Giornalino2

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Il 17 marzo è festa nazionale in tutto Il Paese, perché si festeggia- no i 150 anni dell’Unita d’Italia. Vengono ricordate quelle persone che, tanti anni fa, sono morte per rendere libera la nostra nazione. A capo di tutto c’erano alcuni im- portanti personaggi che diventaro- no molto famosi: Garibaldi, Mazzi- ni, Cavour. Loro non accettavano che l’Italia fosse governata da stranieri, così si organizzarono in diversi modi. Venne diffuso un giornale segreto che raccontava dei cattivi compor- tamenti dei nemici e spronava la gente a desiderare la libertà. Si organizzavano incontri fra politi- ci per discutere dell’importanza di creare un’unica nazione. Ci si preparava a combattere. Molti ragazzi parteciparono, così la rivoluzione cominciò. Si riunirono, aspettando l’arrivo di Garibaldi che veniva dall’ America e partirono dalla Sicilia. Risalirono la penisola con coraggio e man mano veniva- no conquistate parti del territorio, il gruppo dei garibaldini si arricchiva di nuovi giovani, tant’è che furono chiamati “I MILLE”. Erano riconoscibili perché indos- savano delle camicie rosse e, no- nostante non fossero soldati pro- fessionisti, combattevano con il cuore e con la speranza di poter vivere liberi nella propria terra. Noi alunni di Treviso Bs, per ricor- dare quest’evento abbiamo appe- so delle bandierine all’interno e all’esterno del nostro edificio sco- lastico inoltre, a fine anno scolasti- co, accompagnati dai nostri mae- stri, andremo a “Ruf” e lì festegge- remo con i nostri genitori e con gli alpini, ricordando anche questo importante evento storico. Elena Vaglia La gente festeggia i 150 anni dell’Unità UNITÁ D’ITALIA Il Paese più unito che mai LE CRONACHE LE CRONACHE LE CRONACHE LE CRONACHE Di Di Di Di TREVISO BS TREVISO BS TREVISO BS TREVISO BS Scuola Primaria Numero 1 A.S. 2010/ 2011 Gli Alpini e il Comune 2/3 Cenni storici e leggende 4/5 Leggende e S.Martino 6/7 Feste e tradi- zioni 8/9 La nostra cu- cina 10 Ricette per buongustai 11 Giochi e cu- riosità 12 Sommario Notizie di rilievo Intervista all’alpino Ferruccio Intervista al Sindaco I Cantori della Stel- la I presepi La ristorazione

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Scuola primaria - Le cronache di Treviso Bresciano

Transcript of Giornalino2

Il 17 marzo è festa nazionale in tutto Il Paese, perché si festeggia-no i 150 anni dell’Unita d’Italia.

Vengono ricordate quelle persone che, tanti anni fa, sono morte per rendere libera la nostra nazione.

A capo di tutto c’erano alcuni im-portanti personaggi che diventaro-no molto famosi: Garibaldi, Mazzi-ni, Cavour.

Loro non accettavano che l’Italia fosse governata da stranieri, così si organizzarono in diversi modi. Venne diffuso un giornale segreto che raccontava dei cattivi compor-tamenti dei nemici e spronava la gente a desiderare la libertà.

Si organizzavano incontri fra politi-ci per discutere dell’importanza di creare un’unica nazione.

Ci si preparava a combattere.

Molti ragazzi parteciparono, così la rivoluzione cominciò. Si riunirono, aspettando l’arrivo di Garibaldi che

veniva dall’ America e partirono dalla Sicilia. Risalirono la penisola con coraggio e man mano veniva-no conquistate parti del territorio, il gruppo dei garibaldini si arricchiva di nuovi giovani, tant’è che furono chiamati “I MILLE”.

Erano riconoscibili perché indos-savano delle camicie rosse e, no-nostante non fossero soldati pro-fessionisti, combattevano con il cuore e con la speranza di poter vivere liberi nella propria terra.

Noi alunni di Treviso Bs, per ricor-dare quest’evento abbiamo appe-so delle bandierine all’interno e all’esterno del nostro edificio sco-lastico inoltre, a fine anno scolasti-co, accompagnati dai nostri mae-stri, andremo a “Ruf” e lì festegge-remo con i nostri genitori e con gli alpini, ricordando anche questo importante evento storico.

Elena Vaglia

La gente festeggia i 150 anni dell’Unità

UNITÁ D’ITALIA Il Paese più unito che mai

LE CRONACHELE CRONACHELE CRONACHELE CRONACHE Di Di Di Di

TREVISO BSTREVISO BSTREVISO BSTREVISO BS

Scuola Primaria Numero 1

A.S. 2010/ 2011

Gli Alpini e il Comune

2/3

Cenni storici e leggende

4/5

Leggende e S.Martino

6/7

Feste e tradi-zioni

8/9

La nostra cu-cina

10

Ricette per buongustai

11

Giochi e cu-riosità

12

Sommario

Notizie di rilievo � Intervista all’alpino Ferruccio

� Intervista al Sindaco

� I Cantori della Stel-la

� I presepi

� La ristorazione

Il Gruppo Alpini di Treviso Bs esi-ste dal 1931; era gestito dall’alpino Antonio Piccinelli e da 14 soci.

Fu ricostituito, dopo la guerra, nel 1962, presieduto dall’alpino Fran-co Massari che operava con 28 soci. Nel 1965 fu inaugurato il Ga-gliardetto, dedicato al Caporal maggiore Giovanni Pozzi deceduto in combattimento per le ferite rice-vute nel corso della seconda guer-ra mondiale.

