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Mensile a cura dell’associazione “Adotta il tuo Paese” Direttore responsabile: Luigia De Ciampis detta Luella – Redazione: Via Porres, 119 – 82026 Morcone (Bn) – e-mail: www.adottailtuopaese.org Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% – Aut. 110/ATSUD/BN ALL’INTERNO Caffè in grani - Cialde - Capsule - Capsule compatibili Nespresso Distributore: DI MELLA ICE s.r.l. c.da Piana z. i. 22, Morcone (BN) - Tel. 0824 956185 - fax 0824 957480 A pagina 3 MORCONE Investitura degli “Araldi di San Pio” Questo giornale è distribuito gratuitamente nei comuni di Morcone, Campolattaro, Castelpagano, Circello, Colle Sannita, Fragneto Monforte, Pontelandolfo, Santa Croce del Sannio, Sassinoro Ro méréco piétuso fa la chiaja cancrenosa ANNO V - N. 1 - GENNAIO 2015 NUOVA EDIZIONE - COPIA OMAGGIO a pag. 2 a pag. 2 a pag. 2 EDIZIONI Via degli Italici 29/A - Morcone (BN) [email protected] Per l’anno scolastico 2015-2016 in allestimento il BANCO DEL LIBRO USATO Non c’è parola, in nessun linguag- gio umano, capace di consolare le vittime che non sanno il perché della loro morte”. Partiamo da questa considera- zione che, da sola, commenta gli ultimi accadimenti del mese ap- pena trascorso. Abbiamo deciso di dedicare la prima pagina e più di un servizio del Murgantino di gennaio al terri- bile fatto di cronaca con cui, gio- vedì 15 gennaio, la comunità morconese ha dovuto fare i conti. Ci riferiamo al rinvenimento del corpo senza vita di Aurora Marino, barbaramente assassinata con 31 colpi di coltello, la sera di martedì 13, intorno alle 21,30. Questo è quanto ha stabilito la perizia del medico legale Monica Fonzo che, successivamente, ha poi effettuato l’esame autoptico sul cadavere, al “Rummo” di Benevento, di cui sa- ranno resi noti i risultati non prima di 60 giorni, decorrenti dal giorno in cui è stata eseguita l’autopsia. C’è un reo confesso, Damiano De Michele, attualmente detenuto nel carcere di Ariano Irpino. Al momento, sulla vicenda è sceso il silenzio, in quanto saranno solo i risultati scientifici e le indagini, per ora secretate, a fornire nuovi elementi e a consentire che si de- linei un quadro completo dell’ac- caduto. Abbiamo scelto di fare un breve riassunto dei fatti, senza commen- tarli, perché non ci compete espri- mere giudizi e aspettiamo che siano gli inquirenti a fare giustizia. Ci preme però sottolineare con forza che questo delitto, al di là delle cause che lo abbiano scate- nato, è un’efferatezza che non trova giustificazioni e che rappre- senta un chiaro e gravissimo se- gnale d’allarme per tutta la collettività. La vita umana non ha più valore, Il delitto di Aurora Marino, che per la sua efferatezza non ha precedenti nel nostro paese, ha sconvolto l’intera comunità morconese e dei paesi viciniori. Grande partecipazione alla fiaccolata organizzata in suo onore e alle esequie concelebrate da cinque sacerdoti di Luella De Ciampis e Ruggiero Cataldi Questo primo numero del Mur- gantino del 2015 va in stampa con “sgomento e rabbia”, senti- menti dovuti al noto fatto delit- tuoso che ci ha proiettato finanche ai vertici della cronaca nazionale attraverso i vari Tg. E pensare che proprio una de- cina di giorni prima, il 3 gennaio, grazie al determinante contri- buto della nostra associazione “Adotta il tuo Paese”, Morcone era stata ospite del Tg3 Cam- pania in occasione del presepe vivente, evento di caratura in- terregionale molto sentito e che sicuramente trasmette emo- zioni di segno opposto. Grazie a quella trasmissione te- levisiva, nella “vetrina del tubo catodico” sono state esposte tutte le bellezze di cui ancora la nostra cittadina può andare molto fiera, nonostante i rim- brotti di alcuni. Bellezze che equivalgono a certezze, cui in futuro dovremmo sempre più aggrapparci se vogliamo allon- tanare quel malessere che tal- volta smarrisce l’“essere” e sprofonda nel “Male”. L’anno era iniziato in un clima sereno e festoso. La collabora- zione della nostra associazione con quella del “Presepe nel pre- sepe” aveva creato la giusta si- nergia per ideare e realizzare, Tempo di bilanci Il 27 gennaio, presso l’ufficio tec- nico della curia arcivescovile di Be- nevento, si è tenuto un incontro tra il sindaco di Morcone e il parroco di San Marco Evangelista; presenti l’ing. Franco Olivieri, il responsabile dell’uff. tecnico diocesano don Er- manno Ruocchio, l’arch. Bruno Par- lapiano e il geom. Nicola Laudato. L’ìncontro è stato finalizzato a indi- viduare un percorso virtuoso per la realizzazione di un complesso costituito da locali da adibire ad attività pastorali e casa canonica Un cordiale e fruttuoso incontro tra il sindaco di Morcone Costantino Fortunato e il parroco don Nicola Gagliarde UNA INIZIATIVA SENZA PRECEDENTI di Ruggiero Cataldi a pag. 2 Nel numero di dicembre de “Il Murgantino” abbiamo riportato un ar- ticolo riguardante il pagamento del saldo della Tari con la posi- zione espressa dal capogruppo di minoranza del Pd Gianfranco D’Agostino che ha evidenziato le anomalie, a suo dire, di questa tassa. COLLE SANNITA QUESTIONE TARI Il sindaco Giorgio Carlo Nista replica deciso alle accuse della minoranza di Luigi Moffa Il Murgantino SGOMENTO E RABBIA Foto: Stellio Di Brino A pagina 6 COLLE SANNITA Il Comune chiede l’anticipazione di cassa A pagina 9 PONTELANDOLFO Disagi per l’erogazione di acqua e luce A pagina 10 CAMPOLATTARO Il concorso fotografico entra nel vivo Gennaio 2015 n. 1_Il Murgantino 04/02/2015 10.34 Pagina 1

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Mensile a cura dell’associazione“Adotta il tuo Paese”

Direttore responsabile: Luigia De Ciampis detta Luella – Redazione: Via Porres, 119 – 82026 Morcone (Bn) – e-mail: www.adottailtuopaese.orgPoste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% – Aut. 110/ATSUD/BN

ALL’INTERNO

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A pagina 3

MORCONEInvestitura degli“Araldi di San Pio”

Questo giornale è distribuito gratuitamente nei comuni di Morcone, Campolattaro, Castelpagano, Circello, Colle Sannita, Fragneto Monforte, Pontelandolfo, Santa Croce del Sannio, Sassinoro

Ro méréco piétusofa la chiaja cancrenosa

ANNO V - N. 1 - GENNAIO 2015NUOVA EDIZIONE - COPIA OMAGGIO

a pag. 2

a pag. 2

a pag. 2

E D I Z I O N I

Via degli Italici 29/A - Morcone (BN)[email protected]

Per l’anno scolastico 2015-2016in allestimento il

BANCO DEL LIBRO USATO

“Non c’è parola, in nessun linguag-gio umano, capace di consolare levittime che non sanno il perchédella loro morte”.Partiamo da questa considera-zione che, da sola, commenta gliultimi accadimenti del mese ap-pena trascorso.Abbiamo deciso di dedicare laprima pagina e più di un serviziodel Murgantino di gennaio al terri-bile fatto di cronaca con cui, gio-vedì 15 gennaio, la comunitàmorconese ha dovuto fare i conti.Ci riferiamo al rinvenimento delcorpo senza vita di Aurora Marino,barbaramente assassinata con 31colpi di coltello, la sera di martedì13, intorno alle 21,30. Questo èquanto ha stabilito la perizia delmedico legale Monica Fonzo che,successivamente, ha poi effettuatol’esame autoptico sul cadavere, al“Rummo” di Benevento, di cui sa-ranno resi noti i risultati non primadi 60 giorni, decorrenti dal giornoin cui è stata eseguita l’autopsia.C’è un reo confesso, Damiano DeMichele, attualmente detenuto nelcarcere di Ariano Irpino.Al momento, sulla vicenda è scesoil silenzio, in quanto saranno soloi risultati scientifici e le indagini,per ora secretate, a fornire nuovielementi e a consentire che si de-linei un quadro completo dell’ac-caduto.Abbiamo scelto di fare un breveriassunto dei fatti, senza commen-tarli, perché non ci compete espri-mere giudizi e aspettiamo chesiano gli inquirenti a fare giustizia.Ci preme però sottolineare conforza che questo delitto, al di làdelle cause che lo abbiano scate-nato, è un’efferatezza che nontrova giustificazioni e che rappre-senta un chiaro e gravissimo se-gnale d’allarme per tutta lacollettività.La vita umana non ha più valore,

Il delitto di Aurora Marino, che per la sua efferatezza non ha precedenti nel nostro paese,ha sconvolto l’intera comunità morconese e dei paesi viciniori. Grande partecipazionealla fiaccolata organizzata in suo onore e alle esequie concelebrate da cinque sacerdoti

di Luella De Ciampise Ruggiero Cataldi

Questo primo numero del Mur-gantino del 2015 va in stampacon “sgomento e rabbia”, senti-menti dovuti al noto fatto delit-tuoso che ci ha proiettatofinanche ai vertici della cronacanazionale attraverso i vari Tg.E pensare che proprio una de-cina di giorni prima, il 3 gennaio,grazie al determinante contri-buto della nostra associazione“Adotta il tuo Paese”, Morconeera stata ospite del Tg3 Cam-pania in occasione del presepevivente, evento di caratura in-terregionale molto sentito e chesicuramente trasmette emo-zioni di segno opposto.Grazie a quella trasmissione te-levisiva, nella “vetrina del tubocatodico” sono state espostetutte le bellezze di cui ancora lanostra cittadina può andaremolto fiera, nonostante i rim-brotti di alcuni. Bellezze cheequivalgono a certezze, cui infuturo dovremmo sempre piùaggrapparci se vogliamo allon-tanare quel malessere che tal-volta smarrisce l’“essere” esprofonda nel “Male”.L’anno era iniziato in un climasereno e festoso. La collabora-zione della nostra associazionecon quella del “Presepe nel pre-sepe” aveva creato la giusta si-nergia per ideare e realizzare,

Tempo dibilanci

Il 27 gennaio, presso l’ufficio tec-nico della curia arcivescovile di Be-nevento, si è tenuto un incontro trail sindaco di Morcone e il parroco

di San Marco Evangelista; presentil’ing. Franco Olivieri, il responsabiledell’uff. tecnico diocesano don Er-manno Ruocchio, l’arch. Bruno Par-lapiano e il geom. Nicola Laudato.L’ìncontro è stato finalizzato a indi-

viduare un percorso virtuoso perla realizzazione di un complessocostituito da locali da adibire adattività pastorali e casa canonica

Un cordiale e fruttuoso incontro tra il sindaco di MorconeCostantino Fortunato e il parroco don Nicola Gagliarde

UNA INIZIATIVA SENZA PRECEDENTIdi Ruggiero Cataldi

a pag. 2

Nel numero di dicembre de “Il Murgantino” abbiamo riportato un ar-ticolo riguardante il pagamento del saldo della Tari con la posi-zione espressa dal capogruppo di minoranza del Pd GianfrancoD’Agostino che ha evidenziato le anomalie, a suo dire, di questatassa.

COLLE SANNITAQUESTIONE TARIIl sindaco Giorgio Carlo Nista replicadeciso alle accuse della minoranzadi Luigi Moffa

Il Murgantino

SGOMENTOE RABBIA

Foto: Stellio Di Brino

A pagina 6

COLLE SANNITAIl Comune chiede

l’anticipazione di cassa

A pagina 9

PONTELANDOLFODisagi per l’erogazione

di acqua e luce

A pagina 10

CAMPOLATTAROIl concorso fotografico

entra nel vivo

Gennaio 2015 n. 1_Il Murgantino 04/02/2015 10.34 Pagina 1

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RIFLESSIONIA MANOVELLAdel Grillo sparlante

Questo mese ho abbassato la saracinesca e il mio box è chiuso.Non provate a bussare, non rispondo a nessuno.Sono triste e le mie antenne sono tutt’altro che cricche, non mi vadi “sparlare” di chicchessia né di alcunché, eppure ce ne sarebbe dimateriale sul comportamento di voi umani! A proposito: siete pro-prio sicuri di essere “umani”? Preferisco non continuare la polemica,convinto che per ora sia meglio tacere.Rivolgo solo un caro saluto all’ininimitabile Aurora. Visto che ora nonc’è più, a questo punto si dovrebbe solo inventare.

ELEZIONI QUIRINALE AUGURI PRESIDENTE MATTARELLASergio Mattarella è il dodicesimo presidentedella Repubblica, grazie ai 665 voti ottenutipoco prima delle ore tredici del trentunogennaio scorso, al quarto scrutinio. “Il mioprimo pensiero va alle difficoltà e alle spe-ranze degli italiani” e poi la visita alle FosseArdeatine. Queste le prime parole e i primimomenti del neo presidente. Sergio Mattarella è nato a Palermo il 23 lu-glio 1941. Si è laureato in giurisprudenza nel1964 all’Università “La Sapienza” di Roma conil massimo dei voti e la lode discutendo una

tesi su “La funzione di indirizzo politico”.Ha insegnato Diritto parlamentare presso laFacoltà di Giurisprudenza all’Università di Pa-lermo fino al 1983, anno in cui è entrato inaspettativa per dedicarsi all’attività parla-mentare.Figlio d’arte (il papà Bernardo era uomo dispicco della Democrazia Cristiana siciliana),entra in politica quando il fratello Piersanti,presidente della Giunta regionale della Sici-lia, nel 1980, viene barbaramente assassi-nato dalla mafia.

Dal 1983 è stato più volte eletto deputatonelle file della Democrazia Cristiana, inquelle del Partito Popolare Italiano, dellaMargherita e dell’Ulivo, ricoprendo incarichidi prestigio nei governi che si sono succe-duti nel tempo (Ministro dei Rapporti con ilParlamento, della Pubblica Istruzione e dellaDifesa, fino a Vice Presidente del Consigliodei Ministri con il Governo D’Alema). Nel 2011 è stato eletto giudice costituzionaledal Parlamento.

