GUIDA ALLE FIGURE PROFESSIONALI DEL SETTORE … · nuove figure professionali, teso ad individuare...

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GUIDA ALLE FIGURE PROFESSIONALI DEL SETTORE SOCIOSANITARIO a cura del progetto Equal Sis 328 IT - G - LAZ - 002

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GUIDA ALLE FIGURE PROFESSIONALIDEL SETTORE SOCIOSANITARIO

a cura del progetto Equal Sis 328IT - G - LAZ - 002

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Consulenza:Laura Alves (agenzia IdeaLavoro)

Coordinamento:Franco Giampalmo, Simona Moglie (Progetto Equal Sis 328)

Grafica e impaginazione:Fabio Lapiana

Per informazioni:SIS LAVORO (Sportello Informativo Sociosanitario)

sede di Roma:Via Portuense 221, 00146, RomaTel./Fax: 06 5599261

SEDE DI VITERBO: c/o Asl VT, Ufficio Progetto Equal via San Lorenzo 101tel. 0761 347670

SOL.CO. ROMAUfficio Progetto EqualPiazza Vittorio Emanuele 31, 00185, RomaTel. 06 490821, Fax 06 491623

sito internet: www.sis328.ite-mail: [email protected]

Si ringrazia l’Assessorato Scuola Formazione e Politiche del Lavoro della Regione Lazioche ha reso possibile la realizzazione della presente Guida.

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La presente Guida nasce grazie al Progetto Equal, un program-ma triennale di Iniziativa comunitaria che, nelle sue coordinate enei suoi obiettivi generali, si inserisce nelle politiche adottatedall’Unione Europea per sviluppare e migliorare i livelli occupa-zionali nei paesi membri. Finanziato dal Fondo Sociale Europeo,l’Equal promuove la sperimentazione di idee e interventi ingrado di contrastare le discriminazioni e le disuguaglianze delmercato del lavoro, puntando, in particolare, a superare le ini-quità di accesso e integrazione. La Guida, realizzata a cura delprogetto Equal Sis 328, “Studio e Sperimentazione di ServiziSocio Sanitari Territoriali Integrati”, va dunque intesa in questaprospettiva: uno strumento di orientamento e conoscenza che,fornendo all’utente un aggiornato repertorio delle professionidel settore sociosanitario, vuole essere un pratico e valido con-tributo alle politiche di inserimento lavorativo.

Concentrato sul territorio laziale, nelle aree di Roma e Viterbo,il progetto SIS 328 (uno dei progetti italiani ammessi a finanzia-mento) sorge dalla volontà, da parte degli operatori impegnatinei servizi alla persona all’interno del mondo delle impresesociali, degli enti locali e delle ASL, di offrire un contributo allacostruzione di un sistema integrato di servizi sociosanitari, cosìcome previsto dalla legislazione vigente (Legge 328/00). Un accento particolare è posto sulle dinamiche dell’invecchia-mento demografico, osservate dal punto di vista delle implica-zioni sul sistema sanitario nazionale, come necessità cioè (afronte del progressivo aumentare dei pazienti con patologie cro-niche e terminali) di diminuire i processi di ospedalizzazione efornire modalità assistenziali domiciliari o residenziali capaci diintegrare l’aspetto sociale e sanitario in un approccio globale equalitativo alle esigenze della persona e del suo ambiente fami-liare e sociale. L’esecuzione del progetto è affidata ad una Partnership diSviluppo (PS), guidata dal Consorzio di cooperative socialiSol.Co. Roma e composta da enti pubblici e privati delle aree diRoma e Viterbo: Consorzio Ipotesi, Azienda USL RMD, AziendaUSL Viterbo, Municipio XIII Roma, Municipio XVI Roma, Comunedi Fiumicino, Provincia di Viterbo, Comune di Viterbo, Coop.Soc. MEDI.TER., Fed. MO.V.I. Lazio, Coop.Soc. OSA.Gli obiettivi del Progetto Equal SIS 328 sono riassumibili essen-zialmente in tre punti: 1) la costruzione di un modello di servizialla persona che abbia come obiettivo l’integrazione sociosania-tria e territoriale; 2) la sperimentazione e il monitoraggio del

diFRANCOGIAMPALMO

responsabileprogettoEqual Sis 328

PREMESSA

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modello progettato; 3) l’attivazione di presidi territoriali finaliz-zati alla creazione e al sostegno di imprese sociali e la realizza-zione di laboratori di socializzazione al lavoro.La Guida alle figure professionali si colloca nell’ambito di que-st’ultimo obiettivo, a supporto del quale va ascritta anche l’a-pertura dello Sportello Informativo Sociosanitario, Sis Lavoro,uno spazio polifunzionale e innovativo che opererà come unsistema integrato di formazione e accompagnamento, per tutticoloro, semplici utenti o imprese sociali, che cercano nuove eparitarie opportunità di inserimento nel mercato del lavoro. Trale obiettivi previsti, la costruzione di una sorta di atelier dellenuove figure professionali, teso ad individuare da una parte ipercorsi formativi per lo sviluppo dei bacini occupazionali emer-genti in campo sociosanitario e dall’altra l’iter di certificazionedelle competenze richieste per ogni professione.Come prima tappa di questo progetto, la Guida offre una descri-zione dettagliata e puntuale, con informazioni sui percorsi diavvicinamento e di accesso, dei profili professionali relativi al set-tore dei servizi sociosanitari, facendo però anche attenzione aprofessioni di confine come quelle dell’istruzione e della forma-zione, la cui forte valenza educativo-sociale non merita di esse-re trascurata. Non sappiamo quanto le nostre pretese di esausti-vità incontreranno il favore del lettore, ma d’altra parte il mer-cato del lavoro con la sua cronica instabilità mal si presta a siste-matizzazioni definitive ed è facile prevedere fin d’ora la necessi-tà di revisioni, integrazioni ed adeguamenti.Quello che segue, pertanto, deve essere considerato un agile epratico strumento per conoscere le caratteristiche principali diogni professione del settore; una serie di utili rimandi ed indiriz-zi arricchisce la Guida ad ulteriore orientamento di chi volessemaggiormente approfondire.

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PROFESSIONI DEL SOCIALE

ANIMATORE SOCIO-EDUCATIVO, ASSISTENTE DI COMUNITÀ INFANTILE, ASSISTENTEDOMICILIARE, ASSISTENTE SOCIALE, CONSULENTE DELL'ORIENTAMENTO, EDUCATOREDI STRADA, EDUCATORE PROFESSIONALE, FUNDRAISER, MEDIATORE FAMILIARE,MEDIATORE INTERCULTURALE, MEDIATORE SOCIALE, PSICOLOGO, PUERICULTRICE,SOCIOLOGO

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È l'operatore che aiuta le persone a diventare protagonistedella propria vita, consapevoli delle proprie risorse personali ecollettive, oltre che del proprio ruolo all'interno del gruppo edella società.

L’attività dell’animatore, rivolta a soggetti diversi per età e condi-zione, ha come scopo lo sviluppo delle potenzialità di crescitapersonale, di inserimento e di partecipazione sociale dell’indivi-duo. Nell'animazione l'unità di lavoro principale è rappresentatadal piccolo gruppo. Il lavoro dell’animatore consiste nel com-prendere i bisogni del gruppo e del singolo e, conseguentemen-te, nell’impostazione e nell’organizzazione di una linea educativacapace di stimolare una crescita armoniosa della personalità.Le funzioni principali dell’animatore sono: la facilitazione del-l’aggregazione sociale e della comunicazione all’interno delgruppo e tra gruppi; la promozione dei processi di emancipa-zione, come stimolo al protagonismo e come attivazione dellerisorse atte ad ostacolare i fenomeni di disadattamento e pas-sività; la diffusione dei linguaggi, in quanto strumenti per sco-prire ed esprimere le potenzialità e le risorse del gruppo e deisuoi singoli membri.L'animatore svolge la propria attività in stretto contatto condipendenti di enti pubblici (Comune, Regione, Provincia), edu-catori, assistenti sociali.

L'animatore può trovare collocazione nei laboratori educativiextrascolastici (ambientali, culturali, artistici, educativi, ecc.), neicampeggi, nelle residenze per anziani, negli ospedali e centri dicura per lungodegenti. Può inoltre lavorare nei centri di vacan-za diurni e residenziali, di aggregazione e socio-educativi, dieducazione permanente, di salute mentale, di animazione instrada, di prevenzione delle dipendenze e di educazione allasalute, di baby sitter, di divertimento e intrattenimento.

L'animatore deve conoscere la comunicazione psicomotoria,vocale, gestuale (animazione espressiva); il gioco teatrale, ladrammatizzazione e l'improvvisazione (animazione teatrale); isuoni naturali e artificiali, gli strumenti musicali, i canti e ledanze popolari (animazione musicale); la psicomotricità e ilgioco motorio spontaneo, di gruppo, con piccoli e grandi attrez-zi, sportivo (animazione motoria); i giochi di gruppo interni edesterni, le tradizioni popolari, il gioco-festa e la ludoteca (ani-mazione ludica). Oltre ad una buona cultura di base, l'animato-

Chi è

Cosa fa

Dove lavora

Conoscenze

ANIMATORE SOCIO-EDUCATIVO

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re deve approfondire le seguenti materie: le metodologie e letecniche dell'animazione educative e ludiche, la pedagogia, l'an-tropologia, la psicologia del ciclo di vita, la psicologia di comu-nità e la psicologia sociale.

L'animatore nel suo agire quotidiano deve saper interpretare ibisogni del gruppo e del singolo, progettare azioni di animazio-ne e di sviluppo sociale e socio-culturale, organizzare e propor-re attività teatrali, musicali, ludiche, motorie ed espressive. Deveinoltre saper stimolare e motivare i soggetti del gruppo a parte-cipare attivamente alle fasi progettuali e verificare l'efficaciadelle attività proposte.

Gli interventi dell'animazione ruotano intorno alla relazione ealla gestione del gruppo. L'animatore, quindi, deve essere dispo-nibile a rapportarsi con persone diverse, paziente nell'ascoltare einterpretare le esigenze del gruppo e del singolo, flessibile nel-l'individuare gli obiettivi e nel proporre le diverse attività. Deve,inoltre, essere creativo e in grado di stimolare la partecipazione.

Titolo di studio richiesto: Qualifica di “Animatore socio-educativo”.Per accedere alla professione di animatore ci sono però variepossibilità: conseguire il diploma in “Tecnico dei servizi sociali”e/o frequentare il corso di laurea in Scienze dell’Educazioneoppure frequentare un corso post-diploma o post-laurea di“Animatore socio-educativo”, promosso ed organizzato dallaProvincia o dalla Regione Lazio.

Capacità

Attidudini ecomportamenti

Percorso formativo

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È un operatore appartenente all’area socio-assistenziale che, inbase ad una specifica formazione, si occupa di fornire inter-venti integrati di cura diretti al bambino ma anche alla suafamiglia. Spesso la programmazione delle attività avviene incollaborazione con la famiglia e/o con altre figure professiona-li operanti nei servizi per l’infanzia.

Compito dell’assistente di comunità infantile è la realizzazionedi interventi tesi a sviluppare i livelli di autonomia del bambinonella consapevolezza del contesto in cui vive e nel rispetto dellagradualità del suo percorso evolutivo. Si occupa di bambini dietà compresa tra zero e sei anni non frequentanti le strutturescolastiche; di bambini di età compresa tra zero e tre anni fre-quentanti l'asilo nido dove l’operatore ricopre mansioni disostegno; di bambini di età compresa tra zero e sei anni ad inte-grazione dei periodi spesi nelle strutture educativo/scolastiche;di famiglie che abbisognano di sostegno e cura del bambinoper un periodo di tempo limitato. I suoi compiti sono moltolegati all'età dei bambini. In genere li aiuta nella toilette quoti-diana, nel vestire e nel fare colazione e si occupa di mantenerein ordine e pulito il loro ambiente. Li accompagna a scuola e liva a riprendere, li aiuta a fare i compiti oppure li accompagnaal parco giochi. Spesso gioca con loro, legge e racconta fiabe.

Se il bambino è piccolo è importante che rimanga in unambiente familiare, quindi normalmente è l’operatore che va acasa del bambino. Una forma particolare di questo lavoro èquello svolto all'estero, detto au pair. In questo caso l'operato-re mette a disposizione la propria abitazione accogliendo i bam-bini di tutte le età. È possibile anche mettersi in proprio e farediventare quest’attività un vero lavoro a tempo pieno, offrendoalle famiglie con bambini piccoli diversi servizi socio-assistenzia-li. In questo caso è necessaria l'apertura della partita IVA e l'i-scrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio.

L'operatore assistente all'infanzia, o babysitter, è spesso consi-derato un non lavoro e quindi non richiede una formazionespecifica. In realtà questa figura può avere un ruolo moltoimportante nello sviluppo del bambino. Sono quindi auspicabi-li conoscenze relative alla psicologia dell'età evolutiva; alla psi-cologia relazionale e sociale. Deve inoltre conoscere elementidi sociologia, di pedagogia, di puericultura, di pediatria, di igie-ne e scienza dell'alimentazione pediatrica e infine le tecniche

Chi è

Cosa fa

Dove lavora

Conoscenze

ASSISTENTE DI COMUNITÀ INFANTILE

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per organizzare attività ludico-espressive.

Occorrono buone capacità organizzative e senso pratico.Possono aiutare particolari doti personali come saper suonareuno strumento o cantare, saper raccontare delle favole, saperrecitare e mimare, saper disegnare e trovare divertente giocarecon i bambini.

Svolgere questa professione richiede maturità, pazienza e unabuona dose di energia mentale e fisica. La discrezione e il sensodel dovere e di responsabilità sono assolutamente necessari e lapuntualità è d'obbligo. Poiché un aspetto importante di questolavoro è il rapporto affettivo che si instaura con i piccoli di cui cisi occupa, è indispensabile saper gestire la relazione senza crea-re competizioni con la figura materna.

Titolo di studio richiesto: Diploma professionale di “Assistente di comunità infantile”oppure Laurea in Scienze dell’Educazione indirizzo “Educatorenelle comunità infantili” attivata da: - Libera Università “Maria SS.Assunta” (Lumsa)

Esistono anche corsi di formazione post-diploma gestiti da cen-tri professionali, pubblici e privati.

Capacità

Attidudini ecomportamenti

Percorsoformativo

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L’assistente domiciliare, o assistente di base, è un operatore pro-fessionale addetto alla cura e all'assistenza individuale di perso-ne in difficoltà. Opera nell’area dei servizi socio-assistenziali esuo compito specifico è l’intervento presso soggetti svantaggia-ti, a rischio, o in stato di bisogno, al fine di promuoverne l’au-tonomia. È una figura professionale la cui attività prevede pre-stazioni e servizi di assistenza di base, e la sua funzione va messain relazione con la crescente diffusione di situazioni di disagiocaratterizzate da isolamento, abbandono, emarginazione, in cuisono coinvolte le fasce più deboli della popolazione, esposte arischi di salute psico-fisica, di indigenza economica e di disgre-gazione sociale.

L'attività prevalente dell'assistente domiciliare è la realizzazionedi prestazioni socio-assistenziali in collaborazione con l'équipe diassistenza. Si tratta di prestazioni personalizzate volte a favorirel'autonomia del soggetto attraverso l'aiuto domestico, l'educa-zione sanitaria, l'assistenza infermieristica, la fornitura dei pastie della biancheria. In particolare, all’assistente domiciliare spettala cura dell'igiene dell'ambiente e della persona, dell’abbiglia-mento, dell'alimentazione, nonché il disbrigo di pratiche buro-cratiche e di altre mansioni relative ai momenti fondamentalidella vita quotidiana. Inoltre, nel suo rapporto con l’utente, l’as-sistente domiciliare fornisce informazioni sul servizio e aiuto nel-l’individuazione e risoluzione dei problemi. Le attività che ven-gono svolte sono dirette a mantenere le capacità residue del-l'assistito, a prevenire eventuali rischi e ad alleviare lo stato dimalattia, di dipendenza e di sofferenza.L'intervento dei servizi sociali a livello domiciliare rappresenta lamodalità più adeguata per riconoscere e valorizzare sia il deficitche la disponibilità di risorse sociali necessarie per supportare isoggetti (minori, portatori di handicap, anziani, emarginatisociali, famiglie problematiche, ecc.) che domandano aiuto esupporto sociale.

A differenza dell'assistente socio-sanitario che opera prevalente-mente nelle strutture residenziali o semiresidenziali o diurne perpersone parzialmente o totalmente non autosufficienti, l'opera-tore domiciliare interviene all'interno della rete dei servizi del esul territorio, come dipendente dell'ente locale o di una coope-rativa di servizi.L'assistente domiciliare, quindi, presta la sua attività direttamen-te al domicilio della persona che necessita delle sue prestazioni.

ASSISTENTE DOMICILIARE

Chi è

Cosa fa

Dove lavora

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Lavora essenzialmente in regime di dipendenza nei servizi di assi-stenza domiciliare per anziani, handicappati e nuclei familiari indifficoltà o presso cooperative sociali che svolgono attività di assi-stenza domiciliare per anziani, malati, portatori di handicap, ecc.Può svolgere tali prestazioni anche autonomamente.

Le conoscenze necessarie allo svolgimento della professioneriguardano le principali patologie fisiche, psichiche, sociali e lepossibili risposte ai problemi di cura e di assistenza, nonché dicomunicazione e relazione, nella comprensione delle differenzed'età e di stato psico-fisico dell’utenza.L'assistente domiciliare deve conoscere i concetti di base medi-co-sanitari legati all'alimentazione e all'assistenza delle personenon autosufficienti e malate. Deve inoltre conoscere la rete deiservizi che possono essere utilizzati per rispondere ai bisognidella propria utenza.

L'assistente domiciliare deve saper adattare i propri strumenti diintervento per fornire, nell'ambito del progetto e del piano dilavoro costruito, modificato e valutato in équipe, risposte flessibi-li e sempre più adeguate e alle esigenze delle diverse persone esituazioni. L'assistente domiciliare deve saper lavorare in équipe esvolgere i diversi compiti assistenziali. Deve avere, inoltre, capaci-tà relazionali e comunicative per rapportarsi in modo adeguatocon l'utente ed essere in grado di raccogliere le informazioni utiliper rispondere alle esigenze quotidiane dei propri assistiti.

Le persone che usufruiscono dell'intervento dell'assistente domi-ciliare in genere presentano problemi di scarsa autonomia nellosvolgimento delle attività primarie della vita quotidiana, quindil'assistente domiciliare deve essere paziente, delicato nel muove-re e spostare il paziente, disponibile nel rispondere ai suoi biso-gni quotidiani anche se spesso si tratta di manovre ripetitive estandardizzate. Per far questo deve saper controllare la propriasfera emotiva, essere rispettoso e attento ai comportamenti,anche e soprattutto a quelli non verbali. È da sottolineare l'im-portanza della qualità del rapporto con la persona e del suppor-to psico-relazionale che si sostanzia soprattutto nel saper ascol-tare e nel riuscire a comunicare in modo chiaro. L'assistentedomiciliare deve essere capace di cogliere i messaggi più o menoevidenti lanciati a lui dall’assistito, in modo da riuscire a comuni-care anche senza parlare, essere di compagnia e conquistarefiducia e confidenza. Per far ciò, oltre alla disponibilità all'ascol-to, occorre comprensione e pazienza. Si tratta di operare con dili-genza e costruire un comportamento capace di stabilire fiducia ecollaborazione tra l'operatore, il paziente e la famiglia.

Gli operatori dell'assistenza domiciliare venivano formati, sullabase del possesso del diploma di licenza media inferiore e della

Conoscenze

Capacità

Attidudini ecomportamenti

Percorsoformativo

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maggiore età, con iniziative promosse dalle Province o Regioninell'ambito della formazione di base per operatori dell'areasocio-sanitaria. Attualmente, i corsi ADEST non sono più attivi inquanto sostituiti dai corsi di qualificazione regionale per OSS(Operatore Socio Sanitario, vedi pag. 73) con durata di 1000 oree realizzazione a cura di enti quali: Aziende Ospedaliere, Aziende Sanitarie locali, AziendeOspedaliere integrate con l'Università, IRCCS di diritto pubblico edi diritto privato, Policlinici universitari e Policlinico Militare, enti didiritto privato senza scopo di lucro, Organismi misti, struttureSanitarie private accreditate ed Ospedali religiosi.

