Periodico a carattere culturale A M O R Villa Nazareth i s

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LE NUOVE POVERTÀ La realtà a confronto con i valori costituzionali 70 ANNI DI VILLA NAZARETH Garantire il diritto allo studio ai giovani talenti INTEGRAZIONE EUROPEA I nuovi scenari dello sviluppo europeo Poste Italiane S.p.A. Sped. in a.p. - D.L. 353/03 conv. in L. 46/04, art. 1 comma 2 - CNS/AC - Roma - In caso di mancato recapito inviare al CMP Romanina per la restituzione al mittente previo pagamento resi - TAXE PERÇUE - TASSA RISCOSSA - ROMA Villa Nazareth Anno XXVIII | Numero 80 | Dicembre 2016 Periodico a carattere culturale

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LE NUOVE POVERTÀ

La realtà a confronto con i valori costituzionali

70 ANNI DI VILLA NAZARETHGarantire il diritto allostudio ai giovani talenti

INTEGRAZIONEEUROPEA

I nuovi scenari dello sviluppo europeo

PosteItalianeS.p.A.Sped.ina.p.-

D.L.353/03conv.inL.46/0

4,art.1

comma2-CNS/A

C-Roma-In

caso

dim

ancatorecapitoinviare

alCMPRomaninaperlarestituzionealmittente

previopagamento

resi-TAXEPERÇUE-TASSARISCOSSA-ROMA

Villa NazarethAnno XXVIII | Numero 80 | Dicembre 2016

P e r i o d i c o a c a r a t t e r e c u l t u r a l e

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Villa Nazarethperiodico a carattere culturale

Aut. n. 676/89 del 4/12/1989 - Tribunale Civile di Roma

Redazione: Via D. Tardini, 35 00167 RomaE-mail: [email protected]

Telefono: 06 895981

EDITORE: Fondazione Comunità Domenico Tardini

DIRETTORE RESPONSABILE: Giovanni AugelloCOORDINATORE DI REDAZIONE: Federica Antonacci,Antonio D’Arcangelo, Maria Collevecchio, IlariaValentiniGRAFICA: Stefano EspositoCOPERTINA: Nicola Vassalli

Villa Nazareth | Dicembre 20162

SommarioCon questo nuovo numero delperiodico culturale di Villa Nazareth continua il percorso dirinnovamento degli strumenti dicomunicazione della nostra comunità. Poco a poco, il “gior-nalino” sta diventando unostrumento nuovo per condivi-dere il percorso fatto insieme eriflettere meglio sulla propostaculturale e spirituale di Villa. Il secondo passo di questo cam-mino è il nuovo sito internet.

www.villanazareth.orgUn portale “unico” che raccogliein homepage tutte le news chearrivano dalla nostra grande famiglia, dalla Fondazione all’Associazione, passando perle attività del collegio. Studenti,laureati, associati e amici di VillaNazareth, inoltre, potranno restare in contatto attraversouna rete interna. Un vero e pro-prio “social network” integratonel nuovo sito. Una nuova sfidache speriamo possa rendere più semplice restare in contatto.

Una casa di “testimonianza” | di Monsignor Claudio Maria Celli

I valori costituzionali a confronto con le nuove povertà | di Federica Distante

Le nuove povertà sociali | di Mariangela Rosato

Le sfide dell’accoglienza | di Vittorio Ruggieri

Testimoni del “gusto della vita” | di Maria Simoniello

Sicilia terra ospite | di Carmelo Rausa e Chiara Strano

Dalle radici alle novità dell’oggi | di Margherita Elia, Daniela Morabito e Giusy Rosato

I nuovi scenari dell’integrazione europea | di Cristina Piccolo

Le “Supplici” di Eschilo | di Emanuele Scarpa

I volti nuovi della comunitàUn nuovo punto di partenza | di Giovanni Nucera

Visita a Monte Argentario | di Giovanni De Benedetti

Esperienze di crescita linguistico-culturale in europa | di Valentina Piras

Alla “ricerca” nella terra dei canguri | di Miriam Corrado

Grati di condividere | di Chiara Evangelisti

Lungimiranza contadina | di Matteo Piu

All’appuntamento con la terra che trema | di Alessandro Leopardi

Le parole di Papa Francesco e le sfide della comunità | di Massimo Moretti

Abitare la luce | di Michele Brescia

Con l’Euca nella Dublino delle Innovazioni | di Davide Sabeddu e Lorenzo Micheli

Eventi

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PRIMO PIANO

CULTURA

COMUNITÀ

FOTO: Massimo Di Mascio, Angelo Zanni, TeresaCornacchia, Giulia Manni, Emanuele Scarpa, Giuseppe Melcore

HANNO COLLABORATO: Mariangela Rosato, FedericaDistante, Vittorio Ruggieri, Maria Simoniello, Giovanni Nucera, Giovanni De Benedetti, CristinaPiccolo, Matteo Piu, Chiara Evangelisti, ValentinaPiras, Miriam Corrado, Davide Sabeddu, LorenzoMicheli, Margherita Elia, Daniela Morabito, GiusyRosato, Carmelo Rausa, Chiara Strano, ClaudiaCandiloro, Marco Di Nonno, Alessandro Leopardi,Fabio Rosati STAMPA: Postel S.p.A., Roma

Sommario

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EDITORIALE Riflessione di mons. Claudio Maria Celli

Villa Nazareth | Dicembre 2016 3

Il seminario autunnale si è inseritonella profonda riflessione che stacoinvolgendo tutta la comunità di

Villa Nazareth in quest’anno celebra-tivo del 70° della nostra fondazione.L’attenzione è stata rivolta, infatti, altema delle nuove povertà sempre piùemergenti nel paese e che marcanofortemente il nostro cammino. È unatematica che tocca da vicino la missione di Villa Nazareth, sin daquando mons. Domenico Tardini lacreò. In quel lontano 1946 la sua pensosa attenzione si rivolse ai bam-bini, in maggioranza orfani, che risen-tivano delle pesanti e drammaticheconseguenze della seconda guerramondiale. Mons. Tardini, pensando aVilla, aveva a cuore la ricerca e la curadel talento emergente in un contesto digrave disagio economico. La sua inten-zione era, lo sappiamo bene, che i ragazzi accolti “potessero venire valo-rizzati in elette vocazioni di apostolato,a gloria del Signore, a servizio della

Chiesa santa e dei fratelli ed a benedella società”. Oggi, la saggia e lungi-mirante guida del card. Achille Silvestrini, fedele alle ispirazioni diTardini, ci ha condotto a venire incon-tro a giovani studenti universitari ditalento, ma sempre provenienti da famiglie con disagio economico. Le situazioni emergenti di nuove povertàci portano a prendere in considerazionei figli degli immigrati pervenuti in varieforme nel territorio italiano o addirit-tura i profughi, che, con grandi rischi,sono qui giunti cercando miglior fortuna. È bene, però, ricordare chequesta espressione “nuove povertà”non ha solo un significato socio-eco-nomico. Nel corso dei vari interventidel seminario è emersa con grandechiarezza la problematica legata allapovertà culturale e spirituale. Villa Nazareth non può non prestare atten-zione a questa tematica che è partico-larmente connessa con la sua missione.Dovremo esaminarne insieme i vari

aspetti e vedere come Villa può rispon-dere a queste nuove esigenze, pur rimanendo fedele ai suoi fondamentalivalori ispiratori. Credo che al terminedi questo anno celebrativo, dobbiamorendere grazie al Signore per avercicoinvolto nel suo progetto di Amore pertanti giovani che desiderano mettere ingioco, con responsabilità, i talenti daLui ricevuti per la costruzione del benecomune. Un grazie grande per ciò chetutti gli appartenenti alla grande fami-glia di Villa Nazareth stanno facendonel mondo con generosa dedizione peril bene dei fratelli. Questa nostra fattivapresenta sulle varie strade del mondosarà illuminata dalle parole che il successore di Pietro, Papa Francesco, ciha rivolto lo scorso 18 giugno durantela sua indimenticabile visita a Villa. Ilnostro cuore è ancora fortementecolmo di quanto ci ha lasciato come invito ad essere sempre una casa di“testimonianza”. Cercheremo di esserlo con tutte le nostre forze!

> Mons. Claudio Maria Celli in occasione del convegno del 18-19 novembre.

Primo piano

UNA CASA DI “TESTIMONIANZA”Uno sguardo alle nuove povertà

Monsignor Claudio Maria Celli

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Villa Nazareth | Luglio 20166 Seminario delle Palme Villa Nazareth | Dicembre 2016Primo piano4

I VALORICOSTITUZIONALIA CONFRONTOCON LE NUOVE POVERTA’

“I giovani, secondo i dati statistici,sono i più poveri: una povertà legataad un deficit di speranza, cioè a unamancanza di prospettive. La povertàpiù grave consiste nel non saperecome si prospetta il proprio domani:quale forma avrà in futuro la propriavita?” - sono queste le parole intro-duttive del dott. Enzo Romeo, vatica-nista della Redazione Esteri del Tg2 emoderatore della prima sessione delconvegno “I valori costituzionali aconfronto con le nuove povertà”, chesi è tenuto venerdì 18 novembre pressola Fondazione Comunità DomenicoTardini Onlus. Di fronte alle nuove povertà viviamo inuna situazione di grande difficoltà:una fragilità generale e collettiva, chetrova terreno fertile nelle problemati-che legate all’immigrazione, all’indi-genza e ai giovani, che hannorappresentato il punto di partenzadegli interventi della serata, precisa-mente per quanto riguarda il mondodell’università, vittima di un processodi annichilimento statale e di mancatesperanze giovanili. Il primo relatore è Marco Catarci, pro-fessore associato di Pedagogia Inter-

culturale e Sociale presso l’Universitàdegli Studi Roma Tre. In una primaanalisi, ha illustrato i dati riguardantiil crollo delle immatricolazioni, calatedel 25% negli ultimi 10 anni, a cui èstrettamente collegato anche il calodei docenti: ci sono sempre meno dot-torandi e ricercatori. Un dato allar-mante sulla povertà del nostro Paeseè, però, rappresentato dalla nuovaproblematica collegata ai Neet (Not[engaged] in Education, Employmentor Training), cioè quei giovani di etàcompresa tra i 15 e i 24 anni, che vivono in sospensione. “In Italia ungiovane su cinque non si preoccupa delsuo futuro, rientrando in quella cate-goria di persone che non danno alcuncontributo alla società, che non lavo-rano e non studiano” - spiega il prof.Catarci, sulla base di dati dell’UfficioStatistico del Miur e dati di Eurostat.Dal 2007 c’è stato un continuo disin-vestimento sul sistema universitario,che giunge al -9%: bisognerebbe adeguare il finanziamento statale dell’università agli standard europei.Forse le scelte politiche sull’istruzionenon hanno lo stesso spazio della crisieconomica, ma il prof. Catarci, citando

una celebre frase di don Lorenzo Mi-lani, ricorda: “La povertà non si mi-sura a pane, a casa, a caldo. Si misurasul grado di cultura e sulla funzionesociale!”. Seconda tematica del convegno è “Ilrapporto 2016 sulla povertà e l’esclu-sione sociale”, presentata da Francesco Marsico, responsabile areanazionale di Caritas Italiana. Oggi190.000 persone chiedono aiuto nei1650 centri di ascolto Caritas, dislocatiin tutta Italia: molti stranieri, tantiitaliani di età compresa tra i 18 e i 34anni, travolti da una povertà econo-mica, di occupazione, di salute. “Nelle famiglie italiane si è instauratauna condizione di precaria normalità,dove i giovani sono chiamati a mettereda parte i propri sogni, per vivere carriere di disagio sociale, acconten-tandosi di lavoretti” - parole amare,quelle di Marsico, che, unite alla problematica dei Neet, inquadrano igiovani in uno status di passività, didisorientamento, una recriminazioneche genera un individualismo negativomitigato dalla sopravvivenza. Propriosu questo fronte dovrebbe intervenirelo Stato, garantendo un reddito fami-

CONVEGNO 18-19 NOVEMBRE Le nuove povertà

di Federica Distante

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CONVEGNO 18-19 NOVEMBRE Le nuove povertà

Villa Nazareth | Luglio 2016 7Villa Nazareth | Dicembre 2016 Primo piano 5

-liare e accompagnando la formazionee il lavoro, per giungere ad un’inclu-sione sociale che appare possibile solose diventiamo una forza attiva nel nostro territorio.

