GUIDO GUINIZZELLI AL COR GENTIL REMPAIRA ......GUIDO GUINIZZELLI Vita e opere Scarse e malsicure...

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GUIDO GUINIZZELLI – AL COR GENTIL REMPAIRA SEMPRE AMORE – ANALISI E ALCUNE RIFLESSIONI PROF. STEFANO MIANI

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GUIDO GUINIZZELLI –AL CORGENTIL REMPAIRA SEMPRE AMORE

–ANALISI E ALCUNE RIFLESSIONIPROF. STEFANO MIANI

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GUIDO GUINIZZELLI

Vita e opere

Scarse e malsicure notizie si hanno su Guido Guinizzelli: nato a Bolognaintorno al 1240, morì in esilio a Monselice nel 1276. Dotato di culturagiuridica, filosofica e letteraria, è probabile che raggiungesse unaposizione di prestigio in ambiente bolognese come giudice. Militò a favoredella parte ghibellina: questo impegno gli costò la condanna all'esilio nel1274, a Monselice. Le sue rime, raccolte in un canzoniere, furonoconosciute da Dante che lo considerò suo maestro.

Il suo canzoniere (o almeno quanto ci è stato tramandato) si compone dicinque canzoni, quindici sonetti e due frammenti di canzone; a cui siaggiungono tre canzoni dubbie. Pochi testi, dunque, che testimonianodiverse maniere di poetare: i più numerosi si collocano nell'ambito dellatradizione siculo-toscana, mentre la canzone dottrinaria Al cor gentil epochi sonetti appaiono orientati in direzione stilnovistica. L'assolutamancanza di elementi per tentare la datazione dei testi non consente didire se i componimenti stilnovistici siano posteriori ad altri oppure se ilGuinizzelli abbia composto secondo due distinte "maniere".

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GUIDO GUINIZZELLI

Sviluppando motivi provenzali e guittoniani, delinea una nuova concezione della donna edell'amore, concezione che verrà ripresa da un gruppo di poeti quasi tutti fiorentini detti"stilnovisti" (G. Cavalcanti, Dante, Lapo Gianni, Cino da Pistoia, ecc.).

La canzone Al cor gentil due temi che diventarono tipici dello stilnovismo:

la teoria della gentilezza (la nobiltà di cuore che è necessaria per l'innamoramento);

la figura della donna simile a un angelo del cielo (la donna rende l'innamoramentoinevitabile)

Gli stilnovisti si ritennero nuovi nel loro poetare e rivendicarono tale novità, accentuandola rottura con i poeti precedenti.

Nel definire l'esperienza poetica del "dolce stilnovo" Dante dava risalto soprattutto allafunzione dell'amore.

La dottrina d'amore ne era infatti il centro concettuale e ne improntava tutto illinguaggio. Il nocciolo consiste in questo: attraverso l'amore per una donna, che èmessaggera e portatrice di forze superiori all'umano, il poeta sperimenta il rinnovamentointeriore, la trasfigurazione totale della personalità. L'omaggio alla donna della tradizionecortese acquista connotazioni filosofiche e religiose. Il corteggiamento divieneadorazione.

Lo stilnovo, pur essendo rappresentato da personalità differenti, ebbe un'area comune dilinguaggio emotivi, di parole e immagini: - il sospirare dell'anima e il tremate, - gli occhiche sono il tramite dell'amore, - il cuore che ne è trafitto (e può morire), - il saluto delladonna, il suo mostrarsi (per strada, con le amiche).

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Fere lo sol lo fango tutto 'l giorno:vile reman, né 'l sol perde calore;dis'omo alter: «Gentil per sclatta torno»;lui semblo al fango, al sol gentil valore:ché non dé dar om féche gentilezza sia fòr di coraggioin degnità d'ere'sed a vertute non ha gentil core,com'aigua porta raggioe 'l ciel ritien le stelle e lo splendore.

Splende 'n la 'ntelligenzïa del cieloDeo crïator più che ['n] nostr'occhi 'l sole:ella intende suo fattor oltra 'l cielo,e 'l ciel volgiando, a Lui obbedir tole;e con 'segue, al primiero,del giusto Deo beato compimento,così dar dovria, al vero,la bella donna, poi che ['n] gli occhi splendedel suo gentil, talentoche mai di lei obedir non si disprende

Donna, Deo mi dirà: «Che presomisti?»,sïando l'alma mia a lui davanti.«Lo ciel passasti e 'nfin a Me venistie desti in vano amor Me per semblanti:ch'a Me conven le laudee a la reina del reame degno,per cui cessa onne fraude».Dir Li porò: «Tenne d'angel sembianzache fosse del Tuo regno;non me fu fallo, s'in lei posi amanza».

