Graffi Scalise - Le Lingue e Il Linguaggio

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    Graffi, Scalise -Le lingue e il linguaggioCapitolo 1 - Che cose il linguaggio?

    1. Linguistica, linguaggio e linguaggiLa linguistica lo studio scientifico del linguaggio umano. Disciplina descrittiva con un fine conoscitivo. Tutti i tipi dilinguaggi sono dei sistemi di comunicazione, servono cio a trasmettere uninformazione da un emittente ad un

    destinatario. Quindi tutti i linguaggi sono uguali nella loro funzione (comunicazione) ma possono essere diversi nella lorostruttura. La linguistica lo studio scientifico del linguaggio umano.Il linguaggio umano discreto, a dispetto degli altri, che sono continui. Cio i suoi elementi si distinguono gli uni dagli altriper lesistenza di limiti ben definiti.Una delle caratteristiche Del linguaggio umano Quella Di poter formare un numero altissimo di segni, cio entit dotatedi significante e significato, mediante un numero molto limitato di elementi (i fonemi) che non hanno significato, ma solola capacit di distinguere i significati. Questa caratteristica detta doppia articola-zione ed assente nei linguaggi animali.Alla possibilit che abbiamo di creazione continua di nuove frasi contribuisce il meccanismo della ricorsivit, che permettedi costruire frasi sempre nuove inserendo, in una frase data, unaltra frase e cos via. C un contrasto tra la capacitpotenziale di produrre frasi di Lunghezza infinita e la realizzabilit tali frasi. Da questo si evidenziano due aspetti

    dellattivit linguistica: competenza ed esecuzione. Le lingue naturali sono dipendenti dalla struttura. Con linguaggiointendiamo la capacit comune a tutti gli esseri umani di sviluppareUn sistema di comunicazione dotato di quelle caratteristiche proprie descritte in precedenza. Con lingua intendiamo laforma specifica che questo sistema di comunicazione assume nelle varie comunit.Le lingue sono differenti, ma entro limiti ben definiti, ossia quelli del linguaggioCome capacit umana specifica.Una caratteristica che distingue i vari tipi di lingue lordine delle parole ovvero degli elementi principali della frase.

    2. Caratteristiche proprie del linguaggio umanoLe caratteristiche del linguaggio sono:

    Discretezza: il linguaggio umano un tipo di linguaggio discreto mentre gli altri tipi di linguaggi sono detti continui;questo significa che gli elementi del linguaggio umano si distinguono gli uni dagli altri per lesistenza di limiti ben defin iti,mentre nei tipi continui il segnale viene specializzato (modificazione del ritmo, orientamento...). Una delle caratteristiche

    del linguaggio umano di poter formare un numero altissimo di segni (significante/significato) tramite un numero limitatodi elementi (fonemi) che non hanno significato ma la capacit di distinguere significati.Ricorsivit: mentre la comunicazione animale caratterizzata da un numero finito di segni, nella comunicazione umana sicreano parole sempre nuove. Il numero delle frasi possibili in qualunque linguaggio naturale infinito: si pu semprecostruire una frase nuova aggiungendo alla frase data unaltra frase semplice. Sembra che solo gli esseri umani siano ingrado di acquisire un sistema di comunicazione caratterizzato dalla caratteristica della ricorsivit.Competenza: senso intuitivo di buona o cattiva formazione ossia grammaticalit o agrammaticalit delle espressioni diuna determinata lingua.

    Dipendenza dalla struttura: le relazioni tra parole non sono determinate dalla loro successione ma esse sonodipendenti dalla struttura.

    3. Il linguaggio e le lingueCon il termine linguaggio si intende la capacit comune a tutti gli esseri umani di sviluppare un sistema di

    comunicazione dotato delle tre caratteristiche sopra elencate. Con il termine lingua si intende la specifica forma che ilsistema di comunicazione assume nelle varie comunit. Parliamo di linguaggio al singolare perch questa capacit propria della specie umana, e di lingua tanto al singolare che al plurale perch tante sono le lingue del mondo. Esistonoelementi comuni a tutte le lingue e si chiamano universali linguistici; una caratteristica che invece caratterizza le diverselingue lordine delle parole, in italiano SVO.

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    Capitolo 2 - Che cose una lingua?Le lingue storico naturali sono sistemi articolati su pi livelli: quello dei suoni, quello delle parole, quello delle frasi equello dei significati. Le lingue del mondo si possono studiare sincronicamente e diacronicamente.La riflessione del linguaggio umano `e giunta a una conclusione che esso abbia delle carattereristiche molto specifiche,essenziali diverse da quelli animaliUna lingua un sistema articolato su pi livelli: un sistema di sistemi.

    1. Parlato e scrittoUna lingua sia scritta che parlata, ma la linguistica privilegia la lingua come espressione orale per diversi motivi:

    esistono lingue che sono solo lingue parlate e non scritte;

    un bambino quando impara una lingua, impara prima a parlare e poi a scrivere;

    le lingue cambiano nel corso del tempo, ma ci che cambia la lingua parlata e solo in ritardo quella scritta.

    2. Astratto e concretoOgni atto linguistico un fatto a s ed irripetibile e si divide su due livelli, uno astratto e uno concreto:

    Livello astratto: ci che conta lopposizione dei diversi elementi che distinguono le parole (mano/meno).

    Livello concreto: dipende da come in quel momento sono atteggiati gli organi della fonazione, cio ripetendo perquattro volte la parola mano la pronuncia sar sempre diversa.

    2.1 Langue e parole

    Saussure pose una serie di distinzioni indispensabile per la definizione di lingua: sincronia e diacronia, rapporti associativie rapporti sintagmatici, significante e significato, langueeparole.La parole unesecuzione linguistica realizzata da un individuo, un atto individuale: producendo dei suoni concreti siproduce un atto diparole. La langueinvece la lingua della collettivit, sociale e astratta. La lingua esiste nella collettivit,preesiste agli individui, ed necessaria perch gli atti di parolesiano intelligibili, ma anche gli atti di parole sono necessariperch la lingua si stabilisca e perch funzioni.

    2.2 Codice e messaggio

    Jakobson fece invece una distinzione tra codice e messaggio: il codice un insieme di potenzialit ed astratto; il

    messaggio invece viene costruito sulla base delle unit fornite dal codice ed un atto concreto.

