Mt. 4,1-11 Le tentazioni di Gesù · 2020. 3. 4. · Mt. 4,1-11 1 Le tentazioni di Gesù 5 - Spesso...
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Mt. 4,1-11
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Le tentazioni di Gesù
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Spesso il brano è presentato con un’immagine terrificante di “Satana”. Dalle risposte e dall'atteggiamento di Gesù nei confronti di “Satana”, possiamo dedurre che lo scontro tra Gesù e “Satana” è in realtà l'affrontarsi di due mentalità. Il brano è collocato dai tre sinottici, tra il Battesimo di Gesù e l'inizio del ministero pubblico.
Matteo, costruisce il brano sullo sfondo delle prove del popolo nel deserto durante
l’esodo.
Mt. 4,1 con Dt. 8,2-3 Mt. 4,2 con Es. 34,28 ; Dt. 9,9 Mt. 4.4 con Dt, 8,3 Mt. 4,6 con Sal. 90 11,12 Mt. 4,7 con Dt. 6,16 Mt. 4,8 con Dt. 34,1 Mt. 4,10 con Dt. 6,13 Mt. 4,11 con Es. 11,14 ; Dt. 32,11 ; Sal. 91,10-11
Prove di Cristo del Botticelli nella Cappella
Sistina
Luca Signorelli – Cappella di San Brizio, Orvieto dettaglio anticristo
• 1. L’INCONTRO
• Gesù si incontra con satana. Il Vangelo ne dà
notizia come se fosse una nuova da lungo tempo in
programma: una visita attesa; una visita che
potremmo dire comune.
• Qualcuno ha detto che questo è l’incontro delle
due maggiori intelligenze del mondo. Un colloquio
degli unici due veramente grandi.
• Ma di questo incontro difficilmente potrà
dimenticarsi il mondo intero, religione o letteratura
che sia. Invero, ogni nostro colloquio non è che lo
svolgimento di ciò che ora si diranno questi due
personaggi.
• 2. TEMI.
• I temi del dialogo sono risaputi. È la storia del
mondo in discussione, di cui i due Protagonisti
sono i soli competenti: arbitri, manovrieri di tutte le
volontà umane.
• Il loro dialogo non è neppure un dialogo, è un
duello senza risparmio di colpi, atroce, condotto
con la più raffinata arte; le loro parole scintillano
come spade; e la vittoria, per fortuna, è tenuta
sempre in pugno dal Digiunante. Sono i tre «no»
di Cristo a segnare la vittoria.
• Da allora sarà vittorioso chiunque sappia dire di no
alle tre seduzioni universali: le stesse per cui
ancora e sempre si combatte. Tentati tutti di
soccombere, sorpresi a causa della lunghezza più
che millenaria della lotta; affascinati dalla
lucentezza delle proposte, per cui siamo spinti
quasi ad accettare, e mutare schieramento e
padrone. (D.M. Turoldo)
• Stiamo affrontando un tema non facilmente
esauribile. Abbiamo bisogno di ritrovarci a riflettere
fin quando è necessario. È un argomento da far
tremare chiunque.
• 3. IL TENTATORE. Satana: il contraddittore, l’avversario,
l’insidiatore.
• Ora vagabondo, e viandante perpetuo. Diavolo, cioè il
disgregatore, il calunniatore, l’accusatore. Ipostasi
dell’odio che divide e che spezza.
• L’essere che soffre dell’esistenza del bene e dell’armonia.
Infine il demonio: l’ossessione nera, la presenza
dell’incubo, la potenza antirazionale, liberticida.
• Colui che eleva il relativo alla dignità di assoluto; questo
elevare verità penultime come se fossero ultime;
asservimento della vita a una condizione idolatrica.
• 4. LA TENTAZIONE.
• Non è lo scandalo è neppure, genericamente,
l’incitamento al male. Si tratta di una potenza in
azione. Una potenza all’opera con l’intenzione
precisa di spezzare, separare.
• Tentare, “provare” una cosa o persona, quasi per
saggiarne la resistenza.
• Il tentatore per eccellenza cerca di separare
Gesù dal progetto del Padre. Messia sofferente,
umiliato, rifiutato.
