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GRIDA! E’ un’esortazione, un tentativo quindi di incitare all’azione, al non fermarsi, al non rassegnarsi; un invito ad esprimere la propria rabbia, le proprie idee attraverso le parole. Parole che diventano azione, che si rifiutano di rimaner cristallizzate nella propria staticità. Non sono parole sterili quelle che qui vi proponiamo, ma figlie dell’osservazione analitica, dell’esperienza diretta; figlie di una volontà mai sazia di capire, di andare alla sostanza (ciò che è al di sotto) delle cose, non accontentandosi mai di soluzioni superficiali o di schemini precostituiti. Certo, nessuno qui propone verità assolute, inconfutabili: la grandezza di un'idea si manifesta nella sua possibile negazione, in quell’infinito processo dialettico Tesi–Antitesi–Sintesi di hegeliana memoria. Troppo spesso ci troviamo di fronte Professoroni eccessivamente immersi nella narcisistica esposizione delle loro idee; non è quello che intendiamo fare noi. Vogliamo semplicemente coinvolgervi in un percorso comune, la cui natura si fonda sullo scambio di idee, di esperienze, finalizzato ad una crescita collettiva. Più avanti si sottolinea come “quello che l’Università sta facendo è sfornare barbari istruiti”; questa è una profonda riflessione che Daisaku Ikeda ci offre proprio per affermare l’esigenza della costruzione di percorsi comuni, privi di qualsiasi classismo intellettuale. L’Università dovrebbe essere luogo di aggregazione intellettuale, di crescita comune e non semplice bacino di apprendimento nozionistico. Ogni nozione, del resto, non è mai fine a se stessa, è sempre frutto di un processo cognitivo in continua evoluzione, che segue le incessanti mutazioni storiche del pensiero, della storia. Non esiste “Ragione”, non esiste “Saggezza”, non esiste “Verità”. Non fermatevi mai, mettetevi sempre in discussione, non accettate la soluzione facile, sarebbe delittuoso. Il Genio di Paul Valéry (grazie Pino!) ci dice: “Considerate che avete opinioni, convinzioni, idee precise – e considerate però tutto quello che non avete mai preso in considerazione nell’ambito delle cose stesse sulle quali avete riflettuto di più …”. Per questo esiste GRIDA!, per questo esiste il collettivo TiroMancino: per una costante esigenza di mettersi in discussione. Un’avvertenza: tra poco ci saranno le elezioni per rinnovare il Consiglio di Facoltà e le cariche addette agli Organi Superiori. Vi verranno incontro tanti “ominicchi” e “quaquaraquà” con sorrisi a 32 denti professionalmente lucidati. Vi prenderanno sottobraccio come vecchi amici, vi porteranno a votare per le loro liste, garantendovi magari feste e facili entrate in discoteche. Oltre questi però vi saranno anche persone serie, coscienti dell’importanza di un’elezione in seno all’ateneo, consapevoli dei reali problemi della nostra facoltà. Vi chiedo di valutare intelligentemente la situazione, farvene un’idea e poi andare eventualmente a votare secondo il vostro pensiero e i vostri principi. Penso sia la cosa giusta da fare. Claudio Contrafatto NON VOTARE LA FALENA! (A)Periodico di delirio auto(dis)organizzato del Collettivo TiroMancino -Ottobre '06- vive solo una notte. poi scompare. in tempo di elezioni la facoltà ne è invasa. “tu ti lamenti, ma chi ti lamenti? pigghia lu bastuni e tira fora li renti” da malarazza, canto popolare. Sommario ARTICOLI : EDITORIALE pag.1 “...E IL GIORNO DELLA FINE NON TI SERVIRA' L'INGLESE..” pag.2 STORIE DI ORDINARIA DISPERAZIONE E STRAORDINARIA INDIFFERENZA pag.3 CATANIA CAMBIA CATANIA pag.4 PIAZZA BELLA PIAZZA pag.5 ECCO A COSA SERVE IL TC pag.6 RUBRICHE : - liberAmente pag.3 - il cosacucino? pag.8 BREVI NOTIZIE : - Addiopizzo - sostieni Il Manifesto - nuovo esame di abilititazione pag.7 SKANNA LA VACCA pag.8

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GRIDA! E’ un’esortazione, un tentativo quindi di incitare all’azione, al non fermarsi, al non rassegnarsi; un invito ad esprimere la propria rabbia, le proprie idee attraverso le parole. Parole che diventano azione, che si rifiutano di rimaner cristallizzate nella propria staticità. Non sono parole sterili quelle che qui vi proponiamo, ma figlie dell’osservazione analitica, dell’esperienza diretta; figlie di una volontà mai sazia di capire, di andare alla sostanza (ciò che è al di sotto) delle cose, non accontentandosi mai di soluzioni superficiali o di schemini precostituiti. Certo, nessuno qui propone verità assolute, inconfutabili: la grandezza di un'idea si manifesta nella sua possibile negazione, in quell’infinito processo dialettico Tesi–Antitesi–Sintesi di hegeliana memoria. Troppo spesso ci troviamo di fronte Professoroni eccessivamente immersi nella narcisistica esposizione delle loro idee; non è quello che intendiamo fare noi. Vogliamo semplicemente coinvolgervi in un percorso comune, la cui natura si fonda sullo scambio di idee, di esperienze, finalizzato ad una crescita collettiva. Più avanti si sottolinea come “quello che l’Università sta facendo è sfornare barbari istruiti”; questa è una profonda riflessione che Daisaku Ikeda ci offre proprio per affermare l’esigenza della costruzione di percorsi comuni, privi di qualsiasi classismo intellettuale. L’Università dovrebbe essere luogo di aggregazione intellettuale, di crescita comune e non semplice bacino di apprendimento nozionistico. Ogni nozione, del resto, non è mai fine a se stessa, è sempre frutto di un processo cognitivo in continua evoluzione, che segue le incessanti mutazioni storiche del pensiero, della storia. Non esiste “Ragione”, non esiste “Saggezza”, non esiste “Verità”. Non fermatevi mai, mettetevi sempre in discussione, non accettate la soluzione facile, sarebbe delittuoso. Il Genio di Paul Valéry (grazie Pino!) ci dice: “Considerate che avete opinioni, convinzioni, idee precise – e considerate però tutto quello che non avete mai preso in considerazione nell’ambito delle cose stesse sulle quali avete riflettuto di più …”. Per questo esiste GRIDA!, per questo esiste il collettivo TiroMancino: per una costante esigenza di mettersi in discussione.