    2.3 Competenza ed esecuzione

    Una terza distinzione tra livello astratto e concreto stata fatta da Chomsky tra competenza ed esecuzione: lacompetenza tutto ci che un individuo sa della propria lingua; lesecuzione tutto ci che lindividuo fa.

    Saussure Jakobson Chomsky

    Livello astratto langue codice competenzaLivello concreto parole messaggio esecuzione

    3. Conoscenze linguistiche di un parlanteCompetenza non significa : competenza l insieme delle conoscenze linguistiche che un parlante ha.

    Esistono quattro competenze linguistiche:Competenza fonologica. Un parlante conosce i suoni della sua lingua e sa come si combinano, ad esempio sa che se unaparola comincia con tre consonanti la prima una s.Competenza morfologica. Riguarda la conoscenza delle parole, ad esempio che di norma in italiano le parole finiscono conuna vocale. Un parlante conosce le parole della sua lingua e le sa distinguere da parole di lingue straniere, sa formareparole complesse a partire da quelle semplici.Competenza sintattica. I parlanti conoscono le regole della sintassi, cio sanno che possono formare vari tipi di frasi.Competenza semantica. I parlanti di una lingua sanno riconoscere il significato delle parole e delle frasi e sanno istituiremolti tipi di relazioni semantiche tra parole, come ad esempio rapporti di sinonimia e antonimia; inoltre riescono adisambiguare frasi potenzialmente ambigue.

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    3.1 La grammatica dei parlanti

    Tutti i tipi di competenze elencati nei paragrafi precedenti fanno parte della grammatica dei parlanti; esistono dei datilinguistici primari che sono quelli dai quali il bambino costruisce una grammatica.

    4. Una lingua non realizza tutte le possibilitUna lingua un codice ed costituita sostanzialmente da due livelli: le unit di base e le regole che combinano tali unit.Le lingue del mondo non sfruttano mai tutte le possibilit n a livello di unit n a livello di regole. Ad esempio, in italianonon esiste una distinzione tra dita delle mani e dei piedi mentre in inglese s (fingers/toes), ma linglese non ha il suonogn di gnomo.

    5. Sintagmatico e paradigmaticoIn un atto linguistico i suoni vengono disposti in una sequenza lineare cio uno dopo laltro; in questa operazione succede

    che i suoni si influenzino lun laltro. Esistono rapportisintagmaticiche si stabiliscono tra elementi inpresentia, ovvero co-presenti: ad esempio amico/amici: la prima parola ha un suono velare mentre la seconda un suono palatale. Esistono poidei rapporti paradigmatici che si stabiliscono tra suoni che possono comparire in un certo contesto, sono rapporti inabsentia, cio la presenza di un determinato suono esclude tutti gli altri: ad esempio si consideri la parola stolto: tra las e la o compare la lettera t, la sua posizione il suo contesto; tra la s e la o possono comparire altri elementi c, g, p, b, d; scegliendo una combinazione si escludono le altre.

    stolto sto

    sdoganare sdoscorta sco

    sgombro sgo

    sporta spo

    sbobinare sbo

    Rapporti sintagmatici e paradigmatici non esistono solo tra suoni ma anche tra espressioni. Nell espressione , esiste una relazione sintagmatica tra la o di questo, di mio e di amico; nelle espressioni

    e esiste una relazione paradigmatica tra questoe quel.

    6. Sincronia e diacroniaNel corso del tempo le lingue possono andare incontro a dei cambiamenti. Lo studio di un cambiamento linguistico dettodiacronico, lo studio di un fenomeno nel tempo. Un fenomeno sincronico un rapporto tra elementi simultanei con

    lesclusione dellelemento tempo.7. Il segno linguistico

    Una parola un segno, un segno ununione tra significante(rappresentazione sonora) e significato(rappresentazionementale). Il segno ha varie propriet tra cui:

    Distintivit: ogni segno si distingue da un altro (notte/botte).

    Linearit: il segno si estende nel tempo se orale e nello spazio se scritto.

    Arbitrariet: non esistono regole che associano al significante il significato, esistono delle eccezioni cheriguardano le forme onomatopeiche.I segni possono essere linguistici o no: la disciplina che studia i segni linguistici la linguistica, quella che studia i segni ingenerale la semiologia o semiotica.

    8. Le funzioni della linguaSecondo Jakobsonle componenti necessarie per un atto linguistico sono sei:parlante;referente(ci di cui si parla, ci cui latto linguistico rimanda, realt extralinguistica); messaggio;canale(attraverso cui passa la comunicazione);codice;ascoltatore.

    A ciascuna di queste componenti Jakobson associa una funzione linguistica:funzione emotiva: si realizza quando il parlante esprime stati danimo;funzione referenziale: informativa, neutra;

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    funzione poetica: si realizza quando il messaggio inviato fa si che lascoltatore ritorni sul messaggio stesso per apprezzarne

    il modo in cui formulato;funzione fatica: quando si vuole controllare se il canale aperto funziona regolarmente;funzione metalinguistica: quando il codice viene usato per parlare del codice stesso;funzione conativa: si realizza sotto forma di comando o d i esortazione rivolti allascoltatore perch modifichi il suocomportamento.

    9. Lingue e dialettiUn parlante denuncia sempre la sua provenienza: si dice che esistono italiani regionali che corrispondonoapprossimativamente alle tre principali aree geografiche dellItalia.1^ divisione:

    italiano standard;

    italiano regionale;

    italiano locale.

    Attraverso litaliano regionale passano allitaliano molte forme locali, ogni lingua stratificata. 2^ divisione:

    italiano scritto (forma pi austera della lingua);

    italiano parlato formale;

    italiano parlato informale;italiano regionale;

    dialetto di koin (regione dialettale);

    dialetto del capoluogo di provincia;

    dialetto locale.

    Dato che anche il dialetto costituito da suoni, parole, frasi e significati, la differenza tra questo e una lingua non

    linguistica, ma semmai socio-culturale.

    10.Pregiudizi linguistici1- idea che vi siano lingue primitive evolutesi poi in lingue complesse impossibile perch tutte le lingue hannosistemi fonologici, morfologici e sintattici complessi.2- lingue per eccellenza logichenon esistono lingue logiche e lingue illogiche, tutte le lingue hanno una loro logica

    interna.3- distinzione lingua/dialetto la lingua sarebbe un sistema pi evoluto dei dialetti ma ogni dialetto ha sistemifonologici e sintattici complessi esattamente come quello di ogni altra lingua.4- certe lingue sono belle altre brutte sono giudizi soggettivi non ci sono parametri oggettivi per definire se una lingua bella o brutta.5- lingue facili o difficili.