Ma che cosa fa il Governo di fronte atutta questa povertà?Le risposte a questa complessa domanda si possono ricercare nell’ultimo intervento di Raffaele Tangorra, direttore generale per l’Inclusione e le Politiche sociali pressoil Ministero del Lavoro e delle Politichesociali, che ha ampiamente illustratole nuove misure contro l’indigenza nazionale. “La legge di bilancio presentata dalgoverno ha l’obiettivo di aiutare le famiglie con un Isee inferiore ai 3000euro, che abbiano almeno un componente minorenne” - spiega Tangorra: una nuova legge che intro-durrebbe il “Reddito di Inclusione Sociale”, grazie all’aumento del FondoNazionale per la Lotta alla Povertà el’Esclusione Sociale. Oggi troviamo unprimo aiuto per queste famiglie, il SIA(sostegno per l’inclusione attiva), unasocial card che, oltre ad essere un supporto economico, rappresenta unpercorso di accompagnamento versol’autonomia e l’inclusione sociale. Le nuove povertà sono dei bisognicomplessi, di cui il Comune, ente piùprossimo al cittadino, deve farsi carico.Un progetto ambizioso con un obiet-tivo comune sinonimo di un Paese checresce e sa mettersi in moto, che saaiutare e sa accogliere.

L’Italia non ha mai avuto un pianonazionale di contrasto alla povertà. Iprimi tentativi volti ad introdurre misure su scala nazionale risalgono al’98 con la sperimentazione del mini-stro per la Solidarietà sociale, LiviaTurco. L’obiettivo era quello di realiz-zare in 39 comuni italiani un redditominimo d’inserimento coinvolgendocirca 26 mila famiglie. Il turnover elet-torale, però, spazzò via l’impiantodella misura e per un lungo periodo iltema non rientrò nelle priorità dei governi. Ci sono voluti una decinad’anni prima di arrivare ad una nuovaproposta. Stavolta supportata dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti e dal suo corrispettivo alWelfare, Maurizio Sacconi, che formularono quella che ancora oggi èchiamata la “social card”. Col tempo,e con qualche modifica, lo strumentoè maturato arrivando fino ad oggi ediventando Carta acquisti ordinaria,un sostegno di 40 euro al mese ero-gati attraverso una card del tutto simile ad un bancomat da utilizzareper acquistare beni di prima necessità.All’erogazione monetaria, però, non èstato mai affiancato un percorso difuoriuscita dalla condizione di povertà. Ulteriore limite della Carta,quello di non essere universale. Laplatea di riferimento ancora oggi è individuata nelle famiglie con minoriche abbiano meno di 3 anni e gli over65. Nel frattempo, in alcune regioni, si è provato a sperimentare

misure simili. Tentativi che spinseroil governo centrale a rimodularel’unico strumento esistente. Col governo Monti, alla card ordinariavenne affiancata una Carta acquistisperimentale: un progetto che ha interessato 12 città con più di 250 milaabitanti e ha esteso la platea dei beneficiari, anche se i requisiti di accesso un po’ troppo rigidi hannoreso più difficile l’accesso alla misura.Da un’attenta valutazione degli erroricommessi è nato il SIA, il Sostegno al-l’Inclusione Attiva. Oltre a un’eroga-zione monetaria più consistente, siarriva anche ai 400 euro al mese, perla prima volta vengono introdottipercorsi di attivazione e reinseri-mento sociale e lavorativo. La verasvolta, però, è arrivata col governoRenzi. Mai prima d’ora un esecutivoaveva stanziato tanto in termini di risorse e per la prima volta si parlaanche di un piano nazionale su cui ilgoverno sta ancora lavorando. Il pianoprevede l’introduzione di un Redditodi inclusione che vada a sostituirel’attuale Sia. Presto per parlare diuniversalità: per raggiungere tutte lepersone in povertà assoluta in Italia,secondo le organizzazioni che in Italiasi occupano del problema, servonocirca 7 miliardi. Nel 2017, però, a disposizione ci sarà poco più di unmiliardo e anche se sulle risorse siprevede una crescita nel tempo, adoggi l’obiettivo di raggiungere tutti ipoveri sembra ancora lontano.

IL SOSTEGNO ALLA POVERTÀ IN ITALIA

> Raffaele Tangorra, Francesco Marsico, Enzo Romeo, Marco Catarci

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Villa Nazareth | Dicembre 20166 Primo piano

CONVEGNO 18-19 NOVEMBRE La dimensione sociale della povertà

“La costituzione non è una macchinache una volta messa in moto va avantida sé. La costituzione è un pezzo dicarta, la lascio cadere e non si muove:perché si muova bisogna ogni giornometterci dentro il combustibile ... È untestamento di centomila morti che noidobbiamo rendere vivo”. Con la cita-zione dello storico discorso tenuto daCalamandrei agli studenti milanesi,Paolo Ruffini, direttore di TV2000, haaperto la seconda conferenza del semi-nario autunnale. Con l’aiuto di espertidel settore, Rita Cutini, presidentedell’Uciss – MD, Maurizio Franzini, docente di politica economica pressol’Università La Sapienza di Roma, eMaria Teresa Spinelli, esponente del-l’area ricerca e documentazione Fondazione Migrantes, l’incontro haindagato le nuove dimensioni della povertà umana con un’attenzione particolare alle difficoltà che si riscon-trano nella mobilità sociale e nell’acco-glienza. “La società contemporaneaglobalizzata - dice Contini - se da unaparte ha saputo concretizzare l’arche-tipo dell’uomo cosmopolita, dall’altraha aperto la strada a nuove forme di povertà non solamente economica”. La povertà relazionale insieme a quellaculturale infatti, sono i due tarli di uncontesto sociale in cui la mediocrità,macchiata da un becero populismo enazionalismo, la fa da padrona. La crisieconomica iniziata dal 2008, ha deter-minato sia l’acuirsi nel contesto italiano ed europeo del gap ricchi e poveri, sia il diffondersi di condizioni di“nuove povertà”. L’uomo, nato per essere un animale sociale che non puòprescindere dalla necessità di intrec-ciare relazioni per la propria realizza-zione personale, è catapultato inmacrocontesti residenziali che minanola possibilità di coesione sociale. Lacittà moderna perde quella prerogativache un tempo la distingueva facendoinvece del degrado ambientale e rela-zionale la sua nuova linfa. I dati Istat

sulla qualità della vita non fanno altroche confermare un quadro avvilente inbase al quale molti dichiarano di nonpoter contare sull’aiuto di nessuno incaso di estrema necessità. La solitu-dine è una carriera che inizia moltopresto ed è frutto dei modelli culturalidi stampo individualista che le nostrecittà non fanno altro che acuire, con laloro non omogenea composizione edella crisi del sistema famigliare nonpiù radicato su solide basi che permet-tano la costruzione di stabili figure diriferimento. Una difficoltà affettiva chenon riguarda soltanto gli anziani mainteressa soprattutto il giovane che sirinchiude in se stesso estraniandosidalla famiglia e dagli amici, l’adultoche non riuscendo a ritrovare un lavorosi crogiola nella sua umiliazione e desiste, l’immigrato che non si inseri-sce. La rapida espansione urbana inol-tre, ha portato alla costruzione diperiferie, seppur non tutte vittime deldegrado, caratterizzate da un profiloanonimo e spersonalizzato. Un ambiente in cui carenze urbanistico-funzionali e disfunzioni socio-econo-miche camminano all’unisono e si

fondono con un altro fenomeno più recente che ha sconvolto e minatol’identità sociale: la gentrification ov-vero l’esodo delle classi popolari dallezone di più antica urbanizzazione versoi grigi quartieri di periferia. Una migra-zione che, sebbene acquisisca i conno-tati di motore per la crescita, cicostringe a radicali cambiamenti com-portamentali tesi a rendere i nostri stilidi vita sempre più frenetici con la conseguenza di una riduzione deltempo da dedicare ai rapporti relazio-nali. A ciò va aggiunta la mancanza,all’interno del contesto urbano, dispazi comuni che siano capaci di farfruttare quella che Kant chiamava “insocievole socievolezza”. La rapidaespansione urbanistica infatti, oltre aprodurre periferie invisibili, ha drasti-camente alterato l’equilibrio tra spazipubblici e privati e dato un freno allamobilità sociale. Il quadro delineato èquello di una società altamente conta-minata e vulnerabile per la cui rinascitanecessario sarà il ripensamento dei valori costituzionali tanto osannati dalgiurista e il livellamento dell’attualeindividualismo patologico.

LE NUOVE POVERTÀ SOCIALIUna società altamente vulnerabile

> di Mariangela Rosato

> Mons. Claudio Maria Celli, Rita Cutini, Maurizio Franzini

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CONVEGNO 18-19 NOVEMBRE Migranti: tra nuove rotte e integrazione

Villa Nazareth | Dicembre 2016 7Primo piano

Di che natura sono le motivazioni allabase del fenomeno migratorio nell'areadel Mediterraneo e come è cambiatonegli ultimi anni? Chi sono i migrantiche arrivano sulle nostre coste o chegiungono sul territorio europeo viaterra?Secondo il terzo Rapporto sulla prote-zione internazionale in Italia 2016,promosso da Anci-Sprar-Cittalia, Ca-ritas Italiana, Fondazione Migrantes, incollaborazione con Unhcr, le personeche arrivano in Europa fuggonodal loro paese d'origine a causadi situazioni di conflitto/crisi, diattacchi terroristici, di scarso ocompleto accesso al cibo e al-l'acqua, di catastrofi ambientalie del crescente fenomeno delland grabbing ovvero l'accapar-ramento di terreni agricoli inPaesi in via di sviluppo, a dannodelle popolazioni autoctone. Imigranti in fuga, in particolareattraverso la rotta del Mediter-raneo orientale o la rotta balca-nica, provengono dalMedioriente e sono di naziona-lità siriana, afghana, irachena epakistana; mentre quelli in fuga dalNord Africa, attraverso la rotta del Me-diterraneo centrale, sono prevalente-mente nigeriani, somali ed eritrei.

In che condizioni arrivano nel nostropaese? Quali sono le difficoltà che devono affrontare lungo il viaggio, masoprattutto una volta arrivati in Italia?I migranti forzati presentano traumilegati alla partenza, alle torture subite(violenze e percosse), alla vista di mortitra i propri cari, sia nel paese d'origineche durante il viaggio. Coloro che percorrono la rotta del Mediterraneocentrale e viaggiano spesso su gom-moni, riportano bruciature da benzina mescolata ad acqua di mare che possono degenerare pericolosamente.Una volta arrivati in Italia, le primepersone che i migranti incontrano sono

spesso membri delle forze dell'ordine,in divisa e con la mascherina e non mediatori linguistico-culturali che conoscano la loro lingua madre (o illoro dialetto) o la provenienza geogra-fica. Vengono sottoposti a procedure discreening sanitario e di fotosegnala-mento che non riescono a capire in totoe, se classificati come "migranti economici", possono ottenere un fogliodi via senza comprenderne la ragione.Tra le altre difficoltà si annoverano

quelle legate alla presentazione della domanda d'asilo, la separazione deinuclei familiari o la difficoltà di ricon-giungimento qualora i membri dellafamiglia arrivino in posti diversi, la difficoltà di accesso ed inserimento apercorsi d'accoglienza qualora si siaarrivati via terra e non via mare.

Un tema decisivo in questi anni è quellodell'accoglienza. Alla luce dei recentiepisodi che non hanno facilitato il pro-cesso di integrazione, come bisognainterpretare l'invito alla "prudenza" diPapa Francesco?Le recenti manifestazioni di intolle-ranza ci fanno capire che c'è ancoramolto da lavorare per promuovere unacultura dell'incontro – come cita loslogan dell'ultimo Rapporto Immigra-zione di Caritas e Migrantes 2015 – che

permetta, cioè, di incontrarsi per cono-scersi ed affrontare e sconfiggere insieme la paura dell'altro, del diverso,dello straniero ovvero di chi ci è estra-neo. Laddove l'immigrato, il rifugiato,lo straniero diventa l'amico, con unvolto, un nome, una storia, diviene piùsemplice costruire una società delleculture. L'invito alla "prudenza" diPapa Francesco si traduce, per l'appunto, nella capacità di discerni-mento e non in paura paralizzante cheimpedisce di "integrare, dialogare egenerare" in modo solidale, dinamico epropositivo.

