IL RISVEGLIO INIZIATICO - Misraimmemphis.orggnarsi, soffrire, cadere, rialzarsi e an-cora cadere e...

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IL RISVEGLIO INIZIATICO GENNAIO 2020 Antico e Primitivo Rito Orientale di Misraim e Memphis IL RISVEGLIO INIZIATICO Anno XXXII – N.01 Gennaio 2020 La presente pubblicazione non è in vendita ed è scaricabile in formato PDF sul sito www.misraimmemphis.org

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IL RISVEGLIO INIZIATICO GENNAIO 2020

Antico e Primitivo Rito Orientale di Misraim e Memphis

IL RISVEGLIO INIZIATICO AnnoXXXII–N.01 Gennaio2020

La presente pubblicazione non è in vendita ed è scaricabile in formato PDF sul sito www.misraimmemphis.org

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SOMMARIO L'ARMONIA

ILS∴G∴H∴G∴S∴G∴M∴..................................................................3 MITRA E IL MITRAISMO

Giovambattista.................................................................................8 STUDIO DEL PRIMO GRADO

Francesco.........................................................................................12 RIFLESSIONI SULL'ACQUA

Franco...............................................................................................15 LA LETTERA AYIN E GLI OCCHI DI HORUS

Enzo..................................................................................................18

RedazioneDirettoreresponsabile:MarcoVannuccini

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L'ARMONIA

a ricerca spirituale si pone,come traguardo, l'ottenimentodi uno stato d'equilibrio quale

preludio di una mimesis del para-digma originario: l'Adam Kadmon,l'Uomo fatto a immagine e somi-glianza del Supremo Artefice DeiMondi. Questo stato d'equilibrio si-gnificaarmonia,superamentolentoegraduale di tutte quelle opposizionichegeneranoincessantementescon-trielottefratricideechenonposso-no essere cancellate né distrutte.Ogni "guerra" intrapresa contro ipropri nemici deve porsi prelimi-narmente,comeprimoobiettivounavoltaconseguitalavittoria,ilrispettodell'avversariovintoebattutoenonilsuototaleannientamento.Spinger-sioltre,nell'ebbrezzadiuneffimerotrionfo, significa condannarsi moltopresto agli eccessi dell'orgoglioumano e della volontà di potenza eperconseguenzaadunritornoversoi piani inferiori dell'essere nei qualiprevalgono gli istinti più bassi e piùciechi. L'economiadelmito solare ciinsegna che lo "spirito" dell'uomo,"Osiride" , a causadiunacarenzadi"virilità" spirituale, cedendo alle lu-singhedella sua parte legata all'om-bra e al pianodell'orgoglio, entra incrisieconseguentementeècostrettoad affrontare difficili prove sino adover accettare quella suprema, la"morte mistica", quale conditio sinequa non per riaffermare la propriarinascitaed il ritornoallo statoede-nico dell'origine. Non ci dilunghere-

mosuiparticolarielecomplesseva-riantimitologiche,ricchissimeperal-tro indettagli e simbolismi arcaici eprimitivi, che ognuno può trovare eindagare sui numerosissimi testi anoi pervenuti dagli antichi filosofi1,ma sul punto focale del mito nellasuaparteiniziale:cosaspingel'uomo(questodiocadutoedecaduto...)allaguerra,allapugna,alcombattimentocontroiproprinemiciinteriori?Cosa lo porta a desiderare l'Eterno,l'Immortale, l'Assoluto, l'Increato,l'Uno...senonladolorosaconsapevo-lezza di uno stato di squilibrio che,aduncertopuntodelsuoperegrina-re nei piani del divenire, nel corsodelle sue continue incarnazioni (perchicicrede)neimolteplicistatidella1Cfr.Plutarco–DeIsideetOsiride

L

Figura1–Unity–ZsoltMalasits

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materia,gonfiatosiadismisuraenonpiùsopportabile,esige laVeramMe-dicinam, il Legno di Vita che dovràporre finalmente termine alle suesofferenze, alle sue irrisolte doman-deeaisuoiamleticidubbi?È il bisogno di armonia, pace, silen-zio, di una treguadai conflitti che sigenerano incessantementenelpianodellamanifestazioneduale,moltepli-ceedinfinita.Concettichesipossonoriassumere, condensare e sublimarenell'esperienza dell'Iniziazione pergradi, un Metodo tramandato daisaggi, dai filosofi, dagli Iniziatidell'antichità e che pochi cenacoli,tra i quali il Nostro Venerabile Rito,conservano ancora oggi, quale pa-trimonio simbolico, nella VenerataArcadellaTradizione.Tutto l'iter ritualistico ripercorreuntracciatochedisponel'annullamentogradualedeglisquilibri.Tuttalarap-presentazione sacra all'interno deltempio, a partire dalle due Colonneposteall'entrataconisimbolidelso-leedellalunaeproseguendocolpa-

vimentoascacchibianchienericosìcomeognilineaedognigeometria,sicomprendeesclusivamenteattraver-so la chiave analogica e con l'ausiliodelle leggi universali dell'equilibrio,delle proporzioni e delle simmetrie.Anche i gesti, le parole e le batterieoccultanounequilibriodifondo.L'Iniziazione rappresenta un'espe-rienza "attiva" di queste "trasmuta-zioni" dell'Essere: è un po' come ilrimanere"desti"econsapevolilungole varie "morti" che ci separano dalpunto d'origine, dall'approdo finaledell'Eroe che ritornaallaPatriaper-dutariconquistandolapropriadigni-tà. Il misticismo segue, attraversouna via parimenti dignitosa fatta difede e di preghiera, definita nel lin-guaggio babelico, che spesso generaequivoco, "passiva", il medesimoobiettivo.ContemplazioneedAzione.InrealtàquestedueViesicompene-tranoinvaripunti,comecifannoin-tendere e vedere i due serpenti at-tornoalcaduceoermetico,eproprioin questa apparente contraddizionesi cela la chiave che può regalareistanti di Armonia Universale: l'Ini-ziazione è il dono fatto da Dioall'uomocolpropositodiannullareledisparità, i dislivelli sociali, politici,religiosi, interpretativi, di quel cheneltempo,nellospazioeneldominiodituttoquantoèmutevolesifrappo-ne fra l'Io e il Sé e rappresenta, perciòstesso,unostacolo.Emerge quindi, alla luce di questebrevi considerazioni, chiara e nettalafunzionedelTempiocheaccoglieiFratelli e le Sorelle accanto a quelladella partecipazione ai Sacri Lavori.Figura 2 – Balancing Sun And Moon Energies –