Nel corso degli anni il Gruppo si è mantenuto attivo e ha contribuito alla salvaguardia dell’ambiente trevigiano, poiché gli alpini si sono impegnati nella costruzione di nuo-vi monumenti, nella ristrutturazione di edifici, nella sistemazione di vec-chi e nuovi sentieri di montagna, nell’assistenza e nell’organizzazio-ne di feste e gare.

Fra le varie opere ricordiamo: il Monumento di Fobbia

costruito dagli alpini al passo Ca-vacca, in ricordo delle “penne mozze” e di Don Giovanni Ragni e la ristrutturazione della chiesetta della Madonna della Neve.

La sistemazione del Sentiero de-gli Alpini che collega le frazioni di Treviso attraverso la Cocca e che si snoda conducendo a Idro. Nel 1986 il sentiero fu incluso negli itinerari per escursionisti dedicati alla Resistenza bresciana e trac-ciato con i segni del Tricolore.

Nello stesso anno fu ricollocata alla Cocca una grande Croce di legno in ricordo degli Alpini caduti in guerra e per indicare il passag-gio degli eserciti e dei partigiani durante la guerra.

Fra l’88 e il 90 gli alpini ristruttura-rono la Santella situata sulla stra-da che porta alla Degagna: furono utilizzate tecniche tradizionali e le pietre del luogo.

INTERVISTA ALL’ALPINO FERRUCCIO DA QUANTO TEMPO FA L’ALPINO ?

FACCIO L’ ALPINO DA 40 ANNI, PERCHÈ HO INIZIATO NEL 1971.

PERCHÉ HA SCELTO DI FARE L’ALPINO?

NON È STATA UNA MIA SCELTA MA ,A QUEL TEMPO, VENIVI CHIAMATO DALLO STATO E PARTECIPARE ALLA VITA MILITARE ERA UN OBBLIGO. AVEVI IL DOVERE DI PREPARARTI IN CASO FOSSE NECESSARIO DIFENDERE LA PATRIA .

DA QUANTO TEMPO ESISTE L’ASSOCIAZIONE DEGLI ALPINI QUI A TREVISO?

DA 40 ANNI.

QUALI AZIONI FATE PER IL PAESE?

CI OCCUPIAMO DEL TESSERAMENTO, DELLA GARA CHE PREPARIAMO DI SOLITO NEL MESE DI LUGLIO E AIUTIAMO ANCHE LE ALTRE AS-SOCIAZIONI NELL’ ORGANIZZAZIONE DELLE FESTE. RIPULIAMO I SENTIERI DEI NOSTRI BOSCHI PER PERMETTERE ALLE PERSONE DI FARE PASSEGGIATE IN MONTAGNA IN TUTTA TRANQUILLITÁ. PREPARIAMO ANCHE IL SEN-TIERO PER LA TRADIZIONALE FESTA DI FINE ANNO A “RUF” E LA CASTAGNATA DI OTTO-BRE.

QUALI AZIONI HANNO COMPIUTO GLI ALPINI DURANTE LA GUERRA MONDIALE ?

GLI ALPINI HANNO COMBATTUTO NELLA

PRIMA E NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE. SI SONO IMPEGNATI PER CACCIARE IL NEMICO: MOLTI HANNO PERSO LA VITA E ALTRI NON SONO PIU’ TORNATI. PER RICORDARLI ABBIAMO POSTO CROCI E SCRITTO I LORO NOMI SUI MONUMENTI. GLI ALPINI HANNO PARTECIPATO ALLE GUERRE IN IRAQ E IN LIBIA? Sĺ, MA ORMAI E’ UNA SCELTA DI VITA, CIOE’ PARTECIPA ALLA GUERRA SOLO CHI LO FA PER MESTIERE. Il GRUPPO DEGLI ALPINI DI SOLITO CI VA PER AIUTARE I CIVILI, LE PERSONE CHE NECESSITANO DI AIUTI UMANITARI. LEI HA MAI PARTECIPATO A QUACHE GUERRA? NO, NON HO MAI PARTECIPATO. DURANTE LA CARRIERA MILITARE PERÓ ERO ALPINO ASSAL-TATORE E IL MIO COMPITO CONSISTEVA NELL’ANDARE IN AVANSCOPERTA, CIOE’ DOVEVO PRECEDERE IL RESTO DELL’ ESERCITO PER CONTROLLARE CHE NON CI FOSSERO NE-MICI AL NOSTRO PASSAGGIO. IN INVERNO IN-DOSSAVAMO UNA DIVISA BIANCA, POICHE’ CI SPOSTAVAMO IN MEZZO ALLA NEVE, MENTRE NELLE ALTRE STAGIONI UTILIZZAVAMO LA MI-METICA E CI METTAVAMO RAMI E FOGLIAME PER CONFONDERCI NELL’ AMBIENTE CIR-COSTANTE. CHI HA FONDATO IL GRUPPO DEGLI ALPINI?

QUI A TREVISO E’ STATO IL SIG. PICCINELLI ANTONIO, POI SI SONO SUSSEGUITE DIVERSE PERSONE FRA CUI IO, CHE SONO RIMASTO IN

CARICA PER TRE MANDATI. ATTUALMENTE IL PRESIDENTE È L’AMICO BADINI IVAN; TUTTI I PRESIDENTI ELETTI HANNO DIMOSTRATO, NEL CORSO DEGLI ANNI, GRANDE IMPEGNO E IN-TERESSE PER IL GRUPPO.

ULTIMAMENTE PERO’ L’ ETA’ MEDIA SI E’ AL-ZATA PARECCHIO, POICHE’ I TESSERATI SONO TUTTI FRA I 50/60 ANNI.

