Gonnesa MA 2012

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La guida ai monumenti di Gonnesa Monumenti Aperti 2012

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26 27 Maggio 2012

GonnesaMonumenti Aperti

COMUNE DI GONNESA

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Comune di GonnesaPietro CoccoSindaco

Hansel CabidduAssessore alla Cultura

Cristiano Gabriele Meloni Assessore Delegato Nuraxi Figus Istituto Comprensivo Gonnesa Classi 3 A, 3 B, 4 A, 4 B, 5 A, 5 B della Scuola Primaria e 1 A, 1 B, 2 A, 2 B , 3 A e 3 B della Scuola Media Inferiore

Coordinamento Generale Federica Olla, Maura Masala, Maria Delfina Cannas, Roberto Tallu, Giuseppina Manca, Claudia Friargiu, Antonio Locci;

INfOrMAzIONI UtIlI

I Monumenti saranno visitabili gratuitamente il pomeriggio di sabato 26 maggio, dalle ore 16,00 alle 20,00 e la domenica 27 maggio dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 20,00. La visita al sito nuragico di Seruci, nella giornata di domenica potrà avvenire in orario continuato, dalle 9,00 alle 20,00.

Per la visita dei siti archeologici si suggeriscono abbigliamento e calzature sportive.

Le visite alla Chiesa di Sant’Andrea saranno possibili solo in assenza di funzioni religiose, previste per sabato alle ore 18,30 e domenica mattina alle ore 8,00 e alle ore 10,00.

Gruppo di Coordinamento localeGonnesa

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Partecipiamo con entusiasmo a questa 16a edizione di “Monumen-ti Aperti” e lo facciamo alla luce degli ottimi risultati ottenuti nelle

precedenti manifestazioni, risultati che non avremmo potuto raggiun-gere se non ci fosse stato il contributo di tanti cittadini.Sento pertanto il dovere di ringraziare gli alunni e gli insegnanti della scuola e i tanti volontari presenti nelle diverse associazioni di Gonne-sa e Nuraxi Figus che con il loro impegno hanno garantito e garanti-scono la riuscita della iniziativa. Rendere fruibili e visitabili i numerosi siti storici e culturali, in alcuni casi per la prima volta, ha senza dubbio rappresentato momenti significativi di crescita, valorizzazione e pro-mozione del nostro patrimonio. Riscoprire la storia millenaria, am-mirare monumenti dei quali parecchia gente aveva soltanto sentito parlare, l’incanto di percorsi naturalistici davvero suggestivi, questo è “Monumenti Aperti”. Oltre alla riconferma dei siti presenti nelle pre-cedenti edizioni quest’anno abbiamo inserito la visita presso la sede della Soprintendenza (ex Scuola Media) dove sono esposti numerosi reperti recuperati durante gli scavi nel sito archeologico del Nuraghe Seruci, reperti che abbiamo già reso fruibili durante le due giornate di “Magazzini Aperti”. Con l’obiettivo di fare un vero e proprio “Mu-seo” in cui esporre tutti i ritrovamenti dei nostri siti archeologici stiamo concludendo la procedura per riportare a Gonnesa tutto il materiale che negli anni passati era stato trasferito in altre località. Sappiamo di avere una storia unica e originale, un rilevante patrimonio culturale che sentiamo di dover custodire e valorizzare, questa è una occasio-ne importante per condividerlo con tante persone.Pietro CoccoSindaco di Gonnesa

Monumenti aperti, giunto a Gonnesa alla sua terza edizione, rap-presenta una delle più belle cartoline di questo villaggio in riva

al mare. È un evento che si consolida nel tempo e che ogni anno si arricchisce di nuovi siti da poter visitare. Quest’anno oltre a riconfer-mare la possibilità di contemplare i nostri beni culturali e gli incantevoli percorsi naturalistici, offriamo ai nostri visitatori l’occasione di poter ammirare quanto già reso fruibile con “Magazzini aperti”. Infatti, con il prezioso contributo della Sovrintendenza ai Beni Archeologici della Provincia di Cagliari, attraverso un percorso molto affascinante sarà possibile ammirare i reperti provenienti dal Nuraghe di Seruci. Insieme al nostro patrimonio culturale e naturalistico, per il terzo anno con-secutivo protagonista di questo evento è la fitta rete di volontari che rendono possibile questa manifestazione. Le scuole e le associazio-ni tutte, attraverso un insostituibile contributo fanno si che Gonnesa offra ai suoi ospiti, la possibilità di ritrovare suoni, colori, profumi e sapori di una terra antica come la Sardegna, guidando i suoi visita-tori tra le miniere segnate dal tempo, sulle orme della propria storia, così importante ed affascinante per essere dimenticata, e accompa-gnando i suoi ospiti tra il verde delle sue colline e sui sentieri tracciati dall’azzurro del suo mare. Hansel CabidduAssessore Alla Cultura

l’evento culturale Monumenti Aperti giunge alla sua III edizione nel nostro Comune ed io sono molto felice di prendervi nuovamente

parte, non solo come volontario ma questa volta anche come Ammi-nistratore Comunale. Anche quest’anno il Comune di Gonnesa farà scoprire e riscoprire a turisti e locali i suoi siti archeologici e percorsi naturalistici, ricchi di storia e dotati di rara bellezza, come la Reggia Nuragica di Seruci, le Domus de Janas di Serra Maverru, la Tonna-ra di Porto Paglia, Pozzo Sacro, S Olivariu, e il Museo Etnografico. Tutto ciò non sarebbe possibile senza la preziosa collaborazione tra le associazioni di Gonnesa e Nuraxi Figus, le maestre e i bambini della Scuola Elementare e Media Inferiore, i numerosi volontari che lavorano armoniosamente per garantire la buona riuscita dell’evento. Voglio quindi ringraziare tutte le persone che si impegneranno per far conoscere i nostri inestimabili gioielli, rendendo, anche quest’anno, Monumenti Aperti un grande successo.Cristiano Gabriele Meloni Assessore Delegato di Nuraxi Figus- Gonnesa

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Consiglio Regionale della Sardegna Claudia Lombardo Maria Santucciu Regione Autonoma della Sardegna Assessorato al Turismo Luigi Crisponi Artigianato e Commercio

Assessorato alla Pubblica Istruzione, Sergio Milia Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport

Direzione Regionale per i Beni Culturali Maria Assunta Lorrai e Paesaggistici della Sardegna Sandra Violante

