Gesù Sacramento è e deve essere l’unico e il vero nostro ... ns...del peccato trova il coraggio...

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Gesù Sacramento è e deve essere l’unico e il vero nostro amico (San Giovanni Bosco) Salt. I Sett. Domenica 21 Agosto DOMENICA XXI (3) Messa propria, Gloria, Credo, prefazio delle domeniche Lez. Fest.: Is 66,18b-21; Sal 116; Eb 12,5-7.11-13; Lc 13,22-30 08,00 10,00 20,00 Def, Franco Meloni Lunedì 22 Agosto B. MARIA VERGINE REGINA, memoria (5) Messa propria, prefazio comune o della memoria Lez. Santi: Is 9,1-6; Sal 112;Lc 1,26-38 BIANCO 08,30 19,00 Deff. Giovanni e Giovanni Cherchi e Pasqualina Marras Martedì 23 Agosto FERIA XXI SETTIMANA DEL T.O. (7) Messa a scelta, prefazio comune Lez. Fer.: 2Ts 2,1-3a.13-17; Sal 95; Mt 23,23-26 VERDE 08,30 19,00 Mercoledì 24 Agosto S. BARTOLOMEO, apostolo, festa (3) Messa propria, Gloria, prefazio degli apostoli Lez. Santi: Ap 21,9b-14; Sal 144; Gv 1,45-51 VERDE 08,30 19,00 19,45 Deff. Bartolomeo Barteloni Luigia Casu, Franco e Bruna INCONTRO SULLA BIBBIA Giovedì 25 Agosto FERIA XXI SETTIMANA DEL T.O. (7) Messa a scelta, prefazio comune Lez. Fer.: 1Cor 1,1-9; Sal 144; Mt 24,42-51 VERDE 08,30 18,00 19,00 ADORAZIONE Deff. Nino, Delia, Jole Cau Venerdì 26 Agosto FERIA XXI SETTIMANA DEL T.O. (7) Messa a scelta, prefazio comune Lez. Fer.: 1Cor 1,17-25; Sal 32; Mt 25,1-13 VERDE 08,30 19,00 Def. Savina Congera (trig.) Sabato 27 Agosto S. MONICA, memoria (5) Messa propria, prefazio comune o della memoria Lez. Fer.: 1Cor 1,26-31; Sal 32; Mt 25,14-30 Lez. Santi: Sir 26,1-4.13-16; Sal 127; Lc 7,11-17 BIANCO 08,30 18,00 19,00 ADORAZIONE Deff. Antonio Cuccu, Wanda Seguro Salt. II Sett. Domenica 28 Agosto DOMENICA XXII (3) Messa propria, Gloria, Credo, prefazio delle domeniche Lez. Fest.: Sir 3,19-21.30-31; Sal 67; Eb 12,18-19.22-24a; Lc 14,1.7-14 VERDE 08,00 10,00 20,00 Deff. Ivo e Alberto Congiu Def. Davide Luciotti Potremmo interpretarla come una semplice, naturale curiosità, la do- manda: “Sono pochi o molti quelli che si salvano?” Con un po’ di mali- zia potremmo vederci la presunzione di essere tra quei pochi. Potrem- mo persino, con una buona dose di cattiveria, attribuire a Dio i nostri giudizi di condanna dei … cattivi. Quante cose abbiamo fatto dire a Dio interpretando, secondo la nostra logica, frasi del Vecchio come del Nuovo Testamento, che Dio, Gesù, ha detto per il nostro bene. Di nessuno ci è stata rivelata la perdizione, ci è stata rivelata la volontà universale di salvezza di Dio di una moltitudine che nessuno può contare o numerare e appartenente a tutti popoli in perfetta uguaglianza “Anche tra loro mi sceglierò sacerdoti e leviti”. Nel messaggio di Gesù non siamo chiamati ad essere giudici che condannano ed escludono, non ad inorgoglirci presumendo di essere tra i “pochi” privilegiati, ma a sforzarci di entrare nel Regno che è amore e misericordia. L’immagine della porta stretta e della ressa per entrare, non vuole indicare selezio- ne ed esclusione, ma impegno per entrare a far parte del Regno. L’immagine non è per risponde- re a una nostra curiosità pruriginosa, ma per sottolineare l’impegno personale e vincere ogni pre- sunto diritto acquisito, magari soltanto per nascita o appartenenza anagrafica. Quanti Cristiani possono dire “abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Nei nostri ambienti, tutti, o quasi. Ma per tutti, a cominciare da noi preti, è importante non sentir- ci ricordare di essere stati, nonostante una vita da “praticante”, operatori di ingiustizia. Non vale la garanzia di una zia suora o di uno zio prete, di essere stato chierichetto da bambino, o di ap- partenere ad una famiglia di credenti, non vale neppure una pratica cultuale, a ciascuno è richie- sto lo sforzo continuo di vivere e praticare l’amore per Dio e per il prossimo. E quando credessi- mo di stare in piedi, dobbiamo più che mai stare attenti di non cadere. Non angoscia ma vigilan- za, non presunzione ma costanza, non paura ma continua fiducia nella grazia di Dio, non giudizi sugli altri ma gratitudine per aver conosciuto e vivere nell’amore del Padre. Sac. Giuseppe RIFLETTIAMO RIFLETTIAMO RIFLETTIAMO SULLA SULLA SULLA PAROLA DI DIO PAROLA DI DIO PAROLA DI DIO E-mail: [email protected]/Sito internet: www.parrocchiasanteusebiocagliari.it Oratorio S. Eusebio C.F. 92163100925 VIA QUINTINO SELLA (09121) CAGLIARI TEL E FAX 070504200 ANNO XIV N. 719 Varcare la porta stretta, di cui oggi, Signore, hai parlato, è il mio sogno. Sedere alla tavo- la imbandita nel tuo Regno è il desiderio che mi accompagna fin dalla mia infanzia. Per- ché questo un giorno si realizzi, mi chiedi di preferire, nel tempo che mi dai, non il primo, ma l’ultimo posto; non il potere, ma la fatica; non l’orgoglio, ma l’umiltà; non il plauso degli altri, ma il servizio agli altri. Sei un maestro esigente, Signore, perché a te piaccio- no non i palloni gonfiati o le persone presuntuose, ma coloro che preferiscono restare umili e piccoli, anziché salire su qualche basamento a far da monumento. Rimpicciolisci- mi, Signore, se sono ancora troppo alto, affinché possa essere adatto a starti accanto.

