Giornale Pd Luglio 2012
Transcript of Giornale Pd Luglio 2012
di Cristina Rossi
Ritorna l'Uomo Qualunque, ritorna
il qualunquismo, quell'atteggiamento
che allontana l'uomo dalla politica,
quell'atteggiamento di sfiducia verso
le istituzioni, verso i politici, ma che
allo stesso tempo ci fa perdere di vi-
sta i problemi reali, ciò che veramen-
te ci dovrebbe interessare, ciò che
veramente ci dovrebbe indignare e
ciò che veramente dovremmo fare.
Stiamo dunque attenti perchè la sto-
ria ci insegna che l'allontanamento
dalla politica conduce ad un peggio-
ramento della qualità dei politici e,
non cosa da poco, della qualità delle
decisioni politiche.
Stiamo anche attenti allo stesso tem-
po a non farci distrarre dai nuovi lin-
guaggi politici, da linguaggi "urlati",
persuasivi, seduttivi, che fabbricano
paura, perchè proprio la paura di un
"nemico fantasma" porta i politici a
conservare il potere e proprio da
questa sono nate le dittature, Spinoza
infatti diceva che "una moltitudine
libera è guidata più dalla speranza
che dalla paura mentre una moltitu-
dine schiava è guidata più
dalla paura che dalla speranza".
Ricordiamoci che la nostra distrazio-
ne fa si che nel silenzio più assoluto
la GIUSTIZIA perda il suo valore
più profondo: fondamento della no-
stra vita associativa.
Ricordiamoci che solo cittadini in-
formati sui fatti e capaci di esercitare
il loro giudizio mantengono in vita la
DEMOCRAZIA.
Recuperare il significato di Giustizia
e Democrazia è stato uno dei tanti o-
biettivi del nostro circolo, attraverso
i nostri incontri pubblici e attraverso
le discussioni interne al circolo, ab-
biamo ripercorso la strada della co-
noscenza per risvegliare in noi il de-
siderio di un nuovo progetto di civil-
tà.
Sintesi di quanto fatto in questo no-
stro anno di impegno politico la tro-
verete in questo giornale. Ci siamo
occupati soprattutto di diritti e servi-
zi sociali, di quel “welfare” che, og-
gi come non mai, è entrato in pro-
fonda crisi. A seguire riportiamo un
sommario degli argomenti principali
che troverete all’interno:
Disabilità: perchè demolire i di-
ritti dei disabili che dovrebbero
essere intoccabili? Lettera del
Presidente dell'associazione di-
sabili, Cagnes, proposta della
FISCH; riflessioni di Claudio
Rizzato (ex responsabile regio-
nale della Sanità) pag. 2
Nuovo Piano Socio Sanitario,
medicina integrata e Ospedale
di Noventa pag. 3
Il Welfare del volontariato di E-
milia Laugelli pag. 3
Profughi ambientali di Gianni
Sartori pag. 4
Giovani a Noventa: è possibile
riappropriarci del Bar San Vito
per avere uno spazio pubblico
ricreativo ma allo stesso tempo
educativo? pag. 5
Terza farmacia: ascoltiamo gli
abitanti di Saline pag. 6
Emergenza gioco d'azzardo:
lettera alle Istituzioni Noventane
di Cristina Rossi pag. 7
Una finestra aperta su NOVENTA VICENTINA E DINTORNI: politica — notizie — riflessioni — cultura
Anno 4° - n. 1 - Luglio 2012
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PARTITO DEMOCRATICO - CIRCOLO DI NOVENTA VICENTINA
Anno 4° - n. 1 - Luglio 2012
Intervento di Riccardo Cagnes:
Presidente Comitato Vicentino Fa-
miglie con disabili
Non posso fare a meno di manifesta-
re un certo imbarazzo ogni qualvolta
si parli dei diritti delle persone con di-
sabilità. Imbarazzo dovuto al continuo
assistere alla purtroppo ormai fre-
quente inapplicazione della fiorente
legislazione in materia di disabilità.
Al comune cittadino, a chi non è co-
involto in questo “universo”, questa
realtà appare come un contesto dove
tutto vada per il meglio, dove, in virtù
dell’immagine che spesso viene data
dai mass media, tutto funzioni e che,
in fondo, poco hanno di che lamentar-
si le persone disabili e le loro fami-
glie.
Ma la realtà, purtroppo, come ben
sappiamo non è questa.
Sempre più frequentemente le fami-
glie, o le associazioni, sono costrette a
dover ricorrere alla giustizia per vede-
re riconosciuti i propri diritti.
Ciò non vuol dire che tutto va male.
Nella nostra Regione, grazie alle
battaglie portate avanti dalle associa-
zioni dei familiari che hanno avuto il
merito di stimolare e suggerire politi-
che innovative, le cose non vanno
proprio male, ma non ci possiamo
permettere di abbassare la guardia.
Proprio in questi ultimi anni, con la
solita scusante della carenza di risorse
economiche, si stanno mettendo in di-
scussione tutta una serie di conquiste
e così come avviene in ogni ambito
del sociale, anche nell’ambito della
disabilità si sta cercando di demolire
quanto di positivo sin qui costruito.
