Buggerru Fluminimaggiore MA 2012

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La guida ai monumenti di Buggerru Fluminimaggiore Monumenti Aperti 2012.

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26 27 Maggio 2012

BuggerruFluminimaggiore

Monumenti Aperti

COMUNE DI BUGGERRU

COMUNE DI FLUMINIMAGGIORE

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Buggerru con i suoi dintorni offre ai turisti un soggiorno piacevole, in un angolo di Sardegna tra i più belli e meno frequentati, con la possibilità di

godere di silenzio e tranquillità, in calette lontane da tutto e da tutti, oppure di scatenarsi nel surf da onda, windsurf. Le spiagge, tutte bellissime, sabbia fine, acqua trasparente, fondali spettacolari e pescosi in ogni stagione. Picchi e faraglioni si staccano dall’alta scogliera inabissandosi nel mare blu cupo. A Buggerru, oggi, tutto ricorda la miniera, le strade ferrate che si arrampicano nella collina, gli attrezzi e i carretti rugginosi confusi tra i detriti ormai integrati nella paesaggio, le gallerie abbandonate che sboccano sulla costa rocciosa. Chi cerca mare e sole, a Buggerru trova anche la suggestione di un mondo che si è fermato. Il visitatore è attratto oltre che dal paesaggio mozzafiato, dalla sua storia mineraria. Nel Paese, il 4 settembre 1904, ci fu il primo scio-pero nazionale, nel quale persero la vita tre operai. A loro è intitolata la piazza dell�Eccidio, realizzata nel 1984, in occasione dell�80°Anniversario dei moti di Buggerru. Le tre statue, opera dello scultore Pinuccio Sciola, rappresentano i minatori che persero la vita nello scontro a fuoco. È con immenso piacere che Buggerru accoglie per la prima volta la manifestazione �Monumenti Aperti�, aprendo le proprie bellezze naturali ai visitatori. I visitatori saranno accompa-gnati alla scoperta dei monumenti dai ragazzi della scuola secondaria e dai loro insegnanti, dagli operai dell’IGEA ed inoltre da volontari sempre pronti a collaborare agli appuntamenti che danno lustro e decoro all’immagine del Paese. Un ringraziamento particolare a tutti coloro che renderanno possibile la realizzazione della manifestazione, con l’augurio che essa diventi un appun-tamento fisso, che unisce lo svago alla cultura.

Gigliola PortaAssessore all’Ambiente, Sport, Cultura e Spettacolo di Buggerru

GRUPPO DI COORDINAMENTO BUGGERRU

Comune di BuggerruSilvano Farris - SindacoGigliola Porta - Vicesindaco e Assessore all’Ambiente, Sport, Cultura e SpettacoloIgnazio Piras - Assessore Politiche SocialeElena Pala - Assessore alle Attività ProduttiveFabio Pitzalis - Consigliere ComunaleMassimo Chessa – Consigliere ComunaleRiccardo Atzei - Consigliere ComunaleAchille Rombi - Consigliere Comunale

Le schede dei monumenti sono curate da:Laura Cappelli - Assessore ai LL. PP. Comune di Buggerru

Le visite guidate sono curate da:Scuole Medie BuggerruMargaretta Zanda - Insegnate Scuola MediaEfisio Fanni - Insegnate Scuola MediaAnna Farris- Guida Museo del Minatore Buggerru

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Ci sono luoghi dove sembra di sentirsi a casa propria, territori che dor-mono tranquilli mentre attorno il mondo frenetico degli eventi crea,

inventa, rinnova: Fluminimaggiore è uno di questi posti, paese silenzioso ma con voci lontane che si perdono nella notte dei tempi.Fluminimaggiore sorge ai piedi del massiccio del Linas incastonato tra le montagne a pochi chilometri dal mare, questa caratteristica gli permette di offrire ambienti diversificati con una peculiare bellezza paesaggistica e naturalistica:- il mare, un litorale intatto e selvaggio con il tratto di costa che parte

dalla spiaggia di Portixeddu e procede verso nord fino agli scogli di Murru Biancu, abbracciando le caratteristiche calette di Su Portu de sa Pedrischedda;

- la frazione marina di Portisceddu a ridosso dell’incantevole spiaggia omonima, un luogo ideale per le residenze estive;

- un paesaggio rurale con coltivi ad agrumeti, vigneti, uliveti, è ciò che ri-troviamo percorrendo l’ampia vallata alluvionale formata dal Rio Mannu che dal centro abitato in nove chilometri di comoda strada raggiunge la costa;

- i murales che si mescolano fra le strade del paese rilevando importanti eventi storici, aspetti folcloristici, usi e costumi del passato, catturando l’attenzione del turista;

- il borgo di Sant’Angelo rimasto quasi immutato nei secoli, cristallizzato e impreziosito dal tempo, con le vecchie case padronali immerse fra boschi secolari.

