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    Meditazioni sulla Santa FamigliaComunit damore di Ges, Maria e Giuseppe

    (Giovanni Paolo II)

    Nazareth la scuola

    dove si comincia a comprendere la vita di Ges:

    la scuola del Vangelo

    (PaoloVI)

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    La Santa Famiglia, Modello di preghiera- La preghiera di Ges -

    Da Nazareth al Golgota, da Betlemme al Calvario, la vita di Ges fu unapreghiera ininterrotta, una supplica continua che dalla terra saliva al tro-

    no del Padre.

    Soffermiamoci a contemplare Ges a Nazareth, quale sublime Maestro di

    preghiera. Tutto in quellumile casetta favoriva lorazione: lontana dai ru-

    mori del mondo, al suo interno non regnava il tumulto delle passioni, ma cal-

    ma profonda e silenzio ininterrotto; anche il lavoro che qui si esercitava in-

    vitava al raccoglimento, non divenendo mai fonte di distrazione.A Nazareth Ges pregava incessantemente, non per s poich - riflette

    San Cipriano - quale bisogno ha un innocente di supplicare per se stesso? Egli

    pregava per le nostre iniquit.

    Il mondo era un immenso spineto, un campo sterminato completamente ari-

    do ed incolto in cui nascevano le erbe dannose dogni vizio. Nei lunghi anni

    della vita nascosta a Nazareth, con la sua preghiera incessante Cristo fecon-

    dava il gran deserto del mondo, bagnandolo con lacrime continue e trasfor-mandolo con calde suppliche.

    Dalla sacra dimora di Nazareth scaturiva un torrente di lacrime con le quali

    Ges irrorava il cuore degli uomini e li preparava ad accogliere la sua grazia.

    Quali notti, quali giorni furono quelli santificati dalle preghiere dellUo-

    mo-Dio! Comera benedetta quella casa! L si chinava il Cielo, si rico-

    struiva il mondo, si preparava il gran disegno della salvezza: da essa di-

    pendevano le speranze degli uomini.E dove era riposta la forza invincibile delle preghiere di Cristo? Nel sacrificio

    che accompagnava la preghiera; nel duro lavoro cui egli si applicava volon-

    tariamente; nei patimenti che soffriva ed offriva con la pi grande Carit;

    nellumiliazione infinita, annientato dinnanzi al Padre nella figura di un

    carpentiere... E noi tutti fummo bagnati da quelle lacrime, riscattati da

    quelle suppliche...

    (Meditazione del Can. don Paolo Bonaccia, 1838-1894)

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    La Santa Famiglia, Modello di preghiera- La preghiera di Maria SS. e di S. Giuseppe -

    E bello a Nazareth il silenzio profondo, santificato dalla sublime pre-ghiera. Tutte le ore del giorno e della notte scoprono quei tre Cuo-

    ri inabissati nella contemplazione.

    ... In tanti anni, nellumile Casa di Nazareth Maria lavora e prega,

    prega e lavora. Il lavoro stesso in un certo senso sublime preghie-

    ra poich, se le mani si posano sulla lana o sul lino, oppure si dedicano

    alle cure domestiche, il cuore in Dio, gli occhi al Cielo, i pensieri

    nellabisso della Divinit. A somiglianza del Figlio, quando Mariaprega, abbraccia tutti i tempi, santificando ogni generazione: tutti

    entrano nel suo Cuore e sono fortificati dal suo amore; per tutti Ella

    intercede, piange, supplica, si commuove di tenerezza materna.

    ... Anche Giuseppe comprende nella sua preghiera tutti i tempi,

    unendosi in tal modo alla supplica universale del Redentore e della

    Corredentrice. Quando Giuseppe prega, Ges e Maria lo sostengono

    negli alti voli della contemplazione. Sorte beatissima quella del Pa-triarca, che apprende a pregare da Ges stesso, che prega al suo

    fianco, e da Maria, che unisce le sue preghiere a quelle del suo

    Sposo. Il Santo introdotto nel santuario dei due Cuori di Ges e di

    Maria da cui attinge luce, calore e vita, divenendo in tal modo il loro

    discepolo pi perfetto e, dopo Ges e Maria, il nostro pi grande

    Maestro.