Nota bene per chi è già in possesso di qualifica Le azioni formative, in coerenza con la normativa nazionale eregionale, lasciano spazio alla logica del riconoscimento dei cre-diti formativi e professionali pregressi e saranno rivolte a:a) titolari di attestati di Assistente Domiciliare e dei Servizi tutela-

ri (ADEST) ed Operatore Tecnico Addetto all'Assistenza (OTA); b) coloro che sono in possesso di altre qualifiche nel settore

sociale e sanitario e per i quali, a giudizio della Commissioneper la valutazione dei crediti, è possibile il riconoscimento dicrediti ai fini del rilascio del titolo di Operatore Socio Sanitario;

c) coloro che non sono in possesso di alcuna qualifica nel settoree desiderano acquisire l'Attestato di Operatore Socio Sanitario.Il riconoscimento dei crediti formativi consente l'ammissione,ad un corso di formazione di durata ridotta finalizzato al con-seguimento della qualifica di Operatore Socio Sanitario.

Considerato che i corsi di qualificazione per Operatore Tecnicoaddetto all'Assistenza (OTA) e i Corsi di formazione per AssistenteDomiciliare e dei Servizi Tutelari (ADEST), sono stati regolamenta-ti a livello nazionale e a livello regionale e ne è stata disciplinatasia la durata che i programmi di insegnamento delle singole mate-rie, saranno attivati dei corsi di formazione per Operatore Socio-Sanitario di durata ridotta, riservati ai possessori dell'attestato deirelativi titoli. Inoltre questi ultimi sono dispensati dall'effettuazio-ne del test psico-attitudinale di ammissione. Il corso di formazio-ne per Operatore Socio-Sanitario, riservato ai possessori dell'atte-stato OTA, avrà una durata complessiva di 330 ore con moduli etirocinio dal taglio prevalentemente attinente alle materie e ai ser-vizi socio-assistenziali, il corso per Operatore Socio-sanitario, riser-vato ai possessori dell'attestato ADEST, avrà una durata comples-siva di 400 ore con moduli e tirocinio che approfondiscono gliaspetti sanitari.

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L'assistente sociale è un operatore tecnico con funzioni di anali-si, interpretazione e ricerca volte a soddisfare e risolvere lenecessità delle persone in difficoltà. Opera quindi in favore dipersone singole, gruppi e comunità, per prevenire e risolveresituazioni di bisogno e disagio.

L’assistente sociale è chiamato a prestare la sua opera in specifi-che emergenze sociali, site in una data area territoriale, utiliz-zando mezzi, strumenti, tecniche e metodi specifici per garanti-re, oltre al sostegno psicologico, anche quell’aiuto materialenecessario al superamento o alla prevenzione della situazione dibisogno. È importante tenere presente che l'assistente socialenon ha solo compiti volti al miglioramento delle condizioni diintegrazione offerte dal sistema sociale all'individuo, ma deveanche essere in grado di aiutare l'individuo ad acquisire nei con-fronti del sistema sociale stesso il senso dei propri diritti e la pro-pria autonomia di giudizio. Le funzioni più significative dell'assistente sociale sono: il rap-porto diretto con l'utenza, la progettazione, l'organizzazione egestione dei servizi sociali, l'indagine, lo studio e la documenta-zione. Nel rapporto con l'utenza, l'assistente sociale è incaricatodi analizzare e valutare le situazioni di rischio e di bisogno (indi-viduale, di gruppo o familiare che sia) e, dopo aver individuato icasi di bisogno in una data area territoriale o sociale, di interve-nire per la loro soluzione. Attraverso colloqui ed incontri conpersone o famiglie in difficoltà predispone gli interventi neces-sari, informa gli assistiti dei diversi tipi di assistenza sociale a cuihanno diritto (assistenza economica, domiciliare, assegnazionedi alloggi, avviamento al lavoro, affidamento familiare, promo-zione di processi di socializzazione per persone emarginate odisadattate) e li aiuta ad espletare tutte le pratiche necessarie alsuo ottenimento. Nell'organizzazione e gestione dei servizisociali, l'assistente sociale è incaricato della progettazione degliinterventi di prevenzione e risoluzione delle situazioni di biso-gno, della promozione e dello sviluppo delle attività di integra-zione e partecipazione, e infine della progettazione e gestionedelle strutture di assistenza (centri sociali, case, famiglia, ecc.).

L'assistente sociale lavora per lo più in enti pubblici territoriali(Comuni, Province, Comprensori, Ipab, Azienda sanitaria), neiservizi che dipendono dal Ministero di Grazia e Giustizia e dalMinistero degli Esteri, ma ci sono possibilità di impiego offerteanche dal privato sociale (cooperative, associazioni, ecc.).

ASSISTENTE SOCIALE

Chi è

Cosa fa

Dove lavora

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Risulta, invece, ancora problematica la possibilità di esercitare lalibera professione, benché l'avvenuta istituzione dell'Albo pro-fessionale faccia intravedere dei cambiamenti.Per espressa previsione di legge, oggi in Italia gli assistenti socia-li possono operare in molteplici campi di intervento: dagli istitu-ti penitenziari al mondo della scuola, ai servizi psichiatrici, aiconsultori familiari, ai servizi per il recupero dei tossicodipen-denti, agli ospedali, ecc.

Oltre ad una solida cultura di base, le materie professionali cheinteressano la formazione dell'assistente sociale sono le seguen-ti: psicologia, sociologia, legislazione sociale, sanità pubblica,scienze dell'educazione, metodi e le tecniche del servizio sociale. Affinché l'assistente sociale possa svolgere professionalmentela propria attività è necessaria, inoltre, una chiara conoscenzadell'apparato organizzativo dell'ente di appartenenza e dei ser-vizi territoriali (Comune, Provincia, Consultorio...) di riferimen-to in modo da poter sfruttare al meglio le risorse e le strutturedisponibili.

Tra i numerosi compiti operativi ai quali l'assistente sociale deveassolvere vanno considerati i colloqui con l'utenza, l'applicazio-ne delle leggi e delle normative concernenti il diritto dei cittadi-ni alle prestazioni socio-assistenziali, lo svolgimento di diagnosipsico-sociali, l’applicazione e la gestione di particolari istituti giu-ridici, quali la tutela, l'adozione, l'affidamento. Deve essere ingrado, inoltre, di predisporre documenti di lavoro, rapportiinformativi sui casi in trattamento, strumenti di indagine, archi-vi di dati socio-assistenziali e socio-sanitari, nonché gli attiamministrativi propedeutici all'erogazione delle prestazioni eco-nomiche, all'assistenza domiciliare e alle varie forme di contri-buzione economica dirette ad individui e famiglie.Le principali capacità che l'assistente sociale deve possedere persvolgere al meglio il proprio lavoro sono: capacità di relazionecon l'utente, con il gruppo famiglia e con tutte le istituzioni pre-senti sul territorio, capacità di coordinamento, programmazionee gestione dei servizi sociali, capacità di gestione dei colloqui conl’utente, sia per l’individuazione e la valutazione dei problemidell’utenza, che per informare sui diversi provvedimenti che lediverse istituzioni mettono in atto per prevenire o risolvere deter-minati disagi sociali. Deve saper affrontare le situazioni di disagiocon cui viene a contatto, con disponibilità e autocontrollo.Deve, inoltre, saper utilizzare gli strumenti dell'attività ammini-strativa, vale a dire: saper consultare ed interpretare testi legisla-tivi, regolamenti, delibere, circolari, disposizioni, ecc. Infine devesaper valutare il proprio operato, rilevando i risultati conseguiti.

L'assistente sociale, nel suo lavoro di relazione, deve essere aper-to e cordiale, in grado di suscitare confidenza, disposto ad ascol-

Conoscenze

Capacità

Attidudini ecomportamenti

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tare con attenzione il punto di vista dell'interlocutore e a seguir-lo con pazienza per trovare, di volta in volta, la soluzione piùadeguata ai problemi presentati. All'assistente sociale è chiestodi affinare i propri atteggiamenti che non devono essere némoralistici, né coercitivi. L'atteggiamento fondamentale che sideve assumere durante il colloquio è la piena disponibilità neiconfronti dell'assistito.L’assistente sociale deve avere attitudine al lavoro in équipe poi-ché, per comprendere e trovare la soluzione più adeguata alproblema dell'utente, è necessario il confronto e la collabora-zione con altre e diverse figure professionali (medici, psicologi,pedagogisti...)

Titolo di studio richiesto: Laurea in Servizio SocialeÈ necessario quindi frequentare il corso di Laurea in ServizioSociale attivato da:- Università degli Studi “La Sapienza” - Università degli Studi “Roma Tre”- Libera Università “Maria SS.Assunta” (Lumsa)

Per poter esercitare la professione di assistente sociale è neces-saria l’iscrizione, presso la sede regionale, all'albo professionale,possibile solo previa superamento degli esami di abilitazioneorganizzati presso le università sedi dei corsi di laurea. L'esameprevede quattro prove di cui: due scritte sui principi, metodi etecniche del servizio sociale; una pratica sulla discussione di "uncaso"; ed una prova orale riguardante lo scritto e il tirocinio pre-cedentemente intrapreso.

Percorsoformativo

Albi professionali

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Il consulente dell'orientamento, in ambito scolastico e formativo(ad esempio, nel ruolo di coordinatore di attività di orientamen-to presso le agenzie formative o di docente referente dell'orien-tamento nelle scuole secondarie) progetta e/o gestisce interven-ti di orientamento nelle strutture di formazione e all'internodelle attività corsuali scolastiche.Nell'ambito dell'orientamento scolastico l'orientatore, nella pro-spettiva dell'innalzamento dell'obbligo, progetta, gestisce edintegra all'interno della programmazione curriculare interventivolti a potenziare le "valenze orientative delle discipline e le ini-ziative volte a consentire agli alunni scelte più confacenti allapropria personalità ed al proprio progetto di vita".Nell'ambito dell'orientamento professionale coordina e proget-ta interventi di orientamento nelle strutture di formazione,all'interno dei curricula formativi delle attività corsuali rivolti atutte le tipologie di utenza al fine di favorire processi di motiva-zione, autoimprenditorialità e padronanza delle problematichedel mercato del lavoro e delle professioni.

In generale, l'orientatore ha il compito di sostenere le personea definire e progettare il proprio percorso scolastico e/o pro-fessionale.Per fare questo mette in atto una vasta gamma di attività: eroga-zione di informazioni, organizzazione e gestione di percorsi for-mativi di orientamento di gruppo, conduzione di colloqui indivi-duali, organizzazione di tirocini lavorativi, bilanci di competenze.Ciascuna di queste attività assume diverso rilevo e priorità sia inrelazione alle esigenze dell'utenza, sia rispetto al contesto orga-nizzativo in cui l'orientatore è inserito: se lavora in un Centro diinformazioni (ad esempio gli Informagiovani) si occuperà preva-lentemente di gestire banche dati informative, se lavora inun'Agenzia formativa o in un Centro d'orientamento si occupe-rà di gestire percorsi formativi individuali e di gruppo, con collo-qui individuali di sostegno alla scelta.Concretamente, l'orientatore gestisce la raccolta, l'organizzazio-ne, la redazione, il trattamento, l'erogazione e la diffusione delleinformazioni (riguardo alle opportunità formative e/o di lavoro);si rapporta con gli utenti per le scelte e la definizione di un pro-getto individuale di studio e/o di inserimento professionale,attraverso l'offerta di informazioni e l'adozione di specifiche tec-niche di consulenza professionale orientativa (il counselling, ilbilancio di competenze, etc,); valuta l'efficacia dell'orientamen-to fornito; pianifica programmi e servizi orientativi e si rapporta

CONSULENTE DELL’ORIENTAMENTO

Chi è

Cosa fa

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con istituzioni, enti, datori di lavoro, agenzie sociali, servizi diorientamento.Egli svolge, inoltre, attività di promozione e collegamento fra gliutenti, le istituzioni e le strutture formative, sociali, del mondodel lavoro; promuove attività orientative, socializzanti, di anima-zione culturale, soprattutto per gli utenti in situazioni di disagioche si rivolgono alle strutture formative; svolge attività di consu-lenza anche ricorrente e periodica nei confronti degli utenti allaricerca di primo lavoro, di un percorso formativo e professiona-le, aiutandoli ad elaborare un piano d'azione personale; diffon-de materiali informativi sulla formazione, sul lavoro, sulle pro-fessioni, utilizzando tecnologie informatiche per la gestione deidati; si rapporta con i docenti delle scuole per attività integratedi orientamento professionale e scolastico; si rapporta con leassociazioni sindacali e imprenditoriali per l'interscambio diinformazioni riguardanti i bisogni formativi e gli interventi dipolitica attiva del lavoro; si raccorda con i soggetti della realtàsociale territoriale, con le istituzioni e agenzie culturali, scientifi-che e sociosanitarie per analizzare gli orientamenti dell'utenzarispetto alla formazione, al lavoro, alle professioni.

Questa figura professionale opera all'interno di alcuni istitutiscolastici e presso i Centri di orientamento dei Centri per l'im-piego pubblici e privati (convenzionati e non).

Nel corso dell'attività quotidiana l'orientatore si relaziona innan-zitutto con i destinatari degli interventi orientativi: giovani in etàscolare, diplomati, laureati, adulti in cerca di lavoro o di ricollo-cazione. Intrattiene poi rapporti con insegnanti di scuole mediee superiori, docenti universitari, esperti del mercato del lavoro,economisti, psicologi del lavoro, rappresentanti dei sindacati edelle associazioni di categoria, funzionari di Enti locali. Le rela-zioni all'interno della propria organizzazione sono invece solita-mente limitate ai colleghi e alla direzione.Gli strumenti prevalentemente utilizzati sono: le banche dati sulmercato del lavoro, sui percorsi scolastici e formativi, sulle pro-fessioni; le tecniche e gli strumenti per l'attivazione dei gruppi;gli strumenti di autoanalisi (ad esempio, le schede con le anno-tazione degli esiti dei colloqui di orientamento); i questionari e,in alcuni casi, i test.

L'orientatore deve essere in possesso di competenze in materiadi mercato del lavoro (anche a carattere legislativo), di forma-zione (conoscenza del sistema di istruzione e formazione pro-fessionale, della normativa che lo regola, delle opportunità edelle trasformazioni) e deve possedere competenze metodolo-giche relative alla conduzione di colloqui individuali e di grup-po con finalità orientative, alla gestione delle tecniche di ricer-ca del lavoro (dalla elaborazione dei curriculum vitae alla pre-

Dove lavora

A chi si rivolge

Competenze

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parazione alle prove di selezione del personale) e di diagnosidelle competenze e capacità professionali (ad esempio i bilancidi competenze). Egli, inoltre, deve essere in grado di utilizzarela strumentazione informatica e telematica di cui sono dotati iCentri di orientamento e deve possedere elementi di base diarchivistica e documentazione.L'orientatore deve possedere capacità di ascolto, di mediazionee di diagnosi delle situazioni. Deve possedere, in generale, faci-lità di relazione.

Sebbene non siano univocamente definiti i requisisti formativid’ingresso, è tuttavia preferibile il possesso di una Laurea (inDiscipline umanistiche o in Scienze psico-sociali - ad esempio,Pedagogia/Scienze della Formazione, Scienze Politiche,Psicologia, Sociologia) unita all'esperienza maturata sul campo.È inoltre utile, da un lato, seguire una specifica formazione post-laurea (corsi di perfezionamento o corsi di formazione) sulletematiche orientative o comunque sulla gestione delle risorseumane, e, dall'altro, provvedere all'aggiornamento continuo.

Percorsoformativo

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Rappresenta una risorsa di frontiera, quella risorsa che, operan-do a diretto contatto con il disagio, mette continuamente indiscussione le proprie certezze e modalità operative. È l'opera-tore che, adeguatamente formato, agisce in contatto diretto,sia a livello individuale che di gruppo, con la realtà umana diuno specifico territorio.

L'educatore di strada attiva, con uno stile sociale educativo eaperto al confronto, relazioni significative; atteggiamenti chemirano, assieme agli utenti, a definire e a raccogliere il bisogno,spesso non esplicitato; percorsi volti a soddisfare le richieste;autentiche esperienze che promuovano l'autonomia della per-sona umana intesa come piena coscienza dei propri diritti/dove-ri, educazione alla legalità e a sentirsi parte attiva nel contestosociale di appartenenza.L'attività che svolge si caratterizza per:- una dinamicità (leggerezza) strutturale ed organizzativa che

permette di muoversi dove c'è bisogno senza sentirsi legatialle "cose";

- una conoscenza del territorio in cui si opera e della rete (net-work) di servizi ed istituzioni che possono offrire spazi per larealizzazione degli interventi;

- il forte valore che dà alla semplice presenza, "esser-ci" sempli-cemente, per avviare quei processi di conoscenza ed auto-conoscenza indispensabili in ogni relazione educativa.

Per strada, laddove usano incontrarsi e radunarsi i giovani, neipressi di oratori, "muretti", scuole, piazze e altri punti di riferi-mento aggregativi spontanei.

Destinatari privilegiati possono intendersi gli adolescenti ed igiovani (ma queste categorie sociali potrebbero variare in baseai contesti ed alle realtà di riferimento), messi ai margini delsistema sociale normale, perché mai integrati (per scelta propriao per necessità) oppure espulsi da esso, che non riescono adesprimere il proprio disagio nella maniera più adeguata per esse-re normalmente compresi, che non trovano nei servizi sociali unvalido interlocutore.

Oltre ad una solida cultura di base, le materie professionali cheinteressano la formazione dell'educatore professionale sono: lapedagogia, la psicologia, l'antropologia, la sociologia, la biologia.Sono discipline che introducono l'educatore ai temi del disagio

EDUCATORE DI STRADA

Chi è

Cosa fa

Dove lavora

A chi si rivolge

Conoscenze

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sociale, dell'handicap, dell'emarginazione sociale. Sono inoltrenecessarie le conoscenze relative alla legislazione sociale, aimetodi e tecniche dell'intervento educativo, all'assistenza e riabi-litazione psichiatrica e alla programmazione e organizzazione dellavoro socio-educativo. Questi saperi aiutano l'educatore a pro-gettare le attività e a predisporre strumenti in grado di dare effi-cacia alle finalità socio-educative dei propri interventi.

Gli atteggiamenti educativi caratteristici di questa figura profes-sionale richiedono all’operatore di saper costruire una relazionefondata sull’accettazione dell'altro per quello che è fuggendoda atteggiamenti di superiorità; di saper ascoltare l'altro (cosaben diversa dal sentirlo) in tutte le sue modalità comunicative erelazionali (il cosiddetto ascolto attivo); di saper definire con l’u-tente gli obiettivi e i percorsi della loro realizzazione, accettandoquindi di condividere con lui un tratto di strada; di saper fare diquesto percorso un cammino verso l'autonomia e la maturitàpersonale, nella consapevolezza che il cambiamento coinvolge-rà sia l’operatore che l’utente; e di saper promuovere e valoriz-zare l'esperienza dell'altro anche per cambiare il contesto diappartenenza.

Gli operatori devono essere persone affettivamente equilibrate(con un equilibrio psicologico personale), decisamente motivate,spinti da una idealità che si accompagna alla capacità di legge-re la realtà che li circonda (sociale e dei singoli), di conoscere edutilizzare le risorse a disposizione, accettando il "rischio" di met-tersi in gioco fino in fondo sul terreno della relazione educativa.Il tutto deve essere caratterizzato da quella dinamicità (legge-rezza) che al contempo vuol dire capacità di essere flessibili nel-l'intervento, poiché ragazzi diversi richiedono relazioni educati-ve e interventi diversi.

Formazione di partenza può essere la Laurea base per EducatoriExtrascolastici, una scuola di formazione per EducatoriProfessionali, oppure una Laurea in Scienze dell'Educazione:sono titoli diversi che non forniscono la stessa preparazione e inquesto senso è sicuramente da privilegiarsi la scuola di forma-zione per Educatori Professionali. Di fondamentale importanza èpoi la riflessione e l'elaborazione che si sviluppano soprattuttoattraverso l'équipe educativa e la supervisione che possonooffrire quegli elementi conoscitivi e tecnici necessari ad affron-tare adeguatamente la “strada”: una maggiore conoscenza disé, la relazione educativa e di auto-aiuto, i modelli di costruzio-ne sociale della devianza, le reti sociali, e, naturalmente, unadeguato tirocinio di apprendimento sul campo.