Il nostro sistema legislativo è ricco di
leggi a tutela dei diritti delle persone
disabili, ma quanto oggi trovano reale
applicazione queste leggi?
Si pensi alla legge 104/92, legge qua-
dro che disciplina gli interventi a fa-
vore delle persone disabili in ogni
ambito: scolastico, lavorativo, servizi,
tempo libero,...
La legge 328/2000 voluta dal governo
di centro sinistra e realizzata
dall’allora ministro Livia Turco. E’ la
legge in cui dovrebbero trovare rispo-
sta, oltre che le esigenze del singolo,
anche i bisogni della famiglia a cui
esso appartiene. E’ la legge che affer-
ma il diritto alle prestazioni, e per la
prima volta non vede più il cittadino
solo in veste di colui al quale è desti-
nata l’assistenza, ma come portatore
di diritti e in quanto tale lo vede inse-
rito, assieme al terzo settore, nella
programmazione e costruzione dei
servizi stessi. E per rendere reale i tali
contenuti viene istituito un fondo na-
zionale per il sociale, al quale segui-
ranno poi i vari fondi dedicati dei
quali oggi, grazie a chi ci ha governa-
to nel recente passato, se ne è persa o-
gni traccia.
Pari opportunità per le famiglie
Esclusione dalla vita sociale , lavora-
tiva, parità di opportunità tra donna e
donna madre di disabile.
A distanza di 2 anni dalla sua formu-
lazione. Il 25 febbraio 2009 l’Italia
ha ratificato la Convenzione ONU
dei diritti delle persone con disabili-
tà. Convenzione che da sola, qualora
fosse interamente applicata vedrebbe
realizzati tutti i diritti dei disabili in o-
gni ambito della loro vita.
A noi il compito di rendere esigibili
i diritti dei nostri figli, fratelli ecc..
E a tutti coloro che non vivono sulla
propria pelle le problematiche legate
alla disabilità affidiamo le nostre spe-
ranze. La famiglia da sola non basta.
La tutela dei diritti non può e non de-
ve interessare solo il disabile e la sua
famiglia. Ciascuno di noi deve sentir-
si chiamato a costituirsi parte civile o-
gni qualvolta vede calpestata la digni-
tà del disabile, ogni qualvolta vengo-
no calpestati gli inalienabili diritti dei
più deboli.
Quindi, coraggio, a testa alta, DI-
RITTI, è questo che chiediamo e
non concessioni.
A conferma di quanto segnalato dal
Presidente dell'associazione disabili
di Vicenza, Riccardo Cagnes, ripor-
tiamo di seguito le riflessione di
Claudio Rizzato, ex responsabile sa-
nità regionale del P D
Il bilancio della regione è stato approva-
to e contiene un taglio netto ai servizi so-
ciali. La Giunta regionale ha disatteso la
mozione del Consiglio regionale che la
impegnava a non tagliare il sociale e ad
incrementare le risorse destinate alla di-
sabilità e alla non autosufficienza, invece
i finanziamenti sono stati ridotti e di con-
seguenza i servizi subiranno tagli e ridi-
mensionamenti. Diventa così particolar-
mente difficile la situazione per i disabili
e le persone non autosufficienti, alle quali
viene chiesto di pagare rette inaccettabili
e subire liste d'attesa sempre più lunghe;
alle famiglie dei disabili viene chiesto poi
da parte dei Comuni di compartecipare
alle spese nei centri diurni . A questo pro-
posito e necessario ribadire ancora una
volta che deve essere respinta la richiesta
fatta dalla Conferenza dei Sindaci
dell'Ulss 6 di Vicenza di modificare l'arti-
colo 6 della legge regionale n.30/2009 ri-
guardante i servizi e il fondo per la non
autosufficienza (anziani e disabili), arti-
colo che stabilisce che "non è prevista al-
cuna compartecipazione delle famiglie al-
le spese per le prestazioni a carattere se-
miresidenziale erogate presso i centri
diurni a favore dei soggetti disabili".
Mentre con la legge 30/2009 è stato con-
fermato il sostegno alle persone disabili e
alle loro famiglie non è la prima volta
che I Sindaci dell'Ulss 6 tentano di scari-
care sulle persone più deboli i loro pro-
blemi di bilancio invece di rivolgersi alla
G i u n t a r e g i o n a l e .
Sono convinto che la politica debba sce-
gliere le priorità e partire dalle istanze
dei più deboli e avere come obiettivo l'as-
sistenza e la cura dei malati prima dei bi-
lanci. Vale anche per la dignità delle
persone, specialmente se disabili. Non è
evidentemente questo il punto di vista del-
la maggioranza Lega-PDL che governa il
Veneto che nel Bilancio 2012 ha azzerato
o dimezzato le risorse a favore dei disabi-
li e delle loro famiglie.
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Nuovo piano sociosanitario del veneto:
luci e ombre
d i S T E F A N O F R A C A S S O
Il nuovo piano indirizza l'assistenza
alle mutate condizioni demografiche
(invecchiamento della popolazione) e
sanitarie (crescita delle malattie croni-
che) della popolazione veneta. Sposta
il "baricentro" dei servizi sanitari
dall'ospedale a "fuori" dell'ospedale,
vale a dire alla medicina del territorio.
