Red glock 17 29 26 gen4 2014
-
Upload
bignami-spa -
Category
Documents
-
view
234 -
download
2
description
Transcript of Red glock 17 29 26 gen4 2014
056
G L O C K 1 7 , 1 9 , E 2 6 C A L . 9 X 2 1 I M I
delle Glock). Abbiamo allora ipotizzato
di dover scegliere un modello tenen-
do come punto di partenza il calibro,
il 9x21IMI, il più diffuso tra i tiratori
italiani. Così, con un “taglio” trasversale
nel listino Glock, abbiamo trovato tre
Nella selva di numeri che com-
pongono il catalogo Glock è
facile perdersi. Con austriaca
pragmaticità, infatti, i modelli sono de-
signati da un numero, a partire dalla 17,
la capostipite (vedi riquadro per la storia
modelli, studiati per la difesa personale,
e tutti in 9x21: la 17, appunto, la 19, e la
26, appartenenti, rispettivamente, alle
categorie Standard, Compact e Subcom-
pact (abbiamo tralasciato la 34 destinata
al tiro pratico e all’impiego “tattico”).
Dopo l’introduzione del primomodello
nella Generazione 4 nel 2010 allo Shot
Show, la fiera americana che ogni anno
anticipa novità e tendenze di mercato,
(erano la 17 e la 22), tutti i modelli sono
disponibili con le importanti migliorie
apportate dalla nuova versione. Che
sono la Dual Recoil Spring, la trama
Rough Textured Frame super grippante,
il Modular Back Strap system, e il pul-
sante di sgancio-caricatore maggiorato e
reversibile: vediamoli nel dettaglio.
Ancor più ergonomicaIl salto tecnologico del nuovo disegno è
sicuramente importante e riguarda alcu-
ne caratteristiche in grado di modificare
la sostanza del disegno e la reale fruibilità
dell’arma. La primamodifica sostanziale
riguarda l’adozione di una nuova molla
e della relativa guida: nella Generazione
4 al posto del classico guida-molla in
plastica con la molla elicoidale a sezio-
ne circolare c’è un nuovo componente
metallico su cui s’innestano due molle
telescopiche a spire schiacciate che for-
niscono un’area di lavoro assai più estesa
che non la precedente. Il nuovo gruppo,
monolitico, pesa una decina di grammi
in più del precedente ma non influi-
sce sul peso complessivo dell’arma in
quanto, per ospitarlo, è stato necessario
realizzare delle fresature sul carrello e
modificare il punto di contatto con la cu-
latta; interventi che, in definitiva, hanno
sottratto tanto materiale quanto ne è sta-
to aggiunto. L’intervento è stato pensato
per ridurre il rinculo dell’arma, già di per
sé contenuto grazie alle caratteristiche
di resilienza del fusto in polimero, che
è in grado di assorbire e smorzare una
componente significati della forza che si
sviluppa al momento dello sparo.
La seconda innovazione che caratteriz-
za la Gen 4 riguarda la trama (texture)
dell’impugnatura, che in passato è stata
già oggetto dimodifiche emigliorie.
TagliaS,M,oL?A confronto le tre Glock destinate alla difesa personalee abitativa nel calibro più amato dagli italiani, il 9x21IMI:la 26, la 19, e la 17, dalla più piccola alla più grande, o,come dicono in Glock, dalla Subcompact alla Standardpassando per la Compact. Tutte nell’ultima versione,la Generation 4, che ha introdottomolte interessantiinnovazioni in unmodello già di successo
diGianluigi
Guiotto
Tacchedimiraeback-strapaconfronto: ledifferenzesonosolonelledimensioni.Sulla26 la taccadimira
è fissa e inserita in una fresatura a coda di rondine. Su 17 e 19, invece, le tacche dimira sono regolabili
Guarda il video su:
A R M I C O R T E
057
Le tre Glock protago-
niste del nostro con-
fronto: dal basso, la
26, la 19, e la 17
058
G L O C K 1 7 , 1 9 , E 2 6 C A L . 9 X 2 1 I M I
i due dorsalini presenti nella confezionedi vendita.Andando questi a sovrammet-tersi a un dorsalino già esistente mediantedue scanalature allo scopo predisposto,necessitano di una spina di fissaggiopiù lunga rispetto a quella comunquepresente sull’arma (e che va a bloccare ilsistema di scatto). I dorsalini presentanospessori di 2 e 4millimetri così da acco-modare praticamente tutte le mani. Èevidente che l’impiego di questi accessorisupplementari va amodificare la distanza
relativa del grilletto (trigger reach).
