GUIDA Regioni - Il Sole 24 Ore · polo per le startup innovative italiane, rappresentando da sola...

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LE AZIENDE INFORMANO Anno 2019 N. 11 Lunedì 23 Settembre Regioni GUIDA

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L E A Z I E N D E I N F O R M A N O

Anno 2019

N. 11Lunedì 23 Settembre

Regioni G

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■ MISE / Il ministero ha pubblicato il nuovo report trimestrale di monitoraggio delle startup innovative costituite on line

Una tendenza sempre più in crescitaLa nuova modalità registra una maggiore diff usione in tre regioni: Lombardia, Veneto e Lazio

Ametà 2019 sono 2.407 le startup innovative avviate

grazie a una modalità di costi-tuzione digitale e gratuita, una crescita di 263 unità rispetto al dato registrato alla passata rile-vazione (fi ne marzo 2019).È quanto emerge dalla 12ª edizione del rapporto trime-strale di monitoraggio pub-blicato dal Mise, in collabo-razione con Unioncamere e InfoCamere (dati aggiornati al 20 giugno 2019). Grazie a questa misura, operativa a partire dal luglio del 2016, gli imprenditori innovativi italiani possono costituire la propria startup secondo una modalità interamente digitalizzata, con il supporto tecnico della propria Camera di Commercio o in totale au-tonomia. L’esenzione dall’atto notarile consente un rispar-mio medio sui costi d’avvio stimato in circa 2.000 euro.La nuova modalità è diff usa sull’intero territorio nazio-nale, con una forte presenza in tre regioni - Lombardia (27,2%), Veneto (11,6%) e

Lazio (10,2%) - che ospitano insieme quasi il 50% delle startup costituite online. Mi-lano si conferma il principale polo per le startup innovative italiane, rappresentando da sola il 16,6% di tutte le azien-de create digitalmente.

Oltre a descrivere la distribu-zione territoriale del fenome-no, il rapporto si concentra su due aspetti di particolare interesse: il tasso d’adozione della modalità online sul to-tale delle imprese di nuova costituzione, e la durata me-

dia delle pratiche.Tasso d’adozione: la modalità online è stata scelta da poco meno di 4 startup su 10 co-stituite in Italia nell’ultimo anno, in lieve crescita in que-sto trimestre (37%, rispetto al 35,4% degli ultimi 12 mesi).Tuttavia, la variabilità terri-toriale è molto elevata, con notevoli scostamenti rispetto al dato nazionale. Paradig-matico il caso della Sardegna, in cui quasi l’80% delle star-tup innovative ha optato per la modalità online: tutte e 10 le startup avviate a Sassari nell’ultimo anno sono state costituite digitalmente, men-tre Oristano rimane l’unica provincia in cui la procedura non è stata mai utilizzata.Durata delle pratiche: altro indicatore per cui si riscon-trano variazioni signifi cative a livello territoriale è il tempo medio d’attesa tra la costitu-zione e l’iscrizione dell’azien-da nella sezione speciale del registro delle imprese dedi-cata alle startup innovative, fase che richiede una verifi ca

dei requisiti da parte della Camera di Commercio com-petente: si va dai zero giorni di Parma e Taranto agli oltre 100 di Napoli e Catania.Nel rapporto emerge una chiara correlazione tra tasso di adozione della nuova mo-dalità e durata delle pratiche: tendenzialmente, a livello di

singola Camera di Commer-cio, maggiore è l’incidenza delle costituzioni online, minore la durata delle prati-che. In molte delle aree a più elevata incidenza - Bergamo, Potenza e Verona, nonché la citata Sassari - le procedure di costituzione durano in media solo uno o due giorni.

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Lunedì 23 Settembre 2019

Realizzazione editoriale

B-Side Communication SrlVia Golfo dei Poeti 1/A43126 ParmaTel.: 0521 17700

CoordinamentoMattia Piastra

Contatto commerciale per la comunicazione su questa iniziativaB-SIDE COMMUNICATIONTel.: 0521 17700 - [email protected]

Stampatorill Sole 24 Ore S.p.A. - Via Busto Arsizio, 3620151 Milano

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Anno 2019 - N. 11 - Lunedì 23 Settembre

Supplemento commercialeal numero odierno del Sole 24 ORE

■ MIPAAFT / Il ministero delle Politiche Agricole alimentari, Forestali e del Turismo mette in campo nuove iniziative

Per il 2020 la strada è tracciataFirmati decreti partecipazione a Expo Dubai e incentivi a giovani agricoltori. Verso l'anno della cultura Italia-Cina

Gian Marco Centinaio, ex ministro delle Politiche

agricole alimentari, forestali e del turismo, ha fi rmato a fi ne agosto alcuni importan-ti decreti che prevedono lo stanziamento di un milione di euro per la partecipazio-ne del Mipaaft all'Expo 2020 Dubai, evento importante per la visibilità del made in Italy all'estero, I provvedimenti contengo-no anche le disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità alimentare e l'aumento della percentuale riguardante il premio ai gio-vani agricoltori, adeguando l'ammissibilità ai pagamenti diretti delle superfi ci a bosco cedo a rotazione rapida per assicurare un maggior con-

trasto alla diff usione di spe-cie esotiche invasive."Confermiamo l'attenzione del Ministero per facilitare il ricambio generazionale in agricoltura e per contrastare la diff usione di specie esoti-che invasive alla tutela delle specie autoctone e dell'equi-librio ambientale - ha sottoli-neato Centinaio -. Il decreto aumenta al 2% la percentuale del massimale nazionale dei pagamenti diretti da desti-nare al fi nanziamento del premio per i giovani agricol-tori, assicurando così lo snel-limento delle relative proce-dure burocratiche da parte di Agea e degli organismi paga-tori regionali". "Con lo stanziamento ad Expo 2020 Dubai - ha ag-

giunto - ci apriamo all'agri-coltura del futuro promuo-vendo il modello italiano in campo agroalimentare. Si tratta di un appuntamento fondamentale per valorizzare il comparto, che sempre più dovrà andare nella direzione dello sviluppo tecnologico e della sostenibilità. Stiamo lavorando fi no alla fi ne per il bene del Paese e per la va-lorizzazione del nostro made in Italy".Già in occasione di Expo 2015 Milano, l'allora ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, aveva siglato un protocollo di intesa per la partecipazione dell'Agroalimentare italiano all'esposizione universale, con l'obiettivo di valorizzare le eccellenze scientifi che, cul-turali, artistiche, architettoni-che e paesaggistiche e quelle, più originali ed esclusive, del-le fi liere economico-produtti-ve del settore. Adesso quindi è arrivato il tempo di ricomin-ciare, perché tra poco più di un anno - dal 20 ottobre 2020

e fi no al 10 aprile 2021 - si aprirà l'expo di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.Sempre per ciò che concerne il prossimo anno, a fi ne lu-glio Centinaio ha ricevuto ia Roma il nuovo ambasciatore cinese in Italia LI Junhua per parlare delle future relazioni tra Italia e Cina in materia di turismo e agro-alimentare."Stiamo lavorando al 2020 Anno della Cultura e del Tu-rismo Italia-Cina - ha detto Centinaio -. Per questo mo-tivo, insieme con l'Enit e il Dipartimento del Turismo,

lavoriamo con le Regioni italiane intorno a tre priorità strategiche: migliorare i col-legamenti aerei, in modo che un numero maggiore di visi-tatori arrivino direttamente, senza passare da altre capitali europee; rendere sempre più conosciuta, sicura e 'Chine-se friendly' l'off erta turistica italiana, oltre gli itinerari classici (Roma, Firenze, Ve-nezia); sfruttare al massimo le potenzialità delle piatta-forme on-line, in termini di promozione come pure di pagamento digitale".

Inoltre, "il Dipartimento del Turismo ha predisposto un progetto di turismo condi-viso 'Semplicemente Italia', passione nel cibo, nell'acco-glienza e nella cultura dei territori, con l'obiettivo di realizzare percorsi formati-vi professionali per le nuove classi di operatori della risto-razione" ha spiegato.Per quanto riguarda l'a-gro-alimentare, Centinaio ha espresso la volontà di raf-forzare la collaborazione in tutti i campi: in settori come la viticoltura, l'olio di oliva, la produzione casearia, la lavorazione delle carni, non-ché la ricerca, l'innovazione e la sostenibilità agricola. "È importante sviluppare l'interscambio, off rire nuo-ve opportunità alle imprese e favorire l'espansione dei rapporti commerciali. Com-binare agricoltura e turismo apre nuove possibilità per lavorare insieme, come ho potuto verifi care nelle visite che ho compiuto quest'anno in Cina".

Ampliata la misura "Resto al Sud"L'ex ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio ha fi rmato a inizio agosto il decreto che modifi ca il regolamento della misura “Resto al Sud”, che ha l’obiettivo di incentivare maggiormente le at-tività imprenditoriali nelle regioni di Abruzzo, Basili-cata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, rivolgendosi sia ai giovani imprenditori sia ai liberi professionisti di età compresa tra i 18 e 45 anni.In questo modo la misura, che è stata promossa e sostenuta dall'ex ministro per il Sud Barbara Lezzi, coinvolgerà una platea più ampia di persone che potranno accedere agli in-centivi da 1,25 miliardi di euro, garantendo una possibilità concreta di sviluppo nelle regioni del Mezzogiorno.

Incentivi per la transizione energeticaÈ stato pubblicato in Gazzetta Uffi ciale il decreto FER1 che sostiene la produzione di energia da fonti rinnovabili per il raggiungimento dei target europei al 2030 defi niti nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (Pniec).Il provvedimento, che è stato fi rmato dai ministri Luigi Di Maio e Sergio Costa, prevede incentivi per la diff usione di impianti fotovoltaici, eolici, idroelettrici e a gas di depura-zione.L'obiettivo è quello di promuovere, sia in termini ambien-tali che economici, l’effi cacia, l’effi cienza e la sostenibilità del settore, favorendo la creazione di migliaia di nuovi po-sti di lavoro attraverso l'attuazione della transizione ener-getica, in un’ottica di decarbonizzazione.Il regolamento operativo verrà pubblicato sul sito del GSE (Gestore del Servizio Elettrico) entro 15 giorni dall'entrata in vigore del provvedimento, mentre il primo bando sarà aperto il prossimo 30 settembre 2019.

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Lunedì 23 Settembre 2019

■ UIL SCUOLA / Scuola: funzione essenziale dello Stato e non servizio a domanda

L’istruzione è un bene non negoziabileÈ la Costituzione, non un contratto tra privati

La scuola non è un opifi cio, un uffi cio del quale si può

valutare la produttività misu-rando il numero di pratiche evase o il numero di oggetti rea-lizzati, arrivando persino a defi -nirne la qualità in base al gradi-mento degli utenti o dei clienti.Il mercato e le regole sono il frutto dell’idea liberale che, nel-la storia, ha portato progresso e modernità, valori che sono inseriti nel Dna delle società moderne. La produttività ha cambiato i teoremi iniziali ba-sati sull’individualismo per ab-

bracciare il principio di lavoro in squadra, nelle isole di produ-zione che annettono un senso sociale e indeboliscono anche l’aspetto ideologico del liberi-smo economico.In nome di una sfrenata fi nan-ziarizzazione dell'economia, sono state, invece, attuate prati-che e modelli neoliberisti basati sulla competitività e sul profi tto. Modello che sta rivelando i suoi stessi limiti. Le società sono divenute sem-pre più ingiuste, sono aumenta-te le diff erenze sociali.

La politica che dovrebbe me-diare i difetti e gli eccessi del mercato non riesce a farlo, an-ch'essa conquistata dalle ricette neoliberiste messe in moto dalle lobby che hanno modifi cato il senso comune. Il pensiero unico si è insinuato anche nel tessuto sociale. Si è dimenticato il valore della per-sona. Valore non sopito, che si aff accia timidamente in molte occasio-ni, senza trovare il giusto rico-noscimento. Il coraggio di ripensare la scuola dovrebbe partire da una cono-scenza attenta delle ideologie del passato e da una azione contemporanea di consapevo-lezza sul modello di scuola che si vuole realizzare.Il modello che noi proponiamo, è quello costituzionale, quello della Conferenza nazionale del Ministro Mattarella. È la comu-nità educante. La scuola come funzione essenziale dello Stato e non come servizio a domanda. Da queste premesse si deve ini-ziare per dialogare tra udenti e non tra sordi.Nel rapporto Demos 2019 è stato misurato l’indice di fi du-cia che gli italiani hanno nella scuola. Un indice altissimo che la mette al terzo posto, dopo il Papa e il Presidente della Repubblica. Nella stessa indagine solo il 14% degli italiani pensa che bisogna ridurre il peso dello Stato nella gestione della scuola. L’84% degli italiani riaff erma con con-vinzione il valore della scuola statale. Perché, ciclicamente, la scuola

deve far fronte a progetti e pro-poste che spingono l’istruzione, che è bene universale e immate-riale, a mettersi a confronto con le regole del mercato? Ogni volta che si è tentato di misurare la scuola con il metro dell’economia, i risultati sono stati catastrofi ci. La strada che proponiamo è di altro tipo: una scuola autonoma ed indipen-dente dalla politica e dai modelli econometrici. Una comunità che al suo inter-no si autogoverna con la rendi-contazione sociale al Paese e al territorio.Il modello del mercato non c'entra nulla con questa scuola che non promuove la competi-

zione, ma prepara i suoi allievi a farla, nella società.Il punto è: come può la scuola trasmettere valori di unicità se si tenta di equiparare tutto e tutti continuamente? In che modo è possibile valorizza-re il talento di ognuno se si limitano gli insegnanti nella loro libertà e autonomia pro-fessionale, spingendoli verso l’omologazione, verso la stan-dardizzazione?Può un metodo, che mostra i suoi limiti già quando viene applicato al mercato, che sicu-ramente non funziona per il sistema di istruzione, essere ap-plicato agli insegnanti? Metterli in competizione, per concorrere

al premio e al successo, può mai avere un senso? C’è chi vorreb-be, addirittura, un modello re-gionale o privato, da preferire a quello attuale. Una scuola senza anima che servirebbe solo a chi la gestisce in quel momento.Noi non ci stiamo e ci battere-mo per la scuola laica, libera, partecipata e democratica che la Costituzione ci ha conse-gnato. Una scuola antica, per questo di valore. Il vero co-raggio è interpretare la scuola con i parametri antichi per rendere veramente moderna la società. La scuola deve co-struire cittadini consapevoli e non consumatori anonimi.

La scuola statale è nazionale, laica, di tutti. Non varrebbe nemmeno la pena di ribadirlo

– negli ultimi sondaggi sulla fi ducia delle istitu-zioni gli italiani la collocano la scuola al terzo posto dopo il Papa e il Presidente delle Repub-blica – se le spinte in avanti di alcune regioni non avessero portato grandi preoccupazioni per l’unità del sistema scolastico.La scuola non è bene disponibile o negoziabile. È diritto fondamentale garantito dalla Costituzio-ne, non un contratto tra privati. Lo ripetiamo dall'ottobre 2017, quando il percorso dell'auto-nomia diff erenziata cominciava appena a pren-dere forma con i referendum regionali. I cittadini, i ‘territori’, come li defi nisce il go-vernatore Zaia, non sono gli azionisti di questo governo. La scuola italiana: accoglie, educa, include,

istruisce il 93% degli studenti, apre all’Europa, riconosce la tradizione delle proprie città, inse-gna ad essere italiano, ha insegnanti che svolgo-no il loro lavoro con uguale passione da nord a sud, non fa diff erenze di status, non crea primi e ultimi, promuove i talenti, off re prospettive, è tessuto sociale, è identità nazionale, è progresso e sviluppo.Il sistema scolastico garantisce, in tutte le demo-crazie, l’unità culturale della nazione. Se si persegue la logica del chi-arriva-prima è possibile pensare che anche i diritti saranno di-versifi cati. Concetto diffi cile da mandar giù se si pensa che l’istruzione è un diritto universale.Non si tratta di soldi, ma di libertà che per la scuola è come l’ossigeno per il mondo. Libertà e autonomia che sarebbero negate dal nuovo cen-tralismo regionale.

«Il percorso parlamentare sull'autono-mia diff erenziata – ha detto il Presi-

dente Fico durante l'incontro che si è svolto alla Presidenza della Camera – sarà defi ni-to assieme alla Presidente Casellati, ma un punto di partenza è la centralità che avranno le Camere nell'esame del provvedimento».Sfi lare la scuola da ogni progetto di regiona-lizzazione: questa la richiesta che giunge dal

mondo della scuola e che sosteniamo fi n dai primi tentativi di inserire la scuola nel qua-dro delle materie oggetto di possibile legisla-zione regionale – si legge nella nota inviata al Presidente Fico, nel richiedere l’incontro. Il riconoscimento delle diverse realtà del no-stro Paese è un valore che la scuola italiana ha sempre perseguito, è proprio la scuola che ha unito l’Italia. La spinta verso la regiona-lizzazione, rappresenta un doppio danno perché potrebbe sottrae risorse allo Stato per destinarle alle scuole private, che invece do-vrebbero funzionare senza oneri per lo Stato,

e perché introduce logiche di stampo locali-stico e settoriale, anche di natura economica, cercando di trasformare la scuola da bene essenziale a servizio, a domanda indivi-dualizzata, con l’idea dei costi standard. La Costituzione affi da alla scuola una funzio-ne insostituibile. La scuola è nazionale non ci possono essere diff erenziazioni nei diritti fondamentali.

La richiesta di autonomia diff erenziata da parte di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna è un tema

molto delicato e con ricadute politiche rispetto all’unità nazionale e concrete perché riguarda l’erogazione di ser-vizi ai cittadini – sottolinea Gianfranco Viesti docente dell’Università di Bari.Perché le regioni chiedono questi poteri? Non abbiamo dati che dimostrano che passare le competenze dallo Stato alle regioni possa migliorare l’effi cienza degli inter-venti e non si conoscono i dettagli dei contenuti di queste richieste – puntualizza Viesti. Inoltre, così rimane uno stato arlecchino: con una grande diff erenziazione tra le regioni. E’ il centro che dovrebbe disegnare le politiche pubbliche in modo molto diff erenziato. Adesso il potere decisionale è in mano al Parlamento italiano. Nel mo-mento in cui le intese dovessero essere ratifi cate di fatto si innescherebbe un processo irreversibile.Nel testo originario della Costituzione c’era l’obiettivo dichiarato di ridurre il divario strutturale tra il Sud e

il Nord del Paese - ricorda Massimo Villone, Professore emerito dell’Università Federico II di Napoli.Verso la fi ne degli anni ’80 questo progetto ha iniziato a vacillare. All’idea che il Sud fosse la migliore scommes-sa anche per lo sviluppo del Nord, si è sostituita un’altra idea, ovvero quella che il Mezzogiorno sia un peso che impedisce al Nord di agganciarsi all’Europa. Con que-sto disegno secessionista perdiamo la speranza di essere uguali. Un Paese che sa di non essere uguale nei diritti è un Paese che non rimane unito a lungo.[Estratto dal seminario ‘Autonomie regionali e unità nazionale’, nell’ambito del Festival dello Sviluppo Soste-nibile | Roma - Giugno 2019]

La scuola unisce l’ItaliaIl sistema scolastico garantisce, in tutte le democrazie, l’unità culturale della nazione

Centrale il ruolo del ParlamentoConfermata l’esigenza di un percorso parlamentare

Si innescherebbe un processoirreversibileLa posizione di accademici e giuristi

Io ci metto la fi rmaI sindacati scuola hanno lanciato una campagna nazio-nale di raccolta di fi rme contro ogni ipotesi di regionaliz-zazione del sistema di istruzione. Si può fi rmare on line ma anche scaricare il modulo per la sottoscrizione su carta. Questo il link di riferimento: http://uilscuola.it/no-al-la-regionalizzazione-della-scuola-ci-metto-la-fi rma/

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Lunedì 23 Settembre 2019

■ REGIONE LOMBARDIA / Approvato all’inizio del 2015 dalla Commissione Europea, il Por Fesr si articola in sei assi di attuazione

Una crescita intelligente, sostenibile e inclusivaLe risorse assegnate in Lombardia ammontano a 970.474.516 euro

Il Por Fesr (Programma Operativo Regionale a va-

lere sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) della Lombardia è uno strumento di programmazione appro-vato all’inizio del 2015 per il periodo di programmazione 2014-2020. "L’obiettivo del Por Lombar-dia è la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva della nostra regione, in attuazione della strategia Europa2020 - dichiara Dario Sciunnach, Autorità di Gestione del Por Fesr Lombardia -. Per rag-giungere questo ambizioso obiettivo, ancora cinque anni fa si è deciso - a valle di un negoziato condotto dall’Italia con la Commissione Europea prima, delle Regioni con lo Stato poi - di ripartire le risor-se del Por su sei Assi Tematici che declinano in linee d’azio-ne gli obiettivi generali". In merito ai risultati ottenuti fi nora, per quanto riguar-da l’Asse I, risale al marzo di quest’anno l'approvazione del primo programma strategico triennale per la ricerca, l’in-novazione e il trasferimento tecnologico dalla Giunta e la successiva adozione, da parte del Consiglio, in attuazione della Legge Regionale n. 29

del 2016 e in coerenza con la Strategia regionale di specia-lizzazione intelligente per la ricerca e l’innovazione (S3). "Particolarmente signifi cati-ve, nell’attuazione di quest’As-se - spiega Sciunnach -, sono state le iniziative volte a so-stenere una più stretta siner-gia tra il mondo della ricerca e il sistema produttivo per il raff orzamento dell’ecosistema dell’innovazione regionale, quali gli Accordi per la Ricer-ca, lo Sviluppo e l'Innovazio-ne e la successiva 'Call Hub Ricerca e Innovazione'".A seguito dell’ottimo risultato del Fondo FRIM, in continu-ità con la Programmazione 2007-2013, ad oggi è stato

pubblicata la riedizione del bando.L'Asse II è volto alla riduzio-ne del divario digitale e alla diff usione della connettività ad alta velocità estendendo la copertura a banda ultra-larga fi no a 100Mpbs, al fi ne della diff usione capillare ed omogeneizzazione dell’off erta di infrastrutture digitali fra i territori, con particolare ri-guardo alle aree industriali, come fattore abilitante di cre-scita competitiva. La strategia di intervento dell’Asse si inse-risce, nel quadro delle misure nazionali e regionali per la banda (ultra)larga.Il territorio lombardo sarà infrastrutturato in modo pressoché completo con il concorso di risorse del Feasr e del Fsc. L'Asse III riguarda la promo-zione della competitività del-le piccole e medie imprese, con particolare attenzione al miglioramento dell’accesso al credito e a favore della valo-rizzazione delle destinazioni turistiche e degli attrattori regionali.Elevato il numero di benefi -ciari e di destinatari fi nali de-gli strumenti fi nanziari grazie principalmente alle iniziative "Controgaranzie", "Al Via" e

"Turismo e attrattività”.È stata inoltre avviata nel 2018 la "Linea internazio-nalizzazione", rivolta a Pmi lombarde al fi ne di attuare progetti per lo sviluppo e il consolidamento della loro presenza sul territorio e all’e-stero.Sono previste ulteriori inizia-tive per il sostegno delle start-up, mentre la riserva per le Aree Interne a valere sull’As-se III ha consentito di aprire bandi specifi ci a favore delle start-up e dell’attrattività turi-stica nelle aree cui è dedicato l’Asse VI.Le azioni dell’Asse IV, volto a sostenere la transizione verso un'economia a basse emis-sioni di CO2 in tutti i settori, prevedono di impattare sul consumo annuale di energia primaria degli edifi ci pub-blici, nonché sulla riduzione delle emissioni climalteranti.Sono stati ad oggi fi nanziati 111 progetti di effi cientamen-to energetico, che permette-ranno una diminuzione del consumo di energia negli edi-fi ci pubblici di circa 50 GWh/anno; 20 progetti, inerenti la mobilità ciclistica, in grado di dotare il territorio lombardo di 160 km di nuovi percorsi ciclabili e di 3 nuove velo-stazioni; 28 progetti di illu-minazione pubblica in ottica “smart” (per un totale di 126 Comuni partecipanti anche attraverso partnership pub-blico-privato).Una delle succitate iniziati-ve trae origine da una siner-gia tra Regione Lombardia e Fondazione CaRiPLo all’in-terno del progetto "Territori Virtuosi" in cui sono inseriti 139 edifi ci scolastici di pro-prietà della Città Metropoli-

tana di Milano, 18 dei quali oggetto di riqualifi cazione per mezzo di un Protocollo di intesa siglato nel 2018.Con riferimento all'Asse V (sviluppo urbano sostenibi-le), sono in corso interventi nel quartiere Lorenteggio del Comune di Milano e nel Co-mune di Bollate per la riquali-fi cazione di edifi ci di Edilizia Residenziale Pubblica, l'effi -cientamento energetico di 2 scuole e di reti di illuminazio-ne pubblica, nonché il soste-gno alle attività economiche a contenuto sociale. L’obiettivo dell’Asse è l’attuazione di una strategia di sviluppo urbano fi nalizzata all’inclusione so-ciale tramite interventi sul disagio abitativo, quindi sui quartieri di edilizia residen-ziale pubblica, che coniughi-no riqualifi cazione fi sica degli spazi abitativi e sostegno alle persone.L'Asse VI riguarda la stra-tegia turistica delle aree in-terne, che si concretizza nel sostenere i territori soggetti a crisi demografi ca, isolamen-to geografi co e carenze nei servizi essenziali di cittadi-nanza, attraverso un processo di progettazione bottom-up fi nalizzato al raff orzamento dei servizi di cittadinanza (scuola, sanità e mobilità), alla costruzione di traiettorie di sviluppo locale (turismo, artigianato ecc.) e alla ridefi -nizione di un'off erta turistica locale attraverso interventi materiali e immateriali (va-lorizzazione del patrimonio e servizi di promozione, reti locali).Quattro le aree Interne lom-barde individuate: Valchia-venna, Alta Valtellina, Ap-pennino lombardo-Oltrepò

pavese, Alto Lago di Como - Valli del Lario. Le azioni mirano a rivitalizza-re le aree, aumentandone l’at-trattività, garantendo i servizi essenziali necessari per ral-lentare o invertire la tendenza allo spopolamento, puntando a un’economia costruita sulle peculiarità del luogo per la quale Comuni, Regione ed Amministrazione centrale defi niscono di comune accor-do una strategia d’Area."Le analisi di impatto so-cio-economico del Program-ma sono ancora in corso, ma alcuni segnali positivi sono già evidenti - aff erma Sciunnach -. L'entità delle addizionalità private all’in-vestimento pubblico e il numero di partenariati che hanno ottenuto agevolazio-ni dimostrano la possibilità che, opportunamente sti-molato, il dialogo tra Or-ganismi di Ricerca, grandi imprese e Pmi sia non solo possibile, ma profi cuo, e che il tessuto imprenditoriale e della ricerca nella nostra re-gione è pronto a raccogliere la sfi da dell’investimento se adeguatamente incentivato. Un altro aspetto qualifi cante dell'attuazione del Por si può riconoscere nell'estesa appli-cazione dei principi di soste-nibilità ambientale e di pari opportunità (in relazione al genere e ad altri fattori di svantaggio sociale) che han-no permesso di accrescere il rilievo attribuito a questioni come l'uso effi ciente delle risorse, la riduzione dei con-sumi energetici, la parità di genere e il contrasto a tutti quei fattori che possono pe-nalizzare le categorie svan-taggiate".

La valorizzazione di un bene culturale può svolgere un’importante funzione sia per la

sua conservazione e fruizione, sia per lo svilup-po economico e turistico dei territori circostanti, soprattutto se sostenuta da strategie di sistema e rivolta a tutte le risorse materiali e immate-riali che caratterizzano e rappresentano i segni distintivi di un territorio.Nell’ambito dell’Asse III sono stati pubblicati due bandi per stimolare una maggiore valoriz-zazione turistico-culturale di alcune famiglie di grandi attrattori attraverso la loro messa in rete e lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi e integrati, che interpretassero tali attrattori in termini di sistemi coerenti e interconnessi con il territorio di riferimento e tra di loro.I due bandi erano rivolti a partenariati costitui-ti da MPMI e da liberi professionisti dei seguen-ti settori: - culturale-creativo (arti visive, spettacolo dal vivo, editoria, musica, cinema e videogiochi, design, moda, comunicazione, e marketing e di-gitale), ammettendo per questo settore anche la partecipazione di associazioni/fondazioni che agiscano in regime di impresa;- turismo, distribuzione commerciale, servizi e artigianato.Nel primo bando, che ha fi nanziato 9 Progetti Integrati per un ammontare pari a oltre 2 M€,

gli attrattori identifi cati erano:- Patrimonio Unesco (6 progetti)- Patrimonio lirico lombardo (3 progetti)In questo modo è stato possibile fi nanziare circa 50 imprese del settore culturale e creativo.Nel secondo bando, che ha approvato 14 Proget-ti Integrati, per un ammontare pari a quasi 5 M€, gli attrattori identifi cati erano:- Itinerari e cammini culturali (7 progetti)- Arte contemporanea (1 progetto)- Patrimonio archeologico (3 progetti)- Patrimonio culturale immateriale (3 progetti)È stato così disposto il fi nanziamento a bene-fi cio di circa 80 imprese del settore culturale e creativo.“Due parole d’ordine hanno guidato le scelte operate per l’impostazione delle due iniziative: integrazione e contaminazione - dichiara Bene-detta Sevi, responsabile d'Asse -. L’integrazione si è sviluppata su più livelli: tra soggetti diversi sul territorio per perseguire più effi cacemente scopi condivisi, tra azioni diverse del Por e tra politiche di due diverse direzioni regionali. L’ar-ticolazione del partenariato e la sollecitazione al dialogo con i soggetti gestori degli attrattori hanno spinto i diversi linguaggi parlati dagli at-tori coinvolti a trovare strade inusuali di comu-nicazione per innovare i rispettivi punti di vista e modalità d’azione".

Rendering di un intervento nel quartiere Lorenteggio

Azioni per la valorizzazione turistico-culturale

Lombardia

"L’entità delle addizionalità private e il numero di

partenariati dimostrano che il dialogo tra Organismi di Ricerca, grandi imprese e Pmi è non solo possibile,

ma profi cuo"

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7Guida RegioniScenariLunedì 23 Settembre 2019

■ REGIONE LOMBARDIA / La crescita del territorio e del tessuto produttivo è l’obiettivo prioritario del Por Fesr

Un miliardo in 7 anni per lo sviluppo della regioneIn campo iniziative a sostegno per piccole e medie imprese e liberi professionisti

Per favorire la crescita del territorio e del tessuto

produttivo, obiettivo priori-tario del Por Fesr di Regione Lombardia, la Commissio-ne Europea ha incoraggiato l’utilizzo di strumenti fi nan-ziari co-fi nanziati dai fondi strutturali e di investimento europei, quali prestiti e ga-ranzie, perché caratterizzati dall’eff etto leva (attirano ri-sorse private in abbinamento a risorse pubbliche) e dall’ef-fetto di rotazione (possono essere reinvestiti). In questo modo è possibile interveni-re anche su soggetti e settori poco attraenti per il mercato dei capitali. Tra gli strumenti fi nanziari del ciclo di programmazione 2014-2020 di Regione Lom-bardia, che ha riservato circa il 30% del proprio Por al so-stegno alla competitività delle Pmi, emergono Al Via e Linea Controgaranzie.

Al Via Al Via è un’iniziativa che sup-porta i nuovi investimenti da parte delle Pmi dei settori manifatturiero, costruzioni, trasporti, servizi alle imprese e agromeccanica, mediante la concessione di un fi nanzia-mento a medio-lungo termi-ne, assistito da una garanzia e abbinato a un contributo a fondo perduto.

Finanziando fi no al 100% delle spese, sostiene sia lo “sviluppo aziendale”, per in-vestimenti su programmi di ammodernamento e amplia-mento produttivo, che il “ri-lancio delle aree produttive”, per investimenti di ammo-dernamento e ampliamento produttivo legati a piani di riqualifi cazione o riconver-sione territoriale di aree pro-duttive. L’agevolazione pubblica è composta da contributi in conto capitale dal 5 al 15% del progetto e da una garanzia gratuita che copre fi no al 70% dei fi nanziamenti. Questi ul-timi hanno importi da 50.000 a 2,85 M€ e durata 3-6 anni (con pre-ammortamento massimo di 18 mesi). Il tasso di interesse è pari alla media dei tassi applicati da Finlom-barda (tasso variabile) e dalle banche convenzionate (tasso fi sso o variabile). Il bando è tuttora aperto e sarà possibile per le Pmi lombarde presen-tare domande fi no a esauri-mento fondi.

Linea ControgaranzieLinea Controgaranzie, gestita da Finlombarda e giunta alla seconda edizione, migliora l’accesso al credito delle Pmi e dei liberi professionisti ope-ranti in Lombardia, creando nuovo credito e diminuendo

i costi delle garanzie, grazie alla controgaranzia gratui-ta rilasciata direttamente ai Consorzi di Garanzia Collet-tiva Fidi (Confi di).

L’intervento fi nanziario con-siste nella concessione gra-tuita di controgaranzie di importo massimo di 0,5 M€, fi no a sette anni, che possono

essere escusse nel limite del 5,5% (Cap) del portafoglio di controgaranzie ammes-so all’iniziativa e non oltre il 50% del valore delle opera-zioni fi nanziarie garantite dal Confi di. Le operazioni fi nanziarie "contro-garantibili" sono l’a-pertura di credito in conto corrente, lo smobilizzo di crediti commerciali, i fi nan-ziamenti con rimborso a rate costanti sul circolante e per investimenti (escluso il lea-

sing fi nanziario), fi nalizzate a creare nuove imprese, co-stituire, avviare, espandere o raff orzare le attività impren-ditoriali, realizzare nuovi progetti, sviluppare nuovi brevetti o prodotti, penetrare nuovi mercati. Le operazioni devono essere garantite dal Confi di per una quota non superiore all’80% del loro va-lore. Il bando è aperto e sarà possibile presentare domande ai Confi di di riferimento fi no a esaurimento risorse.