Nel contesto odierno, in cui èmanifesta l'inefficacia dellescelte adottate da singoli Statinazionali, quali soluzioni valideper far fronte al fenomeno puòelaborare l'Unione europea?Nel terzo Rapporto sulla prote-zione internazionale in Italia2016, di Anci-Sprar-Cittalia,Caritas Italiana, Fondazione Mi-grantes, in collaborazione conUnhcr, si raccomanda all'UnioneEuropea un approccio orientatoalla tutela dei diritti umani che,a partire dal rispetto della libertàdi movimento di ciascuno, sitraduca nel sostegno e nel raf-

forzamento di operazioni di search &rescue, nell'ampliamento di canaliumanitari di ingresso, nella redistribu-zione dei richiedenti asilo attraversoquote in grado di rispondere all'effet-tivo bisogno, nella revisione del Rego-lamento di Dublino (in particolarerispetto all'eliminazione del riferi-mento al 'Paese di primo ingresso'),nell'adozione di linee guida comuni perla gestione e l'ingresso dei richiedentiasilo così come nella sperimentazionedi procedure comuni per l'identifica-zione dei migranti, nell'attivazione(presso tutti i valichi di frontiera) diservizi di assistenza ed orientamento,dopo aver adeguatamente formato edaggiornato il personale impegnato, nelmonitoraggio degli accordi bilateralitra Stati membri UE e Paesi di originedei richiedenti asilo.

LE SFIDE DELL’ ACCOGLIENZAIntervista a Maria Teresa Spinelli di “Fondazione Migrantes”

> di Vittorio Ruggieri

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Villa Nazareth | Dicembre 20168 Primo piano

CONVEGNO 18-19 NOVEMBRE L’intervento di Andrea Monda

“Questo è stato per me la scuola: losguardo muto di mio padre, estasiatodavanti alla cupola del Brunelleschi. Inquesto è il gusto della vita, nell'averegli occhi pieni di emozione”. Ecco unodei passaggi più intimi e rappresenta-tivi della testimonianza che AndreaMonda - insegnante, scrittore e saggi-sta - ci ha donato in seno alla rifles-sione sui valori costituzionali ed ildiritto allo studio, temi al centro delconvegno di novembre. La discussionesi è concentrata proprio su quel mondo,la scuola, che il prof. Monda conoscemolto bene, nel quale si batte ognigiorno contro la perdita del “gustodella vita” che affligge sempre più giovani; quel gusto che gli permette diascoltare i suoi ragazzi, di donare loroil suo tempo, “il bene più prezioso cheogni uomo ha”. Come conciliare le difficoltà della società odierna e un sistema sociale, quello italiano, ancora

incapace di garantire a tutti il godi-mento dei diritti costituzionali, in par-ticolare quello fondamentale di accessoalla conoscenza? La risposta di Mondasi chiama bellezza: insegnare ai ragazzia riscoprire il bello, in una scuola che

non sia anaffettiva, ma che consenta aciascuno di ritrovare dei punti di riferimento forti, un sostegno nel sop-portare il peso delle proprie difficoltà.“Il problema non è nella scuola” continua “ma nei rapporti difficili conle famiglie, che delegano a noi il compito di dire dei no dei quali essenon sono capaci, salvo poi rifiutare lapropria delegittimazione. Il problema ènegli occhi vuoti degli studenti, chesembrano non essere toccati dalle nostre parole”. Nel parlare della suavita, Monda si è molto soffermato sullapropria esperienza di studente in uncontesto storico e sociale profonda-mente diverso da quello nel quale operaoggi; proprio questo essere testimonedi due tempi però gli permette di cogliere le ragioni della rottura tra giovani e istituzioni scolastiche, allaquale opporsi diffondendo il valore deisentimenti e della cultura.

TESTIMONI DEL “GUSTO DELLA VITA”

> di Maria Simoniello

> Andrea Monda

STORIE DI VITA

Il laboratorio degli studenti, organizzatoda Claudia Candiloro e Francesco Sca-vone, ha affrontato il tema del convegnoda un punto di vista diverso, concentran-dosi su un problema parallelo a quellodelle nuove povertà: il diritto allo studionegato. Teresa Cornacchia, Antonio DeCapite, Fabiana La Rocca e Giuseppe Melcore hanno sviluppato tale aspetto,

partendo dalle storie – inventate ma realistiche – di due giovani universitarinon abbienti, i cui sogni scontrano drammaticamente con l’impossibilitàeconomica accompagnata dall’indiffe-renza delle istituzioni. Ognuno dei racconti è stato declinato in due differentiprospettive: da una parte, i desideri e iprogetti del giovane studente, dall’altra,

la sua consapevolezza di una mancanza dirisorse economiche per il proseguimentodel percorso accademico. Un punto divista forte, quello espresso dai ragazziche, sapendo dare il giusto peso ad ogniparola, hanno dato rilievo al ruolo chiaveche il diritto allo studio assume nel nostrocontesto sociale.

> di Claudia Candiloro

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SICILIA TERRA OSPITALELa cultura dell’accoglienza nel contesto delle migrazioni

GRUPPI REGIONALI Incontro locale del Gruppo Sicilia

Villa Nazareth | Dicembre 2016 9Cultura

Il secondo incontro del Gruppo Siciliadopo la riattivazione delle attività localisi è svolto lo scorso 4 settembre adAgrigento presso i locali dell’oratoriodiocesano di San Gerlando. Una nutritapartecipazione quest’anno, più di unaquarantina di persone fra studenti (residenti e non), le famiglie e alcuniamici invitati per l’occasione. Nel corsodella mattinata, grazie all’intervento didon Vito Impellizzeri (docente presso laFacoltà Teologica di Sicilia, Palermo) ealla testimonianza di Valerio Landri(direttore della Caritas diocesana diAgrigento) è stato affrontato il temadella cultura dell’accoglienza in Sicilia,alla luce dell’attuale contesto storico edella necessità dell’integrazione deipopoli che migrano nelle nostre terre.Gli incontri locali di quest’anno sonoincentrati sul macrotema delle “Nuovepovertà”, alle quali Villa Nazarethguarda con particolare attenzione. AdAgrigento, città vicina a Lampedusa edestinazione ultima di tanti disperatiche attraversano il canale di Sicilia, abbiamo ritenuto utile, per la com-prensione dei fenomeni del tempo presente, soffermarci sulla vocazioneall’ospitalità che caratterizza, per storia e posizione geografica, il territo-rio siciliano. Don Vito Impellizzeri, impegnato da anni sul fronte dell’inte-grazione e del dialogo interreligioso, ciha consegnato una riflessione di teolo-gia meridiana nella quale ha fattoemergere anzitutto gli aspetti teologicipropri dell’accoglienza e tipici del magistero di papa Francesco: la mise-ricordia inclusiva e la prossimità almargine della vita umana. Ha inoltremesso a nudo alcuni stereotipi del pen-siero comune, che vedono nell’immi-grato l’immagine del terrorista, delmusulmano fondamentalista o delladro; al contrario i migranti sono anzitutto disperati che rischiano la vitapur di approdare ad una terra che possadare loro una nuova occasione e unasperanza di futuro. Mostrando i punti

di forza ma anche i limiti e le ambiguitàdella cultura siciliana, don Vito, fortedella sua esperienza concreta sulcampo, ha stimolato la riflessione sullostraniero mettendo in luce la speranza,la dignità e la corresponsabilità chepossono conseguire da una esperienzamatura di integrazione culturale e dialogo interreligioso. In definitiva, donVito ha proposto una conversione deicuori per una cultura meridiana del-l’accoglienza che sappia imboccare lavia dei semplici e dei poveri, dei corag-giosi e dei giusti. La testimonianza diValerio Landri si è invece orientatasull’esperienza di integrazione svoltanell’ambito del servizio Caritas delladiocesi: grazie al suo intervento siamostati in grado di entrare nella realtà diLampedusa e di coglierne gli aspettinegativi insieme ai punti di forza. Èfondamentale allora costruire una cultura dell’incontro che faccia seguirealla prima accoglienza dei migranti unpercorso di integrazione sociale e dimaturazione personale. La mattinata èpoi proseguita con la celebrazione dellaSanta Messa presieduta da mons. Cellipresso la chiesa di Santa Maria deiGreci, particolare esempio di integra-zione fra architettura greca e chiesacristiana. Il pranzo è stato preparatodagli stessi partecipanti: in un clima di

amicizia e fratellanza, ciascuno ha of-ferto le proprie pietanze mettendo incondivisione una parte importantedella propria creatività e dedizione. Ilprimo pomeriggio è stato dedicato allacelebrazione del 70° anniversario difondazione della Comunità e al com-mento delle parole consegnateci dapapa Francesco in occasione della sua visita a Villa Nazareth. Dopo una presentazione introduttiva dei membri della terna dicoordinamento del gruppo Sicilia(Chiara Strano, Angelo Tumminelli,Carmelo Rausa), sono stati presentati ivideo realizzati in occasione della visitadel Santo Padre dello scorso 18 giugno.Quindi, mons. Celli ha condiviso una riflessione sulla missione comunitariadella nostra realtà ripercorrendo ilmandato della testimonianza e dellacultura dell’incontro affidatoci da papaFrancesco per il nostro anniversario.La giornata si è quindi conclusa con lavisita guidata della cattedrale di Agrigento e con una passeggiata per levie della Valle dei Templi che, all’oradel tramonto, ha saputo offrirci i colorie gli odori più belli della nostra storia edella nostra identità siciliana, sullosfondo di quel mare che assorbe ognigiorno le vite dei disperati che non riescono a superare la traversata.

> Foto del Gruppo

> di Carmelo Rausa e Chiara Strano

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Villa Nazareth | Dicembre 201610 Cultura

Domenica 18 settembre il GruppoNord-Ovest si è incontrato a Mantova,ospite di Sara e Andrea Piccinelli con leloro rispettive famiglie. Una giornatatrascorsa all’insegna dello spirito comunitario, della fraterna condivi-sione e della sintonia di intenti tra associati, amici noti e nuovi. Da Romaci ha raggiunti mons.Celli, la cui partecipa-zione “paterna” impre-ziosisce e arricchiscesempre i nostri incontri.Il tema discusso è statoquello delle nuove po-vertà: relatori due mem-bri dell’Associazione –Giusy Rosato e DanielaMorabito – e due nuoviamici – Gisella Freri eAndrea Guarneri – che sisono avvicinati alla nostra realtà con grandedesiderio di conoscerla,scoprirla, esperirla dipersona, dopo i tanti racconti ascoltatie i vissuti riportati indirettamente. L’incontro ha preso le mosse dall’ana-lisi del dipinto di Van Gogh “I mangia-tori di patate” (1885). Si tratta del dipinto più importante del periodoolandese di Van Gogh, prima del suo trasferimento a Parigi. I soggetti contadini erano molto diffusinella pittura ottocentesca sia in Olandasia in Francia, ma pittori come Milletne davano un’interpretazione roman-tica. Van Gogh invece rinuncia completamente all’idillio, creandoun’immagine di grande crudezza e realismo. In una misera capanna, dallospazio angusto e spoglio, siedono cinque persone di età diverse: la fami-glia contadina riunita nel momento delpasto serale. La luce instabile di unalampada mette in risalto i volti spigo-losi e le mani nodose, mostrando isegni delle fatiche quotidiane. Le figureappaiono isolate, i loro sguardi non siincrociano e la ragazzina in ombra che

rivolge la schiena allo spettatore è unfattore di distanziamento che ci escludedalla scena. Van Gogh non sottopone isuoi personaggi ad alcuna idealizza-zione, ne esalta anzi la rozzezzausando colori scuri. In una lettera alfratello spiega di aver voluto sottoli-neare come “questa gente ha zappato

la terra con le stesse mani che ora protende nel piatto”. Van Gogh ambivaa realizzare un “quadro di storia”.E, infatti, questo dipinto fotografa concrudo realismo tante situazioni di indi-genza, di povertà, in cui versano moltefamiglie oggi. Tante case, tante fami-glie, tante realtà in cui regnano preca-rietà, instabilità (come la luce fiocadella lampada al centro della miseracapanna), incertezze, disarmonia, incomunicabilità (le figure sono iso-late), solitudine, disgregazione dei rap-porti, cupezza. Questi temi sono statiaffrontati e su di essi si è riflettuto conl’ausilio di testi, video, immagini, gra-fici. Le nuove povertà presentano diverse sfaccettature. Negli interventiche si sono succeduti è stata indagata echiarita la polisemia di questo termine,attraverso le varie sfumature che assume nei diversi contesti:

