Gdm 10 2 2015disfida

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lA GAZZEllA DELMFnO GIORNO Martedì 10 febbraio 20 15 NOI E LA NOSTRA STORIA IN UBRERIA LA QUARTA EDIZIONE DELLE VICENDE DELLA DISFIDA SCRITTA DA RENATO RUSSO Ioni I a 1an1 Dopo oltre 500 anni quel fatto fa discutere ancora In occasione dei512Q anniversario de ll a Disfida di Barletta. Renato Russo pubblica la IVedizione (le al tre sono del1 993, 1999, 2013) del suo libro sullo scontro fra cavalieri italiani e francesi. Ecco la prefazio- ne di Michele Cristallo. di MICH E LE C RISTALLO on sono bastati cinque- cento anni per dare l'in- terpretazione defmitiva di quell'epico fatto d'armi che fu la Disfida di Barletta. In cin- STORICI E LETTERATI Si sono scomoda ti l etterati e storici, cinema e teatro hanno realizzato apprezzabili opere que secoli sono stati scritti centinaia di libri, si sono scomodati letterati e storici, cinema e teatro hanno rea- l izzato apprezzabili opere nella storia dello spettacolo, rievocato anche at- traverso folcloristiche rappresenta- zioni popolari.. Eppure ancora oggi si discute, spesso si polemizza, sulle cause e soprattutto sui sentimenti che animarono quella sfida che pose di fronte tredici cavalieri italiani ed altrettanti boriosi cavalieri fi"ancesi. Neppure i cinque secoli trascorsi hanno coperto d 'oblio quel glorioso pomeriggio de113 febbraio 1503 che ha consegnato alla storia Ettore Fie- ramosca ed i suoi dod i ci prodi com- pagni. Questo testo, La Disfida di Barletta, l'epoca e i protagonisti, Re- nato Russo lo ha scritto con l'intento "di far chiarezza, di evitare gli ec - cessi celebrativi e di ristabilire la ve- rità dei fatti così come si sono svolti". ' Già, gli eccessi celebrativi. E la trappola nella quale sono cascati, spesso con evidente compiacimento, la maggior parte di coloro che si sono cimentati sull'argomento. Un approccio che, secondo l'auto- re, non ha giovato alla Disfida; anzi, a suo parere, il danno alla sua imma - gine è venuto proprio dalla eccessiva enfatizzazione che dell'episodio s'è voluto fare. Con questi dichiarati in- tenti è facile immaginare con quale spirito e con quali obiettivi Russo si sia disposto a rinverdire il ricordo del celebre fatto d'armi. Ha scelto la via più moderata, collocandosi al centro dei due atteggiamenti con i quali finora s'è guardato a quel lon- tano 13 febbraio: fra coloro che giu- dicano la Disfida alla stregua di un banale epilogo di una sbronza collet- tiva consumata in una sordida can- tina; e fra quanti, invece, ne esaltano esageratamente il significato, volen- dolo ricondurre ad ogni costo all'in- sopprimib ile anelito di libertà di una patria divisa ed oppressa. Russo, invece, fa parlare innanzi- tutto i fatti, quelli che precedettero la Disfida e quelli successivi, gli uni e gli altri collocati in un contesto sto- rico e politico che va al di là degli italici confini, inquadrabili come so· no su tmo scenario internazionale, qual è quello della contesa fran- co-ispanica che fa da sfondo al mitico avvenimento. Ecco che la Disfida di Barletta acquista una sua centralità; di avvenimento, cioè, intorno al qua- le ruotano, si creano e si disfano cen- to altri piccoli e grandi episodi che rifiniscono nel più grande mare della Storia. Non si dimentichi che in quell'epoca Barl etta era caput regio· nis e quindi autorevole punto di ri- ferimento non solo per i traffici che coinvolgevano i più grandi porti del Med iterraneo, ma anche per gli in- teressipolitici che quella situazione calamitava e per gli scontri dinastici che implicava. L'autore fa sfilare, sul palcosceni- co storico della rappresentazione, nu- merosi personaggi, attori del teatro della memoria. I titoli di testa sono aperti dai protagonisti principali, gli italiani Ettore Fieramosca e gli altri dodici prodi cavalieri, e per parte francese lo sprezzante Guy de la Mot- te con i suoi boriosi compagni. Ma nel cast non sfigura no anche altri au- torevoli personaggi: il Gran Capitano Consalvo da Cordova, Prospero , Fa- brizio e Pompeo Colonna, Isabella d'Aragona . Sullo sfondo -grandi comprimari -s'affacciano le figure dei regnanti europei del tempo: Luigi Xll di Francia, Ferdinando Il il Cat- tolico re di Spagna con sua moglie Isabella, Massimiliano I d'Asburgo. L t i proh1g(_ 01 li Per non parlare dei principi italiani: gli sfortunati aragonesi Alfonso Il, Ferrandina e lo zio Federico; Ludo - vico il Moro duca di Milano; il tristo Valentino nipote di papa Alessandro VI; Francesco Gonzaga marchese di Mantova e così via. Tutti personaggi noti alla storia del tempo, che celebrano la loro epo· pea entro lo scenario di una molte- plicità di città che occupano il fon- dale scenico della nostra rappresen- tazione: Barl etta, quartier generale dell'esercito spagnolo, che dopo la guerra