DebBreton

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Spessoripetiamo,giustamente,cheil"secretum"chesigeneranell'interio-rità dei presenti ha carattere indivi-dualeenonècomunicabile,masap-piamoaltresìtrattarsidiun'ondapo-sitiva, di una vibrazione energeticache simanifesta in ognunodi noi informedifferenti(sensazionedigran-de luciditàmentale,equilibriopsico-fisico,potenziamentogenerale, sere-nità di giudizio, pace, armonia etranquillità interiore, etc...). Tuttoquestoèilfrutto,ilrisultatodiunal-lineamentodeipresentialle linee,aisimboli e alle geometrie macroco-smiche figurate nel simbolismo delTempio ove si produce una intera-zione,unoscambiodienergie:isim-boli esteriori, stimolati dal "deside-rio"deipartecipanti, entrano in em-patiaconquelli interiorieviceversa.Le barriere cedono, il fuoco sacrodelle luci e le invocazioni alS£A£D£M£concorronoareiterareilMistero del Rito Sacrificale, ovveroad aprire il doppio canale lungo ilquale Fides e Virtus s'incontranosull'Ara, centro ideale del Tempio,Cuore pulsante e vivo in cui i pianiinvisibili convergono con quelli visi-bili.Inquestadimensioneatempora-le,abbandonatii"metalli"aldifuori,sigillato il "vaso", ermeticamenteprotetti all'interno del nostro "Ata-nor"ciponiamoquindiall'Ordine, inarmonia con tutti i mondi e i pianidell'Essere,inattesadel"secretum"...Purtroppo l'essere umano perdemolto del suo tempo a blaterare, sidilunga in iperboli interpretativesulfilopericolosodellalogicaedellara-gione,spaccailcapelloinquattro,in-

gaggiaferociduelliverbalieintellet-tuali con nemici apparenti dimenti-cando che nella Iniziazione ciò cherealmentecontaèvolgersidentroséstessi dove lo attendono i veri osta-coli! Nella propria dimensione inte-rioreeglisachedovràlottare, impe-gnarsi,soffrire,cadere,rialzarsiean-coracadereeancorarialzarsi...echele menzogne, le millanterie, le bril-lanti esposizioni mediatiche, le for-mulemagicheraccoltefaticosamentesugrimoiresd'altamagia,risulteran-noperfettamenteinutilievane!Seth, dopo la prevaricazione e l'u-surpazioneaidannidiOsiride,vienesconfittodaHoro(neipannidelven-dicatore del "padre") nella lungaguerra per l'unità dei due regni manon si estingue,nonvieneannienta-to! Egli viene ri-posizionato, ri-collocato, pur in un ruolo di rangoinferiore, nel consesso degli dei perdecisioneevolontàdivine.Ciòsigni-fica che nell'economia del drammainiziaticodellamorteedellaresurre-zione dell'Uomo-Dio Seth "svolge"una parte necessaria, di svolta perl'appunto,esattamentecomelaparte

Figura3–KingSolomon'sVision(dettaglio)–AriRoussimoff

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di Giuda nel dramma della morte edellaresurrezionedelCristoGesù.Questa è la Tradizione autentica,quel complesso di valori eterni edimmutabili scolpiti nel Cuoredell'Uomoall'attodellasuacreazionee chenonmutamai,né sipiegaalleesigenze della storia, della politica,dellereligioni...Sitrattadiuneventodi carattere macrocosmico e micro-cosmicochesiripercuotenelCieloesullaTerraesenzadelqualenullasirinnova.L'armonia,inNatura,haperfondamento questo ineluttabile pas-saggio.TrattasidellaLeggedellaVitaedellaLeggedellaMorteedelmiste-rioso punto d'equilibrio che si celatra questi duemomenti: è il deside-riodinon"addormentarsi"chespin-ge l'uomo a non cedere all'oblio e aricominciare ogni volta daccapo, neltentativo di cum-prendere i tantiperchédellapropriamanifestazione,del proprio destino e della propriaorigine.Diffidiamosempredacoloroche affermanoessere la "tradizione"unqualcosachesipiegaalleesigenzedeltempoedellospazio.Aciòasser-vono le consuetudini, gli usi e i co-stumiche,perquantoavoltedurevo-li, sono destinati ad estinguersi perlasciare posto ad altre forme ed ap-parizioni storiche similari. Ciò chenasceecheprovienedalpianodelloSpirito non si estingue mentre, alcontrario,ciòcheprovienedalpianoillusoriodellamateriaevaporacomela nebbia ai primi raggi del sole delmattino,cosìcomeleombreelepau-re della notte fuggono e ritornanonegli abissi alle prime luci dell'alba,senzalasciarpiùtracciadisé.

L'armonia è un "graffio", una "cica-trice", un segno indelebile, un ricor-docheditantointantoriaffioranellecoscienzedell'uomo"caduto"...èunasintesi,una"folgore",una"pace",un"silenzio"...L'incipitdeiritualideglialtigradidelNostroVenerabileRitocosìrecita:«unraggiodivinoapprendealMasso-nechepervincerelanottedeitempiènecessario aprire il libro delle rivela-zioni. L'occhio umano, aiutato dallaluceedallaverità,penetra laprofon-ditàdeglialtimisteri».Da ciò si comprende che l'uomo, ac-cordandolapropriavolontàaquelladivina,sipredisponealmiracolodel-la "rivelazione". La trama e l'orditodella Creazione, le proporzioni e irapportitraicorpicelesti,l'immensopiano della manifestazione, tutto sireggegrazie allaLeggedell'ArmoniaUniversale. Captarla, viverla per unistante, lasciarsi trasportare dallasua dolce ematerna corrente rasso-migliante a quella di un fiume pocoprima che sfoci nel mare, come ViaLatteacherischiaraletenebredell'i-gnoranza e della superstizione... è ildesiderio di coloro che cercano Dioneilorocuori.

«Quandolarota,chetusempiterniDesiderato,asémifeceatteso,

Conl'armoniachetemperiediscerni,Parvemitanto,allor,delcieloacceso

Delafiammadelsol,chepioggiaofiumeLagononfecemaitantodisteso.»

