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    raffi - ScaliseLe lingue e il linguaggio

    AP I - CHE COS'E' IL LINGUAGGIO

    La linguistica, il linguaggio e i linguaggi

    nguaggio: sistema di comunicazione tra emittente e ricevente

    diversi linguaggi (animale, computer, umano...) hanno una struttura specifica. La linguistica cerca leggi generali per questa struttura -->

    sciplina descrittiva e non normativa come la grammatica descrive come effettivamente si esprimono le persone.

    Caratter. rorie !el linguaggio u"ano

    iscreto: i suoi elementi si distinguono gli uni dagli altri per limiti !en definiti (lettere distinte ecc). "uello animale (es. api) invece

    ontinuo, cio per cam!iare messaggio non modifiche nette (cam!io lettera) ma sottili e graduali.oppia articolazione: pochi fonemi privi di significato proprio formano, se com!inati insieme, un numero altissimo disegni (#entit$ con

    gnificante e significato). %elle api invece ogni piccolo movimento ha un significato, e non composto da piccoli movimenti privi di

    gnificato.

    creano sempre parole nuove, a differenza che negli animali.

    corsivit: frasi sempre nuove inserendo una frase nell'altra --> numero frasi possi!ili infinito. %on c' ricorsivit$ negli animali.

    iscretezza e ricorsitiv$ ci sono invece entram!e nel linguaggio informatico.

    ipendente dalla struttura: complesse relazioni tra gli elementi di una frase, anche non direttamente adiacenti se questi non sono !enstemati la rendono agrammaticale. Il linguaggio informatico di solito indipendente dalla struttura, cio ogni elemento determinato solo

    a quelli adiacenti ...o.* ma non vero+++

    entativi di insegnare un linguaggio umano alle scimmie (usando quello per sordi, dato che l'anatomia non permetteva loro di articolare

    arole) sono falliti: comunicano s, ma non hanno ricorsivit$ e non imparano automaticamente come i !am!ini.

    Il linguaggio e le linguenguaggio: sistema di comunicazione dotato delle caratteristiche di cui sopra

    ngua: forma specifica che questo sistema assume nelle varie comunit$.li umani hanno un linguaggio e tante lingue.

    niversali linguistici(#elementi comuni alle varie lingue): ricorsivit$ e dipendenza dalla struttura

    ifferenze tra lingue: ordine delle parole

    AP II - CHE COS'E' UNA LINGUA

    a lingua un sistema articolato in pi/ sistemi, livelli linguistici: dei suoni (fonologia), parole (morfologia), frasi (sintassi), significati

    emantica). *gni livello interdipendente con gli altri.

    Parlato e scritto

    a linguistica privilegia la linguaparlata, perch0:

    ci sono lingue parlate e non scritte la scrittura aspetto secondario

    l !am!ino impara prima a parlare, e lo fa in modo naturale, non come per lo scrivere

    a parlata cam!ia pi/ in fretta della scritta, che invece tende a mantenersi

    pi/ gli alfa!eti (che servono a scrivere) sono spesso incongruenti con i suoni (vedi inglese)

    Astratto - concreto

    gni volta che parlando si ripete una lettera, questa diversa (per durata, altezza...) per1 ogni ripetizione ha qualcosa di 2uguale2 che lastingue da un'altra lettera.

    u un livello astratto, c' una e una sola 3a3, che si pu1 poi realizzare in nmodi diversi su un livello concreto. La distinzione tra 3a3 ed 3e3

    nguistica, quella tra le loro concretizzazioni no.

    5 2Langue2 e 2parole2 (&aussure)

    arole: esecuzione linguistica concreta realizzata da un individuo.

    angue: lingua della collettivit$, sociale e astratta, che l'individuo non pu1 modificare da solo.a langue necessaria perch0 gli atti diparole siano intellegi!ili, laparole necessaria perch0 la lingua funzioni.

    4 6odice e messaggio (7a8o!son)

    odice: insieme di potenzialit$ astratto tipo il punto e la linea del codice morse.

    Messaggio: atto concreto costruito sulle unit$ !ase fornite dal codice.

    9 6ompetenza ed esecuzione (6homs8)

    ompetenza: ci1 che l'individuo sa della propria lingua, in astratto

    secuzione: ci1 che ne fa, in concretoarole, messaggio ed esecuzione pi/ o meno si equivalgono langue e competenza sono diverse (la prima sociale, la seconda individuale)

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    Conoscen$e linguistic%e !i un arlante

    5 fonologica

    n italiano sa quali suoni sono della sua lingua e quali no cam!ia automaticamente il suono della cpassando da amico ad amici, ecc

    4 morfologica

    n italiano sa che quasi tutte le parole finiscono in vocale, possiede un certo voca!olario, in grado di formare parole nuove e applicare

    ffissi e prefissi, capendo quando non si pu1 fare

    9 sintattica

    ostruiscono e capiscono senza pro!lemi frasi nuove, capendo quando sono agrammaticali= semantica

    iconoscono il significato, intuiscono la sinonimia e l'antonomia (sinonimi e contrari), interpretano frasi am!igue, colgono relazioni di

    gnificato tra le parole

    ? la grammatica dei parlanti

    ostruita da fattori innati e acquisiti. Il !am!ino non sa regole ma le acquisisce a partire dai dati, costruendosi una grammatica. "uella dei

    !ri un pallido tentativo di descrivere quella grammatica l+

    Una lingua non reali$$a tutte le ossiilit(

    gni lingua non ha tutti i suoni possi!ili, n0 il lessico per descrivere ogni cosa specificamente, n0 realizza tutte le possi!ilit$ morfologiche

    d es non tutti i suffissi si possono applicare a tutte le parole), n0 sintattiche (ad es l'ordine delle parole non pu1 essere totalmente a caso)

    Sintag"atico e ara!ig"atico

    apporti sintagmatici: i suoni sono influenzati da quelli adiacenti. &i hanno tra elementi in praesentia, cio co-presenti.

    apporti paradigmatici o associativi: esistono tra tutti i suoni che possono comparire nello stesso contesto (ad esstolto,sdoganare,scorta,gom!ro...), ma solo in asentia, cio se c' un suono non pu1 esserci l'altro. @utti i suoni che possono comparire nello stesso contesto

    anno qualcosa in comune, ad es quelli elencati formano la classe di suoni occlusivi.ali rapporti non ci sono soltanto tra suoni ma anche tra tutti gli elementi che sono reciprocamente condizionati (ad es 2il questo2 non si pu1

    re: o dici il o dici questo, quindi hanno un rapporto paradigmatico in 2il mio li!ro2 le parole hanno un rapporto sintagmatico, perch0 sifluenzano: non si potre!!e dire 2il mia li!ro2).

    e desinenze dei ver!i hanno rapporti paradigmatici tra loro --> formano unparadigma di forme che si possono aggiungere (una ad

    clusione dell'altra) alla stessa !ase.

    Sincronia e !iacronia

    o studio del cam!iamento linguistico nel tempo diacronico lo studio di una lingua senza considerare il fattore tempo sincronico.

    Il segno linguistico

    na parola unsegno.

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    aliano standard - italiano regionale (%ord-6entro-&ud) - dialetto locale.

    realt$ la stratificazione pi/ complessa: italiano scritto - parlato formale - parlato informale - regionale - dialetto di 8oin0 (regione

    alettale, tipo veneto, lom!ardo...) - del capoluogo di provincia - locale

    /. Pregiu!i$i linguistici

    on c'erano lingue semplici che poi si sono evolute: tutte le lingue hanno sistemi fonologici, morfologici e sintattici complessi.

    utte le lingue hanno una loro logica interna.

    dialetti sono complessi come una lingua (tant' che le lingue nazionali spesso sono dialetti in origine).e lingue sono facili o difficili da imparare a seconda della lingua di partenza ...ma va'DDD

    AP III - LE LINGUE 0EL ON0O

    ntro!u$ione

    organizzazioneLinguasp!ere ha classificato le lingue del mondo in F ordini di grandezza secondo il numero di parlanti. L'inglese ha pi/

    un miliardo di parlanti ed F l'italiano G. La statistica tiene conto anche di chi parla una lingua come seconda lingua, e parte dal

    esupposto che tutti gli a!itanti di un paese ne parlino la lingua (cosa che non vera ad es per gli anziani italiani che parlano solo dialetto).

    ltre classificazioni, pi/ rilevanti dal punto di vista linguistico:

    enealogica: due lingue sono parte dello stesso gruppo se derivano dalla stessa lingua originaria (o lingua madre, che diverso da

    adrelingua), ad es le lingua romanze hanno come lingua madre il latino, e fanno parte anche di una linea genealogica pi/ ampia,

    ndoeuropeo, che unafamiglia linguistica.

