Giuseppe di Nazareth: la vita, le virtù, la gloria - Stampa 4,1 - 2,3
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8/6/2019 Giuseppe di Nazareth: la vita, le virt, la gloria - Stampa 4,1 - 2,3
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Giuseppe di NazarethColui che tutto pu presso il Redentore
e presso la Sua divina Madre
(Pio XI)
Il significato del nome Giuseppe. Il nome
Giuseppe significaDio voglia aggiungere e fu pro-
nunciato per la prima volta nella Bibbia da Ra-
chele, divenuta madre dopo un lungo periodo di
sterilit (Gen. 30,23).
Il giovane Giuseppe. Per secoli
liconografia ci ha mostrato un San Giuseppeanziano, con Ma-ria, giovane fanciulla, al suo fianco, con levidente scopo di voler
salvaguardare la verginit della Madre di Dio.
Non fu per cos. Nel suo Vangelo, San Luca racconta: Langelo Gabriele fu in-
viato da Dio in una citt della Galilea, chiamata Nazareth, ad una Vergine pro-
messa ad un uomo di nome Giuseppe (1,26-27). La Madonna, dunque, era statapro-messa prima dellapparizione dellangelo, quando cio nessuno poteva ancora
im-maginare che sarebbe stata scelta da Dio come Madre di Ges. Non vi era
perci alcun motivo per cui la giovanissima Maria avrebbe dovuto condividere la
sua vita con un coniuge anziano. E perci lecito supporre che Giuseppe avesse
solo qual-che anno in pi di lei, secondo le normali usanze di ogni paese.
Giuseppe, il carpentiere. San Giuseppe era un carpentiere, operaio completonel suo settore, in grado di costruire non solo tavoli, panche, travi o porte, ma anche
secchie, pale, gioghi, madie, aratri, serrature, selle e spranghe.
Nel suo piccolo laboratorio la fatica della braccia un la Terra al Cielo: il lavoro ma-
nuale, infatti, disprezzato da alcuni e fuggito da altri, fu l nobilitato oltre ogni im-maginazione.
San Giuseppe lavor sempre bene, onestamente, mantenendo fede agli impegnias-sunti, non solo per sostentare s e la sua famiglia, ma anche come servizio alla
co-munit di Nazareth.
Egli lavor soprattutto con amore e col pensiero sempre rivolto al Signore,
offrendo a lui ogni fatica: per questo nessuna delle sue azioni andata perduta, ma
ogni gesto ha assunto un valore altissimo agli occhi di Dio, che al termine della vita
del Santo gli ha tributato una ricompensa ben pi grande del guadagno materialerealizzato in terra.
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Il Padre verginale di Ges. San Giuseppe ebbe la gloria di condividere con laPrima Persona della SS. Trinit il titolo di Padre. In quanto Padre verginale di
Ges, egli gli rest accanto nel tempo della serenit e in quello del pericolo: a
Betlemme, in Egitto, a Gerusalemme, a Nazareth.
Da lui il Salvatore impar tutto ci che occorre ad un bambino per diventare uo-mo. Egli fu per Cristo il migliore dei padri. Nessun altro avrebbe potuto fare per
Ges ci che fece Giuseppe di Nazareth, n amarlo come lo am lui, con tutta lef-fusione del cuore, sentendo di voler essere tutto per Cristo, sino allultimo respiro,
anche a costo della propria vita, riconoscendosi sempre indegno delle predilezioni
avute e promettendogli fedelt assoluta.
Nessunaltro al mondo ha potuto, n potr mai avere a s soggetto Colui che da
sempre e per sempre comanda a tutte le creature del Cielo e della terra. Quale sa-
pienza e quali virt avr dunque avuto il Santo, chiamato da Dio ad un tale compi-to! Eppure, esercitando la sua autorit su Cristo, San Giuseppe fu sempre umilissi-
mo e comand al Redentore solo in obbedienza alla divina Volont.