Un’avvertenza: tra poco ci saranno le elezioni per rinnovare il Consiglio di Facoltà e le cariche addette agli Organi Superiori. Vi verranno incontro tanti “ominicchi” e “quaquaraquà” con sorrisi a 32 denti professionalmente lucidati. Vi prenderanno sottobraccio come vecchi amici, vi porteranno a votare per le loro liste, garantendovi magari feste e facili entrate in discoteche. Oltre questi però vi saranno anche persone serie, coscienti dell’importanza di un’elezione in seno all’ateneo, consapevoli dei reali problemi della nostra facoltà. Vi chiedo di valutare intelligentemente la situazione, farvene un’idea e poi andare eventualmente a votare secondo il vostro pensiero e i vostri principi.

Penso sia la cosa giusta da fare.Claudio Contrafatto

NON VOTARE LA FALENA!

(A)Periodico di delirio auto(dis)organizzato del Collettivo TiroMancino -Ottobre '06-

vive solo una notte. poi scompare.in tempo di elezioni la facoltà ne è invasa.

“tu ti lamenti,ma chi ti lamenti?pigghia lu bastunie tira fora li renti”

da malarazza, canto popolare.

Sommario

ARTICOLI:EDITORIALE pag.1 “...E IL GIORNO DELLA FINE NON TI SERVIRA' L'INGLESE..” pag.2STORIE DI ORDINARIA DISPERAZIONE E STRAORDINARIA INDIFFERENZA pag.3CATANIA CAMBIA CATANIA pag.4PIAZZA BELLA PIAZZA pag.5ECCO A COSA SERVE IL TC pag.6

RUBRICHE:- liberAmente pag.3- il cosacucino? pag.8BREVI NOTIZIE:- Addiopizzo- sostieni Il Manifesto- nuovo esame di abilititazione pag.7SKANNA LA VACCApag.8

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di Danielaarticolo

“... e il giorno della fine non ti servirà l'inglese...”“Non abbiamo bisogno di consensi, ma di partecipazione”…

Sentii questa frase qualche giorno fa da una persona che stimo parecchio, parlando dell’associazione in cui da anni lavora attivamente, in occasione della presentazione di un bel film-documentario, uno di quei film talmente interessanti e pieno di spunti che in un paese “attento” come l’Italia, è talmente “tanto” che è anche “tanta” la fatica che deve fare per trovare i suoi spazi e i suoi tempi.

E capita così che arrivi nelle sale cinematografiche 3 anni dopo la sua data di uscita.

“Ma allora il consenso non serve?”- mi chiesi tra me e me. Presto capii che il tizio in questione non voleva svalutare l’importanza del consenso, quanto porre luce sul valore della partecipazione.

Stamattina a distanza di qualche giorno quella parola torna in mente. Stavolta è il Signor G. di “libertà è partecipazione”. Ricordo che quando morì, qualche tempo fa, Gaber lo conoscevo poco o nulla nel panorama dei miei amati cantautori italiani. Fossati stava accanto a Guccini. A distanza di tempo lo conosco ancora poco. Però quella frase m’ha sempre lasciata perplessa; intendo dire: il senso era arrivato, ma non l’avevo sentito. Come quando guardi una cosa, ma non la vedi.

Alcune cose per comprenderle appieno devi sperimentarle.

Vivo a Catania. E’ qui che mi sento di agire. Sono una studentessa. L’Università è casa mia, è qui che mi voglio sentir libera d’agire. Molte delle cose della realtà che vivo non mi piacciono. Sento forte il peso di spazi negati, di diritti negati. Il diritto, ad esempio, a portare in facoltà le mie idee, e di invitare idee. Di aprire un confronto, mantenere aperto un dibattito.. Di parlare d’altro che non siano le solite domande.. in cima alla top ten: “hai gli appunti di..”, ”ma il prof all’esame come si comporta”. Parlare di politica, economia, lavoro, diritti civili e umani, confronto tra le culture, questioni internazionali, pace.

Siamo all’Università, cazzo! non al bar dello sport. Siamo individui, ancor prima che studenti. Esseri pensanti ancor prima di esseri pensati.

Quello che le nostre Università stanno facendo è sfornare “barbari istruiti”.

Tempo fa chiedemmo degli spazi in facoltà. Era il 25 Aprile. Avremmo voluto fare delle letture e mandare delle proiezioni. Parlare di Libertà. Parlare di Resistenza. In modo semplice. “All’Università non bisogna fare politica”- ci venne risposto. Questo spazio ci è stato negato. E insieme a questo anche altri e con questi la possibilità di parlare “a casa nostra” di ciò che ci sta a cuore.

Un momento: sia ben chiaro! Siamo d’accordo sul fatto che all’Università i partiti non debbano entrare, ma la politica è altra cosa. Non capisco perché ogni qual volta si parli di politica, si pensi a qualcosa di pesante, di sporco. Eppure tutto è politica, ogni tua azione è politica, e anche se non vuoi farne parte è la politica che ti viene a cercare.

Per essere veramente liberi, leggo, non solo devono esistere le condizioni per manifestare i propri diritti, ma bisogna veramente avere la consapevolezza di esserlo. Le condizioni non ci sono, ma c’è la consapevolezza, penso, e allora si possono creare nuove condizioni di libertà. “Cercheremo altrove nuovi spazi, nuovi canali” è il sottofondo costante delle nostre azioni.

