Glock 41 Gen4 Mos calibro .45 Acp - Armi Magazine

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098 A chi frequenta poco il mondo delle armi corte la soluzione di Glock potrebbe sembrare il celebre uovo di Colombo. Il celebre esploratore, per chiudere una discussione su come fosse possibile far stare in piedi un uovo sodo, lo picchiò sul tavolo: l’uovo stava perfetta- mente in piedi da solo. In altre parole: una soluzione semplice a un problema com- plesso cui nessuno aveva pensato prima. In effetti, posizionare sul carrello un punto rosso sembrerebbe una soluzione ben più facile rispetto ai sistemi visti sui campi di tiro dinamico che sfruttano la slitta sul dust cover (la parte inferiore del fusto) per fissare l’attacco per il punto rosso. Se, però, si prendono in esame le sollecitazioni cui è sottoposta un’ottica fissata al carrello di una semiautomatica, si intuisce facilmente che finora non esistevano ottiche così re- La Glock 41 MOS (Mo- dular Optic System) con la piastrina e il punto rosso Meopta montato: il MeoSight III pesa solo 35 grammi e ha un’au- tonomia di ben 1000 ore; è alimentato da due pile CR2032 ed è in vendita in due versioni: con punto rosso delle dimensioni di 3 oppure di 5 MOA MOS sa vincente 098 La Casa austriaca lancia quattro modelli della sua gamma Gen4 (tre disponibili in Italia, la 34, 35 e 41, e una non ancora arrivata, la 40 in calibro 10 mm Auto) con il carrello modificato per ospitare il MOS, accessorio che consente il montaggio di un punto rosso, una soluzione che migliora la resa in poligono e aiuta chi ha qualche problema di vista di Gianluigi Guiotto GLOCK 41 GEN4 MOS CAL. .45ACP

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A chi frequenta poco il mondo delle armi corte la soluzione di Glock potrebbe sembrare il celebre uovo

di Colombo. Il celebre esploratore, per chiudere una discussione su come fosse possibile far stare in piedi un uovo sodo,

lo picchiò sul tavolo: l’uovo stava perfetta-mente in piedi da solo. In altre parole: una soluzione semplice a un problema com-plesso cui nessuno aveva pensato prima. In effetti, posizionare sul carrello un punto rosso sembrerebbe una soluzione ben più

facile rispetto ai sistemi visti sui campi di tiro dinamico che sfruttano la slitta sul dust cover (la parte inferiore del fusto) per fissare l’attacco per il punto rosso. Se, però, si prendono in esame le sollecitazioni cui è sottoposta un’ottica fissata al carrello di una semiautomatica, si intuisce facilmente che finora non esistevano ottiche così re-

La Glock 41 MOS (Mo-dular Optic System) con la piastrina e il punto rosso Meopta montato: il MeoSight III pesa solo 35 grammi e ha un’au-tonomia di ben 1000 ore; è alimentato da due pile CR2032 ed è in vendita in due versioni: con punto rosso delle dimensioni di 3 oppure di 5 MOA

MOSsa vincente098

La Casa austriaca lancia quattro modelli della sua gamma Gen4 (tre disponibili in Italia, la 34, 35 e 41, e una non ancora arrivata, la 40 in calibro 10 mm Auto) con il carrello modificato per ospitare il MOS, accessorio che consente il montaggio di un punto rosso, una soluzione che migliora la resa in poligono e aiuta chi ha qualche problema di vista

di Gianluigi Guiotto

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sistenti da sopportare quelle sollecitazioni. Almeno finora: il Meopta MeoSight III (costa circa 275 euro) che abbiamo pro-vato e che vedete ritratto in queste pagine ha superato brillantemente il nostro test, nonostante pesi solo 35 grammi. Evidente-mente il progresso tecnologico nel mondo

dei puntatori ha raggiunto un livello di robustezza sufficiente per resistere al movi-mento di un carrello.