Il Murgantino

2 Anno V - n. 1 - gennaio 2015Dalla prima pagina

se si considerano le 31 coltellateinflitte alla vittima, per un motivocomunque banale, oltre ogni ra-gionevole dubbio.Oggi è toccato ad Aurora, ma lecondizioni di degrado e di pericoloche si sono create in determinatiambiti del nostro territorio, e que-sta è ormai una certezza, sono talida non far dormire sonni tranquillia nessuno, in quanto, chi non hanulla da perdere, spesso per nullauccide, devasta e viola per pochispiccioli, per futili motivi.È la banalità del male, che nonviene dal mostro e da lontano, maè qui, in mezzo a noi, dove ci sonotorbidi interessi, malesseri non in-dividuati, dipendenze mai scon-fitte, contesti familiari inadeguati,incomprensioni, incapacità di con-frontarsi.La morte di Aurora deve diventare

insieme al nostro parroco DonNicola, il primo concorso “Ri-scopriamo il presepe” coinvol-gendo quasi trenta famiglie.A cavallo di Capodanno Mor-cone aveva appena vissuto duesettimane ricche di manifesta-zioni inerenti la programma-zione della rassegna “Presepi alBorgo” alla cui realizzazione lastessa Aurora aveva contribuitocon la sua verve coinvolgente.Ma, quando meno te lo aspetti,si compie il “fattaccio” che la-scia tutti attoniti.Eppure, per quanto ci riguarda,in cuor nostro le attese eranoben diverse, anzi opposte.Ogni fine anno è tempo di bi-lanci: si analizza il passato e siprogetta il futuro. Cosa che pun-tualmente abbiamo fatto anchenoi. E i numeri che sono risultatisono stati senz’altro confortanti.Nel nostro piccolo e con i nostrimodesti mezzi abbiamo vistol’ascesa del nostro giornale cheè cresciuto come foliazione, nu-mero di copie, penetrazione nelterritorio, presenze di collabo-ratori. Non poca è stata la sod-disfazione per la richiesta delgiornale cartaceo da parte dimorconesi sparsi nelle variecittà italiane, nonostante il no-stro editore provveda a collo-carlo su internet nello stessogiorno in cui lo distribuisce gra-tuitamente a Morcone e neipaesi dell’Alto Tammaro. In col-laborazione con le scuole ab-biamo anche creato unsimpatico allegato, “Il Murgan-tino di classe”.E per il futuro? Diamine, sem-brava ieri, quell’agosto del 2011in cui nasceva il Murgantino trala soddisfazione di molti e lapreoccupazione di alcuni.Con questo numero incominciail quinto anno solare di attivitàinformativa e per noi è inconce-pibile che un giornale possapresentarsi ai propri lettori sem-pre con la stessa “mise” e poi-ché qualche ruga è cominciataa comparire, abbiamo deciso dicompiere un sobrio restyling.Convinti che la vitalità di ungiornale passi anche attraversola sua veste grafica, da questonumero proponiamo un Mur-gantino diverso.Lo specchio di pagina è legger-mente aumentato, da cinquecolonne è passato a sei e il ca-rattere tipografico degli articoliè stato cambiato.La prima pagina ha subito il ri-tocco maggiore. Una grossafoto sarà la finestra da cui af-facciarsi per ammirare tutto ilgiornale. L’editoriale, l’articolo diapertura e due o tre “strilli” con-tinueranno tutti alla pagina suc-cessiva.Le pagine interne sono suddi-vise per argomenti e la graficapresenta meno colori: oltre alnero del testo, comparirà solo ilgiallo, nelle sue varie tonalità,ad evidenziare alcuni articoli.Già, proprio il giallo: il coloredella luce. Quella luce che do-vrebbe sempre illuminare il per-corso di ognuno di noi per nonfarci mai sprofondare nel buiodelle tenebre.

Tempo di bilanci Sgomento e rabbiaspunto di riflessione per tutti, inquanto c’è l’urgenza di risolvere in-sieme e, in tempi ragionevolmentebrevi, una serie di criticità chesono venute a crearsi nell’ultimodecennio. Un’involuzione gradualeche, a mano a mano, ha fattoscomparire le chiavi dalle toppe, ibambini dalle piazze, la gente dainormali luoghi d’incontro e ha fattodecidere a molti di rincasare pre-sto la sera, per evitare di farebrutti incontri.Alcune zone del paese sono terradi nessuno e, per forza di cose, fi-niscono per diventare punti criticie vulnerabili. Ecco perché la gentedeve prendere coscienza della re-altà sociale che si è delineata edeve pretendere una maggiore at-tenzione e sorveglianza da partedelle istituzioni.Aurora amava la vita e qualcuno

gliel’ha stroncata, non conoscevala diffidenza, forse perché, tropposicura di sé, non aveva pregiudiziverso il suo prossimo, pensando diriuscire a gestire ogni situazione;si gettava a capo fitto in quelloche faceva e, di fronte alle diffi-coltà, lungi dal mollare la presa, siintestardiva per portare a casa il ri-sultato.Aurora aveva una casa, una fami-glia che l’amava profondamente,un lavoro che le consentiva di vi-vere tranquillamente e aveva tantiinteressi che riempivano le suegiornate, dal tennis, all’impegnonel sociale, all’organizzazione dieventi spesso in collaborazionecon la nostra associazione “Adottail tuo Paese”, all’amore per i suoipiccoli amici “panterini” che un po’colmavano il suo desiderio di ma-ternità inespressa.

con annesse piccole strutturesportive utilizzando i contributimessi a disposizione dalla Cei(Conferenza Episcopale Italiana).Una bella e utile iniziativa che pre-suppone, conditio sine qua non,una stretta collaborazione e una

serie di attività sinergiche tra il Co-mune e la Parrocchia.Si è discusso, innanzitutto, della di-sponibilità del Comune a metterea disposizione della Parrocchiaun’area di proprietà con destina-zione urbanistica compatibile con

la realizzazione del fabbricato. Di-sponibilità acquisita, tanto è chel’area che è stata indicata pergrandi linee e da definire di co-mune accordo, è quella nei pressidel parco comunale TommasoLombardi. Per tale scopo è neces-sario stipulare apposita conven-zione tesa a costituire sull’areainteressata, a titolo gratuito a fa-vore della Parrocchia, un diritto disuperficie per la durata di novanta-nove anni; in tal modo la Parroc-chia acquisisce il diritto di costruirea proprie spese, utilizzando i fondiCei, un complesso immobiliare dicirca quattrocento mq e attiguepertinenze, così come sopra de-scritto e, contestualmente, si im-pegna a consentire al Comunel’utilizzo degli immobili per ivi svol-gervi pubbliche attività nel rispettodella loro destinazione.Una iniziativa che va nella giustadirezione e che consente, oltre allarealizzazione di quanto rappresen-tato, il proseguimento di un’operadi riqualificazione di una bellissimazona di Morcone che a suo tempo,oltre cinquant’anni fa, fu violentatada un grande e importante movi-mento franoso. Se son rose, fiori-ranno.

A tal proposito il sindaco di Colle Sannita, Giorgio Carlo Nista, in-tende replicare, chiarendo alcuni aspetti. “Per quanto riguarda l’ap-provazione del bilancio di previsione - dice Nista - in generale èbuona norma approvarlo il prima possibile proprio perché trattasidi un bilancio di previsione, il differirne l’approvazione lo trasformain un consuntivo. Pertanto noi cercheremo sempre nei limiti delpossibile di approvarlo a inizio anno”.Per quanto riguarda gli aumenti spropositati denunciati dal capo-gruppo del Pd D’Agostino, Nista aggiunge: “Per quanto attiene aipaventati aumenti della Tari si precisa che innanzitutto il sistema dicalcolo imposto dal legislatore nazionale è diverso dal sistema dicalcolo precedente. Infatti, mentre prima si consideravano soltantoi metri quadrati dell’abitazione, oggi, si dà un importanza notevoleal numero degli occupanti dell’unità abitativa. Tutto ciò a prescin-dere dal reddito. L’altro motivo dell’apparente aumento – prosegueil primo cittadino di Colle – è che la norma ci ha obbligato a con-tabilizzare nel ruolo i costi di ammortamento di alcuni beni in pre-cedenza acquistati. Infine, vengono contabilizzati come spese anchegli sgravi fatti su alcune categorie”.

Una iniziativa senza precedentiRubrica irriverente di satira murgantina

Questione Tari a Colle Sannita

Colle Sannita. Sala consiliare.

La fiaccolata in onore di Aurora tenutasi la sera del 20 gennaio (fonte: Morconiani.net)

Parco Tommaso Lombardi e Largo Fontana Nuova

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3Anno V - n. 1 - gennaio 2015Cronaca

“Eccomi” hanno risposto singolar-mente alla chiamata di Cristo, i 20araldi, 16 uomini e 4 donne,quando l’arcivescovo di BeneventoAndrea Mugione domenica 11 gen-naio, nella chiesa dell’Annunziatadi Morcone, ha pronunciato il loronome per imporre a ciascuno ilmantello, simbolo dell’investitura,la prima in assoluto, a cui, con sca-denza periodica, ne seguirannoaltre.Don Nicola, di cosa stiamo par-lando?Degli Araldi di San Pio da Pietrel-cina, voluti dall’associazione Onlus“Araldi di San Pio”, con sede a Mor-cone in piazza San Marco, costi-tuita da me parroco che sono ilpresidente e il padre spiritualedella congregazione, da GiovanniPimpinella, consulente finanziarioche si occupa delle aziende in dif-ficoltà, mio vice, Claudio Crovella,segretario e tesoriere, e GiovanniMozzillo, direttore generale. Il di-rettivo dell’associazione, che dasempre lavora incessantementeper mantenere alta l’attenzionesulla vita e sull’operato del Santoe che è stato presentato alla co-munità morconese sabato 10 gen-naio alle 18,30, nella chiesa diSant’Onofrio, definita “scrigno nelborgo” per le sue preziose carat-teristiche che ne fanno appunto unpiccolo contenitore di considere-

voli gioielli d’arte, si è costituito uf-ficialmente a maggio 2014, ma giàa ottobre 2013 aveva ottenuto il ri-conoscimento canonico dall’arci-vescovo metropolita di Beneventomons. Andrea Mugione.Quale scopo si prefigge l’associa-zione?Lo scopo che i soci si prefiggono èquello di operare nella realtà con-temporanea, prendendo comemodello etico-spirituale la figuradel Santo di Pietrelcina  e di ac-quisire valenza sociale sul territo-rio, per codificare la sua opera diamore e sollievo alla sofferenzaumana. Quindi, l’associazione ope-rerà nel campo della beneficenza,

dell’istruzione, della formazione,della tutela, della promozione e va-lorizzazione delle cose d’interesseartistico e religioso che, tutte,hanno attinenza con il Santo. Conquesto spirito sono stati investitigli Araldi, ovvero i messaggeri diPadre Pio che avranno l’onere diessere suoi ambasciatori nelmondo e, come tali, avranno ilcompito precipuo di portare la te-stimonianza dell’opera del Santoovunque, oltralpe e oltreoceano.Perché vi definite Araldi?Perché sono insite nel significatodella parola e nel  percorso storicodegli araldi che viene da moltolontano, le mansioni che la corpo-razione è chiamata a portare acompimento.Già nell’antica Grecia, con il nomedi kérukes, svolgevano compiti dipubblici ufficiali e a Roma i calato-res si occupavano degli uffici reli-giosi, fino ad accamparsi di pienodiritto alle corti dei sovrani e deigrandi feudatari nel periodo delMedioevo e delle Signorie, quandoricoprivano incarichi di fiduciapresso i sovrani esteri. Ecco la va-lenza di ambasciatori, a cui do-vranno assolvere gli araldi di SanPio, scelti dopo un’attenta sele-zione che implica, oltre alla fermavolontà di essere al servizio diPadre Pio, un percorso di fede cheva di pari passo con l’impegno so-ciale.

Luella De Ciampis

Il 30 gennaio, ventottostrutture ricettive delSannio hanno ricevutoil Marchio Ospitalità Ita-liana. La cerimonia dipremiazione, che si rin-nova annualmente, èavvenuta nel salonedella Camera di Com-mercio di Beneventodove il presidente An-tonio Campese, nel suointervento ha, tra l’altro,così commentato: “C’èvoglia di fare turismo edi mettersi in discus-sione, offrendo prodottidi qualità e promuo-vendo il nostro territo-rio confrontandosi conaltre realtà ancheestere”.A ricevere il riconoscimento anche il nostro caroamico “murgantino” Martino Bernardino più cono-sciuto come Dino, titolare dell’azienda agrituristicaMastrofrancesco. Una bellissima soddisfazione nonsolo per lui e la sua azienda ma anche e soprat-tutto per il nostro territorio.È un progetto rivolto agli alberghi, ristoranti, agritu-rismi e bed & breakfast e ha l’obiettivo di promuo-vere la qualità dei servizi erogati dalle imprese delsettore dell’ospitalità e della ristorazione e di va-lorizzare e sviluppare l’offerta turistica delle nostrezone.La qualità è un requisito fondamentale per stare sulmercato e, per questo, il riconoscimento assegnatoalle imprese sannite è un elemento distintivo chegarantisce al cliente precisi standard qualitativi e fa

nascere sul territorio una qualificata rete di acco-glienza. Il Marchio Ospitalità Italiana è utile per farconoscere tutte le aziende, sono diecimila in Italia,e vuole spingere la promozione nei paesi esterinella consapevolezza e nella certezza che gli ope-ratori premiati offrono non solo servizi di qualità maoffrono anche elementi di miglioramento alle strut-ture, una misura quantitativa della qualità del servi-zio offerto, cercando di ridurre il conflitto tracategorie di operatori. È un marchio fortemente ri-conoscibile dal pubblico e rappresenta molto più diun semplice logo identitario, consentendo alle strut-ture ricettive di poter godere di un vero e proprioalleato della qualità.Auguri Dino e ad majora.

