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Liceo Scientifico Statale “Renato Caccioppoli” - Via Nuova del Campo, 22/R - Napoli

FuoriClasseIl giornale degli studenti del liceo Caccioppoli

giugno 2009

In questo numero

In primo piano

Approvato il pacchetto “sicurezza”Diario di Classe “Ragazzi in Aula”Scuole Aperte I laboratori

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Direttore: Gisberto Rondinella (V C)Segretaria di redazione:Arianna Medugno (IV B).Capiservizio: Matteo Barbato (V C), AchilleDamasco (IV A), Angela D’Angelo (III F),Arianna Medugno (IV B), Pasquale Reccia(IV D), Giuseppe Senese (V C).

Redazione: Carlo Cioci (II D), GemmaDelle Cave (III C), Antonella Iavarone (IIID), Claudia De Luca (III F), ManuelFabozzo (III B), Davide Gambocci (III A),Viviana Manco (V C), Claudia Orlando (IIID), Cristiano Paudice (V C), Sabrina Petti(III A), Nicoletta Sica (IV C), MariaClorinda Vitagliano (III D), DomenicoVittoria (III D).

Fotografie: Matteo Barbato (V C), SimonaGiansante (IV B) e Emilia Menna (IV B).Disegni: Cristiano Paudice (V C).Rielaborazione al computer delle immagi-ni: Matteo Barbato (V C), Claudia De Luca(III F).

Hanno collaborato a questo numero:Andrea K. A. O., Stefano Minale (III F),Debora Monfrecola (IV A), VincenzoPetrone (III F), Emiliana Raduazzo (V G),Antonio Reia (IV C) .

Docente referente: Antonio Spagnoli.

Per comunicare con la redazione:[email protected].,[email protected] giornale è pubblicato anche in formatoelettronico sul sito web del liceo:www.liceocaccioppoli.it.Liceo Scientifico StataleRenato CaccioppoliVia Nuova del Campo, 22/RTel. 0817805620

I singoli articoli, salvo diversa indicazione,esprimono il pensiero dell’autore e nonquello dell’intera redazione.

FuoriClasseIl giornale degli studenti del liceo Caccioppoli

Un anno riccodi esperienze

In questi giorni termina un anno scolasticostraordinariamente ricco di esperienze eintenso di attività che hanno visto noistudenti più protagonisti che destinatari.Le mille opportunità formative non poteva-no trovare spazio su un piccolo giornalecome questo: nelle pagine che seguonopotrete leggere i resoconti sommari solo diuna parte di tanta ricchezza, come i labora-tori di Scuole Aperte, dal volontariato alcorso di pittura, dal laboratorio teatrale alcorso di giornalismo per giovani reporter,al corso di italiano per stranieri.In apertura del giornale diamo spazio alcosiddetto pacchetto sicurezza, con il qualeil governo italiano presume di poter gover-nare efficacemente il fenomeno immigrazio-ne clandestina. Sulla questione immigra-zione torniamo anche in altra parte delgiornale, quando raccontiamo l’esperienzavissuta da un folto gruppo di studenti, invisita alla sede del Consiglio regionale dellaCampania, nell’ambito del progetto “Ra-gazzi in Aula”.Non mancano recensioni di film e libri,articoli di sport, musica, arte, ecc. checompletano il nostro giornale.Infine, d’accordo con i nostri insegnanti,indichiamo alcuni libri da leggere durantel’estate: gli autori, Dacia Maraini, Erri DeLuca, Raffaele Cantone e Ornella DellaLibera hanno già dichiarato la loro disponi-bilità ad incontrarci presso il nostro liceo,nel prossimo autunno.Nel frattempo, buona lettura e buonevacanze, e arrivederci a settembre.

La Redazione

UlUlUlUlUltimtimtimtimtim’ or’ or’ or’ or’ oraaaaaQuattro giocatori si accingono ad iniziare una partita di poker. Le carte e le fiches sonostate preparate. Una volta scoperte le carte a centrotavola, tuttavia, le parole noia, apatiae solitudine scritte su di esse sorprendono i giocatori. E quando la carta con la paroladroga viene scoperta, nessuno riesce a rimanere al tavolo. Nessuno vuole rischiare inquesto pericoloso gioco della vita.Questa è in sintesi la trama dello spot realizzato dalla classe III F dell’Istituto RenatoCaccioppoli in occasione del progetto “Perché no?” ideato e proposto alle scuole dalCentro la Tenda. Uno spot che ha fatto guadagnare alla classe il premio “Miglior Idea”,ricevuto durante la cerimonia di premiazione, avvenuta il giorno 28 maggio scorsopresso l’Istituto Caracciolo.

IIIIIn n n n n quuuuueeeeessssstttttooooo n n n n nuuuuummmmmeeeeerrrrrooooo

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3FuoriClassePolemiche su legalizzazione delle ronde e sul reato di immigrazione clandestina

Dalla Camera arriva ilsì definitivo al pacchet-to sicurezza con 297voti a favore e 255contrari. La votazionesegue l’approvazionedei tre maxi-emenda-menti al disegno dilegge in materia disicurezza, con laconferma della fiduciaal governo. Il primo,contenente normegeneriche, è stato approvato con 316 voti afavore e 258 contrari. Il secondo, contenen-te norme in materia di mafia, ha scatenatole ire del PD a causa della decisione gover-nativa di porre la fiducia. Ciò ha impeditoal partito di Franceschini di votare passag-gi giudicati “positivi” dell’emendamento.E’ passato comunque con 315 sì e 247 no. Ilterzo emendamento, riguardante la sicurez-za urbana, è stato approvato con 315 pareripositivi e 237 negativi. Soddisfatti perl’approvazione gli uomini della Lega, con ilministro dell’Interno Roberto Maronientusiasta. Contrariata l’opposizione: perMarco Minniti del PD si tratta di unanorma frutto di “un sonno profondodella ragione”. Lo stesso capogruppodell’Idv Massimo Donadi ha dichiarato che“non c’è un briciolo di sicurezza inquesto testo, solo demagogia”. Ancorapiù duro il segretario di RifondazioneComunista Paolo Ferrero che ha definito ilvoto sul pacchetto sicurezza una “vergo-gna per il governo e il parlamento di

Cambia l’ItaliaApprovato il pacchetto sicurezza

di Gisberto Rondinella

questo paese”.La norma principedell’intero pacchetto èl’introduzione delreato di clandestinità,che prevede il carcerefino a 4 anni perl’immigrato clandesti-no. L’AssociazioneNazionale Magistratiteme che “tale normacomporterà gravissi-me disfunzioni per il

sistema giudiziario”, denunciando quindil’impossibilità di celebrare centinaia diudienze al giorno. Dalla stessa maggioran-za si odono voci discordanti: per il presi-dente della commissione Antimafia BeppePisanu il reato di clandestinità si rivelerà“inutile”, in quanto “non sarà un validodeterrente ai flussi migratori”. Per ilpresidente della regione Puglia e leader diSinistra e Libertà Niki Vendola “il reato diimmigrazione clandestina riportaindietro il Paese. Non è questo il mododi assicurare sicurezza ai cittadini”.Queste le altre norme principali contenutenel pacchetto: l’extracomunitario potràrimanere nei Cie (Centri di identificazioneed espulsione) fino a 180 giorni control’attuale limite di 2 mesi; per ottenere lacittadinanza italiana si dovranno pagare200 euro, per il permesso di soggiorno,invece, una somma che oscilla dagli 80 ai200 euro; si rischierà il carcere fino a 3anni per chi darà alloggio o affitterà ancheuna sola stanza a stranieri irregolari; chi

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Il film di Vittorio de Seta racconta diun giovane studente senegalese che,dopo la morte del padre, emigra clan-destinamente in Italia. Riesce a tro-vare un lavoro precario a VillaLiterno, poi si trasfe-risce da una cuginaa Firenze, per giun-gere infine a Torino.Qui, grazie anche adun’insegnante di ita-liano, trova una si-stemazione stabile eottiene il permessodi soggiorno. Maun’aggressione raz-zista lo spinge a ri-considerare la suacondizione. Questofilm, forse troppodocumentaristico, lascia intenderecome la condizione che vivono moltiimmigrati nel nostro Paese sia disu-mana e come l’integrazione risultimolto problematica per i pregiudizipresenti nella nostra società.

Un film sul dramma dell’immigrazione

Lettere dal Saharadi Nicoletta Sica

insulta un pubblico ufficiale rischia fino a 3anni di carcere, nulla accade, invece, se è ilpubblico ufficiale a commettere atti arbitra-ri; si inasprisce il 41bis allungando ladetenzione di 4 anni; si legalizzano leronde, associazioni di cittadini potranno,dunque, segnalare alle forze dell’ordinesituazioni di disagio sociale o di pericolo.Durissimo in merito il commento delsegretario nazionale dei Comunisti Italiani(PdCI) Oliviero Diliberto, che ha dichiara-to: “Ci batteremo fino in fondo perchéquesta norma anticostituzionale, chemette interi quartieri delle nostre cittànelle mani di bande e squadracce, nonvenga applicata. Ci rivolgeremo allaCorte Costituzionale e chiederemo atutte le amministrazioni di sinistra direagire a tutela dell’uguaglianza e dellalibertà dei loro cittadini”. Inoltre alle giànote polemiche si aggiunge l’allarmelanciato dall’Asgi (Associazione di studigiuridici sull’immigrazione), per la quale sirischia di dare vita a vere e proprie societàparallele di immigrati irregolari, personeinvisibili, nel nostro paese. Per di più, inriferimento alle novità introdotte sull’ana-grafe civile, se una donna clandestinapartorisce in Italia, ma non è in possessodel permesso di soggiorno, non potràriconoscere il proprio figlio né iscriverloall’anagrafe, con il rischio, dunque, che ilbambino venga dichiarato adottabile.“Quello che avverrà sicuramente –denuncia ancora l’Asgi – è che moltecittadine straniere non andranno né aregistrare i figli, né a partorire negliospedali, per paura delle conseguenze,in particolare di denuncia. Infatti, cisono ottime ragioni per pensare che

nessuno potrà impedire la registrazio-ne di un nuovo nato, con la conseguen-za, però, di denuncia immediata deigenitori non in regola con il permessodi soggiorno”.Così l’Italia sarà più sicura?