diventerà sede del governa- torato per il vicereame di Puglia e Basilicata; Andria, nella cui catte- drale avvenne il giuramento dei 13 campioni italiani; Canosa, sede del comando generale dell'esercito fran- cese; Cerignola, nei cui dintorni, un mese dopo, avverrà uno scontro cruento fra Francesi e Spagnoli; Co- rato, nelle cui campagne avvenne il famoso certame; Minervino, dov'era di stanza un distaccamento francese comandato dal signore di Bayard; Ruvo, dov'era concentrato il grosso delle truppe francesi e da dove, la mattina del13 febbraio, s'avviarono i cavalieri ultralpini sul campo della sfida; Trani, sotto le cui mura qual- che mese prima Spagnoli e Francesi avevano combattuto un analogo cer- tame. In chiusura del libro è un'appen- dice che offre uno spaccato signifi- cativo dell'eco vastissima della Disfi- da nel cinema, nelle rievocazioni, nel vernacolo , ma soprattutto nella let- terahtra e nelle fonti. Nella lettera- tura, attraverso l'ineludibile richia- mo al famoso romanzo Ettore Fiera- mosca di Massimo d'Azeglio, che ha Al via il 512° anniversario Il programma dei cc Giorni della Sfida n Ecco il programma de <d giorni della Sfida a cura del Comune di Barletta per il 512 ° anniver- sario della Disfida di Barletta>>. Giovedì 12 «l giorni della sfida l una sf ida sociale prima nazi o- nale del docufilm «Triangle» al cinema Opera alle 16. Premiato come miglior opera sul mon- do del lavoro nel corso dell'ulti ma edizione del Festival del Cinema di Torino, il film racconta due tragedie sul lavoro, in cui le vittime sono donne che lavoravano in condizioni precarie: l'incendio che divampò il25 marzo 1911 nella fabbrica "Triangle" di NewYork, causando la morte di 1 46 persone, tra cui 123 donne e 23 uomini, e il crollo della palazzina di via Roma, aweuto i l3 ottobre del201 1, in cui persero la vita quattro oper aie di un opificio e la giovane figlia del titolare dell'attività. Tra i momenti piLI toccanti e significativi del film girato dalla regi- sta palermi tana Costanza Quatriglio c'è la testi- monianza di Mariella Fasanella, unica soprav- vissuta delle operaie di Barletta, che racconta l'orgoglio di chi sa fa r bene il suo lavoro e le tan- te difficoltà che ancora ostruiscono la st rada verso il cambiamento. Intervengono il sottose- gretario alle riforme costituzionali lvan Scalfa- rotto e la segretaria nazionale della Cgil, Susan- na Camusso. IL docufilm è prodotto da Doc Lab, Factory Film, Rai Cinema, Luce Cinecittà 1113, 14 e 15 Raccontiamo la disfi da nei luoghi: Cantina della Sfida, Castello e Palazzo della Marra. Dalle 1 O alle 13 e dalle 18 alle 22 marato- na di lettura del romanzo stori co a cura di Livis. Racconto della stor ia del costume, dalla moda cinquecentesca alla moda del tardo ottocento a cura di Artisticamente. Ingresso gratuito dei luoghi della cultura: Castello, P alazzo della Mar- ra, Cantina della Sfida Orario di apertura pro- lungato sino alle 21. l XV I LA DISFIDA Sotto il titolo, la copertina del li bro di Re nato Russ o. A s ini s tra e s otto , due immagini del c ertame di alcuni anni fa avuto il merito di riscoprire l'episo - dio e diffonderlo ed esaltarlo in piena epoca risorgimentale. Nelle fonti do- cumentali, cominciando dalla tra- scrizione dell 'originaria Historia del combattimento de i tredici Italiani con altrettanti Francesi dell' Anoni- mo Autore di veduta, coevo degli av- venimenti narrati; per non parlare del noto Galateo, cronista al servizio di Isabella d'Aragona, di Giambatti- sta Cantalicio, Geronimo de Zurita, Marin Sanudo, Paolo Giovio, ma so- prattutto di Francesco Guicciardini, che inserisce l'episodio nella sua ce- lebrata Storia d'Italia, dedicandogli alcune eloquenti pagine, nelle quali il grande storico fiorentino, pur sen- za eccessiva enfas i, tuttavia traman- da l'episodio quasi accendesse un barlume di luce nei secoli bui di un'Italia disgregata in cento stati e staterelli. Ecco riaffacciarsi allora quel sen- timento di nazionale italianità che tanto ha infiammato -non senza qualche eccesso -la retorica celebra- tiva del romanzo del d'Azeglio. Come contemperarla con una valutazione più fredda e storicistica dei fatti nar- rati? "La Disfida -secondo l'autore - è ben vero che nacque da una esigenza strategica avvertita dagli Spagnoli, ch'era quella di riattizzare l'odio de- gli Italiani contro i Francesi; ma una volta messa in moto, quella che ini· zialmente era nata solo come una co- mune stida tra ventisei soldati di ventma, si trasformò ben presto in una vera e propria sfida italica, ag· gressiva e rabbiosa, e gli stessi ca- valieri, ch'eran partiti ingagliarditi dalla sola posta in palio, al di delle loro modeste intenzioni, via via si fe- cero coinvolgere in una disputa che fmì coll'innalzarli - loro malgrado -a campioni italiani". c