Dante,LaDivinaCommedia,Paradiso,CantoIver.76-81

IlS∴G∴H∴G∴S∴G∴M∴

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Figura4–TheVetruvianMan–EvgeniiGritchin

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MITRA E IL MITRAISMO

itra, questa divinità indo-iranica, è l'anello di congiun-zione tra la civiltà e religione

avestico-zoroastriana e quella vedico-induista. Già nell'Avesta, il testo sacro mazdei-sta, Mitra è strettamente associato al sole. Egli è un dio guerriero e un giudi-ce, Egli ha mille orecchie e diecimila occhi. La testimonianza scritta più antica, che cita il dio, è un trattato di pace del 1350 a.C. tra i re degli Ittiti e l'erede al trono dei Mitanni, che cita gli dei del giura-mento Mitra, Varuna e Indra come cu-stodi dell'osservanza del trattato. Negli antichi inni vedici appare rara-mente quale dio singolo, infatti è soli-tamente associato a Varuna, dove, in-sieme, i due dei detengono la sovranità dell'universo e ne garantiscono l'ordine. Il dio ha un carattere guerriero e vitto-rioso e non si associa a nessuna divinità femminile. Mentre Varuna rappresenta la notte e la forza ed è giudice severo e terribile, Mitra rappresenta il giorno e l'aspetto benevolo della divinità, veglia sugli ac-cordi e sui contratti e garantisce la con-cordia tra gli esseri umani. Mitra è un dio che, dopo aver ucciso un nemico primordiale (rappresentato da un toro) e aver quindi prevalso sulle forze del male e dell'oscurità, aveva creato il cosmo. Egli, che nello zoroa-strismo era un inviato della potenza del bene Ahura Mazda, diviene, in questa forma religiosa, una divinità trascen-

dente e autonoma, alla quale viene fatta risalire l'origine del cosmo e la sua pos-sibilità di redenzione. Questa è la tipica concezione persiana di una contrappo-sizione e di una lotta fra le potenze del male e le potenze del bene. In terra persiana la figura di Mitra era venerata da quei magi (sapienti e sa-cerdoti) che ne avevano fatto una divi-nità con una forte tensione morale, pa-ragonabile a quelle del giudaismo e del cristianesimo. Può darsi però che il racconto evangelico dei tre re magi sia un semplice rivestimento cristiano di un mito che riguardava la nascita dello stesso Mitra in una grotta. La pietra, la grotta che rappresenta la materia da cui è nato Mitra, è la terra, perché Iside, vergine celeste, è con-temporaneamente, la personificazione della Terra, vergine e feconda allo stes-so tempo.

M

Figura5–Mitra

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I magi utilizzavano conoscenze astro-logiche e credevano di poter prevedere gli eventi attraverso lo studio delle stel-le. La loro scienza non doveva essere del tutto infondata visto che tre di loro, seguendo una stella, arrivarono alla grotta di Betlemme e riconobbero nel bambino appena nato un importante Messia. I misteri di Mitra si possono accostare agli altri culti misterici solo formal-mente: sia l'origine che la sostanza di questo culto differiscono notevolmente dai misteri sviluppatisi nella tarda anti-chità, ai quali però il mitraismo è debi-tore di vari elementi. Mitra, secondo il mito, cattura e uccide il toro primordia-le (tauroctonia), cosicché dall'animale morente possano nascere tutti gli ani-mali e le piante, e benedice col sangue della vittima tutta l'umanità: attraverso questo gesto, Mitra diventa strumento e creatore della salvezza. Secondo la visione del mondo del mi-traismo, ogni volta che nasce un uomo, un'anima immortale scende attraverso le sfere dei pianeti verso la terra e in questa discesa si contamina sempre più; durante un periodo, considerato di prova, della vita terrena, l'anima ha la

possibilità di liberarsi dall'impurità del-la materia e attraverso il raggiungimen-to della conoscenza e un retto compor-tamento morale. Alla morte dell'uomo, quando ha luogo la lotta tra gli spiriti della luce e quelli delle tenebre per la conquista dell'ani-ma, il dio Mitra interviene in favore dei suoi adepti, in modo che le loro anime possano librarsi verso l'alto. Il culto possiamo inserirlo nelle reli-gioni della salvezza perché permetteva all'adepto di rinascere a nuova vita; ma a differenza degli altri culti, qui l'inizia-to non pretendeva di identificarsi con il dio, il quale era piuttosto un amico, un protettore. Il culto era destinato a soli uomini ed era forse l'unico culto miste-rico in cui non c'era una coppia ma-schio femmina. Mitra fu a lungo un temibile concorrente del cristianesimo, con il quale condivideva alcuni riti e simboli. I cristiani accusarono il mitrai-smo di aver imitato i sacramenti del battesimo e dell'eucarestia, ma, come sappiamo, questi riti appartenevano a tutte le religioni dell'epoca ellenistica. Fu dunque il cristianesimo a utilizzare elementi preesistenti. Le somiglianze non si fermano qui; le due religioni festeggiano la nascita del loro dio nello stesso giorno (25 dicem-bre) e condividevano alcuni punti dot-trinali (il giudizio finale e la resurre-zione dei corpi). In genere l'iniziazione prevedeva un giuramento (sacramentum) a conserva-re il segreto, così come succedeva un po' in tutti i "misteri". Seguivano quin-di vari riti, imperniati sul sacrificio di un toro, su un battesimo, su un combat-timento rituale, banchetto cultuale a base di pane e di acqua, su una mar-

Figura6–ItreMagi–BasilicaS.ApollinareNuo-vo-Ravenna

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chiatura eseguita sulla fronte con un ferro rovente e su altre cerimonie poco note. Si sa comunque che l'iniziazione prevedeva sette fasi, che la liturgia, tardivamente, era in lingua latina e che vi era una fusione fra elementi indo-iranici ed elementi greco-romani. Non esistevano, come in alcuni altri culti, riti orgiastici, ed erano prescritti una rigida moralità e un senso di disciplina che ci fanno capire come mai questa religione fosse diffusa soprattutto fra i militari. Nella religione mitraica esistevano set-te gradi di iniziazione, in forza dei qua-li il fedele raggiungeva la sempre più completa fratellanza: 1. corvo (corax) che rappresenta la

morte e il conseguente disfacimen-to del corpo dell'iniziato (acqua - battesimo) (Mercurio, corvo, cadu-ceo, ariete, tartaruga, lira e vaso)

2. il nascosto (kryphios) o nymphus (crisalide) che rappresenta la nasci-ta (farfalla - nascita) (Venere, ser-pente, diadema e lucerna)

3. il soldato (miles) che rappresenta la battaglia simbolica contro se stesso (Marte, scorpione, gambero, elmo, lancia, berretto frigio e bisaccia).

