Giornale Buongoverno 1

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Editoriale 2011, no ai trasformismi Informazione Senese di C.Marignani Le elezioni comunali del 2011 si stanno avvi- cinando e al centro del dibattito vi sono que- stioni di grande importanza come il rilancio dell’Università, del sistema sanitario, della Banca, della Fondazione, delle attività eco- nomiche e turi- stiche: su que- sto si gioca la coesione socia- le. E’ a tutti evi- dente che Siena negli ultimi anni è vissuta al di sopra delle sue possibilità e che si rende urgente e necessario un forte cambia- mento che con- trasti un declino altrimenti irre- versibile. La prima doman- da da porsi è chi possa oggi realisticamente proporsi come nuovo punto di riferimento; chi altri potrà avere la capacità del “buon governo” in una prospettiva di cambiamento, accertato che ogni trasformismo non rappresenta il nuovo ma riporta a logiche di governo che oggi sono manifestamente inadeguate. In questa prospettiva il PdL si candida come polo ag- gregante. C’è poi da interrogarsi sul significa- to di “cambiamento”. Per il PdL, il cambia- mento da tutti invocato non può che coniu- garsi con un rinnovamento dei metodi e della classe dirigente, facendo comunque sempre prevalere la ragionevolezza e la moderazione che dovranno caratterizzare, nell’interesse della città, anche il futuro confronto politico. Un ulteriore aspetto da considerare è la vocazione maggioritaria del PD, oggi costret- to a misurarsi non solo con le sue evidenti contraddizioni interne, ma anche con un sistema di alleanze che lo rende ostaggio di forze di impronta massimalista come l’IDV e la sinistra estrema. A nostro parere è giunto anche il momento, per quella parte dell’elettorato laico e cattolico che a suo tempo ha scelto di sostenere il centro sini- stra nella legittima speranza di “contaminarlo” con la propria cultura rifor- mista, di prendere serenamente atto che questo progetto ambizioso non è riuscito, divenendo protagonisti della nuova stagione politica ed amministrativa che si prefigura. La capacità di mantenere e possibilmente accrescere livelli di benessere economico e sociale della nostra città, non potrà che basarsi sul coraggio di fare scelte importan- ti ed innovative che mettano in discussione dalle fondamenta un sistema di governo non più adeguato tanto che non riesce più a realizzare gli stessi progetti che propone. Le minori risorse disponibili non potranno che essere mirate ad un utilizzo che produ- ca ricadute positive per tutta la collettività in una logica di rilancio economico, occupa- zionale e sociale che veda coinvolte a valo- rizzate tutte le energie e le professionalità. Il PdL, grande partito popolare di governo, darà in questi mesi un contributo alla chia- rezza, anche attraverso una campagna di ascolto, perché i cittadini si convincano che la guida di un vero processo di cambiamen- to può essere affidata solo ad una nuova classe dirigente che “viva” la città e che per la sua storia personale e professionale sia forte garanzia di competenza e capacità. Capita, talvolta, di soffermarsi davan- ti alla vetrina di un negozio e di scor- gervi riflessa la nostra immagine alterata da una artificiale contrappo- sizione di luci ed ombre; restiamo allora incerti, tentando di riappro- priarci dei nostri tratti somatici con studiati movimenti della testa nella speranza di catturare un fascio di luce che possa restituirci il volto che ci appartiene. Un giornale, od un foglio che si prefigge lo scopo prima- rio di pubblicare notizie di attualità, di economia, di politica, di cronaca cittadina, dovrebbe configurarsi co- me superficie capace di restituire, con il minimo grado di deformazione, la corposità degli oggetti che vi si specchiano. Altra cosa è invece l’esplicitazione delle idee e delle opinioni per le quali l’onestà intellet- tuale è il vero discrimine; ma non voglio propinare un pistolotto mora- leggiante, per cui la chiudo qui. Il titolo “ IL CIRCOLO” impresso nella testata di questo “giornale” intende esprimere la compiutezza di una ricerca che coinvolge più soggetti, più circostanze, più manifestazioni dei fenomeni sociali che si materia- lizzano nei rioni, nelle vie, nelle istitu- zioni, nei luoghi di lavoro, nelle piaz- ze, nei palazzi del potere , nei con- sessi culturali e nelle vicende delle Contrade, insomma di una linea per- fettamente curva, il cerchio, che comprenda il fermento germinativo della vita senese. Parleremo, di politica, ed elaboreremo con rigore e correttezza idee e proposte, mentre valuteremo i fatti e gli atti della Mu- nicipalità, della Provincia e della Re- gione, di coloro cioè che governano Siena, al fine di tutelare la unicità di un retaggio culturale e di tradizioni, artistico e storico, conosciuto in tutto il mondo, e , nel contempo, tendere ad un più alto livello di sviluppo eco- nomico valorizzando una imprendito- ria mortificata dall’attuale congiuntu- ra. Saremo nelle Vostre case, inizial- mente una volta al mese, per dialo- gare con Voi attraverso il Circolo, per ricevere e pubblicare le Vostre rifles- sioni le Vostre idee. Siena, nel 2011 si cambia il governo della città . Tutto quello che c’è da sapere sulla tua città , da una voce nuova e fuori dal coro. di E.Iozzi Distribuzione gratuita 20 Giugno 2010 , Numero 1

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giornale del circolo del buongoverno

Transcript of Giornale Buongoverno 1

Editoriale 2011, no ai trasformismi

Informazione Senese

di C.Marignani

Le elezioni comunali del 2011 si stanno avvi-

cinando e al centro del dibattito vi sono que-

stioni di grande importanza come il rilancio

dell’Università, del sistema sanitario, della

Banca, della Fondazione, delle attività eco-

nomiche e turi-

stiche: su que-

sto si gioca la

coesione socia-

le. E’ a tutti evi-

dente che Siena

negli ultimi anni

è vissuta al di

sopra delle sue

possibilità e che

si rende urgente

e necessario un

forte cambia-

mento che con-

trasti un declino

altrimenti irre-

versibile. La

prima doman-

da da porsi è

chi possa oggi realisticamente proporsi come

nuovo punto di riferimento; chi altri potrà

avere la capacità del “buon governo” in una

prospettiva di cambiamento, accertato che

ogni trasformismo non rappresenta il nuovo

ma riporta a logiche di governo che oggi

sono manifestamente inadeguate. In questa

prospettiva il PdL si candida come polo ag-

gregante. C’è poi da interrogarsi sul significa-

to di “cambiamento”. Per il PdL, il cambia-

mento da tutti invocato non può che coniu-

garsi con un rinnovamento dei metodi e della

classe dirigente, facendo comunque sempre

prevalere la ragionevolezza e la moderazione

che dovranno caratterizzare, nell’interesse

della città, anche il futuro confronto politico.

Un ulteriore aspetto da considerare è la

vocazione maggioritaria del PD, oggi costret-

to a misurarsi non solo con le sue evidenti

contraddizioni interne, ma anche con un

sistema di alleanze che lo rende ostaggio di

forze di impronta massimalista come l’IDV e

la sinistra estrema. A nostro parere è giunto

anche il momento, per quella parte

dell’elettorato laico e cattolico che a suo

tempo ha scelto di sostenere il centro sini-

stra nella legittima speranza di

“contaminarlo” con la propria cultura rifor-

mista, di prendere serenamente atto che

questo progetto ambizioso non è riuscito,

divenendo protagonisti della nuova stagione

politica ed amministrativa che si prefigura.

La capacità di mantenere e possibilmente

accrescere livelli di benessere economico e

sociale della nostra città, non potrà che

basarsi sul coraggio di fare scelte importan-

ti ed innovative che mettano in discussione

dalle fondamenta un sistema di governo

non più adeguato tanto che non riesce più

a realizzare gli stessi progetti che propone.

Le minori risorse disponibili non potranno

che essere mirate ad un utilizzo che produ-

ca ricadute positive per tutta la collettività

in una logica di rilancio economico, occupa-

zionale e sociale che veda coinvolte a valo-

rizzate tutte le energie e le professionalità.

Il PdL, grande partito popolare di governo,

darà in questi mesi un contributo alla chia-

rezza, anche attraverso una campagna di

ascolto, perché i cittadini si convincano che

la guida di un vero processo di cambiamen-

to può essere affidata solo ad una nuova

classe dirigente che “viva” la città e che per

la sua storia personale e professionale sia

forte garanzia di competenza e capacità.