M.I.U.R. Ufficio Scolastico Regionale Enrico Tocco per la Sardegna Rosalba Crobu

Comune di Cagliari Massimo Zedda Enrica Puggioni

Provincia di Cagliari Angela Maria Quaquero

Ufficio Regionale Francesco Tamponi Beni Culturali Ecclesiastici

UPI Sardegna Francesco Putzu

ANCI Sardegna Cristiano Erriu Umberto Oppus

Università degli Studi di Cagliari Giovanni Melis Università degli Studi di Sassari Attilio Mastino Pinuccia Simbula

Imago Mundi Associazione Culturale Fabrizio Frongia Armando Serri

Consorzio CAMU’ Centri d’Arte e Musei Francesca Spissu Giuseppe Murru

Società Cooperativa Sociale Il Ghetto Alessandro Piludu Nicoletta Manai

Confesercenti Regione Sardegna Marco Sulis Confcommercio Sardegna Gavino Sini

Agenzia Nazionale Gianpiero Liori Sviluppo Autonomia Scolastica

Sardegna Solidale Roberto Copparoni Centro Servizi per il volontariato

Il ComitatoScientifico regionale

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turismo, identità e cultura, una combinazione ideale per una terra depositaria di tradizioni millenarie. Oltre che da

spiagge bianche e mare cristallino, i viaggiatori sono sempre più attratti da manifestazioni e itinerari culturali e da località d’arte della Sardegna. Una recente indagine conferma il trend, nel primo semestre 2011 nell’Isola è cresciuta del 20% la frequentazione di luoghi di interesse storico - artistico, un dato con pochi confronti in Italia. Fra le motivazioni alla vacanza, spiccano le visite al patrimonio artistico e monumentale: ‘uno scrigno di tesori’ composto in Sardegna da antichi palazzi e castelli, basiliche e musei, parchi minerari e archeologici, e disseminato sull’in-tero territorio. Un patrimonio da preservare innanzitutto, poi da riscoprire per i sardi e, nel contempo, da condividere con i visitatori con l’accoglienza della quale l’Isola è capace. Da condividere con itinerari culturali, come appunto Monumenti aperti, evento che suscita suggestioni ed emozioni uniche. La domanda turistica è orientata alla ‘memoria’ e alla cultura, perciò la Regione Sardegna promuove l’architettura storico - artistica, simbolo di identità, così da assecondare anche il profilo moderno dei nostri visitatori, culturalmente preparati, rispettosi e desiderosi, oltre che di ‘vivere’ l’unicità di paesag-gi incantevoli, anche di conoscere beni culturali e manifesta-zioni tradizionali.

luigi CrisponiAssessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio

Anno dopo anno, Monumenti Aperti rappresenta un mo-mento importante che va oltre la semplice manifestazio-

ne culturale. È la condivisione della conoscenza del nostro patrimonio di cultura, di memoria e di storia condivisa. È la consapevolezza che i beni culturali rappresentano veramente noi stessi, la nostra espressione artistica e creativa, interprete dell’epoca che li ha visti nascere. È la testimonianza di quanto la cultura non sia un bene privato, ma collettivo, che aspetta di essere riscoperto, esposto, valorizzato, divulgato, fruito.Con Monumenti Aperti si vive un momento popolare e di festa dove un pubblico sempre più attento e consapevole delle po-tenzialità del nostro patrimonio artistico-architettonico, diven-ta protagonista della storia della nostra Isola. La promozione del nostro grande patrimonio culturale si è trasformata nel corso degli anni, proprio grazie a questa manifestazione, in un momento festoso e popolare che raduna giovani e meno giovani, studiosi della materia e semplici curiosi, studenti e volontari culturali. Tutti ugualmente coinvolti in un’attesa op-portunità di arricchimento storico e culturale dove il nostro passato e il nostro presente si fondono per dare a tutti la con-sapevolezza che dobbiamo tramandarlo gelosamente, nel migliore dei modi, alle generazioni future. Sergio MiliaAssessore regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport

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Gonnesa e la sua storia

Gonnesa è un Comune della Provincia di Carbonia- Iglesias. È situato in una gola, Gutturu Carboni, a 42 metri sul livello del mare e ai piedi del Monte Uda. Collocato tra due centri maggiori Carbonia ed Iglesias, dista 65 km da Cagliari ed è facilmente raggiungibile attraverso la S.S. 126. Il suo antico nome, Conesi o Conesa, significherebbe monte, altura. Il suo territorio, infatti, si presenta abbastanza vario, con un alternarsi di pianura e collina, ma è comunque in prevalen-za collinoso (Monte Onixeddu m. 329, Punta Is Ollastu m. 399, Monte Scorra m. 224, Monte Arbu m. 269). Il Comune di Gonnesa gode di un comprensorio territoriale ricco sotto tutti i punti di vista: storico-archeologico, ambientale, ge-ologico e naturalistico - paesaggistico. La sua area offre mare e spiagge incontaminate, il tratto costiero è dotato di un ampio litorale sabbioso che si estende per più di tre chilometri da Por-topaglia, Plage Mesu, a Fontanamare, spiaggia vicino alla sug-gestiva scogliera di Pan di Zucchero. Adiacente al lido di Plage-mesu e Sa Punta e S’arena verdeggia una fitta pineta dotata di parco giochi per bambini ed arredi per pic-nic in famiglia. Attual-mente nell’area è possibile il campeggio di ragazzi e bambini nel Campo Robinson. Adiacente la pineta si può osservare la piana denominata Sa Masa, situata in una area SIC (sito interesse co-munitario), di circa due chilometri quadrati di canneto, cresciuto in un terreno di natura melmosa; un tempo dimora di anguille, oggi in questo luogo trovano dimora esemplari di gallo cedrone e numerosi uccelli acquatici. Nelle campagne circostanti sono presenti un’interessantissima flora, fauna, villaggi minerari dismessi (Monte Onixeddu, Seddas Modditzis e Monte Scorra) ed importanti siti archeologici (Domus de Janas, tombe di giganti, pozzi sacri ed imponenti siti nuragi-ci). Il più esteso è il villaggio di Seruci.Suggestiva anche la Torre Spagnola affiorante dal mare, nei pressi della vecchia tonnara di Portopaglia, quest’ultima un tem-po importante vedetta per il controllo delle incursioni barbare-sche. Sulla sua origine si ipotizzano due precisi momenti storici: il 1572, il 1598 o il 1639. La torre sicuramente di origine spa-gnola è ritenuta unica nel suo genere per la sua originale forma a mezza luna e perché realizzata sul mare. Questa è alta cinque metri e si suppone che, a protezione dell’antica tonnara, fosse dotata di cannoni ubicati nel terrazzo. Data la sua posizione stra-tegica è ben visibile da un’altra torre, quella di Cala Domestica. Interessante è la frazione di Normann, villaggio minerario immer-so nel verde da cui si possono ammirare bianche ed imponenti pareti di falesia.Completano il quadro ambientale, la Grotta di Santa Barbara, meraviglioso gioiello di concrezioni uniche nel suo genere, sco-perta casualmente nell’aprile del 1952, durante lo scavo di un fornello. La caratteristica che rende particolare e unica questa cavità è legata ai cristalli tabulari di barite bruno scuro che ne tappezzano completamente le pareti.Da visitare è la chiesa di Sant’Andrea Apostolo, costruita tra l’XI e il XIII secolo in stile romanico. A Gonnesa si trova, ancora, il più grande giacimento carbonifero

