Giornale Pd Luglio 2012

8
di Cristina Rossi Ritorna l'Uomo Qualunque, ritorna il qualunquismo, quell'atteggiamento che allontana l'uomo dalla politica, quell'atteggiamento di sfiducia verso le istituzioni, verso i politici, ma che allo stesso tempo ci fa perdere di vi- sta i problemi reali, ciò che veramen- te ci dovrebbe interessare, ciò che veramente ci dovrebbe indignare e ciò che veramente dovremmo fare. Stiamo dunque attenti perchè la sto- ria ci insegna che l'allontanamento dalla politica conduce ad un peggio- ramento della qualità dei politici e, non cosa da poco, della qualità delle decisioni politiche. Stiamo anche attenti allo stesso tem- po a non farci distrarre dai nuovi lin- guaggi politici, da linguaggi "urlati", persuasivi, seduttivi, che fabbricano paura, perchè proprio la paura di un "nemico fantasma" porta i politici a conservare il potere e proprio da questa sono nate le dittature, Spinoza infatti diceva che "una moltitudine libera è guidata più dalla speranza che dalla paura mentre una moltitu- dine schiava è guidata più dalla paura che dalla speranza". Ricordiamoci che la nostra distrazio- ne fa si che nel silenzio più assoluto la GIUSTIZIA perda il suo valore più profondo: fondamento della no- stra vita associativa. Ricordiamoci che solo cittadini in- formati sui fatti e capaci di esercitare il loro giudizio mantengono in vita la DEMOCRAZIA. Recuperare il significato di Giustizia e Democrazia è stato uno dei tanti o- biettivi del nostro circolo, attraverso i nostri incontri pubblici e attraverso le discussioni interne al circolo, ab- biamo ripercorso la strada della co- noscenza per risvegliare in noi il de- siderio di un nuovo progetto di civil- tà. Sintesi di quanto fatto in questo no- stro anno di impegno politico la tro- verete in questo giornale. Ci siamo occupati soprattutto di diritti e servi- zi sociali, di quel “welfare” che, og- gi come non mai, è entrato in pro- fonda crisi. A seguire riportiamo un sommario degli argomenti principali che troverete all’interno: Disabilità: perchè demolire i di- ritti dei disabili che dovrebbero essere intoccabili? Lettera del Presidente dell'associazione di- sabili, Cagnes, proposta della FISCH; riflessioni di Claudio Rizzato (ex responsabile regio- nale della Sanità) pag. 2 Nuovo Piano Socio Sanitario, medicina integrata e Ospedale di Noventa pag. 3 Il Welfare del volontariato di E- milia Laugelli pag. 3 Profughi ambientali di Gianni Sartori pag. 4 Giovani a Noventa: è possibile riappropriarci del Bar San Vito per avere uno spazio pubblico ricreativo ma allo stesso tempo educativo? pag. 5 Terza farmacia: ascoltiamo gli abitanti di Saline pag. 6 Emergenza gioco d'azzardo: lettera alle Istituzioni Noventane di Cristina Rossi pag. 7 Una finestra aperta su NOVENTA VICENTINA E DINTORNI: politica notizie riflessioni cultura Anno 4° - n. 1 - Luglio 2012

Transcript of Giornale Pd Luglio 2012

Page 1: Giornale Pd Luglio 2012

di Cristina Rossi

Ritorna l'Uomo Qualunque, ritorna

il qualunquismo, quell'atteggiamento

che allontana l'uomo dalla politica,

quell'atteggiamento di sfiducia verso

le istituzioni, verso i politici, ma che

allo stesso tempo ci fa perdere di vi-

sta i problemi reali, ciò che veramen-

te ci dovrebbe interessare, ciò che

veramente ci dovrebbe indignare e

ciò che veramente dovremmo fare.

Stiamo dunque attenti perchè la sto-

ria ci insegna che l'allontanamento

dalla politica conduce ad un peggio-

ramento della qualità dei politici e,

non cosa da poco, della qualità delle

decisioni politiche.

Stiamo anche attenti allo stesso tem-

po a non farci distrarre dai nuovi lin-

guaggi politici, da linguaggi "urlati",

persuasivi, seduttivi, che fabbricano

paura, perchè proprio la paura di un

"nemico fantasma" porta i politici a

conservare il potere e proprio da

questa sono nate le dittature, Spinoza

infatti diceva che "una moltitudine

libera è guidata più dalla speranza

che dalla paura mentre una moltitu-

dine schiava è guidata più

dalla paura che dalla speranza".

Ricordiamoci che la nostra distrazio-

ne fa si che nel silenzio più assoluto

la GIUSTIZIA perda il suo valore

più profondo: fondamento della no-

stra vita associativa.

Ricordiamoci che solo cittadini in-

formati sui fatti e capaci di esercitare

il loro giudizio mantengono in vita la

DEMOCRAZIA.

Recuperare il significato di Giustizia

e Democrazia è stato uno dei tanti o-

biettivi del nostro circolo, attraverso

i nostri incontri pubblici e attraverso

le discussioni interne al circolo, ab-

biamo ripercorso la strada della co-

noscenza per risvegliare in noi il de-

siderio di un nuovo progetto di civil-

tà.