E ancora: le antiche miniere, l’archeologia, rappresentata dalle maesto-se colonne del tempio di Antas, unico nel suo genere in tutta l’isola, le spettacolari concrezioni della grotta di su Mannau, gli esclusivi endemismi botanici, i rari fossili di animali vissuti ben 300 milioni di anni prima che apparissero sulla terra i più famosi dinosauri, decine di pareti calcaree attrezzate per l’arrampicata sportiva, oltre mille chilometri di sentieri per la pratica dell’escursionismo a piedi, a cavallo e in mountain bike, sono solo alcuni degli interessi che qui si possono praticare, immersi in un ambiente che regala il sapore della scoperta. La rinnovata partecipazione a monu-menti aperti ha il duplice scopo di far conoscere i siti che aderiscono alla manifestazione dal punto di vista storico e culturale e di tenere accesa la curiosità del turista che, girovagando per gli angoli del Fluminese potrà dare libero sfogo ai sentimenti e alle emozioni che questo territorio riesce a trasmettere. Le visite guidate al tempio di Antas e al museo etnografi-co gestiti dalla START-UNO, saranno realizzate dai ragazzi della scuola secondaria e dai loro insegnanti che coglieranno l’occasione offerta dalla manifestazione “Monumenti aperti” per condividere con i visitatori la pas-sione e il rispetto, per le risorse ambientali e culturali del proprio paese.

Piergiuseppe Massa, Sindaco di FluminimaggioreValentino Murgia, Assessore alla Cultura

GRUPPO DI COORDINAMENTOFLUMINIMAGGIOREComune di FluminimaggiorePiergiuseppe Massa - Sindaco

Museo Etnografico “Antico mulino ad acqua Licheri”Cooperativa Start-Uno

Area archeologica di AntasCooperativa Start-Uno

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE DI FLUMINIMAGGIOREPiras M. Franca - insegnante scuola mediaAngius Marina - insegnante scuola mediaParrinelli Aurora - insegnante scuola mediaMocci Gaspare - insegnante scuola mediaMocci Gianfranco - insegnante scuola mediaStruvaldi Alessia - insegnante scuola media

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Il ComitatoScientifico Regionale Consiglio Regionale della Sardegna Claudia Lombardo Maria Santucciu Regione Autonoma della Sardegna Assessorato al Turismo Luigi Crisponi Artigianato e Commercio

Assessorato alla Pubblica Istruzione, Sergio Milia Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport

Direzione Regionale per i Beni Culturali Maria Assunta Lorrai e Paesaggistici della Sardegna Sandra Violante

M.I.U.R. Ufficio Scolastico Regionale Enrico Tocco per la Sardegna Rosalba Crobu

Comune di Cagliari Massimo Zedda Enrica Puggioni

Provincia di Cagliari Angela Maria Quaquero

Ufficio Regionale Francesco Tamponi Beni Culturali Ecclesiastici

UPI Sardegna Francesco Putzu

ANCI Sardegna Cristiano Erriu Umberto Oppus

Università degli Studi di Cagliari Giovanni Melis Università degli Studi di Sassari Attilio Mastino Pinuccia Simbula

Imago Mundi Associazione Culturale Fabrizio Frongia Armando Serri

Consorzio CAMU’ Centri d’Arte e Musei Francesca Spissu Giuseppe Murru

Società Cooperativa Sociale Il Ghetto Alessandro Piludu Nicoletta Manai

Confesercenti Regione Sardegna Marco Sulis Confcommercio Sardegna Gavino Sini

Agenzia Nazionale Gianpiero Liori Sviluppo Autonomia Scolastica

Sardegna Solidale Roberto Copparoni Centro Servizi per il volontariato

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Turismo, identità e cultura, una combinazione ideale per una terra depositaria di tradizioni millenarie. Oltre che da

