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GUIDIZZOLO MN - BIMESTRALE DI ATTUALITA’, CRONACA, CULTURA E POLITICA ANNO XV N. 84 - GIUGNO 2009 Editore: Centro Culturale San Lorenzo 46040 Guidizzolo (MN) - Direttore responsabile Andrea Dal Prato - Tariffa R.O.C.: ”Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB - Brescia - Euro 0,20 Campionesse d’Italia di tamburello Don Arcangelo Tadini è Santo Un anno di eventi

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GUIDIZZOLO MN - BIMESTRALE DI ATTUALITA’, CRONACA, CULTURA E POLITICA ANNO XV N. 84 - GIUGNO 2009

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Campionessed’Italia di tamburello

Don Arcangelo Tadini è Santo

Un anno di eventi

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TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI: Informativa ai sensi del d. lgs n. 196 del 30-06-2003I dati in possesso della redazione de "la Notizia" sono forniti direttamente dagli interessati o estratti da elenchi pubblici: ovvero in nostropossesso anteriormente all'8-5-1997. Gli interessati possono chiedere la cancellazione, il blocco, l'aggiornamento o l'integrazione deidati od opporsi al trattamento stesso.

3 Editoriale: Le “foibe” un dramma dimenticato4 Numeri utili5 La mia vita in te7 100° anniversario della nascita 8 Salute9 A tutta penna 12 Noi e la legge13 Noi e il Fisco14 Anima e cuore16 Cronaca22 Notizie dell’Amministrazione Comunale24 Lattughe e frittelle26 Istituto Statale d’Arte29 Verso una nuova scuola28 Quattro bagole30 Arte & dintorni Un gatto nel cervello I Promessi Sposi Paolo Poli Show L’altra battaglia di Solferino 38 Taca Banda40 Gruppo Micologico Naturalistico

sommario

Roma, 26 aprile 2009Canonizzazione di Don Arcangelo Tadini

Brescia, 18 maggio 2009La classe II b, vincitrice della 14ª edizione del Concorso di Poesia Arnaldo da Brescia

sommario

3 Editoriale: Un anno di eventi4 Numeri utili5 Don Arcangelo Tadini è Santo8 100° anniversario della nascita 11 Guidizzolo in fiera12 Salute13 A tutta penna 15 Santorini: un’emozione senza fine16 Noi e la legge17 Noi e il Fisco18 Anima e cuore19 Campionesse d’Italia di tamburello22 Cronaca26 Torta sbrisolona30 Arte & dintorni Qualcuno volò sul nido del cuculo I Promessi Sposi Otello: la luce e lo specchio 35 Pensioni e dintorni38 Istituto Statale d’Arte40 Notizie dall’Amministrazione45 Cimarosti: medaglie e sculture46 Taca Banda40 Gruppo Micologico Naturalistico50 Guidizzolo Calcio

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editoriale Graziano Pelizzaro

Un anno di eventi

Per la comunità guidizzolese il 2009 è un anno particolarmente ricco di eventi da com-memorare.Ogni anno, più o meno, ci sono ricorrenze significative, ma in questo si concentrano le celebrazioni di alcuni avvenimenti che più hanno lasciato il segno sia tra la nostra gente che sull’intero territorio, locale e nazionale.Parliamo del 150° anniversario della Battaglia di Solferino, del Centenario della nascita del professor Alessandro Dal Prato e del 170° di fondazione del Corpo bandistico di Guidizzolo.Eventi che, ciascuno a modo suo, hanno inciso sulla nostra storia.La battaglia del 24 giugno 1859, come ben sappiamo, non interessò solo i territori di Solferino e San Martino, ma coinvolse ben 12 Comuni. Anzi, è riconosciuto come gli scontri più cruenti si siano avuti nella piana che si trova tra Rebecco, Medole, Solferino e San Cassiano.Non va dimenticato, poi, che fu l’impegno profuso dalla nostra gente, tutta, nel soccor-rere i feriti che ispirò ad Henry Dunant l’idea della Croce Rossa.Tutti i dodici Comuni sono pertanto impegnati a porre in essere iniziative e manifestazio-ni adeguate all’importanza dell’evento e, anche se è venuto a mancare un vero e proprio coordinamento delle celebra-zioni, per carenza di fondi, tra i Comuni si è avuta una sorta di suddivisione tematica delle manifestazioni.Guidizzolo ha scelto di improntare le proprie iniziative a due temi che gli sono più congeniali: l’arte e la musica. A Rebecco ed alle Baite verranno realizzati alcuni “mura-les” ispirati al tema della battaglia, ma anche al tema della pace e della solidarietà.Interessante è anche la mostra fotografica che si propone di mettere a confronto i luo-ghi della battaglia, visti nelle stampe dell’epoca e nelle fotografie odierne.Per quanto riguarda la musica a Rebecco si terrà un grande concerto dell’Orchestra Sinfonica Colli Morenici.Queste ed altre iniziative, il cui programma completo è pubblicato a parte, si svolgeran-no nel periodo dal 19 al 28 giugno, periodo in cui, peraltro, ricorre anche la esatta data di nascita del professor Alessandro Dal Prato.Si è ritenuto, pertanto, di non sovrapporre le due celebrazioni, posticipando di qualche giorno le manifestazioni celebrative del prof. Dal Prato, anche per evitare la conco-mitanza con le analoghe iniziative promosse dall’Accademia Nazionale Virgiliana, dal Comune di Mantova e dall’Istituto Statale d’Arte. Nella mattinata del 18 luglio 2009, dopo la presentazione dei lavori di restauro eseguiti dagli ex alunni sul mosaico posto sulla torre civica, alla presenza di S.E. il Vescovo Mons. Roberto Busti, sarà ricordata la figura del compianto professore, la cui opera ha avuto un ruolo determinante nella formazione, non solo artistica, di tante generazioni di guidizzolesi.Nell’occasione verrà anche presentato ufficialmente al pubblico il bassorilievo di terra-cotta, raffigurante il Cristo Crocifisso, eseguito dal professore, donato dalla famiglia al Comune di Guidizzolo ed esposto nella nuova sala consiliare.Per quanto riguarda la celebrazione del 170° anniversario di fondazione del nostro Corpo Bandistico, le numerose manifestazioni in programma sono già state oggetto di pubbli-cazione. Vogliamo però ricordare come, nonostante sia così “vecchia”, la nostra Banda dimostri una vitalità ed una freschezza incredibili. Le tante iniziative in campo musicale, i tanti bambini, ragazzi e giovani che frequentano le quattro scuole aperte sul territorio, la Banda, la Junior Band, i vari gruppi musicali, il Circolo Diapason, l’Orchestra Sinfo-nica, il CD… questa non è solo una Banda, è una “holding musicale”! Ed è motivo di orgoglio per tutti i guidizzolesi.In chiusura vogliamo ricordare che quest’anno ricorre anche il 20° anniversario della fondazione della Pro Loco di Guidizzolo, altra realtà significativa e importante nel nostro tessuto sociale. La celebrazione però è programmata per l’autunno prossimo, per cui ci sarà modo di parlarne più diffusamente.Un anno, quindi, pieno di ricorrenze, segno di una comunità attiva e feconda.

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DIRETTORE RESPONSABILEAndrea Dal Prato

CAPO REDATTOREGraziano Pelizzaro

REDAZIONEGiulia AvanziSergio DesideratiLaura LeoratiElodio PeraniGiovanni ZangobbiPaolo Zani

COLLABORATORIGiorgio ArientiFrancesca CappaFilippo CeriniCristina DelmenicoMartina GrandelliFrancesca LugoboniDonatella LusentiFranco MondadoriFrancesca PesciFrancesca PiazzaLuca PiazzaMariavittoria SpinaGiulia StuaniSandra TosiDavide Truzzi

PROGETTO GRAFICOClaudia Dal Prato

EDITORECentro Culturale “San Lorenzo”via Virgilio, 2546040 Guidizzolo (MN)Tel. 348 3115232e-mail: [email protected]

R. O. C.: N° 9434 del 16-10-00Aut. Tribunale di Mantova N° 8/95 del 30-05-1995

Stampa:Arti Grafiche Studio 83 (VR)

Cellofanatura e spedizione postale Coop Service s.c.r.l.Virle Treponti (BS)

COSTO MODULI1 modulo verticale:mm 60 x 39 E. 40,002 moduli orizzontali:mm 60 x 82 E. 70,004 moduli orizzontali:mm 60 x 170 E. 110,001/2 pagina:mm 124 x 170 E. 180,00Pagina intera:mm 277 x 170 E. 340,00

MUNICIPIO - tel. 0376 819201CARABINIERI - tel. 0376 819006 - 112VIGILI URBANI - tel. 0376 840241PRO LOCO Guidizzolo - tel. 346 4901177GAS (metano) - Pronto intervento tel. 800 905 440BIBLIOTECA COMUNALE - tel. 0376 840435Teatro Comunale - tel. 335 422406Oratorio San Lorenzo - tel. 335 1211999FONDAZIONE “RIZZINI” onlus - tel. 0376 819120FONDAZIONE “NonSoloArte” - tel. 0376 840303ISTITUTO COMPRENSIVO - 0376 819049 - 819059ISTITUTO STATALE D’ARTE - tel. 0376 819023Cooperativa “Orizzonti” - tel. 0376 847326PARROCCHIA Birbesi - tel. 0376 819602PARROCCHIA Guidizzolo - tel. 0376 819052 POSTE E TELEGRAFI - tel. 0376 840091SISAM (acquedotto) - 800 859370 - 0376 771869PROTEZIONE CIVILE - tel. 0376 847388 Prenotazione ambulanza - tel. 349 8608653

ORARIO DI APERTURADa lunedì a venerdì: dalle 10 alle 13Sabato: dalle 10 alle 12

Ufficio Tecnico:lunedì e mercoledì dalle 10 alle 12,30 sabato dalle 10 alle 12

Assistente sociale:martedì dalle 11 alle 13 e giovedì dalle 9,30 alle 13

Polizia Municipale:mercoledì e sabato dalle 9 alle 11Su appuntamento tel. 0376 840241

Segreteria e protocollo:Da lunedì a sabato dalle 9 alle 12,30

ORARIO DI APERTURA DOMENICALEMaggio - Settembre dalle 17,00 alle 19,00Ottobre - Aprile dalle 15.30 alle 17,30

• Dr.ssa Emi Ghisolfi - Cell. 333 8356733Prenotazione visite: 0376 840433 (8,30-12,30)Lun. Giov. Ven.: dalle 16 alle 19 (su appuntamento)Mar. Mer. Gio.: dalle 10 alle 13

• Dr. Orfeo Valerio GalvaniAmbulatorio 0376 819794 - abitazione 0376 819096Lun. Mar. Mer. Gio.: dalle 9,30 alle 12,30Mer. Ven.: dalle 16,30 alle 19,30 (su appuntamento)

• Dr. Giuliano PontiAmbulatorio 0376 819475 - abitazione 0376 819177Lun. Mar. Mer. Ven.: dalle 10 alle 12,30Giovedì: dalle 16,30 alle 19

• Dr.ssa Doriana Bertazzo Riceve su appuntamento tel.348 7737678a Guidizzolo, Solferino e Volta Mantovana

• Dr.ssa Angela Gatti - tel. 338 2619350Lunedì - Mercoledì - Venerdì: dalle 17,30 alle 18,30Ambulatorio Medole - tel. 0376 898109Lun. Merc. Ven. : dalle 10,30 alle 12Mar. Gio.: dalle 17,30 alle 19

Pediatra di base• Dr.ssa Stella Schena - tel. 3491047387Lun. Mart. Giov.: dalle 9,30 alle 12,30Merc.: dalle 16 alle 19 - Ven.: dalle 14 alle 17• Dr.ssa Giancarla Cavalli - tel. 0376 868173

NUMERO VERDE FARMACIE DI TURNO tel. 800-228521 (Guidizzolo 0376 819005)

Ambulatorio igiene pubblica - tel. 0376 846713Amb. vaccinazioni pediatriche - tel. 0376 846705Servizio di medicina veterinaria - tel. 0376 846724Servizio igiene degli alimenti - tel. 0376 846737Servizio medicina del lavoro - tel. 0376 846733Igiene dell’edilizia ed igiene pubblica - tel. 0376 846738

ORARIO DI APERTURALunedì Mercoledì e Venerdì dalle 14,30 alle 17,30Sabato: dalle 9 alle 12 e dalle 14,30 alle 17,30

Tutti i giorni dalle 8 alle 19

Ciclo Club 1977 - tel. 0376 818189AVIS - AIDO - tel. 0376 840177 Rhapael - Ambulatorio Castel Goffredo 0376 771292Amici di Rebecco - tel. 0376 819678Associazione Commercianti - tel. 0376 818715Calcio Guidizzolo - tel. 0376 819172Centro Sociale “La Mimosa” - tel. 0376818419Corpo Bandistico - tel. 0376 840090CSE-Anffas - Rebecco - tel. 0376 818253Gruppo Alpini Guidizzolo - tel. 0376 819516GVG-Gruppo Volontari - tel. 0376 818240Tennis Club Guidizzolo - tel. 0376 818382

APERTURA invernale estivolun. 9-12 / 14,30-18,30 9-12 / 15-19 mar. giov. 14,30-18,30 15-19 mer. ven. 9-12 9-12 sab. 9-12

GUIDIZZOLOFestivi: 8 - 9,30 - 11 - 18 17Prefestivi: 19 18Feriali: 7,30 - 18 17,30

BIRBESI Festivi: 9,30prefestivi 18,30 18,00Feriali: mart. giov. 8,30

REBECCO Prefestivi 18 17

estivo invernale

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Don Arcangelo Tadini è Santo

Lo scorso 26 aprile in piazza San Pietro a Roma Papa Benedetto XVI ha elevato agli onori degli altari 5 nuovi santi. Tra di loro il sacerdote bre-sciano don Arcangelo Tadini. Don Tadini nasce a Verolanuova nel 1846 e muore nel 1912. A 19 anni entra nel seminario diocesano e viene or-dinato sacerdote il 19 giugno 1870. Esercita il suo ministero come curato di Lodrino (1871-1873) e cappellano al santuario di Santa Maria della Noce, frazione di Brescia. Nel 1885 inizia il suo servizio a Botticino Sera, due anni dopo è nominato parroco e vi rimane fino al 1912, anno della sua morte.Nel suo apostolato a Botticino Sera fonda una

società agricola di mutuo soccorso; progetta e costruisce una modernissima filanda, per dare lavoro alle ragazze disoccupate del paese ed acquista la villa adiacente alla filanda per farne un convitto e dare così alloggio alle ragazze-operaie provenienti dai paesi limitrofi. Nel 1900 fonda la Congregazione delle “Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth”, la quale attualmente è presente, oltre che in Italia, in In-ghilterra, in Brasile e in Burundi. Don Arcangelo fu un grande combattente in campo sociale, nello spirito della ‘Rerum Nova-rum’, l’enciclica di Leone XIII che diede avvio alla Dottrina Sociale. Il suo è stato un lavoro

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Molti i guidizzolesi presenti a Roma per assistere alla Canonizzazione del fonda-tore della Congregazione delle “Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth”, le suore che da oltre 50 anni sono al servizio della nostra parrocchia.

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che continua anche oggi. Se nel 1900 don Tadini aveva davanti agli occhi e al cuore la povertà delle ragazzine di Botti-cino, alle quali offrì un lavoro dignitoso e un ambiente educativo sano per crescere come donne e come cristiane, oggi le Suore Operaie che vivono in angoli particolari del pianeta han-no davanti agli occhi la povertà dei moltissimi ragazzi e ragazze ai quali vogliono offrire un la-voro dignitoso e un luogo sano perché cresca-no come cittadini e come cristiani. Potremmo dire che don Tadini è un “santo dei nostri tem-pi”, per il carattere della sua opera fortemen-te innovativo per quegli anni; un’opera, come abbiamo visto, che non si è conclusa con lui ma che dal suo seme ha tratto un frutto abbon-dante. Le Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth sono presenti, a Guidizzolo dai primi anni ‘50, con una comunità, attualmente for-mata da quattro sorelle; suor Maria Rosa, suor Damiana, suor Gemma e suor Monica che col-laborano con la Parrocchia condividendo, con la gente del paese, la gioia di appartenere ad una comunità cristiana e la fatica di vivere la propria fede negli ambienti di lavoro. E lo scorso 26 aprile le 4 suore, con don Adriano e molti altri guidizzolesi erano in Piazza San Pie-tro: per tutti, ma soprattutto per loro, un’emo-zione unica accanto ad una grande gioia.

Sergio Desiderati

Per meglio comprendere la figura del Santo riportiamo dal periodico trimestrale “Lavoro e vita”, edito dalle Suore Operaie, un articolo che

illustra un aspetto fondamentale della sua vita.