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avviato dall’Ingegner Anselmo Roux, nella seconda metà del XIX secolo. Di grande interesse sono gli studi geomorfologici e geologici condotti sul suo comprensorio che dimostrano le sue origini an-tichissime. Geologicamente, infatti, si rinvengono località risa-lenti al Cambriano, al Quaternario in regione Morimenta, Is Ter-razzus, Sa Pintixedda, Su Prelau, Serra Nuraxi e all’Ordoviciano (500-435 milioni di anni fa) nelle località di: Serra Nuraxi, a nord della casa Ossigeno, Su Tuvu Mannu, S’ortu Coccu, Cuccu de Gori. Sono, invece, di era mesozoica (225-226 milioni di anni) le zone di Campumari e M. Coremò. Tra le manifestazioni locali si annovera la festa in onore della Ma-donna di Tratalias, festeggiata il primo martedì, dopo quaranta giorni dalla Pasqua. La devozione per la Madonna, detta an-che “S. Maria di Monserrat”, risale al XII sec., venerata anche in Spagna, ancor oggi costituisce un simbolo religioso per tutta la comunità. Lodevole è la ricorrenza storica che ogni anno celebra un evento realmente accaduto: quello dei moti dei minatori del 1906. Il 30 novembre si celebra Sant’Andrea Patrono (festeggiamenti civili e solenni riti religiosi) e la prima domenica di Settembre si ono-ra Sant’Isidoro agricoltore protettore di Nuraxi Figus (frazione di Gonnesa). Altra iniziativa apprezzabile è la festa di 1° maggio in pineta e la rassegna di spettacolo dell’“L’estate Gonnesina”.La storia del villaggio di Gonnesa ha origini antichissime. A po-che centinaia di metri dall’abitato di Gonnesa vi sono, infatti, tracce di siti umani risalenti all’epoca preistorica, a partire dal periodo prenuragico; nelle località “Su Cungiau de Su Topi” e “Baieddus de Sa Sedderenciu” sono state rinvenute delle Do-mus de Ianas. Risale, invece, al bronzo antico o nuragico arcaico un ipogeo sito nella frazione di Nuraxi Figus e, un buon numero di tombe, nei pressi del Nuraghe Eca, in località Murru Moi. In località Serra Maverru è presente un’estesa necropoli, in questo luogo sono visitabili numerose Domus de Janas. Dalle numero-se notizie raccolte sui nuraghi dislocati in territorio gonnesino, è evidente che, accanto ai veri e propri villaggi estesi come quelli di “Seruci” e di “Erbexi”, si riscontrano anche degli insediamenti sparsi con ampi spazi attorno, ed è il caso dei nuraghi così chia-mati: “Sa Ghilotta”, “Gennerei”, “Nuraghe Eca”, “Sa Saracca”, “Murru Nieddu”, “Corona Maria”, “Cuccuru Livetta”, “Dessa Ter-raccu”, “Sa Turrita” e, a circa trecento metri dall’abitato di Nura-xi, “Is Bangius”. Nel territorio di Nuraxi Figus è presente anche un pozzo sacro risalente allo stesso periodo. Nel comprensorio di Gonnesa si trovano anche diversi reperti che attestano una cospicua presenza da parte dei Fenici, dei Punici e dei Romani interessati all’abbondanza di giacimenti di zinco, rame, piombo ed argento e allo sbocco al mare. Nel periodo Alto Medioevale, quando in Sardegna affiora, dopo il Mille l’organizzazione Giudicale, Gonnesa apparteneva alla Curatoria del Sigerro che, insieme ad altre quindici curatorie, costituiva il Giudicato di Cagliari (o Pluminus). Di questo perio-do esiste rara documentazione, una testimonianza del periodo giudicale (1218) cita Gonnesa con il nome di Conesi e la deno-mina come Domus (domestia o domestica), che nei documenti dei primi del duecento era un semplice toponimo di aggregati rurali. In un registro delle rendite pisane, datato gennaio 1259 o 1260, Gonnesa allora chiamata Conese, è collocata all’interno della Curatoria del Sulcis e non più Sigerro. Questo dato costi-tuisce un’eccezione, perché in una statistica Pisano Aragonese

