fuoribinario n 156 Aprile 2013

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Produrre questo giornale costa al diffusore € 0,70 quello che date in più è il suo guadagno. Qualsiasi richiesta di soldi in favore dell’associazione, al di là dell’offerta libera per l’acquisto del giornale, non è autorizzata. G I O R N A L E DI STR A D A - A U TOGESTITO E AUTOFINANZIATO - N. 156 APRILE 2013 - OFFERTA LIBER A - W W W .FUORIB I N A R I O . O RG - SPED. ABB. POSTALE ART. 2 COmmA 20/CL 662/96 - FIRENZE - Questa è una storia di ordinaria semplicità. Ho due figli. Ale, il più piccolo, ha 9 anni. Gli piace giocare a pallacanestro, qui dove viviamo trova un canestro ad ogni angolo di strada. Appena può corre e inizia sfide memorabili con il fratello più grande. Fa parte di una squadretta locale ed è da poco iniziato un torneo. Ogni sabato mattina hanno da giocare una partita. A volte vincono e a volte perdono. Così almeno una volta la settimana si ritrova con un amichetto, un ragazzino di nome Zane. Zane è alto e robusto più della media. Sorride sempre e sempre corre a prendere ogni palla per passarla ai compagni. Alcuni di loro li cono- sce già. Giocavano insieme in una squadretta di calcio qualche mese fa. Gran squadra, si cerca- vano con gli occhi, si passavano la palla e via a fare goals. Giorno 12 dicembre era il suo compleanno e Zane ed i suoi genitori hanno organizzato una festa. Hanno invitato tutti i bambini che cono- scevano, hanno noleggiato una sala grande e qualche ora di gonfiabili. Questo è il riassunto dell’ invito: Solo una breve nota per farvi sapere che Zane vuole invitare tutti i membri del nostro team favoloso per la sua festa di compleanno: Boys!!!!!! Birthday!!!!!! Bouncing!!!!!! Basketball!!!!!!! NO REGALI, PER FAVORE! Invece di regali a Zane piacerebbe molto se si potesse portare qualcosa per aiutare i senzatetto a Davis. Alcune idee: L’associazione ha bisogno di coperte (quelli che avete a casa, che non si stanno utilizzando vanno bene), shampoo, sapone, dentifricio, cap- pelli, guanti, sciarpe, calzini caldi, e gli alimenti come barrette di cereali, zuppe istantanee, cibo in scatola, ecc. Saranno ben accetti anche i regali a sostegno delle associazioni che si occupano di chi ha meno, non ultimo il canile comunale. Zane sarebbe così felice! Grazie! Speriamo di vedere tutti presto. Noi non avevamo in casa vestiti o coperte in più del necessa- rio. Allora con i miei figli siamo usciti e insie- me abbiamo scelto i regali che secondo noi Zane avrebbe rice- vuto volentie- ri: Tonno in scatola, fagioli, biscotti, formaggi, patatine etc... Chi suggeriva una cosa chi un altra. Ne è venuto fuori un bel dialogo sapendo a chi Zane avrebbe girato i suoi regali. Non ci era- vamo mai dati così tanti abbracci nel fare la spesa. Abbracci che si sono ripetuti durante il compleanno giorno 12 tra tutti i bambini. Sembrava avessero vinto il campionato di Pallacanestro. Due settimane dopo questo è quello che abbia- mo trovato nella cassetta delle lettere e che vogliamo condividere con voi. P.s. Il 28 ottobre sarà il compleanno di mio figlio e anche se a scuola ci han sempre detto di non copiare questa volta lo faremo. Zane e i suoi amici Nelle pagine interne inserto: Social Forum Mondiale - Tunisi 2013 Caro Alessandro, grazie alle vostre meravigliose donazioni, siamo stati in grado di portare tutte le cose che vedi nelle foto sulla parte anteriore di questa cartolina al “Rifugio per senzatetto” a Davis (lenzuola, abiti, giacche, cibo, articoli da bagno, apriscatole, tagliaunghie, ecc) e allo “Yolo County Animal Shelter in Woodland” (asciugamani, detersivo per bucato, giocattoli per cani e gatti, un letto per cane, ecc)! Erano così felici di avere tutta questa roba! È stato davvero sorprendente! Mi ha fatto sentire così bene essere in grado di aiutare tante persone e animali per il mio compleanno! Grazie! Grazie per essere venuto alla mia festa! Zane FB156_FB16 05/04/13 17:52 Pagina 1

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Produrre questo giornale costa al diffusore € 0,70 quello che date in più è il suo guadagno.

Qualsiasi richiesta di soldi in favore dell’associazione, al di la dell’offerta libera per l’acquisto del giornale, non e autorizzata.

GIORNALE

DI

STR

AD

A- AUTOGESTITO E AUTOFINANZIATO - N. 156 APRILE 2013 - OFFERTA LIBERA - W

WW

.FUO

RIB

INARIO.ORG-SPED.ABB.POSTALEART.2COmmA20/CL662/96-FIRENZE-

Questa è una storia di ordinaria semplicità.Ho due figli. Ale, il più piccolo, ha 9 anni. Glipiace giocare a pallacanestro, qui dove viviamotrova un canestro ad ogni angolo di strada.Appena può corre e inizia sfide memorabili conil fratello più grande.Fa parte di una squadretta locale ed è da pocoiniziato un torneo. Ogni sabato mattina hannoda giocare una partita. A volte vincono e a volteperdono. Così almeno una volta la settimana siritrova con un amichetto, un ragazzino di nomeZane.Zane è alto e robusto più della media. Sorridesempre e sempre corre a prendere ogni pallaper passarla ai compagni. Alcuni di loro li cono-sce già. Giocavano insieme in una squadretta dicalcio qualche mese fa. Gran squadra, si cerca-vano con gli occhi, si passavano la palla e via afare goals.Giorno 12 dicembre era il suo compleanno eZane ed i suoi genitori hanno organizzato unafesta. Hanno invitato tutti i bambini che cono-scevano, hanno noleggiato una sala grande equalche ora di gonfiabili. Questo è il riassuntodell’ invito:Solo una breve nota per farvi sapere che Zanevuole invitare tutti i membri del nostro teamfavoloso per la sua festa di compleanno:

Boys!!!!!! Birthday!!!!!! Bouncing!!!!!!Basketball!!!!!!!NO REGALI, PER FAVORE! Invece di regali a Zanepiacerebbe molto se si potesse portare qualcosaper aiutare i senzatetto a Davis. Alcune idee:L’associazione ha bisogno di coperte (quelli cheavete a casa, che non si stanno utilizzandovanno bene), shampoo, sapone, dentifricio, cap-pelli, guanti, sciarpe, calzini caldi, e gli alimenticome barrette di cereali, zuppe istantanee, ciboin scatola, ecc.Saranno ben accetti anche i regali a sostegnodelle associazioni che si occupano di chi hameno, non ultimo il canile comunale. Zanesarebbe così felice! Grazie!Speriamo di vedere tutti presto.Noi non avevamo in casa vestiti o coperte in piùdel necessa-rio. Alloracon i mieifigli siamousciti e insie-me abbiamoscelto i regaliche secondonoi Zaneavrebbe rice-vuto volentie-

ri: Tonno in scatola, fagioli, biscotti, formaggi,patatine etc... Chi suggeriva una cosa chi unaltra. Ne è venuto fuori un bel dialogo sapendo achi Zane avrebbe girato i suoi regali. Non ci era-vamo mai dati così tanti abbracci nel fare laspesa. Abbracci che si sono ripetuti durante ilcompleanno giorno 12 tra tutti i bambini.Sembrava avessero vinto il campionato diPallacanestro.Due settimane dopo questo è quello che abbia-mo trovato nella cassetta delle lettere e chevogliamo condividere con voi.

P.s. Il 28 ottobre sarà il compleanno di mio figlioe anche se a scuola ci han sempre detto di noncopiare questa volta lo faremo.

Zane e i suoi amici

Nelle pagine interne inserto: Social Forum Mondiale - Tunisi 2013

Caro Alessandro, grazie alle vostre meravigliose donazioni,siamo stati in grado di portare tutte le cose che vedi nellefoto sulla parte anteriore di questa cartolina al “Rifugio persenzatetto” a Davis (lenzuola, abiti, giacche, cibo, articoli dabagno, apriscatole, tagliaunghie, ecc) e allo “Yolo CountyAnimal Shelter in Woodland” (asciugamani, detersivo perbucato, giocattoli per cani e gatti, un letto per cane, ecc)!Erano così felici di avere tutta questa roba! È stato davverosorprendente! Mi ha fatto sentire così bene essere in grado diaiutare tante persone e animali per il mio compleanno!Grazie!Grazie per essere venuto alla mia festa! Zane

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CENTRI ASCOLTO INFORMAZIONI

A.S.S.A. (Ass. Speranza Solidarietà AIDS): Via R. Giuliani,

443 Tel. 055 453580

C.I.A.O. (Centro Info Ascolto Orientamento) Via delle Ruote, 39

- orario 9,30-13,00 pomeriggio su appuntamento - Tel. 055

4630876, [email protected].

CARITAS: Via Faentina, 34 - Tel. 055 46389273 lu. ore 14-17,

mer. e ven. ore 9-12 per gli stranieri; tel. 055 4638 9274, mar.

e gio. ore 9-12 per gli italiani.

CENTRO ASCOLTO CARITAS: Via Romana, 55 - Lun, mer: ore

16-19; ven: ore 9-11.

CENTRO ASCOLTO CARITAS: Via San Francesco, 24 Fiesole -

Tel. 055 599755 Lun. ven. 9 -11; mar. mer. 15 -17.

PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 - Tel. 055 288150.

SPORTELLO INFORMATIVO PER IMMIGRATI: c/o Circolo arci “il

Progresso” Via V. Emanuele 135, giovedì ore 16 - 18,30.

CENTRO AIUTO: Solo donne in gravidanza e madri, P.zza S.

Lorenzo - Tel. 055 291516.

CENTRO ASCOLTO Caritas Parrocchiale: Via G. Bosco, 33 - Tel.

055 677154 - Lun-sab ore 9-12.

ACISjF: Stazione S. Maria Novella - binario 1 - Tel. 055 294635

- ore 10 - 12:30 / 15:30 - 18:30.

CENTRO ASCOLTO: Via Centostelle, 9 - Tel. 055 603340 - Mar.

ore 10 -12.

TELEFONO MONDO: Informazioni immigrati, da Lun a Ven 15-

18 allo 055 2344766.

GRUPPI VOLONTARIATO VINCENZIANO: Ascolto: Lun. Mer. Ven.

ore 9,30-11,30. Indumenti: Mar. Giov. 9,30-11,30 V. S. Caterina

d’Alessandria, 15a - Tel. 055 480491.

L.I.L.A. Toscana O.N.L.U.S.: Via delle Casine, 13 Firenze.

Tel./fax 055 2479013.

PILD (Punto Info. Lavoro Detenuti): Borgo de’ Greci, 3.

C.C.E. (Centro consulenza Extra-giudiziale): L’Altro

Diritto; Centro doc. carcere, devianza, marginalità. Borgo de’

Greci, 3 Firenze. E-mail [email protected]

MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA: Via Palmieri, 11r

Tel./fax 2466833.

SPAZIO INTERMEDIO: Via Palazzuolo, 12 Tel. 284823.

Collegamento interventi prostituzione.

CENAC: Centro di ascolto di Coverciano: Via E. Rubieri 5r -

Tel.fax 055/667604.

CENTRO SOCIALE CONSULTORIO FAMILIARE: Via Villani 21a

Tel. 055/2298922.

ASS. NOSOTRAS: centro ascolto e informazione per donne

straniere, Via del Leone, 35 - Tel. 055 2776326

PORTE APERTE “ALDO TANAS”: Centro di accoglienza a

bassa soglia - Via del Romito - tel. 055 683627- fax 055

6582000 - email: [email protected]

CENTRO AIUTO FRATERNO: centro d'ascolto, distribuzione di

vestiario e generi alimentari a lunga conservazione, Piazza Santi

Gervasio e Protasio, 8, lun.- ven. ore 16-18, chiuso in agosto,

max 10 persone per giorno.

CENTRI ACCOGLIENZA MASCHILI

SAN PAOLINO: Via del Porcellana, 28 - Tel. 055 294707 (infor-

mazioni: CARITAS Tel. 4630465).

ALBERGO POPOLARE: Via della Chiesa, 66 - Tel. 211632 -

orari: invernale 6-0:30, estivo 6-1:30 - 25 posti pronta acco-

glienza.

SUORE "MADRE TERESA DI CALCUTTA": Via Ponte alle

Mosse, 29 - Tel. 055 330052 - dalle 16:30, 24 posti

CASA ACCOGLIENZA "IL SAMARITANO": Per ex detenuti - Via

Baracca 150E - Tel. 055 30609270 - fax 055 0609251 (riferi-

mento: Suor Cristina, Suor Elisabetta).

OASI: V. Accursio, 19 - Tel. 055 2320441

PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 - Tel. 055 280052.

COMUNITÁ EMMAUS: Via S. Martino alla Palma - Tel. 768718.

C.E.I.S.: V. Pilastri - V. de' Pucci, 2 (Centro Accoglienza

Tossicodipendenti senza tetto).

CENTRI ACCOGLIENZA FEMMINILI

SUORE "MADRE TERESA DI CALCUTTA": ragazze madri Via

A. Corelli 91- Tel. 055 4223727.

CASA ACCOGLIENZA: SAN DONNINO (Caritas) - Via Trento,

187 - Tel. 055 899353 - 6 posti (3 riservati alle ex detenute) -

colazione + spuntino serale.

PROGETTO S. AGOSTINO: S. LUCIA Via S. Agostino, 19 - Tel.

055 294093 - donne extracomunitarie.

S. FELICE: Via Romana, 2 - Tel. 055 222455 - donne extraco-

munitarie con bambini.

PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 - Tel. 055 280052.

CENTRO AIUTO VITA: Ragazze madri in difficoltà - Chiesa di S.

Lorenzo - Tel. 055 291516.

MENSE - VITTO

MENSA CARITAS: Via Santa Caterina d'Alessandria,11.

MENSA S. FRANCESCO: (pranzo, più possibilità doccia) P.zza

SS. Annunziata - Tel. 055 282263.

ARCA DI SAN ZANOBI: (locali suore Carmelitane parrocchia

Santa Maria) Via Roma, 117/A - Scandicci - cestino - Tel. 055

741383 - ore 18-20.

MENSA CARITAS: Via Baracca, 150 (solo pranzo; ritirare buoni

in Via dei Pucci, 2)

MENSA ROVEZZANO: Via Aretina, 463.

ASSISTENZA MEDICA

CENTRO STENONE: Via del Leone 35 - 055 214 994, lun.-ven.

ore 15-19.

AMBULATORIO: c/o Albergo Popolare - Via della Chiesa, 66 -

Ven. 8 - 10.

PRONTO SALUTE: per informazioni sulle prestazioni erogate

dalle AA.SS.LL. fiorentine tel. 055 287272 o al 167 - 864112,

dalle 8 alle 18,30 nei giorni feriali e dalle 8 alle 14 il sabato.