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Gesù Sacramento è e deve essere l’unico e il vero nostro amico (San Giovanni Bosco)

Salt. I Sett.

Domenica 21 Agosto DOMENICA XXI (3) Messa propria, Gloria, Credo, prefazio delle domeniche

Lez. Fest.: Is 66,18b-21; Sal 116; Eb 12,5-7.11-13;

Lc 13,22-30

08,00 10,00

20,00

Def, Franco Meloni

Lunedì 22 Agosto B. MARIA VERGINE REGINA, memoria (5) Messa propria, prefazio comune o della memoria

Lez. Santi: Is 9,1-6; Sal 112;Lc 1,26-38 BIANCO

08,30 19,00

Deff. Giovanni e Giovanni Cherchi e Pasqualina Marras

Martedì 23 Agosto FERIA XXI SETTIMANA DEL T.O. (7) Messa a scelta, prefazio comune

Lez. Fer.: 2Ts 2,1-3a.13-17; Sal 95; Mt 23,23-26 VERDE

08,30 19,00

Mercoledì 24 Agosto S. BARTOLOMEO, apostolo, festa (3) Messa propria, Gloria, prefazio degli apostoli

Lez. Santi: Ap 21,9b-14; Sal 144; Gv 1,45-51 VERDE

08,30 19,00

19,45

Deff. Bartolomeo Barteloni Luigia Casu, Franco e Bruna INCONTRO SULLA BIBBIA

Giovedì 25 Agosto FERIA XXI SETTIMANA DEL T.O. (7) Messa a scelta, prefazio comune

Lez. Fer.: 1Cor 1,1-9; Sal 144; Mt 24,42-51 VERDE

08,30 18,00

19,00

ADORAZIONE

Deff. Nino, Delia, Jole Cau

Venerdì 26 Agosto FERIA XXI SETTIMANA DEL T.O. (7) Messa a scelta, prefazio comune

Lez. Fer.: 1Cor 1,17-25; Sal 32; Mt 25,1-13 VERDE

08,30 19,00

Def. Savina Congera (trig.)

Sabato 27 Agosto S. MONICA, memoria (5) Messa propria, prefazio comune o della memoria

Lez. Fer.: 1Cor 1,26-31; Sal 32; Mt 25,14-30

Lez. Santi: Sir 26,1-4.13-16; Sal 127; Lc 7,11-17 BIANCO

08,30 18,00

19,00

ADORAZIONE

Deff. Antonio Cuccu, Wanda Seguro

Salt. II Sett.