PURTROPPO SCARSEGGIANO I GIOVANI CHE PROBABILMENTE NON SONO INTERESSATI A FAR PARTE DELL’ ASSOCIAZIONE, ANCHE PERCHE’ QUALCHE ANNO FA HANNO CHIUSO LE CASERME E CHI DECIDE DI INTRAPREN-DERE LA CARRIERA MILITARE NON LO FA PIU’ PER DOVERE, MA COME PROFESSIONISTA, QUINDI VIENE PAGATO.

Classe 5^

Grazie ad un accordo con il Co-mune di Treviso Bs fu ristruttura-ta la malga in località Ruf. Gli alpini sistemarono la strada e tutto l’edificio. Quest’opera ci sta particolarmente a cuore, perché raggiungiamo il luogo ogni anno per organizzare la festa di fine anno scolastico e per trascorrere qualche ora in compagnia di in-segnati e genitori.

Gli alpini s’impegnano inoltre nel-l’organizzazione di feste paesa-ne, di gare e marce, tanto che nel 2000 hanno ricevuto il Pre-mio “Italo Maroni” per la dispo-nibilità e l’impegno alle iniziative dell’Associazione” e per l’attac-camento al proprio territorio montano.

Un gruppo che merita elogio e tutto il nostro ringraziamento.

Classe 5^

Monumenti, ristrutturazioni e nuovi sentieri grazie agli Alpini

TREVISO E LE OPERE DEGLI ALPINI Gli Alpini impegnano le loro forze nella ricostruzione e nella salvaguardia dell’ambiente.

Pagina 2 LE CRONACHE

avere un paese come Treviso?

I problemi principali sono causati dalla neve, perché, se troppo ab-bondante, crea problemi per la co-municazione. Può essere un pro-blema reperire i fondi per il funzio-namento delle attività pubbliche e l’emigrazione della popolazione che se ne va, per avvicinarsi ai posti di lavoro presenti in valle. È un problema il calo delle nascite e i trasporti per favorire la frequenza dei giovani alle scuole medie e su-periori.

Cosa è e che cosa fa il Consiglio Comunale?

Il Consiglio Comunale è composto da coloro che hanno vinto le ele-zioni (lista vincente) e da coloro che le hanno perse. Insieme discu-tono i problemi del paese e pren-dono delle decisioni per cercare di risolverli.

Come si sente ad essere Sinda-co?

Mi piace. Di solito mi sento orgo-glioso ma, a volte, anche un po’ preoccupato per le responsabilità e

Come si chiama e che lavoro svolge?

Mi chiamo Alessandro Bontempi e nella vita studio psicologia.

Come ha fatto a diventare Sinda-co?

Io con un gruppo di persone siamo stati scelti e votati dai cittadini di Treviso Bs.

Chi sono e cosa fanno gli As-sessori?

Gli Assessori sono delle persone, a cui vengono affidati dei compiti particolari.

Quali sono i compiti di un Sinda-co?

Io, come primo cittadino, ho il com-pito di salvaguardare il territorio in cui vivo, cercando di garantire ai cittadini quei servizi che permetta-no loro di condurre una vita sere-na. Ho il compito di amministrare i soldi comunali, di risolvere i pro-blemi che si possono presentare nel paese e cercare di soddisfare le richieste della popolazione.

Quali sono i problemi che può

per le scelte e le decisioni che de-vo prendere.

Chi è e quali sono i compiti del Messo Comunale?

Si chiama Massimo Massari e ha il compito di tenere le strade pulite, di aggiustare i mezzi che apparten-gono al comune, di assegnare il taglio dei boschi per il recupero della legna e di distribuire i comu-nicati.

Quali altre persone operano nel comune?

In Municipio lavorano: il sig. Ivan che si occupa dell’ufficio anagrafe, la sig. Barbara che sta all’ufficio ragioneria, la sig. Antonella, la cuoca della scuola dell’infanzia, la sig. Valeria che fa le pulizie e il sig. Corrado, il geometra che risiede all’ufficio tecnico.

Classe 4^

Treviso Bresciano è un piccolo comune di montagna di circa 600 abitanti; fa parte della Co-munità Montana della Valle Sabbia in provincia di Brescia. È costituito dai territori delle frazioni di: Trebbio, Vico e Facchetti.

Si estende per 17,8 kmq e confina con i comuni di: Vesto-ne, Lavenone, Idro, Capovalle, Vobarno e Provaglio V/S.

La sede municipale è situata nel centro del paese nella fra-zione di Trebbio; si trova ac-canto alla scuola primaria e

all’ufficio postale.

Lo stemma è costituito da cin-que spighe di grano su fondo rosso, un daino fermo sulla pianura verde su fondo azzur-

ro e da tre torri merlate e fine-strate su fondo oro.

Questo per indicare che la po-polazione ha da sempre basa-to la propria sopravvivenza sull’agricoltura e la caccia mentre le tre torri indicano le frazioni.

Classe 5^

IL COMUNE DI TREVISO BS

INTERVISTA AL SINDACO

Numero 1 Pagina 3

valle che si trovava nella parte

bassa del paese, sotto la collina

della chiesa di San Martino. In

quel posto, per ricordare questi

fatti, fu costruita una “Santella” che esiste ancora oggi e si chiama

appunto “Santella dei Morti”, poiché la valle ha preso lo stesso

nome.

Serena Grezzini Manuela Poli

La LOCALITÁ “ I MORTI “

STORIA DELLE ORIGINI Si racconta che nei tempi anti-

chi Treviso si chiamava: Cacys, Cacci o dal latino “Cazzarium”, perché il luogo era ricoperto di boschi ricchi di vegetazione e

di selvaggina che permetteva

agli abitanti di vivere e di ali-

mentarsi.

Questi nomi erano di origine

longobarda e derivavano dalla parola “Caieys” che significa appunto “bosco o foresta”.