Lo Sposo verginale di Maria. In quanto Sposo verginale dellImmacolata,
San Giuseppe ricevette da Dio qualit specialissime, che gli permisero di parteci-
pare alleccelsa dignit della Madonna. Egli, dopo la sua Sposa, sorpass in eccel-
lenza ogni altra creatura. Con la sua verginit rese possibile che il Verbo fosse con-
cepito e nascesse verginalmente da Maria. Il loro matrimonio fu il pi riuscito delluma-nit perch il pi santo. Mentre Adamo ed Eva furono linizio della rovina del ge-
nere umano, Giuseppe e Maria furono linizio della riparazione di tale rovina; men-
tre Adamo ed Eva trasmisero la morte del peccato ai posteri, Giuseppe e Maria por-
tarono la vita della grazia ad ogni uomo: lei, concependo e dando alla luce il Sal-
vatore; lui, nutrendolo e custodendolo.Il matrimonio di Maria e di Giuseppe fu unico nella storia umana. Egli am Maria
con laffetto di tutto il suo cuore, provando per lei, in quanto Madre del Messia, una
profonda venerazione. San Giuseppe fu anche il primo devoto della Madonna:nes-suno, dopo Ges, conobbe pi di lui la grandezza dellImmacolata. Egli la
prese come suo Modello, imitando in s tutte le virt della sua Sposa. Non am
nulla e nessuno, dopo Ges, pi di lei. E altrettanto certo, che Maria, perfetta intutto, si di-stinse anche nellamore per Giuseppe, impetrando con la preghiera, doni
e grazie al Santo, che am in modo del tutto singolare, ben consapevole dessere
debitrice al suo Sposo verginale dellonore e della sua stessa vita, poich senza di
lui, nota San Girolamo, alla notizia della sua maternit, che probabilmente nessunoavrebbe cre-duto divina, ella avrebbe potuto essere lapidata.
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Il Capo della Santa Famiglia. Anche se lultimo, dopo Ges e Maria, pergrandezza, San Giuseppe fu il primo in autorit, e non per presunzione propria, ma
per volere di Dio. E certo che la Madonna vide sempre in San Giuseppe il capo-
famiglia e a lui lasci ogni decisione. Del resto, uguale comportamento fu tenuto
dallangelo del Signore, che non si rivolse alla Vergine, ma a Giuseppe affinchGes e Maria fossero posti in salvo in Egitto e ritornassero a Nazareth dopo la mor-
te di Erode. Fu ancora Giuseppe, il capofamiglia, a compiere su Ges il rito ebraicodella circoncisione, offrendo le prime gocce di sangue del Bambino al Padre nei
Cieli e imponendogli il nome. Sul Santo poggi, dunque, ogni responsabilit e ini-
ziativa. Egli conosceva i suoi doveri e li assolse pienamente, dignitosamente e con
grande amore. Visse fra Ges e Maria, ma non se ne vant. Non una parola rivel
il mistero che li avvolgeva: Giuseppe non svel mai di essere il Custode del Re-
dentore, ma volle essere considerato da tutti semplicemente il carpentiere.