    Capitolo 3 - Le lingue del mondoEsistono due criteri di classificazione delle lingue del mondo: quello genealogico e quello t ipologico.In base al primo criterio, si dice che due o pi lingue appartengono alla stessa > se derivano dallastessa lingua di origine.In base al secondo criterio, si dice che due o pi lingue appartengono allo stesso tipo se presentono un determinato

    insieme di caratteristiche comuni indipendentemente dal fatto che faccia parte o meno della stessa famiglia linguistica.La Linguasphere unorganizzazione dedita allo studio delle lingue del mondo, che propone una classificazione che conta10 ordini di grandezza che vanno da 9 (pi di un miliardo di parlanti) a 0 (lingue estinte). Questa classificazione pecca perdi imprecisione: molte lingue pur essendo diverse sono considerate la stessa lingua, perch i parlanti si comprendono avicenda. Il numero dei parlanti si basa fondamentalmente sul numero dei cittadini di una nazione.

    Da un punto di vista linguistico esistono tre modalit di classificazione:Genealogica: due lingue fanno parte della stessa famiglia genealogica quando derivano dalla stessa lingua originaria. Lafamiglia genealogica lunit massima, le unit inferiori sono dette gruppi.Tipologica: si dice che due lingue sono tipologicamente correlate se manifestano una o pi caratteristiche comuni.

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    Areale: lingue che hanno sviluppato caratteristiche strutturali comuni perch appartengono alla stessa area geografica. Lelingue in questione formano una lega linguistica

    1. Classificazione genealogica: le famiglie linguisticheDue lingue sono genealogicamente parenti quando derivano dalla stessa lingua originaria o lingua madre. Famiglielinguistiche:

    Indoeuropea: Europa. Latino, greco.

    Afro-asiatica(camito-semitica): Africa settentrionale, Medio Oriente e parte dellAfrica orientale. Egiziano antico,arabo e ebraico.

    Uralica: Europa orientale e Asia centrale e settentrionale. Finlandese, estone e ungherese.

    Sino-tibetana: Asia occidentale. Cinese mandarino, tibetano e lolo-birmano.

    Nigerkordofaniana:nazioni africane poste al Sud del Sahara. Swahili.

    Altaica: Asia centrale. Mongolo, turco.

    Dravidica: India meridionale. Tamil, brahui.

    Austro-asiatica: Asia meridionale. Khmer e vietnamita.

    Austronesiana. Oceania. Giavanese, hawaiiano.

    Esistono anche delle lingue che sono isolate, cio di cui non si pu dimostrare la parentela con altre lingue: in Europa il

    basco, in Asia il giapponese e il coreano.

    2. La famiglia linguistica indoeuropeaNei primi decenni dellOttocento vi fu la scoperta che unantica lingua dellIndia, il sanscrito, ed alcune lingue europee,

    latino e greco, erano genealogicamente apparentate tra loro. Per identificare questa famiglia nel 1830 venne coniato iltermine Indoeuropeo (asieuropeo, indogermanico); la famiglia indoeuropea si divide nei seguenti gruppi e sottogruppi:

    Indo-iranco: diviso nei sottogruppi indiano e iranico; il sottogruppo iranico a sua volta si divide in lingue iranicheoccidentali e orientali.

    Tocario: formato da lingue estinte.

    Anatolico ittita, lingue diffuse nel 1-2 millennio a. c..

    Armeno: rappresentato dalla sola lingua armena.

    Albanese rappresentato dalla sola lingua albanese.

    Slavo: diviso in tre sottogruppi: slavo orientale (russo, bielorusso, ucraino), lo slavo occidentale (polacco, ceco,slovacco) slavo meridionale (bulgaro, macedone, serbo-croato, sloveno).

    Baltico: comprende lituano e lettone.

    Ellenico: rappresentato dalla sola lingua greca.

    Italico: si divide nei sottogruppi italico orientale (lingue dellItalia antica come osco, umbro, sannita) e

    occidentale. Questultimo sottogruppo comprende il latino che ha dato origin e alle lingue neolatine e romanze:portoghese, spagnolo, francese, italiano e romeno. Lingue a livello regionale: gallico, catalano, ladino e provenzale.

    Germanico: si divide in tre sottogruppi: orientale (gotico), settentrionale (svedese, danese, norvegese, islandese)e occidentale che si divide in due rami: anglo-frisone e neerlando-tedesco.

    Celtico: si divide nei sottogruppi gaelico (irlandese e gaelico di Scozia) e britannico (gallese, cornico e bretone).

    3. Classificazione tipologicaDue lingue sono tipologicamente correlate se manifestano una o pi caratteristiche comuni e possono essere classificatein due modi: per tipologia morfologica oper tipologia sintattica.

    3.1 Tipologia morfologicaI tipi morfologici tradizionalmente riconosciuti sono i seguenti:

    Isolante: caratterizzato dalla mancanza totale di morfologia: nei nomi non vi distinzione per caso, numero,genere... Per indicare le varie relazioni tra le parole, una lingua isolante fa uso in modo cruciale dellordine delle parole stesse e di alcune particelle.

    Agglutinante: ogni parola contiene tanti affissi quante sono le relazioni grammaticali che devono essere indicate.Es. lonely + ness =lonelyness

    Flessivo: tutte le relazioni che devono essere indicate sono contenute in un solo suffisso; unaltra caratteristicadelle lingue flessive la flessione interna che consiste nel poter indicare le diverse funzioni grammaticali mediante la

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    variazione della vocale radicale della parola. Le lingue flessive si dividono in analitiche (si possono realizzare relazionigrammaticali mediante pi parole) e sintetiche(le relazioni grammaticali sono espresse in ununica parola).

    Polisintetico(o incorporante): una sola parola pu esprimere tutte le relazioni che in italiano si esprimerebberocon una frase. Es horseriding

    3.2 Tipologia sintattica

    La tipologia sintattica si basa sullosservazione che esistono delle correlazioni sistematiche, in tutte le lingue, tra lordine

    delle parole in una frase e in altre combinazioni sintattiche, e per questo viene anche chiamata tipologia dellordine delle

    parole. Le combinazioni sintattiche pi analizzate sono:la presenza in una data lingua di preposizioni (Pr) oppure di posposizioni (Po);la posizione del verbo (V) rispetto al soggetto (S) e alloggetto (O); lordine dellaggettivo (A) rispetto al nome (N); lordine del complemento di specificazione o genitivo (G).