Prevede quindi che si sviluppino l'as-
sistenza domiciliare integrata, gli o-
spedali di comunità, che i medici di
famiglia si aggreghino per costituire
le Medicine di Gruppo Integrate, dove
poter accedere dalle 8 del mattino alle
20 e poter fare anche prelievi, esami
diagnostici, consulti. Mentre in ospe-
dale si andrà meno e, quando ci si an-
drà, si rimarrà meno. Il piano prevede
inoltre di mantenere una stretta inte-
grazione tra la sanità e il sociale, di
mettere in relazione i servizi ospeda-
lieri con quelli extraospedalieri, com-
prese le case di riposo, le riabilitazio-
ni, i distretti. Si tratta di un cambia-
mento che implica un forte protagoni-
smo delle comunità locali, dei comu-
ni, oltre che di tutto il mondo delle
professioni sanitarie e sociali.
Purtroppo a fronte di questa nuova
impostazione, il potere di governo del
sistema rimane ancora troppo accen-
trato sulla figura del Direttore Gene-
rale e non vengono assicurate mag-
giori competenze ai sindaci, che pure
sono chiamati a una crescente com-
partecipazione all'organizzazione e fi-
nanziamento dei servizi. Mentre risul-
tano sempre chiare le dotazioni ospe-
daliere (posti letto, reparti, servizi...)
ancora non si è voluto scrivere nero
su bianco i livelli essenziali di assi-
stenza del territorio, con il rischio di
forti disparità di trattamento tra ulss e
ulss. Se i servizi territoriali non ven-
gono attivati, il peso dell'assistenza
cadrà sulle spalle delle famiglie, co-
strette a un crescente disagio sociale,
oltre che economico. Rimane una gra-
ve carenza sul fronte della risposta al-
la non autosufficienza, senza un deci-
so incremento del fondo per le rette
delle case di riposo i costi per le fami-
gl ie diventano insos tenib i l i .
dalla Regione Veneto il consigliere del
PD Stefano Fracasso
Con gli obiettivi contenuti nel nuovo piano l'ospedale di Noventa dovrebbe configu-rarsi come ospedale integrativo della rete. In questo senso rimarrebbe valida la pro-posta fatta dalla conferenza dei sindaci lo scorso anno. Ovviamente fino a quando non vedremo le schede ospedaliere non avremo garanzia.
Il Welfare Italiano, come possiamo ben comprendere, ha esaurito i finanzia-menti e di conseguenza le sue funzioni. E' necessaria una riforma profonda, ma finchè aspettiamo che lo Stato prov-veda, chi risponde alle esigenze del no-stro sistema sociale?
di Emilia Laugelli (psicologa -psicote-
rapeuta, componente ass. naz. del PD)
In questo contesto si vive il volontariato
come il più capace di rispondere in modo
"solidale" e viene sottovalutato il ruolo
degli enti locali. In tutto il sistema del
welfare, chi ha sempre sostenuto il ruolo
di garante è stato ed è ancora il volonta-
riato; oggi acquista il ruolo di protagoni-
sta a cui guardano con marcato interesse
soprattutto le istituzioni. In buona sostan-
za: a fronte di un arretramento dell'azione
del sistema sociale nazionale, si chiede
maggiore forza al volontariato. Ma questo
sempre maggiore riconoscimento del vo-
lontariato nasconde in realtà un'insidia e
un rischio: quello che lo Stato investa
sempre meno nel sociale, confidando nel
ruolo supplente e a "costo zero" di innu-
merevoli associazioni in ogni parte d'Ita-
lia. Una progressiva deresponsabilizza-
zione su un tema così delicato rischia di
sfociare in una sorta di delega non scritta,
che potrebbe gravare oltre o investire di
ulteriori aspettative chi già sta facendo
più della propria parte. Oggi più che mai
è fondamentale sostenerlo con azioni che
ribadiscano la centralità delle politiche
sociali nel nostro Paese e alle quali corri-
sponda una "regia" in cui Stato ed Enti lo-
cali guidino il processo di assistenza e cu-
ra.
Non può esistere nessun sistema sociale o
sociosanitario in grado di reggersi senza
l'appoggio della comunità nel suo insie-
me. Questa ormai è una realtà consolida-
ta, ma nulla toglie che in una nuova ottica
di sistema welfare, tutto ciò possa rivisto,
lasciando spazio alle comunità locali e a
forme di lavoro coordinate tra le stesse
associazioni, in ambiti più ristretti, tradot-
te in azioni concrete per far crescere i va-
lori della solidarietà e della giustizia so-
ciale. Riusciremo a far ripartire e a mi-
gliorare il welfare italiano in chiave attua-
le, nella misura in cui comprenderemo
che non può esistere nessun sistema so-
ciale e sociosanitario che possa reggersi
senza l'appoggio della comunità nel suo
insieme.