Immigrazione: cambia l’Italia, approvato il pacchetto sicurezzaEsulta la Lega, insorge la sinistra radicale. Cie fino a 180 giorni,

permesso di soggiorno a pagamento e 41bis inasprito

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Gisberto Rondinella

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Salutava il pubblico dopo l’ennesimastraordinaria prova di coraggio, stanca edebilitata, ma fiera.Un attimo dopo sveniva e, soccorsa al-l’istante, moriva poi in ospedale per unacrisi cardiaca.Miriam Makeba aveva 76 anni. Sebbenemalata e costretta su una sedia a rotelle,non ha voluto rinunciare all’esibizione peril concerto di solidarietà a Roberto Saviano.Proprio lì, in quella Castel Volturno culladi criminalità e delinquenza, abbandonatada quasi tutto e quasi tutti. Lei c’era e ciresterà per sempre.“Mama Africa”, così amavano chiamarlatutti, non è stata e non è un simbolo per isoli sudafricani, ma per l’intera comunità.Ha fatto della sua voce, della sua musica edella sua arte le armi della strenua lottacontro l’apartheid per la promozione dellapace e dell’uguaglianza.A lei, umilmente, la nostra scuola vuoledire grazie, per tutto.Nella mattinata del 9 Novembre, nel giornostesso della sua morte, Mama Africa erastata in visita al centro di assistenzaFernandez, che da 15 anniesercita solidarietà attraversol’accoglienza ed il recupero didonne (e, spesso, ragazze)costrette alla prostituzione.Aveva la febbre, ma, accompa-gnata da sua nipote, ha parlatoalla comunità ed agli ospitipresenti, ricordando il valoredella legalità, l’importanza delladonna e ribadendo l’invito afarsi forza, ad andare avanti percombattere e vincere le

Ciao, Mama Africadi Gisberto Rondinellae Giuseppe Senese

disuguaglianze. Poi ha accennato qualchebrano suscitando indescrivibili emozionimiste a commozione. Al centro Fernandezc’eravamo anche noi, Liceo Scientifico“Renato Caccioppoli” di Napoli, emoziona-ti e, allo stesso tempo, entusiasmati.La visita al centro è seguita alla giornataconclusiva degli “Stati Generali delleScuole del Mezzogiorno”, una tre-giorni didibattito e confronto sulla scuola.L’iniziativa, promossa da Corrado Gabriele,Assessore all’Istruzione, Formazione eLavoro della Regione Campania, ha visto leregioni del mezzogiorno interrogarsi suldiritto allo studio, sulla qualità dell’ediliziascolastica, sulla riforma e federalismo

dell’Istruzione e sulla qualitàd’integrazione degli studentiimmigrati.Tra i vari interventi, quello diGisberto, studente delCaccioppoli, che ha sottolineatola centralità dell’Istruzionenello sviluppo di un paese,ricordando come i fondi desti-nati alla scuola non debbanoessere considerati una spesa,bensì un investimento per ilfuturo.

Miriam Makeba agli StatiGenerali della Scuola

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A nessuno è passato inosservato il catastro-fico fenomeno sismico che ha interessato,negli ultimi mesi, l’intera area della cittàdell’Aquila e della provincia, episodio cheha sconvolto non poco il nostro Paese. Iprimi eventi sismici, di lieve entità, aveva-no avuto inizio già nel dicembre 2008, mala scossa principale è avvenuta lo scorso 6Aprile con un’intensità di magnitudo 5.8della scala Richter, registrata alle ore 3:32con epicentro nel paese di Onna. Conorrore si contano i morti (299) e i feriti(circa 1600). Sale poi il numero deglisfollati, circa 65.000, alcuni alloggiatimomentaneamente nelle tendopoli, altri inauto o alberghi. Di fronte a questo cruentoepisodio, non è mancato il filantropismodegli italiani, che, attraverso i mezzi piùdisparati (da un semplice SMS a un bonifi-co bancario), hanno fatto pervenire il loroaiuto materiale a quanti si sono trovati daun giorno all’altro privi di una casa o diuna persona cara. Per giorni la protezione

civile, potenziata dall’aggiunta di altresquadre, ha operato per la ricerca deidispersi.Altri gruppi si sono messi all’opera nellaricostruzione di parti edifici storici e chiese,patrimoni culturali delle città, gravementedanneggiati dalla violenta scossa sismica.Non sono mancati, in questo triste frangen-te, episodi di sciacallaggio o addirittura di“falsa” protezione civile, contro cui lapolizia ha armato una squadra antisciacalliguidata dal vicequestore Massimo Capozzi.Per far fronte all’emergenza, inoltre, dopola Pasqua si è approvato il cosiddettodecreto Abruzzo, i cui punti salientiriguardano in particolar modo gli aiutieconomici da parte dello Stato, l’assistenzasanitaria gratuita e l’esonero dal pagamen-to delle tasse.Il Sommo Pontefice Benedetto XVI ha fattovisita il 28 aprile alla città di Onna ed haaffermato di avere nel cuore tutte le vittimedella catastrofe.

di Pasquale RecciaTerremoto in Abruzzo

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La legge 133 avvia la privatizzazione dell’acqua, sottraendone la gestione alle comunità locali

L’acqua, bene comune dell’umanitàdi Giuseppe Senese

Scuotere le coscienze dei cittadini affinchéevitino che l’acqua diventi una merce e nonun diritto assicurato a tutti: è questo ilmessaggio fondamentale scaturito da unaserie di incontri e convegni nazionali edinternazionali tenutisi in Italia, a partiredal seminario “Mar comune”, organizzatodall’”Istituto Italiano per gli Studi Filosofi-ci” di Napoli. Anche se la superficie terre-stre è coperta per il 71% da acqua, solo lo0,008% di questaè potenzialmentedisponibile; sitratta di unquantitativoirrisorio distribu-ito in modoineguale sullasuperficie terre-stre. È chiaro,quindi, che laprincipale fontedi vita dell’uma-nità si sta tra-sformando in unarisorsa strategicavitale, chebisogna difenderea tutti i costi.Negli ultimi annituttavia si sta andando nella direzioneopposta. L’acqua, infatti, si avvia a diventa-re un bene di rilevanza economica, gestitoda privati, con l’unico obiettivo del profitto.L’articolo 23bis della legge 133, infatti,stabilisce che, a partire dal 2010, ilconferimento della gestione dei servizipubblici locali, dunque anche di quelli

idrici, avvenga “a favore di imprenditori odi società in qualunque forma costituite”.La legge 133, approvata con il voto difiducia il 6 agosto 2008, con gli Italiani invacanza e col silenzio complice dell’opposi-zione, impone la privatizzazione dell’acqua,in nome dei principi di trasparenza,affidabilità ed efficienza. Privato, tuttavia,non sempre è sinonimo di efficiente. Inalcuni territori nazionali la privatizzazione

è stata giàrealizzata conpessimi risultati.Arezzo, adesempio, è statala città pionieracon un’impresapubblico-priva-ta, che hadeterminatotariffe più careed un servizio diminor qualità.L’”oro blu”diventerà ilgrande businessdel futuro edalcune multina-zionali (tra cuile francesi Suez-

lyonnaise, Vivendi-Generale, Saur-Bouygues, o le più note Danone e Nestlé)sono già all’opera per conquistarlo. Unrisveglio dei cittadini, pertanto, risultanecessario, affinché l’acqua sia inserita tra idiritti fondamentali dell’uomo e nondiventi un servizio di carattere industrialedelegato solo al mercato.

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Eutanasia sì, eutanasia noMolti sono i problemi eticiche interessano la societàmoderna, molti sono i temiche mettono a confrontol’etica cristiana e quellalaica; ma quando si parladi vita, l’argomento si fadelicato e richiede, oltre aidiversi idealismi, forticompetenze.L’argomento più dibattu-to è oggi l’eutanasia, macos’è eutanasia? Etimolo-gicamente la parola indi-ca una “buona morte”,una morte cercata e desi-derata da un individuoaffetto da patologieirreversibili o agonizzan-ti. Chi è a favore dell’euta-nasia ritiene che, assecon-dare la richiesta di un ma-lato terminale che nonvuole prolungare inutil-mente la sua agonia, nonrappresenti un omicidio.Assecondare la richiestadel paziente porterebbe,dunque, il medico a pro-vocare la morte del pazien-te in modo indolore e rapido per aiutarlo,secondo il medico e filosofo inglese FrancescoBacone, ad “uscire da questo mondo conpiù dolcezza e serenità”.Questo processo di morte indotta deve esseresottoscritto dal paziente solo se questi siacosciente.In Italia, uno dei primi casi arrivati allacronaca nazionale è stato quello di PiergiorgioWelby, malato di distrofia muscolare, unamalattia degenerativa che lascia solo la facol-tà di pensiero che Piergiorgio ha utilizzato

di Angela D’Angelo

Eutanasia, testamento biologi-co, accanimento terapeutico...e così via con l’elenco diquestioni di bioetica legate al“fine vita” che oggi sono alcentro dell’attenzione neidibattiti un po’ ovunque. Sonotemi di grande rilievo suiquali è necessario fare chia-rezza, discutere, cercare dicapire e sui quali prendereposizione. L’articolo di Ange-la ha il merito di porre laquestione all’attenzione ditutti noi e di aprire un con-fronto nella scuola. A noi, ora,il compito di proseguire ildibattito sia su queste paginesia in incontri che si potrebbe-ro organizzare in auditorium,magari alla presenza di esper-ti di bioetica.

nell’atto disperato di ot-tenere la morte. Un casopiù recente e tuttavia di-verso, che suscita emozio-ni contrastanti, è quellodi Eluana Englaro unagiovane donna che nel1992, in seguito ad unincidente, entra in comairreversibile. In questocaso la donna è incoscien-te e il padre ha richiestoper lei la pratica dell’eu-tanasia, contestando l’ac-canimento terapeutico. Ilcuore della giovane ormaida 16 anni batteva permezzo di una macchina,lo stomaco veniva riempi-to ad intervalli regolarida cibi liquidi poi smaltitiin modo altrettanto arti-ficiale. Un “accanimen-to” praticato dai mediciper evitare la morte di uninvolucro, perché così po-teva essere definitaEluana, un involucro chedi vita aveva solo il batti-to regolare del cuore. Le

etiche sono tante, così come gli orientamentia livello politico e personale. Non è facilerispondere ai tanti interrogativi che questaquestione pone, né sembra possibile trovareun compromesso che accontenti e pacifichitutti. Ciò che dovrebbe premere ad ogni per-sona, è che l’informazione riesca a trasforma-re la confusione di nozioni confinanti, come iltestamento biologico, l’accacnimentoterapeutico, l’eutanasia, in una legge cheassicuri il diritto primario del malato e ladignità del medico.

Questioni di bioeticaPPPPPrimo pianorimo pianorimo pianorimo pianorimo piano

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Essere donna, oggidi Antonella Iavarone, Maria Clorinda Vitagliano e Domenico Vittoria

La condizione femminile

minati contesti, è proprio in famiglia che ladonna è maltrattata, oppressa, schiavizzata.È lì che le donne sono addirittura oggetto diviolenze, anche sessuali. Ciò è addirittura piùgrave in diversi paesi del mondo, dove ledonne ancora oggi non vedono riconosciuti ipropri diritti fondamentali, sanciti dall’ONUormai oltre sessant’anni fa.