…e che poi ci siano i tempi per la “ricreazione”, bene pure…per guardarsi delle foto on-line …bene pure.. per parlare di moda femminile…. bene pure.. (certo, personalmente preferirei delle foto artistiche e questi pantaloncini al ginocchio, poi, li trovo veramente bruttini….), ma pensare che ci siano solo quelli, per me è estremamente

svilente. Si vogliano chiamare associazioni studentesche… bene pure. Mi reputo una persona estremamente tollerante. A volte spero solo che sia un problema di linguaggio, più che di contenuti…

Il più delle volte nei fatti non è così. E allora lì mi sento libera di denunciare: chiamatevi pure associazione studentesca, ma non prendete in giro nessuno! Fare rappresentanza è altro. Questa è una cosa seria. Presuppone conoscenza dei processi, coraggio di andar contro, di portare avanti delle idee e ancor prima di questo…averle!

Vivrò a Catania, almeno fin quando mi sentirò libera di volerci vivere. Vedo tanta gente della mia età costretta ad andare altrove. Così il Nievski si svuota di facce amiche, di sorrisi e arrivano nuovi volti, che presto un giorno anche loro se ne andranno “perché in Sicilia non ci sono le condizioni per restare”. I più se ne andranno senza neanche pensare a cosa avrebbero potuto fare per lasciare un segno. Se ne andranno. E ci abituiamo a una normalità che, a mio avviso, tanto “normale” non è. Se ne andranno senza pensare che anche se non “da protagonisti”, avrebbero potuto contribuire a un cambiamento anche solo da “spettatori”, che hanno in mano un telecomando e la possibilità di decidere da chi farsi rappresentare…Parlo di elezioni. Parlo di Cuffaro. Parlo di ignoranza. Di truffa.

Non sono per le deleghe e questo sarà trapelato. Ma anche quando non vorrai metterti a lavorare in prima persona, pensa bene che inevitabilmente ogni tua azione sarà parte di un processo. Un processo che sarà degli altri, ma che sarà anche tuo e ogni azione ti tornerà dietro ad effetto boomerang. Puoi decidere di non interessarti, che la politica non ti interessi, che puoi far a meno di conoscere quello che succede a un passo da casa tua, a raggi d’azione medi o ampi. E allo stesso modo puoi decidere di non partecipare, ma anche di non essere libero.

E se lo dice uno che a pieno titolo può stare tra Fossati e Guccini…c’è da crederci!

[...] Vorrei essere libero, libero come un uomo.Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasiae che trova questo spazio solamente nella sua democrazia,che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegaree nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà.

La libertà non è star sopra un albero,non è neanche avere un’opinione,la libertà non è uno spazio libero,libertà è partecipazione [...]

G. Gaber e S. Luporini - "La Libertà” (1972)

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di Enricoarticolo

Storie di ordinaria disperazionee staordinaria indifferenza

Partire da un fatto. Per mettere ordine ai pensieri confusi dalla

rabbia. Per scriver di una tragedia che si consuma ogni estate. Farlo senza retorica.

Partire da un fatto: il 19 ottobre 2005 il Centro di Permanenza Temporanea di Lampedusa è stato “declassato” a Centro di soccorso e di prima accoglienza, ciò in seguito alla condanna del Parlamento Europeo nei confronti del Governo Italiano per violazione dei diritti umani. Nonostante questo, il centro di Lampedusa funziona sempre come struttura detentiva alla quale viene negato l’accesso a giornalisti, medici, avvocati e interpreti se non espressamente richiesti dall’amministrazione.

Lo scorso 10 settembre una manifestazione che comprendeva più di settecento persone si è tenuta sull’isola e, una volta giunta davanti al centro, lo ha messo simbolicamente sotto sequestro per denunciare il mancato adeguamento della struttura alle nuove disposizioni europee e chiedere l’eliminazione di tutti i CPT d’Italia che personalmente e come molti altri non ho difficoltà a definire veri e propri lager di Stato.

Lampedusa è un luogo emblematico di come accogliamo i migranti in Italia, del silenzio e l’indifferenza di fronte alle migliaia di morti ogni estate nel canale di Sicilia e degli ancora più numerosi rimpatri ad opera dell’agenzia europea FRONTEX. “E li paghiamo noi”, direbbe Beppe Grillo, quei rimpatri che spesso equivalgono ad una condanna a morte solo differita.

Del resto lo ho già scritto, senza troppi giri di parole Alex Zanotelli in Korogocho, alla scuola dei poveri (ed. Feltrinelli): “mi vergogno di essere italiano, ma soprattutto mi vergogno di essere cristiano ( se cristiani sono quelli che hanno votato o approvato questa legge![la Bossi-Fini]). L’immagine più ripugnante è senza dubbio quella della raccolta delle impronte digitali degli immigrati (…) ma quello che mi preoccupa di più della Bossi-Fini è che mette fra parentesi la persona (quello che interessa è che l’immigrato lavori, non che esista come essere umano con una propria cultura o come cittadino). In questo senso la legge Bossi-Fini avalla una mentalitá seconda la quale l’immigrato deve essere una merce da utilizzare. L’immigrato è legalmente riconosciuto fintanto che serve al capitale, poi puó essere rispedito al mittente”.

Le dichiarazioni riguardo gli scafisti e le organizzazioni criminali che gestiscono questo traffico di vite forse servono solo a sistemare la coscienza dei governanti e di un’opinione pubblica già scossa dagli scandali del calcio, tra reality e veline. Le migrazioni irregolari in Italia rappresentano l’83% degli ingressi, sono un fenomeno strutturale conseguenza di crisi regionali e che non trova sbocco a causa di leggi proibizioniste. Ai lavoratori stagionali non resta che l’ingresso irregolare per il ridottissimo numero dei permessi di ingresso legale nelle regioni meridionali.