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lA GAZZEllA DELMFnOGIORNO Martedì 10 febbraio 2015

NOI E LA NOSTRA STORIA IN UBRERIA LA QUARTA EDIZIONE DELLE VICENDE DELLA DISFIDA SCRITTA DA RENATO RUSSO

• • • • • Ioni I a 1an1

Dopo oltre 500 anni quel fatto fa discutere ancora In occasione dei512Q anniversario della Disfida di Barletta. Renato Russo pubblica la IV edizione (le altre sono del1993, 1999, 2013) del suo libro sullo scontro fra cavalieri italiani e francesi. Ecco la prefazio­ne di Michele Cristallo.

di MICHELE CRISTALLO on sono bastati cinque­cento anni per dare l'in­terpretazione defmitiva di quell'epico fatto d'armi

che fu la Disfida di Barletta. In cin-

STORICI E LETTERATI Si sono scomodati letterati e

storici, cinema e teatro hanno realizzato apprezzabili opere

que secoli sono stati scritti centinaia di libri, si sono scomodati letterati e storici, cinema e teatro hanno rea­lizzato apprezzabili opere nella storia dello spettacolo, rievocato anche at­traverso folcloristiche rappresenta­zioni popolari.. Eppure ancora oggi si discute, spesso si polemizza, sulle cause e soprattutto sui sentimenti che animarono quella sfida che pose di fronte tredici cavalieri italiani ed altrettanti boriosi cavalieri fi"ancesi. Neppure i cinque secoli trascorsi hanno coperto d'oblio quel glorioso pomeriggio de113 febbraio 1503 che ha consegnato alla storia Ettore Fie­ramosca ed i suoi dodici prodi com­pagni. Questo testo, La Disfida di Barletta, l'epoca e i protagonisti, Re­nato Russo lo ha scritto con l'intento "di far chiarezza, di evitare gli ec­cessi celebrativi e di ristabilire la ve­rità dei fatti così come si sono svolti".

' Già, gli eccessi celebrativi. E la trappola nella quale sono cascati, spesso con evidente compiacimento, la maggior parte di coloro che si sono cimentati sull'argomento.