Microimpresa per ragazze madriIn una città come Port-Au-Prince, dove nelle strade domina povertà, violenzae degrado, l’avvio di una piccola cooperativa che produce ghiaccioli rappre-senta una opportunità preziosa. In particolare per le donne, spesso oggetto didiscriminazione sociale ed economica.Una Comunità religiosa sta lavorando per realizzare percorsi di inserimentosociale che consentano a ragazze madri povere e analfabete di avere un mini-mo di istruzione e un mestiere, così da costruire un futuro più dignitoso. Laprogettualità proposta ruota intorno all’esperienza del microcredito, che,assicurando formazione ed un piccolo fondo iniziale, promuove piccole attivi-tà produttive. Una presenza importante soprattutto perché realizzata aSibert, una delle zone più problematiche della capitale haitiana. Il program-ma prevede l’acquisto di un freezer e di un piccolo impianto di pannelli solari,che servirà ad ampliare l’attività di produzione dei ghiaccioli beneficiandouna microimpresa composta da un gruppo di almeno 12 ragazze madri.Per sostenere questo microprogetto della Caritas italiana si può versare ilproprio contributo tramite il c/c postale n. 347013, indicando nella causale:mp 335/08 haiti.

Essere donna oggi è meno problematicoche nel passato, quando questa non vede-va riconosciuti i suoi diritti più elementa-ri e non ricopriva alcun ruolo nella vitasociale. Oggi, al contrario, è presente sianel mondo professionale e lavorativo ingenere sia in ambito politico e nelle istitu-zioni civili, occupando anche ruoli di altoprofilo e ottenendo grande successo neivari settori. Da anni, l’otto marzo, sicelebra la festa delle donne, non solo inmemoria di tutte coloro che morirononell’incendio della fabbrica in cui lavora-vano, ma anche per ricordare tutte le lotteche le donne hanno affrontato per conqui-stare, rispetto agli uomini, pari diritti epari opportunità sul piano professionale, eco-nomico, sociale, sentimentale.Sebbene siano ancora poche, in percentuale,coloro che assumono un ruolo dirigenzialenella società, le donne, oggi, conquistanospazi sempre più consistenti e rappresentati-vi nei vari contesti di vita. E mentre le conqui-ste femminili fanno passi da gigante in deter-

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“Parigi ha la chiave del cuor..lì c’è sem-pre la joie de vie” recita la colonna sonoradel film Disney Anastasia.È ciò che i ragazzi delle quinte C, D, E e Ghanno potuto constatare in occasione delviaggio d’istruzione svoltosi, appunto, nellacapitale francese.I 63 avventurieri, guidati dall’occhio vigiledei proff. De Rosa, Abate, Paolillo e Iacouzzi,e onorati dalla presenza del nostro Preside,hanno vissuto un’ esperienza, a detta di mol-ti, indimenticabile, che ha permesso loro diosservare molto da vicino una cultura diffe-rente per abitudini, lingua e modi di fare. Cisi è trovati a dover comunicare mettendo allaprova le proprie capacità linguistiche e, tal-volta, anche d’improvvisazione, a sperimen-tare il proprio spirito di adattamento, in par-ticolare alla differente tradizione culinaria,non gradita a tutti, ma soprattutto a rappor-tarsi con la compostezza dei modi, tipicamen-te parigina, che non appartiene alla cultura

napoletana. Ciò che non è potuto sfuggireall’occhio dei caccioppolini è il profondo sensocivico dei cittadini parigini: strade pulitissi-me, 14 linee della metropolitana semprefunzionali, forze dell’ordine presenti e atti-ve… tutti fattori che, misti all’alta qualitàdella vita e alla sensazionale bellezza artisti-ca, rendono Parigi una tra le città più incan-tevoli d’Europa.Trovarsi di fronte a maestose opere d’arte,viste sempre solo su libri o enciclopedie, com-muove anche l’animo meno sensibile.Magnifico lo spettacolo offerto dai paesaggifrancesi che di notte sono ancor più suggesti-vi e romantici: contemplare il panoramadall’alto della tour Eiffel o dalla collina diMontmartre, fare un giro in battello sullaSenna e ammirare la città imbiancarsi peruna nevicata, provocano emozioni a dir pocomozzafiato. Vivere esperienze così forti inte-nerisce l’animo... Parigi ha davvero la chiavedel cuore.

Viaggio a ParigiMemorie di un’esperienza indimenticabile

di Emiliana Raduazzo

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11FuoriClasse Diario di cDiario di cDiario di cDiario di cDiario di classelasselasselasselasseIl Progetto “Ragazziin Aula” ha lo scopodi avvicinare i giova-ni al mondo dellaPolitica e delleIstituzioni. Il 22maggio scorso ètoccato a 60 studentidel liceo Caccioppolivisitare i locali delConsiglio dellaRegione e dar luogoad una vera e propriaseduta consiliare contanto di proposta dilegge. Dopo la letturadel provvedimento e gli interventi inaula, lo abbiamo votato, sia peralzata di mano che elettronicamente,“simulando”così i lavori del Consi-

Una modalità perconoscere le istituzioni

“Ragazzi in Aula”di Achille Damascoe Pasquale Reccia

Con la presente proposta di legge non inten-diamo colmare un vuoto legislativo poiché lalegislazione vigente è, in quest’ambito, asso-lutamente ampia e articolata, ma promuove-re, nel rispetto dei diritti umani, del dettatocostituzionale e della normativa nazionale,un disegno di legge regionale che disciplini esalvaguardi alcuni aspetti relativi alla pre-senza degli immigrati extracomunitari sulnostro territorio, con particolare riferimentoai modi in cui risulti più efficace il loroaccesso all’assistenza sanitaria.Negli ultimi tempi risulta in tutta Italiasempre minore il numero di immigratiextracomunitari che chiedono assistenza sa-nitaria. Il timore di essere denunciati, sesprovvisti di regolare permesso, è talmenteforte da impedire loro il ricorso alle cure di cuihanno bisogno. Numerosi, infatti, sono gliimmigrati irregolari che rinunciano alle curemediche, spaventati anche dai recenti fatti dicronaca. Ne riportiamo alcuni esempi: ilsenegalese Maccan Ba che, dopo aver chiestoassistenza per un banale mal di denti agliSpedali Riuniti di Brescia, ha ricevuto un

ordine di espulsione; la vicenda di una ven-tenne nigeriana che al Santa Maria dei Battu-ti di Conegliano (Treviso) è stata registrata alpronto soccorso come paziente ignota e di-messa con un foglio di via. Uno sguardo piùattento va sicuramente a ciò che è accadutoall’ospedale Fatebenefratelli di Napoli. Kante,venticinquenne ivoriana in attesa del ricono-scimento di asilo politico, è stata segnalatadopo aver dato alla luce un bimbo.La legge recentemente approvata dalla Came-ra (art. 45, comma 1 lettera t), infatti, prevedel’obbligo di denuncia degli immigrati non inregola alle autorità competenti da parte delpersonale medico e di tutti i funzionari pub-blici.Gli immigrati irregolari, dunque, si rivolgo-no sempre meno alle strutture sanitarie na-zionali. Ciò comporta un elevato rischio, nonsolo per la salute individuale, ma per quelladell’intera comunità. Vengono così a manca-re progressivamente punti fondamentali diquella complessa rete di prevenzione e cura,mentre più facilmente si diffondono malattieinfettive, nonché patologie ormai debellate.

Disposizioni riguardanti “Sicurezza Sanitaria e Immigrazione”Relazione sulla Proposta di legge

glio regionale dellaCampania. La Propo-sta di legge e laMozione intitolate“Piano regionalesull’assistenza sanita-ria per gli immigratiirregolari” eranostate da noi stessielaborate e prodottein precedenza ascuola.Le foto della giornatae la proposta di leggesono sul sito webdella regione,

www.consiglio.regione.campania.it.,mentre qui potete leggere sia la rela-zione di presentazione della propostadi legge sia la mozione.

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Page 12: Fuoriclasse giugno 2009 giugno 2009.pdfFuoriClasse 1 Liceo Scientifico Statale “Renato Caccioppoli” - Via Nuova del Campo, 22/R - Napoli FuoriClasse Il giornale degli studenti

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FuoriClasse123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789123456789012345678901234567890121234567890123456789012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Le norme costituzionali ed umanitarie citatehanno una valenza fondamentale in quantoattinenti ai diritti inalienabili dell’essereumano: si tratta di diritti che la Repubblica“ riconosce” e non “concede” e di cui coloroche si trovano in territorio italiano devonousufruire in tutta libertà.

Per quanto si è detto e per tutto ciò cheattiene alla Costituzione e alla Dichiarazio-ne dei Diritti Umani,chiediamoal Consiglio Regionale della Campania diaccogliere la nostra istanza, e di farsi porta-voce della presente mozione presso il Parla-mento nazionale. In essa vengono sottoline-ati tutti quegli elementi che possono impedi-re l’accesso sereno dei cittadiniextracomunitari alle strutture sanitarie pre-senti sul nostro territorio. Ciò nel nome diuna convivenza pacifica tra i singoli indivi-dui, senza distinzioni di ceto o di razza.Si chieda con forza e chiarezza che venganoeliminate dal decreto legge approvato allaCamera le proposte che potrebbero renderemeno efficace il ruolo del nostro serviziosanitario. Basta fare riferimento ai moltepli-ci fatti di cronaca già citati nella relazione,che evidenziano come molti extracomunitaririnunciano ad usufruire dell’assistenza sa-nitaria perché costretti incivilmente a doverscegliere tra la propria salute o la proprialibertà.Il persistere dell’obbligo di denuncia rappre-senta una deroga seria all’etica professionaledi chi, prima di iniziare il proprio lavoro, hagiurato solennemente, tra le altre cose, assi-stenza a tutti. Non va trascurato, nella ri-chiesta di cui tale consiglio si farà portavoce,un elemento legato a ragioni di salute pub-blica ampiamente descritto nella nostra rela-zione.Prevedendo lo scenario successivo all’ap-provazione alla legge a cui ci riferiamo, ci siaspetta che molti immigrati irregolari, ri-nunciando alle cure necessarie per la lorostessa vita, mettano a repentaglio, special-mente nel caso di malattie contagiose, lasalute pubblica. Desideriamo, insomma, chela dignità umana venga a tutti i costi salva-guardata e che non si debba mai pensare adun uomo costretto alla clandestinità.

