Gennaio 2018 n°1 - centroinmedica.it · Dott. Luciano SCHIAZZA Spec. Dermatologia e Venereologia...

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Gennaio 2018 n°1 DITO A SCATTO: dai sintomi al trattamento ASMA BRONCHIALE: a ciascuno la sua diagnosi VOLERSI BENE È MANGIARE MEGLIO

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Gennaio 2018 n°1

DITO A SCATTO: dai sintomi al trattamento

ASMA BRONCHIALE: a ciascuno la sua diagnosi

VOLERSI BENE È MANGIARE MEGLIO

INMEDICA AREA ODONTOIATRICA

INMEDICA AMBULATORIO

SIAMO CONVENZIONATI CON:

1 ORTOPEDIA DITO A SCATTO: Dai sintomi al trattamento

2 DERMATOLOGIA: Il mollusco contagioso 3 ALIMENTAZIONE: Volersi bene è mangiare meglio

4 LA RICETTA DEL MESE: Insalata di salmone

5 OSTETRICIA E GINECOLOGIA: Prevenzione e screening

del cancro dell’utero

6 DERMATOLOGIA: La lingua nigra

7 PNEUMOLOGIA ASMA BRONCHIALE: A ciascuno la sua diagnosi

8 PODOLOGIA: Il fastidio dell’unghia incarnita

9 MEDICINA ESTETICA: L’importanza di controllare i nevi

10 BIMBI : L’igiene orale inizia dai più piccoli

Buon compleanno inMedica!Gennaio è tempo di bilanci: su quanto fatto nell’anno trascorso e sugli obiettivi sul futuro.L’attività è iniziata nel gennaio 2017 e in questi mesi abbiamo for-mato una squadra composta da una cinquantina di professionisti (medici, odontoiatri, fisioterapisti, logopedisti, igieniste e non solo) e da una ventina di collaborato-ri (amministrativi, assistenti alla poltrona, infermieri ecc.) che, tutti insieme, costituiscono oggi una bella realtà sanitaria, della quale siamo molto fieri.Oggi va il mio ringraziamento a tutte queste persone, per i loro sforzi giornalieri e per l’impegno costante a mantenere un alto li-vello qualitativo del servizio. Ma siamo solo all’inizio, ci sono tante novità in arrivo nei prossimi mesi, state sintonizzati!

Dott. Paolo GrassoA.D. inMedica

INDICE

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È passato un anno da quando abbiamo accolto il nostro primo Paziente. Avete imparato a conoscerci, ci avete dato consigli utili, fatto i complimenti e talvolta suggerito cambia-menti. Abbiamo dato il benvenuto a nuovi medici che ogni giorno lavorano con noi per offrire prestazioni di qualità a prezzi accessibili. Per il programma di prevenzione cardio-vascolare, a partire da novembre, è operativo un gruppo composto da cinque cardiolo-gi di consolidata esperienza professionale ospedaliera, con loro è possibile prenotare visite cardiologiche, ECG, ecocardiogramma transtoracico, Holter-ECG e monitoraggio della pressione arteriosa. A partire dal mese di gennaio, grazie alla collaborazione con il dottor Matteo Padua anestesista, inMedica ha attivato un ambulatorio di terapia antalgi-ca che si rivolge a pazienti con dolore acuto, cronico e ricorrente. In questo numero, tra i contributi, troverete quelli del dottor Luciano Schiazza, dermatologo di grande espe-rienza che ha completato la nostra squadra di specialisti in Dermatologia. Queste sono solo alcune delle novità di inMedica, seguiteci sulle nostre pagine social Facebook e Instagram, costantemente aggiornate. Buona lettura!

Dott.ssa Valentina De RizResponsabile Centro inMedica

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Il dito a scatto è il risultato della costrizione della pu-leggia dell’apparato flessore digitale, che causa do-lore e difficoltà nella escursione in flesso-estensio-ne dell’articolazione interfalangea prossimale. Può colpire tutte le dita ma più frequentemente colpisce il pollice e il quarto dito, alcune volte manifestandosi contemporaneamente su più dita. In una fase iniziale sono presenti, specie al mattino, un dolore modesto al dito e al palmo della mano e una sensazione di intop-po meccanico puro nell’estensione del dito.

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Dott.Maurizio RUBINOSpecialista in Ortopedia e TraumatologiaSpecialista in Chirurgia della manoResponsabile chirurgia arto superiore presso C.A.S.C.O. I.R.C.C.S. Istituto Ortopedico GaleazziMilano

Il dito a scatto

DITO A SCATTO

Scatto in flessione che può essere presente su tutte le dita della mano singolarmente o in associazione, condizionando la gestualità quo-tidiana. Più evidente al mattino, tende a miglio-rare con il movimento. Spesso associato alla sindrome del tunnel carpale. Se persistente può essere trattato con intervento chirurgico ambulatoriale in anestesia locale.

Le tenovaginaliti stenosanti sono patologie che appar-tengono al vasto e controverso ambito reumatico e sono rappresentate nella maggior parte dei casi dalla malattia di De Quervain e dal dito “a scatto”. Spesso associate fra di loro e alla sindrome del tunnel carpale possono anche insorgere simultaneamente. Il dito a scatto e la malattia di De Quervain sono espressione di un conflitto meccanico contenente-contenuto tra le guaine tendi-nee e i tendini stessi. Le guaine tendinee da fattore di protezione diventano fattore di malattia quando le pu-legge fibrose (ispessimenti circoscritti delle guaine che mantengono aderenti i tendini al piano osseo durante lo scorrimento) vanno incontro a un restringimento fi-brotico su base reumatica, tale da impedire la normale escursione in flesso-estensione del tendine. Si possono riconoscere anche cause di tipo traumatico indiretto, come conseguenza di attività lavorative che comportino ripetuti movimenti in flesso-estensione delle dita o del polso o di tipo ormonale, legate all’equilibrio tra estro-geni e progestinici, prevalenti nel sesso femminile.