Un approccio che, secondo l'auto­re, non ha giovato alla Disfida; anzi, a suo parere, il danno alla sua imma­gine è venuto proprio dalla eccessiva enfatizzazione che dell'episodio s'è voluto fare. Con questi dichiarati in­tenti è facile immaginare con quale spirito e con quali obiettivi Russo si sia disposto a rinverdire il ricordo del celebre fatto d'armi. Ha scelto la via più moderata, collocandosi al centro dei due atteggiamenti con i quali finora s'è guardato a quel lon­tano 13 febbraio: fra coloro che giu­dicano la Disfida alla stregua di un banale epilogo di una sbronza collet­tiva consumata in una sordida can­tina; e fra quanti, invece, ne esaltano esageratamente il significato, volen-

dolo ricondurre ad ogni costo all'in­sopprimibile anelito di libertà di una patria divisa ed oppressa.

Russo, invece, fa parlare innanzi­tutto i fatti, quelli che precedettero la Disfida e quelli successivi, gli uni e gli altri collocati in un contesto sto­rico e politico che va al di là degli italici confini, inquadrabili come so· no su tmo scenario internazionale, qual è quello della contesa fran­co-ispanica che fa da sfondo al mitico avvenimento. Ecco che la Disfida di Barletta acquista una sua centralità; di avvenimento, cioè, intorno al qua­le ruotano, si creano e si disfano cen­to altri piccoli e grandi episodi che rifiniscono nel più grande mare della Storia. Non si dimentichi che in quell'epoca Barletta era caput regio· nis e quindi autorevole punto di ri­ferimento non solo per i traffici che coinvolgevano i più grandi porti del Mediterraneo, ma anche per gli in­teressipolitici che quella situazione calamitava e per gli scontri dinastici che implicava.

L'autore fa sfilare, sul palcosceni­co storico della rappresentazione, nu­merosi personaggi, attori del teatro della memoria. I titoli di testa sono aperti dai protagonisti principali, gli italiani Ettore Fieramosca e gli altri dodici prodi cavalieri, e per parte francese lo sprezzante Guy de la Mot­te con i suoi boriosi compagni. Ma nel cast non sfigurano anche altri au­torevoli personaggi: il Gran Capitano Consalvo da Cordova, Prospero, Fa­brizio e Pompeo Colonna, Isabella d'Aragona. Sullo sfondo -grandi comprimari -s'affacciano le figure dei regnanti europei del tempo: Luigi Xll di Francia, Ferdinando Il il Cat­tolico re di Spagna con sua moglie Isabella, Massimiliano I d'Asburgo.

L erx,~,, t i proh1g(_ 01 li

Per non parlare dei principi italiani: gli sfortunati aragonesi Alfonso Il, Ferrandina e lo zio Federico; Ludo­vico il Moro duca di Milano; il tristo Valentino nipote di papa Alessandro VI; Francesco Gonzaga marchese di Mantova e così via.

Tutti personaggi noti alla storia del tempo, che celebrano la loro epo· pea entro lo scenario di una molte­plicità di città che occupano il fon­dale scenico della nostra rappresen­tazione: Barletta, quartier generale dell'esercito spagnolo, che dopo la guerra diventerà sede del governa­torato per il vicereame di Puglia e Basilicata; Andria, nella cui catte­drale avvenne il giuramento dei 13 campioni italiani; Canosa, sede del comando generale dell'esercito fran­cese; Cerignola, nei cui dintorni, un mese dopo, avverrà uno scontro

cruento fra Francesi e Spagnoli; Co­rato, nelle cui campagne avvenne il famoso certame; Minervino, dov'era di stanza un distaccamento francese comandato dal signore di Bayard; Ruvo, dov'era concentrato il grosso delle truppe francesi e da dove, la mattina del13 febbraio, s'avviarono i cavalieri ultralpini sul campo della sfida; Trani, sotto le cui mura qual­che mese prima Spagnoli e Francesi avevano combattuto un analogo cer­tame.