L’attuazione dell’Asse 1 Por Fesr Lombardia 2014-2020, dedicato

alla ricerca, si caratterizza per l’attiva-zione di iniziative fortemente innovati-ve e sfi danti a livello procedurale e per la tipologia degli interventi orientati a promuovere un modello di crescita in-telligente, guidata dalla conoscenza e dall’innovazione, e competitiva.Particolare attenzione - anche in termi-ni di stanziamenti già disposti, che com-plessivamente superano i 250 M€ pari al 70% della dotazione complessiva di Asse - è data alla cooperazione tra imprese e organismi pubblici e privati di ricerca, per la sua capacità di favorire l’utilizzo di nuove tecnologie e la trasferibilità dei risultati delle attività di ricerca al siste-ma industriale per lo sviluppo di beni e servizi innovativi.Emblematica di questo approccio è l’at-tivazione, nel 2016, di un percorso speri-mentale a carattere negoziale volto alla defi nizione di Accordi per la ricerca, svi-luppo e innovazione.29 sono gli Accordi per la ricerca e l’ in-novazione sottoscritti, a conclusione dell’iter, dai benefi ciari selezionati e da Regione Lombardia per la realizza-zione - in corso - di altrettanti progetti di Ricerca, Sviluppo e Innovazione par-ticolarmente signifi cativi in termini di varietà e numerosità dei partenariati (192 i soggetti coinvolti, di cui 40 grandi

imprese, 80 Pmi e 72 organismi di ricer-ca - 54 pubblici e 18 privati) e di investi-menti attivati (184,3 M€ a fronte di un contributo complessivo pari a 97,3 M€). La procedura negoziale consente di massimizzare gli impatti economici, scientifi ci e produttivi degli interventi, che coprono quasi tutte le aree di spe-cializzazione individuate dalla “Strate-gia regionale di specializzazione intelli-gente per la ricerca e l’ innovazione-S3” (Manifatturiero avanzato 9, Industria della Salute 8, Eco-industria 5, Agroali-mentare 3, Mobilità sostenibile 2, Smart cities and communities e Industrie crea-tive e culturali 1), avviando al contempo dinamiche di cross-fertilization tra i di-versi domini di innovazione considerati prioritari in quanto capaci di favorire la nascita delle “Industrie Emergenti”. Sulla base di questa prima esperienza e in attuazione della Legge regionale 29/2016 “Lombardia è ricerca e Innova-zione”, intervenuta nel frattempo, Re-gione Lombardia ha lanciato a fi ne 2018 una nuova Call per progetti strategici di ricerca fi nalizzata allo sviluppo di hub territoriali dell'innovazione a proiezione internazionale, capaci di attrarre nuovi fi nanziamenti e talenti, formare nuove competenze, diventare realtà di riferi-mento a livello europeo e internazionale.Con una dotazione di 70 M€ la Call ha promosso lo sviluppo di progetti stra-

tegici di R&S di particolare valore ag-giunto e rilevanza per il potenziamento degli ecosistemi lombardi della ricerca e dell’ innovazione individuati attraverso una rilettura delle Aree di Specializza-zione S3, guidata dalla centralità della persona e dei suoi bisogni: 8 sono gli ecosistemi da cui dipende la creazione di valore per le persone e per il sistema socioeconomico; per ciascuno l’obiettivo è utilizzare al meglio le tecnologie at-tuali ed emergenti per migliorare i ser-vizi e le infrastrutture che incidono, in ultima istanza, sulla qualità della vita dei cittadini.78 i progetti presentati e in istruttoria, con proposte di investimenti - trienna-li - per 542 M€, e richieste di contribu-to pari complessivamente a 256 M€ a fronte di una dotazione fi nanziaria di 70 M€; 443 complessivamente i soggetti coinvolti - 318 imprese (186 piccole, 44 medie e 88 grandi) e 125 organismi di ricerca (68 pubblici e 57 privati) - di cui 62 fuori Regione. Tutti gli ecosistemi sono interessati da proposte progettua-li: salute e life science (30), sostenibilità territoriale (15), manifattura avanzata (14), smart mobility & architecture (7), nutrizione (5), cultura e conoscenza (3), connettività e informazione (3), svilup-po sociale (1).Attraverso gli accordi che, anche in questo caso, verranno sottoscritti con i partenariati selezionati, Regione Lom-bardia svolge un ruolo di facilitatore per generare valore favorendo processi di condivisione, scambio di informazione e conoscenza in raccordo con le dinami-che nazionali ed europee anche in vista del ciclo di Programmazione 2021-2027.

Home page del sito http://www.openinnovation.regione.

lombardia.it/, dove è possibile reperire informazioni sui

bandi per Ricerca & Innovazione

Ricerca e innovazione:collaborare per crescere

I dati del successo deglistrumenti fi nanziari combinati

Al Via ha coinvolto 336 imprese per 216,1 M€ di fi-nanziamenti e 33 M€ di contributi a fondo perduto.Circa 10.000 Pmi, su un totale di 14.000 finanzia-menti, hanno beneficiato invece di Linea Contro-garanzie tramite la concessione ai Confidi aderenti di garanzie di secondo livello. Al raggiungimento di questi risultati ha concor-so la società finanziaria di Regione Lombardia, Finlombarda, che nel ciclo di programmazione 2014-2020 ha gestito, anche in collaborazione con gli istituti bancari, strumenti finanziari cofinan-ziati dai fondi Ue dedicati alla ricerca e innovazio-ne e alla competitività delle imprese del territorio e che, alla luce delle nuove proposte di regolamento, potrà nel post 2020 continuare a rivestire un ruo-lo importante nel disegno e nell’attuazione di tali strumenti per conto di Regione Lombardia.

Lombardia

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8 Guida RegioniScenari

Lunedì 23 Settembre 2019Lombardia

■ FRRB FONDAZIONE REGIONALE PER LA RICERCA BIOMEDICA / Promuove il fi nanziamento di progetti competitivi, sia a livello regionale che europeo

L'amianto è un'emergenza territorialeFRRB ha dato vita a un progetto per lo studio di un approccio integrato di medicina di precisione al mesotelioma maligno

Costituita nel 2011 per volere di Regione Lom-

bardia, la Fondazione Regio-nale per la Ricerca Biomedica rappresenta oggi un elemento chiave per il sostentamento della ricerca biomedica. Nella programmazione an-nuale della distribuzione del-le risorse economiche, negli ultimi 5 anni la Regione ha stanziato più di 20 mln da trasferire a Fondazione, la quale a sua volta ha defi nito, attraverso un Piano d’Azione, le proprie attività di fi nanzia-mento.Oggi la Fondazione si pone prima di tutto l’obiettivo di rispondere alle necessità del territorio. Finanziando la ri-cerca biomedica ad ampio spettro (ricerca sul cancro, neuroscienze, cardio-vascola-re, ecc.), FRRB sostiene diver-si argomenti di studio e off re supporto alla ricerca là dove ce n’è più bisogno. Un esempio concreto è quel-lo del bando sulle malattie correlate all’esposizione all’a-mianto pubblicato nel 2017. L’amianto rappresenta una vera emergenza territoriale: dal 1992 l’Italia ha proibito tutti i prodotti e i materiali contenenti amianto (legge n. 257), vietandone anche l’importazione e la commer-cializzazione. La Regione Lombardia, con la Legge Regionale n. 17 del 29 set-tembre 2003, ha approvato il Piano Regionale Amianto Lombardia (Pral), che san-cisce l'obbligo di bonifi ca dei materiali contenenti amian-to. Tuttavia, la Regione Lom-bardia rimane la regione con il maggior numero di casi di mesotelioma maligno, pato-logia direttamente correlata all’esposizione all’amianto: su 21.463 casi di mesotelioma segnalati tra il 1993 e il 2012,

4.215 casi sono stati diagno-sticati in Lombardia, circa il 19% del totale (fonte: V rap-porto del ReNaM, Registro Nazionale dei Mesoteliomi). È importante considerare che le malattie amianto-correlate hanno un lungo periodo di latenza. La malattia può es-sere causata da un’esposizio-ne avvenuta anche nei 20-40 anni precedenti l’insorgenza dei primi sintomi. Secondo quanto contenuto nel Piano Nazionale Amianto del mar-zo 2013, si stima che il picco di insorgenza di mesotelioma maligno della pleura causato dall’esposizione all’amianto sarà tra il 2020 e il 2025. Per rispondere a questa emergenza, la Fondazione ha pubblicato, nel 2018, un bando per il fi nanziamento di progetti di ricerca con un alto potenziale di impatto sul sistema sanitario, volto a decifrare i meccanismi delle malattie amianto-correlate, con un focus sul mesotelioma maligno, oggetto di numero-si decessi proprio per la sua gravità. Il progetto vincitore vede la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Mi-lano come Ente capofi la di un partenariato di cinque centri di eccellenza lombardi. La Fondazione collabora atti-vamente con gli enti del ter-ritorio anche attraverso il suo Comitato Scientifi co, organo collegiale formato da 7 scien-ziati di calibro internazionale che, anche in rappresentanza dei propri enti di appartenen-za, forniscono un importante contributo alla defi nizione di ogni misura di fi nanziamento proposta. La Fondazione ha partico-larmente a cuore i giovani ricercatori, categoria poco considerata dal sistema di fi -

nanziamento e spesso sfrutta-ta con scarsi riconoscimenti. Pertanto si impegna nell’in-tento di creare opportunità di crescita professionale nel con-testo regionale, in condizioni vantaggiose pari o superiori a quelle che troverebbero an-dando all’estero. Per questo la Fondazione ha in programma la prossima pubblicazione di un bando loro dedicato chiamato “FRRB early career award”, con cui intende fi -nanziare ricercatori eccellenti off rendo loro la possibilità di creare un proprio laboratorio e sostenere una propria linea di ricerca innovativa e indi-pendente.La Fondazione svolge anche un ruolo di carattere sociale,

dedicando particolare atten-zione al tema della parità di genere in ricerca. Nella scelta dei destinatari di fi nanzia-mento FRRB predilige l’ec-cellenza scientifi ca ma pone anche attenzione che vengano recepiti all’interno dei proget-ti fi nanziati aspetti specifi ci volti ad assicurare l’eguaglian-za di genere. Grazie all’adozione di queste misure FRRB ha registrato già dei primi risultati concreti. In risposta al bando pubblicato nel 2018, le donne con cur-ricula di altissimo livello che si sono proposte come co-ordinatori di progetti di rete sono state il 53,4%, contro il 28,5% del precedente bando del 2015.

l team del progetto

vincitore del bando 2017 su

patologie amianto-correlate

dal titolo: "Primate- Un

approccio integrato di

medicina di precisione

al mesotelioma maligno:

dal carico mutazionale

all'epidemiologia e alla

terapia"

Fibra di amianto. Foto al microscopio elettronico a

scansione, scattata presso la Sezione di Medicina Legale e

Scienze Forensi dell'Università di Pavia

Il mesotelioma pleurico è una grave malattia causata dall'espo-sizione all'amianto la cui incidenza è in aumento e la cui pro-

gnosi è purtroppo infausta nella maggior parte dei casi. Il mec-canismo molecolare, attraverso cui le fi bre di amianto causano il mesotelioma pleurico, non è ancora completamente chiaro, ma è ormai certo che l'infi ammazione cronica causata dalla persi-stenza nel tessuto pleurico delle fi bre di amianto inalate svolge un ruolo importante nell'origine di questa malattia. Essa, infatti, come in altre patologie tumorali, costituisce uno stimolo patolo-gico costante che promuove la trasformazione delle cellule nor-mali in neoplastiche e la loro proliferazione e aggressività.Il mesotelioma pleurico ha un lungo periodo di latenza, che è il pe-riodo che intercorre tra l’inizio dell’esposizione alle fi bre di amianto e la diagnosi della malattia. Esiste una grande variabilità inter-in-dividuale nel periodo di latenza, infatti, sono stati descritti meso-teliomi insorti da circa 10 anni a oltre 70 anni dopo l'esposizione all'amianto. Le ragioni che sottintendono tale variabilità non sono note e si ipotizza che possano essere implicati fattori genetici, livello di esposizione alle fi bre di amianto o casualità. Per chiarire come il mesotelioma maligno dipenda dall'esposizio-ne all'amianto e per migliorare le conoscenze circa il suo sviluppo e progressione, il progetto multicentrico, guidato dalla Fondazio-ne IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, e fi nanziato da Fonda-zione Regionale per la Ricerca Biomedica, prevede l’integrazione degli aspetti molecolari, epidemiologici e giuridici. Inizialmente, il progetto prevedeva la collaborazione di tre cen-tri reclutanti (Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Fondazione Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico e Istituto Clinico Humanitas) e di epidemiologi, medici del lavoro, esperti delle stime di esposizione e giuristi delle Università degli Studi di Milano e dell’Insubria di Como. Con l’avvio del progetto, visto il grande interesse in questa patologia, altri collaboratori, tra cui il Registro Mesoteliomi della Regione Lombardia e la Medicina del Lavoro dell’Ospedale San Paolo di Milano, si sono resi disponibili a collaborare a quello è ormai diventato uno studio con una delle più grandi casistiche di pazienti con mesotelioma pleurico al mondo.Ad oggi, infatti, più di 450 casi sono stati individuati nel Registro Mesoteliomi per i quali sono già stati raccolti i dati riguardanti l’esposizione all’amianto ed è stata accertata la disponibilità del materiale biologico. Al via nelle prossime settimane anche il re-clutamento dei nuovi casi che verranno diagnosticati nei centri reclutanti. Sui casi per i quali sarà disponibile anche il tessuto polmonare (prevalentemente casi autoptici), sarà misurato il nu-mero di fi bre di amianto e si valuterà la correlazione tra le misure di esposizione e le stime di esposizione occupazionale e ambien-

tale all’amianto. Dal punto di vista molecolare, si studieranno le variazioni genetiche costitutive dei pazienti, le mutazioni soma-tiche acquisite dal tumore, e alcuni marcatori di infi ammazio-ne misurabili direttamente nel sangue. Inoltre, sarà studiata, in vitro, l'ammissibilità del mesotelioma alla terapia a cattura di neutroni con boro, recentemente sviluppata. Tutti i dati raccolti saranno integrati al fi ne di caratterizzare il mecca-nismo patogenetico di tale malattia e defi nire un insieme di marcatori che possano essere utili in clinica, per il follow-up ed, eventualmente, lo sviluppo di terapie personalizzate dei pazienti aff etti da mesotelioma.

Dal carico mutazionaleall'epidemiologia e alla terapia

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9Guida RegioniScenariLunedì 23 Settembre 2019 Lombardia

■ GICAR / Punto di riferimento nel panorama dell'imprenditoria italiana, è specializzata nella produzione di controllori elettronici per le macchine da caff è

Una storia importante che guarda al futuroL'azienda di Merate propone soluzioni personalizzate, dal notevole contenuto innovativo, garantendo assistenza post vendita

Una crescita graduale ma continua, frutto di

investimenti costanti, di una mentalità internazionale ma con radici nel territorio, di un modello gestionale ef-ficiente e di prodotti hi-te-ch dal notevole contenuto innovativo: sono questi gli ingredienti dello “stile Gi-car” che da sempre contrad-distingue la storica impresa di Merate, fondata nel 1963 e poi acquisita da Giuseppe Arlati che, da piccola realtà artigianale, l’ha portata a ben più alti livelli industriali e occupazionali e ne ha fatto un’eccellenza nel panorama dell’imprenditoria italiana. Il consiglio di amministra-

zione è attualmente com-posto da Donatella Arlati, presidente del gruppo, e da Margherita Squintu, ammi-nistratore delegato. Al centro dell’azienda brian-zola c’è la totale dedizione al cliente, il quale viene sempre posto al centro in tutto il per-corso gestionale, dalla pro-gettazione alla produzione e controlli qualità, al post ven-dita. Proprio Donatella Arla-ti, che sul fi nire degli anni ’80 entra a far parte dell’azienda ed oggi ne è presidente, ci ac-compagna nel percorso evo-lutivo della “creatura”, sotto-lineando come gli esordi non siano stati semplici. "Quando Gicar applicò per prima l’e-

lettronica ai regolatori di li-vello, riscontrò inizialmente una certa diffi denza da parte del mercato - racconta Do-natella Arlati -. I primi a cre-dere nella nuova tecnologia emergente, l’elettronica ap-punto, furono i francesi. Dai regolatori di livello l'azienda passò alla progettazione e produzione delle centraline per la gestione integrale del-le macchine per il caff è, che oggi rappresenta la principa-le attività dell’azienda, dove le è riconosciuta una leader-ship indiscussa". La conoscenza e l’esperien-za acquisite nel corso degli anni hanno consentito a Gicar di creare nuove linee di prodotto e di operare in modo proficuo anche in altri settori. Oggi infatti propone controllori elettronici con relativa interfaccia utente, contatori volumetrici, rego-latori di livello, alimentato-ri switching, Apps e Iot; si tratta di una gamma di pro-dotti che trova applicazio-

ne nei settori macchine per caffè, impianti di spillatura bevande, apparecchiature per cottura, macchine per gelato e freddo, distributori automatici, lavastoviglie in-dustriali, macchine per stiro e lavanderia, impianti per il trattamento acque, apparec-chiature medicali, idroter-mosanitario. I prodotti sono studiati insieme al cliente per fornirgli soluzioni per-sonalizzate alle sue esigenze. La strategia di sviluppo dell’azienda di Merate si è concentrata molto sull’in-ternazionalizzazione e, in termini di fatturato, gli ul-timi anni sono stati molto positivi. L’azienda ormai esporta in tutto il mondo: Europa, Usa, Brasile, Cina, Taiwan e Australia. Non è un caso che una re-cente ricerca di ItalyPost ha inserito Gicar tra i “500 Champions”, le 500 aziende italiane più performanti in termini di risultati econo-mici.

Nuovo polo

Laboratorio EMC

Schede elettroniche

Contatori volumetrici

Una formula organizzativa vincenteAlla base di un simile successo hanno certamente avuto un peso determinante sia i continui investi-menti, sia la formazione dei collaboratori. Infatti fra i punti di forza di Gicar troviamo il personale altamente qualificato, un ottimo reparto Ricer-ca&Sviluppo, una produzione fortemente automa-tizzata, sia nelle operazioni di assemblaggio che in quelle di collaudo, e un laboratorio interno ricono-sciuto dal ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca per eseguire test dei prodotti sulla compatibilità elettromagnetica, laboratorio che è a disposizione anche dei clienti. Il tutto suppor-tato da un sistema organizzativo molto maturo, difficilmente riscontrabile in aziende delle stesse dimensioni. Gicar, certificata ISO 9001 sin dal lontano 1994, è stata anche una delle prime Pmi Italiane a in-traprendere, con Cerved Rating, il percorso che definisce l’affidabilità economica e finanziaria di un’impresa: considerando il suo impeccabile mo-dello di gestione e l’ottimizzazione dei flussi lavo-rativi, Gicar ha ottenuto e continua a mantenere il Rating A2.2 che la classifica ai più alti livelli di sol-vibilità. “Nonostante i periodi di congiuntura ne-gativa, Gicar conta su un mercato di riferimento, quello delle macchine per il caffè, che non conosce flessioni afferma Donatella Arlati -. I nostri clienti sono per lo più aziende italiane che esportano in tutto il mondo, ma vantiamo anche ottimi clien-ti esteri. Abbiamo acquisito, per esempio, un’im-portante commessa negli Stati Uniti: si tratta di un cliente abituato a operare con standard molto elevati, ma Gicar, forte della sua organizzazione, è stata agevolmente al passo, proponendosi come consulente a tutto tondo, non come semplice for-nitore, un’attitudine apprezzata da tutti i nostri clienti”.Ulteriori fattori rendono Gicar un baluardo dell’I-talia che eccelle: l’impresa ha proseguito con la cer-tificazione di conformità al Reg. CE 1935/2004 e al DM 174/2004 per la qualificazione igienica delle tecnologie alimentari e dei processi di fabbricazio-ne; questa certificazione potrebbe essere scontata per il settore alimentare, ma certamente non per un’impresa elettronica. Ma non è tutto. Gicar ha ottenuto la garanzia del vero made in Italy sottoponendosi all’audit di Ital-check, oggi uno dei principali sistemi per la certifi-cazione della Italian Identity a tutela dei prodotti italiani, offrendo la possibilità di verificare attra-verso l’IC code QR/NFC la loro autenticità, trac-ciandone la produzione e la provenienza. Mante-nere la produzione interamente in Italia, mentre la tendenza, in particolare nel settore elettronico, è di spostare la produzione in paesi a più basso costo del lavoro, è una scelta coraggiosa, ma è l’unica che consente di garantire ai clienti tempi di consegna rapidi e certi ed un livello di servizio post vendita elevato non conseguibile con la produzione in pae-si esteri solitamente lontani. Infine Gicar si è dotata già dal 2015 di un Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza nei luoghi di Lavoro, a ulteriore conferma dell’attenzione verso i collaboratori e ad ulteriore garanzia di affidabilità verso i clienti dato lo scarico di responsabilità che ne deriva all’azienda.

Sempre verso nuovi traguardi"La crescita graduale ma continua è sempre fonte di sorprese e novità - aff erma Donatella Arlati, prota-gonista di un cambio generazionale di successo -. Ab-biamo smantellato la fabbrica di Osnago e abbiamo acquisito un’area accanto allo storico polo produttivo di Merate: qui è stato costruito il nuovo stabilimento a orientamento 4.0, dove abbiamo installato un im-pianto meccatronico di ultima generazione - perfetta sintesi di meccanica, elettronica e informatica - per la lavorazione dei corpi dei contatori volumetrici, che ha richiesto un anno e mezzo di progettazione”. Un mac-chinario robotizzato in linea con la fi losofi a aziendale fondata sulla total quality, dove i passaggi produttivi sono tracciati e minuziosamente controllati. Oltre a questo impianto, fi gurano altri macchinari hi-tech, tra cui quello che eff ettua il montaggio dei magneti sulle ventole dei contatori volumetrici, operazione che in precedenza veniva svolta manualmente, mentre ora è automatizzata, con una notevole ottimizzazione dei tempi di montaggio e del controllo qualità. Il nuovo stabilimento ha caratteristiche antisismiche, è munito d’impianto fotovoltaico e gestisce l’intera pro-duzione all’insegna del massimo risparmio energetico. È stata ulteriormente accentuata la sicurezza e il be-nessere sul luogo di lavoro: ad esempio una barriera fonoassorbente evita agli operatori i rumori prodotti dal nuovo impianto meccatronico. Inoltre in Gicar sono disponibili ben cinque defi brillatori, che possono salvare la vita in caso di emergenza sanitaria.Concludiamo ricordando i valori aggiunti di Gicar: volontà e capacità di investire, soluzioni personalizza-te, produzione in Italia, personale qualifi cato, fl essibi-lità e assistenza post vendita, affi dabilità economica.

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10 Guida RegioniScenari

Lunedì 23 Settembre 2019Valle d'Aosta

Teatro romano di Aosta (archivio Regione Autonoma Valle

d'Aosta)

Il Castello di Fénis

Dolmen area megalitica Saint-Martin-de-Corléans - Il chiostro di Sant'Orso, ad Aosta - Criptoportico di Aosta (archivio Regione Autonoma Valle d'Aosta)

■ VALLE D'AOSTA / La regione più piccola d'Italia incanta turisti e visitatori per la bellezza del suo paesaggio e per la ricchezza dell'off erta culturale

Un territorio dal grande patrimonio artisticoUno straordinario viaggio attraverso la storia, dall’epoca della Roma imperiale al Medioevo fi no ai giorni nostri

La Valle d’Aosta, regione cheogni anno attira milioni di

visitatori grazie alle sue bel-lezze naturali e alle rinomate stazioni sciistiche, conserva un patrimonio artistico speciale, tutto da scoprire. Il territorio è infatti ricco di monumenti e testimonianze storiche uniche, capaci di regalare un viaggio attraverso la storia, dall’epoca della Roma imperiale al Me-dioevo fi no ai giorni nostri.Percorrendo le tracce romane della regione più piccola d’Ita-lia, si può partire da Aymavil-les, il Ponte-acquedotto di Pont d'Aël (3 a.C.), una grandiosa opera in muratura e blocchi di pietra, che è tra i pochissimi esempi di acquedotti di epoca romana utilizzato per scopi in-dustriali. Il monumento è frui-bile grazie a un recente lavoro di valorizzazione che ha per-messo di ricrearne l’originario percorso. La strada detta "delle Gallie", di cui si conservano ancora tratti signifi cativi so-prattutto lungo la valle centra-le, fu la prima opera pubblica che i Romani realizzarono in Valle d’Aosta alla fi ne del I se-colo a.C.. Lungo il suo percorso sono varie le testimonianze an-cora visibili dell'epoca romana, come il ponte di Pont-Saint-Martin e l’arco di Donnas.Ad Aosta, defi nita la Roma del-le Alpi, ci si imbatte immedia-tamente nell'Arco di Augusto, edifi cato in onore dell’Impera-tore Augusto. Proseguendo, le testimonianze di epoca romana si fanno sempre più numerose: la Porta Praetoria si presenta in tutta la sua maestosità; poco più avanti ecco il suggestivo Teatro Romano comparire tra le abitazioni civili e i palazzi di moderna architettura. Conser-vato perfettamente, molti stu-diosi ritengono fosse utilizzato per spettacoli al coperto. Procedendo oltre, si arriva al Criptoportico Forense che re-gala un’esperienza multisenso-riale, tra luci soff use, atmosfera rarefatta e musica di sottofon-do. Si articola in tre bracci di-sposti a ferro di cavallo e inter-namente divisi in due navate voltate a botte con una sequen-za centrale di archi ribassati. Le gallerie sono illuminate da una serie di fi nestrelle strom-bate che assicurano anche un idoneo ricambio d’aria; nel

corso dell’anno la temperatura all’interno del criptoportico si mantiene costante.Per chi desiderasse provare un'emozione diversa, ogni anno, tra fi ne novembre e gennaio, il mercatino natalizio “Marché Vert Noël” trasforma l’area archeologica del Teatro Romano in un villaggio alpino particolarmente suggestivo.Anche l’epoca medievale ha lasciato tracce del suo passag-gio nel territorio valdostano. Nel cuore di Aosta, la chiesa di Sant'Orso - con il suo chiostro e le sue colonne dai capitelli scol-piti in pietra, tutti diversi tra loro - e il Priorato, fortemente voluto da Giorgio di Challant in stile gotico e rinascimentale, sono due fi ori all’occhiello di questo periodo. Da non perde-re la Fiera di Sant'Orso, evento dedicato all'artigianato e all'e-nogastronomia, che si svolge a fi ne gennaio. La tradizione vuole che la prima fi era risalga all'anno mille.In perfetto stile medievale an-che alcuni borghi facilmente raggiungibili attraverso la ce-lebre Via Francigena, lo storico percorso che dall’Inghilterra o dalla Francia conduceva diret-tamente a Roma. Ricchi di storia anche i nume-rosi castelli disseminati nell'in-tero territorio, a cominciare dal Forte di Bard che, appena si entra in Valle d'Aosta, si staglia imponente davanti agli occhi del visitatore.Un salto nel periodo preisto-rico è invece quello che off re l'Area Megalitica di Saint-Martin-de-Corléans, inau-gurata di recente. Si tratta di uno dei più grandi siti del me-galitismo in Europa che off re un emozionante viaggio nel tempo, dal Neolitico all’Età del Ferro, rivelando straordi-narie vestigia: arature sacre, stele antropomorfe, impo-nenti tombe megalitiche e il maestoso dolmen che si erge al centro degli scavi.Per completare il tour cultu-rale, non può mancare una visita ai musei etnografi ci e alle tipiche case rurali della regione. Tra queste spiccano, per esempio, la Maison Bruil ad Introd e la Maison Gérard Dayné di Cogne, due esempi delle tipiche abitazioni del luogo, con l’architettura in le-

gno e pietra, il fi enile e le travi a vista.Altri esempi di architettura tradizionale sono gli stadel - le abitazioni Walser della Val-le del Lys e di altre valli che circondano il Monte Rosa - o i borghi medievali di Étroub-les e Saint-Rhémy-en-Bosses, nella Valle del Gran San Ber-nardo.Un itinerario curioso? Oggi è

possibile ripercorrere i passi del noto vicequestore Rocco Schiavone - il personaggio in-terpretato da Marco Giallini per Rai Fiction - e scoprire al-cuni angoli nascosti di Aosta e dintorni come, per esempio, il Palazzo Ansermin, risalente al XVIII secolo, o ancora il cimi-tero di Sant'Orso, altro scorcio inconsueto del centro storico del capoluogo.

I castelli impreziosiscono borghi e vallate

La Valle d'Aosta è impreziosita da numerosi castelli che, dal Medioevo fi no al tardo ‘800, sono la testimonianza di epoche passate e antichi segreti. Dal Castello di Fénis con il cortile e i suoi aff reschi e la struttura in pieno stile medie-vale, al Castello di Verrès, usato invece per scopi difensivi e caratterizzato da una pianta quadrata. Dall’incantevole Castello d'Introd nell’omonimo borgo, risalente al XII seco-lo e poi restaurato all’inizio del '900, al Castello di Sarriod de La Tour, che spicca tra ettari di frutteti e noto per la sala delle teste, il cui soffi tto si caratterizza per gli oltre 100 volti e personaggi grotteschi intagliati nel legno.Stupiscono anche i due castelli dei Savoia con i loro eleganti arredi e le sale maestose, come il Castello di Sarre, ricco di decorazioni murali e trofei di caccia, e il Castel Savoia, edi-fi cato per volere della Regina Margherita di Savoia. Senza dimenticare il Castello di Issogne che conserva ancora il suo simbolo più noto, la fontana del melograno, e alcuni aff reschi originali nelle lunette del porticato: al suo interno è stato appena inaugurato anche un nuovo percorso tema-tico interattivo, dedicato all’ultimo proprietario, Vittorio Avondo.Un discorso diverso merita il Forte di Bard, simbolo di un’e-poca di battaglie e di impegno militare: collocato in posizio-ne strategica, costituisce uno dei migliori esempi di fortezza di sbarramento di primo Ottocento. Vi si accede attraverso ascensori panoramici che regalano splendide vedute sulla valle centrale e il borgo sottostante. Il Forte ospita ben quat-tro aree museali, il Museo della Alpi, le Alpi dei ragazzi, il Museo delle fortifi cazioni e le Prigioni, oltre a mostre tem-poranee di interesse internazionale.

Il Castello di Fénis, residenza di prestigio

Diversamente da tutti gli altri castelli della Valle d'Aosta, costruiti per scopi bellici e di protezione, il castello di Fénis non è situato sulla sommità di un promontorio, bensì su un lieve poggio privo di difese naturali.Unendo ai caratteri della fortifi cazione quelli della residen-za signorile, il castello di Fénis fu infatti la prestigiosa sede di rappresentanza dei maggiori esponenti della famiglia Challant, che lo dotarono dell’imponente apparato difen-sivo, nonché di eleganti decorazioni pittoriche, simboli di potenza e di prestigio.L’architettura del castello di Fénis è il risultato di campagne costruttive succedutesi negli anni: torri e mura merlate fu-rono aggiunte verso la metà del secolo XIV da Aimone di Challant al torrione preesistente, già dimora abituale - un secolo prima - del visconte Gotofredo II.Il castello di Fénis appartenne ai signori di Challant del ramo di Fénis fi no al 1716, quando fu ceduto al conte Baldassarre Castellar di Saluzzo Paesana. Le vicende che segnarono la storia di quella famiglia condussero il manie-ro a un lento degrado, preludio dell’abbandono che lo vide trasformato in abitazione rurale: le sale del pianterreno fu-rono adibite a stalle, mentre il primo piano fu usato come fi enile.Il recupero del monumento si deve ad Alfredo d’Andrade, che acquistò il castello di Fénis nel 1895 e, dopo averne re-staurato le parti più rovinate, lo donò allo Stato. Oggi l’edi-fi cio è di proprietà della Regione Autonoma Valle d’Aosta ed è visitabile da ottobre a marzo (aperto dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17, tranne il lunedì) e da aprile a settembre (tutti i giorni, dalle 9 alle 19).

Forte di Bard (archivio Regione Autonoma Valle

d'Aosta)

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11Guida RegioniScenariLunedì 23 Settembre 2019 Valle d'Aosta

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12 Guida RegioniScenari

Lunedì 23 Settembre 2019Valle d'Aosta

■ CVA / Compagnia Valdostana delle Acque lancia la prima edizione di "Village Energique", evento patrocinato dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta e dal Comune di Aosta

Verso un futuro sempre più sostenibileGrande successo di pubblico per la "quattro giorni" dedicata all'energia rinnovabile, con l'ausilio di tecnologie di ultima generazione

Acqua, vento e sole sono le fonti rinnovabili che,

per quattro giorni, sono scese in Piazza Chanoux ad Aosta per farsi conoscere, scoprire e apprezzare. La prima edi-zione di "Village Energique", l’appuntamento di CVA, Compagnia Valdostana delle Acque, patrocinato dalla Re-gione Autonoma Valle d’A-osta e dal Comune di Aosta, aperto a tutti e gratuito, ha proposto tante iniziative in-teressanti, momenti d’incon-tro, cultura, informazione e divertimento. Nel corso dell'evento, tantis-simi turisti e visitatori han-no potuto sperimentare e comprendere l’energia, fi no a esplorare lo spazio dell’in-novazione senza confi ni della realtà virtuale; infatti, sono state oltre 2.600 le attività svolte nella parte divulgativa e sperimentale, e più di 2.000 le persone che hanno assisti-

to agli eventi serali.Con "Th e Edge", presente per la prima volta in Valle d’Aosta, l’esperienza mul-tisensoriale si è spinta allo stato dell’arte. Equipaggiati con i visori per la realtà vir-

tuale e calcolatori hi-end che processano gli elementi del mondo virtuale, sorvegliati da telecamere che tracciano la posizione e controllati da diversi dispositivi di rete che mettono in comunicazione tutti i componenti del siste-ma, i visitatori hanno potuto aff rontare il percorso/avven-tura che si svolgeva in sala proiettandoli, liberi di muo-versi senza cavi, nella mera-viglia della realtà virtuale immersiva. Un’esperienza unica e indimenticabile!Nell’Expo di Labenergie, realizzato con i contenuti dell’associazione Paea, è sta-to possibile, invece, trovare le risposte alle domande fre-quenti su risparmio energe-tico, bioedilizia, risparmio

idrico. Dalla “valigia dell’a-bitante ecologico” ai diversi tipi di pannelli fotovoltaici, dagli isolanti naturali alla cucina e al forno solare: la mostra, visitabile in gruppi accompagnati da un forma-tore, è stata l’occasione di un primo approfondimento sul “tema energia”, un'esperien-za particolarmente apprezza-ta dalle famiglie.L’area di Village Energique dedicata alle prove “sul cam-po”, la Labenergie Experi-menta, sviluppata in collabo-razione con il Coa di Finaosta (Finanziaria Regionale) e l’Isiltp di Verrès (Istituto tecnico superiore), è stata ri-servata proprio al contatto diretto con l’energia, i suoi fenomeni, le sue applicazio-

ni. Dai generatori biologici di energia al kit per lo studio dell’auto a idrogeno, dal mo-dello funzionante di turbina idraulica alla costruzione delle ruote ad acqua, fi no al test dello zaino solare e alla laser cut in azione: ogni tavo-lo ha rappresentato una fonte di conoscenza.Al Village Energique ha tro-vato anche spazio la mobili-tà, soprattutto grazie all’E-biketour test, svoltosi sotto la guida di Maestri regionali di mountain bike, che hanno contribuito a far conoscere le qualità delle bici a pedala-ta assistita che in tantissimi hanno potuto provare, gra-tuitamente, su di un percor-so appositamente studiato; erano presenti anche i mono-pattini elettrici, disponibili gratuitamente per una prova, nella pista dedicata. Inoltre

sono stati organizzati dei tour guidati, sempre in sella a biciclette elettriche, della città di Aosta, seguendo il percorso dell’acqua dei vec-chi “ru” cittadini.Il Village Energique rappre-senta in concreto la volontà del Gruppo CVA di investire sul territorio in termini di sensibilizzazione verso la lot-ta al cambiamento climatico e la sostenibilità; aspetto che è sentito particolarmente dal Gruppo che ha appena pub-blicato il suo primo Bilancio Sociale.Inoltre, Village Energique ha ospitato il prequel dell'e-TOUR della Valle d’Aosta, progetto che prevede, tra i partner, anche il Gruppo CVA, al fi ne di promuovere il tema della mobilità sosteni-bile all’interno del territorio regionale.

Un e-TOUR attraverso la Valle d'Aosta

Il progetto di comunicazione, curato da Urban Con-test, brand ideato dall'agenzia di comunicazione 21 grammi, prevede un Road Show a bordo di un’auto elettrica, della durata di 12 mesi, che attraverserà la Valle d’Aosta.Battezzato "e-TOUR", l'iniziativa patrocinata dalla Re-gione Valle d’Aosta e sostenuta dal Gruppo CVA, mira a promuovere in Italia e all’estero la Valle d’Aosta, come nella Europea Green ed Eco-sostenibile, a partire dalla mobilità fi no all’off erta territoriale degli operatori turi-stici e dei suoi prodotti di eccellenza. L'obiettivo infatti è quello di far conoscere sempre di più il territorio val-dostano con le sue peculiarità, mostrando nel contempo come sia possibile fare turismo in modo sostenibile, at-traverso una serie di tappe che toccheranno le principali mete turistiche e le iniziative folkloristiche che più con-notano la realtà della Regione.L'e-TOUR è inteso anche come mezzo per comunicare l’importanza dell’attenzione all’ambiente sia ai cittadi-ni valdostani che ai turisti, attuando una campagna territoriale di sensibilizzazione sui temi legati alla bio-edilizia, al risparmio energetico, alla conversione dei consumi da fonti fossili a quelle rinnovabili, e a tutte le politiche di sostenibilità ambientale che hanno nel pubblico i principali stakeholder.Per le sue caratteristiche, la Valle d’Aosta è candidata ad essere al primo posto tra le realtà italiane destinate a raggiungere una visione condivisa di responsabilità per le generazioni future e per dimostrare un impegno concreto nella lotta al cambiamento climatico.

