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1 Convegno Prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne: soggetti diversi, responsabilità condivisa “Gli interventi sociali e sanitari di contrasto del fenomeno violenza sul territorio di RE” Elisabetta Negri Reggio Emilia, 17 gennaio 2015

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Convegno Prevenzione e contrasto alla violenza

contro le donne: soggetti diversi,responsabilità condivisa

“Gli interventi sociali e sanitari di contrasto del fenomeno

violenza sul territorio di RE”

Elisabetta Negri Reggio Emilia, 17 gennaio 2015

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Linee d’indirizzo regionali per l’accoglienza di donne vittime di violenza di genere:

cornice di riferimento per i soggetti che intervengono a tutela e/o in aiuto di una donna vittima di violenza;

strumento per conoscere i servizi e le modalità di intervento degli altri soggetti della rete, per definire le azioni e le funzioni da attivare e gli specifici ambiti di responsabilità;

ulteriore finalità è la promozione di un approccio culturale più ampio e completo ai temi della violenza di genere intendendo in questo senso non solo l’organizzazione di una rete di accoglienza dedicata, ma anche e soprattutto la realizzazione, in forma integrata di attività e azioni per prevenire, culturalmente e socialmente le cause della violenza contro le donne.

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Realizzazione degli obiettivi delle linee di indirizzo e organizzazione territoriale

L’attuazione delle linee di indirizzo è affidata alla redazione di un documento a cura delle Conferenze Territoriali Sociali e Sanitarie.

Le linee di indirizzo territoriali verranno declinate in Piani operativi distrettuali e di ambito integrati tra territorio e ospedale.

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Nei piani operativi si provvederà a definire:

Quali servizi e operatori siano i punti di riferimento della rete per l’accoglienza e per la presa in carico;

Le attività di ciascuna agenzia e le relative responsabilità, eventualmente distinguendo i percorsi da seguire in presenza o meno di una situazione di emergenza;

Quali azioni e attività si intenda mettere in essere per realizzare azioni di prevenzione.

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Si dovranno articolare in forma specifica i diversi ambiti di intervento relativi alle due fasi:

l’accesso e l’accoglienza che prevedono gli elementi conoscitivi ed i servizi da fornire nel primo contatto con la vittima di violenza, oltre ad una prima valutazione dello stato di emergenza e sicurezza;

la presa in carico che coincide con l’avvio della progettazione del percorso di messa in sicurezza e di autonomia della donna.

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Accordi, protocolli e reti

Gli accordi ad oggi in essere andranno armonizzati con le linee guida regionali;

La attenzione è al lavoro in rete quale strategia fondamentale per contrastare la violenza e per offrire migliori standard nei servizi alle vittime, evitando, grazie all’attivazione della rete, dispersioni di energie ed eliminando confusioni e rallentamenti.

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I piani territoriali prendono atto della specificità dell’offerta dei Centri antiviolenza e

promuovono il maggior numero di sinergie e collaborazioni per realizzare un sistema

integrato tra servizi e terzo settore qualificato, definiscono le competenze, le azioni e le

risorse economiche a ciò dedicate.

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Qualora oltre alla donna siano coinvolti figli è necessaria l’attivazione dei servizi di tutela del minore.Al riguardo si evidenzia:

tra i fattori di rischio per la salute ed il benessere del minore rientra anche la violenza condivisa;

l’importanza dell’accompagnamento della donna nell’avvicinarsi con fiducia ai servizi tutela minori, al fine di sostenerla ed attivare adeguati progetti di aiuto.

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Qualora le donne presentino storie di abuso di sostanze o depressione è rilevante il coinvolgimento dei CSM e dei Sert.

Si raccomanda inoltre che questi servizi specifici realizzino le necessarie modifiche delle prassi diagnostico-terapeutiche al fine di inserire nella raccolta anamnestica domande sulla storia di violenza;

anche i MMG sono tra i professionisti coinvolti in tale processo.

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È necessario operare in stretta sinergia con le forze dell’ordine e la magistratura con protocolli condivisi e concordati a livello

provinciale.

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L’accesso e l’accoglienza

Si definiscono soggetti e possibili porte di accesso per l’accoglienza i soggetti dal cui contatto conseguono azioni pertinenti alla presa in carico del problema portato:

Pronto soccorso; Forze dell’ordine; Servizio sociale; Consultori (anche declinati come spazi giovani,

spazi donne immigrate); Altri servizi sociali e sanitari con accesso diretto; Case e Centri antiviolenza; Servizi di cure primarie.

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Va sempre considerata la possibilità che la donna si presenti ad un servizio non

dedicato, pubblico o privato, in questo caso l’operatore deve comunque accogliere il bisogno portato ed accompagnarlo al

punto di rete dedicato.