Introduzione (2) Mt. 4,1-11
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Le tentazioni di Gesù
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Gesù nel Battesimo ha accettato di manifestare il volto di Dio nell'amore; come risposta, il Padre gli ha donato il suo Spirito. E’ lo stesso Spirito che spinge Gesù a scontrarsi con tutte le false aspettative dell'epoca riguardo la figura del Messia.
Matteo non specifica quale sia il deserto; l’indicazione è quindi teologica. Richiama l'Esodo del popolo ebraico verso la terra promessa. Il deserto era anche il luogo classico in cui si riunivano coloro che, mossi da pretese messianiche, aspiravano ad impadronirsi del potere . Gesù nel deserto inizia, un nuovo esodo; non da una zona geografica ad un'altra, ma dall'egoismo all’amore. In Gesù rivive la storia del popolo d'Israele che, dopo la liberazione dall'Egitto, nel deserto è messo alla prova da Dio per vederne la fedeltà. In questo caso, le prove non provengono da Dio, ma è Dio che è tentato dal diavolo.
Il digiuno di Gesù non è un digiuno religioso. Matteo specifica che il digiuno durò anche quaranta notti, oltre che quaranta giorni, proprio per indicare che Gesù non faceva il digiuno religioso che iniziava all'alba e finiva al tramonto. Matteo mette in parallelo Gesù con Mosè, che prima di ricevere da Dio la Legge sul Sinai digiunò quaranta giorni e quaranta notti (Es. 34,28 ; Dt. 9,9-11). il "digiunare" di Matteo indica una esperienza di pienezza di Dio da parte di Gesù il cui "nutrimento" è nella sua Parola che riempie la vita. Allo stesso modo, la "fame" di Gesù non va intesa in senso fisico, ma come desiderio di Gesù di cibarsi di quanto proviene da Dio e di poter comunicarlo agli altri.
Prima tentazione Mt. 4,1-11
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Le tentazioni di Gesù
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Prima Tentazione: “USA LE TUE QUALITA’ A TUO ESCLUSIVO VANTAGGIO”
Il personaggio prima indicato come "diavolo“, ora è indicato come "tentatore". “Tentare" o "tentatore" sono termini che Matteo attribuisce ai farisei, ai sadducei e agli scribi. Il “diavolo” non è tanto uno “spiritello”, ma si ritrova nell'esistenza di Gesù nei personaggi sopra citati, all'esterno del gruppo, e nei discepoli stessi all'interno. L'espressione "Se sei figlio di Dio" non vuole esprimere un dubbio. Gesù è già stato riconosciuto come Figlio di Dio nel Battesimo; andrebbe tradotto, "poiché sei“. La tentazione è: “visto che sei Figlio di Dio trai vantaggio da questa condizione e fa che questi sassi, possano saziare la tua fame, possano dare il significato alla tua vita”.
La prima tentazione richiama l’episodio della manna nel deserto. Dio donò la manna come segno di garanzia della sua fedeltà al popolo, ma esso non ci credette. Secondo la tradizione, nel tempo messianico era attesa una nuova manna, e ora la tentazione di Gesù è la stessa vissuta dal suo popolo.
Per il tentatore, il pane serve per salvare se stesso e la
propria vita; Gesù, invece,si farà lui pane, per donare la propria vita e salvare quella
degli altri
«Fai sazio un uomo ed egli sarà disteso ai tuoi piedi».
- Fino a che punto la grazia
governerà la mia volontà, e
fino a che punto la mia
volontà è autonoma?
- Cosa possiamo dire di
questi nostri sensi sempre
affamati?
- Lo stesso asceta, quando
può dire di sentirsi
perfettamente sicuro e al
comando delle sue passioni?