STRUTTURA CONTENIMENTO TENDINE

FALANGI

TENDINE

SINOVIA

Al progredire dei sintomi il dolore diventa più acuto e si avverte il tipico scatto durante le escursioni in fles-so-estensione del dito interessato. Negli stadi tardivi il dito può essere esteso solo forzatamente e si può ar-rivare fino alla perdita dell’estensione completa (dito in blocco, classico del pollice).

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L’OBESITA’DITO A SCATTO

L’intervento chirurgico può essere eseguito ambulato-rialmente in anestesia locale: dura infatti pochi minuti e il paziente può essere dimesso subito dopo l’uscita dalla sala operatoria. Nel postoperatorio si rassicura il paziente in merito alla probabile, ed eventualmente intensa nelle prime ore, sintomatologia algica che viene compensata semplice-mente invitando il paziente, malgrado il dolore, al mo-vimento attivo della mano nella sua globalità. Il giorno successivo all’intervento si confeziona una piccola me-dicazione compressiva sulla ferita che si mantiene fino alla rimozione dei punti di sutura, che avviene ad una decina di giorni di distanza. Gli esercizi di range di movi-mento devono iniziare immediatamente in associazione all’uso notturno di uno splint denominato molla di Leva-me, per mantenere il dito in estensione, da usare fino a completa maturazione cicatriziale dei tessuti (circa tren-ta giorni dall’intervento). Nell’arco di una settimana il paziente può riprendere le comuni attività della vita relazionale. La ferita può es-sere dolente alla pressione per qualche settimana; la sintomatologia è alleviata dal massaggio della cicatrice. Esteticamente la ferita chirurgica è di ottima qualità ed è difficilmente riconoscibile già ad un mese di distanza dall’intervento.

Dopo l’intervento per dito a scatto si consiglia di mobi-lizzare attivamente le dita della mano operata serrando con forza il pugno e ripetendo più volte il movimento, alternandolo a pause di riposo. Si raccomanda di muo-vere attivamente e ripetutamente la spalla e il gomito in tutte le direzioni consentite. È consigliabile evitare fino al successivo controllo me-dico di sottoporre la mano operata a sforzi in prensione come stringere maniglie, alzare serrande ecc. Consiglio in ultimo di dormire la prima notte preferibilmente in po-sizione supina, con spalla anteposta e gomito esteso, appoggiando la mano operata su un cuscino. Malgrado queste raccomandazioni le dita potrebbero tendere a gonfiare. In questo caso si consiglia di insistere, mal-grado l’eventuale dolore, nello stringere il pugno. È im-portante aiutarsi con la mano non operata a mobilizzare fino alla completa flessione tutte le dita della mano ope-rata. Si raccomanda in ultimo di non usare localmente pomate o unguenti in quanto le macchie ecchimotiche scompariranno senza alcun esito nel corso dei 10 giorni successivi all’intervento.

Come si tratta?

Il dito a scatto, salvo la forma congenita, spesso si asso-cia a compressione del nervo mediano (tunnel carpale) per cui il paziente lamenta al risveglio mattutino il senso di torpore alle dita nel territorio del nervo mediano, con grossolane difficoltà nella flesso-estensione delle dita. L’assenza del movimento associata all’atteggiamento in semi-flessione delle dita, tipici del riposo notturno, giustificano il segno classico del dito a scatto e cioè svegliarsi con il dito in posizione flessa obbligata alla in-terfalangea prossimale fino a quando, aiutandosi con le altre dita, si raggiunge l’estensione con una sensazione di scatto francamente dolorosa. Attivando il movimen-to in flesso-estensione delle dita la sintomatologia si attenua. In diagnosi differenziale, si possono prendere in considerazione anche altre cause di rigidità dell’ar-ticolazione interfalangea prossimale, come il degrado artrosico della stessa o esiti di fratture del polso o dei metacarpi. Nei casi dubbi è utile eseguire una serie di radiografie della mano dolente, per escludere patolo-gie concomitanti e anche l’esame ecotomografico della regione interessata che può dimostrare l’ispessimento volumetrico delle pulegge.

Il trattamento farmacologico con FANS porta ad un sol-lievo temporaneo o risolve forme che spontaneamente sarebbero regredite pur disturbando per qualche setti-mana il paziente. Nel dito a scatto la terapia per le forme dolenti e strutturate è fondamentalmente chirurgica e siavvale della apertura longitudinale della puleggia, asso-ciata alla liberazione del tendine dalla guaina ipertroficaed infiammata, responsabile della costrizione meccani-ca del tendine e del suo deficit di scorrimento.

Postoperatorio

Dott.Luciano SCHIAZZASpec. Dermatologia e VenereologiaSpec. Leprologia e Dermatologica Tropicale

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MOLLUSCOCONTAGIOSO

Come si contrae la malattia?

Il mollusco contagioso è una malattia virale della cute. È causata da un virus DNA, il più grande virus conosciuto che infetti gli esseri umani (da 200 a 300 mm di diame-tro), appartenente al gruppo dei poxvirus.Il virus si trasmette con facilità per contatto diretto (cute con cute) da una persona che presenta tali lesioni sulla pelle ad altra persona. Più frequenti sono i contatti cu-tanei, maggiore è la possibilità di contrarre la malattia. Ecco perché la si osserva frequentemente nei bambini, specialmente fratelli, oppure d’estate quando i bambini giocano sulla spiaggia.La disposizione lineare delle lesioni in aree soggette a grattamento indicano la possibilità dell’autoinoculazio-ne. Più improbabile è la trasmissione attraverso oggetti inanimati. Il caldo e l’umidità favoriscono lo sviluppo del virus.