    (Meditazione del Can. don Paolo Bonaccia, 1838-1894)

    O silenzio di Nazareth, insegnaci il raccoglimento,linteriorit, il bisogno e il valore della riflessione,

    dello studio, della meditazione, della vita interiore,della preghiera che Dio solo vede nel segreto

    (Paolo VI)

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    La Santa Famiglia, Modello di nascondimento- La vita nascosta di Ges -

    Chi vuole meditare il Modello perfetto della vita nascosta venga a Nazareth. Na-

    zareth significa nascondimento e Nazareno vuole dire appartato. Niente di pi ap-

    propriato in ordine alla vita che la Santa Famiglia vi trascorre per molti anni.

    Il Verbo eterno, disceso dal trono della gloria celeste per assumere la

    nostra umanit, predilige il nascondimento. Prima della nascita Egli si cela per

    nove mesi nel grembo materno, e cos il chiostro verginale di Maria racchiude

    Colui che n la terra, n il mare, n i cieli possono contenere. Neonato, si cela in un

    corpicino infantile e strette fasce cingono Colui che stringe in pugno luniverso.

    Poco dopo la sua nascita, Egli attraversa luoghi solitari per fuggire alla ferocia di un

    re che lo per-seguita, recandosi in Egitto in cerca di una dimora in cui rifugiarsi e vi

    trascorre al-cuni anni, inosservato e sconosciuto. Fanciullo, ritorna nella sua stabile

    dimora, la Casa di Nazareth, per continuare la sua vita di nascondimento fino ai

    trentanni cir-ca det.

    Mistero ineffabile! Leterno Padre stabilisce per lui solo trentatr anni di vita

    terrena e, di questi, circa trenta di vita oscura, nascosta! Solo una volta,

    allet di dodici anni, a Ges concesso di far rifulgere allesterno un momentaneo

    ba-gliore della sua gloria e della sua sapienza al Tempio con i Dottori della Legge;

    per il resto: silenzio, solitudine, nascondimento.

    Qui la mente umana si confonde, incapace di penetrare gli oscuri decreti divini

    Tuttavia, anche se lintelletto non giunge a comprendere le divine disposizioni, pos-

    siamo concludere con certezza che in tale nascondimentodeve essere celato un

    grande tesoro, se lUomo-Dio tanto lo desidera!

    A Nazareth, a Ges basta lunione con il Padre celeste: nullaltro gli resta

    da desiderare. Quando nel nascondimento Egli ha il suo eterno Padre, Egli

    ha tutto; e anche se dovesse prolungare la sua vita nascosta in perpetuo, nulla in per-

    petuo gli mancherebbe... Altissimo insegnamento per tutti! Chi si discosta dalle

    creature, simmerge nel Creatore. La vita nascosta non mai fonte di noia; pi

    si gusta, pi aumenta il desiderio di assaporarla, poich Dio stesso si cela nel

    na-scondimento ed Egli non solo basta a chi lo cerca, ma sovrabbonda

    infini-tamente.(Meditazione del Can. don Paolo Bonaccia, 1838-1894)

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    La Santa Famiglia, Modello di nascondimento- La vita nascosta di Maria SS. e di S. Giuseppe -

    Se il Figlio nascosto, nascosta deve essere anche la Madre. La copia non pu

    essere dissimile dalloriginale e copia perfettissima Maria, che ritrae con perfezio-

    ne somma Ges.

    LImmacolata non conobbe che il nascondimento. La sua bellezza

    celestia-le fu nota unicamente agli Angeli, affinch essi lammirassero, e a

    Dio, cos che Egli se ne compiacesse.

    Proclamata Madre del Salvatore promesso, dove la scorge lAngelo messag-gero? Intenta a pregare il suo Dio, nel nascondimento di una stanza appartata. Se-

    greto il colloquio, segreto lannuncio, segreto il consenso, segreto il patto stipulato

    fra Cielo e terra, segreto il compimento del grande Mistero. Tutto copre il velo del

    nascondimento.

