6 APRILE 2013

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Sabato 6 Aprile 2013 Direttore Responsabile: Chiara Rai - Editore: IG Servizi Srl - Sede legale: Roma, via C. Colombo, 440 - Tel. 3457934445 - Fax. 02700505039 - Email: [email protected] Immagini, testimonianze, riflessioni e ricordi L’editoriale L’editoriale di di Franco Medici Franco Medici Docente Facoltà di Ingegneria “Sapienza” Università di Roma L’Aquila 6 Aprile 2009 NON DOBBIAMO DIMENTICARE Ti stringi forte alle persone care, infondi e chiedi sicurezza, speri che dopo quell'ultima scossa la terra smetta di tormentarti. Invece... Chiara Rai a pagina 6 Anno II Numero 25 L’AQUILA QUATTRO ANNI DOPO UN OMAGGIO AD UNA CITTA’ FERITA Commentando lo scenario apocalittico dopo il “Grande Terremoto” del 1703, in una lettera inviata al Viceré del Regno di Napoli, Marco Garofolo, Marchese della Rocca, così si era espresso: “La città de L’'Aquila fu, non è; le case sono unite in mucchi di pietra, li rema- sti edifici non caduti stanno cadenti.Non so altro che posso dire di più per accreditare una città rovinata”.Oggi, ricordando il ter- remoto che ferisce ancora le città abruzzesi, quello che il 6 apri- le 2009, tra le macerie, le case crollate, i 56 centri storici distrutti, le Chiese e i beni storico culturali sepolti sotto cumu- li di polvere e di pietre, ricordando le 309 vittime e 2000 feriti ci sentiamo di ripetere, parola per parola lo sfogo del Marchese della Rocca al Viceré di Napoli. Continua a pagina 3 ZOOMARINE IL PARCO DIVERTIMENTI DI ROMA SU WWW.OSSERVATORELAZIALE.IT IL COUPON SCONTO RISERVATO AI LETTORI DE L’OSSERVATORE LAZIALE ZOOMARINE IL PARCO DIVERTIMENTI DI ROMA SU WWW.OSSERVATORELAZIALE.IT IL COUPON SCONTO RISERVATO AI LETTORI DE L’OSSERVATORE LAZIALE Io sono un giornalista abruzze- se: quest’affermazione potrebbe sembrare banale ed irrilevante. Eppure se la scrivi il 6 apri- le 2013 improvvisamente non è più così: tutti gli anniversari infatti hanno il potere di far riaffiorare i ricordi e quello di oggi non fa eccezione. Perciò considero inevitabile che, quando l’osservatore laziale, testata con cui colla- boro da poco e che ringrazio, mi ha chiesto di scrivere que- st’articolo, la mia mente sia stata assalita da una serie di ricordi che forse sarebbero venuti fuori comunque, ma che ora assumono l’aspetto partico- lare di un pezzo giornalistico e quindi sono stati in qualche modo messi in fila. Me la ricor- do, sì, me la ricordo, quella mattina del 6 aprile 2009, così come mi ricordo i terremoti dei giorni precedenti, quelle scos- se di cui si è tanto parlato e che avevano creato anche pole- miche da parte di chi riteneva che non si dovessero lanciare allarmi. Non mi ricordo la forza del sisma nella notte, ma solo perché il sonno profondo me lo ha impedito. Non ho notizie da dare: “Immota manet” come nello stemma della città, ho molto da ricordare, quella sera, la notte del terremoto ero a casa, mi sono svegliato, e mio figlio allora studente di geologia alla “Sapienza” di Roma, girando per casa mi dice: “La solita scossa di terremoto a L’ Aquila sono giorni che seguiamo all’uni- versità i sismogrammi”. Poi, ciò che è accaduto dopo, lo abbiamo seguito alla televi- sione che per giorni ci ha documentato riguardo gli eventi. Subito, nei primi mesi, ho pensato che tutto si sarebbe risolto velocemente e brillantemente. L’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si recava spesso a L’Aquila, il G8 venne spostato dalla Maddalena a L’Aquila, Obama venne ripreso mentre giocava in un campo da basket alle- stito presso la scuola del comando della Guardia di Finanza, Michelle Obama, com- mossa, veniva immortalata davanti alla Chiesa delle Anime Sante. L’AQUILA E LA SUA UNIVERSITÀ: IL GIORNO DEL RICORDO “IO SONO UN GIORNALISTA ABRUZZESE” Il ricordo Il ricordo di di Massimiliano Spiriticchio Massimiliano Spiriticchio Continua a pagina 4 La riflessione La riflessione di di Emanuel Galea Emanuel Galea Continua a pagina 6

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QUOTIDIANO INDIPENDENTE DI INFORMAZIONE

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Page 1: 6 APRILE 2013

Sabato 6 Aprile 2013Direttore Responsabile: Chiara Rai - Editore: IG Servizi Srl - Sede legale: Roma, via C. Colombo, 440 - Tel. 3457934445 - Fax. 02700505039 - Email: [email protected]

Immagini, testimonianze, riflessioni e ricordi

L’editorialeL’editorialedidi Franco MediciFranco MediciDocente Facoltà di Ingegneria

“Sapienza” Università di Roma

L’Aquila 6 Aprile 2009

NON DOBBIAMO DIMENTICARETi stringi forte alle persone care, infondi e chiedi

sicurezza, speri che dopo quell'ultima scossa la

terra smetta di tormentarti. Invece...

Chiara Rai a pagina 6

Anno II Numero 25

L’AQUILA QUATTRO ANNI DOPO

UN O M A G G I O A D U N A C I T T A ’ F E R I T A

Commentando lo scenario apocalittico dopo il “Grande Terremoto” del1703, in una lettera inviata al Viceré del Regno di Napoli, MarcoGarofolo, Marchese della Rocca, così si era espresso: “La città deL’'Aquila fu, non è; le case sono unite in mucchi di pietra, li rema-sti edifici non caduti stanno cadenti.Non so altro che posso diredi più per accreditare una città rovinata”.Oggi, ricordando il ter-remoto che ferisce ancora le città abruzzesi, quello che il 6 apri-le 2009, tra le macerie, le case crollate, i 56 centri storicidistrutti, le Chiese e i beni storico culturali sepolti sotto cumu-li di polvere e di pietre, ricordando le 309 vittime e 2000 feritici sentiamo di ripetere, parola per parola lo sfogo del Marchese della Rocca al Viceré di Napoli.