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    La a"iglia linguistica in!oeuroea

    torno al 5J9K si dimostr1 che sanscrito (antica lingua indiana) e lingue europee sono collegate --> da ci1 il termine famiglia linguistica

    doeuropea. A' suddivisa neigruppi:

    ndo-iranico: coi sottogruppi indiano (comprendente lingue antiche come sanscrito e vedico, e ancora parlate come hindi e urdu) e iranico,

    teriormente suddiviso in occidentale (persiano antico e moderno, curdo...) e orientale (afgano...)

    ocario: rappresentato da due lingue estinte chiamate @ocario C e

    anatolico: lingue estinte, come l'ittita

    armeno

    al!anese

    lavo: diviso nei sottogruppi orientale, occidentale, meridionale

    !altico: lituano, lettone e varie lingue estinte

    ellenico: greco

    talico: suddiviso nei sottogruppi orientale (lingue poi estinte come osco, um!ro, sannita) e occidentale (da cui deriva il latino e quindi le

    ngue romanze)

    germanico: suddiviso in orientale (gotico), settentrionale (svedese, danese...), occidentale diviso in anglo-frisone (da cui l'inglese) e

    eerlando-tedesco (olandese, nederlandese, afri8aans parlato dai coloni in africa, iddish dialetto degli e!rei tedeschi)

    celtico: suddiviso in gaelico (irlandese, gaelico di &cozia) e !ritannico (gallese, !retone...)

    nota che classificazione genealogica e geografica non coincidono.

    La classiica$ione tiologica

    u1 essere morfologica o sintattica.

    1 3iologia "orologica

    olante: quasi totale mancanza di morfologia. I nomi non si distinguono n0 per caso, n0 genere n0 numero i ver!i non hanno differenze di

    ersona, tempo, modo ecc. ;er indicare le relazioni tra le parole si fa quindi grande uso di particelle. Hunziona cos il cinese, ma anche uno' l'inglese (ver!i indeclina!ili...).

    gglutinante: ogni parola contiene tanti affissi (cio forme da legare alla parola) quante sono le relazioni grammaticali che devono essere

    dicate gli affissi si 2sommano2 tra loro.

    lessiva: tipica delle lingue indoeuropee. 6aratteristiche:

    e relazioni grammaticali sono indicate da un unico suffisso. A' quel che accade in latino: -i!us indica sia a!lativo sia plurale, mentre una

    ngua agglutinante come il turco avre!!e usato un suffisso per indicare l'a!lativo e ci avre!!e attaccato un altro suffisso per indicare il

    urale.

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    c'flessione interna: variazione della vocale radicale della parola (esco - uscii). %elle lingue semitiche, a differenza che nelle indoeuropee

    flessione interna non riguarda solo alcuni ver!i ma tutti, e allora si parla di tipo morfologico introflessivo.

    si suddivide in sottotipo analitico (come in italiano, si possono usare anche pi/ parole per realizzare una relaz grammaticale: uscii3sono

    cito),sintetico (si usa una sola parola, come in latino: eMii) epolisintetico(un'intera frase si pu1 esprimere con una sola parola, come in

    chimese)

    e lingue possono avere alcune caratteristiche riconduci!ili a una tipologia e altre a un'altra.

    2 3iologia sintattica

    daga l'ordine delle parole in particolare:

    se ci sono preposizioni o posposizioni (preposizioni messe dopo, es in giapponese si dice 2cena dopo2, non 2dopo cena2)

    a posizione del ver!o rispetto a soggetto e oggetto. I tipi di ordine dominanti sono &N*, &*N e N&*.

    a posizione del complemento di specificazione (indicato dalla di genitivo) rispetto al nome cui si riferisce

    a posizione dell'aggettivo rispetto al nome cui si riferisce

    sistono correlazioni sistematiche nelle varie lingue tra queste caratteristiche, e si possono riassumere negli universali implicazionali, cosetti perch0 si implicano a vicenda:

    N&*3;r3%3%C

    &N*3;r3%3%C

    &*N3;o3%3C%

    &*N3;o3%3%C

    generale, si pu1 concludere che la differenza fondamentale tra ordine N* e *N (indipendentemente dal soggetto):

    * preposizionale e mette sia aggettivo che genitivo dopo il nome

    N posposizionale e li mette prima.

    hiaramente una semplificazione (ad es le lingue di tipo = sono *N ma mettono l'aggettivo dopo) ci sono anche lingue che non seguono

    essuno di quei quattro schemi.

    I siste"i !i scrittura !elle lingue !el "on!o

    eografico (o logografico): come quelli degli antichi egizi o sumeri, oggi dei cinesi. Cd ogni sim!olo corrisponde un concetto. Oa poi

    praggiungeva un uso fonetico di questi sim!oli (detti ideogrammi): se due di essi, per un caso di omonimia, venivano pronunciati allo

    esso modo, diventavano intercam!ia!ili nella scrittura. a ci1 nato il sistema silla!ico.

    llaico: certi segni passano a indicare certi gruppi di suoni. Il numero di segni passa dalle migliaia del sistema ideografico al centinaio.

    lfaetico: ela!orato nella 4P met$ del II millennio a.6. da popolazioni semitiche i Henici non lo inventarono ma lo trasmisero ai reci. C

    gni suono corrisponde un segno, in teoria in pratica non cos (ad es in inglese...), perch0 le lingue si sono evolute: una volta anche

    nglese si pronunciava com' scritto, ma la forma grafica non stata al passo dei cam!iamenti nella lingua parlata.

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    reci adattarono l'alfa!eto fenicio da quello greco derivano l'alfa!eto latino e il cirillico.

    sistema di scrittura non connesso all'apparentamento fra le lingue: lingue non apparentate possono usare lo stesso alfa!eto e viceversa.

    AP I4 - I SUONI 0ELLE LINGUE 5ONE3ICA E 5ONOLOGIA

    ntro!u$ione

    onemi: suoni che funzionano linguisticamente, andando a formare parole. C volte si influenzano reciprocamente.

    5onetica

    rticolatoria: studia la produzione dei suoni.

    custica: studia la natura fisica e la propagazione dei suoni.

    ditiva: studia la ricezione del suono.

    5 L'apparato fonatorio

    e l'aria esce solo dalla !occa si producono suoni orali, se anche dal naso suoni nasali.

    4 6lassificazione dei suoni

    econdo tre parametri: modo di articolazione (come si posizionano gli organi della fonazione), punto di articolazione (dove si modifica ilusso d'aria: sulle la!!ra, denti, palato...), sonorit$ (se le corde vocali vi!rano il suono sonoro, altrimenti sordo).

    u questi parametri si !asa l'alfa!eto fonetico internazionale.

    9. 6lassi di suoni

    ocali: l'aria esce senza incontrare ostacoli. &ono sempre sonore.

    onsonanti: l'aria o momentaneamente !loccata o attraversa una fessura stretta. &ono sia sonore che sorde.

    emiconsonanti: articolate come le vocali e sempre sonore, hanno anche caratteristiche delle consonanti (ad es non fanno nucleo di silla!a).

    onoranti: raggruppa vocali, semiconsonanti, liquide e nasali. &i tratta di fonemi tutti sonori, il cui flusso d'aria esse a!!astanza

    !eramente. @utti gli altri suoni sono ostruenti in cui il flusso d'aria incontra ostacoli.

    I suoni !ell'italiano

    edi schema pag GF.