4. il leone (leo) che rappresenta il co-raggio di andare oltre (fuoco – nuova visione del mondo) (Giove, cane, cipresso, alloro, folgore, aqui-la e vespa).

5. il persiano (perses) in ricordo del primo popolo eletto (Luna, arco, fa-retra, bastone, falce di luna, civetta, usignolo, archi, acinacee, chivi, brocca, delfino, treppiede e spiga).

6. il sole che corre (heliodromos) rappresenta la nascita quotidiana

del sole e del dio (Sole, corona a sette raggi, torcia, sferza, spiga, globo, gallo, lucertola, coccodrillo e palma).

7. il padre (pater) che rappresenta la guida religiosa, Mitra, la luce del paradiso, il maestro (Saturno il Tempo, bastone del comando).

Per accedere ad ognuno dei sette gradi, era necessario sottoporsi a dure prove di pazienza e di coraggio: per questo tale culto si diffuse principalmente tra i soldati, che invocavano la protezione di Mitra durante le battaglie. Il rituale principale consisteva nel sa-crificio di un toro, in commemorazione del gesto di Mitra tauroctono (colui che uccide il toro). I luoghi consacrati al culto, i mitrei, sono piccole cripte, chiamate anche grotte. Il mitreo generalmente sotterra-neo, ha forma allungata, chiuso in fon-do a uno dei lati brevi, ha un abside con l'altare; sui lati lunghi si trovano invece delle panche in pietra per i par-tecipanti al rito e spesso si può notare una volta stellata come soffitto. Nelle rappresentazioni di Mitra gene-ralmente sono accanto alla divinità due geni, i dadophori, i due compagni Cau-

Figura7–Affescomuraledell'iconografiamitrai-ca.–SotterraneiPalazzoBarberini,Roma

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tes e Cautopates, raffigurati uno con la fiaccola alzata e l'altro abbassata, a simboleggiare il compiersi del ciclo della vita. Insieme a Mitra, che indossa il caratte-ristico berretto frigio, si possono trova-re rappresentati anche elementi simbo-lici: la figura con la testa di leone (a volte le ali) raffigura la rapidità del tempo, il leone intero il fuoco e la sua voracità, la caldaia o l'anfora l'acqua e il serpente la terra o il ciclo cosmico. A partire dal I sec. d.C. la religione mi-traica conobbe una larga diffusione a Roma e in tutto l'impero, fino a quando dal III sec. d.C. in poi, cominciò ad es-sere avversata da parte dei cristiani, che ne assorbirono alcune feste e riti. Anche se era una divinità solare, il suo culto era praticato in ambienti sotterra-nei, probabilmente in ricordo che il dio era nato in una grotta. A Roma sono stati ritrovati numerosi mitrei, decorati da sculture e bassorilievi che rappre-sentano gli elementi più importanti del culto: il sacrificio del toro, i simboli dei gradi di iniziazione, Spesso i soffitti erano decorati con cieli stellati. Uno dei più importanti mitrei rivenuti a Roma era costituito da diversi ambien-ti. Il più ampio era probabilmente adi-bito a sala da banchetto, ed era messo in comunicazione, mediante una serie di cunicoli, con la fossa sanguinis, do-ve veniva raccolto il sangue del toro sacrificato. Un altro ambiente comuni-cante con la fossa è stato interpretato come funzionale alle abluzioni. Mitra a Roma fu venerato come "sol invictus" e associato a ideali di verità, giustizia e purezza. L'imperatore Commodo si fece iniziare, come Diocleziano, Galerio e Licino

senza parlare di Giuliano (l'apostata) che si fece un Tempio nel suo palazzo a Costantinopoli. Date le sue caratteristiche guerriere e virili (e la sua concezione della vita come servizio militare), il culto fu par-ticolarmente diffuso fra le legioni ro-mane e germaniche, tanto che sotto Diocleziano il dio fu considerato pro-tettore dell'impero. I primi a propagare questo culto furono i soldati al servizio dell'esercito roma-no, commercianti e schiavi, tutti prove-nienti dalle regioni dell'Asia occidenta-le e centrale: nel I secolo a.C. il culto di Mitra arrivò in Italia e, di qui, si diffu-se, attraverso i presidi romani sul Da-nubio, fino alla Germania, il territorio con il maggior numero di seguaci del mitraismo. Questo culto si spinse poi dal Reno alla Gallia e alla Britannia e raggiunse per-sino la Spagna, trovando seguaci nell'intero territorio dell'Impero Roma-no ad eccezione dell'area greca.

Giovambattista________ Bibliografia: – Breve trattato sulla storia delle re-

ligioni – M. Eliade – Univer. Scient. Boringhieri

– Enciclopedia dei Miti – Garzanti – Enciclopedia della storia delle re-

ligioni – Laterza

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STUDIO DEL PRIMO GRADO

l passaggiodalla condizionepro-fana a quella di Apprendista co-stituisce l'iniziodell'ascesa lungo

lascalamuratoria.Isentimenti,leemozionicheagitanoilneofita, le impressioni che risente,possono avere le caratteristiche piùdiverse. Frequente è un'intensa rea-zionedisorpresadinanziall'inaspet-tato, la sensazione di trovarsi in unmondo nuovo e pressoché incom-prensibile.Alcuni, sapendodiessereal primo gradino di una piramide,potrebbero invece pensare che ilGradodiApprendistasiaunasortadipreludio, e che l'essere riconosciutoeproclamatoApprendistaLiberoMu-ratore non differenzi poi molto ilnuovo Fratello da coloro che sonoancoraetotalmente,nelmondopro-fano... Per quelli che avessero unasimile idea, cade opportuna unachiarificazione ed è necessario un«distinguo».Sbaglierebbegravemen-techiritenesse,grazieall'iniziazionemassonica, di essere diventato unsuperuomo e considerasse dall'altoin basso coloro che massoni non losono. A un simile neofita bisogne-rebbericordarechesolounintensoetenace lavoro può consentire all'uo-modi trasformarsi ed arricchirsi in-teriormenteechequandoilsuoper-sonale miglioramento fosse avvenu-to, la sua benevolenza nei riguardidegli altri uomini e il desiderio diprestare loro aiuto, certamente ac-crescerebbero. Sicuramente un altroerrore sarebbe quello di non attri-