Capita, talvolta, di soffermarsi davan-ti alla vetrina di un negozio e di scor-gervi riflessa la nostra immagine alterata da una artificiale contrappo-sizione di luci ed ombre; restiamo allora incerti, tentando di riappro-priarci dei nostri tratti somatici con studiati movimenti della testa nella speranza di catturare un fascio di luce che possa restituirci il volto che ci appartiene. Un giornale, od un foglio che si prefigge lo scopo prima-rio di pubblicare notizie di attualità, di economia, di politica, di cronaca cittadina, dovrebbe configurarsi co-me superficie capace di restituire, con il minimo grado di deformazione, la corposità degli oggetti che vi si specchiano. Altra cosa è invece l’esplicitazione delle idee e delle opinioni per le quali l’onestà intellet-tuale è il vero discrimine; ma non voglio propinare un pistolotto mora-leggiante, per cui la chiudo qui. Il titolo “ IL CIRCOLO” impresso nella testata di questo “giornale” intende esprimere la compiutezza di una ricerca che coinvolge più soggetti, più circostanze, più manifestazioni dei fenomeni sociali che si materia-lizzano nei rioni, nelle vie, nelle istitu-zioni, nei luoghi di lavoro, nelle piaz-ze, nei palazzi del potere , nei con-sessi culturali e nelle vicende delle Contrade, insomma di una linea per-fettamente curva, il cerchio, che comprenda il fermento germinativo della vita senese. Parleremo, di politica, ed elaboreremo con rigore e correttezza idee e proposte, mentre valuteremo i fatti e gli atti della Mu-nicipalità, della Provincia e della Re-gione, di coloro cioè che governano Siena, al fine di tutelare la unicità di un retaggio culturale e di tradizioni, artistico e storico, conosciuto in tutto il mondo, e , nel contempo, tendere ad un più alto livello di sviluppo eco-nomico valorizzando una imprendito-ria mortificata dall’attuale congiuntu-ra. Saremo nelle Vostre case, inizial-mente una volta al mese, per dialo-gare con Voi attraverso il Circolo, per ricevere e pubblicare le Vostre rifles-

sioni le Vostre idee.

Siena, nel 2011 si cambia il governo della città .

Tutto quello che c’è da sapere sulla tua città , da una voce nuova e fuori dal coro.

di E.Iozzi

Distribuzione gratuita 20 Giugno 2010 , Numero 1

Siena, ha, da ormai più di cinque seco-

li, creato il suo sviluppo e le sue fortu-ne sull’attività finanziaria: il Monte dei

Paschi è stato il suo strumento . La Banca in questo lungo periodo è so-

pravvissuta a tutte le alterne vicende che nel tempo si sono succedute an-

che resistendo, ad esempio, durante il periodo fascista, alle pressioni ricevu-

te da parte del regime per diventare la Banca di suo riferimento; non furo-

no infatti accolte tali proposte ed il governo dell’epoca dette vita alla BNL.

La storia recente, ha mostrato due

modelli di gestione completamente diversi: da una prima fisionomia di

banca quasi esclusivamente regionale fino agli anni 50, si è passati a quella

di forte espansione a livello nazionale, con la massiccia apertura di sportelli

ed attraverso l’acquisizione di aziende di credito in crisi e non. Il sostegno finanziario a queste operazioni era

garantito da una oculata politica di rigore e di bilancio che si basava nella

sua essenza sulla espansione, quan-do erano disponibili mezzi per poterla

realizzare. Questo modo di gestire si è protratto fino al termine degli anni 80

quando la finanza creative, unitamen-te alla politica che definiva gli ammini-

stratori, fece il suo esordio e in breve venne assunta quale unico elemento

di gestione. L’ultimo decennio ha ma-nifestato una sempre maggiore esa-

sperazione e la ricerca di strumenti finanziari sempre nuovi e più rischio-

si : c’è da pensare che l’universo fi-

nanziario sia diventato una palestra dove la teoria e l’inventiva ha trovato

campo fertile. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e pesano nelle tasche

sia degli stati che delle singole perso-ne e, nonostante l’evidenza del falli-

mento, si continua su questa strada. Anche MPS ha risentito in modo pe-

sante della crisi dei mercati e, senza entrare nel merito delle singole opera-

zioni ormai presenti quasi quotidiana-mente sulla stampa, ci viene sponta-

nea una domanda: ma perché dopo le

affannate ricerche di terapie tipiche della finanza creativa rivolte a soste-

nere e risolvere i vari problemi che si sono presentati in modo rapido e defi-

nitivo ma che si sono rivelate, se non inutili, decisamente inefficaci, non

viene fatta una serie riflessione? Sembrerebbe opportuno che si faces-se un inventario del patrimonio rima-

sto e che si attuassero politiche per inizialmente mantenerlo e successiva-

mente espanderlo come in passato si è fatto con eccellenti risultati. E lascia-

teci fare un’ultima considerazione: se in questi periodi di crisi finanziaria gli

utili derivanti dalla gestione ordinaria sono contenuti o forse inesistenti, non

ci sembra opportuno smobilizzare qualche asset perché ci troveremmo di

fronte ad erogazioni di patrimonio e non di utili impoverendo ulteriormente

la solidità della Banca.

La Banca MPS

Pagina 2

• Perché invece di discutere sulla

cittadinanza a Mussolini la

giunta non si occupa di mettere

in sicurezza Pantaneto ? - Alber-

to,Siena.

• Ma il comune di Siena lo sa che

la Sapori e i suoi lavoratori sono

in pericolo di trasferimento? Lo

hanno capito ? - Federi-

co,Siena.

• Dopo tanti anni di giunte di

sinistra spero che questa volta

cambi qualcosa, lo spero so-

prattutto per i nostri posti di

lavoro.– Daniele.

• Siena è bella ma è come una

signora ben vestita e piena di

debiti, serve qualcuno che go-

verni davvero altrimenti … -

Luca , Siena.

SMS La rubrica dei lettori

Il Circolo del Buongoverno

Periodico del Circolo Culturale La Mongol-

fiera – Registrazione Tribunale di Siena

n.5 del 5/5/2005

Direttore responsabile : Lorenzo Salusest

Redazione : [email protected]

Comitato di redazione

Edoardo Iozzi,

Enrico Tucci,

Pietro Staderini,

Leonardo Casaletti

Michele Capitani,

Gianluca Cavicchioli

Del coordinamento PDL di Siena

Forse l’argomento università non è di mia competenza, ma da citta-

dino senese prima di tutto, mi sento coinvolto dal modo inadeguato

di una certa gestione della cosa pubblica. In questi giorni ho letto

sulla stampa locale il richiamo, ma forse è meglio parlare di polemi-

ca, del sindaco di Siena e del presidente della provincia, in merito

alla mancanza di impegno del governo nazionale sulla vicenda, or-

mai a tutti nota, riguardante l’Università di Siena, poi nella giornata

odierna appare ancora un onorevole locale che insiste

sull’argomento. Bene, è certo ed ormai tutti lo sanno che senza il

governo non è possibile uscire da questa difficile situazione. Partia-

mo da una considerazione: è mai possi-

bile attribuire le responsabilità di quanto

accaduto al governo nazionale senza

fare ammenda in merito all’incapacità

gestionale che il potere locale ha chiara-

mente evidenziato in questi ultimi venti

anni di gestione? Si critica il governo

perché non manda i soldi, perché non

ha ancora permesso un nuovo e ulterio-

re indebitamento con la banca MPS, ma

questi signori, tutti coloro che alzano la

bandiera politica della protesta, si ricordano che la situazione pre-

sente è stata determinata in prima persona da loro, e allora, come

possono pensare di chiedere senza dare ? si legge oggi come pre-

messa della richiesta, che saranno rinnovati gli organismi, e si pensa

forse che questo basti ? Ma non ci prendiamo in giro, il cambiamen-

to che si preavvisa avviene all’interno delle stesse matrici e credete-

mi, io per primo non mi fiderei ad affidargli neppure il più piccolo

ente inutile senza portafogli, figuriamoci milioni di euro! Allora partia-

mo da qui, e riflettiamoci seriamente, gestire una struttura come

l’Università non è un gioco, esattamente come non lo è gestire un

ente pubblico di qualsiasi genere, dove prima di tutto deve prevalere

il concetto del servizio, nel caso dell’università verso gli studenti, che

la devono trovare sufficientemente interessante per le loro prospetti-

ve future; nel caso di un comune o della

provincia, verso i cittadini che devono sentir-

si garantiti, nei loro diritti fondamentali.

Questo non c’entra nulla con la visibilità

personale, con il proprio prestigio per la carica ricoperta, con i

soldi dei gettoni e dei compensi dei consigli di amministrazio-

ne, è un’altra cosa, è prima di tutto fare le cose con il giusto

livello di professionalità, di giustizia, adoperandosi a mettere in

pratica azioni dettate prima di tutto dal buon senso, cosa che

sembra definitivamente scomparsa dalla testa di chi governa

nei territori della provincia di Siena. Anche

io sono d’accordo, occorre l’impegno del

governo, ma non al buio, non sulla base di

promesse che dicono domani faremo meglio

di quanto abbiamo fatto fino ad oggi, no cari

signori, la situazione è arrivata ad un punto

tale che dovete avere il coraggio di mettervi

da una parte, non potete, e soprattutto non

dovete più mettere mano in gestioni che

nella migliore delle ipotesi non siete in gra-

do di governare. Continuando di questo

passo, e tutti possiamo vedere i vostri sprechi, nel giro di pochi

anni saremo nelle condizioni che al massimo, gli amministrato-

ri futuri potranno solo gestire i pagamenti dei debiti, che però

non saranno serviti a nulla. Quindi occorre un passo avanti,

occorre mettere da parte ogni presunzione, ogni tipo di arro-

ganza e con la massima semplicità, ammettere che avete cre-

ato un problema dal quale non siete più in grado di uscire; per

questo chiedete aiuto. Non dovete fare progetti perché non

sono e non sarebbero credibili, non potete pretendere denari

oltre a quelli dovuti, perché al momento non esiste percezione

alcuna di affidabilità. Poi il Governo interverrà e questo lo sap-

piamo tutti, ma ho voluto ugualmente dire la mia.