    Maria diviene poi Madre felice, anzi la pi felice fra tutte le donne. E come si

    svolge la sua vita di Madre? Nel nascondimento pi profondo: nascosta in

    Egitto, nascosta soprattutto a Nazareth, la sua vita trascorre solo con il Figlio

    Ges e con il suo Sposo verginale Giuseppe, totalmente lontana dal mondo...

    ... Anche lanimo di Giuseppe ricco del pi alto nascondimento. Non vi stata

    esistenza pi nascosta di quella condotta dal santo. Chi mai lo conobbe nei

    giorni della sua esistenza terrena? Chi lo vide? I sassi della grotta di Betlemme, le

    solitudini dellEgitto, lo spazio angusto della Casetta di Nazareth: essi solo lo co-

    nobbero.Giuseppe il santo pi eccelso, ma al tempo stesso pi nascosto. Con gioia

    si rinuncia ad ogni considerazione umana quando si ha quella del Re e della

    Regina delluniverso. Egli non fu conosciuto da altri che da Ges e Maria, e

    ora in Cielo il pi vicino ad entrambi.

    ... O Famiglia Nazarena, si ritorni presto alla tua scuola, si formino le

    fami-glie al tuo magistero, si riformi il mondo sul tuo modello!

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    (Meditazione del Can. don Paolo Bonaccia, 1838-1894)

    La Santa Famiglia, Modello di silenzio

    Nazareno significa appartato, separato dagli altri e consacrato pienamente aDio. Come ben conviene questo nome a Ges, Maria e Giuseppe, la cui Casa

    dimora di ritiro e di solitudine! Gli Angeli che difendono questo luogo santo ne

    tengono lontano ogni mormorio o clamore mondano che possano turba-

    re il raccoglimento dei fortunati abitatori.

    Perch la Santa Famiglia ama il ritiro? Perch coltiva il silenzio? Perch

    parla di rado, pronunciando solo parole indispensabili e frasi discrete, bre-

    vi, misurate, molto avvedute? Non solo per offrire un nobile esempio di pru-denza nelluso della lingua ma, ancora e specialmente, per consacrare tutto

    il tempo allorazione.

    O Famiglia benedetta, le cui tre labbra non pronunciarono mai una sola

    parola spiacevole: chi non sinnamorer di te?

    O Casa Nazarena, piccola di spazio, ma illimitata per grazia; povera alloc-

    chio profano, ma inestimabile allocchio divino; delizia di Dio; secondo Para-

    diso terrestre, inaccessibile al serpe maligno; granaio mistico in cui Ges, Mariae Giuseppe radunarono la messe infinita dei loro meriti; fontana perenne che

    arricchisti e arricchirai ancora la nostra Chiesa con le acque salvifiche dei tuoi

    favori: quando spanderai queste tue ricchezze sulle case cristiane?

    Le nostre famiglie, o Ges, Maria e Giuseppe, assomigliano purtroppo

    al campo seminato dal pigro, dove non spuntano che povere ortiche e spi-

    ne pungenti. Volano i giorni sulle nostre case per inabissarsi nel mare delleter-

    nit, senza lasciare in esse alcuna traccia di bene e di santit. Case ridotte a spe-

    lonche, immagini del deserto!

    La vostra Casa Nazarena, al contrario, fu sempre un giardino

    delizioso. In ogni istante, esso produceva il suo fiore e portava il suo

    frutto.

    Intercedete per noi, o Ges, Maria e Giuseppe, affinch riscattiamo il

    tempo trascorso, operando incessantemente per il bene, cos che, per

    que-sta vita terrena ben spesa, ci doniate la beata vita immortale, e per il

    tem-po ci doniate leternit.

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    (Meditazione del Can. don Paolo Bonaccia, 1838-1894)

    La Santa Famiglia, Modello nel lavoro

    quotidiano

    Venne nel mondo Ges, crebbe negli anni e nellofficina di Nazareth la-

    vor, fatic, sud accanto al Padre verginale Giuseppe. Ogni goccia sulla

    fronte delloperaio divino era un olocausto di propiziazione che placava la

    giustizia del Padre ed attraeva la Misericordia celeste sulla terra. Ges

    lavor per noi, per santificare il nostro lavoro ed elevare ad un

    ordine soprannaturale le nostre fatiche che, offerte al Cielo con retta

    inten-zione e sublimate dalla grazia di Cristo in virt delle sue,divengono per noi fonte di merito e di ricompensa eterna.