Con il passare del tempo però

questo nome perse il suo vero

significato e diventò un termine

volgare e di imbarazzo per i cit-

tadini, così che il comune decise

di cambiare il nome in Treviso; era il 24 maggio del 1532.

Per distinguerlo da Treviso ve-

neto venne aggiunto infine Bre-

sciano.

Il paese è formato da tre fra-

zioni: Trebbio che è la più im-portante e deriva dal latino

“Trivium” che significa incrocio fra strade.

Vico che deriva da Vicus e si-gnifica contrada o borgo e in-fine Facchetti , così chiamata perché abitata da famiglie con

questo cognome.

Patrick Vaglia

Jessica Massari

Una leggenda che riguarda Treviso

Bresciano narra che durante la

peste del 1630 morirono tantissi-

mi abitanti.

I sopravvissuti decisero di seppel-

lire i loro cari in un unico luogo per

impedire che l’epidemia si diffon-

desse ancora e per fare in modo

che riposassero in un posto tran-

quillo. Venne scelta la parte della

strada non esisteva ancora, le

streghe si ritrovavano a ballare

e a praticare riti magici. Si nar-

ra che si incontravano nelle not-ti di luna piena, accendevano un

grosso falò e tutte insieme can-

tavano, ballavano e si divertiva-

no a preparare pozioni magiche

per le persone che tentavano di

ostacolarle.

Per questi fatti la località ha

preso quel nome.

Chiara Grezzini

Vishal Ray

LEGGENDE La PIAZZA delle STREGHE

Tra le tante leggende che

riguardano Treviso Bresciano

ce n’ è una che dà il nome ad

una località chiamata Piazza delle Streghe.

Si racconta che, in questo po-

sto, un tempo molto isolato e

immerso nei boschi poiché la

Pagina 4 LE CRONACHE

canal piombarà töta la val!!”.

‘L Pierulì garbato ‘l fa gna ‘na

piega. ‘L ciapa ‘n manarèl, ‘l fa

mèsa òlta po’ ‘l se vòlta….

Rivat al canal, a salti come ‘n ca-

vreöl, ‘l rampìga drè a j- àrzegn e

via e via, se Dio ‘l völ, verso ‘l

Pais…..

‘L riva a cà. ‘L ciòca e ‘l riciòca, vè fò ‘l bubà e con de ‘na mà ‘l la cia-

pa sòt sèa e ‘l pòrta Pierì nel sò

litì.

‘L bubà ‘l-empìsa la löm. ‘L varda

söl balarèl, ‘l pensa a le strèe, ‘le

spèta ‘n consiglio.

‘L consiglio l’è chèl: fogà co’ la lè-

gna de fò ‘l balarèl!!

Le strèe le riva, le salta, sènza la

luna, söl balarèl e le se scòta i

pesatì…

‘Le scapa, le uza e ‘le fa le mate:

‘nvèrs matìna le riva nele tine da

Bònd e le nega nel fònd. Chèle

vive, prima de sirà, ‘nda Colvera j-è date zò stinche sòta ‘na paghe-

ra.

'Na òlta le gh'era, no sò se l'è

vera, scundìe nel cùel dela Col-

vèra.

Nele vai le fàa pòra a la zèt, le

mangiàa j animài e le se pitüràa

‘l müs col mòst dele cornài.

La nòt, calda o zelà, le comparìa

denàcc a le ca’ vistìe de pera.

‘Na òltà ‘l fiöl dei Brüne le nàt

söla Colvera….

‘L sercava ‘l gat che sgnaùlàa.

Le strèe le ‘l branca sòta la

pansa…..

Le ‘l trasporta col pal ‘nda Col-

vera. ‘L Pierulì ‘l carognà, ‘l se

despèra e…. ‘le svè!!

Dopo tri dè ‘l Pierulì ‘l revè e ‘l

fa ‘l brào gnaro. Le strèe le fa meravèe e le ghe dis:” Ciapa ‘l

cröèl, va ‘n fònd a la val e pòrta

chè l’èiva. Turna ‘ndrè se no nel

Si racconta che, tanti anni fa, sul

monte della Colvera ci vivessero

delle streghe.

Facevano paura alla gente, mangia-

vano gli animali e si dipingevano il

viso con il mosto dei cornioli.

La notte, in estate e in inverno,

comparivano davanti alle case tra-

vestite da pecora.

Un giorno un bambino che si chia-

mava Pierino salì sulla montagna

per cercare il suo gatto. Mentre

camminava fra i sentieri si imbattè

nelle streghe che lo catturarono, lo

imprigionarono e lo legarono ad una

roccia. Pierino pianse, si disperò e

poi….. svenne!!

Dopo tre giorni ritornò in sè e si

comportò molto bene. Le streghe si

meravigliarono e gli dissero:“Prendi

il setaccio e scendi al fiume a

prenderci dell’ acqua!!! Torna pre-

sto, altrimenti nel canale piomberà

tutta la valle!!!”.

Pierino non se lo fece ripetere. In

silenzio prese il setaccio e s’incam-

minò. Giunto nei pressi del fiume, a

salti come un capriolo, s’arrampicò

sugli argini e correndo come non

aveva mai fatto scappò verso il

paese.

Arrivò a casa sua e bussò finchè

uscì il papà che lo prese sottobrac-

cio e lo portò nel suo lettino.

Poi si sedette e pensò a come di-

fendersi dalla sicura vendetta del-

le streghe.

Decise di arroventare con il fuoco

la pietra dell’entrata!!

Le streghe giunsero in una notte

senza luna, si avventarono sul por-

tone della casa di Pierino e si bru-

ciarono i piedi perché erano scalze.

Fuggirono fra grida e schiamazzi:

alcune annegarono nel lago di Bon-

do, altre morirono sotto un pino sul

monte della Colvera.