PARTITO DEMOCRATICO - CIRCOLO DI NOVENTA VICENTINA
Anno 4° - n. 1 - Luglio 2012
APPROVATO NUOVO
PIANO SOCIO SANITARIO
Sul Corriere del Veneto del 21 giugno
appare questo titolo: ZAIA “…ORA
CHIUDIAMO QUALCHE OSPEDALE”
Il 20 giugno scorso, il Consiglio Regio-
nale ha dato il voto definitivo al nuovo
piano socio sanitario regionale. Con 30
voti a favore (lega, pdl), 19 contrari (PD,
Verso il Nord, Fed.Sinistra) e 3 astenuti
(UDC). Nel corso della discussione sono
stati accolti numerosi emendamenti, an-
che del gruppo PD. Sono stati respinti i
tentativi della Giunta, in particolare
dell’Ass. Coletto, di togliere al Consiglio
il potere vincolante delle schede ospeda-
liere, schede che decideranno il futuro
dei nostri ospedali. Il Cons. regionale del
PD, Stefano Fracasso dice che, nono-
stante il contributo al miglioramento del
piano venuto dal gruppo del PD, risulta
inefficiente tutta la parte sociale.
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PARTITO DEMOCRATICO - CIRCOLO DI NOVENTA VICENTINA
Anno 4° - n. 1 - Luglio 2012
DIRITTI UMANI: il diritto internazio-
nale prevede la protezione delle vittime
di guerra o delle vittime di conflitti ar-
mati, la Convenzione di Ginevra del
1951, sembra però non essere più ade-
guata per i nuovi problemi posti dai:
PROFUGHI AMBIENTALI di Gianni
Sartori
In base ai dati forniti dal secondo State of
Environmental Migrations 2010, docu-
mento pubblicato dall'Organizzazione
internazionale per le migrazioni (OIM) e
dall'Institut du develloppement durable et
des relations internationales (IDDRI), nel
2010 i profughi ambientali per catastrofi
naturali sarebbero stati più di 38 milioni.
Nel 2008 le persone costrette ad abbando-
nare le loro case in conseguenza di guerre
e conflitti erano 4,6 milioni. Molte di più,
20 milioni, quelle colpite da cause di ori-
gine ambientale. Una marea di profughi e
sfollati che in tre anni è raddoppiata anche
se nel 2009 si era registrata una leggera
flessione (“soltanto” 15 milioni). Quanto
al 2011, i dati finora raccolto non consen-
tono previsioni ottimistiche. Tra gli eventi
dalle conseguenze più drammatiche negli
ultimi anni, il coordinatore dell'inchiesta
elencava “lo tsunami e l'incidente di Fuku-
shima (in realtà causato dal terremoto an-
che se le autorità nipponiche hanno fatto
di tutto per nasconderlo nda), le inonda-
zioni in Thailandia, in Cina e nelle Filip-
pine”. Devastanti anche “le inondazioni in
Pakistan, gli incendi in Russia e i terremo-
ti di Haiti e Cile”. E ormai i cambiamenti
climatici non colpiscono solo il Sud del
mondo. A causa dell'uragano Xinthia, in
Francia migliaia di persone avevano dovu-
to abbandonare definitivamente le loro
abitazioni. Dalle inchieste effettuate da
studiosi di Sciences Po-Paris è emerso
come non siano soltanto gli eventi improv-
visi e spettacolari a provocare massicce
migrazioni. Un lento degrado ambientale
come lo scioglimento dei ghiacciai nel
Nepal e del Bhutan può determinare lo
spostamento non volontario di intere po-
polazioni. In altre aree del pianeta (come
nel Darfur e nel Nordest brasiliano) a
causare le migrazioni è la siccità di lunga
durata. In Amazzonia una delle cause prin-
cipali è la deforestazione mentre gli atolli
del Pacifico sono colpiti dall'innalzamento
del livello marino. In futuro alcune zone
del pianeta potrebbero diventare inabitabi-
li con gli abitanti costretti a emigrare o
soccombere. I dati del Centro di ricerca
sull'epidemiologia dei disastri (CRED,
Università cattolica di Lovanio) conferma-
no che dal 1970 le catastrofi di tipo am-
bientale sono in aumento. Tesi condivisa
dal rapporto pubblicato nel 2011 dal Grup-
po di esperti intergovernativo sull'evolu-
zione del clima (GIEC) secondo cui “la
frequenza di avvenimenti meteorologici
estremi è destinata a crescere”. Con l'au-
mento dei profughi diventerà indispensa-
bile rivedere il diritto internazionale. La
Convenzione di Ginevra del 1951, infatti,
non appare adeguata per i nuovi problemi
posti dai migranti ambientali.
Gianni Sartori
LA
COSTITUZIONE
ITALIANA
di Elisabetta Benetti
Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa
sulla Costituzione e ho pensato per un
po’ a ciò che avrei potuto scrivere. La
Costituzione è una cosa bella, meravi-
gliosa, ma come comunicare in poche
righe il senso della nostra Costituzione?
Da che parte cominciare per dirlo? Di
questi tempi poi, che la politica è così
impopolare.
E allora comincio con una storia raccon-
tata da Piero Calamandrei nel 1955 agli
studenti milanesi. Calamandrei afferma
che una delle offese più gravi che si pos-
sono fare alla Costituzione è l'indifferen-
za alla poli-tica, il “non m’importa”.
E prosegue:” E a me, quando sento fare
questo discorso, viene sempre in mente
quella vecchia storiellina che qualche
duno di voi conoscerà, di quei due emi-
granti, due contadini, che traversavano
l'Oceano su un piroscafo traballante.