VESTIARIO

CENTRO AIUTO FRATERNO: Vestiario adulti, Chiesa di San

Gervasio.

PARROCCHIA DI S.M. AL PIGNONE: Via della Fonderia 81 - Tel

055 229188 ascolto, lunedì pomeriggio, martedì e giovedì mat-

tina; vestiario e docce mercoledì mattina.

BAGNI E DOCCE

BAGNI COMUNALI: V. S. Agostino - Tel. 055 284482.

PARROCCHIA SANTA MARIA AL PIGNONE: P.zza S. M. al

Pignone, 1 - mercoledì dalle 9 alle 11. Tel. 055 225643.

AURORA ONLUS: Via dei Macci, 11 Tel. 055 2347593 Da mart.

a sab. ore 9-12. Colazione. doccia, domicilio postale, telefono.

CENTRO DIURNO FIORETTA MAZZEI: Via del Leone, 35. Dal

lun. al ven. ore 15-18,30.

CORSO DI ALFABETIZZAZIONE

CENTRO SOCIALE “G. BARBERI”: Borgo Pinti, 74 - Tel. 055

2480067 - (alfabetizzazione, recupero anni scolastici).

CENTRO LA PIRA: Tel. 055 219749 (corsi di lingua italiana).

PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 Tel. 055 288150.

GLI ANELLI MANCANTI: Via Palazzuolo, 8 Tel. 055 2399533.

Corso di lingua italiana per stranieri.

DEPOSITO BAGAGLI

ASSOCIAZIONE VOLONTARIATO CARITAS-ONLUS

via G. Pietri n.1 ang. via Baracca 150/E, Tel. 055 301052 -

deposito bagagli gratuito; tutti i giorni, orario consegna - ritiro

10 - 14.30.

Pubblicazione periodica mensile Registrazione c/o Tribunale di Firenze n. 4393 del 23/06/94 Proprietà Associazione "Periferie al Centro"

DIRETToRE RESPoNSABILE: Domenico GuarinoCAPo REDATToRE: Roberto PelozziCooRDINAmENTo, RESPoNSAB. EDIToRIALE: Mariapia PassigliGRAFICA E ImPAGINAZIoNE: Sondra Latini REDAZIoNE: Gianna Innocenti, Luca Lovato, Felice Simeone,Francesco Cirigliano, Silvia Prelazzi, Michele Giardiello, Clara, DimitriDi Bella, Rossella Gilietti, Franco Di Giuseppe, Sandra Abovich,Stefano Galdiero.CoLLABoRAToRI: Mariella Castronovo, Raffaele, Antonietta DiPietro, Michele, Nanu, Jon, Luca, Marzio, Donella, Teodor, Anna Pes.STAmPA: Nuova Cesat - Firenze-------------Abbonamento annuale € 30; socio sostenitore € 50. Effettua il versamento a Banco Desio e della Brianza -V.le Mazzini 1 - IBAN - IT37 O 03440 02809 000000 373 000, oppure c.c.p. n. 20267506 intestato a Associazione Periferie al Centro- Via del Leone 76, - causale “adesione all’Associazione”

“Periferie al Centro onlus”Via del Leone, 76 - 50124 Firenze Tel/fax 055 2286348 -

Lunedì, mercoledì, venerdì 15 - 19.

email: [email protected]: www.fuoribinario.orgskype: redazione.fuoribinario

PER NON PERDERSI PAGINA 2

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LETTERA AI NOSTRI LETTORI/SOSTENITORIPAGINA 3 LA BACHECA DI FUORI BINARIO

La nostra storiaNel 1994 da alcuni educatori che lavoravanoall’Albergo popolare e da alcuni ospiti della Struttura,parte il desiderio di far sentire la loro voce attraversouna informazione indipendente, dal basso per l’autode-terminazione delle persone e per combattere il sistemadell’assistenzialismo e il business della povertà.Nasce così l’Associazione di volontariato “Periferie alCentro” creatrice della testata FUORI BINARIO, giorna-le di strada delle persone senza fissa dimora di Firenze.Il prossimo mese di giugno la nostra redazione compie19 anni di informazione autogestita e autofinanziata.Il giornale è un periodico mensile che viene distribui-to solo in strada dalle stesse persone che fannoparte della redazione. I distributori pagano 70centesimi ogni copia e lo vendono a offertalibera, la differenza del guadagno resta aloro come un minireddito autogestito.Qualsiasi richiesta di denaro oltre l’of-ferta libera per il giornale, non è auto-rizzata dalla redazione.Al distributore viene assegnata una zonadella città e non deve invadere gli spazi deglialtri. Ogni venditore deve avere un cartellino diidentificazione e dato che vengono persi facilmentestiamo finendo di preparare delle borse con il logo delgiornale.Abbiamo una tiratura media di 4000 copie al mese (diqueste circa 500 vengono spedite alle carceri, a scam-bio con altre riviste e/o per abbonamenti in altreregioni) e con la somma dei 70 cent. ci paghiamo tuttele spese di gestione (tipografia, bollette, affitto…)E’ uno strumento di lavoro importante perché le perso-ne riprendono un dialogo con la città e un rapporto proprio con quei cittadini che li avevanoemarginati.

I nostri progettiNel 2001 esce la nostra prima pubblicazione conFuoriBinarioLibri “Storie di Vento e di Follia” diVittorio Porfito scrittore e pittore,in sua memoria da 5anni si bandisce un CONCORSO LETTERARIO, la giuriasceglie il vincitore, poi però si pubblica un’antologiacon tutti gli elaborati che ci arrivano. Gli ultimi duesono: “Poesia e Diversità” e “Il Degrado, cos’è” Tutti inostri libri sono scritti da redattori del giornale, con-tengono interessanti storie di vita, poesie, racconti filo-sofici, interviste, sogni e speranze. L’ultimo nato da un mese è di Silvia Prelazzi (nostrastorica redattrice e pittrice) si intitola “Sisina allo spec-chio” Chiediamo a tutti di aiutarci a diffonderli.Nel 2007 si inaugura la bottega “ARTE FUORIBINARIO,

a r t i g i a n a t osolidale”dove potetetrovare tantioggetti ricavatida materialiriciclati. Dovetevenire a trovarciper vedere dellesorprese. Siallega locandina per gliscopi.Prendiamo i lavori in con-tovendita e si dovrebbe(??) trattenere il 30%

del ricavato per paga-re l’affitto del locale

di ben 700 euro!!Nel 2012 si

prova arealizzare un

sogno nel cassetto:UN PROGETTO “pilo-

ta” (in collaborazione con ilSERT del Q. 5) per una “CASA”che accolga 4 persone (prati-camente senza fissa dimora) lequali, dopo aver seguito un per-corso di conoscienza e avendoraggiunto un minireddito (unapensione di invalidità, un inseri-mento lavorativo socioterapeuti-co, o altro) potrebbero finalmenteuscire dalle famige-rate, saltuariestrutture di acco-glienza istituziona-le e provare ad autofinanziarsi e autogestirsidignitosamente una “casa”. Una amica di Fuori Binario ha contribuito con unadonazione a far partire il progetto, poi altri amici sistanno impegnando per arredarla, procurare bianche-ria, stoviglie, oggetti varie soprattutto sostegno affettivo.

Dopo 18 anni, grazie a Rossella abbiamo finalmentecreato un sito e aperto un blog aggiornato in temporeale, attraverso il quale potete seguire e parteciparealle nostre iniziative, venendoci a trovare.

CiaoStefanoVorrei parlarti e chiederticome mai

i nostri destini si sono separatisenza più rimedio.E tu sei cambiato,verso di me-

Così il nostro incontro si è scollegato.Vivevi a Milano una doppia vita.

Chiusa come censurata.Ma io mi ricordola nostra infanzia

quando eravamo spesso in colluttazionee perdevamo il senso della realtà.

Fino a che mamma e papà, chiudevano la diatriba,

ed erano botte.Le tristi botte che tendevano.

A castrare la nostra personalità,e ad appiattire le forme di

un gigante dalle cinque teste,che eravamo noi.

Tu eri il più ribelle di noida cui scaturì poi la tua grande indole,

di condottiere in famiglialibero, e solo a tuo modo.Come quando avevi

quindici anni e ti eri stampatoSul retro di una maglietta azzurra,

che non dimenticherò mai,con scritto “hobo”,ripresa da bob dylan

“i'm a lonesome hobo without familyand friends”

erano bei tempi,quando tu diventasti

campione italiano di nuotoe così io.

Le trasferte a Roma.Tu che arrivavi primo.

Senza fare gli allenamenti.E con nostro fratello

più grande facevate i jollycon le ragazze.

Così sei andato viacome sei nato

in punta di piedi.Con un vento

che ti ha salvato al nascereda settimino.

Così ,a gentle windti ha presoda noi.Un alitodorato.

Come se eolo sici ammantassedi stardust,ciao stefano,

SISINA

Programma Aprile 2013- Merc. 3 cena con serata "jam session" per musicisti sperimentali nel tendone pow wow!- Merc. 10 cena con intervento dell''archivio '68'' sulla “comune di Parigi”- Merc. 17 cena con concerto rock ''Mahabanda'' con il nuovo album nuove sonorità- Vene. 19 cena delle donne ... presentazione del libro “Sisina allo specchio”- Dome. 21 film ''L'insolito caso di mister hire'' di Patrice Leconte ore 18:00 - Merc. 24 cena con il Menestrello alessandro canti partigiani

Il vostro 5xmille servirà a sostenere questi e magari altri nuovi progettiCodice Fiscale: 94051000480

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L’orizzonte “corto” dei detenuti e la vista che se ne va ...

DENTRO LA GABBIA PAGINA 4

Fra le milioni di cose che non so, c’eraanche questa: che ai detenuti, con iltempo, cala la vista. Non ci avevo maipensato. Eppure, ora che me lo hannodetto, mi pare una cosa ovvia. Bastavafare due più due per arrivarci: se unacosa la usi poco, poi non funziona piùtanto bene. Lo so anch’io che mi alzotroppo poco dalla sedia, e mi bastafare due passi in più del solito che poimi fanno male i muscoli delle gambe.Atrofizzati, si dice.

Atrofia vuol dire precisamente que-sto, che qualcosa soffre perché non gli

diamo il giusto nutrimento, o nongliene diamo abbastanza. Ora che mihanno detto della penuria di occhialia Sollicciano, mi viene in menteDante, che nel Canto X fa dire aCavalcante “Se per questo cieco car-cere vai”. L’inferno è dunque un “car-cere cieco”: non si vede una via d’u-scita, perché una via di uscita non c’è.La dannazione eterna consiste pro-prio nel fatto che l’inferno non siasolo un carcere, ma che, soprattutto,sia un vicolo “cieco”. Penso anche aGramsci che, in un altro carcere cieco,

dedicò non per caso a que-sto Canto alcune della pagi-ne più acute dei suoiQuaderni. Il carcere, ora loso, diventa cieco con il tempo,perché vivere scrutando unorizzonte monocromo di pochimetri atrofizza gli occhi. Ma voglioarrischiarmi oltre, per dire chesecondo me non c’entra solo la fisio-logia in questo abbassamento dellavista nei regimi detentivi. C’entra lasostanza di cui sono fatti gli uomini,ciò che li distingue davvero dagli altri

animali: guar-dare oltre, pro-gettarsi nel-l ’ a v v e n i r e .Fosse solo pen-sare a cosa cisarà per secon-do a mensadomani, oattendere unavisita, o ricor-darsi che mer-coledì c’è unapartita impor-tante in televi-sione. Questoa s p e t t a r e ,attendere, que-sto rivolgersi aciò che ancoranon c’è, è inrealtà sempreun darsiappuntamentoallo specchio

cons e

stessi, conciò che ci rende umani. Ed è qualcosache facciamo soprattutto con gliocchi. Anche ad occhi chiusi, certo. Masempre con la vista che traguarda unorizzonte. Per questo, quando l’oriz-zonte finisce a pochi metri e le paretihanno sempre lo stesso colore, lavista si atrofizza. Nella finzione poeti-ca del Canto X i dannati, “come queic’ha mala luce”, non vedono le cosevicine e intuiscono invece le lontane,tanto che se Cavalcante ignora cosane sia di suo figlio, Farinata inveceprofetizza a Dante l’esilio. Nella realtàdel regime detentivo, al contrario, laprigione condanna sicuramente adavere la vista corta. Succede per ilcontinuo mettere a fuoco l’angustiadello spazio. Ora, chi ama le parole, sache Spa-tium ha la stessa radice diSpes, speranza. Perché come la spe-ranza è un tendersi verso qualcosa,un attendere, così lo spazio è ciò in cuici muoviamo, da questo punto a unpunto dove ancora non siamo, ma chepure già abbiamo traguardato.

Simone Lenzi (stralcio da La Repubblica)

Il 9 aprile si firma perla Campagna davanti aiTribunali di tutta Italia

Milano, Torino, Roma, Palermo,Ancona, Bologna, Firenze, Genova,Bari, Chieti, Lecce, Cagliari e tantealtre ancora: il 9 aprile 2013, dalleore 9 alle ore 13, nelle piazze deiTribunali di tutta Italia i promotoridella Campagna Tre leggi per la gius-

tizia e i diritti. Tortura, carceri, droghe

raccoglieranno le firme per le tre pro-poste di legge di iniziativa popolaredepositate lo scorso gennaio inCassazione. Proposte che costituis-cono un vero e proprio programma digoverno per ripristinare la legalitànel nostro sistema penale e peniten-ziario.

La prima, Introduzione del reato di

tortura nel codice penale, vuole sop-perire ad una lacuna normativa grave.In Italia manca il crimine di torturanonostante vi sia un obbligo inter-nazionale in tal senso. Il testo prescel-to è quello codificato nella Conven-zione delle Nazioni Unite. Laproibizione legale della tortura quali-fica un sistema politico come democ-ratico.

La seconda, Per la legalità e il rispet-

to della Costituzione nelle carceri,vuole intervenire in materia di dirittidei detenuti e di riduzione dell’affol-lamento penitenziario, rafforzando ilconcetto di misura cautelare intramu-raria come extrema ratio, proponen-do modifiche alla legge Cirielli sullarecidiva, imponendo l’introduzione diuna sorta di “numero chiuso” sugliingressi in carcere, affinché nessunovi entri qualora non ci sia posto.

Insieme alla richiesta di istituzione diun Garante nazionale per i diritti deidetenuti, viene anche proposta l’ab-rogazione del reato di clandestinità.

Infine la terza proposta, Modifiche

alla legge sulle droghe: depenaliz-

zazione del consumo e riduzione

dell’impatto, vuole modificare lalegge sulle droghe che tanta carcer-azione inutile produce nel nostroPaese. Viene superato il paradigmapunitivo della legge Fini-Giovanardi,depenalizzando i consumi, diversifi-cando il destino dei consumatori didroghe leggere da quello di sostanzepesanti, diminuendo le pene,restituendo centralità ai servizi pub-blici per le tossicodipendenze.