Siena e il problema dell’università

“ Forse l’incapacità che il

potere locale ha

chiaramente evidenziato in

questi ultimi venti anni di

gestione ? “

Pagina 3

di M.Mori

L’opinione : Riformisti nel PDL

L’esperienza fatta negli anni ottanta e novanta come dirigente provinciale nel PSI , partito di governo moderato e riformista , partito

che cercò di modernizzare ed innovare il nostro paese contro i conservatorismi più diffusi, mi ha permesso oggi di fare una scelta pon-

derata , in questi anni di politica post ideologica la scelta è obbligata tra i conservatori e gli innovatori , tra coloro che hanno lo sguardo

rivolto al passato e coloro che invece guardano al futuro. E" questa la scelta ed è per questo che ho deciso di impegnarmi politicamen-

te nel Popolo della Libertà. Il Pdl è, a mio avviso, la casa dei moderati e riformisti ed a maggior ragione lo è in questa provincia dove il

gruppo dirigente si è dato una linea politica assolutamente coerente con questa impostazione. Per chi proviene dalla mia cultura que-

sta è la casa in cui poter continuare la propria attività politica senza abiure e con la condivisione di valori comuni. Per questo, pur es-

sendo impegnato come capogruppo consiliare nel comune di Poggibonsi, ritengo importante, per le evidenti ricadute in tutto il territorio

provinciale, gettare lo sguardo verso le elezioni comunali di Siena che sembrano lontane ma in realtà sono ormai alle porte. La cultura

socialista riformista deve, per la storia che la contraddistingue nella città, diventare componente significativa nella prospettiva della

costruzione di una alternativa di governo credibile all’attuale maggioranza di sinistra. Quanti come me risiedono nella provincia devo-

no, a mio avviso, sentirsi coinvolti in questo processo e adoperarsi per il consolidamento della linea politica tracciata dal PDL con

un impegno concreto per rendere possibile questo progetto di alternanza alla guida della città. Siena deve cambiare , ma per un cam-

biamento reale le fondamenta devono essere solide, ecco perché è decisivo un impegno condiviso

e forte, ecco perché è importante che le culture laiche,liberali,socialiste e riformiste siano attori di questa partita per un cambiamento

possibile nel segno del buongoverno e della modernità.

di S.Vignozzi

E’ arrivata la primavera, il MPS ha presen-

tato il bilancio, le elezioni regionali hanno

regalato a Siena quel consigliere regionale

da sempre rincorso e l’appuntamento elet-

torale che più sta a cuore ai politici senesi,

le elezioni del Comune di Siena, si sta avvi-

cinando a grandi passi. Anche se non pale-

semente, la volata alle comunali è già par-

tita da un pezzo e ora si paleserà in tutta la

sua vivacità non risparmiando colpi bassi e

alleanze che a tutt’oggi sembrerebbero

incomprensibili. Il caso Siena è molto parti-

colare perché chi si aggiudica la maggio-

ranza non solo governerà il Comune per i

prossimi cinque anni, ma anche la Fonda-

zione MPS, la Banca e di fatto anche

l’Ospedale e l’Università; sarà quindi la

poltrona di Sindaco quella che assumerà

un assoluto potere. Questa è la realtà, e

fino a oggi dal secondo dopoguerra il co-

siddetto centrosinistra ha dominato incon-

trastato la scena politica, finanziaria ed

economica della città. Non a caso “il cosid-

detto centrosinistra” perché non sembra

proprio che a Siena esistano personaggi

che si possano identificare ed esprimere

con idee e fatti tipici di questa formazione

politica. Tutti i cittadini possono toccare

con mano lo stato di degrado che sta vi-

vendo la nostra città e le disattese risposte

nel campo sociale che tanto vengono

sbandierate e mai realizzate. Solo un e-

sempio su tutti: cosa è stato fatto per gli

anziani? Assolutamente nulla, anzi, si è

favorito il nascere di case di riposo private

i cui costi sono i più elevati in assoluto

mettendo di fatto in forte crisi il portafoglio

degli utenti finali. Quale sinistra è questa?

Per non parlare poi del cosiddetto

“sistema Siena” per quanto riguarda

l’occupazione, la meritocrazia ecc. un si-

stema che i senesi, popolo fiero, non può

continuare ad accettare. Tanto tempo fa, e

una contrada ne vanta l’appartenenza, un

uomo ebbe il coraggio di ribellarsi; si chia-

mava “Barbicone” ed è stato

l’incarnazione dello spirito di una cittadi-

nanza che non sopportava più un certo

tipo di controllo della città. Piace attualiz-

zare questo evento storico evidenziandolo

agli occhi e all’intelligenza dei senesi affin-

ché il 2011 segni il ritorno alla normalità e

alla senesità di cui tanto se ne sente il

bisogno. L’elezione del Coordinatore Pro-

vinciale del PDL, Claudio Marignani, al

Consiglio Regionale va in questo senso, ed

è sicuramente il riconoscimento a un uomo

che ha dato alla politica del centrodestra

un’impostazione del tutto nuova e che

l’elettorato ha dimostrato di apprezzare.

Ha utilizzato sempre toni pacati, ma decisi,

non ha considerato nemici ma avversari

politici, si è calato fra la gente e ne ha

ascoltato i bisogni, ha evidenziato i proble-

mi della città e delle sue istituzioni, cercan-

do di dare anche un contributo al loro su-

peramento. Il 2011 bussa insistentemente

alle porte, la crisi finanziaria non regalerà

più all’amministrazione comunale quelle

ingenti risorse aggiuntive che le hanno

permesso di governare con opulenza ma

dovrà far conto sulle sole proprie risorse

finanziarie e avrà quindi bisogno di una

oculata gestione. Siamo comunque con-

vinti che Siena è a un bivio e dovrà sceglie-

re tra una vecchia coalizione che più che

governare si spartisce e si divide i posti di

potere, secondo l’oramai noto a tutti siste-

ma, e una forza politica fresca ricca di

uomini nuovi e propositivi che vogliono

impegnarsi offrendo le loro professionalità

a una città che è andata sempre più degra-

dandosi, nelle sue strutture, nel sociale,

nella sicurezza ecc. Ora che il centrodestra

è stato riconosciuto quale espressione di

grande moderazione e proposizione, in

Regione finalmente giungeranno senza

speculazioni i reali bisogni della Provincia;

l’elettorato si è mostrato attento e consa-

pevole e speriamo che l’obiettivo comune

non sia così lontano, Siena potrà incammi-

narsi sulla strada del buongoverno, del

buonsenso e della valorizzazione delle

professionalità.

Il Commercio e la città

Cambiare Siena

Pagina 4

Uno dei temi particolarmente sentiti in questa fase di lenta ripresa economica, è certamente quello della diminuzione delle attività commerciali. Se guardiamo cosa sta accadendo con l’espandersi della grande distribuzione vediamo che molti piccoli negozi sono costretti a cessare l’attività perché non possono reggere ad una concorrenza basata sulla quantità di smercio ed un favorevole approvvi-gionamento. Per il Popolo della Libertà, particolarmente in un territorio come quello della nostra provincia costellato di aggregati urbani ricchi di vestigia artistiche e storiche, l’idea del centro commerciale naturale è fortemente da sostenere. A Siena come in altre località assistiamo invece al continuo fiorire di centri commerciali di medie e grandi dimensio-ni, spesso inseriti in contesti urbani secondo noi inappropriati per la carenza di adeguate infrastrutture (viabilità, parcheggi) che favoriscono appunto l’abbandono dei centri storici da parte delle attività al dettaglio. Questo senza parlare della propensione ormai in uso degli “imprenditori” extracomunitari , di aggregarsi in aree definite, come sta ad esempio avvenendo a Siena in Via Panta-neto, senza una qualificazione e specializzazione dell’offerta , come se ciò che è accaduto a Prato o Milano rappresentasse un problema marginale ( a cui sembra palese possa essere posto rimedio con una polverizzazione delle loro attività nel territorio). Bene, crediamo che anche in questo campo debba essere fatta chiarezza sulle posizioni delle forze politiche. Per questo il PdL di Siena opererà affinché a livello regionale venga messo un freno a questa politica del dilagare dei centri commerciali che crea diffi-coltà ai residenti nei centri storici, non favorisce il turismo e nel contempo fa diminuire in termini assoluti il numero degli occupati. Fra l’altro va ricordato che ogni cittadino che apre una attività commerciale rischia in proprio, non ha ferie e malattie pagate. Cre-diamo inoltre sia doveroso aggiungere, restando nel campo della grande distribuzione, che non si riesce a capire perché in molte altre regioni italiane o nazioni europee, venga imposta prima dell’apertura l’offerta nei supermercati di almeno un 30/40% di prodotti locali e da noi, in Toscana, questo non accada. Certamente nessuno potrà dire che non abbiamo prodotti di qualità da esporre nei banchi o negli scaffali.