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del 1322 è inserita di nuovo entro i confini del Sigerro. In questo periodo a Gonnesa i pisani fecero arrivare maestri d’arte mine-raria, furono attivate le argentiere e vennero aperte delle fosse in Monte San Giovanni e nella zona di San Giorgio. Nel 1300 la villa di Gonnesa contava 10 fuochi, cioè dieci nuclei familiari. In un documento del 1324, è attestata in Conesa la presenza di due fosse la “Comunato” e la “Sancte Piccaldebito” e delle argen-tiere in Monte San Giovanni: “Monte Barlao” e “Lo Stinco”. Il 1° Dicembre del 1326, con forma solenne, Alfonso concesse alla moglie Teresa di Entença il castello e la città di Iglesias nei suoi confini e con tutte le sue pertinenze territoriali, comprese le ville, tra queste quella di Gonnesa. Nel 1331 Conese era un centro abitato e produttivo che pagava alla vicina Iglesias, in denaro (Alfonsini Minuti), dal ricavo dei lavori svolti dalle argentiere. Dal 1342 al 1359 il villaggio era ancora abitato e la chiesa di Gonne-sa apparteneva alla Diocesi Sulcitana. In quegli anni la vita con-tinuò intensa e con buoni livelli produttivi, tanto che nel 1346 le donne del villaggio di Gonnesa erano soggette a leggi suntuarie che ne limitavano l’eccessivo sfarzo. Nell’anno 1361 Gonnesa è anche citata nelle imposizioni tributarie di Villa di Chiesa l’attuale Iglesias. Questa è l’ultima testimonianza che attesta il villaggio di Gonnesa come centro popolato. È accertato, infatti, che nel 1418-1421, quando si costituì il Feu-do della Viscontea di Flumini Maior, il paese era spopolato. Del 1421 esiste un documento per il quale Alfonso D’Aragona con-cede in Feudo la villa spopolata di Conese. Da allora di Gonne-sa non si hanno più notizie se non come centro disabitato che fu tramandato dalla famiglia Gessa fino ad un suo ramo, quello della famiglia Asquer. In quegli anni nel territorio di Gonnesa nac-quero le “Cussorgie” degli Iglesienti (grandi estensioni di terreno per il pascolo degli animali). Dopo tre secoli di spopolamento, in periodo Sabaudo, grazie alla volontà di Don Gavino Asquer, nipote di donna Eleonora e precisamente, il 12 marzo 1774, fu pubblicata la sentenza della Regia Delegazione con l’obbligo di rifondare e ripopolare il salto di Gonnesa. Il 31 maggio il Visconte stipulò l’atto di vassallag-gio con i primi popolatori, i quali furono ammessi come vassalli. Quest’ultimi provenivano da Iglesias, Cagliari, Oristano, Orani, Arbus e Fluminimaggiore. Dai registri ecclesiastici si desume che nessuna delle ventinove famiglie dei vassalli resistette ai primi quattro anni. Questi furono duri, infatti, gli abitanti di Iglesias più volte, con la forza, invasero il territorio di Gonnesa. Negli anni 1778-1811 si registrarono forti flussi migratori, nell’anno 1795 le case aumentarono fino a centosessantotto. Ognuna di queste, era dotata di adiacente cortile, delimitato con siepi di fico d’in-dia. L’aggregato rurale comprendeva le contrade di: Su Vicariu, Is Cortes, Chiesa, Nuova, Sarieddu, Sa Cruxi, Su Funtaneddu (dove era presente una fontana pubblica), Guardia de Su topi, Magaresu, Sa Ruga Noa con adiacente piazza, Su Cuccureddu de Sa Murta (o de Su Topi), Sa Ruga de Is Baraccas (la via delle case di legno). In quegl’anni era fiorente l’attività agro-pastorale e la pesca. Ricca di anguille era la palude Sa Masa e presso la Tonnara di Portopaglia le mattanze erano fonte di sussistenza. Si pensi che documenti attestano, già a partire dal 1781, un villaggio di pescatori presso la località marina di Portopaglia. Nella metà del 1800 iniziò nel territorio l’attività estrattiva, questa nuova risorsa economica divenne importante anche tra la popo-lazione gonnesina. Nel 1853, in particolare, prese piede l’attività mineraria nelle località di Fontanamare, Terras Collu e Bacu Abis.

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Nel 1856 il Sindaco Giovanni Piras assunse il primo medico con-dotto, il Dott. Mario Francesco Davilla che prese il posto di due flebotomi e un ostetrica non patentata. Fu costruita, tra l’aprile del 1870 e l’agosto del 1871 la ferrovia, appartenente alla Società Monteponi, quest’ultima è considera-ta una delle più antiche della Sardegna. Nel 1875 fu organizzata una Scuola Serale per adulti e la Scuola Elementare Femminile. Sempre nello stesso anno fu inaugurato il primo ufficio postale. Nel 1879 fu costituita la compagnia Baracellare per l’esigenza di garantire la sicurezza, non solo nelle campagne, ma anche nel paese, dal momento che mancava una stazione dei Carabinieri. Verso il 1880 e negli anni successivi si incrementarono gli studi e si moltiplicarono i nuovi permessi di ricerca del minerale in nume-rose aree. I giacimenti trovati consentirono l’estrazione di diversi minerali: piombo, lignite, carbone, argento, manganese, zinco, blenda, galena e calamina. Con le elezioni comunali del 23 Luglio del 1899, fu eletto Luigi Toro, importante esponente della borghesia agraria locale. La sua Amministrazione che durò fino al 1911, cercò di seguire una strategia politica mirante all’innovazione dell’assetto territoriale e al miglioramento dello status urbanistico del paese. Nei primi anni del 1900 l’Amministrazione Comunale installò un impianto di illuminazione al gas acetilene nelle principali vie del paese, realizzò la pavimentazione delle principali strade del cen-tro abitato e la risistemazione dell’acquedotto comunale; molte fonti di approvvigionamento erano state prosciugate o inquinate a causa degli scarichi delle miniere. Tra il 1902 e il 1903 si registrò la nascita delle prime leghe di re-sistenza a carattere socialista, con l’adesione di numerosi operai delle miniere di Seddas Moddizis, San Giovanni e Montescorra che lamentavano alti dazi, bassi salari e sfruttamento. Nel 1908 furono istituite le classi quarta e quinta Elementare, ma la frequenza scolastica era comunque scarsa, anche i bambini, di fatto, erano impegnati nel lavoro in miniera.Le società minerarie avevano ulteriormente aumentato il tasso di povertà con l’istituto dei “ghignoni”: buoni assegnati in sosti-tuzione di parte del salario, utilizzabili presso delle cantine che fornivano merci a prezzo elevatissimo.Nel 1906 il malcontento degli operai crebbe a tal punto da inge-nerare in una rivolta; il giorno 20 maggio i minatori manifestarono sotto la casa del Sindaco Toro e successivamente saccheggia-rono i negozi di generi alimentari di Bernardo Crotta e Giovanni Muscas. La tensione, sempre più forte, salì sino al massacro, verificatosi nel pomeriggio del giorno seguente; la forza pubblica sparò sulla folla causando tre vittime (tra le quali il minatore Gio-vanni Pili, il falegname nonché figlio di un assessore comunale Angelo Puddu e Federica Pilloni), 17 feriti e 270 arresti. La rivolta si estese all’intero bacino minerario e ad altri comuni limitrofi. La stampa nazionale dette grande risalto all’avvenimento ed il Parlamento Italiano istituì con Legge n. 393 del 29.7.1906 una commissione parlamentare di inchiesta. Lo sfruttamento minerario del territorio, si protrasse fino al perio-do immediatamente successivo alla Seconda Guerra Mondiale. Dell’antica attività mineraria, attualmente, rimane aperta solo quella gestita dalla Carbosulcis a Nuraxi Figus. Cristina Ballocco