buire lagiusta importanzaal signifi-catodell'essereentratiinMassoneriacon il "semplice" – tra virgolette –GradodiApprendista.Infatti l'inizia-zioneadApprendistaènella suaes-senzaunainiziazionecompleta,tota-le,alpuntochechi,attraversoildurolavoroper il quale gli sono stati im-partiti i primi insegnamenti, la rea-lizzasse completamente, ebbene co-stui avrebbe già compiuto un buontratto nel cammino di crescita chedistingue l'iniziato dal profano, mo-dificandosostanzialmenteisuoimo-didiessereedisentire. Ilpassaggiodalla condizione profana a quellamassonica, nell'iniziazione ad Ap-prendista,èaccompagnatodaunra-dicale mutamento, se non capovol-gimentodistatiedivalori.Chisiap-presta a diventare Libero Muratorehagià sperimentatounsuomododivivere. Conosce bene la sua vita emagari anche quella di altri esseri

I

Figura8–TavolatrattadalMutusLiberLatomo-rum

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umani,laconsideracomelasolacon-cepibile.Ebbene,unadelleprimeco-se che acquisisce da Apprendista èchequellachehavissutononèlave-ravita;chel'esistenzainsensomas-sonico è un'altra; al punto che perentrarvi, egli deve «morire» per poirinascere.Glisichiede,perfino,difa-retestamento!IlprofanochevuoldiventareMasso-ne resta per un certo temponelGa-binettodiRiflessione,unlocaleassaistretto,incuivièpocaluce:dopodi-ché, viene bendato, e rimane nell'o-scuritàsinoalterminedellesuepro-ve,quindiglivienedataun'altraluce,quelladelTempio,quellamassonica.Nel mondo profano, il possesso dicose materiali è spesso consideratomoltoimportante,senonaddiritturavitale. Al profano, nel Gabinetto diRiflessione, vengono tolti i metalli.Ciò non significa soltanto privarlo,sia pure momentaneamente, di ciòche in quel momento possiede, maaltresìchecertescorie,rappresenta-tesimbolicamentedaimetalli,vannolasciate fuori del Tempio, quando sipartecipa ai Lavori massonici. Le«scorie», che in altri ambienti sonoindicate come peccati, o vizi, sonocomunque elementi profani che po-trebbero,seliportassimoconnoinelTempio come bagaglio personale,nuocere sensibilmente ai Lavori. Eche dire dell'ingresso nel Tempio,che si effettua con passi frazionati,ma ben determinati e caratteristici,cosìdiversidalprocederecasualedelprofano? E della posizione dellebraccia e delle mani? E del segno?Tutte cose che s'imparano all'inizio,

come tante altre (ed è l'«inizio», ap-punto,delprocedereiniziatico),mailcui approfondimento simbolico saràeffettuato via via, con il lento eme-todico operare muratorio. Accen-niamo ancora al «sapere» profano.Qualchevolta, ilneofitaèquellochecomunemente viene definito "unpozzo di scienza". Ma tutta la sua"scienza"nonvale,allorchévienein-terrogatosunozioninonpiùprofane,dellequalinullaancoraglièdatove-ramente di "sapere". Ed eccolo, il"pozzo di scienza", costretto ad am-metterechequaleapprendista,«nonsanéleggerenéscrivere,sasolocom-pitare»...Sipotrebbecontinuareconaltrirife-rimenti, con altre contrapposizioni.Tuttavia, anche solo da quanto si èdetto appare chiaro che la condizio-nedelMassone,sindalGradodiAp-prendista, differisce enormementeda quella del profano. Si potrebbesimbolicamente considerare L'Ap-prendista come un rinato, anche seneo-nato.Unuomochehaintrapresouncamminoperoperareunaradica-letrasformazionedeisuoivalori,chesiè "svegliato" rispettoaunacondi-zioneumanacheèstataqualchevol-taparagonataalsonno.Colorocheconoscono iTarocchipo-trebbero evocare mentalmente, aquestopunto, ilsorridente"impicca-toa testa ingiù"delDodicesimoAr-canoMaggiore, epensare chequellaè la situazione interiore propria dichipassadalmondoprofanoaquelloiniziatico.

Francesco

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Figura9–MasonicSymbolism–PierreBlanchard

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RIFLESSIONI SULL'ACQUA

revepremessa:glielementiinorigine sono archetipi! I ter-mini acqua, terra, fuoco, aria

hannoilnomealqualecisipuòrife-rire poiché generano e rimandano adeterminate condizioni, ed ogni no-me non è altro che la caratteristicadistintivaefunzionalesusseguenteaciò che scaturisce dall'uno innomi-nabile, unico e sovrarazionale. Cer-cando lospiritodellecose,partendodaipianipiùbassi,cisideveriferireprima agli elementi chiamati mate-riali, bisogna saper salire gradual-mente, passando da un senso oriz-zontale a quello verticale ed assor-birne il panorama analogico inte-grandone ilpiùpossibile levirtù.Latradizione ha posto particolare at-tenzione a questi, ponendoli comesimulacri, esempi utili a ridestarel'indagatore dalle dinamiche incate-natedaunamentalitàlobotomizzata.Esemplarmente freddo e umidounendosi formano l'essenza dell'e-lementoacqua.Emblemaprimariodipurificazione e di rinascita, grandecustode di memorie, simbolo essen-ziale di purificazione. La vediamopresente nella tradizione ermeti-co/alchemica in vari modi nomi econtesti: acqua secca, ignea, lunare,lustrale, comemestruo universale osacra rugiada. Tant'è che la stessaPietradeiSaggisinarranesiasazia,pregna,svelandocosìunodeisegretiinerenti alla sua predisposizione adessere lavorata e della sua perfezio-ne data dall'assenza di crepature.