Anzitutto cambia laconformazione delle cuspidicui è demandato il compitodi creare attrito tra la manodell’operatore e l’arma: quel-le nuove (chiamate Polymidsda Glock), presentano unaforma piramidale mutuatada quella della versioneRTF2 del 2009 ma con il ver-tice piatto, così da non essereeccessivamente brutali con ilpalmo della mano (la RTF2nasce per essere usata indos-sando guanti tattici e pre-senta quindi caratteristicheestreme) e i vestiti duranteil porto. Permangono le sca-nalature anatomiche sulla parte anterioredell’impugnatura e i solchi lineari sullaparte anteriore della guardia del grilletto.Inoltre, la Gen 4 ha introdotto il sistemaMBS (Modular Back Stap) che consentedi variare la dimensione del dorsalinodell’impugnatura stessa. A differenzadi altre pistole, dove il dorsalino puòlegittimamente dirsi intercambiabile, inquesto caso l’arma nasce con una dataimpugnatura di dimensioni standard cuipossono essere sovrapposti in alternativa
La nuova conformazionedell’impugnatura hames-so i progettisti austriacinella condizione di lavo-rare anche sul pulsantedi sgancio del caricatore.Questo, infatti, sempremantenuto a dimensionimolto contenute per evi-tare sganci involontari incontesti operativi o agoni-stici, ha dovuto subire unsignificativo sovra-dimen-sionamento così da essereraggiungibile anche utiliz-zando il dorsalino Large,quello più spesso. La sualunghezza è quindi più
che raddoppiata e – caratteristica degnadi nota – il nuovo pulsante è diventatoreversibile, così da accontentare i tiratorimancini. La reversibilità del pulsante haimposto la realizzazione di una modificaal caricatore, che adesso presenta unincavo in più per il suo bloccaggio; neconsegue che i nuovi caricatori possonoancora essere impiegati sulle precedentiversioni della pistola ma che questonon può dirsi per i caricatori pre-Gen4: non possono essere bloccati se la si-cura è spostata sul lato destro del fusto.
Primopianodella26, lasubcompatta:notare l’as-
senzadellaslittaper la torcianellaparte inferiore
del fusto, e la nuova tramadell’impugnatura
Anche per imirini non ci sono differenze tra i tremodelli
A R M I C O R T E
059
Polimeri e Safe actionFatte salve le novità specifiche dell’arma,
anche il modello 17 Gen 4 adotta le carat-
teristiche che hanno fatto la fortuna delle
pistole Glock. Il fusto è realizzato in po-
limero ad alta resistenza (non rinforzato
in fibra come quelli di molti concorrenti)
ed è in grado di resistere a situazioni
climatiche estreme nonché all’attacco
di acidi, lubrificanti, agenti corrosivi.
Al suo interno, estraibile mediante la
rimozione della spina passante visibile
nella parte alta dell’impugnatura, è col-
locato il sistema di scatto Safe Action,
una doppia azione impura che consente
un resetmolto rapido del grilletto senza
che questo debba raggiungere il punto di
massima estensione in avanti per poter
ingaggiare il percussore.Ne consegue che,
pur rimanendo lo scatto sempre in dop-
pia azione, lo sgancio dei colpi successivi
al primo èmolto più rapido e istintivo.
Non sono presenti sicuremanuali ma le
ormai tradizionali tre sicure automati-
che di Casa Glock a ingaggio successivo:
quella incorporata al grilletto nella
Le tre volate a confronto
La vista dall’alto mette in risalto la stra-
ordinaria compattezza delle Glock, nono-
stante i caricatori bifilarimolto capienti
Il segreto nella safe action
La safe action è stata la ve-ra chiave di volta dell’arcosu cui poggiano le fortunecommerciali della Glock. Èuna semi-doppia azione apercussore lanciato nellaquale il carrello arma par-zialmente il percussore, cheresta in quiete fino a quandonon si preme il grilletto; conla pressione sul grilletto ilpercussore viene armatocompletamente e, quandogiunge al punto morto po-steriore, sfugge dalla leva discatto spinto dalla sua mollacinetica. La safe action nonprevede sicure manuali, masolo automatismi di sicu-rezza come il pistoncino diblocco del percussore e lalevetta al centro del grilletto.Quest’ultima viene azionata“automaticamente” quando
premiamo sul grilletto e hala sola funzione di bloccarlo,bloccando così la catena discatto, allo scopo d’impe-dire spari accidentali perinerzia dello scatto nel casol’arma cada a terra. La safeaction è sicura contro spariaccidentali, non ha transi-zione tra singola e doppiaazione (si presenta comeuna singola azione partico-larmente “lunga”), e non hasicure da togliere prima diaprire il fuoco. Unico limiteè l’impossibilità di ribattereil colpo in caso di cilecca,ma non sembra sia un limiteche abbia influenzato più ditanto gli utenti “conquistati”dalla semplicità e immedia-tezza di uso… proprio comesu un revolver.