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    5 6onsonanti dell'italiano

    edi pag JK-J5 non riesco a trascrivere i sim!oli fonetici

    4 Nocali dell'italiano

    ono sette vedi schema pag J5-J4

    classificano secondo la posizione della lingua che le pronuncia, che pu1 essere:

    ta o !assa rispetto al palato

    nteriore o posteriore

    on la!!ra arrotondate o no

    9 6om!inazione di suoni

    essi consonantici: com!inazioni di consonanti. 6i sono delle restrizioni (tipo in italiano se una parola inizia con tre consonanti, la prima

    er forza unas)

    ittong!i: com!inazioni di vocali e approssimanti (cio semiconsonanti3semivocali). ;ossono essere ascendenti (approssimante seguita da

    ocale accentata) o discendenti (vocale accentata seguita da approssimante)

    to: com!inazione di due vocali appartenenti a silla!e diverse (idea, !eato)

    Suoni e graia

    n sistema grafico coerente quando a un suono corrisponde un solo segno e viceversa. In italiano ci sono alcune incoerenze:

    due sim!oli diversi per un suono: cuore3(uando

    due suoni scritti con lo stesso sim!olo:sera3rosa, razza3mezzo, cera3carta

    due o tre sim!oli si uniscono per rappresentare un solo suono: legno, esci, c!e, aglio ecc.

    sim!oli solo grafici, cui in quella parola non corrisponde alcun suono: la iin iorgio o in scienza, la !

    3rascri$ione onetica

    suoni possono esseresemplici ogeminati (#raddoppiati, anche per le vocali).

    a lung!ezza si indica con : (i due punti) messi dopo il suono da allungare (nel caso delle affricate, che si scrivono foneticamente con due

    gni affiancati, : va messo dopo il primo segno).

    accento si indica con ' (l'apice) messo prima della silla!a accentata. &ui monosilla!i si pu1 non indicare.

    e maiuscole e gli apostrofi non si indicano.

    5 6onfini

    volte si indicano i confini di silla!a (con un punto .), morfema (Q) e parola (R a inizio e fine parola).

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    5onetica e onologia

    onetica: studia l'aspetto fisico dei suoni

    onologia: studia la funzione linguistica dei suoni, indagando:

    quali sono ifonemi di una lingua, cio se a un diverso suono corrisponde un diverso significato (ad es in italiano pronunciare la r o la

    oscia non cam!ia il significato della parola)

    come si com!inano i suoni fra loro

    come si modificano com!inandosi

    5 6ontesto

    istriuzione di un suono: certi suoni possono comparire solo vicino a certi altri. 6lassi di suono simile hanno distri!uzione simile.

    4 Honi e fonemi

    oni: suoni scelti da una lingua per usarli nel linguaggio articolato. Sanno valore linguistico se sono distintivi (differenziano il significato

    elle parole)

    oppie minime) coppie di parole differenziate per un solo suono nella stessa posizione (premo3tremo)

    onemi: segmento fonico con:

    funzione distintiva

    non scomponi!ile in altri segmenti con funzione distintiva

    definito solo da caratteri che a!!iano valore distintivo

    fonemi (indicati tra !arre o!lique) sono unit$ astratte, che si collocano a livello dilangue,di competenza essi si realizzano nei foni (tra

    arentesi quadre), che sono invece al livello concreto diparole, di esecuzione*

    uoni intercamiaili: possono trovarsi nel medesimo contesto (ad es 3p3 e 3!3 lo sono:pare e are...)

    9 Le regole di @ru!ec8oE

    ervono a sta!ilire se due foni a!!iano valore distintivo e siano quindi fonemi di una certa lingua.

    er la definizione rigorosa delle tre regole vedi pag JF-FK

    rima regola: se due suoni usati nello stesso contesto cam!iano significato alla parola o la rendono irriconosci!ile, sono realizzazioni di

    nemi diversi.

    econda regola: ...viceversa TT

    http://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#languehttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#languehttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#languehttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#languehttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#languehttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#langue
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    erza regola: se due suoni simili a livello articolatorio non si possono mai trovare nelle stesse posizioni, sono varianti com!inatorie dello

    esso fonema

    a linguistica statunitense ha preferito i concetti di:

    striuzione contrastiva(si ha quando due foni nello stesso contesto danno vita a parole di significato diverso --> e allora sono

    alizzazione di due diversi fonemi)

    striuzionecomplementare(quando due foni non possono mai ricorrere nello stesso contesto, e tuttavia sono foneticamente simili -->

    lora sono due allofonidello stesso fonema)

    = Cllofoni

    fono s pu1 esserci solo in un certo contesto (iniziale di parola prima di vocale, finale di parola, prima di consonanti sorde), e z a sua

    olta solo in un contesto diverso da quello di s (tra due vocali o prima di consonanti sonore). &ono due foni che non possono ricorrere

    ello stesso contesto, per1 sono simili: ecco realizzate le condizioni di una distri!uzione complementare. &i dir$ allora che c' un solo

    nema, 3s3, che a seconda del contesto si realizza come s o z.

    nalogamente, n velare e n la!iodentale possono stare solo in contesti diversi e sono perci1 allofoni del medesimo fonema 3n3.

    ? Narianti li!ere

    arianti liere: due foni possono trovarsi nello stesso contesto e non cam!iano il significato della parola.

    molto utile schema pag F4

    B *pposizioni fonologiche

    a are6

    3ratti !istinti7i

    narismo: teoria di 7a8o!son secondo cui ogni fonema si pu1 definire dicendo se ha o meno un certo tratto distintivo, quindi per sceltenarie.

    e caratteristiche considerate sono elencate a pag F?.

    8egole onologic%e

    anno cam!iare un suono in un altro a seconda del contesto (ad es la c che diventa velare o affricata a seconda della vocale che ha dopo).

    scrivono: C --> 3UUU6, cio: il suono C diventa il suono quando vicino a 6.

    escrizione strutturale: la parte di regola che descrive la situazione esistente prima che si verifichi il fenomeno

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    am!io strutturale: la parte di regola.... dopo il fenomeno

    5 ;arentesi

    ella scrittura delle regole fonologiche, le parentesi:

    nde: racchiudono una condizione facoltativa, ad es se scrivo g(:) intendo 2il suono g o il suono g raddoppiato...2

    raffe: racchiudono pi/ suoni fra i quali si pu1 scegliere, tutti ugualmente !uoni per applicarci la regola in questione

    4 egole fonologiche espressi in tratti !inari

    e regole si possono esprimere indicando direttamente i fonemi coinvolti, ma anche scrivendo fra parentesi quadre un tratto distintivo che

    e accomuna diversi. &e il tratto c' si fa precedere dal Q, se no dal -.

    5eno"eni onologici e tii !i regole

    e regole possono cam!iare tratti distintivi, inserire o togliere segmenti (metatesi) o cam!iarne l'ordine.

    5 Cssimilazioni

    otali: il segmento assimilato sparisce (ad es inQragionevole --> irragionevole)

    arziali: il segmento cam!ia (ad es inQpro!a!ile --> impro!a!ile).

    assimilazione poiprogressiva se il segmento che la provoca prima di quello che viene assimilato, altrimenti regressiva.

    i sono assimilazioni diacroniche, avvenute nell'evolversi delle lingue (ad es nel passaggio dal latino all'italiano: factum --> fatto).

    issimilazione: processo inverso all'assimilazione.

    Metafonesi: assimilazione che coinvolge due segmenti non adiacenti.

    rmonia vocalica (c' anche quella consonantica): in turco e ungherese, l'assimilazione avviene anche tra parole vicine.

    ancellazione: eliminazione di un segmento in certi contesti, ad es quando:

    si aggiunge un suffisso a una parola e la vocale che lo precede viene cancellata.

    a vocale finale cancellata sotto influsso della parola seguente (lo al!ero...)

    roncamento: cancellaz facoltativa di una e o una o a fine ver!o (andar..)

    serzione (o epentesi): pi/ rara della cancellazione, ad es in spagnolo davanti a sc si aggiunge una e (2escuola2)

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    duzione) un segmento diventa meno forte, ad es per

    degeminazione

    coalescenza)fusione di due segmenti in uno unico, spesso per semplificare la strutt silla!ica.

    nde!olimento consonantico come la c toscana...

    afforzamento: diventa pi/ forte, ad es per

    geminazione

    dittongazione) crea un dittongo da una vocale.

    e silla!e non accentate tendono a su!ire fenomeni di riduzione, quelle toniche di rafforzamento.