Il periodo di incubazione è variabile: tra il contagio e l’os-servazione delle prime manifestazioni mediamente tra-scorrono due settimane ma è possibile un periodo più lungo (anche sei mesi).

Con il caldo e l’umidità aumentano le probabilità di contrarre il virus,frequentemente si manifesta nei bambini durante l’estate, quando giocano sulla spiaggia.

MOLLUSCO CONTAGIOSO

Piccola lesione cutanea

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Il mollusco contagioso si presenta comunemente con piccole lesioni cupoliformi, dure, del diametro di 2-6 mm, con una piccola ombelicatura al centro. Il loro co-lore inizialmente è simile a quello della cute; in segui-to esse appaiono traslucide, grigio-perlacee, rosate, talora giallognole.Il numero delle lesioni varia da poche unità ad alcune decine. In particolari situazioni di compromissione del sistema immunitario (es. sarcoidosi, leucemia linfati-ca, immunodeficienza congenita, deficienza selettiva delle immunoglobuline M, timoma, trattamenti con prednisone e methotrexate, AIDS, tumori, dermatite atopica), per aumentata suscettibilità alla malattia, le lesioni possono essere numerosissime.Inoltre la diffusione può essere facilitata dalla presen-za di eczema o di altre situazioni che alterino la fun-zione di barriera

Nel bambino le lesioni tendono a localizzarsi sul viso, al tronco e gli arti (in particolare ascelle, regione ante-cubitale e crurale).Nell’individuo adulto è comune l’interessamento del-la regione addominale inferiore, della parte superio-re delle cosce, dell’area pubica e genitale: in questo caso è possibile che la trasmissione sia avvenuta per via sessuale.Le lesioni tendono spesso a raggrupparsi, ma posso-no distribuirsi in maniera diffusa. La malattia non dà sintomi.Le lesioni del mollusco possono manifestarsi in qua-lunque età, senza distinzione di razza o sesso. Gene-ralmente la malattia tende a essere più frequente tra i 3 e 16 anni.

Non frequenti le complicazioni che, quando presenti, sono rappresentate, in sede di lesioni, da irritazione, infiammazione o infezione secondaria. Se le lesioni coinvolgono il margine delle palpebre, è possibile la diffusione del virus all’occhio con conseguente congiuntivite follicolare unilaterale.Il mollusco contagioso può guarire spontaneamente, nell’arco di mesi o anni. Tuttavia il trattamento può es-sere indicato per evitare l’autoinoculazione o la trasmissione ad altri soggetti.Bisogna tener presente che all’atto della visita possono non essere evidenti lesioni di dimensioni microsco-piche e che pertanto la terapia può protrarsi per più settimane per il comparire di nuove lesioni.Sarà lo specialista dermatologo a valutare quale sia il trattamento migliore in rapporto al numero e alla lo-calizzazione delle lesioni, tenendo ovviamente presente che più precoce è la diagnosi e minore è il numero delle lesioni, più facile sarà controllarne la diffusione.

Dove si può trovare?

Camminare e passeggiare, come spesso ripetiamo, rappresentano il primo e più importante rimedio

naturale, a costo zero, contro il sovrappeso e l’obesità.

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Dott.Marco DE PAOLIChirurgo GeneraleCoordinatore Centro di Eccellenza cura dell’obesità E.O. Ospedali Galliera

OBESITÀ

ALIMENTAZIONE

Cosa possiamo fare noi? Come si combatte questa malattia?

Con informazione, consapevolezza e prevenzione

Il cibo resta un piacere, meglio se condiviso, e occorre mangiare con equilibrio, senza fretta, scegliendo bene e senza sprecare.

Il parere di un professionista può aiutarti a misurare la tua massa corpo-rea, a valutare le tue abitudini alimentari e a cercare di migliorare la tua

salute e la tua efficienza fisica.

E ricordiamo la seconda regola del nostro decalogo: ridurre il consumo di grassi!

Il sovrappeso, e ancor di più l’obesità sono malattie che in Italia continuano a fare danni enormi, con re-lativi sprechi di salute e di costi per il Servizio sani-tario nazionale: circa venti milioni di cittadini sono in sovrappeso e di questi oltre sei milioni risultano, a tutti gli effetti, obesi. Siamo di fronte a una vera epidemia che coinvolge quasi la metà di tutta la popolazione ita-liana di cui conosciamo gli effetti dannosi sulla nostra salute; le proiezioni future sulla popolazione giovanile sono ancora più allarmistiche per cui, se non miglio-riamo i nostri stili di vita, le percentuali peggioreranno.La vita si accorcia, da cinque a dieci anni; i rischi di alcune malattie, dal diabete ai problemi cardiocirco-latori fino all’ictus, i problemi ortopedici aumentano in modo esponenziale. E i costi per la nostra società? Gli obesi costano allo Stato circa nove miliardi di euro l’anno, tra spese ag-giuntive del Servizio sanitario nazionale e assentei-smo per malattia: ogni persona in sovrappeso rappre-senta una spesa aggiuntiva, per l’assistenza sanitaria, di almeno 500 euro a testa all’anno.

Il modo migliore per assumere il giusto quantitativo di grassi di buona qualità e acidi grassi essenziali nella nostra dieta è usare come grassi principali l’olio extravergine d’oliva, il burro biologico da animali al pascolo e il burro di capra biologico. Camminare e passeggiare, come spesso ripetiamo, rappresentano il primo e più importante rimedio naturale, a costo zero, contro il sovrappeso e l’obesità. Elimina invece gli oli vegetali come soia e mais e tutti i prodotti che li contengono (tieni presente che questi oli sono contenuti anche nella maggior parte dei prodotti biologici da forno, fette biscottate, biscotti e altri prodotti confezionati).