Al sito la mappa di tutti luoghi dovesarà possibile sottoscrivere le tre pro-poste, che sono promosse da A Buon

diritto, Acat Italia, A Roma, insieme -

Leda Colombini, Antigone, Arci,

Associazione Federico Aldrovandi,

Associazione nazionale giuristi democ-

ratici, Associazione Saman, Bin Italia,

Cgil, Cgil – Fp, Conferenza nazionale

volontariato giustizia, Cnca,

Coordinamento dei Garanti dei diritti

dei detenuti, Fondazione Giovanni

Michelucci, Forum droghe, Forum per

il diritto alla salute in carcere,

Giustizia per i Diritti di Cittadinanzat-

tiva Onlus, Gruppo Abele, Gruppo

Calamandrana, Il detenuto ignoto, Il

Naga, Itaca, Libertà e Giustizia, Medici

contro la tortura, Progetto Diritti,

Ristretti Orizzonti, Società della

Ragione, Società italiana di Psicologia

penitenziaria, Unione Camere penali

italiane, Vic – Volontari in carcere.

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PAGINA 5 DENTRO LA GABBIA

Mi viene da sorridere quando sento parlare di conve-gni sulla sanità in carcere, è un sorriso ironico e bene-volo al tempo; per vivere e per stare bene c’è bisognodi amare e di libertà. (Alessandro Bruni)

Biagio Campailla, è un giovane “Uomo Ombra” arre-stato in giovane età e condannato all’ergastolo osta-tivo.È arrivato da poco tempo dalla Sardegna, dal lager diBadu Carros, e abbiamo fatto presto amicizia.Tutte le mattine appena ci aprono i cancelli viene atrovarmi nella mia cella, gli faccio il caffè, lo ascoltoe provo a confortarlo.Biagio sta male, soffre di una malattia genetica

come la sorella che per questa malattia è scomparsada pochi anni.Soffre di numerosi linfonodi latero-cervicali, di cer-vicobrachialgia, di ipoastenia sinistra e dell’arteriamammaria interna sinistra che incrocia e impronta ilvaso venoso succlavio, che da 15mmm passa a 6mmcon conseguenze possibile situazione clinica di sin-drome dello stretto toracico superiore.Sulle sue spalle pesano due gravi condanne, tutte edue mortali, ma, bizzarria della sorte, una condan-na può far finire l’altra.Dagli uomini è stato condannato alla “Pena di MorteViva” (così chiamiamo l’ergastolo ostativo, quellosenza possibilità di liberazione), dal destino invece è

stato condannato a questa rara malattia.Biagio s’è sposato giovane, appena quattordicenne,come accadde ancora nel meridione, ha quattro figlie a quarantadue anni ha cinque nipoti.Ha una famiglia che resiede in Belgio da tanti anni:dolce, colorita, solare e affettuosa, con una madremalata ma combattiva che lo segue con affetto daquattordici anni, l’ho conosciuta nella sala colloqui.Biagio mi parla spesso dei suoi figli e dei suoi nipoti-ni e mi confida che gli dispiace che a causa dellamalattia non potrà vederli crescere.

L’altro giorno mi ha confidato che non ha neppurepiù l’energia per stare male, che quello che lo terro-

rizza di più è spegnersi lentamente fra sbarre ecemento.Penso che abbia ragione perché quello che fa piùpaura ad un uomo ombra malato è morire prigionie-ro, lontano dai propri familiari. Invece quello che ter-rorizza un uomo ombra sano è continuare a viveresenza neppure un calendario in cella per segnare igiorni che mancano al suo fine pena.

Questa è la storia di Biagio: né morto, né vivo, nésano, che si sta spegnendo lentamente come unacandela senza luce e al buio in una prigione deibuoni.

Carmelo Musumeci

Pene ... di morteNelle carceri italiane si continua a morire: 6 decessi nei primi 15 giorni di marzo

In tre casi si tratta sicuramente di suicidio, mentre per gli altri 3 casi le cause non sonoancora state accertate

Opg di Reggio Emilia, 16 marzo 2013. Un detenuto ghanese di 47 anni si toglie la vita. L’uomo siè inferto una ferita allo stomaco ed è stato portato d’urgenza al pronto soccorso dell’ArcispedaleSanta Maria Nuova. I medici hanno tentato di operarlo per salvargli la vita, ma la ferita era trop-po profonda. Il 47enne si è spento sabato mattina presto nel reparto di Chirurgia.

Casa di Reclusione di Massa Carrara, 18 marzo 2013. Detenuto muore in cella il giorno prima diuscire in permesso premio. Non si hanno ulteriori notizie.

Casa Circondariale di Milano San Vittore, 15 marzo 2013. Detenuto muore nella notte. Era rin-chiuso nel terzo raggio e di nazionalità straniera. Opg di Reggio Emilia, 13 marzo 2013. DanieleDe Luca, 29 anni, originario di Roma, detenuto per “reati minori”, viene ritrovato morto in cella.Il corpo viene trasferito all’obitorio di Coviolo.

Casa Circondariale di Pescara, 8 marzo 2013. Un detenuto tunisino viene ritrovato senza vita nellasua cella. Secondo i primi risultati dell’autopsia la morte è dovuta ad “asfissia acuta”.

Casa Circondariale di Crotone, 6 marzo 2013. Pasquale Maccarrone, 27 anni, si impicca al letto acastello della cella (nella quale era rinchiuso da solo!). Era stato arrestato il giorno precedentecon l’accusa di aver preso parte ad una rapina.

fonte: Ristretti Orizzonti

Cari Uomini Ombra,

sono un padre di famiglia che si avvi-cina alla cinquantina, sono artista euomo di scienza, come lo sono moltinella mia famiglia da ormai qualchegenerazione.

Da bambino mio nonno mi diceva:“Da giovane speravo di poter viverecosì a lungo da poter vedere realizza-te quelle che pensavo fossero grandiconquiste per l’umanità come volare,e ancor di più andare sulla luna,anche se allora era impossibile. Nelcorso della mia vita ho visto realizzar-si queste cose per cui ritengo che l’u-manità si sia in qualche modo evolu-ta”.

Io personalmente spero di poter vive-re così a lungo da vedere l’abolizionedell’ergastolo (e poi anche del carce-re) da parte di una grande nazione

organizzata (credo infatti che forse gliunici popoli che non concepisconol’orrore del carcere appartengono aciviltà tribali). Questo ritengo chesarebbe un grande passo evolutivoper l’umanità, che non è paragonabilead alcuna delle tecnologie finora rag-giunte dall’uomo.

Ho sempre amato la vita e la libertàanche se da quando ho conosciuto davoi via e-mail la vera storia degli erga-stolani un po’ più da vicino, è come seuna parte di me avesse perso la liber-tà e sia stata murata insieme a voi. Sento che non potrò mai essere com-pletamente libero finché esisterannocerti tipi di “punizioni”.

È come se provassi una sorta di ver-gogna interiore per il fatto di apparte-nere ad una società in grado di conce-pire questa grande assurdità, quelladegli uomini ombra e del carcere in

quan-to istituzione.

Vi ringrazio per avermi fatto vergo-gnare e riflettere su certe ingiustizie edi avermi dato la possibilità di ostaco-larle firmando contro l’ergastolo.

Vi prego assolutamente di non getta-re la spugna e continuare sempre (neilimiti del possibile) a portare avanti lavostra lotta affinché l’umanità possaevolvere e finalmente definirsi tale.

Poiché credo che la maggior partedelle notizie siano “pilotate” nonleggo giornali e non guardo la tv. Daquesto ne deduco che se siete arrivatifino a me vuol dire che siete riusciti(nonostante tutto) a fare le cose giu-ste per far breccia nella dilagante ipo-crisia ed acquistare così potere edimportanza anche agli occhi della

gente.Forza, lottate e ne uscirete! Non spre-cate un briciolo del tempo che avete(anche se può sembrarvi tanto): forzae coraggio! ... siete a buon punto ... e seavete deciso di lottare vuol dire cheneanche con la condanna a vita sonoriusciti a togliervi fino in fondo la spe-ranza ... dunque non lasciatela mai!

Vi penso sempre, e come padre difamiglia (che spera di lasciare ai pro-pri figli un mondo migliore), nonposso non pensare anche ai vostricari che sono costretti a sopportarecon voi questo grande peso. Vi mandoa tutti un po’ di energia e di confortoper aiutarvi a sopportarlo ...

Un abbraccio forte a tutti voi

Luca

“uomini ombra”Un padre di famiglia scrive agli

Questa è la storia di Biagio: né morto, né vivo, né sano

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Figli della stessa rabbiaCASA PAGINA 6

Occupazione palazzo MPS: “Leistituzioni si attivino per tro-vare soluzioni ad un’emergen-za sociale che riguarda pezzisempre più ampi della nostracollettività.”

“La Valorizzazioni Immobiliari, socie-tà partecipata da MPS che ha rilevatoda quest’ultima un portafoglio diimmobili da oltre 100 milioni di euro,nell’edificio di Via Nigra aveva alloggisfitti anche da 30 anni e negli ultimitempi ha pagato per far andar via lefamiglie affittuarie pur di procedere aspeculare sull’immobile realizzandonuovi appartamenti, spacchettandole superfici aumentandone il numeroe riducendone la dimensione.” –affermano i Consiglieri comunaliOrnella De Zordo e Tommaso Grassi.“Domenica scorsa il Movimento Lotta

per la Casa ha occupatol’immobile per dare lapossibilità a 15 nucleifamiliari – italiani erichiedenti asilo – conben 40 minori di avereun tetto sulla testa. –dichiarano i Consigliericomunali De Zordo eGrassi - Si tratta di per-sone penalizzate dall’at-tuale crisi economicache non riescono più apagare un affitto a prez-zi di mercato né tanto-meno a sostenere unmutuo. Se a Firenze nonrimane altra soluzioneper coloro che nonhanno un tetto sulla testa che occupa-re, significa che siamo di fronte adun’emergenza sociale ed è necessariauna risposta netta agli sfratti incolpe-

voli, oltre 100 a gennaio e circa 140 afebbraio.”“Ora gli occupanti, costretti a questopasso da necessità primarie (non far

dormire la propriafamiglia per stra-da) chiedono dipoter pattuire conla proprietà unaffitto sostenibile:ci auguriamo chela VIM non proce-da con la richiestadi sgombero, comeha invece annun-ciato, e crediamoche le istituzionidebbano farsi cari-co di trovare solu-zioni ad un proble-ma che non puòessere consideratoindividuale ma

sempre più un emergenza sociale cheriguarda pezzi ampi della nostra col-lettività.”

Da tempo i devastanti effetti della crisi economica si traducono nella vita quotidiana in disperazione e rabbia...

Sono migliaia le famiglie che vivono l’incubo della precarietà che trasforma spesso una vita considerata “quasi normale” nella più fero-ce delle agonie...

Sono diventati dodici i suicidi (solo in questo mese...) provocati dall’assenza di lavoro e dall’incubo dell’esecuzione di sfratto.

Per molte famiglie, per giovani coppie, per persone sole o con figli a carico il moto della rassegnazione prende corpo in una società fon-data sulle diseguaglianze.

Tutto questo mentre chi comanda si diletta in un perpetuo litigio che produce più schifo che rabbia...

Tutto questo mentre ancora ci dicono che bisogna ridistribuire i sacrifici, per uscire dalla crisi infinita...

Ma la realtà è ben diversa. A pagare i costi della crisi sono milioni di uomini e di donne che già vivevano in stato di povertà e precarie-tà.

A Firenze come in tutta Italia assistiamo imperterriti alla quotidiana mattanza degli sfratti, settemila nei prossimi anni (e il dato è sti-mato per difetto...). Centinaia di donne con bambini ammassate nelle strutture di accoglienza, persone anziane e sole costrette a dormi-re nell’Albergo Popolare, centinaia di famiglie impossibilitate a versare i denari dei mutui di Banche sempre più arroganti..il tutto den-tro ad un quadro istituzionale che concede una manciata di alloggi popolari ogni anno e servizi sociali oramai ridotti allo stato di falli-mento dalle politiche governative...

ORGANIZZIAMO LA RABBIA...

Da mesi sfrattati e senza casa si sentono meno soli. Abbiamo organizzato la RETE ANTISFRATTO per garantire a tutti il diritto a un tetto.Per ricostruire vincoli di solidarietà altrimenti distrutti dalla mercificazione della vita nella società del profitto. Ci siamo RIPRESIPALAZZI DI SOCIETÀ FINANZIARIE E DI BANCHE che, da sempre, speculano sulla pelle di milioni di uomini e donne...

È proprio in tempi di CRISI che ognuno deve fare la propria parte. Per noi garantire L’EQUA REDISTRIBUZIONE DELLE RICCHEZZE EDELLE RISORSE significa garantire LA SOPRAVVIVENZA SOCIALE A MILIONI DI PERSONE.

SABATO 20 aprile ore 15 Piazza San Marco

manifestazione-corteo per il diritto alla casa*Immediato Blocco degli sfratti finché non sia garantito il passaggio da casa a casa.

*Realizzazione di 10.000 alloggi in edilizia sociale utilizzando il patrimonio del Ministero della Difesa e del Demanio

*Requisizione IMMEDIATA degli stabili di Finanziarie, Banche e Società fantasma abbandonate o prossime alla speculazione-

*Imposizione di una legge che Garantisca il DIRITTO AL RECUPERO DEL PATRIMONIO ABBANDONATO

*Diritto al tetto e all’Autonomia responsabile per donne e uomini separati, per disabili, per giovani e per ANZIANI

*Diritto alla vita, all’accoglienza e all’autogestione per i richiedenti asilo provenienti dalle guerre.

*Riconoscimento di PARI DIRITTI E PARI DIGNITÀ per coloro che sono vittime dell’Usura Bancaria sui mutui.

Solidarietà alle compagne e ai compagni bersagli della locale Magistratura nella miriade di processini e processoni contro il moto anta-gonista e il diritto alla casa....