Il testo della mozione approvato in AulaPiano regionale sull’assistenza sanitaria per gli immigrati irregolari

Dal confronto tra gli articoli della Costituzio-ne e alcune leggi relative all’assistenza sani-taria di immigrati extracomunitari, pensia-mo che le leggi approvate in ambito governa-tivo dalla Camera siano complessivamenteconformi alle leggi morali, e che esse siidentifichino con i diritti universali dell’uo-mo e del cittadino. Tuttavia riteniamo chealcuni degli articoli riguardanti l’assistenzasanitaria elargita a immigrati irregolari, sen-za regolare permesso di soggiorno, vadanomodificati. La legge riserva loro assistenzagratuita, ma dopo l’erogazione del servizio,prevede il rimpatrio dei suddetti.Le conseguenze di tali provvedimenti vannosicuramente a discapito della libera utenzadel servizio, perché sempre più spesso gliextracomunitari non si sottopongono alle curefornite dalle strutture sanitarie per timore dieventuali denunce. Ciò contraddice l’Art. 35della Dichiarazione Universale dei DirittiUmani:“Ogni individuo ha diritto di accedere allaprevenzione sanitaria e di ottenere curemediche alle condizioni stabilite dalle legisla-zioni e prassi nazionali. Nella definizione enell’attuazione di tutte le politiche ed attivitàdell’Unione è garantito un livello elevato diprotezione della salute umana.”C’è il rischio che si possano alimentare gravie perniciose situazioni di emarginazione so-ciale, già ampiamente delineate, nonché leazioni illegali e spesso pericolose di medici“clandestini”. Quanto affermato dall’attualelegge potrebbe andare contro i principi dilibertà e di ospitalità di cui lo Stato Italianodeve farsi garante. Secondo la Costituzioneinfatti (Art. 2)“La Repubblica riconosce egarantisce i diritti inviolabili dell’uomo… e richiede l’adempimento dei doveriinderogabili di solidarietà politica, eco-nomica e sociale”, e (Art. 32) “La Repub-blica tutela la salute come fondamentalediritto dell’individuo e interesse dellacollettività, e garantisce cure gratuite agliindigenti”. Inoltre secondo l’Art. 10, comma3, “Lo straniero, al quale sia impedito nelsuo paese l’effettivo esercizio delle liber-tà democratiche garantite dalla Costitu-zione italiana, ha diritto d’asilo nel terri-torio della Repubblica, secondo le condi-zioni stabilite dalla legge”.

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Con la presente legge la Regione concorre,nell’ambito delle proprie competenze, all’at-tuazione dei principi espressi:a) dall’articolo 2 della Costituzione Ita-liana secondo cui :“Il fine di ogni associazione politica è laconservazione dei diritti naturali eimprescrittibili dell’uomo. […] ”;b) dall’articolo 32 della Costituzione Ita-liana che sancisce:“La Repubblica tutela la salute come fonda-mentale diritto dell’individuo e interesse del-la collettività, e garantisce cure gratuite agliindigenti”;c) dall’articolo 1 della DichiarazioneUniversale Dei Diritti Umani secondo cui:“Gli uomini nascono e vivono liberi e ugualinei diritti. Le distinzioni sociali non possonoessere fondate che sull’utilità comune”;d) dall’articolo 14 (punti 1 e 2) della Di-chiarazione Universale Dei Diritti Umani,in base al quale:· “Ogni individuo ha il diritto di cercaree di godere in altri paesi asilo dalle persecuzio-ni”.· “Questo diritto non potrà essere invo-cato qualora l’individuo sia realmente ricer-cato per reati non politici o per azioni contra-rie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite”;e) dall’articolo 10 comma 3 della Costitu-

zione Italiana che recita:“Lo straniero, al quale sia impedito nel suopaese l’effettivo esercizio delle libertà demo-cratiche garantite dalla Costituzione italia-na, ha diritto d’asilo nel territorio della Re-pubblica, secondo le condizioni stabilite dallalegge”;f) dagli articoli 25 (punti 1 e 2) e 35 dellaDichiarazione Universale Dei Diritti Umanida cui si evince:1. “Ogni individuo ha diritto ad un teno-re di vita sufficiente a garantire la salute e ilbenessere proprio e della sua famiglia, conparticolare riguardo all’alimentazione e alvestiario, all’abitazione, e alle cure mediche eai servizi sociali necessari […]”.2. “La maternità e l’infanzia hanno dirit-to a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambi-ni nati nel matrimonio o fuori di esso, devonogodere della stessa protezione sociale”;3. “Ogni individuo ha diritto di accederealla prevenzione sanitaria e di ottenere curemediche alle condizioni stabilite dalle legisla-zioni e prassi nazionali. Nella definizione enell’attuazione di tutte le politiche ed attivitàdell’Unione è garantito un livello elevato diprotezione della salute umana”.Alla luce dei riferimenti citati si presenta laseguente proposta di legge all’approvazionedi codesto Consiglio. (omissis)

Conte, Moscatelli,Palumbo, Pascale,Martorelli, Aveta,Leone, Nocera,Di Stadio, Coppola,Rega, Cristofaro,Biancardi,Donnarumma,Minerba, D’Urso,Paglione,Campana,Sarracino,Voronchak,Martora, Reccia,Puzone, D’Uva,Esposito G., Esposito M., Gambocci,Petti, Damasco, Reia, Buonomo,

Ecco gli studenti di“Ragazzi in Aula”

Amore Roberta,Papaccio,De Angelis, Sica,Mendone A.,Mendone F.,Amore Rita, Scanu,Spasiano, Biancardi,Lampognana,Marino, Amato,Amura, Cifuni,Costanzo, Varriale,Risaliti, Coppola,Maranta, Soglia,Prato, Piscopo,Esposito S., Andolfo,

Gennarelli, Mucciardi, Esposito S.,Carella

Segue da p. 11

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14 FuoriClasse«Odissea mo’»di Achille Damasco

Nel pomeriggio di martedì 7 aprile al te-atro dei Salesiani, in via don Bosco, è sta-to rappresentato lo spettacolo Odisseamo’. Lo spettacolo nasce dalla collabora-zione dei due corsi collegati Leggereper...comunicare e Ambiente scuola, il pri-mo gestito dalle prof.sse ValentinaMayrhofer e Daniela Cimmino e il secon-do (il vero e proprio corso di teatro) te-nuto dai proff. Daniela Cimmino e Re-nato Casolaro.Il corso Leggere per… comunicare si è svol-to in due fasi. Durante il primoquadrimestre, infatti, i ragazzi hannoappreso, con la prof.ssa Mairhofer, tuttele conoscenze indispensabili per le let-ture veloci, le letture studio e le tipologiedi testo. Sono stati usati anche molti mez-zi multimediali per usufruire di filmatiche ruotassero tutti intorno al tema cen-trale di questi due corsi: l’immortale mitodi Ulisse. Passando dalla storia classicaall’interpretazione dantesca, per poiviaggiare nella storia della letteratura ita-liana e straniera, compreso Foscolo, Pa-scoli ma anche Guccini, questo mito èstato un’occasione per formare la capa-

cità della lettura critica di un testo e perraffinare le proprie abilità di sintesi.Tutto questo è servito anche ad allenarsiper la seconda fase: le conoscenze acqui-site sono state impiegate infatti nel se-condo quadrimestre per elaborare, conla prof.ssa Cimmino, tre testi drammati-ci, scritti da noi ragazzi e rappresentatiin un unico spettacolo.Le scenografie dello spettacolo sono sta-te allestite dalla prof.ssa Maria Cuturicon i ragazzi del corso di scenografia e dellaboratorio Impariamo a dipingere.Lo spettacolo, intitolato Odissea mo’, èarticolato in tre storie drammatizzate ein alcune canzoni, tutte inerenti al temadel viaggio e dell’Odissea, il tutto tenu-to insieme dal valido collante costituitodalla bravura del presentatore, RinoAuricchio.La prima storia, scritta da FiorindaLampognana, mostra un Ulisse che na-viga su internet e che non sa “resistere”ad una certa “Sirena”.La seconda, scritta da Santina D’Amico,Giuseppe Russo, Gianmarco Valletta eAchille Damasco, racconta di un Ulisse

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15FuoriClasseche affronta per vie legali un potente bossdetto ’o Ciclope, attaccando la bella macorrotta assessore Circe.La terza storia, infine, scritta da AchilleDamasco, è una parodia dell’incontro traUlisse e Polifemo: quest’ultimo è un’al-legoria della camorra, ma Ulisse nonguarderà dall’altra parte alla vista dellesue prepotenze.Le canzoni che hanno arricchito lo spet-tacolo sono state Destinazione Paradiso diGianluca Grignani, egregiamente esegui-ta da José D’Anna, Si, viaggiare di LucioBattisti, brillantemente cantata daFiorinda Lampognana, Odysseus di Fran-cesco Guccini (in versione originale, ani-mata da una coreografia con cartelli illu-strativi) e, per completare l’invocazionealla legalità e all’amore per la nostra ter-ra, Se io fossi San Gennaro di Federico Sal-vatore, interpretata da Giuseppe Russocon la presenza “sostenitrice” di tutti gliattori.Lo spettacolo, di circa un’ora e mezza, ènato dal lavoro di tre corsi diversi, ha

coinvolto decine di ragazzi; ha attinto icontenuti da miti antichi presenti nelleleggendarie avventure di Ulisse, li ha resiattuali e li ha riproposti anche per affer-mare i valori della legalità e della citta-dinanza attiva.

(...) ULISSE: Ciò che hai fatto non èdegno di te, né della tua origine, nédella dignità di noi esseri umani!POLIFEMO: E a me che me ne im-porta!ULISSE: Senti, ma allora perchédiamine ci hai preso in giro con lastoria dell’osteria?POLIFEMO: Credi davvero che io lofaccia perché sono solo un assassi-no? Io voglio provare la gioia delpotere, delle persone che mi supplica-no, che gridano pietà, che mi paganoil pizzo convinte di poter trarrequalche vantaggio. A volte ci riesco-no, ma solo perché lo decido io, nonaltri.ULISSE: Quindi questa è la tua vita?

Stai chiuso qui dentro e godisugli uomini che ti temono, e titemeranno sempre ovviamente,perché non possono difendersi;ma che in realtà, ad armi pari,non ti rispetterebbero mai.POLIFEMO: Se la vuoi vederecosì, si, questa è la mia vita, ela vita di chi vive da questeparti.ULISSE: Grazie a te questoposto deve essere il più bruttodel mondo!POLIFEMO: (ride rumorosa-mente) Forse a te non ti faràridere, ma sappi che

stavolta hai torto: vicino a noi sitrova il luogo la cui bellezza, dallaIonia alle Colonne d’Ercole, non èeguagliata da nessun altro!DIOGENE: Com’è possibile? Come sichiama? Lo dovremmo conoscere!POLIFEMO: Neapolis. (...)