Una realtà in espansione

Il Gruppo CVA rappresenta una realtà importante nel pa-norama italiano ed europeo delle aziende che producono energia utilizzando acqua, sole e vento. Seguendo una stra-tegia di sviluppo attenta e mirata, CVA ha ampliato negli anni il suo perimetro produttivo, inizialmente identifi cato con la Valle d’Aosta, ad altre regioni italiane. Nato nel 2000, il Gruppo CVA ha raccolto l’eredità dell’inte-ra infrastruttura idroelettrica di Enel in Valle d’Aosta. Oggi è il fornitore di riferimento in Valle d’Aosta e una delle più importanti realtà italiane nel settore della green energy. Le attività del Gruppo coprono tutta la fi liera dell’energia: • attraverso la capogruppo CVA S.p.A., Valdigne Energie, CVA Vento e Wind Farm Monteverde nel 2018 sono sta-ti prodotti oltre 3 miliardi di kWh esclusivamente da fonti rinnovabili; • CVA Trading vende la sua energia a circa 90.000 clienti in tutta Italia;• Deval distribuisce in più di 130.000 punti di consegna, per mezzo di una rete di linee elettriche lunga circa 4.100 chilometri. CVA, in parte minore, opera anche nel settore del teleri-scaldamento con due partecipate, Téléchauff age Aoste e Le Brasier. Tutto questo attraverso una struttura composta da cinque società controllate e due collegate. Il Gruppo ha chiuso il 2018 con un margine operativo lordo pari a 141 milioni di euro, in crescita del 16,5% rispetto al 2017.

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13Guida RegioniScenariLunedì 23 Settembre 2019 Valle d'Aosta

■ CVA / Compagnia Valdostana delle Acque raff orza la sua immagine riservando una particolare attenzione all’ambiente e al territorio

Perché studiare i cambiamenti climatici è importanteLe risorse naturali sono fondamentali per la produzione di energia idroelettrica, pulita e sostenibile

Il futuro del pianeta e dell’am-biente è strettamente legato

ai cambiamenti climatici. La temperatura della terra gioca un ruolo determinante, per questo diventa cruciale agire per regolare le attività umane che possono determinarne l’aumento, anche attraverso la decarbonizzazione del settore energetico, responsabile per circa il 40% delle emissioni globali. I ghiacciai valdostani, per esempio, producono ogni anno circa 5 milioni di m3 d’acqua, e rappresentano una fonte preziosa per la produzione di energia idroelettrica per CVA durante le stagioni più calde e secche.CVA partecipa allo studio del cambiamento climatico anche prendendo parte alla Cabina di Regia dei Ghiacciai Valdostani, ente fi nalizzato alla ricerca, ge-stione territoriale e salvaguar-dia di questo patrimonio. Le attività di rilievo comprendono misurazioni e monitoraggi fo-tografi ci per documentare la ri-duzione di massa dei ghiacciai.Lo studio dei cambiamenti cli-matici in ambiente alpino e del ritiro dei ghiacciai permette di valutare gli impatti e studiare sistemi di adattamento del si-stema idroelettrico in vista del-la futura potenziale transizione dei bacini alpini da un regime idrologico prettamente nevoso a uno più pluviale. Il posizionamento degli im-pianti di CVA in territori diffi -cilmente accessibili e scoscesi li espone in maniera signifi cativa ai rischi collegati ai fenomeni di dissesto idrogeologico, in particolare le inondazioni.Il pericolo derivante da tali fe-nomeni riguarda in primis gli operatori degli impianti e le popolazioni insediate in prossi-mità degli stessi: per il Gruppo è fondamentale monitorare il livello di rischio e poter preve-dere gli eff etti nel caso in cui si verifi casse l’evento calamitoso.Da oltre dieci anni, CVA parte-cipa a un progetto di gestione del rischio idrogeologico, insie-me agli enti locali e collabora alla previsione dei fenomeni

meteorologici estremi e alla defi nizione di modelli operati-vi da attivare in caso di emer-genza. Nello specifi co, CVA coopera anche con l’Arpa regionale al calcolo annuale dello Snow Water Equivalent (SWE), alla valutazione degli apporti alle dighe a esso riconducibili e all’approfondimento degli eventuali impatti del riscalda-mento globale.Lo Swe è l’unità di misura in-ternazionale per indicare lo spessore dello strato d’acqua derivante dalla fusione di un volume di neve: un parametro utilizzato dai bollettini meteo di tipo professionale per quan-tifi care le riserve idriche dispo-nibili “congelate” nella neve o nel ghiaccio.La neve accumulata in quota durante l’inverno, che si scio-glierà gradualmente durante il periodo estivo, è un importante bacino naturale per l’accumulo e progressivo rilascio della ri-sorsa idrica.

Il Defl usso Minimo Vitale (DMV), più recentemente ri-nominato Defl usso Ecologico, garantisce il mantenimento dei naturali processi biologici e fi sici dell’ecosistema fl uviale ed è disciplinato dalla norma-tiva nazionale e quantifi cato in ambito regionale. Il prelievo di acqua da parte di CVA avviene sempre nella quantità defi nita dalla concessione, quindi è re-stituita a valle dopo essere stata

turbinata nel rispetto dei limiti prescritti.Per la verifi ca della qualità dei torrenti e del mantenimento della qualità degli habitat na-turali, il Gruppo si avvale delle competenze e delle conoscenze della Regione e di altri enti ra-dicati sul territorio locale. Le dighe di CVA custodiscono un immenso patrimonio idri-co: la loro capacità di invaso supera infatti i 128.600.000

m3, circa la metà del consumo medio di acqua giornaliero di tutto il Paese. Questi invasi artifi ciali svolgono un ruolo chiave, proteggendo il territo-rio attraverso la laminazione delle piene, con la regolazione dei fl ussi e garantendo una mi-gliore distribuzione dell’energia nel corso dell’anno. Le opere di CVA si inseriscono in un contesto caratterizzato da una preziosa fl ora e fauna loca-le. Per questo motivo, la gestio-ne degli impianti comporta il rispetto di rigorose procedure ambientali e dell’iter autoriz-zativo degli impianti di energia rinnovabile.

La diga di Beauregard, seconda diga più grande della Regione, costituisce un capitolo a sé nel-la storia dell’idroelettrico val-dostano. Tra il 2011 e il 2015, CVA ha realizzato un interven-to di riduzione dell’altezza di 52 metri di diga (che oggi misura 20 metri fuori terra), per mi-gliorarne le condizioni statiche e riaprire la vista della vallata e delle creste montuose. Oggi la diga ha acquisito una nuova dimensione ed è un’opera ar-moniosamente inserita nel pa-esaggio della Valgrisenche. Lo sbarramento è percorribile in macchina o a piedi e off re una vista splendida su tutta la valle.

Oggi il settore energetico è sottoposto a una grande spinta verso l’innovazione

e si presenta in rapido mutamento, grazie alla crescente integrazione di fonti rinnova-bili e allo sviluppo tecnologico dei sistemi di accumulo e dei dispositivi di automazione. Il gruppo promuove attraverso CVA 2022, un impegnativo programma di innovazione che comprende iniziative sperimentali e di open innovation, sfruttando i vantaggi di nuove tecnologie e digitale e sostenendo la collabora-zione tra attori con diverse competenze e tra loro complementari. Nel corso del 2018, CVA ha attivato due pro-getti di sperimentazioneper studiare la fattibilità delle comunità ener-getiche sia in ambito residenziale che in area industriale, dove il consumo di energia può raggiungere anche i 10 GWh all’anno. I bene-fi ci sulla economicità, sostenibilità e sicurezza energetica sono perseguiti tramite l’ottimiz-zazione dell’utilizzo delle fonti rinnovabili e l’applicazione di misure di effi cienza. I progetti, realizzati in collaborazione ri-spettivamente con il Politecnico di Torino e

il Politecnico di Milano, sono fi nalizzati alla riduzione della spesa degli utenti e al miglio-ramento della qualità della fornitura. Sul fronte della mobilità elettrica, nell’ottica di favorire lo sviluppo di una mobilità pulita e sostenibile, il Gruppo CVA ha scelto di con-tribuire con l’installazione di infrastrutture di ricarica. Per la realizzazione di 250 nuove colonnine e la sperimentazione di tecnologie innovative di Vehicle to Grid, CVA ha scelto di avvalersi delle competenze di Be Charge, con cui ha siglato un accordo di partnership. Tra i luoghi già identifi cati con le autorità locali per la posa delle colonnine, vi è il piaz-zale di partenza della funivia Skyway Monte Bianco: un complesso ingegneristico, inaugu-rato nel giugno 2015, di grande attrattività turistica. Permette infatti di arrivare a oltre 3.400 metri di altezza, da dove si gode di un panorama mozzafi ato sulle vette.CVA, inoltre, proprio con Skyway sta intra-prendendo un percorso di collaborazione per il prossimo triennio per il lancio di un hashtag #savetheglaciers che sarà collegato a una serie di iniziative di sostenibilità ambientale legate

appunto alla salvaguardia dei ghiacciai. Nel 2019 l’iniziativa, che si svolgerà nel prossimo ottobre, sarà quella di ripulire il ghiacciaio del Monte Bianco dai resti delle strutture dismes-se dello sci estivo non più esistente da anni.Circondato dai quattro massicci montuosi più alti d’Italia e con un’altezza media di oltre 2.100 metri, le caratteristiche fi siche del ter-ritorio regionale in cui opera CVA rendono necessarie tutele specifi che per gli operatori addetti ad attività di manutenzione e control-lo, aiutati da oltre 1.200 strumenti installati per il tele-monitoraggio delle opere civili. Per il controllo delle condotte d’acqua diffi cilmente raggiungibili, quasi verti-cali e inserite su pareti rocciose, CVA ha preso in considerazione l’utilizzo di droni telecomandati. A tal fi ne ha avviato una partnership con la startup milanese DRB (Drone Radio Beacon), spin-off del Poli-tecnico di Milano, con cui sperimentare l’utilizzo di sonde per la misurazione dello spessore delle condotte e la registrazione di video per un confronto nel tempo delle loro condizioni.

Verso un nuovo paradigma

Una realtà presente su tutto il territorio nazionale

È bene sottolineare che, pur essendo un operatore con una forte connotazione re-gionale, CVA opera su tutto il territorio nazionale. Proprio le sue radici, intrecciate con una realtà locale come quella valdosta-na, fanno sì che l’azienda presti grande at-tenzione alla condivisione del valore creato dal Gruppo con le persone che lo compon-gono, la vera energia dell’azienda, anche per mezzo di servizi di welfare; inoltre con i clienti, sempre più al centro del processo di formulazione dei servizi, e, in maniera più estesa, con la comunità, favorendo lo sviluppo del tessuto culturale e sociale. L'attenzione alla sostenibilità fa il paio con la natura stessa dell'azienda, che produce energia elettrica esclusivamente da fonte rinnovabile, che viene venduta in tutta Italia con la società CVA Trading. Ai clienti business, per la maggior parte al di fuori della Valle d’Aosta, è ricon-ducibile infatti più del 95% dell’energia venduta nel 2018. Ma sono presenti anche off erte alla casa, alle piccole Partite IVA, agli usi condominiali. Per il 2018, i clienti domestici rappresen-tano l’89% delle utenze servite: la quasi totalità di essi è valdostana, ma l’intenzione è quella di espandere anche il mercato retail in tutte le regioni d’Italia. CVA dialoga con i propri clienti, per tutte le richieste di informazioni, per i passaggi di for-nitura e per la gestione delle proprie utenze, attraverso un numero verde dedicato, gestito da personale interno, e 4 sportelli territoriali aperti anche in orario continuato e suddivisi nelle diverse zone della Valle d’Aosta.

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14 Guida RegioniScenari

Lunedì 23 Settembre 2019Liguria

■ REGIONE LIGURIA / La crescita di questi anni sta disegnando una Liguria diversa, in grado di esprimere tutte le sue potenzialità

Liguria, obiettivo crescitaAl centro dell'azione amministrativa della Giunta Toti lo sviluppo economico, le opportunità per i giovani, la semplifi cazione

Il Growth Act

È una legge quadro che più di altre rappresenta

il programma della Giunta regionale ligure guidata dal Presidente Toti, insediata nel 2015. Ha segnato una svolta all'insegna della crescita eco-nomica, della sburocratizza-zione e della semplifi cazione fi scale e ha permesso di in-tegrare e coordinare tra loro provvedimenti su diverse materie, dall'urbanistica alle infrastrutture, dalla forma-zione al turismo. Attraver-so un nuovo strumento, il Fondo Strategico Regionale, ha aperto bandi rivolti alle imprese, ai giovani, all'in-novazione, all'entroterra e ad altri settori, scegliendo ogni anno gli obiettivi più idonei a rilanciare l'economia del territorio. Il fondo strategico ha permesso di mettere a si-stema diverse fonti di fi nan-ziamento: oltre alle risorse statali e comunitarie, anche le economie derivanti dalla valorizzazione di patrimonio regionale non destinato a fi ni istituzionali. La crescita di questi anni sta disegnando una Liguria diversa, che punta sul turi-smo, sull’innovazione tec-nologica, sul superamento dei problemi infrastrutturali che per molto tempo han-no impedito al territorio di esprimere tutte le sue poten-zialità. Nel Growth Act sono stati inquadrati molti prov-vedimenti epocali, come il Piano Casa che sta rilancian-do il settore edile puntando su ristrutturazione, riuso e dislocazione e preservando il territorio da ulteriore con-sumo di suolo; l’esenzione dall’Irap per cinque anni, nel

2016, delle imprese di nuova creazione guidate da giovani under 35, misura che verrà riproposta nel 2020; i proto-colli di intesa sull’economia del mare che stanno metten-do a sistema diverse eccellen-ze regionali che ruotano in-torno al mare come risorsa.

Il sostegno al commercioPer il sostegno delle piccole e medie imprese del commer-cio sono attivi diversi bandi con tempistiche e fi nalità di-verse, per uno stanziamento complessivo di 8,2 milioni. La parte più cospicua, 5 milioni, fi nanzia un bando per con-tribuire agli investimenti nel piccolo commercio, aperto dal 16 settembre e attivo fi no al 27 dicembre. Stesse scaden-ze temporali per il bando ri-volto agli esercizi pubblici che somministrano alimenti e bevande: 1,7 milioni le risorse a disposizione per il sostegno del circolante. Dallo scorso 1 luglio i consorzi di gestione dei mercati comunali pos-sono presentare le domande per richiedere contributi di partecipazione a interventi di riqualifi cazione dei mercati comunali coperti, per i quali sono stati destinati 1,5 milio-ni. Tutte queste misure sono pensate per raff orzare i pre-sidi commerciali e ottenere un eff etto moltiplicatore degli investimenti.

Gli aiuti alle impresecolpite dall’emergenzadel Ponte MorandiIl coinvolgimento di banche e confi di è alla base del succes-so di una misura fondamen-tale per il territorio genovese segnato, in questo ultimo anno, da una grave emergen-

za che ha messo in diffi coltà molte imprese. Il Fondo di Garanzia “Emergenza Ponte Morandi” è stato pensato per le imprese di micro, piccola e media dimensione che sono escluse dai criteri del De-creto Genova e che tuttavia hanno subito danni a seguito del crollo del ponte certifi cati dalla Camera di Commercio. Se, a seguito dell’emergenza, hanno chiesto un fi nanzia-mento del valore compreso tra i 10mila e i 180mila euro, possono fare domanda per l’attivazione di una garan-zia diretta fi no all’80% del fi nanziamento concesso da una banca convenzionata, oppure per la concessione di una controgaranzia, sem-pre in misura dell’80%, ad una garanzia rilasciata da un sistema di confi di con-venzionato per un fi nanzia-mento concesso da parte di una banca convenzionata. Le adesioni sono state molte, al punto che la Giunta ha pro-rogato la scadenza, che era inizialmente al 30 settembre, fi no al 31 dicembre, aggiun-gendo 1 milione di euro ai 2 milioni iniziali.

Cento posti letto a due euroal giorno per studentiuniversitariPer favorire l'arrivo degli studenti universitari da fuo-ri regione o dalle province di La Spezia e Imperia, Re-gione Liguria ha messo a di-sposizione cento alloggi per chi si iscrive all'Università di Genova (o a corsi di alta formazione artistica AFAM e musicale o agli istituti tecnici superiori ITS) nell'anno ac-cademico 2019/2020 al costo simbolico di due euro al gior-

Specializzarsi per competere:la Liguria sostiene i giovani laureati

I laureati liguri che si iscrivono a master di primo e di secondo livello, o a corsi di alta formazione, possono richiedere fi no al 31 dicembre di quest'anno voucher fi no all'im-porto di 7800 euro (per chi vuole iscriversi a un master) o di 3900 euro (per chi sceglie un corso di alta formazione della durata minima di 200 ore). Lo stanziamento, dal Fondo sociale europeo, ammonta a 2.350.000 euro e rientra nell'ambito del Pacchetto Giovani nel quale Regione Liguria sta riunendo gli strumenti che mette a disposizione per aiutare i giovani nell'acquisizione della competitività necessaria per entrare nel mercato del lavoro. Possono richiedere il voucher i giovani laureati con laurea triennale o specialistica fi no ai 35 anni di età. Devono essere già ammessi o iscritti al master o al corso di alta formazione; oppure una dichiarazione di interesse all'iscrizione che deve essere poi seguita da documentazione adeguata entro 15 giorni dall'eff ettiva iscrizione.Verrà formata, al termine del periodo per la presentazione delle domande, una gra-duatoria che terrà conto di alcune priorità: laureati che decideranno di seguire un master o un corso di alta formazione realizzati in Liguria; che decideranno di seguire un master o un corso di alta formazione nelle materie delle scienze della vita, della tecnologia del mare e della sicurezza e della qualità della vita nel territorio; che vi-vono nelle aree interne del territorio regionale. I termini per la presentazione delle domande potranno essere riaperti , nel caso alla data del 31 dicembre non siano stati esauriti i fondi a disposizione.

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15Guida RegioniScenariLunedì 23 Settembre 2019 Liguria

Il patto per il lavoro nel turismo:una risposta concreta alla precarietà degli stagionali

Lo scorso maggio è stato rinnovato il patto per il lavoro nel turismo tra Regio-ne, organizzazioni sindacali ed enti datoriali. Il precedente aveva esaurito i 3 milioni disponibili dal fondo FSE, erogando bonus assunzionali per oltre mille contratti della durata minima di otto mesi. Scopo della misura, per la quale prossimamente sarà disponibile un nuovo bando, è incentivare la destagiona-lizzazione delle attività turistiche (non solo alberghi ma anche bar e ristoranti) e dare più stabilità ai lavoratori stagionali che, con otto mesi di contratto, rag-giungono il requisito per ottenere l’indennità (NASPI) nei mesi restanti. Oltre ai bonus già previsti dal bando del 2018 (3000 euro per il datore di lavoro che fa un contratto di almeno otto mesi, 6000 euro per chi fa un nuovo contratto a tempo indeterminato) il patto del 2019 ha introdotto un livello intermedio: 4000 euro per contratti a tempo determinato di almeno nove mesi. Il nuovo bando varrà anche per contratti già in essere di sei mesi che il datore di lavoro voglia estende-re ad almeno otto. Previste alcune premialità: 10% per chi proviene da famiglia che percepisce reddito di cittadinanza, 25% per persone inserite in progetti di inclusione sociale, 10% se l'impresa è nel registro dei datori socialmente respon-sabili o è autorizzata per marchi di origine e qualità disciplinati da Regione.

no, più le utenze. Gli alloggi sono di proprietà di Arte (l'azienda territoriale per l'edilizia pubblica), dell'Isti-tuto Brignole e del Comune di Genova e sono dislocati in diverse zone della città pros-sime alle sedi delle diverse facoltà. Le domande saranno accolte fi no all'esaurimento dei posti disponibili. Verrà data priorità agli studenti di-plomati nell’anno scolastico 2018/2019 negli istituti sco-lastici secondari di II grado italiani che si iscrivono al primo anno.

Gli aiuti perla prima infanziaIl grande riscontro otte-nuto dai voucher nido nel 2018 ha portato la Giunta regionale a reiterare la mi-sura anche per quest'anno. Sono a disposizione oltre 3 milioni dal Fondo Sociale Europeo che verranno as-segnati dopo la formazione di due distinte graduatorie a seconda delle fasce di red-dito dei richiedenti (fino a 50mila euro di Isee e fino a 20mila euro di Isee). I vou-cher per gli asili nido hanno lo scopo di abbattere i costi di iscrizione e frequenza ai servizi pubblici o privati ac-creditati e parificati, come centri bambine e bambini, servizi educativi domici-liari e sezioni primavera. I richiedenti devono essere residenti in un comune li-gure e, al momento della domanda, l'iscrizione all'a-silo nido deve essere già stata perfezionata. Il bando rimarrà aperto fino al 31 maggio 2020, salvo esau-rimento delle risorse, in modo da consentire anche ai genitori dei nuovi nati di beneficiare della misura seppure per pochi mesi: si copre in pratica tutto il pe-riodo consueto di apertura di questa tipologia di servi-zi per la prima infanzia, ri-conoscendone l'importanza essenziale per le famiglie che hanno figli o prevedono di averne.

Incentivi per la rottamazione di motoveicoli e ciclomotori Euro 0 e 1Alcune delle zone urbane liguri (Genova e La Spezia in particolare) stanno av-viando restrizioni alla cir-colazione dei veicoli a due ruote più vecchi, che hanno un maggiore impatto am-bientale. Sono molti: Geno-va in particolare è una delle città europee con il maggior numero di motoveicoli in percentuale alla popolazio-ne residente, e si stima che siano oltre 25.000 i mezzi più vecchi che potrebbero essere rottamati e che non hanno i requisiti per essere classifi -cati come moto d'epoca. Per facilitare la rottamazione e il passaggio a mezzi in linea con gli standard europei più avanzati per la riduzione dei gas di scarico, Regione Li-guria nella legge fi nanziaria di quest'anno ha previsto un'esenzione dalla tassa re-gionale su motoveicoli e ci-clomotori per l'anno 2020 in caso di acquisto di un nuovo mezzo a seguito di rottama-zione di un altro a Euro 0 o Euro 1. Un'agevolazione che si sommerà ad altri vantaggi e servizi che i diversi comuni stanno mettendo in campo con la stessa fi nalità. Il Co-mune di Genova, in partico-lare, prevede contributi per

l'acquisto di mezzi nuovi e ha stipulato una convenzione con un’azienda specializzata per un servizio di scooter sharing, che è stato avviato all'inizio di settembre.

Esenzioni Irap pergli imprenditori under 35Una buona opportunità at-tende i giovani imprenditori liguri sotto i 35 anni di età che nel corso del 2020 avvie-ranno una nuova impresa: come già nel 2016, primo anno del Growth Act, è stata riproposta l'esenzione dall'I-RAP, l'imposta sulle attività produttive, per i primi cinque anni di attività. La misura è prevista nel documento di economia e fi nanza regionale 2020-2022 e riguarda le nuo-ve imprese commerciali, ma-nifatturiere, edili, le startup che implementano attività di ricerca e sviluppo, le imprese turistiche che danno servi-zi di alloggio e ristorazione. Un'opportunità in più che va a sommarsi alle altre misure previste dal Por Fesr per l'av-vio di impresa, per concen-trare le energie nei primi anni nello sviluppo dell'attività.

Promozione e sviluppodell'agricoltura socialeAncora pochi giorni per una misura importante e strate-gica per l'agricoltura ligure,

già prorogata a luglio e ora in scadenza al 30 settembre. La misura "Aiuti per la promozio-ne e lo sviluppo dell'agricoltu-ra sociale" del PSR 2014-2020 sostiene progetti di coope-razione tra settore agricolo e settore sociale per promuove-re l'agricoltura sociale in Li-guria. Si punta allo sviluppo di pratiche agricole sostenibili sia per l'ambiente sia per le co-munità rurali e a creare nuova occupazione. Le risorse a di-sposizione ammontano a 1,72 milioni di euro che verranno assegnati in seguito alla for-mazione di una graduatoria. I gruppi di cooperazione che stanno presentando le doman-de sono composti da almeno due soggetti, di cui almeno uno opera nella fase di pro-duzione primaria; presenta un progetto di cooperazione non da sviluppare, ma immediata-mente operativo, che compor-ta l'inclusione di persone in condizione di svantaggio o in condizioni di disagio.

Il codice identifi cativo per gli appartamenti a uso turisticoIn Liguria aumenta il movi-mento turistico e parallela-mente aumenta sul territorio l'off erta di ospitalità alternati-va a quella tradizionale alber-ghiera e anche ad altre forme ormai consolidate, come l'a-griturismo e il bed and brea-

kfast. Molti privati mettono a disposizione appartamenti ammobiliati, in genere secon-de o terze case che vengono affi ttate ai turisti per periodi più o meno lunghi soprattut-to d'estate ma anche in altre stagioni. Per censire questa off erta in costante aumento, controllarne la qualità, l'ade-renza a standard minimi ed evitare esperienze spiacevoli ai turisti, Regione Liguria ha introdotto un codice identi-fi cativo, denominato "Citra" (codice identifi cativo turistico regionale degli appartamenti a uso turistico), che dal 1 agosto scorso deve essere usato obbli-gatoriamente nelle iniziative di pubblicità, promozione e commercializzazione dell'of-ferta su qualsiasi mezzo di comunicazione e diff usione. Il codice certifi ca un controllo da parte di Regione e comuni ed è dunque una garanzia per i turisti e i visitatori che deci-dono di passare un periodo di vacanza in Liguria.

Misure per il rilancio delle at-tività economiche nel savone-se e nella zona franca urbana di VentimigliaDue aree del territorio ligure sono oggetto di due misure dedicate per il rilancio delle attività economica. La prima è il savonese, riconosciuta come area di crisi industria-le complessa; la seconda è la ZFU (Zona Franca Urbana) di Ventimiglia, colpita da crisi diff usa delle attività produttive. Il fondo per il sostegno a pro-grammi di investimento e di sviluppo delle attività delle piccole e medie imprese nel savonese, nell'ambito dell'as-se 3 del Por Fesr, fi nanzia i programmi di investimento diretti al raff orzamento del tessuto produttivo e alla sal-vaguardia dei livelli occupa-zionali. Comprende 21 comu-ni della provincia di Savona ed è destinata a micro, piccole e medie imprese in forma singola o associata in diversi settori di attività. Le risor-se disponibili ammontano a

12,5 milioni, la scadenza per la presentazione delle doman-de è il 30 settembre.Per Ventimiglia le risorse, sempre dall'asse 3 del Por Fesr, ammontano a 4 milio-ni di euro. L'agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto nella misura del 50% delle spese ammissi-bili (opere edili e impiantisti-che, acquisizione di impianti produttivi e beni mobili, programmi informatici o prestazioni consulenziali). Il contributo massimo conce-dibile è pari a 50mila euro e l'investimento ammissibile agevolabile non può esse-re inferiore a 10mila euro. Anche per Ventimiglia sono destinatarie le micro, picco-le e medie imprese in forma singola o associata, compresi in questo caso ambulanti e professionisti. La scadenza per la presentazione delle do-mande è al 31 ottobre.

L'elenco deglioperatori sociosanitariL'OSS, operatore sociosanita-rio, è una fi gura sempre più importante nell'assistenza sanitaria. In Liguria, in par-ticolare, il piano sociosani-tario approvato nel 2017 pre-vede (oltre al mantenimento dei presidi ospedalieri sul territorio e alla realizzazio-ne di tre nuovi grandi poli ospedalieri) una maggiore integrazione tra ospedale e territorio, verso una sani-tà sempre più a "chilometro zero". Per questo la fi gura dell'OSS è sempre più pre-sente nei diversi progetti e Regione Liguria ha istituito nel luglio scorso, in base alla legge approvata nel 2018, il registro degli operatori so-ciosanitari e l'elenco degli enti formativi e dei corsi au-torizzati per la loro formazio-ne. La presenza nel registro, pur non costituendo un re-quisito per l'esercizio dell'at-tività, rappresenta un utile ausilio orientativo rispetto al reale possesso della qualifi ca, a tutela delle persone assistite e della categoria stessa.

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16 Guida RegioniScenari

Lunedì 23 Settembre 2019Emilia Romagna

■ REGIONE EMILIAROMAGNA / Avviati numerosi progetti all’avanguardia sui temi del supercalcolo e dell’intelligenza artifi ciale a livello internazionale

La Data Valley Europea e l’economia dei datiFondamentale la collaborazione tra soggetti pubblici e privati, regionali e nazionali, attivi nella ricerca e nell’innovazione

L’Emilia-Romagna pas-serà dalla 19a alla 5a

posizione nella classifica mondiale, diventando di fatto la Data Valley euro-pea. Già oggi si concentra qui il 70% della capacità di calcolo e di storage nazio-nale, con migliaia di ricer-catori coinvolti, grazie agli ultimi progetti strategici.Guida, con la Lombardia, la classifica italiana delle domande di brevetti in ma-teria di intelligenza artifi-ciale e machine learning. Le due regioni, insieme, coprono il 50% del totale, in un panorama naziona-le che, al contrario, risulta praticamente in fondo alla classifica europea. Un ri-sultato notevole, conside-rando la composizione del tessuto imprenditoriale lo-cale, prevalentemente fatto da piccole e medie imprese, che si trovano a competere con le grandi multinazio-nali straniere, veri player del settore.Un risultato frutto di una precisa politica a sostegno dell’economia dei dati, in-trapresa dal 2015 in poi. Il Governo regionale, infatti, ha avviato da tempo politi-che di attrazione di talenti e di investimenti pubblici e privati, per fare di Bologna e dell’Emilia-Romagna il baricentro internaziona-le per lo studio e le appli-cazioni in materia di Big Data e Intelligenza Arti-ficiale in aree strategiche per lo sviluppo economico e sociale, quali quelle pro-prie dell’impresa 4.0, della meteorologia e del cambia-mento climatico. Una strategia politica che arriva da lontano. Fin dalla metà degli Anni Sessanta si sono insediate qui im-portanti infrastrutture tecnologiche di rilevan-

za internazionale, quali il Cnaf-Infn - Centro Na-zionale di calcolo dell’I-stituto Nazionale di Fisica Nucleare, il Consorzio In-teruniversitario Cineca, il C.N.E.N., oggi Enea.Negli anni Ottanta-No-vanta Cnr, Infn, Cinecaed Enea hanno avviato ilnetwork Garr per la con-nettività tra i diversi sog-getti di ricerca. A Bolognaè nata Iperbole, la primarete civica in Italia e, nel2004, Lepida, lo strumen-to operativo per l’attua-zione dell’Agenda digitaleregionale e per lo sviluppotelematico della pubblicaamministrazione e del ter-ritorio.In Emilia-Romagna, quin-di, sono concentrate in-frastrutture, competenze eopportunità che fanno diquesta regione un riferi-mento internazionale per

le sfide attuali imperniate sulla capacità di estrarre valore dai dati.Oggi la community re-gionale in questi ambiti è costituita da numerosi soggetti pubblici e privati, regionali e nazionali, attivi nella ricerca e nell’inno-

vazione, che collaborano a progetti all’avanguardia sui temi del supercalcolo e dell’intelligenza artificiale a livello internazionale.La collaborazione tra ri-cerca e imprese si è concre-tizzata nella realizzazione della rete dei Tecnopoli, 10 infrastrutture dislocate in 20 sedi sul territorio, e, negli ultimi anni, nell’av-vio dei Clust-Er, comunità che coinvolgono circa 500 soggetti pubblici e privati (centri di ricerca, imprese, enti di formazione), che condividono competenze, strumenti e risorse per fa-

vorire il posizionamento e la competitività dei siste-mi produttivi più rilevanti dell’Emilia-Romagna. Tra questi, svolge un ruolo ri-

levante l’Associazione Big Data, costituita nel 2018 tra 14 soggetti anche na-zionali che hanno sede in Emilia-Romagna, con at-

tività rilevanti nell’ambito delle infrastrutture e della ricerca su Big Data, intel-ligenza artificiale e super-calcolo.

L’Emilia-Romagna si appresta a diventare il cuore europeodei sistemi di supercalcolo e Big Data e driver del paese su

alcune grandi sfi de: cambiamento climatico, medicina persona-lizzata e predittiva, sviluppo di nuovi materiali, gestione della mobilità e della logistica. Una concentrazione di infrastrutture, competenze e potenza di calcolo unica a livello nazionale con pochissimi eguali al mondo che ha visto negli ultimi anni strategiche nuove acquisizioni.Prima fra tutte il Data Center del Centro Europeo per previsioni meteorologiche di medio termine (Ecmwf) che, in base agli ac-cordi internazionali ratifi cati nel dicembre del 2017, si insedierà al Tecnopolo di Bologna nel 2020, grazie a un investimento di 52 milioni di euro, fi nanziati con risorse nazionali, regionali ed europee. Grazie a una partnership Cineca-Infn presso il tecnopolo di Bolo-gna ex Manifattura Tabacchi, sarà localizzato, inoltre, Leonardo, uno dei tre supercomputer di prossima generazione (pre-exasca-le), cofi nanziati dall’Unione Europea nell’ambito del Joint Under-taking EuroHPC del valore di 120 milioni di euro.Ancora in questa sede verranno collocate l’Agenzia nazionale per la meteorologia e climatologia Italia Meteo, le bio-banche dell’Istituto Rizzoli, centro mondiale della ricerca sulle protesi ossee, sui materiali biocompatibili, sui sensori e sulle connessioni neurali, oltre ad Arpae, l’agenzia per l’ambiente dell’Emilia-Ro-magna. Sempre al Tecnopolo ex Manifattura Tabacchi troverà spazio anche il Competence Centre industria 4.0 BI-REX per

l’applicazione dei Big Data nel manifatturiero.Inoltre, a seguito dell'approvazione, nel giugno scorso, della legge regionale, è stato dato il via defi nitivo alla Fondazione Big Data for Human Development, costituita da istituzioni scientifi che re-gionali, nazionali, internazionali e imprese per attrarre talenti e investimenti sulle nuove tecnologia partendo dai soggetti che già operano all'interno dell'Associazione Big Data. L'obiettivo è sostenere la più ampia collaborazione con i grandi centri di ricerca di livello regionale, nazionale, europeo e inter-nazionale per promuovere la ricerca scientifi ca e le sue impli-cazioni interdisciplinari in materia di Big Data e Intelligenza artifi ciale. Si punta inoltra a elaborare scenari di medio e lungo termine sugli sviluppi delle scienze e delle tecnologie e racco-mandazioni di indirizzo nazionale e internazionale sul fronte della formazione superiore, della ricerca e dell’innovazione, con lo scopo di defi nire le politiche pubbliche in relazione ai temi del cambiamento climatico e dello sviluppo economico, sociale e umano. Vanno in questo senso i nuovi corsi universitari in in-gegneria dell'intelligenza artifi ciale, i nuovi dottorati di ricerca come quello della Fondazione Golinelli e i corsi in Big Data per tutti i neolaureatiInfi ne l’Emilia-Romagna parteciperà alla rete Nereus, la rete eu-ropea delle regioni che usano le tecnologie spaziali, anche in virtù dell’insediamento a Bologna della direzione del Cherenkov Tele-scope Array, il più grande osservatorio raggi gamma del mondo, progetto europeo che sarà avviato entro il 2020.