Domenica 28 Agosto DOMENICA XXII (3) Messa propria, Gloria, Credo, prefazio delle domeniche

Lez. Fest.: Sir 3,19-21.30-31; Sal 67; Eb 12,18-19.22-24a;

Lc 14,1.7-14 VERDE

08,00 10,00

20,00

Deff. Ivo e Alberto Congiu Def. Davide Luciotti

Potremmo interpretarla come una semplice, naturale curiosità, la do-manda: “Sono pochi o molti quelli che si salvano?” Con un po’ di mali-zia potremmo vederci la presunzione di essere tra quei pochi. Potrem-mo persino, con una buona dose di cattiveria, attribuire a Dio i nostri

giudizi di condanna dei … cattivi. Quante cose abbiamo fatto dire a Dio interpretando, secondo la nostra logica, frasi del Vecchio come del Nuovo Testamento, che Dio, Gesù, ha detto per il nostro bene. Di nessuno ci è stata rivelata la perdizione, ci è stata rivelata la volontà universale di salvezza di Dio di una moltitudine che nessuno può contare o numerare e appartenente a tutti popoli in perfetta uguaglianza “Anche tra loro mi sceglierò sacerdoti e leviti”. Nel messaggio di Gesù non siamo chiamati ad essere giudici che condannano ed escludono, non ad inorgoglirci presumendo di essere tra i “pochi” privilegiati, ma a sforzarci di entrare nel Regno che è amore e misericordia. L’immagine della porta stretta e della ressa per entrare, non vuole indicare selezio-ne ed esclusione, ma impegno per entrare a far parte del Regno. L’immagine non è per risponde-re a una nostra curiosità pruriginosa, ma per sottolineare l’impegno personale e vincere ogni pre-sunto diritto acquisito, magari soltanto per nascita o appartenenza anagrafica. Quanti Cristiani possono dire “abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Nei nostri ambienti, tutti, o quasi. Ma per tutti, a cominciare da noi preti, è importante non sentir-ci ricordare di essere stati, nonostante una vita da “praticante”, operatori di ingiustizia. Non vale la garanzia di una zia suora o di uno zio prete, di essere stato chierichetto da bambino, o di ap-partenere ad una famiglia di credenti, non vale neppure una pratica cultuale, a ciascuno è richie-sto lo sforzo continuo di vivere e praticare l’amore per Dio e per il prossimo. E quando credessi-mo di stare in piedi, dobbiamo più che mai stare attenti di non cadere. Non angoscia ma vigilan-za, non presunzione ma costanza, non paura ma continua fiducia nella grazia di Dio, non giudizi sugli altri ma gratitudine per aver conosciuto e vivere nell’amore del Padre. Sac. Giuseppe

RIFLETTIAMORIFLETTIAMORIFLETTIAMO

SULLASULLASULLA PAROLA DI DIOPAROLA DI DIOPAROLA DI DIO

E-mail: [email protected]/Sito internet: www.parrocchiasanteusebiocagliari.it

Oratorio S. Eusebio C.F. 92163100925

VIA QUINTINO SELLA (09121) CAGLIARI TEL E FAX 070504200

ANNO XIV

N. 719

Varcare la porta stretta, di cui oggi, Signore, hai parlato, è il mio sogno. Sedere alla tavo-

la imbandita nel tuo Regno è il desiderio che mi accompagna fin dalla mia infanzia. Per-

ché questo un giorno si realizzi, mi chiedi di preferire, nel tempo che mi dai, non il primo,

ma l’ultimo posto; non il potere, ma la fatica; non l’orgoglio, ma l’umiltà; non il plauso

degli altri, ma il servizio agli altri. Sei un maestro esigente, Signore, perché a te piaccio-

no non i palloni gonfiati o le persone presuntuose, ma coloro che preferiscono restare

umili e piccoli, anziché salire su qualche basamento a far da monumento. Rimpicciolisci-

mi, Signore, se sono ancora troppo alto, affinché possa essere adatto a starti accanto.

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FESTA IN PARROCCHIA “La grazia più grande che Dio può concedere ad una famiglia è di chiamare un figliuolo al sacerdo-zio” (S. Giovanni Bosco). Sabato 13 Agosto, nella chiesa parrocchiale di S. Eusebio, abbiamo assistito ad una cerimonia speciale che capita raramente: la festa per il 50° anniversario di sacerdozio del parro-co Giuseppe Cadoni. La chiesa era gremita, piena di luci e di canti, l’atmosfera era quella di una gioia indescrivibile. Oltre le persone che vediamo tutti i giorni, altre a noi sconosciute, si sistemavano nei banchi: parenti, amici, parrocchiani, tutti insieme