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Io sono un giornalista abruzze-se: quest’affermazione potrebbesembrare banale ed irrilevante.Eppure se la scrivi il 6 apri-le 2013 improvvisamente non èpiù così: tutti gli anniversariinfatti hanno il potere di farriaffiorare i ricordi e quellodi oggi non fa eccezione.Perciò considero inevitabileche, quando l’osservatorelaziale, testata con cui colla-boro da poco e che ringrazio, miha chiesto di scrivere que-st’articolo, la mia mente siastata assalita da una serie diricordi che forse sarebberovenuti fuori comunque, ma cheora assumono l’aspetto partico-lare di un pezzo giornalisticoe quindi sono stati in qualchemodo messi in fila. Me la ricor-do, sì, me la ricordo, quellamattina del 6 aprile 2009, cosìcome mi ricordo i terremoti deigiorni precedenti, quelle scos-se di cui si è tanto parlato eche avevano creato anche pole-miche da parte di chi ritenevache non si dovessero lanciareallarmi. Non mi ricordo laforza del sisma nella notte, masolo perché il sonno profondome lo ha impedito.

Non ho notizie da dare:“Immota manet” come nellostemma della città, ho moltoda ricordare, quella sera, lanotte del terremoto ero acasa, mi sono svegliato, emio figlio allora studente digeologia alla “Sapienza” diRoma, girando per casa midice: “La solita scossa diterremoto a L’ Aquila sonogiorni che seguiamo all’uni-versità i sismogrammi”. Poi,ciò che è accaduto dopo, loabbiamo seguito alla televi-sione che per giorni ci hadocumentato riguardo glieventi. Subito, nei primimesi, ho pensato che tutto sisarebbe risolto velocemente ebrillantemente. L’alloraPresidente del ConsiglioSilvio Berlusconi si recavaspesso a L’Aquila, il G8venne spostato dallaMaddalena a L’Aquila, Obamavenne ripreso mentre giocavain un campo da basket alle-stito presso la scuola delcomando della Guardia diFinanza, Michelle Obama, com-mossa, veniva immortalatadavanti alla Chiesa delleAnime Sante.

L’AQUILA E LA SUA UNIVERSITÀ:

IL GIORNO DEL RICORDO

“IO SONO UN GIORNALISTA

ABRUZZESE”

Il ricordoIl ricordodidi Massimiliano SpiriticchioMassimiliano Spiriticchio

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La riflessione La riflessione didi Emanuel GaleaEmanuel Galea

Continua a pagina 6

Page 2: 6 APRILE 2013

pag. 2 L’osservatore lazialePRIMO PIANO

Trasporto Pubblico

BATTESIMO PER IL "COMITATO PENDOLARI FL3 LAGO DI

BRACCIANO" Il neo comitato parte in quarta con delle richieste concrete e sottolinea: "Il comitato intende far

valere i diritti di tutti i pendolari della linea Roma - Cesano - viterbo

Venerdì Santo 2013 si è costi-tuito il "Comitato Pendolari FL3Lago di Bracciano" ed è statasollecitata la Regione Lazio alfine di ottenere i finanziamentinecessari al raddoppio dei bina-ri almeno da Cesano a Bracciano,come previsto da una progetta-zione preliminare della sintag-ma, sviluppata su incarico diRFI, datata Settembre 2010, perun importo di 14.441.883,18 Eurocomprensivo dell'abbassamento della livelletta inprossimità del centro abitato."Per avere il quadro finale del-l'intervento – si legge nel pro-getto - sarà necessario aggiun-gere gli importi relativi a TE,Armamento, IS e TLC stimabiliparametricamente pari a 29,9Milioni di Euro; mentre per lesomme a disposizionedell'Amministrazione si può pre-vedere in prima battuta un impor-to pari al 40 % dell'importototale dei lavori". Tutto questorammentando che nel 1994 fu pre-sentato un progetto preliminaresenza finanziamento reale, perl'elettrificazione ma non per ilraddoppio della linea FL3, per unimporto di 140 Milioni. Dopo un

lungo calvario sui binari della FL3 si è costituito il "Comitato Pendolari FL3 Lago di Bracciano" con richiesta di adesione a Sindacie Pendolari della linea. Lo scopo principale del Comitato è quello di raccogliere critiche costruttive e concrete al nuovo orario invigore dal 10 marzo 2013 e voluto dal MOsP di Viterbo che vorrebbe poter raggiungere Roma Ostiense in 65' anche a costo di sbeffeg-giare e minimizzare i tanti problemi provocati ai pendolari delle altre stazioni, sopratutto a quelle non servite dai treni Diretti.Chi deve raggiungere, per lavoro o per necessità, gli ospedali Gemelli o San Filippo Neri si trova fortemente svantaggiato dal nuovoorario, che di sponda colpisce anche altre stazioni. Prendendo come pretesto i disagi per le soppressioni locali, e per il sovraffo-lamento dei TAF che portano studenti a scuola e personale medico ai vari ospedali lungo la FL3, il Comitato intende far valere altavolo delle decisioni con Trenitalia, Rfi e Regione Lazio, i diritti di Tutti i pendolari della linea Roma-Cesano-Viterbo. In vistadel prossimo incontro i promotori del "Comitato Pendolari FL3 Lago di Bracciano" Luca Pagni di Bracciano e Graziarosa Villani diAnguillara Sabazia chiedono a pendolari ed istituzioni la cortesia di pensare e formulare contestazioni documentate (con Stazioni di