    ... Come Ges, nonostante fosse Dio, volle assoggettarsi alla fatica, si-

    milmente Maria, bench Madre di Dio, nella Casa di Nazareth esercit

    ogni virt domestica, santificando incessantemente il suo lavoro.

    ... San Giuseppe, poi, era un operaio infaticabile... Sii benedetto, o Giu-

    seppe, che fosti costituito dallEterno Padre quale sostegno della sua Casa!

    Benedetto il pane del tuo sudore, che ci conserva Ges, Pane vivo disceso

    dal Cielo! Benedetta la tua laboriosit, che nutr il Redentore e la Corre-

    dentrice del mondo!

    ... O Ges, Maria e Giuseppe, quale sublime scuola doperosit e di fa-

    tica ci donate nella vostra Casa di Nazareth! Gli atti del vostro spirito si

    avvicendano con le opere delle vostre mani poich, mentre lavorate col

    corpo, con lo spirito abitate continuamente in Cielo. Quanto fu santala vostra fatica, offerta incessantemente a Dio; quanto utile al

    mondo, sia per lesempio che ci donavate, che per le benedizioni che

    ottene-vate per lintero genere umano!

    ...Tutto a Nazareth ordinato a Dio, centro di tutti i pensieri, sta-

    bile riposo di tutte le vicende della vita... Attingi, anima cristiana, attin-

    gi continuamente allo spirito della Casa Nazarena: eleva le tue occupa-

    zioni allordine soprannaturale e troverai in esse una sorgente di gau-dio ed un inestimabile tesoro di virt.

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    (Meditazione del Can. don Paolo Bonaccia, 1838-1894)

    La Santa Famiglia, Modello di umilt

    Lumilt la base pi solida e sicura della santit, la madre e la

    maestra della perfezione, la chiave di volta delledificio spirituale.

    O santa Casa di Nazareth, tu sei davvero la reggia dellumilt cristiana!

    Cosa vi in te che non predichi questa regina delle virt? La profondissima

    sottomissione di Ges, laltissima umilt di Maria, il mirabile abbassamento

    di Giuseppe colmano di stupore e annientano ogni vanagloria...

    ... In ogni pietra di Nazareth scritto:Imparate da me, che sono umile dicuore! In questa dimora, infatti, Colui che ammirato dagli Angeli ignoratodagli uomini; la Verit, che fa gioire i Cieli, sconosciuta al mondo.

    ... La Vergine, poi, vince in santit ogni altra creatura, poich tutte le crea-

    ture Ella sorpass in umilt. La parola pi cara al suo labbro quella di an-

    cella:Ecco lancella del Signore! Ella si abbass pi dogni altra creatura e il

    Creatore, pi che in ogni altra, in Lei si compiacque; fu esaltata sopra i Cieli,

    poich discese fino agli abissi.... San Giuseppe ritrae pi dogni altro, dopo la Vergine, lumilt del Naza-

    reno. Eppure Egli tanto grande dinnanzi a Dio! La sua grandezza poggia

    sullumilt di Cristo, di cui imitatore perfetto.

    Anima cristiana, non ti invaghire delle opere clamorose, in cui sovente

    si annidano vanit e orgoglio, ma innamorati delle azioni sante,

    compiute nellumile nascondimento, dove celata la vera virt... Quanto

    pi gran-de sei, tanto pi devi abbassarti: cos troverai grazia presso

    Dio e non subirai mai le cadute dei superbi... Misera, se in ogni cosa non

    ripeti di cuore:Io sono un servo inutile.

    (Meditazione del Can. don Paolo Bonaccia, 1838-1894)

    Era loro sottomesso: era obbediente a Maria e a Giuseppe.

    Ecco tutto!

