Fuori Binario n°153 Dicembre

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1 5 3 - dice mbre 2012 www .fuoribinario.org S P E D . A B B . P O S T ALE Art. 2 C o m m a 2 0 / C L 6 6 2 / 9 6 - F I R E N Z E O F F E R T A LIBERA GIO RN ALE DI STRADA DEI SENZA DIMORA - AUTOGESTITO E A UTO FIN A NZ IA T O Produrre questo giornale costa al diffusore € 0,70 quello che date in più è il suo guadagno. Stralcio dalla testimonianza di Adriana, ragazza italiana presente a Gaza nei giorni dei bombardamen- ti con altri cooperanti italiani e internazionali Ciao a tutti, stanno continuando a colpire su tutta la striscia e finora hanno com- piuto più di 600 bombardamenti, un’operazione che sta terrorizzan- do l’intera popolazione di Gaza sotto assedio. I bombardamenti avvengono in prossimità e dentro aree densamen- te popolate mettendo a rischio la vita dei civili. Finora 28 persone sono state ucci- se, più di 250 quelle ferite di cui 100 bambini e 30 casi in condizioni gravi. La maggior parte della gente per 8- 10 ore al giorno non ha elettricità nelle case (come da tre anni a que- sta parte) e molti la sera sentono gli aerei e gli attacchi stando nel buio delle loro case, penso alla paura dei bambini (a Gaza il 50% della popo- lazione ha meno di 14 anni). Munir un amico mi ha raccontato che suo figlio di 3 anni grida spa- ventato per i botti e la bimba di 8 anni non vuole mangiare né bere niente. Un abbraccio Adriana ndr: All’inizio della tregua i morti erano già 150, 38 i bambini, più migliaia di feriti.

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Fuori Binario n°153 Dicembre

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153 - dicembre 2012www.fuoribinario.org

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LIBERA

GIORNALE DI STRADA DEI SENZA DIMORA - AUTOGESTITO E AUTOFINANZIATO

Produrre questo giornale costa al diffusore € 0,70 quello che date in più è il suo guadagno.

Stralcio dalla testimonianza di

Adriana, ragazza italiana presente

a Gaza nei giorni dei bombardamen-

ti con altri cooperanti italiani e

internazionali

Ciao a tutti,

stanno continuando a colpire su

tutta la striscia e finora hanno com-

piuto più di 600 bombardamenti,

un’operazione che sta terrorizzan-

do l’intera popolazione di Gaza sotto

assedio.

I bombardamenti avvengono in

prossimità e dentro aree densamen-

te popolate mettendo a rischio la

vita dei civili.

Finora 28 persone sono state ucci-

se, più di 250 quelle ferite di cui

100 bambini e 30 casi in condizioni

gravi.

La maggior parte della gente per 8-

10 ore al giorno non ha elettricità

nelle case (come da tre anni a que-

sta parte) e molti la sera sentono gli

aerei e gli attacchi stando nel buio

delle loro case, penso alla paura dei

bambini (a Gaza il 50% della popo-

lazione ha meno di 14 anni).

Munir un amico mi ha raccontato

che suo figlio di 3 anni grida spa-

ventato per  i botti e la bimba di 8

anni non vuole mangiare né bere

niente.

Un abbraccio

Adriana

ndr: All’inizio della tregua i morti

erano già 150, 38 i bambini, più

migliaia di feriti.

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CENTRI ASCoLTo INFoRmAZIoNI

A.S.S.A. (Ass. SperanzaSolidarietà AIDS): Via R.