VITTIME DELLA STRADA E DELLA SANITA’: L’APPELLO

DELL’ANEIS AL PRESIDENTE NAPOLITANO

Il Presidente A.N.E.I.S. chiede al Presidente della Repubblica di non firmare il decreto Monti che ridurrebbe fino al 60% i risarci-menti per le vittime di incidenti stradali e della malasanità. Il Governo Monti, proprio mentre sta abbandonando Palazzo Chigi, hadeciso di preparare un decreto per regolare i risarcimenti per le vittime di incidenti stradali o della malasanità.Tali parametri, se approvati, ridurrebbero i risarcimenti dovuti per le gravi invalidità a valori ridicoli e umilianti per la digni-tà di chi è già stato così pesantemente colpito nel bene più grande: la salute. Attualmente, per risarcire simili danni, vengono uti-lizzate e c.d. Tabelle di Milano predisposte dall'Osservatorio per la giustizia civile di Milano, ritenute dalla Cassazione e dalParlamento un equo parametro di riferimento per risarcire il danno alla persona su tutto il territorio nazionale. Le tabelle in fasedi approvazione, predisposte dal Governo Monti, prevedendo risarcimenti ridotti del 50 o 60% rispetto a quelle di Milano, da pocoaggiornate, e consentiranno alle Imprese di assicurazione di lucrare vergognosamente sul dolore e sulle sofferenze degli Italiani."Facciamo tutti appello al Presidente Napolitano, ultimo baluardo inespugnabile degli Italiani, affinché non firmi questo iniquo e

scellerato decreto che ferisce la dignità umana e lede i diritti del danneggiato macroleso, che simile lesione ha subito non certoper sua volontà tantomeno con intenti speculativi. - Ha dichiarato Luigi Cipriano, Presidente A.N.E.I.S. - Associazione NazionaleEsperti Infortunistica Stradale. - Il Presidente Napolitano saprà adeguatamente considerare se il diritto alla salute e al suo inte-grale risarcimento debba essere calpestato e fatto valere meno degli utili di bilancio delle Imprese di assicurazione che da tempo ormai, grazie ai molteplici regali avuti, godono di ottima salute."

“Presidente Napolitano, difenda la dignità delle vittime degli incidenti stradali e della

malasanità!”

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L’osservatore laziale pag. 3SPECIALE L’AQUILA

Per la prima volta vedo apparire un segnale di qualche

cosa che non andava, un gruppo di spiritosi, i soliti

estremisti polemici, pensavo, allestiscono in bella

mostra sui prati vicino alla città la scritta organizza-

ta con dei sassi “Yes, we camp”. Poi, ancora, il 7 luglio

2010 una manifestazione a Roma di terremotati della città

accolti da manganellate. Io ho tre amici a L’Aquila, tre

miei ex colleghi, dico ex perché io ho cominciato la mia

attività accademica in quella città, ero il più giova-

ne dei tre e per sette anni abbiamo prodotto insieme

della buona ricerca nella facoltà di Ingegneria lassù, a

Roio, in una facoltà che oggi non c’è più in quel luogo.

Anzi, poco prima di tornare a Roma, nel 1990, ho segui-

to la presentazione del progetto di ampliamento della

facoltà e visto i primi lavori, mi accorgevo che qual-

che cosa non era a regola d’arte, ma pensavo: tanto sto

per andare, via ci metteranno mano gli aquilani. Ora que-

sti tre miei amici non vivono più in città: uno è ad

Avezzano, l’altro a Rocca di Mezzo, il terzo, il più

anziano, a Giulianova: “respiro aria di mare”, come dice

lui. Le loro speranze di tornare in città? Poche, forse

nessuna. Nel settembre 2009 i miei colleghi si sono sforzati di organizzare in città un congresso internazionale sulla

“Valorizzazione e recupero dei rifiuti industriali”, un evento biennale tenutosi per la prima volta nel 1997, uno dei più impor-

tanti del settore in Italia, frutto dell’ attività e delle ricerche del Dipartimento di Ingegneria Chimica. In quella occasione

ho avuto modo, utilizzando una presentazione, di entrare nella zona rossa, la Protezione Civile non aveva piacere a far entrare

le persone estranee, probabilmente per difficoltà organizzative e per frenare il turismo della curiosità. Ho girato a lungo, tre

ore, più che altro interessato ad osservare le opere di puntellamento e le fratture da azione sismica, così da soddisfare la mia

curiosità ingegneristica, volevo, inoltre, fare delle fotografie per poi farle vedere ai miei studenti, ho chiesto il permesso mi

è stato gentilmente detto di evitare. Mi ha particolarmente colpito la zona attorno al Rettorato, probabilmente tra le più col-

pite e tra le meno illustrate dalla televisione. I rapporti sono poi continuati, perché interromperli, quella era ed è una buona

Università, sono andato più volte, una cosa mi ha colpito ricordo negli anni prima del terremoto a tutte le ore del giorno gio-

vani e meno giovani passeggiare per il centro tra la fontana Luminosa e la piazza del Duomo e fermarsi ai “quattro cantoni”, ora

il luogo della passeggiata e degli

incontri è diventato un anonimo cen-

tro commerciale: L’Aquilone in perife-

ria. Sono tornato lo scorso marzo

negli stessi luoghi, un disastro:

nulla è stato fatto il centro è anco-

ra disabitato, gli edifici puntellati

come nel 2009, la facoltà di

Ingegneria a Roio non riaperta. La mia

non è una denuncia, non conosco per

nulla i problemi della ricostruzione,

è una pura testimonianza. Ah, dimen-

ticavo, negli anni qui a Roma ho

incontrato tanti studenti allora

iscritti a L’ Aquila e poi trasferiti

a Roma, tutti molto dignitosi, a

parte il risultato più o meno bril-

lante, dipende dalle persone, dal

tempo dedicato alla preparazione dell’

esame, ma nessuno di questi ragazzi

piagnucoloso, solo alla fine dell’esa-

me mi dicevano non posso registrare e

perché chiedevo? Ho problemi burocra-

tici, mi rispondevano, non mi hanno

riconosciuto ancora il trasferimento,

non mi hanno convalidato gli esami, ho

difficoltà a farmeli riconoscere, si è

perso il carteggio. Ultimamente sempre

in televisione ho visto una senatrice

della Repubblica, eletta in Abruzzo,

Paola Pelino, in prima fila a Milano

davanti al Palazzo di Giustizia.

Perché non è in prima fila a sostene-

re le ragioni dei suoi conterranei?

Probabilmente non ne so abbastanza e

non conosco le azioni e gli interven-

ti dei parlamentari eletti in Abruzzo.

dalla prima pagina l’editoriale di Franco Medici -Docente Facoltà di Ingegneria “Sapienza” Università di Roma

L’AQUILA E LA SUA UNIVERSITÀ: IL GIORNO DEL RICORDO

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pag. 4 L’osservatore lazialeSPECIALE L’AQUILAdalla prima pagina il ricordo di Massimiliano Spiriticchio

“ I O S O N O U N G I O R N A L I S T A A B R U Z Z E S E ” I l r i c o r d o d e l t e r r e m o t o v i s s u t o c o n g l i o c c h i d i u n c r o n i s t a

La terra ha tremato anche nella mia Montesilvano,

una città di mare attaccata a Pescara, distante

circa cento chilometri da L’Aquila. I miei ricordi

di quel giorno sono il senso di smarrimento della

gente la paura terribile di nuove scosse. Ma soprat-

tutto i volti ed i gesti. I volti del mio 6 aprile

sono quelli di due persone che si sono presentate in

tarda mattinata alla Curia Arcivescovile di Pescara,

dove mi trovavo per lavoro. Hanno chiesto se una

loro sorella, suora a Paganica, era viva o no.