    Ges si umiliato, bench ripieno di gloria, e noi perch insuperbire,noi, che per umiliarci avremmo bisogno solo di conoscerci,

    di conoscere il fondo di miseria che abbiamo dentro?(Beato Giuseppe Nascimbeni)

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    La Santa Famiglia, Modello di povert

    Ges Cristo - venuto in terra per insegnare agli uomini a cercare i benicelesti, distaccandosi da quelli terreni - impart loro un sublime insegnamento,

    scegliendo una vita estremamente povera. Quel Dio che bont infinita, da cui

    proviene ogni bene in Cielo e in terra, senza del quale nulla sussiste, venne in

    questo mondo privo, bisognoso di tutto, senza ereditare da esso il pi piccolo

    bene. Da Betlemme allEgitto e dallEgitto a Nazareth, la povert lo

    accompagn quale sposa inseparabile. Non gli sarebbero mancate comodit e

    ricchezze, se le avesse volute, ma Cristo abbracci la povert con amoreimmenso.

    ... Maria Vergine, la Madre di Ges, sorpass ogni creatura nellimitazione

    della povert del Figlio. Tuttavia, nella Vergine non tanto importante con-

    siderare la povert del corpo, quanto quella del cuore. Maria fu la grande po-

    vera di spirito: il suo sguardo non sfior mai le vanit del mondo, il teatro

    dei beni terreni non fu fonte per lei del minimo affetto o desiderio.

    ... Giuseppe, quale discendente della famiglia di Davide, poteva aspirare al

    trono dei suoi padri. La Provvidenza, invece, lo fece nascere in povert. Giu-

    seppe non se ne lament, anzi, ne gio in cuor suo, perch pi libero di consa-

    crare tutto se stesso al Signore.

    ... Anima cristiana, spogliati delle tue cose, spogliati di te stessa! Meno

    possiedi e pi ricca sei, perch hai Dio e i suoi doni spirituali. Un cuore

    vuoto della terra pieno del Cielo, e quanto pi progredirai nello spirito dipovert, tanto pi sarai pronta per il Paradiso.

    (Meditazione del Can. don Paolo Bonaccia, 1838-1894)

    O Verbo eterno,

    ti fai vedere tra noi da povero dentro una bottegaDimmi, c altro da inventare per farti amare?

    (SantAlfonso M. de Liguori)

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    La Croce di Cristo, da Nazareth al Golgota

    Lintera vita di Cristo fu immolazione infinita sullaltare della giustizia del Pa-

    dre per la Redenzione del genere umano.

    Non appena concepito a Nazareth, dal chiostro verginale di Maria Egli

    esclama:Io sono la grande Ostia, perci ho assunto un corpo atto a patireGes comincia da allora il suo cammino mortale, cammino di sofferenze in-

    finiteA Betlemme, poi, Egli non soffre come un neonato comune, che non com-

    prende ancora di patire, ma come Colui che tutto intende perfettamente, perch

    gi in possesso dellintera ragione

    Da Betlemme, quindi, fugge in Egitto: ecco una nuova messe di patimenti

    nella fuga, nel viaggio, nella dimora in terra straniera. Quale amaro spettacolo:

    Egli, Verit eterna, fra le statue di divinit pagane bugiarde!

    Ges torna, infine, dallEgitto a Nazareth e qui gode un po di pace, ma una

    pace amarissima, perch contristata dalla triste prospettiva del futuro.

    La visione del Calvario gli si pone sempre innanzi...

    Lo specchio dellingratitudine umana, che si estende di generazione in

    generazione, muove continui assalti al suo Cuore; sovente piange

    sullinu-tilit della sua sofferenza per molti, sospira per laccecamento e la

    durezza di tanti popoli...Quante volte il suo Cuore avr percepito le nostre empiet! E le spine

    che lo circondano, che altro sono, se non questo?

    Anima cristiana, tu sei chiamata a seguire da vicino lUomo-Dio coronato

    di spine. Il nostro patire, infatti, ci avvicina a Lui che, posposta ogni gioia, scelse

    la mortificazione.

    Nel mondo, invece, si soffre con ira, rancore, rabbia; spesso la sofferenza di-

    viene disperata poich non si sa o non si vuole soffrire con Cristo. Mistero della Croce, quanti pochi ti comprendono!