Tre modelli MOS

Per ora Glock ha scelto di allestire in moda-lità MOS quattro modelli della sua ampia offerta di pistole, tutti Gen4: la 34 in 9x21, la 35 in .40S&W, la nuova 40 nel 10 mm Auto (non ancora disponibile in Italia) e la 41 in .45 ACP, modello che abbiamo scelto per la nostra prova (lo abbiamo testato nel numero di Armi Magazine di agosto 2014,

con notevole soddisfazione). Proprio da quella prova – ci perdoni il lettore l’auto-citazione – indicammo nelle mire uno dei punti di debolezza del modello. In partico-lare, scrivemmo: “Il modello che abbiamo provato montava una mira posteriore fissa, innestata a coda di rondine, con un profilo bianco a “U” che segue il contorno della finestra; la regolazione è possibile solo in derivazione. Il mirino è imperniato sul

La vista dall’alto evidenzia due delle 4 viti che fissano l’ottica alla piastrina a sua volta fissa-ta al carrello; si vede anche la tacca di mira col profilo bianco a “U” che resta montata

La G41 MOS nello smontaggio da campa-gna; il gruppo molla-guidamolla è una delle novità introdotte con la Gen4: le due molle, vincolate stabil mente all’asta di gui-da, hanno il filo tondo anziché piatto

Il foro di alleggerimento in prossimità della volata consente di accedere al mirino per l’eventuale sua manutenzione

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carrello, con un dot bianco ad alta vi-sibilità. Se si vuole qualcosa di più “racing”, sarà necessario puntare sull’aftermarket dove certo non mancano tacche di mira ampiamente regolabili”. Ebbene: se volete ottenere il massimo in termini di punta-mento, allora “puntate” – perdonate il gioco di parole – sui modelli MOS di Glock.

Quattro piastrine

La confezione del MOS comprende quat-tro diverse piastrine metalliche: la numero 01 è dedicata ai puntatori Docter, Meopta e Insight che hanno la stessa meccanica, la 02 è per i Trijicon, la 03 per i C-More e la 04 per i Leupold. Il sistema di fissaggio della piastrina al carrello è semplice: si po-siziona la corretta piastrina nella sede e la fissa con due viti Torx; la piastrina ha uno spessore inferiore rispetto alla porzione del carrello che sostituisce e ciò contribuisce ad abbassare l’altezza del punto rosso. A

questo punto si può fissare il puntatore alla piastrina e il gioco è fatto. L’insieme è molto solido, grazie alla qualità dei materiali cui si aggiunge la classica finitura Tenifer che nella G41 MOS è applicata sopra due trattamenti d’indurimento che la rende più resistente a corrosione e altri agenti esterni rispetto allo stesso acciaio inossidabile. Una volta aperta la confezione, è necessario fare attenzione alle viti che hanno dimensioni piccolissime e si possono smarrire facilmente.

Caratteristiche da Gen4

La quarta generazione delle Glock è stata presentata dagli ingegneri austriaci nel 2010 allo Shot Show, la fiera americana che ogni anno anticipa novità e tendenze di mercato. La G41 MOS adotta tutte le positive innovazioni della Gen4, a partire dal gruppo molla-guidamolla: le due molle telescopiche a spire schiacciate forniscono un’area di lavoro assai più estesa che non

la precedente, col risultato che si riduce il rinculo dell’arma, già di per sé contenu-to grazie alle caratteristiche di resilienza del fusto in polimero, che è in grado di assorbire e smorzare una componente significativa della forza che si sviluppa al momento dello sparo. La G41 MOS ha, poi, la trama (texture) dell’impugnatura della Gen4: le cuspidi (chiamate Polymids da Glock) presentano una forma piramidale mutuata da quella della versione RTF2 del 2009 ma con il vertice piatto, così da non essere eccessivamente brutali con il palmo della mano (la RTF2 nasce per essere usata indossando guanti tattici e presenta quindi caratteristiche estreme). Sul front strap le scanalature anatomiche (introdotte già con la Gen2) facilitano la presa salda dell’arma. Non manca nella G41 MOS il sistema MBS (Modular Back Stap) che consente di variare la dimensione del dorsalino dell’impugnatura stessa. A differenza di altre pistole, dove il dorsalino può legitti-mamente dirsi intercambiabile, in questo caso l’arma nasce con una data impugna-tura di dimensioni standard cui possono essere sovrapposti in alternativa i due dor-salini presenti nella confezione di vendita. Andando questi a sovrammettersi a un dorsalino già esistente mediante due scana-lature allo scopo predisposto, necessitano di una spina di fissaggio più lunga rispetto a quella comunque presente sull’arma (e che va a bloccare il sistema di scatto). I dorsalini presentano spessori di 2 e 4 millimetri così da accomodare praticamente tutte le mani. È evidente che l’impiego di questi accessori supplementari va a modificare la distanza relativa del grilletto (trigger reach).