Seconda tentazione Mt. 4,1-11
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Le tentazioni di Gesù
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Seconda Tentazione: “COMPI SEGNI PRODIGIOSI: LA GENTE L’ASPETTA”
L’invito del diavolo a buttarsi di sotto, è fatto citando il Salmo 81, dove il giusto era invitato ad aver fiducia nella provvidenza e protezione di Dio. Con questa citazione, “Satana” si dimostra un ottimo teologo e conoscitore della scrittura; esattamente come gli scribi e i farisei, avversari di Gesù. La tradizione religiosa credeva il messia si sarebbe manifestato sul pinnacolo del tempio. Si aspettava un intervento prodigioso da parte di Dio. “Satana” invita Gesù di fare il "miracolo“, e la gente capirà che è il Messia.
Gesù non ritiene di essere un prestigiatore. Non crede di essere stato chiamato a sbalordire le persone, ma a convertirle. Anche se Dio non abbandona i suoi figli, ciò non significa che egli sia disposto ad approvare anche le operazioni insensate ed inutili Gesù rifiuta di fare quello che la gente si attende, rifiuta la manipolazione della Scrittura e, soprattutto, rifiuta un Dio che si manifesta attraverso segni di potere. "Non tentare il Signore Dio tuo", significa mantenere la fedeltà alla Parola di Dio, essere in sintonia con il Padre, senza tentarlo, cioè costringerlo a fare qualcosa perché dimostri che mi ama. “Tentare Dio” significa forzarlo ad agire senza motivo. La stessa tentazione sarà rivolta a Gesù dai farisei, scribi, gli anziani e dal popolo sulla croce (Mt. 27,42b-43)
È proprio sulla vetta del tempio che
si gioca direttamente contro Dio.
Cristo tentato su Dio; sul servirsi
dei valori della fede, ai fini della
irrazionalità e del negativo.
È la tentazione
dell’assedio allo
spirituale,
dell’invasione dello
spazio dell’anima.
Prima si trattava appena
dell’economico, ora è il
mondo dello spirito che
è aggredito; come, con
la terza, l’aggressione
sarà circa il politico.
Sotto di loro c’è il vuoto. L’uomo
solitamente vince il vuoto col
ragionamento e con una pazienza
riflessiva che lo domina,
riducendolo alla sua misura
umana. Costruisce i ponti, le scale,
le architetture idonee al suo passo.
Invece satana chiede a Cristo di
rifiutare tutti questi sussidi mediocri
e comuni; gli chiede di buttarsi di
sotto abbandonandosi al miracolo,
SERVIRE A DIO O
SERVIRSI DI DIO?
Terza tentazione Mt. 4,1-11
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Le tentazioni di Gesù
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L’ultima tentazione ha come luogo il “monte”, l'abitazione della divinità, definito "molto alto". Nella cultura dell'epoca, ogni persona che deteneva una qualunque forma di potere si riteneva di “condizione divina”. Il re, il faraone, l'imperatore. Il “diavolo” presenta a Gesù tutti i regni del mondo, espressione del dominio satanico perché forme di sopraffazione di un popolo sull’altro.
Terza Tentazione: LA TENTAZIONE DEL POTERE
Gesù, manifesterà la sua figliolanza divina non nel potere e nel dominio, ma nell'amore e nel servizio. L’evangelista qualifica quanto riguarda il potere, la gloria, il dominio, il prestigio, la ricchezza come “satanico”. Gesù mostra che il vangelo non ha bisogno di potenza per affermarsi, meno ancora dell’appoggio dei regni della terra. Gesù “caccia” “Satana” con le parole che erano il "credo“ del popolo d'Israele (Dt. 6,13). Gesù si rifiuta di adorare il potere e si rimette al Dio che lui ha conosciuto e che lo investito con lo Spirito nel Battesimo. In questo brano “Satana” chiede a Gesù di prostrarsi a lui, Gesù risponderà “vedendo satana che cade” (Lc. 10,18).
È il primo spettacolo per la
seduzione anticristiana. Quali
regni passavano davanti agli
occhi del Signore, quali
scenari? Perché di questi regni satana
non sa cosa fare; è il
possesso dell’uomo che lo
tormenta, la sua libertà, la sua
capacità di ricorso a un Altro
più grande di lui, questo il
dramma di satana: per ciò la
presente come ultima e più
sfacciata delle tentazioni.
