FUORI DAL COMUNE

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dal COMUNE Immagini, Tracce, Racconti dei nostri Comuni Comune di Monsampietro Morico 13 ALLEGATO - N.05/2012 Fuori envenuti a Monsampietro Morico, un’oa- si felice copiosamente densa di bellezze storico-artistiche, culturali e ambientali, che dai suoi 289 m slm sintetizza le più preziose caratteristiche dei piccoli borghi tipici marchigiani. Facilmente raggiungibile dal non distante litorale adriatico, questo comune fermano si erge dalla val- lata del fiume Ete Vivo e dona a chiunque gli faccia visita un panorama meraviglioso con scorci urbani interessanti e paesaggi naturalistici incredibili. Per la valorizzazione integrale di quanto questo comune sia in grado di offrire, sono stati numerosi i restauri che hanno riportato alla luce tutti i beni culturali del paese, ossia palazzi e opere d’arte con i quali illustri personaggi, anche legati alla santa sede romana nel passato, hanno saputo adornare questo singolare lembo di terra. Se consideriamo il fatto che, oltre ai tanti gioielli del capoluogo, sono da annoverare anche la bellezza e la ricchezza di cui può fregiarsi la vicina frazione di Sant’Elpidio Morico, ecco che il piacere della scoperta di Mon- sampietro Morico si moltiplica. Le eccellenze monsampietrine, di cui godere, sono anche quelle legate alla tradizione culinaria, per le quali si organizzano ogni anno seguitissime feste e sagre paesane, o che possono gustarsi presso le strutture ricettizie o commerciali più storiche e genuine del paese, aperte tutto l’anno. Un nuovo modo di fare turismo dà la possibilità poi a chiunque voglia ritornare per un po’ alla vita agreste dei nostri avi, di seguire la raccolta e la lavorazione delle olive, delle uve, ecc., presso case ristrutturate dai nipoti di coloro che se ne andarono negli anni ‘60. Non da ultimo, un’aggiornata agricoltura, un com- petente terziario e industrie di elaborati in filo di ferro ben sviluppate sono le basi solide su cui gli uomini e le donne monsampietrini hanno saputo costruire un tenore di vita a misura d’uomo: opero- so, in sicurezza e sano. Vi aspettiamo, naturalmente, a Monsampietro Morico. Le chiavi della città Saluto del primo cittadino Romina Gualtieri B RISTORANTE - PIZZERIA - SALA BANCHETTI MONSAMPIETRO MORICO (FM) - Via Ete, 87/a Cell. 338.1756626 - Tel. 0734.773148 - www.alpicchioverde.it PIZZA A LIEVITAZIONE NATURALE Chiuso il lunedì

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Comune di Monsampietro Morico

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dalCOMUNEImmagini, Tracce, Racconti dei nostri Comuni

Comune di Monsampietro Morico

13ALLEGATO - N.05/2012

Fuori

envenuti a Monsampietro Morico, un’oa-si felice copiosamente densa di bellezze storico-artistiche, culturali e ambientali, che

dai suoi 289 m slm sintetizza le più preziose caratteristiche dei piccoli borghi tipici marchigiani. Facilmente raggiungibile dal non distante litorale adriatico, questo comune fermano si erge dalla val-lata del fiume Ete Vivo e dona a chiunque gli faccia visita un panorama meraviglioso con scorci urbani interessanti e paesaggi naturalistici incredibili. Per la valorizzazione integrale di quanto questo comune sia in grado di offrire, sono stati numerosi i restauri che hanno riportato alla luce tutti i beni culturali del paese, ossia palazzi e opere d’arte con i quali illustri personaggi, anche legati alla santa sede romana nel passato, hanno saputo adornare questo singolare lembo di terra. Se consideriamo il fatto che, oltre ai tanti gioielli del capoluogo, sono da annoverare anche la bellezza e la ricchezza di cui può fregiarsi la vicina frazione di Sant’Elpidio Morico, ecco che il piacere della scoperta di Mon-sampietro Morico si moltiplica. Le eccellenze monsampietrine, di cui godere, sono anche quelle legate alla tradizione culinaria, per le quali si organizzano ogni anno seguitissime feste e sagre paesane, o che possono gustarsi presso le strutture ricettizie o commerciali più storiche e genuine del paese, aperte tutto l’anno. Un nuovo modo di fare turismo dà la possibilità poi a chiunque voglia ritornare per un po’ alla vita agreste dei nostri avi, di seguire la raccolta e la lavorazione delle olive, delle uve, ecc., presso case ristrutturate dai nipoti di coloro che se ne andarono negli anni ‘60.Non da ultimo, un’aggiornata agricoltura, un com-petente terziario e industrie di elaborati in filo di ferro ben sviluppate sono le basi solide su cui gli uomini e le donne monsampietrini hanno saputo costruire un tenore di vita a misura d’uomo: opero-so, in sicurezza e sano. Vi aspettiamo, naturalmente, a Monsampietro Morico.

