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SCUOLA PRIMARIA E DELL’INFANZIA PARITARIA ISTITUTO “VASCIAVEO” leg. ric. D.D.G. 26/02/2002 - prot. n. 3798/1 C.F. 81000150714 - P.I. 00559890710 - C.M. FG1E01400A via S. Maria del Rosario, 76 - 71042 CERIGNOLA (FG) Piano Triennale di Offerta Formativa ANNI SCOLASTICI 2016/2017 – 2017/2018 – 2018/2019 Tel. 0885/421035 - Fax 0885/416051 - [email protected] - www.antoniopalladino.it/scuolavasciaveo

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SCUOLA PRIMARIA E DELL’INFANZIA PARITARIA ISTITUTO “VASCIAVEO”

leg. ric. D.D.G. 26/02/2002 - prot. n. 3798/1 C.F. 81000150714 - P.I. 00559890710 - C.M. FG1E01400A

via S. Maria del Rosario, 76 - 71042 CERIGNOLA (FG)

Piano Triennale di Offerta Formativa

ANNI SCOLASTICI 2016/2017 – 2017/2018 – 2018/2019

Tel. 0885/421035 - Fax 0885/416051 - [email protected] - www.antoniopalladino.it/scuolavasciaveo

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in copertina: don Antonio Palladino, fondatore della Congregazione delle Suore Domenicane del Santissimo Sacramento (foto F.lli Di Leno, archivio Suore Domenicane del SS. Sacramento)

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LETTERA DEL DIRIGENTE Carissimi Genitori,

benvenuti nella grande famiglia della Scuola Primaria Paritaria e dell’Infanzia -

Istituto “Vasciaveo”. Abbiamo elaborato, anche grazie al vostro aiuto, il documento che

avete tra le mani al fine di presentarvi, unitamente al nostro POF 2015-2016, le linee-

guida e i principi ispiratori del percorso formativo che perseguiamo.

Vi siamo grati per la disponibilità e la fiducia che ci dimostrate, certi che la

condivisione delle scelte educative sia la premessa indispensabile per la piena

realizzazione dell’esperienza scolastica dei vostri figli.

la Dirigente Suor Pasqualina Maglie

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INDICE

PREMESSA: PERCHÈ PREDISPORRE UN PIANO DI OFFERTA FORMATIVA TRIENNALE

SEZIONE 1 – ANALISI DEL CONTESTO E DEI BISOGNI DEL TERRITORIO DI RIFERIMENTO

1.1. DISPERSIONE SCOLASTICA

1.2. EVASIONE SCOLASTICA

1.3. MINORI FUORI FAMIGLIA

SEZIONE 2 – IDENTITÀ STRATEGICA

2.1 IL PROGETTO EDUCATIVO

2.2 PRIORITÀ FISSATE PER IL TRIENNIO DI RIFERIMENTO

2.3 IL PIANO DI MIGLIORAMENTO

SEZIONE 3 – ORGANIZZAZIONE FUNZIONALE E DIDATTICA

3.1 LA VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI

3.2 I RAPPORTI AD INTRA E AD EXTRA

3.3 I SERVIZI OFFERTI

SEZIONE 4 – CURRICOLO DELL’ISTITUTO

4.1 TRAGUARDI ATTESI IN TERMINI DI COMPETENZE

4.2 AZIONI DELLA SCUOLA IN RELAZIONE AI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

4.3 LINEE METODOLOGICHE

APPENDICE – I PROGETTI PER L’A.S. 2015/2016

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ELABORATO dal Collegio dei Docenti con Delibera n. 03 del 07 gennaio 2016 sulla scorta dell’atto di indirizzo del Dirigente scolastico emanato con nota prot. n. 01 del 25 novembre 2015, dopo le interlocuzioni preliminari, nel corso delle quali sono state vagliate le proposte ed i pareri formulati dagli studenti, dagli Enti Locali e dalle diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti nel territorio, nonchè degli organismi e delle associazioni dei genitori; APPROVATO dal Consiglio di Istituto con Delibera n. 02 del 18 gennaio 2016; TENUTO CONTO del RAV – RAPPORTO ANNUALE DI AUTOVALUTAZIONE, di cui alla Delibera del Collegio dei Docenti n. 01 del 07 luglio 2015; TENUTO CONTO del PDM – PIANO DI MIGLIORAMENTO, di cui alla Delibera del Collegio dei Docenti n. 03 del 7 gennaio 2016; PREVIA PUBBLICAZIONE del suddetto piano nel portale unico dei dati della scuola. AI SENSI del: Art. 1, commi 2, 12, 13, 14, 17 della Legge n. 107 del 13/07/2015 recante la “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazionee delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”; Art 3 del DPR 8 marzo 1999, n. 275 “Regolamento recante norme in materia di curriculi nell’autonomia delle istituzioni scolastiche”, così come novellato dall’art. 14 della Legge n. 107 del 13/07/2015; Piano delle Performance 2014/2016 del MIUR adottato ai sensi dell’articolo 15, comma 2 lettera b) del D.lgs. 27 ottobre 2009, n. 150; Nota MIUR n. 2157 del 5 ottobre 2015; Nota MIUR n. 2805 dell’11 dicembre 2015

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Premessa: perché un Piano Triennale di Offerta

Formativa

Il regolamento dell’Autonomia contenuto nel D.P.R. 08/03/1999, n°275, art.3 prevedeva che ogni Istituto predisponesse il Piano dell’Offerta Formativa ( POF), documento fondamentale e costitutivo dell’identità culturale e progettuale della scuola, che ne esplicitava la progettazione curriculare, extracurriculare, educativa ed organizzativa relativa al singolo anno scolastico.

La legge 13/07/2015, n°107 ha modificato tale articolo, prevedendo una pianificazioine

triennale, rivedibile annualmente entro il mese di ottobre, introducendo il Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF).

In cosa consiste la differenza sostanziale con il POF annuale? Se quest’ultimo voleva restituire il modello organizzativo e l’immagine identitaria statica della scuola, con il Piano Triennale la Scuola deve cercare di guardare oltre, puntando ad una visione di lungo periodo che ne descriva le istanze progettuali nell’ottica di identità strategica e dinamica, capace di andare oltre la contestualizzazione della propria azione perché in grado di unire coerentemente la missione alle azioni realizzabili nel lungo periodo con

le risorse a disposizione.

Nel redigere questo documento, la nostra Scuola, oltre a pianificare la propria attività su un periodo triennale, si propone di fornire uno strumento di comunicazione chiaro e leggibile per gli studenti e le loro famiglie.

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Sezione 1 – Analisi del contesto e dei bisogni del territorio

di riferimento

Cerignola, cittadina situata quasi nel mezzo del Tavoliere delle Puglie, vive per lo più del lavoro agricolo; negli ultimi anni si va sviluppando anche il terziario.

Analizzando la distribuzione della popolazione (pari a 59.103 abitanti) per fascia di età del comune di Cerignola, emerge che quella relativa alla fascia di età 0-17 anni incide in modo rilevante sulla popolazione complessiva (pari al 22%), se pur la popolazione risulta costituita in gran parte da anziani (pari al 64,00%). In dettaglio gli adolescenti

nella fascia di età (11-17 anni) risultano essere nel comune di riferimento pari a 6.459. Inoltre la popolazione di Cerignola negli ultimi anni ha seguito un trend positivo rilevando nel 2011 n. 20.201 nuclei familiari, con un numero medio per famiglia pari a 2,80 componenti.(Trend ultimi anni del numero abitanti, dati al 31 dicembre 2012 derivanti dalle indagini effettuate presso gli Uffici di Anagrafe, Elaborazione su dati Istat).

Se allarghiamo la nostra prospettiva di analisi esaminando il livello di qualità della vita presente nella provincia di Foggia, prendendo in considerazione l’ultimo dossier

redatto dal “Il Sole 24 Ore”, emerge che la stessa provincia si colloca nella classifica delle province italiane a 99° posto su 107 province, rilevando una bassissima qualità della vita, in relazione al tenore di vita, Affari e lavoro, Servizi ambiente e salute, Ordine pubblico, Popolazione, Tempo libero, ecc. Tale risultato è giustificato dal fatto che il fenomeno della disoccupazione è piuttosto consistente, per cui molto spesso tanto le nostre “braccia” (soprattutto gli operai edili) che le nostre “menti” (giovani laureati e diplomati) sono costretti a cercare futuro altrove.

La perdita del lavoro del capofamiglia incide notevolmente anche sul tasso di scolarizzazione dei minori del territorio locale in quanto i minori sono indotti ad abbandonare la scuola per dedicarsi a lavori di ogni genere. I minori iscritti nelle scuole cittadine di ogni ordine e grado (comprese quelle private) per l’A.S: 2013-2014 sono 12.397 così suddivisi:

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Il tasso di scolarizzazione è rappresentato dal seguente grafico:

La manifestazione del disagio e devianza minorile presenti nel territorio cerignolano si manifestano attraverso le seguenti problematicità: dispersione scolastica, uso e abuso di sostanze illegali e legali, l’allontanamento dei minori dal proprio nucleo familiare con problematicità elevate, ecc.

1.1 Dispersione scolastica

La dispersione riguarda tutti i livelli scolastici: ma, mentre nei percorsi della scuola

primaria il fenomeno si mantiene su valori decisamente contenuti, nella secondaria di primo grado esso diventa consistente e nella secondaria di secondo grado diventa addirittura esplosivo.

In relazione alla prima tipologia di problematicità risulta che la provincia di Foggia è terza provincia pugliese per abbandono degli studi nelle scuole secondarie di II° grado, soprattutto al

primo anno di corso negli istituti scolastici. Allargando la prospettiva al contesto

regionale la regione Puglia presenta un elevato livello di early school leavers (ragazzi 18-24 anni con la sola licenza media e non più in formazione) rispetto alle altre regioni, soprattutto del nord del Paese,

anche se negli ultimi anni è stato registrato un calo di 10,5 punti percentuali dal 2004 al 2012 (relazione del MIUR sulla dispersione scolastica-2013).

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1.2 Evasione Scolastica

Dai dati ricevuti dall’Ufficio Servizi Sociali del Comune di Cerignola in merito all’evasione scolastica rispetto all’anno scolastico 2013-2014 si evince come tale

fenomeno risulta essere un dato al quanto allarmante soprattutto per le scuole medie e superiori. Infatti, dalla tabella seguente si può riscontrare come gli evasori scolastici delle scuole primarie sono 14, tutti alunni stranieri.

1.3 Minori fuori famiglia

Dal rapporto statistico Minori fuori famiglia nella Provincia di FOGGIA realizzata dall’Osservatorio Osservatorio Regionale Politiche Sociali, Rapporto Statistico, il totale

dei minori fuori famiglia nell’Ambito territoriale di Cerignola risulta essere pari a 74 di cui 33 i minori nei servizi e 41 i minori in affido, risultando fra gli otto ambiti territoriali che comprendono la provincia di Foggia quello avente il maggior numero di minori fuori famiglia, preceduto solo dall’ambito territoriale di Foggia. Ecco che il contesto familiare risulta essere “il primo” responsabile di una illegalità diffusa, generando a sua volta insicurezza. Da qui la necessità di potenziare la rete domiciliare ADE (Assistenza domiciliare educativa), i servizi affido, centri di sostegno alla

genitorialità e centri polivalenti per minori.

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Sezione 2 – Identità strategica

2.1 Il progetto educativo

La Congregazione delle Suore Domenicane del S.S. Sacramento, è stata fondata il 19 ottobre 1927 per ispirazione del sacerdote Don Antonio Palladino, da Ripalta Vasciaveo (in religione Suor Tarcisia) e coadiuvata dalla sorella Angela (in religione

Suor Maria Angela),che avviarono l’azione educativa ispirata al carisma proprio della Congregazione “Suore Domenicane del S.S. Sacramento”.

La Comunità delle Suore s’impegna in un progetto educativo basato sul rispetto profondo della personalità dell'allievo, della sua grandezza e debolezza e della sua dignità di figlio di Dio.