Sintesi di quanto fatto in questo no-

stro anno di impegno politico la tro-

verete in questo giornale. Ci siamo

occupati soprattutto di diritti e servi-

zi sociali, di quel “welfare” che, og-

gi come non mai, è entrato in pro-

fonda crisi. A seguire riportiamo un

sommario degli argomenti principali

che troverete all’interno:

Disabilità: perchè demolire i di-

ritti dei disabili che dovrebbero

essere intoccabili? Lettera del

Presidente dell'associazione di-

sabili, Cagnes, proposta della

FISCH; riflessioni di Claudio

Rizzato (ex responsabile regio-

nale della Sanità) pag. 2

Nuovo Piano Socio Sanitario,

medicina integrata e Ospedale

di Noventa pag. 3

Il Welfare del volontariato di E-

milia Laugelli pag. 3

Profughi ambientali di Gianni

Sartori pag. 4

Giovani a Noventa: è possibile

riappropriarci del Bar San Vito

per avere uno spazio pubblico

ricreativo ma allo stesso tempo

educativo? pag. 5

Terza farmacia: ascoltiamo gli

abitanti di Saline pag. 6

Emergenza gioco d'azzardo:

lettera alle Istituzioni Noventane

di Cristina Rossi pag. 7

Una finestra aperta su NOVENTA VICENTINA E DINTORNI: politica — notizie — riflessioni — cultura

Anno 4° - n. 1 - Luglio 2012

Page 2: Giornale Pd Luglio 2012

2

PARTITO DEMOCRATICO - CIRCOLO DI NOVENTA VICENTINA

Anno 4° - n. 1 - Luglio 2012

Intervento di Riccardo Cagnes:

Presidente Comitato Vicentino Fa-

miglie con disabili

Non posso fare a meno di manifesta-

re un certo imbarazzo ogni qualvolta

si parli dei diritti delle persone con di-

sabilità. Imbarazzo dovuto al continuo

assistere alla purtroppo ormai fre-

quente inapplicazione della fiorente

legislazione in materia di disabilità.

Al comune cittadino, a chi non è co-

involto in questo “universo”, questa

realtà appare come un contesto dove

tutto vada per il meglio, dove, in virtù

dell’immagine che spesso viene data

dai mass media, tutto funzioni e che,

in fondo, poco hanno di che lamentar-

si le persone disabili e le loro fami-

glie.

Ma la realtà, purtroppo, come ben

sappiamo non è questa.

Sempre più frequentemente le fami-

glie, o le associazioni, sono costrette a

dover ricorrere alla giustizia per vede-

re riconosciuti i propri diritti.

Ciò non vuol dire che tutto va male.

Nella nostra Regione, grazie alle

battaglie portate avanti dalle associa-

zioni dei familiari che hanno avuto il

merito di stimolare e suggerire politi-

che innovative, le cose non vanno

proprio male, ma non ci possiamo

permettere di abbassare la guardia.

Proprio in questi ultimi anni, con la

solita scusante della carenza di risorse

economiche, si stanno mettendo in di-

scussione tutta una serie di conquiste

e così come avviene in ogni ambito

del sociale, anche nell’ambito della

disabilità si sta cercando di demolire

quanto di positivo sin qui costruito.

Il nostro sistema legislativo è ricco di

leggi a tutela dei diritti delle persone

disabili, ma quanto oggi trovano reale

applicazione queste leggi?

Si pensi alla legge 104/92, legge qua-

dro che disciplina gli interventi a fa-

vore delle persone disabili in ogni

ambito: scolastico, lavorativo, servizi,

tempo libero,...

La legge 328/2000 voluta dal governo

di centro sinistra e realizzata

dall’allora ministro Livia Turco. E’ la

legge in cui dovrebbero trovare rispo-

sta, oltre che le esigenze del singolo,

anche i bisogni della famiglia a cui

esso appartiene. E’ la legge che affer-

ma il diritto alle prestazioni, e per la

prima volta non vede più il cittadino

solo in veste di colui al quale è desti-

nata l’assistenza, ma come portatore

di diritti e in quanto tale lo vede inse-

rito, assieme al terzo settore, nella

programmazione e costruzione dei

servizi stessi. E per rendere reale i tali

contenuti viene istituito un fondo na-

zionale per il sociale, al quale segui-

ranno poi i vari fondi dedicati dei

quali oggi, grazie a chi ci ha governa-

to nel recente passato, se ne è persa o-

gni traccia.

Pari opportunità per le famiglie

Esclusione dalla vita sociale , lavora-

tiva, parità di opportunità tra donna e

donna madre di disabile.

A distanza di 2 anni dalla sua formu-

lazione. Il 25 febbraio 2009 l’Italia

ha ratificato la Convenzione ONU

dei diritti delle persone con disabili-

tà. Convenzione che da sola, qualora

fosse interamente applicata vedrebbe

realizzati tutti i diritti dei disabili in o-

gni ambito della loro vita.

A noi il compito di rendere esigibili

i diritti dei nostri figli, fratelli ecc..

E a tutti coloro che non vivono sulla

propria pelle le problematiche legate

alla disabilità affidiamo le nostre spe-

ranze. La famiglia da sola non basta.

La tutela dei diritti non può e non de-

ve interessare solo il disabile e la sua

famiglia. Ciascuno di noi deve sentir-

si chiamato a costituirsi parte civile o-

gni qualvolta vede calpestata la digni-

tà del disabile, ogni qualvolta vengo-

no calpestati gli inalienabili diritti dei

più deboli.

Quindi, coraggio, a testa alta, DI-

RITTI, è questo che chiediamo e

non concessioni.