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Chiesa di

Sant’Andrea

Al centro del paese si erige la parrocchia dedi-cata a Sant’Andrea apo-stolo. Essa si trova in una piazza alla quale si acce-de tramite una originaria e particolare scalinata. È una chiesa di antica co-struzione, infatti già nel 1218 esisteva come “do-mus” nella quale si svol-gevano funzioni religiose, ma che solo nel 1778 divenne parrocchia. Du-rante i secoli la chiesa ha subito diversi inter-venti di restauro che via via, nel tempo, ne hanno modificato la struttura originaria; è documen-tato quello del 1700 nel quale venne sostituito il tetto in legno con l’attua-le copertura a botte e del 1884 quando fu comple-

tata la costruzione del nuovo campanile nel quale negli anni succes-sivi vennero sistemate-issate delle campane che da sempre scandi-scono le ore e gli eventi gioiosi e non dell’intera comunità gonnesina. Nella facciata di origine romanica-gotica sono ancor oggi presenti alcuni antichi elementi sia nelle membrature strutturali che nella parte superiore con degli archetti circolari. Oggi la chiesa di sant’Andrea si presenta con un’unica navata (20 mt x 7,50 mt) con una volta a botte divisa da cinque arconi a tutto sesto che dividono tutta la copertura in sei campate. Lungo i lati della chiesa ci sono due cappelle per lato che ospitano diverse opere d’arte come la bellissima fonte battesi-male e il simulacro della Madonna dormiente, nel lato sinistro vi è an-che una statua in legno dell’apostolo Andrea portata dalla chiesetta che si trovava nel villaggio dei pescatori di Porto Paglia recentemente restaurato, sotto l’altare nel 1978, furono tumulate le reliquie dei Santi martiri Antioco e Lussorio. Sopra una balaustra in legno, usata an-cora oggi come cantoria dal coro parrocchiale, si trova e si utilizza ancora uno splendido organo liturgico del 1901, anch’esso in legno dipinto di verde, con 584 canne che venne suonato tante volte anche dal famoso maestro e compositore di musica sacra Don Pietro Allori che a Gonnesa nacque e visse per lungo periodo.

le visite alla Chiesa di Sant’Andrea saranno possibili solo in assenza di funzioni religiose, previste per sabato alle ore 18,30 e domenica mattina alle ore 8,00 e alle ore 10,00.

Il monumento è stato adottato dal Gruppo della Confraternita del rosario.

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La palude di Sa Masa, si estende per circa 100 ettari lungo una vasta depressione, della fascia costiera in territorio comunale di Gonne-sa. Per le sue peculiarità paesaggistico - ambientali è stata inserita entro i confini dell’area S.I.C. Le valenze ambientali sono legate alla presenza di una peculiare componente floristica, tra cui dominano le formazioni quasi monospecifiche a cannucce di palude (Phrag-mites australis), alla quale si associano differenti altre entità, tra cui ricordiamo: canna comune (Arundo donax), scirpo marittimo (Bolbo-schoenus maritimus), zigolo comune (Cyperus longus subsp), fungo Badius, giunchetto meridionale (Holoschoenus australis), giunco spi-noso (Juncus acutus), giunco tenace (Juncus inflexus), tifa a foglie strette (Typha angustifolia), tifa comune (Typha latifolia), tra la compo-nente prettamente paludosa, a cui si associano sparuti nuclei di ve-getazione arbustiva, caratterizzata da Tamerici, pioppi, salici, sempre di spiccata ecologia di ambiente umido.Tra le specie erbacee di elevato interesse ambientale ricordiamo la plantago a foglie grasse (Plantago crassifolia) e lino marittimo (Linum maritimum).L’habitat a cannucce d’acqua rappresenta l’ambiente ideale per rifu-gio, nutrimento e riproduzione di folte popolazioni di uccelli acquatici, tra cui si possono osservare, varie specie di aironi, la garzetta, il ta-rabuso, il pollo sultano, la folaga e la gallinella d’acqua e vari anatidi, oltre che ai predatori quali il falco di palude, poiana e gheppio.

Il monumento è stato adottato dalla Proloco, dall’Associazione Nautica Golfo del leone, dagli alunni della Scuola I A e I B della Scuola Media Inferiore, l’Associazione degli anziani.

Percorso Naturalistico a

Sa Masa

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Nel territorio di Gonnesa, a circa trecento metri dall’abitato di Nuraxi Figus, all’interno di una pineta ad alto fusto, impiantata alcuni decenni orsono, si trova la costruzione megalitica in oggetto appartenente al quadro culturale del protomedio primo (età del Bronzo) databile ai secoli XVI e XV a.C. Si tratta di un monumento già studiato dal Prof. A. Taramelli agli inizi del secolo scorso: “massiccio e di pianta irrego-lare, in cui le dimensioni delle mura prevalgono sugli spazi interni a segnare una imperfetta padronanza delle tecniche costruttive proprie dei nuraghi a Tholos di epoca successiva”.Seguendo la classificazione tradizionale, la costruzione megalitica di Is Bangius può essere ascritta al tipo di monumenti della fase arcaica come i nuraghi a corridoio o pseudonuraghi.Da questi elementi si può facilmente dedurre l’importanza del nura-ghe Is Bangius per gli studiosi - costruzioni simili si trovano in territorio di Scanu Montiferru (Nuraghe di Mesu e Rios), di Sorgono e Busachi.Nella sua struttura, Is Bangius si ricollega a quei monumenti in cui il processo di ampliamento spaziale intermurario è già perfezionato, così da comporre piccoli vani interni alla base dello stesso edificio megalitico.Si tratta, quindi, di un monumento ormai avanzato di elaborazione edilizia, in direzione del comporsi del vano circolare a falsa cupola, elemento distintivo dei monumenti classici a tholos.

Il monumento è stato adottato dalla Polisportiva di Nuraxi fi-gus, dal Gruppo folk di Nuraxi figus, dalle classi IV A e IV B della Scuola Primaria.

Nuraghe

Is Bangius

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Il pozzo sacro situato presso la frazione gonnesina di Nuraxi Figus è un’importante testimonianza dell’età nuragica in zona che, come noto, ebbe un notevole sviluppo fra l’età del Bronzo (1700 a.C.) e il II secolo a.C., ovvero in piena epoca romana. Il pozzo sacro è una struttura templare ipogeica destinata al culto delle acque e testimonia lo spirito profondamente religioso del popolo sardo durante la Civiltà nuragica. Il pozzo è costruito con massi di piccole-medie dimensioni di trachite locale appena sbozzati. La struttura del pozzo era analoga agli stessi principi architettonici dei nuraghi ed era perciò costituito da:- un vestibolo frontale al piano terra di varia figura geometrica;- una scalinata monumentale con un numero di gradini variabile,

coperta da un solaio di architravi digradanti seguendo il procede-re dei gradini verso il basso;

- una cupola circolare composta da filari aggettanti, voltata a tho-los (cupola) a coprire il pozzo sottostante fungendo da camera d’aria.