Ricordo la delicatezza usata da chi ha detto loro

che il convento era crollato e che al momento non si

avevano notizie delle sue ospiti. Solo dopo si seppe

che quella suora era una delle 309 vittime. I gesti

del mio 6 aprile sono quelli delle famiglie e dei

giovani. La mattina di quello stesso 6 aprile quan-

do arrivo nella radio in cui lavoro, arriva una

chiamata: è quella di una nota emittente toscana,

collegata allo stesso circuito cui siamo collegati noi. Chiedono di un giornalista e la chiamata passa a me. Il pomeriggio di

quello stesso giorno sono sempre nella mia Montesilvano, in quegli alberghi che all’improvviso si sono riempiti di sfollati.

Gente che arriva da tutti i paesi colpiti dal terremoto. Giovani, vecchi, uomini e donne: è un popolo intero che si ritrova

all’improvviso con una sola cosa: la voglia di ricominciare. Ma è l’8 aprile che conosco una delle persone che mi rimarranno

più impresse: è una ragazza di circa venti – venticinque anni. A L’Aquila faceva la crocerossina. La notte del terremoto come

tutti era dovuta partire alla svelta. Si era salvata tra le macerie. Quando l’hanno vista arrivare ed hanno saputo del suo esse-

re una di loro, gli uomini della Croce Rossa le hanno chiesto se vole-

va dar loro una mano: “Qui non ho null’altro da fare” aveva risposto

indossando la sua casacca per poi raccontarmelo tra lacrime a stento

trattenute e dicendomi di non chiamarla “eroina”. L’Abruzzo fino ad

allora era stato diviso dai soliti campanilismi fra Chieti, Pescara,

Teramo e L’Aquila. Ma in quei giorni non c’erano divisioni. C’era una

sola, grande famiglia. Una famiglia i cui volti si sono uniti 22 gior-

ni dopo il sisma, il 28 aprile, quando Papa Benedetto venne a visitare

L’Aquila. Fu allora che, seguendo il suo viaggio, vidi per la prima

volta dopo la notte delle 3:32 la città in cui mio fratello aveva stu-

diato e si era laureato, in cui tante volte ero stato proprio nel cuore

di quella famosa zona rossa ancora “off limits”. Vidi la distruzione,

le macerie, lì e nei tantissimi paesi della quattro province d’Abruzzo

colpiti. Vidi la fede di gente che si affidava al Signore sperando di

risorgere. Vidi e piansi, sapendo che L’Aquila e l’Abruzzo non sareb-

bero più stati quelli di prima. Ma sapevo anche un’altra cosa: che le

macerie avevano già avuto l’effetto di far emergere, oltre alla rabbia

e qualche volta lo sciacallaggio, la solidarietà vera, profonda, sin-

cera. Quella delle famiglie numerose, che nonostante i loro almeno quat-

tro figli, contattavano i responsabili locali della loro associazione,

per chiedere di “adottare” a distanza qualche altra famiglia ricca di

prole e colpita dal sisma. Quella di alcuni ragazzi di una scuola di

moda di Pistoia che, portando in mano i soldi raccolti in una sfilata

di beneficenza, arrivarono fino a Paganica per dare la somma raccolta

nelle mani di una madre e di un padre con sette figli, che, a trenta

giorni esatti dal terremoto, vivevano in uno scantinato, anche se ave-

vano fatto ripartire l’azienda di fami-

glia in modo rudimentale, sotto le

tende. Oggi i segni del sisma si vedo-

no ancora, anche perché la ricostruzio-

ne va a rilento ed in molti vivono anco-

ra lontani da casa loro. Ma una speran-

za c’è: non è riposta nella politica,

alle prese con lentezze ed intoppi

vari, né nell’economia, vista la crisi.

Si radica invece proprio in quella rete

di legami, molti dei quali nati appun-

to in quei giorni. Legami che oggi

forse tornano per un giorno a farsi più

forti. Proprio come quei ricordi, che a

volte vorri cancellare, ma che, quando

riaffiorano, mi fanno capire tante

cose. E rivivere situazioni dalle quali

vorrei davvero prendere esempio.

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L’osservatore laziale pag. 5SPECIALE L’AQUILAIL CONSERVATORIO “ALFREDO CASELLA”

Angelo Parca

Il Conservatorio di Musica di L’Aquilafu fondato nel 1967 come sezione stac-cata del Conservatorio Santa Ceciliadi Roma. Ottenuta la piena autonomia,nel 1968, venne intitolato al compo-sitore e pianista torinese AlfredoCasella. La sede storica dell’Ateneoera ubicata presso palazzo Gaglioffi,in via Gaglioffi in pieno centro sto-rico del capoluogo abruzzese.Sull’edificio, risalente al 1200,furono eretti, nella seconda metà del1300, la Chiesa ed il Monastero della Beata Antonia.

Dopo aver occupato per molti anni Palazzo Gaglioffi, cui successi-

vamente si aggiunse parte di Palazzo Rivera, dal 2007 al 2009 il

Conservatorio ha occupato il Convento adiacente alla Basilica di

Santa Maria di Collemaggio, il più importante monumento della città

di L’Aquila. A disposizione delle attività del Conservatorio, oltre

alla zona degli uffici, vi erano 43 aule, un auditorium con 150

posti, uno studio di registrazione, un’aula multimediale e la

biblioteca con annesso internet point a disposizione degli studen-

ti. Dal dicembre 2009, abbandonata la sede di Collemaggio perché

inagibile a causa dei danni provocati dal sisma, il Conservatorio

è ospitato in una sede - appositamente realizzata dalla Protezione

Civile. La costruzione è situata in zona “Colle Sapone”, in una zona

facilmente accessibile anche a coloro che provengono da fuori

L’Aquila e ha consentito agli studenti e ai docenti del

Conservatorio di riprendere regolarmente l’attività didattica solo

pochi mesi dopo il terremoto. “La nuova sede temporanea è stata rea-

lizzata a tempo record. - racconta Bruno Carioti direttore del

Casella - La struttura, terminata il 22 dicembre 2009, è stata rea-

lizzata con un modulo provvisorio a uso scolastico (Musp) realizzato

dalla Protezione civile. - Carioti conclude - Oggi contiamo circa 1000

studenti, quasi il doppio degli iscritti che avevamo nel 2009. La

struttura odierna vanta delle caratteristiche tecniche ineccepibili”.