L’ASSEMBLEA DEL MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA

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In qualità di Assemblea deiMovimenti Sociali del Social ForumMondiale 2013 della Tunisia, siamoqui riuniti per affermare il contributofondamentale dei popoli delMaghreb-Mashrek (dal Nord Africa alMedio Oriente) nella costruzionedella civiltà umana. Affermiamo chela decolonizzazione per i popolioppressi rimane per noi, i movimentisociali del mondo, la sfida più impor-tante.Attraverso il processo del SocialForum Mondiale, l’Assemblea deiMovimenti Sociali è il luogo in cui cisiamo riuniti attraverso le nostrediversità, al fine di formare lottecomuni ed un agenda collettiva percombattere contro capitalismo,patriarcato, razzismo e tutte le formedi discriminazione ed oppressione.Abbiamo costruito una storia comunedi lavoro che ha portato a qualcheprogresso, particolarmente inAmerica Latina, dove siamo stati ingrado di intervenire nelle alleanzeneoliberali e di creare svariate alter-native per il solo sviluppo che vera-mente onora la natura.Insieme, i popoli di tutti i continentistanno lottando per opporsi al domi-nio del capitale, nascosto dietro adillusorie promesse di progresso eco-nomico e all’illusione della stabilitàpolitica.Ora, siamo alla svolta in cui le forzeretrograde e conservatrici voglionoarrestare il processo iniziato due annifa con le insurrezioni nella regione delMaghreb-Mashreq, che hanno aiuta-to a far cadere delle dittature ed a sfi-dare il sistema neoliberale impostosui popoli. Queste insurrezioni si sonodiffuse a tutti i continenti del mondo,ispirando indignazione e l’occupazio-ne di luoghi pubblici.Il popolo di tutto il mondo sta soffren-do degli effetti dell’aggravamento diuna profonda crisi del capitalismo, incui i suoi agenti (banche, corporazionitransnazionali, conglomerati di massmedia, istituzioni nazionali e governicomplici del neoliberalismo) miranoad incrementare i loro profitti appli-cando politiche interventistiche e

neocolonialiste.La guerra, le occupazioni militari,trattati di libero mercato neoliberale e“misure di austerità” si esplicano inblocchi economici che privatizzano ibeni comuni e i servizi pubblici,tagliano salari e diritti, incrementanola disoccupazione, sovraccaricano illavoro di occupazione femminile edistruggono la natura.Tali politiche colpiscono più duramen-te i paesi più ricche del Nord e stannoincrementando la migrazione, il tra-sferimento forzato, gli sfratti, il debitoe le disuguaglianze sociali come inGrecia, a Cipro, in Portogallo, in Italia,in Irlanda e nello stato spagnolo.Esse rinforzano il conservatorismo edil controllo sui corpi e le vite delledonne, cercano di imporre una “eco-nomia verde” come soluzione alla crisiambientale e alimentare, che nonsolo esacerba il problema, ma condu-ce allo sfruttamento ai fini di profitto,alla privatizzazione e alla finanziariz-zazione della vita e della natura.Noi denunciamo l’intensificarsi dellerepressioni alle ribellioni del popolo,l’assassinio della leadership dei movi-menti sociali, la criminalizzazionedelle nostre lotte e dei nostri proposi-ti.Asseriamo che il popolo non devecontinuare a pagare per questa crisisistemica e che non vi è soluzioneall’interno del sistema capitalista!Qui, a Tunisi, riaffermiamo il nostroimpegno a riunirci per forgiare unastrategia comune per guidare lenostre battaglie contro il capitalismo.Questo è perché noi, movimentisociali, combattiamo:Contro le corporazioni transnazionalied il sistema finanziario (IMF, WB eWTO), che sono i principali agenti delsistema capitalista, che privatizzanola vita, i servizi pubblici e i beni comu-ni quali acqua, aria, terra, semi erisorse minerarie, che promuovonoguerre e violazioni dei diritti umani.Le corporazioni transnazionali ripro-ducono pratiche di sfruttamento chemettono in pericolo la vita e la natura,che invadono le nostre terre e svilup-pano semi e cibo geneticamente

modificati, che tolgono i diritti delpopolo al cibo e distruggono la biodi-versità.Combattiamo per la cancellazionedell’illegittimo ed odioso debito cheoggi è uno strumento globale didominio, repressione e strangola-mento economico e finanziario delpopolo. Noi rigettiamo gli accordi peril libero scambio, che sono impostidagli Stati e dalle corporazioni trans-nazionali ed affermiamo che è possi-bile costruire un altro tipo di globaliz-zazione, fatta a partire da e dal popo-lo, basata sulla solidarietà e sullalibertà di movimento per tutti gliesseri umani.Per la giustizia del clima ed la sovran-ità del cibo, perché sappiamo che ilcambiamento del clima globale è unprodotto del sistema capitalistico diproduzione, distribuzione e consumo.Le corporazioni transnazionali, le isti-tuzioni finanziarie internazionali e igoverni che le servono non voglionoridurre i gas serra. Noi denunciamo la“green economy” e rifiutiamo falsesoluzioni alla crisi del clima come bio-carburanti, organismi geneticamentemodificati e meccanismi del mercatodel carbone come REDD (RidurreEmissioni dalla Deforestazione e dallaDegradazione della Foresta), cheadescano popoli impoveriti con falsepromesse di progresso, mentre priva-tizzano e sfruttano per profitto leforeste ed i territori in cui questipopoli vivono da migliaia d’anni.Noi difendiamo la sovranità alimenta-re e supportiamo l’agricolturasostenibile contadina, che è la verasoluzione alla crisi alimentare e cli-matica e include l’accesso alla terraper tutti coloro che vi lavorano. Acausa di questo, invochiamo unamobilitazione di massa per fermarel’occupazione delle terre e supportarele lotte locali dei contadini.Contro la violenza contro le donne,spesso praticata nei territori militar-mente occupati, ma anche la violenzache colpisce le donne che sono crimi-nalizzate per prendere parte alle lottesociali. Noi combattiamo contro laviolenza domestica e sessuale perpe-

trata sulle donne perché sono consid-erate oggetti o beni, perché la sovran-ità dei loro corpi e delle loro mentinon è riconosciuta. Noi lottiamo con-tro il traffico di donne, ragazze eragazzi.Noi difendiamo la diversità sessuale,il diritto alla autodeterminazione delgenere e ci opponiamo ad ogni omo-fobia e violenza sessista.Per la pace e contro la guerra, il colo-nialismo, le occupazioni e la militariz-zazione delle nostre terre.Denunciamo il falso discorso delladifesa dei diritti umani e lottiamocontro il fondamentalismo, che spes-so giustifica queste occupazioni mili-tari come ad Haiti, in Libia, Mali eSiria. Difendiamo il diritto alla sovran-ità popolare ed all’autodetermi-nazione come in Palestina, Saharadell’Ovest e Kurdistan.Denunciamo l’installazione di basimilitari straniere per istigare conflitti,per controllare e saccheggiare lerisorse naturali e per instaurare delledittature in svariati paesi.Lottiamo per la libertà di organiz-zazione in sindacati, movimentisociali, associazioni ed altre forme diresistenza pacifica. Rinforziamo ilnostro strumento di solidarietà tra ipopoli come il boicottaggio, il disin-vestimento e le sanzioni controIsraele e la lotta contro la NATO e perbandire tutte le armi nucleari.Per la democratizzazione dei massmedia e la costruzione di media alter-nativi, che sono fondamentali perrovesciare la logica capitalista.Ispirati dalla storia delle nostrebattaglie e dalla forza del popolo perle strade, l’Assemblea dei MovimentiSociali chiama tutti a mobilitarsi e adazioni di sviluppo – coordinate a livel-lo mondiale – in un Giorno globale dimobilitazione.Movimenti sociali del mondo, avanzi-amo verso un’unione globale per dis-truggere il sistema capitalista!Niente più sfruttamento, niente piùpatriarcato, razzismo e colonialismo!Viva la revolution! Lunga vita allalotta del popolo!

Dichiarazione dell’Assemblea dei movimenti Sociali

Social Forum mondiale 2013 29 marzo 2013, Tunisia

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Page 8: fuoribinario n 156 Aprile 2013

Basta respingimenti e detenzioni

nella “fortezza Europa”. Basta vio-

lazioni dei diritti umani e della

dignità dei migranti. Basta fron-

tiere di mare e di terra come luo-

ghi di morte e di “illegalità istitu-

zionale”. Al Forum Sociale

Mondiale si alza ancora una volta

alto il grido d’allarme e di denun-

cia dei migranti e delle associazio-

ni che li supportano. Tre giorni di

incontri e workshop conclusi con

l’assemblea finale del 29 marzo in

cui i partecipanti al Forum di

Tunisi hanno elencato le varie rac-

comandazioni e lanciato le prossi-

me campagne e battaglie in difesa

dei diritti dei migranti.

Il programma è stato molto ricco:

dal 27 al 29 marzo quasi 50

workshop e tre assemblee.

Partendo dai contenuti dei singoli

workshop sono stati individuati

alcuni macro-temi: libertà di cir-

colazione e di permanenza, auto-

organizzazione dei migranti,

migrazioni e crisi economica,

diritti fondamentali, migrazioni

forzate, politiche migratorie,

migrazioni e lavoro, media e

immigrazione, razzismo e non dis-

criminazione, donne e migrazioni.

Ovviamente si tratta di categorie

piuttosto forzate e “artificiali”

figlie del poco tempo e della

necessità di riassumere e schema-

tizzare quanto discusso durante il

Forum. La realtà ci dice invece che

ogni aspetto è trasversale e

abbraccia tanti ambiti: le violazio-

ni dei diritti umani nei CIE-lager e

le nuove schiavitù quali quelle di

cui sono vittime molti lavoratori

stagionali, ad esempio, rientreb-

bero in diverse categorie tra quel-

le indicate sopra. E tutte queste

questioni non devono farci

dimenticare inoltre – come è

stato ribadito durante il Forum -

la necessità di collocare le batta-

glie per i diritti umani e per i dirit-

ti dei migranti all’interno di una

prospettiva più ampia che includa

in maniera chiara e decisa una

visione altermondialista e una

lotta al neoliberismo e al neocolo-

nialismo.

La globalità e la complessità delle

questioni legate all’immigrazione

sono state esplicitate durante l’in-

tervento del Progetto Melting Pot

Europa nel corso dell’assemblea

conclusiva del 29 marzo: viviamo

in un mondo che fa la guerra ai

migranti (a partire dai respingi-

menti dai porti italiani) ma le bat-

taglie per i diritti dei migranti non

sono isolate rispetto a quanto sta

accadendo a livello socio-politico

nell’area mediterranea e rispetto

a quanto i movimenti sociali stan-

no facendo e faranno (vedi il pros-

simo Blockupy di Francoforte) per

constrastare le politiche della

troika che stanno privando sem-

pre più individui dei diritti basila-

ri.

Nonostante la riproposizione di

slogan e appelli già sentiti in pas-

sato, il Forum di Tunisi è stata

quindi l’occasione per raccontare

alcune esperienze e per lanciare

nuove campagne e nuovi proget-

ti. E per sottolineare che il Forum

di Tunisi sulle migrazioni è un pro-

cesso e non una struttura rigida e

che questa è solo una delle tante

tappe che precederanno il Forum

Sociale Mondiale dei Migranti che

si svolgerà sempre in Africa nel

2014.

Dallo sviluppo delle reti informa-

li a “Frontexit” e “Watch the

Med”: nuove campagne e pro-

spettive contro la vergogna dei

respingimenti

Tema centrale nel Forum è stata

la denuncia dei respingimenti nel

Mediterraneo. Avvengono molto

vicino a noi, dai porti di Venezia e

Marghera (quasi 300 migranti

respinti ogni anno) così come in

moltissimi luoghi d’Italia e

d’Europa. Le varie realtà presenti

hanno ribadito la necessità di rin-

forzare le reti e i contatti tra atti-

visti che operano nei vari paesi sia

per scambiare informazioni e dati

sia per supportare direttamente i

migranti che viaggiano da un

paese all’altro. Tra le campagne

contro i respingimenti appena

lanciate particolare rilievo assu-

me Frontexit, nata su iniziativa di

Migreurop. Il comunicato di lan-

cio della campagna dice “l’Europa

è in guerra contro un nemico che

ha inventato”. L’agenzia Frontex è

il braccio armato dell’Unione

Europea che lotta contro questo

“nemico” intercettando i migranti

alle frontiere europee e rispeden-

doli indietro violando i loro diritti

fondamentali. Cosa chiede

Frontexit? Che venga fatta chia-

rezza sul mandato, le responsabi-

lità e l’operato dell’agenzia

Frontex; che si ponga fine alle

azioni che violano i diritti dei

migranti e infine, dopo aver avuto

prova della sua “incompatibilità

con il rispetto dei diritti fonda-

mentali” che si annulli il regola-

mento che ha istituito l’agenzia

Frontex. “Le rivendicazioni della

campagna saranno portate al

Parlamento Europeo, ai parla-

menti nazionali fino alla

Commissione Europea e a Frontex

stessa” dicono i rappresentanti di

Migreurop presenti a Tunisi. Sulla

stessa linea l’osservatorio Watch

the Med, nato sulla scia del viag-

gio intrapreso nel 2012 dal net-

work internazionale

Boats4People”. Watch the Med è

un progetto che mira a monitora-

re quanto accade nel

Mediterraneo e a fornire un sup-

porto diretto attraverso la costi-

tuzione di una piattaforma online

che raccoglie testimonianze dei

migranti e altri testimoni, immagi-

ni satellitari, mappature, ecc…

Inoltre il progetto include la possi-

bilità di avviare cause legali con-

tro le violazioni dei diritti dei

migranti messe in atto sia dai sin-

goli paesi europei sia dall’agenzia

Frontex. “E’ fondamentale in ogni

caso creare dei network e scam-

biarci informazioni dai vari paesi

europei. L’obiettivo sarà quello di

creare un ‘network dei network”

affermano i rappresentanti di

Watch the Med presenti al

Forum.

Mai più sans papiers, mai più car-

ceri: appelli per una cittadinanza

universale e storie di colpevoli

sparizioni.

Tra gli spazi caotici e sempre

Tunisi - Resoconto finale dal Forum Sociale Mondiale

Voci, appelli e campagne per un mondo senza frontiere

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Page 9: fuoribinario n 156 Aprile 2013

“ridefiniti” del Village Migration

di Tunisi tanti erano i volantini e i

materiali. Ma tra questi spiccava

un simil-passaporto regalato da

Utopia, una delle associazioni

partecipanti. Era il “passaporto

della cittadinanza universale”.

Per i membri di Utopia questo

passaporto non è un’utopia ed

è la stessa speranza che anima

la lotta del movimento dei

Sans Papiers, che ha portato a

Tunisi una carovana molto

numerosa e attiva. Sulle loro

magliette la scritta “sans

papiers sans frontieres”. Il loro

augurio è che i sans papiers –

cioè quelli che i media razzisti

del nostro paese si ostinano a

chiamare “clandestini” –

abbiano ancora più spazio nei

prossimi Social Forum diven-

tando una componente decisi-

va e imprescindibile. E così

facendo rendano ancora più

palese l’assurdità di un sistema

che li condanna all’invisibilità.

La stessa invisibilità che sembra

riguardare i ragazzi tunisini arriva-

ti in Italia nel marzo 2011 e poi

“scomparsi”. Sono 250 i giovani

partiti dalla Tunisia dopo l’inizio

della rivoluzione e poi spariti.

Anche qui ovviamente le respon-

sabilità del governo italiano sono

evidenti così come quelle del

governo tunisino. L’associazione

“La terre pour tous” unisce le

famiglie dei migranti tunisini

scomparsi. 151 persone che

hanno lanciato un appello affin-

chè venga fatta chiarezza e giu-

stizia su questi ragazzi “desapa-

recidos”. Alcuni sono stati rico-

nosciuti dalle famiglie in alcuni

video trasmessi dalle televisio-

ni italiane ma il nostro governo

non ha fornito risposte chiare

ai familiari. Rachida è una delle

donne che al Forum ha raccon-

tato il suo viaggio in Italia alla

disperata ricerca del figlio. Né

le autorità italiane né quelle

tunisine le hanno dato una

risposta. Nessuna possibilità di

accedere a documenti e atti

ufficiali. E il serio sospetto che il

figlio di Rachida - così come

molti altri suoi connazionali –

possa essere rinchiuso nei lager

chiamati CIE sparsi per l’Italia.