Ulisse e il ciclope napoletanoDa una scena dello spettacolo

Scuole AperScuole AperScuole AperScuole AperScuole Aperttttteeeee

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Come ben sapete il Liceo Scientifico RenatoCaccioppoli di Napoli ha organizzato perl’anno scolastico 2008/2009 corsiextracurriculari, nell’ambito di ScuoleAperte, per stimolare la creatività di noistudenti.Tante sono le attività proposte dal Liceo invirtù di questo nobile scopo: teatro,volontariato, lettura...Il corso di pittura, tra i tanti, è organizzatoe guidato dalla professo-ressa Maria Cuturi.Nell’immaginariocollettivo, tutti pensanoche un corso di pittura edisegno serva ad avvici-nare lo studente a quellacreativa disciplina che èl’arte.Ma vi siete mai chiesticosa gli iscritti a questo

corso facciano durante il suo svolgimento esoprattutto con quale spirito vi partecipa-no?I giovani artisti, dopo cinque ore di “piace-volissima” e “rilassante” attività scolasticamattutina, si ritrovano catapultati dalle14,00 alle 17,00 in un mondo fatto dipennelli, tele, colori acrilici, dove la vogliadi esprimersi e di diventare artisti per unpomeriggio è superata solo dal penetrante

odore delle tempere.Il tempo passa veloce-mente e, tra una pennel-lata e l’altra, lentamenteprendono vita, sulle tele,paesaggi raffiguranti,più o meno fedelmente,scorci della nostra città,Napoli (tema di questocorso). Noterete chealcuni “capolavori”

di Debora Monfrecola

Artistiper passione

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appaiono pocorassicuranti, ma nonlasciatevi ingannare:anche dietro questi visono ore di sforzi eimpegno.Il clima che si respiradurante il corso èallegro e leggero: iragazzi vengonolasciati liberi diesprimere la lorocreatività e, in alcunicasi, la loro noncreatività.Si sa, non tutti sono portati per il disegno oper la pittura. Anche se, incoraggiati daiprofessori, spesso i ragazzi riescono asuperare i propri limiti e a sorprendere

persino se stessi.Ci si diverte durante questo corso e permolti è anche un momento di relax, accom-

pagnato volentieri daallegri chiacchericcitra i giovani artisti-che, evidentemente,non riescono adipingere senzaparlare, invogliati daiprofessori gioviali edall’ambiente pocoformale.Le risate non manca-no e il clima di gioiadomina sovrano,come anche gli

incidenti con la pittura (attenzione a doveposate il vostro cappotto durante il corso!).Al termine del corso abbiamo allestito una

È possibileammirare idipinti che

abbiamo prodottopresso la mostra

allestitanell’auditorium

del liceo

mostra all’interno della scuola, aperta atutti, e nella qualesono esposte le teledegli “artisti” chehanno partecipato alprogetto.Questo anche perdimostrare che ilcorso di pittura èun’esperienza nonsolo divertente ebella, ma ancheformativa.

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Il corso “Volontari si diventa” quest’annoconta il maggior numero di iscritti tra iprogetti di Scuole Aperte. Innumerevolisono le attività che interessano non solo lasalvaguardia dell’ambiente, ma anchel’ambito del sociale: c’è, infatti, una piùstretta collaborazione con Voluntas, asso-ciazione di volontariato, e con Dedalus,cooperativa sociale che ha datovita ad un progetto importantemirato all’integrazione degliextracomunitari in Italia e allariqualificazione urbana e socialedella IV municipalità di Napoli,quartiere diventato, ormai, unadelle roccaforti criminali dellacamorra. Quest’anno la nostraazione di volontari si svolge sulsuolo campano, operando inalcuni dei parchi regionali come ilparco del Partenio, del Taburno,del Matese e di Roccamonfina. Cioccupiamo inoltre del sociale:abbiamo fatto visita anche que-st’anno ai bambini diCastelvolturno per trascorrere

con loro la festa di carnevale. Tra le attivi-tà, ci sono, infine, gli stage durante i qualimettiamo in pratica quanto appreso duran-te il corso di formazione, scoprendo iterritori che ci ospitano.Come da tre anni a questa parte continuia-mo a impegnarci per portare a terminequeste iniziative con successo.

di Nicoletta Sica

Volontari si diventa

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Un laboratorioper giovani reporter

Per gli scrittori in erba e gli interessati almondo della comunicazione, ecco arrivare illaboratorio di Giornalismo “Da Gutenberga Internet”, finanziato dal progetto ScuoleAperte.Imparare a scriverearticoli di giornale,stimolare nei ragazzi unapproccio consapevole algiornalismo, aiutarli adorientarsi tra le tanteinformazioni, attendibilie non, che si leggono suiquotidiani o su Internet.Questi alcuni degliobiettivi del corso attivopresso il liceo scientificoRenato Caccioppoli diNapoli, curato dallagiornalista Germana Grasso esupervisionato dal prof. Antonio Spagnoli.Si parte dal ricordare l’invenzione dellastampa e lo sviluppo dei primi strumentidell’informazionedi massa e si giunge a discutere sui moder-ni strumenti di comunicazione, tra cuiInternet. La rete globale può essere conside-rata come un valido strumento di formazio-

ne, e non solo di comunicazione, pur con isuoi limiti.Il corso prevede la pratica diretta di scrittu-ra giornalistica: redazione di articoli di

cronaca e di commento,recensioni di libri, difilm e di spettacolitelevisi e teatrali, intervi-ste, articoli culturali,reportage...Si può dare libero sfogoall’immaginazione nelraccogliere informazioni,strutturare un articolo digiornale - secondo leregole del “giornalistaesperto” - su argomentiche spaziano dall’attuali-tà alla cronaca, dalla

politica al sociale.Tuttavia cimentarsi nell’arena giornalisticasignifica non solo saper scrivere tecnica-mente un pezzo ma anche riuscire a tra-smettere l’informazione il più oggettiva-mente possibile, senza tralasciare l’interessee il coinvolgimento del lettore, spingendoloal ragionamento critico sui fatti.Ognuno si impegna al massimo e magaritra noi “giornalisti in erba” ci sono futurireporter di grido!

Da Gutenberg ad Internet

di Claudia De Luca, giornalista in erba

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Mi chiamo Anton.Sono alunno di I E.Ho visitato il corsodi italiano per stra-nieri. Il corso eramolto piacevole edutile. Al corso io, epenso che anche glialtri alunni, siamovenuti a sapere mol-te nuove cose. Io am-miro che le insegnan-ti nel tempo così cor-to ci hanno dato ilfondamento per successivo studio della lin-gua italiana. Una sola cosa che non mi piace-va era quel fatto che il corso si svolgeva solodue volte al mese. Ma anche questo non hapotuto peggiorare la mia opinione generaledel corso. Al corso abbiamo studiato le parole(colori, parte del corpo, abiti, etc.) e la gram-matica (i tempi: il presente, il passato prossi-mo, futuro semplice e tre coniugazioni). Purea ogni lezione abbiamo fatto vari esercizi perfare una prova come si usano le regole, cheabbiamo studiato prima. Altresì ogni lezioneabbiamo letto testi di vari generi per miglio-rare la nostra pronuncia. Mi piace moltoquesto corso, perché era molto informativo, eho fatto il mio studio al liceo più leggero.

*Abbiamo pubblicato il testo di Anton cosìcome lo ha consegnato alla redazione di Fuo-riclasse, senza apportare correzioni.

Il corso di italiano per stranieridi Anton Ganchev

L’esperienza del corso nel racconto di Anton, giovanissimo russo che nelsettembre 2008 si trasferisce in Italia, per raggiungere i suoi genitori*

Sul sito web del liceo,all’indirizzowww.liceocaccioppoli.it/scuoleaperteliceo.html, èpossibile leggere tutte le notiziee i resoconti relativi alle attivitàsvolte nel corso dell’annoscolastico nell’ambito delprogetto Scuole Aperte.

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Salomon è qui in Italia da 10 mesi ma parlagià un discreto italiano: gli chiediamo se noinapoletani siamo abbastanza accoglienti e cirisponde che “a Napoli, come in Ghana, Ger-mania, Spagna e tutti gli altri paesi, ci sonopersone buone e persone cattive”. Parole in-nocenti come il cuore di chi le pronuncia mache esprimono il pensiero tollerante e apertodi questi giovani, partecipi per un anno alprogetto Scuole Aperte. Dodici ragazzi, tuttiminorenni, provenienti dal Nord Africa, so-prattutto dal Ghana, hanno avuto l’opportu-nità di frequentare i laboratori del nostroliceo, compreso un corso di italiano, che adascoltarli sembra aver dato i suoi frutti. Eugeneè il più sveglio e non a caso è qui da più tempodi tutti (un anno e mezzo): riusciamo a par-lare di svariati argomenti anche senza ricor-rere all’inglese, che in Ghana è la linguaufficiale. Ci racconta del nuovissimo “CentroNana”, un punto di ritrovo per giovani im-migrati ma non solo, aperto, infatti, anche aigiovani del quartiere (Corso Garibaldi e Piaz-za Carlo III) così da favorire momenti diintegrazione, tra attività ludico-ricreative edidattiche. Gabriel, quasi maggiorenne, è in-vece il più timido, sebbene abbia preso parte,insieme a Samuel, Eugene e Salomon, allacoreografia preparata per festeggiare l’inau-gurazione del centro. Sono tutti ragazzi diKumasi, una città del sud del Ghana e, comela maggior parte degli immigrati, hanno in-trapreso un’estenuante viaggio nel deserto,prima ancora di salire sulla prima imbarca-zione di fortuna e giungere a Lampedusa.Quando ci raccontano la loro storia ci trovia-mo a scuola, noi del corso di giornalismo“ospiti” nell’ “aula di intercultura”, in occa-sione della giornata conclusiva dei progetti diScuole Aperte; tutte le attività svolte dal liceovengono presentate in questa particolare gior-nata ed è così che abbiamo modo di poterciconfrontare con questi meravigliosi ragazzi, icui occhi brillano di speranza e di fiducia nelprossimo.

Scuole aperte... al dialogo interculturaledi Matteo Barbato

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In questa paginapubblichiamo le

recensioni dei due libriproclamati

“supervincitori” exaequo del Premio

letterario Elsa Morantesezione ragazzi 2009.La nostra scuola ha

partecipato al premiocome componente della

giuria popolare e glistudenti si sono

distribuiti equamenteed hanno votato peruno dei due libri poirisultati vincitori.