Classe 5^

LE STREGHE DELLA COLVERA

Le STREGHE della COLVERA in dialetto bresciano

Numero 1 Pagina 5

Mistero a Treviso Bs

CASA GAIA: LUOGO di TERRORE Casa Gaia regala suspance alla gente del paese

Treviso Bs - Pare che anche in un paese così piccolo possano

esistere dei fantasmi. La gente

del posto infatti attribuisce ad

un luogo terribili ricordi e resta

timorosa ad avvicinarsi a quel

che rimane di “Casa Gaia”. Si racconta che questo luogo sia

stato, nei tempi passati, una

colonia stiva nella quale veniva-

no a trascorrere le vacanze nu-

merosi bambini; l’aria era parti-

colarmente buona e salutare.

Era gestita dalle suore , che si

dedicavano alla cura dei bambi-ni, affinché trascorressero

qualche giorno di vacanza in se-

renità ed allegria.

La leggenda narra che i locali

dell’edificio abbiano preso fuo-

co e che, tra il fuggi fuggi gene-

rale e la corsa per cercare di sal-

vare più persone possibili, abbia

perso la vita una bambina di soli

10 anni.

In molti credono che la sua anima

sia ancora presente all’ interno

dello stesso stabile ormai oggi

abbandonato.

Qualcuno conferma di aver visto

il fantasma, altri credono si

tratti di una semplice leggenda.

Non si sa quale sia la verità ma il

mistero incuriosisce ancora oggi

grandi e piccini.

Elena Vaglia Martina Fiori

le gare di mountain bike. Il forte ha quattro piani compre-si i sotterranei. Possiede molte cisterne, nelle quali è possibile cadere, perciò è molto perico-loso visitarlo senza conoscere perfettamente il luogo. Ci sono saline e passaggi sot-terranei che, un tempo, ti per-mettevano di entrare senza essere visti. Molte persone sono morte in quel forte durante le guerre e in loro ricordo è stato pure co-struito un monumento.

Il forte di Treviso Bresciano fu costruito nel 1908 per contra-stare l’esercito austriaco. Possedeva 300 camere, per ospitare i militari durante le guerre mondiali. Sono rimasti due bagni e le prigioni, dove si possono ancora vedere i crani e le ossa appartenute proba-bilmente a qualche prigioniero nemico.

Il forte si trova in località Valle-drane ed è stato ristrutturato nel 1933. È ora in completo abbandono mentre attorno è stato costruito un percorso per

Samuele Piccinelli Tommaso Luraghi

IL FORTE di VALLEDRANE Il Forte: una postazione di difesa durante le guerre mondiali

Pagina 6 LE CRONACHE

sua strada.

San Martino, contento di aver fatto la carità, spronò il cavallo e conti-nuò il suo cammino sotto la pioggia, che cominciava a cadere più forte che mai, mentre un ventaccio rab-bioso sembrava volesse portargli via anche la parte di mantello che lo ricopriva a malapena.

Ma fatti pochi passi smise di piove-re e il vento si calmò.

Le nubi si diradarono e il cielo ritor-nò sereno.

Il sole cominciò a scaldare la terra, obbligando il cavaliere a togliersi anche il mezzo mantello.

Era l’11 novembre: il cielo era gri-gio, piovigginava e tirava un ven-taccio molto forte; passava per la strada un cavaliere, avvolto nel suo ampio mantello di guerriero.

Mentre camminava s’imbatté in un povero vecchio, coperto soltanto di pochi stracci, spinto dal vento, bar-collante e tremante per il freddo.

Martino lo guardò e s’impietosì. Pensò a come poteva aiutarlo, così si avvicinò, si tolse il mantello, lo tagliò in due con la spada e ne regalò una metà al povero vec-chio. Il mendicante lo guardò sor-preso, accettò il dono ringrazian-dolo di cuore e poi proseguì per la

Ecco l’estate di San Martino, che si rinnova ogni anno per festeggiare un bel gesto e anche per ricordarci che la carità verso i poveri è il dono più gradito a Dio.

Elena Vaglia

Martina Fiori

Treviso Bs – In questo piccolo paese di montagna c’è la chiesa di San Martino; è posta su una collina e i bambini della scuola primaria godono della sua vista ogni giorno. È in una zona pano-ramica con una buona vista su tutta la vallata.

Non sono certe le informazioni sulla sua fondazione, ma, dai ri-trovamenti, sembra che esistesse già in epoca romana. La ristruttu-razione però risale al 1723. La facciata esterna si presenta in modo semplice senza decorazio-ni ed è caratterizzata da un bel porticato.

Anche all’interno questa chiesa è semplice ma molto spaziosa e con un bell’altare. È la chiesa principale del paese, in cui si ce-lebrano le Messe più importanti.

Spesso le cerimonie religiose sono accompagnate dal suono delle voci del coro parrocchiale,

accompagnato dal secolare orga-no, costruito interamente in le-gno, che diffonde melodie sugge-stive.

Ad occuparsi del suo funziona-mento sono due musicisti: Noemi

ed Edoardo; quest’ultimo è molto conosciuto nella zona, poiché risulta essere un ottimo inse-gnante di musica.

La chiesa, che in dialetto è detta “La cesa de S. Martì”, è dedicata al santo caritatevole che aiutò un povero bisognoso, che è anche il Patrono del paese. Gli abitanti tengono particolarmente a questa ricorrenza e, come vuole la tradi-zione, la festeggiano l’11 di no-vembre con spiedo e polenta.