Uno di questi contadini dormiva nella
stiva e l'altro stava sul ponte e si accor-
geva che c'era una gran burrasca con
delle onde altissime e che il piroscafo
oscillava.
E allora questo contadino, impaurito,
domanda a un marinaio: «Ma siamo in
pericolo?» E questo dice: «Se continua
questo mare, tra mezz'ora il bastimento
affonda». Allora lui corse nella stiva a
svegliare il compagno e dice: «Beppe!
Beppe! Beppe!»,
«Che c'è?»
«Se continua questo mare, tra mezz'ora il
bastimento affonda!»
Quello dice: «Che me ne importa? Non è
mica mio».
Questo è l'indifferentismo alla politica”.
Mi pare che questa storia spieghi bene che
cosa si intende per responsabilità e per
libertà. La libertà non è il poter fare tutto,
ma è la conquista di un’identità autentica e
di un pensiero critico indipendente.
La responsabilità è ciò che ci fa sentire
parte di una comunità. La Costituzione è
proprio lo sfondo che permette alla nostra
libertà e alla nostra responsabilità di espri-
mersi. L’una e l’altra sono fondamentali e
imprescindibili per garantire a ciascuno e
a tutti il diritto alla felicità.
La Costituzione cerca proprio di coniugare
la libera espressione di ciascuno con la
costruzione di un progetto comune volto a
dare sicurezza a tutti.
Per questo dovremmo amarla molto la
nostra Carta costituzionale, pensare che è
un bel regalo che ci hanno fatto, che noi
l’abbiamo trovata qui, pronta, subito, ma
che nessuno ci garantisce che esista per
sempre.
E in fondo prima della Costituzione ci son
stati vent’anni di dittatura e poi c’è stata la
resistenza e la nostra Costituzione nasce in
quella situazione difficile, in un’Italia che
arranca, ma che vuole darsi un sogno di
democrazia, in un’Italia che alza la testa
dopo la guerra attraverso il senso di fratel-
lanza e di solidarietà.
La nostra Carta diventa per noi un monito
ad attuarla pienamente là dove non lo è
ancora e una responsabilità per garantire al
mondo che verrà i diritti che a noi sono
stati affidati.
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PARTITO DEMOCRATICO - CIRCOLO DI NOVENTA VICENTINA
Anno 4° - n. 1 - Luglio 2012
NOTIZIE DA NOVENTA VICENTINA
In quasi tutti i paesi esiste il classico Bar
dell’Oratorio (vedi comuni non molto
lontani da noi es Pojana, vedi la frazione
di Noventa, Saline) ma a Noventa, che
conta una comunità di quasi 9000 abitan-
ti, perché non esiste un luogo di ritrovo
ludico ricreativo per i nostri giovani?
Vogliamo portare così all’attenzione della
cittadinanza una questione che riguarda la
gestione del Bar San Vito. Per lungo tem-
po il nostro oratorio è stato il luogo di ag-
gregazione, storia di una parrocchia, di
un’evoluzione del territorio, di una co-
scienza sociale di un intero paese. Luogo
educativo per eccellenza, per generazioni
ha risposto alla domanda di integrazione
dei giovani, contribuendo a risolvere il di-
vario di differenziazione sociale. Una zo-
na sicura, promotrice di relazioni sane,
passioni virtuose, attenzione e cura verso
il ben-essere delle future generazioni.
L’attuale gestione del bar San Vito risulta
essere quanto più distante da un luogo e-
ducativo e male si integra, anzi si con-
fonde pericolosamente, con le finalità del
luogo e le altre attività in essere. Rispon-
de ad una gestione privata che come tale
ha finalità di lucro in una logica di merca-
to. Il risultato negli anni è stato quello di
creare uno spazio sregolato, che non am-
micca alla trasgressione ma la promuove
esplicitamente, con finalità aggregative o-
rientate al consumo-abuso di alcolici, con
iniziative ed eventi orientati a raggiunge-
re il massimo in termini di volgarità e tri-
vialità; basta leggere alcuni post o inizia-
tive della pagina facebook.
E gli adulti dove sono?
Tutti lo sanno, tutti ne parlano è colpa di
tutti e responsabilità di nessuno?
Ci permettiamo di dire che sono diverse
le offerte aggregative che rispondono a
logiche di intrattenimento puro, in questi
ultimi anni molti locali animano i pome-
riggi e le serate del nostro centro ed è giu-
sto che sia così! Allora bisogna avere il
coraggio di ricreare almeno una offerta
capace di mettere da parte l’interesse di
qualcuno in nome dell’interesse della col-
lettività.
Il bar San Vito va ripensato, deve tornare
ad essere luogo educativo non contro
qualcuno o qualcosa, ma spazio di aggre-
gazione che si integra con le altre offerte
del territorio caratterizzandosi e differen-
ziandosi per metodi, contenuti, messaggi.
L'educazione ha tra i suoi scopi quello di
inserire i giovani nel mondo, invece che a
sfuggirlo, introducendoli nella società in
modo proficuo e critico. L'oratorio (ed il
suo bar), più che un posto di passivo ripa-
ro dovrebbe esser un trampolino di lan-
cio, dove si va per vivere il mondo anche
nelle sue contraddizioni, e di tanto in tan-
to, come luogo dove trovare un rifugio
per costruire senso. Gli adulti accusano i
giovani di superficialità, assenza di valori
e senso civico. Ma la logica crudele sta
nel chiedere senza offrire alternative reali.