“Più incentivi alla rottamazione!” suggerisce l’esempio di vita di quel parroco di provincia, che bene conosceva la fatica del vivere della sua gente.Dalla sua capacità di incentivare la rottamazio-ne di mentalità contrarie alla dignità dell’uomo e dell’uomo che lavora, oso desiderare la rot-tamazione di politiche che considerano le per-sone non cittadini, tanto meno lavoratori, ma assolutamente consumatori, e trovo il coraggio di rottamare la mia struttura di lavoratrice per certi versi efficientista e per altri assistenzia-lista. E con don Arcangelo mi viene voglia di sognare un mondo del lavoro dove ognuno trovi un po-sto dove stare. Ma forse ho proprio solo voglia di sognare…Il mondo del lavoro cent’anni fa: lavoratori sfruttati e sotto-pagati; ricchezza concentrata nelle mani di pochi. Oggi è tutto cambiato: lavo-ratori “flessibili”, multinazionali. Basta un poco di fantasia lessicale e, anche agli occhi dei più superficiali incapaci di notare differenze, tutto si trasforma. Tutto appare nella sua verità me-diatica e, in un tempo di paralisi economica e fi-nanziaria internazionale, si scopre che il nostro Paese è il solo in cui la crisi non è altro che una pessimistica invenzione, che si risolve con eco-incentivi, vacanze sotto-costo e carte di credito senza fondo.L’austerità, la laboriosità e la concretezza di don Arcangelo sono roba d’altri tempi. Gli in-gredienti del lavoro erano per lui l’impegno e la

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pazienza, l’intraprendenza e la collaborazione. Roba fuori moda! Eppure sperimento che pro-prio i frutti maturati nell’onestà e raccolti da mani ruvide ci danno di gustare il vero sapore della vita.Quando con il mio lavoro mi procuro il neces-sario e non vendo la mia speranza puntando all’enalotto, quando nel mio lavoro trovo la soddisfazione del mio impegno e non smarrisco la mia fede annullando la mia identità, quando il mio lavoro è occasione di solidarietà e non retrocedo nella carità per avanzare di carrie-ra, quando alzo gli occhi per ritrovare la forza, ricordo quel sacerdote che ha dato alle sue giovani un’occupazione e le ha rese maestre sia nel lavoro, rendendole esperte professio-nalmente, sia nel lavorare, rendendole esper-te moralmente. Don Arcangelo sapeva quanto determinante fosse il lavoro per vivere dignito-samente e progettare il futuro con fiducia. Per questo, seppur inesperto e senza denaro, si fece imprenditore. Il suo lasciarsi guidare dallo Spirito suscita meraviglia e un desiderio di es-sere contagiati per imparare a costruire speran-za. Certo rischia di essere per nulla divertente l’”era glaciale del credito”, se il piccolo bradipo non molla la ghianda. L’intrapresa si blocca ed il lavoro si aspetta. Ma proprio questo è il tempo in cui scoprire nella sussidiarietà la ricetta per affrontare le difficoltà: rimboccarsi le maniche per inventare insieme il lavoro, dare impulso ad un’economia capace di produrre bene comune ed organizzata in società di persone che crea-no ricchezza.Don Arcangelo e la storia ci invitano a rottama-

re il modello di impresa come proprietà priva-ta, esclusiva. È un prototipo fallimentare che provoca solo disparità sociale. La sua filanda è stata una ricchezza per e di tutto il suo paese. Così va pensata e condotta ogni impresa, come un valore prezioso del territorio, della società, della storia in cui si colloca. L’impresa non è un affare privato e chi vi lavora, seppur nelle dif-ferenze dei ruoli, deve godere dei diritti e dei doveri di chi sa di collaborare alla costruzione del bene della società.Volendola vedere nera (cosa del tutto irreale), potrebbero verificarsi tempi in cui la politica decida di investire così tanto in alcuni settori da investirli completamente e la mamma, costretta a fare i turni per sbarcare il lunario, non sap-pia dove lasciare il figlio rimasto senza dopo-scuola. Potrebbe un eccesso di “progettualità” dei contratti di lavoro ostacolare il pagamento del mutuo per la casa. Potrebbe accadere di avvertire una strana sen-sazione di mobilità stando in coda all’ufficio per l’impiego mentre si attende l’ufficializzazione del proprio stato di disoccupazione.Potrebbe succedere di vivere un periodo di “crisi” e si potrebbe restare ad imprecare in attesa di ammortizzatori sociali formato “card” o si potrebbe imitare quel prete instancabile e innescare reti di solidarietà formato “carità”.Ci sono tanto vecchio da rottamare e grandi novità da incentivare e anche oggi è tempo per realizzare il “miracolo d’amore scambievole” sognato da don Arcangelo.

Sr Francesca Fiorese

La solenne Celebrazione di Piazza San Pietro e la Santa messa a Guidizzolo “animata” dalle suore africane appartenenti alle “Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth”

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Alessandro Dal Prato100° anniversario della nascita

Sono trascorsi 7 anni dalla mattina di quel tiepido 16 ottobre 2002 quando ci colpì e fece velocemente il giro dell’intera provincia, e non solo, la notizia della scomparsa del prof. Alessandro Dal Prato. Da quel giorno tutti noi siamo un po’ più soli. Ci accorgemmo subi-to, poi il tempo lo avrebbe confermato, che la sua assenza era e sarebbe stata sempre percepibile. Incontrarlo mentre con la sua bicicletta prima, ed a piedi negli ultimi tempi, si spostava dalla casa allo studio era per tut-ti un momento di sicurezza: sapevamo che il suo occhio di artista e poeta andava sempre al di là delle semplici apparenze per cogliere quanto di più profondo nelle circostanze del momento era rappresentato. Anche nell’ani-mo umano. Riusciva a cogliere da un piccolo gesto la grandezza dell’uomo. Quell’uomo a cui in tutta la sua vita ha indirizzato ognuno dei sui gesti, ogni sua attenzione, ogni inten-to artistico e didattico. Rappresentare in po-che righe l’artista, il poeta, il didatta: l’uomo Alessandro Dal Prato, è sicuramente impos-sibile. Altri lo faranno con la competenza e la profondità che il Professore richiede.Alessandro Dal Prato era nato a Roncofer-raro il 27 giugno 1909. La vita lo ha fermato a pochi passi dal centenario, ma anche ora sappiamo che egli ci sta osservando. Que-gli amici con cui il Professore ha intessuto sempre rapporti molto stretti, nel rispetto più vero della libertà di ognuno a cui egli si è in ogni momento ispirato, non potevano non ri-cordare il centenario della nascita. Con ma-nifestazioni alle quali in molti han dato il pro-prio contributo, dal Comune di Guidizzolo alla Fondazione ‘NonSoloArte’ Franco Bombana, dall’Amministrazione Provinciale di Mantova a Corneliani. Alla Fondazione NonSoloArte va riconosciuto il merito di aver fortemente sostenuto le manifestazioni di questo cente-nario, complice sicuramente la profonda e feconda amicizia che sempre ha legato la sua presidente Desirèe Bombana ad Alessandro Dal Prato. Ecco allora la pubblicazione di due volumi: “Dal Prato artista e uomo di Scuola” che raccoglie gli atti del convegno celebra-tivo, e “Alessandro Dal Prato 1909 – 2009 ce-lebrazioni nel centenario della nascita” con i ricordi di quanti lo hanno incontrato. Dagli anni preziosi della “sua” prestigiosa Scuola, così originale e così attuale a cui si dedicano ex allievi tutti affermati nella loro professio-ne grazie ai suoi insegnamenti, alla scuola attuale che porta il suo nome e dove anco-ra si cammina sulle orme di uno degli uomi-ni che grandi energie ha profuse in metodo

di insegnamento assolutamente innovativo, per arrivare alla straordinaria e personalis-sima esperienza artistica a tutto tondo che lo ha accompagnato fino agli ultimissimi istanti e che verrà rappresentata da illustri uomini di cultura. A Guidizzolo Alessandro Dal Prato, arriva agli inizi di gennaio del 1933. E’ già artista affer-mato nonostante la sua giovane età. Intuisce immediatamente che il territorio che gli è stato affidato per una doverosa crescita cul-turale ha bisogno di coniugare l’istruzione al lavoro. E’ tenace, caparbio secondo quanto di meglio questo termine incarni; fa muovere tutte le Istituzioni, dalle più basse fino ai Mi-nisteri ed alla Presidenza della Repubblica. Con tutti intrattiene rapporti; si fa insistente quando serve. Ed ottiene. Per la scuola, per i suoi ragazzi, per questa ampia fetta della no-stra terra. Lo Stato gli riconosce questi meriti conferendogli il più alto riconoscimento ri-servato ai ‘Benemeriti della Scuola’. Ma cre-do che il riconoscimento più alto a cui abbia mai ambito si possa ritrovare in queste cele-brazioni che mostrano il ricordo, indelebile e particolarissimo, che ha lasciato. Nell’orga-nizzazione degli eventi forse qualcosa verrà scordato e sicuramente lui per questo starà sorridendo; perdoni, per quanto ci si sforzi di rammentare i suoi insegnamenti qualche particolare può essere sfuggito.Auguri, professore.

Sergio Desiderati

Durante l’ultima seduta di Consiglio Comunale, avvenuta lo scorso 16 Aprile 2009, nella nuova Sala Consiliare faceva bella mostra un Crocifis-so in terracotta, opera del prof. Alessandro Dal Prato donata dai familiari in occasione dei cen-to anni dalla nascita dell’artista.Il Comune e l’intera Comunità di Guidizzolo si ar-ricchiscono di un nuovo capolavoro.Sulla stessa parete hanno trovato posto il quadro raffigurante “La pace di Guidizzolo”, del medesi-mo autore e il gonfalone storico del Comune. Se il quadro e il gonfalone ci rimandano alla storia e alla municipalità, il Crocifisso ci inserisce im-mediatamente in una dimensione spirituale, per-sonale e comunitaria.La dimensione spirituale è facilmente compren-sibile in un artista che si è cimentato innume-revoli volte con temi di carattere sacro; quella comunitaria è percepibile nella costante e mai immutata devozione a Cristo crocifisso, segno di sofferenza e redenzione, di umiliazione e an-nientamento ma anche di gloria, che dal trono della croce redime tutta l’umanità. Nel territorio

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guidizzolese le antiche croci ancora presenti ci testimoniano di lutti, di sofferenze e pie pratiche; speranza e attesa per un mondo diverso e mi-gliore.Da sempre la Croce ha creato scandalo, per il suo carattere incomprensibile che ci obbliga a rovesciare i nostri consolidati criteri di giudizio e pensiero. Un graffito romano, probabilmente la più antica e blasfema raffigurazione, rappresen-ta in croce non Cristo, ma un asino.In tutti i tempi, sommi geni della pittura e della scultura si sono cimentati con questo tema ed ognuno, pur nella tradizione della rappresenta-zione, ha cercato di interpretare con originalità quel tragico evento che ha segnato e cambiato profondamente la storia dell’umanità.Con quest’opera il prof. Alessandro Dal Prato si misura in un compito non facile: quello di pla-smare nella creta un’opera nuova nel suo gene-re.Si sente, si percepisce l’influenza dei grandi ar-tisti del passato e nell’insieme l’opera è assolu-tamente classica.Personalmente, ritengo, tuttavia, che le prin-cipali fonti di ispirazione siano state le Sacre Scritture e la Sacra Sindone.Come non riconoscere nel volto straziato, eppur tranquillo, il Gesù di Giovanni? Gesù che dice: “Tutto è compiuto” e muore (Giov. 19,30). Non senza, però, aver teneramente pensato a sua Mamma, sostenuta dalle pie donne e dall’apo-stolo che egli amava: “Donna, ecco il tuo figlio”; e poi al discepolo: “Ecco tua madre!” (Giov. 19, 25-27); e non senza aver mostrato la Sua umani-tà quando dice: “Ho sete” (Giov. 19,28).Chiodi, spine, sangue, piaghe, offese: nulla gli è stato risparmiato.Quale fatica stare appeso alla croce! E quelle braccia alzate quasi a formare con il corpo una ipsilon ci danno il senso dello spasmo e della pace seguita all’ultimo respiro e fanno da colle-gamento tra la terra e il Cielo; ci innalzano verso l’alto e ci portano dalla nostra quotidiana mate-rialità, rappresentata dalla verticalità del corpo, verso Dio.Le mani chiuse non sono atte a tirar pugni ma sembrano salutare l’intera umanità per la reden-zione della quale Cristo è morto.Essenziale questo Crocifisso!Un corpo senza croce, eppure sembra che il le-gno non manchi. Una croce nascosta, invisibile, quasi assente eppure ben presente. Se ognuno, come dice Gesù, deve caricarsi della croce, il professore ha reso benissimo questo concetto: noi offriamo, porgiamo a Gesù la nostra croce e, forse, tante volte ve lo inchiodiamo noi.Manca la scritta, l’acronimo INRI, il cosiddetto titolo, eppure non ne notiamo l’assenza, perché è chiara la regalità del Signore; così come sotto i piedi non è stato posto il tradizionale teschio con le tibie incrociate, richiamo ad Adamo, per-ché già Gesù assorbe in sé, nuovo Adamo, quel-lo vecchio.Non sarebbe possibile, nemmeno con un lungo trattato, essere esaustivi riguardo ai rapporti tra

la Sacra Sindone conservata nel duomo di Tori-no e le arti; ci sono, però, prove inconfutabili che queste ne siano state influenzate.Alessandro Dal Prato ce ne mostra un segno: i chiodi piantati nei polsi e non, come da tradizio-ne, nel palmo delle mani.E’ dimostrato che mai un uomo avrebbe potuto essere appeso alla croce per le mani: il peso e le contorsioni del corpo durante la terribile ago-nia avrebbero fatto sfilare i chiodi con la lacera-zione dei palmi.La Sindone è conosciuta da secoli, eppure il mon-do dell’arte ne ha spesso snobbato il linguaggio iconografico a vantaggio della tradizione. Dal Prato non solo ne accetta la lezione, ma la su-blima, come nell’altro Crocifisso, questa volta in bronzo, realizzato per la cappella gentilizia della propria famiglia, posta nel locale cimitero.Siamo di fronte a un’opera che è sintesi di fede, di arte e di poesia, di quella poesia che fa dire al sommo poeta Dante, mettendo in bocca a Man-fredi di Svevia le parole:

Giovanni Zangobbi

Cristo in croce, di Alessandro Dal Prato. Opera in terra cotta, donata al Comune di Guidizzolo nel 2009

“Poscia ch’io ebbi rotta la personadi due punte mortali, io mi rendei,piangendo, a quei che volentier perdona.Orribil furon li peccati miei;ma la bontà infinita ha sì gran braccia,che prende ciò che si rivolge a lei”

Purgatorio, canto III, vv. 118-123

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Alessandro Dal Prato1909 - 2009 Celebrazioni nel centenario della nascita

Mantova, sabato 4 luglio 2009Accademia Nazionale Virgiliana – Sala Ovale

Convegno di Studi Alessandro Dal Prato artista e uomo di scuolaore 9,30 Saluto del prof. GiorGio Zamboni, Presidente dell’Accademia Nazionale VirgilianaRelatoriore 10,00 Luciano PaZZaGLia, Università Cattolica del Sacro Cuore

Alessandro Dal Prato e la Scuola d’Arteore 10,45 DanieLa Ferrari, Archivio di Stato di Mantova

Le carte di Alessandro Dal Prato presso l’Archivio di Stato di Mantovaore 11,30 renata casarin, Soprintendenza per i Beni Storici Artistici

Una vita per l’arte, l’arte per la vitaore 12,15 InterventiCongedo roDoLFo siGnorini, Accademia Nazionale Virgliana

Guidizzolo, sabato 18 luglio 2009Municipio di Guidizzolo – Sala Consiliare

ore 10.00 Saluto del Sindaco e delle autoritàore 10,30 uGo baZZotti, Museo Civico di Palazzo Te

Ricordo di Alessandro Dal Pratoore 11,00 Giovanni ZanGobbi, Consiglio Comunale di Guidizzolo

Scoprimento di un bassorilievo di terracotta di Alessandro Dal Pratoore 11,30 Franco bassiGnani – ex allievo della Scuola d’Arte

Illustrazione dell’intervento sul mosaico “Madonna col Bambino” collocato sulla torre civica ed eseguito nel 1955 dalla Scuola d’Arte

MAIN SPONSOR

AccAdemiA NAzioNAle VirgiliANA

di ScieNze lettere e Arti

Comune di Guidizzolo

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Giovedì 16 luglioOre 20,00 Gara ciclistica in notturna “17° TROFEO PRO LOCO” Organizzata dal ciclo club 77 Ritrovo in via f. Filzi ore 19,00

Venerdì 17 luglioOre 20,30 Piazza Mutti “CENA A LUME DI CANDELA” * In collaborazione con la Fondazione Rizzini

Piano bar con Laura e Stefania Ore 21,00 Piazza mutti Esibizione di DANZA ORIENTALE delle allieve di Claudia Dal Prato

Ore 21,00 presso il bar Teo e Paola serata cocktail con dj Marco Grandi

Sabato 18 luglioore 10, 00 Sala Consiliare **Celebrazioni del 100° anniversario della nascita di Alessandro Dal Prato, mostra e scoprimento del mosaico “Madonna col Bambino” restaurato La mostra sarà aperta dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 21

ore 10, 00 Sala civica Mostra fotografica “150 ANNI DOPO : I LUOGHI DELLE BATTAGLIE OGGI” a cura del gruppo Incontri Fotografici

Ore 21,00 presso il bar Gobbi SERATA CON BIRRA A CADUTA E MOJITO con dj Marco Grandi

Ore 20,00 presso il cortile del comune Apertura stand gastronomico

Ore 21,30 Spettacolo di danza BALLANDO SOTTO LE STELLE curato dalla Scuola di danza Sportingdance

Domenica 19 luglioOre 10,00 presso il porticato ex comune ESPOSIZIONE DELLE SPECIE “FUNGINE” Gruppo Micologico Naturalistico

Ore 10 - 12 e 16 - 21 Sala Consiliare Apertura mostra “Alessandro Dal Prato”

Ore 16 via Vittorio Veneto Associazioni e Hobbisti in vetrina

Ore 21,00 via v. Veneto Musica con: Strawdaze,Giooma Arabika,The Black Dromne,Nameless

Ore 20,00 presso il cortile del comune Apertura stand gastronomico

Ore 21,30 cortile del comune TRIBUTO A LUCIO BATTISTI Con il gruppo “Due mondi”

Lunedi 20 luglio Ore 10 - 12 e 16 - 21 Sala Consiliare Apertura mostra “Alessandro Dal Prato”

ore 20,00 presso il cortile del comune Apertura stand gastronomico

Ore 21,00 cortile del comune CONCERTO DELLA BANDA DI GUIDIZZOLO

Guidizzolo in Fiera 2009

LA CONCHIGLIAPizza da asportoConsegna a domicilio

CHIUSO IL LUNEDI

via Fabio Filzi, 63 Guidizzolo - Tel. 0376 819614

* Su prenotazione da farsi entro il 12 luglio - Cartoleria Nadia, tel.0376 819455 costo 25.00 Euro - bevande comprese** Ai presenti verranno donate pubblicazioni edite dalla Fondazione “NonSoloArte Franco Bombana” per l’occasione

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Alcune scoperte, dopo aver visto la luce, per la loro difficoltà convenzionale e ap-plicativa vengono spesso accantonate. Un esempio evidente lo troviamo nel campo della fisica quantistica perché finora la ricerca ha ritenuto più facile esprimersi in ter-mini chimici attraverso le molecole regolatrici dei farmaci. Lo stesso DNA non è soltanto una so-stanza essenziale alla vita, in termini più com-plessi è una struttura dinamica di risonanza elettromagnetica. Per questo possiamo dire che le funzio-ni ed i processi biologici del nostro organismo esprimono campi elettromagnetici misurabili trasmettendo energia ed informazioni che in-terferiscono anche su se stessi. D’altro canto è appurato che radiazioni elettromagnetiche applicate possono curare, come l’esempio delle microonde che agiscono positivamente sulle attività ormonali, anticor-pali e sui neurotrasmettitori ma possono anche danneggiare se ad alte dosi. I vari tipi di applicazione quindi si diver-sificano a seconda della frequenza, dell’inten-sità e della durata di esposizione ma anche per l’effetto strettamente individuale. L’organismo umano può essere consi-derato in duplice aspetto poiché ogni tessuto ha un suo spettro d’onda che interagisce con le onde elettromagnetiche che vi si possono trasferire. Così con la risonanza magnetica fun-zionale otteniamo informazioni su questi due sistemi poiché confrontandosi ci danno segna-li organici. Sapendo quindi che questi possono essere sia emessi che ricevuti, possiamo dire che le interferenze rappresentano l’ordine di funzionamento degli organi stessi (omeostasi elettromagnetica).Questo ci dimostra che decifrare i disordini dell’equilibrio elettromagnetico significa anda-re oltre i semplici significati tradizionali.Le stesse onde che emette l’organismo sta-rebbero a dimostrare che ogni processo vitale viene controllato da oscillazioni elettriche tanto che le malattie prima di esprimersi come di-sguido organico si manifestano come disturbo di campi magnetici.