Cristian Matteotti

Samuele Piccinelli

Un imponente edificio immerso nel verde

ALLA SCOPERTA DI LUOGHI SUGGESTIVI: S. MARTINO

La LEGGENDA di SAN MARTINO

Numero 1 Pagina 7

Antiche Tradizioni: i cantori della stella

LA STELLA: TRADIZIONE NELLA MODERNITÀLA STELLA: TRADIZIONE NELLA MODERNITÀLA STELLA: TRADIZIONE NELLA MODERNITÀLA STELLA: TRADIZIONE NELLA MODERNITÀ Treviso Bs rinnova la tradizione con gli antichi canti della Stella

Questa festa è praticata in tutta la regione Lombardia e i festeggia-menti cambiano in base al paese o alla città.

Oggi vi parlerò di quella di Treviso Bs.

La festa avviene la notte del 5 Gennaio, il giorno prima dell’ Epifa-nia.

I cantori e gli abitanti del paese partono dai “Roccoli” e fanno il giro di tutto il paese; alcune mamme preparano bevande tipiche come il vin brulè: un vino mischiato con frutta e zucchero il quale viene bol-lito a lungo, per offrirlo ai cantori e alla gente che li segue per le vie

del paese.

Per l’ evento vengono intonati molti canti, ma il più importante è il can-to: “LA STELLA”. I cantori sono di età diversa ma tutti indossano abiti neri e portano il cappello e il man-tello. In tutto sono 28.

Sono molto bravi e ricevono molti applausi.

Camminano per le vie e, cantando, accompagnano una stella a cinque punte color rosso, giallo, arancio, verde e blu.

È caricata su di un trattore un po’ vecchio e viene girata da un bam-bino che si offre volontario.

Questa festa si conclude all’ orato-

rio con una cena ricca di piatti tipici, preparati ed offerti dai cantori e dalla gente del paese.

È una tradizione molto sentita e ser-ve a ricordare quando i Re Magi hanno offerto a Gesù oro, incenso e mirra; ha origini molto antiche infatti risale al 1600 e si mantiene viva ancora oggi.

Tommaso Luraghi

per riattizzarle; è tradizione infatti che i giovani, dopo il rogo, gareggino nel salto del fuoco per dimostrare il proprio coraggio.

Mentre il fantoccio bruciava, i bambi-ni giocavano e alcune mamme pre-paravano il rinfresco, poiché, a fine serata, tutti i presenti si sono riuniti per gustare alcune prelibatezze.

Tanta gente si è ritrovata per festeg-giare “LA VECIA”, vederla bruciare per poi spegnarsi lentamente, la-sciando solo un sottile filo di fumo.

Giovedì 31 marzo a Treviso Bs si è festeggiato , bruciando “LA VEC-CHIA”.

Si tratta di un fantoccio tutto

colorato e non molto alto, che vie-ne preparato dalle donne del pae-se.

Le fiamme divampavano alte e sembravano lucciole che illumina-vano il buio della serata. Nel mo-mento in cui le fiamme sembrava-no spegnersi, alcuni ragazzi hanno gettato dei rami secchi sulle braci

Sul tardi tutte le famiglie sono rientrate nelle loro case, felici di aver trascorso una bella serata in compagnia.

Martina Fiori

Lunghi preparativi tengono impegnata la gente del posto

Pagina 8 LE CRONACHE

Treviso Bs in festa

IL CARNEVALE RALLEGRA IL PAESE Piccoli e grandi in oratorio per festeggiare

sportava una grossa torta di carto-ne ricoperta di cotone; era enorme e attirava l’attenzione generale.

Quando la sfilata si è conclusa, i bambini si sono riuniti all’oratorio per abbuffarsi di frittelle, pop- corn e patatine.

È stata per tutti una bellissima fe-sta.

Cristian Matteotti

Quest’anno il carnevale si è fe-steggiato il 6 marzo. È arrivato un po’ tardi ma non per questo è stato meno divertente, anzi l’attesa ha reso migliori i festeggiamenti.

Gli abitanti si sono riuniti numerosi presso l’oratorio del paese e la sfi-lata è cominciata alle ore 14.00.

Le maschere hanno percorso la strada principale, partendo dalla frazione “Trebbio”, hanno prose-guito fino alla frazione di “Vico” per poi fare ritorno in oratorio.

Ogni bambino ha rallegrato i pre-senti indossando i travestimenti più strani, lanciando coriandoli e fa-cendo scherzi di ogni genere.

Risate e stelle filanti hanno diverti-to piccoli e grandi.

Fra i carri ce n’era uno che tra-

Da diversi anni gli abitanti del paese e delle zone limitrofe possono ammirare, nel perio-do natalizio, le opere sulla Na-tività. Non si tratta di presepi tradi-

zionali ma di immagini a gran-dezza naturale disegnate, rita-gliate e dipinte su compensa-to. Sono esposte in alcuni luoghi suggestivi di Trebbio, Vico e

Facchetti e sono stati costruiti da Fabiano e Yuri. Sono molto belli e arricchiscono il paese di luce e colore ; ricordano la nascita di Ge-sù .

La mostra viene inaugurata il gior-no di Natale e ri-

mane esposta fino all’Epifania.

Il consiglio è di andare a visi-tarla, perché ne vale davvero la pena.

Samuele Piccinelli

Cristian Matteotti

Tommaso Luraghi

“Ridere non è affatto un brutto modo per iniziare

un'amicizia.” Oscar Wilde

Treviso s’illumina con i colori dei suoi presepi

PRESEPI A TREVISO BS Ogni anno la tradizione si rinnova

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GUSTI E TRADIZIONI Alla scoperta di antichi sapori da conoscere e gustare

Come sapete Treviso ha ristoranti conosciuti in tutta la Valle. Ricordia-mo il ristorante da Vittoria: un loca-le in cui ci si può trovare davvero bene, poiché ha una vasta scelta di piatti a un prezzo ridotto. È uno dei ristoranti migliori del paese.