Il progetto educativo esprime "l’identità della scuola", ne precisa gli obiettivi e li traduce in termini operativi concreti, sul piano educativo, culturale e didattico,

diventando il criterio ispiratore e unificante di tutte le scelte e di tutti i contributi.

Per le particolari caratteristiche che esso ha all’interno della scuola cattolica, è evidente che un progetto educativo che impegna la persona profondamente richiede la libera adesione di tutti quelli che vi partecipano: non può essere imposto ma viene offerto come possibilità e, come tale, può essere rifiutato.

2.1.1 L’Istituto “Vasciaveo”

Nel progetto educativo specifico, si ritiene necessario presentare che la Congregazione

delle Suore Domenicane del S.S. Sacramento,fondata col “carisma eucaristica”, dà questo tono specifico a tutte le opere che essa svolge: scuole dell’Infanzia e Primarie

L’Istituto si dedica all’azione educativa, partecipando alla missione della Chiesa, e concretizza tale azione in scelte capaci di rispondere alle esigenze del tempo e del luogo in cui è chiamato a operare. La scuola di ogni ordine e grado, è il primo e principale campo in cui orientare le sue scelte.

«Le scuole della Congregazione siano “comunità aperte” capaci di formare alla vita, e

inserite nella situazione concreta, religiosa e civile del quartiere e della zona in cui esse sorgono».

Da qui anche un impegno educativo che coinvolge tutta la comunità religiosa in ogni momento della giornata: nella scuola, nell’assistenza, nel tempo libero, nella preghiera con gli alunni, nel guidarli e prepararli alla vita.

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2.1.2 I principi-guida del Progetto Educativo

1 – La Congregazione delle Suore del Santissimo Sacramento mira alla formazione di un’autentica coscienza cristiana nell’animo degli alunni i quali, attraverso un costante

processo di promozione umana, dovranno rendersi idonei ad accogliere e a vivere in se stessi il messaggio evangelico, realizzando la "sintesi tra cultura e fede" (s.c. 37)

2 – La cultura, come risultato dell’attività umana – e perciò acquisizione critica e creatrice dell’esperienza -, va intesa come occasione per la liberazione dell’uomo, prima di tutto dal proprio egoismo, e come via per la crescita della giustizia tra gli uomini. Perciò il nostro impegno culturale va orientato in modo che sia accessibile a tutti il diritto alla educazione, al lavoro, alla necessaria informazione.

3 – Centro, quindi, della nostra "educazione evangelizzatrice" è l’uomo nel periodo di crescita e di sviluppo della sua personalità.

Di esso si riconoscono e si affermano gli inalienabili diritti alla piena libertà responsabile, alla realizzazione delle sue profonde aspirazioni, alla giustizia, all’amore e alla pace personale, familiare e sociale e, in particolare, ai supremi valori spirituali ed etico-religiosi, inserendosi adeguatamente nella società civile ed ecclesiale.

Il progetto educativo è la traccia di un cammino da attuare in modo concreto attraverso un programma che ha delle finalità ben precise, identificabili nei seguenti punti:

• impegno pedagogico per la promozione di una personalità armonica in ogni suo aspetto fisico,psichico, affettivo, sociale e spirituale secondo il criterio del nostro essere cristiani;

• educazione ai valori che sottendono alla fede religiosa; • trasmissione di cultura storica cristiana finalizzata ad assimilare valori ed a

scoprire verità che aiutino l’individuo a realizzare una personale sintesi tra fede-cultura-vita;

• la storia e l’ispirazione cristiana; • la centralità della persona; • una scuola di democrazia, luogo di tutti e per tutti; • una scuola in cui la “diversità” diventa valore; • una scuola che diventa cultura attraverso la cultura; • una scuola, luogo della tolleranza, della solidarietà, della pace; • una scuola ispirata ai valori del Vangelo; • una scuola dove l’educazione diventa testimonianza; • solidarietà e partecipazione; • l’interpretazione dei bisogni e delle domande sociali; • scuola, luogo di comunità e della comunità; • l’autonomia istituzionale, pedagogico-didattica e organizzativa; • le relazioni con l’extra scuola per un ecosistema della formazione; • i rapporti con gli enti locali.

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Tutti questi aspetti saranno sviluppati sotto lo sguardo di Maria, Madre e Maestra della Chiesa, che ha seguito la crescita in sapienza e in gioia del suo Figlio e, fin dall’inizio, ha accompagnato la Chiesa nella sua missione di salvezza.

In quanto "scuola cattolica", la nostra comunità educativa è parte integrante della Chiesa locale, alla quale deve quindi offrire il suo efficace contributo con il dinamismo pedagogico che le è proprio.

Si inserirà pertanto nella programmazione pastorale della Diocesi, collaborando con le varie istituzioni ecclesiali in rapporto di integrazione positiva, allo scopo di promuovere

la crescita nella fede dei propri membri, in una dimensione comunitaria sempre più ampia e aperta alle esigenze della società.

Finalità specifica della scuola Primaria e dell’Infanzia è la formazione integrale del bambino nella sua individualità, irripetibilità e specificità. La proposta educativa del nostro Istituto deve dunque mirare allo sviluppo di tutte le potenzialità del bambino per far sì che si pongano le basi per la formazione della personalità, attraverso:

• la promozione dell’ identità dell’uomo e del cristiano, sviluppando il sentimento di appartenenza alla famiglia, al più ampio contesto della comunità ecclesiale e dell’intera famiglia umana;

• l’educazione dell’ autonomia, promuovendo il "rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente, la solidarietà, la giustizia e l’impegno ad agire per il bene comune";

• la cura della competenza come primo approccio alle conoscenze e agli strumenti culturali con i quali l’uomo esprime il tentativo di organizzare la propria esperienza, di esplorare e ricostruire la realtà, conferendole significato e valore.

Una personalità affettiva sicura, autonoma, aperta alla relazione con gli altri, desiderosa di scoprire e di conoscere, libera, alla ricerca del senso della propria vita.

Ogni progetto educativo sottintende un "progetto di uomo" che si vuole contribuire a realizzare ed ha una sua propria matrice culturale di riferimento. Il progetto educativo della scuola cattolica fa propria la concezione della persona espressa dal Vangelo.

Suo compito primario è quello di assicurare un ambiente educativo che conduca il bambino ad acquisire un atteggiamento di ascolto e di risposta alla "vocazione" cui è chiamato come persona.

Il bambino è avviato con gradualità, in un clima di rispetto e di amore, a scoprire il

significato della propria vita, a crescere nella cultura del cuore, nella speranza del domani, nella fiducia verso gli altri e nella sicurezza del proprio agire.

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2.1.3 La Comunità Educativa

La comunità educante si riconosce in tutte le sue componenti: Genitori, Alunni, Educatori che sono chiamati a collaborare ed ha come fine la promozione umana e la

formazione culturale e religiosa dei giovani alunni.

La collaborazione responsabile per attuare il comune progetto educativo è sentita, quale dovere di ciascuno, da tutti i membri della comunità ed esercitata secondo i ruoli ed i compiti di ciascuno.

Caratterizza l’agire della comunità educante:

- la capacità di ascolto, intesa come apertura e condivisione attiva ai problemi dei giovani alunni;

- la gioia che si manifesta attraverso la semplicità del contatto umano nei momenti di gioco, tempo libero e in tutti i momenti educativi;

- l’amore ossia la sensibilità e la disponibilità ai bisogni spirituali e materiali dei componenti la comunità.

La nobiltà del compito cui gli educatori sono chiamati richiede che, ad imitazione dell’unico Maestro, Cristo, essi rivelino il mistero cristiano non solo con la parola, ma anche con ogni loro gesto e comportamento.

LA COMUNITA’ DELLE SUORE

La comunità delle Suore Domenicane del S.S. Sacramento a cui è demandata in ultima istanza la responsabilità principale della gestione della Scuola Primaria e dell’Infanzia, attraverso specifiche funzioni di direzione, amministrazione e coordinamento, dovrà rendersi vera animatrice delle varie attività educative, senza, ovviamente, sostituirsi a nessun’altra componente della Comunità nello svolgimento delle rispettive attribuzioni.

Sarà suo compito specifico la animazione cristiana dell’Istituto, ispirando la propria azione educativa alle direttive della Chiesa, al carisma proprio dell’ opera secondo lo spirito dei fondatori Padre Antonio Palladino e Madre Tarcisia Vasciaveo.

PERSONALE DOCENTE

Tutti i docenti, laici e religiosi, dovranno recepire le esigenze dei giovani alunni, cercando di confrontare la propria visione cristiana del mondo con la loro ottica e

aggiornando la didattica e i contenuti per colmare il divario generazionale.

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LA FAMIGLIA

La famiglia, società naturale, essendo la prima responsabile della educazione dei figli, è chiamata:

- ad essere consapevole dell’identità della scuola che sceglie per essi;

- ad assumere con la scuola un comune impegno educativo nel processo della loro formazione culturale e morale, in atteggiamento di costante dialogo e di consonanza sulle linee educative;

- è chiamata inoltre a partecipare alla vita della Scuola.

GLI ALUNNI

Agli alunni della Scuola Primaria e dell’Infanzia, si chiede di rendersi consapevoli del suo indirizzo educativo, di condividerlo impegnandosi ad approfondire il messaggio cristiano, a viverlo o per lo meno a confrontarsi con esso in atteggiamento di apertura e di ricerca.

PERSONALE NON DOCENTE

Parimenti è da valutare la funzione del personale non docente, che nei vari ruoli di

collaborazione svolge un compito indispensabile e quindi pieno di responsabilità per il buon funzionamento dell’Istituto.

Anche per esso, quindi, s’impone l’obbligo della competenza professionale e della coerenza morale.

2.2 Priorità fissate il triennio di riferimento

Nelle nuove indicazioni per il curricolo della scuola d’infanzia e del primo ciclo dell’istruzione si legge: “Compito della scuola è educare istruendo le nuove generazioni” ed ancora ”educare istruendo è un’aggiunta di responsabilità del docente come del genitore che si declina nell’essere maestri di vita, testimoni di ciò che si trasmette”

2.2.1 La scuola dell’infanzia

La scuola dell’infanzia si propone come contesto di relazione, di cura e di apprendimento, si pone lo scopo di offrire un clima sereno che favorisca l’esprimersi della personalità di ciascuno, cerca di porre le basi di forme collaborative, rispettose

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delle persone e delle cose, dove l’apprendimento avviene attraverso il gioco e l’esperienza, con una particolare attenzione allo stile educativo, allo spazio, ai tempi e alla partecipazione.

La scuola dell’infanzia, comprende 4 sezioni, fa parte del sistema scolastico e si qualifica per il compito di promuovere la formazione integrale della personalità dei bambini dai tre ai sei anni: deve consentire ai bambini e alle bambine, che la frequentano, di raggiungere avvertibili traguardi di sviluppo in ordine all’identità, all’autonomia ed alla competenza.

Nella scuola dell’infanzia:

• il gioco è la prima attività del bambino, esso ha un posto importante nella sua

vita e rappresenta uno dei mezzi più importanti che i bambini utilizzano per la conoscenza del mondo e la propria realtà interna. L’attenzione della scuola dell’infanzia è quella di rivolgersi ai bambini con giochi adeguati alle loro possibilità.

I Nuovi Orientamenti richiamano l’attenzione degli operatori all’importanza del gioco e la sua centralità, rispetto le attività ,in continuità con gli altri intenti educativi.

• Accoglienza intesa come qualcosa che avviene nel tempo: comincia il primo giorno e continua i successivi perché è un processo continuativo.

Gli spazi accuratamente predisposti, l’instaurare un clima positivo in sezione, l’essere disponibili all’ascolto di ciascun bambino, l’avere una buona proposta educativa fanno parte dell’accoglienza.

I rapporti con le famiglie sono di fondamentale importanza perché partecipano alla formazione della personalità dei bambini.

La famiglia rappresenta il contesto primario del bambino e la scuola si colloca nel quadro di tutte quelle situazioni ed esperienze che il bambino vive in un altro contesto educativo.