Hub europeo sulla conoscenzadei Big Data

In Emilia-Romagna sono concentrate infrastrutture, competenze e opportunità

che ne fanno un riferimento internazionale per le sfi de attuali imperniate sulla

capacità di estrarre valore dai dati

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17Guida RegioniScenariLunedì 23 Settembre 2019 Emilia Romagna

Per attuare questo imponente progetto strategico, determinante per il futuro economico e sociale del territorio e del paese, la

Regione Emilia-Romagna si è dotata di una legge ad hoc, approva-ta all’unanimità dal consiglio regionale lo scorso giugno, che rap-presenta in Italia il primo atto di orientamento strategico regionale in riferimento ai temi dell’economia dei dati. La legge riconosce la ricerca, l'innovazione, le alte competenze nell'ambito dei big data, dell'intelligenza artifi ciale, della meteo-rologia e del cambiamento climatico come leve strategiche per lo sviluppo economico e sociale e identifi ca azioni per sostenere la

creazione di nuove infrastrutture di ricerca, lo sviluppo di attività di ricerca collaborativa fra università, imprese e istituzioni, la for-mazione di alte competenze e la partecipazione a progetti e attività di livello nazionale, europeo e internazionale in grado di assicurare attrattività e sviluppo per la Regione Emilia-Romagna.È all’interno della legge che viene promossa, inoltre, la costituzio-ne della già citata Fondazione Big Data and Artifi cial Intelligence for Human Development, con il concorso dei soggetti dell'Asso-ciazione Big Data, ed è attraverso di essa che la Regione persegue gli obiettivi di sviluppo fi ssati nell'Agenda 2030 per lo Sviluppo

Sostenibile delle Nazioni Unite.Non solo. Nel maggio 2019, dalla fusione di Aster ed Ervet, la Re-gione ha costituito ART-ER Attrattività Ricerca Territorio, la nuo-va Società Consortile dell’Emilia-Romagna, per favorire la crescita sostenibile attraverso lo sviluppo dell’innovazione e della conoscen-za, l’attrattività e l’internazionalizzazione del sistema territoriale off rendo supporto e assistenza alla realizzazione di progetti di grande importanza strategica e promuovendo la partecipazione dell’ecosistema regionale dell’innovazione a reti nazionali, europee e internazionali.

L’Emilia-Romagna Data Valley europea: dopo la meccanica, la

motoristica, l’industria del benessere e l’agroalimentare, ormai settori storici dell’economia regionale, ora la Regione punta su asset intangibili come i Big Data. Ma quali sono punti di forza?"L'Emilia-Romagna è già la Data Valley italiana ed europea - dichiara Patrizio Bianchi, Assessore al coordinamento del-le politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ri-cerca e lavoro - Qui, ad oggi, si concentra il 70 per cento delle capacità di supercal-colo del Paese. Contribuiscono a questo primato Cineca, il consorzio che riuni-sce tutte le università italiane, l’Infn, sei università e tutti i grandi centri di ricer-ca nazionali. Non solo. Le nostre impre-se stanno guidando, insieme al sistema scientifi co, imponenti progetti europei in cui proprio la storia di industria mecca-nica si fonde con una cultura dei big data e dell’intelligenza artifi ciale. Un’impresa bolognese come Bonfi glioli Riduttori, per esempio, è capofi la di un grande progetto europeo sull'utilizzo dei big data applicati ai processi produttivi, e ai servizi ad essi collegati, che coinvolge grandi partner europei: si tratta di uno dei più impor-tanti progetti fi nanziati da Horizon 2020 a livello europeo, parliamo di 16 milioni di euro per un investimento totale di 20. Ricordo infi ne che in questi anni in Emi-lia-Romagna abbiamo costruito una rete regionale di Tecnopoli che unisce univer-sità, imprese, istituzioni e che costituisce quella fi tta maglia di educazione, ricerca, competenze su cui si deve costruire lo svi-luppo dell'intero Paese".L'avere lavorato per mettere insieme le università, i centri di ricerca, le imprese, le istituzioni ha già attirato sul territorio emiliano-romagnolo grandi investimenti da parte dell’Unione Europea"L'investimento più importante è rappre-sentato sicuramente dal supercomputer Leonardo, che verrà gestito da Cineca e Infn, il Centro Europeo per le previsioni climatiche a medio e lungo termine, che

nel 2020 trasferirà a Bologna il proprio data centre, cui si aggiungerà il centro di calcolo dell’Agenzia Italia Meteo - sottoli-nea l'Assessore Bianchi -. Da non dimen-ticare il Centro di coordinamento mon-diale del progetto Cherenkov Telescope Array, che riunisce il controllo di tutti i telescopi del mondo. Infi ne, ricordo i tan-ti investimenti che molte imprese multi-nazionali stanno realizzando in questo territorio. Il nostro obiettivo è costruire una grande infrastruttura di ricerca per lo sviluppo dell'intero Paese, una infra-struttura che permetta al sistema di ri-cerca nazionale di divenire il perno del sistema europeo e alle nostre imprese di essere pienamente integrate a livello eu-ropeo e globale".I Big Data rappresentano “il petrolio” del futuro. "La possibilità di disporre di grandi volumi di dati, che noi stessi pro-duciamo continuamente - spiega Bianchi -, permette non solo di ricostruire il pas-sato, ma anche di simulare ipotesi per il futuro, per esempio prevedendo i possibili punti di rischio di un sistema produttivo o di un grande stadio. Ma permette anche

di gestire la mobilità di un grande sistema urbano o verifi care i rischi cardiaci di una persona anziana, visti i suoi pregressi e simulando i possibili sviluppi delle sue pa-tologie. La metafora del petrolio è giusta, ma avere petrolio non vuol dire generare sviluppo. Anzi controllare il petrolio può voler dire anche non utilizzarlo oppu-re appropriarsene facendo aumentare le diseguaglianze. I dati possono essere un propellente per lo sviluppo, solo se vi sono persone che dispongono di tutte le compe-tenze per utilizzarli al meglio, nell'interes-se di tutti". Per questo la Regione Emilia-Romagna, grazie ad una legge ad hoc recentemente approvata all’unanimità, ha promosso una Fondazione internazionale Big Data e Intelligenza artifi ciale per lo sviluppo umano, "che dovrà proprio coinvolgere università, centri di ricerca, istituzioni, imprese nazionali ed internazionali per proiettare le nostre conoscenze scientifi che e le nostre capacità operative verso la ri-soluzione dei grandi problemi che oggi se-gnano la vita di milioni di persone in tutto il mondo".

Gli strumenti operativi della Regione sui Big Data: una legge ad hoc e la nuova società ART-ER

Patrizio Bianchi:"In Emilia-Romagna si concentra il 70 per cento delle capacità di supercalcolo del Paese"

Data Centre CINECA-INFN:il supercomputer Leonardo

Finanziato nell’ambito del progetto di Hpc exascale della Joint Undertaking Euro-HPC, il supercomputer Leonardo, chiamato così per il cinquecentenario del genio vinciano, è uno degli High Performance Com-puter di classe pre-exascale, computer più potente al mondo. Con i suoi 270 petafl ops, ovvero ben 270 milioni di miliardi di operazioni in virgola mobile al secondo, farà entrare Bologna e l’Emilia-Romagna nella rete europea di supercalcolo. La potenza di calcolo gene-rato dalla macchina sarà a disposizione degli istituti di ricerca, delle università, ma anche delle aziende, del Paese ospitante; la parte restante, invece, verrà utiliz-zata dai Paesi partecipanti alla Joint Undertaking.Il supercomputer potrà, per esempio, sviluppare ap-procci di medicina personalizzata e predittiva, potrà rendere più affi dabili le previsioni meteo e prevedere eventi naturali catastrofi ci. Renderà possibile lo svi-luppo di materiali sempre più tecnologici e la realiz-zazione di ricerche e prospezioni minerarie sempre più accurate, oltre che interventi nel campo della sicurezza nazionale/cybersecurity e dell’intelligenza artifi ciale.

Al top per brevettisull’intelligenza artifi ciale 49/40

Un recente studio realizzato da ART-ER e presentato lo scorso giugno all’interno di Research to Business, il Salone della Ricerca Industriale e delle competenze per l’innovazione, fotografa una realtà molto attiva e di-namica sul tema dell’intelligenza artifi ciale e sui Big Data che coinvolge sia gli ambiti scientifi ci che le im-prese. Tra il 2007 e il 2018, sono state realizzate 8.040 pubblicazioni scientifi che in tema di intelligenza ar-tifi ciale (8% del totale prodotto in Italia) e sono stati depositati il 12,9% di tutti i brevetti italiani. Nell’arco di tempo esaminato, imprese, ricercatori e tutti gli altri attori del sistema economico regionale hanno depositato 65 brevetti presso l'Uffi cio Brevet-ti Europeo (EPO) e partecipato a 49 progetti europei sull’intelligenza artifi ciale, l’11% di tutti quelli che hanno visto la presenza di almeno un'organizzazione italianaQuasi una pubblicazione su due (48,1%) tratta di ma-chine learning mentre poco più di un quinto (20,7%) approfondisce l’aspetto del computer vision. A seguire con percentuali via via più basse il knowledge repre-sentation and reasoning (14,3%), il natural language processing (5,9%) e il distributed artifi cial intelligence (5%).

Patrizio Bianchi, assessore al coordinamento delle politiche europee allo

sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro

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18 Guida RegioniScenari

Lunedì 23 Settembre 2019Marche

■ REGIONE MARCHE / Investimenti sulla formazione e sulle fi liere produttive: dal tessile-moda al legno, dall’edile della meccanica, dall’agroalimentare al turismo

Coniugare il presente con uno sguardo al futuroI risultati della programmazione FSE 2014-2020 premiano una Regione che punta su una riorganizzazione virtuosa delle risorse

"Sul fronte della pro-grammazione FSE

2014-2020 - dichiara l’as-sessore all’Istruzione, al Lavoro e alla Formazione Loretta Bravi - tutto l 'in-vestimento operato sulle filiere produttive fulcro della nostra realtà marchi-giana, dal tessile-moda al legno, dall’edile alla mec-canica, dall’agroalimenta-re al turismo, può essere considerato un progetto ambizioso, ma realistico, peraltro ancora in corso. Molto importanti anche le misure intraprese per l 'alta formazione, quelle per la creazione di impresa, che hanno permesso la costi-tuzione di 548 nuove realtà e di 1.362 assunzioni tra il 2016 e il 2018, e le oppor-tunità offerte per la ricollo-cazione dei disoccupati e la stabilizzazione dei precari. Ad oggi le assunzioni sono 392".Attualmente, secondo Lo-retta Bravi, le priorità per la Regione restano la for-mazione mirata e continua dei lavoratori occupati e disoccupati, il sostegno alla famiglia anche attra-verso i voucher per gli asili nido (773 nell’ultimo anno per un totale di 1,5 milio-ni), l ’accompagnamento al lavoro dei giovani favo-rendo una virtuosa colla-borazione tra mondo della scuola e aziende."Particolarmente impor-tanti anche le borse di stu-dio per dottorati innovati-vi ad indirizzo industriale - sottolinea l 'assessore -, in quanto contribuiscono a rafforzare le competen-ze dei giovani laureati e, soprattutto, consentono di mettere a punto processi e prodotti innovativi, fun-zionali al rafforzamento e alla crescita del sistema produttivo locale".Fra le altre iniziative che hanno coinvolto i giovani troviamo innanzitutto i progetti di orientamento. Nello specifico sono sta-te istituite le giornate re-gionali 'OrientaMarche' e territoriali nel corso delle quali i ragazzi delle scuole superiori hanno incontra-to le università, le imprese, i giovani imprenditori, iMaestri artigiani e hanno avuto l 'opportunità di in-formarsi sui percorsi for-mativi in Italia e all 'estero. "Un altro progetto che ha coinvolto i giovani è quello della creazione di impresa - aggiunge l 'assessore - che fa leva sull 'innovazione e lo

sviluppo, incardinandosi però molto spesso e fortu-natamente sulla tradizione dell 'operosità marchigia-na. Ultima, ma altrettanto importante la riforma del diritto allo studio che ha guardato ai giovani con due obiettivi: ampliare l 'of-ferta formativa e offrire un Welfare di accoglienza e sostegno allo studio equo e consistente, grazie al nuo-vo Ente regionale per il di-ritto allo studio, Erdis, che ha unificato gli ex Ersu dei quattro atenei marchigia-ni. Una riorganizzazione virtuosa dei servizi e del-le risorse che ha permesso l’erogazione delle borse di studio a tutti gli idonei be-neficiari e il sostegno con voucher all 'alta formazione e per i dottorati innovati-vi".Ma cosa si intende oggi con il termine "cultura d'im-presa"?"Il termine 'cultura' ha implicazioni forti - so-stiene Loretta Bravi. Non dimentichiamo che indica non tanto il sapere, ma un modo di essere: cultura di impresa non è dunque ri-ferirsi a un manager for-te, al profitto, ma indica un modo di lavorare, di progettare, di rispettare sé e gli altri e soprattutto implica una visione della realtà circostante, dei fab-bisogni e, come ci indicano molti dei nostri imprendi-tori, avere un radicamento sul territorio".La Regione Marche ha dato vita ad interventi molto si-gnificativi a sostegno del-le Pmi, fra cui gli avvisi sulle stabilizzazioni e gli incentivi alle assunzioni per un totale di 7,4 milio-ni di euro. "Le aziende, lo sostengo ripetutamente, sono interlocutori credi-bili e collaborativi. Quindi penso che il lavoro avviato con i tavoli territoriali per favorire l 'alternanza scuo-la lavoro, le sperimenta-zioni di apprendistato con sistema duale e il rafforza-mento degli Istituti Tecni-ci Superiori siano destina-ti a dare buoni frutti. Per i lavoratori in difficoltà è previsto invece un soste-gno all ’occupazione che passa attraverso azioni mirate di politiche attive. Altro intervento impor-tante, che ci vede ancora impegnati, è la riqualifi-cazione e il potenziamento dei Centri Impiego pubbli-ci, acquisiti a seguito del-la riorganizzazione delle

competenze in materia di mercato del lavoro, che la Giunta Regionale intende proiettare in maniera più specializzata verso le esi-genze delle imprese, recu-perandone pienamente la fiducia, anche nell ’inte-resse dei lavoratori in cer-ca di occupazione".Il modello produttivo dei distretti industriali è sem-pre stato alla base dello sviluppo economico delle Marche, un sistema che tut-tavia nel corso degli anni ha dovuto affrontare varie crisi. "Oggi la priorità è si-curamente quella di pro-grammare gli interventi re-gionali - afferma l'assessore - in relazione alle specifiche esigenze dei diversi territori e delle loro vocazioni, raf-

forzando l’integrazione tra i vari strumenti di finanzia-mento a disposizione anche per favorire il ricambio ge-nerazionale. La formazione per filiere, impostata sui fabbisogni espressi dalle imprese, ha avuto questa finalità".Tradizione e futuro sono la forza dell 'economia mar-chigiana e del suo succes-so in un contesto più am-pio, nazionale ed europeo. "L’obiettivo per il nuovo periodo di programma-zione 2021/2027 - conclu-de Loretta Bravi - è quel-lo di mettere a punto un Programma Regionale a cofinanziamento Fse che possa declinare le 5 priori-tà strategiche individuate da Bruxelles: Europa più intelligente (innovazio-ne, sostegno alle Pmi); più verde (energie rinnovabili, efficienza energetica, lotta contro i cambiamenti cli-matici); più connessa (ban-da ultralarga); più sociale (educazione, occupazione, competenze, inclusione sociale); più vicina ai citta-dini (strategie di sviluppo urbano sostenibile). L’au-spicio è di poter lavorare con sempre maggior sem-plicità procedurale, f lessi-bilità di intervento anche rispetto alle esigenze non prevedibili in fase di pro-grammazione ed efficienza nella gestione della spesa".

FSE: Marche promosse dall'Europa

Circa 35.000 marchigiani hanno benefi ciato dei fondi eu-ropei FSE stanziati dalla Regione Marche, 27.000 dei quali disoccupati. Grazie al raggiungimento del target di perfor-mance, formalizzato dall’Europa in occasione del Comitato di Sorveglianza svoltosi a Porto San Giorgio lo scorso 21 giu-gno, la Regione Marche ha visto altresì convalidate le risorse assegnate dal POR FSE 2014/20: 288 milioni da utilizzarsi fi no al 2023, comprendendo anche la premialità raggiunta di 17 milioni di euro, su alcune misure utili per contrastare le criticità occupazionali, per favorire l’inclusione sociale e per investire su off erte di istruzione e formazione mirate ri-spetto alle nuove richieste del mercato del lavoro.A fronte delle più ampie problematiche nazionali sul lavo-ro, amplifi cate nel territorio marchigiano dagli eff etti che il sisma del 2016 determina ancora oggi sul tessuto eco-nomico e sociale locale, la scelta sarà quella di continuare a destinare le risorse che restano, dei 162 milioni comples-sivamente destinati all’Asse 1, alla formazione dei disoccu-pati, al sostegno alla creazione di impresa, all’erogazione di aiuti alle assunzioni e alle stabilizzazioni dei contratti precari. Sul tema dell’inclusione sociale sono tuttora in corso di realizzazione i progetti di potenziamento dei 23 Ambiti territoriali sociali che hanno tutti ottenuto un fi -nanziamento per la realizzazione di attività concernenti il servizio di accoglienza e presa in carico da parte degli Uffi -ci di Promozione Sociale, il servizio di accompagnamento e tutoraggio delle persone svantaggiate prese in carico e il servizio socio-educativo extra scolastico: misure che han-no complessivamente riguardato la pianifi cazione di 51 milioni di euro, consentendo di raggiungere quasi 3.500 destinatari. Sull’Asse 3 che attiene l’ambito dell’Istruzione e della Formazione, a fi ne 2018 risultavano avviati, o già conclusi, 171 corsi di formazione (IFTS, ITS, IeFP), rivolti a un'utenza complessiva di oltre 6 mila soggetti. Le risorse dell’Asse 4, per un totale di circa 11 milioni di euro, sono state prioritariamente utilizzate per il fi nanziamento della manutenzione evolutiva del sistema informativo lavoro. Molte della attività formative e informative previste per il potenziamento della capacità amministrativa del persona-le coinvolto nella gestione del programma sono state infatti fi nanziate, ad oggi, con risorse del bilancio regionale. Complessivamente, alla data del 31.12.2018, i progetti fi nanziati in attuazione del programma sono stati pari a 4.790 linee di intervento che hanno determinato un am-montare complessivo di impegni che ha sfi orato i 100 mi-lioni di euro. Complessivamente, nel 2018, i progetti fi nan-ziati in attuazione del programma FSE sono stati 4.790, interventi che consentono di far fronte crescita e alla coe-sione sociale del territorio

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19Guida RegioniScenariLunedì 23 Settembre 2019 Marche

■ REGIONE MARCHE / Investimenti sulla formazione e sulle fi liere produttive: dal tessile-moda al legno, dall’edile della meccanica, dall’agroalimentare al turismo

La Regione scommette su giovani, imprese e occupazioneAttivati percorsi di formazione e inserimento professionale per giovani specializzati e per giovani disoccupati

Quasi 90 milioni di euro di fondi europei stanziati

da qui al 2023 per contrastare la disoccupazione, riferendosi soprattutto a quella under 40. Un totale di circa 3.500 nuovi occupati registrati fi no ad oggi, reso possibile grazie a cinque tipologie di interventi: 1) Ti-rocini e incentivi alle imprese, fi nalizzati a nuove assunzioni e stabilizzazioni, misure che di-spongono di risorse per più di 16 milioni di euro e che hanno già determinato circa 1.000 nuovi occupati; 2) La creazione di nuove imprese con risorse stanziate per più di 28 milioni di euro e che hanno attualmente determinato 1.500 nuove assun-zioni e la creazione di circa 900 nuove imprese; 3) "Garanzia giovani" e 4) "Nuova Garanzia Giovani", per un totale di più di 22 milioni di euro, misure per le quali si è in attesa di conoscere a breve le risultanze in termini occupazionali; 5) Borse lavoro

Over 30 e Borse Ricerca Under 30: uno stanziamento di più di 18 milioni di euro e che, com-plessivamente ha determinato 900 assegnazioni circa. Vedia-mo alcuni di questi interventi attualmente aperti.

‘Occupazione, percorsi integrati a carattere sperimentale nell’am-bito delle Botteghe scuola’. Si tratta di un progetto speri-mentale, da realizzarsi nell’am-bito delle Botteghe Scuola, per l’attivazione di n. 40 percorsi integrati di addestramento/formazione e di inserimento in esperienze pratiche, con il coinvolgimento attivo dei Mae-stri artigiani, in qualità di tutor. Le aziende ospitanti i percorsi appartengono all’artigianato ar-tistico, tipico e tradizionale del territorio marchigiano, e sono iscritte allo specifi co albo re-gionale come Botteghe Scuola, in qualità di soggetti ospitan-ti, garantiscono la necessaria

preparazione professionale ai destinatari, il passaggio di infor-mazioni, abilità e conoscenze. Si tratta di work experience crea-te per assicurare un’esperienza lavorativa pratica e formativa, utile al potenziamento della professionalità posseduta, o all’acquisizione di conoscenze e abilità nuove. Ogni percorso ha una durata massima di 12 mesi ed è prevista un’indennità di partecipazione di euro 700,00 lordi mensili. Anche i Maestri Artigiani si avvalgono di un compenso del valore individua-le di euro 600,00 mensili lordi, per tutta la durata del percorso integrato.

Borse Lavoro 2019/20 - Over 30 Incentivare l’occupazione con politiche attive al lavoro attra-verso percorsi di inserimento professionale retribuiti fi no a 6 mesi e propedeutici a eventuali successivi inserimenti quali-fi cati nel mondo del lavoro. Questo è l’obiettivo dell’avviso, tuttora attivo, relativo alle Bor-se Lavoro Over 30, indirizzato alla popolazione che ha su-perato i trenta anni di età, in stato di disoccupazione e in possesso del diploma di scuola di secondo grado. L’intervento si articola su cinque territori provinciali della Regione al fi ne di assicurare uniformità d’intervento sull’intero terri-torio regionale e in relazione al numero della popolazione attiva residente che, in cerca di occupazione, si rivolge ai Cen-tri per l’Impiego regionali. Con una dotazione fi nanziaria di quasi 6 milioni di euro, l’in-tervento consiste nella conces-sione di n. 1.200 borse lavoro nel biennio 2019/2020 (di cui 440 già assegnate). Ogni borsa lavoro prevede una indennità mensile per la partecipazio-ne pari a euro 700,00 al lordo di eventuali ritenute di legge, nei limiti di un importo com-plessivo non superiore a euro 4.200,00 per una borsa della durata di sei mesi, fi no ad esau-rimento delle risorse.L’avviso pubblico rimane aperto fi no ad esaurimento dei fondi e comunque non oltre il 31 di-cembre 2020. Ad oggi hanno avviato la borsa, entrando quo-tidianamente presso imprese del territorio, n. 440 adulti di-soccupati; 344 domande risulta-no in fase di approvazione su un totale di 872 complessivamente pervenute. Solo nell’area pro-vinciale di Ascoli Piceno l’avviso è al momento chiuso per esau-rimento delle risorse assegnate.

Borse di Ricerca- Giovani Under 30 Oggetto di questo avviso regio-nale sono 300 borse di ricerca

(di cui 244 già assegnate), uno strumento di politica attiva al lavoro per favorire l’occupazio-ne di giovani laureati residenti nella Regione Marche, al fi ne di agevolarne l’inserimento qualifi cato nel mondo del la-voro. Attraverso esperienze lavorative guidate da progetti formativi innovativi, si permet-te ai benefi ciari di consolidare e acquisire competenze tecni-

co professionali pratiche e al territorio regionale di contra-stare l’emigrazione di giovani laureati marchigiani che non abbiano compiuto il 30° anno di età (Under 30), residenti nella regione Marche e in pos-sesso di Laurea triennale, spe-cialistica, magistrale o vecchio ordinamento, valorizzandone e favorendone la permanenza nel territorio di origine.

Con una dotazione fi nanzia-ria di più di 2 milioni di euro, l’intervento a favore di giovani disoccupati intende consentire la realizzazione di un’esperien-za formativa, a fronte del rico-noscimento di una indennità economica mensile di euro 800,00 lordi, per un periodo di massimo 9 mesi presso un soggetto ospitante, sulla base di un progetto formativo volto ad aumentarne le competenze e le possibilità occupazionali. L’avviso pubblico rimane aperto fi no a esaurimento dei fondi e comunque non oltre il 31 dicembre 2020. Ad oggi hanno avviato la borsa di ricerca n. 244 giovani di-soccupati su un totale di 356 domande pervenute. La pos-sibilità di presentare doman-de a valere sull’Avviso è stata momentaneamente sospesa. La riapertura, subordinata ad eventuale rifi nanziamento dell’intervento, è program-mata per l’autunno.

Sono in tutto 48 i corsi gratuiti attivati nell’ambito della fi liera agroalimentare, destinata ai disoc-

cupati e fi nanziata con il Fondo Sociale Europeo per più di 2 milioni di euro. Trenta di questi corsi sono fi nalizzati al rilascio di qualifi che o specializzazioni ricomprese nel tabulato regionale, con stage fi no a un massimo del 30% delle ore totali. I restanti di-ciotto sono percorsi formativi di aggiornamento che mirano a trasmettere le conoscenze e le competenze necessarie per facilitare l’inserimento lavorativo dei disoccupati nel settore agroalimentare. Non solo fi gure con competenze tecniche agronomi-che, ma anche esperti con conoscenze manageriali, di mercato, ambientali e sociali, come nel caso degli operatori di marketing nel settore agroalimentare: una fi gura professionale nuova che vuole risponde-re alle nuove richieste del mercato occupazionale e delle aziende di settore per creare professionisti in grado di operare in questa fi liera attraverso una comprensione dell’organizzazione e del funziona-mento del sistema agroalimentare regionale, ma anche una conoscenza della normativa in materia di qualità e sicurezza alimentare e di marketing management. L’obiettivo è che la fi gura così formata possa essere in grado di affi ancare gli imprenditori e dialogare con gli enti pubblici, elaborando autono-mamente strategie e piani di marketing per la tute-la, la valorizzazione e la promozione dei prodotti e dei servizi agroalimentari.

Trattandosi di un territorio a vocazione agricola, la Regione non ha tralasciato anche l’attivazione di percorsi didattici volti a creare fi gure in grado di valorizzare più in generale le produzioni tipiche marchigiane coniugandole alla capacità di elabora-re un buon marketing, in tutte le sue declinazioni web e social, e l’organizzazione di eventi e manife-stazioni correlate ai prodotti stessi: dall’apicoltore al maestro di bottega enogastronomo, dal coltivatore di piante offi cinali al maniscalco, dal coltivatore di vigne, tartufi , olivi al produttore di latte e formaggi, senza dimenticare la birra artigianale, la norcine-ria, la gelateria, la pasta, la fl oricoltura, i vivai, gli allevamenti.Se, come è vero, la modernizzazione di un territorio passa anche dalla capacità di saper rinnovare cul-tura e saperi delle persone che lo abitano, la Regione Marche sta portando avanti un percorso ambizioso, grazie al buon utilizzo delle risorse economiche del Fondo Sociale Europeo.

Nuove professioni:si riparte dall'agroalimentare

15 milioni per rilanciare l'economia

Impresa e occupazione: un binomio che per la Regione Marche rappresenta il volano sul quale intende con-tinuare ad investire le risorse dell’Europa per far ri-partire l’economia e per rianimare il tessuto sociale di questo territorio. Come, per esempio, l’avviso pubblico recentemente pubblicato che riguarda lo stanziamen-to di 15 milioni di euro da destinare alla creazione di nuove realtà produttive o di servizio locali, compren-dendo anche liberi professionisti e studi professionali, in grado di portare anche nuova occupazione.C’è tempo fi no al 31 dicembre 2021 per accedere ai fi nanziamenti e comunque fi no ad esaurimento delle risorse. Ogni singolo progetto potrà benefi ciare fi no ad un massimo di 35.000 euro di contributo. Una forbice di destinatari molto ampia che intende es-sere un’opportunità non solo per i più giovani, spesso laureati, in cerca di occupazione, ma anche un’occasio-ne per chi, ritrovandosi disoccupato in età più avan-zata, si rimette in gioco, con la propria esperienza, in un progetto che potrà consentirgli di ricollocarsi nel mercato del lavoro. L’ambito di riferimento dei progetti è decisamente am-pio, visto che l’unico settore escluso è quello agricolo per il quale esistono già innumerevoli risorse europee che la Regione vi convoglia annualmente. Un obiettivo ambizioso per un territorio che, forte della sua capacità produttiva dimostrata negli anni, intende rilanciarsi e ritornare a essere un punto di ri-ferimento per l’impresa italiana.

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■ REGIONE MARCHE POR FESR / Ad oggi 70 milioni di euro disposti a sostegno delle imprese colpite dal sisma del 2016

Ripartire dopo il terremoto, le chance dei fondi europei dedicati al cratereLa pianifi cazione capillare degli investimenti di spesa e l'utilizzo virtuoso dei fondi alla base delle attività della Regione

20 Guida RegioniScenari

Lunedì 23 Settembre 2019

Assessora Manuela Bora

Oltre il 40% del POR FESR della Regione Marche è

destinato a far ripartire l’eco-nomia marchigiana del dopo terremoto. È proprio questo l’o-biettivo dei 248 milioni di euro di risorse aggiuntive assegnate nel 2017 dall’Unione Europea alle Marche duramente colpi-te dal sisma che ha devastato il Centro Italia tra agosto 2016 e gennaio 2017. Lo stanziamento è andato ad aggiungersi ai 337 milioni già programmati, dan-do vita a un Asse prioritario dedicato (Asse 8). Le risorse di questo asse sono destinate ad in-terventi di prevenzione sismica, riduzione del rischio idrogeolo-gico, effi cientamento energetico degli edifi ci, miglioramento del-la mobilità, ma anche sostegno all’imprenditorialità, alla ricerca industriale, all’innovazione dei prodotti e processi, al commer-cio e all’artigianato artistico.In particolare, ammonta a ben 50 milioni di euro l’ammonta-re complessivo dei contributi concessi ad oggi a favore delle imprese localizzate nelle aree del cratere, per la realizzazione

di investimenti innovativi che vanno oltre i 132 milioni di euro. La strategia di rilancio im-prontata dalla Regione Marche è stata a tutto campo, fi nalizzata, da una parte, alla ricostruzione del tessuto socio-economico con interventi volti a dare una nuova spinta propulsiva alla realizzazione di nuovi impianti produttivi e l’ammodernamen-to di quelli esistenti, alla diver-sifi cazione della produzione ed allo sviluppo di nuove attività imprenditoriali per l’erogazio-ne di servizi sociali innovativi a favore delle fasce più deboli. Dall’altra, concentrata al raff or-zamento del comparto manifat-turiero con una serie di inter-

venti volti a favorire il percorso di transizione verso maggiori standard di qualità, fi nalizzati allo sviluppo di soluzioni in-novative nelle lavorazioni e nei prodotti del Made in Italy, all’in-dustrializzazione dei risultati della ricerca e alla digitalizzazio-ne dei processi produttivi stret-tamente connessi con azioni di qualifi cazione professionale del capitale umano.La risposta del territorio è stata particolarmente signifi cativa. Sono, infatti, pervenute richie-ste di fi nanziamento da parte di 539 imprese per progetti di innovazione di prodotto/pro-cesso. Di queste, la Regione Marche ne ha fi nanziate 327 selezionando le progettualità ritenute più innovative e capaci di garantire un impatto in ter-mini di sostenibilità economica, ambientale ed occupazionale. A questi fondi si aggiungono quelli disposti per le attività produttive mediante l’art. 20 del

DL 189/2016 pari a 20 milioni di euro, gestiti dalla Regione e le cui progettualità sono in corso di istruttoria“Il successo registrato, in termi-ni di progettualità pervenute, testimonia la voglia di ripartire e la determinazione delle co-munità locali a programmare il proprio futuro assumendo nuovo personale o stabilizzan-do quello a termine – spiega l’Assessora alle Attività produtti-ve Manuela Bora - Questo è un risultato molto signifi cativo per un territorio che vuole rinascere e le nuove opportunità di lavoro contribuiranno sicuramente al rilancio delle comunità locali”.I progetti, che si contraddistin-guono per una spiccata qualità, sono in corso di realizzazione, ma è possibile evidenziare sin da subito alcuni casi di succes-so, quali ad esempio l’azienda Nanotech Spa di Ascoli Piceno che sta sviluppando un progetto innovativo con l’obiettivo di in-

trodurre nuove linee di produ-zione e materiali rivoluzionari da utilizzare nei settori dell’au-tomotive, della nautica e dell’a-erospaziale. Un altro caso di successo è rap-presentato dall’azienda Delta srl di Montecassiano che, attra-verso l’applicazione dei risultati della ricerca, sta sviluppando un programma di investimen-to sui nuovi materiali compo-siti, acrilici ed ecosostenibili per lavelli da cucina, per i quali l’impresa è titolare di brevetti internazionali. Altre eccellenze sono rappre-sentate da Synbiotec, spinf off dell'Università di Camerino che ha sviluppato un kit per ali-menti probiotici per prevenire l’invecchiamento e da Carbon Mind start up innovativa di Ascoli Piceno dedicata alla ri-cerca di nuove tecnologie sui materiali compositi.Le Marche, dunque, hanno già colto la sfi da, originata purtrop-po da un evento disastroso, con l’obiettivo di dare una nuova spinta propulsiva ad un territo-rio ricco di potenzialità.

I fondi regionali nelle zone Sisma

Nuove opportunità attraverso le imprese sociali per offrire servizi alla persona nelle aree ferite

Per supportare la ripresa dei territori colpiti dagli eventi sismici registratesi nelle Marche nel 2016, la Regione ha attivato anche degli interventi volti a stimolare la rina-scita sociale della comunità, raff orzando i legami e le identità  delle aree interessate. Sono ben 40 le imprese sociali localizzate nelle aree del terremoto che benefi -ceranno di 4.8 milioni di contributi Fesr per garantire servizi assistenziali innovativi alle persone, per un inve-stimento complessivo pari a 7,2 milioni di euro. L’intervento, attivato dalla Regione Marche, è fi naliz-zato allo sviluppo di nuove attività imprenditoriali che, attraverso l’introduzione di innovazioni organizzative e la digitalizzazione dei servizi off erti ai cittadini, siano in grado di rispondere ai reali fabbisogni sociali genera-tisi a seguito degli eventi sismici.“I progetti fi nanziati riguardano gli ambiti dell’assisten-za domiciliare, i servizi per l’infanzia e l’adolescenza, l’invecchiamento attivo e l’inclusione socio lavorativa delle persone svantaggiate - commenta l’assessora alle Attività produttive, Manuela Bora - Le attività agevo-late raff orzeranno le imprese sociali che opereranno in queste zone anche attraverso l’introduzione di innova-zioni organizzative e la digitalizzazione dei servizi of-ferti, in stretto raccordo con gli Ambiti territoriali socia-li di riferimento”.Alcuni dei progetti, in corso di realizzazione, riguarda-no l`adozione di soluzioni tecnologiche innovative in grado di supportare anche a distanza la popolazione anziana, il potenziamento dei mezzi per gli operatori del territorio dotati di strumentazioni per la trasmissio-ne ed elaborazione dei dati in tempo reale, la creazione di spazi di solidarietà che favoriscano l`adozione di per-corsi intergenerazionali.

Sostegno agli investimenti produttivi nelle aree del cratere:vicini a chi ha subito danni dal sisma

La Regione Marche ha stanziato 23 milioni di euro del POR FESR per rivitalizzare il tes-suto produttivo delle aree colpite dal sisma, favorendo la ripresa e lo sviluppo, in chiave in-novativa, delle attività preesistenti, agevolando contemporaneamente l’attrazione di nuove opportunità di lavoro e di investimento. Le risorse fi nanziarie sono state assegnate a 74 aziende che operano nelle aree del cratere e serviranno alla creazione e al potenziamento di nuove attività imprenditoriali anche attraverso la realizzazione di nuovi impianti pro-duttivi, alla diversifi cazione della produzione mediante prodotti nuovi aggiuntivi, all’am-modernamento delle strutture produttive, anche attraverso il trasferimento di tecnologie innovative. Ammontano complessivamente ad 84 milioni gli investimenti previsti. “Il bando ha potuto contare su uno stanziamento iniziale di 10 milioni, a cui abbiamo aggiun-to altri 13 milioni per soddisfare il maggior numero di domande possibile - aff erma l’assessora alle Attività produttive Manuela Bora - La voglia di ripartire è grande e interverremo in modo tempestivo a favore della rivitalizzazione del tessuto produttivo compromesso dal terremoto”.Gli investimenti ammessi a fi nanziamento sono di dimensioni signifi cative e sono rivolti, principalmente, alla creazione di nuovi impianti, con forti connotati tecnologici e all’ac-quisizione di unità produttive chiuse/dismesse o a rischio di dismissione, con buone pro-spettive di rilancio e riqualifi cazione del territorio nel suo complesso. Gli impegni assunti dalle imprese fi nanziate prevedono un investimento complessivo pari ad 84 milioni di euro ed un incremento occupazionale di 800 lavoratori a tempo determinato e indeterminato. Tra i progetti ammessi a fi nanziamento si evidenziano, ad esempio, la creazione di una nuova unità produttiva fi nalizzata alla realizzazione di blocchi per muratura a base di canapa e calce, dalle elevate prestazioni termiche e acustiche e l’ampliamento di un’unità produttiva per il trattamento dei rifi uti liquidi refl ui attraverso la realizzazione di nuovi impianti altamente tecnologici.