spiagge bianche e mare cristallino, i viaggiatori sono sempre più attratti da manifestazioni e itinerari culturali e da località d’arte della Sardegna. Una recente indagine conferma il trend, nel primo semestre 2011 nell’Isola è cresciuta del 20% la frequentazione di luoghi di interesse storico - artistico, un dato con pochi confronti in Italia. Fra le motivazioni alla vacanza, spiccano le visite al patrimonio artistico e monumentale: ‘uno scrigno di tesori’ composto in Sardegna da antichi palazzi e castelli, basiliche e musei, parchi minerari e archeologici, e disseminato sull’in-tero territorio. Un patrimonio da preservare innanzitutto, poi da riscoprire per i sardi e, nel contempo, da condividere con i visitatori con l’accoglienza della quale l’Isola è capace. Da condividere con itinerari culturali, come appunto Monumenti aperti, evento che suscita suggestioni ed emozioni uniche. La domanda turistica è orientata alla ‘memoria’ e alla cultura, perciò la Regione Sardegna promuove l’architettura storico - artistica, simbolo di identità, così da assecondare anche il profilo moderno dei nostri visitatori, culturalmente preparati, rispettosi e desiderosi, oltre che di ‘vivere’ l’unicità di paesag-gi incantevoli, anche di conoscere beni culturali e manifesta-zioni tradizionali.

Luigi CrisponiAssessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio

Anno dopo anno, Monumenti Aperti rappresenta un mo-mento importante che va oltre la semplice manifestazio-

ne culturale. È la condivisione della conoscenza del nostro patrimonio di cultura, di memoria e di storia condivisa. È la consapevolezza che i beni culturali rappresentano veramente noi stessi, la nostra espressione artistica e creativa, interprete dell’epoca che li ha visti nascere. È la testimonianza di quanto la cultura non sia un bene privato, ma collettivo, che aspetta di essere riscoperto, esposto, valorizzato, divulgato, fruito.Con Monumenti Aperti si vive un momento popolare e di festa dove un pubblico sempre più attento e consapevole delle po-tenzialità del nostro patrimonio artistico-architettonico, diven-ta protagonista della storia della nostra Isola. La promozione del nostro grande patrimonio culturale si è trasformata nel corso degli anni, proprio grazie a questa manifestazione, in un momento festoso e popolare che raduna giovani e meno giovani, studiosi della materia e semplici curiosi, studenti e volontari culturali. Tutti ugualmente coinvolti in un’attesa op-portunità di arricchimento storico e culturale dove il nostro passato e il nostro presente si fondono per dare a tutti la con-sapevolezza che dobbiamo tramandarlo gelosamente, nel migliore dei modi, alle generazioni future. Sergio MiliaAssessore regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport

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Informazioni Utili

BUGGERRUI monumenti, quali la Palazzina Ospiti, l�Ex-Bà, il Museo del Minatore, la Ex Centrale, la Piazza Eccidio saranno visitabili gratuitamente il sabato 26 e la domenica 27 Maggio dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 20.00. La Galleria Henry potrà essere visitata nei giorni di sabato 26 e domenica 27 maggio, dalle ore 9.00 alle ore 17.00.

FLUMINIMAGGIOREI monumenti saranno visitabili gratuitamente:Museo Etnografico “Mulino Licheri”il pomeriggio del sabato 12 maggio dalle 16.00 alle 19.00 e la domenica 13 maggio dalle 10:00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00.

Area archeologica di Antasil pomeriggio del sabato 12 Maggio dalle 16.00 alle 19.00 e la domenica 13 maggio dalle 9.30 alle 17.30.

È facoltà dei responsabili e degli organizzatori della manife-stazione limitare o sospendere, per la sicurezza dei beni o dei visitatori, in qualsiasi momento le visite ai monumenti.