    La sillaa

    ef fonetica: 2unit$ prosodica di foni agglomerati attorno a un picco d'intensit$2

    ef fonologica: vede una correlaz tra silla!a e parola

    italiano formata da un nucleo sillaico (costituito da una vocale o un dittongo), eventualmente preceduto da un attacco e3o seguito da

    na coda. %ucleo Q coda formano la rima.

    aperta se non ha coda, altrimenti c!iusa.

    plologia: cancellazione di una silla!a quando due parole si uniscono a formarne una unica, quindi per composizione (cavalliQleggeri -->

    valleggeri)

    /. 0alla arola ai tratti !istinti7i

    chema inutile a pag 5K9

    1. 5atti soraseg"entali

    nora a!!iamo considerato fenomeni fonologici legati a segmenti, cio fonemi. Oa ce ne sono altri:

    .5 Lunghezza

    urata temporale dei suoni. In italiano la lunghezza delle vocali non tratto distintivo (com'era in latino), quella delle consonanti s.

    .4 Cccento

    ropriet$ delle silla!e e non dei segmenti. In italiano non ci sono regole che rendano prevedi!ile dove va l'accento. 6' qualche regola ma dipo morfologico (ad es i ver!i al passato remoto 9P persona cant1 lod1...). %elle lingue con accento fisso, questo non pu1 essere

    vviamente un carattere distintivo.

    e una parola ha pi/ accenti, il primario indicato con l'apice e il secondario col pedice.

    .9 Intonazione

  • 8/10/2019 Graffi Scalise - Le Lingue e Il Linguaggio Doc

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    e dichiarative hanno curva melodica con andamento finale discendente, le interrogative ascendente. In italiano le interrogative si

    stinguono solo grazie all'intonazione.

    .= @ono

    na silla!a si pu1 pronunciare ad altezze diverse. In cinese tratto distintivo.

    accento pu1 cam!iare

    nella derivazione (un primario pu1 diventare secondario).

    per l'esigenza di alternanza ritmica: come nel caso di aritmie, che si formano:

    affiancando due silla!e toniche (torner$ s/!ito --> t1rneras/!ito)

    affiancando troppe silla!e atone (non so se te lo dar$ --> non s1 se t lo dar$)

    eutralizzazione: D+D+D+D+D

    G'aturalezza: un fenomeno fonologico presente in molte lingue pi/ naturale di uno sporadico.

    2. Il siste"a onologico !ell'inglese

    .io propongo di ignorarlo.

    #. 0i7ersit( onologica tra le lingue

    dem

    AP ) - LA S38U33U8A 0ELLE PA8OLE O85OLOGIA

    ntro!u$ione

    Morfologia: studio delle parole e delle forme che possono assumere. Le parole possono esseresemplici, ad es capo, o complesse (divise in

    refissateeM-capo,suffissate capetto, composte capostazione). Antram!e possono essereflesseper genere, numero...

    La no$ione !i arola

    nit$ del linguaggio. %on possi!ile trovarne una definizione univoca, perch0 incerte lingue ci sono lunghissime parole composte, frasi

    oncentrate in una parola unica... dove parola s'intende elemento tra due spazi !ianchi - ma questa definizione vale solo per le lingue che

    anno una scrittura+

    arola fonologica (tutto ci1 che si raggruppa attorno a un accento primario), morfologica esintattica sono diverse (ad es capostazioneorfologicamente una parola, fonologicamente due perch0 ha due accenti...).

  • 8/10/2019 Graffi Scalise - Le Lingue e Il Linguaggio Doc

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    na possi!ile definizione considerare parola quell'unit$ che non pu1 essere interrotta dall'inserimento di altre unit$.

    5 @ema, radice e forma di citazione

    emma oforma di citazione: forma che si trova sul dizionario, non flessa.

    n ver!o ha una desinenza flessiva, tolta la quale resta il tema, che suddivisi!ile in una radice e una vocale tematica.

    Classi !i arole

    ome, ver!o, aggettivo, pronome, articolo, preposizione, avver!io, congiunzione, interiezione. Clcune classi sono variaili, altre

    variaili alcune c!iuse (non si potranno aggiungere altri elementi), altre aperte.

    ome e ver!o sono parti del discorso universali, ci sono in tutte le lingue le altre no.

    e parti del discorso si possono definire, pi/ che secondo criteri semantici, secondo pi/ precisi criteri distriuzionali, cio su come sidistri!uiscono2, si associano alle altre parti del discorso: non si possono mettere insieme a caso nomi, ver!i, articoli ecc.

    5 6ategorie e sottocategorie

    ome nella fonologia, anche qui si possono distinguere trattiper distinguere ulteriormente insottocategoriele parti del discorso (ad es

    ome: umano, comune, numera!ile, animato, astratto). C ogni sottocategoria sono associa!ili solo determinati suffissi.

    ore"a

    la pi/ piccola parte di una lingua dotata di significato. A' un segno linguistico, dotato di significante e significato. @ale significato pu1

    sere:

    ssicale: che non dipende dal contesto ad es lir- un morfema lessicale che significa insieme di fogli stampati

    rammaticale: esprime una funzione grammaticale e riceve significato anche dal contesto ad es la -i di li!risignifica 2plurale2 la

    eposizione di ha funzioni diverse a seconda del contesto.

    5 Oorfemi li!eri e legati

    eri: possono stare da soli in una frase

    egati: devono aggiungersi ad altre unit$ (ad es i morfemi flessivi, i suffissi, i prefissi)

    4 ;arola e morfema

    e parole possono essere mono, !i, trimorfemiche e oltre.

    9 Oorfema e allomorfi

  • 8/10/2019 Graffi Scalise - Le Lingue e Il Linguaggio Doc

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    llomorfo: rappresentazione concreta di un morfema, che un'unit$ invece astratta. i solito a ogni morfema corrisponde un allomorfo, ma

    certi casi pi/ di uno: ad es gli articoli ieglisono due allomorfi, la cui distri!uzione determinata dal contesto fonetico.

    5lessione, !eri7a$ione e co"osi$ione

    erivazione: avviene con l'aggiunta di un affisso (prefisso, infisso o suffisso).

    omposizione: forma parole nuove a partire da due esistenti.

    lessione: aggiunge alla parola di !ase informazioni su genere, numero, caso, tempo, modo, diatesi, persona.

    orologia co"e rocesso

    na categoria lessicale pu1 nascere come tale o diventarlo a partire da una parola che faceva parte di una categoria diversa (centro (nome)

    > centrale (agg)). 6i si pu1 chiedere come avvengono i processi di derivazione o di composizione.

    omposizione: com!ina due forme li!ere.

    erivazione: com!ina una forma li!era e una legata.

    refissazione: aggiunge un morfema a sinistra della parola, di norma non ne cam!ia l'accento n0 la categoria lessicale

    uffissazione: aggiunge un morfema a destra, di norma cam!ia l'accento e la cat. lessicale: da nome a ver!o o aggettivo (o a volte resta

    ome), da ver!o a nome o aggettivo, da aggettivo a nome o ver!o o avver!io.

    5 Cltri processi

    onversione: cam!iamento di cat. lessicale senza aggiunta di infissi (ad es vecchio --> il vecchio)

    eduplicazione: raddoppiamento parziale o totale (di un segmento o di tutta la parola) pu1 avvenire in varie lingue in fase di composizione,

    erivazione o flessione.

    arasintesi: ver!ale o aggettivale, unisce a una parola sia un prefisso sia un suffisso, ma la sequenza prefissoQ!ase o !aseQprefisso, da sole,

    on hanno significato.

    Allo"oria e suleti7is"o

    uppletivismo: c' quando in una serie morfologicamente omogenea si trovano radicali diversi, con evidenti rapporti semantici ma non

    rmali (ad es vado - andiamo). ;u1 essere:

    forte: l'intera radice diversa

    deole: c' una !ase comune riconosci!ile

    allomorfia si esprime attraverso un'alternanza motivata fonologicamente, il suppletivismo no. *vvero: c' una regola per cui 2corretto2

    venta 2correzione2 e si deduce dal fatto che ci1 vale per molti altri aggettivi simili: perfetto-perfezione, distratto-distrazione... perci1orretto2 e 2correzione2 sono due allomorfi. Invece il passaggio da 2Crezzo2 a 2aretino2 tipico solo dei nomi etnici, non rappresenta una

    gola generale perci1 si pu1 dire che un caso di suppletivismo (de!ole).