(V. B.)
060
G L O C K 1 7 , 1 9 , E 2 6 C A L . 9 X 2 1 I M I
fattispecie di un’appendice mobile(non consente lo sgancio del percussorese non dopo la sua pressione, inibendol’esplosione del colpo a causa di trazionilaterali sul grilletto o a causa di cadute),quella classica al percussore e quella aldisconnettore (che lo porta a contattocon il percussore solo quando si agiscacorrettamente sull’appendice di scatto).Questa conformazione fa sì che le Glock,nessuna esclusa, siano composte da unnumero ridottissimo di componenti (34in tutto), con evidenti benefici in terminidi manutenzione, affidabilità, e costi.La meccanica, per concludere, adottaun sistema di chiusura geometrica tipoBrowning modificato; la canna presentauna rigatura poligonale e un estrattoreche funge anche da indicatore di cartuc-cia camerata. Ottimi, infine, i trattamentisuperficiali: la finitura in Tenifer è appli-cata sopra due trattamenti d’indurimen-to che rendono le pistole Glock più resi-stenti a corrosione e altri agenti esternirispetto allo stesso acciaio inossidabile.
I tremodelli a confronto
Smontate e confrontate, le tre Glock nonmostranno differenze oltre a quelle legatealle diverse dimensioni legate al calibro:quindi, canna, carrello, fusto, e caricato-re sono diversi ma le minuterie interne(catena di scatto, percussore eccetera)sono sempre gli stessi. È una scelta checontribuisce amanteneremolto basso illoro prezzo.Guardando bene, notiamoche, a differenza delle altre due, la 26 nonha una slitta sul dust cover dove inserireuna torcia: sarebbe stato un controsensorispetto alla destinazione d’uso della
Anche il funzionamentoè identiconei tremodelli; notaregliespulsori,
di diversa lunghezza, e le guide del carrello annegate nel polimero
Un’azione modulabile
Nell’azione Glock c’è unaparte che funge da leva discatto e che nella manuali-stica in inglese viene definitacome connector: montato diserie sulle pistole da difesa,fa sì che il peso di scatto(con molla standard) si col-lochi intorno a 2,5 kg e facciaavvertire al tiratore l’istantein cui si abbassa liberandoil percussore. È disponibileanche un connector che fascendere il peso di scatto
intorno a 2 kg (standardsulle pistole da tiro praticocome le 34 e le 35), ma, perchi vuole un peso di scattopiù elevato e una maggioreaccentuazione dell’istantein cui si ha lo sgancio delpercussore, Glock propone ilconnector da 3,5 kg. La mol-la standard della safe actiongarantisce un carico costan-te lungo tutta l’escursionedel grilletto per un peso discatto pari a kg 2,5, che in
molti considerano troppobasso per l’impiego sottostress da parte di personalenormalmente addestrato.Se a questo aggiungiamoche diversi operatori, inparticolare quelli assuefattial revolver, preferiscono uncarico progressivamentecrescente, ecco il motivo cheha portato Glock a proporrecome accessorio due diversi“New York Trigger”: il NY1e il NY2. Col primo si ha un
peso di scatto crescente da2,5 a 4,9 kg, col secondo ilcarico cresce da 3,5 a 5 kg,ed è accentuata la sensazio-ne “da revolver” nell’agiresul grilletto. Inutile forseaggiungere che il “New YorkTrigger” è stato messo apunto quando il Police De-partment della Grande Melasi è standardizzato sulleGlock ed è oggi nel listinodegli accessori Glock.
(V. B.)