Non nascondo la rabbia e l’indignazione quando ho appreso il contenuto del discorso dell’ex presidente del Senato Marcello Pera al meeting di CL nell’agosto del 2005, lì si parlava di grave crisi morale dell’occidente colpa del relativismo che conferisce la stessa dignità etica a tutte le culture, di multiculturalismo ipocrita che genera terroristi e di un’Europa che aprendosi all’immigrazione incontrollata corre il rischio del meticciato. Il discorso venne più volte interrotto. Da applausi. Un filosofo.

Ricordo la mia prima ora difilosofia, si discuteva del perché proprio l’Asia minoresia stata il primo teatro di un sapere completamente nuovo. L’immagine che piùmi è rimasta di quella lezione sono le mani del professore che si intrecciano mentre parlava di rotte commerciali, occasioni di scambio, il confine tra Europa e Asia come luogo di contatto tra culture diverse e laboratorio di idee nuove.Del resto da siciliano, un po’ arabo un po’ normanno, non posso che sorridere agli sproloqui di chi vuol costruire una fortezza in nome di una comune identità, vorrei sorridere e sarebbe un riflesso normale, naturale e distensivo. Poi penso a Lampedusa.

nota di geografia

"Le coste del Mediterraneo si dividono in due,di partenza e di arrivo, però senza pareggio:più spiagge e più notti d'imbarco, di quelle di sbarco,toccano Italia meno vite, di quante salirono a bordo.A sparigliare il conto la sventura, e noi, parte di essa.Eppure Italia è una parola aperta, piena d'aria"

erri de luca

Brevi suggerimenti per la lettura

Episodio 1: il viaggio

alcune di proposte (di lettura/viaggio) per chi crede che leggere e viaggiare siano due attività non solo compatibili ma destinate a incontrarsi, fatte della stessa idea che porta a immaginare altre realtà possibili.

In Patagonia, Bruce Chatwin, 1982 ed. Adelphi, E 14.50“E se avessimo anche noi, come i pinguini jackass, un itinerario di viaggi già scolpito nel nostro sistema nervoso, forse questo spiegherebbe la nostra perenne irrequietezza”. Dal ricordo infantile di un pezzo di pelle di dinosauro tra le mensole della nonna parte un viaggio verso la terra che sta alla fine del mondo, un intreccio di storie e personaggi che sembrano arrivati lì come scampati a un naufragio.

Patagonia Express, Luis Sepulveda, 1999, ed. Guanda, E 6Patagonia express è la più australe delle linee ferroviarie, una locomotiva a carbone costruita in Giappone alla fine degli anni trenta con due vagoni riscaldati da una stufa a legna che i passeggeri devono alimentare. E’ un’immagine finita negli appunti di viaggio scritti in differenti luoghi e situazioni da cui Sepulveda si separa nell’atto stesso di pensarli come un libro.

Continua a pag. 4

LiberAmente rubrica

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di Giusyarticolo

Catania cambia CataniaPuò una città, che prova a dotarsi con fatica e ritardi di un

piano regolatore generale (l’ultimo è del ’64, ed andrebbe fatto ogni dieci anni…), continuare a tendere verso l’illusorio e vuoto appellativo di “capitale del mediterraneo”? Può investire gran parte delle proprie risorse a vantaggio di interventi di priorità dubbia nonché dubbia utilità? Può Catania far finta di ignorare cosa va male davvero, barricandosi dietro pomposi cartelli di lavori in corso, portatori ingannevoli di facili ed appetibili promesse?

Questi gli interrogativi che inevitabilmente sorgono a chi, con occhio critico, passeggia preoccupato tra le strade-cantiere diffuse sul territorio, o semplicemente si sofferma a leggere scintillanti articoli, impacchettati ben bene sul giornale di Citizen Ciancio.

Si sente ormai da tempo parlare di waterfront, di architetti venuti dalla lontana Barcellona a travestire la città con abiti che probabilmente non le si addicono. E nel frattempo si registrano le prime “trasformazioni”: un tracciato stradale alternativo al lungomare (l’asse di attraversamento veicolare che si allaccia a via De Gasperi), incompleto ma già dotato di immancabile rotatoria (quella su via del Rotolo) ed un complesso residenziale - alberghiero, espressione della solita idea di crescita economica basata sulle logiche della rendita immobiliare. Catania cambia Catania.

E colpisce l’idea di veder realizzare, in pieno centro ed in gran fretta, uno di quei posteggi sotterranei che dovrebbero risolvere un annoso e sentito problema cittadino. Colpisce, nel momento in cui si avviano contemporaneamente i lavori per altre opere, i parcheggi scambiatori, che affrontano lo stesso problema a partire da considerazioni assai diverse. La grande opera di Piazza Europa potrebbe in effetti apparire come un’ efficace risposta per liberare la superficie limitrofa dall’eccessiva presenza di veicoli in sosta. Ma, nella prospettiva in cui i nodi di scambio comincino a funzionare, quei veicoli in sosta non dovrebbero più star lì. Infatti, il senso di attrezzare a parcheggio grandi aree collocate ai margini della città (si pensi, ad esempio, a Barriera), è quello di scaricare il centro cittadino dal traffico di vetture private, e cominciare a diffondere la cultura del trasporto collettivo. Ma continuare a potenziare attrezzature per entrambe le alternative, oltre che essere una contraddizione nelle scelte, credo sia un buon modo per scoraggiare nuove prospettive. Catania cambia Catania.

Ed osservando il pannello di progetto, oltre a colpire la poca chiarezza dell’immagine che dovrebbe render noto il risultato dei lavori, oltre a colpire la presenza del solito Tuccio D’Urso (qui in veste di responsabile unico del procedimento), colpisce, e preoccupa, il fatto che si affittino e vendano, oltre ai posteggi (si badi bene, il tutto gestito dai privati), superfici commerciali. La sensazione è quella di osservare un cantiere travestito da opera di pubblica utilità, ma che risponde ad esigenze assai diverse da quelle richieste dalla cittadinanza. Predisporre ulteriori spazi per la vendita significa, a mio avviso, attrarre ulteriori utenti urbani. E quei nuovi posteggi che la struttura prevede altro non diventerebbero che gli appositi stalli a servizio dell’ennesimo centro di commercio. Catania cambia Catania.