con lo stesso obiettivo: pregare e ringraziare il Signore per aver avuto il sac. Giuseppe Ca-doni come responsabile della propria comunità. Prima che arrivasse a Cagliari è stato par-roco a Siurgus Donigala per trent’anni. Era un giovane prete nella splendida sottana nera, con il desiderio di conoscere, di scrutare, di intuire in quale ambiente, con quale gente do-veva condividere la sua vita. Il popolo non tardò a conoscere e apprezzare le sue doti sacer-dotali e umane. Una delegazione, guidata dal sindaco, ha voluto testimoniargli che, dopo 16 anni, non è stato dimenticato. Nell’anno 2002 è arrivato a Cagliari, parroco della Chiesa di S. Eusebio. Io penso che tutti da lui abbiamo ricevuto, consiglio, incoraggiamento, con-forto; ciò che colpisce è la prudenza: sa ascoltare tanto, in silenzio e non commenta mai. Quando ascolta è sempre in atteggiamento di preghiera, con lo sguardo chino, in raccogli-mento. In occasione dei suoi 50 anni di sacerdozio scrive il suo pensiero-ricordo nelle im-maginette: Misericordiosi come il Padre, che è anche il suo programma di vita. È un dove-re della comunità cristiana pregare il Signore affinché ci mandi santi sacerdoti: “la messe è molta ma gli operai sono pochi!” Sappiamo che. tra poco, il nostro parroco lascerà la par-rocchia di S. Eusebio, ma i sacerdoti non vanno in pensione, altri avranno il privilegio di averlo ancora come guida perché egli ha consegnato al Signore il cuore e la vita. Grazie per tutto quello che ha fatto per la nostra comunità parrocchiale e auguri per i suoi prossimi impegni perché “le misericordie del Signore non sono finite. Rina

21La gioia del Vangelo che riempie la vita della co-

munità dei discepoli è una gioia missionaria. La speri-mentano i settantadue discepoli, che tornano dalla missio-ne pieni di gioia (cfr Lc 10,17). La vive Gesù, che esulta di gioia nello Spirito Santo e loda il Padre perché la sua rivelazione raggiunge i poveri e i più piccoli (cfr Lc 10,21). La sentono pieni di ammirazione i primi che si

convertono nell’ascoltare la predicazione degli Apostoli «ciascuno nella propria lingua» (At 2,6) a Pentecoste. Questa gioia è un segno che il Vangelo è stato annunciato e sta dando frutto.

Q uando sorgono i dubbi, le ansie, abbia-mo bisogno di conferme. Noi faccia-mo il nostro dovere: lavoriamo, stu-

diamo, intratteniamo relazioni, diamo qualco-sa di noi stessi agli altri; poi sentiamo bisogno di qualcos'altro, qualcosa di cui non sappiamo dire il nome … Sarà troppo, sarà esagerato

pensare che quel "qualcosa", quel "qualcuno" è Dio? Si tratta di un'esigenza pro-fonda, intima, viscerale. Quando non capiamo cosa sia, riempiamo, copriamo, quasi annebbiamo questa esigenza. La "imbottiamo" - per tenerla buona e al suo posto - e la ricopriamo di cose da fare. A volte la riconosciamo, questa benedetta esigenza di Dio, ma è troppo impegnativo seguire le sue indicazioni. Meglio rimandare a do-mani, alla prossima settimana, o meglio: alla prossima adorazione, al prossimo ritiro, al prossimo incontro associativo e di gruppo, al prossimo rosario, alla prossi-ma condivisione spirituale, alla prossima confessione, al prossimo silenzio. Cioè lontano, dopo, mai. In fondo il "poi" è o non è - nei proverbi e nella realtà - parente del "mai"? È la nostra natura, siamo fatti così … Signore, ci devi proprio capire, noi abbiamo bisogno di segni, di essere scossi, di vederti... sennò non ti seguiamo. "Hai capito, Signore?", diciamo dentro di noi. E il Signore non capisce. Fa il testar-do lui. Noi gli chiediamo se ne vale davvero la pena e lui risponde a modo suo. Arriva, passa, bussa al cuore, continua a camminare. A volte ci destiamo, facciamo in tempo ad alzarci dalle comode poltrone dei nostri interessi, a spoltrirci dai como-di divani dei nostri divertimenti e narcisismi; a volte facciamo in tempo ad affac-ciarci dalla finestra del nostro cuore e lo vediamo. Lui, Gesù, che ci passa accanto ed opera prodigi: alcuni vedono con occhi diversi la realtà, altri sentono finalmente la sua Parola, i poveri in spirito si dicono beati, chi si dimenava negli stagni fangosi del peccato trova il coraggio e la forza di rialzarsi, di ripulirsi, di andare oltre. A volte ci viene la tentazione di andare alla porta, spalancarla, uscire per strada e gri-dare: "Aspetta, Gesù, aspettami! Faccio ancora in tempo a seguirti?". E lui si volta da lontano, guarda con tenerezza infinita dentro i nostri occhi. E si ferma.

22La Parola ha in sé una potenzialità che non possiamo prevedere. Il Vangelo

parla di un seme che, una volta seminato, cresce da sé anche quando l’agricoltore dorme (cfr Mc 4,26-29). La Chiesa deve accettare questa libertà inafferrabile della Parola, che è efficace a suo modo, e in forme molto diverse, tali da sfuggire spesso le nostre previsioni e rompere i nostri schemi. (Continua)