• sul piano economico propriamentedetto (grazie alla riflessione proposta

da Gisella Freri, laureata in Economia eCommercio, conoscitrice del mondodelle Aziende);

• sul piano sociale (grazie agli appro-fondimenti di Daniela Morabito, medico geriatra, con i riflessi dellenuove povertà nel mondo della sanità,

e Andrea Guarneri, avvo-cato e legale rappresen-tante dell’Ass.ne “Papàseparati” di Cremona);

• portando avanti i nostriideali, quegli ideali posti afondamento del nostroStatuto e che sostanziano ilnostro essere fratelli in unaComunità che si configuracome Famiglia, in primoluogo il “servizio” aglialtri, nei diversi ambiti incui siamo inseriti, nelle di-verse realtà in cui operiamo

(nelle nostre famiglie, nelle nostre professioni, nelle realtà sociali in cui ciadoperiamo, nelle relazioni);

• facendoci promotori di una culturadell’accoglienza, della solidarietà,dell’unione in un confronto dialogicocostruttivo;

• facendoci promotori di una “giustiziabenevolente”.

Praticare il dono è una delle pietre miliari del progetto educativo-forma-tivo di Villa Nazareth. La parabola deitalenti è una delle icone che ci rappre-senta. E quei doni, quei talenti che abbiamo ricevuto dapprima come studenti, e che continuiamo a ricevereora come Associati, speriamo di farlifruttificare sempre di più e trasmetterliin qualche modo con il nostro Essere eil nostro Fare, in un “circolo virtuoso”di Bellezza gratuita.

GRUPPI REGIONALI Incontro locale del Gruppo Nord - Ovest

DALLE NOSTRE RADICI ALLE NOVITÀ DELL’OGGI

> di Margherita Elia, Daniela Morabito, Giusy Rosato

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SUMMER SCHOOL DOBBIACO Le nuove sfide dell’Europa

Villa Nazareth | Dicembre 2016 11Cultura

Cosa si intende oggi con l’espressione“integrazione europea”? Quanto si è effettivamente realizzato il “sogno europeo” nato nel 1957? Quanto la recente questione Brexit potrà incideresui futuri sviluppi dell’Unione Europea?Questi sono alcuni degli interrogativi acui si è cercato di rispondere durante laSummer School tenutasi dal 26 luglio al1 agosto a Dobbiaco dal Collegio Universitario Villa Nazareth.Tra le figure di eccellenza intervenute,spicca tra gli altri il prof. Jens Woelk, ricercatore Eurac (European Academyof Bozen/Bolzano) e docente di dirittocostituzionale comparato presso l’Uni-versità di Trento, che ha condottoun’attenta analisi del processo di inte-grazione europea che ha portato allacreazione dell’Ue, passando da meraunione nata per scopi economici aunione di stati che insieme si propon-gono di essere tra le maggiori potenzemondiali. Il prof. Woelk ha analizzatotra l’altro il funzionamento delle istitu-zioni europee soffermandosi su uno deipunti più spinosi e dibattuti: il cosid-detto “deficit democratico”, ossia laquestione degli scarsi poteri attribuitiall’istituzione che più direttamente èespressione del corpo elettorale - ilParlamento europeo - con un maggiorepeso attribuito alle altre istituzioni i cuimembri sono nominati dagli Stati - laCommissione e il Consiglio dell’Ue. Inappendice a questo intervento, è statofondamentale l’apporto dell’on. Alfreider, intervenuto nella serata del28 luglio in veste di vicepresidenteSṻdtiroler Volkspartei, il quale ha trat-tato della situazione delle minoranze edella loro tutela nell’ambito europeosulla base di un modello di convivenzainterculturale che raggruppa tutte leminoranze dell’Europa, tra cui la minoranza ladina da questi rappresen-tata in Parlamento. La questione Brexitè stata trattata il 30 luglio alla presenzadi due illustri relatori: Marialuisa Sergio (docente di storia contempora-

nea a Roma Tre) e Marco Brunazzo (do-cente di Scienza politica all’Universitàdi Trento). Entrambi hanno cercato diricostruire le origini dell’attuale sentimento anti-europeista che oggisembra essere dilagante e che potrebbeessere considerato una delle cause cheha condotto alla scelta della Gran Bretagna di abbandonare l’Unione Europea. Marialuisa Sergio, ispirandosiin particolare alla visione di uno deipadri fondatori dell’Ue, Alcide De Gasperi, ha parlato di un’Unione Europea quale “vuota astrazione giuri-dica”, in corrispondenza della quale igovernanti nel tempo non sono riuscitiancora a costruire una corrispondente“mentalità e cultura europea”. Marco Brunazzo, inserendosi nel solcodi questo discorso, ha sottolineato lamancanza di un senso di appartenenzacomune all’Unione europea e di una comune identità affermando che il pro-cesso di “integrazione europea” nonpotrà dirsi del tutto concluso almeno“fino a quando un cittadino europeonon sarà disposto a veder morire unproprio soldato in una missione europea”. Parlare di Europa significaparlare anche di diritti fondamentali edi come questi vengano tutelati difronte alle nuove sfide internazionali, diquesto approfondimento si sono occu-pati, in chiusura della Summer School,

Giovanni Cordini, docente di Dirittopubblico comparato presso l’Universitàdi Pavia, e Raffaele Torino, docente diDiritto privato comparato a Roma Tre.Entrambi sono partiti dall’analisi dellequattro libertà fondamentali che stannoancora oggi alla base dell’Ue: libertà dicircolazione delle merci, dei lavoratori,dei servizi e dei capitali. Si tratta di diritti fondamentali che solo nel temposi sono potuti affermare e che sono entrati nel comune vissuto quotidiano(si pensi a quanto sia facile oggi viag-giare tra gli stati Ue senza passaportograzie alla creazione dello spazioSchengen) ma che alla luce di eventicontemporanei quali terrorismo e flussimigratori consistenti sono continua-mente minacciati. La conclusione allaquale si è giunti al termine della Summer School è quella di un’Europamolto lontana dal disegno dei suoi padri fondatori che sicuramente nel 1957 nonavrebbero potuto immaginare le sfide difronte alle quali si sarebbe trovata e altempo stesso l’emergere di un senti-mento sempre più anti-europeista (vedicaso Brexit) che non fa altro che mettere quotidianamente in discus-sione un assetto ultrasessantenne, unoscetticismo contrastabile solo con l’incremento di un modo di pensare e divedere “europeo” che trascenda i singoli interessi nazionali.

> Prof. Marco Brunazzo e Prof.ssa Marialuisa Sergio

I NUOVI SCENARI DELL’INTEGRAZIONE EUROPEA

> di Cristina Piccolo

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LE “SUPPLICI” DI ESCHILOUn esempio dal passato

Villa Nazareth | Dicembre 201612 Cultura

SUMMER SCHOOL DOBBIACO Laboratorio degli studenti

> di Emanuele Scarpa

“Non dimenticate l'ospitalità: alcuni,praticandola, hanno accolto degli angeli senza saperlo”. (Lettera agliEbrei, 13:2). Il tema dell'ospitalità èsempre stato caro agli antichi. Era unmodo per mostrare solidarietà verso ilprossimo, perché si aveva la consape-volezza che tutti gli uomini fosseropellegrini. Il laboratorio teatrale, tenutosi quest'anno durante la Sum-mer School di Dobbiaco, ha volutoprendere spunto proprio dal famosodramma di Eschilo per aprire un dibattito quanto mai attuale. Oggi chele nostre coste sono lambite giorno enotte da migliaia di persone che scap-pano da guerra, fame e distruzione incerca di accoglienza e di un'altra possibilità, in quale misura stiamomettendo in pratica quello che per inostri antenati era sacro? Il popolo di Argo, su richiesta delleSupplici, si fece trovare pronto anche

ad affrontare l'Egitto in una guerra,pur di proteggere le ragazze che chie-devano asilo. Questo atto sottolinea lagrande considerazione che si avevadell'ospite/migrante, visto non comeun peso, ma in quanto essere umanoin cerca di aiuto. Dando uno sguardo alpassato, dal quale si possono trarreimportanti insegnamenti, capiamo chein ogni cultura, sia orientale che occidentale, il migrante era in qualchemodo tutelato. Gli antichi avevano capito una cosa che oggi sembra sfug-girci: nessuno si muove da casa sua ameno che non sia costretto a farlo.Sempre più spesso si parla delle conseguenze economiche dell'acco-glienza, ci si pone il problema dell'in-tegrazione e del lavoro, dimenticandola realtà da cui queste persone vogliono innanzitutto salvarsi. Le cifredei decessi avvenuti nel tratto della“speranza”, che separa le coste

dell’Africa settentrionale da Lampe-dusa, ci dicono quanto l’intera comunità europea non stia facendo abbastanza. La messinscena del passotratto dall'opera di Eschilo è servita daspunto per una discussione ben piùampia, che ha abbracciato diversi ambiti, tra cui quello religioso. DonDiego Zanda, uno dei nostri sacerdoti,ha, infatti, sottolineato come si stia facendo largo uno degli aspetti collaterali più pericolosi della migra-zione: il razzismo religioso. In seguitoagli attacchi terroristici è sempre piùdiffuso una forma di razzismo guidatodal pregiudizio, che associa la fedeislamica al terrorismo. Abbandonarequesta sterile stereotipizzazione è imperativo, rimanendo consapevolidella totale necessità di perseverare inquel cammino intrapreso da Eschilo,in quanto uno dei “padri fondatori”della nostra civiltà.

> Rappresentazione teatrale

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NUOVI AMMESSI Una comunità che cresce

Villa Nazareth | Dicembre 2016 13Comunità

Studenti residenti

I VOLTI NUOVI DELLA COMUNITÀ

Barracu MassimilianoBonarcado (OR) - Ingegneria Medicapresso Tor Vergata.

D’Amato DarioSabaudia (LT) - 3° Anno di Ingegneria Energetica presso La Sapienza.

Esposito StefanoOrtona (CH) - Informatica presso La Sapienza.

Marcello MarcelloCapoterra (CA) - Giurisprudenza pressoPontificia Università Lateranense.

Nucera GiovanniVibo Valentia (VV) - Giurisprudenza pressoLUMSA.

Studentesse residenti

Antonucci ClaudiaLatiano (BR) - Ingegneria Informaticapresso La Sapienza.

Bragaglia ErikaCeccano (FR) - Laurea Magistrale in Economia presso LUISS.

Candiloro ClaudiaModugno (BA) - DAMS presso Roma Tre.

Chessa AnnaQuartu Sant’Elena (CA) - Lingue Orientalipresso La Sapienza.

Cornacchia TeresaAltamura (BA) - Letteratura, musica espettacolo presso La Sapienza.

Di Notte LudovicaMaiano di Sessa Aurunca (CE) - Matema-tica presso La Sapienza.

Eftode SorinaMoldavia - Chimica e tecnologie farmaceutiche presso La Sapienza.

Evangelisti ChiaraVetralla (VT) - Medicina e Chirurgia presso Tor Vergata.

Valentini IlariaTerni (TR) - Management per la sanitàpresso Università Cattolica.

Studenti non residenti

De Troia RosaLucera (FG) - Chimica presso Univ. Federico II di Napoli.

La Rocca FabianaTrecase (NA) - 2° Anno di Ing. delle Tele-comunicazioni presso Univ. Federico II diNapoli.