Al cor gentil rempaira sempre amore,come l'ausello in selva a la verdura,né fe' amor anti che gentil core,né gentil core anti ch'amor, natura:ch'adesso con' fu 'l sole,sì tosto lo splendore fu lucente,né fu davanti 'l sole;e prende amore in gentilezza lococosì propïamentecome calore in clarità di foco.

Foco d'amore in gentil cor s'aprendecome vertute in petra prezïosa,che da la stella valor no i discendeanti che 'l sol la faccia gentil cosa;poi che n'ha tratto fòreper sua forza lo sol ciò che li è vile,stella li dà valore:così lo cor ch'é fatto da naturaasletto, pur, gentile,donna a guisa di stella lo 'nnamora.

Amor per tal ragion sta 'n cor gentileper qual lo foco in cima del doplero:splendeli a su' diletto, clar, sottile;noli stari' altra guisa, tant'è fero.Così prava naturarecontra amor come fa l'aigua il fococaldo, per la freddura.Amore in gentil cor prende rivieraper suo consimel lococom'adamàs del ferro in la minera.

Metrica: canzone di sei strofe di dieci versi, schema: ABAB, cDc EdE.

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QUESTO COMPONIMENTO È UNA

CANZONE

È la forma più illustre di componimento lirico. I poeti

siciliani ripresero il modello della cansò provenzale,

venne successivamente perfezionate dagli stilnovisti per

assumere una struttura definitiva ed esemplare col

Petrarca.

La canzone classica consta di cinque o più strofe o

stanze. La stanza è composta da due elementi, la fronte

e la sìrima (o sirma). La fronte si divide in due piedi; la

sirma può essere unica o divisa in due parti eguali, dette

volte. Tra fronte e sirma può trovarsi un verso detto

concatenazione (o chiave) con rima identica all'ultima

della fronte. I metri usati sono l'endecasillabo e il

settenario. Dopo l'ultima stanza regolare è di solito

presente una stanza di congedo che, oltre che

tematicamente, può distinguersi metricamente.

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METRICA

Canzone di sei strofe, ciascuna di dieci versi(endecasillabi e settenari) secondo lo schema ABAB(fronte), cDcEdE (sirma).

La fronte è composta di due piedi uguali e presenta tuttiendecasillabi; la sirma alterna endecasillabi e settenari.da rilevare la presenza della tecnica delle coblascapfinidas (l'ultima parola di una stanza è ripresa,identica o mediante derivati, all'inizio o all'interno dellastanza successiva) e la frequenza di rime che si ripetonoin stanze successive (ad es. -ore in I, II, IV; -ura in I, II, III,ecc.), di rime identiche (ad es. sole, sole vv. 5 e 7; cielo,cielo vv. 41 e 43, ecc.; cfr. vv.3-38, 4-18-25, 5-7-42 ecc.).

Siciliana la rima natura: 'nnamora (vv.18 e 20).

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GLOSSARIO

gentil: nobile;

rempaira: dimora, torna alla sua patria;

ausello: uccello;

verdura: fresco del verde;

fe' anti: prima;

adesso con': non appena;

prende... loco: risiede;

propïamente: naturalmente;

s'aprende: si accende;

vertute: poteri, virtù;

valor: proprietà;

asletto: eletto;

doplero: torcia, candelabro;

splendeli: lì splende;

fero: fiero,indomabile;

rivera: dimora; consimel: adeguato;

adamàs: diamante;

vile: di poco valore;

dis': dice;

alter: superbo;

per sclatta: di nascita, stirpe, discendenza;

torno: sono;

semblo: paragono;

gentil valore: autentica nobiltà;

non dé dar om fé: non si deve credere; coraggio: cuore;

d'ere': ereditaria;

porta raggio: si lascia attraversare dalla luce;

ritien: trattiene;

oltra 'l cielo: al di là del moto celeste di sua competenza;

e 'l ciel volgiando: e nel far girare il cielo;

tole: prende;

con': come, in quel modo;

al primero: istantaneamente;

beato compimento: la perfezione dell'atto;

dar dovria: dovrebbe comunicargli;

talento: tal desiderio;

sïando: sarà;

desti: prendesti;

reina: regina, la Madonna;

per semblanti: come termine di paragone;

in vano amor: per un amore terreno;

fraude: peccato;

amanza: amore.