INSALATA DI SALMONE AFFUMICATO E FINOCCHI

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Dott.ssa.Paola RESASCODietista

La ricetta del mese

INSALATA DI SALMONE

SALMONEAFFUMICATO

FINOCCHIO SUCCO DI LIMONE

FETTINE DI LIMONE

PEPE A PIACERE

INGREDIENTI:salmone affumicatofinocchi affettati sottilisucco di limoneun pizzico di pepe (a piacere)fettine di limone per guarnire.

Il salmone affumicato è ricco di proteine (25 g per 100 g di prodotto), contiene acidi grassi polinsaturi, una buona dose di vitamine (vit D, B6, B12) e minerali (fo-sforo e selenio). Contenendo una percentuale piutto-sto elevata di sodio (inferiore comunque al prosciutto crudo), si consiglia di non aggiungere sale.Il finocchio è ricco di fibre, sali minerali e vitamine e possiede proprietà diuretiche e digestive.Il limone possiede una buona quantità di vitamina C e sostanze antiossidanti.Per queste caratteristiche e tenendo conto che il fi-nocchio è un ortaggio di stagione fino a maggio, pos-siamo utilizzare questa ricetta per tutto l’inverno e buona parte della primavera.

Prof.Nicola RAGNIProfessore emerito di Ginecologia e Ostetriciadell’Università degli Studi di Genova

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UTERO

PREVENZIONE E SCREENING DEL CANCRO DEL COLLO DELL’UTERO

Perché si sviluppi il cancro del collo dell’utero è ne-cessario ma non sufficiente che si verifichi l’infezione con il virus HPV di cui esistono numerosissimi tipi, dei quali fortunatamente solo pochi (circa 15) sono onco-genici, cioè capaci di provocare il tumore.Soltanto un’infezione persistente da HPV (presenza del virus 2 anni dopo l’infezione iniziale) è in grado di provocare le lesioni preneoplastiche che possono eventualmente evolvere verso il cancro. La grande maggioranza delle infezioni da HPV è transitoria e presenta solo un minimo rischio di progressione.

La prevenzione primaria per il cancro del collo dell’utero si basa sulla vaccinazione. Esistono diversi tipi di vaccini contro l’HPV: il bivalente che copre l’HPV 16-18, il quadrivalente che copre l’HPV 16-18-6-11 ed il nona-valente che copre altri cinque tipi addizionali di HPV ad alto rischio.La vaccinazione viene raccomandata per tutte le donne di età compresa tra 9 e 26 anni. Questo tuttavia non esclude che possano essere vaccinate donne di età più avanzata (non oltre i 45 anni) o che siano già state esposte al virus.Attualmente non viene raccomandata la rivaccinazione con il vaccino nonavalente delle donne precedente-mente vaccinate con il bivalente o con il quadrivalente.

La vaccinazione

RETTO

UTERO

VAGINA

VISITA PAP-TEST

MASSA TUMORALE

OVAIO

UTERO

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L’OBESITA’UTERO

La prevenzione secondaria (screening) del cancro della cervice utilizza metodiche basate sulla raccolta delle cellule che esfoliano dal collo dell’utero median-te una tecnica estremamente semplice e indolore, il cosiddetto striscio colpocitologico o test di Papanico-lau o, più semplicemente, Pap Test.Le cellule esocervicali ed endocervicali così raccolte possono essere immediatamente strisciate su di un vetrino (metodo convenzionale) oppure immerse in un mezzo liquido (citologia in fase liquida), per essere successivamente processate per produrre su un vetri-no un monostrato di cellule.Le due metodiche sono equivalenti in termini di sensi-bilità e specificità.Il prelievo è bene che venga eseguito prima della vi-sita ginecologica e, nella donna in età feconda, possi-bilmente in fase ovulatoria.

La prevenzione secondariaÈ sconsigliabile invece eseguire lo striscio in vicinanza della mestruazione o in presenza di perdite ematiche. Inoltre la donna non deve eseguire lavande o usare tamponi o avere rapporti o introdurre medicamenti in vagina almeno nelle 48 ore precedenti l’esecuzione dell’esame.L’esaminatore deve avere una adeguata visione del collo dell’utero, per cui per eseguire lo striscio è ne-cessario utilizzare uno speculum.Negli ultimi anni nello screening sono state introdot-te nuove metodiche, basate sull’utilizzazione di test molecolari per il riconoscimento del virus (HPV/DNA test), che hanno permesso l’allungamento dell’inter-vallo tra uno striscio e l’altro e l’inizio dello screening a un’età più avanzata rispetto a quanto avveniva in precedenza con l’utilizzo della sola citologia.

ETÀ

Attualmente non raccomandato

DA OGGIREGALA

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L’OBESITA’

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Dott.Luciano SCHIAZZASpec. Dermatologia e VenereologiaSpec. Leprologia e Dermatologica Tropicale

LINGUA NIGRA

LINGUA VILLOSA NIGRA

La lingua villosa nigra è una condizione particolare del dorso della lingua, in particolare della V mediana posteriore, che presenta papille filiformi ingrandite (ipertrofia) e allungate (da 1 mm della normalità sino a 15 e più mm di lunghezza) con una colorazione nerastra della stessa zona.Si manifesta senza predilezione di razza o sesso, con una incidenza che aumenta con l’età (verosimilmente per il maggior numero di persone coinvolte nella stessa situazione causale).