di C.Marignani

di P.Staderini

“Per attirare l'attenzione del lettore, inserire qui un richiamo o una frase tratta dal testo.”

dell’autonomia, in un’ottica di prevenzione

di quegli elementi acceleratori della senili-

tà come l’isolamento, il senso di inutilità,

la depressione. Mantenere l’anziano nella

sua casa diventa condizione insostituibile

per una buona qualità della vita. Le pro-

poste per aiutare in questa direzione le

famiglie e gli anziani soli potrebbero esse-

re: Consegna a domicilio dei farmaci a

rotazione fra Farmacie; “telesoccorso”;

numero verde; assegno di cura o buono

sociale ovvero sostegno economico a fa-

vore delle famiglie che assistono in casa

propria un anziano non autosufficiente/

aiuto economico mensile a favore di sog-

getti deboli gestiti a domicilio; voucher

socio sanitario” per l’acquisto di prestazio-

ni di assistenza domiciliare socio-sanitaria

integrata; “voucher sociale” per l’acquisto

di servizi o prestazioni professionali : aiuto

domestico, pasti a domicilio, lavanderia;

“servizio affido anziani”; aiuto alla famiglia

tramite integrazione dei “bassi” redditi di

familiari non conviventi che prestino assi-

stenza, “ricoveri di sollievo” temporanei

periodi di “riposo” per le famiglie;

“ambulatori geriatrici permanenti”;

“ospedalizzazione a domicilio”; “ospedale

diurno geriatrico incentivi per

l’adattamento casa” (consulenze e contri-

buti per scegliere automazioni, mobili

idonei, progettare modifiche strutturali

delle abitazioni ecc.) L’attuale carenza di

servizi pubblici sta diventando anche a

Siena problematica; si ricorre sempre di

più alle prestazioni di assistenza ed aiuto

di personale non qualificato o di immigrati

quasi sempre privi di qualsiasi formazio-

ne, aumento nell’arrivo di lavoratrici immi-

grate impiegate nei servizi che rappresen-

tano il 45,4% del personale di settore, in

gran parte “badanti” regolari e non. A que-

sto proposito si propone l’istituzione di

una valida scuola formativa - che appronti

giovani e non in grado di dare assistenza

direttamente nelle abitazioni degli interes-

sati. La scuola sarà in grado di formare

personale preparato a svolgere le mansio-

ni richieste di “assistente anziani” che

abbia la dovuta preparazione psicologica,

di prima assistenza infermieristica e con-

duzione casalinga. Con tale soluzione si

avvia un processo di normalizzazione del

flusso di “badanti” straniere, troppo spes-

so assunte con superficialità a causa

dell’emergenza “anziano solo e bisogno-

so”, si implementa un nuovo lavoro/

professione che darà incremento

all’occupazione e contemporaneamente

offrirà tranquillità ai familiari e garantirà la

vecchiaia in sicurezza presso l’abitazione

dell’anziano.

Dalle analisi effettuate negli ultimi anni,

attraverso censimenti e indagini demogra-

fiche di vario tipo, emerge che l’Italia è

uno dei paesi più longevi, pur tuttavia, tale

dato, certamente positivo e che denota la

bontà dei passi fatti dal nostro “sistema

paese” dal dopoguerra ad oggi per ciò che

concerne la qualità della vita, va a scon-

trarsi, stante il basso tasso di natalità, con

un costante processo di invecchiamento

della popolazione che non può che incide-

re negativamente sull’intero sistema so-

ciale. Il recente rapporto tra natalità e

mortalità mostra un saldo positivo soltan-

to grazie al contributo degli immigrati. In

particolare la Toscana, è una delle regioni

in cui l’incidenza degli anziani >65 anni è

fra le più elevate. Se poi focalizziamo la

nostra attenzione sul solo Comune di Sie-

na, si rileva che tale percentuale si attesta

intorno al 28% della popolazione. Sulla

base, inoltre, dei dati ISTAT Toscana/ARS,

circa il 10% degli anziani risulta non auto-

sufficiente e tale percentuale subirà un

forte incremento nei prossimi 20anni.

Pertanto rileviamo che gli anziani >65 non

autosufficienti sono circa 1.500 nel nostro

Comune e, a fronte di questo dato, è atti-

va la sola RSA Campansi,3 sedi con tot. di

227 posti letto, con lunghe liste di attesa

che possono arrivare fino a 3 anni: costo

della retta giornaliera euro 90,00 di cui la

metà a carico dell’anziano e famiglia. Se

consideriamo poi che la pensione media

di anzianità è pari a circa 820,00 euro è

evidente che il ricorso a strutture private è

pressoché negato alla gran parte non

autosufficienti (costo medio mensile ca.

2.800,00 euro nella nostra provincia). C’è

da dire anche che per quanto riguarda la

RSA di Siena la retta media richiesta am-

monta all’incirca a 1.250,00 € mensili a

carico degli “ospiti”; le famiglie si trovano

di fronte ad una impossibilità oggettiva di

mantenimento dell’anziano all’ interno

delle strutture. Ad aggravare la situazione

già carente si aggiunge l’assenza nella

RSA ed RA,di medici stabili, in quanto l’