Morigine BeatriceCassino (FR) - Medicina presso La Sapienza.

Secci ClaudiaAbbasanta (OR) - Ingegneria Biomedicapresso Politecnico di Torino.

Caiazzo FrancescoS.Marzano di S.Giuseppe (TA) - Scienzepolitiche a Bologna.

Cristiano FrancescoTorre del Greco (NA) - Ingegneria Aerospa-ziale presso Univ. Federico II di Napoli.

De Benedetti GiovanniRoma - Lettere classiche presso La Sapienza.

Merlin GabrieleAbbasanta (OR) - Informatica presso Univ.di Cagliari.

Rota FrancescoScandale (KR) - Medicina presso La Sapienza.

Studentesse non residentiAttenni GiuliaGenzano di Roma (RM) - Informaticapresso La Sapienza.

Atzeni SerenaAbbasanta (OR) - Biologia presso Univ. diCagliari.

Coppola ValentinaPortici (NA) - 2° Anno di Lettere modernepresso Univ. Federico II di Napoli.

La commissione esaminatrice

Presidente: Achille card. Silvestrini;Vice Presidente, Responsabile: Mons. Claudio Maria Celli;Psicologi:Giuseppe Rociola, Rosa Campese, Renato Pisanti;Colloqui culturali:Carlo Casula, Marco Catarci, Pier SilverioPozzi, Lida Pozzi, Anna Maria Cimino, Mas-simo Gargiulo, Stefano Pepe, Giacomo Guarini;Colloqui comunitari:Alessia Bove, Anna Berloco, Gabriele Tuccia-rone, Angelo Tumminelli, Michele Brescia;Colloqui religiosi:Mons. Claudio M. Celli, Padre SalvatoreSessa;Accoglienza e smistamento:Roberta Saracino, Camilla Astorri Valentini,Giuseppe Viscome, Gennaro Cataldo, Ales-sandro Leopardi, Roberto De Biasi;Analisi economica:Fiorenzo Sozio;Organizzazione:Gabriele Corveddu;Raccolta dati e documentazione:Domenico Telesca.

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UN NUOVO PUNTO DI PARTENZA

VISITA A MONTE ARGENTARIO

La prima domenica di novembre è statauna giornata all’insegna della cultura edella comunità. Studenti residenti enon, infatti, hanno potuto godere dellenumerose attrattive del Monte Argentario. La visita della comitiva diVilla Nazareth è partita da Porto Ercole: raggiunta la cittadina sulla costa dell’Argentario e inerpicandoci sullependici di una delle alture che domi-nano il porto, sfidando il forte vento ela sottile pioggia che non ci hanno datotregua. Così abbiamo raggiunto il ForteSpagnolo e potuto apprezzare il valorestorico e paesaggistico del luogo. Discendendo di nuovo verso il paese,abbiamo fatto sosta al Palazzo dei Governanti, già sede delle autorità militari spagnole, impreziosito, tra l’altro, dalle opere del Peruzzi, celebre architetto romano, allievo del Bramante e in competizione con Raffaello. Raggiunta Porto Santo

Stefano, la comitiva, finalmente rispar-miata dalla pioggia, si è concessa unmomento di ristoro e di condivisione.Qui abbiamo visitato la Fortezza Spagnola, che domina sull’abitato ergendosi sulle case a schiera dei pescatori, e che oggi ospita al suo

interno due spazi espositivi permanenti.Il primo, molto significativo, dedicatoai traffici commerciali avvenuti nella regione sin dal V secolo a.c.; il secondo,aperto dal 2004, centrato sull’epica deimaestri d'ascia, alla tradizione cantie-ristica del Porto e ai suoi saperi navali.

Villa Nazareth | Dicembre 201614 Comunità

NUOVI AMMESSI Una Comunità che cresce

> di Giovanni Nucera

La comunità è un cadere insieme. Diffi-cile da parte nostra credere ad un’ideacosì folle. In un mondo in cui ognunosoddisfa i propri interessi anche a discapito del prossimo, perché mai unestraneo dovrebbe soffrire per me oaddirittura “cadere”? Certamente questa è una follia che tutti cono-sciamo, ma che forse pochi hanno dav-vero provato o compreso. Tutti noi neabbiamo avuto un almeno un assaggiodurante le giornate di accoglienza dedicate ai nuovi ammessi. Conoscerenuove persone… E poi? Semplicementequesto? Ma è la vita di tutti i giorni!Quale è la novità? Nel momento in cuici domandavamo se ci saremmo trovatibene o se ci sarebbe mancato l’affettodei nostri cari, sarebbe stato facilesmorzare il nostro entusiasmo. Eppure,oggi, siamo positivamente sorpresi daciò che abbiamo provato e proviamo

tuttora. Cosa, dunque, ci ha portato adentrare subito in sintonia con un ambiente del tutto nuovo? Innanzituttocapire la storia di Villa Nazareth. Vedere il lavoro, la fatica di un uomoche ha messo tutto il suo cuore e la suapassione per giovani talentuosi ci hafatto capire l’importanza dell’esistenzadi questa comunità, grazie alla qualemolti giovani hanno avuto la possibilitàdi esprimere al meglio il proprio poten-ziale. Tanto è forte il senso di gratitu-dine verso il suo fondatore, che glistudenti stessi contribuiscono al costante miglioramento della comu-nità. Attraverso quelle giornate di verae viva conoscenza, ma soprattutto discoperta, abbiamo finalmente com-preso cosa significhi condurre una vitacomune vivendo l’ “obbligo” del dono,che non significa tanto donare qualcosa, quanto arrivare a uscire da sé

per donare se stessi. Come possiamoessere noi un dono per l’altro? Ad unpiù profondo sguardo, il grande servi-zio che possiamo fare è dare ascolto alprossimo. Ascoltando, lascio che l’altrosi senta apprezzato, che sia presente.Non è semplice dare, eppure, con ciòriusciamo a crescere e ad uscire dal nostro monologo, smettiamo di rite-nerci unici detentori della verità, di essere al centro del mondo. Lì, dunque,abbiamo l’elemento essenziale perl’edificazione di una vita comunitaria:ascoltando l’altro lo accogliamo comeun nostro amico fidato o addirittura unnostro fratello. Come figli riconoscentialle nostre famiglie per averci incorag-giato e guidato fin da piccoli, così,adesso, siamo riconoscenti a Villa Nazareth per averci insegnato che ca-dere insieme significa anche rialzarsiinsieme, più forti di prima.

> di Giovanni De Benedetti

VISITA CULTURALE Scoprendo le bellezze del nostro Paese

> Fortezza Spagnola

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Nell’agosto 2016 ho potuto vivereun’esperienza di approfondimentodella lingua inglese attraverso un sog-giorno di studio a Londra, grazie al finanziamento di tre borse di studio daparte degli associati Fabio Rosati ePaola Delmonaco e dalla Fondazione“Invest for Children”. L’obiettivo delleborse è quello di sostenere gli studentinel potenziamento linguistico attra-verso un periodo di residenza in GranBretagna o Irlanda. Attraverso una selezione effettuata tramite curriculumvitae et studiorum, lettera motivazio-nale, stesura di un progetto per la permanenza all’estero e un colloquio,sono stati selezionai tre studenti: oltrea me, Marius Motoi e Vittoria Monitillo,rispettivamente residenti e non resi-dente. Queste quattro settimane hannocostituito un momento molto impor-

tante per me. Per la prima volta hoavuto modo di sperimentare me stessain un contesto straniero e di mettermialla prova profondamente, soprattuttodi confrontarmi direttamente con lalingua inglese. Ho frequentato la scuolaBSC situata su Baker Street, di cui ho trovato ottimo l’insegnamento, i pro-fessori, l’organizzazione; meno posi-tiva ai fini dell’apprendimento dellalingua inglese è stata invece la presenza di numerosi studenti italianiche frequentavano la scuola propriodurante il mese di agosto. Durante ilsoggiorno sono stata ospite presso unafamiglia inglese composta di madre edue figli. Non ero l’unica studentessainternazionale: hanno convissuto conme altri studenti provenienti dallaCorea del Sud, dal cantone tedescodella Svizzera, da Cina, Spagna e Re-

pubblica Ceca. Lo scambio culturale alquale ho potuto partecipare grazie allaloro presenza è stato notevole e profi-cuo. I luoghi della città hanno rivestitoanch’essi una grande importanza nel-l’esperienza vissuta. Ho avuto sia iltempo di visitare musei, cattedrali epiazze più famose, sia quello di la-sciarmi guidare verso quartieri e parchimeno popolari e frequentati. Nono-stante il meteo variabile e il grigiore diLondra mi abbiano fatta provare un po’di nostalgia per l’Italia, durante questomese ho avuto l’opportunità di goderedi una straordinaria offerta culturale: ilcoro di Westminister Cathedral, i con-certi a lume di candela di St Martin’s inthe fields e tanta bellezza, che ha toc-cato le mie corde soprattutto nellaforma della musica.

ESPERIENZE DI CRESCITA LINGUISTICO - CULTURALE IN EUROPA

ESPERIENZE ALL’ESTERO Studenti in viaggio

Villa Nazareth | Dicembre 2016 15Comunità

ALLA “RICERCA” NELLA TERRA DEI CANGURI> di Miriam Corrado

Da luglio ad ottobre ho svolto un periodo di ricerca per la tesi in Australia, presso la Macquarie Univer-sity di Sydney. A conclusione dei mieistudi, non mi sarei mai aspettata dipoter fare una seconda esperienza all’estero. Dopo l’Erasmus in Liechtenstein, nel cuore dell’Europa,l’esperienza vissuta oltreoceano si è rivelata un’occasione per comprenderee vivere in prima persona l’importanzadella ricerca nel mondo accademico.Il campus universitario, immerso in unparco, offriva numerose attività per glistudenti, dalle serate teatrali e di cabaret alle competizioni sportive,oltre a servizi di accoglienza e di orien-tamento per gli studenti internazionali.In particolare, il dipartimento pressocui ho svolto la mia ricerca ospitavasettimanalmente docenti e ricercatoriprovenienti anche da università estereper illustrare i propri progetti di ricercae confrontarsi con altri accademici.Nel corso dei tre mesi non è mancata

occasione di visitare la città e i dintornidi Sydney, capitale culturale ed econo-mica dell’Australia. Il centro città è caratterizzato da grattacieli e altri edi-fici di fama mondiale, come l’OperaHouse e l’Harbour Bridge che, situatinel golfo di Sydney, offrono un pano-rama mozzafiato. Allontanandosi dalcentro, ci si accorge come ciò che caratterizza la cultura australiana è

l’attenzione e il rispetto verso la naturae l’ambiente. Sono, infatti, numerose learee verdi in cui non sono mancati gliincontri ravvicinati con la fauna locale,come canguri e koala. È stata un’espe-rienza molto intensa, e spero un giornodi poter ritornare dall’altra parte delmondo per rivedere gli amici lasciati edesplorare i diversi e caratteristici paesaggi che l’Australia ha da offrire.