Insomma siamo noi adulti che plasmiamo
a nostra immagine e somiglianza le gene-
razioni future, proiettando su di loro i no-
stri malcostumi, ingabbiandoli in una pri-
gione all’apparenza dorata! E’ possibile
riappropriarci di uno spazio pubblico, non
schiacciato da logiche di lucro, capace di
mettere assieme una proposta educativa
pensata per rispondere alle esigenze ludi-
co ricreative dei nostri giovani?
Per esempio si potrebbe scegliere a-
derire ad associazioni di oratori nazionali
(Noi Associazione, Anspi, Csi ecc) per a-
vere una organizzazione meglio struttu-
rata, o rivolgersi a cooperative onlus che
da tempo nei territori veneti sono state ca-
paci di promuovere esperienze positive o,
perché no, agli stessi giovani che deside-
rano impegnarsi con buoni propositi in u-
na attività davvero alternativa per i loro
coetanei?
E’ una questione che riguarda i cittadini
ma soprattutto chi ha compiti di ammini-
strazione pubblica dall’Amministrazione
Comunale al Consiglio Pastorale Parroc-
chiale e Commissione Economica, Dio-
cesi inclusa.
Negli Orientamenti pastorali dell’Episco-
pato italiano per il decennio 2010-2020 –
“Educare alla vita buona del Vangelo” si
legge a pagina 21: La comunità cristiana
offre il suo contributo e sollecita quello di
tutti perché la società diventi sempre più
terreno favorevole all’educazione [..].
Ciò richiede il coinvolgimento non solo
dei genitori e degli insegnanti, ma anche
degli uomini politici, degli imprenditori,
degli artisti, degli sportivi, degli esperti
della comunicazione e dello spettacolo
[..]. Inoltre, i vari ambienti di vita e di re-
lazione – non ultimi quelli del divertimen-
to, del tempo libero e del turismo – eser-
citano un’influenza talvolta maggiore di
quella dei luoghi tradizionali, come la fa-
miglia e la scuola.
Insomma è argomento che tocca tutta la
comunità e soprattutto chi in questo mo-
mento ha compiti di gestione e ammini-
strazione della cosa pubblica. Smettiamo-
la con i rimpalli di responsabilità, esiste
una necessità educativa che ci tocca tutti
da vicino e che da troppo tempo di propo-
sito ignoriamo! Il nostro bellissimo co-
mune possiede ancora un patrimonio di
giovani/adulti che si sono formati e sono
cresciuti sotto l’ombra del campanile, non
disperdiamo questa ricchezza umana e
culturale, testimonianza di una comunità
viva, attiva e solidale. Cercando di supe-
rare la logica della “colpa” che per defini-
zione si orienta ad individuare il colpevo-
le di una evento che si è già verificato, in
uno svolgimento che si orienta al passato;
apriamoci invece al principio di “respon-
sabilità” che implica un necessario riferi-
mento al futuro, assumendoci l’onere di
saper ben ponderare le decisioni di oggi
in riferimento ai possibili esiti futuri.
Apriamo i
cancelli ai
nostri gio-
vani"
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PARTITO DEMOCRATICO - CIRCOLO DI NOVENTA VICENTINA
Anno 4° - n. 1 - Luglio 2012
NOTIZIE DA NOVENTA VICENTINA
CHE FINE HANNO FATTO?
Che fine hanno fatto i progetti di
ARREDO URBANO della pur
bella Piazza 4 Novembre? I vaso-
ni con le piante sono rilegati in
fondo alla piazza, le uniche pan-
chine sono lungo il corso
(pregando e sperando nella bravu-
ra di chi sta parcheggiando….!) e
la gente continua ad andare a pas-
seggiare la sera ad Este o Monta-
gnana! Speriamo non dover aspet-
tare la campagna elettorale delle
prossime amministrative per avere
novità!
Che fine hanno fatto i PALAZZETTI
DELLO SPORT? Dovevano essere
completati entro dicembre 2010, do-
vevano non costare niente alla comu-
nità di Noventa ed invece e siamo
certi che il tutto sia a costo zero per
le casse comunali?
Alla data attuale non si hanno notizie
di quando diventeranno operativi.
Dove giocheranno le squadre di No-
venta i prossimi campionati? Speria-
mo non ancora fuori paese!!!
La SALA PROVE DI MUSICA
“Paolo Tosetto” delle Are, costruita
con fondi di 11 Comuni del Basso
Vicentino e perciò aperta ai gruppi di
tutta la zona, viene chiusa per proble-
mi strutturali della scuola.
Che fine faranno i gruppi che suona-
vano all’interno? E le strutture che vi
sono all’interno? Il Comune sta cer-
cando un nuovo sito per promuovere
questo tipo di aggregazione soprat-
tutto giovanile?
“ LO STRANO CASO DEL-
LA TERZA FARMACIA”.