A R M I C O R T E
061
Il pulsante di sgancio, reversibile, è leggermente
più grande rispetto ai precedenti. Al centro del
grilletto sporge la sicura automatica che impedi-
sce l’arretramento del grilletto dovuto a trazioni
laterali involontarie o a cadute dell’arma
Le dimensioni del ponticello non variano nei tre
modelli: l’uso con i guanti indossati è sempre un’op-
zione possibile; la piastrina con il numero di ma-
tricola è rimasta al suo posto sotto il copricanna
I tre caricatori
a confronto: da
sinistra, quello
della 26 da 10
colpi, quello del-
la 19 da 15 colpi,
e quello della 17
da 17 colpi
Le tre canne in
acciaio con riga-
tura poligonale
Uno sguardo al passato
Tutto ha inizio nel 1980 quando Ga-
ston Glock – ingegnere totalmente
inesperto nel settore armiero ma
con solide conoscenze in quello
dei polimeri sintetici – riunisce un
dream team di progettisti per ri-
spondere all’esigenza dell’esercito
austriaco di una nuova arma da
fianco in sostituzione della glorio-
sa Walther P38. Da questo sforzo
congiunto uscirà il modello 17 (così
chiamato in quanto 17° brevetto
dell’azienda), che nel 1982 andrà
ad armare gli effettivi austriaci co-
me pistola P80 e, successivamen-
te, forze militari e di polizia di tutto
il mondo. Il cammino che porta
alla Gen 4 inizia quindi nel 1982 e
vede una successione di tappe di
avvicinamento. Nel 1988 (Gen 2)
vengono introdotte zigrinature e
cuspidi per aumentare il grip nelle
aree anteriore e posteriore dell’im-
pugnatura e sul ponticello e una
placchetta metallica con il numero
di matricola sul fusto. Negli anni
Novanta fa la comparsa la terza
generazione dell’arma (Gen 3) con
interventi apportati in due momen-
ti successivi (alcuni autori parlano
di una generazione 2,5 di transi-
zione che precede la terza, altri di
una terza generazione primitiva
e di una tarda) e che riguardano
l’introduzione delle scanalature
anatomiche sulla parte anteriore
dell’impugnatura, di un poggiapol-
lice e di una scina atta ad ospitare
aggiuntivi ottici di puntamento o
di illuminazione per l’impiego tat-
tico. L’anno precedente la nascita
della Gen 4 Glock ha presentato
l’allestimento RTF2 (Rough Texture
Frame), pensato per l’impiego con
guanti tattici, mutuato dalla nuova
arma con significativi interventi
migliorativi.
Stante l’abitudine del produttore a
nominare i suoi prodotti secondo
un principio cronologico che si rife-
risce alla successione dei brevetti,
il mondo Glock può apparire un po’
contorto. Ma così non è. Accanto
all’arma standard, di cui il modello
17 è l’archetipo, sono presenti altre
quattro famiglie di armi: Compatte,
Sub Compatte, Slimline e Compe-
tition, alcune delle quali disponibili
solo per alcune famiglie di calibri.
Per rimanere alla nostra 17, sono
attualmente a catalogo le versioni
19 (Compact), 26 (Sub Compact)
e 34 (Competition). Oltre a questa
sommaria catalogazione, le pistole
Glock sono declinate in una molti-
tudine di calibri (9 mm, .40 SW, .45
ACP, .45 GAP, .357 Sig, .380 Auto,
10 mm). Il modello 17, che vanta
la più lunga vita operativa, è stato
approntato nelle varianti L (1988)
con canna e carrello allungati, C
(1996) con canna compensata, MB
con leva di sgancio del caricatore
ambidestra (dismessa con l’intro-
duzione della Gen 4). Si deve poi
ricordare il modello 18, arma che
ricalca il modello 17 con l’aggiunta
di un selettore per il tiro a raffica.
062
G L O C K 1 7 , 1 9 , E 2 6 C A L . 9 X 2 1 I M I
più piccola delle tre Glock, che co-
munque resta arma da fondina: non ha
dimensioni così ridotte da consentire un
porto“in borsetta”, più sicuro inserirla in
una fondina priva di ganci per impedire
che qualcosa vada a premere sul grilletto.