E proprio dal Social Forum di

Tunisi è partito un nuovo appello

per la chiusura definitiva di tutti i

centri di detenzione (qualunque

sia la loro “natura” e struttura)

sparsi per l’Europa. Perché ovun-

que sono luoghi di repressione e

umiliazione e quindi vere e pro-

prie galere. Ed è stata lanciata la

proposta di istituire una commis-

sione di inchiesta per far chiarez-

za sulle sparizioni di centinaia di

tunisini arrivati in Italia.

Né accoglienza, né diritti, né

documenti: il grido d’aiuto dei

rifugiati di Choucha arriva al

Forum

Con ancora davanti agli occhi i

disastri dell’“accoglienza inde-

gna” italiana dell’emergenza Nord

Africa, conosciamo a Tunisi perso-

ne che in Italia e in Europa non

sono nemmeno arrivate e forse

mai ci arriveranno. Sono i rifugiati

del campo profughi di Choucha,

nel sud della Tunisia al confine

con la Libia. Sono arrivati circa

due anni fa scappando dalla guer-

ra e al momento sono in totale

3600. Sono arrivati al Forum con

una numerosa delegazione per

raccontare la terribile situazione

che riguarda in particolare 260 di

loro (molti dei quali ciadiani). Le

condizioni di vita in quel campo

profughi sono disastrose ma loro

hanno anche il problema che

l’UNHCR non li ha considerati

“idonei” per richiedere asilo poli-

tico. “Voglio essere considerato

un richiedente asilo come gli altri

ma l’UNHCR ci ha detto che non

avevamo i requisiti per essere

considerati richiedenti asilo” ci

dice un ragazzo del Ciad. E un suo

connazionale aggiunge “A giugno

il campo chiude e non sappiamo

cosa fare perché se torniamo in

Libia ci considerano ex mercenari

di Gheddafi e se torniamo nel

nostro paese rischiamo la vita”.

Dal palco dell’assemblea finale è

risuonato il loro appello che è

stato solo il momento finale di

una tre giorni di presidio perma-

nente che li ha resi finalmente

visibili alla Tunisia e al mondo.

Gli altri appelli dell’assemblea e

le prossime iniziative a livello

mondiale.

Istituire un osservatorio transna-

zionale per monitorare gli “hate-

speech”, l’uso di parole e toni raz-

zisti e discriminatori (che ricorda

le campagne italiane contro le

“parole sporche”); sostenere e

favorire i processi di auto-organiz-

zazione (come l’esperienza del

progetto “Todo cambia” del-

l’ARCI); e di auto-narrazione

dei migranti; contrastare con

forza l’islamofobia; rafforzare

le reti informali con i paesi di

origine degli immigrati. Queste

le altre proposte-slogan emer-

se nel corso del Forum. E poi

l’idea di uno sciopero generale

a livello mondiale (esperienza

già avviata alcuni anni fa con lo

sciopero del primo marzo). E la

volontà di “avvicinare” ancora

di più il Forum Sociale

Mondiale al Forum Sociale

Mondiale dei Migranti che si

svolgerà nel 2014. Ma prima

del 2014 tanti saranno gli

appuntamenti importanti per

dare seguito a quanto detto e

fatto in questo Forum di Tunisi.

Tra questi uno dei principali è la

Giornata di Azione Mondiale del

18 dicembre ed è stata anche

avanzata la proposta di far pres-

sione sulle Nazioni Unite (che

hanno già indetto il 13 ottobre

una conferenza sulle migrazioni)

affinchè organizzino un evento

sulla libertà di movimento e di

permanenza delle persone.

Tutte queste idee e proposte, così

come stabilito durante il Forum,

saranno raccolte e inserite in un

sito web creato ad hoc tramite il

quale si promuoverà lo scam-

bio di esperienze, informazio-

ni ed iniziative di ciascun

paese e di ciascuna organizza-

zione in modo da rinforzare i

network esistenti e crearne al

tempo stesso di nuovi.

Al di là delle raccomandazioni

dette spesso sotto forma di

slogan e già sentite nei prece-

denti Forum, l’obiettivo – sicu-

ramente non facile - deve

essere quindi quello di unire le

forze per le prossime campa-

gne di mobilitazione e con-

temporaneamente scambiarsi

esperienze di “buone pratiche

di lotta” e di attivismo. Per

dare forza e sostanza alle bat-

taglie di ognuno/a e garantire a

tutti i migranti quella che è stata

eletta come parola-simbolo del

Forum, la “dignità”.

[domenica 31 marzo 2013]

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Page 10: fuoribinario n 156 Aprile 2013

Non sono mancate tensioni suSiria e Sahrawi, però ora c’è unarealtà «mediterranea»

Tante bandiere palestinesi non sierano mai viste. Ad aprire lamanifestazione era quella enor-me che nei giorni scorsi avevacoperto l’edificio dell’anfiteatrodella facoltà di diritto nell’univer-sità al Manar, che ha ospitato ilForum sociale mondiale. La mani-festazione per la Palestina, nelgiorno della terra, partita dallapiazza 14 gennaio – come è stataribattezzata la piazza dell’orolo-gio dopo la rivoluzione – siè conclusa a place Pasteur,dove ha sede l’ambasciatapalestinese. «Il popolo vuole unaPalestina libera», lo sloganpiù urlato. Una manifesta-zione molto più militantedi quella di apertura delForum, con un ferreo servi-zio d’ordine del sindacato eun maggiore dispiega-mento di polizia. Il corteodi apertura della cinquegiorni tunisina era stato“monopolizzato” dalFronte popolare in ricordo diChokri Belaid, assassinato il 4 feb-brario, quello di ieri ha visto unapresenza massiccia dell’Unionegenerale dei lavoratori tunisini,che oltre a sindacato è anche unprotagonista della scena politicatunisina. A salutare i manifestantialla partenza è stato un breve ediscreto passaggio di Nabil Shaat,il capo dei negoziatori palestinesi,che si trova a Tunisi in questi gior-ni. La Palestina è stato il temadominante del Forum socialemondiale che si è concluso conl’impegno a rendere concrete leazioni finora rimaste sulla carta. Tra queste, quella di portare i cri-mini di Israele davanti alla Corteinternazionale di giustizia, resapossibile dal riconoscimento dellaPalestina come osservatore

all’Onu. E poi la sospensione del-l’accordo di associazioneUeIsraele, lo stop al commerciodelle armi e il boicottaggiosoprattutto della G4S, il gruppointernazionale di sicurezza impe-gnato in Israele per il controllo deicheck point. Sono solo alcunedelle azioni che dovrebbero con-tribuire ad affermare i diritti deipalestinesi: autodeterminazione,fine dell’occupazione israeliana,liberazione dei prigionieri, dirittoal ritorno, fine del blocco di Gaza,tra gli altri. Donne indipendentiIeri mattina nel campus del

Manar le numerose bancarelle,che avevano contribuito a darealla grande kermesse l’aspetto delsuq, hanno dato il via ai saldiprima di chiudere bottega.Queste vendite hanno permesso agruppi di autofinanziarsi maanche alle donne tunisine, chestanno sperimentando piccoleproduzioni per rendersi indipen-denti, di verificare il loro appealsul mercato. Sono diverse le ongche si sono orientate verso l’aiutoconcreto alle donne che, special-mente nelle zone più povere, senon hanno una autonomia non sipossono ribellare alle imposizionie alle violenza dei maschi dellafamiglia, aumentati con il diffon-dersi dell’islamismo radicale. «Èquesto il miglior modo per farloro prendere coscienza dei propri

diritti», sostiene Norhene Lasramdi Enda, una ong che si occupa dimicrocredito. Dopo tre giorni incui si sono svolti circa 1.000 semi-nari con la partecipazione di circa4.000 associazioni e, secondo itunisini, di 70.000 persone, ierimattina si sono tratte le conclu-sioni nelle assemblee di conver-genza. Per la verità in queste assembleesono stati presentati documentiche più che una riflessione appro-fondita sul tema erano liste dirivendicazioni o azioni da com-piere. Forse non poteva che esse-

re così: alcuni seminari sono statimolto frequentati, altri disertati,alcuni ben organizzati altri sonosaltati e non solo per le difficoltàlogistiche – mancanza di micro-foni, di elettricità per proiezioni,di traduzione -, ma anche per dis-organizzazione delle associazionipromotrici. Forse è proprio la for-mula che va ripensata, dopo oltreun decennio. E poi, il contestodove si svolge il Forum dà la suaimpronta. Per i molti tunisini, chesi ritrovavano al campus, cantarele canzoni della rivoluzione piut-tosto che ballare era un momentodi libertà che non sempre si pos-sono permettere. Il canto e il ballosono diventate forme di resisten-za ai salafiti che li vorrebberoimpedire. Anche la frequentazio-ne è cambiata con il passare dei

giorni: all’inizio non« si vedevanodonne con il niqab e poche eranovelate, i barbuti proprio non c’era-no, ma poi sono arrivati gli altri ele altre, che rivendicano la possi-bilità di indossare il velo integraleall’università. I salafiti hanno minacciato gliartisti, «ma noi non abbiamoaccettato la provocazione, ilforum doveva riuscire senza esse-re compromesso da atti di violen-za», ci ha detto Omar Ghedamsi,pittore e segretario del sindacatodegli artisti. Bandiere in fiammeMa scontri ci sono stati. Dopo un

inizio tranquillo e,sembrava, persinoforiero di nuovi dialo-ghi, i conflitti delmondo arabo sonoesplosi: i marocchinihanno aggredito isahrawi, le bandieredell’Esercito liberosiriano sono statebruciate e i tunisinihanno sventolatoquelle della Siria diAssad sostenendo chequella siriana non èuna vera rivoluzione

perché la maggior parte dei com-battenti sono stranieri, tra i qualimolti tunisini arruolati dai salafi-ti. In altri casi si è trattato di scon-tri solo verbali. Sono nati però anche molti pro-getti, i cui sviluppi potranno arric-chire i rapporti tra le due spondedel Mediterraneo: sull’ambiente,la migrazione, lo sviluppo, imedia, etc. Quello di Tunisi è statoun forum mediterraneo, per l’as-senza o la scarsa presenza di altriprotagonisti, ma in questomomento quello che poteva esse-re un limite ha avuto un vantag-gio: ha segnato la nascita, forsepersino ancora inconsapevole, diuna comunità mediterranea chesupera la definizione di euro-mediterranea. Questo è sicura-mente un passo in avanti.

Una Palestina mai vista

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Page 11: fuoribinario n 156 Aprile 2013

Firenze antifascistaPAGINA 11 CITTÀ

Il 9 marzo circa 3000 persone hannopreso parte al corteo di FirenzeAntifascista.

Il corteo è partito verso le 15.30 dapiazza S.Marco dietro allo striscioneunitario “Firenze è Antifascista” e si èsnodato per le strade del centro città.Molti gli interventi dal microfono:studenti, lavoratori, militanti dei cen-tri sociali e partigiani si sono alterna-

ti rilanciando la mobilitazione antifa-scista. Importante la presenza delle sezioni

dell’ANPI e l’interven-to dal microfono diSilvano Sarti “Pillo”,presidente dell’ANPIprovinciale. Anche quest’annoFirenze ha dato un’ot-tima risposta alla ver-gognosa e misera pre-senza dei neofascistiin piazza.

Da sottolineare ancora una volta lamilitarizzazione della città: viali chiu-si e transennati e centinaia di agentiin assetto antisommossa per difende-re un gruppuscolo di fascisti che evi-dentemente questa città non vuole:poche decine di persone per un cor-

teo nazionaledisertato anchedalla stessaMeloni danno ilsenso del loroisolamento edella lorosuperflua pre-senza in città. Il corteo si èchiuso con ilricordo delcompagno DAX,il lancio del cor-teo nazionale di sabato prossimo aMilano e l’appuntamento del prossi-mo 25 aprile in piazza S.Spirito aFirenze. Una nota a margine per chiarire chese due militanti del PD si sono sentitedi lasciare il corteo la responsabilità

non è da ricercarsi nella coerenzadegli organizzatori ma nelle evidenticontraddizioni che questo partitoesprime riguardo all’antifascismo.

Firenze Antifascista

Non vogliamo rassegnarci a subire il degradosociale, a delegare ad istituzioni e partitidecadenti – che peggiorano la nostra esisten-za, difendendo i propri interessi – il nostropresente ed il nostro futuro.Vogliamo impegnarci per migliorare la vitanostra, delle persone che ci stanno accanto apartire da coloro che maggiormente subisco-no le conseguenze della crisi, della violenzadiffusa, del razzismo, delle discriminazioni.C’è bisogno di solidarietà, unione, protagoni-smo e ambiti di aggregazione per tessere unatrama di relazioni basata sull’accoglienza, ilrispetto, la convivenza e la condivisione.C’è bisogno di solidarietà umana per accoglie-re chi arriva in questo paese con l’unica inten-zione di cercare una vita migliore e quindi perdenunciare le leggi razziste dello Stato che

chiudono le frontiere, legittimano la morte inmare di migliaia di esseri umani e condanna-no al reato di clandestinità persone incolpevo-li. Così come c’è bisogno di solidarietà per con-trastare l’insopportabile clima di razzismoquotidiano e diffuso, ma anche per combatte-re l’odiosa crescente violenza dell’estremadestra in particolare verso persone immigratee omosessuali.C’è urgente bisogno di solidarietà umana.Per aiutarci reciprocamente facendo frontealla disoccupazione, alla precarietà del lavoroe della vita.Per sostenere le migliaia di profughi dellaguerra in Libia che vengono cacciati in stradadal governo.Per supportare la ricerca di libertà, amicizia espazi autogestiti da parte di tanti giovani.

Per accogliere le persone disabili.Per sostenere e difendere la libertà di scelteaffettive e sessuali di ognuna e ognuno.Per impedire e denunciare le crescenti violen-ze contro le donne, sostenendo la loro autodi-fesa e libertà di scelta.Per combattere la criminalità organizzata e lacorruzione che avvelenano la vita di tutti.Per sostenere quei popoli che pur subendo vio-lenze terribili continuano a lottare per lalibertà sulle altre sponde del mediterraneo,dalla Siria alla Tunisia, passando per l’Egitto.Tutto questo ci riguarda e ci riguarda tutti per-ché migliorare insieme il presente, a partire diquello che è più colpito, è il modo migliore percostruire il futuro di tutti.Per questi motivi torniamo in piazza Dalmaziail 1° maggio – anche quest’anno – invitandovi

ad una giornata di lotta, di festa, di incontro(quindi con dibattiti, workshop, musica, standecc.) per scambiare idee, progetti e percorsiper il futuro in un luogo così importante perquesta città e non solo, per non dimenticare lastrage razzista compiuta da un militante del-l’estrema destra e per far rivivere la reazionepopolare della manifestazione nazionale del17 dicembre. Un 1° maggio che sia di acco-glienza per tutti, di solidarietà e unione con-tro la crisi, per la libertà e il rispetto di ognipersona, per la difesa dei diritti.

promuovono: Comitati Solidali e Antirazzisti diFirenze e Pratoper informazioni e adesioni:[email protected] oppure [email protected]

Appello per un Primo Maggio della solidarietà dell’accoglienza e della libertà

Guarda, Senti, Parla: volantino contro l’indifferenza,

[email protected] ultimi giorni in città è apparso un volantino.