  • 8/10/2019 Graffi Scalise - Le Lingue e Il Linguaggio Doc

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    Parole se"lici e arole co"lesse

    emplici: non derivate n0 composte altirmenti sono complesse.

    Parole suissate

    lassi di suffissi:

    everali: formano nomi d,azione o deverali astratti che rappresentano l'atto espresso dal ver!o (ammirare --> ammirazione) in certi casiventano concreti (costruire-->costruzione) prendendo il nome di nomi risultato.

  • 8/10/2019 Graffi Scalise - Le Lingue e Il Linguaggio Doc

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    .9 6omposti e sintagmi

    distinguono dal fatto che:

    un composto una parola, quindi non ci si pu1 inserire nulla in mezzo un sintagma no.

    componenti di un composto sono invisi!ili alla sintassi, che invece considera tutto il composto nell'insieme (per cui ad es nella frase non

    si pu1 riferire con un pronome a un componente del composto da solo)

    .= Cltri tipi di composti

    eoclassici: due forme legate di origine greca o latina.

    corporanti: si forma un ver!o composto, il cui primo elemento il complemento oggetto (ad es to !a!sit)

    ntagmatici: ad es 2a pipe and slipper hus!and2, 2un marito pipa e pantofole2. A' una costruz pi/ sintattica che morfologica, infatti siossono inserire altri elementi in mezzo

    eduplicati: composti costituiti dalla stessa parola ripetuta.

    roncati: composti il cui primo elemento viene troncato.

    .? 6omposizione e flessione

    difficile prevedere la flessione di un composto, ci sono possi!ilit$ diverse tutte realizza!ili (capistazione, ma capogirie capimastri).

    .B 6omposti endocentrici, esocentrici e dvanva ..o.* ma che cazzo +++

    ndocentrici: composti che hanno una testa.

    socentrici: senza una testa riconosci!ile (ad es dormiveglia non n0 un dormire n0 una veglia...).

    vanva: tipici del sanscrito ma ci sono anche in italiano, hanno due teste (ad es cassapanca: una cassa, ma anche una panca, ed entram!i i

    omi concordano con cassapanca)

    2. 8egole !i riaggiusta"ento

    uando in un composto ad es qualche suono viene cam!iato o eliminato.

    AP 4I - LESSICO E LESSICOLOGIA

    ntro!u$ione

    un lessico dei parlanti e uno dei dizionari.

  • 8/10/2019 Graffi Scalise - Le Lingue e Il Linguaggio Doc

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    morfemi (le parole semplici) di una lingua devono essere memorizzate per essere usate, non si deducono le parole in gran parte si

    emorizzano e un po' si producono, le frasi si inventano seguendo regole.

    Il lessico "entale

    parlanti hanno conoscenza di un proprio dizionario mentale di parole, del loro funzionamento (declinazione dei ver!i ecc) e di come si

    aducono i suoni in segni alfa!etici.

    on si sa !ene se le forme flesse siano sempre derivate tramite regole o in parte memorizzate come sono (spec. le irregolari)

    0i$ionari

    n dizionario si pone a livello della langue*A' formato dalemmi. &i costruisce a partire da corpora scritti (ad es tutto ci1 che ha scritto

    ante).

  • 8/10/2019 Graffi Scalise - Le Lingue e Il Linguaggio Doc

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    adattato: entrato nell'italiano in epoca remota, non pi/ riconosci!ili come straniere. A' possi!ile formarne composti.

    non adattato: non possi!ile formarne composti

    dizionari distinguono anche stratificazioni di uso e registro stilistico (antico, dialettale, letterario...) alcuni segnano le parole anche come

    damentali (4KKK parole frequentissime), ad alta disponiilit (legati a oggetti quotidiani) e ad alta fre(uenza.

    0i$ionari stilistici

    i sono dizionari monolingui, !ilingui, plurilingui, etimologici, sinonimi e contrari...

    5 izionari elettronici

    aragrafo inutile

    4 iochi

    aragrafo inutile

    9 izionari inversi

    rdinano le parole in ordine alfa!etico non secondo la lettera iniziale, ma quella finale --> si ottengono liste di parole che terminano con lo

    esso suffisso.

    = izionari di frequenza

    f: lessico di frequenza della lingua italiana contemporanea, mette le parole in ordine di frequenza, specificandone la frequenza nei diversi

    pi di testi (teatrali, romanzi, cinematografici...). ;u1 servire per le lingue straniere, per privilegiare lo studio delle parole pi/ usate.

    p: come il lif, ma raccoglie campioni di parlato di = citt$ italiane. %e emerge che le parole pi/ usate nel parlato sono quelle pi/ radicateell'italiano, piuttosto che gli esotismi.

    ? 6oncordanze

    ste di testi in cui una parola appare.

    AP 4II - LA CO9INA:IONE 0ELLE PA8OLE SIN3ASSI

    ntro!u$ione

    i sono frasi grammaticali e non. (%on detto che una frase grammaticale a!!ia anche senso). Lasintassi cerca i motivi per cui una frase

    ona 2!en formata2 e un'altra no anzi, il suo oggetto non solo la frase, ma anche le altre possi!ili com!inazioni di parole (discorsi e testi,ppure sintagmi, cio gruppi di parole).

    La 7alen$a

    a valenza di un ver!o il numero di elementi a cui quel ver!o deve essere associato affinch0 a!!ia senso. @ali elementi si chiamano

    gomenti. 6i sono ver!i:

    avalenti: senza nessun argomento (es piovere)

  • 8/10/2019 Graffi Scalise - Le Lingue e Il Linguaggio Doc

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    monovalenti (es i ver!i intransitivi, cui !asta il soggetto)

    ivalenti (es transitivi)

    rivalenti: ver!i 2di dire2 o 2di dare2

    ltre al ver!o e ai suoi argomenti, in una frase ci sono elementi facoltativi detti circostanziali . C differenza degli argomenti, la loro

    ollocazione nella frase pi/ li!era.

    I grui !i arole

    riteri per riconoscere un gruppo di parole (osintagma):

    movimento: le parole si spostano insieme

    enunciailit in isolamento: hanno senso anche non in una frase completa, se messi nel contesto opportuno.

    sintagmi hanno una testa, ad es in 2a mezzanotte2 la testa a, in 2il poliziotto2 poliziotto. C seconda della testa, si distinguono sintagmitipo preposizionale, nominale, ver!ale, aggetivale.

    oordinailit: gruppi di parole di tipi diversi non sono coordina!ili.

    er rappresentazione sintagmi in diagrammi ad al!ero e parentesi etichettate, vedi pag 5BJ-5BF

    sintagmi sono i costituenti della frase, e possono essere sudidvisi in altri sintagmi pi/ piccoli, fino ai costituenti ultimi.

    5 li indicatori sintagmatici e lo 2schema V-!arra2

    a are6

    Le rasi

    5 Hrasi e gruppi di parole

    ual la differenza tra frasi e gruppi di paroleD Lefrasi hanno un soggetto e un predicato, il cui rapporto di dipendenza reciproca (se c'

    no serve l'altro e viceversa). Invece tra la testa del gruppo di parole e gli altri elementi (modificatori) non c' dipendenza reciproca. "uellehe genericamente chiamiamo frasi sono:

    espressioni di senso compiuto che sono gruppi di parole con struttura predicativa (soggetto e predicato)

    espressioni di senso compiuto che non sono gruppi di parole e non hanno strutt. predicativa

    trutture predicative senza senso compiuto

    roposizione: frase con struttura predicativa.