A conferma di quanto segnalato dal

Presidente dell'associazione disabili

di Vicenza, Riccardo Cagnes, ripor-

tiamo di seguito le riflessione di

Claudio Rizzato, ex responsabile sa-

nità regionale del P D

Il bilancio della regione è stato approva-

to e contiene un taglio netto ai servizi so-

ciali. La Giunta regionale ha disatteso la

mozione del Consiglio regionale che la

impegnava a non tagliare il sociale e ad

incrementare le risorse destinate alla di-

sabilità e alla non autosufficienza, invece

i finanziamenti sono stati ridotti e di con-

seguenza i servizi subiranno tagli e ridi-

mensionamenti. Diventa così particolar-

mente difficile la situazione per i disabili

e le persone non autosufficienti, alle quali

viene chiesto di pagare rette inaccettabili

e subire liste d'attesa sempre più lunghe;

alle famiglie dei disabili viene chiesto poi

da parte dei Comuni di compartecipare

alle spese nei centri diurni . A questo pro-

posito e necessario ribadire ancora una

volta che deve essere respinta la richiesta

fatta dalla Conferenza dei Sindaci

dell'Ulss 6 di Vicenza di modificare l'arti-

colo 6 della legge regionale n.30/2009 ri-

guardante i servizi e il fondo per la non

autosufficienza (anziani e disabili), arti-

colo che stabilisce che "non è prevista al-

cuna compartecipazione delle famiglie al-

le spese per le prestazioni a carattere se-

miresidenziale erogate presso i centri

diurni a favore dei soggetti disabili".

Mentre con la legge 30/2009 è stato con-

fermato il sostegno alle persone disabili e

alle loro famiglie non è la prima volta

che I Sindaci dell'Ulss 6 tentano di scari-

care sulle persone più deboli i loro pro-

blemi di bilancio invece di rivolgersi alla

G i u n t a r e g i o n a l e .

Sono convinto che la politica debba sce-

gliere le priorità e partire dalle istanze

dei più deboli e avere come obiettivo l'as-

sistenza e la cura dei malati prima dei bi-

lanci. Vale anche per la dignità delle

persone, specialmente se disabili. Non è

evidentemente questo il punto di vista del-

la maggioranza Lega-PDL che governa il

Veneto che nel Bilancio 2012 ha azzerato

o dimezzato le risorse a favore dei disabi-

li e delle loro famiglie.

Page 3: Giornale Pd Luglio 2012

3

Nuovo piano sociosanitario del veneto:

luci e ombre

d i S T E F A N O F R A C A S S O

Il nuovo piano indirizza l'assistenza

alle mutate condizioni demografiche

(invecchiamento della popolazione) e

sanitarie (crescita delle malattie croni-

che) della popolazione veneta. Sposta

il "baricentro" dei servizi sanitari

dall'ospedale a "fuori" dell'ospedale,

vale a dire alla medicina del territorio.

Prevede quindi che si sviluppino l'as-

sistenza domiciliare integrata, gli o-

spedali di comunità, che i medici di

famiglia si aggreghino per costituire

le Medicine di Gruppo Integrate, dove

poter accedere dalle 8 del mattino alle

20 e poter fare anche prelievi, esami

diagnostici, consulti. Mentre in ospe-

dale si andrà meno e, quando ci si an-

drà, si rimarrà meno. Il piano prevede

inoltre di mantenere una stretta inte-

grazione tra la sanità e il sociale, di

mettere in relazione i servizi ospeda-

lieri con quelli extraospedalieri, com-

prese le case di riposo, le riabilitazio-

ni, i distretti. Si tratta di un cambia-

mento che implica un forte protagoni-

smo delle comunità locali, dei comu-

ni, oltre che di tutto il mondo delle

professioni sanitarie e sociali.

Purtroppo a fronte di questa nuova

impostazione, il potere di governo del

sistema rimane ancora troppo accen-

trato sulla figura del Direttore Gene-

rale e non vengono assicurate mag-

giori competenze ai sindaci, che pure

sono chiamati a una crescente com-

partecipazione all'organizzazione e fi-

nanziamento dei servizi. Mentre risul-

tano sempre chiare le dotazioni ospe-

daliere (posti letto, reparti, servizi...)

ancora non si è voluto scrivere nero

su bianco i livelli essenziali di assi-

stenza del territorio, con il rischio di

forti disparità di trattamento tra ulss e

ulss. Se i servizi territoriali non ven-

gono attivati, il peso dell'assistenza

cadrà sulle spalle delle famiglie, co-

strette a un crescente disagio sociale,

oltre che economico. Rimane una gra-

ve carenza sul fronte della risposta al-

la non autosufficienza, senza un deci-

so incremento del fondo per le rette

delle case di riposo i costi per le fami-

gl ie diventano insos tenib i l i .

dalla Regione Veneto il consigliere del

PD Stefano Fracasso

Con gli obiettivi contenuti nel nuovo piano l'ospedale di Noventa dovrebbe configu-rarsi come ospedale integrativo della rete. In questo senso rimarrebbe valida la pro-posta fatta dalla conferenza dei sindaci lo scorso anno. Ovviamente fino a quando non vedremo le schede ospedaliere non avremo garanzia.

Il Welfare Italiano, come possiamo ben comprendere, ha esaurito i finanzia-menti e di conseguenza le sue funzioni. E' necessaria una riforma profonda, ma finchè aspettiamo che lo Stato prov-veda, chi risponde alle esigenze del no-stro sistema sociale?

di Emilia Laugelli (psicologa -psicote-

rapeuta, componente ass. naz. del PD)

In questo contesto si vive il volontariato

come il più capace di rispondere in modo

"solidale" e viene sottovalutato il ruolo

degli enti locali. In tutto il sistema del

welfare, chi ha sempre sostenuto il ruolo

di garante è stato ed è ancora il volonta-

riato; oggi acquista il ruolo di protagoni-

sta a cui guardano con marcato interesse

soprattutto le istituzioni. In buona sostan-

za: a fronte di un arretramento dell'azione

del sistema sociale nazionale, si chiede

maggiore forza al volontariato. Ma questo

sempre maggiore riconoscimento del vo-

lontariato nasconde in realtà un'insidia e

un rischio: quello che lo Stato investa

sempre meno nel sociale, confidando nel

ruolo supplente e a "costo zero" di innu-

merevoli associazioni in ogni parte d'Ita-

lia. Una progressiva deresponsabilizza-

zione su un tema così delicato rischia di

sfociare in una sorta di delega non scritta,

che potrebbe gravare oltre o investire di

ulteriori aspettative chi già sta facendo

più della propria parte. Oggi più che mai

è fondamentale sostenerlo con azioni che

ribadiscano la centralità delle politiche

sociali nel nostro Paese e alle quali corri-

sponda una "regia" in cui Stato ed Enti lo-

cali guidino il processo di assistenza e cu-

ra.