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PARAFRASIL'amore ha sempre la sua vera dimora nel cuore nobile[1], come l'uccello tra il fogliame (verde) della selva; natura non creò l'amore prima che il cuore nobile, né il cuore nobile prima chel'amore: appena apparve il sole, immediatamente lo splendore fu lucente, e non vi fu (luce) prima del sole; e l'amore prende posto nella nobiltà così normalmente e necessariamentecome il calore nella chiarezza del fuoco.Il fuoco d'amore s'accende in cuore nobile come la virtù in pietra preziosa, nella quale non scende valore dalla stella prima che il sole non l'abbia resa (purificandola coi suoi raggi) cosanobile; dopo che il sole con la sua forza ne ha tratto fuori ciò che vi è di vile, la stella le conferisce valore: così la donna, agendo come la stella, innamora il cuore che è stato fatto dallanatura eletto, puro, nobile[2] .L'amore sta nel cuore nobile per la stessa ragione per cui il fuoco sta in cima alla torcia: vi splende a suo piacere[3], chiaro, sottile: non vi starebbe in altro modo, tanto è indomabile[4]. Lanatura ignobile è contraria ad amore come l'acqua, per la sua freddezza, è contraria al fuoco caldo. Amore prende dimora nel cuore nobile come in luogo a sé affine, come il diamante nelminerale del ferro[5].Il sole colpisce continuamente il fango: questo rimane vile, e il sole non perde il calore; dice un superbo: « sono nobile per discendenza»; paragono lui al fango,e la nobiltà vera al sole:poichè non si deve credere[6] che vi sia nobiltà fuori del cuore in dignità ricevuta quale erede, se (l'erede) non ha il cuore nobile disposto al vero valore: così l'acqua si lascia attraversaredal raggio, mentre il cielo trattiene in sé le stelle e la luce.Dio creatore splende all'intelligenza angelica[7], motrice del cielo, più che ai nostri occhi il sole; ella intuisce[8] il proprio creatore al di là del cielo e prende ad obbedire a Lui, imprimendoil moto rotatorio al cielo; e come immediatamente segue compimento[9] perfetto (della volontà) del giusto Dio[10], così, per la verità, la bella donna, dal momento in cui splende al suonobile amante, dovrebbe dargli volontà di non discostarsi mai dall'obbedirla.Signora, quando la mia anima sarà davanti a lui, Dio mi dirà: «Che presunzione avesti? Attraversasti il cielo e giungesti fino a Me e desti Me come termine di paragone per un vano amore:a Me appartengono le lodi e alla regina[11] del nobile regno, per intervento della quale resta sconfitto ogni peccato». Gli potrò dire: «(la donna) ebbe aspetto d'angelo che appartenesse alTuo regno; non fu mia colpa, se posi in lei amore».

[1] Qui gentile significa nobile, per spiritualità elevata e virtuosa.[2] Nel Medioevo si credeva che le pietre preziose avessero "virtù", cioè la capacità di produrre effetti a volte magici. Tale virtù era infusa in esse da un astro specifico

per ciascuna qualità di pietra, dopo che il sole le aveva purificate.[3] Cioè, senza poter essere dominato.[4] Il fuoco tende naturalmente verso l'alto, e vanamente si cercherebbe di volgerlo altrove.[5] Si credeva che il diamante venisse prodotto da una modificazione del ferro e, come la calamita, avesse la proprietà di attirare il ferro .[6] Letteralmente: "non deve uomo dar fede", ma om ha valore impersonale, come in francese on.[7] Gli angeli che muovono di moto rotatorio i cieli seguendo la volontà divina.[8] Cioè, vede spiritualmente, senza mediazioni..[9] Esecuzione.[10] Da parte dell'intelligenza angelica.[11] La Madonna.