Ruggiero Cataldi

Nel parco espositivo di Novegro, vicino Segrate (MI),nei giorni 24 e 25 gennaio, si è tenuta una mostraespositiva denominata “Agriturismo in Fiera”.Unica azienda agrituristica sannita presente alla ma-nifestazione, quella della nostra associata Carla DiFiore che, accompagnata dal consorte Antonio, hapresentato le sue produzioni e quelle di altreaziende locali: dall’olio biologico ai sottoli e sotta-ceti, dai legumi ai salumi, dai biscotti alle marmel-late, dai formaggi di Fortunato e Ciarlo al miele diSantopietro e Di Nunzio.Abbiamo chiesto all’amica Carla di farci un breve re-

soconto delle impressioni e dell’esperienza vissutenei due giorni in fiera a Novegro: “Innanzitutto hoavuto l’occasione di poter trasmettere i profumi, icolori, i sapori e le emozioni delle nostre terre chepotrebbero essere la mossa vincente per incre-mentare i soggiorni presso i nostri agriturismi; èstata un’occasione per farci conoscere da poten-ziali nuovi clienti, distribuendo materiale promo-pubblicitario, assaggi dei prodotti esposti,intrattenendo i visitatori con iniziative personaliz-zate, informative o ludiche e attivando relazioni conaltre strutture agrituristiche presenti in fiera. E poi

la grande soddisfa-zione di far parte di unevento di ampia riso-nanza mediatica: in de-finitiva una bellissimaesperienza”.Complimenti ai coniugiCarla e Antonio per laloro intraprendenza eper il loro entusiasmo.È da sottolineare che lapartecipazione del-l’Agriturismo Di Fiorealla Fiera di Novegro èstata possibile anchegrazie al contributo delGal Alto Tammaro cheera rappresentato dallagentilissima Angela Fa-rese di Santa Croce delSannio.

Ruggiero Cataldi

Eccellenze sannite in mostra a Segrate per promuoverei profumi, i colori e i sapori della nostra terra sannita

La Giunta, presieduta dal sindaco Giorgio Nista, ha au-torizzato la tesoreria comunale e il servizio finanzia-rio a chiedere e attivare un’anticipazione di cassa finoa concorrenza della somma di 867.000 euro in su-bordine alle effettive necessità dell’ente. L’articolo 195del Decreto Legislativo n. 267 del 18 agosto 2000permette agli enti, che non si trovano in condizioni didissesto finanziario, di utilizzare in termini di cassa leentrate aventi specifica destinazione per il finanzia-mento di spese correnti per un importo non supe-riore all’anticipazione di tesoreria disponibile.“Tra i ritardi nei trasferimenti dello Stato agli enti lo-cali e l’incertezza su alcuni tributi - spiega il sindacoGiorgio Nista - il nostro Comune come tanti altri entiè stato costretto a ricorrere all’anticipazione di cassaper la normale gestione amministrativa dell’ente”.Intanto, l’organo esecutivo ha anche determinatol’elenco delle somme impignorabili per il primo se-mestre 2015 per un ammontare complessivo di902.871,16 euro. Secondo il decreto legislativo n. 267del 18 agosto 2000 non sono soggette ad esecu-

zione forzata le somme di competenza degli enti de-stinate a: pagamento delle retribuzioni al personaledipendente e dei conseguenti oneri previdenziali peri tre mesi successivi; pagamento delle rate di mutuiche scadono nel semestre in corso; espletamento deiservizi locali indispensabili.Nell’elenco ci sono le retribuzioni del personale di-pendente e oneri previdenziali trimestrali (175.520,50euro), rate di mutui in ammortamento (86.444,71euro).Nelle somme impignorabili rientrano anche spese re-lative ai servizi indispensabili: funzioni generali di am-ministrazione (177.222,02 euro), giustizia (17.012 euro),Polizia locale (14.578,50 euro), istruzione pubblica(140.222,00 euro), cultura e beni culturali (9.750euro), settore sportivo e ricreativo (2.000 euro), via-bilità e trasporto (53.534,50 euro), gestione territo-rio e ambiente (156.662,93 euro), settore sociale(69.474 euro), sviluppo economico (150,00 euro), ser-vizi produttivi (300,00 euro).

Luigi Moffa

Autorizzata l’anticipazione di cassa alla tesoreria comunale

Ventotto aziende agrituristiche del Sannio hanno ri-cevuto il riconoscimento “Marchio Ospitalità Italiana”

L’agriturismo Mastrofrancesco c’è!

Agriturismo Di Fiore: intraprendenza ed entusiasmo

COLLE SANNITA AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Alla presenza dell’Arcivescovo di Benevento, nella splendida cornice dellachiesa dell’Annunziata si è tenuta l’investitura degli “Araldi di San Pio”

FEDE, IMPEGNO E TESTIMONIANZA

Fonte: Gazzetta di Benevento

(Foto: Stellio Di Brino)

Foto: Stellio Di Brino)

Gennaio 2015 n. 1_Il Murgantino 04/02/2015 10.35 Pagina 3

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4 Anno V - n. 1 - gennaio 2015Attualità

È tutto così strano. Sembra quasi un film americano, uno di quelli di cuisi conosce già la trama, ambientato in una cittadina tranquilla che vienesconvolta da una serie di eventi negativi, in cui il protagonista, alla finedel film, riesce a sfuggire al suo aggressore e, infine, a riportare la pacein quel borgo anonimo. Eppure in questo film, il film che ha vissuto la no-stra comunità, il protagonista è stato sconfitto dal suo aggressore, quindiil male ha trionfato sul bene, contrariamente a quello che accade in cel-luloide.È difficile non pensare a quanto accaduto, a come il tutto si sia consu-mato e chi lo abbia compiuto. Una persona nella quale hai riposto fidu-cia e nella quale noi tutte, le tue collaboratrici, abbiamo fattoaffidamento, lavorando e sudando fianco a fianco a colui il quale ha de-ciso la tua sorte, una sorte barbara, assurda, che lascia tutti attoniti. Laverità è che il dolore si è mescolato alla rabbia, un tripudio di emozioniche non riuscirà mai a colmare il vuoto che hai creato lasciandoci. Nonriusciamo a capacitarci del fatto che non impartirai più direttive, che non

ci chiamerai più alle 2 di notte perché “abbiamo un problema”, che nondiscuteremo più perché abbiamo idee divergenti, che non parleremopiù di quella tua creazione della quale andavi tanto fiera, quell’associa-zione per cui non dormivi la notte “perché tutto doveva essere perfetto,in ogni minimo dettaglio” e per la quale anche noi abbiamo sposato latua stessa causa.Per te, come per noi, l’associazione Pantera oltre ad essere motivo dipiacere, doveva essere motivo di riscatto. Non bastava il tuo lavoro di as-sicuratrice, dovevi fare di più. E a noi non bastavano i nostri impegni, vo-levamo aiutarti. Dovevi dare a quelle piccole creature innocenti un luogoin cui giocare. Qualcuno ti ha capita, qualcun altro invece no. Hai incas-sato bene le parole di chi ti ha criticata e sei diventata apparentementepiù forte, ma i colpi da parare sono stati tanti e tu, forse, sei diventatasempre più fragile ma non potevi dimostrarlo. Non era da te. Eri sempresorridente, anche dopo una notte insonne, anche dopo una giornata in-tensa di lavoro, anche dopo i quotidiani tiri mancini che la vita ti ha ri-

servato.La tua allegria era contagiosa. Anche se la giornata si era con-clusa, trovavi sempre la forza di giocare con i bambini. Qualcunadi noi ti conosceva da poco, qualcuna ti conosceva da una vita, matutte con l’unico obiettivo di collaborare con l’associazione “Pan-tera Onlus”.All’inizio eravamo scettiche, avevamo paura di poter fare male ilnostro lavoro. Ma tu ci hai incoraggiate, ci hai dato fiducia. Hai in-segnato a tutte noi a non arrenderci mai, ad affrontare le diffi-coltà della vita, ad inseguire i nostri sogni. Noi abbiamo deciso diinseguire il tuo. Abbiamo deciso di portare avanti quel sogno peril quale hai lavorato così duramente. Abbiamo pensato che ilmodo migliore per omaggiarti è dedicarti una festa che avrà luogoil 14 febbraio 2015 dalle ore 16.30 nell’ex chiesa di S. Salvatore,dove i protagonisti saranno i bambini che hai amato così tanto.Non ti deluderemo perché daremo il meglio! Grazie per quelloche hai fatto per ognuna di noi.Ciao presidente, ci mancherai.

Verdiana, Antonella, Annamaria, Cristina,Ester, Mara, Maria Enrica, Silvia e Vittoria

La dirigente dell’Istituto Superiore“Don Peppino Diana”, MarinaMupo, ha incontrato nella matti-nata del 28 gennaio, presso il lo-cale Liceo Scientifico, gliamministratori dei comuni di ColleSannita, Circello e Morcone. Pre-senti il sindaco di Colle SannitaGiorgio Nista, quello di MorconeCostantino Fortunato e l’assessorealla Cultura del comune di Circello,Maria Petriella.L’incontro è stato incentrato sullapossibilità di costruire un disegnopolitico ampio e condiviso dalleamministrazioni locali, finalizzato arazionalizzare l’offerta formativasostenendo anche finanziaria-mente le coraggiose scelte di chivuole continuare ad abitare e adanimare culturalmente il territoriodell’Alto Tammaro, evitando cheuna sterile competizione tra Istitutipossa fare violenza ai talenti deglistudenti, con la conseguenza diabbassare inevitabilmente il livellodi qualità che la scuola dovrebbegarantire.Oggi esistono delle pratiche con-correnziali messe in opera da altrescuole e da altri enti locali senzaesclusione di colpi, finalizzate adattrarre gli studenti mediante pro-messe, incentivi e facilitazioni diogni genere, mortificando, o addi-rittura annullando, quelli che sonoi naturali orientamenti degli stu-denti stessi. Tutto ciò contribuisce

ad accelerare quel fenomeno didesertificazione già ampiamenteavviato e da tutti temuto comeinarrestabile. Ecco allora il ruoloimprescindibile dei comuni mag-giormente interessati che devonoad ogni costo garantire la disponi-bilità delle strutture, delle attrez-zature e la funzionalità di alcuniservizi, in primis quelli legati al tra-sporto.Un’analisi ampiamente condivisada tutti i presenti che si sono sof-fermati soprattutto sulla necessitàdi attivare due linee dedicate al

trasporto alunni e compatibili congli orari di scuola: l’una sulla trattaColle Sannita – Circello – Campo-lattaro – Pontelandolfo – Morcone- Santa Croce del Sannio - Sassi-noro, l’altra sulla tratta Reino - SanMarco dei Cavoti - Fragneto l’Abatee Fragneto Monforte.Il sindaco di Morcone poi ha presospecifico impegno ad attivare im-mediatamente il trasporto deglistudenti verso le strutture dell’EnteFiera per garantire agli stessi lapratica di educazione fisica.

Ruggiero Cataldi

L’Istituto di Istruzione Superiore “Don Peppino Diana” è una realtàcomplessa nel significato originale di “ciò che è tessuto insieme”.Quattrocentoventotto studenti circa disseminati tra quattro indirizzi(Liceo Scientifico, Ite, Ipsar e Ipia) su altrettanti comuni (Morcone,Pontelandolfo, Circello e Colle Sannita) e con la prospettiva, per ilprossimo anno, di ampliare l’offerta formativa estendendola a cin-que indirizzi (Liceo Linguistico) su cinque comuni (Pietrelcina). Unarealtà piccola dunque in un territorio grande, il Tammaro-Fortore,impervio e, a tratti, duro, custode geloso di tradizioni antiche e vi-tali soffocate da limiti oggettivi quali l’inesistenza del trasporto pub-blico, il forte calo demografico, l’attrattiva esercitata sulla comunitàsociale dai vicini capoluoghi di provincia (Benevento e Campo-basso). A partire da queste premesse e al fine di conservare l’autonomiache le recenti disposizioni di legge fissano per le scuole di mon-tagna in un numero minimo di 400 alunni, l’Istituzione si è impe-gnata nel tempo a fronteggiare i vincoli posti dal territorio attuandouna politica scolastica volta ad allargare il bacino di utenza diver-sificando l’offerta formativa e innalzandone nel contempo la qualità.Obiettivi entrambi centrati giacché, a partire dall’anno scolastico2009/2010 l’Istituto, precedentemente presente sul territorio coni soli due Licei scientifici di Morcone e di Colle Sannita, ha ampliatola propria offerta inglobando progressivamente l’indirizzo Profes-sionale Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera consede in Colle Sannita, l’indirizzo Professionale Artigianato Lavora-zioni Artistiche con sede in Pontelandolfo e l’indirizzo Tecnico-Eco-nomico “Amministrazione, Finanza e Marketing” con sede inCircello. A partire dal prossimo anno scolastico inoltre, con autorizzazionegià ottenuta per l’anno scolastico corrente, saranno attivi il LiceoLinguistico con sede in Circello e l’indirizzo Professionale Artigia-nato – Lavorazioni Artistiche con sede in Pietrelcina. L’innalzamentodella qualità dell’offerta formativa è invece ampiamente dimostratodai dati della valutazione esterna forniti dall’Invalsi da cui si evincecome i livelli di competenza in italiano e matematica raggiunti daglistudenti delle classi seconde nei diversi indirizzi siano superiori ailivelli fatti registrare dagli studenti in Campania, nel Sud e, in qual-che caso, anche nell’intero Paese.

La scheda dell’Istituto

SUMMIT PRESSO IL “DON PEPPINO DIANA”Incontro del dirigente scolastico Marina Mupo con i sindacidi Morcone e Colle Sannita e con l’assessore alla Culturadi Circello per razionalizzare l’offerta formativa e ottimiz-zare i collegamenti tra i vari paesi dell’Alto Tammaro

Il Comune dopo aver avviato leprocedure per la vendita di dueimmobili: l’edificio adibito ad exMunicipio sito al corso Municipio el’ex scuola rurale di contrada Cam-panaro, ora, per continuare a farecassa procederà anche alla ven-dita di tre suoli comunali.Nel consiglio comunale del 26 no-vembre scorso si è provveduto al-l’alienazione e sdemanializzazionedei tre suoli di proprietà comunale,ora, invece, è stata indetta un’astapubblica per la vendita di questitre suoli.Un primo suolo ricadente nel cen-tro abitato precisamente in zonamercato è di 36 metri quadrati,mentre gli altri due rispettiva-mente di 2.900 e 340 metri qua-drati sono localizzati alla contradaMontefreddo. L’importo a based’asta è di 50 euro al metro qua-drato per il suolo del centro ur-bano e 5 euro al metro quadratoper gli altri due suoli di contradaMontefreddo.La gara è indetta per il giorno 11febbraio alle ore 10,00 secondo ilcriterio dell’offerta più vantag-giosa, in aumento, sull’importoposto a base di gara. Il ricavatodella vendita di questi suoli comu-nali, non particolarmente rilevante,sarà utilizzato per la sicurezza stra-dale.“Le somme che saranno ricavatedalla vendita di questi suoli - diceil vice sindaco Alfonso Nava - ver-ranno utilizzate per lavori inerentila sicurezza stradale come il rifaci-

mento della segnaletica stradaleanche in riferimento al nuovopiano traffico che l’amministra-zione comunale intende a breveattuare”.Per coloro che sono interessati apartecipare all’asta pubblica de-

vono far pervenire al Comune nonpiù tardi delle ore 12,00 del 9 feb-braio prossimo l’intera documen-tazione che comprende l’offertadi gara, l’autocertificazione e lacauzione.