Da sempre Noventa può vantare due
farmacie. Storiche, in centro al paese,
familiari a generazioni di noventani,
certe e inamovibili come il Municipio
e la Chiesa. Il tempo passa, Noventa si
ingrandisce e si apre la possibilità, se-
condo i parametri di legge, di aprirne
una terza. Dove? Secondo i pareri uffi-
ciali dell’Ulss, dell’Associazione dei
farmacisti e secondo quanto logica vor-
rebbe, sarebbe un’ottima occasione per
mettere a disposizione dei cittadini di
Saline un così importante servizio.
Finalmente una decisione chiara e che
metterebbe tutti d’accordo? No, la
Giunta prima delibera di localizzarla in
Largo Rezzonico, dietro Villa Barbari-
go, poi ritorna sui suoi passi, e, sfidan-
do la logica di cui sopra, prima licenzia
una seconda delibera individuando la
sola via Carlo Porta, poi, dopo una pe-
tizione presentata dai consiglieri di
minoranza, con una raccolta di ben 400
firme di abitanti di Saline, ne rilascia
una terza che individua un nuovo
“stupefacente” “compartimento EST
di Noventa Vicentina a partire da Via
C. Porta fino a Località Saline com-
presa, il quale conta una popolazione
residente di circa 3900 abitanti, dista
da m 500 a m 3500 dalle già esistenti
farmacie ed e’ totalmente priva di pre-
sidio farmaceutico” (delibera di Giunta
n.143 del 30/05/12).
Anche in quest'ultima delibera non si
abbandona Via C. Porta, un farmacista
che vorrà aprire un nuovo presidio far-
maceutico, non sarà pertanto incentiva-
to ad aprire a Saline.
Come Partito Democratico, ogni commento ci sembra superfluo, ma una sola domanda ci viene spontanea: perché? Stiamo a vedere il finale di questa vicenda, forse solo allora capire-mo... Ci auguriamo però che qualche farmacista ascolti le tante voci dei residenti a Saline che conta non solo 1000 abitanti, ma anche 700 lavoratori che transitano per la zona industriale della frazione.
Ringraziamo tutti i relatori che hanno partecipato ai nostri incontri
pubblici. Ringraziamo in particolar modo l'assessore ai servizi sociali
Mattia Veronese, che ci ha dato la possibilità di organizzare assieme
all'Amministrazione Comunale un importante incontro sul tema
"Minori e legalità", incontro che ha portato alla nascita della "Consulta
nuove generazioni e famiglie".
Questo dimostra che quando si toccano temi sensibili e di interesse
comune è possibile costruire cose buone anche superando le logiche di
partito.
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PARTITO DEMOCRATICO - CIRCOLO DI NOVENTA VICENTINA
Anno 4° - n. 1 - Luglio 2012
Al Signor Sindaco di
Noventa Vicentina, Marcello
Spigolon
All’ Assessore alle Po-
litiche Sociali, Mattia Verone-
se
Al Dirigente SERT,
Mauro Codogno
Sentiamo la necessità di condivi-
dere con Voi la preoccupazione
per un fenomeno che sicuramente
è già alla vostra attenzione. Ci rife-
riamo alla ludopatia o gambling,
una forma nuova di dipendenza
che sta assumendo dimensioni tali
da costituire un vero e proprio al-
larme sociale: per la salute delle
persone, per gli equilibri familiari,
per il rischio concreto di rovine
economiche e professionali.
Sale scommesse, gratta e vinci,
lotterie, slot machine, tabaccherie
e bar con spazi sempre più grandi
dedicati ai giocatori, stanno dila-
gando ovunque ma soprattutto nel-
la mente di molti, troppi cittadini.
La preoccupazione cresce nel con-
statare che le fasce di popolazione
colpite sono le più varie ma che
quelle più a rischio sono proprio le
più fragili dal punto di vista psico-
logico e le più esposte alla grave
crisi economica, finanziaria ed oc-
cupazionale in corso.
Molte sono le Istituzioni che si
stanno attivando nel tentativo di
limitare i danni in una lotta assai
difficile contro interessi forti, ca-
ratterizzati anche dalla presenza
inquietante della criminalità orga-
nizzata. Per non parlare poi dalla
martellante ed ingannevole pubbli-
cità del Monopoli di Stato, gene-
rando la surreale condizione di uno
Stato che droga i propri cittadini
per poi dover intervenire per cu-
rarli.
Tuttavia le Amministrazioni Loca-
li, per loro natura più vicine e sen-
sibili ai problemi delle persone,
stanno dando segnali positivi. Sin-
daci come quelli di Vicenza e Pa-
via (tanto per citare orientamenti
politici diversi) hanno emesso or-
dinanze per limitare le nuove aper-
ture e vietare la presenza di tali
attività vicino a luoghi sensibili
quali le scuole ed i luoghi di ritro-
vo giovanile e della terza età.
L’Assessore Regionale Serna-
giotto sta pensando ad una riorga-
nizzazione e riqualificazione dei
servizi sociali di competenza, arri-
vando a ridenominare SerD gli
attuali SerT, da servizi per le tossi-
codipendenze a servizi per le di-
pendenze.
A livello nazionale, per fare chia-
rezza sulle competenze e per non
rendere vana l’opera dei Sindaci,
l’on. Daniela Sbrollini ha presen-
tato un’interrogazione al Ministro
dell’Interno relativamente al fatto
che sia il Questore l'unico soggetto
abilitato a rilasciare licenze per
l'attivazione degli apparecchi di
video lotteria e come la stessa
Questura abbia la facoltà di disat-
tendere le eventuali restrizioni im-
poste dagli amministratori locali
con appositi regolamenti.