2.2.2 La scuola primaria

Nella scuola del primo ciclo ”la progettazione didattica” deve :

“Stimolare le capacità affinché diventino competenze attraverso conoscenze e abilità”

- “Capacità”. Per capacità si intende una potenzialità e una propensione dell’essere umano, a fare, pensare, agire in un certo modo. Riguarda ciò che una persona può fare, pensare e agire, senza per questo aver già trasformato questa sua

possibilità (poter essere) in una sua realtà (essere). Le capacità non sono mai statiche, definite una volta per tutte, ma sempre dinamiche, in evoluzione.

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Inoltre, coinvolgono sempre tutto ciò che siamo e che possiamo essere. Chi pensa, in questo senso, le capacità delle persone come separate le une dalle altre, ne impoverisce la forza educativa: esse, al contrario, sono sempre unitarie ed

integrate e , per questo, si influenzano anche molto a vicenda”.

- “Competenza”. Le competenze sono l’insieme delle buone capacità potenziali di ciascuno portate effettivamente al miglior compimento nelle particolari situazioni date: ovvero indicano quello che siamo effettivamente in grado di fare, pensare e agire, adesso, nell’unità della nostra persona, dinanzi all’unità complessa dei problemi e delle situazioni di un certo tipo (professionali e non professionali) che siamo chiamati ad affrontare e risolvere in un determinato

contesto. E’ quindi “com-petente” chi “mette insieme” tante dimensioni nell’affrontare un compito, lo affronta bene e in questo, da sempre tutto il meglio di se stesso”.

- “Conoscenze e abilità”. Le capacità personali diventano competenze personali grazie all’insieme degli interventi educativi promossi da tutte le istituzioni educative.

Le conoscenze riguardano il sapere: quello teoretico, ma anche quello pratico. Le abilità

sono la condizione e il prodotto della razionalità tecnica dell’uomo. Si riferiscono, quindi, al saper fare: non solo al fare, ma appunto anche al sapere le ragioni e le procedure di questo fare”.

Il Profilo educativo culturale esplicita ciò che un alunno dovrebbe sapere (conoscenze) e fare (abilità) in questo preciso momento della sua crescita, per essere (competenze).

Un soggetto è riconosciuto competente quando, mobilitando tutte le sue capacità intellettive, estetico-espressive, motorie, operative, sociali, morali, spirituali e religiose, e soprattutto amplificandole ed ottimizzandole utilizza le conoscenze e le proprie abilità

per:

- arricchire il personale modo di essere con il mondo - interagire positivamente con gli altri - affrontare e risolvere situazioni nuove e complesse - gustare il bello - conferire senso alla vita

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2.3 Il Piano di Miglioramento

2.3.1 Le azioni messe in campo: il RAV

A partire dal corrente anno scolastico tutte le scuole sono coinvolte nel processo di autovalutazione con l’elaborazione finale del Rapporto di Autovalutazione (RAV), da rendere pubblico sul portale del ministero entro luglio 2015.

L’Autovalutazione, prima fase del procedimento di valutazione, e ̀ un percorso di riflessione interno ad ogni scuola finalizzato ad individuare concrete piste di miglioramento, grazie alle informazioni qualificate di cui ogni istituzione scolastica dispone.

L’Autovalutazione ha la funzione di fornire una rappresentazione della scuola attraverso l’analisi del suo funzionamento e costituisce la base per individuare le priorita ̀ di sviluppo verso cui orientare nel prossimo anno scolastico il Piano di miglioramento.

Il RAV (rapporto di Autovalutazione) offre i primi strumenti di analisi della realta ̀ scolastica, strumenti da discutere, regolare e consolidare nel tempo grazie alla collaborazione e al confronto tra le varie Istituzioni della scuola.

Esso è innanzitutto una mappa della scuola. Costituito da 49 indicatori, raggruppati in 15 aree, a loro volta raccolte in tre macroaree (Contesti e risorse - Esiti – Processi), il format diffuso oggi prevede che gli istituti debbano analizzare:

-IL CONTESTO in cui operano (popolazione scolastica, territorio e capitale sociale,

risorse economiche e materiali, risorse professionali);

-GLI ESITI dei loro studenti (i risultati scolastici, ma anche quelli delle prove standardizzate, le competenze chiave raggiunte e i risultati a distanza, vale a dire, fra l’altro, gli esiti nei cicli scolastici successivi, l’eventuale prosecuzione negli studi universitari, l’inserimento nel mondo del lavoro);

-I PROCESSI di organizzazione e gli ambienti di lavoro (dalla predisposizione e progettazione della didattica, alla predisposizione degli ambienti di apprendimento

passando per l’integrazione con il territorio).

Il R.A.V. è, dunque, uno strumento di lavoro comune che tutte le scuole italiane potranno utilizzare per riflettere su se stesse e darsi degli obiettivi di miglioramento.

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2.3.2 I risultati degli studenti come indicatore di qualità delle performance

I dati forniti dal MIUR in occasione della compilazione del RAV, relativi al nostro Istituto, crediamo forniscano un quadro decisamente positivo rispetto al delicato tema

dei risultati scolastici, soprattutto in termini di chiarezza e coerenza interna dei dati stessi. In particolare, infatti, è possibile effettuare le seguenti considerazioni:

rispetto agli esiti degli scrutini, i dati premiano lo sforzo compiuto per individuare già nel primo anno, gestire in maniera ottimale negli anni intermedi e rimandare solo all’ultimo anno le non  ammissioni;

circa i “trasferimenti” e gli “abbandoni”, il quadro analitico appare estremamente positivo (assenza di casi di abbandono, media superiore dei trasferimenti in entrata e

assenza dei trasferimenti in uscita).

Tali dati consolidano il trend prima registrato, che evidenzia ulteriormente l’individuazione di “una ricetta complessiva che funziona”, in termini di offerta didattica e di personale (che diviene sempre più “attrattiva” verso la popolazione bersaglio) e della politica interna di prevenzione e contrasto all’abbandono scolastico, mediante il coinvolgimento delle famiglie e l’offerta di assistenza e servizi di supporto che esulano da quelli strettamente correlati alla didattica.

Risultati nelle prove standardizzate nazionali

Punti di forza

I punti di forza da registrare, in base ai dati forniti, sono i seguenti:

- punteggio medio per le classi seconde superiori alle medie provinciali, regionali e nazionali, sia in italiano che in matematica;

- ridotta variabilità TRA le due classi seconde, sia in italiano che in matematica;

- profilatura dei livelli interni di valutazione (da 1 a 5) diversa rispetto alle medie provinciali, regionali e nazionali, sia per le classi seconde che quinte e sia per italiano che per matematica.

Tali risultati si spiegano mediante una corretta applicazione della medesima metodologia didattica e disciplinare che ha portato ad un apprendimento omogeneo tra le classi e superiore, in termini punteggio medio, alle medie di altre scuole. Infine, si conferma il dato relativo alla scelta di compiere, per quanto possibile, una

"personalizzazione" degli interventi per singolo alunno, che hanno portato profilature di livelli raggiunti diversi rispetto alla media di altre scuole.

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Punti di debolezza

I punti di debolezza da registrare, in base ai dati forniti, sono i seguenti:

- punteggio medio per le classi quinte inferiori alle medie provinciali, regionali e nazionali, sia in italiano che in matematica;

- accentuata variabilità TRA le due classi quinte, sia in italiano che in matematica;

Tali criticità sono legate principalmente ad un fattore contingente ed estemporaneo di una sezione delle classi quinte composta per la maggior parte da bambini di estrazione socio-culturale problematica, verso i quali si è preferito agire, più che sul piano del profitto scolastico, su quello pedagogico e comportamentale. Tale scelta ha avuto ovvie

ricadute sul profitto, ma crediamo possa risultare decisiva per il successo scolastico nel medio-lungo periodo dell'intero percorso di questi soggetti (scuola secondaria).

 

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2.3.3 Individuazione delle priorità e dei traguardi: il Piano di Miglioramento

L'autovalutazione è stata dunque l'occasione per mettere in chiaro i punti di forza e di debolezza del sistema gestionale adottato dal management e poter tracciare le linee

guida di massima di una possibile strategia di miglioramento delle criticità riscontrate.

La scelta delle priorità è stata dunque basata sui risultati dell'autovalutazione effettuata, facendo ricadere queste ultime nelle dimensioni “Competenze chiave e di cittadinanza” e “risultati a distanza”.

Come più volte ribadito, infatti, dalla analisi realizzata sono emerse due principali criticità:

• la carente formalizzazione di accordi istituzionali con gli altri attori locali (scuole,

ente locale, altri soggetti del non profit, ecc.)

• la rigidità e scarsa flessibilità dell'organizzazione oraria adottata dalla scuola.

In particolare, con riferimento al primo dei punti deboli individuati (scarsa formalizzazione di accordi istituzionali), la direzione didattica intende nei prossimi tre anni adottare una strategia di contatto e collegamenti con le altre scuole presenti sul territorio e con le istituzioni locali al fine di sottoscrivere accordi di collaborazione su vari aspetti, quali:

• monitoraggio delle scelte scolastiche degli alunni fuoriusciti dalla scuola;

• condivisione di attività comuni per i ragazzi;

• alleanze educative di sostegno alle famiglie problematiche ecc.

In riferimento invece al secondo aspetto, i limiti dimensionali della nostra organizzazione impongono un'attenta valutazione di prefattibilità, che sappia contemperare gli indubbi vantaggi per gli studenti e le loro famiglie con i costi economici e organizzativi.

Parallelamente, l'autovalutazione effettuata e la conseguente strategia di miglioramento individuata, centrata su due linee prioritarie di azione, permetterà di

impattare positivamente su molteplici obiettivi di processo.

Da un lato, infatti, una maggiore formalizzazione di accordi istituzionali con le altre agenzie educative e con l'Ente locale permetterà di:

- implementare le già esistenti e consolidate azioni di inclusione sociale e sostegno del disagio riscontrato nella propria popolazione scolastica, mediante una maggiore sinergia territoriale a tutto vantaggio dei ragazzi e delle loro famiglie

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- migliorare il monitoraggio della continuità scolastica nei cicli superiori e dei risultati scolastici degli alunni fuoriusciti dalla scuola

- permettere l'acquisizione di nuove conoscenze e competenze del personale, sia

docente che amministrativo.

La seconda linea di azione, incentrata su una valutazione di prestabilità di una eventuale estensione oraria, permetterà di:

- migliorare l'ambiente di apprendimento, mediante l'ottimizzazione di spazi e orari

- differenziare maggiormente attività e orari, a favore di una maggiore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per le famiglie e del potenziamento

delle attitudini per gli studenti, che beneficerebbero delle aggiuntive azioni di orientamento

Ovviamente la previsione di una simile valutazione non avrà un esito scontato, in quanto dovrà necessariamente tener conto dei costi economici e organizzativi eventuali.

Di seguito il prospetto dei singoli obiettivi strategici:

1) Curricolo, progettazione e valutazione

Le riunioni di programmazione avranno ad oggetto sia la valutazione di una eventuale estensione oraria che l'organizzazione di incontri istituzionali

2) Ambiente di apprendimento La valutazione di prefattibilità dell'estensione oraria riguarderà anche gli ambienti scolastici e la loro fruibilità potenziale.

3) Inclusione e differenziazione Il consolidato sostegno offerto alle famiglie in difficoltà non potrà che giovarsi di un potenziamento degli accordi con le locali agenzie educative.

4) Continuita' e orientamento A. La prima linea di azione ha come finalità un maggiore sostegno all'orientamento, favorito da attività aggiuntive pomeridiane. B. Anche la seconda linea di azione è finalizzata, attraverso la collaborazione con il territorio, a implementare il monitoraggio degli alunni.

6) Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane

Una maggiore collaborazione istituzionale non potrà che arricchire ulteriormente il bagaglio di conoscenze e competenze del personale scolastico

7) Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie

Entrambi gli aspetti costituiscono le finalità principali delle due azioni individuate.