Varie sono le ipotesi riguardo a ciò che ne determina la comparsa:

scarsa igiene orale antibiotici e altri farmaci uso eccessivo di collutori che sviluppano ossigeno riduzione della produzione di saliva (xerostomia) eccessivo consumo di sigarette

masticazione di tabacco eccessivo consumo di caffè eccessivo consumo di tè candidosi

Il dato anamnestico che più ricorre è il fumo di sigaretta: nella maggioranza dei casi si tratta di forti fumatori (20 o più sigarette al giorno), i quali spesso sono anche accaniti bevitori di caffè.La lingua villosa nigra è raramente sintomatica e la scoperta avviene quasi sempre occasionalmente mentre ci si lava i denti.La lingua appare nella parte mediana posteriore di colore bruno-nerastro, con papille filiformi allungate e ingrossate.La sospensione del fattore predisponente e lo spazzolare la lingua con uno spazzolino da denti determina generalmente la completa risoluzione del quadro.

Di seguito i farmaci che possono causare la lingua villosa nigra:

LansoprazoloMetildopaMaprotilinaNortriptilinaPenicilline

StreptomicinaSulfonamidiciTetraciclineTranilciprominaImipramina

ClonazepamCorticosteroidiDesipraminaFluoxetinaGriseofulvina

AmitriptilinaCefalosporineCloramfenicoloClaritromicinaClomipramina

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Dott.Paolo IVALDIDirettore Pneumologia interventistica Ospedale di Villa Scassi

ASMA BRONCHIALE

CAPIRE L’ASMA

La visita

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Difficoltà a respirare, respiro sibilante, tosse secca e insistente, senso di oppressione toracica sono i classici sintomi da asma bronchiale.Fumare, le infezioni bronchiali, gli allergeni esterni o occupazionali, lo stress e l’esercizio fisico scatenano o peggiorano l’asma.

Il paziente che lamenta problemi di tipo respiratorio dovrà rivolgersi al medico spiegando approfonditamente quali sono i sintomi che compaiono, con quale frequenza e con quale intensità. È importante parlare della propria storia cli-nica e di eventuali problemi respiratori presenti in famiglia.L’anamnesi – ossia la valutazione da parte del medico at-traverso domande e osservazione – toccherà quindi tutti i sintomi tipici dell’asma per verificarne la presenza, la fre-quenza e l’intensità: tosse cronica o ricorrente, espettora-to, dispnea o respiro affannoso, ripetute infezioni acute del tratto respiratorio inferiore.È importante inoltre comunicare al medico se si fuma e quanto o se si è solitamente esposti a rischi e a inquinan-ti domestici o ambientali, anche per motivi professionali: quest’ultima casistica riguarda soprattutto coloro che svi-luppano l’asma in età adulta.Respiro difficoltoso o sibilante, tosse, senso di “costrizio-ne” al petto possono far venire il sospetto che si tratti di asma. Rivolgersi al medico è il primo passo per fugare ogni dubbio e, in caso di diagnosi positiva, ottenere le giuste rassicurazioni

Perché ho l’asma?L’asma tende a nascere in famiglia: è più probabile soffrire di asma se un genitore o consanguineo è asmatico. L’allergia a pollini, acari della polvere o pelo di animale aumenta il rischio di manifestare l’asma. L’esposizione a fumo di sigaretta o altri tipi di tabacco, inquinamento ambientale o agenti irritanti può innescare i sintomi asma-tici anche nelle persone che non presentano alcuna predisposizione.A che età compare l’asma?L’asma può comparire a qualsiasi età, ma la metà degli asmatici manifesta i primi sintomi prima dei 10 anni.L’asma è una malattia cronica?Sì. L’asma è una malattia respiratoria cronica che causa infiammazione e restringimento delle vie aeree. L’asma non rimane stabile nel tempo, ma può cambiare, con giorni o periodi “buoni” e altri in cui i sintomi ricompaiono. Tuttavia, se l’asma è correttamente trattata con i farmaci è possibile restare liberi dai sintomi per periodi più lunghi.La mia asma peggiorerà con l’età?È possibile. Con l’avanzare dell’età può capitare che i farmaci diventino meno efficaci o che la funzionalità dei polmoni sia più compromessa. Tuttavia, controlli regolari e un eventuale riadattamento delle terapie alle condi-zioni di salute del paziente possono aiutarlo a gestire l’asma anche nella terza età.Che cosa scatena una crisi d’asma?Dipende dal tipo di asma. Per alcuni la causa di una crisi è l’esposizione ai pollini, per altri può essere con-seguenza di un’infezione delle vie respiratorie, oppure il repentino cambio di temperatura o l’esercizio fisico intenso.