    4 @ipi di frasi

    emplice: non contiene altre frasi, viceversa complessa (operiodo). La frase semplice si pu1 classificare secondo il punto di vista della:

    dipendenza: una frase semplice pu1 essere principale o dipendente la principale pu1 essere o meno indipendente (se ha senso compiuto da

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    la).

    modalit: dichiarative, imperative, interrogative (suddivise in interrogative s-no e interrogative h, cio quelle che rispondono alle h

    uestions..), esclamative.

    polarit: affermative e negative

    diatesi: attive e passive

    segmentazione: in una frase segmentata, un sintagma messo in rilievo rispetto agli altri (ad es 2questo signore, io gli ha toccato iluore2)

    tile schema pag 5GF

    9 elazioni tra frasi di tipo diverso

    rasformazioni: corrispondenza sistematica tra frasi di tipo diverso, per cui a una dichiarativa corrisponde un'interrogativa che ne differisce

    lo per l'intonazione a un'affermativa una negativa che differisce solo per il non ecc..

    razie allaricorsivit$ in teoria possi!ile costruire frasi con moltissime su!ordinate frasi del genere per1 appartengono alla competenza

    el parlante pi/ che all'esecuzioneconcreta.

    vello di rappresentazione: a un livello astratto, i vari sintagmi si trovere!!ero in una certa posizione, poi tramite un movimento

    rivere!!ero dove li percepiamo vedi esempio =F' pag 5J5

    = @ipi di frasi dipendenti

    rgomentali: frasi che rappresentanoargomentidel ver!o della frase principale. Niceversa sono circostanziali.

    rasi circostanziali: temporali, causali, concessive, finali, condizionali, concessive, comparative

    rasi argomentali: completive (oggettive e nominali (costituiscono l'argomento di un nome e non di un ver!o: il fatto che....) ), soggettive,

    terrogative indirette

    asi relative: restrittive (indica, nell'insieme a cui si riferisce, il sottoinsieme da considerare) e appositive (aggiunge informazioni).

    tile schema pag 5J=

    onsiderando non la dipendenza ma la forma, le frasi si distinguono anche in esplicite (contenenti un ver!o di modo finito) ed implicite.

    ? appresentazione formale della struttura di una frase

    a are6

    Soggetto e re!icato

    e definizioni tradizionali sono corrette, ma parziali: non distinguono i diversi livelli di analisi della frase (sintattico, semantico e

    omunicativo).

    livellosintattico)

    http://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#ricorsivitahttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#ricorsivitahttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#argomentihttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#argomentihttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#circostanzialihttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#circostanzialihttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#ricorsivitahttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#argomentihttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#circostanziali
  • 8/10/2019 Graffi Scalise - Le Lingue e Il Linguaggio Doc

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    lsoggetto quell'argomento che ha o!!ligatoriamente stessa persona e stesso numero del ver!o.

    lpredicato il ver!o pi/ i suoi argomenti, ovvero il sintagma ver!ale

    livellosemantico:

    meglio non parlare di soggetto ma di agente: 2colui che compie l'azione2

    non si parla di predicato ma di azione (o distato, se la frase non esprime un'azione)

    l soggetto sintattico chiamato esperiente

    livello comunicativo)

    non si parla di soggetto ma di tema, nel senso di tema da svolgere

    al posto di predicato si dice rema

    Categorie lessionali

    enere, numero, caso, tempo, persona e modo.

    ccordo) se due parole hanno le stesse categorie flessionali.

    eggenza: se una parola ha una certa cat. flessionale perch0 le stata assegnata da un'altra parola, che ha cat. diversa (ad es un nome in un

    eterminato caso perch0 retto da un certo ver!o)

    5 enere, numero e persona

    enere: non c' corrispondenza col sesso. Oolte lingue hanno pi/ generi. %elle lingue romanze c' accordo di genere tra nomi, aggettivi e

    edicati.

    umero: in certe lingue c' il duale e il triale. In italiano tutti gli elementi di un sintagma sono accordati in numero con la testa del sintagma

    esso.

    ersona: sono tre e si ripetono per ciascun numero (sing e plur in italiano). Il noipu1 essere inclusivo o esclusivo del parlante, e in certe

    ngue le due forme sono distinte.

    4 6aso

    dica la relazione tra un elemento nominale e le altre parole della frase. Asiste in tutte le lingue, ma solo in alcune si esprime

    orfologicamente con una categoria flessionale (e allora si parla di casi morfologici). Il numero di casi morfologici varia a seconda dellangua.

    genitivo (espresso come caso morfologico o con preposizioni) esprime la relazione di un nome con un altro pu1 esseresoggettivo o

    ggettivo vedi esempi pag 5F?

    9 @empo e modo

    tempo cronologico diverso dal grammaticale (ad es in inglese si usano parole diverse, time e tense) e non c' per forza corrispondenza.

  • 8/10/2019 Graffi Scalise - Le Lingue e Il Linguaggio Doc

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    Momento dell,enunciazione (quando si dice una cosa) e momento dell,evento (quando avvenuta3avverr$) sono diversi a volte c' anche un

    omento di riferimento, quello della frase principale, distinto dagli altri due (as es in 2quando gianni era gi$ partito da tempo, ;iero

    nalmente arriv12 si distinguono i 9 momenti).

    spetto: pu1 essere imperfettivo (se il tempo imperfetto o trap pross, indica azione incompiuta) operfettivo (pass pross e remoto, trap

    moto, azione compiuta). Oa va precisato che pass pross descrive un evento passato i cui effetti si sentono ancora nel presente (si dice checompiuto), il pass remoto non ha pi/ rapporto col presente (quindi aoristico).

    Modo: atteggiamento del parlante rispetto all'evento descritto dal ver!o:

    odi finiti:

    ndicativo: constatazione

    congiuntivo: desiderio o augurio

    mperativo: ordine

    condizionale: possi!ilit$ o irrealt$

    odi non finiti (perch0 non distinguono le persone)

    nfinito, gerundio, participio

    AP - IL SIGNI5ICA3O E L'USO 0ELLE PA8OLE E 0ELLE 58ASI SEAN3ICA E P8AGA3ICA

    ntro!u$ione

    emantica: studia il significato delle espressioni linguistiche.

    ragmatica: studia il loro uso.

    os' il significatoD efinirlo come 2segmento di realt$2 cui una frase si riferisce sare!!e parziale, perch0:

    ci sono differenze nel modo in cui ogni lingua definisce la realt$ - eppure quella realt$ la stessa. Cd es, in inglese ood significa sia

    gno che !osco, ma non che un inglese non sappia distinguere i due concetti.

    esistono relazioni di significato interne alla lingua, al di l$ del rapporto di una frase con la realt$: 2ianni scapolo, ma sposato2 sientifica su!ito come una contraddizione, anche se non sappiamo come sia effettivamente ianni.

    si usano spesso frasi in senso non letterale.

    Signiicato, !enota$ione e rieri"ento

    gnificato: modo di indicare la realt$ attraverso espressioni del linguaggio.

    ferimento: realt$ denotata da tali espressioni. Clcuni parlano di denotazione (il lessema in quanto tale) distinta dal riferimento (ci1 a cui

    oncretamente ci si riferisce in quella tal frase). Cd es le definizione del dizionario di 2gatto2 ne indica la denotazione, il 2gatto2 della frasel gatto sta sulla poltrona2 il riferimento.

    linguaggio umano si pu1 riferire non soltanto alla realt$, ma anche a mondi possi!ili e inesistenti, cui noi possiamo riferirci come se

    istessero allo stesso modo, esistono parole astratte, di cui per1 si parla come di oggetti concreti.

  • 8/10/2019 Graffi Scalise - Le Lingue e Il Linguaggio Doc

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    Se"antica lessicale

    5 Cm!iguit$ del significato: omonimia e polisemia

    essemi amigui: hanno pi/ di un significato. &i pu1 trattare di:

    polisemia: se i significati sono in qualche modo collegati (collo umano e di !ottiglia, mano fisica e di vernice...)

    omonimia: i significati non c'entrano nulla (spesso come frequentemente o grosso, vite che si avvita o plurale di vita...)

    4 Cncora sulla polisemia

    a are6

    9 Astensioni del significato, metafora e metonimia

    Metafora: uso traslato di una parola

    Metonimia: estende il significato di una parola a un altra connessa al prima da 2contiguit$2

    = elazioni di significato: sinonimia, antonomia, iponimia, iperonimia

    nonimia: stesso significato

    ntonomia: significati opposti, che possono essere proprio contrari (nero3!ianco) o contraddittori (scapolo3sposato)

    onimia: un significato contenuto nell'altro: uccello iponimo di animale

    eronimia: un significato contiene l'altro

    ? Cnalisi del significato in tratti semantici

    a are6

    Se"antica rasale

    rincipio di composizionalit: il significato di una frase dipende dalla com!inazione dei significati delle parole che la formano. 6i1 non

    ale sempre, ad es nel caso delle lessicalizzazioni.