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2.3.3 Le azioni da realizzare: obiettivi, risultati attesi, metodologia di valutazione

Azione strategica n. 1

Realizzazione di uno studio di prefattibilità avente ad oggetto una eventuale estensione oraria delle attività scolastiche al pomeriggio, al fine di arricchire e potenziare l’offerta formativa dell’Istituto.

Effetti positivi a medio termine • Valutazione degli esiti e degli impatti di una simile strategia operativa Effetti negativi a medio termine • Rallentamento temporale e complicazione dei processi organizzativi interni. Effetti positivi a lungo termine • Eventuale ampliamento dell’offerta formativa in caso di valutazione positiva Effetti negativi a lungo termine • Eventuale impossibilità ad ampliare l’offerta formativa mediante estensione oraria in caso di valutazione negativa. Risultati attesi • Realizzazione di NT 01 studio di prefattibilità Indicatori di monitoraggio • NT riunioni operative • Presenza di un rapporto di compatibilità tra ambienti e spazi esistenti e standard richiesti dalla normativa di settore vigente • Presenza di una analisi S.W.O.T. • Presenza di uno studio di prefattibilità Modalità di rilevazione • Fogli firme e presenze • Studio di prefattibilità Azione strategica n. 2

Sottoscrizione di accordi formali con gli altri stakeholders locali, con particolare riferimento alle altre agenzie educative presenti ed attive, al fine di implementare le

azioni di inclusione sociale della popolazione studentesca a rischio di emarginazione, con particolare riferimento agli alunni stranieri, la cui presenza risulta significativa nell’Istututo.

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Effetti positivi a medio termine • Realizzazione di azioni congiunte Effetti negativi a medio termine • Eventuale aumento dei costi nel breve-medio periodo Effetti positivi a lungo termine • maggiore efficienza (economie di scala e riduzione costi) • maggiore efficacia (di esito e di impatto) • clima più favorevole (interno ed esterno) • risorse umane (empowerment) Effetti negativi a lungo termine • non preventivabili Risultati attesi • Formalizzazione di almeno NT 01 accordo con altri soggetti del territorio. Indicatori di monitoraggio • NT incontri propedeutici • NT accordi sottoscritti • NT azioni ivi previste Modalità di rilevazione • Analisi accordi sottoscritti.

2.3.4 Il fabbisogno di risorse umane, economiche e strumentali

Azione strategica n. 1

Impegno di risorse umane interne alla scuola

Figure professionali Tipologia di attività

Ore aggiuntive presunte

Costo previsto

Fonte finanziaria

Docenti Realizzazione dello studio e di tutte le azioni propedeutiche

50 0 normale retribuzione

Personale ATA azioni di supporto e raccordo

10 0 normale retribuzione

Altre figure non previste 0 0 nessuna

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Impegno finanziario per figure professionali esterne alla scuola e/o beni e servizi

Impegni finanziari per tipologia di spesa Impegno presunto Fonte finanziaria

Formatori 0 nessuna

Consulenti 0 nessuna

Attrezzature 0 nessuna

Servizi 0 nessuna

Altro 0 nessuna Azione strategica n. 2

Impegno di risorse umane interne alla scuola

Figure professionali

Tipologia di attività

Ore aggiuntive presunte

Costo previsto

Fonte finanziaria

Docenti Nessuna 0 0 nessuna

Personale ATA

nessuna 0 0 nessuna

Altre figure Dirigente scolastico

30 0 normale retribuzione

Impegno finanziario per figure professionali esterne alla scuola e/o beni e servizi

Impegni finanziari per tipologia di spesa Impegno presunto Fonte finanziaria

Formatori 0 nessuna

Consulenti 0 nessuna

Attrezzature 0 nessuna

Servizi 0 nessuna

Altro 0 nessuna

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Sezione 3 – Organizzazione funzionale e didattica

La scuola primaria è formata da 10 classi tutte organizzate con orario settimanale di 27

ore. L’edificio dispone di aule abbastanza grandi e luminose, di una palestra, di laboratori utilizzati per le attività complementari all’azione didattica, tutte adeguatamente attrezzate. Sono presenti, l’aula multimediale con 10 stazioni multimediali collegate in rete, scanner, modem, 2 stampanti. La scuola è dotata, inoltre, di alcuni mezzi tecnologici come: macchina fotocopiatrice, stereo portatile, videoproiettore per diapositive, fotocamera e videocamera digitali, televisore e videoregistratore, LIM.

Il Piano di Studi proposto dalla scuola prevede la seguente distribuzione oraria

settimanale delle aree disciplinari:

DISCIPLINE Classe 1^ Tempo 27 h

Classi 2^ Tempo 27 h

Classi 3^-4^-5^ Tempo 27 h

ITALIANO 7 h 7 h 7 h MATEMATICA 5 h 5 h 5 h SCIENZE 2 h 2 h 2 h TECNOLOGIA- INFORMATICA 1 h 1 h 1 h STORIA- GEOGRAFIA 5 h 5 h 4 h ARTE E IMMAGINE 1 h 1 h 1 h SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE

2 h 1 h 1 h

MUSICA 1 h 1 h 1 h INGLESE 1 h 2 h 3 h RELIGIONE CATTOLICA 2 h 2 h 2 h Totale ore 27 h 27 h 27 h

ORGANIZZAZIONE DEGLI INCONTRI DI TEAM DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E DELLA SCUOLA PRIMARIA

Gli insegnanti di scuola dell’Infanzia effettuano incontri di “team” mensili, di due ore ciascuno, per la stesura dei percorsi operativi, verifiche, confronti, organizzazione di intersezioni.

Gli insegnanti di scuola primaria effettuano la programmazione settimanale di team, in orario liberamente concordato in un giorno qualsiasi della settimana. Secondo quanto

previsto dall’art. 41, comma 2, del CCNL 04.08.95, le due ore settimanali da dedicare alla programmazione didattica in tempi non coincidenti con l’orario delle lezioni, possono essere gestite anche in modo flessibile e su base plurisettimanale”.

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3.1 La valutazione degli studenti

L’atto del valutare è momento essenziale di ogni attività umana. A maggior ragione, quando è in ballo un’azione delicata come la formazione della personalità di un alunno, è doveroso ricorrere alla verifica e alla valutazione dell’azione didattica.

La valutazione, in questo caso :

· verifica e regola le modalità di insegnamento/apprendimento;

· documenta e certifica le competenze dell’alunno;

· descrive le esperienze fatte;

· controlla le fasi della programmazione;

· fornisce criteri- guida per la formulazione di nuovi traguardi;

· permette il dialogo e lo scambio di idee e informazioni tra insegnanti e alunno e

insegnanti e famiglia.

La valutazione che ha come obiettivo il successo del percorso formativo della persona è un momento indispensabile dell’azione educativa;

· è un processo continuo di delicato equilibrio su ciò che si è fatto e ciò che si deve

fare;

· è sempre svolta in funzione dell’apprendimento;

· non è mai completamente definita e definitiva;

· non è mai completamente oggettiva, perché si basa su un rapporto

impersonale(docente-discente);

· tiene presente che ogni individuo è una persona a sé con i suoi tempi e le sue strategie intellettive per apprendere;

· consente , in quest’ultimo caso, interventi e progettazioni individualizzati;

influisce sull’autostima di sé.

IL TEMPO DELLA VALUTAZIONE

L’osservazione continua è dunque la prima immediata forma di valutazione. Essa permette di cogliere nell’alunno gli atteggiamenti che svelano il suo modo di apprendere, ragionare, riflettere, portare a termine un lavoro.

Ma esistono altre valutazioni che vanno poste in atto in determinati periodi dell’anno

scolastico.

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La valutazione iniziale o diagnostica si predispone all’inizio dell’anno scolastico per

· verificare le competenze preliminari;

· adattare gli interventi, i metodi, i mezzi alla situazione reale del gruppo classe.

La valutazione intermedia o in itinere consente di :

· fornire al docente notizie sull’efficacia del suo metodo;

· dare all’alunno e alla famiglia un flash-back sui risultati raggiunti nell’apprendimento

e nel comportamento;

· recuperare tempestivamente eventuali lacune predisponendo modifiche in corso

d’opera.

La valutazione finale viene attuata alla fine dell’anno e consente di :

· raccogliere informazioni sui risultati raggiunti da ogni singolo alunno in ordine a

capacità, abilità, competenze raggiunte e comportamento tenuto;

· verificare il successo o l’insuccesso dell’intero corso;

L’OGGETTO DELLA VALUTAZIONE

Tra i parametri presi in considerazione (come specificato nelle progettazioni annuali e quadrimestrali) per valutare un alunno tre sono assolutamente irrinunciabili :

1. Comportamento non solo riferito al modo in cui il bambino si rapporta con se stesso e con gli altri, ma anche al suo modo di essere scolaro:

· comportamento verso se stesso;

· comportamento verso gli altri;

· comportamento nel lavoro scolastico

2. Conoscenze che non sono altro che la rappresentazione mentale della realtà secondo quanto viene appreso attraverso l’osservazione e lo studio:

· dichiarative : descrivono la realtà con elementi costanti e regolari;

· procedurali: descrivono la procedura per ottenere un prodotto finito.

3. Competenze che utilizzano le conoscenze per fronteggiare esperienze nuove e trovare risposte adeguate a situazioni problematiche. Valutare le competenze è una richiesta

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esplicita del Parlamento Europeo e in questo rientrano a pieno titolo anche le prove INVALSI.

NORMATIVA

Il Consiglio dei Ministri in data 28 maggio 2009 ha deliberato il Regolamento sulla Valutazione degli studenti di ogni ordine e grado ( D.P.R. 22 giugno 2009 n, 122) che nello specifico, per la Scuola Primaria prevede:

· gli alunni saranno valutati dall’insegnante unico di riferimento o collegialmente dai

docenti contitolari della classe;

· la valutazione terrà conto del livello di conoscenza e del rendimento scolastico

complessivo degli alunni nelle singole materie;

· la valutazione nelle singole materie sarà espressa in voti numerici;

· solo per l’insegnamento della Religione Cattolica resta la valutazione attraverso un

giudizio sintetico formulato dal docente;

· i docenti di sostegno parteciperanno alla valutazione di tutti gli alunni;

· gli alunni potranno non essere ammessi alla classe successiva solo in casi eccezionali e

motivati;

· il voto in condotta sarà espresso attraverso un giudizio del docente o dei docenti

contitolari.

3.2 I rapporti ad intra e ad extra

GESTIONE DELL’ORARIO ANNUALE DELLE LEZIONI

L’Istituto annualmente valuterà la possibilità di modificare e di adattare il calendario scolastico. Sarà prevista la sospensione delle lezioni in alcune giornate che risultano significative per la cultura e la tradizione locale.

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RAPPORTI SCUOLA- FAMIGLIA

· Colloquio individuale: è l’opportunità che viene offerta alla famiglia per avere un

incontro personale con le insegnanti; in qualsiasi momento dell’anno i genitori possono

concordarlo direttamente con le insegnanti;

· Assemblea di sezione/classe : si svolge almeno due volte l’anno. E’ una riunione in cui

sono coinvolti le insegnanti e i genitori di una singola sezione/classe ; ha come obiettivo quello di far conoscere alla famiglia il progetto educativo/ didattico previsto, ha inoltre lo scopo di informare e coinvolgere i genitori sull’organizzazione della scuola e sulle sue attività.

· Interclasse con i rappresentanti dei genitori : si svolge almeno due volte l’anno. E’ una

riunione in cui sono coinvolti le insegnanti e i genitori rappresentanti di tutto il plesso,

ha come obiettivi quello di far conoscere e condividere il progetto educativo/ didattico previsto e di informare e coinvolgere i genitori sull’organizzazione della scuola e sulle sue attività. Il rappresentante funge da raccordo tra la scuola e i genitori della classe rappresentata.

· Feste: rappresentano per i bambini l’opportunità di poter vivere la scuola in modo

gioioso con i propri genitori; le feste rientrano a pieno titolo tra le attività didattiche della scuola.