    In generale queste correlazioni sistematiche possono essere riassunte come segue:VSO/Pr/NG/NASVO/Pr/NG/NASOV/Po/GN/ANSOV/Po/GN/NA

    Queste formule sono chiamate universali implicazioni.

    4. Sistemi di scritturaI primi sistemi di scrittura sono del tipo cosiddetto ideografico o per meglio dire logografico. Un tipo di scritturaideografico utilizzato tuttora in diverse lingue tra le quali il cinese. Gli altri tipi di scrittura sono il tipo sillabicoe il tipoalfabetico.

    Tipo ideografico: ogni simbolo (ideogramma) corrisponde ad un concetto. Lutilizzazione fonetica del simbolodetermin l passaggio da un sistema di scrittura ideografico ad un sistema sillabico.

    Tipo sillabico: in questi sistemi determinati segni passarono ad indicare determinati gruppi di suoni. Ladozione diun sistema sillabico riduce il numero dei simboli rispetto al sistema ideografico.

    Tipo alfabetico: si basano sul principio che ad ogni suono corrisponde un segno, restringendo ancora di pi ilnumero dei simboli.

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    Capitolo 4 - I suoni delle lingue: fonetica e fonologiaUno degli aspetti pi evidenti del linguaggio umano la produzione di suoni, fatto fisico misurabile e il nostro apparatofonatorio in grado di produrre un infinito numero di suoni.

    1. FoneticaLa disciplina che studia la produzione dei suoni la fonetica articolatoria, vi poi la foneticaacusticache si occupa della

    natura fisica del suono e sulla sua propagazione, infine esiste una fonetica uditivache studia gli aspetti della ricezione delsuono da parte dellascoltatore.

    1.1 Lapparato fonatorio

    Un suono prodotto normalmente dallaria che viene emessa dai polmoni, sale lungo la trachea, attraversa la laringe,

    sede delle corde vocali e dopo aver superato la faringe, laria giunge alla cavit orale e fuoriesce dalla bocca. La cavitnasale pu essere esclusa tramite linnalzamento del velo palatino distinguendo tra suoni orali e nasali.

    1.2 Classificazione dei suoni

    Per la classificazione di un suono sono necessari tre parametri:Modo di articolazione: riguarda i vari assetti che gli organi assumono nella produzione del suono.Punto di articolazione: costituito dal punto dellapparato vocale in cui viene modificato il suono.

    Sonorit: e data dalle vibrazioni delle corde vocali: se vibrano si otterr un suono sonoro altrimenti un suono sordo.

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    1.3 Classi di suoni

    I suoni possono essere classificati in tre maggiori categorie: consonanti, vocali e semiconsonanti. Per produrre unaconsonante laria o viene momentaneamente bloccata o deve attraversare una fessura molto stretta, possono essere

    sorde o sonore. Nella produzione di una vocale laria che fuoriesce non incontra ostacoli. Le semiconsonanti condividono

    sia propriet delle vocali che delle consonanti. Vocali, semiconsonanti, liquide e nasali sono sonoranti, tutti i suoni che nonsono sonoranti sono ostruenti.

    2. I suoni dellitalianoPocclusiva,bilabiale, sorda Pane, taPPo, stoPBocclusiva, bilabiale, sonora Bene, aBBastanzaTocclusiva, dentale,sorda Tana, oTTo, alTDocclusiva, dentale, sonora Dente, aDorareKocclusiva, velare, sorda Caro, Che, aCCantoGocclusiva, velare, sonora Gara, Ghiro, alGHeMnasale, bilabiale (sonora) Mano, aMare, uhM

    nasale, labiodentale (sonora)aNfora, iNvidia, iNvernoNnasale, alveolare (sonora) Naso, laNa, daNNonasale, palatale (sonora) Gnocco, oGNinasale, velare (sonora) aNcora, aNguria

    Llaterale, alveolare (sonora) Lana, paLLalaterale, palatale (sonora) aGLio, eGLi

    Rpolivibrante, alveolare (sonora)Rana, caRRO, peRFfricativa, labiodentale sorda Fame, aFaVfricativa, labiodentale sonora Vento, aVViso, VoVSfricativa, alveolare sorda Sano, caSSa,Zfricativa, alveolare, sonora Smodato, caSafricativa, palato-alveolare sorda Scemo, aSCesa, slaSHfricativa, palato-alveolare sonora garaGe, abat-Jour

    TSaffricata,alveolare, sorda staZione, paZZoDZaffricata, alveolare, sonora Zero, aZZimatoaffricata,palato-alveolare sorda Cenare, aCido, aCCentoaffricata,palato-alveolare sonora Gente, aGire, aGGiornare

    Jsemiconsonante palatale sonora Ieri, pIedeWsemiconsonante, velare, (sonora) Uovo, dUomo

    2.1 Consonanti dellitaliano

    Esistono vari tipi di consonanti:

    Occlusive: occlusione momentanea dellaria cui fa seguito un esplosione *p, b,t, d, k, g+.

    Fricative: laria passa attraverso una fessura stretta producendo una frizione, si possono prolungare nel tempo *f,

    Affricate: suoni che iniziano con unarticolazione di tipo occlusivo e terminano con unarticolazione di tipo

    Nasali: il velo palatino si posiziona in modo da lasciar passare laria attraverso la cavit nasale *m, n, +.

    Laterali: per produrre il suono la lingua si posiziona contro i denti e laria fuoriesce lateralmente *l+.

    Vibranti: i suoni vengono prodotti mediante la vibrazione dellugola o dellapice della lingua *r+. Approssimanti: gli organi articolatori vengono approssimati senza mai toccarsi [j, w].

    Litaliano utilizza sette punti di articolazione:Bilabiali: chiusura di entrambe le labbra.Labiodentali: laria esce da una fessura che si crea appoggiando gli incisivi superiori al labbro inferiore.Dentali: la parte anteriore della lingua tocca la parte interna degli incisivi.Alveolari: la lamina della lingua tocca o si avvicina agli alveoli.Palato-alveolari: la lamina della lingua si avvicina agli alveoli ed ha il corpo arcuato.Palatali o anteriori: la lingua si avvicina al palato.Velari o posteriori: la lingua tocca il velo palatino.