In chiusura del libro è un'appen­dice che offre uno spaccato signifi­cativo dell'eco vastissima della Disfi­da nel cinema, nelle rievocazioni, nel vernacolo, ma soprattutto nella let­terahtra e nelle fonti. Nella lettera­tura, attraverso l'ineludibile richia­mo al famoso romanzo Ettore Fiera­mosca di Massimo d'Azeglio, che ha

Al via il 512° anniversario Il programma dei cc Giorni della Sfida n

• Ecco il programma de <d giorni della Sfida a cura del Comune di Barletta per il 512° anniver­sario della Disfida di Barletta>>. Giovedì 12 «l giorni della sfida l una sfida sociale prima nazio­nale del docufilm «Triangle» al cinema Opera alle 16. Premiato come miglior opera sul mon­do del lavoro nel corso dell'ultima edizione del Festival del Cinema di Torino, il film racconta due tragedie sul lavoro, in cui le vittime sono donne che lavoravano in condizioni precarie: l'incendio che divampò il25 marzo 1911 nella fabbrica "Triangle" di NewYork, causando la morte di 146 persone, tra cui 123 donne e 23 uomini, e il crollo della palazzina di via Roma, aweuto il3 ottobre del201 1, in cui persero la vita quattro operaie di un opificio e la giovane figl ia del titolare dell'attività. Tra i momenti piLI toccanti e significativi del film girato dalla regi­sta palermitana Costanza Quatriglio c'è la testi-

monianza di Mariella Fasanella, unica soprav­vissuta delle operaie di Barletta, che racconta l'orgoglio di chi sa far bene il suo lavoro e le tan­te difficoltà che ancora ostruiscono la strada verso il cambiamento. Intervengono il sottose­gretario alle riforme costituzionali lvan Scalfa­rotto e la segretaria nazionale della Cgil, Susan­na Ca musso. IL docufilm è prodotto da Doc Lab, Factory Film,Rai Cinema, Luce Cinecittà 1113, 14 e 15 Raccontiamo la disfida nei luoghi: Cantina della Sfida, Castello e Palazzo della Marra. Dalle 1 O alle 13 e dalle 18 alle 22 marato­na di lettura del romanzo storico a cura di Livis. Racconto della storia del costume, dalla moda cinquecentesca alla moda del tardo ottocento a cura di Artisticamente. Ingresso gratuito dei luoghi della cultura: Castello, Palazzo della Mar­ra, Cantina della Sfida Orario di apertura pro­lungato sino alle 21.

l XV I LA DISFIDA Sotto il titolo, la copertina del libro di Re nato Russ o. A sinis tra e s otto, due immagini del certame di alcuni anni fa

avuto il merito di riscoprire l'episo­dio e diffonderlo ed esaltarlo in piena epoca risorgimentale. Nelle fonti do­cumentali, cominciando dalla tra­scrizione dell'originaria Historia del combattimento dei tredici Italiani con altrettanti Francesi dell' Anoni­mo Autore di veduta, coevo degli av­venimenti narrati; per non parlare del noto Galateo, cronista al servizio di Isabella d'Aragona, di Giambatti­sta Cantalicio, Geronimo de Zurita, Marin Sanudo, Paolo Giovio, ma so­prattutto di Francesco Guicciardini, che inserisce l'episodio nella sua ce­lebrata Storia d'Italia, dedicandogli alcune eloquenti pagine, nelle quali il grande storico fiorentino, pur sen­za eccessiva enfasi, tuttavia traman­da l'episodio quasi accendesse un barlume di luce nei secoli bui di un'Italia disgregata in cento stati e staterelli.

Ecco riaffacciarsi allora quel sen­timento di nazionale italianità che tanto ha infiammato -non senza qualche eccesso -la retorica celebra­tiva del romanzo del d'Azeglio. Come contemperarla con una valutazione più fredda e storicistica dei fatti nar­rati? "La Disfida -secondo l'autore -è ben vero che nacque da una esigenza strategica avvertita dagli Spagnoli, ch'era quella di riattizzare l'odio de­gli Italiani contro i Francesi; ma una volta messa in moto, quella che ini· zialmente era nata solo come una co­mune stida tra ventisei soldati di ventma, si trasformò ben presto in una vera e propria sfida italica, ag· gressiva e rabbiosa, e gli stessi ca­valieri, ch'eran partiti ingagliarditi dalla sola posta in palio, al di là delle loro modeste intenzioni, via via si fe­cero coinvolgere in una disputa che fmì coll'innalzarli -loro malgrado -a campioni italiani".

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