Dio dialetticamente. D’altro canto, la Religione non è il culmine dello Spirito Assoluto, bensì il momento negativo, l’antitesi, e come tale da superare per

giungere ad una sintesi più alta (e definitiva)

Che la religione sia un momento contraddittorio e di difficile soluzione, lo dimostra anche la sua storia, che presenta non tre fasi

bensì quattro

Religioni panteistiche (estremo Oriente)Religioni panteistiche (estremo Oriente)Religioni naturali (persiana, egiziana, siriaca)Religioni naturali (persiana, egiziana, siriaca)

Religioni dell’individualità spirituale (giudaica, greca, romana)Religioni dell’individualità spirituale (giudaica, greca, romana)Religione assoluta (cristianesimo)Religione assoluta (cristianesimo)

Il Cristianesimo rappresenta il culmine dello sviluppo religioso, il momento in cui Dio appare come

puro spiritopuro spirito

Page 91: Hegel

FILOSOFIAFILOSOFIA

La religione non è in grado di offrire risposte. L’unico sbocco coerente è dunque la Filosofia, che ci parla anch’essa di Dio e Spirito, ma non

più nella forma inadeguata della rappresentazione bensì in quella adeguata del

ConcettoConcetto

Nella Filosofia l’Idea giunge finalmente alla piena e concettuale coscienza di se medesima, chiudendo in tal modo il ciclo cosmico

apertosi con la Logica.Hegel ritiene che la filosofia sia una

formazione storicaformazione storicauna totalità processuale che si è sviluppata attraverso una serie di gradi o

di momenti

Page 92: Hegel

La Filosofia non è altro chel’intera storia della filosofia giunta a compimento con Hegel stessol’intera storia della filosofia giunta a compimento con Hegel stesso

L’intera storia della filosofia è dunque un progressivo sviluppo verso il suo culmine, la sua piena realizzazione, che avviene con la creazione del

sistema hegeliano. Tutte le correnti filosofiche che si sono succedute sono tappe assolutamente necessarie di questo processo:

“La Filosofia, che è ultima nel tempo, è insieme un risultato di tutte le precedenti e deve contenere i principi di tutte: essa è perciò la più

sviluppata, ricca e concreta”

Page 93: Hegel

La Filosofia giunge dunque a compimento con Hegel stesso

“A questo punto è pervenuto lo Spirito Universale e ogni stadio ha, nel vero sistema della filosofia, la sua forma specifica. Niente si

perde, tutti i principi si conservano; la filosofia ultima è difatti la totalità delle forme. Questa idea concreta è la conclusione dei

conati dello Spirito, in quasi due millenni e mezzo di lavoro serissimo, per diventare oggettivo a se stesso, per conoscersi”

La Filosofia, dunque, giunge ben ultima, ma questo le dà una superiorità che tutte le altre “discipline” non possono avere, quella di

potere riflettere su ciò che è stato.

“La Filosofia è come la nottola di Minerva, che spicca il volo sul far del crepuscolo”

Page 94: Hegel

La Filosofia non ha il compito di cambiare il mondo, ma di interpretarlo, di offrire una visione la più possibile razionale. La

Filosofia va oltre le apparenze, oltre le situazioni particolari, puntando all’unità. Solo nell’unità è possibile scorgere le dinamiche che regolano la vita quotidiana dei singoli, degli stati, del mondo, della storia stessa. La Filosofia, giungendo ultima, sia in termini temporali sia in termini

logici, può permettersi, per così dire, di giungere a conclusioni, di mettere capo a concetti.

Se per gli antichi (ma anche per Cartesio e molti filosofi moderni) la Filosofia si colloca alla base dell’albero del sapere, rappresentandone dunque le fondamenta, per Hegel è dentro tutto ciò che accade nonché al di sopra di essi, in modo da potere avere una visione la più completa

possibile dello sviluppo storico

““La verità in Filosofia è che un concetto e la realtà La verità in Filosofia è che un concetto e la realtà concreta corrispondono”concreta corrispondono”

Page 95: Hegel

“Ciò che è reale è razionale; ciò che è razionale è reale”

Page 96: Hegel

Riassumendo la partizione del sistema filosofico hegeliano

Page 97: Hegel

LOGICALOGICA(TESI)

ESSEREESSERE(tesi)

ESSENZAESSENZA(antitesi)

IDEAIDEA(sintesi)

Essere indeterminato

Nulla

Divenire

L’EssereEssere, partito dal concetto più povero ed astratto, gradualmente si determina,

divenendo EssenzaEssenza e quindi IdeaIdea, cioè totalità della realtà in tutta la ricchezza

delle sue determinazioni

Page 98: Hegel

FILOSOFIA DELLA NATURAFILOSOFIA DELLA NATURA(antitesi)(antitesi)

Come pattumiera del sistema non presenta passaggi significativi.Comunque la sua triade essenziale è la seguente

Meccanica Fisica Fisica organica

Page 99: Hegel

FILOSOFIA DELLO SPIRITOFILOSOFIA DELLO SPIRITO(sintesi)

Page 100: Hegel

SPIRITO SOGGETTIVOSPIRITO SOGGETTIVO(tesi)

AntropologiaAntropologia

infanzia

giovinezza

maturità

FenomenologiaFenomenologia PsicologiaPsicologia

Lo Spirito Soggettivo viene considerato nel suo lento emergere dalla natura, dal “dormiveglia” rappresentato dalla

Antropologia fino allo “spirito libero”, che rappresenta il culmine della Psicologia

Page 101: Hegel

SPIRITO OGGETTIVOSPIRITO OGGETTIVO(antitesi)

DIRITTO DIRITTO ASTRATTOASTRATTO

Proprietà

Contratto

Illecito/Pena

MORALITA’MORALITA’

Proponimento

Intenzione-Benessere

Bene e Male

ETICITA’ETICITA’

Famiglia

Matrimonio

Patrimonio

Educazione dei figli

Società Civile

Sistema dei bisogni

Amministrazione giustizia

Polizia-Corporazioni

Stato

Diritto interno (i poteri)

Diritto esterno (la guerra)

Storia universale

Page 102: Hegel

SPIRITO ASSOLUTOSPIRITO ASSOLUTO(sintesi)

ArteArte

Simbolica

ClassicaRomantica

ReligioneReligione

Panteismo

Naturalismo

Individualismo spirituale Religione Assoluta

FilosofiaFilosofia