Del monumento è visibile solamente la struttura interna e la scala. Di quest’ultima sono visibili alcuni gradini, mentre il resto è sommerso dall’acqua.

Il monumento è stato adottato dalla Polisportiva di Nuraxi fi-gus, dal Gruppo folk di Nuraxi figus e dalla Cooperativa Sul-cis Servizi.

Pozzo Sacro

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Museo Etnografico di Nuraxi Figus

Il Museo Etnografico di Nuraxi Figus è un’abitazione risalente alla fine del 1800, primi del novecento, appartenente alla famiglia di Luigi-no Melis il quale vi ha abitato fino agli inizi degli anni 70. Il comune di Gonnesa ha acquistato la casa dagli eredi Melis e ne ha curato il recupero e il restauro, conservando l’aspetto e gli ambienti tipici della casa campidanese, arricchendola di strutture adatte per eventi culturali.All’interno normalmente ospita una mostra che rappresenta in suc-cessione la coltivazione del grano fino alla produzione del pane “su pani de trigu“, il tipico pane casalingo. Si possono ammirare in scala ridotta, campi, attrezzi, animali, case, contadini e massaie nelle diver-se fasi del lavoro. Dal 30 giugno del 2007, che è la data di inaugura-zione del museo, ha ospitato diverse sagre, rappresentazioni teatrali, eventi religiosi e culturali. Durante i lavori di pulizia degli spazi adia-centi il cortile, sono venuti alla luce i resti di un laboratorio enologico di epoca romana consistente in vasche e pozzetti scavati nella pietra. Durante la visita alla suggestiva “Casa Museo” si potrà assistere alla lavorazione di pasta fresca (fregula, malloredus, pillus, tallarinus..) a cura delle mani esperte delle massaie del paese, alla preparazione del pane tipico e cerimoniale (civraxiu, coccoi pintau…), alla cottura nel tradizionale forno a legna e alla preparazione del formaggio.

Il monumento è stato adottato dalla Polisportiva Nuraxi figus e dal Gruppo folk Nuraxi figus e gli alunni della classe V B della Scuola Primaria.

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Villaggio e Reggia nuragica di

Seruci

Il complesso di Seruci, fra i più estesi della Sarde-gna, si sviluppa per oltre cinque ettari. Dalla sco-perta nel 1897 da parte di Ignazio Sanfilippo, diverse campagne di scavo (An-tonio Taramelli, 1913; Vin-cenzo Santoni, 1996/97, 2000/2001, 2003/2004, e 2007/2008) hanno con-sentito di portare alla luce un nuraghe complesso, un antemurale, un esteso vil-laggio di capanne e alme-no una tomba di giganti. Il nucleo centrale del nura-ghe complesso, ivi com-presi gli annessi cortili, do-vrebbe essere stato eretto nell’ambito del Bronzo Re-cente (fine XIV-1125 a.C.).Il nuraghe, di tipo com-plesso a tholos, proba-bilmente pentalobato, sormontato da un mastio centrale a tre celle sovrapposte che si eleva per circa 16 mt. con un diametro alla base di circa 60 mt., è delimitato da un antemurale turrito. Il villaggio, presumibilmente composto di oltre un centinaio di capan-ne, è disposto in sei isolati di uguale estensione e medesimo impianto ad “anello”, distinti ma al contempo interrelati, si dispongono per lo più a gruppi di tre. Gli scavi hanno interessato finora un solo isolato, costituto da 14 ambienti disposti a sviluppo centripeto attorno ad un cortile centrale. Al centro del villaggio si trova la Sala del Consiglio, costituita da grossi muri di trachite di diverse dimensioni e al cui inter-no ospita dei grossi blocchi squadrati di trachite addossati alla parete uno accanto all’altro, quasi a formare una sorta di sedile. Sulle pareti interne troviamo una vasta nicchia e diverse nicchiette ad altezza va-riabile dal pavimento. Nel sito è stata rinvenuta anche una tomba dei giganti, costruita con blocchi di trachite disposti a filari, nella quale sono stati ritrovati resti di uno scheletro e un cranio.

Il sito è stato adottato dalla Cooperativa sociale l’Elica e la Cooperativa sociale l’Idea. l’Accoglienza è disposta dal grup-po folk di Gonnesa e Nuraxi. la visita guidata è a cura degli alunni delle classi II A, II B e III A III B della Scuola Secondaria di Gonnesa e al gruppo dei volontari dell’Associazione “Amici della vita” il Circolo dei Cacciatori e altri.

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Centro di restauro e deposito dei reperti

Percorso espositivo di reperti rinvenuti presso il territorio ed in particolare presso il com-plesso nuragico di Seruci. Nel deposito sarà possibile os-servare utensili ed altri oggetti appartenenti all’epoca nura-gica, restaurati e conservati all’interno dei magazzini della sede operativa di C.so Mat-teotti della Soprintendenza ai beni culturali.

Il sito è stato adottato dai tecnici della Soprintenden-za per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano, il Gruppo folk di Gonnesa e altri volontari.

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17monumentiaperti

La struttura nota oggi come “S’Olivariu”, situata al centro del paese di Gonnesa, trae la sua denominazione dalla sua iniziale destinazione d’uso. Il terreno su cui si trova venne utilizzato, infatti, intorno alla fine del 1800 come uliveto. Le scarse notizie storiche ci dicono che intorno al 1890 questa struttura fosse di proprietà del Cavaliere Luigi Toro, esattore delle tasse e nominato successivamente sindaco del paese per votazione diretta degli appartenenti al ceto più elevato del-la comunità. Divenne poi di proprietà degli eredi fino al 1995, quando il Comune di Gonnesa lo acquistò e decise di ristrutturarlo e trasfor-marlo in museo e centro congressi. Oltre alla coltura degli uliveti che si estendeva su una superficie di di-versi ettari, era coltivato un agrumeto e un mandorleto. In questo ter-reno vi era, inoltre, un ampio podere con diversi edifici adibiti a stalle che ospitavano buoi e cavalli, un granaio, un forno e altri caseggiati. Il fabbricato principale era suddiviso in due piani, al piano inferiore si trovavano stalle e depositi, mentre al piano superiore si trovava la casa del custode.Al centro del podere è stata ritrovata una vasca di raccolta dell’acqua costruita in pietra e successivamente coperta in cemento. Si presu-me comunque che facesse parte di una complessa rete idrica che collegava un pozzo di raccolta delle acque piovane che si trova a qualche metro dal podere stesso. Sintomatico del benessere econo-mico del proprietario della masseria è anche l’impianto di illuminazio-ne a carburo che è stato ritrovato all’interno del podere.Attiguo alla struttura è presente un parco. Il complesso per l’occor-renza ospiterà una mostra di fotografia, abiti e una collezione di mi-nerali. Nella giornata del 26 maggio, alle ore 20,00, sarà rappresentato lo spettacolo teatrale della Compagnia Cooperativa Teatro Olata, dal Titolo “Dante Alighieri inferru”Nella giornata di domenica, alle ore 20.00 il Gruppo Folk di Gonnesa intratterrà i visitatori.