Le chiavi della cittàSaluto del primo cittadino Romina Gualtieri

B

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2Monsampietro Morico

Come testimoniato dal rinvenimen-to nel 1971, nella scarpata di fronte alla chiesa della Madonna del Car-mine, di una ricchissima tomba di donna picena risalente al III secolo a.C., Monsampietro Morico ha un’o-rigine antichissima. I primi insedia-menti risalgono all’epoca dei Piceni e in epoca romana ospita già una struttura con funzione di controllo del territorio e della sua viabilità. In questo luogo, infatti, passava la strada romana di collegamento tra la Salaria “Ascoli-Cluana” e la città di Falerio Picenus.Il nome del borgo compare per la prima volta sotto il pontificato di papa Alessandro II in un docu-mento del 1061, quando Malugero Melo, figlio del nobile normanno Drogone d’Altavilla, conte delle Puglie, giunto nel fermano, fondò tre castelli protetti da alte e solide mura omonimi dei suoi tre figli Pietro, Elpidio e Rinaldo: Monsam-pietro Morico, Sant’Elpidio Morico e Monterinaldo Morico. L’aggetti-vo Morico deriverebbe invece dal nome della moglie, Morica. Studi più approfonditi modificaro-no in parte questa tradizione. Il cosiddetto Maugero o Malugero Melo (Michele) non sarebbe altri che Manuzzello (diminutivo di Ermanno), incaricato dal vescovo di Fermo, Ugo di Remiremont, di ristrutturare i castelli della nostra area, intorno all’anno 1071. Quanto all’aggettivo morico, esso derive-rebbe dalla pianta urbica a forma di cuneo (vedi lat. murex, muricis) e non già da una presunta consorte. Tuttavia, i primi documenti ufficiali sulla storia dei nostri diversi castelli risalgono ai primi anni del Trecento,

quando quello di Sant’Elpidio Morico cadde sotto la giurisdizione di Fer-mo, seguito poco dopo da quello di Monsampietro Morico. Da quel periodo il castello, come tanti altri limitrofi, seguirono le sorti della cit-tà di Fermo fino al periodo della dominazione napoleonica, quando Sant’Elpidio Morico fu aggregato a Monte Leone di Fermo, perdendo per la prima volta la sua autonomia (che riconquistò nel 1815). Qualche anno dopo l’Unità d’Italia Sant’El-pidio perse nuovamente il rango di comune autonomo e, dopo una bre-ve parentesi d’annessione a Monte Leone di Fermo, nel 1893 venne definitivamente aggregato al comune di Monsampietro Morico, avviando un sodalizio ormai più che secolare. Due ex comuni separati che sono stati unificati, Monsampietro Morico e Sant’Elpidio Morico entrambi molto ricchi dal punto di vista storico e cul-turale. Del primo è noto che il castello merlato fu completamente rifatto nel 1400 e dell’antica struttura difensiva rimane interessante la torre, edificata in pietra con conci perfettamente squadrati, posizionata a difesa della porta romanica sottostante. Sul colle del cimitero, in posizione extraurbana, vi è la chiesa roma-nica di San Paolo, un prezioso esempio di costruzione religiosa medievale, che, fondata nel 1071, è la più antica del paese e conside-rata monumento nazionale. Sul luogo più alto del castello, dove si ergeva il mastio, venne edificata inve-ce la chiesa di S. Pietro e S. Anto-nio Abate. La chiesa patronale, oltre ad un pregevole organo del 1786, ospita due reliquiari molto importanti.La chiesa di San Francesco, risa-

lente al 1513, prese il nome dei frati che vi dimorarono fino al XVIII seco-lo. Recentemente, grazie ai lavori di restauro e conservazione è stato rinvenuto un affresco raffigurante la Madonna della Misericordia, un capo-lavoro del ‘400; dello stesso periodo è il crocifisso ligneo, mantenutosi nella sua bellezza artistica tipica dell’Uma-nesimo quattrocentesco. Altro edificio religioso tornato al suo composito splendore è la settecentesca chiesa della Madonna del Carmine. L’inter-no dell’attuale chiesa presenta, sulla parete destra, un affresco del XIII-XIV secolo raffigurante la Madonna in tro-no con Bambino, tra Angeli musicanti, che certamente è opera di scuola giottesca.La più importante opera d’arte, gelo-samente conservata a Monsampie-tro Morico, è il Trittico Crivellesco: l’opera pittorica intitolata “Madonna con bambino, S. Rocco e S. Pie-tro”, dopo il restauro da parte della Sopraintendenza, è diventata frui-bile al pubblico nella sala consiliare del Comune e si compone di tre tavole lignee (attualmente manca della cimasa triangolare, che è for-se andata dispersa negli anni ‘60). Recentemente è stata avanzata una datazione al pieno Quattrocento, nonché un’attribuzione al giovanissi-mo Carlo Crivelli, per l’affinità forma-le e di contenuto alle opere zaresi del grande pittore veneto. In ogni caso, nella parte bassa del dipinto compare una teoria di frutti irregolari che ben rimanda all’intellettualistica simbologia crivellesca. A 3 km dal capoluogo, c’è la frazione di Sant’Elpidio Morico, che si avvista da lontano grazie ai due campani-li che sovrastano la facciata della