La loro misura individua il momento in cui un organo va in risonanza con uno stimolo analogo per cui in una visione generale si può dedurre che la vita è mantenuta dall’interazio-ne risonante tra biomolecole e campi elettro-magnetici. Quando questo non avviene si verifica una patologia che altro non è se non un disor-dine di traffico molecolare. Immaginificamente si potrebbe para-gonare alla “stecca” di un orchestrale che si ripercuote sulla validità di una esecuzione. Il nostro organismo è composto dal 99% di molecole dell’acqua raccolta in varie ed estese zone corporee che oscillano all’uniso-no creando campi elettromagnetici che a loro volta orientano quell’1% di molecole organiche combinandole nelle diverse strutture regiona-li dell’essere vivente. In altre parole possiamo parlare di organizzazioni sopramolecolari che il professor P.G. Spaggiari , fra i più grandi ricer-catori in materia di medicina quantistica, chia-ma “domini di coerenza” formati mediamente da 5 milioni di molecole d’acqua. Questi campi elettromagnetici, a diffe-renza di quelli prodotti dalle antenne che pos-sono viaggiare liberi nello spazio assumendo segno positivo, rimangono chiusi nelle suddette zone con conseguente segno negativo. Una interessante legge di fisiologia de-finisce che la risposta dell’organismo a uno sti-molo è proporzionale al logaritmo dello stesso. Per entrare in questo concetto mi è d’obbligo toccare una materia con la quale non sono mai stato in confidenza, ma ciò debbo per spiegazione anche a me stesso. Il logaritmo è un numero base con esponente di elevazione positivo o negativo che rappresenta il numero di volte con cui bisogna moltiplicarlo per ottenere un certo valore. Matematicamente ne deriva che il lo-garitmo di un numero negativo molto piccolo darà un numero negativo molto grande per cui cause morbose molto piccole producono in ter-mini di malattia risposte molto grandi. Dalla vasta ed eterogenea letteratura mi pare di avere estratto concetti per tutti noi il-luminanti e comprensibili per questo argomen-to.

salute

Argomenti medici semplificati da Elodio Perani di Guidizzolo

Risonanza e disordini fra campi elettromagnetici organici e applicati

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Egregio Direttore,pur non abitando in Guidizzolo ricevo LA NOTIZIA e devo dire che è davvero un bel giornale!Completo, nella sua semplicità, con informazioni ed aggiornamenti che riguardano il nostro paese, ma talmente “intelligente” da aggiungere rubriche di interesse generale.Per questo è molto apprezzato da noi che siamo“extra muros”.Piacevole da sfogliare ed ora, che è a colori, ancora più apprezzabile. Nemmeno la pubblicità è fastidio-sa, anzi, spesso noi “esteri ma non tanto” ci siamo rivolti ai vostri inserzionisti… e con grande soddi-sfazione.Tramite comuni amici ho appreso che si aggiunge-rà ai vostri collaboratori Paolo Zani, validissimo re-sponsabile di un patronato. Considerata la sua esperienza penso che sarà tar-tassato di richieste su pensioni, previdenza sociale e qual altro! Il dott. Zani “entra” in casa mia il giovedì mattina attraverso la TV, collabora alla trasmissione Aria Pulita, dove una giornalista, Simona Arrigoni ri-esce a gestire egregiamente, politici di tutti i partiti, senza mai cadere nella trappola “ DI PARTE”. Un’ultima cosa: in parecchi mi chiedono di poterne avere una copia, anche rimborsando almeno le spe-se di spedizione, visto che tra i pregi c’è anche la gratuità, ma non conosco la vostra disponibilità. Potrebbe farmi la cortesia di aggiornarmi?La ringrazio e ringrazio anche la redazione, i colla-boratori e non ultimi gli inserzionisti, che ne permet-tono la pubblicazione e risolvono parecchi problemi a noi lettori, perché quando si cerca un buon profes-sionista…non si trova mai!Buon lavoro a tutti e ancora un grazie a lei per l’im-pegno.

Isabella

Ringrazio la lettrice per l’apprezzamento e la simpa-tia che ci dimostra e le confermo che tutti coloro che desiderano “la Notizia” la potranno ricevere, gratui-tamente, semplicemente fornendo il loro indirizzo.

Egregio Direttore, anch’io ho qualcosa da dire. Sono Jenni, una segugina molto simile a quella but-tata nel canale con una pietra al collo, l’estate scor-

sa. Sono stata molto male ma, ricoverata in clinica, mi hanno salvato.In famiglia, nessuno mi considera uno scarto, anzi, ho un’overdose di coccole e sono tornata felice in-sieme ai miei fratelli. Il nostro istinto è cacciare, ma siamo cani, birbanti come gli altri, diamo lo stesso amore e le stesse gioie. Leggo spesso di quanto sono “cattivi” i cacciatori: comodo fare di tutta l’erba un fascio.I cacciatori, i veterinari, gli esseri umani non sono tutti uguali! Perchè nessuno scrive che sono “catti-vi” anche i pescatori, quando mostrano con orgoglio i loro trofei? La pesca non è uno sport? Forse perché una trota con un amo infilzato in bocca, non fugge veloce come una lepre, o le succulente grigliate di pesce o il tonno in scatola e il salmone affumicato non scappano? E quanti, tra i”non cattivi”, hanno mangiato l’agnello per Pasqua e mangeranno gli agnoli col brodo di cappone, per Natale? Quanti non hanno accessori in pelle, non usano prodotti testati sugli animali, non mangiano salame o prosciutto e non danno ai bimbi gli omogeneizzati di carne per lo svezzamento? Quelle bestie non si sono suicidate…Noi cani siamo carnivori e anche nelle mie crocchet-te c’è la carne, ma ho letto su internet, cosa fanno certi veterinari, per testare alcuni di questi mangimi, ai miei compagni sventurati…Spero tanto che non sia vero. Altro che il “mio”dottore che non parla, per consolarmi quando il dolore è inevitabile!!! Come spero non sia vero che, per castrato e cappone, non ci sia un briciolo di anestesia, che lumache e aragoste siano buttate in acqua bollente vive e che l’agnello debba morire in quel modo, per avere la carne più bianca. Li avete mai sentiti…piangere?Ed è solamente una parte, della cattiveria umana, ma io, che sono “SOLO” un animale, spero che sia tutta una menzogna…Mangio carne e pesce, ho rispetto per le opinioni altrui e lo vorrei per le mie, ma vorrei tanto che ci fosse una legge, non tanto che renda il mondo vegetariano, ma che proibisse la sofferenza INUTILE. Un abbraccio a tutti, che siate d’accordo o meno con quanto scritto, dagli “esuberanti”Jenni, Ber, Pelè Ciro e Stella. Condizioniamo la vita alla famiglia, ma amiamo come gli umani non sanno fare.

Sandra

A tutta pennaLettere al direttore

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di Francesca Lugoboni

Santorini: un’emozione senza fine…

“… Sembra una nave che veleggia nel mezzo del Mar Egeo; con orgoglio rizza la sua mole agli elementi della natura che hanno irrimedia-bilmente lasciato il segno sul suo scafo…”.

Col passare del tempo ne è rimasta solo la metà, ma è a ciò che deve la sua irripetibile bellezza. L’isola che trascina dietro di sé un mito: il mito della scomparsa di Atlantide.L’isola che porta nella sua memoria le crona-che di bibliche catastrofi: Santorini.Ho deciso di parlarvi di questa meravigliosa isola dell’Egeo, memore di una vacanza da so-gno in un universo parallelo.Santorini è una delle isole più meridionali dell’arcipelago delle Cicladi e sicuramente una delle più piccole con i suoi 18 Km di lunghezza per i 6 di larghezza.Senza dubbio uno degli spettacoli naturali più suggestivi del Mediterraneo: unica isola greca a poggiare su di un antico vulcano, caratteriz-zata da incantevoli spiagge di sabbia bianca e ciottoli neri.Nonostante la superficie poco estesa, San-torini riesce ad accontentare chiunque: dalle coppie in cerca di romanticismo, ai giovani che rincorrono il divertimento, fino ai più avventu-rosi Indiana Jones, alla ricerca della perduta Atlantide.

Vista dal mare, Santorini appare come un’arida e rocciosa isola, posta di fronte ad un vulcano, le cui cittadine sono collocate su alte scogliere capaci di offrire panorami mozzafiato e fanta-stici tramonti, al termine dei quali la tradizione impone un doveroso applauso mentre si sor-seggia l’aperitivo.Generalmente la maggior parte dei turisti sog-giorna nei pressi delle più famose spiagge di Kamari e Perissa, ma è preferibile optare per la capitale Thira, Imerovigli oppure gli altri borghi arroccati, molto suggestivi e ricchi di piccoli caffè e luoghi d’interesse.Doveroso, a questo punto, fare un cenno a quella che è la storia di quest’isola tanto magi-ca. Santorini era un’isola dalla forma tonda; poi, nel corso di un forte terremoto e di una succes-siva eruzione vulcanica, nel lontano XV secolo a.C., scomparve la civiltà minoica ed il centro dell’isola affondò, conferendole l’attuale forma a mezzaluna. Questo è uno dei motivi per cui molti credono che Santorini si trovi effettiva-mente dove una volta era Atlantide.Ma torniamo ad oggi per segnalare ciò che me-rita d’esser visto. Ricordiamo che siamo su di una piccola isola, per questo facile da girare e molti sono i bus che collegano i principali abi-tati. A questo punto va visitato Akrotiri, antico paese sepolto dalla lava durante l’eruzione di

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3500 anni fa. Qui gli archeologi stanno ancora scavando, ma è possibile attraversare i piccoli vicoli ed ammirare gli edifici tornati quasi come in origine.Passeggiando poi per Thira, la capitale, situata sulla cima di un’alta rupe, si resta meravigliati di fronte alla moltitudine di ristoranti, taverne e chioschi sparsi per le viuzze e sempre stracol-mi di gente. Qui hanno sede un museo del folk-lore, una cittadella medievale e due cattedrali, entrambe centri cristiani: uno cattolico ed uno ortodosso. La città, nel complesso, è un luogo romantico ed affascinante per le sue bianchis-sime costruzioni dai tetti blu, tipiche dell’archi-tettura greca insulare.Una sosta, seppur breve, merita anche Pyrgos, antica capitale con il suo panoramico monaste-ro. Consigliate anche un paio di escursioni da fare in barca. Una all’isola di Thirasia sede di un caratteristico e pittoresco villaggio, e l’altra al vulcano, tuttora attivo, con le sue sorgenti naturali calde.Dal punto di vista gastronomico, Santorini offre una vasta scelta di prodotti tipici del luogo. Per-sonalmente suggerisco di lasciarsi conquistare dalla cucina greca, se non altro per gustare i sapori di un’antica civiltà.Infine c’è il mare: una distesa tanto blu da ap-parire irreale, soprattutto quando baciata dal sole del tramonto che, con i suoi caldi colori, sembra quasi diluirsi nell’acqua.

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Nove ragazzi su dieci bevono in discoteca o nei pub durante il week end. Secondo l’Istituto Supe-riore della Sanità a livello nazionale, sono queste le percentuali rilevate: 64,8% dei ragazzi (di cui 42% minorenni) e 34% delle ragazze (di cui 21% minorenni). L’esito della ricerca sull’uso e abuso di alcol tra i giovani potrebbe essere la concausa dell’ennesima riforma al codice della strada che, nell’intenzione del legislatore, sarà approvata prima dell’esodo estivo. In materia di ebbrezza alcolica, il margine di tol-leranza sarà azzerato oltre che per agli autisti di professione con patente di guida C,D, E, anche per i neopatentati fino a ventuno anni di età e per coloro che avranno ottenuto la patente da meno di 3 anni. La sanzione comminata sarà, in assenza di sinistro, compresa fra 200 e 800 euro mentre sarà raddoppiata in caso di sinistro. Per i conducenti con anzianità di guida inferiore ai tre anni sarà ulteriormente ridotto anche il li-mite di velocità: da 100 a 90 chilometri ora¬ri in autostrada e da 90 a 70 sulle extraurbane, ove non insista un diverso limite.Con l’entrata in vigore della nuova riforma al co-dice della strada, prevista per quest’estate, au-menteranno le sanzioni comminabili ai minorenni in stato di ebbrezza che si trovino alla guida di ciclomotori. In caso di accertata ebbrezza alcolica inferiore allo 0,50 g/l, il trasgressore minorenne potrà con-seguire la patente “B” solo a 19 anni. Il suddetto traguardo slitta al compimento del ventunesimo anno di età per coloro ai quali sia stato rilevato un tasso alcolico superiore a detta soglia. Sempre per i più giovani sono contemplate due importanti novità. La prima riguarda l’insegna-mento nelle scuole dell’obbligo, a decorrere dal 2010, dell’educazione stradale come materia di-dattica, mentre la seconda concerne il rilascio del foglio rosa a coloro cha abbiano compiuto il diciassettesimo anno di età purché già titolari di patente cat. “A” ed affiancati, al momento della guida, da soggetto munito di patente “B” da al-meno 10 anni. Saranno inasprite le pene detentive (fino a 15 anni di carcere) per tutti i trasgressori (a prescindere

dall’anzianità di guida) che, trovandosi in stato di ebbrezza alcolica o sotto l’effetto di sostanze stu-pefacenti, si rendano responsabili di un sinistro mortale. In tal caso scatteranno altresì il ritiro della patente con sospensione della stessa fino a cinque anni ed il sequestro del veicolo intestato al medesimo trasgressore. Per tutti i conducenti sono previste sanzioni pe-cuniarie più salate in caso di superamento dei limiti di velocità: chi supera di oltre 40 chilometri orari il limite consentito sarà assoggettato ad una multa che va da un minimo di 500 fino ad un mas-simo di 2.000 euro.La sanzione accessoria della decurtazione di punti patente sarà, invece, meno gravosa: 6 i punti decurtati in luogo degli attuali 10. Il rilevamento a mezzo di autovelox, tuttavia, sarà consentito solo sulle autostrade e sulle strade a scorrimento veloce che passano sul territorio comunale.Sanzioni dimezzate, invece, per le violazioni del divieto di sosta con ciclomotori: massimo editta-le da 155 a 92 euro. Aumenteranno da 5 a 8 unità i punti patente de-curtati per coloro che non rispettano l’obbligo di precedenza ai pedoni che si trovino sulle strisce; in assenza di strisce pedonali, i punti sottratti saranno 4 ma torneranno ad essere 8 nel caso in cui i pedoni siano rappresentati da bambini o anziani.Obbligo di indossare il giubbetto catarifrangente per coloro che si spostano con la bicicletta du-rante le ore crepuscolari/notturne ed in tutti i casi di transito all’interno di gallerie.Al fine di consentire la revisione della patente in caso di accertamento di patologia che risulti idonea a limitare o ad escludere la capacità di guida di un veicolo, è fatto obbligo ai medici cu-ranti di inoltrare comunicazione, in forma scritta e riservata, al competente Ministero delle Infra-strutture.Infine, si pensa ad una “scatola nera” per la ri-costruzione della condotta di guida del condu-cente in presenza di sinistro stradale nonché ad una targa personale che resti immutata anche in caso di sostituzione dell’auto.

Nuove norme del Codice della strada

Noi e la leggeA cura di Laura Leorati, avvocato

I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale

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Noi e il fiscoA cura di Giulia Avanzi, dottore commercialista

I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale

Lo scorso 28 aprile è entrata in vigore, con la pub-blicazione in Gazzetta Ufficiale una norma che consente di emettere fatture con Iva ad esigibilità differita.In pratica, chi deciderà di avvalersi di tale possibi-lità, potrà versare l’Iva relativa alle fatture emesse solo nel momento in cui il cliente avrà provveduto ed effettuare il relativo pagamento. Ciò dovrebbe consentire agli imprenditori interessati di non do-ver anticipare, in liquidazione periodica, l’Iva non ancora materialmente incassata.Per potersi avvalere di tale regime però non biso-gna aver realizzato nell’anno solare precedente (o, in caso di inizio attività non prevedere per l’anno in corso) un volume d’affari superiore ai 200.000 euro.In ogni caso, non sarà comunque possibile emette-re una fattura con iva ad esigibilità differita se:- chi emette la fattura si avvale di un “re-gime speciale Iva”, tra cui ad esempio il regime agricolo o la vendita di sali e tabacchi;- il cliente si avvale del meccanismo del “reverse charge” (inversione contabile)- Il cliente è un soggetto privato (sprovvisto quindi di partita Iva).Condizione fondamentale per poter beneficiare di questa nuova possibilità è quella di apporre sul documento un’apposita annotazione: “operazione con imposta ad esigibilità differita, ex art. 7 D.L. n. 185/2008”, in mancanza di tale descrizione l’iva esposta va intesa ad esigibilità immediata.L’emissione delle fatture è una facoltà concessa al contribuente, che può quindi decidere di non ap-plicarla oppure di applicarla solamente ad alcune delle fatture emesse.Particolare attenzione dovrà quindi essere posta alla gestione finanziaria di tali operazioni per non commettere errori in relazione al momento in cui l’iva diviene effettivamente esigibile (si pensi ad esempio ai casi i cui i pagamenti avvengono in modo frazionato).Infine va sottolineato che il medesimo trattamento dovrà essere riservato alle fatture di acquisto rice-vute: in pratica la detrazione dell’Iva sarà subordi-nata all’effettivo pagamento della stessa.In ogni caso, trascorso un anno dal momento dell’effettuazione dell’operazione dell’operazione, l’iva diverrà comunque esigibile, a meno che prima di tale termine l’acquirente non sia assoggettato a procedure concorsuali od esecutive.