assistenza medica è garantita prevalente-

mente dai medici di base. I dati fanno

sorgere l’esigenza di un intervento risolu-

torio nei confronti di una situazione che

coinvolge nel nostro Comune, sia gli anzia-

ni che i loro familiari; situazione che

l’attuale governo cittadino della sinistra

non ha saputo né voluto affrontare con

adeguatezza. Di fatto l’anziano diventa un

problema scomodo che nessuno vuole

risolvere e chi si rende disponibile lo è

solo a costi assolutamente impossibili. Se

ci soffermiamo a riflettere su tale situazio-

ne le conseguenze morali che dovremmo

trarne sono mortificanti sia per coloro che,

come noi, si sentono intimamente figli

della cultura cristiana ma anche per colo-

ro che, pur non riconoscendosi in essa

non si stancano mai di ricordare “urbi et

orbi” che solo trattando il prossimo in

modo “eticamente corretto” potremo co-

struire una più giusta società. Ed è forse

in tale senso che va interpretata

l’iniziativa della Civitas Senese di riservare

ai cavalli del palio feriti durante la

“carriera” oppure che per raggiunti limiti

di età non sono più in grado di correre,

pensionari d'oro. Certo, in presenza di una

così lodevole iniziativa di cui la collettività

tutta va orgogliosa e delle cui non trascu-

rabili spese l'amministrazione comunale si

fa carico, viene naturale domandarsi per

quale ragione l’uomo non meriti almeno

un uguale trattamento. Ciò premesso ap-

pare scontata l’implementazione di nuove

RSA: a tale proposito sottolineiamo che le

ingenti risorse elargite nel nostro Comune

dalla Fondazione MPS non sono state

adeguate a sostenere il disagio degli an-

ziani ed in particolare quelli non autosuffi-

cienti. I risultati sono sotto gli occhi di

tutti. Resta comunque valido il fatto che

gli anziani mettano al centro delle proprie

aspettative la possibilità della permanen-

za nel proprio domicilio, quindi è necessa-

rio prevedere anche un aiuto concreto alle

famiglie per mantenere il non autosuffi-

ciente all’interno del proprio nucleo abita-

tivo. Continuare a vivere in casa e nel

proprio tessuto sociale costituisce non

solo un valore affettivo ma anche uno

stimolo continuo di mantenimento

Un progetto per gli anziani della nostra città

Pagina 5

Di M.Spaghetti L.Cervigni M.Mazza C.Bardi

Gli attori politici che si presenteranno alle elezioni comunali del

prossimo anno sembrano essere numerosi, e ciò renderà indeci-

frabile e confusa la percezione della competizione elettorale, che

invece dovrebbe evidenziare le sostanziali differenze programma-

tiche tra le forze in campo. Noi ci vogliamo vedere chiaro, perché

a prescindere dal risultato è nostra principale volontà presentarci

con proposte limpide ed impegni precisi, che saranno rigorosa-

mente rispettati. Questo nostro modo di intendere ed attuare la

Politica ha già prodotto un primo grande effetto: Siena ha final-

mente un proprio rappresentante di centro- destra nel Consiglio

Regionale, ponendo in tal modo fine all’assolo della sinistra se-

nese in quell’importante consesso. Evento, che, male assimilato,

sta imponendo serie riflessioni ai nostri avversari politici, proprio

in vista del 2011, quando potrebbe delinearsi l’eventualità di una

loro mancata riconferma nel Palazzo Civico. Intanto ci preme sot-

tolineare come sia stato conseguito un dato storico nelle recenti

tornate elettorali- europee, provinciali e regionali: aver stabilizzato

il consenso, costituendo in tal modo uno “zoccolo duro” del PdL,

ovvero una garanzia per il raggiungimento di futuri traguardi, pur

in uno scenario politico nazionale radicalmente modificato rispet-

to alle ultime elezioni comunali del 2006. Da allora sono nati il

Partito Democratico ed il Popolo della Libertà, è cresciuta la Lega

congiuntamente all’Italia dei Valori, e si conferma percentualmen-

te costante l’UDC, mentre è di recente apparsa Alleanza per

l’Italia. Nel contesto di casa nostra dobbiamo ricordare la scissio-

ne dei riformisti e l’uscita dal Movimento delle liste civiche di vari

dirigenti e sostenitori che adesso presiedono il PdL locale. La crisi

dell’economia mondiale, non ha risparmiato il nostro Paese, an-

che se l’azione del Governo, dispiegata sui tre fronti strategici del

contenimento del debito pubblico, della tenuta sociale

(ammortizzatori sociali e sanità) e del sistema produttivo, ne ha

fortemente limitati gli effetti. Anche a Siena, sede del terzo polo

bancario italiano, pur con le ben note i risorse aggiuntive erogate

dalla Fondazione è evidente lo stato di crisi, amplificata dalle

difficoltà delle due maggiori istituzioni locali: Banca Monte dei

Paschi - appesantita dall’operazione Antoveneta ed Università

degli Studi oberata da una gravissima situazione economica.

Ebbene, questo il perimetro dentro il quale gli schieramenti

politici dovranno agire, presentando programmi trasparenti e

credibili; ad oggi, come detto all’inizio, i soggetti non si sono

ancora manifestati, mentre ci pervengono i rumori ovattati di

trasmigrazioni e scissioni. La mossa ha un tempo di maturazio-

ne piuttosto lungo, durante il quale avvengono ripetute uscite

dai canapi ed altrettanti tentativi di ricomporre l’allineamento.

Verosimilmente sarà questo che avverrà tra i partiti nei luoghi

deputati alle trattative. Il Pdl intende perseguire programmi

trasparenti e credibili quale base di un’ azione di governo capa-

ce di garantire risposte idonee ai bisogni dei senesi. In questa

direzione si svilupperà la nostra azione, disponibili nella chiarez-

za dei rapporti e delle posizioni a cristalline alleanze con le for-

ze politiche che come noi intendono costituire un’ alternativa

frutto di maturità e moderazione.

Le difficoltà della Fondazione MPS

Pagina 6

prenditrice e i progetti propri in varie oc-

casioni rappresentano un ostacolo alla

sua stessa vera vocazione . C’è da rimboc-

carsi le maniche e provvedere con grande

oculatezza al salvataggio di imprese che,

perdurando l’attuale situazione economi-

ca, possono portare a uno squilibrio vera-

mente dannoso nei conti di palazzo San-

sedoni . D’ora in avanti gli investimenti

devono portare ad una sicura redditività

perché è evidente a tutti che un nuovo

aumento di capitale della banca darebbe

un colpo mortale alla più importante isti-

tuzione senese: la Fondazione del Monte.

Le conseguenze per il territorio sarebbero

devastanti anche perché Siena, e dispia-

ce dirlo, si è un po’ troppo seduta pensan-

do di avere sempre dietro le spalle una

fonte di denaro inesauribile.

La crisi economi-

ca che colpisce

tutto l’occidente

e l’Italia di con-

seguenza, ripor-

ta all’attenzione

di tutti noi la

situazione della

grande banca

senese e della

sua fondazione.

Siena vive da qualche anno un periodo

perturbato nelle due grandi istituzioni che

l’hanno resa celebre e famosa. Il dibattito

è aperto e suscita notevole preoccupazio-

ne sulle due fondamentali istituzioni citta-

dine. In tempi di vacche magre ci si pone il

quesito se ciò che è stato fatto abbia oggi

un riscontro negativo. La Fondazione,

come principale azionista della banca, ha

in tempi difficili una maggiore responsabi-

lità. Se la banca non fa utili la fondazione

non riesce ad assolvere la sua missione

nei confronti del territorio, un territorio

che per anni e anni ha visto l’intervento

benefico della nostra istituzione. Oggi

questo intervento si sta riducendo e le

conseguenze si faranno presto sentire. Si

calcola che negli ultimi dieci anni dalle

casse della fondazione siano stati impe-

gnati fra Siena e Grosseto almeno 2000

miliardi di vecchie lire e molti di questi

denari, in tempi di vacche grasse, sono

stati utilizzati senza far crescere vera

ricchezza. Oggi ci si domanda , alla luce

degli ultimi sviluppi, se la “mission” della

fondazione è stata in parte tradita. La

fondazione , in certi casi, è diventata im-

La mossa del Palio come metafora politica .

Il palio parte quando la mossa è buona di R.Marzucchi

Del coordinamento PDL di Siena

Incredibile ma vero, della Sapori non si conosce più nulla, le istituzioni tacciono, la proprietà tace, i

sindacati forse dicono qualche cosa ai lavoratori, ma vogliamo scherzare? Vogliamo capirlo o no che

sta per andare via da Siena uno dei marchi più antichi, uno di quei marchi che hanno caratterizzato

la nostra città, un marchio che ha partecipato alla sua storia e che se per un caso si trova a operare

in un comune diverso, Quello di Monteriggioni, non vuol dire che non appartenga a questa nostra

città. Ora nessuno ha colpa, essa è solo e soltanto della proprietà la quale ha fatto una scelta diver-

sa e che porterà la produzione a Tavernelle val di Pesa, il comune di Siena non ci mette neppure

mano, il problema non è più suo, caso mai di Monteriggioni, ma forse si è dimenticata una cosa,

quasi tutti quelli che vi sono occupati sono cittadini senesi. Questa situazione meraviglia e preoccu-

pa, meraviglia perché dal silenzio si comprendono il livello di attenzione e la capacità di azione, preoccupa perché dimostra una soglia

esageratamente bassa sotto il profilo della sensibilità verso i lavoratori della Sapori, dei

cittadini e di Siena stessa che perde pezzi di storia e di sicurezza. Forse sentiremo

parlare di un nuovo tavolo istituzionale, una di quelle riunioni che servono per mettere

la coscienza a posto, una di quelle inutili iniziative solo fatte per dire ci abbiamo prova-

to, ma non è stato possibile far nulla. Questa volta voglio pensare che non sarà così,

voglio sinceramente sperare che sarà trovata una soluzione al problema, voglio prova-

re a pensare positivo e quindi che il senso di appartenenza alla collettività senese

prevalga sull’interesse personale, sulla voglia di apparire piuttosto che essere, voglio

credere che tutte le strade saranno perseguite al fine di trovare una soluzione possibi-

le affinché questo marchio possa continuare ad appartenere alla collettività senese

come immagine e con lui i lavoratori che vi sono impegnati. Se così non sarà, avremo

la riprova della totale incapacità non solo a governare, ma anche quella ben più grave

relativa all’incapacità di gestire i processi, i rapporti con il mondo del lavoro, con l’imprenditoria in generale basata sul rispetto delle

istituzioni che prima di tutto si fonda sui principi di collaborazione e di risposte essenziali, come investimenti produttivi che oltre al

reddito imprenditoriale produrranno posti di lavoro da una parte, mentre dagli altri investimenti per infrastrutture e servizi necessari

allo sviluppo produttivo. La nostra non è una posizione di critica, o almeno non vogliamo sia intesa per tale, il nostro obiettivo è solo

quello di mantenere sul territorio quest’azienda e questo marchio e soprattutto lo vogliamo per il bene di coloro che ci lavorano e per

la città che da sempre sente suo il nome Sapori. I possibili impegni per trovare i giusti accordi sono tanti e quando volete siete capaci

di usarli, almeno questa volta cercate di metterli in atto pensando ad altri e non a posizioni da mantenere.

Legge regionale a tutela

dell’Immigrazione Clandestina

assistenziali per tutti gli stranieri a pre-

scindere dalla loro posizione legale, alla

non segnalazione del clandestino che

fruirà di cure mediche gratuite. In altri

termini: un passaporto per tutti quelli che,

garantiti dalla sinistra, verranno a prender-

si gioco di noi, beneficiando di una miria-

de di provvidenze economiche e sociali,

irridendo i loro stessi connazionali rispet-

tosi delle procedure e delle nostre regole

di vita. Il fatto è che la sinistra Toscana è

in aperta belligeranza istituzionale con il

Governo di centro destra, e sforna leggi

regionali in evidente contrasto con la nor-

mativa statale, leggi che mettono a repen-

taglio l’incolumità stessa dei cittadini.

Questa legge 29/2009 è fortemente con-

testata anche dagli stessi immigrati rego-

lari e dai loro rappresentanti, che vedono

minacciati i loro posti di lavoro ed il suda-

tissimo inserimento negli ambiti urbani

quali titolari di diritti e di doveri. Particolar-

mente significativa la denuncia a Prato di

un cinese nei confronti di connazionali

clandestini, e di associazioni mafiose.