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    (Meditazione del Can. don Paolo Bonaccia, 1838-1894)

    La Croce della Famiglia Nazarena

    Non vi casa senza croce e membro della famiglia che non abbia la sua. Misera

    sarebbe quella dimora da cui la croce fosse bandita. Nella Casa di Nazareth essa

    torreggia pi alta che altrove, poich le tre grandi anime di Ges, Maria e

    Giuseppe divennero tali patendo.

    Per Ges, la Croce fu innalzata subito dopo la nascita: a Nazareth, poi, si

    perfezion di giorno in giorno, finch sul Golgota fu consumato lolocausto.

    Chi pu dire quante lacrime sparse Ges per noi nella sua vita nascosta? Chi punarrare quanti sospiri e gemiti egli emise in quei trentanni? Limmensa tela dei

    nostri peccati gli si poneva innanzi ad ogni istante, riscuotendo dal suo petto il

    tributo del dolore...

    Ma Ges esult grandemente nel percorrere la via di sacrifici sempre mag-

    giori e, poich pi dogni altro amava i suoi genitori Maria e Giuseppe, cos

    pi da vicino li fece partecipi della sua sofferenza e, quali due primi e princi-

    pali rami, li innest al tronco della sua Croce.Appena, infatti, Maria disse:Io sar la Madre del Redentore, dovette anche dire:

    Io sar la Madre dellUomo dei dolori. Ella, che conosceva profondamente leScritture, contemplava in esse le pene predette al Redentore: Isaia,

    Geremia, Davide, i Profeti... La Vergine era gi vittima, vittima di dolori

    annunciati...

    Alle profezie, poi, segu presto la realt: per lei Betlemme, lEgitto, Nazareth

    furono monti di mirra, salite dolorose che dovevano condurla alla vetta pialta e pi penosa: il Calvario...

    A Giuseppe accadde come a Maria: mentre fu innalzato a grandi onori,

    fu anche destinato a grandi dolori. Pericolo di morte, esilio, afflizioni, fatiche

    in-cessanti! Quali fascio di croci grav su di lui in segno del suo amore!...

    O Ges, Maria e Giuseppe, in virt dei sacrifici da voi patiti nella vita nascosta, in-

    tercedete affinch le nostre famiglie sopportino con merito e con rassegnazione

    quelle croci che la Divina Provvidenza vorr mandare; fate che i membri di ogni

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    casa cristiana, specchiandosi in voi, sentano pi leggere le loro tribolazioni e, dopo

    aver seminato in questa vita nelle lacrime, raccolgano in Cielo nella consolazione.

    (Meditazione del Can. don Paolo Bonaccia, 1838-1894)

    Maria, la Madre dei dolori

    Ges fu chiamato lUomo dei dolori, eMadre dei dolorivenne chiamata

    Maria. In Cielo era decretato che alla salvezza del mondo non si potesse per-

    venire che per la via del dolore, per mezzo di unamara espiazione. Ges doveva

    ottenerla con loblazione di se stesso alla giustizia del Padre, e Maria - la pi vicina a

    Ges in quanto sua Madre - doveva essere pi dogni altro partecipe alla Reden-zione. Di Ges fu scritto: Fu necessario che Egli patisse. Dunque, fu

    altrettanto necessario che patisse anche Maria.

    Nessuno pu, tuttavia, comprendere a pieno il martirio di questa Vergine,

    non solo sotto la Croce, dove ella si consum, ma anche durante la sua vita,

    in cui dal dolore mai fu separata. Solo quel Dio che conosce a pieno la dignit e

    la santit di Maria pu intendere pienamente anche gli abissi profondi del suo

    dolore.... O Calvario, quale ombra cupa gettasti su Nazareth, sullEgitto, su Be-

    tlemme, sugli anni vissuti dalla Vergine! La sua mente fu sempre funestata da

    ta-le visione; limmaginazione perennemente turbata da una simile sventura; il

    cuore sempre oppresso da strette di morte; i sentimenti delicatissimi perpetuamente

    turba-ti dalla mostruosa ingratitudine degli uomini.