“Elsa Morante”sezione ragazzi 2009

Certi sogni partono da lonta-no e, grazie alla tenacia, altalento, alla passione, arriva-no più in alto di dove si sareb-be potuto immaginare. La bio-grafia di Kledi Kadiu riesce acoinvolgere il lettore sin dallaprima pagina.All’inizio, di fatto, affrontaun tema molto attuale, quellodell’immigrazione, descrittocon toni realistici e sofferti. Insequenza, dopo aver raccon-tato i suoi primi anni di immi-grato clandestino in Italia,narra gli inizi della sua car-riera di ballerino, le grandiemozioni dell’esordio in pal-coscenico e, successivamente,in televisione, con il program-ma Saranno Famosi, ora in-titolato Amici, di Maria DeFilippi, che lo lanciadefinitivamente come balleri-no professionista, valorizzan-do in pieno il suo talento.Il libro, che si legge con piace-re, afferma tra le righe cheogni vita è bella e degna diessere vissuta. Questo è quel-lo che ci insegna Kledi Kadiucon il suo libro Meglio di una favola.Non tutti siamo esperti ballerini, cantanti oattori di successo… ma tutti dovremmo esse-re grandi nelle piccole situazioni della vita.Ciascuno insomma potrà essere straordina-rio nella sua esistenza, per quanto ordinariapossa risultare.Florian del cassonetto, di Ornella DellaLibera, è indirizzato principalmente ad unpubblico di giovanissimi e racconta della con-dizione dei bambini rom in Italia. Florian, ilprotagonista del libro, è un bambino che viene

Meglio di una favola e Florian del cassonettodi Sabrina Petti

salvato due volte. È salvato daVioleta, la rom che lo tira fuoridal cassonetto e lo accogliecome un figlio. È salvato daGinella e gli altri che, con l’af-fido familiare temporaneo, glirendono possibile una vitanuova, normale, fatta di scuo-la, di educazione, di libri, digiochi… Ritrovato in uncassonetto, Florian vive in uncampo nomadi e racconta allettore la vita di tutti i giornicon i rom. La sua è un’infanziafatta di miseria e di privazioni,ma apparentemente felice espensierata, fino a quando noncresce. Allora, vede tutto sottouna nuova luce e le abitudini,che fino a poco tempo primapotevano sembrare belle e feli-ci, vengono lette nella loro re-ale triste consistenza. Così, ifigli di Violeta, Daniela eOliver, scappano dal campo e,insieme agli altri fratelli e aFlorian, finiscono in una casadi accoglienza per minori.Ornella Della Libera, ispettricedi polizia, ha già affrontatol´argomento nel libro Tredici

casi per un agente speciale, scritto, comeafferma, “pensando agli occhi dei bambini cheha incontrato e che rincontrerà”.Apprezzabile la collaborazione dell’Autricecon la Fondazione Affido Onlus, che si occu-pa proprio di quei bambini o ragazzi che,abbandonati per brevi o lunghi periodi ditempo, vengono accolti o in case famiglie o infamiglie vere e proprie. Ornella Della Libera,grazie a Florian del cassonetto, ha il merito difar conoscere e mettere in risalto anche lafelice realtà dell’affido familiare.

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“In nome della madre”, scrittoda Erri De Luca e pubblicato asettembre 2006, è il libro che noidella IV C abbiamo letto ed ana-lizzato in classe.Erri De Luca è nato a Napolinel 1950 e prima di cominciarea scrivere libri ha svolto lavoriprettamente manuali, come ilmuratore, il camionista e ilmagazziniere. Quando ancoralavorava nell’edilizia, a 40 anniha pubblicato il suo primo libro.Assiduo ed instancabile studio-so delle lingue antiche e dei te-sti sacri, ha tradotto alcuni li-bri della Bibbia, cui tutt’oggidedica almeno un’ora di lettu-ra, in lingua originaria, al giorno. Nonostanteegli mostri nei suoi scritti di essere “impre-gnato” di cultura ebraica e cristiana, egli sidefinisce non-credente. “In nome della ma-dre” sembra dire proprio il contrario.Non si tratta del classico racconto religiososolenne ed austero, né di una versione ereti-ca “alla Codice Da Vinci” della Natività: illibro di De Luca affronta in modo del tuttooriginale la Maternità più famosa dell’uma-nità. È la storia di una donna Miriàm, cheracconta in prima persona i momenti dellasua grandiosa esperienza con semplicità espontaneità.Sta proprio nell’umanità del personaggio diMaria la novità di questa storia: non più laRegina in trono fuori dal mondo che sembraguardarci dall’alto verso il basso, ma unadonna che vive un evento tutt’altro che uma-no con serenità e semplicità. Ha un approc-cio nuovo e critico verso la vita, che non ri-

trova nelle sue coetanee, ma cheè compreso e ben presto adotta-to anche dal suo fedele compa-gno Iosef. Ogni momento diquei mesi di attesa è scanditodall’incantevole e poetico lin-guaggio usato dall’autore, chedà un tocco di magia anche aparticolari all’apparenzatrascurabili. Bella l’immaginetanto cara al cristianesimo delgesto della frazione del pane, checompie Iosef, che è associata dal-l’autore ad un sussulto delBambino nel ventre di Maria.“In nome della madre” rappre-senta un’icona del Cristianesi-mo proposta da un “non cre-

dente dichiarato”, che noi abbiamo preferitodefinire, invece, un “non-credente in ricer-ca”, dato che ci è sembrato di cogliere nel corsodella nostra lettura, una certa propensionedell’autore ad interrogarsi su questioni difede. La lettura di questo libro si è rivelatapiacevole, pur non essendo questo il generedi lettura più affrontato da noi giovani d’og-gi. La ragione di ciò sta probabilmente nel-l’abilità dell’autore di trasformare una vicen-da, spesso sentita lontana rispetto allaquotidianità, in una storia che ricalca l’espe-rienza comune, pur mantenendone intattol’aspetto sacro e solenne. Forse è il modo mi-gliore per farci riavvicinare a fatti che, purlontani 2000 anni da noi, lasciano una trac-cia indelebile nella storia umana e continua-no ad affascinare e ad interrogare.Molto bello è il linguaggio usato da De Luca,che sfiora la poesia, ma non rinuncia alla chia-rezza e all’immediatezza.

di Antonio Reia

In nome della madreLibriLibriLibriLibriLibri

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«Questa è la storia più triste che abbiamai sentito». Comincia così Sam Savage(stupefacente autore esordiente del librodel quale vi sto parlando, che ha ottenutoun enorme successo in tutto il mondo), araccontarci la vita di Firmino, un toponato sul bordo di un ballatoio all’internodi una libreria di Boston agl’inizi deglianni Sessanta.È il tredicesimo cucciolo della nidiata, ilpiù fragile e malaticcio: Flo, la madre(una pantegana alcolizzata), ha solo 12mammelle e Firmino rimane l’unicoescluso dal nutrimento. Scoraggiato, siaccorge che deve inventarsi qualcosa persopravvivere. Comincia ad assaggiare ilibri che lo circondano e scopre che quellipiù belli sono anche i più buoni. La suagran fame diventa voglia di capire, difare proprio ciò che in quelle pagine èscritto: parole che purtroppo per il suoessere animale può solo pensare, ma nonpronunciare. Dimenticato dalla sua fa-miglia e incapace di comunicare con gliumani che ama (a partire da Norman, ilproprietario della libreria e «il primo es-sere umano che Firmino abbia mai ama-to» - dice l’autore del nostro libro -,destinato però a deluderlo fortemente),Firmino presto realizza che un topo lette-rato è un topo abbandonato - un po’ comela figura emarginata, ma ostinata, di chilegge libri nella nostra società -. Diventacosì un vorace lettore, cominciando aidentificarsi con i grandi dello spettacoloe della letteratura di ogni tempo. E in unfinale malinconico, Firmino assiste alladistruzione della sua libreria ad operadelle ruspe per l’attuazione di un nuovopiano edilizio.Vi confesso subito una cosa: se amate

leggere, state certi che farete subito ami-cizia con Firmino e, grazie a lui, forsecomincerete anche a provare meno ripu-gnanza nei confronti del mondo dei rodi-tori.La narrazione di Sam Savage è fluida,descrittiva e quasi totalmente priva didialoghi, fatta eccezione per le domandeche spesso il nostro topo si pone. E nonsolo! Firmino, personaggio col quale iom’identifico molto, è la voce di chi con-sidera la lettura come il cibo più preziosoda utilizzare per nutrire nel modo mi-gliore la propria anima (scrivo “anima”,ma vi prego di leggere “mente”). Per ilmessaggio forte che trasmette e per la suasemplicità è davvero un libro unico, daleggere tutto d’un fiato!

Firminodi Gemma Delle Cave

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ProemioVidi io di donna una tenera formada cui venia di fuor luce sì dolcech’al rimembrar il cuor ancor si molce.Ella venia leggiadra senz’ull’orma;

ella venia da me per dirmi norma:“Io son Beatrice” disse ella “ed i’ vuolceniun a continuar l’opera te intralcech’io non vo che ancor oggi il canto dorma”.

E fu in un batter ciglio ch’ella sparve.Allor io mi sentia come il poetail qual narrò da Achille Ilio sì vinto.

Di contro a quella donna allora apparveil mio gran genio e delle anime pietale quali a continuar m’hanno sì spinto.

Canto XXXVNon concludonsi li canti immortalidi questa valle oscura ov’io son gitodacchè di questi viaggi miei fatali

dell’ultimo racconto fui impedito.Per quello amaro calle ancor mi volselo mio maestro, chè giungemmo al lito

ove favella allor il guardo tolse.Ed io chiedeva sì al mio buon duce:“Maestro, chi son que’ che morte colse

sì che non videsser la divin luce?”E pur videa di lor di fuoco in boccasu di una vela che un demòn conduce

finchè da quella ciurma un uomo sbocca.“Costì sei nel giron degli sboccati”il duca disse a me: “a questi qui tocca

stare muti, di ogni verba privatichè non ebber misura di favella.Quegli che s’è levato tra’ dannati

si chiama Antonio il grande di Montellache di favelle turpi si macchiò”“Voglio parlar or con anima quella”

dissi io allora ed egli m’odacchiòed ei arrivò però a parlare meco.“Dante Alighieri” disse e ridacchiò

ma incontinenti il gran di riso sprecotrasformossi in sì rumoroso piantoche parvemi gran folla pianger seco.

di Pasquale RecciaCanto XXXV dell’Inferno

Siamo tutto…Vorrei sentire di nuovo quel suono…Quando tu, accanto a me, respiravi affannosamente,E tremavi al sol pensiero che il sole potesse sorgerePrima di avermi baciato ancora…Vorrei sentire di nuovo quel profumo,Che mi faceva venir voglia di urlare il mio amore…Vorrei di nuovo le carezze sul viso,Le tue mani sulla schiena: quel tocco sensuale,Così vivo, che sembrava parlarmi di noi…Quelle labbra di fuoco, e quel fuoco dentro di me…Sognarti è meraviglioso, guardarti è bellissimo,Viverti è fantastico, ma amarti…Amarti è indescrivibile, proprio come un tramonto…E questo fa paura: perché mentre il tramonto,Quando tramuta in notte, libera le stelle;Tu, quando spegni i tuoi occhi,Lasci solo la consapevolezza del vuoto che ci circonda…Il resto intorno a noi è niente,Ma noi, in mezzo al quel niente, siamo tutto.