La vista laterale evidenzia il minor spessore della piastrina rispetto alla sede ricavata nel carrello: ciò consente di “tenere basso” il punto rosso

La confezione del MOS con le quattro piastrine disponibi-li studiate per le diverse tipologie di punti rossi esistenti

Funzionamento rodato

Per la G41 MOS non c’è niente di nuovo quanto al funzionamento meccanico, visto che adotta l’ormai classica Safe Action, ossia il meccanismo di scatto a semi-doppia azione che non prevede al cuna sicura manuale (o altro comando di disarmo del per-cussore), ma che offre la fondamentale virtù di riportare l’arma fra un colpo e l’altro automatica mente in condizioni di sicurezza (il peso dello scatto è di circa 2,5 kg). Inoltre, il tiratore spara tutti i colpi nella stessa modalità, senza differenze, diversa-mente dalle altre pistole ad azione mista che impongono il passaggio dalla lunga e dura doppia azione del primo colpo alla corta e leggera singola di quelli successivi. Infatti, nel fusto in polimero ad alta resistenza, estraibile mediante la rimozione della spina passante visibile nella parte alta dell’impugnatura, è collocato il sistema di scatto Safe Action, una doppia azione impura che consente un reset molto rapido del grilletto senza che questo debba raggiungere il punto di massima estensione in avanti per poter ingaggiare il percussore. Ne consegue che, pur rimanendo lo scatto sempre in doppia azione, lo sgancio dei colpi successivi al primo è molto più rapido e istintivo. Come da tradizione l’assenza di sicure manuali è ampiamente bilanciata dalle tre sicure automatiche di Casa Glock a ingaggio successivo: quella incorporata al grilletto nella fattispecie di un’appendice mobile (non consente lo sgancio del percussore se non dopo la sua pressione, inibendo l’esplosione del colpo a causa di trazioni laterali sul grilletto o a causa di cadute), quella classica al percussore e quella al disconnettore (che lo porta a contatto con il percussore solo quando si agisca correttamente sull’appendice di scatto). La meccanica adotta un sistema di chiusura geometrica tipo Browning modificato; la canna presenta una rigatura poligonale e un estrattore che funge anche da indicatore di cartuccia camerata.

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riesce a mantenere salda la posizione sul calcio e non bisogna reimpostarla. Stupisce anche il bilanciamento della pistola, spo-stato in avanti verso la volata: sulla carta è questione di grammi, ma la sensazione alla mano è avvertibile. La presenza del punto rosso semplifica notevolmente la mira: dovendo sovrapporre due immagini (pun-to rosso e bersaglio) invece di tre (tacca, mirino e bersaglio), si è molto più veloci ed efficaci, senza contare i benefici per chi ha problemi di vista che con quest’arma può tornare in poligono con una certa soddisfa-zione. Certo, la precisione nel tiro mirato è più difficoltosa rispetto alle mire metalliche: il punto rosso copre, infatti, una discreta porzione del bersaglio e bisogna limitarsi a mantenere il puntamento nella stessa zona del bersaglio. Il vigore del .45, comunque, non ha impensierito la Glock (e nemme-no il Meopta) che ha digerito tutti i colpi senza scomporsi e senza alcuna incertezza, nonostante i 3-4 etti in meno rispetto a una classica 1911 tutta acciaio. Lo scatto, già out of box, si è rivelato ben sfruttabile e del tutto privo di collasso di retroscatto. Chiaramen-te la Safe Action divide il popolo dei tiratori: c’è chi la ama, e la impiega al meglio, chi invece non l’apprezza e non riuscirà a trarre le prestazioni da fuoriserie di cui è capace la G41 MOS. Oltre all’appruamento della G41 MOS, concorre alla riduzione del rile-vamento anche la ridotta distanza tra l’asse della mano e quello della canna: l’incavo tra pollice e indice è abbastanza alto rispetto alla canna, e ciò riduce di fatto la forza ap-plicata dallo sparo e dal conseguente moto retrogrado del carrello. In conclusione, la G41 MOS, venduta a un prezzo molto concorrenziale (869 euro), è una delle 45 più interessanti al momento e non conosce