    Dopo Ges, dobbiamo dunque ammirare nella Vergine la vittima subli-

    me, immolata a vantaggio dellumanit perduta, a causa del peccato.Eppure, Maria, vittima nobilissima, sopport con somma pazienza,

    fortez-za e rassegnazione lardua prova.

    ... Anime afflitte, non sapete che tutti dobbiamo patire? Che proprio del cri-

    stiano patire cose grandi? Lalbero non si consolida se non alle scosse frequenti

    del vento di tramontana poich, piegato da esse, mette radici pi profonde; sono

    piante ben fragili quelle che crebbero in un luogo tranquillo...

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    Beata quellanima che accoglie mitemente nel cuore queste trafitture e ne

    forma il suo fascio di mirra: essa imita la vita della Vergine nella Casa

    Nazarena.

    (Meditazione del Can. don Paolo Bonaccia, 1838-1894)

    Maria e Giuseppe, i perfetti adoratori

    Maria e Giuseppe furono i primi veri adoratori in spirito e verit,rendendo un omaggio dei pi graditi allAltissimo... Mirabile intimit

    dunio-ne era quella di Nazareth, un vero Paradiso in terra!

    La Vergine santissima, nella sua umile vita domestica, era ammirabile.

    Sapeva di dover preparare la Vittima per il sacrificio... Quale martirio! Ep-

    pure, Ella adorava e offriva, accettando amorosamente anche le pi

    croce-figgenti permissioni divine... Quale compiacimento prendeva la SS.

    Trinit nellanima di Maria!Dopo ladorazione di Maria SS., il Signore non potr pi ricevere

    dalla terra adorazioni pi perfette di quelle di San Giuseppe , tanto che

    lo si potrebbe considerare a ragione come padre e suscitatore della schie-

    ra degli adoratori. Il divin Padre, a quel suo vero adoratore in spirito e

    verit, comunic di s una conoscenza ineffabile. Gli fu data una pene-

    trazione e comprensione dei misteri divini tale, da fargli vivere la pi alta

    vita di grazia e di unione con Dio... Questo umilissimo e caro santo eccel-le ora nella gloria sugli altri eletti. In lui spiccano le virt caratteristiche del

    vero adoratore: umilt, silenzio, annientamento. Lo si vede assorto in

    unesta-si di ammirazione, come tante volte lo fu anche in terra, quando gli

    era dato dintuire le grandezze e la sublimit dei tesori che aveva in

    custodia. Tutto in lui perfezione di grazia e, come unarmoniosissima

    arpa, eleva delle mirabili armonie alla Santissima Trinit, che tanto di

    lui si compiace... Che bel Magnificatcanta al suo Dio!

    Lesempio della Sacra Famiglia ci conforti

    a portare pazientemente le nostre amarezze(Beato Pietro Bonilli)

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    ... Fino alla fine dei tempi, lEucaristia avr nella divina Madre e in San

    Giuseppe degni adoratori in rappresentanza di tutta lumanit. Entram-

    bi, vicinissimi al SS. Sacramento, gli rendono un omaggio di adorazione

    che supplisce a tutte le nostre deficienze.

    Noi, annebbiati da tanta ignoranza, non potremmo rendere a Ges unomaggio di adorazione perfetta, e sempre, quando ci poniamo dinanzi al

    SS. Sacramento solennemente esposto, dovremmo intendere di unirci

    a questi adoratori perfetti.

    (Meditazione della Serva di Dio Madre Maria Costanza Zauli, 1886-1954)

    La Casa di Nazareth, tabernacolo eucaristico

    Soavissimo, il periodo della vita della Santa Famiglia di Ges, Maria e

    Giuseppe in Nazareth! LAdolescente, che andava gradatamente manife-

    stando i suoi tesori di sapienza e di grazia; la sempre pi intima fusione di

    anime fra la Madre e il Figlio; la luminosa santit di San Giuseppe... Quale

    anticipo di beatitudine in quella vita silenziosa e nascosta!

    ...La Madonna stata la prima vera adoratrice in spirito e verit.

    Nessunaltra creatura potr mai essere in grado di rendere allAltissimoomaggio gradito quanto il suo, perch nessuno potr avere di Dio la cono-

    scenza che ne aveva Lei, n amarlo come Ella lo amava...