Palazzo Gaglioffi, sede storica, dal 1967 al

2007, del Conservatorio “Alfredo Casella”

Interno palazzo Gaglioffi

dopo il terremoto ”

Dal 2007 al 2009 il Conservatorio ha occupato il Convento adiacente

alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio Basilica di Santa Maria di Collemaggio dopo il terremoto

Particolare interno della nuova struttura (Musp) del Conservatorio

Bruno Carioti direttore del Conservatorio La nuova struttura (Musp) del Conservatorio durante la costruzione Studenti del Conservatorio

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pag. 6 L’osservatore lazialeSPECIALE L’AQUILA

Anche se questo anniversario, ahimè, coincide conl’assoluto crollo della speranza, siamo più che fidu-ciosi che la città de L’Aquila insieme a tutte lealtre cittadine colpite dal sisma risorgeranno gra-zie alla tenacia e alla volontà della loro gente ealla solidarietà di persone di buona volontà che,benché se ne dica, esiste ancora. Verrà il giorno chepotremo riammirare il capoluogo dìAbruzzo maestoso efiero dei suoi edifici storici, delle sue chiese, deisuoi musei, cattedrali della cultura e dell’arte.Non è la prima volta che questa città si trova inginocchio. Nel 1259 fu rasa al suolo da Manfrediperché rimasta fedele alla Chiesa nella contesa trapapato e impero; fu distrutta dal grande terremotodel 1703. Ogni volta è rinata più ricca e più belladi prima. Di cuore le auguriamo che così potrà esse-re anche questa volta..

dalla prima pagina la riflessione di Emanuel Galea

UN OMAGGIO AD UNA

CITTA’ FERITAChiara Rai

Ti stringi forte alle persone care, infondi e chiedi sicurezza, speri che dopoquell'ultima scossa la terra smetta di tormentarti. Invece, dopo che tutto ti ècrollato attorno, dopo che i tuoi cari, i ricordi, gli amici, sono stati divo-rati da una terra ribelle, capisci che l’ultima scossa, tuo malgrado, ti ha coltoimpreparato. L'Aquila e i paesi vicini hanno vissuto tutto, fino in fondo, finoa perdere le radici legate alla memoria storica di una città ridotta fantasma.Illusa, con voce afona dopo quattro anni si presenta sventrata, solo in parterimessa in piedi e grazie, soprattutto, alla buona volontà degli aquilani, alsostegno e solidarietà di coloro che senza slogan hanno donato per fratellanza,per comunanza con un sentimento sconosciuto ai fagocita tori di consensi:L’Aquila ora è poco appetibile, una vecchia piaga ancora non rimarginata doveall'occorrenza vi si è gettata un'àncora giocattolo. C'è chi a casa non vi e'tornato, le mura d'albergo hanno assorbito le sue nomadi lacrime. C'è chi haperso il proprio figlio, chi non ha avuto il tempo di nascere e chi di diventa-re madre. Ragazzi, anziani, donne, bambini raggiunti da un terremoto, classifi-cato di magnitudo 6.3, una scossa letale avvenuta ad una profondità di 8,8 chi-lometri: 308 vite umane, salite a 309 con la creatura prigioniera tra il ventredella madre e le macerie, che doveva venire alla luce proprio allora, il 6 apri-le del 2009. Secondo quanto si apprende, giunti al quarto anniversario del sisma,la popolazione assistita dallo Stato ammonta a 22 mila persone di cui 12 milanegli insediamenti antisismici del progetto CASE; 2.700 nei Moduli abitativiprovvisori; 6.700 beneficiari del contributo di autonoma sistemazione; 140 per-sone ancora ospitate dagli alberghi. Pina Calì, una persona comune, in un blogracconta la sua testimonianza di quel tragico giorno. “Mia figlia, studentessadell’università di L’Aquila in psicologia, divideva il suo appartamento conun’altra ragazza studentessa a piazza San Pietro a Coppito n° 1…..Papa CelestinoV, mi ha fatto il miracolo di riavere mia figlia sana e salva senza un graf-fio, recuperare la macchina e tutti gli effetti personale delle due studentes-se. Subito dopo la scossa terribile che ha raso al suolo la città di L’Aquila,la mia bambina è uscita scalza per scappare da quell’inferno. Davanti a un palaz-zo si è fermata ed è tornata indietro per recuperare le scarpe ed il telefoni-no. Pochi secondi ed è crollato il palazzo dove si era fermata poco prima! Senon tornavano indietro, le due ragazze sarebbero state travolte dalle macerie diquesto palazzo crollato. Sono riuscita a mettermi in contatto telefonico con miafiglia e l’ho invitata a scappare dal centro storico. Lei mi diceva che avevatrovato insieme all’amica, rifugio nel centro della piazza San Pietro, ma tuttointorno a loro crollava e vi erano fili di corrente elettrica scoperti e un forteodore di metano. Aveva terrore di avventurarsi per i vicoli con il buio. Quattroore in piedi sulla piazza, a quattro gradi, stando attente ai crolli dei palaz-zi intorno, spostandosi dal centro della piazza alla ricerca di un punto sicu-ro. Le due ragazze erano coperte da un pigiama ed una leggera giacchetta da came-ra. Per quasi quattro ore si sono abbracciate per riscaldarsi e farsi coraggioa vicenda. Dopo qualche ora è arrivato il loro “angelo salvatore” che le ha rag-giunte nel centro storico per portarle fuori da quell’inferno. Si è dovuto fer-mare lì con loro ed aspettare che arrivasse la prima luce del giorno per trova-re una via di fuga”. La memoria di questo evento dev’essere sempre rinnovata,non possiamo dimenticare quello che i nostri fratelli aquilani hanno subito e nep-pure le false promesse dei politicanti che giocano con la vita delle persone.

N O N D O B B I A M O D I M E N T I C A R E308 vite umane, salite a 309 con la creatura prigioniera tra il ventre della madre

e le macerie, che doveva venire alla luce proprio allora, il 6 aprile del 2009.