Ora, fatte le debite proporzioni, è
di tutta evidenza che il problema
esiste anche nel nostro territorio. È
esperienza comune entrare in alcu-
ni esercizi pubblici e notare la co-
stante presenza di persone che gio-
cano o scommettono cifre anche
consistenti.
A fronte di tutto ciò, noi crediamo
che, accanto ad interventi ammini-
strativi e di cura, sia importante
iniziare un’opera preventiva di
sensibilizzazione ed informazione
della popolazione. In tal senso ci
permettiamo di suggerire, nelle
forme che riterrete più opportune,
di unire le forze di tutti gli enti, i
servizi sul territorio, le associazio-
ni politiche e culturali interessate.
Fare il punto delle situazione, in-
staurare un monitoraggio mirato,
organizzare incontri pubblici, po-
trebbero costituire dei buoni pun-
ti d partenza.
Ringraziando per l’attenzione ed
auspicando un incontro sul tema,
porgiamo cordiali saluti.
Per il Partito Democratico di No-
venta Vicentina
La Coordinatrice Cristina Rossi
Noventa Vicentina, 20/06/2012
LUDOPATIA
QUANDO IL GIOCO E’ UNA MALATTIA
Una nuova forma di disagio sociale sulla quale è meglio aprire gli occhi per tempo, prima che diventi
un’epidemia inarrestabile. Abbiamo quindi ritenuto utile inviare la seguente lettera al comune e all’ULSS .
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PARTITO DEMOCRATICO - CIRCOLO DI NOVENTA VICENTINA
Anno 4° - n. 1 - Luglio 2012
STILLE DI POESIA
Per questioni di Euro, viviamo giorni in cui guardiamo torvi Atene. Ci fu tuttavia un tempo in cui la Grecia partorì l’Europa: non è da-to ai figli rinnegare la propria madre.
Il mare Egeo, crocevia nel primo millennio a.C. di popoli che poi tanto hanno segnato la nostra civiltà, è tutto un pullulare di isole, meta, ai nostri giorni, di orde di villeggianti al sole. Santorini, Milo, Samo, Paro sono nomi che richiamano avveni-menti, miti che perdurano nel tempo. All’estremo est del mare Egeo, attorno e sulle coste dell’odierna Turchia, fiorirono due stir-pi greche: gli Ioni e gli Eoli. I primi furono gli iniziatori della filosofia greca con Talete, Anassi-mandro e Anassimene. I secondi furono i creatori della poesia monodica con Alceo e Saffo. Il luogo ove quest’ultimi vissero, fra il settimo ed il sesto secolo a.C., fu l’isola di Lesbo, non lontana dalla costa turca. A quel tem-po l’isola viveva di navigazione ed agricoltura. Intensa fu anche la sua vita intellettuale e culturale tra le classi aristocratiche, sotto il governo del sapiente Pittaco. La comunità femminile era riunita in tiasi, dove diffusa era l’omosessualità. Di una di queste fece parte la poetessa Saffo che nella poesia che segue descrive il forte turbamento provocatole dalla visione, reale o evocata, di un uomo ed una donna in dolce colloquio d’amore. Qual è l’origine di tale turbamento? Gelosia od altro? Non è dato saper con certezza.
Simile a un Dio mi sembra quell’uomo
che siede davanti a te e da vicino
ti ascolta mentre tu parli
con dolcezza
e con incanto sorridi. E questo
fa sobbalzare il mio cuore nel petto.
Se appena ti vedo, subito non posso
più parlare:
la lingua si spezza: un fuoco
leggero sotto la pelle mi corre:
nulla vedo con gli occhi e le orecchie
mi rombano:
un sudore freddo mi pervade: un tremore
tutta mi scuote: sono più verde
dell’erba: e poco lontana mi sento
dall’esser morta.
A cura di Bruno Lombardo
“PERICLE: LA SAGGEZZA DEI PA-
DRI”
Ancora la Grecia, terra di poeti, filosofi e statisti. Riportiamo
il famoso Discorso agli Ateniesi di Pericle, stratega e uomo
politico. Siamo nel 461 a.C. ma sembra scritto adesso.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei
pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per
tutti nelle loro dispute private, ma noi non igno-
riamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sa-
rà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo
Stato, ma non come un atto di privilegio, come
una ricompensa al merito, e la povertà non costi-
tuisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla
vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno
dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossi-
mo se al nostro prossimo piace vivere a modo
suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci
piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggia-
re qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affa-
ri quando attende alle proprie faccende private,
ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari
per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci
è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di
non dimenticare mai che dobbiamo proteggere
coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle
leggi non scritte che risiedono nell’universale
sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon
senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non
lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in
pochi siano in grado di dare vita ad una politica,
beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicar-
la.
Noi non consideriamo la discussione come un
ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della li-
bertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola
dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppan-
do in sé una felice versalità, la fiducia in se stes-
so, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazio-
ne ed è per questo che la nostra città è aperta al
mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così."
a cura di Maurizio Thiene