Non può esistere nessun sistema sociale o

sociosanitario in grado di reggersi senza

l'appoggio della comunità nel suo insie-

me. Questa ormai è una realtà consolida-

ta, ma nulla toglie che in una nuova ottica

di sistema welfare, tutto ciò possa rivisto,

lasciando spazio alle comunità locali e a

forme di lavoro coordinate tra le stesse

associazioni, in ambiti più ristretti, tradot-

te in azioni concrete per far crescere i va-

lori della solidarietà e della giustizia so-

ciale. Riusciremo a far ripartire e a mi-

gliorare il welfare italiano in chiave attua-

le, nella misura in cui comprenderemo

che non può esistere nessun sistema so-

ciale e sociosanitario che possa reggersi

senza l'appoggio della comunità nel suo

insieme.

PARTITO DEMOCRATICO - CIRCOLO DI NOVENTA VICENTINA

Anno 4° - n. 1 - Luglio 2012

APPROVATO NUOVO

PIANO SOCIO SANITARIO

Sul Corriere del Veneto del 21 giugno

appare questo titolo: ZAIA “…ORA

CHIUDIAMO QUALCHE OSPEDALE”

Il 20 giugno scorso, il Consiglio Regio-

nale ha dato il voto definitivo al nuovo

piano socio sanitario regionale. Con 30

voti a favore (lega, pdl), 19 contrari (PD,

Verso il Nord, Fed.Sinistra) e 3 astenuti

(UDC). Nel corso della discussione sono

stati accolti numerosi emendamenti, an-

che del gruppo PD. Sono stati respinti i

tentativi della Giunta, in particolare

dell’Ass. Coletto, di togliere al Consiglio

il potere vincolante delle schede ospeda-

liere, schede che decideranno il futuro

dei nostri ospedali. Il Cons. regionale del

PD, Stefano Fracasso dice che, nono-

stante il contributo al miglioramento del

piano venuto dal gruppo del PD, risulta

inefficiente tutta la parte sociale.

Page 4: Giornale Pd Luglio 2012

4

PARTITO DEMOCRATICO - CIRCOLO DI NOVENTA VICENTINA

Anno 4° - n. 1 - Luglio 2012

DIRITTI UMANI: il diritto internazio-

nale prevede la protezione delle vittime

di guerra o delle vittime di conflitti ar-

mati, la Convenzione di Ginevra del

1951, sembra però non essere più ade-

guata per i nuovi problemi posti dai:

PROFUGHI AMBIENTALI di Gianni

Sartori

In base ai dati forniti dal secondo State of

Environmental Migrations 2010, docu-

mento pubblicato dall'Organizzazione

internazionale per le migrazioni (OIM) e

dall'Institut du develloppement durable et

des relations internationales (IDDRI), nel

2010 i profughi ambientali per catastrofi

naturali sarebbero stati più di 38 milioni.

Nel 2008 le persone costrette ad abbando-

nare le loro case in conseguenza di guerre

e conflitti erano 4,6 milioni. Molte di più,

20 milioni, quelle colpite da cause di ori-

gine ambientale. Una marea di profughi e

sfollati che in tre anni è raddoppiata anche

se nel 2009 si era registrata una leggera

flessione (“soltanto” 15 milioni). Quanto

al 2011, i dati finora raccolto non consen-

tono previsioni ottimistiche. Tra gli eventi

dalle conseguenze più drammatiche negli

ultimi anni, il coordinatore dell'inchiesta

elencava “lo tsunami e l'incidente di Fuku-

shima (in realtà causato dal terremoto an-

che se le autorità nipponiche hanno fatto

di tutto per nasconderlo nda), le inonda-

zioni in Thailandia, in Cina e nelle Filip-

pine”. Devastanti anche “le inondazioni in

Pakistan, gli incendi in Russia e i terremo-

ti di Haiti e Cile”. E ormai i cambiamenti

climatici non colpiscono solo il Sud del

mondo. A causa dell'uragano Xinthia, in

Francia migliaia di persone avevano dovu-

to abbandonare definitivamente le loro

abitazioni. Dalle inchieste effettuate da

studiosi di Sciences Po-Paris è emerso

come non siano soltanto gli eventi improv-

visi e spettacolari a provocare massicce

migrazioni. Un lento degrado ambientale

come lo scioglimento dei ghiacciai nel

Nepal e del Bhutan può determinare lo

spostamento non volontario di intere po-

polazioni. In altre aree del pianeta (come

nel Darfur e nel Nordest brasiliano) a

causare le migrazioni è la siccità di lunga

durata. In Amazzonia una delle cause prin-

cipali è la deforestazione mentre gli atolli

del Pacifico sono colpiti dall'innalzamento

del livello marino. In futuro alcune zone

del pianeta potrebbero diventare inabitabi-

li con gli abitanti costretti a emigrare o

soccombere. I dati del Centro di ricerca

sull'epidemiologia dei disastri (CRED,

Università cattolica di Lovanio) conferma-

no che dal 1970 le catastrofi di tipo am-

bientale sono in aumento. Tesi condivisa

dal rapporto pubblicato nel 2011 dal Grup-

po di esperti intergovernativo sull'evolu-

zione del clima (GIEC) secondo cui “la

frequenza di avvenimenti meteorologici

estremi è destinata a crescere”. Con l'au-

mento dei profughi diventerà indispensa-

bile rivedere il diritto internazionale. La

Convenzione di Ginevra del 1951, infatti,

non appare adeguata per i nuovi problemi

posti dai migranti ambientali.