> Miriam Corrado - Sydney

> di Valentina Piras

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Villa Nazareth | Dicembre 201616 Comunità

RITIRO BREVE Luce riflessa

GRATI DI CONDIVIDERE

Ascolto e condivisione: queste le paroleche hanno riecheggiato di più durante lagiornata di ritiro spirituale dei ragazzi di Villa Nazareth presso i padridella Congregazione della Passione diGesù. Ascolto di sé stessi, del propriocuore e di ciò che riesce a dire quando siha il coraggio di prestargli attenzione,ascolto dei pensieri dei propri amici, deiloro sentimenti più intimi, quelli che pos-sono scaturire durante una lunga e silen-ziosa passeggiata in una domenica disole, in un giardino verde con una vistaprivilegiata sul Colosseo. Poi condivi-sione, condivisione di ciò su cui si è

riflettuto, di tante cose belle, ma anchedei dubbi, delle ansie e delle paure che ilpensare inevitabilmente comporta. Èstato don Luigi Maria Epicoco a invitare iragazzi all’ascolto e alla condivisione,dopo aver letto e commentato il brano delVangelo secondo Matteo (16,13). Ciascuno, con le proprie esperienze divita, è stato colpito da frasi e parole diverse, ma c’è una domanda in partico-lare che, come ha detto don Luigi, “videve trafiggere”, ovvero quella rivolta daGesù ai suoi discepoli: “Voi chi dite che iosia?”. Si tratta di una grande domandache si porta nel cuore e che, tante volte,

si cerca di non far emergere, perché la risposta non è facile e non vi si può ri-spondere per sentito dire, perché la fedecomporta fatica, “è come un muscolo cheva allenato” ha spiegato don Luigi e, inuna società propensa al risparmio, ciò checomporta fatica viene spesso abbando-nato, forse perché si ritiene di non avernebisogno. Ma come si può supporre di nonaver bisogno di qualcosa che non si cono-sce? Abbiamo mai sperimentato cosa voglia dire essere davvero cristiani perfare così una scelta libera verso questa“tradizione” che ci si trova addosso? Ab-biamo mai compreso l’importanza di Dio?Perché se il mondo fosse una casa, Dio nesarebbe le fondamenta, che non si ve-dono, ma che sono essenziali per l’esi-stenza della casa stessa; perché se la vitaè una passeggiata al buio, che la Luna puòrischiarare, come farebbe un genitore, unamico o una persona amata, il Signore èil sole, grazie al quale le “lune” possonobrillare. Non amare Dio, significa con-dannare le lune a non splendere e la casaa crollare. Questa giornata ha lasciato si-curamente tante domande, ma soprat-tutto tanta gratitudine e sicuramente unpizzico di amicizia in più.

> di Chiara Evangelisti

Fra le varie proposte dell’offerta forma-tiva di Villa Nazareth trova posto il corsodi Teologia e Sacra Scrittura che, da quat-tro anni a questa parte, si svolge presso ilcentro Fede e Cultura “Alberto Hurtado”della Pontificia Università Gregoriana(PUG). Il 17 ottobre abbiamo avuto il pia-cere di avere come ospiti a Villa Nazarethil direttore del Centro P. Sandro Barlone ela prof.ssa Stella Morra, docente incari-cato associato presso la PUG, che hanno illustrato agli studenti i contenuti e le at-tività previste per il nuovo anno accademico. In particolare hanno richiamato il fatto che il corso si caratte-rizza per il suo carattere prettamente cul-turale che conduce allo sviluppo di unsenso critico riguardo l’approccio teolo-gico in diversi contesti. È proprio questoinfatti l’approccio che traspare dallo

stesso nome della scuola, “Macrothymia”. Tale concetto biblico, ricavato dalla saggezza contadina, indicala capacità dell’agricoltore di sopportareogni genere di fatica grazie alla sua lun-gimiranza. È la capacità di vedere su di-stanze più lunghe e secondo misure piùgrandi, ma sempre radicate nel concretovivere. I primi due anni del corso preve-dono lo studio delle Sacre Scritture, chemira a offrire strumenti di conoscenzabiblica essenziale e necessaria, ma so-prattutto a far apprendere un metodo di“presenza” della Scrittura nella propriavita, sia personale e interiore che pubblicae di responsabilità. Il corso prosegue poicol modulo “Introduzione alla pratica teologica” che risponde alla necessità diavere strutture intellettuali per la com-prensione della propria esperienza e a

quella di acquisire un metodo. Introduce dunque alla teologia come aduna vera pratica, necessaria alla vita cristiana adulta. Viene poi proposto allostudente un approccio storico grazie almodulo “Vivere il trapasso dei tempi”. Apartire da modelli elaborati nel corsodella storia dalle generazioni cristiane,consente di imparare ad articolare la fedeconcretamente nel rapporto con la/le cultura/e in cui si vive. L’ultimo modulo“Abitare il mondo” stimola invece lo studente a riflettere su un’etica personalee relazionale, articolata in tre aspetti: lamorale nelle relazioni interpersonali, lapreghiera e la relazione con Dio, la cul-tura ecologica e il rapporto con la naturae l’ambiente. Tutti gli incontri, tenutimensilmente da ottobre a maggio, hannocarattere seminariale, ossia sono condottiattraverso lo studio personale e tutorialee la condivisione sotto la guida del docente del corso.

LUNGIMIRANZA CONTADINA> di Matteo Piu

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ALL’ APPUNTAMENTO CON LA TERRA CHE TREMA

ATTUALITÀ Riflessione sul sisma che ha colpito il cuore dell’Italia

Villa Nazareth | Dicembre 2016 17Comunità

Difficilmente la nostra gente potrà di-menticare facilmente la data del 30 ottobre scorso. Alle 7:40 del mattino,all’inizio di quella che si preannunciavauna giornata dal cielo terso e con i colori sublimi dell’autunno umbro, laterra è tornata a tremare poco lontanoda Amatrice, Accumoli e gli altri luoghidella tragedia di fine estate. Ovviamentenessuno era in grado di immaginareche, a soli quattro giorni di distanzadalle due scosse di mercoledì 26 ottobre, che avevano risvegliato nellepopolazioni della Valnerina il presagiodella tragedia, un sisma di una forzacosì imponente avrebbe ridotto in pol-vere il cuore di Norcia, la nostra città.Noi umbri conosciamo bene il terre-moto: nasciamo, potremmo dire, conl’assoluta consapevolezza che la terratrema, che, trascorsa una qualche decina di anni, un sisma di una certaforza tornerà a disturbare i nostri sonni.Tale consapevolezza è radicata anchenella nostra lingua, ove esiste un agget-tivo apposito – “cascatoio” – che si usaper designare ciò che è “certo di caderealla prossima scossa”. Tuttavia, questaconsapevolezza siamo abituati a trascurarla, a dimenticarla, diciamo,volontariamente, almeno finché, al nostro appuntamento con la Storia, civiene ricordato che una forza violenta eprimordiale, la stessa che agli albori delMondo plasmò le nostre montagne, èancora viva nelle viscere della terra efreme per venire alla luce del sole.La Bestia: così si chiama nelle leggende,come anche Bobbo o Bocione. La si descrive come una sorta di drago, unmostro bicipite che dorme nelle valli,che terrorizza le genti con boati spa-ventosi e che devasta i paesi scuotendole montagne. Si racconta che persino isaraceni, indomiti padroni dei mari,guerrieri assetati di sangue e di bottino,signori della razzia, quando giunsero aNorcia con la sicurezza di spogliarladelle sue ricchezze dovettero invecefuggire nel terrore quando il Bocioneagitò la coda e con sordi boati ricordòloro chi fosse il solo padrone di queste

montagne, il solo dominatore di questagente orgogliosa, questo popolo sobrioe lavoratore, onesto e disciplinato. Nor-cia, antica città sabina: Virgilio di quifece discendere Ufente fin nel Lazio, ovediresse le armi italiche contro Enea e gliesuli troiani; nursino fu Sertorio, difen-sore della Res Publica, statista e con-dottiero, che contestò Silla e solo acausa di questi mancò il consolato. EBenedetto, che seppe custodire inquell’epoca buia di devastazioni e rove-sci militari il seme fecondo della Lati-

nità, Santo poiché ispirò il mondo allavoro con la preghiera, alla preghieracol lavoro. Nursia la Vetusta, piccolaterra fiera e graziosa, cara agli Anici epatria degli imperatori Flavi, dall’animonobile e superstizioso, donde si vanta-vano di trarre origini i Medici e gli Orsini. Norcia, il cui latte allevò i re diFrancia e d’Inghilterra; che sempre conle armi in pugno rivendicò al mondo lapropria libertà; piccola Fiandra umbra,le cui lane, apprezzate nei mercati dimezza Europa, furono vanto dei nobilid’Austria e d’Aragona. Norcia, che, risparmiata dal terremoto, avrebbecerto potuto divenire uno dei miracolidel Rinascimento italiano.Questa è la mia terra ferita, il mio popolo malinconico che, costretto fuoridelle mura cittadine, reclama la vita con

la passione dei pastori erranti: impas-sibili in volto ma dal cuore che traboccad’amore. Non la desolazione di cui par-lano i giornali, i piccoli attimi di debo-lezza ripresi dalle emittenti televisive econ i quali da mesi, ormai, si struttu-rano interi palinsesti e che alimentanoil coro di disfattisti di ogni sorta; nep-pure l’altrettanto riprovevole vicenda ditutta una serie di figuri che, prima re-clamano per sé il merito di una città in-tatta a pochi chilometri dalle rovine diAmatrice, piangono di gusto ora che la

Storia è tornata ad esigere la parte loro.Siamo soltanto noi e la Bestia, che ciguardiamo negli occhi, senza disprezzo,dignitosi: lei sfascia le cose e noi le rimettiamo insieme, da sempre. Il dolore di riconoscere in quelle imma-gini i luoghi nei quali siamo nati e cresciuti è tanto, eppure, giustamente,lo serbiamo nel cuore: la disperazionenon è mai stata utile, soltanto la pazienza e la forza con la quale, nei secoli, ci siamo ritagliati un piccolo angolo di paradiso tra rocce scoscese eboschi selvaggi. Siamo la pazienza ditamponare muri aperti e rammendarecrepe e spaccature con quel mosaico dipietre poste sulle vestigia di vecchi terremoti: è pur questo che, da sempre,rende la nostra terra umbra tanto unicae affascinante.

> di Alessandro Leopardi

> Norcia (PG) - Piazza San Benedetto, prima del sisma

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Villa Nazareth | Dicembre 201618 Comunità

ASSOCIAZIONE Incontro assembleare dell'associazione

LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO A VILLA NAZARETH E LE SFIDE DELLA COMUNITÀ

Lo scorso 27 novembre si è tenuta aVilla Nazareth l’Assemblea annualedell’Associazione, che rappresenta illuogo di confronto dove si elaborano lelinee guida di azione e di programmiper l’anno a venire. Questa Assemblea,in particolare, è coincisa con la finedell’itinerario di riflessione comunita-ria per il 70° di Villa Nazareth, segnatodalla speciale esperienza vissuta con lavisita del Santo Padre lo scorso giugno.Pertanto, l’ultima convocazione assembleare è stata anche occasioneper una meditazione, ispirata dal testodel consigliere Massimo Moretti, quiriprodotto, sulle risonanze che le paroledel Santo Padre hanno suscitato in noi,singolarmente e come comunità.

1. Confermati nella fedeNel giugno scorso “Pietro” è venuto aVilla Nazareth, ci ha confermati nellafede e ha incoraggiato con parole chiaree spontanee il nostro cammino di Comunità. Tutto conserviamo nel nostro cuore: le sue parole, i suoi gesti,la sua tenerezza.Cosa fare di questo deposito che arric-chisce di contenuti impegnativi la nostra missione e rinnova la vocazionedella Comunità all’apostolato nelmondo? Come interpretare oggi, allaluce delle parole di Francesco e concre-tamente, l’esortazione di monsignorTardini rinnovata con zelo instancabiledi padre da don Achille e ora dal nostrocarissimo don Claudio?

2. La via del rischioAi contenuti Francesco ha premesso ilmetodo più efficace per affrontare lanostra missione. Ci ha invitato ad abbandonare la tentazione dell’immo-bilismo, una tentazione forte per VillaNazareth, indicandoci piuttosto comenecessaria la via del Rischio: “Rischiasu ideali nobili, rischia sporcandoti lemani, rischia come ha rischiato quelsamaritano della parabola”. Il rimanerefermi è il vero errore, il “brutto sbaglio”, come lo ha chiamato

Francesco, che comporta una perico-losa forma di chiusura. Il modello rimane per noi quello di Maria, Materorphanorum, la madre nostra che con ilFiglio ci guida al Padre. Potremmo farenostra la conclusione dell’ arcivescovoJorge Mario Bergoglio nell’incontro arcidiocesano di “Catechesi 2000” (11marzo del 2000): “La prima cosa chelei, la Vergine Maria, fece quando rice-vette la buona notizia nel suo seno fu diuscire di corsa a prestare un servizio.Usciamo di corsa a prestare il serviziodella fede nella buona notizia che vogliamo donare agli altri. Che questasia la nostra conversione: la buona notizia di Cristo ieri, oggi e sempre”.

3. La professione con creativitàIl luogo del nostro servizio, della nostravocazione è innanzi tutto il lavoro. Peressere testimoni credibili dobbiamo vivere la professione non come “luogodi stallo, di parcheggio”, ma a imma-gine del Dio artigiano, operando nelmondo con Creatività.