Capacità

Attidudini ecomportamenti

Percorsoformativo

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L’educatore professionale è un operatore che si occupa di for-mulare e attivare progetti educativi volti a sviluppare le poten-zialità di crescita personale, di inserimento e partecipazionesociale. Per il conseguimento di tali obiettivi l'educatore profes-sionale agisce sulla relazione interpersonale, sulle dinamiche digruppo, sul sistema familiare, sul contesto ambientale e sull'or-ganizzazione dei servizi in campo educativo.

L'educatore interviene nei confronti di persone e gruppi di diver-se età in situazioni di vario disagio ed emarginazione sociale, perrispondere a casi di emergenza familiare, carenze ambientali,difficoltà relazionali, problemi di tossicodipendenza e devianza,handicap psichico, fisico e sensoriale. Il lavoro quotidiano dell'e-ducatore si concretizza nelle seguenti attività: presa in caricoeducativa del caso o del gruppo; analisi dei rischi del territorio alivello sociale attraverso indagini su specifiche problematichesociali territoriali; stesura di mappe di rischio e di risorse in col-laborazione con altri servizi territoriali; raccolta e catalogazionedi dati e documenti di lavoro con finalità di documentazione,promozione ed organizzazione di strutture (centri diurni e resi-denziali), prestazioni, servizi volti alla prevenzione attraversoattività di informazione ed integrazione con tutti i settori d'in-tervento (sanità, lavoro, famiglia, tempo libero...); predisposizio-ne e organizzazione di attività culturali, ricreative, di informa-zione e formazione; elaborazione di progetti educativi mirati alrecupero ed allo sviluppo delle potenzialità dei soggetti per ilraggiungimento di livelli sempre più avanzati di autonomia.Tutto ciò in collaborazione con altre figure professionali e servi-zi territoriali, attraverso il coinvolgimento diretto dei soggettiinteressati e/o delle loro famiglie.

L'educatore professionale interviene in campi molto diversi traloro. Può lavorare nell'ambito socioculturale (ludoteche, centrianziani, centri per famiglie, ecc.) ma anche in quello sociosani-tario (cooperative sociali e strutture che ospitano portatori dihandicap, pazienti psichiatrici, tossicodipendenti...). Trova collo-cazione nell'ente pubblico presso gli enti locali e i centri di for-mazione, e nel privato sociale presso le cooperative sociali, leassociazioni educative, sociali e di riabilitazione.

Oltre ad una solida cultura di base, le materie professionali cheinteressano la formazione dell'educatore sono: la pedagogia, lapsicologia, l'antropologia, la sociologia, la biologia, tutte disci-

EDUCATORE PROFESSIONALE

Chi è

Cosa fa

Dove lavora

Conoscenze

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pline che introducono l'educatore alla conoscenza di argomentiquali il disagio sociale, l'handicap, l'emarginazione sociale. Sonoinoltre necessarie conoscenze relative alla legislazione sociale, aimetodi e alle tecniche dell'intervento educativo, all'assistenza,alla riabilitazione psichiatrica e alla programmazione e organiz-zazione del lavoro socio-educativo. Questi saperi aiutano l'edu-catore a progettare attività e predisporre strumenti in grado didare maggiore efficacia ai propri interventi socio-educativi.

L'educatore deve essere in grado di riconoscere i problemi lega-ti alla socializzazione ed essere in grado di elaborare progetticapaci di contribuire allo sviluppo delle potenzialità di crescitapersonale e di inserimento sociale degli utenti. Deve inoltresaper gestire il gruppo e sensibilizzarlo per ottenere il coinvolgi-mento e la partecipazione attiva di tutti, deve saper program-mare e organizzare il proprio lavoro attraverso l’analisi dei biso-gni, la definizione dei criteri per l'individuazione delle risorse, laverifica dei risultati. Deve infine saper individuare strumentididattici adeguati all'istruzione dell'utente, saper realizzare atti-vità di ricerca, utilizzando metodologie, tecniche di rilevazioneadeguate e saper organizzare, conservare e catalogare dati edocumenti di lavoro.

La centralità del lavoro dell'educatore è costituita dalla relazionecon gli altri e quindi è necessario che sappia essere aperto,paziente, disponibile, cordiale e accogliente. Deve concentrarsisul vissuto, sul modo in cui il soggetto sente le persone e i fatti,deve sforzarsi di vedere il problema secondo il punto di vista delsoggetto, rispettandone la soggettività e manifestando interessee considerazione, senza assecondare la propria superiorità dieducatore. Deve inoltre essere creativo per poter organizzareattività ricreativo-culturali e disponibile a lavorare in équipe, aconfrontarsi, a collaborare con le diverse figure professionali (psi-cologi, sociologi, medici, assistenti sociali...) e i servizi territoriali.

Titolo di studio richiesto:Laurea in Scienze dell’Educazione con indirizzo in “Educatoreprofessionale di comunità”.Il corso di laurea si può frequentare presso:- Università degli Studi “La Sapienza” - Università degli Studi “Roma Tre”- Libera Università “Maria SS.Assunta” (Lumsa)

Capacità

Attidudini ecomportamenti

Percorsoformativo

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Molte organizzazioni non profit (ONP) attivano delle energievolontarie per impostare alcune attività di raccolta fondi,magari attraverso l'organizzazione di un evento, di uno spetta-colo, di una sottoscrizione di piazza. Tutto ciò ha un suo moti-vo di esistere in una logica non strategica, di pura sopravviven-za e di occasionalità. Potremmo dire che questo funziona e puòbastare nel caso in cui si ha a che fare con una ONP giovane,che ancora non ha chiari i propri obiettivi di sviluppo e didimensioni limitate. Gestire invece le attività di fundraising significa possedere dellecompetenze diversificate, dalla psicologia, all'economia, allacomunicazione, al marketing, al diritto, alle pubbliche relazioni,e possedere altresì abilità in termini di praticità, sensibilità esavoir faire. Tutto ciò per rilevare, analizzare, valutare, ideare,predisporre e realizzare le azioni di fund raising più coerenti alletipologie di donatori che si vogliono coinvolgere. Spesso queste figure professionali sono esterne ma, vista l'im-portanza che rivestono, accade sempre di più che le organizza-zioni si appoggino inizialmente ad un soggetto esterno, affian-candolo e facendo crescere del personale interno fino a quandoquest'ultimo non diviene autonomo e la dimensione delle rac-colta fondi non diventa particolarmente rilevante e tale da doveressere gestita opportunamente all'interno.

La primissima questione è che cosa significa “fundraising”. Letteralmente la traduzione dall'inglese significa “elevamento oinnalzamento di fondi" (quindi non solo "raccolta di fondi" comeper maggiore praticità si adotta nell'uso comune), il che dà l'ideaimmediata di un comportamento proattivo e dinamico, di strate-gie ed azioni da realizzare affinché si attui uno sviluppo nella rac-colta dei fondi e di conseguenza nelle attività istituzionali. In definitiva volendo dare una definizione più complessiva si puòdire che fundraising è l'insieme delle strategie e delle azioni cheun’organizzazione non profit (in seguito ONP) deve mettere inatto affinché si sviluppi nel tempo un continuo afflusso di risor-se finanziarie elargite gratuitamente per sostenere le attività isti-tuzionali (anche sotto forma di progetti) dell'ente. Necessario a questo punto per comprendere anche cosa non sideve intendere per fundraising, è capire bene cosa significhi iltermine “elargizione gratuita”. Sono da escludersi, infatti,dalle attività di fundraising tutte le attività commerciali in sensoclassico e le prestazioni di servizi a pagamento. Cioè tutte quel-le attività che servono a vendere un bene, o molto più spesso,

Chi è

Cosa fa

FUNDRAISER

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nel caso di un'ONP, un servizio ad un cliente che in cambiopaga un corrispettivo sotto forma di prezzo. Questo circuito èquello tipico di un'impresa “profit” ed è riconoscibile solo perquelle realtà non profit che sempre più spesso si confrontanosull'arena del mercato nella prestazione di servizi.Per parlare di fundraising bisogna invece fare riferimento al dop-pio circuito tipico di un'ONP laddove, tra colui che riceve la pre-stazione e colui che paga perché essa venga realizzata nelmiglior modo possibile non vi è nessun legame diretto. È il casodella stragrande maggioranza delle organizzazioni non profitche sono state definite “filantropiche” proprio per la caratteri-stica di operare grazie alle elargizioni di soggetti diversi da colo-ro che beneficiano delle proprie attività. Alcuni esempi tra i piùnoti sono l'AIRC (Associazione italiana ricerca cancro), ilTelefono Azzurro, o il WWF.

Nelle organizzazioni non profit; Associazioni, Organizzazioninon governative ecc..

Oltre alle iniziative di formazione operativa al fundraising cheiniziano a sorgere, ultimamente sono stati approntati anchemaster e corsi di specializzazione universitari rivolti a laureati inmaterie umanistiche.

Dove lavora

Percorsoformativo

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È un professionista, solitamente un assistente sociale o uno psi-cologo, che si occupa dell'attenuazione e della risoluzione(quando possibile) dei conflitti familiari.

Coppie in via di separazione, o separate anche da moltotempo, che vogliono cercare con l'intervento di un “mediato-re” imparziale, gli elementi per un accordo che tenga conto deibisogni di ciascun componente della famiglia divisa e partico-larmente dei figli.

In caso di separazione, il mediatore intende promuovere unacultura della genitorialità basta sul rispetto dei diritti dei figli adavere libero accesso ad entrambi i genitori che, anche se divisi,devono poter continuare ad esercitare in modo responsabile illoro ruolo e le loro funzioni. Chi attua la mediazione invita gli ex coniugi a riappropriarsi delloro ruolo decisionale di genitori, offrendo loro una situazione diascolto, di dialogo, di negoziazione con l'obiettivo di trovare unaccordo sull'organizzazione della loro vita futura, per quantoriguarda la possibilità di collaborare nell'adempimento delle fun-zioni genitoriali. In questo tipo di intervento il mediatore, pur "entrando" nellarelazione tra le due parti in conflitto, non prende le decisioni alposto dei disputanti, ma sono le stesse parti a portare avanti ilprocesso decisionale.La mediazione familiare è un intervento che ha possibilità di suc-cesso se condivisa e accettata da entrambi i genitori e se effettua-ta fuori dal procedimento giudiziario. Come intervento quindi simuove nell'ambito della degiuridificazione del conflitto, al fine diuna riappropriazione da parte dei genitori delle loro competenze. Più in generale, fornisce un servizio qualificato che cerca di veni-re incontro alle esigenze dei vari protagonisti della separazione:l'esigenza dei figli di poter contare su due genitori che pur sepa-rati coordinano la loro funzione educativa; l'esigenza dei geni-tori di poter usufruire di uno spazio di elaborazione della propriavicenda separativa in chiave di ricostruzione e riparazione; lapossibilità del giudice che si occupa di separazione di utilizzareun intervento psicologico fuori dal giudizio in fase preventiva o,sospendendo le procedure giudiziarie, offrire una nuova oppor-tunità agli ex coniugi, quando si è creata una sorta di conflittocronicamente agito per vie legali; l'esigenza di molti avvocati dipoter assistere i propri clienti in condizioni meno critiche di emo-tività e più garantite dal punto di vista del benessere dei minori

Chi è

A chi si rivolge

Cosa fa

MEDIATORE FAMILIARE

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sia nelle fasi iniziali della separazione che in quelle successive;l'esigenza della collettività di vedere ridotti gli elevatissimi costipsicologici ed economici (individuali e sociali) dell'alta conflit-tualità da cattiva separazione.

Opera prevalentemente nei consultori familiari. Inoltre, gli ope-ratori dei servizi sociali, della scuola, del privato sociale a con-tatto con famiglie in fase di separazione potranno coordinare leloro azioni di educazione familiare con gli operatori dei consul-tori, graduando il tipo di intervento a seconda delle necessità.Alcune iniziative delle regioni vanno in questo senso, altre sisono attrezzate con altri tipi di servizio. Il lavoro degli operatori dei consultori dovrà comunque essereintegrato dal lavoro degli operatori sociali onde evitare i notifenomeni di frammentazione degli interventi sui diversi compo-nenti dello stesso nucleo familiare multiproblematico. Basti pen-sare a questo proposito che, proprio nei casi di separazione piùconflittuale possono rendersi necessari interventi di controllosociale, in caso di reale o supposto pregiudizio per il minore(accuse di abuso sessuale, difficoltà negli incontri col genitorenon affidatario...). Poiché non esiste a livello nazionale (eccezion fatta per alcuneregioni) una rete riconoscibile di servizi indirizzati alla famiglia,ma diverse tipologie di servizi e di interventi legati a specificheprestazioni in base alle attività da svolgere, obiettivo principaledelle varie amministrazioni è quello di integrare le competenzeprofessionali e fornire specifiche prestazioni, tra cui sono da pri-vilegiare quelle preventive di orientamento e consulenza allefamiglie in crisi.

Le competenze del mediatore consistono nella capacità di: crea-re un clima relazionale favorevole all'instaurarsi e al mantenersidi un canale di comunicazione efficace e stabile tra i genitori;contribuire alla gestione dei conflitti in vista della ricerca auto-noma da parte dei genitori di soluzioni concrete e condivise aiproblemi generati dalla separazione; incentivare e valorizzarel'esercizio unitario e solidale della genitorialità anche dopo larottura del legame coniugale; evitare di farsi coinvolgere dai pro-blemi emotivi e affettivi di coloro che gli chiedono aiuto per noncreare relazioni in contrasto con il propio ruolo imparziale. Le conoscenze indispensabili al mediatore familiare sono:nozioni di psicologia e di psicologia evolutiva (dinamiche dellacoppia e della famiglia, dinamiche psicologiche della separa-zione e della famiglia ricostituita, psicopatologia delle relazio-ni familiari e dell'età evolutiva); nozioni di diritto (diritto difamiglia, legislazione minorile, funzionamento dell'istituzionegiudiziaria e dei suoi operatori, conoscenza del contesto socia-le e istituzionale della separazione); nozioni sugli aspetti eco-nomici e fiscali della separazione.

Dove lavora

Conoscenze ecompetenze

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La formazione del mediatore verte sulla gestione dei conflitti,sull'evoluzione sociologica della famiglia, sul quadro legale,soprattutto sulla separazione ed il divorzio. La formazione come mediatore prevede una crescita ed uno svi-luppo personale che consenta di superare i propri eventuali limi-ti emotivi ed i pregiudizi, accettando la separazione della coppiacome un processo solo trasformativo. Inoltre è primario adde-strare il mediatore all'impatto con situazioni umane difficili espesso dolorose, a saper tollerare il confronto con l'altro, a man-tenere una massima dose di autocontrollo e di comprensione.Per diventare mediatore, occorre innanzitutto essere laureati inPsicologia o in Servizio Sociale, talvolta è consentito anche ailaureati in Scienze dell'Educazione partecipare ai percorsi bien-nali post laurea in Psicoterapia della Famiglia .

Percorsoformativo

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Obiettivo del mediatore interculturale è promuovere l’integra-zione sociale e professionale delle persone extracomunitarie:interviene per individuare ed esplicitare i bisogni degli utenti erispondere alle loro richieste, svolgendo attività di tramite con iservizi pubblici di primo contatto.

Il mediatore, quasi sempre di etnia non italiana o comunque conun'esperienza di vita biculturale, collabora con le istituzioni perelaborare strategie volte a favorire l'integrazione dei cittadinistranieri e offre consulenza alle persone, alle famiglie e alle asso-ciazioni di immigrati per orientarle all'interno delle istituzioni edei servizi. Compito principale del mediatore interculturale èquello di accogliere l'utente immigrato e aiutarlo a muoversiautonomamente nella nuova realtà. Cerca quindi di interpretarei bisogni dell'utente e di dare risposte efficaci in grado di per-mettere al soggetto di comprendere, oltre alle opportunitàofferte dai diversi servizi pubblici presenti sul territorio, anche lacultura, gli usi e i costumi italiani. Tali informazioni servirannoall'utente per attivarsi nella ricerca di una casa, di un lavoro e perconoscere le modalità di accesso ai servizi sociali, sanitari, ecc.Il mediatore interculturale affianca l'équipe sociosanitaria nellapresentazione di indirizzi, terapie e procedure sociali e sanitariecompatibili con la cultura di provenienza dell'utente, ed è di sup-porto all'attività di avvocati, difensori d'ufficio, magistrati a variotitolo coinvolti nelle questioni immigratorie. Svolge inoltre fun-zioni di interpretariato in caso di citazioni in giudizio con accusedi reati civili e penali, e funzioni di supporto informativo e lingui-stico con la scuola, la famiglia e la comunità di provenienza.

Il mediatore interculturale trova impiego nei servizi pubblici e pri-vati di primo contatto: ufficio stranieri, servizi sanitari, commissa-riati di polizia, tribunali, carceri, cooperative e associazioni che pro-muovono progetti di integrazione socio-culturale. Il suo interven-to si rivela indispensabile nelle strutture sanitarie (ospedali, con-sultori) e nelle scuole. Fra i principali impieghi si segnalano anchequelli negli uffici stranieri delle principali città e nei servizi educati-vi di base per favorire l'integrazione dei bambini immigrati.Quasi mai il mediatore culturale è un lavoratore dipendente,nella stragrande maggioranza dei casi viene impiegato con con-tratti di collaborazione professionale.

Il mediatore interculturale, oltre ad un'ottima conoscenza dellalingua italiana, deve conoscere almeno un'altra lingua veicolare.

Chi è

Cosa fa

Dove lavora

Conoscenze

MEDIATORE INTERCULTURALE

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Deve inoltre conoscere la legislazione e l'organizzazione dei ser-vizi sociosanitari (ospedale, consultorio, ambulatori), dei servizidel lavoro (centri per l'impiego, camera di commercio...), delleistituzioni scolastiche ed educative (scuola dell'obbligo, corsi diformazione) e di tutti gli altri servizi presenti sul territorio. Oltread una buona cultura di base deve approfondire materie qualil'antropologia culturale, la sociologia e la psicologia. Deve inol-tre conoscere il fenomeno immigratorio, la multiculturalità e lecaratteristiche dell’immigrazione nel territorio regionale.

Il mediatore deve possedere un'ottima capacità di relazione,buone doti comunicative, capacità di gestione e di risoluzione diconflitti. Deve quindi essere in grado di utilizzare le tecniche delcolloquio individuale e di gruppo, dell'accoglienza, dell'ascoltoattivo, della comunicazione e dell'interpretariato. Deve essere ingrado di raccogliere informazioni e di predisporre schede infor-mative per gli utenti.

Al centro del lavoro del mediatore interculturale c’è la relazio-ne con gli altri pertanto è necessario che sia aperto, paziente,disponibile e cordiale. Deve avere attitudine alla comunicazio-ne interpersonale: mettere il soggetto a proprio agio, inviaremessaggi chiari e completi e sforzarsi di vedere il problemasecondo il punto di vista del soggetto. Deve essere rispettosonei confronti dell'utente e della cultura di origine e manife-stargli interesse e considerazione. Deve inoltre essere disponi-bile a lavorare in équipe, a confrontarsi e a collaborare con lediverse figure professionali (psicologi, sociologi, assistentisociali, giudici…) e i vari servizi territoriali.

Titolo di studio richiesto:Diploma di Scuola Media Superiore o LaureaPer accedere alla professione di mediatore interculturale dopoaver conseguito il diploma di Maturità, è consigliabile consegui-re un diploma di “Animatore socio-educativo” o di “Educatoreprofessionale” oppure la Laurea in Scienze dell'Educazione. Sono di recente istituzione il corso in “Scienze della mediazionelinguistica” presso:- Università degli Studi “La Sapienza” e il corso per “Esperti nella mediazione interculturale” presso- Libera Università “Maria SS.Assunta” (Lumsa)

Esistono inoltre corsi di formazione promossi dalla Regione Lazioe finanziati dal Fondo Sociale Europeo, gestiti da enti di forma-zione o da strutture che si occupano di mediazione intercultura-le. Non si tratta di corsi permanenti pertanto notizie in meritovanno cercate collegandosi al sito della Regione Lazio:www.regione.lazio.it oppure www.sirio.regione.lazio.it

Capacità

Attidudini ecomportamenti

Percorsoformativo

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Chi è

A chi si rivolge

Cosa fa

Il mediatore sociale ha lo scopo di aiutare le singole persone o igruppi in conflitto tra loro a confrontarsi sulla natura, sui moti-vi e sugli effetti delle tensioni sociali, dal punto di vista dellediverse parti coinvolte, per trovare, ove possibile, una soluzioneche renda soddisfatti tutti gli attori partecipanti. L'obiettivo èquello di restituire responsabilità sia a chi si è reso promotoredel conflitto, sia a chi lo ha subito. In altri termini, per media-zione si intende un processo mirato a far evolvere dinamica-mente una situazione di conflitto, aprendo canali di comunica-zione che si sono bloccati.La peculiarità di questo intervento è nel fatto che i mediatoripossono essere i cittadini stessi, anche se specificatamente for-mati, che appartenendo al tessuto sociale locale riesconomeglio a favorire un protagonismo attivo nelle persone finaliz-zato alla gestione della conflittualità sociale. Si possono, in que-sto modo, produrre spinte verso la responsabilizzazione del ter-ritorio che facilitano l’emergere di un maggior senso civico rela-tivamente alle dinamiche di insicurezza/sicurezza che pervado-no la vita collettiva.I mediatori sociali non risolvono il problema “dall'alto”, ma piut-tosto favoriscono, facilitano, sollecitano un processo che permet-ta ai disputanti stessi di essere pienamente e attivamente autoriz-zati ad affrontare il conflitto con l'altro in modo costruttivo.