Luigi Moffa

L’acqua è da sempre e da tutti considerato un bene primario, ilbene comune per eccellenza; ed è dalla possibilità di accedere atale bene che si misura o si dovrebbe misurare la civiltà di unaNazione, di un paese in generale. Inutile elencarne le utilità, l’acquase non serve a tutto, poco ci manca! Purtroppo, duole riconoscerlo,per alcune contrade di Pontelandolfo ultimamente sta diventandoun bene invisibile!Le piogge degli ultimi giorni hanno tristemente compromesso lafornitura dell’acqua in molte case: in alcune zone all’apertura delrubinetto ci si ritrova un’invasione di fango, in altre invece lafornitura è stata addirittura interrotta. E mentre una zona del paesesoffre per la mancanza d’acqua, dall’altro lato altri hanno sofferto(per fortuna in questo caso si è trattato di poche ore) la mancanzadell’energia elettrica. Non è certo piacevole parlare di questi disagi, né per chi scrive néper chi legge, ma è comunque un dato che deve far riflettere. Inostri giovani se ne vanno, i paesi si spopolano, l’economiarallenta... ma mentre volgiamo lo sguardo verso l’Europa perdiamodi vista l’essenzialità di alcuni servizi primari. E se viviamo ancoracon tubature dell’acqua vecchie di cinquanta anni, se basta unfulmine per lasciarci al buio, non sarebbe forse il caso di affrontarequeste problematiche piuttosto che voltarci dall’altro lato?!

Fiorella De Michele

Acqua: bene comune,a volte invisibile

PONTELANDOLFOTEMPORANEI DISAGI

CIRCELLO VENDITA DI SUOLI COMUNALISi continua a fare cassa

AURORA IL RICORDO DELLE SUE COLLABORATRICIUn triste e inedito film

Gennaio 2015 n. 1_Il Murgantino 04/02/2015 10.35 Pagina 4

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5Anno V - n. 1 - gennaio 2015Costume e Società

D’accordo. A tavola non si invec-chia (almeno così sostiene la sag-gezza popolare)… Ma si ingrassa,verrebbe da aggiungere!Dopo le scorpacciate delle festenatalizie e lo stacanovismo culina-rio sciorinato dagli angeli dei for-nelli locali, pensavate che lostomaco trovasse pace o la bilan-cia ci accogliesse con un sorriso?Rassegnatevi, non è così! Dieci soligiorni per purificarsi e poi si rico-mincia. Il 17 gennaio, giorno in cuila tradizione cattolica celebra San-t’Antuono (con annesso falò), entrail Carnevale, periodo in cui si man-gia un po’ in più, prima di sfociarenella Quaresima (tempo di digiunoe sana penitenza).A metà gennaio, quindi, si abban-donano panettone e torrone pertrovare sulla tavola imbanditapasta al forno alta quanto un bon-sai, carne di maiale con patate epeperoni e scorpelle annegatenel miele o nello zucchero a velo.Insomma, le calorie non man-cano! Ma se è questo che la “cu-cina” offre, cos’altro propone latradizione carnevalesca? Moltopoco.Un tempo Morcone si vestiva afesta; metteva su l’abito bello, lescarpette di cristallo e partecipavaal Carnevale con i suoi carri, colo-rati, ricchi e di pregevole fattura.Le contrade si impegnavano in unasimpatica gara “goliardica” e viaRoma vedeva sfilare trattori con aseguito bizzarre rappresentazioni.Altri tempi… eppure parliamo diun lustro fa. Morcone, in queigiorni, richiamava turisti anche afebbraio e, implicitamente veniva“consacrata” l’importanza del cen-tro più grande del circondario. Edoggi? Da qualche anno l’allegrausanza è stata riposta in naftalinae le allegoriche effigi sono staterecluse nei garage, sotto un’imba-razzante coltre di polvere. Le as-

sociazioni di volontariato e le par-rocchie organizzano feste privateper “celebrare” la fine del periododi gozzoviglia con annesso tra-passo alla fase di meditazione edausterità, ma nulla a che vederecon l’antica consuetudine locale.La verità è che non si ha più vogliadi combattere la monotonia delquotidiano con ironia e fantasia. Leoccasioni per socializzare, condivi-dere e divertire si sono drastica-mente ridotte, mentrel’atteggiamento disfattista (a volteanche giustificato) trova terrenofertile per attecchire laddove l’apa-tia è già germogliata.Sia chiaro, il Carnevale morconesenon aveva risonanza nazionale

(vedi Venezia, Putignano o Viareg-gio) ma nella zona aveva la sua im-portanza e il cassarlo è stato unosmacco non indifferente. Di contro,invece, i paesi limitrofi hanno ar-ricchito i loro programmi con ma-

IL CARNEVALE CHE FULa crisi economica ha contribuito drasticamente a ridurre le occasioni per socializ-zare, condividere e divertire. Il disfattismo e l’apatia stanno dando il colpo di grazia

Prima di affrontare l’argomentoche mi sono ripromessa di trat-tare, voglio fare i miei compli-menti al “grillo sparlante” delMurgantino, in quanto apparepersona attenta e dotata di co-noscenza della lingua dei nostripadri. Lo ringrazio anche per l’at-tenzione riservata alla mia mo-desta prosa.Su un piccolo particolare, però,non sono d’accordo. È vero cheabbiamo, chi più chi meno,messo in piazza il macello com-piuto dalle ruspe su casa Moroe dintorni. È altrettanto vero chei lavori sono ripresi e ci è statarestituita la strada.Nessuno di noi ha ringraziato,ma visto che siamo cittadini enon sudditi, non mi sembra giu-sto mostrare riconoscenzaquando si ottiene un diritto. Èopportuno dire “grazie” per undono, per qualcosa che comun-que non ci spetta. Seguendo,tuttavia, l’esortazione di papaFrancesco, ringrazio a nome ditutti noi “de ccà pe ‘ncoppa”: in

fondo, un “grazie” non costaniente.Ritengo ora chiusa la tiritera car-tacea e passo all’argomento chemi interessa, vale a dire la vi-cenda di “Charlie Hebdo” di Pa-rigi. Ahimè, devo ammettere dinon sentirmi “Charlie”, perchécredo che la libertà di esprimerela propria opinione non debbaoffendere gli altri. Per di più,penso che questa non debbamai deridere il credo altrui. E quiaggiungo che, vista la reazionedi alcuni nei confronti di tali li-bere espressioni, si mette in pe-ricolo il mondo intero, che giànon è molto al sicuro a causadel terrorismo ispirato alla reli-gione, che spesso è solo un pre-testo per compiere carneficine.Spero che passi questo bruttomomento che, in verità, dura daanni e auguriamoci di non tro-varci nel luogo “sensibile” nelmomento meno opportuno.Infine, un saluto ad Aurora, ot-tima alunna di tanti anni fa ecompetente agente di INA Assi-

talia. Ci man-cherà. Possiamoinsegnare aibimbi, che hannopartecipato aglispettacolini dalei organizzati, apregare affinchétrovi la pace chequi in terra le èstata negata.

Irene Mobilia

“Pauvre Charlie”!

È risaputo, col mese di Gennaio sientra appieno nell’anno nuovo.Nell’atto di “resettare” i calendari,divenuto ormai consuetudine, si haun po’ l’impressione di incomin-ciare un capitolo del tutto diversodella nostra vita. Certo, trovandocinel pieno dell’inverno (in un pe-riodo in cui questa rigida stagioneraggiunge il suo “zenit”), sembre-rebbe del tutto singolare fare pro-grammi e porsi degli obbiettivi: lenostre campagne, infatti, sullequali contiamo, di anno in anno,per ottenere una buona produ-zione, oppresse da delle mediestagionali rigidissime, unite al-l’umidità e a volte anche a qualchenevicata passeggera, non consen-tono quasi mai di realizzare alcuntipo di lavoro. Eppure, in un mese come questo,associato sin dai tempi antichi alfreddo e, quindi, alla sterilità dellanatura, qualcosa di apparente-mente buono c’è!Gennaio (derivante dal nome deldio romano, bifronte, “Giano”, cu-stode degli inizi e dei portali) è es-senzialmente un mese di passaggie mutamenti del tutto impercetti-bili, a seconda dei quali, il tempopuò influenzare o meno l’interosvolgersi dell’anno. Non è un caso,infatti, se alcuni proverbi molto po-polari recitano: “Gennaio asciutto,

grano dappertutto”, oppure, “Gen-naio, riempie o svuota il granaio”,confermando come, in questo pe-riodo, le nostre terre preferiscanodi gran lunga la rigidità asciutta diun clima freddo piuttosto chel’umidità generata da lunghi pe-riodi di pioggia, che impedireb-bero, in tal senso, una sanarespirazione del suolo. In effetti, ilgelo, arrestando temporanea-mente lo sviluppo esterno del se-minato, permette alle radici delfrumento di irrobustirsi nella partepiù interna (e, quindi, più calda)della terra.Pertanto, se a un primo impatto, cisembra automatico doverci riferirea Gennaio con la sola rappresen-tazione dell’inverno e del forzatoletargo della natura, c’è da direche in questo periodo coincide unmomento alquanto “vitale” per ilcorretto andamento del nostroanno solare: il 17, giorno di San-t’Antonio Abate, ha inizio il Carne-vale, momento di pura festa eallegria, il cui grande significato,tuttavia, è andato sbiadendo colmutare degli anni. In passato, in-fatti, specialmente in piccole co-munità come Cuffiano, questa sua“prima parte”, proprio a causadelle avversità del tempo, assu-meva i connotati di un vero e pro-prio rito collettivo, riunendo (al

suono di canti, balli e “forchette”)interi rioni negli accoglienti e fe-stanti focolari delle modeste abi-tazioni contadine.Insomma: Gennaio è, senza dub-bio, un mese col quale “guardareavanti”, ma, contemporaneamente,un momento in cui, “voltarsi un po’indietro” (valutando cosciente-mente il proprio passato per il

CUFFIANOGENNAIO E... DINTORNIIl mese, il tempo e la contrada

prossimo futuro) fa sempre bene.E parlando proprio di futuro, e,quindi, di “piccole speranze”, è ob-bligatorio fare un augurio specialeai due nuovi arrivati di Cuffiano, Ni-cola Di Mella e Antonio Zaccari,nati proprio durante questo nuovoGennaio 2015.Benvenuti!

Luigi Prozzo

nifestazioni a tema che nel piccoloportano turismo e spensieratezza,anche per un solo pomeriggio. Unripristino dei mores maiorum nonsarebbe cosa gradita?

Chiara De Michele

Gennaio 2015 n. 1_Il Murgantino 04/02/2015 10.35 Pagina 5

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6 Anno V - n. 1 - gennaio 2015Cultura

Ci hanno insegnato da sempre chei cristiani sono nemici dell’Islam,perché le guerre combattute neisecoli contro i musulmani che vo-levano conquistare con la forzal’Europa e imporre il loro dominiosulla cristianità, hanno semprespaventato regnanti, Papato e po-poli.Il motivo non era la paura di con-vivere con l’Islam ma di essereschiacciati nei principi liberali, laicie nella libertà religiosa e di pen-siero. Ricordiamoci le continue vio-lenze dei Turchi e dei Saraceninelle loro scorribande lungo lecoste del Mediterraneo.Qualcuno obietterà che nei secolipassati anche la Chiesa di Roma èstata cruenta con i non cristiani. Èvero, la stessa Chiesa lo ha am-messo e ha chiesto scusa per leviolenze con cui nei secoli si è im-posta. Perché oggi ha potuto rin-negare quei principi e quei barbaricomportamenti? Perché nei testidi riferimento cristiani, non si parlamai di violenza, non è scritto danessuna parte di comportarsi vio-lentemente verso i non credenti.Le reminiscenze bibliche sonostate messe da parte da Gesù coni suoi insegnamenti. I Vangeli par-lano di amore, di eguaglianza tra igeneri e invitano tutti ad amarsi gliuni con gli altri.Queste parole non si trovano neitesti di riferimento della religioneislamica dove è scritto ben chiaroche gli infedeli devono essere uc-cisi perché così facendo si guada-gna il paradiso dove le verginiabbondano per tutti quelli di sessomaschile. Cioè il premio è ilsesso!!!Non voglio dilungarmi perché sareinoioso nel ripetere cose che granparte dei lettori conoscono, ma lasinistra buonista italiana, miope, fafinta di non vedere e di non capiretirando in ballo l’apporto islamicoalla cultura occidentale e la possi-bilità di integrazione. È meglio ta-cere, altrimenti ci accusano di

qualcosa che non ci appartiene.È interessante, invece, ricordarel’importanza che la civiltà araba hadato allo sviluppo della cultura uni-versale, che è ben diverso perchéproprio dall’avvento dell’islam taleprocesso si è interrotto schiaviz-zando i credenti e particolarmentele donne musulmane.Sappiamo tutti che le antiche po-polazioni arabe, in particolarequelle dei deserti, studiavanol’astronomia perché era indispen-sabile per i loro spostamenti caro-vanieri notturni. Le stelle eranoriferimenti sicuri. Infatti, i nomidelle stelle più famose sono nomiarabi, come Aldebaran, Sirio, Aca-mar, Algol, Baham, BatenKaitos,Caph, Dabih, Edasich, Furud, Gie-nah, Hadar, Izar, Jabbah, Keid, Le-sath, Mirach, Alrisha, Phad, Rigel,Sadr, Al Tarf, Vega, ecc. Questistudi sono stati una miniera per glistudiosi occidentali. Non dimenti-chiamo che Talete, grande mate-matico, era un arabo di Milete. In