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    2.2 Vocali dellitaliano

    Se la lingua assume una posizione alta si produrranno suoni come [i] o [u], se assume una posizione bassa suoni come [a].Se la lingua in posizione avanzata si produrr una [i] o una [o], se in posizione arretrata [u] o [o]. Se le labbra sonoarrotondate si produrranno vocali come [u] o [o], se non sono arrotondate vocali come [i] o [e]. es.-i alta anteriore non arrotondataItaliano , vIno, solI-e medio-alta anteriore non arrotondataEroico, saporE

    - medio-bassa anteriore non arrotondataElle, lacchE-a bassa centrale non arrotondataAmo, sAno- medio bassa posteriore arrotondataOtto, perO ,botte (percosse)-o medio alta posteriore arrotondataObesit,amicO , botte vino-u alta posteriore arrotondataUnico, lUna

    2.3 Combinazioni di suoni

    Le consonanti possono combinarsi insieme formando dei nessi consonantici. Le combinazioni di consonanti non sonolibere ma soggette a restrizioni; vi inoltre una differenza tra le combinazioni possibili in posizione iniziale e quelle inposizione interna. Le combinazioni di vocali in una medesima sillaba danno luogo a dittonghi, che possono essereascendenti (approssimante seguita da vocale accentata) o discendenti (vocale accentata seguita da un approssimante).Esistono anche dei trittonghi. La combinazione di due vocali appartenenti a due sillabe diverse da luogo ad uno iato.

    3. Suoni e grafiaUn sistema coerente quando ad un suono corrisponde un segno e viceversa. In italiano si incontrano le seguentiincoerenze del sistema grafico:-due simboli diversi per un suono solo : Cuore, Quando [K]-due suoni diversi scritti con lo stesso simbolo : Sera, roSa [s] [z]-due simboli per un solo suono e tre simboli per un solo suono : maGHe [g] SCIocco [ ]

    4. Trascrizione foneticaI suoni possono essere semplicio geminati. Il simbolo per laccento *+ si colloca prima della sillaba accentata.A partire dai simboli IPA si pu trascrivere qsi enunciato di qsi lingua.

    4.1 Confini

    Il morfema lunit pi piccola dotata di significato, quindi parole come veloce -mente o bar-istasono composte dadue morfemi. Il confine di sillaba viene normalmente rappresentato da un punto (.)es. ve.lo.ce.men.te, il confine di

    morfema con il simbolo (+)es. veloce+mente, mentre il confine di parola con il simbolo (#)#velocemente#.

    5. Fonetica e fonologiaLa fonetica si occupa dellaspetto fisico dei suoni (la sua unit il fono) mentre la fonologia si occupa della funzionelinguistica dei suoni (la sua unit il fonema). Nella linguistica innanzitutto si cerca di scoprire:

    quali sono i fonemi di una data lingua; si ricorre alla nozione di distribuzione e di coppie minime

    come i suoni si combinano insieme; vengono descritte dalle regole fonologiche

    come i suoni si modificano in combinazione; vengono descritte dalle regole fonologiche

    5.1 Il contesto

    Ogni suono ha una sua distribuzione, ovvero contesti o posizioni in cui pu comparire, la posizione della parola.

    5.2 Foni o fonemi

    I foni sono suoni/rumori del linguaggio articolato e hanno valore linguistico quando sono distintivi, cio contribuiscono a

    differenziare dei significati. Le coppie minime sono coppie di parole che si differenziano solo per un suono nella stessaposizione. Due foni che hanno valore distintivo sono detti fonemi.

    Un fonema un segmento fonico che ha:

    una funzione distintiva;

    non pu essere scomposto in una successione di segmenti che abbiano valore distintivo;

    definito solo da caratteri che abbiano valore distintivo.Il fonema lunit che si colloca a livello astratto, e dunque a livello di langue; i foni invece si collocano a livello concreto edunque diparole.

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    5.3 Le regole di Trubeckoj

    Trubeckoj enunci tre regole per stabilire se due foni hanno valore distintivo o meno:Quando due suoni ricorrono nella stessa posizione e non possono essere scambiati fra loro senza che si modifichi ilsignificato delle parole, sono realizzazioni fonetiche di due diversi fonemi;es varo, faroquando due suoni della stessa lingua si trovano nelle medesime posizioni e possono essere scambiati senza modificare ilsignificato delle parole, sono varianti fonetiche facoltative di un unico fonema; es renna-RennaVALORE INDIVIDUALE

    quando due suoni di una lingua, simili dal punto di vista articolatorio, non ricorrono mai nelle stesse posizioni, sono duevarianti combinatorie dello stesso fonema. Es. naso [nazo], ancora [a kora]VALORE COMBINATORIO

    La linguistica statunitense usa invece le nozioni di:

    Distribuzione contrastiva: quando due foni possono comparire nello stesso contesto e si ottengono cos due significatidiversi, allora i due foni sono in distribuzione contrastiva e sono realizzazioni di due fonemi diversi;

    Distribuzione complementare: quando due foni non possono ricorrere nello stesso contesto si tratta di allofoni

    dello stesso fonema.Si pu fare inventario dei fonemi in una lingua, in italiano sono circa 30.

    5.4 allofoni

    Sono la variante di un fonema

    5.5 varianti libere

    Se due suoni foneticamente simili si possono trovare nello stesso contesto ci sono due possibilit: o sono fonemi diversi(cambia il significato) o sono varianti libere (il significato non cambia).

    5.6 opposizioni fonoligiche

    I fonemi di una lingua intrattengono fra loro dei rapporti di opposizione: Es una /b/ si distingue quindi si oppone da una/p/, da /k/ ecc. dando luogo a dei contrasti (bare/pare/care ecc.)studiate da Tubeckoj, le opposizioni sono: bilaterali quando la base di comparazione propria altrimenti multilateralecome la /p/ con la /b/ in italiano.

    6. Tratti distintiviLe opposizioni privative hanno costituito una teoria fonologica nota con il nome binarismo, dovuta a Roman Jakobson.Secondo questa teoria ogni elemento linguistico si differenzia dagli altri per una scelta binarie (di tipo s, no) analizzato inun insieme di tratti distintivi che definiscono il fonema.