Cristo perde la terra, ma salva la
libertà umana, e la sua libertà. Ora
il programma è tracciato, le linee
della nuova civiltà sono segnate:
vita come servizio divino; una vita
pertanto che verrà amministrata
dagli stessi cieli; al cui valore
perfino Dio si assoggetta, si presta,
si dona.
E così abbiamo la vera
definizione dell’uomo come
centro dell’universo:
dell’uomo che domina le
cose, non che serve alle
cose; e l’umanità che deve
scegliere fra i santi che non
posseggono nulla pur
avendo tutto, e il politico
che tutto possiede senza
nulla avere. Il santo che
serve da libero, il politico
che domina da schiavo.
Conclusione Mt. 4,1-11
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Le tentazioni di Gesù
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CONCLUSIONE Il “diavolo” lascia la scena per non ricomparire più nel Vangelo di Matteo. La sua azione sarà incarnata, all'esterno dagli scribi e i farisei, all’interno dai discepoli, in particolare da Pietro, l’unico definito da Gesù “Satana”. Gli “angeli”, segno della protezione divina, esercitano il loro servizio confermando la fiducia che Gesù aveva nel Padre. Le tentazioni sono tre, numero della completezza, e sono indicazioni valide per le comunità cristiane di tutti i tempi: sempre ci sarà la tentazione di usare le proprie capacità per emergere sopra gli altri.
Quando Gesù proporrà il Regno di Dio non parlerà
di ricchezza ma di condivisione, non di
prestigio ma di uguaglianza, non di
dominio ma di servizio.
Non è possibile proclamare il Regno dei cieli con i valori e le categorie
satanici della ricchezza, del prestigio e del dominio. Gesù denuncia ogni tentativo di farlo come tradimento
del disegno divino.
Le tre proposte del diavolo seduttore
sono quelle che ogni uomo di potere
conosce, accetta volentieri, e pratica
largamente
Il racconto delle tentazioni ci chiama al lavoro mai finito di mettere ordine nelle nostre scelte, a scegliere come vivere. Le tentazioni di Gesù sono anche le nostre: investono l'intero mondo delle relazioni quotidiane. La prima tentazione concerne il rapporto con noi stessi e con le cose (l'illusione che i beni riempiano la vita). La seconda è una sfida aperta alla nostra relazione con Dio (un Dio magico a nostro servizio). La terza infine riguarda la relazione con gli altri (la fame di potere, l'amore per la forza).
Accende in noi una fame di cielo: L'uomo vive di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Parola di Dio è il Vangelo, ma anche l'intero creato. - Se l'uomo vive di ciò che viene da Dio, io vivo della luce, del cosmo, ma anche di te: fratello, amico, amore, che sei parola pronunciata dalla bocca di Dio per me.
La seconda tentazione è una sfida aperta a Dio. «Buttati e credi in un miracolo». Quello che sembrerebbe il più alto atto di fede " gettati con fiducia! " ne è, invece, la caricatura, pura ricerca del proprio vantaggio. Gesù ci mette in guardia dal volere un Dio magico a nostra disposizione, dal cercare non Dio ma i suoi benefici, non il Donatore ma i suoi doni.
«Ed ecco gli angeli si avvicinarono e lo servivano». Avvicinarsi e servire, verbi da angeli. Se in questa Quaresima ognuno di noi volesse avvicinarsi e prendersi cura di una persona che ha bisogno, perché malata o sola o povera, regalando un po' di tempo e un po' di cuore, allora per lei sarebbe come se si avvicinasse un angelo, come se fiorissero angeli nel nostro deserto.
Nella terza tentazione il diavolo alza ancora la posta: adorami e ti darò tutto il potere del mondo. Il diavolo fa un mercato, esattamente il contrario di Dio, che non fa mai mercato dei suoi doni.
«Avete davanti la vita e la morte, scegliete».
Quello che deve ritenersi irrinunciabile in tutto il
gioco è la libertà della scelta, è la tua insostituibilità.
1. Stupore.
2. Ricerca.
3. Silenzio. Ascolto.
4. Preghiera.
5. Gratitudine. = Profondo torpore.
Tentati nella fedeltà alla relazione d’amore
con Dio e con il prossimo.