pratica lo studio delle stelle e del-l’astronomia era materia loro. I nu-meri arabi, quelli che usiamo nellamatematica odierna, sono stati in-trodotti dagli arabi. Anzi, questisono un’invenzione indiana assimi-lata dagli arabi i quali rivoluziona-rono l’intera matematica conl’introduzione dello zero. Nella dominazione spagnola,quando arrivarono in Europa die-dero un apporto straordinario allafilosofia con la grande figura dellostudioso Averroé.  (Nativo di Cor-dova, nella Spagna musulmana,Abu al-Walid Muhammad ibnAhmad ibn Muhammad ibn Rusd –Averroè-, Cordova 1126 Marrakesh1198). Addirittura, testi della culturaclassica greca sono ritornati in Eu-ropa ritradotti dall’arabo. Infatti, ilmondo latino ha conosciuto Aver-roè soprattutto come lettore ecommentatore di Aristotele, e gliha riconosciuto il merito di averlomesso in luce nella sua autenticità,rispetto ai tentativi dei filosofi pre-cedenti di conciliarlo con le dot-trine islamiche e con i sistemineoplatonici. Riuscì perfino a lai-cizzare la cultura araba dall’islamscontrandosi con il filosofo isla-mico al-Gazali che non ritenevapossibile la separazione della filo-sofia dall’islam. Laicizzazione cheè poi stata sopraffatta dall’integra-lismo algazaliano che ne seguì uni-ficando in un pensiero unicoreligione e politica. Ecco perchél’islam ha cristallizzato la culturaaraba al medioevo, impedendonel’evoluzione così come è avvenutoin Occidente. Da non dimenticareche l’influenza è arrivata fino allaSicilia e, fino a pochi decenni pas-sati, cristiani, ebrei e musulmani vi-vevano fianco a fianco nelmassimo rispetto altrui. È suc-cesso non solo agli spagnoli, maanche negli altri Stati musulmanimoderni. In Palestina, prima dellacostituzione dello Stato ebraico, ledue popolazioni convivevano paci-ficamente. Le tensioni sono ini-ziate dopo la Seconda GuerraMondiale, per l’ambizione di un no-tabile arabo che voleva costruirsiuno Stato per sé in Palestina, sca-tenando una serie di attentati con-tro la popolazione ebraica. Ladestabilizzazione incominciata al-lora non si è mai fermata ed èstata degenerata da Komeini conla distruzione del regno persianoguidato dalla dinastia Pahlavi, il fa-moso Scià di Persia che stava mo-dernizzando il paese essendoriuscito a tenere separato l’islamdalla politica. In Irak, durante il do-minio di Saddam Hussein, c’erauno stato laico. Raccontava unadonna musulmana, che abitava inun quartiere cristiano nei pressi diuna chiesa cattolica, che tutte lemattine, passando davanti allachiesa entrava e accendeva uncero davanti all’immagine della Ma-donna. Era tutto normale. Poi l’in-tegralismo si è accentuato e nonè facile spegnerlo perché comun-que dietro ci sono grossi interessieconomici legati ai poteri di im-portanti uomini d’affari locali. Que-sto fenomeno ha relegatoall’arretratezza un’intera area delglobo bloccandone l’evoluzione.Oggi, purtroppo c’è lo scontro traqueste due forti identità e l’Occi-dente buonista dorme, rischiandola propria distruzione.

Paolo Mastracchio

GIOELLI NELLO SCRIGNO (5)La chiesa di S. Giovanni a cura di Giuseppe Parcesepe

La bella chiesa di San Giovanni de Restauratis, af-facciata sull’omonimo suggestivo sagrato lastricatoin pietra, è un esempio di edilizia religiosa storicache presenta ancora intatte le sue caratteristichepeculiari. Già menzionata come sede parrocchialein una pergamena del 1369, la chiesa nell’arco deisecoli successivi fu sottoposta a vari interventi che,comunque, non dovrebbero averne trasformato piùdi tanto l’aspetto soprattutto esterno, fino a rag-giungere quello definitivo, assunto verso la fine delXVII secolo. L’architettura del tempio, infatti, si ma-nifesta esternamente secondo un aspetto più an-tico di quanto si può percepire all’interno dellachiesa. Essa si presenta in maniera alquanto anomala peril territorio data la presenza di una torre d’orologiosul lato sinistro della facciata d’ingresso, elementosicuramente raro nell’architettura religiosa delle no-stre zone. Il monumento ha struttura semplice concopertura a doppia falda e presenta all’interno unbel soffitto a cassettoni in legno. La facciata, quasiquadrata, nella sua semplicità e pulizia di disegnosi integra perfettamente con l’ambiente circostantericco di edifici residenziali di pregio. Il piccolo cam-panile a vela è situato, invece, nella parte poste-riore dell’edificio di culto. L’interno sobrio edelegante presenta un bell’arco trionfale ribassatoal livello del presbiterio, sorretto da due colonnecon capitello di tipo ionico, ed una pavimentazionein cotto risalente alla costruzione originaria. Lachiesa, dopo un periodo d’abbandono durato alcunidecenni, è stata sottoposta ad un primo interventodi restauro che ne ha arrestato l’inesorabile e sem-pre più veloce fase di degrado statico, per cui sa-rebbe auspicabile continuare nell’opera di recuperoal fine di poter nuovamente fruire di una strutturadi così notevole pregio artistico e ambientale. Il maggior pregio del complesso architettonico ri-

siede senza dubbio nella innegabile pulizia delleforme e nell’ equilibrio compositivo generale. Leprecise proporzioni, infatti, hanno indotto a verifi-care i rapporti tra le dimensioni della facciata equelle della torre adiacente, il che ci ha portato ascoprire che le dimensioni del prospetto principalesono regolate da rapporti aurei. Effettuando dellemisurazioni, infatti, si può scoprire, con estremopiacere ma, in fondo, poco stupore, che l’altezzadella torre d’orologio è per lo più pari a quella dellafacciata della chiesa moltiplicata per il magico nu-mero (1,618…) che ha sempre regolato, secondo gliantichi teorici dell’estetica, i rapporti dimensionali

della bellezza. Allo stessotempo si può riscontrareche l’altezza stessa dellatorre risulta essere multi-pla del triplo della suabase moltiplicata per il nu-mero aureo. Altro riscontrodella cosiddetta “costantedi Fidia” lo si trova nel rap-porto tra le dimensionidegli assi della finestra el-littica soprastante il portaled’ingresso. Un ultimo e forse più im-portante rapporto dimen-sionale è quello che siriscontra dalla possibilità diinserire l’intera composi-zione del prospetto fron-tale nel famoso “rettangoloaureo”. A questo puntoviene spontaneo chiedersise tali proporzioni furonoscientificamente calcolatedai costruttori dell’epoca ose le stesse sono stateistintivamente adottate inbase ad un oggettiva re-gola estetica senza cono-scerla.Dalla documentazione a di-sposizione non si può ipo-tizzare una risposta ma,senz’altro, si può affermareche l’equilibrio delle pro-porzioni del bene architet-tonico ha allo stessotempo una regola geome-trica non casuale.

1. Vista dell’esterno2. Vista dell’interno3. Vista del sagrato

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Antica miniatura araba raffigu-rante un gruppo di astronomi(Archivio P. Mastracchio)

Icona orientale di San Paolo (Archivio P. Mastracchio)

L’ISLAM E LA CULTURA EUROPEA

Gennaio 2015 n. 1_Il Murgantino 04/02/2015 10.36 Pagina 6

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a cura diLuella De CiampisNotizie flash

L’Olmo, la Pantera e la Bestia

RACCONTI MURGANTINIdi Daniela Agostinone

Giusto il tempo di un paio di respiri gelidi soffiati in mezzo alle frondedell’Olmo. Il fruscio di un passo felpato che si avvicina e la Bestia,con la sua sagoma scura e ambigua, s’acquatta contro il tronco dellagrossa pianta, raggelandone le radici e l’erba rigogliosa tutt’intorno.La schiena ferina inarcata in una sgraziata curva, gli occhi bui soc-chiusi come sfilacciate cuciture, la Bestia rotea la testa, scrutando ilprato che si stende davanti a sé fino ai piedi della montagna, in cercadi una nuova preda. E intorno all’albero scende l’oscurità.Gli uccelli, smarriti, si librano dai suoi rami svolazzando disorientati,incrociandosi in modo confuso tra le foglie, tentando invano di al-lontanarsi dall’Olmo: molti cadono al suolo come pietrificati, altridopo essersi scontrati violentemente tra loro. Lo sguardo avido dellaBestia oltrepassa il cerchio oscuro che irraggia dalla sua presenza,spazia sull’erba fitta, finché individua la preda. E l’albero la sente –una sensazione trasportata insieme alla sua stessa linfa – sente chequalcosa di malvagio sta per accadere. È stata scelta: la Pantera, di là del cono d’ombra, illuminata dal sole,gioca insieme ai suoi cuccioli. Girano in cerchio, si sfidano, si roto-lano nell’erba impregnata di calore, sfiorandosi in un girotondo gio-coso, intrattenendosi in rituali antichi. Il manto lucido della Panterafende la luce; i suoi balzi tagliano l’aria immota del pomeriggio; comeun’atleta si esibisce nel suo spettacolare gioco, energica e fiera, scat-tante e irrequieta come la vita stessa che la riempie. Danza con i suoimuscoli tesi un ballo allegro per i suoi piccoli, mostra i denti pergioco, poi si sdraia, vulnerabile, sull’erba, sfidandoli ad attaccarla inuna lotta di mera finzione. L’Olmo vorrebbe agitare forte le sue chiome per poterla sfiorare e av-vertirla del grave pericolo incombente, ma è completamente soggio-gato dalla Bestia: ogni volta che questa respira, il gelo si diffondelungo le sue radici, si amplifica e i contorni dei suoi rami sembranoappannarsi sempre un po’ di più nell’alone buio che la Bestia portacon sé. La Pantera è ignara. La Bestia la spia, immobile e bramosa, celatadalla mole dell’albero. Ma all’improvviso qualcosa si agita in essa edi nuovo la pianta lo percepisce: attraverso la sua linfa che scorresente l’istinto animale che si gonfia nel corpo possente della sgraditacreatura. Lo sente, anche se non riesce a scorgerla bene perché è rag-gomitolata dietro al suo tronco. Lo sente crescere e soffiare, ragge-lante, e poi ancora aumentare e vede la sua ombra sconosciutaallungarsi, la sua sagoma minacciosa protendersi oltre il nascondi-glio e invadere, col suo alone scuro e sinistro, lo spazio luminoso checirconda la Pantera. Vede la Bestia scagliarsi, irrompere brutalmentenel suo campo: scorge i cuccioli fuggire, disperdersi lontano, laggiù inqualche sentiero dell’impervia montagna. E subito l’aria tersa èsquarciata dalla sua mole sinistra e indefinita che si lancia, in tuttala sua violenza, contro la Pantera ignara. Quando la Bestia si av-venta su di lei, esplodendo in tutta la sua disumana rabbia, la Pan-tera non ha neanche il tempo di difendersi, neppure il suo momentoper urlare, uno scampolo di tempo per salutare i suoi cuccioli persi persempre. Impossibile trattenerne la vita sotto la pelle tesa, ancora calda e vi-brante di quell’energia dell’ultimo balzo che non ha più compiuto.Impossibile trattenere la Bestia, che si allontana, furtiva, dopo averladefraudata dell’esistenza. Sparita la Bestia, l’Olmo si scioglie dall’ondata di gelo; di nuovo i suoirami si aprono alla luce, ma è un’ondata di dolore quella che orascorre attraverso la sua linfa vitale. Disperazione che sale, strazio ecompassione per il corpo violato della creatura che giace scompostoai suoi piedi. Negli occhi sbarrati della Pantera è impressa un’imma-gine di terrore mista ad incosciente stupore. L’albero ha compassioneper il suo corpo profanato, per la vita che le è stata sottratta, così,aiutato da un alito di vento, piega le sue ricche fronde e con un toccodelicato sfiora gli occhi dell’animale a chiuderli in un sonno di pace.Le radici dell’Olmo sono larghe, arrivano dappertutto, perfino ad ab-bracciare quel corpo inerme, per cullarlo e custodirlo. Intanto, è scesala sera. Alla luce delle prime stelle molti animali avanzano lenti, come in uncorteo funebre, gli occhi brillanti nella penombra come fiaccole. So-praggiungono gli amici della Pantera, di tante razze, di varie speciee lo trovano così, l’Olmo: i rami ripiegati a proteggere il corpo dellaloro amica, le radici delicatamente avvinte intorno ad esso, come ungiaciglio. Si dispongono in cerchio, intorno a quell’insolito sepolcro,raccolti, muti. L’Olmo sembra addormentato. Stanno così fino anotte. Quando la luna è alta nel cielo, un fruscio leggero li riscuote;l’albero scosta le fronde per scrutare davanti a sé: l’ombra argenteadi un felino sfila veloce davanti a lui, si libra con un balzo leggero ol-trepassando gli animali raccolti in cerchio, allontanandosi dal pro-prio corpo.L’albero pensa: lo hanno visto anche loro, lo spirito evanescente dellaPantera, diretto chissà verso quali campi e boschi sconosciuti, percorrere e saltare ancora e ancora all’infinito. Lo pensa e spera chenon si sia trattato solo di uno scherzo della luna. E pensa pure cheforse sia stato solo tutto un brutto sogno e che tra poco si sveglierà,disturbato dal chiasso che fanno i bambini ogni giorno quando ven-gono a giocare ai suoi piedi, a rincorrersi e a nascondersi dietro al suorugoso tronco, lì nella Villa di Morcone. Spensierati e felici, verrannoa ripararsi di nuovo sotto i suoi numerosi rami quando il sole scotta,o ad arrampicarvisi in cerca di un posto dal quale guardare il mondo.Senza che nessuna Bestia sia mai esistita e nessuna Pantera mai daessa sacrificata.

Il Comune di Morcone, con delibera di Giunta, ha conferito in-carico legale all’avv. Roberto Prozzo del Foro di Benevento,per rappresentarlo, nel contenzioso contro il “Comitato ci-vico per la Tutela e la Salvaguardia della Montagna di Mor-cone”. La nomina, attribuita al legale dal sindaco CostantinoFortunato autorizzato dai componenti la Giunta a operare intal senso, gli è stata conferita, in quanto si è ravvisata la ne-cessità di costituirsi in giudizio contro il “Comitato civico perla Tutela e la Salvaguardia della Montagna di Morcone” che,a firma del suo rappresentante legale pro tempore, MichelePonte difeso e a sua volta rappresentato dall’avv. TammaroChiacchio, domiciliato in Roma, ha proposto ricorso al Con-siglio di Stato per l’annullamento o la riforma della sentenzadel TAR Campania, riguardo alla realizzazione di un parcoeolico.Il ricorso al Consiglio di Stato ha fatto seguito all’impugna-zione, da parte del comitato, del provvedimento che auto-rizzava la costruzione del parco che sfrutta l’energia del

vento, davanti al TAR, in quanto questo si era concluso a fa-vore del Comune, della Dotto Morcone Srl e della EnergiaEolica Sud srl.Il comitato civico infatti, aveva richiesto l’intervento del Tri-bunale Amministrativo Regionale, che è l’autorità giurisdizio-nale, finalizzata a tutelare i diritti di chiunque si senta leso daatti della pubblica amministrazione ritenuti illegittimi, per ot-tenere l’annullamento del decreto che autorizza alla costru-zione e all’esercizio di un impianto eolico. Impianto costituitoda 19 pali per la produzione di energia eolica della potenzadi 46,125 Mw, da realizzare nel comune di Morcone, toccandoi confini con Pontelandolfo.Dunque un contenzioso ancora aperto, su cui l’associazioneambientalista è intenzionata a dare battaglia, perseguendoqualsiasi strada, quello contro l’installazione dei pali eolici,che, per il momento vede il Comune in vantaggio e che siconcluderà definitivamente con la sentenza del Consiglio diStato.  