Nelle cassette della posta, nelle università, ci siamo

imbattuti in un appello alla solidarietà per contra-

stare la violenza di genere. La firma è

[email protected], un’email per contattare l’assem-

blea sulla questione di genere che da qualche mese

ha iniziato a riunirsi a Firenze. Già l’assemblea si

era fatta sentire, con un comunicato volantinato nel

centro della città rispetto al pestaggio avvenuto in

S.Croce a inizio dicembre, ai danni di una militante

di Lotta Per La Casa.

L’analisi dell’assemblea appare chiara: in un’epoca

di crescente atomizzazione sociale le istituzioni e i

media favoriscono una cultura machista e un clima

di paura che faccia da supporto ai provvedimenti

securitari portati avanti negli ultimi anni. Dallo

svuotamento delle piazze, all’esaltazione della poli-

zia come “difesa” delle persone (quando poi appare

evidente quanto spesso questa raffigurazione risulti

debole), alla stigmatizzazione della prostituzione che

è stata trasformata ancor più in un mondo sommer-

so da cui la “società civile” deve stare lontano, all’o-

dio nei confronti dell’altro, soprattutto degli immi-

grati, da cui, così ci dicono, tutti questi provvedi-

menti ci “difenderanno”.

Questo volantino risulta quindi un invito a rifiutare

una lettura della realtà di questo tipo. Al contrario,

si chiede alle persone di reagire, di comunicare, di

solidarizzare per dare vita a un tessuto sociale

coeso, nelle strade e nelle piazze dei quartieri, come

antidoto reale alle violenze di genere e, ci permettia-

mo di aggiungere, anche di razza e di classe.

Questo il testo del volantino:

Apri gli occhi, non cedere all’indifferenza, se assisti

a una scena di violenza domestica o pubblica non

aver paura di rivolgerti a chi potrebbe essere di

aiuto o di soccorrere chi viene aggredito.

Il silenzio e la mancanza di aiuto sono anch’essi

forme di violenza.

L’indifferenza è complice, la solidarietà è un’arma:

usiamola!

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Page 12: fuoribinario n 156 Aprile 2013

Assemblee e petizioni dei resi-denti per il taglio dei presidi.

Lo storico presidio di piazzaSantissima Annunziata è chiuso dauna settimana. La stessa sorte tocche-rà, entro fine mese (destinazionePalagi, in viale Michelangelo), alladermatologia e alla clinica dermatolo-gica Santa Chiara in piazzaIndipendenza. In Borgognissanti c’èinvece tempo fino a maggio per svuo-tare i locali, mentre tra due anni —quando tutta l’assistenza sarà trasfe-rita a Montedomini — a chiuderesaranno i poliambulatori di SantaRosa. E così — in centro — rischia dinon restarci più nulla. Nei prossimigiorni i residenti di Oltrarno distri-buiranno un volantino per rivendica-re una maggiore attenzione per unterritorio che in pochi mesi ha vistochiudere tre storici ambulatori:«Hanno ragione, chiederemo alla Aslpresìdi momentanei», assicura il vice-sindaco con delega al welfare,

Stefania Saccardi. La riorganizzazione sanitaria entradunque nel vivo e fa sentire i suoiprimi effetti (collaterali) soprattuttonel centro storico, che nella cosiddet-ta fase di transizione - almeno dueanni - rischia di restare completa-mente sguarnito dai principali serviziassistenziali. E per alcuni di questinon si conosce neppure la destinazio-ne: la Radioterapia dermatologica, adesempio, sarà attiva in Santa Chiarasolo fino a domani, dopodiché saràripresa «non appena tecnicamentepossibile e in sede che sarà comunica-ta quanto prima», fanno saperedall’Asl. Stesso discorso per le educa-trici, prima in piazza SantissimaAnnunziata: «Comunicheranno allefamiglie dove e quando portare ibambini», confessa una delle dueimpiegate rimaste a sorvegliare gliultimi scatoloni. Si conosce invece la destinazione perla fototerapia dermatologica, cheandrà — assieme a tutta la dermato-

logia — al Palagi (ex Iot) di vialeMichelangelo, ma per la ripresa delservizio se ne riparla a Giugno. Nientepiù riabilitazione e fisioterapia, inve-ce, in Borgognissanti: bambini edanziani con disabilità fisiche dai primidi aprile saranno costretti a raggiun-gere San Salvi o il presidio di viaD’Annunzio. E così dalla protesta diOltrarno, dove i comitati denuncianoun territorio ormai «povero di qual-siasi servizio, anche di assistenzasanitaria», si spiega la proposta diPalazzo Vecchio: «I cittadini hannoragione: parleremo con l’Asl per stu-diare soluzioni che prevedano presìdimomentanei soprattutto per i servizidi riabilitazione», dice il vicesindaco.Ma c’è un altro fronte che rischiamolto presto di infiammarsi: quellodel poliambulatorio di Santa Rosa,dove oggi è possibile fare prelievi eusufruire di tutta l’assistenza specia-listica. Tra due anni sarà tutto trasferito aMontedomini, in via Malcontenti, por-

tando via quello che è stato già defini-to «l’ultimo presidio di Oltrarno»: «IlComune ha imposto all’azienda cheanche nel caso in cui Santa Rosa saràvenduta, dovrà essere comunquegarantito un presidio sanitario —assicura la Saccardi, che sul piano diriorganizzazione aggiunge — Nonimpoverirà i servizi, che sarannoinvece più strutturati ed organizzati,ma alcune criticità ci saranno e perquesto abbiamo aperto un tavolo conl’azienda per cercare di porre subitodei rimedi». Uno di questi riguarderàGavinana: ieri sera si è tenuta un’as-semblea alla biblioteca «VillaBandini» per discutere sulle conse-guenze della chiusura del presidio inpiazza Elia Dalla Costa. Assembleamolto partecipata (circa un centinaiodi persone) in cui è stata decisa unaraccolta di firme per chiedere aComune e Asl di bloccare il trasferi-mento.

Gaetano Cervone

CITTÀ PAGINA 12

Via gli ambulatori, il centro si ribella

Nasce associazione

Nidiaci

Il 26/03/2013, abbiamo registra-to l’associazione Amici delNidiaci in Oltrarno, associazionedi promozione sociale e Onlus.I 25 soci fondatori sono per la maggior parte genitoridelle scuole Torrigiani (elementare) e Mazzei (infan-zia), 19 sono nati in Italia, 6 all’estero.L’associazione è nata in seguito a un incontro con i rap-presentanti del Comune, della cooperativa che gestisceil Centro Giovani nel giardino del Nidiaci, del Quartieree della nuova ludoteca “temporanea” in Via Maffia.Lo scopo immediato è quello di riaprire al più presto laparte accessibile del giardino del Nidiaci, grazie a unaconvenzione che stiamo stilando con le istituzioni.Non vogliamo semplicemente colmare il doppio vuotolasciato dalle istituzioni - il comportamento negligentedelle amministrazioni precedenti nel non stroncare sulnascere la speculazione immobiliare in Via dellaChiesa; e quello dell’amministrazione attuale che dopocinque anni non mantiene le promesse, non ci spiegacosa sta succedendo e non stanzia nemmeno i fondi peraprire il giardino.Vogliamo tenere viva la presenza dei residenti nel giar-dino, prima che si possa dire che è acqua passata; evogliamo offrire ai residenti anche la possibilità di tro-varsi insieme, per le questioni comuni del quartiere. Le prossime tappe:1) stilare la convenzione che ci permetterà, si speraentro una ventina di giorni, di aprire il giardino2) stabilire turni di volontariato, aperti anche a nongenitori seriamente motivati3) aumentare il numero dei tesserati all’associazione -gli iscritti hanno l’obbligo di versare 5 euro di iscrizio-ne più 5 euro di quota annua per il 20134) lanciare una festa di inaugurazione, forse verso lafine di aprile o l’inizio di maggio, che coinvolga il piùpossibile il quartiere, tirando fuori la creatività e i con-tatti che ciascuno di noi ha!

SULLA TRAMVIA

Voglia di piangere Voglia di morire

Voglia di correrePensando a Fuori Binario,

mi viene voglia di scrivere;ciò che ho scritto sul lato

del mio armadio;Mi si realizza un sogno (quasi tren-

tenne) ed eccomi a concludere, al caldo della mia stanza.

Ebbene sì piango.Ho voglia di viverla tutta

questa vita.Perché, brutta che sia, non abbiamo

il dirittodi interromperla e di far piangere i nostri amici e

parenti

Enzo Casale

Tutto troppo Tutto niente

Non pensano … o troppo poco,ma promettono e diconoin semplici complicate paroletroppo e niente.Mà!? ma si diceva e si dice penso tuttorachi troppo … stroppia.Ora arriva il vero tuttosenza troppo o nientema sinceramente realenella verità artigiana,quella zappata, levigata, potata,sudata, cantata, dipinta, combattutao scritta.Quella che avete in parte ammazzato.Quella che con denaro o altri modi nascosti con corruzioni. E ora anche il nostro meritato spazio volete prendere?! Ma lì non entrerete.. né tè né tè.Noi sì ora!pieni e ripieni, traboccanti di voglia e d’umile rispetto,noi guerrieri di vera luce; vi sveglieremo.vi inchineremo alla nostra dignità.Allora finalmente vedrete…Il potere Artigiano cos’è!

Guido Scanu (Passpartout)

Sul far del mattino l’autobus viaggiava per le vie del centro la città piano piano

si risvegliava, i pensieri tornavano alla mente.Dentro di me sentivo che era necessario

come realizzare un sogno lontano.Io non ero un campione in queste cose

ma qualcosa mi aveva fatto capire che l’amorepoteva realizzare

ciò che non solo per me era importante in questa vita. Il sole continuava a sorgere,

il giorno si faceva strada come gli altri.

Ardu Emilio

16 marzo contro le mafie150.000 persone intervenute alla giornata

contro le mafie promossa a Firenze

dall’Associazione Libera di Don Ciotti

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PAGINA 13 LAVORO

Oltre 5000 morti sul lavoro in 5 anni L’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http: //cadu-tisullavoro.blogspot.com <http://cadutisullavoro.blogspot.com/> ènato il 1 gennaio 2008 in seguito alla tragedia della Thyssenkrupp diTorino dove morirono 7 lavoratori bruciati vivi. Dal giorno dell’apertura dell’osservatorio ad oggi 13 marzo 2013 sonomorti per infortunio sul lavoro oltre 5000 lavoratori di cui 2515 sui

luoghi di lavoro e gli altrisulle strade e in itinere. Un’autentica carneficinache purtroppo viene sotto-stimata dalle statisticheufficiali e ignorata dallapolitica che potrebbe faremoltissimo, e con pocherisorse, per far diminuiredrasticamente questofenomeno che ci vedeprimi in questa triste clas-sifica in Europa, dove imorti sono mediamente unterzo di quelli italiani.

Carlo Soricelli

Lettera di un figlio distrutto dal dolore .... GIUSEPPE MARCHESE

LETTERA APERTA A MIO PADRE, UCCISO SUL LAVOROA te, padre, morto per non farci mancare un pezzo di pane; a te, che hai pre-ferito sin da fanciullo la strada del lavoro a quella del malaffare; a te, che haicostruito una famiglia ed hai permesso che noi fossimo; a te, che sei partitoda casa stretto dal dovere, che hai svolto con onestà e dedizione totale illavoro in cui credevi e sei tornato nella stessa ... casa in una fredda bara; ate, dotato di una forza leonina nel servire alla buona causa della professio-ne e ridotto a corpo esanime; a te, che non hai risparmiato sacrifici per latua azienda anche nei giorni festivi; a te, vittima sacrificale dell’altare del-l’insicurezza, di un sistema perverso che ha adorato ildenaro; a te, che avrai digrignato i denti in unaespressione di dolore estremo e così hai salutato laterra; a te, spesso maltrattato da coloro ai quali haidonato tutto e non gratificato per le tue fatiche; a te,vittima di colpevoli distrazioni e valutazioni superfi-ciali; a te, caduto nella trappola della disonestà trop-po giovane e reso schiavo di preoccupazioni per untetto; a te, che piangevi perché non arrivavamo afine mese; a te, padre che ha garantito la sua pre-senza a costo di viaggi defatiganti; a te, marito checi ha dato l’esempio della fedeltà coniugale; a te,che hai rinunziato ad ogni divertimento per ilnecessario; a te, capace di salutare ogni piccolagioia come una grande sorpresa della vita; a te, chehai preferito alla piazza ed alle sue chiacchiere illettone di casa e un po’ di musica folk con i tuoifigli; a te che hai fatto coincidere la tua felicità con la realizzazione scolasti-ca ed umana dei tuoi figli; a te, che hai condiviso con noi la tua insoddisfa-zione con lacrime di sincera amarezza; a te, che ci hai insegnato a superarele offese ricevute per riconciliarci con noi stessi; a te, capace di coltivare ami-cizie genuine e disinteressate; a te, vissuto nell’ombra della quotidianità esconosciuto ai più; a te, esempio luminoso per i giovani di paternità, intessutadi gesti feriali; a te, che hai praticato la giustizia le cui ossa, forse, non otter-

ranno mai una vera giustizia; a te, che quest’anno non hai potuto festeggiarecon noi il tuo cinquantesimo compleanno: GRAZIE!

FUoRI TUTTI FUoRI TUTTI500 euro per lasciare il paese Il primo marzo 2011 sicelebrava la giornata dell’orgoglio migrante. Sembrapassata un’eternità. Giovedì, due anni dopo, è dive-nuta esecutiva la circolare con cui il Viminale ha sta-bilito che l’emergenza umanitaria africana è finita.Per cui tutti fuori dalle strutture di accoglienza.Espulse donne e uomini migranti. Erano tutti in atte-sa dello status di rifugiati. Da mezzanotte hannoricevuto una buonuscita da 500 euro a testa e sonostati messi in strada a Falerna, Petilia, Isola CapoRizzuto, Cutro, Rogliano, Amantea e Cetraro. Molti diloro però non sanno dove andare. Qualcuno è parti-to verso il Nord, altri sono andati a Rosarno. Moltihanno completato l’iter per l’ottenimento del per-messo di soggiorno e lo status di rifugiato o di titola-re di protezione umanitaria. Altri hanno ancora solola “ricevuta” rilasciata dall’ufficio stranieri della que-stura. fonte: Corriere Immigrazione

Bahrain: morte manifestante dopo percossesubite, 2 poliziotti condannati a 10 anni carcere

Due poliziotti sono stati condannati a dieci anni di car-cere in Bahrain nell’ambito di un’inchiesta sulla mortedi un manifestante antigovernativo, Ali Saqer, avve-nuta nel 2011. Lo riferisce il sito web del quotidianoGulf News, secondo cui il giudice ha riconosciuto i dueagenti colpevoli di omicidio. Secondo un rapportodella Commissione indipendente d’inchiesta sulBahrain, presieduta da Cherif Bassiouni, Saqer morì il9 aprile 2011 a causa delle percosse subite dalle forzedi sicurezza. Nel suo rapporto finale, la Commissione

d’inchiesta ha criticato l’uso eccessivo della forza nelcorso delle manifestazioni di febbraio e marzo di dueanni fa, il massiccio uso della tortura e le violazioni deidiritti umani commesse nei mesi successivi.