Ai cittadini che abitano quartieri, zone periferiche e struttureresidenziali popolari (in quanto assegnatari o occupanti abusivi)ad alto tasso di conflitto sociale dove le famiglie vivono situa-zioni problematiche di emarginazione sociale, disoccupazioneed illegalità.

Il compito dei mediatori sociali è quello di riattivare un canalecomunicativo tra le parti in conflitto. Il conflitto, infatti, producesempre un effetto di rottura delle dinamiche di comunicazionetra due persone; queste possono anche parlarsi, ma poichéhanno perso qualsiasi capacità di ascoltarsi, se si parlano lofanno solo per riversarsi addosso le ragioni reciproche. Il media-tore deve allora far ritrovare la capacità di comunicare alle dueparti (persone o gruppi) le quali, a quel punto, comunicando,potranno trovare la loro soluzione.Il lavoro viene realizzato attraverso attività di sensibilizzazione edi formazione sul territorio, tese a far recuperare quella che è unacapacità naturale degli individui, la capacità di incontro sul pianoemozionale. L’operatore lavora quindi per diffondere una cultura

MEDIATORE SOCIALE

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Percorsoformativo

della mediazione sociale e per costruire una rete tra soggetti isti-tuzionali, servizi, autonomie scolastiche e la cittadinanza attivadel territorio in grado di fungere da supporto e sostegno ad unatale progettualità. È importante, e richiede pertanto la massimaattenzione, riuscire ad ottenere il coinvolgimento di quei settoriistituzionali che sono più sensibili all’esigenza di stabilire col ter-ritorio nuove, diverse e più efficaci modalità comunicative.Un mediatore non deve essere uno specialista, un tecnico dellagestione dei conflitti, ma è il cittadino sensibilizzato e formato adiventare tale: è la diffusione di questa capacità e di questa cul-tura della gestione dei conflitti, il vero intervento di mediazione.Si tratta inoltre di favorire attività di sostegno e consulenza adiniziative territoriali, anche attraverso specifici percorsi formativi(per una maggiore diffusione di una cultura della mediazionesociale condivisa e partecipata tra la cittadinanza), che stimolinouna rinnovata consapevolezza che la diretta gestione dei con-flitti può essere una reale risorsa territoriale in quanto capace diprodurre progettualità integrate e coesione sociale.

La preparazione di base è quella dell’Educatore Professionaleofferta dalla laurea triennale.Nell'ambito di progetti di mediazione sociale, solitamentefinanziati dal comune di Roma, grande importanza rivestono ipercorsi “formativo-informativi”. L'obiettivo è quello di favori-re il diffondersi di una cultura di gruppo, che permetta anch’es-sa, in un’ottica di mediazione territoriale, la trasmissione diinformazioni tra il singolo cittadino e la collettività, fungendoda cinghia di trasmissione. A questo proposito, l'approccio for-mativo solitamente utilizzato è quello psico-sociale, che favori-sce interventi contestualizzati sia sulle dinamiche di tipo rela-zionale che sui processi cognitivi, attraverso una metodologia“mista”. Si usano, infatti, sia tecniche di gestione d'aula tradi-zionali (come, per esempio le lezioni), sia tecniche di gestioned'aula attive (come simulate e brainstorming).

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È un esperto che studia il comportamento umano e i fenomenidella vita affettiva e mentale (istinti, emozioni, sentimenti, per-cezione, memoria, volontà, intelligenza, ecc.).

Lo psicologo svolge attività di studio del comportamento umanoe dello sviluppo psichico dell'individuo. Attraverso l’osservazio-ne di determinate reazioni lo psicologo analizza i processi men-tali e le modalità di pensare e di sentire della persona. Compieinterventi preventivi, diagnostici, terapeutici e riabilitativi nellediverse fasi del ciclo della vita, nei processi educativi, nel campodella devianza, sui soggetti con disturbo dello sviluppo. In particolare lo psicologo svolge funzioni di prevenzione perevitare il disagio e mantenere la salute psichica; di promozioneper sviluppare il benessere (psicologia della salute, psicologia dicomunità); di diagnosi e psicodiagnosi individuali e di gruppo; dianalisi della domanda e analisi dei bisogni di intervento e di for-mazione (analisi del comportamento di consumo e del consu-matore; analisi e valutazione di programmi di intervento psico-diagnostico, psicoterapeutico e psicosociologico); di progetta-zione e organizzazione di interventi e di strutture di intervento,da quelli individuali a quelli di piccoli gruppi a quelli organizza-tivi e sociali; di consulenza psicoterapeutica, di counseling, direcupero e riabilitazione della salute mentale; di consulenza for-mativa, di orientamento scolastico e professionale; di consulen-za di marketing e campagne pubblicitarie; di selezione e forma-zione del personale; di ricerche sugli atteggiamenti, sui vissuti,sui bisogni; di trasmissione di informazioni psicologiche (lezioni,articoli, saggi, collaborazioni con vari media) e di formazionedegli altri operatori o di altre professioni.Data l'ampiezza delle attività che possono essere svolte dallopsicologo, la descrizione dei suoi compiti può essere fatta soloriferendola a un ambito d'impiego specifico. Lo psicologo cheopera con i bambini è un esperto di psicologia dell'età evoluti-va, si occupa della crescita, dell'evoluzione e dello sviluppodella personalità nella fascia di età 0-14 anni. Lo psicologo dellavoro e delle organizzazioni svolge attività di ricerca, di raccol-ta e di elaborazione dati nell'ambito del lavoro e dei contestiorganizzativi. Può occuparsi della formazione, dell'orientamen-to professionale e scolastico e della selezione del personale. Lopsicologo sperimentale fa essenzialmente ricerca in ambito uni-versitario. Lo psicologo clinico si occupa degli aspetti più legatial disadattamento, alle problematiche relazionali, etc., coninterventi di tipo preventivo e riabilitativo anche mediante l'uti-

Chi è

Cosa fa

PSICOLOGO

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Dove lavora

Conoscenze

Capacità

Attidudini ecomportamenti

lizzo di tecniche specifiche individuali e di gruppo.In genere lavora in équipe con altri operatori del settore sanita-rio e sociale. Se opera nelle istituzioni del territorio collabora conpediatri, assistenti sociali, neuropsichiatri infantili, logopedisti,fisioterapisti, psichiatri, ma anche con docenti della scuola, edu-catori, genitori.

Lo psicologo può lavorare nel Servizio Sanitario Nazionale, negliospedali, nelle strutture sia pubbliche che private che si occupa-no di bambini, adulti, disabili, anziani, tossicodipendenti. Chi èiscritto all'albo professionale può esercitare la libera professione.Trova una collocazione anche nel settore della ricerca universita-ria e nell'insegnamento della psicologia ma anche in settori qualile forze armate, centri e società sportive, studi di pubblicità estudi di comunicazione e immagine. È in forte espansione la richiesta di psicologi nell'ambito dell'o-rientamento professionale e scolastico, nelle aziende pubbliche,private e nell’impresa sociale, nonché, ovviamente, nel serviziosanitario pubblico in strutture come ospedali, consultori, centridi igiene mentali, centri di assistenza per le tossicodipendenze.

Le conoscenze di base dello psicologo sono: la biologia genera-le, l'anatomia-fisiologica dell'attività psichica, la psicologia gene-rale, la metodologia e tecniche della ricerca psicologica. Altrediscipline sono invece più legate all'indirizzo prescelto: psicologiadinamica, psicologia fisiologica, psicologia sociale, psicologiadella personalità, psicologia dello sviluppo, pedagogia sperimen-tale, ecc. Deve inoltre conoscere l'uso degli strumenti conoscitivie di intervento per la diagnosi, la riabilitazione e il sostegno.

Allo psicologo può essere richiesto di elaborare e somministraretest per determinare alcune caratteristiche (intelligenza, abilità,attitudini, potenzialità), interpretare e valutare i risultati ottenu-ti, analizzare le influenze dell'ereditarietà e dei fattori sociali,professionali, ecc., sul comportamento degli individui, praticaredelle consulenze o dei trattamenti terapeutici; di utilizzare letecniche del colloquio di gruppo e del colloquio clinico e quellepsicodiagnostiche. Lo psicologo deve intrattenere rapporti con imembri della famiglia del paziente o con gli educatori e aiutarenella ricerca di soluzioni ai problemi o consigliare sul modomigliore per affrontarli; deve avere capacità creative, organizza-tive e introspettive per meglio rispondere ai bisogni degli utenti;deve saper adottare la tecnica del colloquio e saper scrivere rap-porti e relazioni scientifiche.

Lo psicologo deve possedere attitudine ai rapporti interpersona-li e al lavoro in équipe in quanto intrattiene rapporti con la fami-glia del paziente e con altri operatori sanitari e sociali. Egli colla-bora con diverse figure professionali quali medici, generici o spe-

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cialisti; psichiatri, neuropsichiatri infantili e neurologi; assistentisociali, educatori, terapisti della riabilitazione, logopedisti, assi-stenti domiciliari, ecc. Lo psicologo deve saper ascoltare, mette-re la persona a proprio agio, essere paziente e disponibile eosservare i comportamenti dell'utente (verbali e non verbali)instaurando con lui rapporti di fiducia.

Titolo di studio richiesto: Laurea in PsicologiaPer accedere alla professione di psicologo è necessario conse-guire la Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche che conferiscela formazione di base e aver effettuato un tirocinio post-laureamdella durata di un anno presso dipartimenti e istituti universita-ri, o presso strutture pubbliche (Azienda sanitaria) e private rite-nute idonee.Il corso di laurea è attivato da:- Università degli Studi “La Sapienza” > Aree di specializzazio-ne: Analisi dei processi cognitivi normali e patologici; Interventoclinico per la persona, il gruppo e le istituzioni; Salute e riabilita-zione cognitiva; Percorso cognitivo-informazionale.- Libera Università “Maria SS.Assunta” (Lumsa) > Aree di spe-cializzazione: Psicologia clinica e di comunità; Psicologia dellavoro e delle organizzazioni; Psicologia dello sviluppo e del-l’apprendimento.

Per esercitare la professione è necessario sostenere l’Esame diStato al termine del tirocinio previsto, ed iscriversi all’albo pro-fessionale.

Percorsoformativo

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È un operatore sanitario ed educativo in grado di prendersi curadei bambini da zero a tre anni, curandone l'armonia dello svi-luppo fisico, psichico ed affettivo anche in relazione all'ambitofamiliare di riferimento.

La puericultrice si occupa del bambino sano da zero a tre annisotto l'aspetto del suo sviluppo psicologico, motorio, ludico eanche dal lato sanitario (pronto soccorso, controllo della tempe-ratura corporea, preparazione di pappe e latte); riferisce inoltreal pediatra sulle condizioni sanitarie del bambino e allo psicolo-go sui problemi inerenti allo sviluppo psichico.

La puericultrice lavora sia negli ospedali pubblici e privati che negliasili nido. Può trovare un'occupazione anche presso le cooperati-ve sociali che si occupano di minori e presso le ludoteche.

Le conoscenze che deve possedere la puericultrice riguardano leseguenti materie: psicologia, pedagogia, pediatria, anatomia,fisiologia, puericultura, igiene del bambino e dell'ambiente,ostetricia, assistenza sociale, scienza dell'alimentazione, tecnicaassistenziale e etica professionale. Deve inoltre conoscere lacomunicazione e il linguaggio verbale, corporeo e figurativo, idiritti del bambino, i doveri della famiglia e della società, letappe evolutive e lo sviluppo socio-psicologico del bambino, lefunzioni dell'asilo nido e le attività ludico-motorie.

La puericultrice deve essere in grado di gestire le relazioni conpiù soggetti (bambini, genitori, operatori sanitari e sociali). Deveessere capace di curare l'igiene e l'alimentazione del bambino,di progettare e proporre attività ludico-motorie ed espressive edi tenere pulito l'ambiente del bambino. Deve inoltre averebuone capacità manuali.

Lavorare con i bambini significa essere pazienti, disponibili e dota-ti di una particolare sensibilità per osservare e interpretare i segna-li che essi inviano. È un lavoro che richiede un grande dispendiodi energie e quindi ha bisogno di una forte motivazione. Occorreinoltre un'attitudine al dialogo e al confronto con gli altri. La pue-ricultrice deve essere creativa, capace di organizzare attività ludi-che, e in grado di motivare i bambini alla partecipazione.

Per svolgere la professione della puericultrice/educatrice di asilonido è necessario conseguire uno dei seguenti diplomi di Scuola

Chi è

Cosa fa

Dove lavora

Conoscenze

Capacità

Attidudini ecomportamenti

Percorsoformativo

PUERICULTRICE EDUCATORE DI ASILO NIDO

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Media Superiore: il diploma di liceo Socio-psico-pedagogico(che sostituisce il vecchio diploma magistrale e l'anno integrati-vo); il diploma di abilitazione all'insegnamento nelle scuole digrado preparatorio; il diploma di “Dirigente di comunità”; ildiploma di “Assistente per comunità infantili”; il diploma di“Vigilatrice di infanzia”, di “Puericultrice” o di “Assistente d'in-fanzia”. Prossimamente costituirà titolo preferenziale aver con-seguito un diploma universitario della durata di 3 anni in"Educatore nelle comunità infantili".

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Il sociologo è un professionista che studia la società umana e ilcomportamento sociale all'interno di gruppi e istituzioni qualifamiglie, classi, comunità, governi ed organizzazioni politiche,commerciali, culturali, etc. Egli fonda la sua attività su metodologiee tecniche specifiche dirette allo studio, alla ricerca, alla consulen-za, alla progettazione, all'analisi, alla valutazione qualitativa e all'in-tervento sui gruppi, sulle organizzazioni e sulle istituzioni sociali.

Per studiare e comprendere i meccanismi che regolano l'organiz-zazione e le relazioni umane all'interno delle società contempora-nee il sociologo utilizza metodologie specifiche, svolge analisi deibisogni, definisce le ipotesi di ricerca e gli strumenti più adatti arealizzarle, attua la raccolta delle informazioni, elabora i dati rac-colti e formula quadri teorici interpretativi dei fenomeni esamina-ti suggerendo eventuali interventi. Osserva le caratteristiche deigruppi sociali e l'influenza che i gruppi e le istituzioni esercitanosugli individui. Può essere richiesto il suo apporto anche nell'atti-vazione, gestione e valutazione delle risorse e nella valutazionedei risultati degli interventi. La professione del sociologo includel'attività di formazione, di consulenza, di informazione e comuni-cazione all'interno o fra le organizzazioni. Il lavoro del sociologovaria a seconda dell'indirizzo e della specializzazione. Entra in fab-brica come esperto di relazioni umane e svolge compiti di studioe ricerca nell'ambito dei problemi del lavoro, del rapporto con ilsindacato, della contrattazione collettiva; nel sociale svolge attivi-tà di educatore o coordinatore dell'équipe multiprofessionale;nella formazione e nell'orientamento professionale progetta eattiva interventi nelle scuole o direttamente sul territorio; nellaricerca empirica analizza e interpreta i diversi fenomeni sociali; neimass-media fa il giornalista e l’esperto di comunicazione di massa.

Il sociologo, oltre che nell’ambito della ricerca universitaria, puòoperare nel campo dell’insegnamento scolastico, delle attività diformazione e orientamento professionale e dell'assistenza socia-le. In ambito privato può essere impiegato negli uffici del perso-nale (selezione), nel settore commerciale (marketing), in quellodella formazione e aggiornamento del personale o nella gestio-ne delle relazioni industriali entro singole aziende. In qualità dilibero professionista può svolgere attività di consulente e diricercatore e dedicarsi a indagini di mercato, sondaggi di opi-nione, ricerche demoscopiche, indagini valutative della qualitàdei servizi sociali e studi di casi propedeutici allo svolgimento disuccessive e più ampie ricerche.

Chi è

Cosa fa

Dove lavora

SOCIOLOGO

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La sociologia studia la società umana e il comportamento socia-le partendo dall'analisi dei gruppi, delle istituzioni e delle orga-nizzazioni sociali, religiose, politiche e lavorative, fornendo teo-rie e modelli sui loro sistemi di attività e comportamento. Ilsociologo, quindi, oltre a conoscenze fondamentali di sociolo-gia, psicologia generale, di psicologia sociale, antropologia cul-turale, economia politica, statistica, statistica per la ricerca socia-le, possiede, in genere, conoscenze approfondite nell'indirizzodi studio prescelto (sociologia del lavoro, industriale, dell'orga-nizzazione, urbano rurale, del giornalismo, delle comunicazionidi massa, dell'educazione, dell'ambiente).

La professione del sociologo è caratterizzata da abilità cheriguardano in primo luogo la ricerca fondata su obiettivi cono-scitivi, metodologie e tecniche appropriate e su un approccioche mira a dare origine a soluzioni innovative. Il sociologo devequindi saper utilizzare le tecniche del colloquio, dell'osservazio-ne partecipante, delle ricerche valutative, delle ricerche-inter-vento, ecc. Deve inoltre essere in grado di effettuare analisiorganizzative, elaborare e somministrare questionari e interpre-tare i dati, progettare e coordinare interventi sociali e formativi,lavorare in un'équipe multidisciplinare, instaurare relazioni signi-ficative nelle organizzazioni e sul territorio, e gestire gruppi.

Il sociologo nella sua attività di ricerca deve essere obiettivo, dimentalità aperta e capace di lavorare in modo sistematico. Deveessere anche un buon osservatore dei fenomeni e dei compor-tamenti sociali. Dal momento che tratta nuove informazionirelative a persone, cose, idee, curiosità e creatività sono aspettidella personalità che possono essere d’aiuto. Prevalentemente ilsociologo lavora in collaborazione con altri professionisti e siavvale del contributo di economisti, statistici, psicologi, pedago-gisti, assistenti sociali, informatici, antropologi, giuristi. Per que-sto deve essere disponibile a lavorare in équipe e a collaborarecon diverse figure professionali.Il sociologo deve quindi saper utilizzare le tecniche del colloquio,dell'osservazione partecipante, delle ricerche valutative, dellericerche-intervento, ecc. Deve inoltre essere in grado di effet-tuare analisi organizzative, di elaborare e di somministrare que-stionari e di interpretare i dati, di progettare e coordinare inter-venti sociali e formativi, di lavorare in un'équipe multidisciplina-re, di instaurare relazioni significative nelle organizzazioni e sulterritorio e di gestire gruppi.

Titolo di studio richiesto: Laurea in Sociologia Il corso di laurea è attivato da:- Università degli Studi “La Sapienza”

Conoscenze

Capacità

Attidudini ecomportamenti

Percorsoformativo

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PROFESSIONI DELL’ISTRUZIONEE DELLA FORMAZIONE

FORMATORE, INSEGNANTE DI SCUOLA PRIMARIA: MATERNA ED ELEMENTARE, INSEGNANTE DISCUOLA SECONDARIA: MEDIA INFERIORE E MEDIA SUPERIORE, INSEGNANTE SPECIALIZZATO

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Chi è

Cosa fa

Dove lavora

Conoscenze

Il formatore è un docente che opera in contesti pluralistici (strut-ture aziendali, società di consulenza, società di formazione) edè colui che costruisce e rafforza i legami tra il sistema della for-mazione e quello del mondo del lavoro.