Giuliani, 443 Tel. 453580 C.I.A.o. (Centro Info Ascolto

Orientamento) Via delle Ruote, 39 -orario 9,30-13,00 pomeriggio su

appuntamento - Tel. 4630876, [email protected]: Via Faentina, 34 - Tel. 46389273 lu. ore 14-17, mer.

e ven. ore 9-12 per gli stranieri; tel. 055 4638 9274, mar. e gio.ore 9-12 per gli italiani.CENTRo ASCoLTo CARITAS: Via Romana, 55 - Lun, mer:

ore 16-19; ven: ore 9-11. CENTRo ASCoLTo CARITAS: Via San Francesco, 24 Fiesole -Tel. 599755 Lun. ven. 9 -11; mar. mer. 15 -17.CASA DIRITTI SoCIALI: Via de' Conciatori, 4/R - Tel. 2341020. PRoGETTo ARCoBALENo: V. del Leone, 9 - Tel. 288150. SPoRTELLo INFoRmATIVo PER ImmIGRATI: c/o Circolo arci “ilProgresso” Via V. Emanuele 135, giovedì ore 16 - 18,30.CENTRo AIUTo: Solo donne in gravidanza e madri, P.zza S.Lorenzo - Tel. 291516. CENTRo ASCoLTo Caritas Parrocchiale: Via G. Bosco, 33 - Tel.677154 - Lun-sab ore 9-12.ACISjF: Stazione S. Maria Novella - binario 1 - Tel. 294635 - ore10 - 12:30 / 15:30 - 18:30.CENTRo ASCoLTo: Via Centostelle, 9 - Tel. 603340 - Mar. ore10 -12. TELEFoNo moNDo: Informazioni immigrati, da Lun a Ven 15-18 allo 055-2344766.GRUPPI VoLoNTARIATo VINCENZIANo: Ascolto: Lun. Mer. Ven.ore 9,30-11,30. Indumenti: Mar. Giov. 9,30-11,30 V. S. Caterinad’Alessandria, 15a - Tel. 480491.L.I.L.A. Toscana o.N.L.U.S.: Via delle Casine, 13 Firenze.Tel./fax 2479013.PILD (Punto Info. Lavoro Detenuti): Borgo de’ Greci, 3.C.C.E. (Centro consulenza Extra-giudiziale): L’AltroDiritto; Centro doc. carcere, devianza, marginalità. Borgo de’Greci, 3 Firenze. E-mail [email protected] DI LoTTA PER LA CASA: Via Palmieri, 11rTel./fax 2466833.SPAZIo INTERmEDIo: Via Palazzuolo, 12 Tel. 284823.Collegamento interventi prostituzione.CENAC: Centro di ascolto di Coverciano: Via E. Rubieri 5r -Tel.fax 055/667604.CENTRo SoCIALE CoNSULToRIo FAmILIARE: Via Villani 21aTel. 055/2298922.ASS. NoSoTRAS: centro ascolto e informazione per donnestraniere, Via del Leone, 35 - Tel. 055 2776326 PoRTE APERTE “ALDo TANAS”: Centro di accoglienza abassa soglia - Via del Romito - tel. 055 683627- fax 0556582000 - email: [email protected] CENTRo AIUTo FRATERNo: centro d'ascolto, distribuzione divestiario e generi alimentari a lunga conservazione4, PiazzaSanti Gervasio e Protasio, 8, lun.- ven. ore 16-18, chiuso in ago-sto, max 10 persone per giorno.

CENTRI ACCoGLIENZA mASCHILI

SAN PAoLINo: Via dellePorcellane, 28 - Tel. 055294707 (informazioni: CARITASTel. 4630465). ALBERGo PoPoLARE: Via

della Chiesa, 66 - Tel. 211632 - orari: invernale 6-0:30, estivo6-1:30 - 25 posti pronta accoglienza. SUoRE "mADRE TERESA DI CALCUTTA": Via Ponte alleMosse, 29 - Tel. 330052 - dalle 16:30, 24 posti

CASA ACCoGLIENZA "IL SAmARITANo": Per exdetenuti - Via Baracca 150E - Tel. 30609270 - fax 30609251(riferimento: Suor Cristina, Suor Elisabetta).

oASI: V. Accursio, 19 - Tel. 2320441 PRoGETTo ARCoBALENo: Via del Leone, 9 - Tel. 280052. ComUNITÁ EmmAUS: Via S. Martino alla Palma - Tel. 768718. C.E.I.S.: V. Pilastri - V. de' Pucci, 2 (Centro AccoglienzaTossicodipendenti senza tetto).