BRONCO NORMALE BRONCO ASMATICO

L’OBESITA’ASMA BRONCHIALE

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È proprio l’ampia casistica che rende importante per l’asmatico conoscere la sua asma e le sue vulnerabilità ai fattori di rischio. L’intensità di una crisi, però, non si può prevedere. Per questo è necessario seguire le terapie anti-asmatiche prescritte, limitando così la probabilità di una crisi.Come capisco che sta per arrivare una crisi?Anche se l’attacco d’asma compare velocemente, è possibile imparare a riconoscere tempestivamente i campa-nelli d’allarme. Quando inizia un attacco d’asma il respiro si fa più difficoltoso, come se si cercasse di respirare da una cannuccia. Inoltre si può avvertire un “peso” sul torace oppure l’istinto a tossire in modo anche convulso.Che cosa succede durante un attacco d’asma?Se l’asma non è sotto controllo, le vie respiratorie sono infiammate e tendono a restringersi. Questo fa sì che l’aria faccia fatica a passare (broncocostrizione). Il restringimento o chiusura delle vie respiratorie avviene velo-cemente, ed è ulteriormente peggiorato dalla produzione di muco. L’attacco può essere di diversa intensità, e può essere opportunamente gestito con l’uso dell’inalatore contenente il broncodilatatore.Una persona può morire per l’asma?Purtroppo sì, anche se è un’eventualità assai poco comune. Infatti, seguire correttamente i trattamenti prescritti aiuta a prevenire del tutto questa fatalità.L’asma può essere curata?Certo che può essere curata anche se non esiste al momento una cura definitiva per l’asma. Le terapie anti-a-smatiche oggi disponibili consentono però al paziente di vivere una vita perfettamente normale.Le terapie anti-asma riescono a controllare l’asma?Sì, purché assunte con regolarità. Il trattamento per l’asma è rappresentato da farmaci che “aprono” le vie re-spiratorie al bisogno e farmaci che controllano l’infiammazione delle vie aeree, prevenendo o limitando così la comparsa dei sintomi.Posso sospendere i farmaci quando mi sento bene?Assolutamente no. Le terapie per il controllo dell’asma servono anche a prevenire la comparsa o il peggiora-mento dell’asma, perciò vanno seguite correttamente anche quando i sintomi non sono presenti.I corticosteroidi inalatori possono dare effetti collaterali a lungo termine?Come per tutte le terapie continuative, anche quella per il controllo dell’asma può dare luogo a effetti collaterali in alcuni pazienti. Le più comuni sono candidosi orale (il cosiddetto “mughetto”) e voce roca, entrambe facilmen-te risolvibili. Raramente compaiono effetti collaterali in altre zone dell’organismo.Se non sono sicuro di aver preso la dose giornaliera con l’inalatore, è meglio prendere una doppia dose oppure non prenderla?Non c’è alcun rischio a inalare una doppia dose di farmaco, purché non diventi un’abitudine.Perché i fattori ambientali influiscono sull’asma?L’infiammazione che è alla base dell’asma, rende le vie respiratorie extra-sensibili. In questo modo, reagiscono con più intensità ai vari fattori ambientali, come allergeni, virus, polvere o fumo.L’asma ha anche una componente psicologica?Lo stress può avere un impatto negativo sul controllo dell’asma. Alcune persone, ad esempio, sentono che i sintomi peggiorano quando sono preoccupate o arrabbiate. Anche piangere può contribuire alla comparsa dei sintomi. A volte nei bambini si scatena per attirare l’attenzione dei genitori.Come posso rendere la mia casa più sicura per l’asma?È importante vivere in un ambiente a misura di asma. Tenere pulita la casa e ventilare regolarmente le stanze è senz’altro d’aiuto per ridurre i fattori di rischio indoor. È meglio avere un pavimento di legno, piastrelle o lino-leum ed evitare l’uso di tappeti o tessili d’arredamento perché possono raccogliere polvere e pollini. È meglio evitare di convivere con animali con pelo o uccelli, e di utilizzare forti profumi, deodoranti, dopobarba o fragran-ze per la casa. Non permettere a nessuno di fumare in casa.Avere un purificatore dell’aria è utile per l’asma?Non è chiaro se usare un purificatore dell’aria in casa sia efficace a tenere lontani polvere, acari o pollini.L’agopuntura può alleviare l’asma?L’agopuntura in alcuni casi potrebbe aiutare l’organismo a produrre molecole anti-infiammatorie perciò, anche se non rientra tra le terapie raccomandate, in alcuni casi, può essere di beneficio. Si può provare l’agopuntura solo a complemento delle terapie anti-asmatiche, e non come il solo trattamento per controllare l’asma.Posso avere un animale da compagnia?È meglio evitare se si è asmatici ed è dimostrata un’allergia nei confronti dei derivati dermici degli animali dome-stici. Nel caso in cui, invece, non vi è alcun segno di allergia e i sintomi asmatici non compaiono all’esposizione al pelo d’animale, è probabilmente possibile avere un animale da compagnia. Va ricordato, però, che la pre-senza dell’animale può favorire una maggiore concentrazione degli allergeni derivati dagli acari della polvere.

L’unghia incarnita (Onicocriptosi) è quella patologia in cui una porzione di lamina ungueale penetra all’interno dei tessuti molli del solco ungueale creando una lesione.L’unghia incarnita può colpire indistintamente uomini e donne, giovani e anziani.Nella maggior parte dei casi viene interessata l’unghia del 1º dito degli adole-scenti.All’inizio si avverte una acuta dolenzia alla pressione con rossore della cute, se trascurata la cute diventa lucida, gonfia e tumefatta. Nelle situazioni più gravi si ha la formazione di granuloma (neoformazione di natura infiammatoria caratte-rizzata da rigonfiamento cutaneo) che ne aumenta la sensibilità e la dolorabilità. Poiché l’infezione è quasi sempre presente, si può avere la formazione di mate-riale purulento e la fuoriuscita di sangue.

Dott.Francesco PORROPodologo

UNGHIA

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UNGHIA INCARNITA

Forme di lesione del bordo ungueale

Le cause dell’onicocriptosi sono svariate:Errato taglio dell’unghia (la più frequente), troppo cortaErrate calzature (troppo strette o dure) tacchi a punta, scarpe da calcettoTraumi diretti e indiretti sulle unghie Patologie biomeccaniche del piede o ditaPatologie della lamina ungueale (unghie a tegola, ricciolo)Problemi legati ad eccessiva sudorazione (iperidrosi)

Se l’angolo dell’unghia viene strappato e non tagliato, nella rimozione dello stesso, il bordo può rimanere zigri-nato e creare frizione nella deambulazioneSe l’angolo viene tagliato troppo corto si può creare uno scalino che, in fase di crescita, andrà a creare una lacerazione dei tessuti molli adiacentiSe dopo aver tagliato l’angolo si utilizzano strumenti non sterili per andar a pulire il solco, ci si può accidental-mente ferireDopo un trauma una porzione di lamina si può rompere e andare in conflitto con il bordo ungueale ferendolo.