4. Il talento dell’accoglienzaQual è la buona notizia che come Comunità ci sentiamo chiamati ad annunciare? Il papa sembra indicarloquando si sofferma sul nostro carisma:far fruttificare i talenti. Prendiamo attoche Francesco, il vicario di Cristo, hadato un nome al nostro talento, lo hachiamato “Accoglienza”, contrappo-nendolo alle molteplici chiusure delmondo contemporaneo: “l’accoglienzaquotidiana, l’accoglienza di quello chemi cerca per annoiarmi con le sue lamentele, con i suoi problemi, e cercada me una parola di conforto e anche lapossibilità di spalancare una ‘finestrina’ per uscirne fuori”. A quale accoglienza siamo chiamati?All’accoglienza dello studente, del giovane che bussa alla nostra porta, delgiovane in difficoltà che noi andiamo acercare; ma anche dell’anziano associato o dell’ex studente disoccu-

pato, della famiglia in difficoltà, dellafamiglia separata. Oggi la nostra comu-nità è chiamata ad accogliere tutti. Ilpapa è stato chiaro e perentorio in questo: “O ci salviamo tutti o nessuno[…]. Non dovete permettervi divisionitra voi. E se ci sono alcune divisioni, incontratevi, litigate, ditevi la verità,arrabbiatevi, ma da lì uscirà sempre piùforte l’unità. Salvate sempre l’unità[…].Sempre dentro, sempre dentro”.Una missione impegnativa per tutti!Torna il nostro motto: Ut sint unum,che don Achille commentò nel 25° dellasua ordinazione episcopale: “Ancorapiù oggi, in cui la Comunità si è accre-sciuta e allargata, e le generazioni sisusseguono l’una all’altra, abbiamo bisogno di sviluppare un’unità semprepiù stretta e organica. Certo, una dellespinte maggiori di coesione viene dall’amicizia che lega profondamentele persone, tra loro, e a gruppi, col ritrovarsi insieme, con lo scambiaresentimenti, idee, esperienze. Questaforza ha favorito la nascita dell’Associazione, e contribuisce a renderla viva. Ma non basta: occorreche l’unità sia operata in virtù dell’ideale comune, di una testimo-nianza da dare, di un servizio da rendere ai giovani, ai “fratelli più piccoli”, cioè alle persone che nella lorodebolezza e sofferenza mi rappresen-tano Cristo. Un servizio ispirato allagratuità, che all’interno della Comunitàsi apra ad allargare le conoscenze e leamicizie, a tendere a una sempre maggiore fusione di generazioni, e aincoraggiare il proporsi di persone idonee e disponibili per un servizio daoffrire a Villa Nazareth. Il riconosci-mento dell’Associazione da parte delPontificio Consiglio dei Laici e l’integrazione istituzionale decisa dallaSegreteria di Stato tra la FondazioneSacra Famiglia di Nazareth e l’Associa-zione conferiscono alla nostra Comunità una identità precisa e impe-gnativa che rafforza il nostro “esserenella Chiesa”.

> di Massimo Moretti

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ASSOCIAZIONE Incontro assembleare dell'associazione

Villa Nazareth | Dicembre 2016 19Comunità

5. Non c’è apostolato della culturasenza apostolato dell’ascoltoIl papa sembra volerci dire che l’apostolato della cultura non può esistere senza quello che lui ha definitol’ “apostolato dell’orecchio”. Ci sembrapoco? Siamo in grado di approntare unprogramma su questo, di educarci e for-marci, attrezzarci alle difficoltà dellamissione? Francesco lo ha ripetuto coninsistenza: se non ascoltiamo non pos-siamo accogliere, se non accogliamonon siamo cristiani e siamo fuori, lontanissimi dal Regno dei cieli!

6. Una Villa apertaFrancesco desidera una Villa Nazarethaperta, che coltiva il talento accolto e ri-cercato come il dono prezioso che Diohamesso e continua a mettere nelle nostremani. Una Villa Nazareth chiusa è immagine di una Chiesa chiusa: “Cisaranno alcuni motivi giustificabili, mauna chiesa a porte chiuse significa chequella comunità cristiana ha il cuorechiuso, è rinchiusa in se stessa”.

7. L’irrinunciabile via del martirioCon quale atteggiamento affrontare lenostre sfide? Francesco ci mette inguardia e ci indica l’irrinunciabile viadel martirio. Non il martirio cruento:siamo chiamati al “martirio dell’onestà,il martirio della pazienza nell’educa-zione dei figli, il martirio della fedeltà all’amore quando è più facile prendereun’altra strada, più nascosta: il martirio

dell’onestà […] il martirio del silenziodavanti alla tentazione delle chiac-chiere”. Il martirio di ogni giorno si affronta, ci ricorda Francesco citandoPaolo, con il coraggio e la pazienza. Il coraggio di testimoniare conla nostra vita l’essere cristiani, la pazienza di portare sulle spalle il pesodelle giornate, i dolori, i peccati, le incoerenze. Come comunità siamo ingrado di sopportare gli uni per gli altriquesti pesi? Siamo disposti a questomartirio? Siamo capaci di perdonarci eripartire o scegliamo l’immobilismosterile della critica inoperante e oziosa?

8. Le nuove povertàAnche a Villa Nazareth il papa ha denunciato, come in molte altre occa-sioni, le conseguenze del “lavoroschiavo”, il primato del dio denarosull’uomo e sulla donna del nostrotempo. Villa Nazareth risponde ideal-mente a tale fenomeno con la sua concezione umanistico-cristiana dellapersona, posta al centro, nel rispetto deisuoi tempi e della sua libertà.La precarietà, l’aumento dei ritmi edella quantità di lavoro costituiscono unostacolo alla partecipazione attiva allavita comunitaria. Non avere tempo, onon trovare tempo, è oggi un sintomosignificativo di povertà. Si è ricchiquando si ha del tempo da dedicare allapropria formazione culturale e comuni-taria. Si è ricchi quando si dispone di unarete sociale che consente l’accesso alla

cultura e la sua condivisione, dove èpossibile trafficare il talento, dove poterservire utilmente il prossimo. Oggi èpossibile disporre di molto denaro e nonpossedere tutto questo. Occorre una cul-tura per godere delle proprie ricchezzein una dimensione di bene comune; ab-biamo bisogno di educarci ogni giornoalla gratuità, di diffondere questa parolache anche il papa ha voluto con forza richiamare: “Noi dimentichiamo spessoquesto senso della gratuità, e dimenti-chiamo che la gratuità è il linguaggio diDio”. Potremmo aggiungere pregandoinsieme in preparazione della nostra assemblea:

Signore e Padre nostro,

fa che possiamo parlare all’altro latua lingua (non la nostra), mantienici

sempre alla scuola della tua gratuità, istruiscici all’ “apostolatodell’orecchio”, apri i nostri cuori

all’accoglienza dei prossimi e dei lon-tani, destaci con il tuo schiaffo, non

farci mancare la tua tenerezza, fa cheper le nostre mani passi la tua carezza.

Donaci la forza di sostenere il martirio dell’onestà, della pazienza,della fedeltà all’amore, del silenzio

contro la tentazione delle chiacchiere

Oggi e sempre, Amen.

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Villa Nazareth | Dicembre 201620 Comunità

ASSOCIAZIONE Il nuovo itinerario spirituale dell’Associazione fra liturgia e arte contemporanea

ABITARE LA LUCE> di Michele Brescia

Il progetto solidale “1 euro al giorno perVilla Nazareth” per la raccolta fondi a beneficio degli studenti e delle studen-tesse, avviato lo scorso 3 ottobre 2015dall’Associazione Comunità DomenicoTardini, ha già fatto passi da gigante: oltre80 associati hanno infatti aderito all’ini-ziativa e con il tuo aiuto, confidiamo diraggiungere presto l’obiettivo annualeprefissato di 100 donatori entro la fine del2016! I contributi raccolti sono destinatiinteramente al sostentamento del colle-

gio, la cui situazione finanziaria risultafortemente penalizzata dalle rilevanti de-curtazioni del finanziamento pubblicoministeriale e, soprattutto, dall’assenza diun piano di autofinanziamento che conquesto progetto si intende istituzionaliz-zare e stabilizzare negli anni a venire. Lafiducia finora dimostrata avanza di paripasso con l'impegno di efficientamento eil generale ammodernamento di gestioneche da tempo vede protagonista Villa Na-zareth, e che l'ha sostenuta in questo suo

storico 70° anniversario di fondazione. Atestimonianza di ciò, abbiamo pubblicatoi dati di bilancio essenziali sulla paginaweb dedicata al nostro progetto, che ti invitiamo a consultare:

www.villanazareth.org/node/17

Per aderire o richiedere informazioni ag-giuntive, telefona allo 06 6621754 oppurescrivi a [email protected]:fornendo i tuoi recapiti, ti ricontatteremoal più presto. Nel ringraziare ancora tuttivoi che avete già aderito, consapevoli cheper alcuni di voi questo contributo rap-presenta un impegno oneroso, cogliamol'occasione per ricordare che ad inizio2017 sarà pubblicata la rendicontazionedettagliata 2015-2016, dandone comuni-cazione attraverso la newsletter dedicataal progetto.

“Rifacciamo la pace? Quest’oggi? Qui?Vogliamo ritornare amici? Il Papa ridiventa ancora l’amico degli artisti?[…] Noi dobbiamo ritornare alleati. Noidobbiamo domandare a voi tutte lepossibilità che il Signore vi ha donato,e, quindi, nell’ambito della funziona-lità e della finalità, che affratellanol’arte al culto di Dio, noi dobbiamo lasciare alle vostre voci il canto liberoe potente, di cui siete capaci. E voi dovete essere così bravi da interpretareciò che dovrete esprimere, da venire adattingere da noi il motivo, il tema, equalche volta più del tema, quel fluidosegreto che si chiama l’ispirazione, chesi chiama la grazia, che si chiama il carisma dell’arte.” Con questo appellopapa Paolo VI accoglieva il 7 maggio1964 gli artisti nella messa a loro dedicata in un luogo simbolo del legame indissolubile fra arte e fede,quella Cappella Sistina, frutto della riflessione e della tecnica dei grandimaestri del Rinascimento. Propriaquesta rinnovata alleanza fra il magi-

stero della Chiesa Cattolica e la ricercadegli artisti dell’età contemporaneaintende indagare il nuovo itinerariodell’Associazione Comunità DomenicoTardini che, in collaborazione con leresidenze universitarie, inaugurerà il15 gennaio 2017 un ciclo di visite dal titolo “Abitare la luce. Liturgia e artecontemporanea”, un percorso cheprenderà le mosse dalla chiesa di DioPadre Misericordioso, progettata dall’architetto Richard Meier e volutada Giovanni Paolo II come memorialedel Giubileo del 2000. Una prima tappanon casuale, anello di congiunzionecon la serie di visite promosse nel2016, legate dal tema delle opere dimisericordia corporale e spirituale, tenutesi come di consueto nelle terzedomeniche di ogni mese. Il percorsopensato nel 2017 proseguirà con altriluoghi di culto caratterizzati dal fecondo dialogo fra arte contempora-nea e spazio liturgico, introducendouna novità rilevante: in occasione dialcune visite saranno gli stessi artisti

ad introdurre la loro creazione artistica, pensata come sostegno alraccoglimento e alla preghiera dei fedeli: così, ad esempio, per il secondoincontro, sarà padre Marko Rupnik adillustrare la simbologia dell’iconogra-fia del mosaico della facciata dellachiesa di Nostra Signora del Santissimo Sacramento e dei SantiMartiri Canadesi.

1 euro al giorno per Villa Nazareth> di Fabio Rosati e Marco Di Nonno

> Chiesa di Nostra Signora del Santissimo Sacramento e dei Santi Martiri Canadesi

> Crescita del numero di adesioni all’iniziativa.