    7.1 Parentesi

    Serve a unificare fatti formalmente diversi tra loro, quelle tonde indicano la facoltativa

    7.2 Regole fonologiche

    Una regola fonologica pu essere formulata sia riccorendo ai fonemi, sia utilizzando i tratti distintivi.la sibilante resta sorda davanti a consonante sorda [t,p,k,f] ma diventa sonora se davanti ha consonanti sonore

    [d,b,,g,v,n,l,r,d3]

    8. Fenomeni fonologici e tipi di regoleUna regola fonologica un meccanismo che connette una rappresentazione fonologica ad una rappresentazione foneticaed opera una serie di cambiamenti.

    8.1 Assimilazione

    Le assimilazioni sono un fenomeno molto rilevante in tutte le lingue del mondo.Le assimilazioni possono essere totali o parziali, progressive o regressive.Totali quando il segmento che causa l assimilazioni rende talmenteuguale primo.Parziali se il segmento che causa lassimilazione cambia laltro parzialmente

    Progressive quando il segmento che causa lassimilazione a sinistraRegressive quando il segmento che causa lassimilazione a destra

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    9. La sillaba il mattone minimo dellenunciato, lunit di combinazione di fonemi funzionanti come unit pronunciabileIn italiano la sillaba minima costituita da una vocale, il nucleo sillabico. Il nucleopu essere preceduto da un attaccooseguito da una coda; nucleo pi coda costituiscono la rima. Laplologia la cancellazione della sillaba finale di parola incomposizione.

    10.Fatti soprasegmentaliLa fonologia basata sui segmenti detta segmentale; esistono per fenomeni che non possono essere attribuiti ad un

    segmento e che sono detti soprasegmentali:

    Lunghezza: riguarda la durata temporale dei suoni e pu avere caratteristiche distintive o meno. Es. pena/penna

    Accento: una propriet delle sillabe e non dei singoli segmenti. Una sillaba tonica realizzata con maggioreintensit rispetto ad una sillaba atona; solo nelle lingue ad accento non fisso questo pu avere valore distintivo. Es.ancora/ankora

    Intonazione: esistono dei picchi e degli avvallamenti che producono un effetto percettivo di tipo melodico cheprende il nome di intonazione. Le dichiarative hanno una curva melodica con andamento finale discendente, mentre leinterrogative hanno una andamento finale ascendente.

    Capitolo 5 - La struttura delle parole: morfologiaLo studio delle parole e delle varie forme che possono assumere la morfologia. Le parole possono essere semplici o

    complesse; le parole complesse possono essere derivate, cio prefissate o suffissate, o composte. Sia le parole sempliciche complesse possono essere flesse per genere, numero...

    1. La nozione di parolaLe parole sono unit della lingua e non sempre ci che conta come parola in una lingua vale anche per le altre. Si possonodistinguere varie accezioni di parola: la parola fonologica non coincide con quella morfologica o sintattica. Un criteriooperativo abbastanza efficace di considerare parola quelle unit che non possono essere interrotte, o meglio al cuiinterno non si pu inserire altro materiale linguistico.

    1.1 Tema, radice e forma

    Si consideri il verbo amare; la forma amare la forma di citazioneche troviamo sui dizionari, anche detta lemma; laforma di rappresentazione di tutte le forme flesse che il verbo pu avere. La forma di citazione la forma del verboallinfinito. La forma di citazione del nome il maschile/femminile al singolare; la forma di citazione dellaggettivo

    sempre il maschile singolare. In un testo compaiono forme flesse; il processo che porta dalle forme flesse ai lemmi lalemmatizzazione. Per quel che riguarda il verbo bisogna distinguere tra tema e radice: togliendo la desinenza flessiva alverbo amare si otterr ama che il tema; il tema pu essere analizzato come una radice am pi una vocaletematica.

    2. Classi di paroleLe parole di un lingua sono raggruppate in categorie lessicali che sono: nome, verbo, pronome, articolo, aggettivo,

    preposizione, avverbio, congiunzione e interiezione. Le classi di nomi che assumono forme diverse sono dette variabili,

    mentre le altre sono dette invariabili. Unaltra distinzione quella tra parole aperte e chiuse: alle prime si possono

    aggiungere sempre nuovi membri, le altre sono formate da un numero finito di membri. Le categorie lessicali cui le paroleappartengono limitano le combinazioni possibili delle parole.

    3. MorfemaUn morfema la pi piccola parte della lingua dotata di significato; un segno linguistico costituito da significante e

    significato. I morfemi si dividono in lessicali e grammaticali: i primi hanno significato che non dipende dal contrastomentre i secondi ricevono significato dal contesto in cui si trovano. Ad esempio la parola libri si divide in libr (morfemalessicale) e i (morfema grammaticale). Un morfema pu essere cos piccolo da essere costituito da un solo fonema. I morfemi possono essere liberi o legati: sono liberi quando possono ricorrere da soli in una frase e sono legati quando perpoter esistere in una frase bisogna aggiungere altre unit. Le parole composte da un solo morfema sonomonomorfemiche, quelle composte da due morfemi sono bimorfemiche. Il termine morfema designa ununit

    astratta che rappresentata a livello concreto dallallomorfo. Ad esempio in inglese il plurale viene indicato con la s dicui si possono avere tre realizzazioni [s], [z] e [z]: queste tre rappresentazioni del morfema sono i suoi allomorfi. Es. rock[S] toy [z] dish [iz]

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    4. Flessione, derivazione e composizioneLe parole semplici possono subire diversi processi di modificazione:

    Flessione: aggiunge alla parola di base informazioni riguardanti genere, numero, caso...

    Derivazione: aggiunta di una forma legata (affisso) ad una forma libera e pu avvenire per prefissazione,suffissazione e infissazione.

    Composizione: forma parole nuove a partire da due esistenti.

    5. Morfologia come processoUn verbo pu nascere come tale o divenirlo attraverso diversi processi. La composizione e la derivazione si distinguonoperch il primo processo unisce due forme libere mentre il secondo una forma libera e una complessa. Prefissazione esuffissazione in quanto il prima non cambia la categoria lessicale mentre la seconda s.

    Esistono altri processi di modificazione delle parole:

    Conversione: cambiamento di categoria senza che vi sia aggiunta manifesta di affissi.

    Raddoppiamento: raddoppiamento di un segmento parziale.

    Parasintesi: base pi prefisso e suffisso senza che la sequenza prefisso/base sia una parola dellitaliano e

    altrettanto non lo sia base/suffisso. Es a-bottone-are

    6. Allomorfia e suppletivismoLallomorfia il livello concreto dei morfemi. Si parla di suppletivismo quando in una serie omogenea si trovano radicalidiversi che intrattengono evidenti rapporti semantici ma non altrettanto evidenti rapporti formali. Ad esempiovado/andiamo, acqua/idrico... Il suppletivismo pu essere sia forte che debole: forte quando vi alternanzadellintera radice, debole quando tra i membri della coppia vi una base comune.