Gianni Sartori

LA

COSTITUZIONE

ITALIANA

di Elisabetta Benetti

Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa

sulla Costituzione e ho pensato per un

po’ a ciò che avrei potuto scrivere. La

Costituzione è una cosa bella, meravi-

gliosa, ma come comunicare in poche

righe il senso della nostra Costituzione?

Da che parte cominciare per dirlo? Di

questi tempi poi, che la politica è così

impopolare.

E allora comincio con una storia raccon-

tata da Piero Calamandrei nel 1955 agli

studenti milanesi. Calamandrei afferma

che una delle offese più gravi che si pos-

sono fare alla Costituzione è l'indifferen-

za alla poli-tica, il “non m’importa”.

E prosegue:” E a me, quando sento fare

questo discorso, viene sempre in mente

quella vecchia storiellina che qualche­

duno di voi conoscerà, di quei due emi-

granti, due contadini, che traver­savano

l'Oceano su un piroscafo traballante.

Uno di questi contadini dormiva nella

stiva e l'altro stava sul ponte e si accor-

geva che c'era una gran burrasca con

delle onde altissime e che il piroscafo

oscillava.

E allora questo contadino, impaurito,

domanda a un marinaio: «Ma siamo in

pericolo?» E questo dice: «Se continua

questo mare, tra mezz'ora il bastimento

affonda». Allora lui corse nella stiva a

svegliare il compagno e dice: «Beppe!

Beppe! Beppe!»,

«Che c'è?»

«Se continua questo mare, tra mezz'ora il

bastimento affonda!»

Quello dice: «Che me ne importa? Non è

mica mio».

Questo è l'indifferentismo alla politica”.

Mi pare che questa storia spieghi bene che

cosa si intende per responsabilità e per

libertà. La libertà non è il poter fare tutto,

ma è la conquista di un’identità autentica e

di un pensiero critico indipendente.

La responsabilità è ciò che ci fa sentire

parte di una comunità. La Costituzione è

proprio lo sfondo che permette alla nostra

libertà e alla nostra responsabilità di espri-

mersi. L’una e l’altra sono fondamentali e

imprescindibili per garantire a ciascuno e

a tutti il diritto alla felicità.

La Costituzione cerca proprio di coniugare

la libera espressione di ciascuno con la

costruzione di un progetto comune volto a

dare sicurezza a tutti.

Per questo dovremmo amarla molto la

nostra Carta costituzionale, pensare che è

un bel regalo che ci hanno fatto, che noi

l’abbiamo trovata qui, pronta, subito, ma

che nessuno ci garantisce che esista per

sempre.

E in fondo prima della Costituzione ci son

stati vent’anni di dittatura e poi c’è stata la

resistenza e la nostra Costituzione nasce in

quella situazione difficile, in un’Italia che

arranca, ma che vuole darsi un sogno di

democrazia, in un’Italia che alza la testa

dopo la guerra attraverso il senso di fratel-

lanza e di solidarietà.

La nostra Carta diventa per noi un monito

ad attuarla pienamente là dove non lo è

ancora e una responsabilità per garantire al

mondo che verrà i diritti che a noi sono

stati affidati.

Page 5: Giornale Pd Luglio 2012

5

PARTITO DEMOCRATICO - CIRCOLO DI NOVENTA VICENTINA

Anno 4° - n. 1 - Luglio 2012

NOTIZIE DA NOVENTA VICENTINA

In quasi tutti i paesi esiste il classico Bar

dell’Oratorio (vedi comuni non molto

lontani da noi es Pojana, vedi la frazione

di Noventa, Saline) ma a Noventa, che

conta una comunità di quasi 9000 abitan-

ti, perché non esiste un luogo di ritrovo

ludico ricreativo per i nostri giovani?

Vogliamo portare così all’attenzione della

cittadinanza una questione che riguarda la

gestione del Bar San Vito. Per lungo tem-

po il nostro oratorio è stato il luogo di ag-

gregazione, storia di una parrocchia, di

un’evoluzione del territorio, di una co-

scienza sociale di un intero paese. Luogo

educativo per eccellenza, per generazioni

ha risposto alla domanda di integrazione

dei giovani, contribuendo a risolvere il di-

vario di differenziazione sociale. Una zo-

na sicura, promotrice di relazioni sane,

passioni virtuose, attenzione e cura verso

il ben-essere delle future generazioni.

L’attuale gestione del bar San Vito risulta

essere quanto più distante da un luogo e-

ducativo e male si integra, anzi si con-

fonde pericolosamente, con le finalità del

luogo e le altre attività in essere. Rispon-

de ad una gestione privata che come tale

ha finalità di lucro in una logica di merca-

to. Il risultato negli anni è stato quello di

creare uno spazio sregolato, che non am-

micca alla trasgressione ma la promuove

esplicitamente, con finalità aggregative o-

rientate al consumo-abuso di alcolici, con

iniziative ed eventi orientati a raggiunge-

re il massimo in termini di volgarità e tri-

vialità; basta leggere alcuni post o inizia-

tive della pagina facebook.

E gli adulti dove sono?

Tutti lo sanno, tutti ne parlano è colpa di

tutti e responsabilità di nessuno?