· Conversazioni con i genitori: sono momenti di confronto tra genitori, facilitati dalla

presenza di esperti, che hanno il compito di introdurre un tema e guidare la discussione.

Negli incontri assembleari e di interclasse /intersezione i genitori, resi partecipi delle scelte e delle proposte educative offerte dalla scuola, possono offrire la loro collaborazione alla realizzazione degli eventi proposti.

RAPPORTI SCUOLA- TERRITORIO- ENTI

La scuola ha rapporti con le amministrazioni locali: A.S.L., Comune, Servizi sociali, Associazioni sportive...... accoglie le loro iniziative, propone e opera in collaborazione.

3.3 I servizi offerti

· trasporti: il Comune mette a disposizione dei genitori che ne fanno richiesta, un servizio di trasporto per raggiungere le scuole, specie nelle zone più decentrate.

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LA SCUOLA “Vasciaveo” OFFRE

Il Pullmino: Da diversi anni la scuola”Vasciaveo” offre il servizio del

trasporto bambini che hanno difficoltà a raggiungere la scuola.

ORARIO SETTIMANALE

AULE UTILIZZATE

AULE PALESTRA LABOR. INFORMATICO

SCUOLA DELL’INFANZIA 4 SI NO

SCUOLA PRIMARIA 10 SI SI

ORARIO INIZIO

SCUOLA DELL’INFANZIA

8.30 -13.30

SCUOLA PRIMARIA 8.30 – 13.00

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Sezione 4 – Curricolo dell’istituto

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4.1 Traguardi attesi in termini di competenze

A – EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA : CITTADINANZA E COSTITUZIONE

- Cittadinanza e Costituzione è un insegnamento con propri contenuti che devono trovare un tempo dedicato per essere conosciuti e gradualmente approfonditi.

- Questo insegnamento si articola in una dimensione specifica integrata alle discipline dell’area storico-geografica e storico-sociale e in una dimensione educativa che interconnette l’intero processo di insegnamento-apprendimento.

- Nello specifico si colloca nel campo di esperienza “Il sé e l’altro” della scuola dell’infanzia e nell'ambito “storico-geografico” nella scuola primaria.

- Prevede l’acquisizione di conoscenze e competenze anche attraverso il contributo formativo dei diversi campi di esperienza per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, nonché di tutte le altre discipline previste dai curricolo degli altri ordini di scuola.

- Le competenze sociali e civiche si declinano nella valutazione critica di fatti e comportamenti, nella gestione dei conflitti, nel rispetto di se stessi e degli altri, delle regole sociali così come nella cura delle cose proprie e altrui, nell’assunzione di atteggiamenti responsabili verso la comunità scolastica e sociale, nell’assolvere i propri doveri, nell’accoglienza, ecc.

B – SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE

- muoversi con scioltezza, destrezza, disinvoltura, ritmo;

- utilizzare in modo corretto e sicuro, gli spazi e le attrezzature;

- cooperare all’interno di un gruppo;

- rispettare le regole dei giochi organizzati anche in forma di gara.

C - ITALIANO

- Leggere correttamente utilizzando tecniche differenziate

- Possedere un vocabolario adeguato.

- Ascoltare e comprendere messaggi di vario tipo.

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- Produrre testi scritti per ascoltare esperienze personali o altrui, per esporre argomenti noti, per esprimere opinioni e stati d’animo utilizzando forme adeguate allo scopo.

- Riconoscere la funzione delle singole parole (analisi grammaticale)

- Riconoscere la struttura della frase (analisi logica).

- Riconoscere varie tipologie testuali.

- Utilizzare gli strumenti appropriati per comprendere ed arricchire il proprio campo lessicale.

D - INGLESE

- Conoscere e praticare in modo elementare la lingua inglese.

E – ARTE ED IMMAGINE

- Osservare e descrivere un’immagine.

- Utilizzare tecniche di diverso tipo per l’espressione di sé e la comunicazione interpersonale.

F - MUSICA

- Ascoltare comprendere e gustare il linguaggio espressivo musicale nelle diverse forme e praticarlo attraverso il canto e semplici strumenti.

G - STORIA E GEOGRAFIA

- Orientarsi nello spazio e nel tempo

- Operare confronti costruttivi tra realtà geografiche e storiche diverse

- Utilizzare documenti e materiali di diverso tipo.

H - MATEMATICA

- Contare , eseguire semplici operazioni aritmetiche mentalmente , per iscritto e con strumenti di calcolo ( primo approccio all’uso di mini calcolatori).

- Padroneggiare concetti fondamentali della matematica e riflettere sui principi e metodi impiegati.

- Misurare una grandezza.

- Risolvere semplici problemi sul calcolo di perimetri , aree e volumi delle figure geometriche conosciute (per il volume :cubo parallelepipedo).

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- Leggere la realtà e risolvere problemi non soltanto impiegando forme verbali o iconiche ma anche forme simboliche (numeri , figure, misure, grafici).

- Utilizzare le caratteristiche degli oggetti per stabilire confronti, individuare relazioni qualitative e quantitative.

- Leggere dati rappresentati in vario modo.

- Organizzare una raccolta dati .

- Calcolare una probabilità.

I - SCIENZE

- Esplorare e comprendere gli elementi tipici di un ambiente naturale ed umano inteso come sistema ecologico.

- Sviluppare atteggiamenti di curiosità , attenzione e rispetto della realtà naturale.

- Sviluppare atteggiamenti di riflessione sulle proprie esperienze e di interesse per l’indagine scientifica.

- Iniziare a comprendere che i concetti e le teorie scientifiche sono non definitive , ma in costante ridefinizione e modificazione.

L - TECNOLOGIA E INFORMATICA

- Utilizzare strumenti informatici per ottenere documentazioni.

- Elaborare grafici.

- Riprodurre immagini.

- Scrivere ed archiviare.

- Accedere ad Internet.

- Riconoscere semplici sistemi tecnici , individuarne il tipo di funzione e descriverne le caratteristiche;

INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA

L'insegnamento della religione cattolica è un elemento basilare della nostra scuola in

quanto istituto religioso e s’inserisce nel quadro delle finalità della scuola dell’infanzia e primaria , concorrendo in modo originale e specifico, alla formazione dell'uomo e del cittadino, favorendo lo sviluppo della personalità dell'alunno nella dimensione religiosa. L'ora di religione è aperta a tutti. Essa, infatti, non si pone all'interno della scuola come momento confessionale, bensì come approccio schiettamente culturale al fenomeno religioso in genere e alla tradizione cristiana che ha caratterizzato il nostro Paese.

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SCHEDA COMPARATIVA DEGLI AMBITI DI CONOSCENZA RELATIVI AI DUE ORDINI DI SCUOLA

SCUOLA DELL’INFANZIA SCUOLA PRIMARIA CAMPI DI ESPERIENZA AMBITI DISCIPLINARI

Ø Il corpo e il movimento Ø Scienze motorie e sportive Ø I discorsi e le parole Ø Italiano- Inglese Ø Linguaggi, creatività, espressione Ø Arte ed Immagine- Musica Ø La conoscenza del mondo Ø Matematica, Tecnologia e

Informatica Ø Scienze- Storia- Geografia

Ø Il sé e l’altro Ø Cittadinanza e costituzione Ø Religione Cattolica Ø Religione Cattolica

4.2 Azioni della scuola in relazione ai Bisogni Educativi Speciali

La nozione di BES descrive situazioni in cui la proposta educativa scolastica quotidiana, “standard” - pur considerando una fisiologica fascia di variabilità

individuale – non consente allo studente un apprendimento e uno sviluppo efficace, a causa delle difficoltà dovute a situazioni di varia natura.

A ben guardare, non si tratta di un concetto innovativo, dato che il riconoscimento di situazioni di difficoltà non dovrebbe essere estraneo alla professionalità docente. L'aspetto di novità è invece l’approccio, riferito all'uso dell'espressione "bisogni": esso infatti sposta la prospettiva dell’educatore da una posizione statica/esterna - constatare le difficoltà presentate dallo studente nel raggiungimento degli standard - ad una

posizione più dinamica/coinvolta: rispondere alle necessità della persona in formazione.

Per comodità di comprensione, l'espressione BES è utilizzata per definire tutte le situazioni in cui gli studenti incontrano importanti difficoltà nel percorso scolastico; tali situazioni possono essere ricondotte a due gruppi principali:

1. le condizioni già oggetto di interventi regolati da una normativa (L.104/1992 - L. 170/2010)

2. le altre situazioni citate dalla Direttiva o previste dalla L. 53/2003.

Nel primo caso si collocano tutte le situazioni certificate in base alla normativa

specifica; nel secondo, invece, si trovano tutte le altre situazioni di studenti con difficoltà scolastica effettiva, dovute a vari motivi, comprese anche le situazioni di difficoltà diagnosticate ma non certificate o quelle al limite della patologia. Sono tali

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situazioni, non evidenziate e “non tutelate” da normative specifiche, che la Direttiva vuole richiamare all’attenzione delle scuole con rinnovato vigore.

Non apparve subito chiara la portata “rivoluzionaria” del passaggio dall’applicazione di

Programmi scolastici comuni a livello nazionale a scelte decise a livello decentrato in sede di programmazione, sulla base di valutazioni collegiali e/o del singolo docente e in relazione alle effettive esigenze degli allievi destinatari delle decisioni e delle conseguenti proposte educative e didattiche. Così il D.P.R. 275/99 stabilisce che le istituzioni scolastiche, nel determinare il curricolo, debbano partire dalle effettive esigenze formative degli alunni concretamente rilevate. Non è sufficiente, quindi, preoccuparsi di definire chi sono gli studenti in situazione di BES; importante invece è

cambiare il modo di insegnare e di valutare, affinché ogni studente in relazione alla sua condizione e alla sua manifesta difficoltà, trovi la giusta risposta.

Un importante elemento contenuto nella Direttiva è la sottolineatura della necessità di guardarsi dal pericolo degli automatismi, il meccanismo che produce "preclusive tipizzazioni", come ad esempio "il" borderline, "lo" svantaggiato, "lo" straniero, e così via. In sostanza, si indica chiaramente che occorre partire dalla constatazione dell'esistenza di un bisogno di attenzione didattica specifica (e quindi dell’innalzamento

di una logica di intervento personalizzato) e non dall'appartenenza ad una categoria nosografica o socioculturale che di per sé, essendo generale, non può descrivere i bisogni reali di uno studente.

Il Collegio dei docenti ha il compito di definire il curricolo in direzione inclusiva, capace di rispondere ai bisogni di tutti e di ciascuno e tenendo conto dei due criteri della individualizzazione e della personalizzazione, come prescritto anche, ad esempio per la scuola del primo ciclo, dalle Indicazioni Nazionali (2012). Due sono gli strumenti fondamentali di cui dispone e che devono trovare tra loro una stretta coerenza: il POF

e, all’interno di esso, il PAI, secondo la definizione più recente della C.M. 8 del 2013.

Anche la Direttiva, come tutto l’ampio dibattito pedagogico degli ultimi anni, riconosce che è soprattutto sul piano della classe che si realizza pienamente l’inclusione. Il nodo fondamentale è quello di una didattica davvero inclusiva, centrata sui bisogni e sulle risorse personali, che riesca a rendere ciascun alunno protagonista dell’apprendimento qualunque siano le sue capacità, le sue potenzialità e i suoi limiti. Va favorita, pertanto, la costruzione attiva della conoscenza, attivando le personali strategie di approccio al

“sapere”, rispettando i ritmi e gli stili di apprendimento e assecondando i meccanismi di autoregolazione.

La progettazione degli interventi da adottare riguarda tutti gli insegnanti, perché l’intera comunità scolastica è chiamata ad organizzare i curricoli in funzione dei diversi

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stili o delle diverse attitudini, a gestire in modo alternativo le attività d’aula, a favorire e potenziare gli apprendimenti e ad adottare i materiali e le strategie didattiche più adeguate ai reali bisogni degli alunni.