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I TEMI: LA NOBILTÀ

Nella canzone Al cor gentil Guinizzelli mira ad esporre

una personale "teoria della nobiltà". Tale teoria può

essere così esposta: la gentilezza, e cioè la vera nobiltà,

non trova il suo fondamento nell'appartenere ad una

stirpe illustre (secondo la concezione feudale della

nobiltà), bensì nelle doti morali e intellettuali

dell'individuo che a loro volta sono essenzialmente

delle qualità naturali. Anche se simile affermazione non

è nuova in assoluto, è però chiaro che storicamente

acquista un particolare significato se collocata sullo

sfondo della società e della cultura comunale

duecentesca.

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I TEMI: LA NOBILTÀ

La teoria della nobiltà fondata sulle qualità naturali, sui

meriti individuali, e la polemica contro la concezione

aristocratica e feudale della nobiltà, costituiscono un

dato fondamentale della mentalità di quei ceti borghesi

che, proprio in conflitto con la società feudale, hanno

affermato la propria indipendenza politica e, in parte,

culturale.

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Il trattato "enciclopedico" De Amore, composto in latino dal francese Andrea Cappellano allafine del XII secolo, contiene la codificazione dell'amore cortese.

Ampliamente diffuso e tradotto, ebbe in Italia grande fortuna nel Due e Trecento.

Ecco di seguito un brano relativo al concetto di nobiltà.

Noi uomini tutti da uno fummo dirivati e uno nascimento avemmo secondo natura: nonbellezza, non ornamento di corpo, non ricchezza, ma sola fu prodezza di costumi quella cheprima li uomini per nobiltà conoscere fece e nelle generazioni indusse differenza. Ma molti sonoche da essi primi nobili traendo sementivo nascimento, piegando d'altra parte tralignanodivegnendo bastardi: e se tale proposta converti, non è falsa. Adunque, sola prodezza degna èdi corona d'amore.

[Noi uomini abbiamo avuto un unico progenitore (Adamo) e siamo nati allo stesso modo, nèla bellezza, né gli ornamenti, né la ricchezza, ma la virtù morale distinse gli uomini e la lorodiscendenza. Ma molti sono coloro che, pur traendo origine da nobili antenati, si rendonoindegni di appartenere all'aristocrazia perchè mancano di virtù; così al contrario, uomini diumile origine diventano nobili per la loro virtù.]

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I TEMI: LA DONNA GENTILE

All’interno della lirica compare la centrale figura della donna chesarà uno dei canoni fondamentali della poesia stilnovistica.

Per gli stilnovisti infatti la donna è " ponte di passaggio" tra laterra e il cielo, "anello di congiunzione tra l'uomo e Dio",cosa " venuta da cielo in terra a miracol mostrare".

Non a caso Guinizzelli sviluppa la tematica della nobiltà d'animocontro la nobiltà di sangue e stabilisce un legame tra amore ecuore gentile, che sono nati contemporaneamente come il soleed il suo splendore, la pietra preziosa ed il suo valore, il fuoco edil calore.

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I TEMI: LA DONNA GENTILE

Il corteggiamento viene sostituito dal rituale della lode e delsaluto, che dà "salute" all'innamorato che lo riceve. Né lagentilezza, o nobiltà, è privilegio ereditario o di sangue; è, anzi,un dono individuale e fa tutt'uno con la virtù. L'amore, quindi, èprincipio di perfezione morale, elevazione al cielo: cosicché aDio, che chiede all'amante del suo attaccamento esclusivo a unacreatura mortale, quello potrà arditamente rispondere che lasua donna "tenea d'angel sembianza", sì che amarla non fupeccato.

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STRUTTURA DEL TESTOMerita particolare attenzione l'uso ripetuto della tecnica dell'analogia. Ogni affermazione che riguarda il "corgentil" è, infatti, accompagnata da un paragone con fatti ed elementi del mondo naturale (spesso conriferimenti alla scienza naturale e alla cosmologia contemporanea). I concetti filosofici (gentilezza, amore,natura) sono resi più concreti e vivaci dal ricorso a paragoni naturali.La presenza di ornamenti retorici (similitudini, coblas capfinidas, ripetizione di parole chiave, ecc.) non è fine ase stessa, come nelle letteratura precedente, ma assolve una precisa funzione concettuale di esplicazione everifica di concetti astratti.- In questa canzone sono individuabili quattro “personaggi”:

Amore (a),Cuore gentile (+b) o impuro (-b),Natura (c),Donna (d).