Comandi ben disposti

Il pulsante di sgancio del caricatore ha le dimensioni maggiorate delle Gen4: il signi-ficativo sovra-dimensionamento risponde alla necessità di essere raggiungibile anche utilizzando il dorsalino Large, quello più spesso. La sua lunghezza è quindi più che raddoppiata rispetto al passato ed reversi-bile, così da accontentare i tiratori mancini che fino ala Gen4 Glock aveva trascurato. La reversibilità del pulsante ha imposto la realizzazione di una modifica al caricatore in lamiera d’acciaio (nella G41 è da 13 colpi calibro .45ACP), che adesso presenta un incavo in più per il suo bloccaggio; ne con-segue che i nuovi caricatori possono ancora essere impiegati sulle G21 ma che questo non può dirsi per i caricatori pre-Gen 4: quelli della G21, dunque, non possono essere bloccati se la sicura è spostata sul lato destro del fusto.

La prova in poligono

Abbiamo messo alla frusta la nuova Glock con munizioni Geco con palla di 230 grani Fmj. Fin dal primo approccio la G41 MOS ci ha impressionato per come “riempia” be-ne la mano: per chi ha mani di dimensioni medie, l’impugnatura è confortevole, con un buon grip e offre una gran sensazione di controllo dell’arma; dopo lo sparo, la mano

concorrenti che consentano di montare un red dot sul carrello: di Cristoforo Colombo, dopotutto, ne è esistito solo uno.

Costruttore: Glock GmbH, Austria, www.glock.com Distributore: Bignami spa, Ora (BZ), tel. 0471 803.000, www.bignami.itModello: 41 Tipo: pistola semiautomatica Calibro: .45 ACP Funzionamento: a sfruttamento del rinculo con chiusura stabile a corto rinculo di canna Canna: 135 mm; rigatura a profilo ottagonale con passo di 400 mm Percussione: diretta, a mezzo percussore lanciato Caricatore: bifilare da 13 colpi Scatto: ad azione continua (Safe Action), peso 2,5 kg circaEspulsore: a lamina, solidale al pacchetto di scatto Estrattore: a gancio, fulcrato al carrelloMire: mirino fisso, tacca di mira rego-labile in deriva; linea di mira: 192 mm; predisposizione sul carrello per il mon-taggio del MOS (Modular Optic System)Sicure: automatica (a grilletto non premu to blocca il percussore), al grilletto (ne impedisce l’arretramento se la pressione non è esercitata al centro), automatica anti-caduta eriore Peso: 765 g (scarica) Dimensioni: 226x139x32,5 mm Materiali: canna e carrello in acciaio al carbonio, fusto in polimero Finitura: Tenifer sulle parti d’acciaioConfezione: 1 caricatore di riserva, dorsalini intercambiabili (tre taglie), accessori MOS

Costruttore: Glock GmbH Austria

Glock G41 Gen4 MOS cal. .45ACP

SO

¤PREZZO INDICATIVO

869 EURO869 EUROO(senza punto rosso)(senza punto ropunto rosso)sso)

Il Moepta si integra bene nella linea del-la Glock; notare gli intagli di presa nella parte posteriore, efficaci nelle operazioni di armamento, l’estrattore con lo “scali-no” che serve da indicatore di cartuccia in camera, e l’ampia finestra d’espulsione

Rosata di 5 colpi a 15 metri con munizioni Geco con palla da 230 grani Fmj

L’autore alla linea di tiro di Bignami a Ora (BZ)

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