Un altro nodo fondamentale è quello relativo al processo di orientamento, un processo continuo, centrato sul soggetto, che implica la sua capacità di auto-determinarsi, di scegliere il proprio futuro, di pensare, costruire e realizzare un autonomo “progetto di vita”.

E’ compito della scuola inclusiva, pertanto, destinare una particolare attenzione al processo di orientamento per tutti gli studenti che manifestano bisogni educativi speciali, progettando azioni specifiche ad essi dedicate, in una logica di sviluppo e di

continuità formativa coerente e funzionale.

Per fare ciò è necessario dotarsi di adeguati strumenti e in particolare pensare ad una progettualità esplicita e condivisa anche a livello di rete territoriale, oltre che con le famiglie degli stessi studenti: si tratta di individuare i percorsi più funzionali rilevando le attitudini di tali studenti, sostenendone le vocazioni e soprattutto superando stereotipi e preclusive canalizzazioni delle scelte.

4.3 Linee metodologiche: i principi individuati come fattori di qualità

DIRITTO ALL'APPRENDIMENTO

- E' uno dei diritti fondamentali per chi entra a far parte della scuola. Anzi oggi, in

modo ancor più risoluto, si parla di "diritto al successo per ogni bambino”.

- Il diritto all'apprendimento si configura come diritto a diventare coscienti delle proprie capacità di partenza per innestare, a partire da esse, un processo di apprendimento ed affinamento di nuove competenze.

- Solo in questo modo si potrà favorire un "imparare sempre più autonomo”, nella prospettiva di un' educazione permanente che permetta a chiunque di imparare per tutta la vita.

- Si rispetta il diritto all'apprendimento se si “valorizzano le attitudini individuali” rispettando i diversi stili di apprendimento, in modo da rendere la scuola realmente pluralistica e democratica, dando a tutti pari opportunità formative.

- Ogni scuola deve essere progettata come “ambiente educativo di apprendimento” che offra al bambino, oltre a tutti i fondamentali tipi di linguaggio, un clima sociale

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positivo, varie possibilità di organizzazione delle forme di lavoro (individuale, a gruppi, a coppie …), tempi distesi e spazi quanto più possibile a misura di bambino.

Lo stupore conosce meglio.

- Ciò non significa però che un vero apprendimento non necessiti anche di lavoro, esercizio e fatica; i bambini sono anche ben predisposti a questo, purché abbiano di fronte adulti che facciano loro compagnia, mostrando che ne vale la pena, per diventare se stessi.

ACCOGLIENZA

- L'accoglienza è un momento fondamentale per improntare un positivo approccio di

vita per adulti e bambini. Essa è necessaria per creare un ambiente in cui percorrere esperienze ricche e affettivamente significative.

- La preparazione di una buona accoglienza rende i "nuovi venuti" (bambini ai primi giorni di scuola , ma anche provenienti da altre città, paesi stranieri e persino insegnanti neo-trasferiti) disponibili e interessati al lavoro che si intende proporre, a progettare e costruire insieme, all'aiuto reciproco e alla collaborazione.

- Per una buona accoglienza è importante conoscersi sin dai primi momenti di

convivenza: occorre presentarsi, raccontare con calma esperienze passate, far inserire con tempi distesi nelle nuove modalità di lavoro, tenere in massimo conto le competenze e le conoscenze pregresse.

Scegliere e praticare l’accoglienza come metodo induce a pensare che l’attenzione all’incontro con il bambino e all’accettazione della sua identità, alla valorizzazione delle sue potenzialità e risorse, non può interrompersi dopo una prima fase, bensì rimane come sfondo che concorre a delineare un preciso stile relazionale ed educativo.

Anche la preparazione di un buon commiato è importante: determinanti sono infatti le

persone con cui si è lavorato insieme per tanti anni e che porteranno della scuola, in tutti i modi, un ricordo profondo e incisivo.

CONTINUITÀ VERTICALE

Una corretta azione educativa richiede un progetto formativo continuo secondo una logica di sviluppo coerente, che valorizzi le competenze già acquisite dall’alunno e riconosca la specificità e la pari dignità educativa dell’azione di ciascun ordine di

scuola.

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Il nostro progetto di continuità comporta l’individuazione di obiettivi coordinati in senso longitudinale in relazione al progressivo sviluppo dell’alunno.

L’azione didattica, viene vista all’interno di un contesto di relazioni sociali facilitanti e

di un ambiente di apprendimento organizzato che ponga l’alunno in grado di essere “costruttore attivo“ delle proprie competenze.

La scuola si prefigge, pertanto, di attuare la continuità verticale affinché il percorso dei bambini non sia frammentato o traumatico, ma quanto più possibile unitario ed organico. In particolar modo la continuità:

➢ fra la scuola dell’infanzia e la primaria verrà favorita dall’unicità della Dirigenza e

del Collegio dei Docenti di Scuola Primaria e di Scuola dell’Infanzia del nostro Circolo ;

➢ fra scuola primaria e secondaria di primo grado verrà perseguita attraverso ogni

possibile contatto con le scuole di riferimento nel territorio;

➢ verrà attuata mediante la realizzazione di progetti ed attività di incontro fra

insegnanti e bambini dei diversi ordini di scuola;

➢ verrà facilitata dalla partecipazione di alcuni docenti ad attività di aggiornamento in

rete, a commissioni, a gruppi di lavoro di continuità verticale territoriale;

➢ verrà realizzata anche attraverso la compilazione da parte dei bambini di fascicoli di

autopresentazione, predisposti dai gruppi di lavoro sopra citati.

CONTINUITA' ORIZZONTALE

La scuola non considera più se stessa come una monade educativa e didattica avulsa dal contesto sociale in cui opera. Le ultime disposizioni in campo legislativo, soprattutto la legge sull'Autonomia in pieno vigore dal 1 settembre 2000, spingono ad una forte correlazione con le altre entità educative e culturali del territorio di appartenenza.

Si dichiara ormai esplicitamente che la scuola deve svolgere la sua attività formativa anche in funzione dei bisogni del territorio stesso; essa ha, quindi, tutto l'interesse ad "interrogare" l'extra-scuola, per avere spunti ed informazioni sulle necessità e le potenzialità della società.

Il territorio può, inoltre, favorevolmente collaborare con la scuola arricchendo l'offerta formativa attraverso interventi di esperti, proposte, materiali, luoghi, finanziamenti di attività che la scuola organizzerà e renderà organiche con la sua opera e la sua

progettazione.

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APPENDICE

I PROGETTI PER L’A.S. 2015/2016

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PROGETTO DI EDUCAZIONE MUSICALE

Nella scuola dell’infanzia, tra le finalità dell’educazione musicale, è di fondamentale e primaria importanza l’educazione al suono e la stimolazione acustica, che permettono al bambino di scoprire suoni e rumori della realtà circostante, di creare attività divertenti, di rappresentare fantasie, elaborare giochi immaginativi a partire dall’evocazione prodotta dall’ascolto naturale. La musica è una fonte preziosa di stimoli. Ascoltare tutti i rumori che ci circondano, imparare a distinguerli, fare attenzione alle loro caratteristiche, permette ai bambini un approccio più spontaneo verso il mondo dei suoni musicali veri e propri. Musica e suoni a questa età sono in stretta relazione con l’educazione motoria, sensoriale e intellettuale: è importante offrire al bambino specifiche opportunità sonore fin dai primi anni di vita per contribuire al suo processo di crescita nell’armonico sviluppo della sua personalità. “…La musica svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo globale dell’individuo. Agisce sugli stati d’animo più profondi e sulle emozioni, è nutrimento della mente e dello spirito, ma anche divertimento, gioco, strumento per sviluppare le potenzialità espressive e creative della persona…” “La musica aiuta il bambino a: Sviluppare le proprie capacità di ascolto e di osservazione dell’ambiente sonoro Ascoltare se stesso e gli altri Esprimere idee ed emozioni Sviluppare la propria immaginazione e creatività Potenziare le proprie capacità comunicative Accrescere la capacità di attenzione e concentrazione Esercitare la memoria Dagli Orientamenti educativi del 1991 per la scuola materna: “Le attività sonore e musicali mirano a sviluppare la sensibilità musicale, a favorire la fruizione della produzione presente nell’ambiente, a stimolare e sostenere l’esercizio personale diretto, avviando anche alla musica d’insieme.” L’intervento didattico all’interno del contesto scolastico si concretizza nelle attività di esplorazione, produzione e ascolto. Il pensiero pedagogico che sta alla base di queste metodologie pensate come strategie didattico-musicali per i bambini, immagina le attività musicali come dei mezzi, delle

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possibilità di crescita artistica globale, ampia e completa dell’individuo: un individuo visto nella sua completezza di vissuto personale e collettivo. E’ attraverso il gioco che si sviluppano le capacità motorie, sensoriali, socio-affettive, espressive, intellettuali. Durante il gioco i bambini riescono a servirsi della musica come mezzo di comunicazione e di espressione, ed è per questo motivo che la musica diventa non una “cosa” lontana, astratta, ma consente di vederla sempre a stretto contatto con se stessi e con la realtà circostante. OBIETTIVI FORMATIVI:

• Sviluppare la percezione e l’attenzione uditiva • Esplorare la propria voce (cantare in gruppo), esercitare la memoria • Scoprire e conoscere il proprio corpo (presa di coscienza delle possibilità

individuali di uso e possibilità sonore del proprio corpo) • Coordinare e sincronizzare i movimenti del corpo con gli stimoli sonori • Ascoltare se stesso e gli altri (integrazione nel gruppo) • Esprimere idee ed emozioni (sviluppo di capacità espressive e creative come

invenzioni di ritmi, di sequenze…) • Scoprire,manipolare e inventare semplici strumenti musicali (sviluppare la

propria immaginazione e creatività) • Scoprire negli oggetti comuni uno strumento con capacità sonore e musicali • Scoprire e sperimentare i principali parametri musicali

MODALITA’ ORGANIZZATIVE Le modalità di proposta delle diverse attività aiuteranno i bambini a scoprire le cose, i parametri, gli strumenti musicali, e anziché fornire loro passivamente delle informazioni, li stimoleranno verso una propria produzione creativa. Elementi cardine dell’esperienza saranno: l’ambiente, il gioco (giochi di scoperta, di imitazioni, di riconoscimento, giochi strumentali…), il corpo, elementari strumenti a percussione caratteristici dello strumentario didattico del metodo Orff e soprattutto materiali naturali. COMPETENZE:

• Saper percepire, riconoscere e produrre le diverse intensità sonore (forte, piano, crescendo, diminuendo)

• Saper usare la propria voce per produrre e inventare suoni, melodie • Saper memorizzare un testo verbale e riprodurlo • Saper usare gesti e movimenti in associazione a brani musicali o composizioni

spontanee • Saper utilizzare il proprio corpo per produrre suoni e rumori • Scoprire negli oggetti comuni uno strumento con capacità sonore e musicali • Saper cogliere la differenza tra suono e silenzio • Saper riconoscere, denominare, discriminare suoni e rumori • Saper costruire, manipolare, suonare strumenti creati con materiale occasionale • Saper coordinare le proprie attività a quelle dei compagni

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PROGETTO DI LINGUA INGLESE

OBIETTIVI La prospettiva educativa-didattica di questo progetto non é tesa al raggiungimento di una vera competenza linguistica, ma sarà incentrata sulle abilità di ascolto, comprensione ed appropriazione dei significati. Il bambino inizierà ad

ü ascoltare ü comprendere ü eseguire ü comunicare

in lingua inglese, con un primo approccio stimolante verso la conoscenza di una nuova lingua e cultura.

Lo sviluppo del percorso, in forma prettamente ludica, si articolerà con proposte di situazione linguistiche legate all'esperienza più vicina ala bambino con implicazioni operative ed imitazione. Saranno altresì proposti giochi di gruppo, canzoni, schede, etc.

FINALITA' GENERALI

Permettere al bambino di familiarizzare con la lingua straniera, curando soprattutto la funzione comunicativa.

Aiutare il bambino a comunicare con gli altri mediante una lingua diversa dalla propria.