Luca Pagni

Il 3 ottobre 2009 furono resi noti i risultati benefici delconcerto-evento “Amiche per l'Abruzzo”svoltosi a San Siro il21 giugno 2009 per raccogliere fondi a favore delle popola-zioni terremotate: "Oltre 1 milione di euro, per la preci-sione 1.183.406,52, gli incassi, al netto delle spese, rac-colti con l’iniziativa, patrocinata dal Ministerodell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, di cuil’80% (946.725,21 Euro) sono stati devoluti al Comune dell’Aquila per la ricostruzione della scuola Edmondo De Amicis,simbolo della tragedia e il restante 20% (236.681.30 Euro)alla Onlus Aiutiamoli a Vivere, associazione di volontariato

e solidarietà da sempre impegnata sulle emergenze locali", La promotrice dell'iniziativa, Laura Pausini dichiarò: “Questo risultato èfrutto della generosità che la musica e l'amicizia hanno dimostrato di saper dare. Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato gra-tuitamente all’iniziativa e l'Italia intera che si è mossa per seguire il nostro concerto. Sono orgogliosa di noi”. Per Gianna Nannini“Il ringraziamento più grande al pubblico intervenuto...e come volevasi dimostrare sono le donne che mandano avanti l’Italia!” PerFiorella Mannoia "Grazie alla generosità di tutti quelli che hanno permesso tutto questo. Grazie a Laura per averci creduto fino in fondo".

LA SOLIDARIETA’ E LE INIZIATIVE PRO TERREMOTATI

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L’osservatore laziale pag. 7ROMA E PROVINCIA

Roma - La solenne liturgia inizierà alle ore 17.30, nell’arci-basilica di San Giovanni in Laterano. Concelebreranno con ilSanto Padre il cardinale vicario Agostino Vallini e il cardi-nale Camillo Ruini, vicario emerito, il Consiglio episcopaledella diocesi e il Consiglio dei parroci prefetti domenica 7aprile, alle 17.30, nell’arcibasilica di San Giovanni inLaterano, Cattedrale di Roma, Papa Francesco presiederà lasolenne celebrazione dell’Eucaristia con l’insediamento sullaCattedra di Vescovo di Roma. Concelebreranno con il Santo Padreil cardinale vicario Agostino Vallini e il cardinale CamilloRuini, vicario emerito, il Consiglio episcopale della diocesie il Consiglio dei parroci prefetti.Parteciperanno alla cele-brazione i sacerdoti di Roma e gli alunni dei Seminari RomanoMaggiore e Minore, del Redemptoris Mater, dell’Almo CollegioCapranica e gli Oblati della Madonna del Divino Amore, e colo-ro che, in conformità al Motu proprio "Pontificalis Domus",compongono la Cappella Pontificia. La Comunione sarà distri-buita da 75 diaconi permanenti mentre l’animazione musicaledella liturgia sarà affidata al Coro della diocesi di Roma. IlPapa prenderà possesso della Cattedra prima dell’inizio dellaMessa. Dopo l’insediamento alcuni rappresentanti della Diocesisaliranno da lui e, a nome della Chiesa di Roma, manifesteran-no l’obbedienza e la filiale devozione al proprio vescovo.Queste persone saranno: il cardinale vicario Agostino Vallini;il vicegerente monsignor Filippo Iannone; il vicario capitola-re, monsignor Luca Brandolini; monsignor Pasquale Silla, par-roco di Santa Maria del Divino Amore a Castel di Leva (decanodei parroci); don Daniele Natalizi, vicario parrocchiale di

Santa Maria Assunta e San Michele a Castel Romano (il più giovane di ordinazione ed età, ordinato nel 2012); don Gianpaolo Pertici,diacono permanente della parrocchia Natività di Nostro Signore Gesù Cristo all’Appio Latino; padre Marco Bellachioma, religiosodell’Ordine francescano Frati minori conventuali e segretario diocesano Cism; suor Maria Giuseppina Abruzzini, religiosa salesiana esegretaria diocesana Usmi; la famiglia di Marco e Monica Curzi con i loro quattro figli: Francesco (11 anni), Marta (10), Alessandro(9), Paolo (6); due ragazzi, Sofia Presciutti e Massimo Presti, del Servizio diocesano per la pastorale giovanile di Roma. Il servi-zio liturgico sarà svolto da 13 seminaristi del Pontificio Seminario Romano Maggiore e da 2 seminaristi romani dell’Almo CollegioCapranica mentre i diaconi assistenti saranno don Alberto Daniel Lopez Pantano (di origine argentina) e don Giuseppe Conforti, entram-bi ordinandi presbiteri per la diocesi di Roma il prossimo 21 aprile. L’accesso dei fedeli alla basilica sarà possibile dalle ore 15.30 e avverrà dall’ingresso principale (piazza di Porta San Giovanni), senza necessità di biglietto.

L’evento

ROMA, SAN GIOVANNI IN LATERANO: PAPA FRANCESCO A

BATTESIMO PER LA CATTEDRA DI VESCOVO DI ROMADomani l’insediamento di Papa Francesco sulla Cattedra di Vescovo di Roma

La nota

PEDOFILIA: STADERINI (RADICALI ITALIANI), DAL CASO

DON CONTI UNA LEZIONE PER COMUNE E VATICANO.Quali provvedimenti dal Vaticano rispetto al Vescovo Gino Reali?

Roma - Nello stesso giorno in cui è iniziato il processo d’appello a don Ruggero Conti,Papa Francesco ha parlato per la prima volta della pedofilia nella chiesa. “La coinciden-za rende più evidenti le due lezioni che emergono dal caso Don Conti, una per il Comunedi Roma e una per il Vaticano. - Dichiara in una nota Mario Staderini, Segretario diRadicali italiani - Se oggi il Comune è parte civile nel processo,- prosegue la nota - losi deve al fatto che in qualità di cittadino mi opposi alla decisione di Alemanno di noncostituire l’amministrazione in giudizio e mi sostituìi al sindaco, esercitando l’azionepopolare e ottenendo dal tribunale di primo grado il risarcimento danni in favore delComune. Grazie all’azione di un cittadino e allo scandalo di un sindaco che non aveva volu-to difendere gli interessi della città rispetto a un sacerdote che era stato testimonialdella sua campagna elettorale, fu approvata una delibera comunale in base alla quale iminori vittime di abusi sessuali non verranno più lasciati soli.La lezione per il Vaticano,invece, è quella di far seguire alle parole i fatti. Al caso di don Ruggero si aggiungequello di don Josè Poveda Sanchez, recentemente condannato in primo grado a sette anni direclusione con l'accusa di violenze su minore quando era parroco di Aranova. Entrambi i