Come toscani abbiamo il dovere morale di

esperire tutte quelle azioni atte ad abroga-

re questa legge, ribellandoci ad una classe

politica di sinistra che per la speranza di

ottenere un pugno di voti sponsorizza,

incentivandola, la clandestinità.

Viviamo nella splendida terra di Toscana,

resa tale dall’ingegno e dall’operosità dei

nostri avi, che giorno dopo giorno, nel cor-

so dei secoli ne hanno costruito le città -

scrigni di opere

d’arte -, rese ferti-

li le colline e pia-

nure, preservati i

boschi. La nostra

gente, fiera e

scanzonata, litigio-

sa ma laboriosa,

sempre ribelle ad

ogni forma di au-

toritarismo, orgo-

gliosa della pro-

pria storia e della

propria cultura

sembra, da ormai

troppi anni, sconfessare tutto ciò; asservi-

ta ad un governo regionale composto da

una sinistra faziosa e ideologizzata, che in

un contesto economico già fortemente

compromesso dalla cecità

dell’amministrazione Martini, subdolamen-

te produce le premesse legislative che con

la loro attuazione alterano regole essen-

ziali per una civile convivenza, cancellan-

do quelle conquiste sociali che hanno

forgiato la nostra

gente. Ci riferia-

mo, in particolare

alla L. 29/2009

della Regione

toscana: “ Norme

per l’accoglienza,

l’integrazione

partecipe e la

tutela dei cittadini

stranieri nella

Regione Tosca-

na”, il cui punto

saliente e di mag-

giore impatto

destabilizzante è costituito dalla equipara-

zione tra gli immigrati che vivono nella

legalità e quelli che non rispettano le leg-

gi. Assunto questo che fa da premessa ad

una sequela di disposizioni che vanno

dall’erogazione di prestazioni sanitarie ed

Senesità perduta e istituzioni latitanti.

“Vogliamo capirlo o no che sta

per andare via da Siena uno dei

marchi più antichi , uno di quei

marchi che hanno caratterizzato

la nostra città ! ma vogliamo

scherzare ? “

Pagina 7

di M.Mori e L.Casaletti

Di A.Manganelli

gnani - abbiamo chiesto al Presidente

della Giunta regionale se intenda inter-venire in questa materia adottando

alcune misure di salvaguardia come la limitazione in orari diurni della ricezio-

ne e dello spargi-mento dei fanghi e

l’introduzione di un limite di distanza

dagli agriturismi, dai siti di interessa

naturalistico, stori-co e ambientale,

oltre a maggiori controlli, non limita-ti alla sola verifica

della documentazione, fra cui quelli periodici sulla presenza di sostanze

inquinanti nei corsi d’acqua. Misure di buon senso - conclude Claudio Mari-

gnani – che, senza recare danno al comparto agricolo, tutelino maggior-

mente le imprese agrituristiche; setto-re estremamente importante per

l’economia senese.”

di fanghi da depurazione provenienti

da molte regioni del centro-sud. Que-sta buona e redditizia pratica - conti-

nua Marignani - rischia però di penaliz-zare un territorio ricco di bellezze natu-

rali, siti protetti dall’UNESCO, oltre

alle moltissime realtà agrituristi-

che senesi, Siena è la provincia italia-

na con il maggior numero di agrituri-

smi con una capa-cità di 14.183 po-sti letto – fonte

IRPET/Confindustria, spesso confinan-ti con gli appezzamenti in cui vengono

depositati i fanghi ad alto tenore di umidità provenienti da gran parte

d’Italia, a Siena arrivano fanghi dalla Regione Lazio, Campania, Abruzzo,

Molise, Emilia Romagna, Umbria, Mar-che e Liguria.” “Assieme ai colleghi

Magnolfi e Benedetti - prosegue Mari-

Spargimento fanghi da depurazione:

Il Consigliere Marignani presenta un’interrogazione

urgente in Regione

MARIGNANI (PdL): “ LA

REGIONE PENSI A

LIMITAZIONI PER NON

DANNEGGIARE

AGRITURISMI E

PERCORSI TURISTICI ”

Pagina 8

“La Regione pensi a provvedi-

menti limitativi in ordine agli orari ed alle distanze dagli agriturismi per lo

spargimento dei fanghi di depurazio-

ne, molto utilizzati dalle aziende agri-cole senesi.” Questa, in estrema sinte-

si, la richiesta avanzata dal Consigliere del PdL Claudio Marignani in una inter-

rogazione urgente presenta al Presi-dente della Giunta regionale. “In soli

4 comuni della Provincia di Siena ogni anno vengono utilizzati come fertiliz-

zanti naturali oltre 17.000 tonnellate

Per la prima volta Siena ha un suo consigliere regionale di centro destra, è Claudio Marignani del PDL.

E' nato ad Asciano (Si) il 19 febbraio 1956, è sposato e ha una figlia. Alle

elezioni regionali 2010 è stato eletto consigliere nelle liste del Pdl nella circo-

scrizione di Siena. Dipendente della Banca Mps in cui ricopre il ruolo di re-

sponsabile del Settore Immobiliare del Servizio Fondi di Previdenza Aziendali.

Sin da giovane impegnato in politica, negli anni 70/80 è stato coordinatore

provinciale del Movimento Giovanile della Democrazia Cristiana. A cavallo

degli anni 90 è stato Presidente di un circolo provinciale di area cattolica

(Liberi e Forti), componente della Pastorale Diocesana per i problemi sociali.

Agli inizi degli anni 2000 ha ideato e fondato il circolo culturale La Mongolfie-

ra (oggi facente parte dei circoli del Buon Governo) da cui si è poi staccato

l'omonimo movimento politico. Iscritto a Forza Italia dal 2003, nel 2007 è

stato eletto coordinatore cittadino caratterizzando la sua gestione per la con-

tinua attività e presenza sui mezzi di informazione, nonché per la rilevante

partecipazione non solo di iscritti ma anche di simpatizzanti. Nel 2009 è sta-

to nominato Coordinatore Provinciale del Popolo della Libertà.

Interrogazione Regionale del PDL sui Centri di Identificazione e Espulsione

in Toscana

Premesso che l’immigrazione può rappresentare una risorsa

per l’intera comunità toscana purché sia correttamente gesti-

ta nel rispetto dei principi di legalità, va ricordato che il Go-

verno nazionale ha provveduto ad integrare la normativa

vigente in materia d’immigrazione clandestina con precise

disposizioni che prevedono espressamente la creazione, da

parte di ogni regione italiana, di apposite strutture e spazi

dove far sostare temporaneamente gli immigrati interessati

da provvedimenti d’espulsione. Considerato che numerose

sono le zone urbane nella regione Toscana che costituiscono

per il territorio regionale realtà di estrema criticità in materia

di immigrazione irregolare, la quale rappresenta un grande

problema anche per la sicurezza dei cittadini, per la salute

pubblica e per l’erario, e che anche in Toscana un’alta per-

centuale di criminalità è causata dall’immigrazione clandesti-

na, la quale rappresenta una delle principali fonti per il lavo-

ro nero, per la prostituzione e spesso per la manovalanza

criminale nonché un possibile strumento di infiltrazione da

parte di organizzazioni terroristiche internazionali;

Ricordato che il controllo ed il contrasto dell’immigrazione

clandestina è il primo indispensabile passo per il buongover-

no dell’immigrazione regolare e della tutela della legalità,

favorendo l’integrazione nella nostra società degli stranieri

regolari e che la Regione Toscana, a differenza di altre regio-

ni anche confinanti, non si è ancora dotata, nonostante varie

sollecitazioni provenienti da più parti, di alcun Centro di per-

manenza temporanea, reso oggettivamente necessario ora-

mai anche in Toscana per la crescente preoccupazione indot-

ta da molteplici fenomeni legati all’immigrazione clandestina

che gran parte dell’opinione pubblica toscana attende di ve-

der contrastati con tutte le misure e gli strumenti disponibili

nel nostro ordinamento democratico; Preso atto che la Re-

gione Toscana, discostandosi nettamente dalle politiche

messe in atto a livello nazionale, ha approvato, unica in Ita-

lia, la legge29/2009 che prevede “norme per l’accoglienza,

l’integrazione partecipe e la tutela dei cittadini stranieri”;

Ricordato che tale legge regionale, sotto certi aspetti, è in

contrasto con le vigenti leggi nazionali in materia di cittadi-

nanza e mira tra l’altro a considerare i clandestini come citta-

dini regolari, estendendo diritti propri dei cittadini toscani ai

cittadini stranieri anche irregolari;

Sentite le dichiarazioni del Presidente Rossi, rilasciate in oc-

casione di una trasmissione televisiva, secondo cui il pieno

rispetto della legalità è il presupposto e la precondizione

necessaria per affrontare la crisi economica anche in

Toscana.