La prova a fuocoDopo un pomeriggio al TSN di Legnano,
in compagnia delle Glock e della gentile
Elisabeth Ratti, titolare dell’omonima
armeria di Seregno, in provincia diMila-
no, che hamesso a disposizione le armi,
possiamo dire che, riprendendo il motto
latino,“virtus stat inmedio”, nel senso
che, alla fine, è stata la 19 a uscire vinci-
trice dal confronto. La 19, infatti, offre le
qualità della 17 e della 26, attenuando gli
aspetti sfavorevoli. Intendiamoci: con un
budget illimitato, avrei detto a Elisabeth
di vendermi tutte e tre le Glock, perché
ognuna ha un suo utilizzo definito: la 17
per le sedute in poligono e le gare di tiro
dinamico, la 26 per il porto occulto, la 19
Modello:17
Tipo:pistola
semiautomatica a chiusura
geometrica
Calibro: 9x21 IMI
Caricatore: bifilare da 17 colpi
Sistemadi scatto: Safe Action
Peso scatto:2,5 kg
Percussione:percussore lanciato
Organi dimira: tacca registrabile, mirino
sostituibile con profili bian
Sicure: sicura automatica al grilletto, al
percussore, alla catena di scatt
Lunghezza canna:114 mm
Lunghezza linea dimira: 165 mm
Lunghezza totale: 186 mm
Materiale del fusto: polimero
Finitura: Tenifer nera opaca
Peso con caricatore pieno/vuoto:
710/910 grammi
Costruttore:Glock, Austria,
eu.glock.com
Importatore:Bignami,
tel.0471803.000,www.bignami.it;
BersaglioMobile,
tel.0522518.344,
www.bersagliomobile.com;
Paganini,fax.011835.418,
www.paganini.com
Modello:19
Tipo:pistola
semiautomatica
chiusura geometrica
Calibro:9x21 IMI
Caricatore:bifilare da 15 colpi
Sistemadi scatto: Safe Action
Peso scatto:2,5 kg
Percussione:percussore lanciato
¤PREZZO delmodello 17 da 609 euro
PREZZO delmodello 19 da 609 euro
PREZZO delmodello 26 da 612 euro
Asinistra: laGen4ha introdottoanche la reversibilitàdelpul-
santedi sganciodel caricatore,per lagioiadei tiratorimancini
Soto da sinistra verso destra: il profilo sinistro della Glock 17,
della Glock 19, della Glock 26 cal. 9x21IMI
21
Glock 17, 19, 26 cal. 9x21IMI
A R M I C O R T E
063
Ringraziamo l’armeriaRatti
di Seregno (www.armiratti.it)
edElisabethRatti per avermessoa
disposizione le armi fotografate
CM
per… entrambe le finalità. Infatti, la 19 è
controllabile quasi come una 17 (le man-
ca davvero poco) e, grazie alla nuova nor-
mativa in tema di caricatori, è possibile
dotarla dello stesso numero di colpi della
sorellona. Che, a sua volta, è da preferire
se si prevede di destinarla a un carico di
lavoro pesante. Avendo mani mediamen-
te grandi, ho riscontrato qualche leggera
difficoltà con la 26 col dorsalino standard,
prontamente risolte sostituendolo con
quello maggiorato (l’operazione è co-
munque rapidissima), e abituandomi a
sfruttare gli intagli alla base del caricatore.
La nuova texture su fusto e impugnatura
è risultata estremamente gradevole. La
collimazione e il rapido ritorno in linea
sono stati facilitati dai riferimenti presenti
su tacca e mirino.
La Generazione
4 delle Glock ha
introdotto i dor-
salini intercam-
biabili, accoglien-
do finalmente il
principio per cui
l’arma deve adat-
tarsi il più pos-
sibile al tiratore
Modello:26
Tipo:pistola
semiautomatica
chiusura geometrica
Calibro:9x21 IMI
Caricatore:bifilare da 10 colpi
Sistemadi scatto: Safe Action
Peso scatto:2,5 kg
Percussione:percussore lanciato
Organi dimira: tacca registrabile, mirino
sostituibile con profili bianchi
Sicure: sicura automatica al grilletto, al
percussore, alla catena di scatto
Lunghezza canna:87 mm
Lunghezza linea dimira:137 mm
Lunghezza totale:160 mm
Materiale del fusto:polimero
Finitura:Tenifer nera opaca
Peso con caricatore pieno/vuoto:
615/740 grammi
Organi dimira: tacca registrabile mirino
sostituibile con profili bianchi
Sicure: sicura automatica, al grilletto, al
percussore, alla catena di scatto
Lunghezza canna:102 mm
Lunghezza linea dimira:153 mm
Lunghezza totale:174 mm
Materiale del fusto:polimero
Finitura:Tenifer nera opaca
Peso con caricatore pieno/vuoto:
670/855 grammi
Asinistra: L’autore durante i test
1. Rosata di 5 colpi ottenuta con la Glock
17a15metri, senzaappoggio, conFiocchi
Top Target da 124 grani
2.Rosatadi5colpiottenutacon laGlock19a15metri,
senza appoggio, conFiocchi Top Target da 124 grani
3.Rosatadi5colpiottenutacon laGlock26a15metri,
senza appoggio, conFiocchi Top Target da 124 grani
3