Troviamo poi il ristorante Lamarta, gestito da due signore che nel loro settore ci sanno davvero fare: Gra-ziella e Rubina.

Ogni weekend vi giunge una nume-rosa clientela, costituita anche da comitive che raggiungono il luogo con i pullman. L’osteria, negli ultimi tempi, ha registrato un aumento di popolarità, poiché la sua proprieta-ria ha partecipato, per diverse pun-

tate, alla trasmissione televisiva, che va in onda nei giorni feriali su Rai Uno: “La prova del cuoco”.

Rinomato è anche l’agriturismo situato in località Fobbia: qui si mangia bene e si può gustare un ottimo spiedo. Non manca comun-que la pizza, per chi preferisce un pasto più veloce ed economico.

Il locale è gestito dalla signora Gio-vanna, che non mancherà certo di soddisfare ogni vostra richiesta.

Non da meno si rivela essere il Perlonc, una locanda situata sem-pre in località Fobbia. Qui è possi-bile degustare alcuni piatti tipici.

Per ultimo ma non per questo me-

no importante è il Bellavista, ge-stito dalla signora Renata, in cui ci si può deliziare il palato con dei gustosissimi gelati.

Samuele Piccinelli

fate soffriggere il burro e l'olio extra-vergine di oliva con la cipolla affetta-ta finemente; unite la carne che do-vete lasciar dorare per bene, quindi spruzzate con il vino e lasciate eva-porare. Aggiungete le verdure taglia-te a pezzettini, il basilico tritato, il sale, il pepe e 1 pizzico di noce mo-scata; lasciate cuocere a tegame coperto per 2 ore e mezzo, bagnan-do, se necessario, con poca acqua calda per non fare attaccare. Tritate fine la carne e passate le verdure al setaccio. Mettete ora il composto in una terrina, unite il pa-ne grattugiato, il formaggio grana grattugiato e il tuorlo d'uovo. Amal-gamate bene il tutto e aggiustate di sale. Su una sfoglia di pasta mettete quindi tante piccole noci del ripieno a distanza di un dito. Con un taglia-pasta a rotella dividete i "casonsèi" in pezzi di circa 4 centimetri che metterete ad asciugare su di un panno leggermente infarinato. Fateli cuocere per circa 10 minuti in ab-bondante acqua salata. Scolateli e

conditeli con il burro fuso, la salvia e il formaggio grana grattugiato.

RICETTE TRADIZIONALI I Primi CASONCELLI Per la sfoglia

500 g di farina bianca

4 uova, sale e acqua q. b.

Per il ripieno

300 g di manzo

1 carota e 1 gambo di sedano

1/2 cipolla e 3/4 foglie di basilico

1 pizzico di noce moscata

1/2 bicchiere di vino

50 g di grana e 50 g di pane grattu-giato

1 tuorlo d’uovo e 1 noce di burro

Olio, sale e pepe

Preparate la pasta impastando sulla spianatoia la farina con i pizzico di sale, le uova e, se necessario, con un po' di acqua; tirate 2 sfoglie sottili avendo cura di non farle asciugare. Nel frattempo in un tegame a parte

Pagina 10 LE CRONACHE

La mia mamma diceva sempre che… la vita è come una sca-tola di cioccolatini… non sai mai quello che ti capita. FORREST GUMP Si dice che l’appetito vien mangiando, ma in realtà viene a star digiuni. TOTÓ

Marco Piccinelli

SALMĺ di LEPRE

Per cucinare del salmì si prendono dei pezzi di carne di lepre selvatica e si lasciano fermentare nel vino rosso arricchito di spezie e aglio per due giorni.

Trascorso il tempo necessario, si frigge una cipolla in una padella con del burro, poi si aggiunge la carne fermentata e si fa rosolare.

Infine si aggiunge l’infuso di vino e spezie e si lascia cuocere per circa due ore.

Martina Salvadori

SPIEDO 250 g di burro

3 kg di costine

2 kg di lombo

1 pollo

1 kg di coppa

Uccellini

Salvia

½ bicchiere di sale

10 patate

Tagliare a fette tutta la carne e le patate, mettendo su ogni pezzo di carne della salvia. Prendere il tamburo e infilare con pazienza la carne, le patate e gli uccellini, facendo attenzione ad alternarli finché il tamburo è completa-mente pieno. Nel frattempo preparare le braci e quando si mostrano incande-scenti, appoggiarvi il tamburo per iniziare la cottura. Ogni tanto è bene unge-re con il burro per mantenere la carne morbida. Dopo un’ora e mezza di cot-tura, salare la carne e le patate per insaporire. Quando la carne appare dora-ta, lo spiedo è pronto da servire e gustare.

Giuseppe Perino

Fate soffriggere le cipolle in una pentola con l’olio e il burro; intanto mettete in una ciotola il pane, il for-maggio, le uova, il bicarbonato, la grappa, le spezie e il sale. Mescola-te per amalgamare il tutto.

Aggiungete il sangue con il latte e continuate a mescolare. Unite il composto con il soffritto di cipolla e lasciate cuocere finché si addensa. Passate poi nel forno e lasciate cuocere per altri 20 minuti a 200° C.

BUON APPETITO.

Patrick Vaglia

stemperare i grumi; proseguire la cottu-ra per 30 minuti circa.

Aggiungere il formaggio tagliato a dadi-ni e il gorgonzola. Infine aggiungere il burro fuso. Lasciare sciogliere il for-maggio e amalgamare il tutto. BUON APPETITO!