Il formatore è colui che riconosce ed individua modalità forma-tive finalizzate a mettere in relazione le dinamiche qualitativedella domanda e dell'offerta di lavoro: può curare direttamenteil progetto formativo (assumendo le funzioni e i compiti del pro-gettista di formazione), il coordinamento tecnico e pedagogicodel progetto (assumendo i compiti e le funzioni del coordinato-re della formazione), la gestione delle azioni formative (lezioni,esercitazioni) e la valutazione dei risultati.Partecipa, inoltre, in collaborazione con lo staff di gestione, pro-gettazione ed analisi, all’elaborazione di progetti formativi non-ché alla gestione delle attività formative in aula, relativamenteall'erogazione di competenze trasversali e di base previste nelprogetto formativo.

Il formatore può operare come libero professionista (in manieradel tutto autonoma oppure all'interno di una società di consu-lenza e di formazione o, ancora, collaborando con enti e istitutipubblici di formazione come quelli gestiti dalle Regioni) oppurealle dipendenze di un'impresa, di un'agenzia formativa, di unasocietà specializzata.Attualmente, circa metà dei formatori lavora all'interno di un’or-ganizzazione mentre l'altra metà opera come consulente. Il cari-co e gli orari di lavoro dipendono dal tipo di impegno. Sonocomunque caratterizzati da forte flessibilità.

Il formatore deve possedere una buona cultura metodologico-didattica e competenze ed affidabilità specifiche di caratteresociale, economico e pedagogico.Questo richiede il possesso di competenze disciplinari (in peda-gogia, psicologia) e multi-disciplinari (in scienze organizzative,discipline "mercatolavoristiche"). Deve saper leggere la realtàeconomica e sociale del territorio in cui opera, possedere ele-menti di conoscenza dell'organizzazione aziendale e del lavoro,possedere strumenti di analisi della professionalità, conoscere leprocedure e gli strumenti di analisi dei bisogni di formazione;essere a conoscenza delle metodologie di progettazione for-mativa, della didattica e della valutazione; conoscere le caratte-ristiche essenziali del processo formativo.

FORMATORE

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A chi si rivolge

Percorsoformativo

Il formatore esercita la propria attività, prevalentemente negliambiti della formazione iniziale di giovani in uscita dalla scuoladell'obbligo o destinatari di progetti di interazione ai diversigradi del curriculo della scuola secondaria superiore. Ma puòanche esercitare in funzione di una formazione superiore, conazioni, cioè, rivolte a giovani diplomati, laureati o con titoli equi-pollenti; o di una formazione continua, con azioni relative allaformazione ricorrente per il mantenimento delle conoscenze edil perfezionamento in accompagnamento dei processi produttivie lavorativi, anche al fine di prevenire l'espulsione dal mercatodel lavoro.

Nonostante, allo stato attuale, per i formatori non esista un per-corso universitario consolidato, per svolgere questa professioneè preferibile essere laureati ad esempio in Sociologia, Psicologia,Scienze dell'Educazione, Lettere. Sempre più spesso, infatti, èrichiesta una cultura universitaria prevalentemente di tipo uma-nistico oltre a conoscenze relative alla sociologia, alla psicologiaed eventualmente all'economia.È inoltre necessario seguire corsi di formazione per formatoripresso enti specializzati e fare un periodo di pratica sul campo,affiancandosi a chi è già esperto e, soprattutto, aggiornare con-tinuamente le proprie conoscenze.

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Chi è

Cosa fa

L'insegnante di scuola elementare è in genere un dipendentedell'amministrazione dello Stato. Può tuttavia operare ancheall'interno di Istituti scolastici privati. Come i docenti della scuo-la materna, media e secondaria superiore, è collocato nell'areaprofessionale del personale docente.L'insegnante di scuola materna inoltre può anche essere vistocome un tecnico che organizza attività educative per bambinifra i tre e i cinque anni.

L'insegnante, nella sua funzione di docente, ha il compito di tra-smettere ed elaborare la cultura (intesa come insieme del saperescientifico e letterario). Deve sostenere la partecipazione dei gio-vani a tale processo e promuovere la formazione umana e criti-ca della loro personalità. Accanto a queste funzioni, esistonouna serie di compiti che l'insegnante è chiamato a svolgere inquanto membro della più ampia comunità scolastica. Deve par-tecipare all'aggiornamento culturale e professionale, alle riunio-ni degli organi collegiali, alla realizzazione delle iniziative dellascuola e alla gestione dei rapporti con i genitori degli alunni.Per l'insegnante di scuola materna il discorso è leggermente dif-ferente, data la diversa fascia di utenti a cui si rivolge il servizio.Per i bambini nella fascia d'età fra i tre e cinque anni, il gioco èil modo privilegiato per fare esperienze. Il lavoro dell'insegnanteconsiste nel preparare e organizzare attività destinate a favorirenei bambini lo sviluppo dell'identità personale, dell'autonomia edi competenze cognitive (linguistiche, logiche corporee, mani-polative, espressive, ecc.) e di relazione, grazie a un’organizza-zione particolare degli spazi, dei materiali e dei tempi di gioco.L'insegnante interviene per rimuovere gli ostacoli che i bambiniincontrano nella realizzazione dei loro progetti e per proporreforme di attività più evolute, nuovi percorsi e nuove esperienze.Contemporaneamente accompagna e guida i bambini che speri-mentano la vita di gruppo nei suoi aspetti più facili (compagni digioco, spazi attrezzati, adulti competenti) e in quelli più difficili (lanecessità di rispettare le regole, di condividere le risorse, a comin-ciare da quella fondamentale rappresentata dall'insegnante).L'azione dell'insegnante non si limita ai soli bambini, ma riguardaanche la scuola e la famiglia. Cerca di rendere armonioso l'incon-tro tra i bambini e l'istituzione che li ospita, valuta i progressi,affronta i problemi che possono sorgere nel gruppo e cura i rap-porti con gli altri adulti della scuola e con i genitori.

INSEGNANTE DI SCUOLA PRIMARIA

materna ed elementare

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Con chi lavora

Dove lavora

Conoscenzenecessarie

Capacità eabilità

La figura del docente è al centro di una fitta rete di scambi erelazioni con più soggetti. La visione tradizionale dell'insegnan-te come "colui che trasmettere cultura" ha lasciato il posto auna figura inserita in un gruppo di collaboratori che deve saperintervenire nel quadro più ampio delle attività interne ed ester-ne alla scuola.Si possono indicare, quindi, una serie di soggetti con cui l'inse-gnante è chiamato a confrontarsi: i bambini, con i quali ha unarelazione privilegiata e verso i quali è chiamato a svolgere deter-minate funzioni (di trasmissione e formazione di impulsi); gli altridocenti, con i quali è chiamato a costituire progetti educativi eformativi; il dirigente scolastico, che ha il compito di verificarel'operato dell'insegnante; infine, le famiglie degli alunni, con iquali il rapporto può essere circoscritto ad alcuni appuntamentiistituzionali. Quindi possiamo dire che con alcune di queste per-sone l'insegnante ha rapporti quotidiani, con altre sporadici omagari solo indiretti. In ogni caso il suo lavoro è il risultato di unequilibrio fra le richieste della struttura e delle famiglie e la suacapacità di organizzarle in obbiettivi didattici ed educativi.

L'insegnante elementare lavora in una scuola, che fa parte di unCircolo Didattico. Il circolo è mediamente composto da 60/70unità lavorative ed è sotto la responsabilità del dirigente.L'insegnante di scuola materna lavora in una struttura che, purnon essendo obbligatoria, è presente e diffusa; infatti le scuolematerne possono essere gestite dallo Stato, da Enti locali e daEnti o associazioni private.

La riforma dei programmi ha portato profondi cambiamenti nelmodo di intendere la professione docente, con significative con-seguenze sulla formazione degli insegnanti. Le nuove interpre-tazioni del lavoro educativo contribuiscono a disegnare unafigura professionale che a una profonda conoscenza delle disci-pline accompagna la capacità di rintracciare i modi, i tempi e glispazi maggiormente idonei all'apprendimento.Inoltre è importante conoscere i modelli di interpretazione dellacrescita e dello sviluppo dei bambini, conoscere i loro ritmi biop-sichici e che relazione essi hanno con l'ambiente, con le perso-ne e le cose che gli ruotano attorno. Infine i diversi modelli diorganizzazione delle istituzioni e dell'intervento educativo, peragevolare lo sviluppo del bambino rispetto alle relazioni affetti-ve e allo sviluppo del pensiero.

L'insegnamento è un lavoro che richiede un grande impegno euno sforzo costante per adattare le conoscenze e gli strumentidi cui si è in possesso a situazioni mai completamente prevedi-bili. I problemi che si possono presentare in una classe, comel'inserimento di bambini stranieri o handicappati, rendono indi-spensabile la ricerca e l'acquisizione di nuove conoscenze; per

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Percorsoformativo

Come si accedealla professione

questo la crescita professionale avviene anche con la disponibi-lità ad aggiornarsi e a verificare continuamente il proprio lavoro.Occorre inoltre cogliere gli spunti che il bambino offre, soste-nere e facilitare le sue iniziative e suggerire evoluzioni che ilbambino, da solo, non è in grado di prevedere. Si impara adoffrirgli il sostegno di cui ha bisogno quando fa i conti con ilimiti personali e dell'ambiente che lo circonda, senza mai farele cose al suo posto. Curiosità, capacità e piacere di osservaresono alcune caratteristiche personali indispensabili, ma occorreanche essere pazienti e in grado di attendere che gli eventimaturino da soli.

È richiesta per l'insegnamento nei due tipi di scuola primaria,dopo il conseguimento del diploma di Maturità, l'iscrizione adun corso di laurea universitario, specifico per gli insegnanti dellascuola primaria, e cioè il corso di laurea in Scienze dellaFormazione Primaria.Il corso di laurea è diviso in due indirizzi:1 - Insegnante di scuola materna.2 - Insegnante di scuola elementare.Il corso dura quattro anni; gli esami sono 21, più una linguastraniera.

Una volta conseguita la laurea in Scienze della FormazionePrimaria, si ha diritto a partecipare ai concorsi ordinari per l'in-segnamento nella scuola primaria.Il concorso è diviso in due; uno per la scuola materna e uno perla scuola elementare. Chi supera il concorso acquisisce l’abilita-zione all'insegnamento, rispettivamente, per la scuola maternao per la scuola elementare. Una volta superato il concorso i primiin graduatoria vengono immessi in ruolo, cioè possono comin-ciare ad insegnare a tempo indeterminato. In pratica, una voltache si è superato il concorso non si diventa immediatamenteinsegnanti, ma si viene inseriti nella graduatoria degli idonei delconcorso. Il 50% delle nomine avviene facendo scorrere la gra-duatoria degli idonei in base al loro punteggio, partendo dalprimo, che ha il massimo punteggio.Se si viene nominati in ruolo il discorso finisce, in quanto si diven-ta docenti a tempo indeterminato, cioè a vita o quasi. Se invecenon si è nominati in ruolo occorre attendere l'aggiornamentodelle graduatorie permanenti provinciali. L'aggiornamento non hauna cadenza precisa ma segue i concorsi ordinari. I concorsi ordi-nari dovrebbero essere banditi ogni tre anni ma dipende se vi èdisponibilità di cattedre. Finiti i concorsi ordinari si procede ad unaggiornamento delle graduatorie provinciali permanenti. Conl'aggiornamento delle graduatorie permanenti si viene inseritinella terza fascia, e si ha diritto al restante 50% dei posti annual-mente disponibili.In tal modo si può essere nominati o dalla graduatoria di ido-

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Posti o cattedre

neità del concorso, che di solito vale tre anni, oppure dalla gra-duatoria permanente, che dura sempre, o almeno fino alla suasoppressione.

Del totale delle cattedre disponibili, il 50% viene riservato ai vin-citori di concorso, l'altro 50% viene riservato a coloro che sonoinseriti nelle graduatorie permanenti.Le graduatorie permanenti sono dei particolari elenchi in cuivengono inseriti alcuni insegnanti in possesso di particolarirequisiti. Le graduatorie permanenti sono divise in tre fasce.L'unica possibilità che esiste attualmente è quella di essere inse-riti nella terza fascia. Le procedure di nomina prevedono chevengano nominati prima quei docenti inseriti nella prima e nellaseconda fascia. Una volta esaurite le prime due fasce si procedenelle nomine con i docenti inseriti nella terza fascia. Le gradua-torie di circolo per le supplenze sono trattate insieme a quelledella scuola secondaria.

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Conoscenzenecessarie

Capacità eabilità

Dove lavora

Come si accedealla professione

Per essere insegnanti, occorre saper accompagnare alla cono-scenza delle discipline, oggetto di insegnamento, la capacità dirintracciare ed applicare i metodi, i tempi e gli spazi maggior-mente idonei all'apprendimento.Inoltre è importante conoscere i modelli di interpretazione dellacrescita e dello sviluppo dell’adolescente, conoscerne i ritmibiopsichici e le relazioni che si instaurano con l'ambiente.Infine i diversi modelli di organizzazione delle istituzioni e del-l'intervento educativo, per agevolare l’evoluzione psichica edemotiva oltre a quella culturale.

L'insegnamento è un lavoro che richiede un grande impegno euno sforzo costante per adattare le conoscenze e gli strumen-ti di cui si è in possesso a situazioni mai completamente preve-dibili. I problemi che si possono presentare in una classe, ren-dono indispensabile la ricerca e l'acquisizione di nuove cono-scenze; per questo la crescita professionale avviene anche conla disponibilità ad aggiornarsi e a verificare continuamente ilproprio lavoro.Occorre, inoltre, cogliere gli spunti che offre la realtà, saperessere propositivi ed avere una predisposizione alla risoluzionedei problemi e ad affrontare situazioni impreviste e improvvise.L’insegnante deve essere in grado di offrire sostegno allo stu-dente quando si scontra con i limiti personali e dell'ambienteche lo circonda, senza mai fare le cose al suo posto. Curiosità,capacità e il piacere di osservare sono alcune caratteristichepersonali indispensabili ma occorre anche essere pazienti e ingrado di attendere che il raggiungimento degli obiettivi si rea-lizzi nel rispetto dei tempi di ciascuno.

Negli Istituti di scuola media inferiore e superiore pubblici eprivati.

La scuola secondaria si divide in due parti:1. Scuola secondaria di primo grado, detta scuola media, che

dura tre anni.2. Scuola secondaria di secondo grado, detta scuola superiore,

che dura cinque anni.Una volta frequentata una scuola superiore e conseguita laMaturità mediante un Esame di Stato, per diventare docenti diScuola secondaria occorre dapprima laurearsi o avere un diplo-

INSEGNANTE DI SCUOLA SECONDARIA

media inferiore e media superiore

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Percorsoformativo

ma di Accademia di Belle Arti oppure un diploma diConservatorio Musicale oppure un diploma ISEF di cinque anni,per educazione fisica.Il corso di laurea consente di accedere solo all'insegnamento disingole materie. In pratica, per insegnare una certa materia,esempio: Matematica, o Italiano, occorre prima una laurea diprimo livello, cioè triennale, nella materia scelta oppure la laureaquadriennale del vecchio ordinamento, e poi una laurea disecondo livello di due anni, cioè laurea specialistica. In realtà il sistema è più complesso in quanto ogni materia èstata associata ad una classe di insegnamento.Il decreto Ministeriale 30 gennaio 1998 n. 39 stabilisce la corri-spondenza tra materie di insegnamento e classi di concorso. Laclasse di concorso è un insieme di materie che possono essereinsegnate da un docente. Inoltre la classe di concorso indica unaparticolare cattedra di insegnamento, in quanto un docenteinsegna più materie, ma tutte appartenenti alla stessa classe diinsegnamento. La classe di concorso indica una particolare gra-duatoria, in quanto tutte le graduatorie sono divise in base alleclassi di concorso. Ed indica un particolare concorso, in quantotutti i concorsi sono separati, uno per ogni classe di concorso.In pratica, una classe di concorso permette di insegnare più mate-rie ed ogni laurea consente l'accesso a più classi di concorso. I laureati, quindi, devono vedere le classi di concorso a cui pos-sono accedere.

Conseguita la laurea richiesta dalla materia che si desidera inse-gnare, occorre iscriversi ad una scuola di specializzazione perl'insegnamento nella scuola secondaria.Il corso di laurea specialistica dura due anni.

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Chi è

Come lavora

Conoscenze

Il profilo dell'Insegnante specializzato (anche chiamatoInsegnante di sostegno) emerge con chiarezza dai nuovi pro-grammi dei Corsi Biennali di Specializzazione (D.M. 24.4.1986)che il D.P.R. 970/75 istituisce per la formazione degli Insegnantidi sostegno. L'insegnamento è una professione che richiedeuna continua modificazione degli strumenti di lavoro ed uncontinuo aggiornamento. La professionalità scaturisce in primaanalisi dal sapere svolgere il proprio lavoro con scienza e com-petenza, poiché la professione del Docente deve essere in sup-portata da una precisa deontologia. In particolare l’insegnante specializzato è caratterizzato da alcu-ni elementi quali: - Conoscenza dell'alunno e della classe;- Capacità di costruire moduli didattico/educativi;- Capacità di elaborare una documentazione;- Capacità di integrare il proprio intervento specializzato nella

progettazione collegiale;- Capacità di realizzare specifiche strategie d'insegnamento.

La conoscenza dell'alunno e della classe avviene attraverso un'a-namnesi corretta e specifica di ogni alunno. Attraverso questal'insegnante si renderà conto della condizione dell'alunno disabi-le, dal punto di vista strutturale, funzionale, biologico, psichico,sociale e culturale. L'insegnante, in questo compito, è coadiuva-to dall'équipe psico-medico-pedagogica che redigerà la diagnosifunzionale sul soggetto. Questa diagnosi deve contenere lecaratteristiche dei danni e delle risorse della persona con disabili-tà, o meglio la descrizione esatta della persona nei moltepliciaspetti, dei danni prodotti e delle capacità residue, sulle qualidovrà costruirsi il progetto programmatico (Piano EducativoIndividualizzato). È opportuno che l'insegnante sottoponga l'a-lunno a screening attraverso strumenti di accertamento (BaseLine). Accertati i prerequisiti, l'insegnante costruirà un modulodidattico-educativo partendo dall'individuazione degli obiettivi,dalla scelta dei contenuti e dalla formulazione di un'ipotesi ope-rativa che prevede la scelta di metodi, tecniche, attrezzature,tempi, spazi, e si articola in obiettivi, tappe, verifiche, feedback.Dovrà poi elaborare una documentazione che sia flessibile (conla modifica delle scelte precedenti a seconda delle necessità chevia via si presentano) e trasmissibile (l'insegnante deve far cono-scere i cambiamenti apportati alla programmazione stessa).

Le conoscenze contribuiscono alla formazione di una nuova e

INSEGNANTE SPECIALIZZATO

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Competenze

ricca professionalità del docente. Esse derivano dall'acquisizioneculturale ed esperienziale dei contenuti dei diversi insegnamen-ti e riguardano i seguenti ambiti:- Programmazione/progettazione degli interventi educativi;- Adeguati criteri scientifici;- Conoscenze specifiche delle difficoltà di apprendimento;- Metodologie didattiche e educative;- Processi interattivi.La programmazione è l'insieme delle operazioni attuate da unpool di operatori dell'educazione, finalizzata alla realizzazionedi un ben determinato processo di sviluppo apprenditivo e for-mativo. La programmazione s'innesta sul sistema sviluppo-cre-scita e rappresenta non tanto un modello quanto il metodoche più si avvicina, dal punto di vista scientifico, a quantonaturalmente/culturalmente avviene nella crescita sociale di unessere umano.La programmazione, come strategia curriculare, consente cor-rette operazioni di scansione dei contenuti e di adattamento diquesti ultimi alle tipologie dei discenti, con la valutazione parte-cipata dell'alunno.L'alunno deve conoscere gli obiettivi dell'insegnante e parteci-pare alla valutazione che costituisce parte integrante della pro-grammazione, poiché precede e segue qualsiasi intervento. Èuna valutazione scientifica ed oggettiva dell'alunno, ma allostesso tempo è una verifica da parte dell'insegnante delle pro-prie strategie.L'apprendimento è un processo mediante il quale, attraverso piùesperienze, il soggetto in età evolutiva, modifica il proprio com-portamento, i propri quadri conoscitivi, i propri referenti, peradattarsi in modo autonomo a tutte le sollecitazioni che il suostato personale e l'ambiente in cui vive ed opera gli propongo-no costantemente.Per quanto concerne le teorie relative ai processi di apprendimen-to distinguiamo: la Teoria Innatistica o Genetica, la Teoria Am-bientalista, la Teoria Comportamentista, la Teoria Strutturalista e laTeoria Cognitivista.L'insegnante deve inoltre possedere conoscenze specifiche delledifficoltà di apprendimento. Ma non esistono teorie affidabilinello studio dei processi di apprendimento dei cosiddetti "nor-modotati", ed è ancor più problematico e difficile trasporre que-ste conoscenze ed utilizzarle con persone che hanno avuto ritar-di, condizionamenti, handicap.