Morcone è di nuovo esente dal pagamento dell’IMU agricola,perché è stata rideterminata la classifica dei comuni mon-tani. A stabilirlo, il Consiglio dei Ministri che ha ripristinatoper il 2015 e in maniera detrattiva per il 2014, il vecchio de-creto ISTAT che risale al 1952. Questo, tradotto in cifre, si-gnifica che, i 170.000,00 euro, tale la somma stimata per gliintroiti dell’IMU agricola, che sarebbero dovuti uscire dalletasche dei cittadini ed entrare nelle casse del Comune, de-vono oggi essergli corrisposti dallo Stato. Il 26 gennaio è sca-duto il termine per il pagamento dell’imposta sui terreniagricoli, abolito da una seduta lampo del Consiglio dei Mini-stri, con decreto legge n. 4 del 24/1/2015.“Quindi, a chi avesse già pagato, ma sono mosche bianche –afferma il responsabile del settore economico finanziario delComune di Morcone, Francesco Maselli – la somma versatasarà restituita in forma detrattiva ai contribuenti. Per quelche riguarda l’importo totale, pari a 170.00,00 euro, che faparte del fondo di solidarietà comunale, che lo Stato aveva

preventivamente tagliato al Comune, dovrà essergli rimbor-sato di sicuro. L’unica incognita è rappresentata dai tempi,perché si prevede che l’Ente non ne entrerà in possesso abreve scadenza”.I contribuenti hanno tirato un sospiro di sollievo e, infatti, inpiù di un’occasione avevano reso manifesto il disappunto perun provvedimento che era apparso alquanto singolare.Con decreto interministeriale del 2014, che stabiliva una ri-definizione dei comuni montani, era stata fissata l’apparte-nenza alla categoria di detti comuni, in base alla misurazionedella posizione della Casa comunale, misurazione stabilitaper un minimo di 600 metri. Palazzo Di Nunzio, sede del Co-mune, si trova a 598 metri di altitudine, a 2 metri più in bassorispetto a quanto richiesto dal decreto. Per questo, il prov-vedimento che faceva seguito al decreto Renzi, aveva susci-tato malcontento tra i possessori di terreni agricoli epolemiche da parte dell’opposizione e dei rappresentanti lo-cali del PD.

È stato approvato, con delibera di Giunta del Comune di Mor-cone, il progetto definitivo predisposto dall’impresa aggiudi-cataria Co. Ge. Fra. Costruzioni Srl con sede in contradaPiana, per i lavori di Mobilità nel centro storico, per un im-porto pari a 1.990.000,00 euro.In realtà, la somma stanziata dalla Regione Campania è di2.269.000,00 euro, ma, con determina n. 18 di febbraio , èstato risolto il contratto con l’impresa che si era preceden-temente aggiudicata i lavori, in seguito al fallimento dellastessa. Quindi, in base alla ricognizione delle spese soste-nute prima della risoluzione del contratto, le sono stati ver-sati 257.000,00 euro per i lavori fino a lì effettuati.Ora il progetto è inserito nella programmazione annuale etriennale delle Opere Pubbliche, essendo anche stato appo-sto il vincolo preordinato all’esproprio sulle aree interessatedal piano di Mobilità, esproprio che, peraltro, riguarda più di50 proprietari. Dunque, i lavori di mobilità nel centro storicoche, originariamente, prevedevano l’installazione di tre ascen-sori panoramici che lambissero da più parti il borgo antico,pur essendosi notevolmente ridimensionati, a causa, oltreche dei costi di installazione, anche di quelli di manutenzionee di ordinaria gestione degli stessi, sono pronti a partire.Nell’ottica del contenimento della spesa è stato considerato

prioritario favorire l’aspetto pratico, privilegiando opere piùefficaci da un punto di vista funzionale e in grado di inciderepositivamente sulla scomodità che deriva dalla pianta me-dievale delle strade interne del paese.Ci sarà un solo ascensore che avrà finalità turistiche e saràinvece predisposto un intervento mirato sui nodi stradali cru-ciali del centro storico, nel rispetto dell’architettura dei luo-ghi, attraverso la creazione di aree di parcheggio in puntistrategici, una maggiore attenzione alla segnaletica, me-diante la regolamentazione del periodo di sosta delle auto el’installazione di un sistema di semafori per evitare ingorghinelle ore di punta.Solo a conclusione dei lavori si potrà verificare la validitàeffettiva del piano di mobilità che, secondo le aspettativedella collettività, dovrebbe essere mirato soprattutto a ri-solvere il gravoso problema delle scale che impedisconoil transito dei mezzi di trasporto, creando ai residenti di-sagi non indifferenti. Tuttavia, atraverso una delibera diGiunta il Comune, in autotutela, ha revocato la precedentedelibera di approvazione del progetto definitivo, a causadella mancata pubblicazione dell’avviso relativo alle lievimodifiche apportate dall’impresa sul quadro particellaredi esproprio. 

7Anno V - n. 1 - gennaio 2015Lettura e Cronaca

Dedicato ad Aurora Marino

PROGETTO MOBILITÀ NEL CENTRO STORICOIl Comune di Morcone, con delibera di Giunta, approva il progetto definitivopredisposto dall’impresa aggiudicataria. Sarà la Co.Ge.Fra., impresa ediledi Morcone, a realizzare l’importante opera destinata a modificare radical-mente l’urbanistica del borgo medievale e a razionalizzarne la viabilità

IMU AGRICOLAMORCONE È DI NUOVO ESENTEIl Comune di Morcone dovrà ricevere dallo Stato la somma equivalente previstacon il mancato introito, anche se i tempi sono incerti e sicuramente lunghi. Unagradita notizia per tutti, in particolar modo per i possessori dei terreni agricoli

EOLICO IL COMUNE DI MORCONE IN GIUDIZIOCONTRO IL COMITATO CIVICO DELLA MONTAGNALa battaglia dell’eolico si concluderà con una sentenza del Consigliodi Stato. Intanto il Comune di Morcone si è costituito in giudiziocontro il “Comitato civico per la Tutela e la Salvaguardia della Monta-gna di Morcone”. L’incarico è stato affidato all’avv. Roberto Prozzo

Gennaio 2015 n. 1_Il Murgantino 04/02/2015 10.36 Pagina 7

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L’amica dimenticata Rubrica di botanica cura del prof. Vincenzo Iorio

salute & benessere a cura del dott. luigi formisano

8 Anno V - n. 1 - gennaio 2015Rubriche

La dermatite è uno dei problemi cronici più ricorrenti che interessano lanostra pelle. Questa è caratterizzata da arrossamento e desquamazionedell’epidermide, che si presenta con eruzioni cutanee particolarmentediffuse in specifiche regioni del corpo. Le dermatiti sono spesso ac-compagnate da prurito della zona interessata, con conseguente aggra-vamento dei normali sintomi, già di per sé fastidiosi.La dermatite seborroica si manifesta nelle regioni del corpo dove sonoconcentrate le ghiandole sebacee. Spesso questi fenomeni sono attivatida alcuni ormoni (adrenalina e cortisolo) che vengono prodotti dal no-stro organismo, in particolare in risposta a condizioni di stress prolun-gato. Le zone del corpo maggiormente colpite sono i lati del naso e ilsolco tra il naso e le labbra, palpebre, sopracciglia, cuoio capelluto ezona retrostante le orecchie. Altre zone epidermiche soggette ad accu-mulo di umidità e a particolare concentrazione di peli come ascelle, in-guine, seno, zona periombelicale, torace, possono esserne ugualmenteaffette, seppur meno frequentemente. È da ricordare infine, che una par-ticolare forma di dermatite seborroica ha accompagnato gran parte dinoi nei primi giorni di vita: la crosta lattea.Cosa fare per la risoluzione del problema?Particolare attenzione va prestata all’alimentazione, la quale sia a scopopreventivo che di supporto alla terapia va particolarmente curata e va-riata. Vanno evitate le bevande alcoliche e i cibi piccanti (che provocanovasodilatazione e aumentano le irritazioni), nonché i fritti, formaggi, salseo condimenti ricchi in grassi, e carni non magre. Lo stesso vale per glialimenti ad elevato indice glicemico (dolciumi, bibite zuccherate), chepossono innalzare i livelli di insulina nel sangue e favorire i processi didanneggiamento dell’epidermide.Gli alimenti da prediligere, saranno tutti quelli che possono “idratare” opreservare la pelle, come frutta e verdure, alimenti ricchi in sostanze an-tiossidanti come carote, pomidoro, uva, agrumi, e da non dimenticare ilconsumo di olio di oliva. Ultimo, ma non per importanza, risulta il con-sumo di uova, soia e cereali integrali contenenti la biotina (vitamina H),fondamentale per il metabolismo lipidico della pelle, che nelle derma-titi risulta sempre di solito compromesso. Alimento principe in ogni dietadovrebbe poi essere il pesce, ricco in acidi grassi omega 3 e 6, fonda-mentali per i processi di rigenerazione delle membrane cellulari; moltoutile risulta in tal senso anche il consumo di cuore e fegato bovino.Per ottimizzarne gli effetti curativi, prima di cominciare e poi nel corsodi qualsiasi “terapia antidermatite”, è consigliabile infine facilitare la de-purazione dell’organismo consumando prodotti notoriamente detossifi-

canti come tè, crusca, carciofo, tarassaco, cardo mariano, asparago, eaiutare eventualmente il nostro organismo con supplementi di magne-sio, zinco, vitamine A- E ed H (biotina), e acidi grassi omega 3 e 6. Ognivolta se ne abbia la possibilità, una moderata esposizione al sole, con-tribuisce molto alla prevenzione e al miglioramento della malattia.Ora diamo un’occhiata alle piante che possono aiutarci.Echinacea. La sua attività antibiotica le permette di combattere granparte delle infezioni. È inoltre un buon antiinfiammatorio, ha capacità de-tossificanti, cicatrizzanti e riepitelizzanti ed è quindi consigliabile so-prattutto quando la dermatite è già in atto. Può essere utilizzata sia perapplicazione diretta sulla pelle, che come infuso.Viola Tricolor. Ha grandi capacità curative per la nostra pelle in quantopossiede proprietà antisettiche, antinfiammatorie e preziosissime so-stanze antiossidanti, oltre ad aver la capacità di rendere la pelle più mor-bida. A tutto ciò vanno aggiunte proprietà diuretiche e potenziantil’attività epatica e nessuna controindicazione per l’utilizzo.Olio d’Argan. L’olio estratto da questa pianta originaria del Marocco pos-siede delle riconosciute proprietà antimicrobiche ed è inoltre ricco disvariate molecole anti-invecchiamento e di vitamine A ed E che aiutanoa ricostruire e proteggere le membrane cellulari danneggiate. Tramiteapplicazione locale sulla pelle, combatte le eventuali infezioni e aiuta aristabilire il nostro “benessere epiteliale”.Bardana. Per l’importanza che ha la glicemia ematica nei processi diavvio della dermatite seborroica, non va mai dimenticata questa pianta,da utilizzare per il suo effetto ipoglicemizzante e drenante (permette diridurre l’accumulo di liquidi nell’organismo) sia per via orale che tramiteapplicazioni locali con impacchi o creme. Utilissima per le sue proprietàantibiotiche nelle dermatiti già in atto e di difficile risoluzione.Olio di Borragine e Fumaria. Oli ricchi di molecole che ci aiutano nei pro-cessi antinfiammatori e antiallergici, la loro applicazione permette dimantenere la pelle elastica perché ne riducono la disidratazione e com-battono i radicali liberi, causa del suo “invecchiamento”. È bene ricordareperò che l’utilizzo intensivo della Fumaria, può provocare abbassamentodella pressione sanguigna ed è sconsigliato il suo utilizzo in gravidanzae allattamento.Gingko. Questa pianta originaria della Cina è dotata di proprietà fluidifi-canti per il sangue e benefiche su tutta la circolazione periferica. Moltoricca in antiossidanti naturali, possiede anche una considerevole attivitàantiinfiammatoria. Spesso consigliata come complemento dietetico, ri-sulta utile anche nei casi di fragilità capillare e di couperose.

Dermatite seborroica: rimedi “tutta natura”

Passeggiando per un sentiero dimontagna o per una strada cam-pestre, il nostro sguardo verrebbeattirato certamente dalla maesto-sità di un albero essendo la mani-festazione più imponente delregno vegetale. La sua grandezzadà un senso di sicurezza e di con-forto a quanti ne ammirano la suafigura. Qualcuno recentemente hacalcolato che un albero secolarerende ogni anno “servizi” per unvalore complessivo di 3,000 euro.In 5 ore di luce, filtra e ricambia laquantità d’aria respirata da più di400 persone. Nello stesso tempo,fissa gas e vapori tossici, assorbepulviscolo, rinfresca l’aria, funzionada schermo antirumore e anti-vento, producendo inoltre mate-riali utili all’uomo.È sorprendente come tutte questecose siano veramente utili algiorno d’oggi, visto che viviamo incittà così caotiche e inquinate.Trattare la presenza di un alberocome un investimento economicopotrebbe fare un po’ ridere, maprovate a riflettere con attenzionee vi accorgerete che è propriocosì. Già oggi gli italiani paganonumerose tasse relative a pro-blemi di inquinamento ambientale.Se alcuni anni fa avessimo mag-giormente tenuto conto delle ri-sorse che utilizzavamo con troppasuperficialità, oggi il nostro contoin banca sarebbe più alto. Tutelaregli alberi deve diventare un ob-bligo da parte di ogni cittadino. Secaso mai vi trovaste nel vostro fu-turo a dover prendere una deci-sione che decreti il taglio di unalbero, provate a pensarci un po’più attentamente. Un’altra ragioneche ci persuade circa l’importanzadegli alberi, è costituita dal fattoche queste piante rappresentanola casa di numerosi animali. L’al-bero è come un grosso condomi-nio abitato da uccelli, insetti,licheni e scoiattoli. La sua in-

fluenza in termini equilibrio biolo-gico è estremamente palese.Quanti di noi, come prima prova didisegno nelle scuole elementari,non hanno disegnato sui loroalbum o sui loro quaderni gli al-beri. E quanti di noi ancora ogginon rappresentano un panoramacampestre se non disegnano qual-che albero. È un gesto spontaneoquello che ci porta a disegnare unalbero, in questo modo siamo si-curi di aver raffigurato la natura.Fortunatamente il modello arti-stico dell’albero è alla portata deinostri occhi, basta guardare fuorida una finestra e disegnare. Augu-riamoci che nel nostro futuro i no-stri figli non debbano disegnarlotenendolo a memoria. E visto cheparliamo di alberi, questa po-trebbe essere una buona occa-sione per proporne qualcuno inparticolare. Nei precedenti appun-

Un albero come investimento economico: l’alloro

tamenti abbiamo parlato di varieerbe e arbusti, ma non abbiamoancora parlato di un vero albero.Gli alberi sono davvero tanti che cisarebbe l’imbarazzo della scelta,ma io voglio iniziare con uno chemi sta veramente a cuore: l’alloro.L’alloro (Laurus Nobilis) è un al-bero relativamente piccolo, rag-giunge al massimo i 20 metri dialtezza con un diametro del fustodi 50 centimetri. È un albero chepredilige terreni molto umidi. Fuintrodotto in Europa dall’Asia Mi-nore. Questa pianta ebbe in Greciala sua leggenda, dedicata adApollo; con i suoi rami venivano in-coronati gli eroi o i personaggi im-portanti.L’alloro è un albero sempre verdedotato di foglie coriacee, lanceo-late, lucide nella pagina superioree opache in quella inferiore. In al-cuni casi le foglie presentano unalieve ondulatura lungo il margine.