Deduzioni, detrazioni e destinazione del 5 per milleL’approssimarsi delle scadenze legate alle dichia-razioni dei redditi suggerisce lo spunto per riepi-logare, di seguito, a chi è possibile destinare una parte del proprio Irpef e quali elargizioni in denaro

è possibile detrarre o dedurre dalla denuncia dei redditi.Per quanto riguarda la destinazione dell’Irpef, si ri-corda che è possibile destinare una parte dell’im-posta dovuta per l’anno (quindi non è un versa-mento aggiuntivo) ad una delle finalità prescelte.Più precisamente, se l’otto per mille (che ormai è ben conosciuto da tutti) è possibile destinarlo allo Stato, od ad una delle chiese o delle comunità religiose individuate (chiesa cattolica, Avventisti del 7° giorno, Chiesa Valdese, Chiesa Luterana o comunità degli Ebrei in Italia) affinché lo utilizzino per scopi sociali o a carattere umanitario di loro diretta gestione, da qualche anno è possibile desti-nare anche il 5 per mille del proprio gettito Irpef. In quest’ultimo caso è possibile destinarlo ad asso-ciazioni di volontariato, alle Onlus ed alle associa-zioni di promozione sociale iscritte nei registri na-zionale, regionali e provinciali (previste dall’art.7, commi 1, 2, 3 e 4 della legge 383/2000) ed alle asso-ciazioni e fondazioni che operano nei settori di cui all’art. 10 comma 1, lettera a) del D.Lgs 460/1997. O, in alternativa, a sostegno delle attività sociali svol-te dal comune di residenza o al finanziamento della ricerca scientifica e sanitaria, o a sostegno delle associazioni sportive dilettantistiche riconosciute.La scelta va espressa sul modello 730, o sul Mo-dello Unico Persone Fisiche apponendo la propria firma solo nel riquadro corrispondente alla finalità prescelta(in questo caso però andranno destinati alla generalità); se però il contribuente vuole de-stinare il 5 per mille ad un soggetto specifico, al-lora dovrà indicare nell’apposito riquadro anche il codice fiscale del soggetto a cui intende destinare direttamente l’I.r.p.e.f.Se il contribuente non è tenuto a presentare alcu-na dichiarazione può comunque effettuare la sua scelta compilando l’apposito quadro che gli verrà consegnato dal datore di lavoro o dall’ente pensio-nistico unitamente al Cud.Se, invece nel corso dell’anno trascorso, si sono effettuati versamenti a favori di Onlus, associazio-ni non lucrative di utilità sociale, parrocchie, fon-dazioni od uno degli altri soggetti individuati dalla norma, si ricorda che tali versamenti sono consi-derati oneri detraibili, od in alcuni casi deducibili dalla propria dichiarazione. Importante sottoline-are, che non vengono considerati i versamenti in contanti, ma solo quelli effettuati mediate assegno, bonifico bancario, carta di credito o bollettino po-stale. Ricordare quindi di conservare tutta la rela-tiva documentazione da poter poi utilizzare in sede di denuncia dei redditi.

Dott.ssa Giulia Avanzi, Dott. Marco ScardeoniIn Shape Srl – società di formazione e consulenza

Desenzano del Garda (BS)

Una nuova possibilita’ per le imprese: versare l’iva solo al momento dell’effettivo incasso

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Anima e cuoreA cura di Sandra Tosi

È possente, immensa, inesauribile, prima sfiora, accarezza e poi ti travolge. Basta un alito di vento, una parola, un gesto, un battito d’ali. Il sortilegio non costa nulla, non ha riti, non ha regole e non ha prassi da seguire. La sua potenza è indiscutibile, il suo potere trasci-nante, l’esito… garantito! Vedrai, non smetterà di rinnovarsi e tu non sarai più solo! La magia scavalcherà l’odio e sarà la certezza, che andrà tutto bene, anche quando non è vero e che si può ricominciare. Ti inciterà a cammi-nare, quando, abbattuto, vorrai fermarti; abbas-serà le tue braccia, quando vorrai arrenderti e si coricherà con te, quando vorrai riposare. Magicamente riprenderai a sperare. E quando altri saranno accasciati tu camminerai nella bufera, guardando verso il sole… Seguiterai il tuo viaggio, parlerai di pace in mezzo alla guer-ra e costruirai, dove altri desistono. Colorerai le porte ammuffite degli orfanotrofi, dipingerai sorrisi sui visi rugosi e pitturerai cucce per i cani abbandonati. La magia griderà, quando altri rimarranno in si-lenzio e urlerà contro le ingiustizie, renderà la voce a chi non l’ha più. Farà vergognare i pre-potenti e gli ipocriti, i furbi e i finti tonti. Aprirà gli usci cigolanti delle chiese di campa-

gna, perché entri sole e calore, socchiuderà i portoni di mastodontiche cattedrali, perché non entri il gelo. La magia non vedrà la pelle nera o gli occhi az-zurri. Non chiederà chi sei e da dove vieni. Non guarderà se vestirai a festa, se hai ori, gio-ielli, conti in banca e distruggerà il dio denaro, schiacciandolo col piede, come serpe del male. Non scruterà il seno rifatto, le labbra al botu-lino, i muscoli palestrati, la disabilità…Andrà oltre il corpo, rileverà i tuoi gesti, si infiltrerà di-rettamente al cuore! E ammirerà la tua bellezza con gli occhi dell’anima… E udirà oltre le parole, perché in troppi senti-ranno quello che tu dici, alcuni ascolteranno, ma…Soltanto la “magia” capirà quello che tu taci! Ma in quanti ci credono e si abbandonano all’incantesimo? Peccato, sarà apprezzata in pieno solo, quando la perderai…!E’ una magia prodigiosa: SI CHIAMA…AMORE!!!

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Voglio esprimere la mia gratitudine, a chi mi ha incoraggiato a proseguire, apprezzando questa “mia” pagina. Ho solo la speranza di regalare un sorriso e un pizzico di serenità, senza tante pre-tese. A chi ritiene che siano testi “melensi” e ”sciocchezze inutili”… chiedo scusa. Ognuno dà quello che ha. A me fa tanto piacere scrivere, spero a voi, anche stavolta, leggere.A tutti col mio grazie, REGALO LA MAGIA!

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Torna a Guidizzolo il tricolore nel tamburello. A vincere il titolo italiano sono state questa volta le ragazze di terza media dell’Istituto Comprensivo che hanno trionfato ai Campionati nazionali studen-teschi la cui fase finale si è svolta a Fiuggi. Tiratissima la finale contro le pari età del Trentino Alto Adige. Le ragazze guidizzolesi in rappresentanza della Lombardia si sono trovate infatti in svantaggio per 7 a zero. Spronate dalla loro insegnante Elisabetta Damiani, da Daria Castagna che le segue ormai da anni e dal tifo dei diversi genitori al seguito, sono riuscite in quella che oramai sembrava un’impresa ed hanno concluso l’incontro vincendo per 13 a 9. Nel girone di qualificazione avevano prima avuto la meglio su Basilicata, Sicilia, Puglia e Veneto; in semifinale hanno battuto il Friuli Ve-nezia Giulia e poi la finale che abbiamo raccontato.

Campionesse d’Italia

Le 10 del tricolore: Marta An-geri, Elisa Zandonà, Martina Castellini, Francesca Bian-chera, Irene Bonoldi, Andrea Cindy Gualano, Sara Zecchi-ni, Alice Tarchini, Desirèe Ur-bani e Giulia Nosari. Per loro un’accoglienza trion-fale, con il sindaco e tanta gente riunitasi davanti al mu-nicipio. Gli amici di sempre le hanno ricevute con striscioni e palloncini colorati. Loro hanno risposto con la commozione del momento e con grandi abbracci; com-mozione come quella si è re-spirata al cimitero comunale quando, prima di ricevere il calore degli amici, hanno vo-luto recarsi a salutare l’ami-co Cristian scomparso due anni fa. Ha chiuso la “giornata me-morabile” il rinfresco offerto dalla Pro Loco. Con dolci, pizzette, panini e bibite, rigo-rosamente ...bianche, rosse e verdi.

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Cos’è la felicità?

La felicità è:- Amore- Il sole di stamattina- Equilibrio- Non lo so, me ma se la incontro torno a dirve-lo...- Serenità- Farti fare un massaggio come lo fanno queste ragazze- Andare dove ti porta il cuore- La totale sintonia con se stessi... qualunque cosa accada!!!- Regalare un sorriso a chi ne a bisogno e sco-prire che a qualcuno è servito!- Non sono solo le gioie attuali, ma riuscire a vivere con la tristezza del passato e le paure del futuro! Deriva dall’armonia di tutte queste cose- Sapere che l’unica cosa che abbiamo siamo noi stessi- Farsi piacere la vita che hai perchè non avrai un altra possibilità- Luce generata dal nostro pensie-ro positivo, che ci illumina e ci rende più belli- L’amore infinitò nel cercare di essere se stessi- Ballare un tango appassionato- Godere di ogni momento pensando al positivo delle situazioni- Stare bene e appena si può fare un bel viag-gio- Amarsi e amare con tutta la libertà possibile, senza rimpianti- Sentirsi bene con se stessi e riuscire a tra-smetterla agli altri- Avere la libertà di essere se stessi- Avere l’animo leggero

- Guardarsi dentro senza prendere paura!- Sentirsi in pace con se stessi!- La continua rincorsa all’entusiasmo quotidia-no nel vivere il giorno: come se fosse l’ultimo- Il sole quando sorge al mattino, il primo fiore che sboccia a primavera, il primo fiocco di neve d’inverno, un bimbo quando nasce... la fe-licità è ovunque, non c’è bisogno di cercarla... basta riconoscerla... la felicità siamo noi!- Un massaggio e una coccola da Susanna; il sorriso di Rachele, il sole che splende nel cielo... l’amore per la vita ogni giorno... in ogni luogo- Saper donare... senza volere nulla in cambio

- La manifesta-zione dei nostri pensieri- Sognare l’impos-sibile...- Essere, non solo esistere- Alzarsi ogni gior-no con serenità, amare tutti, non odiare nessuno- Arriva se ci credi davvero, ed è cre-derci davvero che la fa arrivare- E’ in ogni giorno della nostra vita, solo pochi la san-no vedere

- E’ la vita- Sta nella saggezza di vivere ciò che più in quel momento ci appare- Io sono la primavera e la porto con me

... e tante altre

Domenica 29 marzo, nonostante la pioggia siete arrivate numerose a festeggiare i miei tren’anni di lavoro con voi. E’ stato estremamente emo-zionante e ringrazio di cuore per le sorprese e gli omaggi che ho ricevuto e... la felicità che ho provato sarà perchè ho fatto il mio dovere?

Susanna

Un amico un giorno mi ha detto che la felicità è fare il proprio dovere.Mi è sembrata strana come affermazione ma proprio per questo mi ha fatto riflettere.

Un mattino, d’istinto, ho preso un foglio e ho scritto: Cosè la felicità? L’ho messo sul tavolino d’ingresso e voi avete risposto così:

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E un uomo chiese: «Parlaci della Conoscenza». Ed egli rispose, dicendo: «I vostri cuori conoscono in silenzio i segreti del giorno e della notte. Ma le vostre orecchie hanno sete di sentir pronunciare ciò che sa il vostro cuore. Vorreste esprimere a parole ciò che avete sempre saputo nel pensiero. Vorreste toccare con le dita il corpo nudo dei vostri sogni. Ed è bene che sia così. La nascosta sorgente della vostra anima dovrà certo scaturire un giorno e correre mormorando verso il mare. E il tesoro della vostra infinita immensità dovrà svelarsi ai vostri occhi. Ma non lasciate che la bilancia pesi questo tesoro ignoto. E non sondate le profondità della vostra conoscenza con l’asta o lo scandaglio. Perché l’io è un mare immenso e sconfinato. Non dite: “Ho trovato la verità”, ma piuttosto: “Ho trovato una verità”. Non dite: “Ho trovato la via dell’anima”. Dite piuttosto: “Ho incontrato l’anima sul mio sentiero”. Perché l’anima cammina su ogni strada. L’anima non segue una linea retta, e neppure cresce dritta come una canna. L’anima si chiude come un fiore di loto dai mille petali».

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Auguri Susanna

La bellezza è eternità che si contempla allo specchio.Ma voi siete l’eternità e siete lo specchio.

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Un ulteriore notevole ambito in cui la nostrara azienda opera è quello relativo all’arredo su misura per abitazioni private e negozi. L’utilizzo esclusivo di materiali pregiati e la particolare cura nei dettagli permettono di raggiungere, anche in queste realizza-zioni per l’arredamento d’interni, massimi livelli, sia in termini estetici che pratici.

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cronaca

Alpini in festaLa pioggia dei giorni scorsi non ha certo frena-to la voglia degli alpini guidizzolesi di ritrovarsi nella loro festa annuale; un appuntamento che serve a cementare ulteriormente l’unità del gruppo, a far conoscere le molteplici attività a cui gli alpini si dedicano ed anche, perché no, a gustare insieme il tradizionale pranzo socia-

le. Così anche in questo 2009 la “giornata degli alpini” è iniziata con il ritrovo e l’aperitivo nella sede di via Vittorio Veneto, quindi la parteci-pazione alla S. Messa officiata dal cappellano militare don Pietro Bonometti, presenti il sin-daco Graziano Pelizzaro, l’assessore allo sport ex tenente medico alpino Cesare Maccari, il presidente della sezione di Cremona ten. Carlo Fracassi, rappresentanti dei gruppi di Casal-maggiore, Castiglione delle Siviere, Castel Gof-fredo, Asola, Goito, dell’Ass. militari in congedo. Presenti anche il presidente della locale sezio-ne combattenti e Reduci, l’alpino Domenico Ri-gon al quale è stata consegnata una targa per i suoi 90 anni, il Ten. alpino Mario Manzia con consorte ed il presidente della Pro-Loco Silvio Tarchini. Durante la celebrazione il capo grup-po locale Virgilio Bignotti ha letto la preghiera dell’alpino. Ed al termine, tutti in un ristorante della zona per il momento conviviale.

Nozze d’oroCinquant’anni di vita insieme rappresentano sempre un traguardo importante; cinquant’an-ni di amore e condivisione di un’intera vita. Tre figli, Gianfranco, Mariangela e Stefano, 5 nipo-ti e l’amicizia di tutti, specialmente gli abitanti della frazione guidizzolese di Rebecco dove i coniugi Lino Lombardi e Vanda Rivera han-

no sempre vissuto partecipando alle iniziative ed ai momenti di una comunità molto unita. A loro, sposatisi nella parrocchiale di Guidizzolo il 9 maggio 1959, officiante l’allora parroco don Gino Sarti, sono arrivati gli auguri dei loro cari e dell’intera frazione.

Trofeo nazionale di body buildingMatteo Buccella, trentaduenne mantovano di Guidizzolo, nel novembre scorso ha vinto a Mo-dena nella ‘Categoria uomini + 178 –B.B. Evolu-tion’ il primo premio nella 16^ edizione del Gran

Prix ‘Due Torri’, gara nazionale di body building-fitness. Alla manifestazione han-no preso parte 131 atleti, di cui 26 stra-nieri, alla presenza di un folto pubblico: oltre 2.500 persone convenute al Palapa-nini della città emilia-na. Il Bodybuilding, come è noto e come dice la traduzione

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cronaca

stessa del termine, è di per sé la ‘costruzione del corpo’. Ottenuta, senza sotterfugi che nul-la hanno a che vedere con lo sport in questa come in altre discipline, attraverso unicamen-te un grande allenamento. Non solo ‘esterno’, dicono gli esperti, ma anche ‘interno’ come un miglioramento dell’attività cardio- respiratoria, il recupero di traumi, ecc. E quando si cerca di costruire qualcosa, come la scolpitura del-la propria massa muscolare, lo si fa e lo deve fare sulla base di precise regoli e progetti. So-prattutto con grande e costante allenamento, lo stesso a cui si dedica quotidianamente Mat-teo Buccella nella propria palestra Evolution di Castel Goffredo. Perché nessun successo si improvvisa.

36ª camminata della saluteLa recente fortunatissima trentaseiesima edi-zione della ‘Camminata della Salute’ ha fatto registrare uno straordinario successo di par-tecipazione che non ha comunque colto di sorpresa il comitato organizzatore: Pro Loco e Comune, col patrocinio di Provincia e Regio-ne, Colline Moreniche e Strada dei Vini e dei Sapori del Garda; artigiani, commercianti e in-dustriali del territorio che hanno garantito un ricco monte premi; molte associazioni guidiz-zolesi. Sicuramente azzeccata anche la sede di partenza ed arrivo localizzata presso l’acco-gliente centro sportivo comunale dotato di tutti i servizi necessari. Poco meno di 900 i parte-cipanti, in rappresentanza di una quarantina di gruppi podistici, che si sono ‘goduti’, questa la loro testimonianza, un bellissimo percorso che ha portato tutti, specialmente chi ha utilizzato

il più lungo, ad ammirare le Colline Moreniche. Per la prima volta era stato stato predisposto anche un percorso per i diversamente abili, “Un’iniziativa, ha poi detto la coordinatrice del CDD di Rebecco Cristina Butti, che va sicura-mente coltivata quale ulteriore possibilità per offrire a tutti momenti importanti come questo’. A fare gli onori di casa ed a lanciare la gara il sindaco Graziano Pelizzaro, l’assessore allo sport Cesare Maccari e l’assessore all’am-biente Giacomino Milani, quest’ultimo in veste anche di partecipante. Tutte le classifiche, con foto e commenti della giornata, sono reperibili al sito internet: www.diecimigliadelgarda.net.

Lavanderia Self-ServiceE’ partita da qualche settimana una nuova ini-ziativa di una giovane Guidizzolese, con l’aper-tura di un’attività del tutto nuova per il nostro paese. Si tratta della lavanderia Self-Service a gettoni di Deborah Piadena che ha aperto i bat-tenti (e gli oblò) in Via San Cassiano. Oggi con il variare delle abitudini, è cambiato anche il modo di fare il bucato, la mancanza di tempo ci spinge alla ricerca di servizi pratici e veloci, meglio se economici.La lavanderia di Deborah risponde alle nuove esigenze del consumatore, ai cambiamenti dei modi di vita, all’evolversi di una società dinami-ca e multi-etnica. Molti sono coloro che han-no riconosciuto alle lavanderie Self-Service il vantaggio di poter lavare coperte, trapunte, piumoni, tappeti, sfruttando lavatrici professio-nali, che in poco tempo permettono di portare a casa capi puliti e asciutti.La lavanderia aperta dalle ore 7.00 alle ore 22.00

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è attrezzata con riviste, televisore, distributori automatici di bevande e snack, giochi per bam-bini in modo che mentre i nostri capi si lavano e si asciugano l’attesa non sia troppo noiosa.

Mantovadanza2009Lo scorso 25 aprile, a Mantova, si è svolta una divertente e colorata manifestazione: “Mantovadanza2009”.Una decina fra le scuole di Mantova e pro-vincia hanno sfilato e danzato lungo le vie del centro storico, rappresentando le più svariate discipline: dal country allo stile me-

tropolitano, passando per la danza celtica. Tra queste, anche le allieve di Claudia Dal Prato, brillante insegnante di danza orien-tale che tiene corsi sia a Guidizzolo che a Castiglione delle Stiviere, hanno partecipa-to al festival, distinguendosi per l’eleganza, la grazia e la sontuosità dei loro preziosi e variopinti abiti da scena.Certamente, per il nostro paese ciò ha rap-presentato un ennesimo motivo di vanto. E proprio a Guidizzolo, in occasione della prossima fiera di luglio, in data 17, di nuo-vo tutte le allieve si esibiranno in un saggio per allietare chi desideri assaporare un po’ di oriente.

Simpatica scommessaQuando, a metà campionato, il vincitore era ancora in discussione, l’Inter in crisi di gio-co e la Juve in ripresa due amici hanno fatto una simpatica scommessa. I due amici sono: Domenico di Miss Pizza (Juve) e Luca (Inter) parrucchiere (Il Pettine), due tifosi DOC del-le rispettive squadre.Se vince l’Inter Domenico e il fratello Pietro avrebbero dovuto fare una giornata, in pizze-ria, con la maglia dell’Inter, se l’Inter perde-va toccava a Luca indossare la maglia della Juve. Tutti sanno com’è finita e Domenico, a malincuore, per onorare la sua scommessa,

ha indossato la colorata maglia nero-azzur-ra e tra la meraviglia dei clienti ha sfornato e servito pizze per una intera giornata. Difficile è stato accettare il verdetto del campo, ma più difficile passare per un inte-rista. I più maliziosi hanno pensato... cam-biare bandiera e proprio facile.