Ci permettiamo di dire che sono diverse

le offerte aggregative che rispondono a

logiche di intrattenimento puro, in questi

ultimi anni molti locali animano i pome-

riggi e le serate del nostro centro ed è giu-

sto che sia così! Allora bisogna avere il

coraggio di ricreare almeno una offerta

capace di mettere da parte l’interesse di

qualcuno in nome dell’interesse della col-

lettività.

Il bar San Vito va ripensato, deve tornare

ad essere luogo educativo non contro

qualcuno o qualcosa, ma spazio di aggre-

gazione che si integra con le altre offerte

del territorio caratterizzandosi e differen-

ziandosi per metodi, contenuti, messaggi.

L'educazione ha tra i suoi scopi quello di

inserire i giovani nel mondo, invece che a

sfuggirlo, introducendoli nella società in

modo proficuo e critico. L'oratorio (ed il

suo bar), più che un posto di passivo ripa-

ro dovrebbe esser un trampolino di lan-

cio, dove si va per vivere il mondo anche

nelle sue contraddizioni, e di tanto in tan-

to, come luogo dove trovare un rifugio

per costruire senso. Gli adulti accusano i

giovani di superficialità, assenza di valori

e senso civico. Ma la logica crudele sta

nel chiedere senza offrire alternative reali.

Insomma siamo noi adulti che plasmiamo

a nostra immagine e somiglianza le gene-

razioni future, proiettando su di loro i no-

stri malcostumi, ingabbiandoli in una pri-

gione all’apparenza dorata! E’ possibile

riappropriarci di uno spazio pubblico, non

schiacciato da logiche di lucro, capace di

mettere assieme una proposta educativa

pensata per rispondere alle esigenze ludi-

co ricreative dei nostri giovani?

Per esempio si potrebbe scegliere a-

derire ad associazioni di oratori nazionali

(Noi Associazione, Anspi, Csi ecc) per a-

vere una organizzazione meglio struttu-

rata, o rivolgersi a cooperative onlus che

da tempo nei territori veneti sono state ca-

paci di promuovere esperienze positive o,

perché no, agli stessi giovani che deside-

rano impegnarsi con buoni propositi in u-

na attività davvero alternativa per i loro

coetanei?

E’ una questione che riguarda i cittadini

ma soprattutto chi ha compiti di ammini-

strazione pubblica dall’Amministrazione

Comunale al Consiglio Pastorale Parroc-

chiale e Commissione Economica, Dio-

cesi inclusa.

Negli Orientamenti pastorali dell’Episco-

pato italiano per il decennio 2010-2020 –

“Educare alla vita buona del Vangelo” si

legge a pagina 21: La comunità cristiana

offre il suo contributo e sollecita quello di

tutti perché la società diventi sempre più

terreno favorevole all’educazione [..].

Ciò richiede il coinvolgimento non solo

dei genitori e degli insegnanti, ma anche

degli uomini politici, degli imprenditori,

degli artisti, degli sportivi, degli esperti

della comunicazione e dello spettacolo

[..]. Inoltre, i vari ambienti di vita e di re-

lazione – non ultimi quelli del divertimen-

to, del tempo libero e del turismo – eser-

citano un’influenza talvolta maggiore di

quella dei luoghi tradizionali, come la fa-

miglia e la scuola.

Insomma è argomento che tocca tutta la

comunità e soprattutto chi in questo mo-

mento ha compiti di gestione e ammini-

strazione della cosa pubblica. Smettiamo-

la con i rimpalli di responsabilità, esiste

una necessità educativa che ci tocca tutti

da vicino e che da troppo tempo di propo-

sito ignoriamo! Il nostro bellissimo co-

mune possiede ancora un patrimonio di

giovani/adulti che si sono formati e sono

cresciuti sotto l’ombra del campanile, non

disperdiamo questa ricchezza umana e

culturale, testimonianza di una comunità

viva, attiva e solidale. Cercando di supe-

rare la logica della “colpa” che per defini-

zione si orienta ad individuare il colpevo-

le di una evento che si è già verificato, in

uno svolgimento che si orienta al passato;

apriamoci invece al principio di “respon-

sabilità” che implica un necessario riferi-

mento al futuro, assumendoci l’onere di

saper ben ponderare le decisioni di oggi

in riferimento ai possibili esiti futuri.

Apriamo i

cancelli ai

nostri gio-

vani"

Page 6: Giornale Pd Luglio 2012

6

PARTITO DEMOCRATICO - CIRCOLO DI NOVENTA VICENTINA

Anno 4° - n. 1 - Luglio 2012

NOTIZIE DA NOVENTA VICENTINA

CHE FINE HANNO FATTO?

Che fine hanno fatto i progetti di

ARREDO URBANO della pur

bella Piazza 4 Novembre? I vaso-

ni con le piante sono rilegati in

fondo alla piazza, le uniche pan-

chine sono lungo il corso

(pregando e sperando nella bravu-

ra di chi sta parcheggiando….!) e

la gente continua ad andare a pas-

seggiare la sera ad Este o Monta-

gnana! Speriamo non dover aspet-

tare la campagna elettorale delle

prossime amministrative per avere

novità!

Che fine hanno fatto i PALAZZETTI

DELLO SPORT? Dovevano essere

completati entro dicembre 2010, do-

vevano non costare niente alla comu-

nità di Noventa ed invece e siamo

certi che il tutto sia a costo zero per

le casse comunali?

Alla data attuale non si hanno notizie

di quando diventeranno operativi.

Dove giocheranno le squadre di No-

venta i prossimi campionati? Speria-

mo non ancora fuori paese!!!

La SALA PROVE DI MUSICA

“Paolo Tosetto” delle Are, costruita

con fondi di 11 Comuni del Basso

Vicentino e perciò aperta ai gruppi di

tutta la zona, viene chiusa per proble-

mi strutturali della scuola.