Il sito è stato adottato dal Gruppo Culturale “Impari”, le Sig.re del Centro di Aggregazione degli Anziani, il gruppo folk di Gonnesa.

S’Olivariu

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Scuola Elementare

Giorgio Asproni

L’edificio scolastico della Scuo-la Elementare “Giorgio Asproni” fu costruito su un costone di scisto, su un contrafforte che costituiva il punto finale di via C.B. Conte di Cavour. Per far spazio allo stesso, l’Ammini-strazione Comunale di allora e del Sindaco Patrizio Piras, espropriò, dietro compenso, le casupole che sorgevano nei pressi. L’edificio fu circondato da un muro di sostegno che delimitava lo spazio libero in-torno all’edificio per formare un cortile interno con due ingressi. Fu anche acquistato un terreno attiguo per la realizzazione di un campicello sperimentale. Il ca-seggiato fu progettato su due piani, per rendere indipendenti le classi degli alunni che furono

ospitati al piano terra, mentre le alunne occuparono il piano supe-riore, così anche gli ingressi. In ogni piano, oltre le aule scolastiche, c’era una sala per i maestri, il vestibolo e lo spogliatoio. Per quanto riguarda le aule ne furono progettate in ogni piano due, destinate ad ospitare 58/60 alunni, due per 42 alunni e 1 per 30 alunni. La super-ficie del pavimento delle aule fu stabilita in modo che ogni alunno avesse a disposizione non meno di 1 m² . Il primo piano delle aule è rettangolare e le finestre si aprono sul lato più lungo in modo che gli alunni ricevano la luce alla loro sinistra. Per impedire l’umidità, il pavimento del piano terra fu stabilito a 80 cm sul piano di formazione e fu costruito un vespaio fatto di pietrame secco, lasciando apposite feritoie nei muri perimetrali e trasversali. Si accede al piano superiore tramite una scala detta “a pozzo” che viene illuminata ancora oggi da una grande finestra. La scala in origine si presentava lastricata in marmo bianco di Carrara i cui gradini risultavano consumati dal passaggio degli alunni che alla data della consegna (1919) varcavano quotidianamente gli scalini. Oggi si presenta ricoperta con lastre di granito. Per realizzare la scuola, il Comune di Gonnesa chiese un prestito di 100.000 Lire alla Cassa Depositi e Prestiti ed il progetto fu realizzato dall’Ing. Sanna Manunta, datato 23 aprile 1904. I lavori furono affidati all’impresa Sirigu Giuseppe, mentre il Direttore dei lavori fu l’Ing. Car-ta. L’occupazione definitiva avvenne il 4 dicembre 1919. Ancora oggi fa bella mostra di sé sia per lo stile che per i particolari.

Il sito è stato adottato dalle classi III A e III B della Scuola Pri-maria e il Gruppo folk di Gonnesa.

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Domus de Janas di

Serra Maverru

Situate all’interno del territorio gonnesino, in prossimità della frazione di Nuraxi figus, Serra Maverru costituisce un interessante percorso storico-archeologico. Dalla casa della forestale, infatti, punto di ri-trovo dei visitatori, ci si immerge nella pineta ad alto fusto e nella vegetazione arbustea tipicamente mediterranea. Lungo il suggestivo itinerario, quasi nascoste dalla fitta vegetazione emerge la necropoli costituita da un primo gruppo di tombe affioranti dal terreno, mentre continuando è possibile osservarne diverse scavate nella roccia tu-facea di una parete verticale. Risalenti al Neolitico Recente con pro-babili riutilizzi nel Bronzo Antico, queste grotte ipogeiche, conosciute con il nome di Domus de Janas, solitamente presentano un corridoio d’ingresso e uno o più locali. Alcune sono molto semplici, a una sola camera, di pianta rotonda o quadrangolare, altre sono formate da varie stanze che si aprono in diverse direzioni e nelle quali i costruttori hanno scolpito porte, nicchie, giacigli. Il tipo di sepoltura seguito è quello dell’inumazione.Il defunto veniva deposto in posizione rannicchiata e accanto al corpo veniva collocato il corredo funerario: vasi, strumenti da lavoro, statu-ine come quella della Dea madre. Talvolta il cranio veniva ricoperto di ocra rossa, perché il rosso, richiamando il sangue, ha il significato di facilitare la rinascita del defunto. Le Domus sono tombe collettive, infatti la stessa tomba serviva per seppellire più defunti. In seguito si svilupparono altri tipi di tombe, di tipo megalitico (costruite con grosse pietre) denominate dolmen e circoli megalitici, di cui alcuni esempi si sono ritrovati anche in una località poco distante da questa, Murru Moi.

Il monumento è stato adottato dalla Cooperativa Sulcis Servizi e altri volontari.

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Tonnara e vecchio villaggio di

Porto Paglia

Sorta nel golfo omonimo, la tonnara di Porto Paglia venne impiantata alla fine del XVI secolo, per decisione del Re Filippo. II Re di Spagna, su progetto del commerciante di origine genovese o iberica Porta, cui si deve il merito di aver studiato il corso dei tonni nei mari dell’isola e di aver introdotto, nel sistema di pesca del tonno, accordò l’im-pianto delle camere. La tonnara, intesa come complesso delle reti, era composta da sei camere, poggiava sul fondo roccioso a circa 27 mt. di profondità e con una coda lunga circa 1200 mt. Gli allog-gi della ciurma sorgevano nella collina adiacente la tonnara, mentre la lavorazione del tonno avveniva negli stabilimenti della località “la Punta” nell’isola di San Pietro. Fra le molte tonnare che operavano nella Sardegna del Sud, tra la fine del XVI secolo e la seconda del XX, solo quelle di Portoscuso e di Porto Paglia conobbero un’attività inin-terrotta. Quest’ultima rimase di proprietà della Corona fino al 1654, quando fu venduta al banchiere Vivaldi, poi alla famiglia Brunengo. Nel 1800 il governo sabaudo la rilevò, ma la rivendette nel 1865, a Carpaneto e Ghillino. Dal 1866 iniziò la sua decadenza, dovuta anche all’inquinamento delle laverie impiantate nella zona di Buggerru a fine ‘800. Nel 1964 venne acquistata da una cooperativa di pescatori, la CO.TO.RI.CA. ma la situazione non migliorò e nel 1978 i beni della tonnara passarono in mano dei curatori fallimentari. Le reti vennero calate per l’ultima volta nel 1973, poi gli edifici vennero abbandonati.Negli anni ‘80 furono rilevati dal Consorzio Turistico e nel 1991 acqui-stati dal Dott. Marchi e trasformati in moderno complesso residenzia-le e in abitazioni estive. Non lontana da questi stabili sorge la torre litoranea, oggi in rovina, costruita nel 1572, o il 1598, o il 1639, in località chiamata dagli ara-gonesi “Las canellas”. Gli stabilimenti per la lavorazione del tonno, siti nell’Isola di San Pietro, sarebbero dovuti essere trasformati dal 1994 in scuola internazionale di cucina, ma della scuola non vi è ancora traccia.