Il Gruppo PDL in consiglio regionale Interroga il Presiden-

te e la Giunta :

•Per sapere se non ritenga opportuno, al fine di agevola-

re il necessario contrasto all’illegalità anche economica

collegata all’immigrazione irregolare e clandestina, atti-

varsi per provvedere rapidamente, in piena sintonia con

il Governo nazionale, all’individuazione della aree più

idonee per la realizzazione in Toscana di un CIE (Centro

di identificazione ed espulsione);

•Per conoscere quali concrete iniziative intenda avviare

a riguardo;

•Per sapere se, sempre nell’ottica del più efficace con-

trasto a tutte le forme di illegalità comunque collegate

all’immigrazione clandestina e irregolare ed anche per la

migliore tutela e per l’effettiva integrazione degli immi-

grati regolari, intenda porre mano ad una revisione della

LR 29/2009, al fine di garantire l’accoglienza e

l’integrazione degli immigrati regolari e contrastare in

modo deciso la clandestinità cui deriva un diffuso senso

di insicurezza in molti ambiti della società toscana.

Attendiamo Risposta.

Gruppo Consiliare PDL , Regione Toscana.

Pagina 9

“ al fine di agevolare il

necessario contrasto all’illegalità

anche economica collegata

all’immigrazione irregolare e

clandestina, “

Il Patto di stabilità non può divenire una scusa

te si rendono conto che sul territorio ai

cittadini e alle imprese necessitino infra-

strutture e servizi, e si affrettino a dichia-

rarsi “impossibilitati a fare fronte” proprio

dal patto di stabilità, come se avessero

appena ereditato una realtà da altri gesti-

ta, dove i soldi erogati dalla fondazione

sino ad adesso invece di essere stati im-

piegati per creare infrastrutture e servizi

fossero finiti in manifestazioni pseudo-

culturali, in operazioni di promozione del

territorio che portano poco ritorno, in con-

tributi affitto dati agli immigrati, e così via

… Certo avessero ereditato da altri una

situazione del genere lo capiremmo, ma

siccome non ci sono dubbi su chi abbia

gestito la cosa pubblica sino ad adesso il

tutto sembra sempre più scusa con cui

coprire la preoccupazione di non saper

governare senza il portafogli della fonda-

zione a disposizione. Iniziamo a gestire

bene le possibilità di spesa che ci sono

consentite dal patto, selezioniamo gli in-

terventi in base alle priorità, non si spen-

dono soldi per attività inutili, solo dopo si

può essere credibili e condivisibili nel chie-

dere che ci venga data una maggiore fles-

sibilità di spesa.

Da qualche tempo, alcuni Amministratori

di Comuni e di Enti pubblici, compreso il

nostro, hanno manifestato sui giornali l’

insofferenza verso questo “patto di stabili-

tà”. Di cosa si parla : Nel 1999, l’Europa

decide di passare alla moneta unica. Per

non indebolire la nuova moneta e garanti-

re nel tempo il suo valore, la Commissione

Europea obbliga gli Stati membri di votare

i propri bilanci, autorizzando un aumento

di spesa e debito annuo, non superiore al

3% del singolo prodotto interno lordo. Il

mancato rispetto della norma comporta il

pagamento di penalità salatissime

(miliardi di Euro). Il Governo Italiano nel

2006 ha reso obbligatoria questa norma

europea a partire dall’anno seguente, il

2007. I Comuni per legge sono costretti a

partire dal 2007, redigere i loro bilanci

inserendo appropriate economie, per rien-

trare con la spesa nei nuovi parametri. Il

patto interno di stabilità oggetto delle ac-

curate contestazioni del sindaco è una

norma ancorata al Trattato di Maastricht e

concorre al mantenimento nazionale dei

parametri previsti, e non è una misura

inventata dal governo Berlusconi per stroz-

zare le amministrazioni comunali come

invece più volte ha voluto far intendere.

Questo per chiarire una volta per tutte che

tali parametri di rigore erano presenti an-

che negli scorsi anni, e che non sono il

prodotto di un sadismo centrale verso gli

enti locali. Ma allora come mai solo negli

ultimi tempi si è acceso questo fervore

contro questo strumento di controllo della

spesa pubblica ? Cosa è cambiato ? Se

pur vero che uno strumento di rigore nato

per tenere in livelli accettabili la crescita

della spesa in alcuni casi specifici possa

rivelarsi costrittivo verso chi avrebbe risor-

se accantonate disponibili,non a caso

ultimamente il governo nazionale ha allen-

tato se pur di poco i parametri ai comuni

virtuosi, è da notare come nel territorio

senese in concomitanza con la forte dimi-

nuzione dei denari a pioggia dalla fonda-

zione si accendano gli animi di questi

“virtuosi amministratori”. Improvvisamen-

Pagina 10

“Improvvisamente si rendono

conto che sul territorio ai

cittadini e alle imprese

necessitino infrastrutture e

servizi,”

altra natura. Spesso queste persone chie-

dono con arroganza e qualche volta con

vera e propria prepotenza questi benefici

e ciò costituisce uno scandalo abbastanza

conosciuto ma poco pubblicizzato.

Il nostro partito deve combattere questo

stato di cose e difendere i cittadini della

provincia proponendo più rigore ed atten-

zione nella elargizione di sostegni che

hanno spesso natura clientelare e propor-

re dei limiti temporali alla loro concessio-

ne . Penso che un lavoro importante di

controllo e di contrasto possa essere svol-

to dai nostri consiglieri comunali per evita-

re il protrarsi all’infinito di queste forme di

“pensioni d’invalidità surrettizie”.

Gli aiuti devono avere un motivo ed un

inizio ed una fine.

Il partito della spesa pubblica, tanto rap-

presentato dalla sinistra, così come lo

abbiamo conosciuto negli anni settanta e

ottanta del secolo scorso non è sparito, si

è solo mimetizzato dietro il paravento di

una falsa imprenditorialità di natura stata-

lista che si è trasferita nelle regioni e nei

comuni, e dietro una serie d’interventi di

natura sociale che hanno via via raggiunto

dimensioni enormi. Valga per tutti

l’esempio dell’esplosione della spesa pub-

blica per pensioni d’invalidità. Questo

dannoso atteggiamento d’incremento

della spesa pubblica si è manifestato do-

po la riforma della Costituzione fatta dal

solo centrosinistra nel 2001 con 4 voti di

maggioranza ad una settimana dalla chiu-

sura di quella legislatura.

Grazie a questa riforma gli enti locali han-

no avuto ampie autonomie di spesa sen-

za avere responsabilità di copertura. Con

questa riforma gli enti locali stanno di-

struggendo gli equilibri finanziari dello

Stato nel suo complesso.

In Toscana abbiamo un esempio nella crescita del numero di società pubbli-

che,un altro nella crescita delle pensioni d’invalidità, ed infine un altro clamoroso nella legge regionale a favore dell’assistenza agli immigrati CLANDESTI-NI che oltre a costare va contro le leggi

dello stato centrale.

La crisi ha dato un ‘ulteriore spinta al par-

tito della spesa pubblica perché si veste di

buonismo per sostenere i bisognosi , i

quali ,tuttavia,non sempre sono veramen-

te bisognosi e non sempre lo sono più di

altri. I comuni della provincia sostengono

immigrati stranieri e italiani trasferiti da

altre regioni garantendo loro alloggio,libri

e mense per i figli gratis o quasi e spesso

sostenendoli con contributi in denaro o di

Il partito della spesa pubblica esiste ancora di M.Gelli

di L.Casaletti.

“In Toscana abbiamo un

esempio nella crescita del

numero di società pubbliche,un

altro nella crescita delle pensioni

d’invalidità, “

Meno Stato,meno sprechi,meno evasione. Equilibrati perché si chiede di più a chi ha

di più o ha evaso di più. Inevitabili perché

da anni l’Italia, come tutti i Paesi della

vecchia Europa, sta vivendo al di sopra

delle proprie risorse. Il Governo ha varato

una manovra a cui siamo tenuti dagli im-

pegni assunti con l’Unione europea.

L’Europa, di cui siamo tra i fondatori, è la

nostra casa, la nostra patria: lo è oggi e lo

sarà sempre più. La nostra è una manovra

europea, in linea con quanto stanno fa-

cendo altri Paesi come Francia, Germania

e Gran Bretagna. I sacrifici richiesti sono

indispensabili per difendere l’euro: cioè i

salari, le pensioni, i risparmi delle famiglie

e i ricavi delle imprese. Difendere l’euro

oggi significa salvare il futuro dell’Italia, il

benessere di 60 milioni di donne e uomini,

e di oltre 5 milioni di imprese. Poiché la

sfida è questa, tra Governo, imprese e

forze sociali non c’è alcuna diversità di

obbiettivi.