Andrea K.A.O.

ScrittScrittScrittScrittScrittori in erbaori in erbaori in erbaori in erbaori in erba

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Quand’ebbe sparso di lacrime un mantoecco che lui meco a parlar s’accinse:“Il ben dell’intelletto non ha tanto

l’animo mio aperto e lo recinsesì che coperto fu di malo verboche in tutto me, confesso, tutto vinse

e mi tirò di questo mondo acerbo”.“Amico, tosto tu mi conoscesti”a lui dissi sempre con tal riserbo:

“che forse le mie opera leggesti?”ed ei disse: “Piaccionmi quelle moltoche tua di gioventute tu scrivesti”.

Ed io da lui ancor non m’ero toltoch’altra anima a parlare meco imprese.“Io son colei che la ragione han sciolto

Roberto e Salvator cui amor mi prese.Per lor mi trovo in questo amaro stato;lor mai per me Cupido l’arco tese;

per l’ira mala lingua io ho parlatoahimè, d’amor che requie non trovava”.Ella finì ed io tutto addolorato

suo nom a quegli meco dimandavail qual mandato fu da chi su regnae mi rispose: “Ella cui tu parlava

in terra fu nomata Clara Artegna;pur che virtuosa tanto quanto belladi intrare lassù’n celo non fu degna”

Lasciammo allora’l lito ov’era quellae verso d’una barca femmo volta.Vi stava un dèmon con remi su d’ella

il qual a noi ringhiò di prima volta.Videa speranze di passar sì vuotequand’ei ebbe tali verba rivolta:

“Lì fermati tu, vivo, che qui ruote!”Ma disse ‘l duca a lui: “Lascia passare:vuolsi così colà dove si puote

ciò che si vuole e più non dimandare”.Sì detto, entrar ci fece nella velaallora ch’egli smese di grugnare.

Al professor Luciano Sena

“Exegi monumentum aere perennius”(Orazio)

Oh prof. Luciano Sena,dopo tant’anni scorsi

l’è da lasciar la scuolae di posar la penna.

Ed ora noi, gli alunni suoi, vogliamodir cosa a noi in questi anni ha trasmesso.

Noi come figli assisiindietro a questi banchi;lei come padre innanzi

a noi, ha insegnato tanto:

non solo l’italiano ed il latino,ma grandi esempi di onestà e virtù.

Un monumento ha erettodel bronzo ancor più duro,

più prezioso dell’oronei cuori e nelle menti:

in noi la sua virtù e gli insegnamentimarranno come fuoco sempre vivi.

Pasquale Reccia

ScrittScrittScrittScrittScrittori in erbaori in erbaori in erbaori in erbaori in erba

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In occasione di una settimana di pausadidattica in un liceo tedesco, l’insegnanteReiner Wenger ha il compito di tenere unseminario sull’autocrazia. La lezione sitrasforma in un esperimento che dimostrala facile manipolazione delle masse. Questoesperimento coinvolge la classe stessa e hainizio con la scelta di un leader, il qualeviene individuato nell’insegnante, e l’impo-sizione di alcune regole basilari: gli studen-ti dovranno rivolgersi al professore chia-mandolo “Signor Wenger” anziché colsemplice nome; viene cambiata la disposi-zione dei banchi, in modo tale che glistudenti meno bravi possano trovarsivicino a quelli più preparati, aiutandosil’un l’altro e migliorando nel complesso irisultati della classe; infine, quando glistudenti vogliono dire qualcosa ad alta vocedevono alzarsi in piedi e dare risposte brevie concise. Wenger mostra inoltre ai suoistudenti come l’effetto di marciare all’uni-sono possa farli sentire un’unica entità.Così, dopo i primi giorni, il branco dicamicie bianche si fa sempre più esteso ecoeso, non ci sta più tra le quattro muradell’aula e sfocia in ritrovi notturni emanifestazioni all’interno della scuola;sono solo i primi frutti dell’apatia, del-l’ignoranza e dell’insoddisfazione che siannidavano negli animi di quei ragazzi, cheora trovano uno scopo ed una ragione divita nell’Onda, forti della (in)coscienza dimassa perché privi di una coscienza pro-pria. Chi non è mai riuscito ad accettarsi ead affermarsi coscientemente si sentefinalmente riconosciuto all’interno di ungruppo, le cui idee e i cui valori sono sacri einviolabili, ma soprattutto sono migliori epiù giusti di quelli degli altri. Il sentimentodi superiorità, infatti, si fa avanti con

Prove generali di neo-fascismo

Die Welledi Matteo Barbato

crescente insistenza, con il disprezzo perchi è fuori dall’Onda, il quale ha solo duepossibilità: farne parte o farsi travolgere.Inizialmente Reiner sottovaluta la portatadel fenomeno, ma quando si ritrovaun’enorme onda dipinta sulla facciata delmunicipio della città capisce che qualcosadi grave è scattato e prova a far rientrare ilfenomeno ormai dilagante anche fuori dallascuola. Ma ormai è troppo tardi, per moltiragazzi l’Onda è tutto, è la ragione di vita,qualcosa in cui credere, una vera famigliacon cui fare i conti, a differenza di quellaodierna fin troppo assente e dispensatrice diuna libertà bistrattata. L’esperimentosfugge di mano al suo stesso creatore, ilquale tenta di riparare, ma con un esitodrammatico… Il film si struttura su un ritmo incalzante,aiutato anche dalla colonna sonora più cheappropriata: si lascia seguire molto facil-mente, soprattutto da un pubblico giovane.La storia è realmente accaduta, ma inCalifornia nel 1967 e l’esperimento andòsotto il nome di “The third wave”.

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(L’onda, di D. Gansel)

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Un libro best-seller. Unfilm campione di incassiin America e in Europa.Ecco arrivare il nuovofenomeno adolescenzialeletterario e cinemato-grafico. Twilight è ilprimo libro dellaTwilight Saga, accom-pagnato dai seguiti NewMoon, Eclipse eBreaking Dawn, ed haattirato e continua adattirare lettori e lettricidi tutto il mondo.Definito come “il piùbel libro per ragazzidegli ultimi anni” o“l’anti-Harry Potter”, Twilight incentra lasua trama sulla storia di un amore proibitotra una diciassettenne, Isabella Swan, e unvampiro di 108 anni, Edward Cullen. Idue, nonostante i prevedibili ostacoli, silegano profondamente e si giurano amoreeterno. Una trama questa che, sebbenerivisitata, si rivela sempre più emozionante,pagina dopo pagina. E aiuta di certo lo stilechiaro e originale della scrittrice StephenieMeyer, che ha donato alla sua storia dialo-ghi spiritosi, singolari ed esaltanti. Chi èche non sogna l’amore perfetto che siinstaura tra i due protagonisti? Qualeragazza non vorrebbe al suo fianco unragazzo dolce e galante come Edward(anche se vampiro)? Ed ecco che migliaiadi adolescenti, in particolare ragazze, siprecipitano ad iscriversi ai numerosi fan

Fenomeno “Twilight”Il film tratto dall’omonimo libro

di Claudia De Luca

club della saga sparsisu Internet o invadonole sale dei cinema pergodersi lo spettacolotratto dal loro libropreferito. “Ho iniziatoa scrivere questo libroispirata da un sogno”afferma l’autrice, chemai si sarebbe aspettatache questo suo universodi sentimenti forti edelettrizzanti potesseriscuotere un successocosì elevato. Il romanti-cismo che pervade lastoria sembra quasifinto e fuori epoca e

forse è anche questo che ha coinvolto leadolescenti, tutte pronte a chiedersi seanche loro, al posto di Bella, avrebbero ilcoraggio di spingersi fino al limite di amareun vampiro, quel mostro succhiasangue chepopola i romanzi e i film horror.Considerarla tuttavia una banale storiaromantica per ragazzine è riduttivo. Se nonci si ferma alle apparenze, si può compren-dere dalla storia della Meyer quanto sianoforti e imprevedibili le passioni umane, avolte difficili da gestire, e come riescano acontrollare le nostre menti, facendo perderela ragione e la lucidità. Quando l’immorta-lità diventa un sogno irrangiugibile,l’animo umano è incredibilmente debole etentato dal desiderio di non morire, dalprovare dolori e sofferenze, passioni epiaceri, per sempre.

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Tratto dal “best seller” di Khaled Hosseini, “Il cacciatore diaquiloni”, di M. Forster, è un film articolato tra un passatodoloroso che incombe sulla coscienza di Amir, giovane scritto-re afgano trasferitosi negli Stati Uniti dopo l’invasionesovietica, e un presente in cui si offre l’occasione di un riscat-to. Amir, figlio di un facoltoso uomo di etnia pashtun, ritornaai ricordi dell’infanzia trascorsa con il suo più caro amicoHassan, figlio di etnia hazara, considerata “inferiore”. La loropassione più grande era sempre stata far volare aquiloni, percui partecipavano ad alcune gare organizzate per i numerosi ragazzi del loro paese. Allafine di una di queste competizioni, in cui Amir e Hassan risultano i vincitori, Amirassiste, senza intervenire, alla violenza sessuale inflitta ad Hassan da tre ragazzi razzistidel paese. Venti anni dopo, giunge ad Amir una telefonata che sarà destinata a cambiareper sempre la sua vita. Sono trattate intensamente varie tematiche, tra le quali il fortesentimento di amicizia e il coraggio necessario per riscattarla. Crude le scene di violenza edevastazione, che riproducono in maniera inquietante la realtà odierna dell’Afghanistan.

Il film di C. Mazzacurati è ambientato a Concadalbero, unpaesino della Pianura Padana. Una mattina d’autunno arrivauna nuova maestra: Mara, una ragazza di città, sicura di sé edemancipata che attira gli sguardi di tutti e, in particolare,quelli degli uomini. Vivendo lì, Mara fa amicizia con gliabitanti del posto e si innamora di Hassan, un marocchinotitolare di un’officina e benvoluto da tutti. Nell’officina diHassan, Giovanni, un ragazzo di diciotto anni, vero protagoni-sta della storia, cerca di riparare una vecchia motocicletta, ma ilsuo sogno è di lavorare come giornalista. Riesce a farsi darel’incarico di inviato dal direttore del quotidiano locale e, grazieanche al suo amico Franco, scova numerose notizie. Ottiene lo scoop con un articolo sultonno gigante pescato da Amos, tabaccaio del paese che si è arricchito grazie al turismo ealla pesca. In seguito a questa pesca fortunata, Amos organizza una grande festa ed è quiche Hassan chiede a Mara di sposarlo, ma la ragazza rifiuta, poiché decisa a partire per ilBrasile. Qualche giorno dopo la donna viene ritrovata morta e ad essere accusato dell’omi-cidio è Hassan, che poco dopo si suicida in carcere e lascia un biglietto in cui dichiara lapropria innocenza. Giovanni, allora, spinto dalla sorella dell’uomo, comincia ad indagare afondo: individua il vero colpevole e lo fa arrestare. Il suo sogno, grazie all’eco di questavicenda, si realizzerà; lascerà il suo paese con la convinzione che non sempre la giustadistanza che i giornalisti hanno nei confronti del proprio lavoro può condurre alla verità.