Le competenze dell'insegnante specializzato riguardano:- Osservazione sistematica;- Analisi;- Costruzione curriculum;- Individuazione esperienze idonee;- Uso di metodi e tecniche;

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Atteggiamenti

Percorsoformativo

- Modalità operative.L'osservazione deve essere sistematica, nel senso che l'inse-gnante deve tracciare un profilo didattico-pedagogico ed edu-cativo dell'alunno. Inoltre deve essere scientifica e quindi utiliz-zare tecniche e strumenti che consentano di giungere ad unprofilo obiettivo del soggetto, sottoponendo l'alunno a test,schede, prove e altro.

Gli atteggiamenti riguardano essenzialmente la formazionedell'Insegnante specializzato sotto il profilo delle capacità rela-zionali, e l'abilità a intervenire in situazioni soggette a continuocambiamento. Molto delicata e importante è al proposito l'o-pera del Docente di sostegno al quale si richiedono polivalen-za di funzioni ed elevata capacità professionale, con esperien-ze e competenze didattiche. Egli rappresenta il punto di riferi-mento delle relazioni e delle mediazioni all'interno e all'ester-no della scuola. Pur essendo il tecnico del sostegno non devechiudersi né farsi chiudere nella "nicchia", considerandosi ofacendosi considerare l'esclusivo responsabile dei processi diapprendimento del disabile. Egli è sempre un docente dellaclasse, come il disabile è un alunno della classe, ed ha perciò laconsegna di trovare un punto di incontro tra la programmazio-ne e il curricolo, tra la classe e il disabile/svantaggiato, tra idocenti curriculari e l'alunno in difficoltà, rinforzando i fili lentio sottili, riallacciandoli se caduti o spezzati, costruendoli o rico-struendoli se inesistenti.Il compito dell'Insegnante specializzato è indubbiamente diffici-le, dovendo coniugare tante competenze e dovendo possederedoti di natura eccezionali: equilibrio, tenuta, comunicativa,empatia, generosità.

È facoltà dei Provveditorati agli Studi organizzare, in convenzio-ne con le università, corsi di specializzazione per le attività disostegno in favore degli alunni in situazione di handicap rivolti adocenti con contratto a tempo indeterminato.

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PROFESSIONI DEL SANITARIO

ASSISTENTE DI STUDIO ODONTOIATRICO, ASSISTENTE SANITARIO, DIETISTA,FISIOTERAPISTA, IGIENISTA DENTALE, INFERMIERE PEDIATRICO, INFERMIERE,LOGOPEDISTA, OPERATORE SOCIO-SANITARIO, OSTETRICA, PSICOMOTRICISTA, TECNICODELL'EDUCAZIONE E DELLA RIABILITAZIONE PSICHIATRICA E PSICOSOCIALE, TERAPISTAOCCUPAZIONALE

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Chi è

Cosa fa

Dove lavora

Conoscenze

Attitudini ecomportamenti

Capacità e competenze

Percorsoformativo

L’assistente di studio odontoiatrico (A.S.O.) è l’operatore chemette in atto le linee organizzative dell'andamento generaledello studio dentistico e coadiuva l'odontoiatra nell'attivitàlavorativa.

L’assistente di studio odontoiatrico svolge le seguenti funzioni:ricezione, accoglienza e dimissione dei pazienti; gestione degliappuntamenti; controllo ed aggiornamento dello schedariopazienti; rapporti con fornitori e collaboratori esterni; svolgimen-to delle quotidiane attività amministrative anche con tecnologiainformatica; preparazione dell'area di intervento clinico; assisten-za dell'operatore durante l'esecuzione delle prestazioni; manipo-lazione, preparazione, stoccaggio dei materiali dentali; riordino,pulizia, disinfezione, sterilizzazione, preparazione e manutenzio-ne dello strumentario e delle attrezzature; decontaminazione edisinfezione degli ambienti di lavoro; archiviazione e catalogazio-ne del materiale radiografico ed iconografico dei pazienti.

L’assistente di studio odontoiatrico lavora alle dipendenze deldentista.

Oltre ad una buona cultura di base sono richieste conoscenze dipsicologia, informatica, contabilità generale. Deve inoltre cono-scere gli strumenti del dentista, l’igiene e la sterilizzazione del-l’ambiente di lavoro.

Il lavoro dell’assistente di studio odontoiatrico è un lavoro di rela-zione. Importante diventa quindi lo stile di comunicazione dell’o-peratore e la sua capacità di affrontare situazioni diversificate,saper spiegare in modo chiaro al paziente le cure prescritte daldentista. Deve essere paziente, disponibile all’ascolto e cordialecon tutti gli assistiti. Deve inoltre avere buone abilità manuali.

L’assistente di studio odontoiatrico deve essere in grado di acco-gliere i pazienti, riconoscere e porgere gli strumenti al dentista,sterilizzare l’ambiente e gli strumenti di lavoro, fare accomoda-re e preparare il paziente sulla poltrona, consigliare il pazienteper una corretta pulizia orale. Deve inoltre saper utilizzare ilcomputer per la registrazione delle fatture e degli ordinamenti efissare gli appuntamenti ai pazienti.

Grazie all'Accordo nazionale del 2000 (ANDI, Ministero del lavo-ro e Organizzazioni nazionali firmatarie del CCNL CONSIL), è

ASSISTENTE DI STUDIO ODONTOIATRICO

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stato istituito il profilo professionale dell'”Assistente di StudioOdontoiatrico”. Non esiste però un percorso formativo consoli-dato, quindi attivo in modo permanente. Esistono seminari ocorsi di formazione qualificanti rivolti a coloro che sono in pos-sesso del Diploma di scuola media superiore, organizzati da entidi formazione pubblici e privati. Si consiglia pertanto di contat-tare l’Associazione nazionale dentisti italiani o visitarne il sitowww.andi.itFra gli enti privati che propongono percorsi formativi segnaliamo: - Istituto Politecnico Biosanitario “Alexander Fleming”

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Chi è

Cosa fa

Dove lavora

Conoscenze

Attitudini ecomportamenti

È l’operatore sanitario che collabora a far acquisire alla popola-zione il valore fondamentale della salute con un’opera di pre-venzione, promozione ed educazione alla salute. L’attività del-l’assistente sanitario è diretta alla persona singola, alla famigliaed alla comunità.

Rispetto alle tipologie di utenti, individua i bisogni di salute sullabase dei dati epistemologici e socio-culturali, identifica i fattoribiologici e sociali di rischio per la popolazione ed è responsabiledell’attuazione, della soluzione degli interventi che rientrano nel-l’ambito delle sue competenze. L’assistente sanitario, infatti, pro-getta, programma, attua e valuta gli interventi di educazione allasalute in tutte le fasi della vita della persona, collabora alla defi-nizione delle metodologie di comunicazione, ai programmi dipianificazione familiare e di educazione sanitaria, sessuale esocio-affettiva, attua interventi specifici di sostegno alla famiglia,attiva risorse di rete anche in collaborazione con i medici ed altrioperatori e partecipa ai programmi di terapia per la famiglia, sor-veglia le condizioni igienico-sanitarie nelle famiglie, nelle scuole enelle comunità assistite e controlla l’igiene dell’ambiente e delrischio infettivo, relaziona e verbalizza alle autorità competenti epropone soluzioni operative. Inoltre partecipa alle iniziative divalutazione e miglioramento delle prestazioni dei servizi sanitaririlevando i livelli di gradimento da parte degli utenti, svolge leproprie funzioni con autonomia professionale anche mediantel’uso di tecniche e strumenti specifici, svolge attività didattico-for-mativa e di consulenza nei servizi, agisce sia individualmente siain collaborazione con altri operatori sanitari, sociali e scolastici.

L’assistente sanitario può lavorare nei servizi territoriali dellestrutture sanitarie pubbliche in regime di dipendenza o liberaprofessione.

L’assistente sanitario deve conoscere e saper applicare le tecnichee gli strumenti operativi quali il colloquio, la visita domiciliare, leinchieste e la realizzazione di piani di educazione alla salute indi-viduale e di gruppo. Deve conoscere le tecniche di base per unacomunicazione efficace, gli elementi dell’organizzazione del lavo-ro, i processi di apprendimento, le metodologie pedagogiche, laprogrammazione educativa, gli strumenti e i materiali didattici.

Il lavoro dell’assistente sanitario è un lavoro di relazione.Importante diventa quindi lo stile di comunicazione dell’opera-

ASSISTENTE SANITARIO

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Capacità e competenze

Percorsoformativo

tore e la sua capacità di affrontare situazioni diversificate, saperporre domande per ottenere risposte chiare ed esaurienti dall’u-tente. Deve essere paziente e disponibile ad ascoltare e aiutaregli altri a comunicare. Deve inoltre essere disponibile a collabo-rare non solo con gli operatori sanitari, scolastici e sociali maanche con i servizi territoriali.

L’assistente sanitario deve essere in grado di individuare i biso-gni della popolazione attraverso l'utilizzo di tecniche specifiche,di predisporre il materiale più adatto e aggiornato, organizzareindagini sugli stili di vita e interventi di educazione sanitaria.Inoltre deve essere in grado di aggiornare e controllare il libret-to sanitario, di raccogliere e inviare ai laboratori il materialenecessario per esami diagnostici e di eseguire vaccinazioni eprove allergiche.

Per diventare assistente sanitario occorre un diploma di ScuolaMedia Superiore quinquennale e il diploma di laurea abilitantedi “Assistente Sanitario” di durata triennale appartenente allaclasse delle lauree in Professioni Sanitarie della Prevenzione. Ilcorso è attivato da:- Università degli Studi “La Sapienza”.

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Chi è

Cosa fa

Dove lavora

Conoscenzee competenze

Percorsoformativo

È una figura professionale sanitaria la cui competenza si esten-de a tutte le attività finalizzate alla corretta alimentazione enutrizione, con tutti gli aspetti sociali, educativi, di prevenzionee di trattamento a essa connessi.

Tra le funzioni proprie del dietista, si ricordano le seguenti:organizzare e coordinare le attività relative all’alimentazione ingenerale e alla dietetica in particolare; tutelare gli aspetti igie-nico-sanitari dell’alimentazione; elaborare, formulare ed attua-re le diete controllandone l’accettabilità; collaborare al tratta-mento dei disturbi del comportamento alimentare (bulimia,anoressia...); studiare ed elaborare la composizione di razionialimentari atte a soddisfare bisogni nutrizionali di gruppi dipopolazione; pianificare l’organizzazione dei servizi di alimen-tazione in comunità di persone sia sane che malate; svolgereattività didattico-educative e di informazione finalizzate alla dif-fusione dei principi di una corretta alimentazione per il mante-nimento o il recupero di un buono stato di salute (nel singolo enelle collettività).

Il dietista svolge la propria attività professionale in strutture pub-bliche, private o come libero professionista. Trova impiego nellestrutture che tutelano gli aspetti dietetici e igienico-sanitari del-l’alimentazione come gli ospedali, le residenze assistenziali, leindustrie alimentari, le scuole, i gruppi sportivi ecc., elaborandoe controllando le diete, garantendo il controllo igienico-sanitarioe della qualità del vitto in relazione ai fabbisogni nutrizionali edietetici. Può inoltre operare come educatore alimentare, svol-gere attività didattica e di ricerca/informazione.

Le conoscenze sono quelle di base degli ambiti disciplinari di“scienze propedeutiche” e “scienze biomediche”; conoscenzespecifiche derivanti dalle attività formative “caratterizzanti”;principi di educazione alimentare e del trattamento dei distur-bi alimentari; disponibilità a comprendere la psicologia delpaziente, le sue esigenze e le sue difficoltà; attitudine al lavo-ro d’équipe.

La formazione passa attraverso un corso di laurea triennale per“Dietista” della classe delle Professioni Sanitarie Tecniche.

DIETISTA

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A Roma il corso di laurea per Dietista è attivato presso: - Università degli Studi “La Sapienza”; - Università degli studi “Tor Vergata”;- Università “Campus Biomedico”; - Università Cattolica del Sacro Cuore.

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Chi è

Cosa fa

Dove lavora

Conoscenze

FISIOTERAPISTA

È un operatore sanitario che svolge in modo autonomo o in col-laborazione con altre figure sanitarie gli interventi di prevenzio-ne, di cura e di riabilitazione nelle aree della motricità, delle fun-zioni corticali superiori, e di quelle viscerali conseguenti ad even-ti patologici, a varia eziologia, congenita o acquisita.

Il fisioterapista si occupa della prevenzione, della cura e dellariabilitazione. In riferimento alla diagnosi e alle prescrizioni delmedico il fisioterapista elabora, anche in équipe multidisciplina-re, la definizione del programma di riabilitazione volto all’indivi-duazione e al superamento del bisogno di salute del paziente. Ilfisioterapista pratica autonomamente attività terapeutica per larieducazione funzionale delle disabilità motorie, psicomotorie ecognitive utilizzando terapie fisiche, manuali, massoterapiche.Le tecniche terapeutiche consistono in massaggi, manipolazioni,elettroterapia, ultrasuoni, termoterapia. Svolge anche attivitàriabilitativa di gruppo, ma per lo più cura i pazienti individual-mente. Aiuta ed incoraggia il paziente all’esercizio del corpo edegli altri arti; ricorre alla pratica di movimenti passivi quando ilmalato non può spostarsi dal letto o nel caso di paraplegici. Haa che fare con moltissimi tipi di malattie ed invalidità (artriti, scle-rosi multiple, fibrosi cistica, traumi postoperatori, handicap con-geniti o conseguenti ad incidenti, colpi apoplettici). Propone l’a-dozione di protesi e di ausili, addestra il paziente all’uso e neverifica nel tempo l’efficacia. Controlla e registra costantementele condizioni e i miglioramenti del paziente.

Le possibilità di lavoro del fisioterapista sono eterogenee. Si vadalle classiche strutture pubbliche della sanità come ospedali,ambulatori, case di riposo, alle strutture private come coopera-tive, studi associati, palestre centri termali e del benessere. Sianella struttura pubblica che in quella privata è possibile l’eserci-zio della libera professione. Altri spazi occupazionali sono datidai servizi di tutela della maternità e infanzia, dalla medicinadello sport, dai centri specializzati di secondo livello riabilitativo.

Oltre alle conoscenze di base (fisica, statistica, informatica, chi-mica, biologia, genetica, istologia) il fisioterapista deve avereuna buona conoscenza dell’anatomia ed in particolare dell’a-natomofisiologia dell’apparato ostero-muscolare; della fisiolo-gia e delle malattie che possono richiedere procedure riabilita-tive (sclerosi, paralisi celebrali, distrofia muscolare, ecc.); dellariabilitazione generale e speciale. Deve inoltre conoscere la

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Attitudini ecomportamenti

Capacità ecompetenze

Percorsoformativo

medicina fisica e riabilitativa, la metodologia e le tecniche diriabilitazione motoria. Infine deve apprendere alcune cono-scenze relative al diritto, alle norme etico-sociali che definisco-no l’esercizio della professione.

Al fisioterapista è richiesto di sapersi inserire in un’équipe dilavoro per collaborare alla stesura del programma terapeutico.Per questo deve essere disponibile al confronto e al dialogo perrispondere in modo efficace al bisogno del paziente. Deve inol-tre rapportarsi in modo positivo non solo con l’utente ma anchecon i familiari. Deve saper ascoltare e mettere a proprio agio ipazienti, motivandoli a condividere i trattamenti che, moltevolte, sono lunghi e difficili. Deve essere paziente e disponibilepoiché gli esercizi sono ripetitivi e i progressi sono molto lenti. Ènecessaria una buona resistenza fisica per poter lavorare a lungoquasi sempre in movimento e una grande abilità manuale.

Il fisioterapista deve essere in grado di elaborare un piano diriabilitazione; stendere relazioni sui soggetti presi in carico;effettuare il trattamento riabilitativo e la relativa valutazione everifica di pazienti di diversa età (bambini, adulti, anziani). Deveinoltre saper utilizzare terapie fisiche, manuali, massoterapiche,tecniche di riabilitazione psicomotoria e apparecchiature mec-caniche od elettriche. Deve quindi essere in grado di praticaremassaggi, ginnastica, rieducazione respiratoria, rieducazionecardiologica, ecc.

Per diventare fisioterapista, occorre frequentare un corso di lau-rea, appartenente alla classe di lauree in Professioni Sanitarie dellaRiabilitazione. A Roma le università che attivano il corso sono: - Università degli Studi “La Sapienza”;- Università degli Studi “Tor Vergata”;- Università Cattolica del Sacro Cuore (anche su Viterbo)

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Chi è

Cosa fa

Dove lavora

Conoscenze

Capacità

È l’operatore sanitario che svolge compiti relativi alla preven-zione delle affezioni orodentali, e lavora alle dipendenze degliodontoiatri e dei medici chirurgici legittimati all’esercizio del-l’odontoiatria.

L’igienista dentale svolge attività di educazione sanitaria dentalee partecipa a progetti di prevenzione primaria, nell’ambito delsistema sanitario pubblico; collabora alla compilazione della car-tella clinica odontostomatologica e provvede alla raccolta deidati tecnico-statistici; provvede all’ablazione del tartaro e allalevigatura delle radici nonché all’applicazione topica dei varimezzi profilattici; provvede all’istruzione sulle varie metodiche diigiene orale e sull’uso dei mezzi diagnostici idonei ad evidenzia-re placca batterica e patina dentale motivando l’esigenza deicontrolli clinici periodici; indica le norme di una alimentazionerazionale ai fini della tutela della salute dentale. L’igienista den-tale lavora, quindi, sotto la direzione del dentista: rimuove idepositi dai denti, esegue applicazioni locali di fluoro per preve-nire la carie, esegue radiografie, prende le impronte dei dentiper la costruzione di modelli. A volte può praticare trattamentiantidolorifici e impartire lezioni di igiene orale.

L’igienista dentale svolge la sua attività professionale negliambulatori dentistici. Egli può intraprendere l’attività professio-nale in strutture sanitarie pubbliche o private, in regime didipendenza ma anche come libero professionista.

L’igienista dentale deve conoscere i fondamenti della patologiaumana integrati con le singole patologie del cavo orale sotto l’a-spetto preventivo e diagnostico e gli elementi teorici ed applicatidi igiene del cavo orale. Deve conoscere e approfondire le seguen-ti materie: patologia, fisiopatologia e diagnostica, igiene dentale,medicina preventiva ed educazione sanitaria, odontoiatria sociale,principi di farmacologia ed anestesiologia, odontostomatologiapreventiva, parodontologia e i diversi tipi di protesi e di riabilita-zione, le tecniche di igiene dentale, i materiali dentali.

L’igienista dentale deve essere in grado di utilizzare gli stru-menti utili per la cura dentaria come l’ablazione del tartaro e lalevigatura delle radici; deve saper applicare i vari mezzi profilat-tici e usare i mezzi diagnostici idonei ad evidenziare placca bat-terica e patina dentale; essere in grado di consigliare un’ali-mentazione adeguata per la tutela della salute dentale e di

IGIENISTA DENTALE

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Attitudini ecomportamenti

Percorsoformativo

compilare una cartella clinica odontostomatologica e raccoglie-re i dati tecnico-statistici.

L’igienista dentale deve rapportarsi positivamente con gli utential fine di comprendere e rispondere in modo adeguato alle lororichieste. Deve quindi essere paziente, disponibile e cordiale.L’attività dell’igienista dentale prevede la collaborazione con gliodontoiatri e con i medici chirurgici e quindi richiede attitudineai rapporti interpersonali. Deve inoltre avere buone abilitàmanuali.

Per diventare igienista dentale occorre un diploma di ScuolaMedia Superiore quinquennale e il diploma di Laurea, apparte-nente alla classe delle lauree in Professioni Sanitarie Tecniche, in“Igienista dentale”, di durata triennale.A Roma il corso è attivato da: - Università degli Studi “La Sapienza”- Università degli studi “Tor Vergata”;- Università Cattolica del Sacro Cuore

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Chi è

Cosa fa

Dove lavora

Conoscenze

Attitudini ecomportamenti

È l’operatore sanitario responsabile dell’assistenza infermieristi-ca pediatrica preventiva, curativa e riabilitativa.