Basta poi spostarsi di qualche metro per assistere ad un’altra operazione allarmante. La “riqualificazione del Corso Italia”. Ogni intervento richiede denaro. Denaro che l’amministrazione comunale decide di destinare secondo le necessità urbane, tenendo conto delle urgenze e degli effettivi bisogni. E del benessere che può trarne la collettività tutta.

Osservando la planimetria si legge un ridisegno della sezione stradale, con nuova collocazione dei posteggi (qualora non bastassero quelli di piazza Europa) e diversa articolazione degli spazi pedonali. Non è necessario entrare nel merito delle scelte progettuali per capire che una trasformazione del genere non è sostanziale, e che forse bisognerebbe investire e scommettersi altrove. Ma pare che in Corso Italia (come in corso delle Province) sia stata portata avanti un’innovativa esperienza di urbanistica partecipata, con l’assessore Drago paladino dei soggetti interessati (residenti e commercianti della zona), e metodi di ingaggio e coinvolgimento alternativi (qualche telefonata a casa).

Non si può rimanere indifferenti se si osserva tutto questo. Non si può non pensare a quelle realtà in cui le parole “riqualificazione” e “partecipazione” hanno un sapore assai diverso, scarico dai toni modaioli (mi riferisco a S.Cristoforo, Librino, ed a tutte le marginalità urbane). Realtà in cui lentamente si costruiscono prospettive nuove ed in cui si cerca di conquistare spazi di democrazia dal basso (penso al GAPA, all’Iqbal Masih, ed a tutti quei centri di aggregazione popolare che hanno la forza di cambiare realmente Catania).

Credo che la città contemporanea abbia vitale bisogno delle trasformazioni, che si contrappongano alla logica dell’insostenibile espansione sul territorio, e che carichino i luoghi di significati sempre nuovi. Ben vengano i cambiamenti, se fatti perseguendo obiettivi di reale interesse comunitario e se liberi da intenti di spettacolarizzazione.

Catania merita di cambiare, ma deve stare attenta agli errori di sempre: “affinché tutto resti com’è, bisogna che tutto cambi”…

Continua da pag. 3

Una raccolta di appunti legati da una promessa fatta al nonno, un esule repubblicano in argentina che lo portava a pisciare sui portoni delle chiese, alla quale si intreccia la personale vicenda dell’autore costretto alla prigionia e all’esilio dalla dittatura militare.

Viaggio in Portogallo, José Saramago, 2005 ed. Einaudi, E. 11,50“La felicità, che il lettore lo sappia, ha molti volti. Viaggiare è, probabilmente, uno di questi. Affidi i suoi fiori a chi sappia curarli e cominci. O ricominci. Nessun viaggio è definitivo”. Conoscere un paese significa comprendere, nella maniera più esatta possibile, il suo paesaggio, la sua cultura e la gente che lo abita. Viaggio in Portogallo è una storia. Storia di un viaggiatore che attraversa il suo paese come viaggiando dentro di sé e attraverso la cultura che lo ha formato, un viaggiatore che si converte in una lastra sensibile che registra viaggiando le voci di un popolo.

LiberAm

ente rubrica

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Grida! - (A)Periodico di delirio auto(dis)organizzato- Ottobre '06

di Antenore (Tratto da www.itacanews.it)articolo

Piazza bella piazzaCatania: tornano i comitati d'affari?

Cinquecento milioni di euro per costruire a Catania 13 parcheggi scambiatori in periferia e 9 in centro, tre linee tranviarie urbane, due linee metropolitane, e per ristrutturare e abbellire le più importanti vie cittadine. Una spesa enorme che Umberto Scapagnini ha concentrato in buona parte nelle mani dei principali affaristi della Città: Mario Ciancio ed Ennio Virlinzi.

E dire che il sindaco aveva iniziato con interventi, diciamo, di semplice rifinitura: il restauro di una piazza, la ripavimentazione di Via Etnea, lo spurgo urgente dei tombini dalla sabbia vulcanica (per il quale - a suo dire - aveva persino subito un ingiusto procedimento da parte della Corte dei Conti). Cosette, insomma...

Adesso, legittimato dal secondo mandato e dalla rinnovata delega di “Commissario Straordinario per il Traffico e la Sicurezza Sismica” ricevuta dall'ex premier Berlusconi, ha utilizzato per i grossi affari la scorciatoia delle procedure straordinarie (è un Commissario straordinario, perbacco), che hanno tagliato fuori sistematicamente da ogni decisione il Consiglio comunale, l’Ufficio Tecnico e la Commissione per l’edilizia e l’urbanistica. Ogni cosa si è decisa all’interno dell’"Ufficio speciale Emergenza traffico e Sicurezza sismica", presieduto dall’ingegnere Tuccio D’Urso (quello, per capirci, che si è presentato con il caschetto giallo alle elezioni regionali).

Tra le procedure straordinarie, c'è anche l’assegnazione dei nove parcheggi cittadini attraverso criteri di valutazione discrezionali e il finanziamento dei lavori con il sistema del “project financing”, che significa la concessione temporanea (non meno di quarant’anni) della gestione dei parcheggi alle imprese aggiudicatarie dei lavori. Come dar torto a Scapagnini: non è il traffico, come diceva Johnny Stecchino, il più drammatico problema di noi siciliani? Certo, l'emergenza ha portato il sindaco a tralasciare alcuni dettagli: l’affidabilità delle aziende appaltatrici, l'improvvisa comparsa (all’atto della stipula dei contratti) di nuove misconosciute società o le modifiche in extremis, presso privati notai, delle convenzioni che regolamentano le concessioni.