Luomo del silenzio, del nascondimento e dellobbedienza. San Giuseppe
non fu tra coloro che dicono Signore, Signore!, ma in silenzio ademp perfet-
tamente la Volont di Dio. I Vangeli non riportano alcuna sua parola. San Giusep-
pe tacque, serbando nel suo cuore i grandi segreti di Dio. Egli custod i suoi tesori,
nascondendoli agli occhi degli uomini, e celandosi con loro nellombra, a Betlem-
me, in Egitto, e ancor pi a Nazareth. Silenzioso e paziente, esegu i voleri che gli
venivano comunicati di volta in volta dagli angeli, messaggeri di Dio. Ubbidquando langelo gli rivel la divina Maternit della sua Sposa; ubbid quando gli
venne ordinato dallangelo di fuggire in Egitto per evitare lira omicida di Erode;
ubbid durante la permanenza in Egitto, e ubbid ancora ai comandi del Signore
quando gli fu detto di ritornare a Nazareth. E cos per tanti anni, per tutta la vita. Il
suo fu un S senza reticenze, senza ripensamenti, senza riserve, totale, eroico. Diolo volle come unombra e Giuseppe fu davvero lombra del Padre che protesse e
di-fese i tesori del Cielo, Ges e Maria. Come per la Madonna, limpegno dellin-
tera sua esistenza fu quello di fare in tutto e per tutto la divina Volont.San Giuseppe e la Passione di Cristo. San Giuseppe mor qualche anno pri-
ma di Ges, ma con grande probabilit apprese molti particolari della Passione del
Figlio attraverso le Sacre Scritture, che certo conosceva bene - soprattutto le pro-fezie di Geremia e di Isaia - o forse dagli stessi Ges e Maria nei lunghi anni della
vita nascosta a Nazareth. Il Santo avr pertanto sofferto moltissimo nellim-
maginare i tormenti futuri di Cristo, nellipotizzare che forse non avrebbe potuto es-
sergli di aiuto in alcun modo, e ancora nel prevedere le ingratitudini e la rovina ditanti peccatori ostinati, per i quali nulla avrebbe giovato il sangue del Redentore.
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Non infine da escludere che si sia offerto di patire anche lui per assomigliare unpoco a Cristo, soprattutto negli ultimi anni di vita, quando il profondissimo dolore
al pensiero della Passione and probabilmente aumentando sempre pi e con esso
il desiderio di immolarsi accanto al Figlio.
La morte di San Giuseppe. Fu la prima morte cristiana della storia, la pibella perch avvenuta alla presenza di Ges e di Maria, nello splendore di una
santit ec- cezionale. San Giuseppe sapeva di non poter ancora entrare in Paradiso -di cui il Redentore non aveva ancora aperto le porte - e di dover attendere nel
Limbo, con i giusti dellantica Legge, il grande giorno. Sentiva lenorme sacrificio
di dover ab- bandonare le persone pi care al suo cuore, Ges e Maria, dopo averle
servite tanto sollecitamente per circa 30 anni, mentre prevedeva per esse un futuro
assai dolo- roso e per se stesso limpossibilit di correre loro in aiuto, come aveva
fatto durante lintera sua vita. Tuttavia, egli accolse la morte in perfetta obbedienzaalla Volont di Dio, affinch tutti pensassero che il Salvatore non avesse alcun
padre terreno, e che lunico suo Padre fosse quello nei Cieli.
La grandezza e la santit di San Giuseppe sono superiori a quelle di ogni
altro Santo, eccetto che di Maria SS.Non vi fu, n vi sar mai santo pi
grande di Giuseppe di Nazareth: a lui solo e a nessun altro il Padre don
Maria quale Sposa e Ges quale Figlio. Manifestiamogli allora la nostra
gioia nel saperlo tanto vicino a Dio; diciamoglielo a nome di coloro che ne
par-lano senza conoscerlo del tutto, e anche a nome di quelli che non loconoscono affatto! Proponiamoci di farlo amare a chi lo ignora ancora!
Riconosciamo di non avere finora per lui quella devozione che merita e che
Ges e Maria per primi desiderano che gli sia tributata da tutto il popolo
cristiano!
Meditiamo ogni giorno le gioie e i dolori della sua vita, imitiamo le sue innu-
merevoli virt, invochiamolo nelle necessit e comunichiamo agli altri le gra-zie ottenute da Dio per sua intercessione!
Teniamo caro il mercoled di ogni settimana, dedicato al Santo da una tra-
dizione ormai plurisecolare, e il mese che va dal 18 febbraio al 19 marzo.
E poich lOstia divina il Corpo di Cristo, che Giuseppe am, protesse e
custod per lintera sua vita, affidiamoci a lui, oltre che a Maria SS., prima, du-
rante e dopo la S. Comunione, affinch ispiri le migliori disposizioni alla nostraanima, che spesso ben pi misera della grotta di Betlemme.
... Al coro di tanti suoi devoti, aggiungi anche la tua voce affinch San