Proprio lei è il misterioso elementolinfatico, l'acqua; il succodella luna-ria chiamato in specifiche situazioni"lo spirito del sole" o ancora grande"bagnoMaria" dove il re e la reginadebbono inondarsi, immergersi,dando così vita al "Rebis", il doppiore. L'acqua lustrale nello specifico èacqua lucente poiché vivificata dalprincipio solare "fuoco" divenendocosìa tuttiglieffettiun tipodimer-curio chiamato acqua di fuoco o li-quore mercuriale. Esso è attivatoreinqualitàdiagentedoppio,inquantooltre al principio purificatore si ag-giunge quello vivificatore e la suafunzione opera per elevare lamate-riaportandolaalla luminosaprimiti-va natura. In diverse tradizioni lapreparazione stessa dell'acqua lu-strale per purificare ambienti atti aparticolari riti era ed è tutt'ora im-portante;siaccendaunfuoco,sipre-paridell'acqua,lasicarichiconlalu-

B

Figura10–Senzatitolo–TomaszAlenKopera

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ce lunare,si immergauntizzonean-cora ardentenella tanica e successi-vamente la si filtriutilizzandopanninaturali. Senza fuoco, senza quelsimbolicobaglioredi lucevivificanteessa è acqua semplice. L'unionedell'acquacol fuocodavitaal termi-ne shem "nome" e l'origine di ogninomeneportalequalità,shinemem.Quale simbologia si potrebbe trarredataleunione?L'azionedellospiritodel fuoco innesca nell'elemento ac-qua la luce,unospiritovivificante, easuavoltal'acquaneaccoglieiprin-cipi conservandoli al suo interno inunveroepropriorapportodiamoretra opposti principi. Tale simbologiala si può rappresentare e ritrovarenell'esagramma di Salomone, dove idue triangoli fuoco e acqua, incro-ciandosi, danno forma a questo im-portantissimosimbolocheinséstes-so racchiude la rosa degli insegna-menti iniziatici. Nelle più antichetradizioni l'acqua simboleggia l'ori-gine della creazione, la letteramemneèlarappresentante,anch'essacondupliceconcorsodi indagine,data lasua doppia natura; aperta o chiusa,rimandando così a indagare profon-damentesulsensodellaformaedel-la sostanza delle cose. Vedremo chel'elemento singolo acqua, se da unaparte per sua natura è fonte di vita,linfa stessa dell'esistenza in qualitàdinutrimentoperognicosa,concor-rendo con il suo opposto fuoco edunendosi ad esso integra in sé unanuova proprietà rappresentante lospirito sottile. La rappresentazionenel tempiodell'acqua lustrale, con ilsuorimandonumericoegeometrico,

non ha nulla di casuale, esso è trevolte tre, lapotenza inattomoltipli-cataperséstessa,madre,padreefi-glio come risultato. Figlio che èsommaesintesideiduegeneratori,èIsideOsiride eHorus, è fondamentodelmondo,nove,Yesod,filtrocristal-linodiinfluenzecelestieoltrequestoununiversodisignificatiprofondi.Lacostituzione del triangolo delimitasigillandolospaziosacroe,allostes-so tempo, conforma nelle frequenzegiuste l'ambientedeltempioesternoconquellointerno"uomo",mettendoin risonanza in un unico grandecampodiAmore eggregorico il tem-pio, i fratelli/sorelle e gli strumentisimbolici. Tutto ciò che si opera neltempio della piramide deve esserepreceduto dal passaggio dell'acqualustrale.

Franco

Figura11–Fire&Water–R.Carnie

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Figura12–Ra,HorusAndSeth–SaraJoseph

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LA LETTERA AYIN E GLI OCCHI DI HORUS

aletteraAyin(e)appartienealnoverodelle12cosiddette"let-tere semplici" dell'alfabeto

ebraico.Laparolaebraica"Ayin"(nye),dipersé,significa"occhio"ma,secondogliinsegnamenti cabalistici, la sua for-ma geroglifica ricorda più propria-mente due "occhi" connessi tra loroattraversoinerviottici.Sidicepoichequestidueocchi,rap-presentino simbolicamente l'occhio"buono" (il destro) e quello "catti-vo"(il sinistro1), dove tali aggettivivannocertamenteconsideratiinsen-soiniziaticoenonprofano.L'occhio "cattivo" si manifestanell'attitudineumanaavedereilma-leneglialtri,specialmentenel"pros-simoasépiùprossimo":amici,fami-liari,fratelli…Citando le parole del Vangelo di Lu-ca:«Perché guardi la pagliuzza che ènell'occhio del tuo fratello e non tiaccorgidella travecheènel tuooc-chio?2»È,inaltreparole,latendenzaanota-reprincipalmenteidifettialtruitostocheipropri,giustificandosiffattoat-teggiamento con argomentazioni fa-zioseepregiudizievoli.Ancheil"sen-so"correlatoallaletteraAyin,larab-1È interessantenotarecome in lingua ita-lianal'aggettivo"sinistro"abbiaassuntounsignificatonettamentenegativo.2Cfr.Luca6:41

bia(roghez,zgwr),confermaleconsi-derazionifattefinora.Dipercontro,l'occhio"buono"deno-ta l'atteggiamento alla comprensio-ne, alla misericordia, alla giustifica-zione.In qualche misura, semplificando,potremmo riassumere dicendo chementre l'occhio destro "benedice" ilmondo,quellosinistrolo"maledice".IlsegnozodiacaleassociatoallaAyinè il Capricorno, segno cardinale, diTerra, in cuihadomicilio Saturno, ilGrandeMaleficodell'astrologia.In quanto segno cardinale, il Capri-corno esprime iniziativa ed esube-ranza (sotto tale segno abbiamo, in-fatti, ilSolstizioInvernaleeconessoil principio dell'Inverno) ma ancheambizione.In quanto segno di Terra manifestaoperosità, concretezza, fedeltà, pru-

L

Figura13–LetteraAyinstilizzata–https://www.adventurewithalef.com/

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denzaecostanzama,neisuoiaspettinegativi, tende all'introversione, allapossessività,almaterialismo.LalamadeiTarocchiassociataalCa-pricorno (e alla Ayin) è quella delDiavolo.Non è infatti insolita l'associazionetra capro e Diavolo, variamenteestrinsecata anche graficamente at-traversoilrovesciamentodellaStellaacinquepunte.Com'ènoto,infatti,mentreilPentalfatracciato con la quinta punta rivoltaverso l'alto, simboleggia il raggiun-gimentodella realizzazionemicroco-smica, quando lo si capovolge, essoassume il sensoopposto ediviene ilsimbolocaroalsatanismo.Dal punto di vista grafico, immagi-nando di inscrivere un uomo all'in-terno della stella, noteremo che ro-vesciandolastella,lasuaquintapun-ta andrà a corrispondere con il fallotostocheconlatesta, ilchesimboli-camenteevidenziailpredominiodel-le forze ctonie e sessuali in luogodiquellespirituali.Quellastessastellacapovoltasembraanchedemarcareleformedellatestadiuncapro(Figura14).Perquantodettorisultagiàevidenteladuplicitàdi significatoche laAyinpuò assumere, sicché le energie che

questarappresentapossonoessereiltramite per raggiungere le vette piùelevatecomegliimipiùprofondi.QuantodettofinorasulCapricornoesul Diavolo, potrebbe anche esserefraintesoemaleinterpretato,pertan-to una precisazione va certamentefatta.Alcunescuolecabalistichedistinguo-no, all'interno del segno del Capri-corno,tre"gradi"evolutivi:• Caprone (Seir, ryes): il simbolodel maschile demoniaco, schiavodellepulsioniinferiori(lastellaacinquepunterovesciata).