    5 @autologia, contraddizione, analiticit$, presupposizione

    @autologia e contraddizione si sa cosa sono

    http://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#lessicalizhttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#lessicalizhttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#lessicaliz
  • 8/10/2019 Graffi Scalise - Le Lingue e Il Linguaggio Doc

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    naliticit: si presenta in frasi la cui verit$ o falsit$ determina!ile solo sulla !ase del significato dei connettivi frasali (e, o...).

    resupposizione: frase che deve esser vera perch0 le frase conseguenti a!!iano un valore di verit$. Cltrimenti, esse non sono n0 vere n0

    lse, ma inappropriate.

    4 Hrasi con quantificatori e pronomi

    uantificatori: tutti, nessuno, qualche, ogni, uno...

    ortata del quantificatore: se ad es un pronome si riferisce a qualcuno che dentro al gruppo indicato dal quantificatore, allora nella sua

    ortata.

    2ogni ragazzo ama la sua ragazza2, 2sua2 pu1 rientrare o meno nella portata di 2ogni2: se ci rientra, s'intende che ogni ragazzo ama la

    opria ragazza se no, sua riferito a una persona al di fuori dell'ogni, la ragazza di qualcun altro. %el primo caso 2sua2 legato, nelcondo liero.

    n pronome personale non pu1 essere legato entro la frase semplici in cui si trova, un pronome riflessivo invece deve esserlo. In 2ianni lo

    a ingannato2, lo pu1 riferirsi a chiunque in 2ianni ha ingannato se stesso2, si pu1 riferire solo a se stesso.

    Gli atti linguistici

    5 @ipi di atti linguistici

    ocutori: pronunciare parole e sintagmi

    roposizionali: riferirsi a determinate entit$ e dirne le propriet$

    locutori: constatare, ordinare, consigliare, promettere, ecc

    erlocutori: tentare di produrre un effetto sull'interlocutore (convincerlo...)

    ogni atto linguistico questi atti sono compresenti l'unico che non si realizza sempre il proposizionale. Le varie forme di atti illocutori

    on fanno confuse col le diverse modalit$ assunte da una frase: una domanda non per forza una frase interrogativa... in questi casi si parla

    atti linguistici indiretti.

    4 I performativi

    erti atti illocutori contengono ver!iperformativi, cio che, nel momento stesso in cui si pronunciano, compiono un'azione (ad esrometto che...2)

    Uso letterale e non !elle esressioni linguistic%e

    econdo rice, la conversazione regolata da massime, cio raccomandazioni al parlante, di = categorie:

    uantit: fornisci l'informazione necessaria, non scarsa n0 superflua

    ualit: sii veritiero

    lazione: sii pertinente alla conversazione

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    odalit: evita am!iguit$, sii !reve ed ordinato.

    volte queste regole sono violate dal parlante: in certi casi per1 la violazione solo apparente, perch0 il parlante voleva usare certe

    pressioni in modo non letterale, realizzando una implicatura conversazionale. 2"ualche studente ha superato l'esame2 avre!!e come

    mplicazione logica che qualcuno, ma anche tutti, ha superato l'esame invece l'implicatura che solo qualcuno l'ha superato, qualche altro

    o: infatti questa la conclusione che meglio segue la massima della quantit$.

    ltre implicature ci sono quando si parla ironicamente o metaforicamente.

    AP - SOCIOLINGUIS3ICA E 0IALE33OLOGIA

    ntro!u$ione

    ratificazione della lingua:

    iastratica (o verticale): differenze tra strati sociali.

    iatopica (o orizzontale): differenze dialettali.

    iafasica: differenze di formalit$.

    iamesica: differenze legate al modo di comunicare (lettera, email..).

    Linguistica teorica e sociolinguistica

    a prima si occupa di 2idealizzazioni2 e studia il linguaggio come capacit$ la seconda considera l'uso effettivo della lingua.

    Sociolinguistica

    entre la linguistica pone particolare attenzione alla distri!uzione contrastiva (ad es quella di p e !), la sociolinguistica si fonda

    ll'ipotesi che la variante li!era(ad es r e moscia) non esista, perch0 tutte le volte che esistono due modi diversi di dire una cosa,

    gnifica che c' una scelta, e tale scelta pu1 essere correlata a fattori sociali.

    modi diversi di dire una cosa non riguardano solo la fonologia, ma tutti i livelli linguistici vedi esempi pag 44?

    5 6entralizzazione a Oartha's Nineard

    a are6

    4 6omunit$ linguistica

    utti quelli che parlano una certa lingua ma non omogenea, !ens stratificata.

    9 epertorio linguistico

    http://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#varlibhttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#varlib
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    sieme di codici e variet$ che un parlante sa padroneggiare. "uando un parlante dispone di pi/ variet$ (ad es italiano standard e regionale)

    u1 passare da una all'altra: il code s.itc!ing.

    = 6ompetenza comunicativa

    apacit$ dei parlanti di usare la lingua nei modi appropriati alle varie situazioni. A' un fatto individuale, non sociale.

    ? Hunzione di presentazione

    arlando trasmettiamo inconsciamente informazioni su di noi (attraverso l'accento ad esempio)

    Sociologia !el linguaggio

    udia la societ$ in rapporto con la lingua, su una scala pi/ ampia rispetto alla sociolinguistica: ad es si occupa di favorire o meno illinguismo in un'area, determina gli atteggiamenti verso le lingue minoritarie, le riforme ortografiche ecc..

    Etnograia !ella co"unica$ione

    una sottodisciplina della sociolinguistica, in quanto si occupa di una particolare relazione tra linguaggio e societ$: si fonda sull'ipotesi che

    nterazione ver!ale sia il luogo principale della trasmissione di schemi culturali, quindi studia queste interazioni nella vita quotidiana.

    sserva ad es chi apre e chiude una conversaz, cosa rappresenta il silenzio, come ci si scusa, ecc..

    5. I pronomi del potere e della solidariet$

    i sonopronomi di cortesia (lei, voi) e di solidariet (tu) se entram!i gli interlocutori usano lo stesso c,/ simmetria, altrimenti asimmetria.

    seconda dei paesi ci sono a!itudini diverse, tipo in *landa all'uni si danno tutti del tu.

    Lingua e !ialetto

    i sono numerosi criteri per distinguerli, ma non sempre danno soluzioni univoche ci sono dialetti che vorre!!ero essere riconosciuti come

    ngue.

    a differenza tra lingua e dialetto non 2di sistema2: sono entram!i sistemi linguistici a tutti gli effetti. La diff potre!!e stare nell'ampiezza

    ssicale, ma anche quella amplia!ile.

    5 ialettologia e geografia linguistica

    udio dei dialetti che si divide in:

    alettologia diacronica: evoluzione, ad es, del latino in un certo dialetto

    eografia linguistica: produce atlanti linguistici, spiegando come si dice ogni parola in ciascun dialetto.

    0ialetti in Italia

    ante fu il primo a individuarne 5=, nelDe vulgari elo(uentia. *ggi la suddivisione in dialetti:

    ttentrionali, divisi in gallo-italici (nordovest e emiliaromagna) e veneti (nordest)

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    scani

    ntromeridionali0 tutti gli altri tranne i meridionali estremi (salentino, cala!r. meridionale e siciliano).

    fenomeni che li caratterizzano sono elencati a pag 49?

    lloglossia: si parlano lingue straniere, ad es nelle zone di confine o immigrazione

    9ilinguis"o e !iglossia

    linguismo: tutti gli a!itanti della zona padroneggiano le due variet$

    iglossia: le variet$ sono usate in modo complementare, e una variet$ ha uno statuto socioculturale pi/ 2alto2 dell'altra.

    e due situazioni possono esserci:

    ntram!e: ad es sai !ene sia italiano che dialetto, ma li usi in am!iti diversi

    lo diglossia: solo una parte della popolaz sa l'italiano, il resto solo il dialetto

    lo !ilinguismo: sai italiano e dialetto ma non ne dividi gli am!iti

    essuna: molto impro!a!ile che si verifichi, perch0 ci sono sempre differenziazioni interne a una comunit$.