sacerdoti ricadevano sotto la responsabilità della diocesi del Vescovo Gino Reali, a cui in vario modo erano giunte segnalazioni pertempo senza che ciò avesse portato ad assumere provvedimenti adeguati.Alcune domande attendono ancora una risposta: i tribunali vati-cani hanno mai aperto procedimenti sui due sacerdoti e se si, con quali decisioni? Quali provvedimenti sono stati presi nei confron-ti del Vescovo Gino Reali, il quale non ha mai denunciato all’autorità giudiziaria quanto gli era stato segnalato? La Curia garanti-rà il risarcimento economico alle vittime visto che difficilmente don Conti lo farà? - Il Segretario conclude la nota -A quanto mirisulta, la risposta a tutte le domande è negativa. Papa Francesco ne è conoscenza?In conclusione, ringrazio il sindaco Alemanno perl’attestato di stima nei miei confronti, spero solo che la tenacia con cui l’avvocatura è voluta subentrare nel processo al mio posto,a costo di ritardare di mesi la sentenza finale, non faciliti la prescrizione di alcuni dei reati commessi da don Conti.

MARIO STADERINI

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pag. 8 L’osservatore lazialeRIETI E VITERBO

Il Comune vincitore del bando dell’EACEA con il progetto EMAP

Elezioni Amministrative

TARQUINIA (VT), 2 MILIONI DI EURO DALL’EUROPA PER LA

PROMOZIONE DELLA CULTURA

Tarquinia (VT)- «È un successo straordinario. L’Unione Europea ha riconosciuto nel nostroprogetto un qualcosa di unico, meritevole di essere scelto. I fondi ci daranno la pos-sibilità di promuovere l’immagine della nostra città in tutta Europa». Così il sindacoMauro Mazzola commenta la decisione dell’EACEA, l’Agenzia Esecutiva per l'Istruzione, gliAudiovisivi e la Cultura (nell’ambito del programma cultura 2007-2013), di assegnare alComune di Tarquinia 1.991.899 euro per il progetto EMAP (European Music ArcheologyProject). «Il progetto è stato premiato come il migliore tra gli 80 presentati, di cuisolo 14 selezionati, avendo ottenuto 99 punti sui 100 attribuibili. - prosegue il primocittadino - Siamo orgogliosi di quanto abbiamo fatto». «È una grande soddisfazione, per-ché siamo gli unici in Italia ad aver ottenuto il finanziamento. - afferma il presiden-te della Commissione Cultura Angelo Centini - È stato svolto un lavoro eccezionaledall’Ufficio Valorizzazione delle Aree Archeologiche dell’assessorato alla Cultura,diretto dal dottor Luca Gufi, insieme all’esperto di musica antica Emiliano Li Castro.Avremo la possibilità d’investire concretamente nella cultura. Il progetto sarà presen-tato il 19 aprile nella Sala delle Arti della biblioteca “Vincenzo Cardarelli”».L’iniziativa, di cui capofila è il Comune di Tarquinia, vede coinvolte prestigiose uni-versità e associazioni europee: l’Università degli Studi della Tuscia per l’Italia;l’Università di Huddersfield e Royal Conservatoire of Scotland di Glasgow per la GranBretagna; l’Osterreichische Akademie der Wissenschaften per l’Austria; l’Universidad deValladolid per la Spagna; il Deutsches Archaologisches Institut di Berlino per laGermania; il Cyprus Institute per Cipro; il Music y Sid per la Svezia. Il progetto, rea-lizzato con la collaborazione del BIC Lazio, del MIBAC e della Regione Lazio, è incen-trato sulla musica antica e gli strumenti musicali: in cinque anni si procederà allaricostruzione, materiale e virtuale, degli strumenti musicali antichi. Ricercatori uni-versitari, artigiani e studiosi, avranno modo nei primi due anni di confrontarsi in varimeeting per scambiarsi informazioni e per realizzare gli strumenti. Dal terzo anno le

ricostruzioni virtuali e materiali saranno esposte in una mostra itinerante nelle principali città sei Paesi europei interessati.All’esposizione faranno da cornice workshop, pubblicazioni in varie lingue, concerti, seminari e laboratori didattici.

IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONECULTURA CENTINI E IL SINDACO MAZZOLA

Eventi Istituzionali

RIETI, ASSEMBLEA DEI SINDACI ATO 3: MANCANZA NUMERO

LEGALE

Rieti- "Si è tenuta ieri mattina l'assemblea dei Sindaci di ATO 3 che, seppur non svol-

ta per mancanza del numero legale, è stata l'occasione per rilanciare la risoluzione del-

l'annosa vicenda dell'interferenza d'ambito e del ristoro che la provincia di Rieti deve

ottenere da Acea. “Dobbiamo incalzare la nuova Regione Lazio affinché siano rispettati

gli accordi già stipulati e si risolva finalmente una vertenza che è di vitale impor-

tanza per i nostri Comuni. Forti anche della messa in mora, compiuta dalla Guardia di

Finanza su delega della Procura Generale della Corte dei Conti, i Comuni della provin-

cia, uniti, faranno valere i loro diritti nella convinzione di poter ottenere un risul-

tato storico. Non possiamo più permettere che prosegua lo scempio a danno di un terri-

torio, già fortemente depredato, al quale deve essere restituita la propria dignità con

un provvedimento che renda finalmente giustizia". Ha dichiarato il primo cittadino Simone

Petrangeli.