Il cacciatore di aquilonidi Pasquale Reccia

di Viviana MancoLa giusta distanza

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Un mondo migliore è possibile. C’è chi nonha mai smesso di crederci, finendo perdedicare la propria vita a nobili cause. Traqueste rientra anche quella per il softwarelibero: Richard Stallman è tra coloro chepiù hanno creduto in quelle che lui stesso,co-creatore della famosa licenza GNUGPL(vedi Linux), ha definito “le quattro libertàfondamentali” a cui ha diritto l’utenteinformatico: la libertà di eseguire unprogramma per qualunque scopo, di poterlomodificare liberamente al fine di migliorar-lo per poi diffonderlo gratuitamente. Nellontano 1985, quando Stallman fondò laFree Software Foundation, ben pochicompresero l’importanza di un ente chetutelasse e promuovesse nel mondo losviluppo di un software aperto e gratuito,all’altezza di colossi quali Microsoft edApple. Un pc con un buon sistema operati-vo è lo strumento principale per accederealla conoscenza. Pensate alla WikimediaFoundation: se nel sud del mondo oggi è

possibile navigare in libertà tra i contenutidi Wikipedia, lo dobbiamo anche a pcforniti di O.S. free license il cui costo ènotevolmente inferiore ad un comune pccon pre-installato Windows Vista. Inoltre,stando ai test, l’ultimo nato in casaMicrosoft (il cui costo oscilla tra i 300 euroed i 600 euro a seconda delle versioni) èmolto meno stabile e performante diUbuntu, una delle tante distro Linux,totalmente gratuita ed in costante aggior-namento. La filosofia dell’open source èdavvero un esempio mirabile di come sipossa realmente costruire qualcosa di utileper la società che esuli dagli interessieconomici e miri a quelli comunitari. Èquesta la strada da intraprendere, dalsingolo cittadino alle istituzioni, ma l’Italiaè ancora in “leggera controtendenza”: èinfatti nota a tutti la notizia di un accordosiglato tra Microsoft ed il ministroBrunetta per l’informatizzazione dell’am-ministrazione pubblica italiana.

Software libero:una filosofia vincente

di Matteo Barbato

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romantica e coinvolgen-te, che in AlreadyGone, dolorosa canzo-ne che narra la fine diuna storia d’amore.Save You è arricchitada un bridge pianisticodi ispirazione mozartiana, Don’t Let MeStop You e Impossible da rock graffiante.E ancora il sensuale groove dance If ICan’t Have You, il pop radioso di I WantYou. Da non dimenticare l’avvolgente eprovocante All I Ever Wanted che dà iltitolo all’album e l’incontenibile energiapunk di Why you wanna bring medown. La voce di Kelly Clarkson è unostruggente strumento per interpretare testidi grande spessore emozionale e poetico.

1981, Los Angeles. Ha inizio la storia di unadelle band più discusse degli ultimi anni: iMetallica, precursori e inventori del trashmetal. Il gruppo ha saputo osare e imporre ilsuo stile, risultando la metal band di maggiorsuccesso di tutti i tempi. Ventisette anni dicarriera, partendo dalle origini, passando peri discussi cambiamenti e ritornando all’”old-style”. I four horsemen sono considerati icapostipiti del metal moderno, una sorta dimanifesto musicale dal quale ispirarsi e mo-dellare il proprio stile. Il loro album-capola-voro, emblematico per molti gruppi metalsuccessivi, è Master of Puppets, del 1986.Ritmi graffianti e potenti, testi diretti e ispi-rati capaci di risultare sempre originali, unmix che è stato in grado di diffondere la loromusica ovunque, magari riuscendo a farlaapprezzare anche ai meno amanti al genere. IMetallica inizialmente hanno proposto unamusica dura, caratterizzata prevalentementeda temi oscuri e profondamente influenzatadai racconti horror di Howard Lovecraft.L’anno di uscita dell’omonimo album Metal-lica, nel 1991, la loro musica subisce unammorbidimento, risultando più commer-ciale: venderà, infatti, ben 38 milioni di copiein tutto il mondo. Dopo cinque anni di pausadiscografica, senza comunque rinunciare ai

di Stefano MinaleMetallica, il ritorno

c o n c e r t ilive, il quar-t e t t olosangelinoha propostoLoad e, unanno dopo,Reload, senza dubbio i loro album più criti-cati, in quanto, oltre ad una proposta musica-le più vicina all’hard-rock con influenze blues,sono sospettati di aver compiuto una svoltad’immagine dovuta a motivi puramente com-merciali: se nei primi anni il loro look era statosenza dubbio più metal, in concomitanzadell’uscita di Load il loro look era più vicinoa quello di una rock band adolescenziale. Ilprimo album del nuovo millennio per i Metal-lica è St. Anger, rozzo e cattivo, caratterizza-to da suoni sempre lontani da quelli delleorigini, ma l’aggressività di sicuro non man-ca, al contrario dei due album precedenti. Leorigini però non si dimenticano mai: nel2008, il nuovo album, Death Magnetic,segna il ritorno al vecchio sound. I Metallica,così, nonostante il peso degli anni, le numero-se difficoltà e le critiche più sprezzanti, riesco-no di nuovo a scalare le vette delle classifiche,confermandosi il più grande gruppo metaldella storia.

Vincitrice della prima edizione del reality-show-talent-scout americano, AmericanIdol, con soli tre album, Kelly Clarkson hagià venduto oltre 56 milioni di copie nelmondo. I riflettori sono di nuovo puntati sudi lei, visto che è appena uscito il suo nuovoalbum, All I Ever Wanted. L’album siapre con il singolo My life would suckwithout you. Il brano si è imposto imme-diatamente come un successo straordinarioin tutto il mondo, scalando le classifiche inuna sola settimana dalla 97esima posizionealla vetta.Indipendenza e senso di libertà caratteriz-zano i brani I do Not Hook Up e LongShot. Kelly mostra un’impeccabile esten-sione vocale e una straordinaria capacitàespressiva, sia in Cry, straordinaria ballata

di Claudia OrlandoKelly Clarkson, l’American Idol

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Daniela Di Maro e Roberto Pugliese, IvyNoise, 2009, materiali visivi, dimensioni

variabili, courtesy Akeneos Gallery, Napoli

Gangli elettronici e terminazioni tecnologicheper la mostra “Ivy Noise”. Dal 2006 è nato unsodalizio tra Daniela Di Maro e RobertoPugliese. Nonostante Di Maro, diplomata inarti visive, e Pugliese, diplomato in musicaelettronica, siano specializzati in due materiediverse, hanno sposato un progetto comune.Per entrambi, infatti, la ricerca è finalizzataalla realizzazione di microuniversi videosonori,

che possono imitare i continui processi ambientali e in cui un individuo possa avere contattocon la natura, seppur veicolato dalla tecnologia. La “scena” è stata allestita al primo piano delpalazzo Monte Manso di Scala, nell’Akneos Gallery, in via Nilo 34 a Napoli. I fili salgonolungo le pareti come un fittizio rampicante meccanico (in inglese, appunto “ivy noise”vuoldire “rumore dell’edera”). Nella galleria una piantagione di microfoni rimodula i suoniprodotti dai visitatori. Il lento susseguirsi di immagini è accompagnato dalle note di unpianoforte, mentre una fitta vegetazione riproduce i movimenti dell’edera. Tutti questielementi conferiscono al visitatore della galleria una grande tranquillità e comunicanosensazioni che solo la natura riesce a trasmettere. Lo scopo della mostra è quello di sensibilizzarei visitatori al problema dell’inquinamento con una metafora al contempo semplice, d’impattoe visivamente d’effetto: la natura restituisce ciò che dall’uomo riceve, così come i suoni deipassanti alimentano le piante. Alla fine, dunque, l’idea sembra ricordare un contrappassodantesco: l’uomo che inquina sommerso dall’eco rabbiosa di una natura nera che si prende larivincita.

Debutto in galleria per il duo Di Maro-Pugliese.Giovani, tecnologici e filo-ambientalisti

Ivy Noisedi Carlo Cioci, Manuel Fabozzoe Davide Gambocci

A Marcianise in provincia di Caserta,soprannominata anche la “Fucina dei Cam-pioni”, nasce 26 anni fa Clemente Russo,medaglia d’argento alle ultime olimpiadi aPechino nella categoria pesi massimi e fioreall’occhiello della cittadina campana. La par-tecipazione del boxeur casertano al realityshow “La Talpa” ha portato alla ribalta,anche se con molte critiche, il pugilato. Ilpugilato (o boxe, dal termine inglese boxing)può essere definito come un’arte marziale,uno stile di autodifesa o ancora uno sport dacombattimento, regolato da precise norme,tra due atleti che si combattono con i guantoniper attutire un colpo che, dato col pugnonudo, farebbe gravi danni. È anche conosciu-

Boxe, uno sport e un’arte perdutadi Vincenzo Petrone

to come la “nobile arte”, con la quale l’uomomostra la sua audacia, la sua forza e la suaintelligenza. Questo sport, dopo i grandiosianni in cui ha riempito gli stadi con atleticome Muhammad Alì, Jack LaMotta, Ray“Sugar” Robinson, Rocky Marciano e l’ita-liano Primo Carnera, ha avuto un declinomediatico, soprattutto in Europa. Le tantodibattute Olimpiadi di Pechino hanno peròattirato l’interesse dei media, che hanno datovisibilità anche a sport meno seguiti in Italiae, sfruttando l’onda del successo, hanno esal-tato la passione di Clemente Russo per questosport.Forse tutta questa pubblicità riuscirà a porta-re la boxe allo splendore di un tempo.

ArArArArArttttte e Spore e Spore e Spore e Spore e Sporttttt

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Un libro per l’estateIn vista degli incontri con gli autori

previsti per il prossimo anno scolastico,vi proponiamo di leggere i seguenti libri:

Dacia Maraini, La lunga vita di Marianna Ucrìa, RizzoliDacia Maraini, Bagheria, Rizzoli

Dacia Maraini, Donna in guerra, RizzoliDacia Maraini, Voci, Rizzoli

Dacia Maraini, Il treno dell’ultima notte, RizzoliErri De Luca, Il giorno prima della felicità, Feltrinelli

Erri De Luca, In nome della madre, FeltrinelliRaffaele Cantone, Solo per giustizia, Mondadori

Ornella Della Libera, Florian del cassonetto, RizzoliKledi Kadiu, Meglio di una favola. La mia vita, Mondadori