Sviluppare le modalità di ascolto. Promuovere la cooperazione. Stimolare la curiosità dei bambini ed abituarli a considerare altri codici

espressivi e di comunicazione anche in previsione all'ingresso nella scuola primaria.

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OBIETTIVI SPECIFICI v Ascoltare e ripetere vocaboli, canzoni con pronuncia e intonazione corretta.

(obiettivo fonetico) v Memorizzare vocaboli e canzoni

(obiettivo lessicale) v Rispondere e chiedere, eseguire e dare semplici comandi

(obiettivo comunicativo)

METODOLOGIA Le attività saranno sempre proposta in forma ludica, privilegiando soprattutto la forma orale. TEMATICHE SPECIFICHE DEL PROGETTO "FUNNY FOOD" Oltre ad un primo approccio incentrato sull'aspetto comunicativo della nuova lingua: - saluti (hello, bye-bye...) - forme di cortesia (please, thank you..) - semplici domande e risposte (what's your name? My name is...) Per il progetto "FUNNY FOOD" verrà trattata la tematica dell'alimentazione, mettendo a confronto i diversi tipi di cibo presenti nella cultura italiana e in quella inglese. Si cercherà di far apprendere ai bambini,mediante giochi e canzoni, i nomi inglesi di cibi conosciuti,in particolar modo concentrandosi su frutta e verdura. Per far ciò ci serviremo di attività di gruppo e individuali,attività grafiche,schede operative e flashcard.

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PROGETTO: “IL CAMMINO DEL SOLE”

• Il progetto nasce dalla consapevolezza che l’alunno può imparare con l’uso del computer a esprimere attraverso vari linguaggi il suo pensiero e a comunicarlo in modo creativo utilizzando il suono, il colore, l’immagine, il testo scritto; mettendo insieme i vari linguaggi fino ad approdare a quello multimediale.

• L’obiettivo del progetto è insegnare agli alunni le sequenze del giorno, in relazione al cammino che il “sole” effettua nel cielo nell’arco della giornata, gli alunni dovranno disegnare, raccontare e rappresentare con pagine multimediali le azioni che svolgono durante il giorno. Disegneranno, animeranno pagine con l’uso del computer,

• .L’apprendimento degli alunni avverrà in modo consapevole, l’errore sarà un momento di crescita

• impareranno a “saper fare”senza la paura di sbagliare ma sviluppando strategie cognitive tali da condurli a raggiungere da soli gli obiettivi prefissati dal progetto, l’insegnante sarà un osservatore esterno.

• - Gli alunni lavoreranno a piccoli gruppi massimo tre, dovranno descrivere, utilizzando la “creatività”le azioni in successione che svolgono nell’arco della intera giornata: al mattino quando si svegliano e il sole sorge, a mezzogiorno quando il sole è in alto nel cielo, nel pomeriggio quando tramonta, la sera quando il sole lascia il posto alle stelle e alla luna.

• Gli alunni lavoreranno con un software didattico che facilita l’apprendimento, stimola la creatività e il pensiero critico, con esso i bambini possono lavorare tra di loro e insieme al docente, per trovare una soluzione comune, un apprendimento condiviso, superando difficoltà e sviluppando l’abilità di cooperazione che è l’obiettivo trasversale di tutte le discipline.

• Gli alunni saranno liberi di agire, di sbagliare e di ricominciare in modo costruttivo a disegnare su quattro pagine le sequenze del giorno, sulle quali potranno scrivere brevi testi, piccole filastrocche per raccontare le azioni della loro giornata, potranno mettere in movimento oggetti , come nei cartoon, disegnare immagini, fare sfondi, usare forme … con la libertà di fantasticare e sognare.

• Sarà un apprendimento giocoso dove gli alunni potranno acquisire delle abilità in vari ambiti interdisciplinari.

• Obietti formativi • Ricostruire fatti ed esperienze seguendo appropriati indicatori temporali negli

spazi vissuti • Riconoscere la ciclicità del tempo in uno spazio-temporale condiviso

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• Esprimere e comunicare attraverso altri strumenti “ il computer” le azioni, gli stati d’animo disegnandoli o scrivendoli.

• Stabilire con gli altri, rapporti di rispetto reciproco e di convivenza civile • Obiettivi Specifici • Descrivere in modo ordinato le azioni svolte nel corso della giornata. • Produrre semplici testi per descrivere azioni • Padroneggiare la terminologia relativa alle parti della giornata • Conoscere e usare gli organizzatori temporali e spaziali • Esprimere attraverso il computer l’osservazione in immagini e parole • Comporre creativamente brevi testi ed immagini attraverso l’utilizzo di un

software idoneo • Migliorare il proprio livello di autocontrollo, di fiducia in sé e sviluppare la

capacità di lavorare in gruppo secondo le regole della convivenza civile. • Introdurre una didattica che utilizzi vari tipi di linguaggi. • Alunni coinvolti: Classe 1 ^A e 1 ^ B scuola primaria • Raccordi interdisciplinari : Italiano, storia, geografia, attività espressive,

informatica e Scienze motorie. • Prerequisiti : Nessuno • Durata : intero anno scolastico • Materiali richiesti : Computer, fogli da disegno, colori, matite.. • Competenze : • Saper esprimere il proprio pensiero e le proprie azioni attraverso disegni,

immagini e brevi testi utilizzando il computer. • Saper osservare e comprendere le azioni in successioni. • Saper lavorare insieme.

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PROGETTO EDUCAZIONE STRADALE

SCUOLA PRIMARIA

INTRODUZIONE La prima parte del progetto ricalca quello fatto nei precedenti anni nella scuola dell'infanzia, nell'ottica della continuità, ed è rivolta ai più piccoli; la seconda parte è dedicata agli alunni più grandi; la terza parte infine è composta di materiali,racconti, schede, ecc. Tutti i materiali del progetto si possono fotocopiare e/o utilizzare col supporto di un videoproiettore. Filastrocche introduttive IL GIROTONDO DELLE RUOTE Su quattro ruote corrono velocemente tutte le auto di chi ha la patente; quattro ruote ha il camioncino che si guida pian pianino, due ruote ha la bicicletta e due ruote ha anche la motocicletta. Quattro ruote ha il bus colorato che tanti bimbi ha trasportato. E il treno quante ruote ha? Ruote di ferro in quantità per portarti fino al mare su una strada tutta speciale. IN GIRO PER LA CITTÀ Sul marciapiede va il pedone come tutte le persone però per attraversare sulle strisce deve andare Sulla strada un ciclista corre come fosse in pista

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ma il ciclista ligio e abile sceglie la pista ciclabile Corre l'auto sulla strada nella giusta carreggiata strisce bianche e segnali sono aiuti assai speciali L'autobus per la città quanta gente porterà? La sua corsa è a puntate Attenzione alla fermate!

COMPORTAMENTO DA PEDONE

DISCUSSIONE GUIDATA Esempi di possibili domande: – Che cos'è la strada? A cosa serve? – Chi va sulla strada? – Dove devono camminare i pedoni? – Cosa sono le strisce pedonali? – Come si fa ad attraversare la strada?

SEMAFORO Filastrocche sul semaforo Se il semaforo segna VERDE passa chi vince, passa chi perde passano i belli e passano i brutti insomma, passano tutti Se il semaforo segna il ROSSO non passa nemmeno il pezzo grosso non passa né il biondo, né il moro e nemmeno chi è carico d'oro Insomma, se rosso è il segnale passo solo la nave spaziale. Altolà bambino mio perché rosso sono io Quando giallo mi vedrai Aspettare un po' dovrai Verde poi diventerò E passare ti farò Col verde puoi passare col rosso non andare col giallo aspetta, aspetta che il verde arriva in fretta Racconto

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Una mattina il semaforo nella piazza si comportò in maniera strana: tutte le luci diventarono di un bel colore blu, così intenso da sembrare sceso dal cielo. La gente non sapeva cosa fare: attraversare o no? Gli automobilisti strepitavano e strombettavano; i motociclisti facevano ruggire lo scappamento delle loro moto; alcuni pedoni, più spiritosi degli altri, gridavano: - Il verde l'hanno preso per dipingere l'erba del parco! - Il rosso l'hanno usato per tingere i pesciolini della vasca! - Con il giallo hanno dipinto il becco dei cigni del laghetto! Finalmente arrivò un vigile che si mise in mezzo all'incrocio e cominciò a dirigere il traffico con le braccia e il fischietto. - Poveretti! - Sospirò il semaforo – Ero diventato blu per dare via libera verso il cielo. Se avessero capito ora tutti saprebbero volare. Ma forse gli è mancato il coraggio.

Adattamento da Favole al telefono di Gianni Rodari

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VIGILE URBANO Filastocca IL VIGILE URBANO Chi è più forte del vigile urbano? Ferma i tram con una mano Con un dito calmo e sereno Tiene indietro un autotreno: Cento motori scalpitanti Li mette a cuccia alzando i guanti. Sempre in mezzo al baccano Chi è più paziente del vigile urbano?

DISCUSSIONE GUIDATA Esempi di possibili domande: Dove lavora il vigile urbano? Come si riconosce? Quali sono i suoi compiti?

ü Schede vigile urbano ü Realizzazione della divisa del baby vigile (in cartoncino o con altri semplici

materiali) e giochi di ruolo.

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SEGNALI STRADALI Racconto CARTELLI STRADALI C'era un gran via vai nei sentieri della foresta, tanto che gli gnomi pensano di preparare qualche cartello per regolare il traffico. Bisogna essere prudenti, non investire nessuno e non farsi male. L'altro ieri, per esempio, una tartaruga non ha fatto in tempo a frenare: è caduta nella buca di una talpa e l'hanno dovuta portare all'infermeria. Il ranocchio, nominato poliziotto stradale, si dà un gran da fare. - Siamo intesi? - Dice a una tartaruga con il monopattino – Quando vedi questo segnale, rallenta: c'è attraversamento lumache. Capito? Ci sono multe salate per gli indisciplinati. Giacinto, lo gnomo pittore, prepara altri cartelli che indicano le zone dove è proibito raccogliere fiori,o dove i funghi sono velenosi; si raccomanda di non accendere fuochi nella foresta. Sarebbe una cosa terribile un incendio! Segnali stradali - forma e colore:

ü I cartelli a forma di triangolo indicano pericoli ü I segnali a cerchio sono di divieto (quelli rossi) e di obbligo (quelli blu) ü I segnali a forma di quadrato e di rettangolo ci danno indicazioni

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Costruzione di un cartellone con le forme dei segnali stradali

ü Gioco: inventiamo i segnali della nostra scuola utilizzando forme e colori corretti: (es.: pericolo:scale; lavare le mani; bussare prima di entrare; vietato dare botte; vietato rompere i giochi; ...)

ü Schede segnali stradali Attività esterna In giro per il paese per cercare i cartelli stradali : foto dei segnali stradali incontrati e successivi disegni e classificazioni. CIRCOLAZIONE PEDONI Discussione guidata Esempi di possibili domande: – Cosa devo fare quando cammino per

strada con i miei genitori? – Perché devo tenere la mano del genitore quando attraverso la strada? – Perché non devo scendere dal marciapiede? – Cosa faccio se mi perdo? Le regole del MAI – MAI lasciare la mano dei genitori quando si attraversa la strada – MAI scendere dal marciapiede da solo – MAI attraversare fuori dalle strisce pedonali (se ci sono) – MAI attraversare col semaforo rosso – MAI attraversare di corsa e senza guardare Discussione guidata: cosa faccio se mi perdo? – Chiedo aiuto a un vigile urbano – NON mi sposto dal luogo in cui mi sono perso – NON vado con nessuno che non conosco BENE (portare degli esempi di conoscenti con cui è meglio NON andare) Attività esterna: A passeggio con i genitori Uscita organizzata con la presenza dei genitori per il rispetto delle regole studiate e per il corretto comportamento in strada.