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Quando l’attività mi-neraria iniziò a fiorire, Buggerru non era altro che un agglo-merato disordinato di case. Ma una così imponente industria mineraria obbligava la realizzazione di un centro direzionale. Il primo edificio co-struito per ospitare le personalità che si affacciavano alla na-scente attività, fu la Palazzina della Dire-zione. L’edificazione della Palazzina può essere collocata tra il 1884 e il 1885. Essa al piano terra ospita-va gli uffici minerari, mentre al primo piano ospitava il direttore in carica della miniera.Tutt’attorno essa poteva vantare un giardino di 4500 mq. Per circa quindici anni tale giardino rimase invariato, sino a quan-do sorse la necessità di una costruzione che ospitasse gli amministratori, i quali periodicamente giungevano in visita da Parigi.I documenti catastali relativi alla palazzina attestano che l’in-gegnere progettista fosse Annibale Valdivieres (o Valdivieso), il quale prestò il proprio lavoro alla Società Malfidano, a Bug-gerru e non solo. Era una costruzione in stile rinascimentale, costruita per ospitare i padroni che venivano in visita di lavoro da Parigi . La villa era sontuosa come nessun altro fabbricato del villaggio di minatori. La collocazione era distinta rispetto alla Palazzina del direttore, nei confronti della quale si trovava in una posizione più alta, pari al rango dei suoi destinatari. Era circondata da alte mura e seminata di ortaggi e alberi che la proteggevano dal vento. Era immersa nel verde multicolore dei fiori che il giardiniere curava ininterrottamente tutto l’anno. La palazzina si elevava su due piani; al piano terra si trovava la cucina, la sala da pranzo e il salotto; mentre al primo pia-no si trovavano due camere da letto, due bagni e la camera per la biancheria. I due piani comunicavano tramite una scala finemente affrescata e rivestita in legno. Tutto l’arredo era in stile Luigi XV: tutto proveniva dalla Francia, tanto che per questo e per molti altri motivi Buggerru veniva chiamata la “piccola Parigi”.

Centro direzionale

MinerarioBuggerru

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A Planu Sartu, Buggerru, la più importante opera mineraria è senza alcun dubbio la Galleria Henry.Scavata nel 1865, consentiva il trasporto dei minerali per mezzo di una rotaia dai cantieri sotterranei alle distanti laverie. Posta a 50 metri sul livello del mare, al di sopra dell’abitato di Buggerru, attraversa per circa un chilometro il locale alto-piano.Questo tunnel scavato nella roccia si mostra imponente: le di-mensioni furono determinate dall�impiego, nel lontano 1892, di una locomotiva a vapore. Questa, grazie ad una avveniri-stica rete ferroviaria, soppiantò in un baleno i lenti e costosi trasporti con gli animali da soma che, fino ad allora, era rap-presentata dai i muli.La galleria è una sorta di suggestivo labirinto: messa in sicu-rezza, illuminata e dotata di indicazioni, è oggi accessibile in tutta tranquillità. La sua unicità è costituita da un perpetuo rapporto con la falesia sul mare che avviene per mezzo di gallerie minori e camminamenti scolpiti, come finestre ideali, nella roccia. Grazie a queste aperture, ad una visita indimen-ticabile nel sottosuolo, possiamo gustare scorci suggestivi della costa a strapiombo sul mare e panorami mozzafiato.

Galleria

HenryBuggerru

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Museo del

Minatore

Ubicato nella Via Marina in prossimità del Porto, Il Museo del Minatore, si sviluppa nei due piani di uno stabile che un tempo era destinato ad officina meccanica e falegnameria. Lo stabile è stato restaurato ed ha mantenuto intatta l’antica struttura con torni e fresatrici nella posizione originale.Nel 1904, durante i cosiddetti �Moti di Buggerru, la falegna-meria divenne lo scenario della rivolta. All’arrivo dei soldati richiesti dal direttore della miniera di Malfi-dano, Achille Georgiades i minatori presero tale stabile come punto di riferimento. Ecco perchè tale edificio è stato quindi scelto come luogo ideale per ospitare un museo della memo-ria e dell�identità di Buggerru.Il Museo è strutturato in due sezioni: Al piano terra, in corri-spondenza dell�ingresso, nei locali della ex Officina Meccani-ca, è stato allestito il Museo Civico che racconta la storia del paese di Buggerru. Piuttosto estesa è la sezione dedicata alla miniera, con la ricostruzione degli spazi comuni e il recupero di attrezzi e macchinari d�epoca; sono inoltre presenti teche in vetro contenenti minerali e fossili del territorio.Sulle pareti sono disposti interessanti pannelli didattici più o meno grandi relativi ai piani o alle sezioni di miniera, ma anche antichi documenti e foto d’epoca.

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Ex Bà

Ex Centrale Elettrica

Edificato nell’ultimo decennio del XVIII secolo, rappresenta per dimensioni e struttura un raro esempio di archeologia mi-neraria. Nel 2005 è stato totale ristrutturato ed attualmente viene utilizzato come centro di aggregazione.