Israele, torna in auge il segregazionismo sugliautobus a danno dei palestinesi Il governo ha creato linee di autobus riservate solo aipalestinesi in Cisgiordania. Il piano é stato messo apunto dal ministero dei Trasporti israeliano. La noti-zia è comparsa sul sito del quotidiano YediothArhronoth che per primo si pone la domanda se sitratti di una caso di “segregazione razziale”. Su que-sti autobus saliranno solo ed esclusivamente lavora-tori palestinesi dalla Cisgiordania e diretti a lavorarein Israele.Secondo il ministero si tratta solo di un misura perridurre l’affollamento sugli autobus usati anchedagli ebrei nelle stese zone. Ma alcuni autisti citatidal quotidiano hanno rivelato che gli e’ stato ordina-to di chiedere di scendere ai palestinesi.

La Nato pronta ad intervenire in Siria. L´Alleanza Atlantica si prepara alla guerra. Ecco i pos-sibili piani di attacco e le strategie degli Stati coinvolti. Ma come si svolgerebbe l´attacco alla Siria? Sono tre leipotesi in campo più accreditate.Nella prima, avverrebbe quanto già accadutonell´operazione “Odissea all´alba” in Libia(marzo 2011): unità della marina americana dispie-gate nel Mediterraneo potrebbero lanciare l´attaccocontro obiettivi precisi, lasciando che l´aviazione fran-cese e britannica spianino la strada alle truppe ribelli

già in campo (Washington ha già fornito 3mila ton-nellate di armi suddivise in 3 carichi ufficialmentepagati dall´Arabia Saudita e dirette ai ribelli due setti-mane fa). (….) Il punto resta comunque questo:prima di partire per l´avventura, si hanno chiari i pos-sibili sviluppi del dopo? L´esperienza libica insegnache quando si libera il genio (islamista?) dalla lampa-da, poi è difficile ricacciarlo dentro.

Luciano Tirinnanzi (per LookOut News )

La Turchia festeggia il Newroz, il capodannocurdo, a modo suo: Antonio olivieri respintoalla frontieraSono passati solo pochi giorni da quando a un altroitaliano, Francesco Marilungo, interessato alla cultu-ra e alla lingua curda, è stato rifiutato l’ingresso inTurchia; adesso è il turno di Antonio Olivieri, un altroitaliano, presidente dell’associazione Verso ilKurdistan di Alessandria e parte della Rete KurdistanItalia, che da almeno quindici anni si reca inKurdistan per promuovere progetti concreti di amici-zia fra diverse municipalità kurde e le istituzioni e lasocietà civile italiana.All’arrivo all’aeroporto Atatürk di Istanbul, alle 18.45circa di oggi, Olivieri è stato isolato dagli altri mem-bri della delegazione italiana che si sta recando inKurdistan per monitorare la situazione dei dirittiumani; gli sono stati ritirati i documenti, è stato per-quisito e lasciato senza acqua nè cibo in una stanzet-ta con altre sette persone sottoposte presumibil-mente a controlli in frontiera. Non è stato possibilefinora mettersi in contatto con l’ambasciata italiana,

nè è stata data finora aOlivieri una motivazione per il suo trattenimento.E’ solo l’ultimo di una lunga serie di respingimenti diitaliani che seguono pacificamente e con determina-zione le vicende del popolo curdo: chiediamo alParlamento italiano appena insediatosi di attivarsicon urgenza per verificare le condizioni del tratteni-mento e del respingimento in frontiera di AntonioOlivieri e di rivedere i rapporti con la Turchia, fino aquando questa violerà insieme ai diritti del popolokurdo anche i diritti di quei cittadini europei solidaliche si adoperano per la pace e la soluzione della que-stione kurda.

Arabia Saudita: creano Ong diritti umani, 2 atti-visti condannati a 10 e 11 anni di carcere.Un tribunale saudita ha condannato a 10 e 11 anni dicarcere due attivisti accusati di aver infranto la fedeltàal sovrano incitando l’opinione pubblica e fondandoun’organizzazione in difesa dei diritti umani senzalicenza. Gli attivisti Mohammed al-Qahtani eAbdullah al-Hamed, fondatori nel 2009dell’Associazione saudita per i diritti civili e politici,sono stati condannati rispettivamente a 10 e 11 annidi carcere. Il tribunale ha anche imposto loro il divietodi espatrio per 10 anni dopo aver scontato la pena. Ilgiudice ha quindi ordinato lo scioglimento della loroorganizzazione e la confisca delle sue proprietà senzalicenza. Tra le accuse, la comunicazione con i gruppidelle Nazioni Unite per i diritti umani, l’uso di informa-zioni false con l’intento di mettere le organizzazioniinternazionali contro il regno.

Dal balcone di TerraAffaccio l’universo

Manifestandomi l’apparsoA lumi di Stello

LàDove si ferma la mente

Oltre,và il mio pensiero.

Sergio Bertero

Su nà giostra d’immensoGirando nel tempoPasso il mio tempo

Che è solo per un tempo.

Sergio Bertero

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LE TELEFONATE DI SOLLICCIANO

LA PAROLA ALLE DONNE PAGINA 14

Infine aspetterò con tanta dolcezza e riconoscenzaDi poter vedere – i tuoi occhi – e sarai bella come

Lo sono stata ioCome lo ero prima di incontrare loro

Loro, quegli esseri asessuatiUomini o donne

Che non hanno neppure avuto la pietà e il coraggiodi finirmi

Lasciata fra le piaghe mai leccate del corpoFra le urla mutolite della mente terrorizzata

MaiMai

Ho smesso di desiderare te, sorella morte.Infatti nacqui in una piccola casa borghese

E una serie di persone sin dall’infanziaHanno picchiato

TerrorizzatoAdescato la mia esistenza,

anche da allora dall’infanziaEd ero un infante vero: senza parole.

E iniziai ad amartiE poi tu, lui, l’altro. Loro molti

Una casermaMentre le sinapsi cerebrali

si infuocavano di rosso sangue veroE i neurotrasmettitori trasmettevano solo: il niente

Davo il corpo la mente il cuore alla mente dei maschi

Che dopo avermi avuta e riavuta restavano pureperplessi che non gridassi

Che non piangessiChe non mi vergognassi

Quando finiva il tempo delle fragoleMi svegliavo in ospedale dove la violenza la subivo

dall’infermiereChe una notte mi mise il suo cazzo duro in mano

mentre dormivoMi svegliai inorridita e impaurita:

- che fai? Io ho bisogno d’aiuto!E lui: - io ti sto aiutando.

Non so come ho fatto a dirlo alla psichiatraDopo qualche giorno lui sparì e in me continuò a

perpetuarsi la colpa del fattoNessuno però recide la carotide,

o picchia fino all’ultimo respiroNessuno mi porta davanti ai tuoi occhi ...

fino ad oggi:Finalmente ti vedo, anche chi mi guarda dal sopra

al sotto e dice che se ne sta andandoCapisce la mia autentica gioia

Finalmente nessuno mi farà più del maleMi chiamo Sabrina, Lucia, Ipazia, Giovanna, Silvia

e ho il nome di tutte le donne martorizzate dalla violenza ma che

Non hanno né la possibilità di scappare – c’è la guerra

Di nascondersi – c’è un colpo di statoDi mescolarsi alla folla

vivo in un piccolo paese della Calabria internaNoi donne bambine creature del cielo intero

Finalmente vediamo i tuoi occhi mentre dolce emisericordiosa ti avvicini alla nostra tesa anima

Silvia

Con tutto l’amore che posso, e ne posso alla n.8

Un sabato tra il bianco e il neroFra la gioia e la tristezzaFra che dire e che non dire

In dieci minutiDopo tanta attesa di ciò che mi appartiene

Tra la stranezza del momento anche del luogoDove mi trovo e il luogo dove si trovano loro

IO qui sono invano senza loroLa mia anima è da loro, è loro

Quando le parole non possono più trasmettereun sentimento

Tra mamma e un figlioIn dieci minuti

Quando le parole scappano e arriva tutto l’amore e il calore

Che passano i fili della cornetta del telefonoIn dieci minuti

Quando questo forte sentimento evadeMalgrado ogni tipo di legge

Maledetta leggeNon ha risparmiato chi ha colpa

E chi di colpa non ne haIn dieci minuti

Quando il cordone ombelicale ha resistito ben nove mesiLegando due anime in un’anima sola

Quel cordone tutt’ora esisteTra l’innocenza e la colpevolezza

In dieci minutiCosa può raccontare una bambina?

Cosa può capire una mamma che dopo tanta attesa?

Ha solamente dieci minutiCade la lena finisce la telefonataPoi mi bastano mille minuti

per prendere il mio cuore da terraFerito, gocciola sangue.

Dentro di me sono rimaste incastrate queste parolePerdono quando mi sognate e io non ci sono

Perdono al vostro ritorno dall’asilo e io non sono nascostadietro la porta come al solito

Perdono per ogni lacrima, per ogni respiro profondoPerdono per avervi tolto le vostre abitudini

Perdono Badar, non posso essere al tuo intervento

Perdono Chaymaa, non posso farti la treccia almattino, prepararti i piatti nello zainettoPerdono se non posso accarezzarvi prima di

andare a lettoPerdono, abbiamo fatto un patto,

non l’ho mantenuto, ma non è colpa mia, è colpa di loroDa noi non si festeggia il Natale

Ma per voi ne ho fatti tanti di alberiPerdono ma non vado all’infernoCristiani, ebrei, mussulmani siete tutti bambini di Dio

Natale, capodanno, befana per tutti i bambini una gioia è un gioco

Perdono ma io non ci sono, voi siete là e io a Sollicciano

Ti torneròPromesso

Perdono.

Nezha

COMPAGNEDI STRADA

Compagne di strada,come quando mi perdo,

nel mare di non.Amiche annullate

in un sole incandescente.Come tu sorella,

sorridi e i tuoi occhi no.Ti rincontrerò

a tempo dovuto.Rideremo insieme,

degli affanni passati.Compagne di strada.

Ti sei laureata,hai cambiata look.

Non ti riconosco più,però a feeling ti sento

ancora, non ho bisogno,

di tanti salamelecchi,né, titubanze.

Tu sarai sempre,stampata sul cuore.Sconvolgiamo tutto,

e piombiamo nel centrodel problema.Ancora è duroe sconvolgente,

io e tunon ci scordiamo,

mai.Il nostro destinocome ci separa

così ci fa reincontrare.Come il ruscello

si getta nell'allegro fiumee va a morire rigenerato.

Dolcementenel grande mare.

Compagne di strada.

Sisina INFINE ASPETTERÒ ...

IL GATTODue donne accarezzano un gatto, nonpotendo più accarezzare il loro uomo!Quell’uomo che le aveva conquistate conparole romantiche e promesse di amoreeterno!Poi le parole romantiche sono diventatecritiche esasperanti, le promesse diamore eterno tentativi d’infedeltà!Quest’uomo adesso è solo e spesso lerimpiange, ma, invece di fare un passoindietro,insegue una donna “perfetta” che forsenon esiste, alla quale ripetere paroleromantiche e promesse di amore eter-no!Due donne accarezzano un gatto, nonpotendo più accarezzare il loro uomo.Una, per orgoglio si è arresa, l’altra, piùmatura, spera ancora!P.S. Ma forse vincerà la terza alla qualesi consiglia di procurarsi un gatto.

Arual

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Siamo in una città in cui convergono razze, religioni, etnie, e civiltà differenti, ma come creare un punto d’incontro in una città che vive di scontri pas-sati (guelfi e ghibellini) e presenti (calcio e politica) ...Dove s’andrà a finire?

Il dialogo di cui parlava La Pira è andato a farsi friggere, la gente non si rispetta, specialmente se uno viene da un paese lontano … I poveri (in aumen-to) testimoniano una città come Firenze che solo in apparenza ci lascia tranquilli. Il lavoro manca a tutti, gli artigiani chiudono bottega.

CHI ABBIAmo CHE CI CoNSoLA?

I genitori, gli amici, la ragazza. Ma c’è chi è solo e non voluto, non capito direbbe Madre Teresa di Calcutta. Stringiamoci e diamoci una mano … Lapresenza di FUORI BINARIO in città penso che sia un’occasione per tutti di un avvicinamento e di un confronto . Se si sta bene tutto ovviamente va bene,ma se si sta male, si diventa diversi in una società che non permette di esserlo. Se uno si afferma in qualsiasi campo, allora le cose vanno bene, ma chifallisce rimane deluso e purtroppo emarginato. Per trovare la forza di reagire ci vuole una forza interiore che la società stordisce e a volte annienta. Lavera rivoluzione secondo me deve partire dal basso per far capire a chi sta in alto che si deve occupare anche di noi altri. Quindi vedendo industrie chechiudono e aumento di delinquenza, purtroppo l’uomo smarrito e solo può cadere in cose anche peggiori. Diciamo che siamo come una barca senzauna meta precisa e in balia di una tempesta che giorno dopo giorno aumen-ta sempre di più. Quindi c’è chi annega e non ce la fa. C’è chi nuota ma vienemangiato dagli squali, c’è chi rimane in barca ma ancora per poco tempo. Lasoluzione è trovare l’ancora di salvezza che sta in una convivenza secondome possibile in cui la gente si saluta, si abbraccia e si preoccupa del prossi-mo …

Luca Mori 20/03/2013

PAGINA 15 VOCI

Tutti dobbiamo essere considerati

Acqua, Tar Toscano dà ragioneai movimenti: le bollette postreferendum sono illegittime.

ll Tar della Toscana accoglie il ricorso presenta-to dal Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua:le tariffe presentate dai gestori dopo il referen-dum sono illegittime in quanto comprendonoancora la “remunerazione del capitale investi-to” abolita dal referendum del 12 e 13 giugno2011.La Giornata Mondiale dell’Acqua non potevaessere festeggiata in modo migliore dai movi-menti dell’acqua di tutta Italia che inquesto fine settimana stanno dando vita a mol-tissime iniziative in sostegno all’Iniziativa deiCittadini Europei per l’acqua pubblica.Una sentenza che conferisce un’ulteriore slancioa quel processo di ripubblicizzazione dell’acquache è in marcia in molte città italiane: il Tar tosca-no oggi ribadisce “fuori i profitti dall’acqua”, ilForum rilancia “fuori l’acqua dal mercato, versola completa ripubblicizzazione”.Il rispetto del voto referendario è più vicino.Buona Giornata Mondiale dell’Acqua a tutti!