Che fine faranno i gruppi che suona-

vano all’interno? E le strutture che vi

sono all’interno? Il Comune sta cer-

cando un nuovo sito per promuovere

questo tipo di aggregazione soprat-

tutto giovanile?

“ LO STRANO CASO DEL-

LA TERZA FARMACIA”.

Da sempre Noventa può vantare due

farmacie. Storiche, in centro al paese,

familiari a generazioni di noventani,

certe e inamovibili come il Municipio

e la Chiesa. Il tempo passa, Noventa si

ingrandisce e si apre la possibilità, se-

condo i parametri di legge, di aprirne

una terza. Dove? Secondo i pareri uffi-

ciali dell’Ulss, dell’Associazione dei

farmacisti e secondo quanto logica vor-

rebbe, sarebbe un’ottima occasione per

mettere a disposizione dei cittadini di

Saline un così importante servizio.

Finalmente una decisione chiara e che

metterebbe tutti d’accordo? No, la

Giunta prima delibera di localizzarla in

Largo Rezzonico, dietro Villa Barbari-

go, poi ritorna sui suoi passi, e, sfidan-

do la logica di cui sopra, prima licenzia

una seconda delibera individuando la

sola via Carlo Porta, poi, dopo una pe-

tizione presentata dai consiglieri di

minoranza, con una raccolta di ben 400

firme di abitanti di Saline, ne rilascia

una terza che individua un nuovo

“stupefacente” “compartimento EST

di Noventa Vicentina a partire da Via

C. Porta fino a Località Saline com-

presa, il quale conta una popolazione

residente di circa 3900 abitanti, dista

da m 500 a m 3500 dalle già esistenti

farmacie ed e’ totalmente priva di pre-

sidio farmaceutico” (delibera di Giunta

n.143 del 30/05/12).

Anche in quest'ultima delibera non si

abbandona Via C. Porta, un farmacista

che vorrà aprire un nuovo presidio far-

maceutico, non sarà pertanto incentiva-

to ad aprire a Saline.

Come Partito Democratico, ogni commento ci sembra superfluo, ma una sola domanda ci viene spontanea: perché? Stiamo a vedere il finale di questa vicenda, forse solo allora capire-mo... Ci auguriamo però che qualche farmacista ascolti le tante voci dei residenti a Saline che conta non solo 1000 abitanti, ma anche 700 lavoratori che transitano per la zona industriale della frazione.

Ringraziamo tutti i relatori che hanno partecipato ai nostri incontri

pubblici. Ringraziamo in particolar modo l'assessore ai servizi sociali

Mattia Veronese, che ci ha dato la possibilità di organizzare assieme

all'Amministrazione Comunale un importante incontro sul tema

"Minori e legalità", incontro che ha portato alla nascita della "Consulta

nuove generazioni e famiglie".

Questo dimostra che quando si toccano temi sensibili e di interesse

comune è possibile costruire cose buone anche superando le logiche di

partito.

Page 7: Giornale Pd Luglio 2012

7

PARTITO DEMOCRATICO - CIRCOLO DI NOVENTA VICENTINA

Anno 4° - n. 1 - Luglio 2012

Al Signor Sindaco di

Noventa Vicentina, Marcello

Spigolon

All’ Assessore alle Po-

litiche Sociali, Mattia Verone-

se

Al Dirigente SERT,

Mauro Codogno

Sentiamo la necessità di condivi-

dere con Voi la preoccupazione

per un fenomeno che sicuramente

è già alla vostra attenzione. Ci rife-

riamo alla ludopatia o gambling,

una forma nuova di dipendenza

che sta assumendo dimensioni tali

da costituire un vero e proprio al-

larme sociale: per la salute delle

persone, per gli equilibri familiari,

per il rischio concreto di rovine

economiche e professionali.

Sale scommesse, gratta e vinci,

lotterie, slot machine, tabaccherie

e bar con spazi sempre più grandi

dedicati ai giocatori, stanno dila-

gando ovunque ma soprattutto nel-

la mente di molti, troppi cittadini.

La preoccupazione cresce nel con-

statare che le fasce di popolazione

colpite sono le più varie ma che

quelle più a rischio sono proprio le

più fragili dal punto di vista psico-

logico e le più esposte alla grave

crisi economica, finanziaria ed oc-

cupazionale in corso.

Molte sono le Istituzioni che si

stanno attivando nel tentativo di

limitare i danni in una lotta assai

difficile contro interessi forti, ca-

ratterizzati anche dalla presenza

inquietante della criminalità orga-

nizzata. Per non parlare poi dalla

martellante ed ingannevole pubbli-

cità del Monopoli di Stato, gene-

rando la surreale condizione di uno

Stato che droga i propri cittadini

per poi dover intervenire per cu-

rarli.

Tuttavia le Amministrazioni Loca-

li, per loro natura più vicine e sen-

sibili ai problemi delle persone,

stanno dando segnali positivi. Sin-

daci come quelli di Vicenza e Pa-

via (tanto per citare orientamenti

politici diversi) hanno emesso or-

dinanze per limitare le nuove aper-

ture e vietare la presenza di tali

attività vicino a luoghi sensibili

quali le scuole ed i luoghi di ritro-

vo giovanile e della terza età.

L’Assessore Regionale Serna-

giotto sta pensando ad una riorga-

nizzazione e riqualificazione dei

servizi sociali di competenza, arri-

vando a ridenominare SerD gli

attuali SerT, da servizi per le tossi-

codipendenze a servizi per le di-

pendenze.