La corteccia del fusto si presentascura e liscia. I frutti, chiamatidrupe, sono tondi e rassomigliantia olive nere. Essendo una piantaestremamente diffusa in quasitutto il litorale italiano comprese laSardegna e la Sicilia, è conosciutacon numerosi nomi dialettali: Laur,Orbano, Lavro, Dafne, Slaverno,Aurar, Onòro, Romolino, Lavràno etanti altri. È una pianta molto usatain cucina, per aromatizzare pie-tanze a base di carne. L’alloro hanumerose proprietà fitoterapiche.È antisettico, aperitivo, digestivo,stimolante, stomachico, espetto-rante e sudorifero. L’infusione dellefoglie è indicata per problemi dicattiva digestione. L’olio ricavatodalle drupe è prodigioso per cu-rare i dolori articolari. Un uso pococonosciuto delle foglie di alloro,che spesso la mia consorte attuadurante il lavaggio dei panni, ècome sbiancante. Alcune foglie dialloro aggiunte in una bacinella diacqua bollente all’interno dellaquale viene posta la biancheria dacandeggiare, ridonano il bianco aitessuti ed eliminano alcune mac-chie sui capi. In alcuni casi piùostili, può essere bollita diretta-mente la biancheria con l’aggiuntadi qualche foglia di alloro. Poichéper ottenere questa prestazionesono necessarie solo poche foglie,il metodo, che non vuole avere lapretesa di essere infallibile, si pre-senta ecologico ed economico.Dalle drupe è invece possibileestrarre un profumo molto intensogradevolmente maschile. Casual-mente scoprii che la pellicina an-cora verde di una drupa di alloroemana un forte odore aromatico.Raccogliendo l’essenza attraversouna estrazione alcoolica ottenutadopo pochissimi giorni di macera-zione ho ottenuto un profumo cheutilizzo tutte le mattine per la miatoilette personale.E poi dicono che esagero quandodefinisco un albero un amico.

LUCE CHE RESTAIl sole che splende fuoriil buio che avanza dentro:Morcone è attonito, ferito, delusoamareggiato, addolorato...

Eri il sole che illuminava le mille giornate buie di moltiEri il sorriso mai spento pur davanti alle difficoltàEri la forza di farcela nonostante tuttoEri... no, sei!Tu seiviva nel ricordo di tuttiviva dentro al cuore di ognunoviva nei ricordi sempre presenti.

E mi piace pensare che guardando al cielo di nottela stella che brilla di più sia tu.Così... è spento il tuo respiro ma non il tuo sorriso,non il tuo bagliore che riluce da lontano senza mai smettere!

Il sole che splende fuoriil buio che avanza dentro...e tu che manchi al mondo,ancorata restinell’intimo profondo di un paese che in silenzio piangee che quando ti vorrà trovarevolgerà lo sguardo al cielo!!!

Raffaella Morelli

Il mese di gennaio ha visto la pubblicazione di due calendari.Uno è “Fotographando”, ideato da Guido Ansaldi con la collabora-zione del Forum dei giovani, sponsorizzato da “Morconiani.net” estampato dalla casa editrice Scripta Manent.Le foto pubblicate sono quelle che hanno partecipato al concorsofotografico che si è tenuto in agosto dal titolo “Morcone e le suepietre” e sono state scelte, tra le tante, da un’apposita giuria cheha avuto il difficile compito di selezionarne dodici.Ecco le foto e gli autori:Gennaio: panorama diMorcone visto da sud-est,Francesca Di Maria.Febbraio: scorcio di viaAchille Sannia, GiovanniMastrobuoni.Marzo: particolare dellascalinata in via SantaMaria del Giglio, AntonioLongo.Aprile: particolare dellafontana-lavatoio pressoPorta San Marco, LuigiFormisano.Maggio: scorcio con il campanile della Madonna della Pace, Pa-squale Mastrantone.Giugno: vista del castello, Raffaella Morelli.Luglio: scorcio di via Achille Sannia, Giulia Ocone.Agosto: scorcio della Prece e l’arco fuori Porta San Marco, DonatellaMucciacciaro.Settembre: scorcio di Corso Italia, Giovanni Mastrobuoni.Ottobre: facciata del convento dei cappuccini, Luigi Formisano.Novembre: scorcio di via Achille Sannia, Giovanni Mastrobuoni.Dicembre: salita Marino e campanile di San Bernardino, Azzurra Im-mediato.Dati tecnici: 13 fogli in formato 31x31, stampa a colori, rilegatura conspirale metallica.

* * *L’altro è il calendario parrocchiale, frutto della collaborazione tra lacomunità ecclesiastica di Morcone.Meno artistico del precedente ma più fun-zionale proprio perché destinato prevalen-temente ad un’utenza meno giovane, è statostampato anch’esso dalla casa editriceScripta Manent.Il piccolo formato ne consente l’utilizzo inogni ambiente della casa, le dimensioni e ladisposizione delle date e dei giorni ne facili-tano la lettura. Tra le altre notizie, a mo’ diappunti e opportunamente evidenziati, il ca-lendario parrocchiale contiene tutti gli eventilegati all’attività pastorale che si svolge aMorcone.Dati tecnici: 13 fogli in formato 15x43, stampaa colori, rilegatura con spirale metallica.

La redazione

RECENSIONE

Gennaio 2015 n. 1_Il Murgantino 04/02/2015 10.36 Pagina 8

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9Anno V - n. 1 - gennaio 2015Fede e Tradizione

“…Gesù mi faccia la grazia di es-sere un figlio meno indegno diSan Francesco…, da fare di me

un perfetto cappuccino” (cfr. Epist. III, 1005-1010)

Era il mattino del 6 gennaio 1903,quando l’adolescente FrancescoForgione (mancavano pochi mesial suo 16º compleanno), originariodi Pietrelcina, salutava la suamamma (il papà si trovava in Ame-rica per lavoro) e il suo paesenatio per recarsi al convento diMorcone, accompagnato dal par-roco don Salvatore Pannullo e dalsuo maestro Caccavo, e così dareinizio alla sua formazione di futurofrate minore cappuccino.Giunti in convento, il giovane fu ac-colto da quello stesso frate, Ca-millo da Sant’Elia a Pianisi, chetanto l’ha affascinato per la suasemplicità, ed in modo particolareper quella sua barba fluente, nera,che lo rendeva ieratico ai suoiocchi, sì da infondergli il desideriodi emulazione e ferma volontà didiventare “monaco con la barba”.In quella figura sentiva tutto il suorichiamo vocazionale e di consa-crazione, già sperimentato all’etàdi soli cinque anni, allorquando ilSacro Cuore gli apparve nella chie-setta di Sant’Anna chiedendogli diconsacrarsi. Quel sì detto in teneraetà attualmente si faceva con-ferma fondata su un processo diulteriore maturazione e consape-volezza. Il suo proposito era di es-sere di Cristo per tutta la vita sulle

orme del Serafico Padre San Fran-cesco. Più tardi in una letterascritta ad una sua figlia spirituale,tale Nina Campanile, asseriva: “…dove meglio potrò servirti, o Si-gnore, se non nel chiostro e sottola bandiera del poverello di As-sisi?”. Il mattino del 22 gennaio di quellostesso anno, 1903, alle 9,00, il gio-vane Francesco indossava l’abitocappuccino e iniziava l’anno delnoviziato, secondo le Costituzionicappuccine e prima ancora la Re-gola francescana, ricevendo ilnome di Pio da Pietrelcina. L’annodopo, nella stessa data e chiesaconventuale pronunciava i suoivoti semplici impegnandosi a vi-vere come frate cappuccino per iltempo di tre anni, attendendo alleistanze e percorsi formativi del-l’Ordine.Da tempo Morcone custodisce nelsuo scrigno storico e spirituale

tale perla preziosa ed ogni annone fa motivo di commemorazioneaccogliendo devoti e figli spiritualiche, legati al “frate delle stim-mate”, intendono vivere detto ap-puntamento di spiritualità. Lamobilitazione della realtà france-scana ed ecclesiale del luogo, non-ché della stessa amministrazionecomunale, per assicurare una ce-lebrazione degna del lustro di sanPio e dell’ormai ben nota capacitàdi accoglienza e di calore umanodella comunità morconese, hannofatto sì che quanti sono convenutisi fossero sentiti stretti in un ab-braccio di amicizia, in una sintoniadi cuori impegnati nella lode e gra-titudine a Dio e nella volontà spon-tanea di ritrovarsi nel semplice eben nutrito spazio di agape alle-stito francescanamente nel chio-stro conventuale, realizzato per lacarità e generosità di quanti hannointeso vivere in prima persona la

LA VESTIZIONE DI SAN PIO DA PIETRELCINA

Con l’esortazione “conosci testesso” iscritta sul frontonedel Tempio di Apollo, l’ora-colo invitava l’uomo a inda-gare dentro di sé perscoprire l’essenza della vita.Noi tutti siamo composti dicorpo e anima, ma la nostrapiù grande risorsa è quellaspirituale. Curarla significadedicarsi al pensiero, alla ri-flessione, all’ascolto e al-l’amore, coltivando unamaggiore sensibilità volta al-l’arricchimento del propriosé. Un sé che nasce anchedalla capacità di condividerela condizione dell’altro attra-verso il dialogo. Guardare,ascoltare l’altro, significa creare con lui un “ponte diumanità”. È condividere lo sforzo di vivere e rego-lare la propria vita sul piano umano e non su quelloutilitaristico. Viviamo in una società con un deficitpalese di sensibilità e di mutualità. Il grande Hei-degger diceva che siamo “caduti nel nichilismo”,commettendo l’errore di vivere senza etica néideali. Ciò che è venuto a mancare è lo scopo, il per-ché dei nostri comportamenti, con una conse-guente svalutazione dei valori.È la prima volta nella storia, che abbiamo ciò che cinecessita senza avere un modello etico da seguire.

Vedere il mondo sotto il mero profilo dell’utile, ri-duce il pensiero alla “calcolabilità”, ci esclude dalsapere cosa è necessario e vero per noi. Come su-perare tale crisi? Fermandoci, guardando in noi efuori di noi per capire chi siamo e cosa facciamo.Perché la nostra forza non è data dall’accumulo didenaro o dal potere, ma dall’intelligenza, saggezzae sensibilità. Diceva Saint- Exupéry nel libro “Il Pic-colo Principe”: “l’essenziale è invisibile agli occhi”. Èproprio quell’“invisibile” che dobbiamo carpire percomprenderci e comprendere, illuminando di sensoil nostro cammino di vita.

Venerdì 23 gennaio è giunto a Pontelandolfo l’Arcivescovo AndreaMugione e vi ha sostato fino al giorno di domenica.È stato un momento significativo per tutta la comunità perché,dopo il doveroso saluto con le autorità civili, l’Arcivescovo si èrecato in visita presso tutte le attività commerciali del paese, conparticolare tappa alle piccole industrie del territorio, chenonostante la crisi economica incalzante ancora mantengono unacerta vivacità economica, come ad esempio la Multi Inox Maffei, laSantopietro mobili e il caseificio Sanniolat. Ma non è mancata lavisita agli anziani malati, ai quali l’Arcivescovo ha portato lavicinanza e il conforto cristiano. Il congedo dalla nostra piccolacomunità si è avuto al termine della celebrazione della SantaMessa, domenica 25. Per i pontelandolfesi questi giorni sono stati quanto mai significativiperché in un momento storico così difficile e particolare, in cui arisentirne di più sono proprio i nostri borghi, la presenza diun’istituzione religiosa dà un’impronta di speranza e soprattutto divicinanza ad una popolazione che spesso si sente abbandonata ase stessa.