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Ciò significa che:

Ogni distretto deve definire, identificare e rendere note le proprie porte d’accesso e le modalità di attivazione e contatto della rete di accoglienza delle donne vittime di violenza;

Va garantita alla cittadinanza ed agli altri punti della rete ampia informazione sulla attività specifica dei diversi nodi della rete .

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E’ inoltre da individuare a livello territoriale un’equipe dei professionisti referenti dei soggetti componenti la rete per l’accoglienza di vittime di violenza di genere a cui è affidata una buona tenuta del sistema di accoglienza attraverso una costante attività di “manutenzione”.

All’interno della rete dei servizi per l’accoglienza vanno creati accordi per l’accoglienza, anche residenziale, in emergenza, nelle giornate festive e nelle ore notturne.

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Se questa è la cornice generale molteplici sono i temi evidenti nella nostra realtà e che stanno guidando la messa in opera delle linee guida

Esiste disomogeneità di approcci e modalità di lavoro.

Si pone il tema della violenza sulle donne ma anche della violenza assistita e dei diritti umani negati. Lo scopo delle linee guida è dare un indirizzo comune. Occorre fare in modo che le donne abbiano le stesse possibilità sia che risiedano in un Comune che in un altro.

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Temi evidenti

Le linee guida mettono al centro il tema del rapporto con il Centro antiviolenza, si tratta di un passaggio importante di riconoscimento.

Occorre mettere il focus sulla donna in quanto vittima di violenza di genere, spesso si distinguono donne sole e donne con figli o, in alcuni casi giovani donne senza figli, la presa in carico è legata alla denuncia. Occorre un sistema che metta al centro la violenza alla donna.

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Temi evidenti

Tema del trattamento: se non vengono rielaborate le ferite subite dalle donne vittime di violenza di genere possono mettere a repentaglio la vita futura loro e delle persone a loro vicine.

E' importante sensibilizzare i professionisti, pensiamo ai MMG. A volte bastano piccole attenzioni per svelare la violenza.

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Temi evidenti

Dati. Nei programmi in uso per la medicina generale e per i PS non ci sono voci specifiche per rilevare la violenza; servirebbe una codifica diversa al momento dell'accesso. Di fatto non c'è un DRG per le vittime di violenza. I referti di PS dovrebbero essere comunque più puntuali, non tutti gli operatori sono sensibilizzati in proposito. Occorre inserire una voce chiara nelle schede, la RER ci sta riflettendo.

Va sottolineato che, consapevoli dell’aumento del rischio di esplosione della violenza in gravidanza, si è deciso di investigare sempre le ipotesi di violenza per tutte le donne che accedono al consultorio.

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Temi evidenti

Rischio molto forte che la precarietà economica che stiamo vivendo mascheri la violenza. Stretta connessione tra emersione del problema e risorse dedicate, il sapere di poter contare su risorse dedicate aiuta a far emergere la violenza.

Questo è valido anche per il percorso successivo di uscita dalla violenza che in questo periodo storico è più difficile. E' fondamentale confrontarsi e condividere. E' molto complicato accompagnare la donna verso l'autonomia nella post emergenza, e spesso risulta fondamentale l'apporto del mondo del volontariato.

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Temi evidenti

Occorre distinguere chiaramente le fasi di emergenza e di non emergenza, individuare indicatori di rischio, le modalità degli allontanamenti, il come agire quando i servizi sono chiusi.

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Chi sono i professionisti che si occupano di

questa area di lavoro I professionisti del Sociale

figure professionali dei Poli di SS (operatrice di Sportello Sociale, Assistenti Sociali e Coordinatrici di Polo, Educatori;

figure professionali dell’AUSL collaborano con il Servizio in modo strutturato tramite Accordi di Programma (es Psicologi, Neuropsichiatri, Psichiatri, Pediatri..);

altre figure professionali del Comune oppure legate al Servizio tramite convenzioni vengono attivate al bisogno a seconda delle situazioni: es mediatrici familiari, esperto giuridico, educatori incontri protetti, operatori dell’Associazione Nondasola, Caritas, referenti di strutture di accoglienza.

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Arcispedale Santa Maria Nuova

Medici di Pronto Soccorso generale; Medici legali; Medici e Tecnici di laboratorio; Consulenti; Infermieri; AASS;In caso di violenza sessuale su adulto (ovvero di

età ≥ 15 anni), in Pronto Soccorso generale è previsto un Team infermieristico formato, dedicato, reperibile.

In caso di maltrattamento fisico non è previsto un team dedicato.