Altri dettagli, quelli più gustosi, riguardano invece le imprese beneficate dal signor sindaco per la costruzione dei nove parcheggi. Tra le società compaiono l’Ira Costruzioni srl, la Si.Gen.Co. srl e la Operae SpA. Andiamo per ordine.

L’Ira Costruzioni (aggiudicataria del Parcheggio Cavour), un tempo del cavaliere Graci e rilevata insieme alla F.lli Costanzo dalla Ferrari Costruzioni generali Srl, ha vinto negli anni scorsi due importanti lavori a Catania per oltre 35 milioni di euro ma adesso è sull'orlo del fallimento. Da settembre del 2005, a causa delle difficoltà finanziarie dell’intero gruppo Ferrari, ha interrotto tutti i lavori e non paga né stipendi né contributi ai propri dipendenti. Solo nell’aprile di quest’anno, dopo mesi di trattative, è stata annunciata (ma non ancora formalizzata) la vendita della società alla Intrapresa Srl, un’impresa costituita appositamente per rilevare i cantieri bloccati.

Non gode di ottima salute nemmeno la Si.Gen.Co.(dovrebbe realizzare il Parcheggio di Fontanarossa) che nel gennaio 2004 si è vista rescindere dalla Società Autostrade il contratto d’appalto per il risanamento di una galleria sulla A7 a causa dei gravi ritardi e del mancato adempimento alle indicazioni ricevute dalla Direzione dei Lavori.

Uno dei legali rappresentanti della società Si.Gen.Co. è l’avvocato Santo Campione, membro del Cda della Cogei Costruzioni dei fratelli Rendo assieme ai quali fu rinviato a giudizio (e poi assolto) per corruzione nella costruzione della diga dell’Ancipa, quel mostro di cemento realizzato senza autorizzazioni urbanistiche e ambientali, fessurato da 15 anni per errori nella progettazione e per la cui realizzazione, secondo il boss Angelo Siino, sarebbe stata interessata direttamente la mafia.

Realizzatrice del Parcheggio Lanza sarà la Operae SpAdell’immobiliarista Vittorio Casale. Massone dichiarato, Casale, citato nell’inchiesta sulla loggia massonica deviata di Salvatore Spinello. Nel 2000 Casale aveva costituito con i fratelli Joaquin e Jesus Franco la Codere Italia per la gestione delle sale Bingo in Italia (per la cronaca, nella provincia di Catania tre sale Bingo della Codere sono state aperte insieme ai figli del cavaliere Mario Rendo). Oggi la Recreativos Franco dei fratelli Joaquin e Jesus, e di cui fa parte la Codere, è indagata per presunte connessioni con il gruppo di riciclatori e narcotrafficanti del boss Fausto Pellegrinetti e di Lillo Rosario Lauricella. Pellegrinetti è stato condannato a 8 anni per riciclaggio, Lauricella a 3 anni e 8 mesi, ma è stato assassinato a Caracas nel 2002.

Nell’affare di Piazza Europa entrano il Cavaliere Ennio Virlinzi, proprietario della Evirifin SpA e presidente del raggruppamento di imprese Parcheggio Europa SpA e Mario Ciancio, socio insieme a Valeria Guarnaccia (sua moglie) della Cisa SpA. Al momento della presentazione del progetto, la società per azioni Parcheggio Europa era costituita da cinque società (Evirifin SpA, Keynesia srl, Cisa SpA, Fin.Cos. srl, Ingegneria 2000 Consulting srl). Senza alcuna motivazione, il numero delle società é aumentato a sei, (con la Repin srl) all’atto dell’aggiudicazione dei lavori, come è indicato nella convenzione che affida alla società la costruzione e la gestione per quarant’anni del parcheggio.

Ma non è la sola "trasformazione" dell’ultimo momento. C’è anche un’improvvisa modifica di convenzione, non più stipulata a Palazzo degli Elefanti davanti al Segretario Generale del Comune, ma presso un notaio di Giarre, presenti solamente D’Urso e Virlinzi. La convenzione originale prevedeva anche la gestione di 600 posti auto nelle vie attorno alla piazza. Per non entrare in conflitto con la società Sostare, i 600 posti si sono trasformati in botteghe cedibili a terzi, a prezzo «lasciato alla libera contrattazione tra le parti». Un cartellone in Piazza Europa dice «vendesi», ma non è ancora chiaro se si tratta della vendita definitiva di un bene pubblico da parte di privati, o di una cessione temporanea, cosi come l’intera gestione del parcheggio.

Dimenticanze, distrazioni, incompetenza? Difficile crederci. Nella spartizione dell’ “Affare Catania” nulla sembra lasciato al caso.

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Grida! - (A)Periodico di delirio auto(dis)organizzato- Ottobre '06

di Kassandraarticolo

Ecco a che serve il TCDa punto-informatico.it:"Nuovo crack per il DRM di iTunes. Elimina anche le più recenti protezioni DRM dai file acquistati su iTunes. La controffensiva antiDRM parte dall'underground: i lucchetti più blasonati vengono scassinati dagli hackerRoma - Allergia al FairPlay DRM? C'è il rimedio: si chiama QTFairUse ed è uno strumento che spacca i lucchetti digitali sui file multimediali utilizzati dai lettori iPod. L'ultima versione sarebbe addirittura compatibile con tutte le versioni del DRM, secondo alcuni membri del progetto HYMN, acronimo di Hear Your Music aNywhere.La rimozione delle protezioni incluse nei file venduti da Apple permette infatti di ascoltare i file su qualsiasi lettore MP3. Il tool anti-DRM, disponibile soltanto per gli utenti Windows, sfrutta il jukebox software iTunes e permette di convertire i file protetti M4P in MP3 interoperabili. Il funzionamento è semplice: il file viene decrittato normalmente dal software Apple: QTFairUse "intercetta" i dati decrittati direttamente dalla memoria del computer ed esegue un dump, producendo dati audio privi di protezione.[...]"