Fiorella De Michele

Una festività molto popolare tra lenostre zone è quella del 25 gen-naio, giorno in cui ricorre la Con-versione di San Paolo. È unaricorrenza molto amata dai nostricontadini. È una di quelle antichedate che costituivano dei capisaldiall’interno dell’attività agricola.Nacque a Tarso, in Turchia, alloraera la Siria. Da giovane fu inviato aGerusalemme ricevendo un rigo-roso insegnamento della Legge diMosè. Fu un fariseo dei più attivi eper le sue doti fu inviato a perse-guitare i cristiani. La sua conver-sione avvenne sulla strada perDamasco, quando improvvisa-mente una luce dal cielo l’avvolsee cadendo  a terra  udì una voceche gli diceva: “Saul, Saul, perchémi perseguiti?”. Saulo perse la vista e, per tregiorni restò in attesa di qualcuno.Era digiuno e sconvolto ma daquella esperienza venne fuoril’Apostolo delle Genti. Infatti, si ri-tirò nel deserto e meditò quel-l’esperienza vissuta per ben treanni. Lì scoprì il suo vero Dio e de-cise di far ritorno a Damasco dovepredicò tenacemente la parola diCristo. Ma, rinnegato dai paganiche lo considerarono un traditorefu costretto a rifugiarsi a Gerusa-lemme dove sostò all’incirca quin-dici giorni. Nella città giudaicaincontrò gli Apostoli Pietro e Gia-

Il 25 gennaio, giorno della Conversione di San Paolo, i con-tadini invocano il Santo seguendo una vecchia tradizione

PONTELANDOLFO VISITA PASTORALEL’arcivescovo Andrea Mugionegradito ospite per tre giorni

L’antica chiesa di S. Rocco così come si presentava negli anni ‘30

LE RIFLESSIONIDEL PARROCOIl valore dell’altro e quello del dialogoDon Nicola Gagliarde

gioia del momento. Quei volti ri-trovatisi nello spazio celebrativodovevano necessariamente espontaneamente divenire relazionidi amicizie e reiterato invito per ilprossimo anno.In tale circostanza Morcone in-dossa sempre la sua veste piùbella e riesce a far parlare bene disé e a generare sensi di ammira-zione in quanti hanno risposto al-l’invito, anche se quest’anno, sottoquella veste, si celava un cuore la-cerato dall’ultimo episodio delit-tuoso occorso e che tanto hasconcertato l’intera comunità. No, Morcone non ha ignorato névolto la testa altrove per ignavia ocodardia. Al contrario, da quel tri-ste episodio di cronaca ha tro-vato in sè la forza di ripartire dauna semina di speranza che fossecapace di dare alla storia gene-razioni di uomini e donne formatiall’amicizia, alla convivenza civile,alla trasmissione di quei valoriumani e spirituali che fannograndi i piccoli e che convinconoi grandi a farsi piccoli per espri-mere la loro grandezza a partiredal servizio di generosità. Non è il grido della violenza chedeve trovare spazio in una cittadi-nanza caratterizzantesi per la cor-dialità ed amicizia, ma la forza dinascere, a partire dalle lacrime dicosternazione e delusione. Fattianimo, amata Morcone, e non fartiderubare la tua identità e tradi-zione di città per l’uomo!

Padre Luigi Maria Lavecchia

SASSINORO UN ANTICO RITUALE

como dai quali si fece conoscerericevendone insegnamenti suGesù. Qui incominciò la sua veraattività di conversore dei paganicompiendo tanti viaggi. Nelle nostre zone, ma anche inaltre località italiane, San Paolo èconsiderato il protettore dai morsidei serpenti. Questa leggendaprende le mosse dall’episodio de-scritto da San Luca negli “Atti degliApostoli” riguardo la morsicaturaprocurata a Paolo nell’isola diMalta, da una vipera che, tra lo stu-pore dei presenti, non produsse al-cuna conseguenza.Una nostra leggenda vuole chetutti quelli che nascono nella nottedel 25 di gennaio, data della Con-versione di San Paolo, possiedonodelle qualità taumaturgiche chevengono loro donate dal Santo,cioè poter guarire gli altri daimorsi di serpenti o dalle “passia-

ture”(eritemi da contatto provocatida rettili o altri animali velenosi).Questi sono i famosi “Ciaraul”. Al riguardo, San Paolo, è conside-rato il primo dei “ciaraul”, il capo-stipite di questa lunga schiera digente che, con il semplice strofi-namento della propria saliva sullaparte ammalata, accompagnatoda una serie di versetti e di parole“magiche” produce la immediataguarigione del paziente. Ma, quellasaliva, versata sul sale è ancheconsiderato un antidoto controeventuali malanni che colpisconogli animali da cortile.Nella tradizione contadina il 25gennaio è giorno speciale, perchéi legumi come le fave, piantati inquel giorno, raggiungono la matu-razione contemporaneamente aquelli messi a dimora nei mesi diottobre e di novembre. Questa tra-dizione è stata ampiamente speri-mentata da tempi remoti ecorrisponde a verità e, come tale,viene tutt’ora praticata. Non solo. Il25 gennaio, al mattino presto molticontadini si recano nei campi percompiere verso le piante poco frut-tifere un rituale. Con una roncola inmano, si rivolgono verso la pianta epronunciano la formula: “A nom’eSante Paule o ué carca o te taglie”.Tradotta: “A nome di San Paolo, oproduci molti frutti o ti taglio”.

Paolo Mastracchio

Lucia di Tommé. Conversione diSan Paolo

Gennaio 2015 n. 1_Il Murgantino 04/02/2015 10.36 Pagina 9

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Mensile a cura dell’associazione “Adotta il tuo Paese”Direttore responsabile: Luigia De Ciampis detta Luella

Aut. Trib. Benevento n. 5/12Redazione: Via Porres, 119 - Morcone (Bn)

[email protected] - www.adottailtuopaese.orgEditore: Scripta Manent - Tipografia: Scripta Manent

Via degli Italici, 29/A - Morcone (Bn)

COME ABBONARSIBollettino postale intestato a: Ass. Adotta il tuo Paese - via Porres, 119 - 82026 Morcone (Bn)

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Anno V - n. 1 - gennaio 2015Sport e Tempo libero10

La squadra di calcio, soprattuttodopo gli anni ’50, in ogni paeseera l’espressione dell’orgoglio cit-tadino. Molti ricorderanno il cam-panilismo acceso tra localitàlimitrofe e spontaneo era l’apportocon ogni mezzo di giovani e adultiper sostenere la propria squadra.In ogni gara l’agonismo non avevalimiti, talvolta sconfinava oltre lanorma, tanta era la partecipazionedi sostenitori a bordo campo checon il loro incitamento spingevanole formazioni impegnate nella con-tesa a non tradire le attese di cia-scuno. Il fattore campo nei torneirisultava determinante, talvolta lastagione calcistica si concludevasenza passi falsi interni.Nella lotta per la conquista del pri-mato erano importanti i punti con-quistati in trasferta. Per il normalesvolgimento della gara, in partico-lare nei derby, indispensabile erala presenza della forza pubblica,che in mancanza, non aveva inizio.Oggi molto è cambiato, decisa-mente in meglio. Restano la vita-lità, l’agonismo in chi è impegnatonella contesa, ma la tensione ècontenuta, prevale il fair play ecioè rispetto nei confronti dell’ar-bitro e dei suoi collaboratori; lealtàverso l’avversario; altruismo fermoe deciso tra i compagni di squadraanimati dall’intento comune delraggiungimento del massimo ri-sultato attraverso il miglior gioco.Di conseguenza l’adempimentodel servizio di ordine pubblico è di-venuto una mera formalità, tant’èche per dare inizio all’incontro èsufficiente esibire al direttore digara prova dell’avvenuta comuni-cazione al locale Comando di Poli-zia della manifestazione inprogramma. Questo perché tra lecontendenti non c’è rivalità ac-cesa, interesse precipuo è esibirsi,divertirsi e divertire, far trascorrereai sostenitori in tribuna una gior-nata piacevole da ricordare. Evolu-zione importante questa chegratifica lo sport, rende l’eventodomenicale piacevole, fruibile conaccresciuto entusiasmo da adultie bambini. In più lo spettacolo si èarricchito del rituale che precedel’incontro, caratterizzato da attivitàdi riscaldamento, con e senza l’usodel pallone; lo schieramento delleformazioni a centrocampo per ilsaluto ai presenti; il “batti cinque”tra i calciatori impegnati, qualebuon auspicio per il leale e cor-retto svolgimento dell’incontro chesegue. Condizioni significative ecommoventi che contrastano conle grida assordanti, quali riti intimi-datori, che un tempo precedevanole gare. Eleva, al contrario, il giocodel calcio a veicolo di amicizia eaggregazione, considerato che trai calciatori in campo (nel calcio di-lettantistico), sono schierati anchegiovani provenienti da terre lon-tane, per lo più approdati qualiprofughi sfuggiti a conflitti e a ognitipo di difficoltà estreme. Niente dipiù gratificante per risollevare gli

animi talvolta inariditi da avveni-menti struggenti.Si rileva, tra l’altro, che il calcioprende quota, dilaga anche sottoforma di metafora; alcuni termini(punta, centrocampista, strategiaoffensiva, difensiva, ecc.) sono en-trati nel linguaggio dei politici at-tuali, che lo usano per meglio farsicomprendere da chi ascolta anchesu larga scala. Conquista, davveroimportante! E lo sarebbe ancorpiù, se a siffatto linguaggio corri-spondesse lo stesso fair play fatti,diminuendo il malaffare dilagantetra le varie istituzioni, preposte in-vece a gestire al meglio i problemidei cittadini alleviandone i disagi.Il gioco del calcio tuttavia, qualespettacolo più amato e seguito tragli altri, per poter decollare, avereil “magico undici” che lo rappre-senta, necessita di persona cari-smatica in grado di esaltarel’ambiente, di trasmettere la giustacarica emotiva a chi lo vive qualeprotagonista in campo o al-l’esterno come spettatore. A talproposito viene in mente l’amicoNunzio Pisco, sempre in primalinea nel “Calcio Morcone”. Uomolibero nelle idee di sportivo “doc”,coerente con la propria passioneverso il ciclismo dilettantistico,condiviso con l’amore per il calciodi cui era primo attore in ambitolocale e altrettanto tifoso del Na-poli. Personaggio brioso, diver-tente, dalla battuta facile, capacedi inebriare l’ambiente prima edopo la gara, indipendentementedal risultato acquisito sul terrenodi gioco. Raffaele Lombardi, corri-spondente dell’epoca del quoti-diano “il Mattino”, lo definiva“irrefrenabile pizzetto elettrico”per il modo di vivere gli incontri.Guardalinee ufficiale in ogni gara,era incurante delle avverse condi-zioni atmosferiche. Emblematico ilproprio modo di rappresentare laSocietà: lo scomparso Ludovico Vi-gnali, vedendolo percorrere viaRoma in tuta ginnica, ebbe a pro-ferire: “Nunzio ha perso la testa, vain giro col blusotto (la mitica tutagiallo-rossa, simbolo di gloria delnostro calcio)”.

Resta nella storia l’impresa epicae irripetibile di Nunzio quando per-corse oltre 900 chilometri a bordodi scooter per essere andato duevolte da Morcone a Persano, inprovincia di Salerno, allo scopo diavere in campo in una gara impor-tante il calciatore Pasquale Palla-dino, dove questi era militare. Nondisdegnò all’occorrenza altre similiimprese, proprie di chi vive losport con passione ed entusiasmo.Sono episodi importanti del nostrocalcio scolpiti nel tempo, merite-voli di essere evocati.

Arnaldo Procaccini

È iniziata la seconda fase del concorso foto-grafico organizzato dall’ASD CanoaVela di Cam-polattaro, dal titolo “Dettagli. Il lago diCampolattaro e le quattro stagioni”relativa al-l’Inverno.Un concorso suddiviso in quattro fasi, una perogni stagione, per ricercare una rappresenta-

zione nuova degli elementi naturali - e non -presenti in questo tratto della valle del Tam-maro, un’occasione per stimolare una visioneartistica dei numerosi elementi naturalistici dirilievo che lo compongono, premiando chi riu-scirà a realizzare lo scatto capace di ritrarre ap-punto il “dettaglio”. Potranno partecipare al

concorso tutti gli appassionati di fotografia,professionisti o amatori, senza limiti di resi-denza né di età. Per partecipare alla “Fase 2: Inverno” si dovràinviare il materiale previsto dal regolamentoentro le ore 24.00 del giorno 22 marzo 2015. Vuole questa essere un’opportunità in grado di

amplificare la capacità di osservare il pae-saggio che ci circonda. Ci affidiamo ormaialla sola memoria, elaborando quelle im-magini che quotidianamente scorronosotto i nostri occhi, senza riuscire più a co-glierne i particolari che la compongono. Èproprio per questo che l’associazione Ca-noaVela lago di Campolattaro, in collabo-razione con l’Asea – l’Agenzia SannitaEnergia e Ambiente – che gestisce l’invaso,ha voluto dare il via a questo concorso fo-tografico.Tutte le informazioni (regolamento, moda-lità di partecipazione…) possono esserereperite sulla Fanpage dell’Associazione(www.facebook.com/asdcanoavelacampo-lattaro) oppure basta richiederleinviandouna mail all’indirizzo [email protected] .

Simone Paglia

A sinistra la foto vincitrice della Fase 1: Au-tunno dal titolo: “I colori dell’Autunno” diGianni Mella.

Nunzio Pisco, denominato “irrefrenabile pizzetto elettrico”e guardalinee ufficiale del calcio morconese, principalee inimitabile supporter del “Morcone” fin dagli anni ‘50

IMPRESE IRRIPETIBILI

In alto da sinistra: Manfredini (all.), Marino, Di Brino F. (cap.), D’ad-dona, D’Anghera, Pisco (acc.), Ruscitto, Palladino. Accosciati: Ca-valiere, Di Brino S., Ialente, Delli Veneri, Mosca, Parcesepe, Maiello(mascotte) (Archivio La bella Morcone)

CAMPOLATTARO CONCORSO FOTOGRAFICOGrande successo ha riscosso la prima fase del concorso fotografico “Dettagli. Il lago di Campo-lattaro” organizzato dall’associazione CanoaVela Lago di Campolattaro in collaborazione conl’Asea. Ora è iniziata la fase 2 relativa alla stagione Inverno, che scade il prossimo 22 marzo

È stato istituito un con-corso di Fisica per allievi ogiovani che possono even-tualmente essere ancheaccompagnati da un do-cente.È rivolto principalmentealle scuole, ma tutti pos-sono partecipare. I primi 6classificati saranno invitatia prendere parte all’evento “Un Giorno al Museo”, che sarà organizzato per il3 marzo 2015 alle ore 15,30. Il primo in classifica dei 6 finalisti riceverà un libroin dono.Si raccomanda la diffusione di questa notizia ai vari Istituti scolastici.

Per partecipare basta scaricare il regolamento dal sitowww.museoscuolamorcone.com nella pagina News&Eventi.

Dal giorno 5 febbraio in questa pagina internet comparirà un questionario con10 domande di Fisica. Basta rispondere a queste domande entro il 20 feb-braio.Per i 6 allievi finalisti, insieme agli eventuali docenti accompagnatori, è previ-sto l’ingresso gratuito. È una buona occasione per venire a conoscere comefunziona il Museo Scuola.Al concorso possono partecipare studenti del 4° o 5° anno di Istituti scienti-fici o tecnici, studenti universitari, o comunque giovani adeguatamente pre-parati appartenenti a scuole di ogni altro ordine e grado.

La direzione del MuseoPer informazioni 346-8812517

MUSEO SCUOLA“ACHILLE SANNIA”

Via A. Sannia, 10 - Morcone (BN) - Tel. 0824 957146

Gennaio 2015 n. 1_Il Murgantino 04/02/2015 10.36 Pagina 10