    ...Quale rispettoso amore, che vita celeste fra quei due santi Sposi! Maria

    amava e stimava il suo fedele Custode; ammirava la sua purezza e le virt

    delle quali lo vedeva ornato... Ladorazione di quei due Cuori puri atti-

    rava benedizioni e grazie su tutta la terra.

    ...Quegli anni Nazareni furono la solidissima base per ledificio di quellavita di perfezione che si sarebbe poi vissuta nella Chiesa. Ma gli adoratori

    del Santissimo Sacramento nulla hanno da invidiare alla Santa Fami-

    glia di Nazareth! Ad essi il Divin Padre ha affidato lo stesso Tesoro che

    affid a Maria da custodire ed adorare.

    ... Sul globo terrestre, infatti, una sola Luce rimane, capace di

    fugare le tenebre: il SS. Sacramento. LEucaristia forma come una

    bellissima regione di candore, ove col Figlio di Dio possono permanerele anime fedeli, sotto il compiacente sguardo dellAltissimo... E il

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    mondo dovr fi-nalmente comprendere a chi deve lo scampo

    dallestrema rovina...

    (Meditazione della Serva di Dio Madre Maria Costanza Zauli, 1886-1954)

    Veniamo a Lui!

    Tutte le creature, nessuna eccettuata, dovrebbero prostrarsi in estasi dado-

    razione e di riconoscenza davanti allEucaristia, miracolo continuo dellamo-

    re divino che n Socrate, n Platone, questi grandi, che tra gli antichi pagani

    meglio intuirono lidea di Dio, non avrebbero mai nemmeno potuto imma-

    ginare con la loro mente sublime... Ostia santa, adorabile, di pace, di pro-

    piziazione e damore!

    Ges Eucaristia si rinchiude, si nasconde; ma dalla sua misteriosa prigioneinvita le anime a Lui... E qui, davanti a Ges Eucaristia, che noi impariamo

    la scienza sublime dellamore; qui, che arriviamo a conoscere il nostro nul-

    la, la nostra miseria, le nostre piaghe e le nostre brutture, ma insieme anche la

    nostra grandezza dessere suoi, suoi figli amati e benedetti... E qui, dinanzi a

    Ges, che lo spirito prova il bisogno immenso di staccarsi da tutto e fin da se

    stesso, per poter penetrare nei misteri del Cuore di un Dio, fatto Ostia per

    solo amore delle sue creature... E qui, che tutto ci che spaventa si accetta,tutto ci che fa piangere ci fa lieti e contenti... E qui, dove si riempie il vuoto

    desolante che sente talvolta questo nostro povero cuore, quando non sa

    trovare alimento damore; quando il Dio Crocifisso, unico nostro modello e

    conforto, sembra disceso dalla sua Croce, che ci offre nuda, fredda, pesante...

    E qui, dove veniamo a trovare la forza nella via del sacrificio, la costanza nel

    duro lavoro, il calore e la vita...

    Veniamo, dunque, a visitare Ges; veniamo a imparare come si deve ama-re, pazientare e soffrire; veniamo a trovare la nostra vita e quella luce che ci

    Rivestito di umana carne era il Salvatore.

    Quellannientamento portava il segreto della grandezza,

    doveva disperdere lumano orgoglio.

    Egli doveva essere il vincitore di satana

    ed essere Egli, Pane di vita, la saziet dei suoi fedeli

    (Servo di Dio don Dolindo Ruotolo, 1882-1970)

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    necessaria lungo il cammino... Veniamo a domandargli tutte quelle grazie che

    Egli sempre desideroso di concedere, e ci sentiremo di poter continuare nel-

    la via della perfezione con nuovo ardore, con pi costanza...

    Veniamo a Lui sempre, e sempre per puro amore, n ci stanchiamo

    di stare con Lui, specialmente quando pi abbandonato e disprezzato,senza riguardo alle nostre pene; ed Egli sar ancora pi divinamente

    benefico con noi, ci assocer ai suoi dolori, alle sue tristezze, alle sue

    umiliazioni... e alle sue ineffabili gioie divine.

    (Meditazione del Beato Pietro Bonilli, 1841-1935)