Relativamente alla ex centrale non abbiamo notizie storiche, sappiamo solo che è uno dei primi esempi di centrale elettrica in Sardegna. Era alimentata dal motore di un sottomarino.Nel 2006 è stata ristrutturata con i fondi della Comunità Eu-ropea ed oggi viene utilizzata come sala convegni e sede di adunanza del Consiglio Comunale.

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Visitando il museo, potrete fare un viaggio a ritroso nel tem-po con curiosità e storie che renderanno più reali gli antichi mestieri, ancora vivi nei ricordi dei nostri nonni. Un’opportu-nità per conoscere un mondo ormai lontano da cui percepire come le semplici e ingegnose attività di contadini, pastori e maestri artigiani, davano un valore aggiunto alla vita.

L’edificio, conosciuto come Mulino Licheri e trasformato dal Comune in Museo Etnografico, sorge sulla riva sinistra del Rio Mannu ed è costituito da 11 ambienti. La costruzione risale alla metà del settecento, quindi pochi decenni dopo la fondazione di Fluminimaggiore che avvenne nel 1704 con l’atto di vassallaggio stipulato tra Don Ignazio Asquer e sua moglie Eleonora Gessa, proprietari del feudo, e tre terralbesi, Francesco Pinna, Pietro Angelo Serpi e Pietro Maccioni. Questi, stabilitisi nella nuova residenza pensarono bene di costruire dei mulini sfruttando un’importante risorsa del territorio, il Rio Mannu. Pensate che nel 1861 nel tratto del fiume lungo il centro abitato erano attivi ben 21 mulini! A questi sono da aggiungere le innumerevoli mole asinarie “is mobas a mobenti” sparse nelle campagne.Dal ponticello di legno di nuova costruzione si ha una pia-cevole visione esterna del museo, che al suo interno vi farà conoscere la storia economica, sociale e culturale di Flumini-maggiore. Il restauro dell’edificio ha conservato le caratteri-stiche originali della muratura fatta di mattoni crudi, di fango e paglia, con la copertura a “cannitzada”, realizzata con le canne. Attualmente sono allestiti undici spazi espositivi comprenden-ti oltre al mulino e alla parte esterna, varie stanze che con-servano oggetti legati alla pastorizia, agricoltura ed antichi mestieri come il fabbro, il ciabattino, il falegname ma, la parte più significativa è incentrata sulle varie fasi della produzione e lavorazione del grano con la macina ancora funzionante.

Museo Etnografico

Antico mulino ad acqua Licheri Fluminimaggiore

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La splendida valle di Antas con le maestose colonne dell’o-monimo tempio punico-romano che la rendono unica ed af-fascinante, si trova nel territorio di Fluminimaggiore all’interno della provincia di Carbonia Iglesias. Adagiata ai piedi del ba-stione calcareo di Punta Conca s’Omu, fu individuata come luogo di abitazione e di culto fin dal lontano periodo nuragico (Bronzo Finale 1200-900 a.C.); le antiche popolazioni, delle quali rimane un piccolo insediamento abitativo e una zona di sepoltura (prima età del ferro IX-VIII a.C.), percorrevano un antico sentiero che metteva in comunicazione la valle con la vicina grotta di Su Mannau, dove è testimoniata la pratica del culto delle acque. Il pezzo forte che contraddistingue nella sua unicità la valle è la presenza del tempio punico-romano, scoperto nel 1836 dal generale La Marmora e ricostruito a partire dal 1967 ad opera dell’archeologo Ferruccio Barreca. L’edificio templare si divide longitudinalmente in tre parti: pronao, cella e adyton bipartito; il prospetto è tetrastilo e si presenta con quattro colonne frontali e due laterali, il luogo di culto è sormontato da un iscrizione che conferma l’adorazione del Dio Sardus Pater Babai e la collocazione cronologica al III sec. d.C, per quanto riguarda la fase di restauro sotto il dominio dell’imperatore Caracalla. Al di sotto del tempio sono visibili i resti del santuario Cartagi-nese(500 a.C.) dedicato al dio Sid Addir Babbai.In prossimità dell’area archeologica, seguendo un sentiero che s’inoltra nel bosco di lecci, si possono raggiungere le cave romane dove venivano estratti i blocchi calcarei usati per la costruzione del tempio.La valle di Antas offre al visitatore attento un paesaggio natu-ralistico che và ben oltre l’aspetto storico e culturale; sensa-zioni mistiche e una sacralità quasi tangibile sono le emozioni che le popolazioni del passato avevano già avvertito a suo tempo.

Tempio di AntasFluminimaggiore

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