• Capra (Ez, ze): simbolo di disci-plinaeperseveranzamaanchediun iper-contenimento emotivocausato da una sorta di controreazioneal"caprone".

• Capretto(Gdi,ydg):simbolodide-terminazione e di forza ma sfu-matidaunaritrovata freschezza,essendoilcaprettoilcucciolodel-lacapra(ilPentalfa).

Nonèuncasochenellacristianità,ilCaprettosiastatosempreconsidera-to come simbolo della purezza delCristo incarnato, di colui che hatrans-mutato la "rabbia" in timor diDio, inteso come rispettoe consape-volezzadellasantitàdellaManifesta-zione.DunqueilsimbolismodelCapricornodescrive il percorso interiore attra-verso cui indirizzare verso l'Alto leforze ctonie innate nell'uomo, latrans-mutazione alchemica delPiombo (associatoperaltroa Satur-no)inOro(associatoalSole),nonchéFigura 14 – Pentalfa e Pentalfa capovolto: l'uo-

morealizzatoeildiavolo

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Figura15– Inalto:Horusche indossa ladop-pia corona. In basso, da sinistra a destra: lacorona bianca dell'Alto Egitto (Hedjet), la co-rona rossa del Basso Egitto (Deshret) e la"doppiacorona"(Pschent).

il capovolgimento del Pentalfa affin-chéessopuntiverso l'Alto tostocheversoilBasso.Sinotiche,simbolicamenteparlando,il segno zodiacale del Cristo è pro-prio il Capricorno3; inoltre, la con-comitanza con il Solstizio d'Inverno(laPortadegliDei),esprimeinmodoprecisoilruolodi"innovatore"chealCristovacertamentericonosciuto.L'apparentecontraddizionetrailCa-prone/Diavolo e il Capretto/Cristorappresenta dunque un'altra vestecon cui presentare i due occhi dellaAyin.Tra ledivinitàegizie certamentepiùnoteeantiche,sicollocaHorus,ilcuisimbolismo è prossimo a quello delCristononchécorrelato,comesiten-teràdisuggerire,aquantofinoraac-cennatosullaletteraAyin.Horus era rappresentato come falco(lanario o pellegrino) o come uomoconlatestadifalco(ieracocefalo)re-cante la "doppia corona" (Pschent oSekhemti, in egiziano antico), sintesidiquellabiancadell'AltoEgitto(Hed-jet)ediquellarossadelBassoEgitto(Deshret).FigliodiIsideeOsiride,ebbeunruo-loprimarionelmito inqualitàdi ri-valedellozioSeth,iltraditoreeucci-sorediOsiride.La sua iconografia è coerente ancheall'etimologia del nome, derivandoquestodahorchesignifica"falco".Il termine hor, in forma femminile(horet)venivautilizzatoperindicare

3Ciòèverosiache lasuanascitasivogliacollocare il 25 Dicembre o che, più tradi-zionalmente,lasicollochiproprioalSolsti-ziod'Inverno,il21Dicembre.

il "cielo"4,mapotrebbeancheesseretradottocome"ilVolto","ilDistante","ilLontano","Coluicheèaldisopra","ilSuperiore".

Daquantodetto,nonèdifficilecom-prendere le ragioni per cui, perestensione,Horus iniziò a essere in-tesocomeilcielostesso;inparticola-

4 Non si dimentichi che il binomio Cielo-Terra,nellatradizioneegizia,presentaunasingolare inversione delle usuali attribu-zionidigenere,essendoconsideratilaTer-racome"maschile"eilCielocome"femmi-nile". Si veda ad esempio Geb (Dio dellaTerra)eNuit (DeadelCielo),coppiadidi-vinitàdell'Enneade,genitoridiIside,Osiri-de,SetheNefti.

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re,ilsuoocchiodestrofuassociatoalsole,ilsinistroallaluna.Nel complesso, dunque, gli occhi diHorus rappresentano l'equilibrio tralepolaritàdell'universo,tral'energiasolare-maschile-razionale e quellalunare-femminile-intuitiva. Ciò è re-so anche attraverso l'attribuzionediHorus al Sole che, sull'Albero dellaVita, corrisponde a Tiphareth, posi-zionatoesattamentealcentrodelPi-lastrodell'Equilibrio.Aulterioreconfermadiquantodetto,inalcunerappresentazioni,alcentrotraidueocchi,èpresenteilcosiddet-toUreo,ilserpenteregalechesimbo-leggia il TerzoOcchio e chedivennepoiunatipicadecorazionedelcopri-capodelFaraone.LacoerenzasimbolicaconilSoleCri-stico, è confermata anche da certeforme in cui Horus fu adorato, adesempioquelladiHorus-Bambino.Ricordiamo in questa sede che Seth,assassinato il fratello Osiride5, nesmembrò il corpo in 14 pezzi. Iside,conl'aiutodiNefti,riuscìpoiarecu-perareericomporretutti ipezziconl'eccezionedelfallo.Ricomposto il cadavere di Osiride,Iside si trasformò inuccelloe,posa-tasi sul corpodelmarito, agitò lealiper rianimarlo, concependo al con-tempo Horus, denominato ancheHorsaset ("Horus figlio di Iside") oHornedjitef ("Horusche siprendecu-radelpadre").La nascita di Horus può dunque es-sere considerata "miracolosa" e, con5Sirammentiquantodettoinmeritoall'oc-chio sinistro della Ayin attraverso cui si"guardanomale"amici,familiariefratelli.

le dovute cautele, può essere acco-stata al concepimento virginale delCristo;nonmancanoinfattiancheglievidentipuntidicontattotra lasim-bologia di Iside e quella della Ma-donna.