L’infermiere pediatrico partecipa all’identificazione dei bisogni disalute fisica e psichica del neonato, del bambino, dell’adole-scente e della famiglia; identifica i bisogni di assistenza infer-mieristica pediatrica e formula i relativi obiettivi; pianifica, con-duce e valuta l’intervento assistenziale infermieristico pediatrico.L’infermiere pediatrico partecipa, inoltre, ad interventi di educa-zione sanitaria sia nell’ambito della famiglia che della comunità;alla cura degli individui sani in età evolutiva nel quadro di pro-grammi di promozione della salute e prevenzione delle malattiee degli incidenti; all’assistenza ambulatoriale, domiciliare e ospe-daliera dei neonati; all’assistenza ambulatoriale, domiciliare eospedaliera dei soggetti di età inferiore a 18 anni affetti damalattie acute e croniche; alla cura degli individui in età adole-scenziale nel quadro dei programmi di prevenzione e supportosocio-sanitario. L’infermiere pediatrico garantisce la correttaapplicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche; agiscesia individualmente sia in collaborazione con operatori sanitari esociali; contribuisce alla formazione del personale di supporto econcorre direttamente all’aggiornamento relativo al proprio pro-filo professionale.

L’infermiere pediatrico o vigilatrice d’infanzia può attualmenteoperare nei reparti pediatrici di strutture ospedaliere pubbliche eprivate, in regime di dipendenza o come libero professionistaovvero nei servizi ambulatoriali di pediatria. Per poter lavorare ènecessaria l’iscrizione all’albo professionale.

L’infermiere pediatrico deve avere una specifica cultura infer-mieristica e conoscenze di base di fisica, statistica, informatica,chimica, biologia e genetica. Deve inoltre conoscere l’anatomia,la fisiologia, la patologia, la medicina clinica. Importanti sonoanche le conoscenze relative alle seguenti materie: comunica-zione e linguaggi verbali e non verbali, diritti del bambino, dove-ri della famiglia e della società, tappe evolutive e sviluppo socio-psicologico, puericultura, igiene e scienza dell’alimentazione,pulizia del bambino e dell’ambiente e i principi di diritto e lenorme etico-sociali che disciplinano l’esercizio della professione.

Il lavoro dell’infermiere pediatrico richiede maturità, pazienza,sensibilità, e una buona dose di energia mentale e fisica. La

INFERMIERE PEDIATRICO

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Capacità ecompetenze

Percorsoformativo

discrezione, il senso del dovere e di responsabilità sono assolu-tamente necessari. In quanto lavoro di relazione, è moltoimportante che l’infermiere pediatrico sappia intrattenere rap-porti positivi con la famiglia e con le altre figure professionalientro l’ospedale. Viene richiesto all’infermiere pediatrico unaidoneità psicofisica in quanto il lavoro può essere svolto anchenelle ore notturne.

All’infermiere pediatrico sono richieste capacità organizzative,tecniche e di rilevazione dei bisogni di salute fisica e psichica delneonato, del bambino, dell’adolescente, della famiglia; capacitàdi fornire prestazioni per l’educazione alla salute, la prevenzio-ne, le cure infermieristiche e l’applicazione di tecniche corrette,efficaci e adatte al paziente; capacità di utilizzo delle risorseumane, finanziarie e strumentali a disposizione per l’organizza-zione dell’assistenza infermieristica globale; capacità di analizza-re i risultati di ricerche in vista dell’individuazione di possibiliapplicazioni. Sono inoltre richieste capacità di tipo relazionale alfine di stabilire e mantenere relazioni efficaci con il paziente econ la sua famiglia durante tutto l’arco del rapporto.

Per diventare infermiere pediatrico, occorre frequentare uncorso di Laurea per “Infermiere” appartenente alla classe di lau-ree in Professioni Sanitarie Infermieristiche e ProfessioneSanitaria Ostetrica. Su Roma e su Viterbo l’università che attivail corso è: - Università degli Studi “La Sapienza”

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Chi è

Cosa fa

Dove lavora

Conoscenze

È una figura professionale poliedrica a cui, in particolare, spettail compito di garantire la corretta applicazione delle prescrizionidiagnostico-terapeutiche. Esplica la sua attività nell’assistenzainfermieristica preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa; le suemansioni sono di natura tecnica, relazionale ed educativa.

Le principali funzioni dell’infermiere riguardano la prevenzionedelle malattie, l’assistenza dei malati e dei disabili di tutte le età(neonati, adulti, anziani). Svolge la propria attività a favore dellepersone non solo quando sono malate o terminali, ma anchequando sono sane per aiutarle a preservare la salute. In parti-colare riconosce i bisogni di assistenza infermieristica, pianifica,gestisce, attua e valuta l’intervento e garantisce la correttaapplicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche.L’infermiere partecipa all’identificazione dei bisogni di salutedella persona e della collettività; identifica i bisogni di assisten-za infermieristica e formula i relativi obiettivi; pianifica, gestiscee valuta l’intervento assistenziale infermieristico; garantisce lacorretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeuti-che; agisce sia individualmente sia in collaborazione con gli altrioperatori sanitari e sociali; per l’espletamento delle funzioni siavvale, ove necessario, dell’opera del personale di supporto;contribuisce alla formazione del personale di supporto e con-corre direttamente all’aggiornamento relativo al proprio profiloprofessionale e alla ricerca.

L’infermiere può esercitare la sua professione in rapporto didipendenza nelle strutture ospedaliere pubbliche o private(ospedali, case di cura, comunità di anziani, ecc.), nel territorioe nell’assistenza domiciliare, oppure come libero professionista.Altre possibilità d’impiego sono fornite dagli ambulatori pubbli-ci e privati, dai centri diurni, dalle cooperative sociali, dagli studiassociati e dalle comunità. In Italia vi è una carenza di infermie-ri professionali sia nelle strutture pubbliche che private. Il mer-cato del lavoro offre quindi possibilità molto ampie per l’inseri-mento professionale.

L’infermiere deve avere una specifica cultura infermieristica econoscenze di base di fisica, statistica, informatica, chimica, bio-logia e genetica. Deve inoltre conoscere l’anatomia, la fisiologia,la patologia, la medicina clinica. Importanti sono anche le cono-scenze relative alle scienze umane e sociali quali l’antropologia,la psicologia, la pedagogia e la sociologia, i principi di diritto, le

INFERMIERE

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Attitudini ecomportamenti

Capacità ecompetenze

Percorsoformativo

norme etico-sociali che disciplinano l’esercizio della professione.

La caratteristica principale di questa professione è prendersi curadell’altro. È un lavoro di relazione e quindi l’infermiere devesaper ascoltare, rassicurare e mettere la persona a proprio agio,essere paziente e disponibile. Deve inoltre osservare i comporta-menti del paziente (verbali e non verbali), controllare le cartellecliniche che forniscono informazioni molto personalizzate sulpaziente. È importante che si sappia inserire positivamente nel-l’équipe assistenziale, riconoscendo i rispettivi ruoli e dando ilproprio contributo nell’interesse della persona assistita. Comequalsiasi altro rapporto contraddistinto da una forte componen-te emotiva e da un livello di dipendenza più o meno marcato,un’interazione tra il paziente e l’infermiere è inevitabilmentebasata su rapporti di fiducia e sulla capacità ad accogliere ilpaziente in quanto tale, accettare i suoi modi, le sue abitudini, isuoi comportamenti le sue qualità e i suoi difetti. Viene richiestoall’infermiere una idoneità psicofisica in quanto il lavoro puòessere svolto anche nelle ore notturne.

All’infermiere sono richieste capacità organizzative, tecniche e dirilevazione dei bisogni, per applicare gli interventi assistenzialialla persona e/o ai gruppi; capacità di fornire prestazioni per l’e-ducazione alla salute, la prevenzione, le cure infermieristiche el’applicazione di tecniche corrette, efficaci e adatte al paziente;capacità di utilizzo delle risorse umane, finanziarie e strumenta-li a disposizione, per l’organizzazione dell’assistenza infermieri-stica globale; capacità di analizzare i risultati di ricerche in vistadell’individuazione di possibili applicazioni. Sono inoltre richiestecapacità di tipo relazionale, al fine di stabilire e mantenere rela-zioni efficaci con il paziente e con la sua famiglia durante tuttol’arco del rapporto, in un clima sempre costantemente miratoall’ottenimento di un risultato.

Per diventare infermiere professionale, occorre frequentare uncorso di Laurea per “Infermiere” appartenente alla classe di lau-ree in Professioni Sanitarie Infermieristiche e Professione SanitariaOstetrica. A Roma le università che attivano il corso sono: - Università degli Studi “La Sapienza” (anche su Viterbo)- Università degli Studi “Tor Vergata”- Università “Campus Biomedico”- Università Cattolica del Sacro Cuore

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Chi è

Cosa fa

Dove lavora

Conoscenze

Attitudini ecomportamenti

Il logopedista è l’operatore sanitario che lavora nella prevenzio-ne e nel trattamento riabilitativo dei disturbi del linguaggio edella comunicazione nei bambini, negli adulti e negli anziani.

L’attività del logopedista è volta all’educazione e rieducazione ditutte le malattie che provocano disturbi della voce, della parola,del linguaggio orale e scritto e degli handicap comunicativicome ad esempio le balbuzie. Compito del logopedista, sullabase della diagnosi e prescrizione medica, è quello di elaborare,in collaborazione con l’équipe multidisciplinare, il bilancio indivi-duale logopedico che serve per individuare il bisogno del pazien-te e il relativo trattamento. Pratica quindi in forma autonomal’attività terapeutica per la rieducazione delle disabilità comuni-cative. Se è necessario, propone l’adozione di ausili, addestra ilpaziente al loro uso e ne verifica l’efficacia. Svolge infine un’at-tività di studio, didattica e consulenza professionale nei servizisanitari. Suoi pazienti sono i bambini con deficit verbali, gli adul-ti e gli anziani che hanno riportato, dopo malattie o incidenti,alterazioni della capacità di comunicare.

Il logopedista può svolgere la sua attività professionale in strut-ture sanitarie pubbliche o private, nelle strutture riabilitative,negli studi medici, nelle cliniche universitarie, in ospedali, nellecase di cura, in istituti per disabili-anziani. Può svolgere ancheattività di studio, di didattica e di consulenza professionale. Illogopedista può esercitare anche la libera professione.

Oltre alle conoscenze di base (fisica, statistica, informatica, chi-mica, biologia e genetica), il logopedista deve approfondire leseguenti materie: l’anatomofisiologia degli organi di senso edella fonazione; la fisiopatologia della comunicazione, le diver-se specialità mediche e chirurgiche legate alla logopedia (audio-logia, neurologia, malattie odontostomatologiche, chirurgiamaxillo-faciale). Deve inoltre conoscere i principi generali di lin-guistica e di scienza della comunicazione umana, elementi dipsicologia e pedagogia per rapportarsi in modo adeguato alpaziente. Deve naturalmente conoscere le tecniche logopedichee riabilitative. Infine sono importanti alcune conoscenze relativeal diritto, alle norme etico-sociali che disciplinano l’eserciziodella professione.

Il logopedista deve essere disponibile a collaborare con altrefigure professionali quali il neuro-psichiatra, il terapista di riabi-

LOGOPEDISTA

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Capacità ecompetenze

Percorsoformativo

litazione, lo psicologo, il pediatra, il medico scolastico, il fonia-tra, l’otorino, al fine di rispondere in modo efficace al bisognodel paziente. Deve inoltre rapportarsi in modo positivo non solocon l’utente ma anche con i familiari. Deve quindi esserepaziente, saper ascoltare, avere un buon controllo delle emo-zioni e mettere a proprio agio gli utenti aiutandoli a superare leloro paure.

Il logopedista deve saper eseguire valutazioni logopediche,trattamenti specifici per impostare la riabilitazione e per tratta-re diversi disturbi quali ritardi del linguaggio, alterazioni dellavoce, disturbi della parola, della lettura, della deglutizione,della scrittura, dell’apprendimento in età evolutiva. Deve inol-tre essere in grado di stendere una diagnosi per la certificazio-ne dell’handicap.

Per diventare logopedista occorre un diploma di Scuola MediaSuperiore di durata quinquennale e la Laurea triennale di“Logopedista”, classe di lauree in Professioni Sanitarie dellaRiabilitazione. A Roma il corso è attivato da: - Università degli Studi “La Sapienza”- Università Cattolica del Sacro Cuore

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Chi è

Cosa fa

Dove lavora

Conoscenze

Attitudini ecomportamenti

È un operatore dell’area socio-sanitaria che, in base ad una spe-cifica formazione, svolge attività indirizzate a soddisfare i biso-gni primari della persona, nell'ambito delle proprie aree di com-petenza, finalizzate al recupero, al mantenimento e allo svilup-po del livello di benessere e di autonomia della persona.

L’operatore socio-sanitario svolge la sua attività sia nel settoresociale che in quello sanitario, nei servizi di tipo socio-assisten-ziale e socio-sanitario, residenziali o semiresidenziali, in ambien-te ospedaliero o a domicilio della persona assistita. Le attivitàdell'operatore socio-sanitario sono volte a valorizzarne le capa-cità residue per rafforzarne l'autostima e l'autonomia nel rispet-to del diritto di autodeterminazione, in coerenza con il progettoassistenziale definito dall'équipe del servizio.

L’operatore socio-sanitario lavora prevalentemente nelle case diriposo, in strutture semi-residenziali, in Centri diurni per anziani;nei Servizi di assistenza domiciliare gestiti dai Comprensori e daiComuni; nelle cooperative sociali; in strutture tutelari per mino-ri a rischio; in Strutture tutelari residenziali e semi-residenzialiper persone portatrici di handicap psico-fisico-sensoriale.

Le conoscenze che deve possedere l’operatore socio-sanitarioriguardano diverse aree di competenza: assistenza di base, ana-tomia e fisiologia, farmacologia, igiene posturale, mobilizzazio-ne, primo soccorso, geriatria, psichiatria, puericultura (area diaiuto alla persona); economia domestica, dietologia, igieneambientale (area di intervento sull’ambiente di vita); psicologia,sociologia, etica professionale, animazione (area relazionale);regolamenti, organizzazione e funzionamento del servizio, legis-lazione sociale (area di organizzazione del lavoro).

Le persone assistite dall’operatore socio-sanitario in genere pre-sentano una limitata capacità di svolgere le attività primarie dellavita quotidiana in modo autonomo, quindi l’operatore deve esse-re paziente, delicato nel muovere e spostare il paziente, disponi-bile nel rispondere ai bisogni quotidiani del proprio utente anchese si tratta molto spesso di manovre ripetitive e standardizzate.Per far questo deve controllare la propria sfera emotiva, deveessere rispettoso e attento ai comportamenti, anche e soprattut-to a quelli non verbali. Deve inoltre collaborare con gli operatorie con tutti gli altri profili presenti presso il servizio al fine dirispondere in modo efficace ai bisogni degli utenti assistiti.

OPERATORE SOCIOSANITARIO

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Capacità ecompetenze

Percorsoformativo

L’operatore socio-sanitario per realizzare al meglio il propriolavoro, deve essere innanzitutto in grado di svolgere i vari com-piti assistenziali: mantenere pulito e in ordine l’ambiente di vitadella persona assistita, assistere l’utente nel lavarsi, vestirsi,mangiare, muoversi. Deve inoltre possedere capacità relazionalie di comunicazione al fine di mantenere una buona relazionecon l’assistito, i suoi familiari e le altre persone che lo circonda-no e collaborare con gli altri operatori presenti nel servizio percontribuire alla progettazione dell’intervento assistenziale.

Per accedere alla professione di operatore socio-sanitario ènecessario il possesso del diploma di scuola dell'obbligo, il com-pimento del 17° anno di età, e frequentare un corso di qualifi-cazione regionale per OSS (Operatore socio-sanitario), delladurata di 1000 ore.Per il 2003-2004 gli enti che attivano il corso sono:

su RomaAssociazione Volontari DokitaVicolo del Conte, 2 - 00148, RomaTel. 06/66155158-66152194

ASL Roma GVia Tiburtina 22a - 00019, Tivoli (RM)Tel. 0774/3161

Istituto Scienze BioenergeticheP.zza Santa Balbina, 8 - 00153, RomaTel. 06/5742985

Consorzio Sol.Co. RomaLargo Benelli - 00020, Arcinazzo (RM)Tel. 06/490821

Ospedale S.Camillo ForlaniniVia Portuense 332 - 00149, RomaTel. 06/58704330-58703155-58703156

su ViterboConsorzio StediVia Berlina 13 - 01027, Montefiascone (VT).tel. 0761/303285

A.N.A.P.I.A.Via Crispigni 1 - 01100 Viterbo.Tel. 06/ 5020125-5018908

Per avere informazioni sugli altri enti accreditati, ma senza finan-ziamento regionale, o su quelli accreditati sulle province di Rieti,Frosinone e Latina:

www.regione.lazio.it > Bollettino Ufficiale (BURL) > parte I e II >formato grafico (PDF) > n.26 del 20/9/2003, pag. 175

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Chi è

Cosa fa

Dove lavora

L’ostetrica/o è un operatore sanitario specializzato nell’assisten-za alla donna nel periodo della gravidanza, durante il parto e ilpuerperio.

Conduce ed assiste il travaglio e il parto fisiologico con propriaresponsabilità, presta assistenza al neonato al fine di favorirne lostato di benessere e si occupa dello sviluppo di un buon rappor-to madre-bambino. L’ostetrica deve anche essere in grado diindividuare situazioni potenzialmente patologiche, che richiedo-no l’intervento medico e di praticare, ove necessario, le relativemisure di emergenza. La figura professionale dell’ostetrica par-tecipa, per quanto di sua competenza, a interventi di educazio-ne sanitaria, alla preparazione al parto, alla preparazione eall’assistenza di interventi ginecologici e alla prevenzione eall’accertamento di tumori della sfera genitale femminile. Infine,contribuisce alla formazione del personale di supporto svolgen-do anche attività didattica e collabora nell’attività di ricerca rela-tivamente agli argomenti di sua competenza.

L’ostetrica può trovare impiego presso strutture pubbliche, strut-ture private o come libera professionista. Le strutture pubblichecomprendono principalmente: aziende ospedaliere, consultorifamiliari, università. All’interno delle aziende ospedaliere l’ostetrica può essereimpiegata: nelle sale parto; nei reparti ostetrici; nei reparti gine-cologici; negli ambulatori (ostetrico, ginecologico, di diagnosiprenatale ecc.); per i corsi di preparazione al parto nelle saleoperatorie (ostetrica e ginecologica). Nei consultori familiari l’ostetrica presta la sua opera: nell’assi-stenza alla donna in gravidanza e nell’assistenza alla puerpera;nei corsi di accompagnamento alla nascita; nell’educazionesanitaria e contraccettiva; nella prevenzione dei tumori; nell’as-sistenza domiciliare. L’ostetrica universitaria, cioè alle dipendenze di un ateneo, puòsvolgere la professione nelle cliniche universitarie o in struttureospedaliere a esse convenzionate. L’accesso alla professione nel settore pubblico avviene attraver-so concorsi. Le strutture private sono costituite da: case di cura e centri diaccompagnamento alla nascita. La libera professione prevede infine l’assistenza alla gravidanzafisiologica, l’assistenza al travaglio e al parto a domicilio, l’assi-stenza alla puerpera e al neonato nonché i corsi di accompa-

OSTETRICA

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Percorsoformativo

gnamento e di preparazione alla nascita per i futuri genitori.

Per diventare ostetrica/o occorre frequentare un corso di laureatriennale appartenente alla Classe delle lauree in ProfessioniSanitarie, Infermieristiche e Professione Sanitaria Ostetrica. A Roma il corso per Ostetrica/o è attivato da: - Università degli Studi “La Sapienza”- Università degli Studi “Tor Vergata”- Università Cattolica del Sacro Cuore.

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Chi è

Cosa fa

Dove lavora

Conoscenze

È l’operatore sanitario che svolge in collaborazione con l’équipemultiprofessionale di neuropsichiatria infantile, e in collabora-zione con le altre discipline dell’area pediatrica, gli interventi diprevenzione, terapia e riabilitazione delle malattie neuropsichia-triche infantili nelle aree della neuropsicomotricità, della neu-ropsicologia e della psicopatologia dello sviluppo.