Una meritata vacanzaDopo anni di sacrifici per le “disavventu-re” (distrutto da un incendio, alcuni anni fa) subite con il negozio di biciclette, i coniugi Sergio e Nadia (il Velocipede Sportivo), de-cidono di concedersi una meritata vacanza. La raccontano per i nostri lettori.“Dino Porrini, guidizzolese, ex professioni-sta ciclismo, ci invita a partecipare ad un tour in bici organizzato in Brasile (dove lui passa alcuni mesi invernali). Non ci pensia-mo due volte, è una bellissima occasione per una vacanza diversa dalle solite. Destinazione Maceio in Brasile. Qualche giorno per acclimatarci (38-40 gradi senza umidità) e poi la Domenica partenza in bici-cletta con destinazione Salvador de Bahia. Il gruppo è formato da 6 persone che peda-lano: Sergio Revenoldi, Nadia Cirani, Dino Porrini, Mirco Bernardi (ex dilettante amico di Dino, ha partecipato con lui alle olimpiadi 1977 in Venezuela), Gianni Righetto nativo di Brescia (vicino di casa nel residence Brasi-liano) che ha festeggiato durante il viaggio i suoi 77 anni e Milton Omena Farias Neto

cronaca

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anni 15 (conosciuto sempre da Dino in Brasi-le). Il nonno di quest’ultimo ragazzo ci segue in moto, è lui che conosce il tragitto di ben 760 Km da percorrere in 5 giorni. Viaggia-mo per strade secondarie ammirando diste-se immense di canna da zucchero, banane, ananas, piantagioni di eucalipto, paesaggi di mare spettacolari, sostiamo nei loro paesini e troviamo nella gente del posto tanta ospi-talità e curiosità dato che non è molto comu-ne vedere ciclisti in bici da corsa, la bici per loro è un mezzo di trasporto. Non abbiamo mai la sensazione di pericolo perché sempre scortati dal Sig. Newton (ex capo della Poli-zia dello staso di Alagoas) che conosce bene dove si può sostare e dove invece è meglio non inoltrarsi (favelas). La sera ci ritroviamo con il resto della comi-tiva (mogli degli altri ciclisti e alcuni amici di Dino) che ci seguono con un pulmino, che ci riporterà poi a “casa” per il ritorno. Passiamo ben tre stati del Brasile, Alagoas, Sergipe e Bahia. La cosa fa notizia e per questo venia-mo intervistati dalla Tv locale che farà poi un reportage e finiamo inoltre su uno dei giorna-li più conosciuti di Maceio,città di partenza del nostro tour. Dopo la settimana trascorsa in bici, ci godiamo la seconda settimana di puro relax, sole e mare.

Tortelli di zucca, capunsei, sorbir d’agnoli (chi vuole può sempre aggiungerci il lambrusco dei colli e farlo diventare (bevr’n vin), i salumi locali e la sbrisolona finale. Tutti piatti della più stretta e appetitosa cucina mantovana. Li abbiamo provati con grande soddisfazione alla trattoria Birbesi. Locale a conduzione famigliare, accogliente, cura-to ed elegante, offre un menù di cucina tipica mantovana. Straordinari tortelli di zucca; che riempiono di sapore il palato. I primi piatti sono il pezzo forte della casa. Oltre ai tortelli, altrettanto buoni e fatti bene, ecco i capunsei, gli squisiti gnoccbetti di pane dell’Alto Mantovano: un piatto nato povero, ma adesso molto ricercato, per la sua sempli-cissima bontà. La trattoria Birbesi ha un’ ottantina di coperti ed è gestita da Fausto e Loredana Cenzon, il primo in sala ad accoglie-re cortesemente i clienti, la seconda ai fornelli dove l’aiuta la sorella Bertilla. Pasta e dolci sono rigogorosamente fatti in casa. Oltre ai primi piatti, ai salumi e ad altre specialità manto-vane, si possono assaggiare carni alle braci cotte nel cami-no e piatti di pesce di lago legati alle origini benacensi di Loredana. C’è anche un “angolo” giochi per i bambini. Il servizio è gentile e il conto sui 23 euro, bevande escluse.

GVInfo: 0376 849732

cronaca

TRATTORIA BIRBESIE’ il regno dei tortelli di zucca. In carta anche i gustosi capunsei, agnoli in brodo, pasta e dolci (anche la sbrisolona) fatti in casa.

Nel periodo estivo si può mangiare nel giardino all’aperto

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Vini consigliatiMalvasia amabile (Bianco Emilia Romagna)Albana di Romagna

a cura di Donatella Lusenti

Torta sbrisolona

Ricetta per 4 persone

Ingredienti

120 gr di zucchero120 gr di burro120 gr farina bianca120 gr farina gialla fioretto120 gr di mandorle1 uovoLa buccia grat. di 1 limoneUn pizzico di saleMezzo bicchierino di grappa o di liquore aromatico per dolci

Preparazione

Mettere su una spianatoia da cucina le farine e lo zucchero dando la forma di fontana, nel cen-tro metteremo il burro ammorbidito, l’uovo, le mandorle tritate (non troppo finemente), il sale, la buccia del limone, il liquore. Impastare amal-gamando tutti gli ingredienti ottenendo però non un composto compatto ma farinoso che distenderemo a pioggia in una teglia imburrata o con carta da forno. Prima di infornare cospar-gere la superficie con poco zucchero semolato e cuocere a 160° per 45 minuti.

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Games areaa cura di Davide Truzzi

I lettori possono suggerire argomenti che siano di interesse generale

La grandi uscite estivePer questo numero, ripropongo una mia passata iniziativa, di stilare una pratica ed utile lista così da poter sempre tenere sott’occhio le uscite dei propri videogames preferiti.

• DinastyWarriorsVI,01/06/09,XBOX360–PS3• TheSims3,05/06/09,PC.• RockBandUnplugged,09/06/09,PSP.• Prototype,12/06/09,XBOX360–PS3–PC.• Ghostbusters,19/06/09,XBOX360–PS3–Wii–NDS.• GuitarHero:GreatestHits,19/06/09,XBOX360–PS3–Wii.• GrandSlamTennis,26/06/09,Wii.• Overlord2,26/06/09,XBOX360–PS3–Pc.• RedFactionGuerrilla,26/06/09,XBOX360–PS3–PC.• TheConduit,26/06/09,Wii.• FightNightRound4,03/07/09,XBOX360–PS3.• CallOfJuarez:BoundinBlood,03/07/09,XBOX360–PS3–PC.• HarryPotter:IlPrincipeMezzosangue,17/07/09,TUTTELECONSOLE.• ArmoredCore3,30/07/09,PSP• MagnaCarta2,06/08/09,XBOX360• MaddenNFL10,14/08/09,XBOX360–PS3–Wii• L’EraGlaciale3,28/08/09,TUTTELECONSOLE

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Psicologiaa cura della Dott.ssa Giulia Stuani

I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale

Questo mese mi piacerebbe fare una piccola riflessione. Nelle ultime settimane mi è capita-to sempre più spesso di sentire parlare alcuni miei pazienti in termini piuttosto diffusi; spesso li ho sentiti dire “ho tutto, nella mia vita tutto va benissimo, ma nulla mi rende felice”. Se un nostro amico ci dicesse qualcosa di si-mile, probabilmente la nostra reazione sarebbe quella di sorridergli (nel più cordiale dei com-portamenti) e di fargli presenti situazioni ben più tragiche delle sue…”che quelli sì che si possono lamentare”; ma io credo che questo sarebbe il più gentile dei modi per non acco-gliere quanto il nostro amico ci sta dicendo: in sostanza, staremmo sminuendo ciò che lui ci dice, dandogli poca rilevanza, ed otterremmo solo che lui si senta poco capito. Tuttavia, il nostro comportamento non è del tut-to condannabile; a noi è arrivato un messaggio contrastante: da un lato, ci sentiamo dire che il nostro amico sa di non potersi lamentare per-ché tutto gli sta andando benissimo, ma dall’al-tro, lo sentiamo lamentarsi. Di fronte a questa apparente contraddizione, la nostra reazione è del tutto comprensibile. Però credo si debba fare una considerazione: forse ci dovremmo chiedere cosa rappresenti-no per il nostro amico “il tutto” ed “il nulla” di cui lui parla. Nella frase che lui ci ha riportato esistono due livelli, per così dire: un primo livel-lo parla di “cose materiali che una persona ha o ha ottenuto”, mentre un secondo livello espri-me l’esistenza della felicità, o, in questo caso, la sua non-esistenza. In sostanza, potremmo pensare che il nostro amico ci stia dicendo che possiede tutto ciò che normalmente rende un

uomo felice, ma che in questo momento lui non si sente felice; credo che la differenza stia pro-prio in quel “normalmente”. Ciò che intendo dire è che non è possibile sta-bilire a priori quali siano le cose o i fatti che renderanno senza ombra di dubbio felici tutti gli uomini del mondo, poiché tutti noi, per simili che siamo, almeno in parte siamo diversi; ciò nonostante, questo è ciò che avviene nel senso comune: siamo abituati a pensare che le perso-ne per essere felici debbano avere determinati requisiti, ad esempio una casa di proprietà, una famiglia felice, la salute, ecc… Ma questo è inapplicabile, quando si parla del singolo indi-viduo. Chi ci potrebbe contraddire se noi fossimo un giovane malato terminale, oggi felice perché il dolore era più tenue degli altri giorni? Chi potrebbe dirci che non siamo felici se, pur non avendo un lavoro ed una casa, contem-plando un tramonto ci commuovessimo? Questi due banali esempi non vogliono fare al-tro che spiegare che siamo noi stessi a deci-dere che cosa sia ciò che ci può rendere felici e quando ci ritroviamo a dire “ho tutto, ma non sono felice” è perché quel tutto, che secondo gli altri, mi può rendere felice, in realtà, non è ciò che mi regala felicità. Ciò che quindi dovremmo tenere presente è che ognuno di noi sceglie la propria felicità, in modo più o meno condivisibile da tutti gli altri, ma in modo comunque parimenti dignitoso.

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- Ciao!- Ciao, allora hai smaltito la sbornia della campagna elettorale?- Mah, in Italia siamo sempre in campagna elettorale…- Qualcosa però ti sarà rimasto…- Si, tanti dubbi…- Secondo te quanti dovrebbero essere i parlamentari?- Non so… certo che mille sono tanti, ma molto dipende anche da cosa fanno…- Certo, non si può pensare che se anche eliminiamo metà dei parlamentari, poi abbiamo risolto tutti i nostri problemi…- Ci vuole ben altro….- Però potrebbe essere l’inizio!- Mi chiedo perché nessuno si scandalizza se un cal-ciatore o un allenatore di calcio o un presentatore o un attore prendono milioni e milioni di euro… - Dici che il nostro Paese sta vivendo al di sopra delle sue possibilità?- Mah, gli italiani sono capaci di tutto.- Già, anche di comprare la Chrysler, la Opel…- Beh, tu non hai comprato la Mercedes?- Ma va… parlo della Fiat che ha comperato l’industria americana…- E con cosa l’ha pagata?- Non so, magari esporteranno la rottamazione in Ame-rica…- E Obama cosa ha detto?- Ha detto che la cinquecento sarà il nuovo sogno ame-ricano…- E l’Ape Piaggio no?- Se è per questo, sai quante cose potremmo mandar-gli…- Il chinotto al posto della coca cola…- La polpetta al posto dell’hamburgher…- La salamella per l’hot-dog…- Però non so sai, non so se sarebbero tanto contenti gli americani…

- Sarebbe come dire che è vero che l’America è qui?- Magari, se fossimo un po’ meno autolesionisti, sempre dietro a piangerci addosso, potremmo scoprire che non abbiamo tutto da invidiare agli altri.- Come per esempio con il terremoto in Abruzzo: non abbiamo avuto bisogno di nessuno. La nostra protezio-ne civile non ha niente da invidiare agli altri, anzi…- A proposito, è vero che il Comune ha versato ai terre-motati i soldi del tornado?- Ma chè… sai il fondo di solidarietà aperto dopo il tor-nado? Quello che era rimasto lo hanno destinato alla nostra protezione civile, per il servizio in Abruzzo…- Ma quant’era?- Qualche centinaio di euro..- Più che altro un gesto simbolico…- Si, e poi i soldi del tornado sono già stati distribuiti quasi tutti…- Qualcuno però non è rimasto molto contento!- Eh, le spese fatte in nero, caro mio… mica possono rimborsartele!- Beh, è comprensibile, se non puoi dimostrarle, le spe-se, non esitono…- Carta canta…!- E chi si è fatto le riparazioni da sé?- Come fai a quantificare il costo?- Già... c’è sempre una ragione…- A proposito, secondo te, c’è una ragione per…- Per cosa?- Ti ricordi quando il governo italiano ha assegnato un prestito-ponte all’Alitalia di trecento milioni di euro? Quanti sono stati quelli che hanno accusato l’Italia di aver violato le regole europee, anche qui da noi?- E allora?- Mi chiedo perché se invece è il governo tedesco ad assegnare un prestito-ponte alla Opel di un miliardo e mezzo di euro, cinque volte di più, nessuno dice nien-te…!?!- Cosa vuoi, noi non siamo tedeschi…- Mi sa che non siamo neanche tanto europei…- Mah…- Te salude!

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arte &dintorni Qualcuno volò sul nido del cuculo

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Luca Piazza

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Il titolo originale del film riprende letteralmente il verso di una filastrocca: “One flew east, one flew west, one flew over the cuckoo’s nest” (“Uno volò ad est, uno volò ad ovest, uno volò sul nido del cuculo”), dove “cuckoo” significa “cuculo” ma anche, in senso trasla-to, “pazzo”. Il cuculo non costruisce un proprio nido ed è solito deporre le uova in quelli altrui. I piccoli di cuculo, una volta nati, spingono fuori dal nido i piccoli degli altri uccelli, i legittimi proprietari, e ven-gono nutriti al loro posto. Per metafora, il nido è il manicomio e il cuculo è lo Stato che, con i suoi me-todi disumani, si insinua nelle menti dei pazienti eliminando ogni potenzia-lità. Quel “qualcuno” del titolo è Rande P. McMur-phy (Jack Nicholson), un pregiudicato rinchiuso a causa del suo carattere rissoso e stravagante. Il direttore della clinica spiega così il motivo del suo ricovero coatto: ”Lei dovrà passare un pe-riodo qui per essere vagliato”. E’ agghiacciante il solo pensare di poter vagliare un essere uma-no. E invece in passato si poteva tranquillamente prelevare una persona, allontanarla dalla società e renderla docile imbottendola di farmaci.Rivedendo questo film ho pensato subito, per contrasto, ad una realtà che ho imparato a co-noscere molto bene: quella degli Hospice. Gli Hospice sono strutture che ospitano, tra gli altri, malati di cancro terminali. Per loro l’unico tratta-mento riservato è la terapia del dolore. Sono luo-ghi dove una persona viene accompagnata verso la morte o verso un’altra vita, se preferite. Luoghi di sofferenza ma anche di bellezza perché lì le persone muoiono dignitosamente. Tutto si com-pie in un clima irreale dove i malati non san-no o non sanno fino in fondo. Oppure per-cepiscono e fanno finta di non sapere. Quotidianamente si

possono vedere gesti di amore smisurato: quello dei parenti che vegliano i loro cari giorno e notte. Hanno il cuore dilaniato ma si impongono di sor-ridere. E così mandano avanti con molta dignità la loro piccola recita, senza rivelare mai nulla.

La loro non è una bugia ma un atto di profonda carità verso un debole. Nessun pugile colpirebbe mai il suo avversario mentre è a terra: sarebbe da vigliac-chi! Alla fine di tutte quelle sofferenze, la porta della stanza inesorabilmente si chiude, tra la sorpresa di qualche ospite. Ma è inuti-le dir loro la verità, inutile aggiungere sofferenza a sofferenza. Chi trascorre lì gli ultimi giorni ha dirit-to a non subire più traumi o sussulti, quasi si stesse preparando ad un’esisten-za priva di dolore.

Una volta stavo osservando il volto perso di Franco. Mi accorsi che, prolun-gando lo sguardo oltre la finestra, per un beffar-do scherzo del destino, potevo scorgere un asilo. Si! Un asilo con tanti bambini festanti. In un solo quadro potevo ammirare la vita e la morte, l’inizio e la fine, la felicità e la tristezza. Mi sono com-mosso fino alle lacrime.Da queste prove si impara molto. Ho imparato che il medico di famiglia non è tenuto a fare una visita ad un suo paziente agonizzante ma può tranquillamente presentarsi al funerale, per por-gere le sue più sentite condoglianze. Ho imparato che il prete, con tutti i parrocchiani che muoiono, può anche esimersi dal consolare i congiunti. Ho imparato che per comunicare la diagnosi di me-tastasi, ai familiari dell’ammalato, basta una sala d’attesa magari non troppo affollata.Ora anche la tua piccola porta si è chiusa, Fran-co. Quelle poche persone conosciute dentro l’Ho-spice, durante la tua breve permanenza, pensano che tu stia bene e che tu sia finalmente tornato a casa. E in effetti questa è la verità. E lo pensano anche i tuoi cari. E lo vedrai anche tu, una volta giunto a destinazione…Addio, Franco.