    Lingue i!gin e lingue creole

    dgin: lingua occasionale che nasce tra due gruppi di lingue diverse, che o!!ligati a comunicare ne inventano una che riprende lingua

    digena e lingua sovraimposta (ad es da un colonizzatore), creando codici molto semplificati.

    reole: lingua della nuova generazione nata da quelli che parlavano un pidgin. &i sta!ilizza e si crea delle regole.

    AP 1/ - LA 38AS5O8A:IONE 0ELLE LINGUE LINGUIS3ICA S3O8ICA

    ntro!u$ione

    nguistica storica: studia il mutamento delle lingue nel tempo. &viluppatasi dai primi anni dell'JKK, cerca di ricostruire i suoni originari,

    la !ase delle lingue poi sviluppatesi, col metodo della comparazione tra le lingue.

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    e corrispondenze devono trovarsi in molte parole native va poi ricostruito il cammino che ha portato la parola a trasformarsi.

    entre per le lingue romanze a!!iamo moltissimi scritti nella loro lingua originaria, il latino, per quelle germaniche non ne a!!iamo

    essuno, e tuttavia si pu1 ipotizzare una lingua originariaproto-germanica (ogermanico comune).

    e corrispondenze si cercano tra morfemi e fonemi, non tra parole.

    4 L'al!ero genealogico delle lingue indoeuropee

    onfrontando le lingue pi/ strettamente apparentate, si ricostruisce una lingua originaria (tipo il germanico comune) confrontando le lingue

    ig. ricostruite per i vari gruppi linguistici si risale alla lingua orig. dell'intera famiglia (tipo indoeuropeo).

    e ne pu1 disegnare un al!ero genealogico alcuni lo criticano perch0 non prevede contatti tra i rami dell'al!ero in pi/ un gruppo potre!!e

    vere alcune caratteristiche comuni con un gruppo C e altre comuni con un gruppo .

    os stato ideato un altro modello, la teoria delle onde: alcuni fenomeni linguistici arrivano fino a un certo punto, altri si incrociano, ecc.,

    ome le onde. Le linee che li delimitano si chiamano isoglosse.

    al!ero utile a sottolineare le differenze tra i sistemi fonologico e morfologico di un gruppo di lingue inoltre presenta l'indoeuropeo

    ome lingua omogenea

    e onde rappresentano meglio l'estensione dei fenomeni in una famiglia, anche in senso cronologico, e distingue l'indoeuropeo in dialetti.

    9

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    6ontesto fonetico. &e certi fonemi sono adiacenti a certi altri, su!iscono determinati cam!iamenti diversi da quelli previsti dalla legge

    enerale.

    #nalogia: un meccanismo che crea forme nuove sul modello di forme esistenti - quindi un fenomeno morfologico, ma crea apparenti

    cezioni a leggi fonetiche. Cd es 2io amavo2 dovre!!e essere 2io amava2 dato che deriva da ama!am, ma ha preso la desinenza oper

    nalogia col presente 2io amavo2. La forza dell'analogia sta nell'amalgamare le varie forme in un'unica regolarit$ - e le lingue tendonompre a regolarizzarsi, tranne che per le forme irregolari di uso molto comune.

    Contaminazione: gli elementi di una forma si mescolano con quelli di un'altra, ma dove l'elemento di una non corrisponde a quello

    ell'altra in modo cos preciso come nell'analogia pi/ una mescolanza.

    Cssimilazione e dissimilazione v. cap IN

    Oetatesi:cam!ia l'ordine dei segmenti, ad es crocodilus --> coccodrillo

    Cplologia v. cap IN par F

    attori del secondo gruppo (contatto tra lingue):

    restiti linguistici tra lingue:

    culturalmente e cronologicamente sullo stesso livello: ad es. l'inglese pa dovre!!e essere fa secondo le leggi fonetiche, ma cos in

    uanto prestito dal francese paier.

    una morta e una parlata. &ono tantissimi in italiano i prestiti da latino e greco.#llotropi: coppie di parole italiane derivanti dalla stessa

    arola latina, ma una entrata in italiano secondo un mutamento fonetico 2regolare2, l'altra di 2derivazione dotta2, cio presa a prestito dagli

    uditi in epoca successiva. Cd es dal ple!em latino derivano l'italiano pieve (conforme a tutte le leggi fonetiche) e ple!e, preso a prestito

    el ue-@recento.

    un dialetto e una lingua standard.

    B 6onclusione sulle leggi fonetiche

    on sono state trovate reali eccezioni alle leggi fonetiche, ovvero casi in cui un suono C mutato, in una stessa lingua, a volte in a volte

    6 quando avviene per i motivi sopra spiegati.

    differenza di quelle scientifiche, tuttavia, le leggi fonetiche hanno validit$ limitata nel tempo e nello spazio: sono corrispondenze

    stematic!e tra suoni in fasi storiche diverse di una stessa lingua.

    ualunque ricostruzione etimologica che implichi corrispondenze diverse deve essere giustificata o dall'individuazione di un'altra legge, o

    a un particolare contesto fonetico, o da particolari fattori o dall'entrata nella lingua di prestiti.

    Il "uta"ento "orologico

    nalogia (da 2sviolinare2 posso inventare 2sviolinatore2 per analogia con le parole che terminano in -tore)

    etroformazione: fenomeno per cui sem!ra derivare da C, ma in realt$ C che deriva da . &pesso la confusione accade perch0 la vera

    arola !ase ha un suffisso in pi/ rispetto alla derivata.

    rammaticalizzazione: un lessema si trasforma in un morfema legato. Cd es -mente in origine era l'a!lativo di mens, e 2sincera mente2

    gnificava 2con mente sincera2 poi mente ha cominciato ad essere percepita come suffisso.

    http://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#assimilazhttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#assimilazhttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#metatesihttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#metatesihttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#aplologiahttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#aplologiahttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#assimilazhttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#metatesihttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#aplologia
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    categorizzazione: per il passaggio dai tre generi latini ai due italiani. i solito i neutri diventano maschili anche grazie al fatto che accusat

    eutro e maschile sono uguali ma a volte no, come per 2foglia2.

    Il "uta"ento sintattico

    e sono esempi il passaggio dal latino in cui c'era solo il perfetto agli italiani passato prossimo e remoto la nascita degli articoli in inglese,

    divisione tra ver!i lessicali (quelli... normali) e i modali (come can).

    latino una lingua prevalentemente *N (oggetto-ver!o)anche se l'ordine delle parole non sempre fisso e non possiamo chiedere a un

    ntico romano quale ordine gli sem!ri pi/ normaleTT. Le lingue *N dovre!!ero avere altre caratteristiche, come l'essere posposizionali, ma

    uesto per il latino non del tutto vero, ha piuttosto molte preposizioni quanto all'ordine %C, non certo fisso, anzi. L'italiano, invece,

    na lingua N* e ne possiede regolarmente tutte le caratteristiche.

    Il "uta"ento lessicale e se"antico

    utamento semantico: in !ase alla definizione di significato, un mutamento semantico sar$ un cam!iamento nel modo di indicare la realt$.

    cam!iamento pu1 avvenire per:

    stringimento del significato: ad es il fortuna latino significava sorte, in italiano solo !uona sorte

    mpliamento del significato: ad es virtus indicava le qualit$ dell'uomo maschio, in italiano in generale qualit$ positiva

    etafora: capire viene da capere#afferrare, quindi la metafora afferrare con la mente

    etonimia: contiguit$ col significato precedente: da !uccam#guancia a !occa

    neddoc!e: parte per il tutto: l'inglese stove#stufa viene da stu!e che indicava stanza riscaldata

    erole: da un significato pi/ forte a uno pi/ de!ole

    ote: da un significato pi/ de!ole a uno pi/ forte

    egenerazione: parola che indicava una cosa di livello elevato passa a indicarne una di livello !asso: facchino deriva dall'ara!o faqih,

    iginariamente 2giureconsulto2

    nalzamento: il contrario.

    assaggio da significati concreti a astratti (l'inglese understand#staresotto

    assaggio da nomi propri a nomi comuni (il tedesco Waiser#imperatore viene da 6aesar)

    http://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#OVhttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#OVhttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#significatohttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#OVhttp://docs.google.com/View?docid=ddxnpch3_23rkbfw#significato
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