l'articolo completo http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1647206&r=PI

intanto traduciamo: man mano che la canzone scorre, iTunes copia in memoria RAM la parte del file che gli serve, senza le protezioni, perché altrimenti non potrebbe utilizzarla. il programma di cui parlano nell'articolo in realtà non "spacca i lucchetti digitali", ma li aggira. il software riesce ad accedere alla zona di memoria dove iTunes mette i dati, e se li copia, li rimette assieme e poi copia il risultato (un file mp3 normale) sul disco fisso.è come farsi una copia personale di un cd, perfettamente legale. se volessi ascoltare quel brano nella mia autoradio con decodifica mp3 (che oggi hanno quasi tutte)?ma a loro dà fastidio...e allora qualcuno un giorno ha pensato: che cazzo sviluppo a fare tecnologie DRM se poi quegli stronzi possono usare winice o accedere alla memoria? o quegli stronzi smettono. uno: di reclamare dei fantomatici "diritti" e incazzarsi quando credono che li stiamo violando... (compri il nuovo cd dei metallica e ti lamenti che non puoi copiarlo, non puoi ascoltarlo nello stereo e nell'autoradio ma solo sul pc? dovresti essere contento, ti abbiamo fatto un favore, chi ascolta musica di merda non ha diritti). due: di cazzeggiare con quei cazzo di computer dalla mattina alla sera... (ma cercarti un lavoro serio invece di rovinare il mio?) oppure ci vuole un'altra soluzione...purtroppo al mondo ci sono persone che fanno entrambe le cose di cui sopra, quindi c'è voluta un'altra soluzione. Che è il tc.col chip fritz attivo quel programma non può funzionare.ma cosa fa il chip? matematica. un algoritmo di crittografia è essenzialmente una funzione matematica. ci sono funzioni invertibili, per cui è possibile riottenere i dati originali, e funzioni non invertibili. un metodo di crittografia "invertibile" è ad esempio quello che usa iTunes, uno non invertibile è un hash md5.le funzioni possono essere a una o a + variabili.il chip fritz applica una funzione invertibile a due variabili a tutti i dati che passano ad esempio tra il disco e la memoria, tra la memoria e la cpu, tra la memoria e le varie periferiche... una variabile sono i dati, la seconda variabile è una chiave, memorizzata nel chip. avendo la chiave si può leggere in chiaro (decodificare) tutti i dati che sono in memoria ad esempio, senza chiave nisba. ovviamente io povero utente non devo poter accedere

alla chiave. quindi in questo scenario, anche ammesso che il programma riesca ad accedere all'area di memoria di iTunes, facendo il dump otterrebbe solo un ammasso di dati crittografati di cui non si fa nulla, se non con MOLTO tempo di calcolo... troppo per essere usabile.le tecniche che si vogliono inibire sono le stesse che hanno permesso sia di scoprire spyware o adware in programmi largamente diffusi, sia di craccare programmi commerciali e diffonderli; il primo un esempio che nonostante violi una licenza, lo fa alla fine per uno scopo moralmente accettabile, il secondo per uno scopo commercialmente accettabile (la microsoft guadagna dalla pirateria del software, ma di questo parleremo un'altra volta...).diverso è il discorso quando si tratta di diritti su un'opera. parlate con un musicista qualunque, vi dirà che i guadagni maggiori su un'opera li fanno le major, e mai l'artista.Il trusted computing serve in teoria a proteggerci dai virus e dagli "hacker". ma se gli hacker sono i "dottori della rete", sono quelli che hanno scoperto i virus nascosti nei programmi violando una licenza, sono quelli che si battono per una libera circolazione dei saperi, non controllata da nessun governo (figuriamoci da un consorzio di multinazionali, che nell'intenzione del TC dovrebbe decidere cosa possiamo fare o meno col *NOSTRO* computer), allora perchè dovremmo essere protetti da queste persone?ma soprattutto come possono queste aziende ergersi a paladine della giustizia e della difesa dei diritti degli autori quando questi diritti li calpestano quotidianamente????????????????????????????Il nuovo player mp3 della Microsoft si chiama Zune. ogni file che viene caricato sul player viene dotato di una protezione DRM (windows media drm 10, recentemente crackato). quando passerete lo stesso file dal vostro player a quello di un vostro amico (Zune ha il wireless, figo eh?) egli avrà tempo tre giorni per ascoltarlo per un massimo di tre volte..................................................................(http://copydown.inventati.org/left/2006/09/16/drm_e_musica_indipendente).Ma al mondo esistono anche persone che rilasciano le loro opere sotto licenze che ne permettono il libero scambio, senza dover pagare alcunchè, e non sono nemmeno pochi... il 29 luglio a Roma ha aperto Fiordiluna, una gelateria dove oltre a gelati biologici certificati e prodotti con ingredienti del commercio equo e solidale, è presente anche uno spazio multimediale dove sono disponibili musica, video o opere letterarie distribuite con licenza libera.che succede se io carico questi files sul mio zune? succede che microsoft ne viola la licenza, applicando un sistema che ne limita la libera diffusione, contrariamente a quanto voluto dall'autore.chi è il pirata adesso?

http://www.no1984.orghttp://www.defectivebydesign.orghttp://www.copydown.org/http://www.trustedcomputinggroup.org

Page 7: Grida - ottobre 2006

SPECIALE V.O. - NUOVO ESAME DI ABILITAZIONE“…e allora se mi laureo il prossimo anno devo farmi il tirocinio prima dell’esame di abilitazione?”…questa e tante altre le preoccupazioni dei molti studenti delle Facoltà di Ingegneria italiane che, in previsione della laurea, guardano all’immediato futuro. Un nuovo esame di abilitazione che prevede oltre all’introduzione di un anno di tirocinio, preliminare all’ammissione alle prove, ben 4 prove (2 scritte, una grafica ed una orale), invece delle attuali 2, e la possibilità di iscriversi ad un solo dei 3 settori dell’albo(Civile-Ambientale, Industriale e dell’Informazione). Possibile, poi, l’accesso agli altri 2 settori, previ, però, ulteriori esami e tasse…A regolamentare il tutto un famoso decreto: il DPR328/01…01 sta per 2001, anno in cui il decreto fu emanato. Da allora un insieme di proroghe, ottenute anche grazie alle pressioni del Movimento Nazionale DPR328, un movimento apartitico che da anni si batte a difesa degli studenti del vecchio ordinamento.