L’OBESITA’UNGHIA INCARNITA

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Questa patologia è da non confondere con una ipercheratosi del solco ungueale, dove avremo dolore alla pressione e arrossamento ma il solco ungueale rimane integro.In un primo luogo il trattamento podologico è quello più consigliato in quanto si risparmia l’unghia e la fun-zionalità dell’alluce. Da non trascurare la pratica chirurgica in casi con continua recidiva, vasta presenza di granuloma, forte intollerabilità del dolore da parte del paziente

Da ricordare che con un minimo dolore dovuto dal taglio, il paziente dopo la rimozione della specula avvertirà una sensazione di liberazione.

Una condizione di unghia incarnita trascurata, può causare problemi posturali in quanto costringe il paziente ad assumere una deambulazione diversa dal normale pur di non

sentir dolore nella zona interessata.

Il trattamento podologico consiste nel:Taglio della porzione di unghia che va a invaginarsi causando dolore.Applicare una zaffatura e una medicazioneSuccessivi trattamenti di controllo con possibile ricostruzione della zona ta-gliata per mantenere il solco ungueale bello largo, fino a completa ricrescita.

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I consigli per un’azione preventiva sono semplicissimi:Tagliare le unghie in maniera dritta, andando solamente a sbeccare o smussare con una lima l’angoloEvitare di tagliarle troppo corteEvitare calzature a punta troppo strettaAsciugarsi sempre bene in mezzo alle ditaEvitare il fai da te nell’andare a pulire i solchi unguealiEvitare di strappare pellicine

Anche se l’operatore si trovasse d’innanzi alla presenza di un granuloma in forma ridotta, riuscirebbe lo stesso a intervenire operando inizialmente con prodotti tipo creme astringenti per ridurre il flusso di sangue nella zona, per poter lavorare nel modo più semplice e veloce, riducendo

così la dolorabilità per il paziente.

Dott.ssa.Francesca RIVADermatologa

Dott.ssaGiulia CATTARINIMASTELLIDermatologaDirettore SanitarioinMedica

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CONTROLLO DEI NEVI

Nevi sospetti: l’importanza della videodermatoscopia

La prevenzione è un punto fondamentale delle vi-site dermatologiche perché permette di prevenire o identificare precocemente lesioni pericolose. Il melanoma cutaneo, pur trattandosi di un tumore ad alta malignità, è visibile sulla superficie corporea fin dalle prime fasi evolutive, pertanto è più facile ef-fettuarne la diagnosi. Per anticipare la diagnosi di melanoma e soprattutto prevenire l’insorgenza è fondamentale sottoporsi a visite dermatologiche di screening periodiche, con Dermatoscopia. Questa è una metodica non invasiva che permette di valu-tare i nevi presenti sul corpo, valutarne le caratte-ristiche ed eventualmente catalogare quelli ritenuti a rischio che poi andranno in follow-up o asportati. La Dermatoscopia è uno strumento ottico che ha incrementato la capacità diagnostica del 20-30% permettendo diagnosi più precoci. Le campagne di sensibilizzazione di prevenzione primaria per incen-tivare le persone a osservare il proprio corpo e il “neo che cambia” ha fatto sì che il 60-70% dei me-lanomi venga asportato quando la prognosi risulta favorevole, cioè quando le cellule cancerose sono solo nello strato più esterno della pelle (epidermide) e non hanno dimostrato nessun segno di diffusio-ne. Questo tipo di melanoma chiamato “in situ” ha una prognosi molto alta con sopravvivenza vicino al 100%; per questo è utile programmare controlli pe-riodici e/o recarsi per una visita in caso di modifica di un nevo o la sua insorgenza.

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L’OBESITA’MEDICINA ESTETICA

Medicina estetica: i trattamenti laser di inMedica

Nell’ambito della prevenzione e benessere della persona i dermatologi e chirurghi plastici del centro inMedica sono impegnati anche nell’ambito della Medicina estetica.

Con il laser Clear LiftTM (laser non ablativo, frazionato) possono essere migliorate le imperfezioni della pelle dovute all’età, come rughe, macchie, irregolarità del tono e della lassità cutanea. Il trattamento è veloce, praticamente indolore, e adatto a tutti i tipi di pelle. Il laser CO2 frazionale è una metodica che consente il trattamento e il miglioramento di inestetismi cutanei quali rughe fini e sottili sul viso, sopra le labbra, intorno e sotto gli occhi, macchie solari o senili.Il laser CO2 frazionale è altresì impiegato per il miglioramento di cicatrici ipertrofiche, cicatrici post ac-neiche, cheratosi, smagliature.Accent Prime sfrutta invece la radiofrequenza per la tonificazione del corpo e del viso e gli ultrasuoni per contrastare la “cellulite” e la pelle a buccia d’arancia.Il laser Q-Switch aiuta a rimuovere progressivamente tatuaggi su qualunque area del corpo, in sedute che richiedono a seconda della grandezza da 10 a 30 minuti.

Come agisce l’epilazione laser? Soprano Ice lavora riscaldando il derma in maniera graduale andando a danneggiare non solo il pelo, ma anche il follicolo stesso. È adatto a tutti i tipi di pelle e a ogni tipo di pigmentazione. Si può effettuare su ogni parte del corpo, il trattamento è sicuro, efficace e praticamen-te indolore.