sua monumentale chiesa “presso le mura”. La chiesa di San Michele Arcangelo terminata nel 1699 ha una struttura neoclassica e segue la tipologia diffusa nelle chiese dell’an-tico Stato Pontificio e del Fermano: a navata unica con cappelle laterali. L’opera pittorica più preziosa della chiesa è il Trittico con lunetta di Vittore Crivelli (1496), “Madonna con il Bambino, S. Antonio da Pado-va, S. Rocco e S. Lucia”, prove-niente dall’antica Chiesa Parrocchia-le di Sant’Elpidio Abate, cui furono aggiunte quattro immagini nel ‘600.Immurato nella parete est della chie-sa si trova un leone di pietra del I secolo che faceva parte di un monu-mento funebre romano. Presso la porta ovest del castello è ubicata l’ex Chiesa parrocchiale di S. Elpi-dio Abate (Chiesa del Castello), che sconsacrata nel 1935 venne usata dapprima come sala cinema-tografica e successivamente come salone per associazioni cittadine.

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che per tutte le età vengono costantemente predi-sposti, sono quelle persone che fanno anche capo ad associazioni come la Pro Loco o la Protezione Civile, e che collaborando fattivamente con l’am-ministrazione comunale, sono indispensabili. In ogni occasione vale la pena allora plaudire un pic-colo grande comune, fuori dal comune, come questo.

Pare che i monsampietrini siano “lu paese de li farrò”, ovvero di quelli che promettono di fare ma poi temporeggiano molto. Ma a ben vedere, questo piccolo grande comune del Fermano è riu-scito a costruire su vari fronti numerosi successi, altro che inoperosità! Innanzitutto Monsampietro Morico può vantare una completa tutela dei beni più preziosi non solo storici, ma anche ambientali, proteggendo, valorizzando e promuovendo oltre i confini marchigiani non solo un singolo comune, ma un intero territorio. Il restyling di alcuni parchi hanno aumentato poi le condizioni di sicurezza e di libertà per il tempo libero e lo svago di adulti e bambini, cittadini o visitatori, e le dedicazioni a personaggi esemplari del panorama storico-sociale italiano sono da monito per le nuove generazioni (parco G. Falcone e P. Borsellino). Particolare attenzione viene rivolta poi alla sicu-rezza e alla legalità come garanzia di maggiore vivibilità e condivisione della libertà, con progetti di sensibilizzazione al rispetto del proprio territorio e di se stessi, a partire dalle scuole. Durante l’anno numerose sono le feste che riem-piono le vie dei due borghi storici che omaggiano e valorizzano le eccellenze tipiche moricesi come la tagliata marchigiana con tartufo, la zuppa di legumi, gli gnocchi, la pizza e birra artigianale, lo spiedino e “lo magnà de ‘na ota”. Il cibo è protago-nista anche nelle feste di Carnevale e di Pasqua con “li frittillitti” e le uova pasquali. Solo nelle feste del 1° maggio e in quella patronale si possono, in più, visitare i reliquiari della chiesa parrocchiale, la

chiesa di S. Pietro e S. Antonio Abate. Grazie a una filiera locale di aziende selezionate, con sede a Sant’Elpidio Morico, Monsampietro Morico può fregiarsi dell’IGP dell’agnello del centro Italia: un importante riconoscimento (il primo e al 2012 l’unico per la Regione Marche) che non solo perpetua una storica presenza sul territorio degli allevamenti ovini, ma ne mantiene le caratteristiche ambientali e paesaggistiche con un prodotto di qualità eccellente.Molte poi sono anche le attività culturali rivolte ai bambini, di ogni età: dal teatro, con la compagnia DO.PO., alla creazione artistica di paesaggi natali-zi, molte sono le occasioni in cui ritrovarsi per col-tivare una passione in comune e divertirsi insieme. Oltre alle diverse discipline che possono essere praticate, come il tennis, le bocce, e tutti gli sport all’aria aperta, a Monsampietro Morico il calcio dilettantistico è sicuramente l’occasione in cui il paese ha ottenuto i suoi maggiori successi: l’A. S. D. Monsampietro Morico Calcio nel 2012 è passata in 1° categoria.Fondamentali, per tutte le manifestazioni di ogni genere e di ogni periodo dell’anno e di tutti i corsi

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3Monsampietro Morico

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