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La Monaca di Monza: «la sventuratarispose» e scelse il suo destino

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iFrancesca Pesci

Uno dei personaggi che ha sempre stuzzica-to la fantasia dei lettori dei Promessi Sposi è la Monaca di Monza, Gertrude, la “Signora” tanto austera quanto affascinante.Manzoni, grande conoscitore dell’animo umano, sa bene che la nostra immaginazio-ne cresce fervidamente non tanto per quan-to si dice, ma per ciò che si tace. Ed ecco allora che la ricchezza psicologica di un personaggio come Gertrude viene costruita a partire da poche parole, apparentemente reticenti, ma in realtà altamente eloquenti: «La sventurata rispose». Dopo aver narrato la vicenda della monacazione forzata, a par-tire dalla sua infanzia fino alla sua entrata in convento, l’autore giunge alla presenta-zione di Egidio, uno «scellerato di professio-ne», l’uomo con il quale la monaca intesse la relazione sacrilega. Manzoni non esplicita i fatti, lascia semplicemente intuire: «Costui […] un giorno osò rivolgerle il discorso. La sventurata rispose». E quando la vicenda sfocia nel delitto, quan-do cioè una consorella che aveva scoperto la tresca viene eliminata dai due amanti, an-cora Manzoni dice e non dice: la consorella era sparita e non era più stata ritrovata… «forse se ne sarebbe potuto sapere di più, se, in vece di cercar lontano, si fosse sca-vato vicino». Reticenze, parole velate, che sollecitano il nostro immaginario.Ma l’aspetto più interessante relativo a questa figura è la descrizione del dramma della coscienza, dello scontro drammatico tra il volere e il non volere. Gertrude è un personaggio inquieto, pieno di contrasti, lei che «è una monaca, ma non è una monaca come l’altre». Anche dalla descrizione fisi-ca riusciamo a cogliere i contrasti fisici che vengono traslati poi sul piano psicologico ed etico: il suo aspetto era «di bellezza, ma d’una bellezza sbattuta, sfiorita e, direi qua-si, scomposta»; il velo nero contrasta con la «bianchissima benda di lino» e con la fronte «di non inferiore bianchezza»; le gote hanno «un contorno delicato e grazioso, ma altera-to e reso mancante da una lenta estenuazio-ne»; le labbra, che erano «tinte d’un roseo

sbiadito, pure spiccavano in quel pallore» ed infine, a completare la descrizione, un det-taglio da non sottovalutare: il velo le copre il capo ma «usciva sur una tempia una cioc-chettina di neri capelli». Questa descrizione avversativa, costellata da molti ma, anticipa le contraddizioni del personaggio stesso. E la più grande di queste contraddizioni è il ruolo di Gertrude tra vittima e colpevole. Certo Gertrude è vittima, se si pensa a quan-te pressioni ha subito da parte del padre, il quale ha quasi violentato la sua infanzia, im-ponendo su di lei il destino di una monaca-zione forzata, inculcata, dandole come primi balocchi bambole vestite da monaca e san-tini di suore. Tuttavia, pare chiedersi l’autore, da una mo-nacazione forzata, doveva necessariamente venire tutto il male che ne è venuto (la rela-zione sacrilega e l’omicidio della consorel-la in primis)? Sicuramente no! Manzoni, in questi capitoli, va oltre il semplice racconto della vicenda avventurosa. Egli afferma qui il non determinismo delle scelte umane: ogni uomo, cioè, è responsabile delle proprie scelte, indipendentemente dalle circostan-ze. Dunque Gertrude inizialmente è vittima, ma ben presto diventa carnefice. Vittima nel momento in cui subisce una limitazione alla propria libertà da parte del padre; ma non per questo avrebbe poi dovuto assecondare la via della passione, che l’avrebbero porta-ta a diventare, a sua volta, colpevole. La storia della Monaca di Monza mette in scena il dramma della volontà, il dramma dell’abdicazione alla propria responsabilità, perché il suo comportamento non deriva de-terministicamente dalla sua monacazione, ci dice Manzoni, ma dalla propria scelta di vi-vere male la monacazione. La differenza c’è. Quasi a dire che il male non sta necessaria-mente nella società, ma nella libera scelta dell’uomo di aderire ai princìpi erronei della società.Manzoni non merita di finire sul ripiano più scomodo della libreria se ancora sa provo-care su queste tematiche.

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Otello: la luce e lo specchioarte &dintorni

“La gelosia (se mai sono gelosi) ha tinte chiare, e tratto accomodante: non è, come in Othello, un fosco diavolo che soffoca le donne fra i piumini.” (G. G. Byron, Beppo, 1818)

Circa le opere di Shakespeare non si scriverà mai abbastanza, ciascuna trabocca di riferimenti tali che ogni emistichio varrebbe la compilazione di un trattato. Othello, ovviamente, non fa eccezione; ma l’Otello diretto da Giancarlo Sepe lascia in ombra buona parte della tragedia shakespeariana. Ne risulta un dramma intimistico, nel quale Iago, scellerato maestro d’astuzie, e gli affari della Serenissima passano in secondo piano. Questo Otello, consun-to tanto nelle idee quanto nel costume di scena, un intenso Andrea Giordana, è il protagonista assoluto del dramma. Uno spettrale e autoritario capitano in perenne lotta contro i propri demo-ni interiori, un Achab antesignano. Tant’è che lo spazio in cui si muove, l’inquietante scenografia di Almodovar, potente nella sua essenzialità, ri-corda gli abissi marini ed i meandri oscuri della mente, entrambi abitati da mostri imperscruta-bili. Lo spettacolo inscena l’agonia di un gigante spiaggiato; Otello soccombe nella sfida contro sé stesso quando la sua smania di distruzione ha la meglio sulla ragione, persino sulla compassione. In questo Iago, un superbo Marcello Prayer dal sorriso ammaliante, sembra aver gioco sin troppo facile. Il meschino consigliere, incallito demonio in doppio petto, seduce con prontezza diabolica le ossessioni di un tiranno esasperato da se stes-so. La tragedia, aprendosi su uno scorcio della fine, ha tutto il sapore amaro di un dramma pre-annunciato. Questo Otello, sin troppo eroico nel perpetrare la sua stessa rovina, questo capitano sconvolto, deciso ad affondare con la sua nave, passeggeri compresi, appare pericolosamente simpatico, umano, più che umano nel dubitare della rettitudine di una Desdemona tanto acer-ba, praticamente isterica, che gli sbatte in faccia la propria innocenza quasi fosse un capriccio di gioventù. Nel quadro mentale alterato del moro, infatti, Desdemona è il maggiore dei demoni che vestono la minaccia dell’inaffidabilità. Le parole della giovane ignara graffiano il cuore avvizzito del generale, non che la dizione di Ivana Lotito non riesca a ferire anche l’udito dello spettatore

sensibile. Invero questa Desdemona bambina dà il meglio di sé in posa statica, laddove è dovero-so l’ossequio alla vera protagonista della rappre-sentazione: la luce. Luce che cala dall’alto mentre l’innocente è gettata a terra, in un angolo del pal-co, il capo chino, il volto in ombra, eppure sfavilla il candore che sembra emanare dalla sua stessa persona: in questa scena Desdemona è come una stella cadente, la cui bianca luce viene fagocitata dall’oblio. Luce siderea, che infine si ferma sulla deliziosa scarpetta della vittima ormai soffocata dal disamore. La luce e l’assenza di luce, che tutto inghiotte in un gorgo disperato, creano contrasti caravaggeschi sul piccolo grande palcoscenico del nostro teatro. Qui i sei attori complementari ai protagonisti si inseriscono con grande effetto, creando un gruppo di fondo impressionante nella sua staticità: magnifici interpreti silenziosi di quei cortigiani senz’anima che assistono imperturbabi-li al consumarsi della tragedia, e parimenti mani-festazione di innominati spettri interiori. Le chiome dorate di Valentina Valsania e di Barbara Giorda-no potrebbero ispirare un’opera preraffaellita. La prima tra queste due brave attrici si rivela un’ Emi-lia stoica nel difendere le virtù della protagonista, mentre Bianca interpretata dalla Giordano cattura luce e sguardi già con la sola presenza. Adeguati alla suggestiva rappresentazione anche Michele Mietto e Pino Tuffillaro, rispettivamente Lodovico e Roderigo, laddove l’interpretazione del secondo è quasi commovente nella sua melodrammatica espressività. Memorabile l’immagine finale di una Desdemona il cui cadavere di bianco vestito si riverbera nel riflesso di uno specchio. Anche lo specchio, insie-me alla luce, è un elemento essenziale in questo spettacolo: lo specchio dell’animo, oscuro, inso-stenibile, e quello di un’apparenza abbagliante o travisata. Desdemona, sfortunata non solo nel nome, muore perché la sua apparenza è tanto in-nocente da sembrare inverosimile, mentre Otello soccombe a sé stesso, incapace di specchiarsi negli occhi dell’amore. Tale è, almeno in breve, una possibile interpreta-zione di questa riuscita rappresentazione contem-poranea del grande dramma shakespeariano.

Mariavittoria SpinaDott. In Lingue e Letterature straniere

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Il tempo passa e i ricordi si assottigliano per fare spazio ad altri ricordi, poi sbiadiscono e lentamente sfumano nell’oblio; ma non tutti. Ho sempre pensato che la formazione cul-turale e personale di un individuo dipenda in larga misura dall’esperienza a contatto con altri modelli di vita e di pensiero, i quali inevitabilmente lasciano una traccia di sé nelle persone che hanno saputo incontrare. Per questo l’insegnante dovrebbe essere docente nel senso letterale del termine, nel senso di guida e di maestro. Reputo un buon docente colui che attraverso la sua materia riesce ad insegnare qualcosa della vita. Al contrario, chi ritiene la propria disciplina l’unica ed esclusiva fonte di conoscenza erra nelle strade della superbia e rischia di perdere il contatto con la realtà, necessa-rio a rendere ogni materia attuale oltre che interessante. Certo, esistono buoni e cattivi maestri, ottime o pessime guide, ma poiché in genere si è portati a guardare al passato con più magnanimità rispetto al presente io ricordo solo i migliori modelli etici e filosofi-ci che nel corso della mia carriera scolasti-ca ho avuto la fortuna di incontrare. Durante il triennio conclusivo delle scuole medie superiori Elio Terreni è stato per me un ottimo docente. Ricordo le sue lezioni, per la verità non molto del contenuto poiché i miei interessi si sono progressivamente sempre più allontanati dall’ambito scientifi-co o economico, ma a differenza delle cifre esatte di formule e grafici, lo stile d’insegna-mento del Professore ha lasciato un segno preciso nella mia memoria. Credo che il me-todo ed un’acuta consapevolezza del rap-porto della propria disciplina con il resto del mondo siano fondamentali per un buon inse-gnante. Il Professor Terreni utilizza un me-todo d’insegnamento efficace nell’incorag-giare più che imporre l’interesse per la sua disciplina e per la conoscenza in generale. Quando gli chiesi quale fosse il legame tra la sua materia e l’arte, mi rispose citando la frase di un famoso matematico tedesco che ricordava come anche il matematico debba a suo modo essere un poeta, così come ogni vero artista. Il poeta è conoscitore e sco-pritore dei nessi profondi tra le cose, colui che sapientemente mostra e nasconde, e che sa avvicinare al sapere tramite la forza dell’immediatezza. Allo stesso modo, il lega-me tra i numeri alla base del mondo e l’arte che esprime il mondo risulta così evidente nei colori e nelle forme delle opere pittori-che di Elio Terreni da lasciare ben poco ad una semplice definizione verbale. Tuttavia, ritengo che una dote più di ogni altra acco-muni l’artista al matematico, ed è la stessa che, a mio parere, fa del Professor Terreni

un ottimo docente: l’intuito. Osservare la complessità della vita, catturarla attraverso forme e colori, necessita di grande intuizio-ne, la stessa che rende possibile vedere ol-tre l’apparenza e scegliere il giusto metodo di comunicazione a seconda del contesto specifico e dell’interlocutore. Proprio que-sto ho visto fare in tutte le lezioni del nostro Professore: insegnare allo studente e par-lare alla persona. Non è cosa da poco. Ho sempre apprezzato la sua capacità di rivol-gersi ad ogni allievo nella sua individualità presente, consapevole del risultato ottimale che questi poteva ottenere, e di come farlo accostare alla materia senza pressioni, per raggiungere un buon risultato con naturalez-za. Competenza, pazienza, perspicacia, sono queste le doti che colpiscono di un docente, il Professor Terreni le dimostra tutte, anche se con le varianti che riflettono l’incostante altalenarsi della vita.Nei miei ricordi Elio Terreni non è un inse-gnante perfetto, bensì un insegnante reale e presente, radicato nella vita e nel suo mondo, che pertanto ha lasciato un ricordo altrettanto vivido e personale. Durante le sue lezioni penso non ci sia mai stato completo silenzio: una sor-ta di pacato mormorio accom-pagnava esercizi e spiegazioni, pacifico fermento creativo di menti in movimento. Oggi, in un sistema scolastico sempre più di stampo aziendale e impersonale, non sono certa che sarebbe pos-sibile ottenere gli stessi buoni risultati attraverso le medesime condizioni distensive; ma forse il nostro Professore, così come sulle sue tele bilancia il confron-to tra astratto e reale, ancora ri-esce a mantenere le sue lezioni in sapiente equilibrio sul sottile filo delle parole costruttive, ben al di sopra del chiasso incivile. Per quanto riguarda la mia esperienza alle scuole superiori, Elio Terreni è stato un’otti-ma guida, maestro di vita oltre che docente abile ed efficace, e penso che per i suoi stu-denti continui ad essere tale. I ricordi sfumano lentamente, ma a me ba-stano due iniziali per evocare una sensazio-ne precisa: E.T. come Elio Terreni, un extra-terrestre giunto dal lato buono della luna per distinguersi con metodo ed intuito dal piat-to mondo degli insuperbiti erranti, ovvero dall’oscura dimensione dei docenti alienati.

Mariavittoria SpinaDottore in Lingue e Letterature Straniere

Elio Terreni

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Franco Mondadori

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ria L’ottobre scorso nel beneventano Mattia, un

bambino di 9 anni, venne ritrovato dissan-guato e fortunatamente soccorso. Era stato azzannato da un lupo, vicino a casa, a pochi metri dall’azienda agricola del papà. Nell’aprile di quest’anno in provincia di Ma-cerata tre lupi, due femmine e un maschio, sono stati trovati morti avvelenati. Nel primo episodio la caccia al lupo, nel se-condo la ricerca degli avvelenatori, poichè in Italia il lupo è protetto dal 1977. Ma nel secolo XVII i lupi imperversavano anche nelle nostre campagne. Infausto l’anno 1633. Il 12 gennaio, Gandini Carlo, un ragazzo di 16 anni fu ucciso dai lupi. Il 3 giugno il dodicenne Ruffoni Giovanni. Il 14 agosto un bambino di 9 anni, Coffani Gian-battista. Forse quei ragazzi vagavano nei campi per gioco, per cercare frutta o a caccia di nidi.In dicembre venne sbranata da un lupo Francesca ... di 58 anni. Era la vigilia dell’Im-macolata, era andata nei campi a racco-gliere legna. Altre due disgrazie nel 1634, vittime dei lupi il 20 agosto Ottavia ... di 19 anni, il 20 ottobre ancora un bambino, Peroni Alessandro, di 9 anni.

Ucciso da un lupo

Il “regio fisco” ad opera del Commissario gonza-ghesco svolse ogni volta le pratiche di legge per poi autorizzare il funerale.

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Invalidità civilePrima di affrontare un tema così delicato e complesso è opportuno considerare che la nostra Carta Costituzionale, all’art. 38, pre-vede espressamente tutele e garantisce al cittadino inabile al lavoro esprovvisto dei mezzi necessari per vivere il diritto al mantenimento e all’assistenza so-ciale.In tal modo si intende tutelare la dignità umana nello spirito della solidarietà di tutti i cittadini verso coloro che, per minorazio-ni congenite o acquisite, siano incapaci di svolgere un lavoro proficuo.Il sistema dell’assistenza sociale, che è a carico dello Stato, delle Regioni, delle Pro-vince e dei Comuni, integra quello della previdenza sociale che ha come presuppo-sto una prestazione di lavoro, dipendente o autonomo, ed è gestita da una molteplicità di enti pubblici previdenziali, dei quali il più importanti sono l’INPS per i lavoratori del settore privato e l’INPDAP per quelli del set-tore pubblico.Per quanto si riferisce, in particolare, all’as-sistenza sociale in favore dei minorati civili, gli interventi consistono in provvidenze eco-nomiche, erogate in forma di pensioni, as-segni o indennità, e in provvidenze non eco-nomiche, quali assunzioni agevolate presso enti pubblici o privati, assistenza sanitaria, agevolazioni per l’istruzione scolastica, ad-destramento e qualificazione professionale, eliminazione delle barriere architettoniche.Beneficiari di dette provvidenze sono gli in-validi civili, i ciechi civili e i sordomuti che si

trovino nelle condizioni previste da partico-lari norme di legge.Si considerano, secondo la definizione data dall’articolo 2 della Legge 118/1971, mutilati ed invalidi civili i cittadini affetti da mino-razioni congenite od acquisite, fisiche e/o psichiche e sensoriali, che abbiano subito una riduzione permanente della capacità la-vorativa non inferiore a un terzo o, se minori, che abbiano difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro età.Le provvidenze cui hanno diritto dipendono dal grado di invalidità e dalle condizioni di bisogno economico stabilite per le singole categorie.I ciechi civili e i sordomuti, pur rientrando nella categoria degli invalidi civili, sono di-stinti dagli altri invalidi sia per la particolari-tà delle loro minorazioni, sia per le partico-lari provvidenze per loro previste.Fin qui siamo ancora nel campo dei buoni propositi e delle pie intenzioni, perché il di-scorso cambia addentrandosi nelle pastoie della burocrazia, nel momento in cui si ini-zia l’iter per il riconoscimento dello stato di invalido civile.La domanda, corredata da un certificato medico e da altra documentazione, va inol-trata all’ASL competente per territorio di residenza.Viene fissata la data della visita presso la Commissione per l’accertamento degli sta-ti di invalidità civile e il richiedente all’atto della visita potrà farsi assistere da un sani-tario di fiducia (a sue spese!!).Ma anche qui è opportuno fare una precisa-

Pensioni e dintorni...A cura di Paolo Zani, responsabile Patronato INAS Milano

I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale

Con questo numero inizia la collaborazione con il Paolo Zani, responsabile del Patronato INAS, a lui possiamo rivolgerci per sentire pareri e avere consulenza nel delicato mondo della previdenza e dell’assistenza sociale.

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zione; più che di una visita medica classica si tratta di un accertamento su documen-tazione medico-sanitaria attestante sia le patologie che la loro gravità ed è per questo che è opportuno esibire tutta la documenta-zione sanitaria recente cui si è in possesso.E’ indispensabile, comunque, la presenza di chi ha inoltrato la richiesta di invalidità civile: non è prevista la possibilità di accer-tamento agli atti se non nel caso di decesso intervenuto prima della visita: il cosiddetto “accertamento post-mortem”.Per chi fosse impossibilitato, per gravi mo-tivi fisici (intrasportabilità) a recarsi nella

sede della Commissione, è prevista la mo-dalità di visita domiciliare.A seguito di questa “visita” la Commissione redige un verbale che viene inviato ad una Commissione di verifica presso l’INPS che può esprimere il suo parere entro 60 giorni.Trascorsi i 60 giorni il verbale viene recapi-tato con lettera raccomandata al richieden-te.E qui viene il bello! Infatti i verbali della Commissione sono abbastanza criptici e di non facile lettura.Ma vediamo di esaminare caso per caso con la tabella sottoriportata.

Fino al 33% Nessuno

Dal 34% Ausili e protesi previsti dal nomenclatore nazionale. La concessione di ausili e protesi è correlata alla diagnosi indicata nel verbale di riconoscimento di invalidità civile.

Dal 46% Iscrizione agli elenchi provinciali del lavoro e della massima occupazione per il collocamento obbligatorio; l’iscrizione deve essere richiesta dai lavoratori non occupati (o part-time) allegando verbale di riconoscimento.

Dal 51% Congedo per cure: può essere concesso, ogni anno, un congedo straordinario per cure non superiore a trenta giorni, su richiesta dell’invalido e previa autorizzazione del medico competente ASL.