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COMPORTAMENTO DA PASSEGGERO A. DISCUSSIONE GUIDATA Esempi di possibili domande: – Come ci si comporta quando si viaggia in auto? – Perché non bisogna sporgersi dal finestrino? – Perché non bisogna alzarsi o mettersi in ginocchio? – Perché non bisogna fare giochi rumorosi o movimentati? – Perché bisogna mettere la cintura di sicurezza? B. ELENCO DELLE REGOLE DEL PASSEGGERO Possibile elenco: – Stare seduto nel seggiolino e con le cinture allacciate – Non sporgersi dal finestrino – Non fare giochi troppo rumorosi per non disturbare chi guida L'attività si può concludere con la realizzazione di un cartellone con le regole del passeggero illustrate dai bambini. C. RACCONTO DI UN BAMBINO CHE NON VOLEVA METTERE LE CINTURE Le maestre possono improvvisare un racconto con un bambino che non siede sul seggiolino e non mette la cintura, la macchina fa una frenata, il bambino sbatte e si fa male. Se l'età dei bambini lo permette, si può costruire la storia con loro. Esempi di domande guida: – Come si chiama il bambino? – Dove sta andando? – Con chi?

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– Perché non vuole sedere sul seggiolino e mettere la cintura? – Perché la macchina frena? – Cosa succede al bambino? L'attività si può concludere con la realizzazione di un cartellone con i disegni dei bambini. Scheda sicurezza in auto

INCONTRO COL VIGILE URBANO Incontro di genitori e alunni con i vigili urbani Consegna della “Patente”.

NOME ……………………………………………………………………………….

COGNOME ………………………………………………………………………..

Nato/a a ………………………………………………………il …………………

Via ………………………………………………………………..n° ……………….

CITTA’ ………………………………………………………………………………..

FIRMA

……………………………………………………

PATENTINO DI BUON PEDONE

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“Il tempo per leggere, come il tempo per amare dilata il tempo per vivere” (D. Pennac)

PREMESSA

La lettura aiuta a crescere, arricchisce, appassiona, alimenta la fantasia e la creatività perché ha il potere di farci entrare nella narrazione e riscriverla a nostro piacimento, liberamente. In un tempo in cui si assiste, purtroppo,alla crescente perdita di valore del libro e alla disaffezione diffusa alla lettura da parte di bambini e ragazzi, la scuola rappresenta il luogo privilegiato e speciale per promuovere itinerari e strategie atti a suscitare curiosità e amore per il libro,a far emergere il bisogno e il piacere della lettura. Ciò implica il superamento della lettura come “dovere scolastico” per un obiettivo più ampio che coinvolga le emozioni,i sentimenti, le esperienze affettivo-relazionali e sociali attraverso cui il libro possa trasformarsi in una fonte di piacere e di svago. Avvicinare i ragazzi ai libri per condurli ad una lettura spontanea e divertente, e alla consapevolezza della sua funzione formativa, volta all’arricchimento del pensiero e allo sviluppo delle potenzialità espressive,è l’obiettivo di un percorso di “Promozione ed educazione alla lettura” come processo continuo che PARTE DALLA SCUOLA DELL’INFANZIA _ Promozione di abilità immaginative _ Promozione di abilità cognitive _ Lettura di immagini _ Familiarizzazione con la parola scritta CONTINUA NELLA SCUOLA PRIMARIA _ Creazione di un “Clima pedagogico per un incontro divertente con la lettura” _ Scelta di testi adeguati all’età e al gusto dei bambini _ Coinvolgimento e interazione tra ciò che si legge e le loro esperienze _ Acquisizione di tecniche della comprensione del testo SCUOLA DELL’INFANZIA

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“Leggere aiuta a crescere” OBIETTIVI DEL PROGETTO · Sviluppare la curiosità dei bambini verso il libro · Sviluppare il desiderio della lettura · Sviluppare un comportamento adeguato all’attività della lettura · Sviluppare capacità linguistiche,espressive e relazionali · Sviluppare capacità di memorizzazione e di riproduzione grafica e verbale · Comprendere,riferire e inventare una storia utilizzando tutti i canali sensoriali · Responsabilizzare il bambino nell’uso della biblioteca e del libro · Rielaborare graficamente le storie · Sviluppare la fantasia e la creatività · Ascoltare e comprendere un testo scritto nelle parti essenziali. TEMATICHE ATTIVITA’ TEMPI

Anni 5

Promozione alla lettura: “Alla scoperta della biblioteca!” Leggere il mondo: · il libro dell’autunno e dell’inverno · il libro dei colori e dei frutti · nonno raccontami una storia. (ricorrenze e festività) · il libro della primavera

ºbiblioteca intesa come laboratorio didattico – manipolativo – creativo º Il piacere di ascoltare l’adulto che legge e racconta º Il piacere di guardare le figure º Il piacere di giocare con le parole, le storie e le figure º Il piacere di drammatizzare una storia º utilizzare la fantasia e la creatività per rielaborare una storia raccontata º lettura da parte dell’insegnante di una fiaba º individuazione degli

L’intero anno scolastico

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· il libro dell’alimentazione · il libro dell’ambiente ( ricorrenze e festività)

elementi principali di un racconto º riproduzione grafico- pittorica del protagonista, dei personaggi principali e dell’ambiente della fiaba º costruzione di pagine animate º drammatizzazione della fiaba, con ritmi e suoni ºgiochi con i personaggi della fiaba o del racconto

     

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SCUOLA PRIMARIA “Un libro da leggere”

Finalità

• Stimolare e far nascere l’amore per la lettura • Formare la persona sotto l'aspetto cognitivo, affettivo- relazionale e sociale in

sinergia con gli attuali sistemi multimediali. Obiettivi

• Far nascere e coltivare nei bambini e nelle bambine il piacere per la lettura in quanto tale, superando la disaffezione crescente per la comunicazione orale e scritta (leggere può essere un bel passatempo);

• Educare l’abitudine all’ascolto e alla comunicazione con gli altri; • Potenziare l’esperienza del leggere e dell’immaginario personale; • Favorire la conoscenza di sé attraverso l’approccio e la scelta consapevole tra

la molteplicità dei generi letterari; • Potenziare le capacità di analisi delle letture; • Motivare alla conversazione su letture comuni, stimolare ad esprimere propri

punti di vista e a considerare punti di vista diversi; • Abituare a dedicare quotidianamente tempi alla lettura; • Stimolare l’approfondimento consapevole di tematiche di diverso tipo; • Scoprire il linguaggio visivo; • Favorire gli scambi di idee fra lettori di età e di culture diverse; • Promuovere l’acquisizione di capacità comunicative e di abilità tecniche

(rapporto contenuto-media); • Promuovere la conoscenza del processo di ideazione di un libro; • Favorire la conoscenza dei luoghi e le modalità con cui i libri vengono

conservati, consultati, acquistati, realizzati concretamente; • Educare al rispetto e all’uso corretto del materiale comune (dotazione libraria

di scuola e/o di classe...); • Esplorare le potenzialità di una storia attraverso il gioco; • Scoprire le risorse del territorio;

Percorsi operativi

• Attuazione di operazioni culturali sul libro (approfondimenti, rielaborazioni, rapporto tra libro-film, libro-teatro, libro- fumetto …);

• Costruzione di strumenti e attività guidate per incrementare l’uso corretto e consapevole delle biblioteche;

• Strategie e iniziative di “animazione della lettura” attuate da/con l’insegnante di classe;

• Attuazione del “Premio Lettura”, giochi a squadre su libri letti da gruppi di alunni/e

• Uscite per visite a Biblioteche e a Librerie; Metodologia Le strategie metodologiche si baseranno sulla valorizzazione delle potenzialità di tutti

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gli alunni, sulla creazione di situazioni motivanti all'ascolto, alla lettura e alla produzione, sulla valorizzazione del gioco quale mezzo privilegiato per l'attivazione e lo sviluppo del processi cognitivi e di apprendimento. L’insegnante individuerà momenti e luoghi per favorire e stimolare l’ascolto regolandone gradatamente i tempi, creando un’atmosfera di aspettativa, proponendo testi adeguati all’età e agli interessi degli alunni, con l’utilizzazione di mediatori ludici, analogici, iconici, simbolici e multimediali. Risorse disponibili Libri per gli alunni e per i docenti Libri della dotazione personale di docenti e di alunni fatti circolare liberamente; DVD di film per bambini e ragazzi Forme di Verifica Rilevazione del rapporto fra il tempo di lettura e il numero dei libri letti ; Rilevazione della quantità e della qualità delle schede di lettura/valutazione dei libri letti, compilate dagli alunni; Valutazione degli/delle insegnanti circa la ricaduta sulla curiosità, sull’interesse e sui livelli di relazionalità e di scrittura (Consigli di Classe e di Intersezione/Interclasse). Tempi e sezioni/classi coinvolte Le varie attività elencate in questo progetto saranno realizzate nel corso di tutto l'anno scolastico 2015/2016. Aderiranno al progetto i bambini di 5 anni della scuola dell'Infanzia e tutte le classi della scuola Primaria. Valutazione dell'efficacia del Progetto: Sarà possibile valutare l'esperienza, attraverso osservazioni sistematiche, prove oggettive e specifiche delle discipline didattiche, per controllare: · La sensibilizzazione verso la lettura · Il miglioramento della lettura · Il livello di interesse verso le attività di animazione alla lettura · La disponibilità allo scambio di esperienza tra bambini/ alunni.

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A.S. 2015/16

Progetto di psicomotricità

“Cresciamo giocando con il corpo”

Rivolto ai bambini della scuola primaria

Progetto di psicomotricità “Cresciamo giocando con il corpo”

PREMESSA L’educazione motoria nei suoi molteplici aspetti va interpretata come esperienza di vita in cui ogni bambino tende alla conquista di valori e alla capacità di socializzare.

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Attraverso il gioco, il bambino impara a correre, lanciare, rotolare, rinforzando sempre di più la voglia di essere e di giocare, in un processo di scambio in cui l’“altro” diventa “compagno-terapeuta”. Il bambino, attraverso approcci metodologici propri della ricerca del movimento, si trova a sviluppare competenze, sperimentare , fare ipotesi, approfondire argomenti e risolvere problemi con procedimenti di tipo creativo. L’attività di osservazione standardizzata e di adeguata stimolazione educativa del bambino, permette la rilevazione di situazioni individuali di fragilità, ritardo, difficoltà, distorsione nel processo di crescita. La pratica psicomotoria, aiuta i bambini e le bambine nel loro processo di crescita, a trovare un modo piacevole di sperimentare il proprio corpo, a sviluppare le loro possibilità, a rapportarsi con le regole e con il prossimo. Questo tipo di approccio, non si limita infatti a favorire lo sviluppo motorio, ma pone le basi per uno sviluppo armonioso di tutte le componenti della personalità, a partire dal piacere che si esprime nella relazione con l'altro/gli altri.

FINALITA’ DEL PROGETTO # favorire una maturazione armonica della personalità del bambino riferita in particolare al piano emozionale e relazionale; # consolidare modelli comportamentali e comunicativi adeguati al processo di socializzazione, che si manifestano col piacere nel comunicare le proprie esperienze nel rispetto delle regole e consegne. OBIETTIVI

ü saper utilizzare adeguatamente i materiali messi a disposizione; ü riuscire a comprendere che lo spazio è una condivisione necessaria per poter

giocare con gli altri; ü saper cambiare gruppo di lavoro senza difficoltà; ü saper tener conto degli altri e della situazione; ü saper rispettare le regole di gioco;

METODOLOGIA Il progetto è rivolto ai bambini della scuola primaria di età compresa tra i 6-11 anni; tutte le classi, dalla 1^ alla 5^ svolgeranno un’ora settimanale di ed. fisica, da settembre a maggio. A termine del progetto, sarà realizzata una manifestazione finale, momento in cui gli alunni diventeranno pieni protagonisti e potranno dimostrare agli spettatori gli obiettivi raggiunti nel corso dell’anno.

LUOGHI E MATERIALE

Gli incontri avverranno negli spazi messi a disposizione dall’Istituto; verrà utilizzato il materiale fornito dalla scuola.