    7. Parole semplici e parole complesseLe parole semplici sono date e costituiscono il lessico del parlante, esempio ieri, mentre quelle complesse sono formatetramite regole morfologiche esempio capostazione = capo+ stazione.

    8. Parole suffissatePostino = posta+ inoGiornalaio= giornale+ aio

    9. Parole prefissateDisabile= dis+abileRetrobottega= retro+ bottega

    10.Morfologia e significatoLa formazione delle parole consta di una parte formale e una parte semantica. Ad esempio:vino+aio = vinaio (persona che vende vino);giornale+aio= giornalaio (persona che vende giornali).

    La parte fissa aio la parte fissa di significato, mentre quel la variabile corrisponde al nome di base. La semantica di unaparola composizionale (o trasparente), cio si ottiene dal significato degli elementi componenti. Il suffisso -bilefornisce un significato passivo. Quando una parola permane a lungo nel lessico pu acquistare significati idiomatici,ovvero non desumibili dagli elementi che la costituiscono.

    11.Composti dellitaliano

    Si consideri un composto come camposanto, la struttura rappresentabile come **campo+N*santo+A+N. Il composto ha

    la stessa categoria lessicale di uno dei suoi composti. Diremo che campo la testadel composto e che la categoria Ndel composto deriva dalla testa. Identificare la testa del composto importante perch da questa che derivano alcomposto una serie di qualit; dalla testa che derivano al composto a) le informazioni categoriali, b) i tratti sintattico-semantici e c) il genere. Un composto una parola non interrompibile, allinterno della quale non possono essere inseriti

    altri elementi. Esistono vari tipi di composti:

    composti neoclassici: formati da due forme legate di origine greca o latina e da una forma libera o una legata, adesempio antropofago, dietalogo;

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    composti incorporati: sono formati da un sintagma costituito da un verbo seguito da un SNO, ad esempiohorseride;

    composti sintagmatici: sono pi di origine sintattica che morfologica;

    composti reduplicati: formati dalla stessa parola ripetuta; hanno in genere un significato intensivo;

    composti troncati: formati per troncamento del primo costituente o di entrambi.

    Capitolo 6 - Lessico e lessicologiaEsistono almeno due accezioni di lessico: uno il lessico mentale dei parlanti e laltro prende la forma del dizionario. Leparole di una lingua sono memorizzate, mentre le frasi sono costruite tramite regole, ma non sono memorizzate.

    1. Lessico mentaleCon lessico mentalesi intende non solo la conoscenza delle parole, ma anche le conoscenze relative al funzionamentodelle parole e dei rapporti tra le parole. Questo significa che ogni parlante in grado di estrarre dal proprio lessicomentale delle liste di parole con certe caratteristiche. I parlanti sanno anche come tradurre i suoni di una parola nellagrafia del proprio alfabeto. Per quanto riguarda laccesso al lessico si suppone che alle parole si acceda tramite i primi

    suoni delle parole stesse.

    2. DizionariUn dizionario si pone a livello della languenel senso che linsieme delle parole usate da tutta una comunit linguistica;nei dizionari vi anche molta diacronia, cio vi si conservano parole che appartengono al passato. Un dizionario costituito da lemmi e non da forme flesse. La differenza tra dizionario e enciclopedia che il primo una lista di paroleche contiene informazioni sulla natura e sulluso delle parole, mentre la seconda contiene informazione su tutto lo scibile

    umano.

    2.2 Lessicalizzazioni

    Sono esempi di lessicalizzazionitagliare la corda, nontiscordardim, il cui significato non desumibile dalla somma deisignificati delle parti. Si ha lessicalizzazione quando un gruppo di parole si trasforma in ununita lessicale che si comport acome una parola sola. Esiste poi un processo di grammaticalizzazioneper cui ununit perde il suo significato lessicale perassumerne uno grammaticale, come ad esempio il suffisso mente.

    3. Stratificazione del lessicoIl lessico di ogni lingua stratificato; lo strato [+nativo] quello centrale, quello [-nativo] definisce gli strati periferici chespesso riflettono le vicende storiche. Lo strato [-nativo+ dellitaliano costituito da prestiti e calchi. Sia prestiti che calchi

    riguardano interferenze tra sistemi linguistici diversi. Si parla di calco quando vi una riproduzione che sia di strutturamorfologica, sintattica o semantica (ad esempio skyscraper=grattacielo); se la riproduzione pi centrata sul

    significante si parla di prestito. I prestiti possono essere adattati (parole entrate a far parte della lingua italiana) o nonadattati (forma estranea alle regole fonologiche dellitaliano)4. Dizionari specialisticiI dizionari sono:MonolinguiBilinguiPlurilinguiEtimologiciSinonimi e contrariNeologismiElettroniciInversiDi frequenza e concordanze

    4.1 Dizionari elettronici

    Permettono una serie di funzioni importanti:Ricerca di lemmiRicerca di pi lemmi con certe caratteristiche comuniCaratteri specialiOperatori logiciPossibilit di creare dizionari personalizzatiSillabazione dei lemmi

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    Ottenere le forme flesse con lindicazione degli ausiliari per i verbiTrovare sinonimi e contrariArrivare ad un lemma a partire da una forma flessaAscoltare la pronuncia delle parole

    Capitolo 7 - Le combinazioni delle parole: sintassi

    1. La valenzaI verbi, cos come gli elementi chimici, hanno bisogno di essere accompagnati da un determinato numero di altri elementi,affinch la frase risulti ben formata. Esiste quindi una valenza verbale. Gli elementi richiesti obbligatoriamente da unverbo sono detti argomenti.Tipologie della valenza dei verbi:

    verbi avalenti: non sono accompagnati da nessun argomento. Ad esempio piovere;

    verbi monovalenti: un solo argomento, sono verbi intransitivi. Ad esempio correre, parlare, arrivare...;

    verbi bivalenti: due argomenti, sono verbi transitivi. Ad esempio catturare, piantare, lanciare...;

    verbi trivalenti: tre argomenti, sono i verbi di dire o di dare. Ad esempio .Allinterno di una frase esistono inoltre degli elementi facoltativi detti circostanziali.