L'amore è l'argomento del componimento; il cuore in pratica si identifica con l'uomo che può essere vile onobile; la natura è l'elemento determinante, è lei infatti che crea amore e, nello stesso tempo, ingentilisce ilcuore; la donna è l'oggetto dell'obbedienza da parte dell'uomo fornito di gentil core.I primi due personaggi, a e +b, sono inscindibili allo stesso modo in cui a e -b sono contrari e il concetto èrafforzato da una serie di paragoni:

cor gentil sta amore come verdura a auselloSole splendoreclarità di foco calorepetra preziosa vertù o valoreDoplero focominera di ferro adamàsCielo stelle e splendore

prava natura (-b) sta amore comeaigua a fococaldo freddura sole fangoaigua raggi

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La tesi della prima parte del discorso è che, come può darsi un +b senza a, non può darsi

invece un a senza un +b. Potremmo dire che non c'è amore senza cuore gentile, cioé è

necessario che il cuore sia "gentile" affinché "amore" compia le sue operazioni.

La funzione della "natura" è paragonata a quella del sole: come il sole toglie ciò che è "vile"

in una pietra rendendola atta ad accogliere la virtù che la stella le infonderà, così "natura" (c)

agisce sul cuore (-b) e lo rende "gentile" (+b), a questo punto il cuore è atto a ricevere

"amore" (a). Vuol dire che solo "natura" può rendere "gentile" il "cuore", e non "amore".

A questo punto interviene l'agente esterno, la "donna", a favorire l'avvento di "amore" nel

"cuore" dell'uomo "gentile". Allo stesso modo che la stella infonde valore in una pietra resa

preziosa dal sole, così la donna infonde l'amore nel cuore reso gentile dalla natura.

La conclusione risulta: solo la natura fa il gentile il cuore, il quale così è predisposto ad

accogliere l'amore che una donna-angelo gli infonde.

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Resta ancora da chiarire, a livello delle forme dell’espressione, perché questa

maniera di poetare fu connotata con l’aggettivo “dolce” in primo luogo da Dante (rime

d’amore “dolci e leggiadre”, Purgatorio, XXVI, v. 99, “dolce stil novo”, Purgatorio

XXIV, v. 57). Il termine “dolce” non ha un valore generico ed impressionistico ma è

una formula tecnica, che designa precisi procedimenti stilistici, che poi saranno

ripresi dai successori di Guinizzelli.

Cerchiamo di metterli in evidenza…

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Livello fonico: sono evitati accuratamente suoni aspri, in particolari scontri di consonanti. Verifichiamolo nei punti di maggiore evidenzadel verso, le rime. Le sillabe toniche ò-re, vv. 1-3, ù-ra, vv. 2-4, ò-le, vv. 5-7, ò-co, vv. 8-10: in tal modo lo scontro di consonanti è assentenella maggior parte delle rime della prima strofa (e il discorso vale anche per le successive).

Livello metrico: non vi sono rime rare o difficili, cioè con combinazioni di suoni rari e poco comuni, quindi molto difficili da trovare. Pocofrequenti sono anche rime che presentino particolari artifici: vi sono solo due rime univoche, “sole”:“sole”, vv. 5 e 7, “cielo”:“cielo”, vv. 41 e43, ed una rima siciliana “natura”:“’nnamora”, vv. 18 e 20. Compare solo episodicamente l’artificio delle coblas capfinidas.

Livello lessicale: non vi sono termini rari e ricercati, ma il lessico è in genere piano e comune. Sono pochi i francesismi ed i provenzalismi:“rempaira”, “clar”(che può essere anche un latinismo), “aigua”, “coraggio”, “semblo”, “semblanti”, “sembianza”, “amanza”. Non vi èquindi l’arditezza e la varietà di impasto linguistico che caratterizza la poesia guittoniana.

Livello sintattico: la sintassi è in genere piana, senza dure inversioni (con qualche eccezione: ad esempio, la posposizione del soggetto“natura” al v. 4).Livello ritmico: il ritmo è fluido, senza spezzature violente: non vi sono versi che presentino pause forti al loro interno (punti fermi, punti evirgola), e sono rari gli enjambements dalla forte inarcatura (i vv. 26-27, “foco/caldo”, e i vv. 48-49, “splende/del suo gentil”).

Livello retorico: le figure retoriche sono rare: la più frequente è il paragone.

Queste caratteristiche danno origine ad un discorso che, pur nella sua complessità concettuale, è fluido e scorrevole, lontanissimodall’artificiosità faticosa e aspra dello stile guittoniano.