Dal 60% Iscrizione al fine dell’assunzione obbligatoria per lavoratori collocati per vie ordinarie e successivamente riconosciuti invalidi non per cause di lavoro o di servizio; opportunità per gli invalidi la voratori dipendenti che possono essere considerati tra i collocati obbligatoriamente.

Dal 67% benefici non economici Fornitura gratuita di protesi, presidi, ausili, come previsto dal DM 27/08/99 n^ 322 in connessione alle infermità invalidanti.

TABELLA RIASSUNTIVA GRADI DI INVALIDITA’ CIVILE - BENEFICI aggiornata al 2009

Grado riconosciuto benefici

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Dal 67% Tessera di esenzione dal pagamento del ticket per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, di diagnostica strumentale e di laboratorio. Eventuali agevolazioni per tessere tranviarie. Agevolazioni per graduatorie case popolari. Agevolazioni canone telefonico in base ai redditi posseduti ( ISEE).

Dal 74% Assegno mensile (255,13 E. per l’anno 2009) in presenza di redditi personali inferiori a 4.382,43 E. purché inoccupati, occupati saltuariamente , o presso cooperative sociali.

Dal 75% Solo per i lavoratori dipendenti Riconoscimento di un’anzianità figurativa pari a due mesi per ogni anno di lavoro svolto dopo il riconoscimento di questo grado di invalidità nella misura massima di 60 mesi (il massimo accredita- bile lo si raggiunge lavorando 30 anni nella condizione di invalido).

100% Pensione di inabilità (255,13 E. per l’anno 2009) in presenza di redditi personali inferiori a 14.886,28 E. .

100% con riconoscimento di - impossibilità a deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatoreoppure -impossibilità a compiere autonomamente gli atti quotidiani della vita

a condizione di non essere ricoverato in istituto con pagamento della retta a totale carico dello Stato (o di Ente pubblico).

Evidenziate le prestazioni di carattere economico.Ovviamente il grado superiore riassume in sé tutti i benefici di quelli precedenti.

Paolo Zani(continua)

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Istituto Statale d’Arte A cura della Prof.ssa Fiorenza Travagliati

PREMIATO IN TORRITA DI SIENAPresso il Teatro degli Oscuri in Torrita di Siena, con una cerimonia molto partecipata, sono state premia-te: Giliana Diaz Cano (3^ AM) e Serena Bulgarini (5^ AM), allieve del nostro Istituto, sez. Grafia e segnalata Francesca Meneghetti,(3^C) Decorazione Pittorica...Il concorso, aperto a tutti gli Istituti d’Arte e alle Acca-demie di Belle Arti del territorio nazionale, si é rivolto a giovani incisori. Gli studenti si sono confrontati con un tema importante: La vita e le opere dell’Apostolo

San Paolo.La Confraternita di S. Croce e della SS. Annunziata di Torrita di Siena ha bandito un concorso per il Bi-millenario della nascita di San Paolo ed una speciale commissione composta da alte cariche della Chiesa, dello Stato e della Cultura ha giudicato le opere tra le centinaia pervenute.L’Istituto d’Arte, ha partecipato con lavori eseguiti da 17 studenti e le due allieve premiate delle classi 3^AM e 5^AM, hanno presentato due studi di alto li-

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vello: un’acquaforte ed una linoleografia.Il premio in palio é di 600 euro a ciascuno dei vincitori, unitamente ad una pubblicazione con la vita e le opere di San Paolo, la descrizione delle tecniche incisorie e le opere proposte.Le varie fasi dello studio e della preparazione delle opere sono state curate e seguite dalla Prof.ssa Sira Castagna che da sempre é attenta alla partecipazione a questi concorsi che tanto valore e lustro danno all’insigne Istituto di gui-dizzolese.

La Prof.ssa Castagna ringrazia in particolar modo l’Amministrazione Comunale di Torrita di Siena, l’Assessore alla Cultura Prof. Giuliano Censini e il Priore della Confraternita Avv. Paolo Tiezzi Maestri, per la conoscenza e l’attenzio-ne prestata a tutti gli Istituti d’Arte disseminati nel territorio nazionale, che con la loro attività divulgano le tecniche più antiche della nostra cultura, ed auspica che questo patrimonio non venga disperso.

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Notiziedall’Amministrazione

A CURA DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI GUIDIZZOLO

Art. 1Oggetto del RegolamentoIl presente Regolamento disciplina il funziona-mento dei dispositivi ad onde d’urto per la dife-sa antigrandine, di seguito denominati “canno-ni antigrandine”.L’utilizzo di questo tipo di sistemi antigrandine, legato all’occasionalità dell’evento atmosferico in questione, va annoverato tra le attività tem-poranee da regolamentare deve intendersi re-golamentato in deroga ai limiti di legge specifi-cati dal D.P.C.M. 14/11/1997 ed in riferimento alla Legge Regionale Lombardia n. 13 del 10.8.2001. , la quale, all’art. 8, fissa alcune regole generali alle quali i Comuni devono attenersi nel caso di rilascio delle autorizzazioni per lo svolgimento delle attività temporanee di cui all’art. 6, com-ma 1, lett. h) della legge 447/1995.

Art. 2FinalitàIl Regolamento di propone le seguenti finalità:- Salvaguardare i raccolti, gli impianti produttivi agricoli e le attività economiche le-gate a questa realtà produttiva- Tutelare il patrimonio mobiliare ed im-mobiliare dei cittadini- Rendere compatibile l’impatto acustico prodotto dai cannoni antigrandine nei confronti dei residenti nelle zone ove sono collocati.

Art. 3Installazione dei cannoni antigrandineL’installazione dei cannoni antigrandine deve essere subordinata al titolo abilitativo parere rilasciato dall’Autorità Comunaledal Responsa-bile dello Sportello Unico Attività Produttive, su esplicita richiesta avanzata da parte di privati o consorzi.L’area di posizionamento dei cannoni deve es-sere recintata e dotata di segnalazione.I cannoni devono essere installati a distanza di almeno 200 e maggiori di 200 metri dalle strade comunali di intenso traffico, provinciali e stata-li, escluse quelle private, dalle abitazioni o da altri recettori sensibili, fatta eccezione per le residenze dei titolari o dei consorzi esercenti l’impianto.

Art. 4Funzionamento dei cannoni antigrandineL’utilizzo dei cannoni deve avvenire solo allor-quando le condizioni meteorologiche siano tali da presupporre rischi fondati, rilevati da fonti attendibili documentabili, di precipitazioni at-mosferiche sotto forma di grandine, risultanti da segnalazione di ente, agenzia, ecc. di previ-sione metereologica con cui l’agricoltore, sin-golo o associato, dovrà stipulare apposita con-venzione. L’ente di previsione metereologica dovrà trasmettere la comunicazione di rischio grandine, oltre che all’agricoltore, anche al fax

Regolamentati i cannoni antigrandineDall’anno scorso si sono fatti conoscere da tutti i guidizzolesi. Sono i cannoni ad onde d’urto per la difesa delle produzioni agricole dalla grandine, i cosiddetti “cannoni antigrandine”.Sono quei dispositivi che sono stati installati da alcuni orticoltori, che tanto hanno fatto discutere, sia sulla loro effettiva utilità che sul disagio che possono creare ai residenti.Non sono una novità assoluta, dal momento che in varie zone d’Italia sono usati da anni, come in Piemonte, in Veneto ed in Emilia Romagna, in zone dove la grandine può provocare forti danni, come quelle viticole (Langhe – Monferrato, Prosecco) o frutticole (Emilia).In alcune zone i Comuni stessi hanno partecipato a finanziare l’installazione di questi dispositivi che, funzionando, proteggono l’intera zona dalla grandine.Non vi è una normativa specifica sull’installazione e sull’uso di questi cannoni, né nazionale né regionale, per cui ogni Comune ha cercato di regolamentare al meglio la materia. La stessa Agen-zia Regionale Protezione Ambiente (A.R.P.A), interpellata dal Comune di Guidizzolo, suggeriva di adottare un apposito regolamento, fornendo anche alcune indicazioni.Il Comune di Guidizzolo ha pertanto prodotto ed approvato un regolamento, raccogliendo sia i suggerimenti dell’ARPA che i principi comuni a tutti i regolamenti adottati dagli altri Comuni, cer-cando di conciliare, così, sia le esigenze di salvaguardare le produzioni agricole che le legittime aspettative di tutela della tranquillità dei cittadini.Il regolamento è stato approvato dal Consiglio Comunale dopo essere stato sottoposto all’esame sia di tutti i gruppi consiliari che delle associazioni dei produttori agricoli.Questo il testo del regolamento:

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(o e-mail) del Comune.L’utilizzo dei cannoni antigrandine potrà avve-nire in un periodo compreso tra le date del 1 aprile e 30 ottobre, nei seguenti orari:dalle ore 6 alle ore 22, per i rischi: basso ( < 30% probabilità di grandine), medio (30-60%), alto (> 60%)dalle ore 22 alle ore 6 solo per il richio alto (> 60%)Ciascun cannone non potrà superare le 4 esplosioni al minuto, e potrà funzionare per complessivi 90 minuti max. nella giornata, salvo eventi eccezionali comprovati..Ogni cannone deve essere corredato di un ’ap-positoa scheda contenente registro dove van-no annotate le informazioni sugli orari di inizio e fine sparo, con elenco delle motivazioni che ne hanno determinato l’attivazione. ed allegate le comunicazioni dell’ente di previsione metereo-logica che hanno motivato lo sparo.

Un Responsabile del Comune, appositamente nominato, potrà eseguire controlli sui registri e sui periodi di funzionamento.

Art. 54Documentazione ed elaborati richiestiAlla domanda devono essere allegati i seguenti documenti:- Estratto di mappa catastale aggiorna-to, con indicazione dell’area dove è prevista l’installazione del cannone antigrandine;- Elaborato grafico con indicazione del-le distanze tra la sorgente rumorosa (cannone antigrandine) rispetto ai ricettori (strade, abi-tazioni, luoghi con permanenza continuativa di persone);- Relazione tecnica descrittiva, com-prensiva delle eventuali misure aggiuntive che si intendono adottare al fine del contenimento - Documentazione di collaudo omologa-zione dell’impianto;- Convenzione con ente, agenzia, ecc. di previsione metereologica.Qualora la tipologia dell’installazione lo richie-

da, dovrà essere richiesto anche l’autorizzazio-ne (?) permesso di costruire (?) il titolo abitlita-tivo per eventuali opere edili.Al fine di contenere l’impatto acustico è con-sentito eseguire escavazioni del suolo, nelle di-mensioni strettamente necessarie e sufficienti allo scopo, previoa comunicazione al Comune. rRilascio del titolo abilitativo da parte del Co-mune.

Art. 65Numero dei cannoniIl numero dei cannoni antigrandine deve essere concordato con l’Amministrazione Comunale.L’installazione dei cannoni antigrandine sul ter-ritorio comunale dovrà tener conto delle ana-loghe installazioni effettuate sul territorio di Comuni limitrofi al fine di ottimizzarne l’uso e di evitare sovrapposizioni delle zone di copertura, da rappresentare su apposita cartografia.Tra un cannone e l’altro dovrà interporsi una distanza di almeno 500 metri.

Art. 7SanzioniL’omissione del registro e la mancata tempesti-va compilazione dello stesso sono puniti con la sanzione di cui all’art. 7bis del T.U.E.L. 18 agosto 2000. n. 267.Il funzionamento dei cannoni senza autoriz-zazione o in difformità dalle norme di cui al presente regolamento comporta la sanzione amministrativa di cui all’art. 7bis del T.U.E.L. 18 agosto 2000. n. 267.L’autorizzazione decade per spostamento dei cannoni senza la nuova preventiva autorizza-zione, per violazione di distanze o violazioni rei-terate delle norme regolamentari.

Art. 86Norma transitoriaI cannoni in uso alla data di entrata in vigore del presente Regolamento dovranno conformarsi alle prescrizioni ivi contenute entro dodici mesi dalla data medesima.

Centro della sicurezza stradaleCi sono cose che per l’amministratore pub-blico paiono semplici atti dovuti. Poi si sco-pre, c’è chi scopre, che così non è, e si trat-ta invece di sensibilità reali verso problemi altrettanto reali. E’ un po’ questa la motiva-zione del premio accordato a Guidizzolo, la ‘Targa blu per la sicurezza stradale’ conse-gnato alcuni giorni or sono. E le sensibilità, in parte ereditate dalle precedenti amministra-zioni, come ha ricordato il sindaco Graziano Pelizzaro, riguardano l’educazione stradale nelle scuole, il contasecondi al semaforo (segno che non si privilegia il ‘fare cassa’), la promozione del –disco bus- per i trasporti il sabato sera, il protocollo con l’Università di Siena sulla sicurezza stradale, le –feste

analcoliche- al parco, per citare alcuni ap-puntamenti. A questo proposito significativa in teatro la presenza dei ragazzi dell’Istituto d’Arte ai quali è stato presentato il filmato di Pubblicità Progresso sulla scelta del ‘Gui-datore designato’. Dal canto suo il prof. Aldo Ferrara dell’Università di Siena, autore di di-versi studi sulla materia, ha molto insistito nel suo intervento proprio sul valore della sicurezza. Un dato tra i tanti, forse non molto presente: in Italia sono circa 9.800 i pedoni che ogni anno perdono la vita sulle strade. Ferrara ha così introdotto il dr. Potito Iasco-ne, componente Anci e membro della Com-missione Interministeriale sul Codice della Strada. Iascone ha ribadito con forza come si debba lavorare per migliorare la quali-

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tà della vita. E questa, per quanto in argo-mento, passa attraverso il rispetto di norme scritte o non scritte che tendano ad avere sempre presente l’assoluta importanza della vita, propria e degli altri. Paolo Pettinari, se-gretario del Centro Studi Indipendente sulla Sicurezza Stradale, ha presentato il proget-to ‘Noi sicuri’ il quale si lega al premio ‘Q Air 2009’ lanciato proprio da Guidizzolo dal Gruppo Europeo per la qualità dell’aria all’in-terno del veicolo (Lego-Vai-Q), e del quale Guidizzolo sarà sede. Da sottolineare l’inter-vento della rappresentate dell’associazio-ne italiana Vittime della strada, così come la presenza in sala di molti esponenti delle forze dell’ordine: il capitano dei Carabinieri Giovanni Pillitteri ed il luogotenente Mario Fierro; numerosi i vigili urbani; e poi la vedo-va dell’indimenticato Lorenzo Bandini sig.ra Margherita Riccardelli; il messaggio di salu-to inviato al convegno da Erminia Manfredi, vedova del grande Nino. In sala anche l’Ing. Filippo Moscardini, il sindaco di Cavriana Bruno Righetti con il quale in chiusura si è commemorato l’incidente delle Mille Miglia, il presidente mantovano dell’Aci Ghidini, as-sessori e consiglieri comunali.

La nuova sala consiliareEra nato tra le due guerre come asilo, poi dopo tante e diverse destinazioni, era stato palestrina della scuola media, infine anoni-mo locale di deposito di servizio. Parliamo del locale che si trova nel cortile del Comune, dove è stata realizzata la nuova sala consiliare polivalente.Versava in pessime condizioni quando l’an-no scorso è stato sottoposto a restauro, approfittando di un parziale finanziamento regionale.Molti guidizzolesi hanno già avuto modo di vedere cosa ne è risultato, dal momento che già diverse sono le iniziative che vi si sono svolte, esprimendo un generale apprezza-mento per l’intervento di recupero attuato.Il salone, infatti, si presta ad iniziative di va-rio tipo, istituzionali, culturali o divulgative, anche promosse da soggetti diversi.Nel salone sono ospitate due opere del compianto prof. Alessandro Dal Prato, do-nate dalla famiglia: una, la “Omaggio a Gui-dizzolo”, già esposta in precedenza nella sala consiliare, l’altra che rappresenta una novità assoluta, ovvero una terracotta raf-figurante il Crocifisso. Quest’ultima opera verrà ufficialmente presentata al pubblico il 18 luglio, in occasione della celebrazione del 100° anniversario della nascita del Pro-fessore.Lo spazio si presta ed è attrezzato inoltre per mostre di pittura, fotografia, ecc.Di recente, poi, vi è stata trasferita anche la Sala Consiliare. La scelta è stata dettata da varie ragioni. E’ vero che una sala consilia-re c’era già all’interno del Comune; non ha senso allora tenere in esercizio e sulle spe-se due sale, e poi vi è anche la necessità di sistemare diversamente alcuni servizi. Basti pensare a com’è messo oggi l’ufficio scuola e segretariato sociale, o anche all’opportu-nità di portare l’assistente sociale al piano terra. Nella vecchia sala consiliare verran-no ricavati uffici, mentre quella nuova è sta-ta completata con gli arredi già esistenti, opportunamente adeguati.Nell’ultima seduta di Consiglio Comunale le minoranze hanno lamentato di non essere

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state coinvolte ed informate su questa de-cisione ed hanno abbandonato l’aula, sot-traendosi così alla discussione di questioni importanti.Senza volerci richiamare alle norme ed alle competenze che queste assegnano all’or-gano di indirizzo, il Consiglio Comunale, ed all’organo cui spettano le azioni amministra-tive, la Giunta, è il caso di ricordare come i gruppi consiliari fossero stati informati da tempo del trasferimento della Sala Consilia-re nella nuova sede, in occasione della con-ferenza dei capigruppo.Quest’ultima, la conferenza dei capigruppo, non esisteva prima. E’ stata introdotta da questa Amministrazione, proprio per creare un’occasione di confronto costruttivo con tutti i consiglieri comunali, maggioranza e minoranza, dove ognuno potesse portare idee e proposte. In questi tre anni i gruppi consiliari di minoranza non hanno portato, nella sede istituzionale più propria, nessuna proposta.La minoranza ha poi lamentato di non esse-re tenuta in considerazione, mentre è stata coinvolta ed invitata, senza peraltro portare alcun contributo significativo o addirittura disertandole, su talune questioni di interes-se generale, quali il tracciato per la variante alla SP 15, oppure il tavolo istituzionale sulla crisi e sui suoi risvolti locali. Riteniamo inutile, comunque, insistere su polemiche strumentali, ritenendo preferibile dedicare l’attenzione e le energie all’attività amministrativa.