    2. I gruppi di parole

    Un gruppo di parole detto sintagma. Esistono dei criteri che ci permettono di individuare gruppi di parole: Movimento: le parole che fanno parte di uno stesso gruppo si muovono insieme.

    Enunciabilitin isolamento: le parole che fanno parte dello stesso gruppo possono essere pronunciate da sole.

    Coordinabilit: le parole che fanno parte dello stesso gruppo possono essere unite ad un altro gruppo.La parola intorno alla quale costruito un gruppo di parole chiamata testa del gruppo di parole, gli altri elementi del

    gruppo sono detti modificatori; a seconda del tipo di parola otterremo diversi gruppi di parole:

    Sintagmi preposizionali: testa=preposizione;

    Sintagmi nominali: testa=nome;

    Sintagmi verbali: testa=verbo;

    Sintagmi aggettivali: testa=aggettivo.Una rappresentazione della struttura dei sintagmi costituita di diagrammi ad albero (indicatori sintagmatici), tramite

    lo schema X-barra, oppure tramite parentesi. I sintagmi sono i costituenti della frase mentre le parole sono i

    costituenti ultimi della sintassi. I sintagmi pi semplici sono quelli costituiti dalla sola testa che lunico elemento la cuipresenza necessaria.

    3. Le frasi

    3.1 Frasi e gruppi di parole

    Una frase un gruppo di parole che esprime un senso compiuto, ma anche vero che una sola parola pu esprimeresenso compiuto: se grido: questa sola parola sufficiente ad esprimere senso compiuto, cio a richiamarelattenzione di Gianni. Esiste una differenza essenziale tra i gruppi di parole chiamate frasi e gli altri gruppi di parole, cio

    che le frasi sono composte di soggetto e predicato (con struttura predicativa). Il rapporto soggetto/predicato didipendenza reciproca, ossia luno dei due elementi esiste solo perch esiste laltro. Con il termine proposizione si

    intende un frase con struttura predicativa di senso compiuto o meno. Esistono tre tipi di entit che possono esserechiamati frasi:

    proposizioni di senso compiuto;espressioni di senso compiuto che non sono gruppi di parole (struttura non predicativa);proposizioni senza senso compiuto.

    3.2 Tipi di frasi

    Una prima distinzione quella tra frase semplice e complessa; la frase semplice non contiene altre frasi mentre quellacomplessa formata da pi frasi. Il rapporto tra le frasi che costituiscono una frase complessa pu essere di coordinazioneo di subordinazione: frasi semplici sono coordinate quando sono sullo stesso piano, sono subordinate quando non sonosullo stesso piano e in questo caso avremo frasi principali o dipendenti.Modalit delle frasi:

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    Dichiarative.

    Interrogative, che si dividono in s\no e wh- (di specificazione).

    Imperative.

    Esclamative.Dal punto di vista della polaritle frasi si distinguono in affermativee negativeesempio (Gianni partito/ Gianni non partito); dal punto di vista della diatesisi distinguono frasi attiveda frasi passive (Gianni ama maria/ maria amata da

    Gianni), il punto di vista della segmentazione oppone frasi segmentate a quelle non segmentate (questo libro, non loavevo mai letto /non avevo mai letto questo libro).

    4. Soggetto e predicato

    A livello sintattico si definisce soggetto largomento che ha la stessa persona e lo stesso numero del verbo; a livellosemantico il soggetto colui che compie lazione, a livello della comunicazione il soggetto ci di cui si parla. E

    meglio per limitarsi ad usare i termini soggetto e predicato per r iferirsi alle nozioni di livello sintattico. A livellosemantico si parler di agente e azione, mentre a livello della comunicazione si parler di tema per indicare il

    soggetto e di rema per indicare il predicato.

    5. Categorie flessionali

    Le desinenze delle parti del discorso variabili esprimono le diverse categorieflessionali: ad esempio il genere, il numero, ilcaso, il tempo, la persona e il modo. Se due parole hanno le stesse categorie flessionali si parla di accordo; se invece una

    parola ha una data categoria flessionale perch le assegnata da unaltra parola con categorie flessionali diverse si parladi reggenza.

    5.1 Genere, numero e persona

    In italiano esistono due generi, il maschilee il femminile; gli elementi del sintagma devono accordarsi con il genere delnome testa del sintagma nominale, questo non succede ad esempio in inglese in quanto laggettivo invariabile. Per

    quanto riguarda il numero, litaliano oppone lindicazione di un solo oggetto a quella di pi oggetti appartenenti alla stessaclasse, quindi singolare e plurale. In lingue come il greco o il sanscrito esistono tre numeri grammaticali: il singolare, ilplurale e il duale; altre lingue hanno unespressione anche per il triale. Come il genere, anche il numero manifesta ilfenomeno dellaccordo: se la testa del sintagma nominale singolare devono esserlo anche gli altri elementi del sintagma.

    Le personegrammaticali sono tre: prima persona(colui che parla), seconda persona(a chi ci si rivolge) e terza persona(quella che non entra nel dialogo).

    5.2 Caso

    Il caso indica la relazione che un dato elemento nominale ha con le altre parole della frase, in cui si trova. In italiano, lerelazioni tra verbo e argomenti sono espresse mediante 1) lordine delle parolee 2) luso di un morfema grammaticalelibero. In latino la diversa relazione degli argomenti con il verbo espressa dalla loro desinenza: nominativo, accusativo,dativo, genitivo, vocativo e ablativo.

    5.3 Tempo e modo

    Una frase come contiene unespressione di tempo. La frase pu essere enunciata in un determinatomomento, il momento dellenunciazione, mentre il tempo indicato nella frase detto momento dellevento. Indeterminate frasi viene indicato anche un momento di riferimento diverso dal momento dellenunciazione e delmomento dellevento (ad esempio . Per operare invece altre distinzioni allinterno del sistema dei tempi

    dellitaliano si ricorre alla categoria dellaspetto: questa categoria ci permette di distinguere fra i tempi del passato ciolimperfetto, il passato prossimo e il passato remoto. Il termine imperfetto rimanda a qualcosa di non finito, si parla

    quindi di aspetto imperfettivo; passato prossimo e remoto sono esempi di aspetto perfettivo, cio compiuto. Il passato

    prossimo descrive un evento passato i cui effetti sussistono ancora nel presente; il passato remoto descrive un evento chenon ha pi alcun rapporto con il presente.