Petrangeli: “Non possiamo più permettere che prosegua lo scempio a danno di

un territorio, già fortemente depredato”

SIMONE PETRANGELI

Rieti- Oggi alle ore 15.30, nel corso di una breve cerimonia che si terrà al Parco pubblico di via Liberato di Benedetto, il Sindaco

Simone Petrangeli, insieme ai familiari delle tre vittime reatine del terremoto dell'Aquila del 6 aprile 2009, apporrà la targa di

intitolazione dello stesso Parco alla memoria di Luca Lunari, Argenis Valentina Orlandi e Michela Rossi. Come già annunciato, la

Giunta, con una delibera approvata il 6 marzo scorso, ha manifestato l'intenzione di dedicare alla memoria dei tre giovani reatini

uno spazio pubblico della nostra Città. La targa toponomastica, che sarà scoperta durante la cerimonia alla presenza dei familiari,

riporterà, sotto lo stemma dell'Amministrazione comunale, la seguente dicitura: "Parco vittime 6 Aprile 2009 – Luca Lunari, Michela

Rossi, Argenis Valentina Orlandi". In rappresentanza del Comune dell'Aquila presenzierà alla cerimonia di intitolazione del Parco il

Consigliere comunale Maurizio Capri. Nell'ambito di questa iniziativa, sempre sabato 6 aprile, a partire dalle ore 17.30, l'Auditorium

Varrone (via T. Varrone, 57) ospiterà un concerto di musica classica con l'esibizione del "Musi Trio", con il Maestro Paolo Paniconi

al Piano, il flautista Sandro Sacco e con il soprano Maria Rosaria De Rossi. Saranno proiettati anche tre filmati in ricordo di Luca

Lunari, Michela Rossi e Argenis Valentina Orlandi. La direzione artistica è di Fulvio Iampieri (Retezero), presenta Francesco Aniballi.

RIETI, INTITOLAZIONE PARCO "VITTIME 6 APRILE 2009"

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L’osservatore laziale pag. 9

FROSINONE E LATINAAbbandono Animali

FROSINONE, ABBANDONO DEGLI ANIMALI: INTERVIENE LA

POLIZIA LOCALEIeri è stato segnalato da agenti della polizia locale il proprietario di un cavallo

lasciato incustodito in località Casaleno, per violazione dell’art 672 comma 1 c.p.

Frosinone - L’abbandono di animali è un reato con-travvenzionale di cui deve rispondere chiunqueabbandoni animali domestici o che abbiano acquisitoabitudini alla cattività e che, quindi, non potreb-bero sopravvivere autonomamente senza l’aiuto del-l’uomo. Risponde di tale reato anche chi mantengaanimali in condizioni incompatibili con la loronatura e produttive di gravi sofferenze. Forma piùlieve, ma assai grave è l’omessa custodia e malgo-verno di animali, ipotesi prevista e sanzionata dal-l’art 672 comma 1 c.p., per il quale è prevista unasanzione pecuniaria da 25 € a 258 €. Sul territoriocomunale è atavica l’usanza da parte di alcune etniedi lasciare pascolare indisturbati, a volte anche inzone centrali della città, cavalli di varie misuree numerose sono le richieste di intervento di cit-tadini spaventati che allertano la centrale opera-tiva della polizia locale. La polizia locale ha dun-que deciso di contrastare con ogni mezzo questo dif-fuso fenomeno che non è più tollerabile. Ieri èstato segnalato da agenti della polizia locale ilproprietario di un cavallo lasciato incustodito inlocalità Casaleno, per violazione dell’art 672 comma

1 c.p. Nella stessa giornata sono stati sanzionati i proprietari di 7 cani che portavano i loro animali a passeggio senza il previ-sto kit.Da oggi in poi questi comportamenti non saranno più tollerati. Sono in corso contatti per individuare una stalla dove ver-ranno dati in custodia gli animali trovati in stato di abbandono sul nostro territorio. I proprietari sono avvertiti. Oltre alle san-zioni penali e pecuniarie ci sarà da sostenere anche le spese di custodia degli animali accalappiati e quindi prima di abbandonarlio lasciarli incustoditi sul suolo pubblico sarebbe opportuno fermarsi a riflettere.

Formia (LT) - “ Bartolomeo ha governato questa città dal 1994 al 2008, fattosalvo i 18 mesi dell’era Antonio Miele. Un lungo periodo per mettere in camponuove proposte ed avviare riforme in materia di gestione di servizi pubbli-ci. Purtroppo la tanta auspicata stagione delle riforme non ha prodotto alcunsignificativo risultato, soprattutto sul fronte dei rifiuti”. A parlare è il presidente della commissione ambiente Vincenzo Forte. “Ilnostro ruolo in cinque anni di governo – spiega Forte - è stato quello diportare a ragionare in maniera univoca i tre principali Comuni del Golfo,evitando di produrre nomine di Cda o presidenti di amministrazione come fattodall’ex sindaco con la Golfo Ambiente. Un obiettivo – il nostro - finaliz-zato non alla gestione locale del rifiuto bensì alla realizzazione degliimpianti per la raccolta e lo smaltimento del differenziato. Sono questi anostro avviso i veri costi del servizio che incidono sul ciclo dei rifiu-ti: costi di trasporto e di smaltimento ( il primo impianto utile si trovaa Latina Scalo ). Su questa linea ci siamo mossi da subito, convinti chele città di Gaeta e Minturno potessero concorrere al progetto di “ Cittàdel Golfo”, in modo da abbattere unitariamente costi e tariffe. Dal puntodi vista della raccolta differenziata è utile rammentare che Formia nellaprovincia di Latina possiede i migliori standard di produzione e differen-ziato. Non a caso – rincara Forte - abbiamo ricevuto, grazie all’interessa-mento dell’assessore provinciale Gerardo Stefanelli, circa 1.500.000 euroin cinque anni. Nel contempo stiamo partecipando al bando per il compostag-gio domestico ed abbiamo rimesso in funzione tutte le isole ecologiche, con

un adeguamento strutturale sulla raccolta differenziata che copre il 90% del territorio comunale rispetto al 10% del 2008. Altripunti meritori riguardano la riduzione del tasso di assenteismo del personale e l’ampliamento e messa a norma dell’Eco Centro all’exEnaoli. In cinque anni attraverso i Consorzi – conclude il presidente Forte – abbiamo risparmiato un milione di euro mantenendo ilcosto del servizio inalterato. Per comprendere meglio la situazione che abbiamo trovato al nostro insediamento basterebbe citare ildato globale del servizio: una produzione di circa Kg. 25 milioni di rifiuti all’anno ridotta oggi a 16 milioni. Tutto ciò ha com-portato un risparmio quantificabile in qualche milione di euro per le casse comunali. Un indice di positività sulla qualità delle prestazioni e l’efficienza del servizio”.

Politica & Cittadini

FORMIA (LT) POLITICA DEI RIFIUTI. FORTE : “IL NOSTRO

BILANCIO È POSITIVO“La nota del presidente della commissione ambiente Vincenzo Forte

VINCENZO FORTE