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I giovani e le soft skills: questo è stato iltema dell’esperienza EucA che si è te-nuta a Dublino a metà ottobre. Ognianno l’Associazione Europea dei CollegiUniversitari organizza incontri e stageper studenti dei collegi di merito ditutta Europa nelle principali capitali delcontinente. L’obiettivo è far maturarele cosiddette soft skills, cioè quelle capacità che si affiancano alle compe-tenze tecniche (hard skills), che si acquisiscono con gli studi universitari,e che risultano il fattore decisivo nell’ambito della impiegabilità di ungiovane laureato. In particolare ha offerto a due studenti di Villa Nazareth(Lorenzo Bruno Micheli e Davide Sabeddu) la possibilità di partecipare aun incontro con due multinazionali digrande rilievo nel panorama del mercato del lavoro globale: Google e Accenture. Dublino, infatti, ospita rispettivamente la sede centrale euro-pea dell’azienda californiana di Mountain View e la sede mondialedell’azienda Accenture, leader in consu-

lenza strategica (si occupa, ad esempio,della gestione di varie reti metropoli-tane internazionali e di numerosi ser-vizi tecnologici). La visita alla sede di Google è stata il cuore di tutta l’espe-rienza: i nostri studenti hanno avuto lapossibilità di vedere come gli operatorilavorino in un ambiente non solo estre-mamente innovativo e tecnologico, maanche stimolante in termini di creati-vità e di capacità di lavorare in gruppo.Inoltre, sono state illustrate le modalitàe i requisiti con cui si può accedere aGoogle, e in generale ad aziende conalto contenuto tecnologico. Significa-tiva è stata anche l’esperienza all’Ac-centure, che è stata articolata inmaniera differente. I partecipanti sonostati sottoposti ad una simulazione digruppo per adattare le loro conoscenzeuniversitarie alla risoluzione di problemi di carattere aziendale.Gli studenti ne sono usciti arricchiti econsapevoli di realtà lavorative, cosìdifferenti da quelle italiane, che giocano un ruolo fondamentale nello

scacchiere economico globale e chepossono essere prese come punto di riferimento per lo sviluppo aziendale inItalia. Questa esperienza, quindi, uniscel’aspetto di formazione prettamenteprofessionale a occasioni di crescitapersonale e umana dal confronto constudenti appartenenti a varie realtàcollegiali nazionali ed europee, permettendo anche l’esercizio dellalingua inglese.

ESPERIENZE ALL’ESTERO Visita alle sedi di Accenture e Google

Villa Nazareth | Dicembre 2016 21Comunità

CON L’EUCANELLA DUBLINO DELLE INNOVAZIONI

> di Davide Sabeddu e Lorenzo Micheli

Lo scorso 5 ottobre la comunità stu-dentesca ha incontrato i rappresen-tanti del Centro OdontoiatricoAnguillarese (COA), tra i quali lostesso direttore dott. Pietro Agrestini. In quell’occasione è stata presen-tata la convenzione a condizioniestremamente vantaggiose che ilCOA ha riservato a studenti, exalunni e associati di Villa Nazareth.

Il nostro ringraziamento al COA e inparticolare al dott. Pietro Agrestiniper il sostegno economico che havoluto elargire finanziando parte diuna borsa di studio per un giovanestudente di medicina.

Centro Odontoiatrico AnguillareseSi rinnova anche quest’anno l’appun-tamento con l’iniziativa “IlMioDono”,grazie alle quale UniCredit mette a disposizione delle Organizzazioni NonProfit 200.000 euro a titolo di dona-zione. Supportare concretamente lanostra “Fondazione Comunità Dome-nico Tardini Onlus” è facilissimo e to-talmente gratuito: basta accedere alsito www.ilMioDono.it, ricercare la no-stra Organizzazione (mediante “ricercaper iniziativa” o “ricerca per organiz-

zazione”) e cliccare sul link di voto. L’iniziativa, che si concluderà il 16gennaio 2017, avrà ancora più successose ognuno di noi avrà cura di mobilitareparenti, amici, conoscenti attraverso isocial network oppure con il semplicepassaparola. Questa occasione rappre-senta una delle varie modalità graziealle quali si può contribuire a tener vivala nostra missione di valorizzazione del“talento”.

IL MIO DONO> di Antonio D’Arcangelo

> Dott. Pietro Agrestini

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Villa Nazareth | Dicembre 201622 Notiziario

EVENTI I titoli conseguiti nell’ultimo semestre

LAUREE SPECIALISTICHE

LEONARDO ARCA - Filosofia, specializ-zazione in Scienze Umane e Sociali - Tesi:La possibilità di bene nelle strutture di male.Un confronto fra Arendt, Frankl e Dong-hyuk alla luce di alcune categorie levina-siane. - Prof.ssa Freni Cristiana – UniversitàPontificia Salesiana, Roma - 28/06/2016

ROSA MARIA VASSALLI - Scienze lingui-stiche, letterarie e della traduzione - Tesi:Terminologia medica in russo e italiano:un’analisi contrastiva - Prof.ssa Julia Niko-laeva e Natalia Shestakova - Università LaSapienza di Roma - 15/07/2016

GABRIELE GIULIANO – Medicina e chi-rurgia - Tesi: La sepsi da Klebsiella pneu-moniae nei pazienti con neoplasiaematologica: impatto clinico della resi-stenza ai carbapenemi. - Prof. Mario Tum-barello – Università Cattolica del Sacrocuore, Roma - 19/07/2016

ALESSANDRO LEOPARDI - Lingue e ci-viltà orientali - Tesi: Il latinxua sin wenz e lariforma della scrittura cinese. - Prof. Fede-rico Masini e Prof.ssa Federica Casalin -Università La Sapienza di Roma -28/09/2016

CHIARA ANTONUCCI - Economia, mer-cati e management - Tesi: Analisi degliequilibri delle farmacie pubbliche gestitenella forma societaria e di aziende speciali- Prof.ssa Emidia Vagnoni - Università degliStudi di Ferrara - 27/10/2016

LAUREE TRIENNALI

ALEXANDRIN GRAMATIC - Economia. -Tesi: I consulenti finanziari abilitati all’of-ferta fuori sede. - Prof. Maurizio Baravelli -Università La Sapienza di Roma -12/07/2016

LUCA CALIA - Ingegneria meccanica -Tesi: Metodi innovativi di produzione deimateriali compositi. - Prof. Antonio Dome-nico Ludovico - Politecnico di Bari -20/07/2016

GIACOMO GRECO - Ingegneria elettro-tecnica - Tesi: Home and Building Auto-mation for Smart Micro Grids. - Prof. LuigiMartirano – Università La Sapienza diRoma - 26/10/2016

CARMEN RAMUNNO - Ingegneria dellecomunicazioni - Tesi: Problemi di scatte-ring elettromagnetico per il telerileva-mento. - Prof. Alessandro Galli –Università La Sapienza di Roma -27/10/2016

FRANCESCO SCAVONE - Economia emanagement - Tesi: L’impresa familiare:governance e criticità nel passaggio gene-razionale. Il caso Focchi Spa. – Prof.ssaPaola Paniccia - Università Tor Vergata diRoma - 04/11/2016

Chiara Antonucci

Carmen Ramunno

Gabriele Giuliano

Alessandro Leopardi Alexandrin Gramatic Francesco Scavone

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EVENTI Notizie dalla Comunità

Villa Nazareth | Dicembre 2016 23Notiziario

NASCITE

IN RICORDO DEI NOSTRI CARI

In questi mesi sono venuti amancare alcuni cari amici.

Li ricordiamo con affetto nellapreghiera e con cordoglio

alle famiglie.

sig. Ciro  Ganci, padre di Gabriele, exalunno ed associato (27/06/2016)

Rosario Parrella, grande amico e bene-fattore di Villa Nazareth (08/08/2016)

prof. Giorgio  Graziani, grande amico e benefattore di Villa Nazareth(06/11/2016)

Giosuè  Flora, figlio di Giacomo e Nicoletta (17/04/2016)

Elena  Genco, figlia di Nicola e Laura(06/09/2016)

Elena  Sofia  Varricchione, figlia di Giuseppe e Silvia Romana (28/10/2016)

Edoardo  Pisanti, figlio di Renato e Caterina (10/09/2016)

SACRAMENTIMatrimonio di Sandro  Lotti  e  Serena Lattante, Duomo Maria SS. Assunta diLecce (LE) (08/07/2016)

Matrimonio di Anna  Maria  Rinaldi  e Christian Giorgio, Abbazia di Sant'Andreain Flumine (RM) (08/10/2016)

Matrimonio di Maurizio Moretti e MarinaDe  Iulio, Chiesa di San Bonaventura al Palatino (RM), celebrato da mons. ClaudioCelli e don Giuseppe Bonfrate(08/10/2016)

Matrimonio di Giacomo e Cristina Greco(RM) (03/12/2016)

Battesimo di Giosuè,  figlio di Giacomoe Nicoletta, Parrocchia "Our Lady of the Conception", Dayton (OH)(07/08/2016)

Battesimo di Andrea Guastaferro, figlio diEnrico e Lisa. (25/09/2016)

Battesimo di Anna Bortone, figlia di Martae Roberto. (25/09/2016)

Battesimo di Caterina Maria Tonani, figliadi Carlo e Laura, celebrato da padre Salvatore Sessa nella cappella di Villa Nazareth. (24/10/2016)

Elena Sofia

DOTTORATI

Caterina Maria Tonani

LUDOVICO FERRANTI - Dipartimento diIngegneria Elettronica e delle Telecomu-nicazioni presso l’università La Sapienzadi Roma, XXXI ciclo in ICT (Information &Communication Technology) - Full TimePhD Student alla Northeastern Universitydi Boston.

ALESSANDRO LEOPARDI  - Facoltà diLettere e Filosofia, XXXII ciclo in Civiltàdell'Asia e dell'Africa. - Prof. Federico Ma-sini - Università La Sapienza di Roma -1/11/2016

GIACOMO GRECO - Scienze e tecnolo-gie per i sistemi complessi - UniversitàLa Sapienza di Roma

Ludovico Ferranti

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FONDAZIONE BANCA SAN PAOLO DI BRESCIAFONDAZIONE BANCO ALIMENTARE

FONDAZIONE BPN PER IL TERRITORIOFONDAZIONE CARIPLOIMAGO ARTIS TRAVELINTESA SANPAOLO

INVEST FOR CHILDRENRADER SPA

ABIOGEN PHARMA SPACENTRO ODONTOIATRICO ANGUILLARESE SRL

INGEGNERIA BIOMEDICA S. LUCIAMARCOPOLO ENVIROMENTAL GROUP

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Villa NazarethFONDAZIONE COMUNITÀ DOMENICO TARDINI ONLUS

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DONAZIONI PER LA FONDAZIONE COMUNITà DOMENICO TARDINI ONLUS

Ci sono tanti modi per contribuire al sostentamento di Villa Nazareth. Le donazioni effettuate con qualsiasi mezzo dipagamento, eccetto quelle in contanti, danno diritto a benefici fiscali. Per informazioni dettagliate in merito, consultala nostra pagina web dedicata: www.villanazareth.org/node/160

Da maggio a dicembre 2016, in occasione del 70° anniversario di Villa Nazareth, èpossibile effettuare una donazione straordinaria attraverso la piattaforma di crowd-funding BuonaCausa.org.www.buonacausa.org/cause/villanazareth70

Adesione al programma “1 euro al giorno per Villa Nazareth”, che prevede dona-zioni periodiche attraverso bonifico su c/c bancario o postale.www.villanazareth.org/node/17

Donazione con carta di credito tramite la piattaforma solidale ilmiodono.it. Se uti-lizzi questa modalità di donazione, per favore comunica i dati dell’offerta a [email protected]/it/organizzazioni/?id_organizzazione=293

Scelta della Fondazione come beneficiario del 5x1000, in sede di dichiarazione deiredditi.villanazareth.org/node/161

Bonifico su c/c bancario Versamento su c/c postale

Fondazione Comunità Domenico Tardini ONLUSBanco Popolare – Filiale Roma 10IBAN: IT24S0503403210000000021009BIC/SWIFT: BAPPIT21106Causale: Offerta per le attività della Fondazione

Fondazione Comunità Domenico Tardini ONLUSC/C postale n. 58186008BIC/SWIFT: BPPIITRRXXXCausale: Offerta per le attività della FondazioneIBAN: IT64K0760103200000058186008