A 179 imprese 28 milioniper rilanciare il Made in Italy

La Regione Marche punta a sostenere la competitività delle lavorazioni e dei prodotti Made in Italy nelle aree colpite dal sisma. In particolare, si intende promuovere l’introdu-zione di tecnologie, soluzioni e servizi innovativi nel com-parto manifatturiero, al fi ne di favorire la diversifi cazione e la qualità dei prodotti ed un miglioramento dei processi produttivi, valorizzando così la creatività ed, al contempo, l’identità dei territori. Nel dettaglio, i contributi concessi con le risorse del Fesr per il raggiungimento di questi obiettivi sono pari a 15 milioni di euro e consentiranno di attivare 28 milioni di investimenti che verranno realizzati da fi liere di imprese (complessivamente 179 quelle coinvolte), in collaborazio-ne con Università, Enti Locali, Istituti tecnici e Centri per l’innovazione ed il trasferimento tecnologico. Circa 200 le assunzioni previste anche con la creazione di nuove fi gure professionali.“Questa graduatoria è un’ulteriore risposta al rilancio delle aree devastate dal sisma, puntando anche in questo caso sull’innovazione come volano per uscire dalla crisi - com-menta l’assessora alle Attività produttive, Manuela Bora – La strada percorsa è quella degli investimenti negli ambiti del Made in Italy, attraverso la rivitalizzazione delle fi liere produttive. Le piccole e medie imprese hanno saputo co-gliere questa opportunità, puntando su progetti innovativi di grande qualità e scegliendo di farlo attraverso forme di aggregazione in fi liera; è questa la risposta straordinaria, e assolutamente non scontata, soprattutto in settori tradizio-nali come quelli del Made in Italy, mostrata dalle imprese localizzate nelle aree del cratere. Credo che si tratti davvero di un grandissimo risultato per la nostra Regione, che te-stimonia la voglia di ripartire degli imprenditori, e di farlo insieme, condividendo progettualità innovative”.

Marche

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■ REGIONE MARCHE POR FESR / Grandi soddisfazioni dal punto di vista occupazionale

Smart Specialisation Strategy:patto per un futuro che è già oggiGrazie agli investimenti sulla produttività e mirati a sostenere il Made in Italy e l'economia locale

La Strategia di specia-lizzazione intelligente,

approvata dalla Giunta Re-gionale delle Marche il 5 di-cembre 2016 e ratifi cata dalla Commissione Europea il 21 marzo 2017, rappresenta un importante strumento di pro-grammazione per migliorare l’effi cacia delle politiche per la ricerca e l'innovazione, af-fi nché le stesse si traducano in opportunità di crescita e sviluppo.Al fi ne di sviluppare un van-taggio competitivo durevole per il sistema produttivo re-gionale, la Smart Specialisa-tion Strategy si è focalizzata su un numero limitato di priori-tà di intervento, concentran-do gli investimenti in ricerca e innovazione in alcuni ambiti tecnologici ritenuti strategici:

domotica, meccatronica, ma-nifattura sostenibile, salute e benessere.La Strategia è il risultato di un importante sforzo analiti-co fatto con il territorio per esaminare le dinamiche ma-croeconomiche e le traietto-rie di sviluppo, ma soprattut-to ha permesso di avviare un importante scouting tecnolo-gico che viene costantemente stimolato dal coinvolgimen-to e dal confronto con tutti i principali stakeholders della ricerca e dell’innovazione (associazioni di categoria, imprese consolidate, startup innovative, università, esper-ti settoriali ed esperti fi nan-ziari).Tutti i bandi emanati in at-tuazione della S3 sono stati orientati a favorire la capacità

innovativa delle PMI e l’im-missione sul mercato di nuovi prodotti e servizi puntando, da un lato, sulla promozione della ricerca industriale e svi-luppo sperimentale e dall’al-tro sulla industrializzazione dei risultati della ricerca e sul-la promozione dell’innovazio-ne. Una priorità trasversale ha riguardato la valorizzazione della qualità dei progetti attra-verso l’inserimento nei bandi di criteri di valutazione sem-pre più orientati verso le nuo-ve tecnologie, l’impatto socio economico sul territorio, la creazione di nuova occupa-zione. In particolare, sono stati attivati interventi volti a sostenere l’attività di ricerca e sviluppo sperimentale negli ambiti della S3, lo sviluppo ed il consolidamento sul merca-to delle start up innovative, il processo di trasformazione del comparto produttivo ver-so il paradigma Impresa 4.0, la valorizzazione delle impre-se sociali, la realizzazione di investimenti produttivi.“I primi risultati fotografano uno scenario molto positivo - commenta l'Assessora alle Attività produttive Manuela Bora - e confermano come l'innovazione sia un tema che riguarda non solo le imprese, ma tutte le Marche. Ad esem-pio, abbiamo avuto grandi soddisfazioni dal punto di vista occupazionale: sono stati attivati oltre 800 posti di lavoro, altamente qualifi cati, per ricercatori, laureati, di-plomati tecnici e apprendisti

in alta formazione e ricerca. Avevamo fi ssato quest'obietti-vo per il 2023 ed è invece già stato raggiunto quest'anno. Altri segnali positivi vengono dal coinvolgimento delle im-prese in reti che vanno oltre le Marche: sono infatti ben 50 le reti interregionali attivate, a fronte delle 15 che l'Unio-ne europea richiedeva entro il 2023. Una soddisfazione per cui ringraziamo le tante realtà coinvolte, che vorrem-mo aumentassero sempre di più. Abbiamo altresì dedicato grande attenzione alla traspa-renza e alla reperibilità delle informazioni per i cittadini, imprenditori e non: è stato aperto il portale Marche In-novazione e una Pagina Face-book collegata. Grazie a que-sti strumenti, tutti possono vedere lo stato di attuazione

della strategia ed essere conti-nuamente aggiornati sui ban-di aperti e sui fi nanziamenti che si possono ricevere"Molti progetti fi nanziati pre-vedono il coinvolgimento e la valorizzazione professionale di giovani talenti (assegnisti di ricerca, ricercatori Eureka ed innovativi, giovani laureati o diplomati tecnici, apprendisti in alta formazione e ricerca), nonché una stretta collabora-zione tra sistema produttivo e scientifi co, frutto di unioni virtuose tra imprese, universi-tà, cluster tecnologici e centri per il trasferimento tecnolo-gico.Le traiettorie di sviluppo del “sistema Marche” passano anche attraverso la creazione di piattaforme tecnologiche e multisettoriali, che avranno il compito di stimolare gli inve-

stimenti delle imprese in ri-cerca e innovazione e dare un sostegno ai livelli occupazio-nali. In particolare saranno attivate quattro piattaforme tecnologiche di ricerca colla-borativa, con un investimen-to di oltre 24 milioni di euro: la prima piattaforma è già stata avviata a Jesi e vedrà la realizzazione di un laborato-rio di ricerca dotato di robots collaborativi di ultima gene-razione che permetteranno di sviluppare progetti integrati per testare nuovi prodotti “user centered”; la seconda sulla domotica mirerà a svi-luppare soluzioni tecnologi-che innovative per il comfort, la sicurezza ed il benessere in tutti gli ambienti di vita, sia fi ssi (ad esempio la casa), che mobili (come l’auto, gli yacht); la terza si occuperà di medicina personalizzata, nuovi farmaci e approcci te-rapeutici innovativi, con la creazione di una biobanca per le iniziative nel campo delle malattie croniche; la quarta nascerà in area cratere e sarà dedicata allo studio di nuovi materiali. Si tratta di opportunità strategiche per le nostre imprese, dove anche le startup innovative potranno giocare un ruolo di innovato-ri principali.

21Guida RegioniScenariLunedì 23 Settembre 2019

IL progetto

TREE

fi nanziato

da FESR

Marche

Marche virtuose: obiettivi di spesa raggiunti in anticipoLe Marche chiudono il primo periodo di programmazione comunitaria con ottimi risultati nell’impiego delle risorse fi nanziarie. Il Programma del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) ha certifi cato a fi ne 2018 una spesa eff ettuata dai benefi ciari pari a 61,2 milioni di euro, superando così del 33% la soglia di 46,8 milioni stabilita dalla Commissione Europea. Non solo, la Regione ha anche raggiunto gli obiettivi di spesa per quest’anno con largo antici-po: già nel mese di maggio si è potuto rendicontare all’UE ciò che era in scadenza a fi ne 2019. E’ riuscito solo ad altre tre regioni in Italia: la piccola Valle d’Aosta ma soprattutto, le grandi e organizzatissime Toscana ed Emilia Romagna.“Questi risultati confermano la nostra capacità di utilizzo virtuoso delle risorse e ci spingono a continuare in questa direzione - ha aff ermato l’Assessora alle Attività Produttive Manuela Bora – L’ottima performance è stata ottenuta soprattutto grazie agli investimenti in ricerca ed innovazione, made in italy e all’attivazione di uno strumento di ingegneria fi nanziaria a supporto delle PMI; interventi che rappresentano ben il 54% della spesa certifi cata”.In particolare, l’Asse 1, dedicato a raff orzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazio-ne, e l’Asse 3 nato con lo scopo di promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, hanno contribuito signifi cativamente al raggiungimento degli obiettivi di spesa, producen-do importanti ricadute sul tessuto produttivo. In questi due Assi, infatti, sono oltre 1400 le imprese fi nanziate con circa 130 milioni di risorse concesse. I risultati raggiunti sono frutto dell’importante “lavoro di squadra” di tutti i soggetti coinvolti che sono riusciti a dialogare tra loro al tavolo di concertazione delle politiche industriali: oltre alla Regione Marche con i suoi funzionari e i suoi uffi ci, anche le imprese, le associazioni di categoria e sindacali, le università, i cluster tecnologici ed i centri per l’innovazione ed il trasferimento tecnologico.

Crescita sviluppo sostenibile e occupazione per un’economiasempre più 4.0 e circolare: ecco il futuro Fesr

Siamo in scadenza di settennato per il Fondo europeo di Sviluppo Regionale e, come per tutte gli altri fondi europei, è già iniziato il lungo dibattito per defi nire gli indirizzi strategici per il periodo 2021-2027.E’ prevista una signifi cativa concentrazione delle risorse fi nanziarie verso gli obiettivi ritenuti più strategici per lo sviluppo dei territori: un’Europa più smart, più verde, in transito verso un'energia pulita, a basse emissioni di carbonio. Un’Europa più connessa alla rete e dallo sviluppo che riesca a far crescere, in maniera sostenibile e integrata, le zone urbane, rurali e costiere. In particolare gli investimenti per lo sviluppo regionale (FESR) saranno prioritariamente incentrati sui primi due obiettivi (Europa più smart e più verde) per i quali verranno desti-nate tra il 65% e l’85% delle risorse, in funzione della ricchezza relativa degli Stati membri. “Già si parla di economia del clima 2021-2027, ma la Regione Marche non ha aspetta-to la prossima programmazione per essere precursore in questo ambito - ha commentato l’Assessora alle Attività Produttive Manuela Bora - L’Assemblea legislativa delle Marche è stata la prima, in Italia, ad approvare una risoluzione sull’economia circolare. Non solo: la nostra legge regionale Impresa 4.0 (L.R. 25/2018) ha una sezione ad hoc dedicata, proprio per aff ermare che l’economia circolare non ha solo un impatto ambientale, certamente im-portante, ma rappresenta anche un'opportunità straordinaria per le nostre imprese che non saranno solamente più sostenibili, dal punto di vista ambientale, ma potranno essere anche più innovative. Non a caso l’Unione europea si è prefi ssata l’obiettivo ambizioso di divenire, entro il 2050, la prima economia a impatto climatico zero. Le Marche sono state precorritrici, a livello nazionale, da questo punto di vista, tanto che, nei prossimi mesi, avvieremo bandi dedicati a questo tipo di progetti”.Saranno, inoltre, disposte maggiori risorse per quei bandi che sono stati più apprez-zati dai portatori di interesse e che sono fortemente indirizzati a supportare l’inge-gnerizzazione dei prodotti e l’industrializzazione dei risultati della ricerca, al fi ne di innovare in maniera sostanziale prodotti e/o processi e di determinare vantaggi competitivi di medio e lungo termine.La Regione Marche darà il via al negoziato sui nuovi Por (Programmi operativi regiona-li) nell’estate del 2020. In questo anno che ci separa da quella data si dovranno approvare i vari regolamenti e avviare una consultazione con gli attori locali in vista di una defi nizione e suc-cessiva approvazione delle linee di indirizzo.

Marche

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22 Guida RegioniScenari

Lunedì 23 Settembre 2019Umbria

■ REGIONE UMBRIA / Crescita e competitività all’interno del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020

Innovazione e sostenibilità in agricoltura per una crescita intelligenteStorie di rinnovamento e diversifi cazione delle aziende agricole umbre che hanno saputo cogliere le sfi de dell’innovazione agricola

La Regione Umbria, grazie anche al sostegno del Pro-

gramma di sviluppo rurale 2014-2020, è impegnata da tempo nella sida del rinnova-mento per l’agricoltura. Giun-ti nella fase in cui è possibile tracciare i primi resoconti sull’attività svolta nel corso dell’attuale programmazione europea, è importante sottoli-neare il ruolo dell’innovazio-ne, del rinnovamento e anche, perché no, in alcuni casi di ringiovanimento delle azien-de agricole umbre resi possi-bili dai contributi europei del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR).Il PSR dell’Umbria, in termi-ni di sostegno fi nanziario, si colloca tra i primi programmi a livello nazionale per spesa realizzata e rappresenta un caso importante sul fronte dell’innovazione in quanto tra i primi ad aver dato il via alla costituzione dei cosiddet-ti Gruppi Operativi previsti in ogni Stato membro per la promozione di progetti di innovazione alla cui realiz-zazione concorrono imprese, ricercatori, tecnici e altri sog-getti.Parlare di innovazione si-gnifi ca quindi innanzi tutto raccontare delle misure, ov-vero delle numerose opera-zioni, che compongono il PSR dell’Umbria e delle im-portanti risorse fi nanziare dedicate al tema dell’innova-zione attraverso la misura 16 ”Cooperazione” e, in partico-lare, attraverso le sottomisure 16.1 e 16.2. Da questo punto di vista, il 2018 ha visto l’avvio dei lavori dei primi 13 Gruppi Operativi, modalità del Parte-nariato Europeo per l’innova-zione (PEI), coinvolgendo più di 100 aziende agricole um-bre, 5 fra Università ed enti di ricerca pubblici, una decina di fornitori di servizi di con-sulenza e assistenza tecnica, nonché alcuni fra i principali players del settore agroali-mentare umbro operanti nel-la fase di trasformazione delle principali fi liere produttive del territorio (latte, olio, vino, cereali, legno, ecc.). Il 2018 ha

visto poi la costituzione di 5 Reti il cui compito è lavorare a progetti pilota per lo svilup-po di nuovi prodotti, prati-che, processi e tecnologie del settore agroalimentare e fo-restale. Il lavoro delle Reti ha interessato circa 40 aziende agricole umbre, 3 fra Univer-sità ed enti di ricerca pubblici, nonché alcune imprese agro-alimentari di rilievo operanti nei comparti dell’olio, della gestione delle risorse forestali, dell’agricoltura di precisione e delle sementi. Infi ne, con rife-rimento all’intervento 16.2.2, nel corso del 2018 sono stati siglati ben 67 Associazioni Temporanee di Scopo (ATS) con il coinvolgimento di nu-merosi partner fra aziende agricole, agroalimentari e attori dei servizi collegati (ri-cerca, consulenza, ecc.), per un totale di risorse impegna-te pari a 9,53 milioni di euro. Ora, il 2019, si caratterizza già per l’avvio della fase prepara-toria di costituzione di altri quattro Gruppi Operativi e di una Rete che lavoreranno su tematiche cruciali per la com-petitività del settore primario.Il sostegno all’innovazione e alla crescita, realizzato attra-verso la politica per lo svilup-po rurale dell’UE e fi nanziata dal PSR dell’Umbria, va rin-tracciato non solo nella misu-ra 16 ma anche nella misura 4 a sostegno degli investimenti in agricoltura e nell’agroali-mentare e nella misura 6 per lo sviluppo di nuove aziende agricole e imprese. In tal sen-so, l’amministrazione regio-nale ha lanciato a inizio 2019 un’operazione di piena uti-lizzazione delle risorse pub-bliche di cui 9 milioni per le fi liere e 49 milioni per nuovi investimenti e per l’insedia-mento dei giovani con una capacità di attivazione com-plessiva di circa 150 milioni di euro. I numeri rivelano che il PSR umbro 2014-2020 ha colto nel segno intercettando il fabbisogno di innovazione del settore agroalimentare. Le importanti risorse messe a disposizione mediante un

meccanismo che obbliga le imprese a fare squadra e che favorisce la diff usione di for-me di cooperazione sembra infatti funzionare. I progetti in corso contribuiscono ad avvicinare i rappresentanti del mondo agricolo e agroali-mentare, operatori del mondo della ricerca e dell’industria, fornitori di servizi (marke-ting, consulenza tecnica, ecc.) accelerando la diff usione del-le conoscenze dal basso con ricadute tangibili sul mondo agricolo e agroalimentare re-gionale.Raccontare di innovazione signifi ca anche valorizzare il lavoro delle numerose azien-de agricole del territorio le cui storie testimoniano passione, coraggio e forte volontà di rinnovamento. In questi anni il PSR dell’Umbria ha con-tribuito a creare numerose occasioni di ascolto e di con-fronto con i benefi ciari fi nali delle misure. Nell’ottica di avvicinare la comunicazione tra pubblico e privato, di faci-litare il dialogo reciproco e di favorire la trasparenza, sono state raccolte le esperienze di-rette dei principali protagoni-sti per valutare l’impatto, ve-rifi care gli eff etti e correggere il tiro, quando necessario. Interviste telefoniche, appun-tamenti radiofonici in diretta, contest fotografi ci lanciati attraverso le principali piat-taforme social, video spot re-alizzati utilizzando le ultime tecniche di storytelling: con questi strumenti l’ammini-strazione ha rinnovato il suo rapporto con i cittadini e le imprese avviando un proces-so di innovazione anche nel linguaggio e nelle forme di comunicazione istituzionale.I processi di innovazione, come suggerisce l’Europa, non si costruiscono unila-teralmente ma in maniera condivisa con un approccio di tipo bottom up ovvero partendo dal basso. Creare occasioni di divulgazione presso l’opinione pubblica dei benefi ci che i fondi europei possono portare al territorio signifi ca proporre momenti

di rifl essione più ampia sull’a-gricoltura, sullo sviluppo ru-rale e sulle politiche di settore di livello locale, nazionale ed europeo. E così sono state portate alla luce storie come quella di Luca, appena 25 anni, che nel 2017 grazie al contributo del PSR per i nuovi insedia-menti dei giovani agricoltori diventa titolare di un’azienda agricola dedicandosi princi-palmente alla coltivazione di prodotti in serra e avviando, nel contempo, anche un per-corso di sperimentazione e

innovazione: Luca infatti è tra i pochi in Italia a coltivare fra-gole fuori suolo che crescono cioè non sul terreno ma su di un substrato a base di perlite e fi bra di cocco. Anche Andrea & Andrea sono dei giovani agricoltori titolari di un’azienda produttrice di un ottimo olio biologico del-le colline umbre. Oltre alla terra, così amano descriversi, nella loro azienda agricola coltivano il sogno di produrre un olio umbro di eccellenza. Una forte passione che li ha portati, appena insediati, a presentare domanda sul Pro-gramma di Sviluppo Rurale dell’Umbria 2014-2020 come soci al 50% con un piano di investimenti articolato e com-plesso (ristrutturazione di un fabbricato ex colonico per il confezionamento/stoccag-gio dell'olio e il magazzino, recupero della superfi cie oli-vetata, acquisto attrezzature

e dotazioni necessarie). L’in-novazione del loro progetto sta nella qualità ma anche nel racconto che propongono del loro prodotto, fortemente legato al territorio, e nella de-dizione con cui promuovono l’olio umbro che li ha portati presto a raggiungere impor-tanti riconoscimenti anche internazionali. Elena è una giovane donna appassionata il cui proget-to di innovazione aziendale consiste nella diversifi cazione dell’attività agricola. Accanto alla coltivazione e all’agritu-rismo, Elena infatti ha bene-fi ciato del fi nanziamento del PSR dell’Umbria 2014-2020 grazie al quale ha avviato i lavori per la creazione di un laboratorio di trasformazio-ne e di confezionamento dei prodotti agricoli e realizzato il sito web per l’e-commerce. Creare un’azienda agrico-la multifunzionale, giovane

Foto fi naliste del contest Angolo di Campo Edizione 2019

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23Guida RegioniScenariLunedì 23 Settembre 2019 Umbria

Tab. 1 - Avanzamento della spesa per misura (dati aggiornati a luglio 2019)

Tab. 2 - Avanzamento degli impegni per priorità del PSR (2015-2019) – giugno 2019

L’avanzamento della spesa del Programma di Sviluppo Rura-le dell’Umbria 2014-2020 ha superato il 36% delle risorse

programmate pari a circa 334 milioni di euro di cui circa 108 milioni solo nel 2018 con un trend in continua crescita. I paga-menti eff ettuati alle imprese agricole, agroalimentari e ad altri benefi ciari sono più di 72.000 e sono oltre 70 i bandi pubblici già approvati su tutte le misure. I principali dati di monitoraggio, rilevati nel mese di luglio 2019, forniscono numeri positivi per il PSR dell’Umbria che si colloca al di sopra della media nazionale per spesa sostenuta. In particolare, dall’avvio del programma le spese che hanno avuto maggiore successo sono quelle per gli in-vestimenti nelle imprese agricole ed agroalimentari (Misure 4, 6 e 16) con oltre 98 milioni di euro; le misure a premio (Misure 10, 11, 13, 14 e 15) con circa 187 milioni di euro, le spese per il mi-glioramento delle foreste (Misura 8) con oltre 25 milioni di euro e poi via via tutte le altre (Tab. 1).Rispetto alla cosiddetta regola N+3 sul disimpegno automatico, nel 2019 la Regione Umbria ha raggiunto con ampio anticipo l’obiettivo previsto superando, insieme ad altre 8 Regioni italiane, il 100% di realizzazione della spesa prevista per gli anni di im-pegno 2015-2016 con riferimento alla scadenza del 31 dicembre 2019. Altrettanto positive sono le aspettative dell’Umbria rispet-to all’esito della performance review e del raggiungimento degli obiettivi intermedi approvati e fi ssati dalla Commissione euro-pea per il 2018: tutte le azioni necessarie sono state implemen-tate affi nché il 6% circa delle risorse del PSR, accantonate come riserva di performance, possano essere sbloccate e rese disponibili in vista della conclusione dell’attuale settennato di programma-zione economica.Anche per quanto riguarda le risorse impegnate, il PSR registra un avanzamento in linea con quanto programmato: 634 milioni di euro a giugno di quest’anno ovvero il 68% dell’intera spesa pubblica programmata. A livello di Priorità la parte più consistente dei pagamenti ri-guarda la Priorità 4 ‘preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all'agricoltura e alla silvicoltura’ con un va-lore percentuale del 61,7% sul totale, ovvero più di 167 milioni di euro. Le risorse maggiormente impegnate sono quelle della Priorità 4 con il 91,7%, seguite della Priorità 3 con oltre il 71% di risorse impegnate e dalla Priorità 5 con quasi il 58% (Tab. 2).Buoni risultati dunque per il Programma di Sviluppo Rurale dell’Umbria 2014-2020 che si avvia verso la conclusione forte di un’esperienza positiva in cui il tema di una diff usa innovazione è stato determinante. La nuova programmazione dei fondi eu-ropei della Politica Agricola Comune per il periodo 2021-2027, già avviata a livello regionale con la convocazione del primo incontro tecnico partenariale, avrà il compito di raccogliere l’e-redità dell’attuale programmazione e di proseguire nella sfi da verso un’agricoltura intelligente che guardi all’innovazione, alla sostenibilità ambientale, alla qualità e salubrità degli alimenti.

I numeri del Programmadi Sviluppo Ruraledell’Umbria 2014-2020

MISURADESCRIZIONE

MISURAPROGRAMMATO PAGATO

€ € %

M1

Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione

10.300.000 1.926.069 18,70%

M2Servizi di consulenza e di assistenza 9.800.000 720 0,01%

M3Regimi di qualità dei prodotti agricoli 8.200.000 3.031.735 36,97%

M4

Investimenti in immobilizzazioni materiali

217.200.000 78.074.556 35,95%

M5

Ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamità naturali e introduzione di adeguate misure di prevenzione

17.000.000 2.680.493 15,77%

M6Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese 38.000.000 6.897.631 18,15%

M7

Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali

110.056.354 4.917.711 4,47%

M8

Investimenti nello sviluppo delle aree forestali e miglioramento della redditività delle foreste

80.400.000 25.281.517 31,44%

M10Pagamenti agro-climatico-ambientali  150.500.000 91.368.280 60,71%

M11 Agricoltura biologica 38.406.586 22.546.111 58,70%

M12

Indennità Natura 2000 e indennità connesse alla direttiva quadro sulle acque

8.000.000 0 0,00%

M13

Indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali

72.000.000 54.195.168 75,27%

M14 Benessere degli animali 23.900.000 18.893.850 79,05%

M15

Servizi silvo-ambientali e climatici e salvaguardia delle foreste

5.000.000 836.789 16,74%

M16 Cooperazione 70.300.000 13.624.786 19,38%

M19Sostegno allo sviluppo locale LEADER 51.195.083 6.838.148 13,36%

M20 Assistenza tecnica 18.204.852 3.460.063 19,01%

Ex Mis.131

Rispetto dei requisiti prescritti dalla normativa comunitaria

90.000 60.850 67,61%

TOTALE 928.552.876 334.634.478 36,04%

AVANZAMENTO DEGLI IMPEGNI PER PRIORITÀ DEL PSR (2015-2019) PROGRAMMATOSTIMA

IMPEGNATO%

2 - Potenziare la redditività delle aziende agricole e la competitività dell’agricoltura e promuovere tecnologie innovative per le aziende agricole e la gestione sostenibile delle foreste 225.318.000 127.670.857 56,70%

3 - Promuovere l’organizzazione della fi liera agroalimentare, compresa la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli, il benessere degli animali e la gestione dei rischi nel settore agricolo 141.705.000 100.940.944 71,20%

4 - Preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all’agricoltura e alla silvicoltura 270.616.586 248.215.842 91,70%

5 - Incentivare l’uso effi ciente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale 94.400.000 54.543.602 57,80%

6 - Adoperarsi per l’inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali 178.218.438 89.243.239 50,10%

nd - Assistenza tecnica e misura discontinua 18.294.851 13.590.000 74,30%

TOTALE 928.552.875 634.204.484 68,30%

e integrata con il territorio circostante sono gli obiet-tivi primari per Elena che desidera innovare ma anche tramandare gli antichi saperi contadini.E poi ci sono le esperienze che raccontano di innovazio-ni tecnologiche, leve strategi-che per un’agricoltura che è sempre più smart, orientata al futuro, competitiva e soste-nibile. Il progetto RTK 2.0, ad esem-pio, ha consentito la prototi-pizzazione di una rete RTK e di applicazioni tecnologiche innovative per l’automazio-ne dei processi colturali e la gestione delle informazioni per l’agricoltura di precisio-ne. Un sistema affi dabile e innovativo che consente alle aziende agricole di utilizzare il segnale GNSS per applicare mappe di prescrizione con si-stemi di concimazione a rateo variabile, mappe di raccolta e di utilizzare sistemi di guida automatica in precisione RTK e quindi di instaurare un si-stema di controllo completo dell’azienda. Innovazione tecnologica an-che nelle principali fi liere zootecniche umbre grazie al progetto LIVESTOCK SMART FARMING: una piattaforma informatica in grado di elaborare dati pro-venienti da fonti diverse per fornire all’allevatore liste ope-rative in tempo reale e indici sintetici su benessere anima-le, stato sanitario, gestione del farmaco, management dell’allevamento, valutazione dell’effi cienza economica e ambientale dell’azienda, ri-duzione dell’uso dei farmaci e valorizzazione dei prodotti fi nali.Ricerca e innovazione sono alla base dei progressi e delle nuove sfi de che l’agricoltura, e le zone rurali in generale, sono chiamate ad aff rontare dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Favorire la diff usione di un’agricoltura intelligente che si basi sullo sviluppo tecnologico per ri-durre l’impatto sull’ambiente e sui cambiamenti climatici, che aumenti la sua resilienza e la salute del suolo e che ri-duca i costi per gli agricoltori sono gli obiettivi attuali e fu-turi cui lavora l’Europa attra-verso le sue politiche comuni e che trovano applicazione, operatività e fi nanziamento attraverso i PSR regionali. Ora la sfi da guarda avanti alla Politica Agricola Comune 2021-2027 in cui comunque il tema dell’innovazione e della sostenibilità ambienta-le saranno determinanti per avere successo nell’epoca dei mercati globali. La direzione è infatti quella che conduce verso un’agricoltura intelli-gente in grado cioè di ridurre l’impatto sull’ambiente e sui cambiamenti climatici, di au-mentare la resilienza e la salu-te del suolo, di ridurre i costi per gli agricoltori e di garanti-re la competitività del settore.

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24 Guida RegioniScenari

Lunedì 23 Settembre 2019Sardegna

■ REGIONE SARDEGNA / L’Aspal cerca neolaureati da trasformare in imprenditori moderni

La Sardegna crede nei suoi giovaniDall'idea all'azienda aiutati dai migliori del mondo

La Sardegna punta sui giovani talenti ed in-

veste sui neo-laureati per diventare terra di start up e di imprese all’avanguardia, creare una nuova generazio-ne di imprenditori e aumen-tare il livello di innovazione delle aziende isolane. Con questo obiettivo sono nati i programmi rivolti a giovani desiderosi di progettare il proprio futuro facendo leva su idee e talento, pronti a studiare e a fare esperien-za sul campo nelle migliori università e realtà impren-ditoriali del mondo, prima di tornare in Sardegna e tra-sformare l’idea in impresa.La parola chiave è innova-zione: “Stiamo portando avanti progetti che ci tra-ghettano nel futuro – spiega Massimo Temussi, direttore generale dell’Aspal (Agenzia

sarda per le politiche atti-ve del lavoro) - per tenere il passo con le richieste del mercato del lavoro, soprat-tutto quando si parla di di-gitale”. Per Temussi, il futuro del lavoro in Sardegna non si deve limitare al lavoro di-pendente, ma deve avere nuovi orizzonti: “Siamo da-vanti a cambiamenti tecno-logici velocissimi e la ‘digital transformation’ rappresenta una grandissima opportuni-tà. Vogliamo dare ai ragazzi sardi, che hanno idee e ta-lento, la possibilità di capi-re, vedere, conoscere, così da essere contaminati da una cultura imprenditoriale avanzata nella speranza che questa poi possa germoglia-re in Sardegna”.

MASTER AND BACK -

ALTA FORMAZIONEE’ un programma che con-sente ai ragazzi sardi di fre-quentare master in alcune università prestigiose, ac-quisendo un importante ba-gaglio di conoscenze e com-petenze da mettere a frutto dopo il rientro in Sardegna. Il bando è già online sulle pagine dell’Aspal (fino al 26 settembre, poi da ottobre fino a gennaio 2020): pos-sono fare domanda i gio-vani laureati sardi che non hanno compiuto 36 anni (41 anni nel caso di persone disabili), residenti in Sarde-gna da almeno 10 anni, che hanno ottenuto l'ammissio-ne incondizionata al master prescelto, con un indicatore Isee non superiore ai 56mila euro e la laurea con voto non inferiore ai 100/110 (se inferiore, che abbiano ottenuto l'ammissione a un Master erogato da una del-le prime 30 Università al mondo, nella classifica QS World University Ranking by Subject 2018).Il bando prevede: il rimborso delle tasse universitarie (fi no a 12mila euro), un importo per le spese di vitto e alloggio (fi no a mille euro al mese per 12 mesi consecutivi), il rim-borso delle spese di viaggio una tantum. Tutti gli importi sono calcolati in base all’Isee.

BESTÈ un programma intensivo di formazione in imprendi-torialità e management ap-plicati al settore scientifico e tecnologico, promosso da Invitalia in collaborazione con la Commissione Fullbri-ght, per favorire la crescita

dell’imprenditorialità italia-na e dell’innovazione tecno-logica mediante partnership con aziende e università americane. Il Programma dà la possibilità di fare espe-rienza di studio e lavoro, di acquisire delle capacità per lanciare la propria idea imprenditoriale e gestire la propria azienda. Nell’an-no  2019/20, l’Aspal finanzia fino a 5 borse di studio per under 35 con spiccata atti-tudine all'imprenditoriali-tà  residenti o domiciliati in Sardegna.  Il percorso pre-vede una selezione curata dalla Commissione Fulbri-ght, 6 mesi (24 settimane) a San Francisco nella Startup School della società Mind the Bridge, internship in aziende della Silicon Valley e un affiancamento al rien-tro per lo sviluppo dell’i-dea di business. Ogni borsa comprende: 3.000 dollari mensili per 6 mesi (per vit-to, alloggio, trasporti), 1.500 euro di rimborso spese (per viaggio a/r Italia-Usa e l’ot-tenimento del visto), assicu-razione medica, copertura

tasse di iscrizione e frequen-za, programma di orienta-mento all'arrivo, supporto alla ricerca di alloggio.

TALENT UP – Entrepreneu-rship and BackLa prima edizione è stata un successo, tanto che l’Aspal sta lavorando per far par-tire il secondo bando alla fine del 2019. Talent Up-EB, completamente finanziato con risorse del Programma Operativo FSE 2014-2020 della Regione Autonoma della Sardegna, aiuta i gio-vani laureati a realizzare un’idea imprenditoriale e si articola in tre fasi: forma-zione propedeutica in Sar-degna; esperienza all'estero; rientro in Sardegna. Si parte con il ‘pre-treatment’: lezio-ni di business management e business English e incontri con diversi imprenditori. Un momento importante, du-rante il quale i ragazzi han-no la possibilità di conoscer-si, stringere amicizie e avere contatti importanti per la loro vita professionale. Il cuore del progetto è la fase

‘treatment’, durante la quale i partecipanti definiscono e perfezionano la loro idea d'impresa per poi tradurla in un piano concreto, grazie al confronto con le miglio-ri realtà imprenditoriali. Si svolge in due momenti: il primo coi futuri imprendi-tori impegnati per un mese in uno dei 20 ecosistemi di start up più importanti al mondo (Silicon Valley, Tel Aviv, Boston Shangai, Lon-dra, New York, Singapore ecc.). Poi il ’treatment B’: due mesi durante i quali si acquisiscono competenze di gestione e crescita d'impresa nelle facoltà di business più prestigiose, presenti nel-le prime 50 posizioni del-la classifica internazionale (Top MBA's entrepreneuer-ship del Financial Times). La terza fase si svolge in Sar-degna, dove i partecipanti usufruiscono del supporto tecnico personalizzato da parte del Centro regiona-le di programmazione e di Sardegna Ricerche per l'av-vio e lo sviluppo della nuova impresa. Nella fase di ‘post

Partecipanti programma Talent UP

Assessore

del lavoro

Alessandra

Zedda

TVB. Crescono le opportunità di lavoro in Sardegna

Si chiama TVB come l’acronimo dei ”messaggini” ed è un nuovo programma pensato e voluto dall'assesso-re regionale del Lavoro della Regione, Alessandra Zed-da, per far crescere le opportunità di lavoro in Sardegna attraverso strumenti che, da una parte consentiranno ai lavoratori di acquisire nuove competenze e dall’altra da-ranno alle aziende la possibilità di avere personale più qualifi cato. TVB – Sardegna LavORO sta per Tirocini, Voucher formativi e Bonus occupazionali, mentre ORO richiama i risultati attesi: Orientamento, Raff orzamen-to delle competenze e Occupazione.• Tirocini. Lo strumento, rivolto a cittadini inoccupati o

disoccupati, prevede l’attivazione di tirocini extra-curri-culari di inserimento e/o di reinserimento al lavoro che avranno una durata di sei mesi e serviranno per acquisire competenze e conoscenze specifi che, tecniche, relazionali e trasversali, utili a orientare le scelte professionali e favorire l’ingresso o il reingresso nel mercato del lavoro regionale.