Questa manovra non è la tradizionale ope-

razione di aggiustamento dei conti pubbli-

ci. Si inquadra nella crisi dell’euro scate-

nata dalla speculazione e ha come obietti-

vo una riduzione del peso dello Stato

nell’economia e nella società. Questa crisi

provocata dalla speculazione è diversa da

tutte le precedenti. Non è una crisi, come

quella del 2008-2009, provocata dalla

bolla immobiliare, che il governo ha sapu-

to superare con risultati riconosciuti da

tutti. E’ una situazione senza precedenti in

tutti i Paesi europei che tutti hanno vissu-

to sopra le loro possibilità. Parlare, come

fanno alcuni, di pessimismo contro ottimi-

smo significa non avere capito nulla. Oggi

in Italia abbiamo uno Stato che intermedia

più del 50% della ricchezza prodotta ogni

anno dai suoi cittadini e dalle sue impre-

se. Un costo non più sostenibile. Ed una

spesa pubblica così ingente,capillare e

scarsamente responsabilizzata è fatal-

mente soggetta a pessime gestioni e mal-

versazioni. Ne portano la responsabilità

sia i 2 “governi consociativi” della prima

Repubblica, che negli Anni Ottanta hanno

moltiplicato per otto il debito pubblico, sia

il governo della sinistra che poco più di

dieci anni fa, con soli quattro voti di scar-

to, ha modificato il Titolo quinto della Co-

stituzione e attribuito alle Regioni un pote-

re di spesa nella sanità sganciato da ogni

vincolo di responsabilità. Una riforma co-

stituzionale che si è rivelata dissennata, il

contrario del federalismo fiscale che noi

vogliamo attuare, una riforma che ha fatto

esplodere la spesa sanitaria, soprattutto

in molte Regioni del Centro Sud. La miglio-

re ricetta contro le spese eccesive e la

corruzione è la riduzione della spesa pub-

blica e quindi dell’intervento dello Stato

nell’economia. Sono questi gli obbiettivi

che intendiamo raggiungere. Lo faremo

con provvedimenti equilibrati e inevitabili.

Pagina 11

noi governa la sinistra! Prima di accusare

il Governo Berlusconi di inadempienze

(anche) per l’Università, il segretario pro-

vinciale dovrebbe chiedere agli esponenti

delle varie correnti interne al PD quanto le

loro contrapposizioni personali siano state

determinanti per il dissesto finanziario

dell’Ateneo senese, quanto le mire ege-

moniche di questo o quel personaggio

abbiano prodotto crescite incontrollate di

assunzioni di personale docente e non, di

corsi di laurea, di espansioni immobiliari.

Infine, il parziale acquisto da parte della

Regione del Policlinico Santa Maria alle

Scotte: ciò che è semplicemente una par-

tita di giro di soldi pubblici (contratto con

mutuo? L’interessi su chi gravano?), viene

reclamizzata come mirabile azione di sal-

vataggio, sottacendo, nel contempo, che

con simile intervento la Regione avrà un

controllo pressoché totale e dell’Università

e del nosocomio senese tramite

l’imposizione di un proprio fiduciario nel

consiglio di amministrazione. Non è nel

nostro stile, né tanto meno nostro retag-

gio culturale, il dileggio altrui per coprire e

giustificare, con tartufesca mistificazione,

le proprie carenze politiche ed ammini-

strative.

Coordinamento provinciale PDL Siena.

La stizzita risposta del segretario provin-

ciale del Partito Democratico senese al

consigliere provinciale del PDL, trasuda la

stessa iattanza degli esponenti della sini-

stra italiana che negli accoglienti e protet-

tivi studi di Ballarò offendono tutti coloro

che “osano” contestarli. Siena non è Bal-

larò, ed è garantito il diritto di critica e di

replica, piaccia o no al segretario PD, al

quale ci rivolgiamo anche, per un appro-

priato (civile) uso del termine

“padrone” (di chiara matrice vetero-

comunista). Il giovane segretario che addi-

ta l’attuale Governo quale assoluto re-

sponsabile del dissesto dei Comuni, di-

mentica lo scopo primario del “Patto di

Stabilità”, mentre sorvola sulle spese folli

di quelle regioni e comuni già governati

dalla sinistra; omissione totale invece, se

non addirittura negazione, per quanto

attiene all’azione svolta dal Governo per

limitare gli effetti derivanti dalla crisi

dell’economia mondiale. Invece, con riferi-

mento all’attuale incombente pericolo di

un crollo del sistema monetario europeo,

dimentica che fu Romano Prodi a volere

l’ingresso della Grecia nell’euro, ed a pro-

porre nel 2007 la vendita delle riserve

auree della Banca d’Italia, disegno questo

fortemente osteggiato dai governatori

Fazio e Draghi, operazione che se fosse

riuscita, oggi, avrebbe fatto perdere allo

Stato 40 miliardi di euro sulla base delle

quotazioni attuali dell’oro rispetto al

2007. Il nostro consigliere provinciale non

ha mai criticato l’operato della Fondazio-

ne, bensì ha evidenziato la cattiva gestio-

ne dei circa duemila miliardi (delle vecchie

lire), impegnati dalle casse della Fondazio-

ne, che non hanno prodotto, negli ultimi

10 anni, vera crescita di ricchezza.

L’Ufficio studi della CGIA di Mestre nel

documentare il debito delle imprese italia-

ne negli ultimi 10 anni, ha calcolato un

incremento del 229,7% nell’esposizione

con il sistema bancario di quelle della

provincia di Siena: il più alto d’Italia. E da

Siena non è Ballarò “La risposta del coordinamento provinciale PDL di Siena agli attacchi personali fatti dal segretario del PD Meloni“

Silvio Berlusconi, C. Stampa 26/05/2010.

IL CIRCOLO DEL BUONGOVERNO HA ADERITO ALLA CAMPAGNA DI COSTITUZIONE DEL PDL

Tutti i lunedì sera presso la sede in via campansi n°10 si svolgono

riunioni aperte a tutti, dove è possibile partecipare e contribuire

all’azione politica del PDL nella nostra città.

Siete invitati a partecipare.

http://pdl.sienanet.eu

Vi ricordate quando a Siena era possibile lasciare la chiave

nella serratura della porta di casa, quando i bambini di ogni rione giocavano per strada, quando era possibile girare di

notte da soli o in compagnia, in totale serenità e assoluta-mente sicuri che non sarebbe accaduto nulla di pericoloso?

Bene se ve lo ricordate, sapete già che oggi non è più così. Le cose cambiano, le abitudini cambiano, ora si parla di

telecamere, di città illuminata anche la notte, tutto in ragio-ne di una paura inascoltata dalle istituzioni, ma che ogni

giorno cresce e toglie sicurezza . In concreto, cosa è cam-biato? Per avere risposte, basta uscire la sera: andare nel-

la zona della Lizza, in Piazza del Campo, in via Pantaneto o leggere i giornali, per avvertire il disagio, per avere sensa-

zioni antipatiche e dolorose, ma soprattutto per capire che la nostra città non è più nostra, per capire che i nuovi occu-

panti si comportano da invasori, assolutamente incuranti di tutte le regole: quelle scritte e quelle non scritte. Tutti sen-

tiamo a voce di popolo quali sono le cose sulle quali presta-re attenzione: lavoro nero, caporalato, affitti in nero, spac-

cio di droga, prostituzione, e sempre a voce di popolo sap-piamo anche dove avvengono queste cose, e il comune ? e

i comuni confinanti con la nostra città ? niente, ancora bla, bla, li fermi a parlare d’immigrazione e integrazione, come

se fosse davvero la risposta al problema. No cari signori, qui c’è delinquenza in giro, c’è malaffare, ci sono situazioni

pericolose e in procinto di esplodere, per questo c’è biso-gno di determinazione, di capacità, di impegno, requisiti

che mancano a chi governa oggi questo comune. Vogliamo o meglio pretendiamo, che l’ordine pubblico sia rispettato, vogliamo avere il diritto di girare per Siena con il giusto livel-

lo di serenità a qualunque ora del giorno e della notte, vo-gliamo essere certi che c’è qualcuno che vigila sulla perso-

na e garantisce la nostra incolumità, e vogliamo anche es-sere sicuri che chi esce dalle regole, chi crea disagio, chi

toglie la LIBERTA’, pagherà per la propria colpa. Ora entrere-

mo nel vivo della campagna elettorale e assisteremo al macabro rito dell’ultima ora, comincerete a pulirvi la faccia

attribuendo la colpa di tutto agli

uscenti, come al solito affermerete

che sono stati fatti errori pesan-

ti, ma che per fortuna i prossimi

saranno attenti e responsabili. Io

non vi credo e non vi crederò, e

spero, sincera-mente e ardente-

mente spero, che molti la pensino

come me e si possa così deci-

dere di cambiare passo, non con lo

spirito delle rival-sa e dell’odio

come vi appartie-ne, ma semplice-

mente per cominciare a fare, con orgoglio, con passione, con volontà, per un progetto di rinascita e di riappropriazio-ne di tutti i valori morali e materiali, che da sempre sono

appartenuti alla nostra città e ai suoi abitanti e che tanto

avete fatto per cancellarli.

Siena e la sicurezza

di M.Mori

“pretendiamo, che

l’ordine pubblico sia

rispettato, vogliamo

avere il diritto di girare

per Siena “