La situazione attuale è piuttosto complicata e non definitiva: le modifiche arrecate al DPR328 riguardanti il tirocinio (DPR328 bis) sono state ritirate a seguito delle mancate risposte del Ministero alle osservazioni poste dalla Corte dei Conti. Conseguenza di ciò è l’archiviazione del decreto da parte della Corte stessa, nella parte riguardante il tirocinio. Detto questo, nulla vieta che il tirocinio non possa essere introdotto in seguito.

Da poco il movimento DPR328 ha inviato a onorevoli Mussi e Modica la quarta petizione (oltre 20000 firme). Alcuni atenei hanno chiamato in causa anche gli Ordini degli Ingegneri, affinché si esprimessero a favore degli studenti del VO,  ottenendo consensi favorevoli. Presto i referenti di Catania si attiveranno a farlo pure nel nostro Ateneo.

Per essere più possibile informato vai sul sito del Movimento Nazionale Dpr328:www.costruzioni.net/dpr328/ e iscriviti alla mailing list.

Per informazioni sul comitato catanese (invio firme, ricorso al TAR,….), contatta il tuo referente:Daniela Urso [email protected] Torrisi [email protected] (Referenti per il Movimento Nazionale DPR328 per Catania)

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brevi notizie

Addiopizzo

Sostieni un bene comune: Sostieni il Manifesto!

“Il Manifesto attraversa una crisi profonda, la più grave vissuta nei 35 anni della sua storia. E’ molto alto il rischio che tutto ciò porti alla chiusura del giornale. Già ora sono pesanti le ripercussioni sui giornalisti e sui lavoratori del Manifesto. Facciamo appello ai lettori, agli abbonati, a tutti i democratici per una mobilitazione concreta che scongiuri un esito così negativo., che renderebbe più povera l’informazione e la cultura del nostro paese.”

www.ilmanifesto.it

SOTTOSCRIZIONEOn line con carta di credito,oppure telefonicamente con carta di credito, chiamando il numero 06 68719.888 dalle ore 10:30 alle 18:30, il sabato dalle 10:30 alle 13:30con un versamento sul conto corrente postale 708016, intestato a il manifesto coop. edit. arl – Via Tomacelli, 146 – 00186 Romacon un bonifico bancario sul conto corrente Banca Popolare Etica – Ag. Roma intestato: Emergenza Manifesto - ABI 05018 - CAB 03200 - CIN K - C/C 000000535353IBAN: IT40 K050 1803 2000 0000 0535 353

Anche a Catania è partita l'iniziativa "contro il pizzo cambia i consumi" lanciata da Addiopizzo, associazione nata a Palermo il 29 agosto del 2004 (in occasione del tredicesimo anniversario dell'assasinio di Libero Grassi) da alcune decine di cittadini, con l'intento di incentivare i commercianti a denunciare le richieste di estorsione, responsabilizzare i consumatori al consumo critico e sollecitare comunque una maggiore sensibilità ad un fenomeno tanto presente quanto ignorato.A chi aderisce viene chiesto di sottoscrivere il MANIFESTO DEL CITTADINO / CONSUMATORE PER LA LEGALITA' E LO SVILUPPO e che il proprio nominativo sia reso pubblico e inviato alle associazioni di categoria degli imprenditori e dei consumatori.

info: www.addiopizzo.altervista.org

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Pasta all’Ira di Dio

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IL COSACUCINO?rubrica

Come usare gli avanzi di frigo e rimanere leggeri prima di una lezione delle 3... Ti proponiamo una ricetta semplice e veloce:

Ingredienti (per n persone):avanzi di frigopasta corta (preferibilmente gnocchi fritti)cipolle(preferibilmente di Giarratana)oliopepesale q.b.

Occorrente:una padellauna pentola molto ampiaun frigo

Tempo di preparazione:Variabile, in base alle dimensioni del frigo.

PreparazioneAprire il frigo e farsi un’idea, nel frattempo mettere l’acqua a bollire. Preparare un bel soffritto di cipolle (mi raccomando: le cipolle devono essere molte e tagliate a pezzettoni grossi, quale velo e velo..). A questo punto uscire indistintamente dal frigo tutto quello che vedi (panna, funghi, olive, pancetta, salumi e formaggi vari…ma anche tonni, mozzarella, wűrstel…), taglialo a pezzetti e aggiungilo al soffritto. Nel frattempo, sala l’acqua per la pasta…butta la pasta (considera 200 grammi a persona) e scolala bella scotta…Aggiungi il condimento e porta in tavola. Lo Chef Eca augura buon appetito!

speciale fuorisedespeciale fuorisede

REDAZIONE:

Enrico CavalliClaudio ContrafattoGiusy PappalardoRodolfo UngheriDaniela Urso

si ringraziano per la collaborazione:

Fabio InsoliaCaterina LamarcaCarlo MajoranaEmilia MottaGianmarco MusumeciPino Tagliaferri z4nn4

Scrivere è di tutti.Se hai qualcosa daGRIDARE, contattaci!

Il Collettivo TiroMancinosi riunisce ogni martedìalle 13:00 nell'auletta dei rappresentanti(1°piano polifunzionale, accanto al bar).

www.collettivotiromancino.org

[email protected]

SKANNA LA VACCAhttp://radio.erroneo.org

La storia de L'Erroneo è un fumetto.Documento sulla tragica commedia di chi, in Sicilia, vuole informare senza padrini.