• Voucher formativi. Saranno rivolti a persone disoccu-pate o già occupate e hanno l’obiettivo di favorire lo svi-luppo di competenze attraverso un percorso formativo di breve durata, concepiti tendo conto delle esigenze del territorio e delle aziende. Sono previsti anche i voucher Alta formazione (per partecipare tra gli altri a master, corsi di perfezionamento o di professionalizzazione) pensati per fi gure ad alta specializzazione e rivolti non solo a chi un lavoro non ce l’ha ma anche a chi già lavo-ra ma vuole aggiornare le proprie competenze.

• Bonus occupazionali. Le imprese che assumeranno giovani e disoccupati con contratti a tempo deter-minato, indeterminato o di apprendistato potranno avere aiuti che saranno cumulabili con altri incentivi all’assunzione, di natura economica o contributiva.

Con queste politiche attive, l’Assessorato del Lavoro del-la Regione Sardegna punta a coinvolgere diverse fasce d’età, off rendo opportunità che spaziano dalle attività formative al vero e proprio inserimento occupazionale e alla crescita professionale.Inoltre, al fi ne di incentivare e favorire le forme di au-toimpiego, l’Assessorato avvierà un nuovo bando di microcredito con una dotazione di risorse superiori rispetto ai precedenti bandi e con specifi ci percorsi di accompagnamento in fase di avvio delle nuove aziende.

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25Guida RegioniScenariLunedì 23 Settembre 2019 Sardegna

Massimo

Temussi

Direttore

Generale

ASPAL

I l JA è una figura innovativa nell’ambito dei servizi per l’im-

piego erogati dall’Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro (ASPAL) e ribalta in chiave proat-tiva l’approccio della pubblica am-ministrazione con la sua utenza. Una parte importante di quest’an-no è stata dedicata alla costruzio-ne del profilo professionale sia dal punto di vista teorico, sia pratico con la formazione degli operatori. In tempi brevi, in particolare se raffrontati a quelli medi delle pub-bliche amministrazioni, il primo nucleo di JA è diventato operativo ed è stato messo alla prova nel Sar-dinian Job Day che si è tenuto il 24 e 25 gennaio 2019.Fermo restando che si tratta di un servizio che è partito di recente, il riscontro avuto dalle imprese con-tattate è molto positivo. L’ASPAL infatti, oltre all’intensa attività di ascolto, ricognizione dei bisogni e presentazione degli strumenti re-

gionali, nazionali e comunitari a favore delle imprese, eroga anche servizi diretti alle imprese – per esempio quelli di preselezione e se-lezione – o attiva specifici strumenti che facilitano l’inserimento lavora-tivo di nuove maestranze. L’obietti-vo è quello di realizzare anche con l’impresa una vera e propria presa in carico, che permetta di predispor-re piani di sviluppo che vedano nel personale l’elemento trainante. Il Sardinian Job Day è stato un banco di prova molto impegnativo: i JA, ancora junior, sono stati im-pegnati già da subito. La risposta è stata impressionante; su circa 5400 vacancy rese disponibili nel corso della manifestazione, l’80% sono state trattate dai 20 JA in servizio: questo è un indicatore preciso di quanto possa aumentare l’efficacia della propria azione se si inietta di-namicità nell’azione quotidiana di una PA. Il mercato del lavoro non è un monolite inscalfibile, ma lascia

spazi di intervento importanti se si agisce in maniera efficace sia sul lato dell’offerta che della domanda di lavoro.La figura del job account è in con-tinua evoluzione e ci saranno delle novità nel prossimo futuro. La pri-ma di queste è che il loro numero aumenterà: da una prima pattu-glia di sperimentatori che non ga-rantiva copertura piena all’intero territorio regionale si passerà a un numero congruo di JA che possano prendere in carico le imprese in tut-ta l’isola e siano presenti in tutti e 28 i centri per l’impiego.L’ambizione è quella di fare dei JA dei veri e propri “coach d’impresa” che possano supportare le aziende, in particolare quelle piccole, nella definizione di piani d’azione che le portino a sviluppare il pieno poten-ziale, aumentando le loro perfor-mance. Naturalmente nelle materie e negli ambiti di competenza dell’A-SPAL e quindi riguardo al lavoro.

I JA ora collaboreranno con i na-vigator che in Sardegna sono già arrivati. La Sardegna è, infatti, la prima regione in Italia ad aver fir-mato l’accordo con l’Anpal. Dal 2 settembre hanno iniziato la forma-zione on the job presso i centri per l’impiego, che si va ad aggiungere a quella in presenza e a quella online che già seguivano.La differenza sostanziale con i JA è che il navigator non prende in carico l’impresa, ma supporta l’operatore del centro per l’impiego nei servizi a favore dei beneficiari del reddito di cittadinanza. In altre parole, dal punto di vista teorico, l’approccio è simmetrico rispetto a quello dei JA: il navigator parte dal lavoratore e contatta l’impresa che possa offri-re un’offerta congrua, seguendone l’inserimento; mentre il JA parte dai bisogni, espressi e no, dell’impresa per trovare il lavoratore e la figura professionale adeguata alle man-sioni richieste. Oltre ovviamente a

supportare l’impresa anche in altri ambiti, come il miglioramento delle conoscenze e competenze delle mae-stranze impiegate.La chiave per il successo di questa figura innovativa? Si tratta di una sfida e come tutte le sfide ha i suoi rischi. Per sua natura il servizio dei JA non può “burocratizzarsi” e per essere realizzato necessita di una vocazione e di una “attitudine” che non tutti i lavoratori hanno. L’elemento umano è quindi decisivo ed è per questa ragione che il JA è sempre un “volontario”, un lavora-tore che si candida a svolgere que-sto ruolo.Ecco perché è indispensabile una costante attenzione alle attività re-alizzate, una formazione continua che permetta non solo di adeguare le competenze tecniche e relaziona-li, ma anche di tenere alta la moti-vazione degli operatori. I risultati al momento ottenuti però stanno dando ragione.

Quest’anno l’ASPAL ha stipulato una serie di accordi con la Corte d’Appello del territorio della Regione Sardegna,

fi nalizzati ad attivare nei suoi uffi ci organizzativi dei tirocini formativi per giovani laureati in materie giuridiche ed econo-miche.Attraverso una procedura di selezione realizzata assieme ai referenti degli uffi ci giudiziari sono stati individuati circa 150 giovani sardi o residenti nel territorio della Regione Sardegna. La selezione, basata sui titoli professionali /di studio e su un col-loquio motivazionale è stata personalizzata sulla base delle esi-genze di ogni sede operativa. I giovani selezionati avranno l’op-portunità di acquisire nuove competenze in ambito giudiziario attraverso un percorso formativo teorico/pratico che si svolge nelle cancellerie degli uffi ci per un periodo che va da 6 mesi ad un anno, sotto la costante supervisione di un tutor aziendale. Le attività oggetto dei tirocini consistono prevalentemente nel curare gli adempimenti amministrativi (in alcuni casi anche

contabili) di competenza delle cancellerie giudiziarie degli uffi ci giudicanti e requirenti aff erenti ad esempio il processo civile e penale nei diversi gradi di giudizio, presso soggetti quali i Tri-bunali Ordinari, di Sorveglianza e dei Minori, i Giudici di Pace ecc.Questi percorsi agevolano e supportano le scelte professionali dei giovani laureati oltre a favorire il loro ingresso o reingresso nel mercato del lavoro, anche garantendo una maggiore prepa-razione per i concorsi specialistici del settore. L’Aspal, come soggetto promotore, oltre a fi nanziare il progetto erogando un’indennità di tirocinio pari a 450 euro mensili, con i suoi Centri per l’Impiego distribuiti sul territorio regionale as-sicura ai soggetti ospitanti e ai tirocinanti l’attività di supporto tecnico mediante il portale Sardegnalavoro.it. In particolare questo avviene con la messa a disposizione di un operatore che svolge le funzioni di tutor sia per ciò che concerne la redazione del progetto di tirocinio che durante lo svolgimento dell’attività

attraverso azioni di monitoraggio costanti.Il successo dell’iniziativa riscontrato attraverso la grande adesione da parte dei giovani sardi ha spinto i partner a pro-grammare ulteriori iniziative. Si stanno infatti studiando dei progetti finalizzati all’inserimento dei laureati in giurispru-denza che vogliono intraprendere il difficile percorso di prepa-razione al concorso per la Magistratura attraverso tirocini che prevedano l’affiancamento al Giudice. Questo consentirebbe, infatti, al tirocinante di apprendere sul campo elementi cru-ciali dell’attività giudiziaria come ad esempio lo studio delle controversie, l’applicazione di norme, la partecipazione alle riunioni di Camera di Consiglio, la costruzione e la redazione delle sentenze. Si tratterebbe di esperienze rilevanti, uniche e particolarmente utili per i giovani laureati intenzionati a cimentarsi col mondo della Magistratura e che solo grazie a tipologie di tirocini, come queste che sta progettando l’Aspal, potrebbero realizzarsi.

I job account dell’Aspal: i futuri coach d’impresa cresconoAd un anno dalla loro nascita il bilancio dei risultati raggiunti è più che positivo

Tirocini: i giovani laureati entrano negli uffi ci giudiziari

treatment’, i futuri impren-ditori vengono indirizzati ed accompagnati per usufruire degli strumenti fi nanziari e dei programmi di incentiva-zione più opportuni per lo sviluppo dell'idea di impresa. L’Aspal sta preparando i

nuovi avvisi per la selezio-ne dei partner tecnici che operano in regioni e Paesi ad alta intensità di start up e ha pianificato la seconda edizione di Talent UP Entre-preneurship and Back per la fine del 2019.

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26 Guida RegioniScenari

Lunedì 23 Settembre 2019Sardegna

■ COMAGRO SARDO / In Ungheria una realtà di eccellenza nel settore lattiero caseario. Come coniugare artigianalità e nuove tecnologie

Prosegue l'espansione dell'azienda di origine sardaIl prossimo passo sarà quello di creare un moderno villaggio composto da circa 60 unità abitative

Che gli italiani abbiano la vocazione per il settore

alimentare, che siano capaci di innovare e che non stiano fer-mi ad attendere che le soluzioni giungano davanti alla porta di casa, è noto anche ai più disat-tenti."Uno degli imprenditori che ha abbandonato l’Italia (in que-sto caso la Sardegna), 25 anni fa per inseguire un suo sogno è mio suocero, Bernardino Pusceddu - racconta Pierlui-gi Asuni di Comagro Sardo -. Sull'isola faceva l’imprenditore, dapprima albergatore e negli ultimi 10 anni concessionario di automobili. Fin da bambi-no però sognava di proseguire sulle orme del padre, allevato-re e proprietario terriero, ma i numeri che aveva in mente erano diffi cilmente realizzabili nel territorio sardo. Con molta fatica, senza conoscere la lin-gua né la cultura ungherese, è riuscito ad avviare, nel 1995, questa attività che lo ha portato a realizzare quella che attual-mente è tra le realtà agricole più grandi in Europa". Nell’ultimo anno la famiglia Pusceddu ha investito parec-chio anche in tecnologia, rea-

lizzando un impianto che per-mette di pompare il digestato liquido che proviene dall’im-pianto a biogas direttamente nei terreni con un sistema di tubature ben organizzato. "Ma non è tutto. Mio suocero ha costruito un ulteriore ca-pannone che gli permetterà di aumentare il numero di vac-che in mungitura fi no ad un numero stabile di oltre 2.000 animali munti quotidianamen-te - prosegue Asuni, presente in azienda da 12 anni -. Ha av-viato inoltre un caseifi cio che

gli consente di portare nelle tavole degli ungheresi e degli italiani che risiedono qui i veri formaggi a pasta molle come mozzarelle, burrate, provoloni ecc. Oggi il suo obiettivo è la realizzazione, nel breve perio-do, di un villaggio composto da circa 60 unità abitative (villette a schiera) su una superfi cie di 15 ettari con annesso centro commerciale, centro sociale e sportivo (campi da tennis e piscina) a circa 30 minuti dall’aeroporto e a 20 minuti dal centro di Budapest, destinato a

quelle persone che vogliano vi-vere serenamente e in maniera economica agevolata la propria pensione in un Paese che anco-ra ha tanto da off rire. "Si tratta della riqualifi cazione e urbanizzazione di uno sta-bile agricolo - spiega Asuni -. Le case verranno realizzate te-nendo conto dei principi della bioedilizia, utilizzando materie prime naturali e di qualità che permettono di ottenere, grazie a un processo a basso impatto ecologico, un prodotto che fa-vorisce il risparmio energetico

e migliora la qualità della vita abitativa, riducendo l’inquina-mento acustico e l’insorgere di condense e muff e, nocive per il microclima interno alle abi-tazioni e quindi per la salute umana". Puntare a un nuovo approccio all’architettura che promuova l’integrazione degli edifi ci con chi ci abita e con l’ambiente naturale sarà alla base di tutte le scelte inerenti alla nuova co-struzione.L’impianto di riscaldamento sarà ecosostenibile e prevede anche il riutilizzo delle acque piovane e la produzione di energia elettrica e calore at-traverso pannelli fotovoltaici e solari. "Una casa fatta con ma-teriali ecologici, infatti, è una casa che non solo non danneg-gia chi ci abita perché abbassa notevolmente i valori di inqui-namento interno, ma anche di quello esterno - sottolinea Asuni -. D'altronde è ormai risaputo che le 'green practice' e la sostenibilità ambientale siano collegate al successo di tutte le imprese e in particola-re di quelle agricole. Si tratta di una sfi da imprenditoriale e organizzativa sempre più importante, che noi stiamo af-frontando con determinazione e rinnovato entusiasmo".Bernardino Pusceddu ha fatto tutto ciò che è riuscito a rea-

lizzare grazie al supporto della sua compagna con la quale ha iniziato fi n da subito l'avven-tura ungherese, ma oggi conta anche sulla collaborazione dei fi gli e del genero. Chi ha avuto il coraggio e la costanza di scegliere un altro Paese, rispetto al proprio di origine, per impiantare una struttura industriale, non si fa spaventare dalla crisi globale, ma di certo osserva con mol-ta attenzione gli andamenti dei mercati nei diversi Paesi. “In Ungheria il mercato del latte e dei latticini è oscillan-te - precisa, con una certa nota polemica, Pusceddu -. Riscontriamo un’aumentata domanda grazie alla qualità del nostro prodotto, ma la cattiva concorrenza, in termi-ni di latte scadente che viene venduto dai produttori poco accorti, determina un costan-te abbassamento dei prezzi. Anche questo Paese dell'est Europa, così come l’Italia, è schiavo della globalizzazione, che uniforma i prezzi a scapi-to dei produttori, che faticano per produrre e non ottengono il giusto compenso. I contri-buti agricoli, troppo facili per coloro che non praticano l’a-gricoltura quale fonte di red-dito primario, contribuiscono negativamente a questo oscil-lare dei prezzi”.

Quando un'azienda agricola diventa leader"Un’azienda è leader non solo quando ha 'mezzi' o 'di-mensioni' - dichiara Michele Campiotti, dottore agro-nomo, specialista in allevamenti di vacche da latte -, ma soprattutto quando ha 'metodo' e valori'".Ecco le principali caratteristiche dell’azienda leader:- Capacità di imparare: essere leader non coincide mai con essere presuntuosi o pensare di sapere tutto. Al contrario i valori più grandi sono l’apertura mentale e la capacità di imparare, ingredienti principali della crescita aziendale.- Persone, animali e ambiente al primo posto: i risultati aziendali nel lungo periodo passano necessariamente attraverso il riconoscimento di priorità che hanno valo-re per tutti, non solo per l’azienda. Tutti coloro che lavo-rano nell’azienda devono essere contenti di farlo; inoltre l’esistenza stessa dell’azienda deve essere un punto di vantaggio sia per gli animali che per l’ambiente.- Metodo di lavoro: l’azienda deve avere al suo inter-no la capacità di verifi ca delle scelte operative che le vengono proposte. Strumenti e metodo di lavoro sono un punto decisivo per poter crescere sempre. Il fattore di crescita è la conoscenza: alla mia azienda è utile percorrere questa strada? Bisogna sapere rispondere.- Obiettivi economico-fi nanziari: lo scopo ultimo dell’azienda è sempre la sostenibilità economica attra-verso la quale si concretizzano i valori aziendali che altrimenti rimangono un’astrazione. L’azienda deve avere la capacità di raggiungere i propri obbiettivi eco-nomico-fi nanziari.

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27Guida RegioniScenariLunedì 23 Settembre 2019 Lazio

Ingresso sede Consiglio regionale del Lazio

Il Parco della Pace

Il presidente del Consiglio

regionale del Lazio, Mauro

Buschini

Una seduta dell’Assemblea

■ CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO / L’XI legislatura ha preso il via il 4 aprile 2018, al lavoro per coniugare innovazione, sviluppo ed effi cienza

Lazio motore del Paese, la sfi da del ConsiglioIn quasi un anno e mezzo, approvate 30 leggi e 20 proposte di deliberazione consiliare. Fari accesi su lavoro, opportunità di crescita del territorio, sanità e welfare

Il Consiglio regionale del Lazio, l’organismo depu-

tato alla rappresentanza dei cittadini, esercita la funzione legislativa attribuita dalla Co-stituzione italiana alla Regio-ne, concorre alla determina-zione dell’indirizzo politico regionale ed esercita le fun-zioni di controllo sull’attività dell’esecutivo. Il Consiglio regionale, la “casa” dei cittadini del Lazio, si trova su via della Pisana. È circondato da dieci ettari di verde, il Parco della Pace, completamente accessibile ai cittadini.L’Assemblea è composta da cinquanta consiglieri e dal presidente della Regione, eletti a suff ragio universale e diretto.L’attuale legislatura, l’XI, è uffi cialmente iniziata il 4 aprile 2018, con la prima se-duta nella quale si è provve-duto all’elezione dell’Uffi cio di Presidenza, composto dal presidente del Consiglio, da due vicepresidenti, da tre se-gretari. Attualmente l’organo è così composto: presidente Mauro Buschini (Partito de-mocratico); vicepresidenti Giuseppe Emanuele Cangemi (Gruppo Misto) e Devid Por-rello (Movimento 5 Stelle); consiglieri segretari Michela Di Biase (Partito democrati-

co), Daniele Giannini (Lega) e Gianluca Quadrana (Lista Civica Zingaretti). I consi-glieri regionali del Lazio sono riuniti in 13 gruppi consiliari e fanno parte delle Commis-sioni (12 quelle permanenti, una speciale) che si riunisco-no in sede referente, in sede redigente e in sede consultiva. Un Consiglio snello e in sin-tonia con il resto del Paese: è stata messa in atto, fi n dalla precedente legislatura, una forte spending review che ha consentito di eliminare spre-chi e razionalizzare le spese, rendendo più effi ciente la

macchina amministrativa. Nel 2012 (ultimo anno della IX legislatura) il Consiglio costava 76 milioni di euro; oggi l’intera macchina am-ministrativa spende per il suo funzionamento poco meno di 53 milioni, con un rispar-mio di 23 milioni di euro (dati Consuntivo 2018). Al contempo, non è mai venu-to a mancare il sostegno del Consiglio regionale alle realtà territoriali: nell’ultima legi-slatura i contributi concessi ai Comuni del Lazio ammonta-no a quasi 4 milioni e mezzo.Intensa e profi cua l’attività che ha contraddistinto fi n da subito il lavoro dell’Aula: in quasi un anno e mezzo di le-gislatura, sono state approva-te 30 leggi, di cui 12 nel 2018 e 18 nel 2019, e 20 proposte di deliberazione consiliare, di cui 14 nel corso del primo anno e 6 nel corso del secon-do. Delle 30 leggi approvate, 4 sono passate all’unanimità; 17 sono di iniziativa della Giunta regionale e 13 invece presen-tate dai consiglieri regionali.Il primo provvedimento ap-provato è la legge di stabilità regionale 2018, dove nel ri-defi nire il quadro fi nanziario regionale è stata data fi n da subito una netta sforbiciata ai vitalizi dei consiglieri re-gionali cessati dal mandato, confermando il contributo di solidarietà già attuato nel-la precedente legislatura. Il provvedimento temporaneo è stato poi abrogato dalla leg-ge sulla rideterminazione dei vitalizi degli ex consiglieri regionali, approvata all’una-nimità il 28 maggio 2019, che assicura alla Regione Lazio un risparmio di poco infe-riore ai 6 milioni di euro an-nui e ricalca quanto stabilito dall’accordo siglato il 3 aprile 2019 in Conferenza Stato-Re-gioni.Altro testo importantissimo,

la legge sulle Semplifi cazioni e lo Sviluppo, che promuove la crescita dell’intero sistema economico regionale scom-mettendo sulla semplifi cazio-ne e sull’innovazione digitale. Prevista la nascita, all’interno dei portali regionali, della sezione Lazio Semplice, che promuove il coinvolgimen-to propositivo di cittadini e imprese nei processi di semplifi cazione normativa e procedimentale. In tema di lavoro, si introducono speci-fi che clausole sociali all’inter-no dei bandi di gara indetti dalla Regione Lazio e dagli enti strumentali con l’obiet-tivo di garantire la stabilità e la continuità occupazionale del personale impiegato nel precedente appalto. Sempre in questo provvedimento è stato abolito il certifi cato di riammissione a scuola dopo un’assenza di più di cinque giorni, e introdotte misure per contrastare il gioco d’az-zardo patologico e per tutela-re con nuovi fondi le vittime di usura ed estorsione.In materia di sanità, il Consi-glio regionale ha approvato la legge che interviene sulle gra-duatorie delle aziende e de-gli enti del servizio sanitario nazionale, disponendo che le stesse graduatorie non possa-no avere una vigenza superio-re a tre anni dalla data della loro pubblicazione. Una legge che interviene sulla professio-nalità del personale sanitario e fa da detonatore per riaprire così un’importante stagione di concorsi pubblici.Dalla sanità al welfare: con l’approvazione del Piano so-ciale regionale “Prendersi cura, un bene comune”, la Re-gione Lazio ha stanziato 524 milioni di euro tra risorse sta-tali e regionali per le politiche sociali a cui si aggiungono i

fondi europei del Por Fse pari a 132 milioni di euro, per un totale di 656 milioni di euro per il triennio 2019-2021. Un Piano questo, atteso dal 2000, che prevede maggiori risorse per il superamento della po-vertà, il potenziamento dei servizi per le persone anziane, in particolare quelli di semi-residenzialità e di assistenza domiciliare così come il po-tenziamento dei servizi per le persone con disabilità, con l’obiettivo di superare l’isola-mento e l’emarginazione. Con la legge di riordino delle Ipab, poi, si completa il qua-dro dei servizi sociali dopo l’approvazione del Piano so-ciale: le Ipab diventano così uno strumento operativo a disposizione dei Comuni per l’attuazione delle politiche di welfare, con più qualità e so-stenibilità nei servizi off erti.Con le “Disposizioni in mate-ria di prevenzione e riduzione del rischio sismico”, sono sta-te previste misure di preven-zione e riduzione dei fattori di rischio legati agli eventi si-smici, nonché interventi volti a semplifi care ed accelerare la ricostruzione dei territori colpiti dal drammatico terre-moto che ha sconvolto l’Italia centrale il 24 agosto 2016. In particolare, la legge dispone l’approvazione, da parte della Giunta regionale, di un “Do-cumento di rischio sismico regionale” e la concessione di contributi per la realizzazione di interventi di adeguamento sismico e la realizzazione di interventi di ristrutturazione edilizia.In materia di politiche del lavoro, il Consiglio ha appro-vato due provvedimenti im-portanti e di stringente attua-lità che estendono i diritti a lavoratori che prima ne erano sprovvisti. Il primo è la legge

sulla sicurezza dei lavoratori digitali, i cosiddetti Riders, che, prima regione in Italia, introduce importanti tutele e diritti a favore dei lavoratori della Gig Economy, come l’in-fortunio sul lavoro, le malattie professionali, e norme sulla maternità e la previdenza so-ciale. C’è poi la legge, appro-vata all’unanimità, in materia di equo compenso e di tutela delle prestazioni professio-nali, che stabilisce il diritto a un trattamento economico giusto e l'assenza di clauso-le vessatorie nei rapporti e nei contratti di lavoro con l'amministrazione regionale, i suoi enti e tutte le società e datori di lavoro che operano con la Regione Lazio.Con la legge che disciplina i biodistretti si è inteso pro-muovere l’agricoltura biologi-ca, diff ondere buone pratiche rurali, ambientali e sociali, tutelare la biodiversità, svi-luppare l’ecoturismo cultu-rale e gastronomico. Tutto attraverso la diff usione di un modello partecipativo dal basso, attento allo sviluppo sostenibile e alle vocazioni dei territori. Mentre con la “Di-sciplina delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale” si punta a tutelare soprattutto quei territori già vessati da si-tuazioni critiche dal punto di vista ambientale, mettendo in atto le misure necessarie per l’eliminazione o la riduzione dei fenomeni di inquinamen-to e di squilibrio ambienta-le. In materia ambientale e urbanistica, l’approvazione del Piano territoriale paesi-stico regionale (Ptpr) è uno strumento fondamentale per garantire regole chiare nella gestione e tutela del territorio, attraverso cui coniugare pae-saggio e patrimonio, atteso da oltre venti anni.

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28 Guida RegioniScenari

Lunedì 23 Settembre 2019Campania

■ ASI NAPOLI / Sicurezza applicata ai nuovi sistemi informatici delle “Smart Industries”

Il Mezzogiorno che traina il PaeseL’insediamento di Amazon individua l’area metropolitana di Napoli, con le sue aree industriali, al centro di un percorso di valorizzazione

Dopo i brillanti risultati ottenuti dall’ASI Napoli

in materia sia di sburocra-tizzazione, semplifi cando i procedimenti amministrativi e fornendo agli utenti rispo-ste in tempi celeri e certi, sia di risanamento dei conti, il Consorzio presieduto dall’Avv. Giuseppe Romano ottiene un importante riconoscimento che consentirà all’Ente di po-ter colmare il gap esistente con le realtà produttive del Nord Europa. infatti, il Ministero dell’Ambiente, nell’ambito del PON Nazionale sulla legalità, ha individuato, nel progetto

pilota presentato dall’ASI e chiamato “Asi..Cura” il mo-dello di sviluppo che devono perseguire le aree produttive dando maggiore spazio alla sicurezza applicata ai nuovi si-stemi informatici, in una sola parola, “Smart Industries”.Il progetto pilota prevede la possibilità non solo di garan-tire un maggiore controllo degli agglomerati industriali ma anche di poter monitorare costantemente i quattro ele-menti naturali.A tal fi ne è previsto un mo-nitoraggio sia dell’acqua mediante l’impiego di sonde

intelligenti, sia dell’aria con centraline installate capillar-mente su tutto il territorio, sia quella del fuoco con dei droni pronti a sorvegliare costante-mente le aree industriali, riu-scendo a garantire una mag-giore prevenzione dei roghi. Un fuoco che spesso ha dato risalto al lato negativo dei ter-ritori della provincia di Napo-li, ma che avrà vita diffi cile in futuro, grazie al Quartier Ge-nerale iperconnesso istanta-neamente alle zone industria-li tramite telecamere e sensori cablati con fasci chilometrici di cavi in fi bra ottica. Un suc-cesso manageriale dell’establi-shment Consortile, capace di attirare fondi Governativi per 5 milioni di euro, che il presidente del Consorzio ASI Napoli, Giuseppe Romano, elogia senza molti giri di pa-role “l’individuazione dell’ASI come soggetto proponente di un progetto pilota da parte del Ministero dell’Interno, ci ha consentito di dare una forma ed una visione ai nostri agglomerati industriali nel rispetto dell’ambiente e della sostenibilità urbanistica, po-tenziando di fatto anche l’a-spetto logistico. Tutto questo sarà possibile grazie ad una iniezione tecnologica all’a-vanguardia che garantirà un primato infrastrutturale delle aree industriali campane nel prossimo ventennio”.

BENVENUTA AMAZONNapoli capitale della logistica del Meridione. È anche que-sta la sfi da del Consorzio ASI dopo l’insediamento di Ama-zon. Il colosso dell’e-commer-ce mondiale ha scelto l’agglo-merato industriale di Arzano per radicarsi nell’area territo-riale meridionale del Bel Pae-

se, con lo scopo di ingrandire tutto il centro logistico che servirà la clientela ubica-ta nell’intero Mezzogiorno. Grande entusiasmo nell’area urbana limitrofa a quella in-dustriale metropolitana di Napoli, grazie alle ricadute occupazionali che Amazon ha portato con i suoi 150 di-pendenti a tempo indeter-minato, impegnati quotidia-namente nel servire i 13.000 mq che la Big Company sta-tunitense ha scelto per il suo centro logistico più impo-nente del Meridione. I bene-fi ci di un insediamento così prestigioso non si limitano solo ed esclusivamente al per-sonale assunto, ma vanno ol-tre, nell’indotto precisamen-te, dove a benefi ciare della presenza di Amazon, saranno tutti gli spedizionieri dell’area urbana a ridosso dell’opifi -cio attrezzato dalla società di Jeff Besos, che godranno di un incremento del proprio business lavorativo per via dell’aumento vorticoso delle spedizioni dei prodotti che ogni giorno vengono ordinati non solo nei comuni campa-ni, bensì anche fuori regione e precisamente nel centro sud del Paese. Questo potenzia-mento logistico, porterà un miglioramento del servizio di consegna ai consumatori che quotidianamente utilizzano la piattaforma di commercio elettronico: prima al mondo per prestigio, penetrazione globale e valore azionario in borsa. Soddisfatto il presiden-te dell’ASI Napoli Giuseppe Romano che descrive “l’in-sediamento di Amazon, utile non solo nel dare ricadute occupazionali di grande valo-re, ma individua l’area metro-politana di Napoli, con le sue

aree industriali, al centro di un percorso di valorizzazione complessiva della produtti-vità territoriale. Dopo Ama-zon, vi saranno altri Brand di prestigio che già hanno fatto richiesta di insediarsi nelle zone ASI, scegliendo di fat-

to la Campania come punto nevralgico dei propri aff ari, trasformandola progressiva-mente in una grande area al servizio dell’intero Mezzo-giorno per la produzione e per lo smistamento delle pro-prie merci” Giuseppe Romano

Siamo pronti alla sfi da globaleI consorzi ASI sono enti pubblici che hanno il compito di promuovere le condizioni necessarie per lo sviluppo di attività imprenditoriali. L’ASI di Napoli comprende 7 agglomerati industriali per una superfi cie di oltre 2 milioni di mq. Una realtà importante, non priva di problemi, che si propone quale protagonista della cre-scita economica del territorio. Abbiamo incontrato il presidente, avvocato Giuseppe Romano, giunto al se-condo mandato."Il mio primo mandato è stato imperniato sulla ri-qualifi cazione dell’ente dopo venti anni di commissa-riamento, nel costante tentativo di recupero del ruolo istituzionale dell'ente - dichiara Romano -. Abbiamo risanato il debito, annullato il defi cit gestionale e ci siamo dedicati a una gestione manageriale rivolta esclusivamente allo sviluppo del territorio. Tra i ri-sultati più visibili certamente l’aver dato riscontro alle istanze che giungevano dai vari agglomerati, so-prattutto per quanto concerne la richiesta di nuovi insediamenti. Siamo stati capaci di attrarre nuovi in-vestimenti dando risposte particolarmente celeri alle industrie che ne hanno fatto richiesta, determinando quel circolo virtuoso per eff etto del quale i nuovi inve-stimenti hanno già determinato risposte concrete per il territorio in termini di economia e continueranno a determinarne in termini di off erte occupazionali. Ab-biamo poi avviato le azioni di manutenzione della rete viaria, della rete idrica e delle aree verdi e ci avviamo all’affi damento di servizi essenziali nei singoli agglo-merati come, per esempio, la creazione di asili nido per i fi gli dei lavoratori". Ma quali saranno gli obiettivi che caratterizzeranno i prossimi cinque anni?"L'azione di programmazione posta in essere con la Regione Campania - aff erma Romano - ci ha permesso di risultare destinatari di fi nanziamenti per le nostre aree che vedranno fi nalmente il rifacimento di infra-strutture indispensabili. Dalla illuminazione al rifaci-mento della rete viaria alla realizzazione di giardini industriali. Accanto a tutto ciò è in corso un'ardua ma intensa azione, sicuramente stimolante per tutto il territorio. Stiamo promuovendo i nostri agglomerati industriali all’estero e lo abbiamo fatto tramite azio-ni mirate rivolte soprattutto ai paesi del Mar Medi-terraneo dove abbiamo stipulato accordi con Tunisia, Malta, Egitto, Libia, spingendoci perfi no nella lontana e fredda Russia. Non abbiamo solo il compito di pro-muovere le nostre aziende all’estero, ma abbiamo l’ob-bligo di promuovere anche i nostri territori, che nulla hanno da invidiare ad altre zone d’Italia e del mondo. La Via della Seta oramai ha escluso di fatto il nostro Paese, ma questo non vuol dire che la Campania non possa essere un punto nevralgico della logistica globale grazie ai suoi porti e alle aree di smistamento logisti-che interne. Non è un caso che Amazon e altri grandi brand internazionali, abbiano iniziato a mettere le proprie radici qui per aff acciarsi al Mezzogiorno d’I-talia e ai suoi confi ni marittimi nell’area euromediter-ranea. Noi ci siamo e siamo pronti alla sfi da globale".