Sotto l'aspetto di "difensore del Pa-dre", Horus affrontò lo zio Seth pervendicare l'uccisione diOsiride e ri-vendicarne l'eredità di Signore d'E-gitto, divenendo coì l'archetipo delFaraone. Ciò, come accennato, con-ferma la presenza dell'Ureo nel co-pricapo del Faraone, nonché l'e-spressione riportata nei "Testi dellepiramidi",Hor-em-iakhu("Horusnel-lo splendore") indicante il defuntofaraoneassurtoadiofraglidei.Secondo il mito, durante lo scontrotra zio e nipote, Seth si impossessòdell'occhio "sinistro" di Horus (poirisanatodaThoth)6.

6Inalcuneversionidelmito,specularmen-teallaperditadell'occhiosinistrodiHorus,Sethperseuntesticolo.Taleriferimentosisposa bene con quanto detto a propositodel capovolgimento della Stella a Cinquepunte.

Figura16–StatuadiIsideconHorus(asinistra)edellaMadonnaconilCristo(adestra)

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SeinterpretiamoidueocchidiHoruscome il simbolo del Principio Lumi-noso(ildestro)ediquellooscuro(ilsinistro),appariràancorpiùchiaroilperchéSethsiimpossessòpropriodiquest'ultimo occhio, quello relativoal lato oscuro o, più semplicemente,quello"lunare".Unaltromododivederel'interafac-cenda è considerare l'occhio destrocome simbolo del potere divino-superiore7, mentre il sinistro comesimbolodelpotere"diabolico"cheè,percertiversi,riconducibilealpote-reinferioredell'uomo.Il dominio sull'occhio sinistro equi-varrà allora alla realizzazione deiPiccoliMisteri,mentrequellosull'oc-chio destro al conseguimento deiGrandiMisteri.È intuitiva anche la correlazione tralastoriadiSeth(cheuccideilfratelloOsiride)equelladiCaino(cheuccideAbele),ilchegiustificailriferimento,frequente in Massoneria, alla stirpeumanainquanto"figlidiCaino".Ciò equivale adescrivere l'uomoco-meun"Diocaduto"allaricercadella"viadelritorno".Si noti in merito anche l'assonanzatra la radice egizia hor e i terminiebraici "Or" (rwa, Alef-Vav-Resh),chesignifica"Luce"e"Or"(rwe,Ayin-Vav-Resh)"pelle",dovela"semplice"sostituzione della lettera Aleph conla Ayin, trasforma la "Luce" in "pel-le",l'AltoinBasso,ilDioinuomo.

7Inambitocabalistico,sidicecheinKether(laMonade)"tuttoèdestro",essendoilsuolato"sinistro"rivoltoversol'AinSoph,ver-sola"LuceNegativa".

Sottoquestaprospettiva,allora, l'oc-chiodestrorappresentailDio-Uomo,ilDiochesi fauomo,chedivieneFi-glioesiumiliainnanziagliuomini8.L'occhio sinistro rappresenta inveceUomo-Dio, l'occhio cieco di Horus,l'uomochevuoldivenireunDio,chevuole superareDio stesso e porsi alsuoposto,concettomitologicamenteespressoattraversolafiguradiSeth,diodelMaleedelCaos.Quest'ultima considerazione eviden-zia l'opportunità dell'associazionetra la letteraAyine la lamadelDia-volo, concetto reso splendidamenteneiversidelprofetaIsaiacheaccosta8Siconfrontiquantodettoconlasimbolo-giadelSacrificiocristico.

Figura17–Henosis-completeunionoftheBeingwiththeDivine–TheArtofNeferum

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lacadutadelRediBabiloniaaquelladiLucifero:«Comemaiseicadutodalcielo,astromattutino,figliodell'aurora?Comemaiseiatterrato,tuchecalpe-stavilenazioni?Tu dicevi in cuor tuo: "Io salirò incielo, innalzeròilmiotronoaldiso-pradellestellediDio;misiederòsulmonte dell'assemblea, nella parteestremadelsettentrione;saliròsullesommità delle nubi, sarò simileall'Altissimo"»9Ancora, gli occhidiHoruspotrebbe-roessereaccostatiall'AlberodellaVi-ta (il destro) e all'AlberodellaCono-scenza del Bene e del Male (il sini-stro).Quest'ultimo, inparticolare,costitui-sceilPrincipioelaFinedeldrammacosmico connesso alla cacciatadell'uomodall'Eden.L'Albero della Conoscenzadel Bene edelMale è infattiun riferimentoallalibertà umana e al libero arbitrio ecostituisceilsensosimbolicodell'es-sersi cibati del cosiddetto "fruttoproibito".Presa cioè coscienza dell'esistenzadella dualità, l'uomo si ritrova a do-ver trascendere il binomio Luce-Ombra e ricondurlo all'Unità primi-geniainsitanell'AlberodellaVita.Inaltreparole,lalibertàdisceltapo-nel'uomoinnanziaunbiviosimboli-co, alle due facce di un'unicameda-glia che mostra all'unisono il VoltodelCristoequellodelDiavolo.Si badi che, mentre nella mitologiacristiana il Diavolo ha un connotato9Isaia14:12-14

assolutamente negativo ("sinistro"),nella teologia e nell'immaginario re-ligioso egizio la figura di Seth rap-presentapiùsemplicementeunadel-leduepolaritàimplicitenelladualità:comedirecheladdovec'èluce,cisa-ràancheombra.Aconfermadiciò, inalcuneversionidelmito,Sethsceseinbattagliacon-tro il serpente Apopi e al fianco deldioRa,affinchéquestipotessevince-rela"notte"esorgereall'"alba".Dunque nella sapiente concezioneegizia,BeneeMaleeranoconsideratisolo aspetti complementari dellacreazione e presenti in tutte le divi-nità. Per concludere, ben consapevole diaver appena sfiorato la superficie diuna tematica complessa e articolata,quantosivolevaevidenziareèlame-raviglia della continuità tradizionaleche,incontestidiversietempidiver-si, si adatta, come l'Acqua, manife-standosiconmodalitàdifferenti,purmantenendo inalterata la verginitàdell'insegnamentotramandato.Al di là delle forme espressive checiascunotrovapiùcongeniali,ciòchecontanonsonogliaspettimeramen-te culturali, per quanto affascinantiessisiano,bensìgliinsegnamentichesipossono trarre, farproprieutiliz-zare operativamente per squadrarelapietragrezza…allamaggiorGloriadelS£A£D£M£!

Enzo

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