Celebrazioni per il 25 aprileDopo 64 anni sono maturi i tempi affinchè l’an-niversario della liberazione del 25 aprile diven-ti per tutti la festa della libertà. Così il sindaco Graziano Pelizzaro nel suo intervento davanti al monumento ai caduti di piazza Mutti. Un discor-so breve il suo con l’accenno alle parole chiave di questa festa: liberazione, comprensione del-la storia, omaggio a chi ha sofferto ed è cadu-to. Ed una domanda: siamo stati noi all’altezza dei valori usciti da quella stagione? La risposta Pelizzaro l’ha lasciata ai ragazzini delle classi 4^ e 5^ elementare dell’Istituto Comprensivo di Guidizzolo i quali con i loro insegnanti hanno la-

vorato nella scuola ripercorrendo ed approfon-dendo quelle ‘parole chiave’ che devono esse-re alla base di una vera convivenza civile. ‘Sono loro, ha affermato il sindaco, la speranza per il nostro futuro e sono loro che vogliamo ascolta-re’. Una quindicina si sono così alternati al mi-crofono leggendo alcune frasi estrapolate dalle riflessioni sull’argomento. Ed i concetti da tutti maggiormente ripetuti sono stati l’omaggio alla pace ed il rifiuto di ogni guerra e violenza viste, queste ultime, come segno di netta separazio-ne da tutto ciò che al contrario da serenità ed infonde sicurezza. Da qui i ripetuti richiami, an-che con acrostici, all’amore, alla libertà, all’ami-cizia, alla famiglia, al rispetto.. perché la pace è ‘un cielo azzurro, un mare chiaro, un arcobale-no, un prato fiorito’ un vivere insieme. Alla fine il lavoro dei ragazzi, che sarà integralmente di-sponibile alla biblioteca comunale, è stato sim-bolicamente offerto ai caduti e posato accanto alla corona di fiori poco prima accompagnata al monumento dal sindaco, dal comandante della stazione carabinieri Mario Fierro, della polizia locale Ramona Tarchini, da assessori e consiglieri, dal presidente del consiglio dei ra-gazzi Nicola Gialdini, dai rappresentanti degli Alpini, della protezione civile, dei carabinieri in congedo, di molte associazioni, alla presenza di tanta gente. La banda, diretta da Nicola Ferra-resi, dopo aver aperto il corteo intonando l’In-no nazionale e la canzone del Piave, ha chiuso con l’Inno alla gioia mentre la Pro-Loco offriva a tutti l’aperitivo. Prima del capoluogo il corteo aveva accompagnato la posa di corone e mazzi di fiori ai monumenti di Rebecco e Birbesi ed ai cippi che ricordano i caduti.

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Grazie ragazzi

AllieviAbderrammane Bourammane, Alberto Palmi, Ales-sandro Bassi, Alessandro Vinciguerra, Andrea Stabile, Andrea Vivaldini, Claudio Muratori, Cristhofer Franzini, Daniele Pesci, Dario Milani, Davide Dal Tiglio, Davi-de Melchiorri, Davide Nicolai, Davide Pelizzoni, Davi-de Raso, Davis Fezzardi, Edoardo Guerini, Francesco Botturi, Giuseppe Gandini, Lorenzo Guaragna, Lorenzo Stringa, Luigi Ponticelli, Marco Ori Gerola, Matteo Bre-sciani, Matteo Lanfredi, Mattia Fezzardi, Pietro Zovetti, Simone Paghera

1ª categoriaAntonio Cimmino, Cristian Bombana, Cristian Nodari, Daniele Chizzolini, Davide Gogna, Davide Guerrini, Enea Busti, Enrico Lorenzi, Enrico Parmeggiani, Fabio Duina, Fabio Previdi, Francesco Bertagna, Gabriele Simoncel-li, Gianluca Pescatori, Lorenzo Arioli, Manuel Perini, Marco Baccolo, Massimo Leone, Matteo Bolzacchini, Michele Giuradei, Nicola Cauzzi, Paolo Ottolini, Paolo Ruggiero, Riccardo Ferroni

I dirigenti della società “A.S. Virtus” e tutti gli sportivi guidizzolesi vogliono ringraziare gli atleti delle tre squadre locali per l’impegno e la dedizione messa nel campionato appena concluso. Un grazie anche a tutto lo staff tecnico e agli sponsor, in particolare: Bombana Livio e Tomasi Auto

Categoria JunioresAdu Desmond Gyanfi, Alessandro Vinciguerra, Andrea Serpellini, Andrea Toso, Andrea Vinciguerra, Bakrim Ait Akim Abdel, Claudio Raghi, Dennis Pelizzoni, Elias Turini, Federico Guidetti, Giovanni Mutti, Iliriam Kurti, Marco Bombana, Marco Cargnioni, Marco Mori, Marco Tazzoli, Marco Zarra, Matteo De Gobbis, Nicola Ghirar-di, Nicola Visani, Paolo Marchi, Paolo Rizzardi, Rocco Bonoldi.

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Le medaglie sono sorelle delle monete, è sta-to detto non senza ragione; sostanzialmente ne differiscono soltanto perché sottratte alla circolazione come merce di scambio. E però di solito godono di almeno un altro privilegio: essendo create non per necessità pratiche ma a scopi commemorativi o cele-brativi, destinate dunque ad esaltare uomi-ni o eventi, da parte del loro creatore sono oggetto di cure particolari, che più spesso delle monete ne fanno vere e proprie opere d’arte: basti pensare a certe splendide rea-lizzazioni già del mondo pre-romano, o della Roma imperiale, o del rinascimento. Ma non c’è epoca che le abbia trascurate: e anche il tempo presente continua a creare opere di questo genere, in cui le ridotte dimensioni paiono stimolare gli artisti a intensificare le proprie abilità.Tra i contemporanei creatori di medaglie, di certo Vito Cimarosti è tra quanti le sanno elevare ai livelli dell’arte. Il Museo France-sco Gonzaga è lieto di offrire ai suoi visita-tori la possibilità di costatarlo, di verificare come questo scultore formatosi all’Accade-mia di Brera, sensibile in altri ambiti e con diversi materiali agli orientamenti più avan-zati dell’arte contemporanea, nelle medaglie si attenga invece a canoni espressivi che si collocano in diretta continuità con quelli classici di realismo, misura e armonia.Acquista pertanto rilevanza questa esposi-zione di sue medaglie in una città che in pro-posito può vantare una tradizione illustre,

codificata sin dal 1310 quando l’allora signo-re di Mantova Rinaldo Bonacolsi approvò gli statuti dell’Arte degli orefici, rimasti poi in vigore per quattro secoli, tanti quanto si protrasse la signoria dei Gonzaga, per i qua-li crearono medaglie artisti della rinomanza di Pisanello, Bartolomeo Melioli e Giancri-stoforo Romano. Né mi pare secondario che Cimarosti esponga in un museo dove le sue creazioni consentono un confronto con nu-merosi capolavori di “piccola scultura” che vanno dai sigilli di Mantegna e Cellini agli ori dei Gonzaga, dalle suppellettili sacre alla ricca collezione di intagli in avorio: se il ge-nere delle opere e i materiali sono diversi da quelli dell’artista di oggi, l’accostamento non pare improponibile, in nome della comu-ne raffinatezza ed eleganza. A riprova che l’arte, quella vera, non ha età.

Roberto Brunelli

Lo scorso mese di aprile il “Museo Diocesano Francesco Gonzaga” di Mantova ha ospitato una mostra di sculture e medaglie di Vito Cimarosti, artista di origini guidiz-zolesi, che ora insegna Discipline plastiche presso l’Istituto d’Arte di Cantù. Lo scultore, sensibile in altri ambiti e con diversi materiali agli orientamenti più avanzati dell’arte contemporanea, nella medaglia si attiene a canoni espressivi di realismo, misura e armonia. L’esposizione di medaglie, insieme ad altre opere, è l’occasione per ribadire che l’arte non ha confini precisi né di materiali, né di stili, né di finalità”. Dal catalogo della mostra proponiamo la presentazione del direttore del Museo Mons. Roberto Brunelli.

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Un concerto di coloriCome ci avevano promesso l’estate scorsa, dopo aver sudato sette camicie per rivestire la sede con un luminoso arancione, i nostri mastri pittori si sono ritrovati per ridipingere tutte le stanze interne.Ora entrando si viene accolti da un corridoio di un verdino brillante che fa da anticamera alla sala prove illuminata da un giallo splendente che riscalda l’ambiente e si lega con i mobili in legno, per poi passare alle aule studio ed all’archivio dove i nostri pittori hanno messo tutta la loro abilità accostando colori che vanno dal giallo, al pesca riprenden-do il verde del corridoio e finendo su un violetto tenue, ovviamente utilizzando più colori nella stessa stanza.In soli tre giorni Andrea, Antonella, Daniela, Luca, Margherita e Mirko sono riusciti a rea-lizzare tutto questo, rendendo la nostra sede un vero e proprio concerto di colori!Un ringraziamento molto speciale va alla M° Madonnara Mariangela Cappa che ci ha pre-stato la sua arte per compiere la splendida ope-ra raffigurante il nostro stemma direttamente sulla parete ovest dell’edificio.

Festa per i 170 anni - primo attoInsieme per la musica dal 1839’. E’ stata sco-perta e benedetta alcuni giorni fa la targa commemorativa del 170° anniversario di fon-dazione della Banda musicale di Guidizzolo. Ora campeggia davanti alla sede di Piazza Alessandro Dal Prato e ricorda come l’allora ‘Filarmonica di Guidizzolo’ sia nata nel 1839 e da allora abbia accompagnato la vita civile, sociale e religiosa della comunità: insieme per la musica. Questa cerimonia, primo atto delle celebrazioni del 170° di fondazione che proseguiranno con altri appuntamenti musi-

cali nei prossimi mesi, è iniziata con la par-tecipazione del complesso alla celebrazione eucaristica della domenica pomeriggio; qui il parroco don Libero Zilia ne ha ricordato l’impegno e l’importanza nel tessuto sociale guidizzolese. Poi alla sede dove la banda è arrivata suonando (né poteva essere diver-samente, diretta dal m.o Nicola Ferraresi ed accolta da molta gente. Tra i presenti il segretario consigliere regionale Carlo Mac-cari, Pietro Gialdini, assessori e consiglieri, i numerosi sponsor. ‘In questi anni, ha ricor-dato il presidente Roberto Lucchini, di storia ne è stata scritta; tantissime cose sono cam-biate; il mondo è cambiato; anche la musica stessa è cambiata. Eppure la nostra banda, e dico nostra perché è di tutti, è ancora qui, numerosa, solida ed affiatata. Lo spirito dei musicisti non è cambiato nel tempo; viviamo la musica, la portiamo dentro e quando suo-niamo è lei a trasportarci’. Nel suo saluto il sindaco Graziano Pelizzaro ha portato il rin-graziamento di tutta la comunità sempre at-tenta e stretta intorno alla banda, forte di un grandissimo vivaio di giovani sorto intorno al lavoro dei dirigenti e maestri che nel tempo si sono alternati; sorto intorno alla bellissima sede che l’amministrazione comunale ha volu-

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to e contribuito a realizzare. Dopo l’Inno Na-zionale, sempre coinvolgente e cantato da molti presenti, lo scoprimento della grande targa la quale, ha affermato Roberto Lucchi-ni nel ringraziare i presenti e quanti si impe-gnano, ‘…è dedicata al passato, al presente ed al futuro; è dedicata alla musica’.

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Come riconoscere i funghi commestibilie i loro sosia velenosi a confronto

GRUPPO MICOLOGICO NATURALISTICO

Notiziario del Gruppo Micologico Naturalistico “Colli Morenici” - a cura di Giorgio Arienti

“COLLI MORENICI”

Seconda parte

L’unico aspetto tranquillizzante è dato dal fatto che, fortunatamente, non tutte le specie consu-mate per errore sono velenose… E alla doman-da come mai si continui a perseverare in errori di questo tipo, la risposta viene spontanea: vi è infatti, tra la gente, ancora molta superficialità e altrettanta presunzione, che sono quasi sem-pre il risultato, come abbiamo detto, di una ina-deguata preparazione scientifica. Per esempio, c’è ancora chi è convinto che per distinguere un fungo “buono” da uno “cattivo” sia suffi-ciente la cosiddetta “prova dell’aglio”, quella “del gatto” o quella del “cucchiaino d’argen-to”; sappiamo quante vite umane abbiano mie-

tuto simili prove! C’è inoltre chi è persuaso che il carattere che indica la tossicità o meno di un fungo sia la crescita di quel fungo sul legno piuttosto che sul terreno o viceversa. Niente di più falso; i conosciuti “Fungo dell’ulivo” e il “Piopparello” sono due funghi lignicoli: il primo è velenoso, l’altro è commestibile. Infine, c’è chi asserisce che i funghi dai colori sgargianti (giallo, rosso, arancio) siano tutti velenosi. Non è affatto vero: il noto “Gallinaccio” o finferlo, dal colore giallo intenso, ad esempio, è uno dei funghi più apprezzati.

AMANITA OVOIDEA commestibile Volva: molto ampia e spessa, quasi sempre at-tenuata in basso, bianca o leggermente colo-rata.Anello: fioccoso, di consistenza grassa, burro-sa.Odore: abbastanza pronunciato, sgradevole e caratteristico come di osso di seppia, soprat-tutto alla base del gambo.

AMANITA VERNA mortale (sindrome falloidea)Volva: generalmente ingrossata in basso per-ché avvolgente il bulbo alla base del gambo, sempre di colore bianco.Anello: presente, ma spesso fugace.Odore: dapprima subnullo, via via sempre più accentuato e sgradevole come di rose appas-site, infine nauseabondo.

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ARMILLARIA MELLEAcommestibile dopo adeguata cotturaCappello: con superficie cosparsa di minute granulazioni detersili.Gambo: molto tenace, soprattutto alla base, con anello ben visibile negli esemplari maturi.Odore: evidente e non gradevole, rancidoso, solo in esemplari adulti o senescenti.Crescita: lignicolo, cespitoso.

TRICHOLOMA VACCINUM sospettoCappello: con superficie scagliosa-pubescen-te, soprattutto all’orlo (ornamentazioni persi-stenti).Gambo: senza anello (osservare gli esemplari maturi).Odore: come di muffa o di terra, in sezione o per strofinio, debole, anche con nota farinacea.Crescita: terricolo, gregario.

GENERE AGARICUSspecie bianche commestibiliGambo: inizialmente bianco, via via più o meno giallo o di altro colore con l’età o per strofinio.Carne: appena sezionata bianca, cangiante in tempi più o meno brevi al giallo, al rosa o al rosa-rosso, di rado immutabile o con altre sfu-mature.Odore: anisato o mandorlato, meglio avvertibile sezionando o strofinando il carpoforo.

AGARICUS XANTHODERMUS velenoso (sindrome gastroenterica)Gambo: inizialmente bianco ma già di colore giallo cromo alla base, ingiallente per strofinio.Carne: appena sezionata bianca, ma già di colore giallo cromo alla base del gambo, in corrispondenza dell’area esterna, immutabile altrove.Odore: come di inchiostro o di acido fenico (meglio strofinare o sezionare il carpoforo), avvertibile anche ad una eventuale cottura del fungo.

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In un mondo dove la cultura del fare è sempre più radicata,dove tutti corrono e non hanno tempo di ascoltarsi, un gruppo di psicologhe e psicoterapeute ha sentito il bisogno di dar vita ad una nuova associazione il cui obietti-vo è contro corrente, ma certamente in linea con le richieste sempre più vive provenienti dalla voce dei loro pazienti: stare in un tempo di ascolto.L’incontro di 5 professioniste con formazioni di-verse, ma con la comune consapevolezza che lavorare sulle emozioni significa considerare la Persona come un’unità di psiche e corpo, hanno portato ad un processo di integrazione di modi di leggere psiche e corpo in tutte le sue sfaccettature; tale lavoro si è concretizzato nella fondazione dell’Associazione Xenia.Alla base delle nostre proposte c’è l’idea che conoscersi sia un dono, un regalo prezioso che ognuno può fare a se stesso; infatti Xenia nell’antica Grecia erano i doni che venivano of-ferti agli ospiti prima che lasciassero la casa.L’approccio utilizzato nei progetti promossi da Xenia è un’integrazione di modelli psicolo-gici teorici diversi, la complessità che deriva dal loro utilizzo offre nella nostra prospettiva una ricchezza di risorse cui attingere per ri-spondere ai diversi bisogni della persona. Lo strumento di lavoro sono i GEP, Gruppi Emotivi Psicocorporei dove è possibile apprendere la tecnica dell’“ascolto profondo”. E’ innegabile il beneficio che ciascuno di noi può trarre nel vivere l’opportunità sia di essere ascoltato con interesse,sia di ascoltare l’altro. Quando si è ascoltati si è protagonisti, si contatta il proprio mondo interiore, fatto sia di pensieri che di sen-sazioni corporee. Quando invece si offre ascol-to si entra nella realtà dell’altro.Un ascolto non interrompe, non giudica, è un’apertura menta-le ed affettiva alla realtà di un’altra persona. In un GEP, attraverso la relazione di ascolto profondo,si lavora sulle emozioni e sulle sensa-zioni corporee integrando pensieri, emozioni e comportamenti; si pone attenzione non solo al “come mi sento” ma anche al “dove lo sento”, una creativa integrazione tra le “parole del cor-po” e la “corporeità delle parole”.INTERVISTA ALLE PSICOLOGHE Di cosa si occupa Xenia?L’associazione promuove la salute e il benes-sere psicologico della persona proponendo percorsi formativi (GEP,BabyGEP e JuniorGEP); gruppi orientati a tematiche specifiche (attacchi di panico,gestione dello stress, disturbi alimen-tari, dipendenze, identità di genere, carenza di autostima,difficoltà relazionali, problematiche genitoriali…).

Cosa sono i GEP, BabyGEP, JuniorGEP?I GEP sono uno spazio fisico ed emotivo nel quale si ha la possibilità di confrontarsi ed avvicinarsi

alla più profonda conoscenza di sé. L’obiettivo è prevenire il disagio attraverso l’educazione e la ri-educazione del vissuto emotivo.Essi sono rivolti agli adulti,ai bambini ‘BabyGEP’ ed agli adolescenti ‘JuniorGEP’.Perché avete scelto il gruppo come modalità di lavoro?Lo “stare insieme” apre la via all’opportunità di sintonizzarsi sia con gli altri che con se stessi. Il gruppo offre la possibilità di un confronto e di un rispecchiamento che migliorano la compren-sione e l’espressione spontanea di sé. Sentirsi in sintonia con se stessi favorisce autostima e sicurezza di sé. Dunque il gruppo aiuta a stare meglio con se stessi e con gli altri?Sì,attraverso l’esplorazione dell’emozione pos-siamo sciogliere rigidità e tensioni e attraverso un lavoro pratico il gruppo può apprendere che vi è una capacità innata delle persone di “muo-versi insieme”, procurando piacere e riducen-do la vergogna.Come e dove si svolgono?Il numero di partecipanti è di 14-16 perso-ne affiancate da 2-3 conduttori, ogni incontro dura circa 2 ore. La sede di Xenia presso cui si tengono i GEP è a Castelgoffredo (MN), com-plesso “Le Meridiane”, in via Aimaro,29. Info: 3318140493. Le proposte verranno periodica-mente aggiornate sul sito www.xeniapsiche-corpo.comL’èquipe di Xenia:Federica Andreis, Emanuela Bellini, Michela Bignotti, Fernanda Mora, Roberta Pelizzola

A Castel Goffredo nasce XeniaFormazione e conoscenza attraverso esperienze emotive psicocorporee di gruppo.

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