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29Guida RegioniScenariLunedì 23 Settembre 2019 Campania

■ SO.RE.SA. / In 3 anni la Campania ha scalato posizioni, raggiungendo 167 punti nella Griglia LEA

Le reti per l’urgenza: la nuova sanità in CampaniaUmanizzare le cure potenziando i servizi: parte da qui il progetto che sta facendo ottenere grandi risultati alla regione

La tua Campania. I fatti. Il Progetto. Nasce proprio

da qui un nuovo modo di vi-vere la territorialità dal punto di vista sanitario: la nuova rete territoriale regionale, “Le reti per l’Urgenza”, hanno trovato in questa regione uno spazio necessario per cambiare radi-calmente la gestione di quel tempo che può valere la vita o la morte di una persona. “La Regione Campania sta pun-tando in maniera molto decisa su un approccio diretto verso le cosiddette  “reti dell’emer-genza, reti dell’urgenza”, spiega Gianluca Postiglione Direttore Generale di So.Re.Sa. Rete per le Emergenze Cardio-logiche, Rete Ictus, Rete Trau-ma, Rete Neonatologica e dei punti nascita: questi i quattro settori strategici sui quali si sono focalizzati gli sforzi di un team multidisciplinare forte-mente voluto dal Commissario alla Sanità, l’ Onorevole Vin-cenzo De Luca, composto dal Consigliere alla Sanità (Prof. Enrico Coscioni) da So.Re.Sa. e dal Dott. Pietro Giudice, referente della Struttura Com-missariale per le reti dell’emer-genza urgenza. Si è cominciato a lavorare con un approccio chiaro:  andare sulla medicina delle reti coin-

volge sia territorio che ospe-dali. La sanità italiana, quella campana più di altre, è storica-mente “ospedalecentrica”. Dal superamento di questo limite si parte, con l’obiettivo di lavorare ancora di più per il bene del-la gente comune. L’approccio alle reti impone un cambio di paradigma. Il Dr. Pietro Giu-dice spiega in parole semplici un caso standard di sospetto infarto: “Si parte dalla presa in carico del paziente già dall’

ambulanza. È indispensabi-le individuare fi n dalla prima presa in carico il livello di cri-ticità del paziente. In questo modo è possibile indirizzare il paziente in una struttura HUB. Indispensabile, quindi, esse-re in rete anche dal punto di vista informativo e strategico: solo così si riescono ad avere, con la massima velocità, tutte le informazioni necessarie per salvare delle vite”. Per realizzare ciò So.Re.Sa. ha realizzato una gara di appalto centralizzata per la fornitura di ECG por-tatili e tablet da caricare sulle ambulanze per eseguire elet-trocardiogrammi in real time trasmettendo i dati ad una cen-trale operativa in grado di geo-localizzare, refertare e smistare il paziente nell’Hub più vicino e meglio attrezzato a seconda della gravità della patologia in atto. Qualche numero: ad oggi sono state attivate 175 ambu-lanze con elettrocardiografo a bordo, grazie alle quali nel solo

2017 sono stati “intercettati” in tempo e presi in carico entro 60 minuti 672 infarti su un totale di 5552 ecg trasmessi alla cen-trale operativa. In sintesi: 672 vite umane salvate grazie alla riorganizzazione di tre fattori produttivi: tecnologia, pro-grammazione, interazione tra reti. Ma non è tutto. Gianluca Postiglione spiega anche l’im-portanza e il valore dell’attività che va oltre il primo soccorso: “La fase più importante è la presa in carico del paziente post dimissioni, con un piano diagnostico e terapeutico di natura riabilitativa: rimettiamo

il paziente al centro del percor-so. Umanizziamo le cure. Pun-tiamo forte sul cittadino come centro del progetto.  I dati sulla rete IMA dimostrano con fatti concreti e numeri misurabili che la reingegnerizzazione e la digitalizzazione dei processi e dei percorsi diagnostici, coniu-gata con tecnologie oggi dispo-nibili, possono incidere sulla qualità della vita delle persone”. Risulta quindi fondamentale accoppiare “emergenza e ur-genza” che lavorano sui tempi, alle “attività post” che ridanno linfa all’attenzione sul paziente nell’attività riabilitativa.

Il Dott. Gianluca Postiglione,

Direttore Generale

Il Prof. Enrico

Coscioni,

Consigliere del

Presidente alla

sanità, ed

il Governatore

della Regione,

On. Vincenzo

De Luca

Dott. Cuccurullo, Presidente

del Cda Soresa

Copertura della rete

IMA in Campania

Occhi puntati, ora, sulla rete cardiologica per l'infarto.

Si è parlato nell’articolo prece-dente dell’importanza di avere una concezione unitaria dei servizi sanitari che, in questo caso, comprendono il soccorso territoriale e la rete ospedalie-ra. È determinante perché tutto funzioni al meglio che tale mo-dello debba poter contare su as-setti organizzativi dettagliata-mente predisposti, ottimamente funzionanti e ad ampia coper-tura regionale. Ed ecco quindi che la Regione Campania ha deciso, dal 2016, di dare il via alla progressiva attuazione di questo progetto che comporta obbligatoriamente la revisione dei rapporti tra i professionisti. Enrico Coscioni, consigliere del Presidente alla Sanità, espone il piano strategico. “L’obiettivo primario? Una integrazione, in continuità, dell’intero processo. Utilizzando strategie diagno-stico-terapeutiche comuni, mo-dulate sia sul profi lo di rischio del paziente che sulle risorse strutturali e logistiche disponi-bili, i medici sono chiamati ad acquisire maggiori competenze professionali e maggiori respon-sabilità. Un esempio? Il medico del 118 che sostituisce la funzio-ne classica di primo soccorso e trasporto dell’assistito all’ospe-

dale più vicino con quella di erogatore di cure condivise già mentre trasporta il paziente, una volta che la diagnosi sia stata confermata. E in questo caso il paziente viene portato all’ospedale più appropriato, non per forza al più vicino”.

RETE ICTUS: un percorso di cura con obiettivi ben precisi“Sulla scorta dei risultati otte-nuti sulla rete IMA – racconta Pietro Giudice – procediamo a spron battuto anche sulla rete ICTUS, con obiettivi ben precisi: in questo caso si tratta di incrementare il riconosci-mento precoce e gli accessi in rete tramite 118. La criticità principale è la mancata codifi -ca dell’evento. Che signifi ca? In pratica, la tardiva codifi ca della patologia rende tardivi (o in al-cuni casi nulli) gli interventi sul paziente”. Ancora una volta, sottolinea Gianluca Postiglio-ne, “grazie alla digitalizzazione stiamo lavorando su una stan-dardizzazione digitale unica e centralizzata per tutti gli ospe-dali della regione per rendere uniformi le modalità di codifi ca rispettivamente dell’IIA, delle Emorragie cerebrali e delle pro-cedure ad esse collegate. Il risul-tato fi nale sarà la creazione di un big data dello stroke disponi-

bile in modalità cloud per tutti gli operatori, collegato con la rete Hub & Spoke per garantire interventi non solo tempestivi ma anche adeguati alla gravità dell’evento”. SORESA: dalle idee ai fatti. Linfa vitale per la sanità in Campania Molto più di una Centrale di Committenza, il Prof. Corrado Cuccurullo, Presidente del Cda, racconta l’evoluzione della mis-sion di So.Re.Sa. Da mero ente di supporto agli acquisti ed ai pagamenti a Soggetto in grado di programmare e realizzare progetti complessi ed ambiziosi a supporto della Direzione Ge-nerale della Salute. In aggiunta alle tradizionali competenze in materia di procurement, nel triennio 2016-2019 la società ha saputo ritagliarsi un ruolo strategico a supporto del go-verno e della programmazione sanitarie. Disegnando una vera e propria rivoluzione digitale della sanità campana, ripro-gettando e reingegnerizzando i principali processi del sistema sanitario regionale, da quelli amministrativi (con la realiz-zazione di un sistema informa-tivo contabile unico regionale (SIAC) in ambiente SAP) a quelli di produzione sanitaria

(reti dell’emergenza urgenza, RIS-PACS, anagrafe vaccinale regionale). Ma soprattutto di-segnando un nuovo approccio alla gestione dei fl ussi informa-tivi e dei dati sanitari basato su un big data sanitario (SINFO-NIA) in ambiente cloud che è diventato il sistema informativo regionale sanitario unico per la gestione (e la misurazione delle performances) in tempo reale di tutte le prestazioni erogate dal sistema sanitario regionale. E i risultati iniziano a farsi ve-dere. Con forza. Non è un caso, infatti, se lo strumento di mo-nitoraggio dei livelli essenziali di assistenza, la Griglia LEA, ha visto la Campania scalare posizioni su posizioni, raggiun-gendo nel 2018, 167 punti. Ciò signifi ca che è tornata dopo diverso tempo al di sopra del-la linea minima, della soglia imposta dal Ministero. E ciò è successo in meno di tre anni: “Abbiamo fatto un vero e pro-prio miracolo, conseguenza di un cambio di strategia”. Ha sot-tolineato Gianluca Postiglione. Era dal 2015 che la Campania navigava sotto la soglia mini-ma: ecco i dati. Ecco i fatti di cui si parlava a inizio articolo. Ecco i risultati fi gli di impegno, dedizione e di un cambio di di-rezione indispensabile.

La rete IMA: la possibilità di creareintegrazione nell’intero processo

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30 Guida RegioniScenari

Lunedì 23 Settembre 2019Puglia

Gruppo di lavoro della fase Rural Camp c/o azienda agricola

vitivinicola biologica

■ REGIONE PUGLIA / Con Rural4Learning il Dipartimento Agricoltura ha avviato un programma dedicato al mondo della scuola e delle università

Dai banchi ai campi: la Puglia investe nella formazioneCoinvolti più di mille studenti degli Istituti superiori e delle Università pugliesi grazie al Programma di Sviluppo Rurale Puglia 2014-2020

La Puglia investe nel futuro e nella formazione agricola e

agroalimentare degli studenti. Come? Attraverso lo scambio di esperienze e la diff usione di conoscenze, consolidando il legame tra mondo della scuola, dell’università, della pubblica amministrazione. Ma, soprat-tutto, creando consapevolezza nei più giovani delle straordina-rie opportunità di crescita e la-voro off erte dal territorio rurale e dal sistema imprenditoriale agricolo. La Regione Puglia ha, difatti, aderito e portato avanti già dal 2017 un progetto nazionale sperimentale promosso dal Mi-paaft nell’ambito di Rete rurale nazionale, ovvero il Rural4Lear-ning. Si tratta di un programma di formazione in aula e sul cam-po, suddiviso in due segmenti, Rural4Agrari e Rural4Universi-ty, rivolto, rispettivamente, agli

Istituti superiori e agli studenti universitari. Con le risorse del-la comunicazione a valere sul Programma di Sviluppo Rurale (PSR), il Dipartimento Agri-coltura della Puglia, insieme ad altre regioni d’Italia, ha orga-nizzato, strutturato, coordinato

una serie di iniziative formative dedicate a ragazze e ragazzi che hanno creato sinergie tra siste-ma scolastico e accademico, la struttura regionale, le numerose aziende agricole coinvolte, ma anche tra regioni e, quindi, tra territori agricoli diff erenti.  

Un progetto intenso e innova-tivo che, anche con la formula del cosiddetto ‘camp’, ovvero una settimana di confronto e scambio tra studenti, referenti di progetto, aziende e docenti che attraverso la ‘study visit’, ha consentito ai ragazzi di co-noscere luoghi e paesaggi, tec-niche di produzione e raccolta delle cultivar, impianti inno-vativi di biomasse, strutture agricole ricettive, didattiche e ricreative, studiando da vicino 30 imprese e imprenditori da nord a sud della Puglia. E in particolare la loro storia, le evo-luzioni, gli investimenti, anche a valere su fondi comunitari, in tecnologie di processo e di prodotto, e le idee innovative con le quali molte aziende sono riuscite a diversifi care il reddito agricolo, creando valore e sfi -dando la crisi. Il Rural4Learning, in Puglia,

ha coinvolto nei diversi anni, oltre 1.100 studenti degli Istituti superiori, più di 30 universita-ri, accompagnandoli, proprio attraverso le politiche di svi-luppo rurale, alla scoperta del territorio. Dalla formazione online e in aula, alle esperien-ze sul campo, passando per la consulenza aziendale su temi rilevanti come la biodiversità, la sostenibilità, l’alimentazione sana, l’innovazione, la diversifi -cazione produttiva delle impre-se agricole e, naturalmente, il PSR Puglia, programma strate-gico di investimento del sistema rurale pugliese. Un lungo lavoro studiato e supportato anche in collaborazione con i ricercato-ri del Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, attraver-so la co-progettazione con Rete rurale e le regioni coinvolte.La Puglia, quindi, ha sperimen-

tato una nuova formula per promuovere e comunicare le opportunità che i fondi europei possono off rire alle nuove ge-nerazioni. E questo è avvenuto attraverso un processo basato sulla governance multilivello in cui i diversi attori coinvolti, Re-gione, Ministero, Scuole e Uni-versità, aziende, hanno avuto un ruolo importante di mutuo scambio di know how, espe-rienze e buone pratiche. Tutto questo con il solo obiettivo di stimolare i ragazzi nel medio lungo periodo, off endo loro gli strumenti utili per cogliere la sfi da più importante, ovvero quella di diventare artefi ci del proprio futuro. L’agricoltura è settore vitale ma anche fucina di opportunità di lavoro e crescita per i giovani purché formati, motivati, supportati anche da politiche ad hoc e progetti vir-tuosi come il Rural4Learning.

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31Guida RegioniScenariLunedì 23 Settembre 2019 Puglia

Rural4School 2018 - Gruppo di lavoro della fase Rural Camp

Rural4Agrari

2019 - Visita

aziendale

della fase

Rural Good

Rural4School 2018 - Caso studio aziendale, visita al caseifi cio

dell'azienda agricola

■ REGIONE PUGLIA / Nel segno della diversifi cazione e della multifunzionalità

Rural4Agrari, la carica degli studenti per l’agricolturaDal Gargano al Salento grazie al PSR Puglia 2014-2020 coinvolti nel progetto 1100 studenti e 23 aziende multifunzionali

Tra i banchi, la terra e le opportunità da ripensare

e raccogliere. Questo è il solco virtuoso di Rural4Agrari, il seg-mento del progetto Rural4Lear-ning, dedicato agli studenti del quarto anno degli istituti supe-riori pugliesi: numeri in crescita per la Puglia, che nell’ambito delle attività del piano di co-municazione del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2020, organizza, monitora e coordina, con il supporto ope-rativo dei ricercatori pugliesi del Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, questa progettualità promossa da Rete Rurale Nazionale e dal Mipaaft dall’anno scolastico 2017/2018.Dal Gargano al Salento, tutti gli istituti scolastici superiori tecnici e professionali con indi-rizzo agrario, sono stati invitati e coinvolti nel percorso. Se nel primo anno di riferimento, il 2017/2018, le attività hanno riguardato 477 studenti appar-tenenti a 12 istituti scolastici, con la denominazione Rural-4School, per l’anno scolastico 2018/2019 c’è stata la partecipa-zione di 15 scuole per un totale 630 alunni. Sono ragazzi che già durante gli anni della loro for-mazione sono linfa vitale delle aziende agricole del territorio, perché operativi nei percorsi di alternanza scuola-lavoro o anche perché fi gli di piccoli e grandi imprenditori agricoli. L’intero percorso del Rural4A-grari li vede protagonisti attivi, in ogni fase, e li porta di fatto ad iniziare il quinto e ultimo anno del percorso scolastico con consapevolezze nuove. Un dato complessivo che è possibile co-gliere grazie anche ai questiona-

ri di customer analysis compila-ti dagli studenti al termine delle diverse attività, predisposti, rac-colti e analizzati dallo staff della comunicazione del PSR Puglia 2014/2020.Tra la prima e la seconda an-nualità del progetto, ci sono state delle modifi che, che non riguardano solo il nome, ma anche l’organizzazione, molto serrata, delle attività. Questa la suddivisione per l’anno scolasti-co 2017/2018.Il Rural Good prevede lezioni in aula sui temi della PAC, del-la multifunzionalità e del PSR Puglia 2014-2020 e attività in campo con visite aziendali, mentre il Rural Learn è la parte dedicata alla formazione online con la piattaforma e-learning di Rete Rurale Nazionale. Il Rural Camp è la fase successiva, che ha permesso il contatto diretto tra gli studenti pugliesi, pie-montesi e lucani con gli impren-ditori agricoli. Invece il Rural Lab rappresenta il laboratorio d'impresa con esperti di settore per un approfondimento sul Business Plan dell’azienda agri-cola multifunzionale. Per l’anno

in corso, invece, la fase del Ru-ral Good ha previsto prima un seminario di approfondimen-to rivolto ai docenti a cura del Crea, poi lezioni in aula a cura dei docenti sui temi correlati alla PAC, la multifunzionalità in agricoltura, Il PSR della Pu-glia,  a seguire seminari in aula a cura dei referenti della Regione Puglia e del Crea e, per fi nire le visite aziendali. Invariata la fase di e-learning e il Rural Camp.Agli incontri preparatori con i docenti referenti degli istituti tecnici agrari, segue l’incontro a scuola con i ragazzi: la fase seminariale, condotta in stret-ta collaborazione tra i referenti della comunicazione del PSR

Puglia e i ricercatori del Crea, quest’anno è stata arricchita dai materiali video prodotti durante il primo anno del Rural4School nelle aziende multifunzionali e assegnatarie in Puglia di fondi europei destinati allo sviluppo rurale, protagoniste nell’edizio-ne 2018 delle visite aziendali, e dalle testimonianze degli stu-denti che a ottobre 2018 hanno partecipato al Rural Camp. Grazie alla disponibilità dei presidi e dei docenti e ad un’at-tenta analisi logistica degli spostamenti da far eff ettuare ai ragazzi, quest’anno a Bari, San Severo e Cerignola c’è stata una contaminazione virtuosa tra gli  studenti, che ha avuto un naturale prosieguo nelle visite aziendali. Dopo la plenaria in ogni istituto c’è stata una suddi-visione in gruppi di lavoro, che hanno analizzato i punti di for-za e di debolezza di un’azienda multifunzionale tipo e identifi -cato gli attori e le reti di riferi-mento dell’azienda, attraverso l’uso di una modalità dialogica e partecipata, con la creazione di mappe concettuali. Le visite aziendali, 16 per il Rural4School 2018 e 11 per il Rural4Agrari 2019 nel mese di maggio, hanno permesso agli studenti di avere un confron-

to diretto con gli imprenditori agricoli, attuatori sul territorio pugliese della multifunziona-lità in agricoltura: allevamenti che hanno diversifi cato il pro-prio business producendo latte ma anche biogas, masserie che affi ancano alla produzione oli-vicola e cerealicola modalità in-novative di aggregazione rurale, agriturismi e anche una cantina sociale. Sono 23 in totale le re-altà imprenditoriali coinvolte in due anni, considerando anche le aziende oggetto dei casi studi del Rural Camp. Sono esempi delle molteplici possibilità di attuazione della multifunziona-lità in ambito agricolo, che gli studenti hanno analizzato e rac-contato con la realizzazione di video interviste consegnate poi al servizio comunicazione del PSR Puglia e veicolate attraver-so le piattaforme online. Queste esperienze a contatto di-retto con gli imprenditori, sono utili come esempi di lavoro pos-sibile e nella fase più personale del percorso Rural: a settembre infatti attraverso la verifi ca in modalità e-learning, si scelgono

gli studenti più meritevoli, che partecipano ad ottobre al Rural Camp. Nel 2018 sono stati 15 i ragazzi pugliesi (45 in totale in-sieme agli studenti della Basili-cata e del Piemonte) che con il servizio comunicazione del PSR hanno partecipato a dicembre alla settimana di formazione diff usa con analisi di quattro casi studio di aziende multifun-zionali. Quest’anno saranno 16 gli studenti pugliesi che parteci-peranno alla settimana di Rural Camp in Piemonte, dedicata agli scenari possibili di applica-zione della multifunzionalità in agricoltura.Rural4School poi Rural4A-grari rientra a pieno titolo nell’ambito delle attività di al-ternanza scuola-lavoro. Ma il valore di questo percorso va oltre la stretta sfera scolastica: permette agli studenti di co-struire una visione reale, non solo possibile, delle opportu-nità di lavoro e sviluppo che esistono oggi in agricoltura. E delle idee da mettere in campo attivando le leve della creativi-tà e dell’analisi costi/benefi ci. 

Formazione e-learning e confronto multilivello e interregionale sull’agricoltura che cambia. Rural4University, oggi Rural4Uni-

versità, nei tre anni di attivazione pugliese, dal 2017 all’edizione in corso, ha permesso a circa 30 studenti dei corsi di laurea aff erenti alle materie agronomiche delle Università di Bari e Foggia, di am-pliare in maniera integrata le conoscenze e analizzare in maniera partecipata, temi correlati allo sviluppo rurale, agricoltura biologica e innovazione.Il progetto si basa su un’intensa relazione tra amministrazioni pub-bliche: infatti lo staff della comunicazione del PSR Puglia dialoga costantemente con i referenti del Mipaaft e delle regioni aderenti all’iniziativa, con il sistema dell’Istruzione e della Ricerca e con le imprese agricole. Dal 2017 ad oggi 7 aziende pugliesi con gli studenti universitari, sono state protagoniste di questo percorso dedicato del progetto Rural4Learning. Supportati dai propri docenti universitari, gli studenti partecipa-no alla fase di formazione online sulla piattaforma sviluppata da Rete Rurale Nazionale: i più meritevoli accedono alla fase del Ru-ral Camp, che in questo caso ha una modalità itinerante e tran-

sregionale. È per loro un’opportunità unica di studiare sul campo i cambiamenti nell’organizzazione delle aziende agricole e il grado di sostenibilità che è possibile raggiungere grazie anche ai fondi del Programma di Sviluppo Rurale. In particolare durante le study visit è stato possibile analizzare le tecniche innovative soprattutto dell’a-gricoltura biologica. Smartphone e taccuino alla mano, la settimana di visite azienda-li prevede ogni giorno lavori di gruppo con analisi delle produzio-ni aziendali, della sostenibilità delle aziende e l’utilizzo dell’analisi SWOT, per prefi gurare gli scenari possibili di sviluppo delle aziende. A questo si aggiunge la produzione di report, video e immagini da parte degli studenti. Lo staff della  comunicazione del PSR Puglia ha eff ettuato una customer analysis dell’intera esperienza del Rura-l4University, che ha rivelato un giudizio sempre positivo da parte dei docenti e degli studenti partecipanti.L’approccio itinerante del Rural Camp, concentrato in una settima-na, consente agli studenti, divisi in gruppi eterogenei, guidati dai docenti e dai referenti ministeriali e regionali, di studiare in maniera simultanea le innovazioni possibili in agricoltura. L’ultima fase del

Rural4University è una giornata di formazione in aula dedicata al laboratorio d'impresa, con esperti di settore dell'ISMEA, per appro-fondimenti sul Business Plan, quale importante strumento di pia-nifi cazione aziendale. L’evento di chiusura di febbraio 2019 “Soste-nibilità e Psr. Lavorare insieme per il futuro dei giovani e delle aree rurali” ha posto anche le basi per il Rural4Università in corso in que-sti giorni: in quell’occasione sono stati premiati i migliori elaborati degli studenti partecipanti al RuralCamp 2018. 

Rural4University, analisi di innovazione possibile in agricolturaE-learning, laboratori ed esperienza sul campo per gli studenti universitari pugliesi

Rural4Università

2018 - Gruppo

di lavoro della

fase Rural Camp

c/o azienda

innovativa

che produce

spirulina

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32 Guida RegioniScenari

Lunedì 23 Settembre 2019Puglia

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33Guida RegioniScenariLunedì 23 Settembre 2019

■ UNCI / REG/ UE 982 : la protesta dei pescatori agrigentini

La salvaguardia del compartimento itticoLa sostenibilità ambientale deve andare di pari passo con la sostenibilità economica

La Pesca Professionale: le mille contraddizioni

di un'impresa multiforme, che opera come un elemento fl uttuante e sostenibile da un punto di vista economico, so-ciale ed ambientale. La parola d'ordine dunque è "Pesca So-stenibile", espressione risalen-te agli anni 90, l'altro secolo! Sono passati molti anni e nel corso di questi tutti gli ope-ratori coinvolti a vario titolo nel settore, hanno cercato di dare un senso compiuto a tale espressione. La sostenibilità è capacità di fronteggiare un processo o uno stato di man-tenimento, è impegno a difen-derlo e convalidarlo con argo-menti probanti e persuasivi. In ambito ambientale, econo-mico e sociale, la sostenibilità è il processo di cambiamento nel quale lo sfruttamento delle risorse, il piano degli investimenti, l'orientamento dello sviluppo tecnologico e le modifi che istituzionali sono tutti in sintonia valorizzando il potenziale attuale e futuro al fi ne di far fronte ai bisogni e alle aspirazioni dell' uomo. Nell’ambito della pesca, la sostenibilità si concretizza quando viene catturato pe-sce sano, quando le tecniche e i metodi di prelievo non

risultano distruttivi né per la risorsa né per l’ambiente, quando vengono evitati pre-lievi eccessivi che mettono in pericolo la sopravvivenza della specie, quando si evita-no prelievi inutili, quando si realizza l'equilibrio tra prelie-vo e ripopolamento,quando l’attività di pesca permette la sopravvivenza economica di coloro che la praticano. Dun-que il concetto di “Pesca Sostenibile” è abbastanza complesso, composto da mol-teplici sfaccettature che spesso risulta diffi cile far coesistere in una dinamica equilibrata. Il compito di salvaguardare questo equilibrio tocca alle istituzioni, quelle nazionali e quelle europee. Succede a vol-te che questo equilibrio non sia mantenuto; succede che cercando di dare concretezza al concetto di sostenibilità, si fi nisce per privilegiare un aspetto invece che un altro a danno di coloro che la pesca la praticano per vivere.E dunque, le leggi e i rego-lamenti europei nonchè le norme nazionali devono ascoltare le voci dei pescatori, devono ascoltare le istanze di coloro che la pesca la pratica-no come attività primaria e che vivono sulla loro pelle il

concetto di sostenibilità.Spesso si tende a privilegiare un aspetto solo della questio-ne: enorme attenzione infatti viene tributata alla sosteni-bilità ambientale dell’attività di pesca trascurando quella economica, quella che assi-cura e salvaguarda il reddito degli stessi pescatori. L’atten-zione invece deve essere alta sulla sostenibilità economica della pesca anche se l' over-fi shing, ovvero le tecniche di pesca che generano un prelievo eccessivo di pro-dotto e che spopolano i mari togliendo prepotentemente la possibilità agli stock ittici di riprodursi, è un problema sicuramente concreto. Il pe-scatore è il primo e diretto interessato al mantenimento della sostenibilità ambientale in quanto questa, attraverso il mantenimento degli stock ittici, gli consente di far so-pravvivere un antico mestiere e garantire un reddito alla sua azienda e dunque alla sua fa-miglia. Pensiamo ai fatti con-creti. Pensiamo alla protesta dei pescatori agrigentini che ha caratterizzato un'estate già molto calda di suo. L'ogget-to della protesta è il Reg. Ue 982/ 2019 recante le "Disposi-zioni per la pesca nella zona di applicazione dell' accordo CGPM (Commissione Gene-rale Pesca nel Mediterraneo) che di fatto limita le zone di pesca nel Canale di Sicilia. Nello specifi co il provvedi-mento pone dei limiti alla pe-sca a strascico in zone molto ampie del Canale di Sicilia: a est del Banco Avventura, a ovest del Bacino di Gela e a est del Banco di Malta. In-torno a tali zone poi è stata individuata un'"area tampo-ne" in cui possono operare pescherecci dotati di sistema di geolocalizzazione. Nelle intenzioni, questa norma na-sce per evitare il prelievo ec-cessivo di nasello e gamberi rosa, specie che, per l'Europa, sono in soff erenza e rischiano il depauperamento irreversi-bile nelle acque del Canale di Sicilia. In concreto però i pe-scatori siciliani delle aree in-teressate, intravedono in que-sto Regolamento la condanna a morte della loro categoria la cui sopravvivenza è proprio assicurata dalla pesca di que-ste specie sottoposte a tutela. È stata lamentata un'eccessiva fretta nel voler rendere subito effi cace una norma che,da un lato legittimamente mira alla sopravvivenza di stock che ri-sultano in soff erenza ma che dall' altro lato decreta - nei fatti - la morte economica di moltissime imprese di pesca.

A tal proposito, il Presidente nazionale di UNCI Agroa-limentare, G. Scognamiglio dichiara: "il Regolamento europeo 982/ 2019 arriva in un momento già critico per il comparto ittico siciliano e la sua applicazione rischia di minare la sopravvivenza di un'intera categoria. Com-prendiamo le preoccupazioni dell' Europa; comprendiamo la volontà di non lasciare inascoltate le proteste degli ambientalisti; comprendiamo tutto. Ma ci chiediamo anche quali siano i supporti scienti-fi ci alla base di questo Regola-mento; quali siano i dati che supportano questa iniziativa; dove e quando sono stati di-scussi; ci chiediamo se siano stati ascoltati i pescatori. È necessario infatti anche guar-dare con attenzione a quelle che sono le diffi coltà ogget-tive aff rontate giornalmente dalle marinerie. Diciamo Si dunque a una pesca che sia sostenibile da un punto di vi-

sta ambientale ma dobbiamo anche salvaguardare e assicu-rare la sostenibilità economi-ca. I nostri pescatori di Licata, di Porto Palo di Capo Passero e soprattutto di Sciacca ri-schiano la morte economica e hanno deciso di incrociare le braccia, portando avanti una protesta che sa quasi di rivol-ta. (A sottolineare la portata della protesta, ricordiamo che per le giornate in cui ci si fer-ma, non esiste rimborso). Le nostre imprese meritano di sopravvivere e allora confi -diamo in soluzioni concrete, speriamo in deroghe che li-mitano i danni economici di una norma estremamente re-strittiva per i nostri pescatori. Riteniamo sicuramente che la specie vada salvaguardata, ma pensiamo anche che nel Ca-nale di Sicilia lo sforzo di pe-sca relativo a merluzzo e gam-beri sia irrisorio. Pensiamo che le restrizioni imposte da questo Regolamento vadano a incrementare i quantitativi di

pesce che arrivano dall' estero (nel caso specifi co soprattutto dal NordAfrica): altro colpo per le imprese italiane che si troverebbero in ulteriori diffi coltà nel gestire i costi di gestione. Chiediamo dunque al governo nazionale di salva-guardare i nostri pescatori, il nostro mare, il nostro pesce! Chiediamo ai nostri rappre-sentanti politici di liberare la pesca italiana dalle catene europee. Facciamo nostra e sosteniamo con convinzione la posizione del Sig. Caloge-ro Bono (responsabile della Coop. "Madonna del Soccor-so") che chiede una mora-toria, la possibilità per i pe-scatori siciliani di resistere a quella che si profi la come una morte annunciata. I pescatori non sono fuorilegge,non sono delinquenti che minacciano i mari e l'ambiente; sono lavo-ratori onesti e instancabili che cercano di far sopravvivere le loro imprese e cioè le aziende italiane da tutelare."

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34 Guida RegioniScenari

Lunedì 23 Settembre 2019Calabria

■ REGIONE CALABRIA / Ben il 50% di tutti gli edifi ci scolastici italiani costruiti in zona sismica 1 si trova in Calabria (circa 1500)

Scuola Sicura, la Calabria che investe sul futuroLa messa in sicurezza di tutti gli istituti scolastici: i programmi di fi nanziamento al servizio di un grande obiettivo

Le scelte

Investire sulla scuola è la migliore garanzia per il fu-

turo della Calabria. Se da un lato modernità e innovazione rappresentano le parole chiave su cui puntare per innalzare il livello qualitativo e funzionale dell’off erta formativa e didat-tica da rivolgere agli studenti della regione, dall’altra è appar-so imprescindibile per l’ammi-nistrazione regionale avviare un percorso virtuoso di rinno-vamento della scuola in Cala-bria che avesse come obiettivi preminenti la riqualifi cazione strutturale e la messa in sicu-rezza degli edifi ci scolastici. Il motivo è chiaro e si impone in tutta la sua dimensione di urgenza sul territorio naziona-le e in particolare in quello ca-labrese. In tutta l’Italia, infatti, ci sono circa 3.000 edifi ci sco-lastici in zona sismica 1 e circa 16.000 in zona sismica 2. Ben il 50% di tutti gli edifi ci scola-stici italiani costruiti in zona sismica 1 si trova in Calabria (circa 1500) mentre le restanti 500 scuole calabresi si trovano in zona sismica 2. Al cospetto di questi dati, re-ale quanto allarmante fotogra-fi a del Paese, in Calabria si è scelto di adottare una risposta decisa e incisiva, dimostrando che la sicurezza delle scuole è un problema che può essere aff rontato e risolto con la con-sapevolezza del valore stra-tegico che il tema merita: la sicurezza degli studenti e del corpo docente e del personale scolastico è una questione pri-oritaria.La Regione Calabria ha dato immediatamente prova di volontà e capacità di scelta tecnico-politica mettendo in campo il progetto strategico “Scuola Sicura” la cui portata sul piano sociale, economico e ambientale e il cui metodo può fare da apripista per altri contesti. Gli interventi atti-vati per la messa in sicurezza delle scuole e i progetti per l’adeguamento sismico degli istituti collocano la regione tra quelle che stanno aff rontan-do il problema in modo più capillare ed effi cace a livello nazionale.Per realizzare questo obiettivo è stato creato un meccanismo che ha azzerato lungaggini, burocrazia e spinte poco tra-sparenti. A fronte della vasta tipologia di fondi, a volte di modesta entità, messi a dispo-sizione dalla macchina pubbli-ca per l’edilizia scolastica (POR, FSC, fondi MIT annuali, fondi MIUR annuali, fondi di bilan-cio della Regione) è stato predi-sposto un solo bando cui han-no potuto partecipare comuni,

province, città metropolitane e altri enti titolati. In questo modo esiste un uni-co bando su cui convergono tutte le risorse che arrivano dai vari fondi, e si procede a scor-rimento di un’unica gradua-toria, fi no ad esaurimento.  I comuni e gli altri enti possono così concentrarsi sulla qualità del progetto e non più sul per-corso formale e sulle scadenze perché se il progetto è ritenu-to ammissibile, a prescindere dal posto in graduatoria, sarà ugualmente fi nanziato. La gra-duatoria è stata del tutto esau-rita, tanto da portare alla pub-blicazione di un nuovo bando per formarne una successiva che preveda lo scorrimento secondo gli stessi criteri.Ma la Regione Calabria si è resa protagonista di una ster-zata anche sul piano della ti-pologia di interventi da fi nan-ziare. La Giunta guidata dal presidente Oliverio ha scelto di imporre la costruzione e le modifi che delle/nelle scuole che possano salvare la vita de-gli studenti, dei loro insegnan-ti, dell’intero personale scola-stico di ogni singolo edifi cio. Non basta il miglioramento, le scuole devono resistere al sisma, con le conoscenze tec-niche ad oggi normate e per questo si è deciso di ritenere ammissibili esclusivamente interventi strutturali che con-seguano l’adeguamento sismi-co o la demolizione e rico-struzione dell’edifi cio. È stata avviata, inoltre, un'attività di affi ancamento e supporto agli enti locali per la redazione di progetti di edilizia scolastica.L'indirizzo programmatico della giunta regionale è quel-lo di garantire l'adeguamento sismico di tutti gli edifi ci sco-lastici. Per raggiungere tale scopo, e per razionalizzare le modalità di concessione dei fi nanziamenti per la messa in sicurezza, sono state realizzate diverse iniziative volte al rag-giungimento della conoscen-za del livello di vulnerabilità sismica di tutti gli immobili di proprietà pubblica adibiti all'istruzione scolastica stata-le. Di fatto il censimento degli immobili attraverso l'aggior-namento e il completamento dell'Anagrafe dell'Edilizia Sco-lastica Regionale e l’aggior-namento del Piano regionale triennale 2018-2020 di inter-venti in materia di edilizia scolastica consente una classi-fi cazione in ordine di priorità delle opere da realizzare. Il progetto Scuola Sicura è operativo e consente di ave-re scuole sicure ed effi cienti energeticamente, ma anche innovative e belle.