A livello nazionale, per fare chia-

rezza sulle competenze e per non

rendere vana l’opera dei Sindaci,

l’on. Daniela Sbrollini ha presen-

tato un’interrogazione al Ministro

dell’Interno relativamente al fatto

che sia il Questore l'unico soggetto

abilitato a rilasciare licenze per

l'attivazione degli apparecchi di

video lotteria e come la stessa

Questura abbia la facoltà di disat-

tendere le eventuali restrizioni im-

poste dagli amministratori locali

con appositi regolamenti.

Ora, fatte le debite proporzioni, è

di tutta evidenza che il problema

esiste anche nel nostro territorio. È

esperienza comune entrare in alcu-

ni esercizi pubblici e notare la co-

stante presenza di persone che gio-

cano o scommettono cifre anche

consistenti.

A fronte di tutto ciò, noi crediamo

che, accanto ad interventi ammini-

strativi e di cura, sia importante

iniziare un’opera preventiva di

sensibilizzazione ed informazione

della popolazione. In tal senso ci

permettiamo di suggerire, nelle

forme che riterrete più opportune,

di unire le forze di tutti gli enti, i

servizi sul territorio, le associazio-

ni politiche e culturali interessate.

Fare il punto delle situazione, in-

staurare un monitoraggio mirato,

organizzare incontri pubblici, po-

trebbero costituire dei buoni pun-

ti d partenza.

Ringraziando per l’attenzione ed

auspicando un incontro sul tema,

porgiamo cordiali saluti.

Per il Partito Democratico di No-

venta Vicentina

La Coordinatrice Cristina Rossi

Noventa Vicentina, 20/06/2012

LUDOPATIA

QUANDO IL GIOCO E’ UNA MALATTIA

Una nuova forma di disagio sociale sulla quale è meglio aprire gli occhi per tempo, prima che diventi

un’epidemia inarrestabile. Abbiamo quindi ritenuto utile inviare la seguente lettera al comune e all’ULSS .

Page 8: Giornale Pd Luglio 2012

8

PARTITO DEMOCRATICO - CIRCOLO DI NOVENTA VICENTINA

Anno 4° - n. 1 - Luglio 2012

STILLE DI POESIA

Per questioni di Euro, viviamo giorni in cui guardiamo torvi Atene. Ci fu tuttavia un tempo in cui la Grecia partorì l’Europa: non è da-to ai figli rinnegare la propria madre.

Il mare Egeo, crocevia nel primo millennio a.C. di popoli che poi tanto hanno segnato la nostra civiltà, è tutto un pullulare di isole, meta, ai nostri giorni, di orde di villeggianti al sole. Santorini, Milo, Samo, Paro sono nomi che richiamano avveni-menti, miti che perdurano nel tempo. All’estremo est del mare Egeo, attorno e sulle coste dell’odierna Turchia, fiorirono due stir-pi greche: gli Ioni e gli Eoli. I primi furono gli iniziatori della filosofia greca con Talete, Anassi-mandro e Anassimene. I secondi furono i creatori della poesia monodica con Alceo e Saffo. Il luogo ove quest’ultimi vissero, fra il settimo ed il sesto secolo a.C., fu l’isola di Lesbo, non lontana dalla costa turca. A quel tem-po l’isola viveva di navigazione ed agricoltura. Intensa fu anche la sua vita intellettuale e culturale tra le classi aristocratiche, sotto il governo del sapiente Pittaco. La comunità femminile era riunita in tiasi, dove diffusa era l’omosessualità. Di una di queste fece parte la poetessa Saffo che nella poesia che segue descrive il forte turbamento provocatole dalla visione, reale o evocata, di un uomo ed una donna in dolce colloquio d’amore. Qual è l’origine di tale turbamento? Gelosia od altro? Non è dato saper con certezza.

Simile a un Dio mi sembra quell’uomo

che siede davanti a te e da vicino

ti ascolta mentre tu parli

con dolcezza

e con incanto sorridi. E questo

fa sobbalzare il mio cuore nel petto.

Se appena ti vedo, subito non posso

più parlare:

la lingua si spezza: un fuoco

leggero sotto la pelle mi corre:

nulla vedo con gli occhi e le orecchie

mi rombano:

un sudore freddo mi pervade: un tremore

tutta mi scuote: sono più verde

dell’erba: e poco lontana mi sento

dall’esser morta.

A cura di Bruno Lombardo

“PERICLE: LA SAGGEZZA DEI PA-

DRI”

Ancora la Grecia, terra di poeti, filosofi e statisti. Riportiamo

il famoso Discorso agli Ateniesi di Pericle, stratega e uomo

politico. Siamo nel 461 a.C. ma sembra scritto adesso.

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei

pochi: e per questo viene chiamato democrazia.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per

tutti nelle loro dispute private, ma noi non igno-

riamo mai i meriti dell’eccellenza.

Quando un cittadino si distingue, allora esso sa-

rà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo

Stato, ma non come un atto di privilegio, come

una ricompensa al merito, e la povertà non costi-

tuisce un impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla

vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno

dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossi-

mo se al nostro prossimo piace vivere a modo

suo.

Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci

piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggia-

re qualsiasi pericolo.

Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affa-

ri quando attende alle proprie faccende private,

ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari

per risolvere le sue questioni private.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci

è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di

non dimenticare mai che dobbiamo proteggere

coloro che ricevono offesa.

E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle

leggi non scritte che risiedono nell’universale

sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon

senso.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non

lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in

pochi siano in grado di dare vita ad una politica,

beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicar-

la.

Noi non consideriamo la discussione come un

ostacolo sulla via della democrazia.

Noi crediamo che la felicità sia il frutto della li-

bertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.

Insomma, io proclamo che Atene è la scuola

dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppan-

do in sé una felice versalità, la fiducia in se stes-

so, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazio-

ne ed è per questo che la nostra città è aperta al

mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.

Qui ad Atene noi facciamo così."

a cura di Maurizio Thiene