Il monumento è stato adottato dall’Associazione “Amici della vita”, dalla Associazioni Nautica, dall’Associazione Pescatori, dal Circolo dei Cacciatori, dal Circolo culturale E. Berlinguer e dalla classe 5 A della Scuola Primaria.

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Partecipano alla manifestazione

Comitato Scientifico Regionale

Associazione Culturale Imago Mundi

Comune di Gonnesa - Assessorato alla Cultura

Comitato Tecnico Locale di Coordinamento

Istituto Comprensivo di Gonnesa - Insegnanti e alunni della Scuola Elementare e della Scuola Media Inferiore

Protezione Civile

Associazione So.sa.Go.

Gruppo Folk Nuraxi Figus

Gruppo Folk Gonnesa

Gruppo Culturale “Impari”

Gruppo Confraternita del Rosario

Circolo dei cacciatori

Circolo Culturale E. Berlinguer

Cooperativa Sociale Sulcis Servizi

Cooperativa Sociale L’Elica

Cooperativa Sociale L’Idea

Associazione Amici Della Vita

Associazione nautica Golfo del Leone

Associazione Polisportiva Nuraxi Figus

Associazione Anziani

Associazione Pescatori

Operatori della Soprintendenza ai beni culturali di Cagliari e Oristano

Coordinatori dei siti, addetti alla sorveglianza, addetti all’accoglienza, guide, collaboratori e tutti gli altri volontari

Si ringrazia

Don Dionigi

Ente Foreste della Sardegna

Dr. Aldo Derudas

Dr. Tiziano Mei

Antonio Deias

Aldo Cuscusa

U.G.B. Nuraxi Figus - Funtanamare

Condominio Portopaglia

Sig. Ferdinando Fois

Sig. Pier Luigi Boi

Cral Carbosulcis

Soprintendenza ai beni culturali di Cagliari e Oristano

Tutti i volontari che hanno prestato la propria opera

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Per il soggiorno e i pasti è possibile essere accolti nei seguenti servizi:Agriturismo Scuderie De Morimentadi Casula Piero Giovanni 09010 (CI), km 26,850 s.s. 126 (loc. Morimenta), Tel. 078136713 - 3288986991Agriturismo e Camere l’Orizzonte Località Porto PagliaTel. 078145835 - 3382393918 - 3922379752Albergo frauVia della Pace, 99 - Tel. 078145104Camere e ristorante S’Anninnia Via Iglesias, 107 - Tel. 078145132 [email protected] - www.sanninnia.itAgriturismo Golfo leone Località Su Ollargiu SP 83 Km 2.500Tel. 078136363 www.ricettesarde.it/agriturismogolfoleoneAgriturismo le Sorgenti Località MorimentaSS 126 Km 26.800 Tel. 078136713 Tel. 0781 36114Agriturismo lo Sperone Località S’Ortu de CoccuSS 126 Tel. 078136247ristorante Pizzeria Orchidea BluVia Velio Spano, 57 - Tel. 078136506ristorante Pizzeria Sa Panara II Località FuntanamareTel. 078145767ristorante Piedra del Sol Località MorimentaTel. 078136394 - 3932430512ristorante Pizzeria Sapore di Sale Località PlagemesuTel. 0781469038ristorante Pizzeria frisia Località Medau Sedda - Tel. 3393408137 Agriturismo le riad Strada Provinciale S.P. 108 Km 1 GonnesaPortoscuso - [email protected] - Tel. 3203125030ristorante S’Arrizzoni Località Fontanamare - Tel. 078145171Affittacamere Domus De Janas di Piga AndreaTel 078136423 - 3923849012Bed & Breakfast Aragonite Azzurra di Figus EnnioVia San Giovanni Miniera 12 Loc. Normann - Tel. 078145567Bed & Breakfast Villa El Minero di Casula Maria LauraTel. 3932430512Bed & Breakfast le Ginestre - Domus Amigas di Delussu Paola Tel. 078136319Bed & Breakfast Casa letizia di Dessì PasqualinaTel. 078145238 - 3934734266Bed & Breakfast Il Vigneto di Matteu AndreaTel. 3456138828 - 3287638006 - 078136717Bed & Breakfast Casa Bellavista di Serra Maria LauraTel. 078145494Bed & Breakfast terra Coccoi di Simo di Melis SimonettaTel. 0781299004 - 3405428123 - 3470047982Bed & Breakfast laetitia di Falchi Susanna - Tel. 3392340466Bed & Breakfast Sole e luna di Ballisai Anna MariaTel. 078136326Bed & Breakfast Su tintillu di Ballisai Giancarlo - Tel. 3458820014Bar Bisteccheria Elinvest di Ghisu ElioTel. 078145835 - 3382393918 - 3495419823

Gusta la Città

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Pasta e Dolci lo Sfizio di Citzia Beatrice - Tel. 0781469099Pasticceria artigianale le dolcezze di Serra EmanuelaC.so Matteotti 164 - Tel. 3206930171 - 078145925 Pronto Pizza da asporto di Tatti Michela - C.so Matteotti 167 Tel. 07811896146Pizza da asporto di Zoncheddu Aldo - P.zza Asquer Pizzeria del Corso (pizza da asporto) di Pacini AdrianaTel. 078136355BAr la Dolce Vita di Longu Roberta - P.zza Municipio BAr lo zodiaco - Corso Matteotti BAr la Piazzetta di Marras Giuseppe - P.zza Asquer Gelateria Simona di Cubeddu Simonetta - Tel. 078145221

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