Cos’è la cheratosi attinicaSi manifesta inizialmente come una piccola area di pelle piana o rilevata di colore rosa/rosso ri-coperta da squame o croste. La cheratosi attinica è legata a una elevata esposizione al sole o ai raggi ultravioletti, oltre che a una predisposizione individuale. Le sedi più colpite sono: viso, dorso delle mani, tronco, ma soprattutto cuoio capelluto nei soggetti calvi. Il trattamento delle cheratosi attiniche è essenziale, in quanto, se non trattate, possono evolvere in una forma tumorale della pelle. È fondamentale fare controlli dermatologici per identificare e trattare precocemente queste lesioni. Può essere utilizzata la terapia fotodinamica con l’utilizzo di luce naturale (DL-PDT), il laser CO2, insieme a specifiche terapie mediche.

“Il nostro è un approccio che mira a iden-tificare il migliore protocollo di trattamento per ogni paziente, anche utilizzando le più moderne tecnologie laser presenti nel cen-

tro” (tecnologie Alma Laser)

Epilazione laser FASCIOLASER

SCOMPARSA DEL PELO

SITUAZIONEINIZIALE

BIMBI al centro

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Già dalla comparsa dei primi dentini ai bambini si deve dedicare il tempo necessario per garantirgli la corretta cura della bocca.Partendo da 0 arrivando ai 3 anni, va assicurato al bambino un aiuto costante, per seguire con atten-zione la crescita dei denti.Con il tempo e la crescita, va insegnato al bambino come prendersi cura del suo sorriso, l’adulto occupa un ruolo molto importante durante questo periodo.

Detergere le gengive con garze e fazzoletti ap-positi.Ridurre le bevande zuccherine.Non intingere i succhiotti nello zucchero o nel miele.Il digrignamento all’eruzione degli incisivi è nor-male.Nell’allattamento artificiale con il biberon alterna-re il lato di poppata per prevenire gli strabismi.Massaggiare le gengive durante e dopo l’eruzio-ne dei denti.È consigliato spazzolare tutte le superfici dei denti e attraverso il gioco far prendere dime-stichezza con lo spazzolino, si sceglie colorato, adeguato alla loro età e ci si lava i denti insieme, nel bagno, in modo che i nostri bambini imparino per imitazione.

Bimbi da 0 a 3 anniAppoggiare lo spazzolino sui denti e fare movimenti verti-cali dal rosso verso il bianco, (dalla gengiva al dente), con delicatezza e poca pressione.

Il movimento ideale è quel-lo dello spazzolino elettrico, quindi rotatorio. Eseguitelo su tutti i denti, sia sulla parte esterna che su quella interna, iniziando dall’arcata superiore arrivando all’inferiore.

Spazzolate bene le superfi-ci masticanti dei molaretti da latte sia superiori che inferiori, dove di solito rimangono inca-strati i biscotti, le patatine e le merendine

Spazzolate sempre la lingua.

Curare la bocca dei più piccoli

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Ho notato che in classe di mio figlio quasi tutti i bambini portano l’apparecchio.Come mai ai miei tempi non succedeva? Non sarà un eccesso di terapia?

È vero quello che la lettrice asserisce, sicuramente le classi scolastiche vedono molti più apparecchi or-todontici di quanto accadesse negli anni Settanta. La motivazione, però va ricercata con occhio positivo, i nostri bambini sono seguiti dalle famiglie con maggior cultura sanitaria e sicuramente con più scrupolo-sità. Nonostante ciò, le motivazioni che portano i genitori a far visitare i bimbi dall’ortodonzista sono più frequentemente di natura estetica.L’età “giusta” per una valutazione ortodontica è la più precoce possibile. Per spiegare questa affermazione mi trovo nella condizione di dover chiarire i concetti di base dell’orto-donzia.Fondamentalmente esistono due tipi di ortodonzia: Quella eseguita con apparecchi mobili (da indossare o rimuovere autonomamente) Quella che utilizza apparecchi fissi (mediante attacchi che si incollano ai denti che servono da supporto per archi metallici che correggono la posizione dei denti)Di base l’ortodonzia mobile si utilizza sui denti decidui (da latte) e quella fissa sui definitivi.In effetti l’ortodonzia mobile non serve a “raddrizzare i denti” ma a fornire alle ossa mascellari una guida affinché crescano con le dimensioni idonee a contenere tutti i denti definitivi e si articolino correttamente.

Molto spesso, quindi, l’apparecchio mobile viene lasciato al bambino fino all’eruzione degli ultimi denti definitivi, sincerandosi che i mascellari siano “cresciuti” correttamente e viene sostituito dall’apparecchio fisso che si occupa di allineare i denti.Apparecchi mobili ne esistono moltissimi, di varie forme, in relazione alla crescita ossea nelle tre dimen-sioni o alla sua correzione ma anche con funzioni terapeutiche sulla funzione e postura linguale.Il consiglio che viene normalmente dato ai genitori che si apprestano a far curare i figli con apparecchio mobile è quello di considerarlo e proporlo al bambino come una terapia antibiotica, cioè assolutamente necessaria e importantissima per la salute.È ovvio che trattandosi di un dispositivo removibile esso è voluminoso e procura non pochi fastidi al bam-bino, soprattutto nella fonazione. Normalmente questi vanno indossati almeno 18 ore al giorno per poter svolgere le loro funzioni.L’apparecchio fisso non è scevro da fastidi per chi lo porta ma, per i genitori, ha il vantaggio di non poter essere rimosso dal bambino.È importante che i pazienti sappiano che la durata della terapia con apparecchio fisso non deve avere tempi biblici. Normalmente tutto si conclude nell’arco dei due anni, soprattutto se la diagnosi è stata pre-coce ed è stata affrontata a partire dalla terapia mobile per creare il supporto osseo necessario.

Estetica apparecchio mobile Estetica apparecchio fisso

L’apparecchio ortodontico

--------------Dott.Gennaro D. PorroMedico chirurgo Odontoiatra

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L’OBESITA’

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Grafica e illustrazioni a cura di Martina Bertelle