Chiara e Serena Grezzini

Riccardo Duni

TORTA di MAIALE

Sangue di maiale misto con latte

Cipolle, spezie e sale

Burro, olio e pane grattugiato

3 hg di formaggio grattugiato

2/3 uova

Bucce di arancia e limone grattugiate

Mezzo bicchiere di grappa

Bicarbonato

POLENTA TERAGNA Dosi per 4 persone

300 g di farina di grano saraceno

200 g di farina gialla per tiragna

100 g di burro freschissimo nostrano

200 g di formaggella

50 g di gorgonzola

Sale

Mettere al fuoco 1 litro e mezzo circa di acqua e salarla quando è in ebolli-zione.

Versare la farina e mescolare con una spatola di legno senza interruzione, per

CAPRIOLO IN SALMì

Un cosciotto di capriolo,

1 etto di pancetta,

30 etti di cacao amaro,

3 etti di carote,

2 etti di cipolle,

2 etti di sedano,

2 spicchi d’ aglio,

4 bacche di ginepro

4 chiodi di garofano

2 foglie di lauro,

1 pezzo di stecca di cannella,

1 bicchiere di panna liquida,

1 litro e mezzo circa di vino rosso di buon corpo,

poca grappa,

olio, sale, pepe in grani.

I Secondi

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Lavate la cipolla, il sedano e la ca-rota, tritateli e metteteli in una terri-na capiente.

Nel frattempo trasferite le verdure in un mixer e frullatele.

Trascorso questo tempo, togliete la carne dalla marinata e asciugatela. Conservatene le verdure.

Versate l’olio in una casseruola e quando è caldo aggiungete il ca-priolo; rosolatelo per 10 minuti.

Tagliate il capriolo in pezzi e siste-matelo nel recipiente con le verdu-re. Aggiungete il prezzemolo, il ro-smarino, la salvia, l’alloro, il sale, il pepe e ricoprite il tutto con il vino rosso. Lasciate riposare per 24 ore.

Aggiungete alla carne la farina e dopo poco le verdure frullate.

Mescolate, abbassate la fiamma, co-prite la casseruola e lasciate cuocere dolcemente per circa 1 ora e mezzo.

Servite la carne accompagnata da polenta.

Jessica Massari

COTECHINO

Per fare il cotechino si usa la carne di maiale e la cotenna. Si macina e si insaporisce con sale, pepe, aglio, noce moscata e un po’ di vino rosso.

Si mescola il tutto e si insacca in un budello. Lo si lega ben bene e lo si appende in un luogo asciutto per farlo asciugare.

Martina Salvadori

I Dolci

Via Roma n 5 25074 Treviso Bs (BS)

Scuola Primaria

Di

Treviso Bs

Due scheletri trovano un mozzicone di sigaretta fuori dal cimi-tero. Uno dei due lo raccoglie e se lo mette in bocca per fumar-lo. Passa un signore, guarda lo scheletro ed esclama:” Smettila

di fumare!!! Non vedi come ti sei ridotto!”. M. Salvadori

“Hai mai visto una foca con le orecchie?” “No, l’ho sempre vista

con gli occhi!!” C. Grezzini

Un signore chiede al suo medico una cura per il mal di testa, che lo accontenta prescrivendogli dei medicinali. La settimana dopo il signore torna dal medico e dice:”Insomma dottore, non ci sono medicinali con un sapore migliore? Quelli che mi dato erano disgustosi?” Il medico lo guarda e risponde:”E lei non ha

visto che le ho prescritto delle supposte?” S. Grezzini

“Mamma, mamma! Il limone ha il becco?” “No, tesoro!” “Oooops!! Allora ho spremuto il canarino!!”.P. Vaglia

Pierino va al supermercato con la nonna. Mentre camminano, Pierino si ferma per raccogliere un soldatino. La nonna lo sgrida, dicendo che non si raccolgono le cose per terra. Sulla strada del ritorno la nonna casca a terra e chiede aiuto a Pierino che però risponde:” Ma tu non mi hai detto che le cose a terra non si rac-

colgono?” G. Perino

Tel.: 0365 821806

E-mail: [email protected]

LE NOSTRE BARZELLETTE

TORTA DI NOCI 500 gr di farina,

200 gr di burro,

200 gr di zucchero,

200 gr di noci,

un pizzico di sale,

una cucchiaiata di liquore dolce ( Anice, o Sassolino, ecc.)

un uovo.

Sgusciate le noci; battete ora le uova inte-re, poi aggiungete lo zucchero ed il burro fuso; mescolate bene il tutto. Aggiungete ora lo zucchero, la farina ed il lievito e poi mescolate bene il tutto fino ad ottenere un impasto omogeneo. Aggiunge-te anche le noci, il liquore e un pizzico di sale. Prendete una teglia a bordi alti e dopo a-verla imburrata per bene versate il compo-sto, livellate bene la superficie e fate cuo-cere in forno a 180° per 40 minuti circa, per verificare la cottura fate la prova dello stec-chino; quando la torta sarà cotta spolvera-tela con dello zucchero a velo, la torta di noci è pronta!!!!

Jessica Massari

FRITTELLE DI MELE 2 uova intere

2 cucchiai di zucchero

4 O 5 cucchiai di farina bianca

2 mele tagliate a pezzettini

Lievito e un pizzico di sale.

Sbucciate le mele, tagliatele a toc-chetti e privatele del torsolo. In una scodella sbattete i 2 tuorli con un pizzico di sale; incorporate, le due chiare montate a neve e poi, a poco a poco, la farina e il lievito. Ora mettete sul fuoco una casse-ruola con olio abbondante e, quan-do va in ebollizione, immergete la pastella e friggete poco per volta. Man mano che si indorano, levate-le dalla casseruola e mettetele su un foglio di carta assorbente. Servitele cosparse di zucchero a velo.

Vishal Raj