Forum Italiano dei Movimenti per l’AcquaForum Toscano dei Movimenti per l’Acqua

Nel pieno di una profonda crisi economica e sociale,le recenti elezioni politiche ci consegnano un quadrodi forte sommovimento, instabilità e relativa incer-tezza.Un elemento tuttavia emerge con nitida chiarezza: ilpopolo italiano ha pesantemente bocciato il GovernoMonti e le politiche di austerità che, durante un annodi governo “tecnico”, hanno terremotato socialmenteil Paese, peraltro senza ottenere neppure l’obiettivodichiarato di ridurre il debito pubblico. Così come sievidenzia una domanda forte di rinnovamento dellademocrazia e delle sue forme, in un quadro di pres-soché totale assenza di riflessione sulla crisi dellarappresentanza e sul venire avanti di nuove formepartecipative espresse dalle molte vertenze datempo aperte nel Paese, nel mondo del lavoro e nelleconflittualità territoriali per la riappropriazionesociale dei beni comuni.La sconfitta della coalizione di centrodestra, maanche di quella di centrosinistra, nonché l’irruzionenel quadro istituzionale del Movimento 5 Stelle, ciconsegnano un quadro complesso, gravido di possi-bili involuzioni ma anche di nuove potenzialità.In questa situazione, l’atteggiamento peggiore chei movimenti attivi nel paese possono assumere è

quello di stare alla finestra ed attendere il succedersidegli eventi.Sia perché gli eventi continuano ad operare e i vin-coli monetaristi europei – Fiscal Compact e pareggiodi bilancio/Patto di Stabilità e Crescita 2012-2014 –approvati dal precedente Parlamento, sono attivi erenderanno perpetue le politiche di austerità. Siaperché sarebbe sbagliato pensare che l’unico campodi gioco sia quello istituzionale, con tutti i rischi diripiegamento politicista che ciò comporterebbe.Serve invece uno scatto della società e una fortepresa di parola da parte di tutti i movimenti che,dentro i territori e a livello nazionale, da semprerivendicano un’altra uscita dalla crisi, a partire dallariappropriazione dell’acqua, dei beni comuni e dellaricchezza sociale per costruire un altro modello pro-duttivo, ecologicamente e socialmente orientato. Inquesto senso, a nostro avviso, diviene urgente pro-muovere una nuova cultura dei beni comuni soprat-tutto a partire dalle nuove generazioni.È sulla base di questa impellente necessità che ilForum Italiano dei Movimenti per l’Acqua intendeavviare una forte iniziativa sociale e di interlocuzionecon la politica affinché il voto referendario espressodalla maggioranza assoluta del popolo italiano sia

democraticamente rispettato e compiutamente rea-lizzato.In questo senso, riteniamo che le prime azioni che ilnuovo Parlamento dovrà compiere siano:• l’immediata ripresentazione ed approvazionedella legge d’iniziativa popolare per la ripubbli-cizzazione dell’acqua e del servizio idrico integrato,presentata nel 2007 con oltre 400.000 firme, ed oggilegittimata dal voto referendario di oltre 27 milionidi cittadini;• l’immediata censura del nuovo metodo tariffa-rio e della stessa Autorità per l’Energia Elettrica eil Gas, in quanto l’azione dell’Authority e conseguen-temente il provvedimento adottato si pongono indiretto contrasto con l’esito referendario, per cuichiediamo l’immediato ritiro della delibera e dellecompetenze attribuite all’Autorità stessa;• la ridiscussione del ruolo di Cassa Depositi ePrestiti, da restituire all’originaria funzione pubbli-ca, affinché metta a disposizione le risorse per l’effet-tiva realizzazione del processo di ripubblicizzazionedell’acqua e del servizio idrico integrato;• non dare corso ad alcun tentativo di assogget-tamento al patto di stabilità delle aziende spe-ciali e “in house” e porre in essere un provvedimen-

to volto all’esclusione dal patto di stabilità ditutti gli investimenti finalizzati alla realizzazio-ne dei servizi essenziali alla comunità e riconduci-bili alle categorie dei beni comuni e del welfare loca-le.Come Forum Italiano dei Movimenti perl’Acqua intendiamo a brevissimo attivare un percor-so di relazione tra tutti i movimenti e le autonomiesociali attive sui beni comuni, precarietà, diritti elavoro al fine di produrre su alcuni obiettivi condivisiun percorso collettivo, capace di dare un segnaleforte dentro la società e indicazioni precise su qualisiano le direzioni che l’intero quadro istituzionaledeve intraprendere.Così come intendiamo interloquire con le forze politi-che, a partire da quelle che hanno sostenuto i Sì aireferendum, su tali indicazioni.Perché se è grande il disordine sotto il cielo, unaforte iniziativa dei movimenti dal basso diventanecessaria per attraversarlo e segnare un puntonetto di avanzamento sociale per la riappropriazionedei beni comuni.

Forum Italiano dei movimenti per l’Acqua

Un appello a non rimanere immobili in questa fase da parte del Forum dei Movimenti dell’Acqua

PER UNA PRESA DI PARoLA DAL BASSo E DENTRo LA SoCIETÀ

PER DIVENTARE UN UOMO

Forse un giorno ci sarà, per diventare un uomo

forse lo capirò, per vivere da solo.

Forse il mondo mi appartiene, oppure forse no,

se mi chiedi come stai, ti rispondo non lo so.

Il mondo sta cambiando ma non sto cambiando io

basta essere felice e poi il mondo sarà mio.

Non esco più con quei ragazzi per le vie della città

basta ascoltare il cuore e l’autostima salirà

Rit. Per diventare un uomo, basta usare quella testa

per diventare un uomo, vai alla giusta festa

Per diventare un uomo ascolta Dimo e Ghetta

Per diventare un uomo butta via la sigaretta

Basta dir la verità per essere più nitidi,

non fumare gli spinelli per essere più lucidi

il mondo ci vuol bene, trattiamolo per bene

invece di ubriacarti perché non fai del bene?

Ecstasy in bocca, crystal nell’acqua

passano gli anni e tu ci hai perso la faccia,

usa quella testa, invece di impazzire

non comprare più pacchetti e smetti di soffrire

Rit. Per diventare un uomo, basta usare la tua testa

per diventare un uomo, và alla giusta festa

per diventare un uomo, ascolta Dimo e Ghetta

per diventare un uomo, butta via la sigaretta.

Armati per le strade, rapine e agguati

questa vita mi fa schifo e ho i polmoni malati

ma non perdiamo il segno, si può sempre rimediare

dico “basta” discoteca per finire a vomitare.

Non ho voglia di fermarmi a metà della mia lotta

ma lo sai quanto ci ho messo per uscire dalla botta??

Godiamoci la vita, camminiamo in linea retta,

forse tu non l’hai capito, allora ascolta Dimo e Ghetta.

Rit. Per diventare un uomo, basta usare la tua testa

per diventare un uomo, và alla giusta festa

per diventare un uomo, ascolta Dimo e Ghetta

per diventare un uomo, butta via la sigaretta.

By Dimo e Ghetta

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Page 16: fuoribinario n 156 Aprile 2013

GRAZIE A FUORI BINARIO CHE MI HA DATO TANTO

Ci sono momenti della vita in cui succedono cose che da tempo attendevamo.Io quando ho letto la prima volta F. B., sei anni fa e poi ho sentito un’intervistaa Roberto Pelozzi per il giornale su Nova Radio, ho capito che c’ero anch’io, cheero come loro, che sarei voluta esse-re una di loro. Libera. Libera di essereme stessa, libera dai tanti pregiudiziborghesi e fascisti, libera di giudicareda sola cio che per me e bene e male.Ho sentito che c’era uno spirito creati-vo in quello che scrivevano e si capivadall’intervista, da come si presentava-no, anche parlando delle cose piuserie, a volte anche tragiche.E quando sono entrata per la primavolta in redazione con un articolo suimiei problemi ho trovato l’ambientecome me l’aspettavo. Sono stata“accolta”, dico accolta perche non cisono porte chiuse nel mondo e cosi eper F.B. nella realta, solo e tanto tantorispetto umano, e cosi in questi anni dicollaborazione nei momenti duri comein quelli belli e quello che ho sempretrovato.Grazie Fuori Binario.

Presentazione del libro il 19 aprile 2013 presso l’Associazione Il Melograno, ViaAretina 513 (di fronte alla caserma) alle ore 22,00. La presentazione sarà prece-duta da una cena dedicata alle donne alle 20.40; per partecipare portare un “donoculinario”.

Book Bike

Bambini all’infernoUn corridoio sospeso nel nulla, in mezzo al deserto di una terra disabita-ta, sempre sotto il tiro delle armi israeliane. È l’ultimo chilometro primadi entrare nella Striscia di Gaza dal valico di Erez. L’autrice l’ha percorsoin completa solitudine, con paura. Alla fine si è trovata davanti gli uomi-ni di Hamas, i versetti del Corano, i taxi scalcinati che portano lontano dalconfine, le montagne di detriti e i bambini che scavano con le mani perraccogliere i calcinacci da riutilizzare.Nella Striscia vivono un milione e settecentomila persone, strette tra ilblocco israeliano e l’integralismo di Hamas. Oltre la metà sono ragazzicon meno di 18 anni, il 44% bambini con meno di 15 anni.Questo libro è nato dal loro incontro con l’autrice, che è entrata nella lorovita, li ha fatti parlare e raccontare.Una sconvolgente inchiesta sulladrammatica situazione dei bambi-ni a Gaza e nei Territori Occupatidella Palestina. Titolari, cometutti, di diritti inviolabili, questiragazzi sono le vittime incolpevo-li della violenza e della guerra.Questo libro è per loro, perchépossano ricominciare a sognare.I diritti d’autore di questo librosaranno devoluti (attraverso laFondazione MovimentoBambino) al Palestinian Centrefor Democracy and ConflictResolution, associazione diGaza che insieme a Save theChildren è impegnatain pro-getti di sostegno e protezioneall’infanzia.

La Book Bike è realizzata da “Palazzuolo StradaAperta”, gruppo che opera da giugno scorso in ViaPalazzuolo. Si tratta di un gruppo di base, antirazzi-sta e solidale a carattere assembleare, che si ripro-mette di promuovere le relazioni tra residenti e imigranti frequentatori della strada.“Palazzuolo Strada Aperta” é presente con varie atti-vità: promuove cene conviviali multiculturali, realiz-za con cadenza mensile un “foglio di strada”multilingue che viene distribuito nelle case di viaPalazzuolo e strade vicine e si oppone alla specula-zione in atto con il progetto di trasformazione in unhotel a 5 stelle del complesso dell’ex Monte dei Pegnidi piazza San Paolino.

BooK BIKE LA LETTURA E’ UN BENE ComUNECHE CoSA E’?La BOOK BIKE è una biblioteca leggera, così leggerache si può muovere per le strade, fermarsi in piazza,aspettare sotto casa.

A CoSA SERVE?Serve a dare la possibilità a chi vuole di leggere quel-lo che si stampa in tutte le lingue del mondo.

È un piacere ritrovare libri e giornali nella lingua chesi parlava a casa, non per fermarsi alla nostalgia maper trovare parole e idee per il futuro.È un piacere guardare cosa scrivono gli altri, comescrivono, di che cosa si interessano. È un piacere condividere una lettura con altre perso-ne. Quando i libri passano di mano in mano, non pos-siamo sapere chi aprirà dopo di noi il libro che abbia-mo in mano ma, come diceva un poeta, sappiamogià che è un nostro simile, un nostro fratello.

PERCHE’ PoRTIAmo AVANTI QUESTA INIZIATIVA?Leggere è un diritto di tutti e un bene comune.Quando disuguaglianze economiche, scelte politiche

superficiali e distratte, pre-giudizi e razzismi di ognisorta impediscono allagente di leggere, allorabisogna pedalare...Ma sia chiaro: noi non por-tiamo qualcosa da leggereagli altri, l’assistenzialismonon ci interessa, non partia-mo da una “mancanza”, madalla ricchezza di scritture e

di scritti, ne siamo affascinati e curiosi, vogliamoscambiarci consigli e commenti.

ComE FUNZIoNA?La book bike è una occasione di incontro mediato efacilitato da libri, giornali, fumetti.Per prenderli non si chiedono dati e documenti,basta un nome, anche per il piacere di vedere che ilmateriale circola e la cosa interessa.Se si prendono libri riviste che vale la pena leggere

anche molto tempo dopo la pubblicazione, chie-diamo chi li prende di restituirli quando la bookbike torna in strada.Quotidiani e settimanali si possono tenere, mase chi li prende ha occasione di passarli diretta-mente a qualcuno ci fa piacere, sta pedalandonella nostra direzione.

DoVE E QUANDo FARE BooKBIKING?La book bike è in strada una volta ogni quindicigiorni, di sabato.Alla book bike si possono prendere i testi, ripor-tarli e portare altro materiale che si vuole met-tere a disposizione di tutti.

CoSA SI PUo’ TRoVARE E CoSA SI PUo’ PoR-TARE?Raccogliamo e distribuiamo libri di saggistica, poesiae narrativa in tutte le lingue da tutti i paesi.Abbiamo anche riviste e quotidiani, fumetti, libri difotografia.Inoltre la book bike a Firenze ètra i pochi punti di distribuzio-ne di periodici fatti dai migran-ti per le loro comunità, pubbli-cazioni che affrontano svariatiargomenti e che ci sembranointeressanti per tutti.Leggere un giornale non signi-fica solo decifrare gli articoliparola per parola, ma ancheguardare le foto, i titoli, la scel-ta degli argomenti, le priorità.A volte si rimane colpiti dalledifferenze, a volte viene da

pensare che tutto il mondo è paese...

M. De Micco

LIBRARSI PAGINA 16

GRAZIE A FUORI BINARIO CHE MI HA DA

GRAZIE A FUORI BINARIO CHE MI HA DA

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Silvia PSilvia Prilvia Prelazzirelazzi

Libera di essere me stessa, libera dai tanti prLibera.che c’ero anch’io, che erun’interIo quando ho letto la prima vattendevamo.Ci sono momenti della vita in cui succedono cose che da tempo

e me stessa, libera dai tanti pregiudizi borghesi e fascisti,

’io, che ero come loro, che sarei vober

o quando ho letto la prima v

Ci sono momenti della vita in cui succedono cose che da tempo

egiudizi borghesi e fascisti,

ei voluta essere una di loro.elozzi per il giornale su Nova Radio, ho capito

. B., sei anni fa e poi ho sentito

Ci sono momenti della vita in cui succedono cose che da tempo

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SISINA ALLO SPECO SPEC

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ealtà, solo e tanto tanto rispetto umano, e così in questi ”, dico accolta perché non ci sono por

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olte anche tragiche.vista, da come si presentavano, anche parlando delle cose ’era uno spirito creativo in quello che scrive da sola ciò che per me è bene e male.

e me stessa, libera dai tanti pregiudizi borghesi e fascisti,

ealtà, solo e tanto tanto rispetto umano, e così in questi ché non ci sono porte chiuse nel mondo e così

’ambiente come me l’aspettavo. Sono stata olta in redazione con un articolo

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e da sola ciò che per me è bene e male.egiudizi borghesi e fascisti,

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