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Servizi Sanitari Territoriali

Salute Donna: Ginecologi, Ostetriche Medici Medicina Generale CSM: I professionisti che possono impattare il problema

sono tutti (Psichiatri, Infermieri, Educatori, Psicologi). Servizio psichiatrico di diagnosi e cura: i medici di guardia

SPDC effettuano in questi casi una consulenza su richiesta del P.S.

Medicina Legale: Medici Sert: I professionisti che possono impattare il problema

sono tutti (Medici, Educatori, Psicologi, Infermieri, AASS) SM/Sert in carcere: oltre ai percorsi psicologici per uomini

maltrattanti (pochi, perché pochi riconoscono il reato a fronte di quanti negano la violenza) è stato predisposto dagli psicologi un percorso specifico sul tema della violenza, di tipo gruppale, volontario, che parte da temi generali per favorire un percorso di consapevolezza che coinvolge anche le relazioni familiari.

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Sono previsti protocolli e procedure

Nel Comune di Reggio Emilia nel 2007 è stato sottoscritto un protocollo operativo per la promozione di strategie condivise finalizzate alla prevenzione ed al contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne. Negli anni 2008 e 2011 è stato aggiornato. Ad oggi i soggetti firmatari sono: Comune di Reggio Emilia, Prefettura,- Tribunale, - Procura della Repubblica di Reggio Emilia, Questura, Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Emilia, Azienda Sanitaria Locale, Azienda Ospedaliera Santa Maria Nuova, Ufficio Scolastico, Ordine Degli Avvocati, - Associazione Nondasola, Forum Donne Giuriste Di Reggio Emilia, Provincia di Reggio Emilia, Consigliera di Parità Provinciale.

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“Percorso Organizzativo - Assistenziale violenza sessuale nell’adulto”,

senza distinzione di genere (a cura del Dipartimento d’Emergenza-Urgenza Provinciale)

fornisce indicazioni che consentano di governare il percorso dell’utente all’interno della struttura ospedaliera, dal momento dell’accesso sino alla dimissione sia in relazione agli aspetti diagnostico-terapeutici che all’eventuale raccolta e conservazione di tutti quegli elementi che possano consentirgli, in momento successivo, una corretta capacità e possibilità di tutela giudiziaria.

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Prevede

La centralizzazione degli assistiti sulla struttura di II livello esclusivamente per i casi che non superano le 72 ore

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Alcuni dei percorsi formativi realizzati dai servizi

2007 “violenza contro le donne, a che punto siamo?” 2012 incontro auto-formazione del Tavolo Interistituzionale

“rielaborare l’esperienza” 2012 - 2013: corso di formazione nel distretto di reggio

emilia sulla violenza domestica alle donne nell’intervento delle diverse agenzie territoriali organizzato dall’Ausl con finanziamento regionale

2013 formazione interna ai Servizi sociali e sanitari sui matrimoni forzati

formazioni interna al Tavolo condotta da “Liberi dalla Violenza” sulle nuove linee guide – Az Ausl di Modena

2014 “Donne e giustizia” incontro promosso dal Tavolo Istituzionale

2014 incontro della Regione sulle nuove linee guida rivolto a tutti gli operatori

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percorsi formativi

2008 in Pronto Soccorso a Reggio Emilia si è tenuto un corso formativo interno ed un corso formativo esteso a tutti i Pronto Soccorso della Provincia.

2011 è stato revisionato il Percorso Organizzativo - Assistenziale violenza sessuale nell’adulto e divulgato ai Pronto Soccorso della Provincia.

2013 corso di formazione sulla violenza domestica alle donne nell’intervento delle diverse agenzie territoriali.

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percorsi formativi

2013 Supervisioni per gli operatori Sert e bassa soglia dedicate a casi appositamente selezionati di violenza di genere.

2010-2014 formazione regionale sul trattamento degli uomini maltrattanti

interventi formativi rivolti a ginecologi e ostetriche del Settore Salute Donna, Medici di Medicina generale,  Pediatri di famiglia e Medici di continuità assistenziale.

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Sono previste rilevazioni specifiche per questo ambito?

Ogni Ente firmatario del protocollo interistituzionale si impegna a fornire dati semestralmente; a questo proposito sono state definite due schede di rilevazione a seconda della tipologia di Servizio

Rispetto alla vittima: numero dei nuovi contatti, fascia d’età, scolarità, occupazione, cittadinanza, tipo di violenza, durata della stessa, contatti precedenti, ha fatto denuncia?, n° figli minori e maggiorenni

Rispetto all’autore della violenza: tipo di relazione con la vittima, fascia d’età, eventuali problematiche, professione, titolo di studio