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35Guida RegioniScenariLunedì 23 Settembre 2019 Calabria

I risultati

Il progetto Scuola sicura, affrontando in modo in-

cisivo la questione sismica, quella dei finanziamenti e

della conoscenza di tutti gli edifici, ha prodotto effetti tangibili sulla sostenibilità sociale, economica, ambien-tale della regione. Il raccon-to delle scelte adottate sul

piano tecnico-politico, che proietta in avanti la Calabria su scala nazionale, merita infatti un approfondimen-to su quanto è già stato re-alizzato e sugli impatti e la

portata delle soluzioni indi-viduate anche in prospettiva futura, quelli che si otter-ranno nei prossimi mesi e nei prossimi anni.Il risultato del percorso in-

trapreso dalla Regione Cala-bria si traduce innanzitutto in opere già realizzate, nu-meri reali e verificabili. La Calabria, infatti, è prima in Italia per numero di edifici su cui si è già intervenuto e/o si sta intervenendo. In circa 550 scuole ci sono gli inter-venti finanziati, per i quali è stato firmato il passaggio delle risorse messe a bando dalla Regione ai Comuni. I lavori per mettere in sicu-rezza gli edifici, secondo gli standard definiti dalla legge in alcune scuole sono con-clusi, in altre sono in corso di esecuzione. Per altre 250 scuole ancora sono in corso i finanziamenti mentre altre 200 hanno le partite finan-ziarie programmate. “La Calabria è prima in Italia – ha dichiarato il pre-sidente della Regione Ca-labria Mario Oliverio - per gli adeguamenti sia per i finanziamenti destinati agli interventi. Ma non basta, perché noi vogliamo che tutti gli immobili di pro-prietà pubblica adibiti all'i-struzione scolastica statale siano messi in sicurezza, nel rispetto delle indicazioni tecnico-giuridiche, affinché siano capaci di resistere al sisma. È una questione che a questa classe dirigente è apparsa immediatamente doverosa e prioritaria da affrontare e per risponde-re adeguatamente a questo obiettivo la Regione Cala-bria ha mostrato volontà e capacità politica assumendo scelte in controtendenza ri-spetto alle altre Regioni, alla visione ministeriale e anche rispetto al proprio passato”. Non di secondaria impor-tanza è l’effetto, immediato, sull’occupazione. Gli inter-venti di adeguamento strut-turale e antisismico hanno prodotto un incremento dei posti di lavoro di profes-

sionisti, imprese e operai e una boccata di ossigeno sul piano economico per mol-te imprese del comparto. Altrettanto significativo è l’impatto sull’ambiente. Le risorse assegnate dalla Re-gione Calabria in materia di edilizia scolastica sono destinate al finanziamento di opere dotate di proget-tazione di livello almeno definitivo e con livello di so-stenibilità ambientale pari o superiore a 1 nel protocollo ITACA. “Le decisioni prese sull’a-deguamento antisismico e sulle graduatorie unificate per tutti gli interventi, uni-te all’attenzione e capacità delle amministrazioni co-munali e degli uffici tecnici coinvolti – ha affermato il vicepresidente della Giun-ta regionale della Calabria Francesco Russo - ci per-mettono di dire che entro un anno tutti progetti sa-ranno finanziati e che, man-tenendo inalterato questo indirizzo programmatico, entro tre anni tutte le scuo-le saranno adeguate. Ma già adesso ci sono progettazio-ni e lavori in corso, gare affidate o da affidare. Dal progetto strategico Scuo-la Sicura, arrivano dunque delle indicazioni chiare su una Calabria che sa propor-si come modello, e che può mostrare risultati concreti che non esauriranno la pro-pria portata negli soli inter-venti di adeguamento degli edifici scolastici. Era ne-cessario intervenire e farlo con strumenti efficaci per dare agli studenti calabresi, agli insegnanti e all’intero mondo della scuola, il mas-simo possibile di sicurezza. Ma abbiamo pensato anche a quei bambini che ancora devono nascere e che hanno il diritto a scuole sicure, so-stenibili e belle.”

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36 Guida RegioniScenari

Lunedì 23 Settembre 2019Calabria

iscrizione ai Master. Inoltre, sono in corso 79 borse di dottorato, 73 assegni di ricerca e 15 contratti per ricercatori. Ma il lavoro dell’Amministrazione non si ferma qui: a seguito del percorso scolastico/accademico, la Regione accompagna studenti e laureati verso il mondo imprenditoriale, attraverso strumenti mirati come il Bando Startup e Spin-off e, successivamente, sostiene le pmi con incentivi e azioni che permettano di rimanere competitive nel panorama nazionale e internazionale. La Regione, inoltre, ha investito molto sull’internazionalizzazione e ha avuto ragione, perché negli anni c’è stato un progressivo incremento dell’esportazione che nel primo semestre dello scorso anno ha raggiunto il 38%. Nel POR Calabria FESR FSE 2014/2020 un ruolo strategico è rappresentato proprio dall’Asse 1 che punta al potenziamento del sistema della Ricerca e dell’Innovazione, quale motore dello sviluppo regionale e della competitività del territorio. L’obiettivo è di rafforzare il tasso di innovazione delle imprese, aumentare l’incidenza delle specializzazioni innovative attraverso il sostegno alla creazione di startup e spin-off della ricerca, sostenere le infrastrutture di ricerca considerate cruciali per il sistema regionale. Lavorare per garantire maggiori opportunità ai giovani calabresi, rafforzando anche la capacità di sviluppare ricerca di eccellenza. Seguendo i principi di trasparenza e partecipazione, basta consultare l’homepage di

Calabria Europa (www.regione.calabria.it/calabriaeuropa) per visualizzare i dati aggiornati sul Por, grazie a un cruscotto dedicato ai numeri dell’attuazione. Un nuovo modo di comunicare i dati e i risultati: un esempio di discontinuità che porta con sé l’immagine di una nuova Regione che punta ai propri obiettivi, senza disperdere energie e risorse, concentrando l’azione amministrativa su progetti e temi rilevanti per il futuro della regione. «La Calabria è una regione virtuosa e sempre più competitiva: - come spiega il presidente della Regione, Mario Oliverio - lo testimonia anche il Regional Innovation Scoreboard che, nel rapporto targato 2019, mostra come la Calabria sia in progressione del +7,6%. Questo dato significa molto. Basti pensare che, attraverso gli strumenti dedicati alla ricerca e all’innovazione, le imprese beneficiarie hanno assunto 314 ricercatori e addetti qualificati. Dati importanti che ci fanno ben sperare e che testimoniano un cambio di passo. Oggi in Calabria si contano circa 240 startup innovative iscritte al Registro delle Imprese. Solo nell’ultimo anno e mezzo c’è stato un incremento del 48%. Questa proficua sinergia tra amministrazione regionale e sistema della conoscenza rafforza e consolida l’ecosistema dell’innovazione sempre più in crescita. L’innovazione è la vera sfida su cui dobbiamo continuare a concentrarci».

Un percorso virtuoso per cambiare passo

- Bando per l’acquisto di servizi per l’innovazione tecnologica e produttiva: 152 progetti ammessi all’avviso;- Bando Startup e Spin-off (I call): 27 nuove microimprese innovative (17 startup e 10 spin-off) ammesse e finanziate alla Fase 2; (II call in corso) 44 proposte ammesse alla fase di formazione manageriale (38 startup e 6 spin-off);- Bando Ricerca e Sviluppo: 142 progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale realizzati dalle imprese in collaborazione con le Università;- 314 ricercatori e addetti qualificati impiegati nelle imprese beneficiarie degli incentivi.

- Fondi di ingegneria finanziaria FRIF e FOI: 47 domande di intervento pervenute. A dicembre 2018 sottoscritti 16 contratti, per un importo di investimenti pari a 6,3 M€ e finanziamenti concessi pari a 4,9 M€;- Bando Internazionalizzazione – Edizione 2018: 93 progetti presentati. Ammesse a finanziamento 38 operazioni, per un importo pari a 1,9 M€;- Strategia di Sviluppo Urbano Sostenibile: un investimento di 29,1 M€, di cui 21,6 M€ a favore dei principali Poli urbani regionali (Catanzaro, Reggio Calabria e Cosenza-Rende);- Bando Macchinari e impianti: circa 1500 domande presentate. per favorire i processi di rafforzamento e ristrutturazione aziendale e l’introduzione di innovazioni produttive.

- Fare scuola fuori dalle aule: 8 mila alunni delle scuole primarie e secondarie coinvolti in progetti extracurricolari volti alla prevenzione ed al recupero della dispersione scolastica nelle aree ad elevato disagio sociale.- Laboratori nelle scuole: 567 interventi ammessi a finanziamento per l’utilizzo delle nuove tecnologie e le competenze digitali nelle scuole.- A scuola di Open Coesione: i team degli studenti calabresi si sono distinti per l’elevata qualità dei progetti di partecipazione al percorso di didattica sperimentale.

- Borse di studio: concesse 4947 borse di studio in 4 annualità con uno stanziamento complessivo di oltre 18mln di euro.- Master: erogati 411 voucher per la copertura dei costi di iscrizione a Master di I e II livello nell’arco di 4 annualità.- Assegni di ricerca e dottorati: in corso 79 borse di dottorato, 73 assegni di ricerca e 15 contratti per ricercatori.- Laboratori: programmati 28 interventi infrastrutturali per complessivi 40,3 mln di euro per l’innovazione tecnologica delle sedi didattiche.- Percorsi professionalizzanti: stanziati 2,5 mln di euro per azioni formative connesse con i fabbisogni dei sistemi produttivi locali.

Dalla scuola all'impresa: un accompagnamento costante e concreto per restare in Calabria

Il cambio di passo della Calabria parte dal potenziamento della produttività delle imprese e dal sostegno alla ricerca scientifica e allo sviluppo tecnologico. In questi anni la Regione ha puntato su una strategia pensata su diversi strumenti. Un percorso che l’Amministrazione ha voluto disegnare mettendo al centro gli aspiranti beneficiari: si parte dagli studenti, con il potenziamento infrastrutturale di laboratori, spazi e servizi per la didattica, fino alla realizzazione di attività extracurricolari sul territorio calabrese come

il progetto “Fare scuola fuori dalle aule”: oltre 8 mila alunni delle scuole primarie e secondarie calabresi sono stati coinvolti nei progetti integrati extracurricolari, finalizzati alla prevenzione e al recupero della dispersione scolastica nelle aree a elevato disagio sociale. Si prosegue con l’incremento delle borse di studio fino al finanziamento di voucher per la partecipazione a Master di I e II livello. Sono state concesse, infatti, 4947 borse di studio in 4 annualità e sono stati erogati 411 voucher per la copertura dei costi di

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37Guida RegioniScenariLunedì 23 Settembre 2019 Calabria

L’insieme integrato di interventi permette una fruibilità di tutti i beni mai avuta, senza opere pesanti che aggrediscono l’ambiente con impatti devastanti.Gli interventi di city logistics hanno l’obiettivo di rendere le città calabresi più vivibili, più accessibili, meno inquinate, in cui sia tutelata la salute dei cittadini e sia incentivato lo sviluppo del commercio. Le città calabresi occupano le posizioni più basse nelle classifiche nazionali di vivibilità. Il governo regionale con le misure di city logistics supporta gli enti locali promuovendo l'introduzione di fattori innovativi che incidano in maniera positiva sui vari aspetti della sostenibilità, le aree interessate sono messe a sistema con le ciclabili urbane e quindi con la ciclovia della Magna Grecia e con la pista dei Parchi.Gli interventi per le piste ciclabili (Magna Grecia e dei Parchi) perseguono la sostenibilità nelle sue tre componenti. Incidono sulla sostenibilità economica, grazie alla possibile creazione di attività innovative (e quindi lavoro) nel settore del trasporto urbano ed a supporto dell’offerta turistica. Hanno effetti sulla sostenibilità sociale in quanto permettono una accessibilità nuova, favorendo lo sviluppo del cicloturismo, e permettono l’inclusione di aree marginali o periferiche. Rafforzano il sistema regionale delle aree protette potenziando un attrattore turistico di valenza strategica

in grado di intercettare nuovi ed importanti flussi turistici nazionali ed europei; contribuiscono alla destagionalizzazione dei flussi turistici, promuovendo azioni sinergiche e complementari che consentono di mettere a sistema l’intero patrimonio ambientale, paesaggistico, archeologico ed enogastronomico della regione. Pongono in modo centrale il tema della sostenibilità ambientale mediante la riduzione di tutti gli impatti inquinanti e di molteplici consumi energetici

Le infrastrutture portuali rappresentano un elemento fondamentale per lo sviluppo della Calabria caratterizzata da circa 800 km di costa. Esse sono cruciali per l’accessibilità con una nuova linea blu, sono fondamentali per lo sviluppo turistico qualificato e incidono significativamente a livello ambientale con le innovazioni che si stanno introducendo come quelle dei recuperi energetici dal moto ondoso.Gli investimenti nei porti sono strategici perché intervengono durante la loro realizzazione nel settore delle costruzioni. Durante l’esercizio aumentano sicurezza ed efficienza delle infrastrutture portuali generando occupazione diretta nei porti, indiretta con artigiani e piccole-medio imprese collegate alla portualità e alla nautica, indotta con i settori che vanno dalla ristorazione al commercio.

Connessa, green, sostenibile: il nuovo volto della CalabriaDai porti alle ciclabili passando per i trasporti, la logistica regionale diventa smart

La Regione Calabria vuole essere fra le prime Regioni per lo sviluppo sostenibile in linea con gli obiettivi di crescita sostenibile fissati dall'UE e dall'ONU. Per questo la Calabria ha finanziato degli interventi, quali la city logistics, le piste ciclabili (Ciclovia Magna Grecia e pista ciclabile dei Parchi) e i porti regionali, per lo sviluppo di un sistema integrato di trasporti in un quadro generale di sostenibilità articolato nelle sue componenti: economica, sociale e ambientale.

I quattro interventi sono pienamente integrati e costituiscono riferimento centrale per altri due grandi interventi: da una parte la ferrovia Jonica, per la quale sono in corso importanti interventi di trasformazione tra i quali elettrificazione, incremento caratteristiche velocità, eliminazione passaggi a livello, rifacimento stazioni; da un’altra parte la realizzazione di percorsi pedonali sugli itinerari religiosi, ambientali, storici.

La Regione Calabria, in linea con quanto previsto nel PRT, ha finanziato interventi per la riqualificazione e adeguamento delle infrastrutture portuali di rilievo regionale e interregionale.Con il bando 2017 sono stati finanziati i porti di Isola (Kr), Roccella (Rc), Cirò (Kr) e Cetraro (Cs)per un totale di 20,9 M€ a valere sull’asse 7 del POR 2014-2020. L’allocazione di ulteriori risorse, 12,9 M€ FSC 2014-2020 e 5,6 M€ PAC 2014-2020,ha consentito lo scorrimento della graduatoria e il finanziamento dei porti di Scilla (Rc), Tropea (Vv), Amantea (Cs) e Belvedere (Cs). Con fondi PAC è stato finanziato il porto di Catanzaro Lido (Cz), è in corso di finanziamento il porto di Palmi con fondi FSC. PO

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L’obiettivo della Pista dei Parchi è quello di collegare direttamente i quattro Parchi della Calabria, fornendo un percorso principale di Active Mobility per la fruizione del patrimonio naturale, paesaggistico e culturale delle aree interne della Calabria.La Regione Calabria con DGR 466/2017, in attuazione del PRT e in coerenza con il QTR, ha approvato il Programma di Attuazione Piste Ciclabili che prevede una pista ciclabile di 545 km che attraversa i Parchi Nazionali dell’Aspromonte, della Sila e del Pollino ed il Parco Regionale delle Serre. La Pista Ciclabile dei Parchi della Calabria è finanziata per 9,4 M€ a valere sul POR Calabria FESR/FSE 2014-2020, Asse 6, Azione 6.6.1. PI

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L’obiettivo della ciclovia della Magna Grecia è soddisfare la domanda di mobilità di persone e imprese in ambito extraurbano. La ciclovia va da Rocca Imperiale a Reggio Calabria lungo lo Jonio e da Tortora lungo il Tirreno sino a ricongiungersi a Reggio. Il 2/4/2019 Calabria (capogruppo), Basilicata, Sicilia e MIT hanno sottoscritto il Protocollo d’Intesa per la Progettazione e realizzazione della Ciclovia della Magna Grecia. Con DGR 466/2017, in attuazione del PRT e in linea con il QTR, la Calabria ha approvato il Programma di Attuazione Piste Ciclabili, nello specifico la ciclovia della Magna Grecia, ha una lunghezza di circa 800 chilometri. Per la Ciclovia della Magna Grecia,con il Piano di Riparto 2016/2019, sono già stati stanziati Fondi nazionali per 16,6 M€.

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L’obiettivo della city logistics è migliorare la sostenibilità, la vivibilità delle città riorganizzando la consegna delle merci, nell’interesse complessivo dei commercianti, dei distributori e di tutti gli utenti dei negozi. La Regione Calabria, in attuazione del PRT, ha concesso contributi fino a 1,5 M€ a valere sul PAC 2014-2020,per la realizzazione di interventi di logistica urbana. L’Avviso, pubblicato nel 2018, è stato indirizzato a tutti i comuni calabresi con più di 30.000 abitanti, o in cui risultasse già operativa una Zona a Traffico Limitato. Sono stati finanziati gli interventi nelle città di Reggio, Vibo e Rende. È in corso la pubblicazione di un secondo avviso.

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INFORMAZIONE PROMOZIONALE

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38 Guida RegioniScenari

Lunedì 23 Settembre 2019Sicilia

■ CONSORZIO PER LE AUTOSTRADE SICILIANE / Procede a ritmo costante l’ammodernamento della Grande Viabilità Siciliana

Missione: garantire stabilità e sicurezza sulle autostradeIngenti gli investimenti per aff rontare la pianifi cazione e risolvere le emergenze

Il Consorzio per le Au-tostrade Siciliane è Ente

pubblico non economico sot-toposto al controllo della Re-gione Siciliana, che vede tra le competenze assegnategli, e quale missione primaria, il completamento dei lavori di costruzione delle autostra-de A/20 Messina-Palermo, A/18 Messina-Catania e A/18 Siracusa-Gela. La missione complessivamente assegnata al Consorzio va comunque oltre: all’Ente compete anche la gestione e manutenzione delle arterie autostradali di competenza.Oltre 600 km (entrambe le corsie di marcia) costituisco-no e comportano un’attività oltremodo impegnativa che richiede una effi cace struttu-razione in termini di risorse umane, materiali e fi nanzia-rie in grado di mantenere e garantire stabilità e sicurezza di percorribilità delle arterie autostradali e che deve tene-re conto, peraltro, anche della “vetustà” di buona parte delle strutture (l’avvio delle opere prese piede oltre 50 anni fa).Come è noto, il Consorzio “vive” di risorse proprie. In-fatti, le attività di gestione (e manutenzione) ordinaria del-

le tratte viarie vengono fron-teggiate con gli introiti dei pedaggi, al netto degli oneri di concessione. Il Consorzio fruisce, però, di fi nanzia-menti e contributi straordi-nari fi nalizzati, da destinare alle attività di progettazione, costruzione ed ultimazione (tratta A/18 Siracusa-Gela, parzialmente in attività, per altra parte in fase di costru-zione e/o progettazione), nonché per le attività di ma-nutenzione straordinaria e aggiornamento tecnologico delle strutture e degli impian-ti, utili a rendere le proprie autostrade moderne e con-facenti agli ottimali standard

di sicurezza e percorribilità, dettati da logica, buon senso, ma soprattutto da normative e direttive statali ed europee.Per tali attività è in atto a di-sposizione - tra gli altri - il consistente fi nanziamento disposto con il c.d. “Patto per la Sicilia”, che prevede e ga-rantisce una spesa di oltre 120 milioni di Euro per l’adegua-mento e ammodernamento delle strutture viarie. A tale fi nanziamento si aggiungo-no fi nanziamenti richiesti ed ottenuti per opere non com-prese nel “Patto”, ma anche risorse proprie che il Consor-zio riesce a destinare ad atti-vità straordinarie. Nel com-plesso, si prevede una spesa che raggiungerà,nel triennio, i circa 210 milioni di euro di impegni.Questa la programmazione economica messa a punto dal Consorzio sotto la direzio-ne generale dell’Ing. Salva-tore Minaldi e fatta propria dall’attuale Amministrazione guidata dal Presidente Avv. Franco Restuccia e dal suo Vice l’Avv. Chiara Sterranti-no.Prioritaria, comunque, ri-sulta la soluzione del grave danno che il Consorzio e l’u-

tenza hanno subito dall’al-luvione dell’ottobre 2015, quando un costone collinare franò ed invase la carreg-giata a monte della A/18 in prossimità di Letojanni. Una lunga e defatigante at-tività istruttoria e proget-tuale ha impegnato tutti i soggetti interessati, dal Di-partimento Regionale per la Protezione Civile (soggetto attuatore/coordinatore) per finire al Consorzio (ente attuatore); attività che si è conclusa con la celebrazione della gara d’appalto i cui atti sono in fase di definizione e che comporterà un impe-gno finanziario di circa 20 milioni di euro, di cui ben 16 a carico del bilancio del Consorzio. I lavori saranno consegnati presumibilmen-te entro il prossimo mese di ottobre e dovranno essere conclusi nell’arco di 20 mesi.Sul piano della manutenzione ordinaria è previsto un impe-gno fi nanziario, nel triennio 2019/2021 per circa 54 mi-lioni; di contro,per la manu-tenzione straordinaria di am-modernamento è previsto un impegno fi nanziario di circa 210 milioni di risorse indivi-duate, ai quali si aggiungono ulteriori 200 milioni per ope-re previste, ma da fi nanziare.Importanti, sul piano squisi-tamente scientifi co, sono le collaborazioni condotte dalle tre università siciliane di Mes-sina, Catania ed Enna, fi naliz-zate ad analizzare la sicurezza strutturale dei viadotti e delle gallerie maggiormente sog-getti a potenziali criticità. Ciò consentirà a breve di indivi-duare le (relative) emergenze ed indirizzare così le attività immediatamente necessa-rie sul piano progettuale e di intervento, tanto sulla A/18

quanto sulla A/20. A tale atti-vità si aggiunge la già avviata azione di monitoraggio sui Viadotti della A/20, Pollina interessato da fenomeni di potenziale dissesto geologico e Buzza per spostamenti dif-ferenziati a causa dell’azione di ritiro del calcestruzzo tra l’impalcato e le pile di soste-gno.Interventi transitori per 4 mi-lioni e mezzo sono già stati eff ettuati per il ripristino di ammaloramenti della pavi-mentazione, in attesa della defi nizione delle procedure di appalto del totale rifacimento delle parti di pavimentazione che ne abbisognano (Messi-na-Giardini-Giarre e Messi-na-Patti-Furiano in entrambe le carreggiate), per una spesa prevista di 47 milioni (Patto per il Sud, avvio lavori entro novembre 2019).Previsti interventi per la so-stituzione delle barriere di protezione e sicurezza: due progetti per circa 36,5 mi-lioni (Patto per il Sud, avvio lavori nei primi mesi 2020) già approvati in via tecni-ca e che prevedono, altresì, l’adeguamento con barriere di sicurezza dei by-pass in corrispondenza dei varchi spartitraffi co. Ancora, altri interventi sono in corso per la sostituzione di barriere inci-dentate e cordoli ammalorati.La manutenzione del “verde” verrà garantita sulla scorta di tre diversi accordi-quadro, con proiezione triennale, sul-le tre arterie per un totale di 12 milioni di Euro (gare d’ap-palto in corso).Interventi in corso, in parte già defi niti con affi damento dei lavori, riguardano la ma-nutenzione ed il ripristino della illuminazione di gallerie e svincoli per un impegno di circa 4 milioni.Particolare attenzione per la “qualità del servizio” viene prestata sia al ripristino delle colonnine SOS, sia alla instal-lazione di barriere fonoassor-benti sulle tratte più sensibili, nonché alla installazione di pannelli a messaggeria varia-bile in ingresso e sui percorsi della A/18 e A/20. I progetti, già esitati sul piano tecnico, comporteranno una spesa complessiva di 16 milioni cir-ca (Patto per il Sud).Discorso a parte merita l’ade-guamento al D. Lgs. 264/2006 delle Gallerie. L’intera rete autostradale conta ben 193 gallerie, di cui 40 hanno una lunghezza superiore ai 500 mt, e quindi rientranti nelle previsioni del Decreto. Gra-zie ai fondi del Patto per il Sud dovrebbero essere com-

pletati entro l’anno 2020 gli interventi sulle gallerie Taor-mina, Giardini e S. Antonio della A/19 e le Capo Calavà e Cicero sulla A/20, per una spesa complessiva di quasi 30 milioni. Mentre sono già stati realizzati i lavori di adegua-mento degli impianti tecno-logici per le gallerie Tindari e Capo d’Orlando (A/20), e de-fi nita l’installazione degli im-pianti di telecontrollo (prov-vedimento in fase di gara).Da una previsione di massi-ma, l’adeguamento normativo delle rimanenti gallerie - con installazione, peraltro, di pre-sidi di sicurezza - comporterà un impegno di oltre 120 mi-lioni di euro; data la consi-stenza dell’impegno fi nanzia-rio, si prevede una dilazione dei tempi di intervento che si auspica possano essere pro-lungati da un provvedimento ministeriale rispetto alla sca-denza già prevista per l’aprile scorso. Nelle more è in corso di defi nizione la valutazione dei rischi e relativi piani di emergenza come interventi compensativi previsti dalla norma.Tra gli interventi residuali, ma non ultimi, rientrano la manutenzione globale degli impianti di esazione pedag-gi, gli impianti tecnologici relativi alle c.d. “casse auto-matiche”, l’adeguamento del tele-pedaggio al sistema eu-ropeo e l’ammodernamento tecnologico delle rete di tele-comunicazioni in fi bra ottica.Tra le opere infrastrutturali, oltre al già citato intervento sulla c.d. “frana di Letojanni”, sono in corso:- il completamento dei lotti funzionali 6-7-8, tratta Roso-lini-Modica, sulla A/18 Sira-cusa-Gela (importo circa 290 milioni, totalmente fi nanziati; i lavori risultano eseguiti per il 50%);- il completamento della bre-tella di collegamento Noto/Pachino, previsto entro il cor-rente anno 2019;- la progettazione dei lotti 9 e seguenti della A/18, tratta Modica-Gela;- il completamento dei lavori di adeguamento statico e mi-glioramento sismico del “Via-dotto Ritiro” nel Comune di Messina (A/20), totalmente fi nanziati per una spesa com-plessiva di circa 60 milioni.- la defi nizione in via tecnica del progetto esecutivo per la realizzazione dello Svincolo di Alì Terme (sulla A/18, ME-CT), che prevede una spesa di 4,2 milioni e che è fi nanziato con i Fondi del Patto Territo-riale per la Città Metropolita-na di Messina.

Presidente CAS Avv. Francesco Restuccia

Vice Presidente CAS Avv. Chiara Sterrantino

Il nuovo Consiglio Direttivo si pronun-cia sulle attività immediatamente fu-

ture del Consorzio.Prima di ogni cosa – sottolinea il Presi-dente Avv. Francesco Restuccia – abbia-mo voluto conoscere gli impegni presenti e futuri dell’Ente ed abbiamo fi ssato una prima agenda: continuare a cantierare senza soste perché gli utenti e la Sicilia hanno diritto ad una rete autostradale ef-fi ciente e moderna. Infi ne il CAS deve po-tersi aff acciare al sistema della viabilità autostradale italiana con tutte le carte in regola, recuperando il tempo perduto. Se

necessario, deve essere capace di rilevare nuove reti ed ambiti operativi per servi-re al meglio la comunità e conseguire il grande disegno della chiusura dell’anello della grande viabilità siciliana.Forse un disegno ambizioso, ma siamo al servizio della comunità e della Regione!I primi giorni – dichiara per parte sua la Vice Presidente Avv. Chiara Sterranti-no - abbiamo letteralmente divorato bi-lanci, progetti, relazioni e proposte, e nel contempo abbiamo dovuto affrontare la gestione quotidiana. Tra i ns impegni la piena attuazione dei 150 milioni del

Patto per il Sud, il rapporto CAS/auto-nomie locali e la gestione del personale.Con i Comuni e gli altri enti pubbli-ci non vogliamo essere competitivi e concorrenziali, ma complementari per rimodulare una rete autostradale che - pur dimostrando il suo tempo - deve fare fronte alle richieste ed ai bisogni del territorio con nuovi e più moderni ser-vizi. Per quanto riguarda il personale dipendente, ci adopereremo per trovare soddisfacenti riscontri, perché possa es-sere altamente professionale, operoso e produttivo.

Verso una rete autostradale effi ciente e modernaProsegue l’attività di avvio dei Cantieri sulle Autostrade Siciliane

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39Guida RegioniScenariLunedì 23 Settembre 2019 Sicilia

■ ADSP DEL MARE DI SICILIA ORIENTALE / Il rilancio del sud est della Sicilia passa dalla Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale

Il piano di ammodernamento delle infrastrutture portualiIl futuro delle nuove generazioni dipende dalla coesione dei Soggetti Attori sia pubblici che privati promotori di uno sviluppo eco-sostenibile e strategico

La seconda fase del proces-so di grande infrastrut-

turazione del porto commer-ciale di Augusta è già partita, che prevede la realizzazione dei lavori del primo e secon-do stralcio della 3° fase delle banchine destinate al traffi co containerizzato. Un'opera ri-tenuta strategica e prioritaria per il porto megarese, che attendeva da anni di essere avviata, che è stata fi nalmente sbloccata da Andrea Annun-ziata,al timone dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale. Infatti, il 4 settembre scorso è stato sti-pulato il contratto di appalto, curato dal Dirigente dell'A-rea Contratti Davide Roma-no, da parte del Presidente dell' A.d.S.P. e dal Legale rappresentante della Società aggiudicataria. Una A.T.I. co-stituita dal Consorzio Infra-strutture S.C.A.R.L, società mandataria, e dalla Società Italiana Dragaggi, mandante, per l'importo complessivo di 64.334.624,87, la cui realizza-zione sarà monitorata costan-temente dall'lng. Riccardo Lentini, Dirigente dell'Area Grandi Infrastrutture dell' A.d.S.P. e R.U.P. dell'opera. Per il suo completamento saranno necessari 827 giorni lavorativi che permetteranno

al porto megarese di amplia-re la capacità di accosto del-la banchina di ulteriori 300 metri e permettere l'approdo alle grandi navi container di ultima generazione, grazie anche all'aumento del pe-scaggio che passerà da -14 a -16. La banchina, inoltre, sarà dotata di un piazzale di 120.000 mq per lo stoccaggio dei contenitori per imple-mentare un settore trainante per la logistica dell'area sud orientale siciliana. Ma la fre-netica attività del Presidente e del suo team, prevede entro il mese anche la pubblicazione del bando di gara dei lavori di consolidamento del rifi o-rimento della diga foranea per l'importo complessivo di 55 milioni di euro, la cui gara sarà celebrata utilizzando le nuove procedure telemati-che. Ammodernamento delle infrastrutture, innovazione e migliore qualità dei servizi e contenimento delle tarif-fe portuali sono iniziative importanti che il Presidente Annunziata ed il Comitato di Gestione hanno predispo-sto per invogliare i Big Player della logistica globale ad in-vestire nelle aree industria-li del Sud Est siciliane, rese fortemente appetibili e com-petitive anche dalla recente

approvazione del Decreto dell' istituzione delle Z.E.S. (zone economiche speciali) da parte della Giunta Regio-nale della Regione Siciliana presieduta da Nello Musume-ci. "Un'occasione irripetibile per inserire il porto (Core) di Augusta e quello di Cata-nia (Comprensive), secondo il Ty Con dell'A.d.S.P." all'in-terno delle rotte marittime mondiali e per rifertilizzare le aree industriali siciliane." Il numero uno del' A.d.S.P. pun-ta anche "alla green economy'' ed alle energie alternative più rispettose dell'ambiente" per attrarre nuovi capitali privati e pubblici che possono ricor-rere agli strumenti di parte-nariato pubblico-privato, an-cora poco utilizzati nell'isola per impiantare nuove aree industriali nel comprensorio disegnato dalle Z.E.S..Annunziata, da esperto del settore, è perfettamente con-sapevole che la posizione ba-ricentrica del porto megarese ed il raddoppio del canale di Suez, attraverso il quale pas-sa tutto il traffi co marittimo proveniente dal Far East per raggiungere i ricchi mercati del nord Europa non bastano da sole a rendere attrattivo il territorio . Per questo intende creare una "cabina di regia",

che sarà supportata dal Capi-tano di Vascello Attilio Mon-talto, nominato Segretario Generale dal Comitato di Ge-stione, proveniente dal Corpo delle Capitanerie di Porto e collocato in aspettativa dalla sua Ammin1strazione, dove fi no al mese scorso ricopriva il ruolo di Comandante del Porto di Augusta, apporterà il suo contributo esperenzia-le, oltre che professionale per coordinare la Segreteria Tec-nico Operativa dell' A.d.S.P. Un centro decisionale, già peraltro previsto dal D.L. n. 169/ 2016, legge istitutiva del-le nuove Autorità di Sistema Portuali, che per funzionare perfettamente ha bisogno della partecipazione straordi-naria al suo interno di tutti gli attori, sia pubblici che privati, nel rispetto dei reciproci ruoli e competenze per avere una "visione strategica" delle cose da fare, tenendo fuori locali-smi e privilegiando l'interesse pubblico. Un lavoro partico-larmente complesso e diffi cile quello che attende Annunzia-ta nei prossimi mesi, ma la sua tenacia e la sua esperienza di Manager portuale, oltre a quella già di Parlamentare e di Sottosegretario di Stato alle Infrastrutture nel Governo Prodi, sono doti di interlocu-zione e di mediazione che gli sono state riconosciute am-piamente dalle diverse Forze politiche del territorio, che da quelle rappresentative di Confi ndustria, di Confcom-mercio, oltre che sindacali, con le quali ha intessuto, sin dal suo insediamento alla guida dell' A.d.S.P. una fi tta rete di relazioni per creare un "Net Work" fra i porti di Augusta e di Catania. La sua "governance" ha già superato il sup secondo giro di boa, e si appresta a promuovere

nuove attività di marketing guardando tanto ad Oriente, che ad Occidente per imple-mentare nuovi traffi ci marit-timi nei due porti siciliani. Il Presidente Annunziata punta anche alla riqualifi cazione della cantieristica navale del porto di Augusta, storica base navale della Marina Militare e del suo importante arsenale. per contribuire al suo am-modernamento, confi dando nella collaborazione attiva dei suoi Vertici. "Mi sono già incontrato con l'Ammiraglio Andrea Cottini, Comandan-te di Marisicilia, aff erma Il Presidente Annunziata," al quale ho assicurato la mia ampia disponibilità per con-tribuire alla riqualifi cazione di questo importantissimo settore che costituisce un grande polmone per l'intero cluster marittimo e portuale per salvaguardare non solo le professionalità presenti, ma anche creare nuovi posti di lavoro".Importante e continua, inol-tre, la collaborazione con il Sindaco del Comune di Au-gusta, Cettina Di Pietro, e con gli altri Sindaci dei Comuni limitrofi , impegnati nella co-mune " mission" di salvaguar-dare l'ambiente e la sicurezza di quanti operano nel com-prensorio. Ma se il porto di Augusta è già in fase di can-tierizzazione, quello di Ca-tania è da tempo un cantiere aperto, in quanto sono a buon punto i lavori di pavimenta-zione del sedime portuale che sono stati aggiudicati alla So-cietà Nurovi per l'importo di 3,5 milioni di euro ed iniziati il 6 febbraio di quest'anno, il cui completamento è previsto entro il 20 marzo dell'anno prossimo. Mentre è in corso di defi nizione l'accordo con Salvo Pogliese, Sindaco del

Comune di Catania, con il quale sono in corso diverse iniziative di promozione del-la città, per il fi nanziamento della rifi oritura della diga foranea del porto, per la cui realizzazione è previsto il co-sto di 49 milioni di euro. lo scalo di Catania, divenuto da tempo, uno dei poli cabotieri più importanti delle c.d. "Au-tostrade del Mare" del nostro Paese, collegato come è con i principali porti nazionali ed attraverso la connessione con i porti di Salerno, Geno-va, Livorno, Civitavecchia, Ancona, ecc. con quelli eu-ro-mediterranei, è prossimo a superare i nove milioni di tonnellate di merce movi-mentata, già sfi orati l'anno scorso, che saranno ampia-mente superati non appena la darsena di cabotaggio ritor-nerà ad essere completamen-te operativa. Ma Annunziata intende investire anche nella sua naturale vocazione del porto, che è quella croceristi-ca e diportistica, in quanto lo scalo è incastonato nel centro storico della città, a poche centinaia di metri dagli splen-didi edifi ci del barocco cata-nese e dalle antiche vestigia greche e romane. E la partico-lare ricchezza del patrimonio monumentale, culturale della "città del cigno", unitamente all'Etna, il vulcano dichiara-to recentemente patrimonio dell'Unesco, rappresentano un "brand unico" per imple-mentare il traffi co croceristi-co, che già risulta raddoppia-to rispetto due anni fa, e che la stazione marittima, affi data in concessione alla Catania Cruise Terminal S.r.l. appar-tenente alla Global S.p.a ha già pronto un progetto che sarà sottoposto all'esame del Vertice dell'A.d.S.P. di cui si fornisce il rendering.

Rendering del nuovo Catania Cruise Terminal

Porto di Augusta

Nave da crociera al Porto di Catania

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Lunedì 23 Settembre 2019