In riferimento alla diagnosi e alle prescrizioni mediche, tale ope-ratore adatta gli interventi terapeutici alle peculiari caratteristi-che dei pazienti in età evolutiva; individua ed elabora, nell’é-quipe multiprofessionale, il programma di prevenzione, di tera-pia e riabilitazione volto al superamento del bisogno di salutedel bambino con disabilità dello sviluppo; attua interventi tera-peutici e riabilitativi nei disturbi percettivo-motori, neurocogni-tivi e nei disturbi di simbolizzazione e di interazione del bambi-no fin dalla nascita; attua procedure rivolte all’inserimento deisoggetti portatori di disabilità e di handicap neuropsicomotorioe cognitivo in stretta collaborazione con l’équipe multiprofes-sionale e con gli operatori scolastici; svolge attività terapeuticaper le disabilità neuropsicomotorie, psicomotorie e neuropsico-logiche in età evolutiva; attua procedure di valutazione dell’in-terrelazione tra funzioni affettive, cognitive e motorie per ognisingolo disturbo neurologico, neuropsicologico e psicopatologi-co dell’età evolutiva; identifica il bisogno e realizza il bilanciodiagnostico e terapeutico; verifica l’adozione di protesi e di ausi-li; partecipa alla riabilitazione funzionale in tutte le patologieacute e croniche dell’infanzia; documenta le rispondenze dellametodologia riabilitativa attuata secondo gli obiettivi di recupe-ro funzionale; concorre alla formazione del personale di sup-porto. In ospedale lavora con psichiatri, psicologi, assistentisociali, ortofonisti, kinesiterapisti, ecc., sotto la responsabilitàdel medico. Rieduca individualmente o in gruppo con diversetecniche (espressione corporea, giochi, mimo, ritmoterapie,danza) stabilite da lui stesso dopo aver accordato con l’équipela terapia da seguire.

Lo psicomotricista svolge attività di studio, di didattica e di ricer-ca specifica applicata. Svolge consulenze professionali. Trovaimpiego presso strutture sanitarie pubbliche e private. Il terapi-sta lavora alle dipendenze ma può anche svolgere l’attività comelibero professionista.

Lo psicomotricista deve conoscere l’anatomofisiologia del siste-

PSICOMOTRICISTA

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Attitudini ecomportamenti

Capacità ecompetenze

Percorsoformativo

ma nervoso, i fondamenti neurofisiologici dell’attività psichica,la fisiopatologia, i principi della riabilitazione neurologica e neu-romotoria nell’età evolutiva, la riabilitazione delle disabilità neu-rologiche e neuropsichiatriche, i metodi e le tecniche di riabilita-zione speciale e di riabilitazione neuropsichaitrica.

Lo psicomotricista deve avere attitudini collaborative sia nei rap-porti interpersonali che nel lavoro di équipe. Il lavoro di équipeè molto importante per effettuare una diagnosi ed elaborareuna terapia più adatta al paziente. Dovendo trattare con unavariegata utenza lo psicomotricista deve essere disponibile, sen-sibile e in grado di mettere a proprio agio il paziente.

Lo psicomotricista deve essere in grado di adattare gli interven-ti terapeutici alle caratteristiche dei pazienti in età evolutiva conquadri clinici multiformi; individuare ed elaborare il programmadi prevenzione, di terapia e di riabilitazione del bambino condisabilità dello sviluppo; attuare interventi terapeutici e riabilita-tivi nei disturbi percettivo-motori, neurocognitivi e nei disturbi disimbolizzazione e di interazione del bambino fin dalla nascita;attuare procedure per l’inserimento dei disabili con handicapneuropsicomotorio e cognitivo; collaborare con l’équipe deglioperatori scolastici per l’attuazione della prevenzione, della dia-gnosi funzionale e del profilo dinamico funzionale del pianoeducativo; svolgere attività terapeutica per disabilità psicomoto-rie, neuropsicomotorie e neuropsicologiche utilizzando tecnichespecifiche; attuare procedure di valutazione dell’interrelazionetra funzioni cognitive e funzioni motorie; identificare il bisognoe realizzare il bilancio diagnostico e terapeutico; elaborare e rea-lizzare il programma terapeutico e verificare l’adozione di pro-tesi e di ausili.

Per accedere alla professione di psicomotricista, dopo aver con-seguito il diploma di scuola media superiore quinquennale, ènecessario frequentare un corso di Laurea triennale di “Terapistadella Riabilitazione Neuro e Psicomotricità dell'Età Evolutiva”,afferente alla classe delle lauree in Professioni Sanitarie dellaRiabilitazione. A Roma il corso è attivato da: - Università degli Studi “La Sapienza” - Università degli Studi “Tor Vergata” - Università Cattolica del Sacro Cuore

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Chi è

Cosa fa

Dove lavora

Conoscenze

È l’operatore sanitario che svolge, nell’ambito di un progettoterapeutico elaborato da un’équipe multidisciplinare, interventiriabilitativi ed educativi sui soggetti con disagio psicosociale edisabilità psichica.

Il tecnico dell’educazione e della riabilitazione psichiatrica e psi-cosociale collabora alla valutazione del disagio psicosociale,della disabilità psichica e delle potenzialità del soggetto; analiz-za bisogni e istanze evolutive e rileva le risorse del contestofamiliare e socio-ambientale; collabora all’identificazione degliobiettivi formativo-terapeutici e di riabilitazione psicosociale epsichiatrica, nonché alla formulazione dello specifico program-ma di intervento mirato al recupero e allo sviluppo del soggettoin trattamento; attua interventi volti all’abilitazione e riabilita-zione dei soggetti alla cura di sé e alle relazioni interpersonali divaria complessità, nonché, ove possibile, ad un’attività lavorati-va; opera nel contesto della prevenzione primaria sul territorio,al fine di promuovere lo sviluppo delle relazioni di rete, per favo-rire l’accoglienza e la gestione delle situazioni a rischio e dellepatologie manifeste; opera sulle famiglie e sul contesto socialedei soggetti in trattamento, allo scopo di favorirne il reinseri-mento nella comunità; collabora alla valutazione, in relazioneagli obiettivi prefissati, degli esiti del programma di abilitazionee riabilitazione nei singoli soggetti, e contribuisce alla formazio-ne del personale di supporto.

Il tecnico dell’educazione e della riabilitazione psichiatrica e psi-cosociale svolge la sua attività professionale in strutture e servi-zi sanitari pubblici o privati in regime di dipendenza o come libe-ro professionista.

Oltre ad acquisire le conoscenze di base di fisica, statistica, infor-matica, chimica e biochimica, biologia e genetica, istologia, ana-tomia, inglese scientifico, il tecnico dell’educazione e della riabi-litazione psichiatrica e psicosociale deve approfondire la fisiolo-gia e neurofisiologia; la psicologia generale e la psicometrica; lafonetica e la linguistica; la patologia generale e la neuropatolo-gia; la farmacologia e la psicofarmacologia; l’igiene e la medici-na sociale; la psicopatologia generale e dell’età evolutiva e del-l’anziano; la psichiatria; la psicoterapia e la psicopedagogia; lariabilitazione psichiatrica; la terapia comportamentale-cognitiva

TECNICO DELL’EDUCAZIONE E DELLA RIABILITAZIONE

PSICHIATRICA E PSICOSOCIALE

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Attitudini ecomportamenti

Capacità ecompetenze

Percorsoformativo

e occupazionale; le tecniche riabilitative grafiche, di animazioneteatrale e musicoterapie; la psicoterapia di gruppo e familiare el’organizzazione dei servizi socio-sanitari.

Il tecnico dell’educazione e della riabilitazione psichiatrica e psi-cosociale, occupandosi di soggetti con disagio psicosociale edisabilità psichica, deve essere paziente e rapportarsi in modopositivo con i soggetti in terapia e con i familiari. Deve quindicercare di comprendere ed interpretare i bisogni dell’utente e icontesti di appartenenza del soggetto per elaborare un proget-to riabilitativo efficace. Deve saper ascoltare, osservare, mette-re a proprio agio il paziente, motivandolo a condividere gliobiettivi e i trattamenti terapeutici. Al tecnico dell’educazione edella riabilitazione psichiatrica e psicosociale è, inoltre, richiestodi sapersi inserire in un’équipe di lavoro per collaborare alla ste-sura del programma terapeutico. Per questo deve essere dispo-nibile al confronto e al dialogo e ai rapporti interpersonali.

Il tecnico dell’educazione e della riabilitazione psichiatrica e psi-cosociale deve saper lavorare in gruppo; valutare il disagio psi-cosociale del soggetto; analizzare i bisogni e le istanze evoluti-ve entro il contesto familiare e socio-ambientale; formulare, incollaborazione con l’équipe multidisciplinare, il programma diintervento mirato al recupero del soggetto in trattamento;attuare interventi di abilitazione e riabilitazione dei soggetti allacura di sé e alle relazioni interpersonali; valutare gli esiti del pro-gramma in relazione agli obiettivi prefissati. Deve inoltre saperutilizzare le tecniche di riabilitazione psichiatrica generale e letecniche riabilitative specifiche, cognitive, di terapia occupazio-nale, di espressività grafica e figurativa, di animazione teatralee musicoterapia.

Il titolo di studio richiesto è la Laurea in “Tecnico della Neuro ePsicomotricità” afferente alla classe di lauree in ProfessioniSanitarie della Riabilitazione. A Roma il corso è attivato da: - Università degli Studi “La Sapienza” (anche su Viterbo)- Università Cattolica del Sacro Cuore

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Chi è

Cosa fa

Dove lavora

Conoscenze

È l’operatore sanitario che opera nell’ambito della prevenzione,cura e riabilitazione dei soggetti affetti da malattie, disordini fisi-ci, psichici, sia con disabilità temporanee che permanenti, utiliz-zando attività espressive, manuali-rappresentative, ludiche, dellavita quotidiana.

Il terapista occupazionale, in riferimento alla diagnosi ed alleprescrizioni del medico, nell’ambito delle proprie competenzeed in collaborazione con altre figure socio-sanitarie, effettuauna valutazione funzionale e psicologica del soggetto ed ela-bora, anche in équipe multidisciplinare, la definizione del pro-gramma riabilitativo, volto all’individuazione ed al supera-mento dei bisogni del disabile ed al suo avviamento versol’autonomia personale nell’ambiente di vita quotidiana e neltessuto sociale; tratta condizioni fisiche, psichiche e psichia-triche, temporanee o permanenti, rivolgendosi a pazienti ditutte le età; utilizza attività sia individuali che di gruppo, pro-muovendo il recupero e l’uso ottimale di funzioni finalizzateal reinserimento, all’adattamento e all’integrazione dell’indivi-duo nel proprio ambiente personale, domestico e sociale;individua ed esalta gli aspetti motivazionali e delle potenziali-tà adattive dell’individuo, proprie della specificità terapeuticaoccupazionale; partecipa alla scelta e all’ideazione di ortesie/o specifici ausili; propone, ove necessario, modifiche del-l’ambiente di vita e promuove azioni educative verso il sog-getto in trattamento, verso la famiglia e la collettività; verifi-ca le rispondenze tra la metodologia riabilitativa attuata e gliobiettivi di recupero funzionale psicosociale. Il terapista occu-pazionale contribuisce alla formazione del personale di sup-porto e concorre direttamente all’aggiornamento relativo alproprio profilo professionale.

Il terapista occupazionale svolge attività di studio e di ricerca, dididattica e di supporto in tutti gli ambienti in cui è richiesta laspecifica professionalità. Inoltre svolge la sua attività professio-nale in strutture sociosanitarie, pubbliche o private, in regime didipendenza o libero professionista.

Il terapista occupazionale deve conoscere gli elementi di base dianatomia, di fisiologia del sistema nervoso; di biochimica, di psi-cofarmacologia; di psicologia generale, di sociologia e di psi-chiatria. Deve inoltre conoscere le tecniche di riabilitazione psi-comotoria e di terapia occupazionale.

TERAPISTA OCCUPAZIONALE

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Attitudini ecomportamenti

Capacità ecompetenze

Percorsoformativo

Al terapista occupazionale è richiesto di sapersi inserire in un’é-quipe multidisciplinare per collaborare alla stesura del pro-gramma terapeutico. Per questo deve essere disponibile al con-fronto e al dialogo per rispondere in modo efficace al bisognodel disabile. Deve inoltre rapportarsi in modo positivo non solocon l’utente ma anche con i familiari. Deve saper ascoltare emettere a proprio agio i pazienti, motivandoli a condividere itrattamenti che, molte volte, sono lunghi e difficili. Deve esserepaziente e disponibile poiché gli esercizi sono ripetitivi e i pro-gressi sono molto lenti. È necessaria una buona resistenza fisi-ca per poter lavorare a lungo quasi sempre in movimento, unagrande abilità manuale e una spiccata creatività che gli consen-te di promuovere azioni educative.

Il terapista occupazionale deve essere in grado di effettuare unavalutazione funzionale e psicologica del soggetto e di elaborare,insieme all’équipe multidisciplinare, il programma riabilitativo.Deve inoltre essere capace di avviare il soggetto verso l’autono-mia personale nei diversi ambienti della vita quotidiana. Deveinoltre essere capace di realizzare azioni educative verso il sog-getto in trattamento, verso la famiglia e la collettività e utilizza-re attività individuali o di gruppo, promuovendo il recupero, l’a-dattamento e l’integrazione del paziente nel tessuto sociale.

Per diventare terapista occupazionale, è necessario frequentareil corso di Laurea in “Terapista Occupazionale”, appartenentealla classe delle lauree in Professioni Sanitarie Tecniche. A Roma questo corso è attivato da: - Università degli Studi “La Sapienza”(anche su Viterbo) - Università Cattolica del Sacro Cuore

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LICEI ED ISTITUTI DI SCUOLA MEDIA SUPERIORE:

Istituto Professionale di Stato per i Servizi Sociali “P.Gobetti”Via Mentana, 4 – 00100, Roma. Tel. 06/4941582-493

Istituto Professionale di Stato per i Servizi Sociali “J.Piaget”Via Nobiliore, 78 – 00175, Roma. Tel. 06/71587221

Istituto Professionale di Stato per i Servizi Sociali Via Genovesi, 30 – 00153, Roma. Tel. 06/5813532

Liceo socio-psicopedagogico “Colonna”Via Arco del Monte, 99 – 00186, Roma. Tel. 06/68219273

Liceo socio-psicopedagogico “Oriani”P.zza Indipendenza, 7 – 00186, Roma. Tel. 06/491303

Liceo socio-psicopedagogico “G. Carducci”Via Asmara, 28 – 00198, Roma. Tel. 06/86214454

Liceo socio-psicopedagogico “G.Bruno”Via Pelagosa,3 – 00141, Roma. Tel. 06/87236581

Liceo socio-psicopedagogico “M. di Savoia”Via Cerveteri, 54 – 00175, Roma. Tel. 06/70494642

Liceo socio-psicopedagogico “Rousseau”Via delle Sette Chiese, 25 – 00147, Roma. Tel. 06/51882892

Liceo socio-psicopedagogico “Caetani”Viale Mazzini, 36 – 00195, Roma. Tel. 06/36000929

Liceo Scientifico BiologicoLiceo Psico PedagogicoTecnico dei Servizi SocialiIstituto San Giovanni - VeneriniVia Mazzini - 01100, Viterbo. Tel. 0761/343035-346794

UNIVERSITÀ:

Università degli Studi “La Sapienza”P.le Aldo Moro, 5 – 00185, Roma. Centralino 06/49911www.uniroma1.it

Università degli Studi “Tor Vergata”Via Orazio Raimondo, 18 – 00173, Roma. Centralino 06/72591 www.uniroma2.it

INDIRIZZI UTILI

Roma

Viterbo

Roma

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Università degli Studi “Roma Tre”Via Ostiense, 159 – 00154, Roma. Centralino 06/570671.www.uniroma3.it

Università Cattolica del Sacro CuoreL.go Francesco Vito, 1 – 00168, Roma. Centralino 06/30151.www.unicatt.it

Libera Università Internazionale degli Studi Sociali (Luiss)Via Pola, 12 – 00198, Roma. Centralino 06/852251.www.luiss.it

Libera Università “Maria SS.Assunta” (Lumsa)Via della Traspontina,21 – 00198, Roma. Centralino 06/684221.www.lumsa.it

Libero Istituto Universitario “Campus bio-medico”Via Emilio Longoni, 83 – 00100, Roma. Tel.06/225411.www.unicampus.it

Istituto Politecnico Biosanitario “Alexander Fleming” Via Innocenzo X, 4 – 00100, Roma. Tel/Fax 06/5810994 - 06/5898027 www.flemingweb.it

I corsi di laurea di I livello relativi al settore sociosanitario attivati in sedelocale dall’Università “La Sapienza” di Roma sono:

> Infermiere generale e pediatrico> Tecnico della riabilitazione psichiatricapresso:Asl VT - Ospedale Vecchio,Via dell’Ospedale - 01100, Viterbo. Tel. 0761/379510

> Tecnico della Riabilitazione Psichiatricapresso:Asl VT - MontefiasconeVia Dante Alighieri, 100 - 01027 - Tel. 0761/828336

I corsi di laurea di I livello relativi al settore sociosanitario attivati in sedelocale dall’Università del Sacro Cuore sono:> Fisioterapistapresso:Villa ImmacolataStrada S.Martinese, 65a - 01100, Viterbo. Tel. 0761/379510

I CORSI REGIONALI:

Per avere informazioni aggiornate sui corsi indetti dalla Regione, si con-siglia di collegarsi al sito www.regione.lazio.it oppure www.sirio.regione.lazio.it

Viterbo

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CENTRI INFORMAGIOVANI

Agenzia Centrale dei Servizi Informagiovani Comune di Roma Fax 06/44266539. Mail: [email protected]

Municipio I: Centro Informagiovani Fori ImperialiLargo Corrado Ricci, 1Tel.0669925505. Fax 06/69925520. Mail: [email protected]

Municipio VI: Centro Informagiovani Villa dei GordianiViale Irpinia, 36Tel. 0627800050. Mail: [email protected]

Municipio VIII: Centro Informagiovani Tor Bella MonacaVia F.Conti (presso sede Municipio)Tel. 0620686127. Mail: [email protected]

Municipio XI:Centro Informagiovani Fiera di RomaVia Lincei 93Tel. 0651882266. Mail: [email protected]

Municipio XV: Informagiovani Magliana-Villa Bonelli Centro Informagiovani di Via Greve 105Tel. 0655290350. Mail: [email protected]

Municipio XIX:Centro Informagiovani Monte MarioVia O. Assarotti 9/bTel. 0630600346. Mail: [email protected]

Tutti i centri sono aperti al pubblico nei giorni lunedì, martedì, giovedì,venerdì e sabato, a partire dalle ore 11:00 fino alle ore 18:00.

Comune di Viterbovia Ascensi, 1 - 01100, ViterboTel. 0761/3481

Assessorato Servizi Sociali - Politiche GiovaniliVia del Ginnasio, 1 - 01100, ViterboTel./Fax 0761/325989

Progetto GiovaniNumero Verde 800.012.492www.informagiovani.it

Roma

Viterbo

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Per la redazione della presente guida sono state consultate le seguenti fonti:

- Il sito della provincia di Trento: www.agenzialavoro.tn/intranet/public/professioni/ - Rapporto ISFOL 2002, aa.vv., Strumenti e Ricerche, Franco Angeli, Milano, 2002- Career Book 2003. Università, anno 7, n.1 Maggio 2002, Somedia Editore, Milano, 2002- 100 professioni di successo: guida completa alla scelta professionale, M.Catarozzo,

C.Elevati, V.Pavoni, R.Sironi, Edizioni Alpha Test, Milano 2002 - Guide alla scelta dell’Università, supplemento a “Lavorare”, giugno 2003- Guida alle lauree ed ai master del terzo settore, supplemento a “Vita” del 27/06/03

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INDICE

PremessaPROFESSIONI DEL SOCIALE

Animatore socio-educativoAssistente di comunità infantileAssistente domiciliareAssistente socialeConsulente dell'orientamentoEducatore di stradaEducatore professionaleFundraiserMediatore familiareMediatore interculturaleMediatore socialePsicologoPuericultriceSociologo

PROFESSIONI DELL’ISTRUZIONE E DELLA FORMAZIONE

FormatoreInsegnante di scuola primariaInsegnante di scuola secondariaInsegnante specializzatoPROFESSIONI DEL SANITARIO

Assistente di studio odontoiatricoAssistente sanitarioDietistaFisioterapistaIgienista dentaleInfermiere pediatricoInfermiereLogopedistaOperatore socio-sanitarioOstetricaPsicomotricistaTecnico dell'educazione e della riabilitazione psichiatrica e psicosocialeTerapista occupazionaleIndirizzi utili

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