CENTRI ACCoGLIENZA

FEmmINILI

SUoRE "mADRE TERESA DICALCUTTA": ragazze madri ViaA. Corelli 91- Tel. 4223727.

CASA ACCoGLIENZA: SAN DoNNINo (Caritas) - Via Trento,187 - Tel. 899353 - 6 posti (3 riservati alle ex detenute) - cola-zione + spuntino serale. PRoGETTo S. AGoSTINo: S. LUCIA Via S. Agostino, 19 - Tel.294093 - donne extracomunitarie. S. FELICE: Via Romana, 2 - Tel. 222455 - donne extracomuni-tarie con bambini. PRoGETTo ARCoBALENo: Via del Leone, 9 - Tel. 280052. CENTRo AIUTo VITA: Ragazze madri in difficoltà - Chiesa di S.Lorenzo - Tel. 291516.

mENSE - VITTo

mENSA CARITAS:Via Santa Caterinad'Alessandria,11.mENSA S. FRANCE-SCo: (pranzo, più

possibilità doccia) P.zza SS. Annunziata - Tel. 282263. ARCA DI SAN ZANoBI: (locali suore Carmelitane parrocchiaSanta Maria) Via Roma, 117/A - Scandicci - cestino - Tel.741383 - ore 18-20. mENSA CARITAS: Via Baracca, 150 (solo pranzo; ritirare buoniin Via dei Pucci, 2) mENSA RoVEZZANo: Via Aretina, 463.

ASSISTENZA mEDICA

CENTRo STENoNE: Via delLeone 35 - 055 214 994, lun.-ven. ore 15-193.AmBULAToRIo: c/o AlbergoPopolare - Via della Chiesa, 66 -Ven. 8 - 10. PRoNTo SALUTE: per informa-

zioni sulle prestazioni erogate dalle UU.SS.LL. fiorentine tel.287272 o al 167- 864112, dalle 8 alle 18,30 nei giorni feriali edalle 8 alle 14 il sabato.

VESTIARIo

CENTRo AIUTo FRATERNo:Vestiario adulti, Chiesa di SanGervasio.PARRoCCHIA DI S.m. ALPIGNoNE: Via della Fonderia 81- Tel 229188 ascolto, lunedì

pomeriggio, martedì e giovedì mattina; vestiario e docce merco-ledì mattina.

BAGNI E DoCCE

BAGNI ComUNALI:V. S. Agostino - Tel.284482.P A R R o C C H I A

SANTA mARIA AL PIGNoNE: P.zza S. M. al Pignone, 1 - mer-coledì dalle 9 alle 11. Tel. 225643.AURoRA oNLUS: Via dei Macci, 11 Tel. 2347593 Da mart. asab. ore 9-12. Colazione. doccia, domicilio postale, telefono.CENTRo DIURNo FIoRETTA mAZZEI: Via del Leone, 35. Dal

lun. al ven. ore 15-18,30.

CoRSo DI ALFABETIZZAZIoNE

CENTRo SoCIALE “G. BAR-BERI”: Borgo Pinti, 74 - Tel.2480067 - (alfabetizzazione,recupero anni scolastici).

CENTRo LA PIRA: Tel. 219749 (corsi di lingua italiana). PRoGETTo ARCoBALENo: V. del Leone, 9 Tel. 288150. GLI ANELLI mANCANTI: Via Palazzuolo, 8 Tel. 2399533. Corsodi lingua italiana per stranieri.

DEPoSIToBAGAGLI

ASSoCIAZIoNE VoLoNTARIAToCARITAS-oNLUSvia G. Pietri n.1 ang. viaBaracca 150/E, Tel. 055

301052 - deposito bagagli gratuito; tutti i giorni, orario conse-gna - ritiro 10 - 14.30.

Per non perdersi

“ ABBONAMENTI”Abbonamento annuale Euro 30; socio sostenitore Euro 50. Effettuail versamento a Banco Desio e della Brianza - Viale Mazzini 1 - IBAN- IT37 O 03440 02809 000000 373 000, oppure c.c.p. n.20267506 intestato a Associazione Periferie al Centro - Via delLeone 76, - causale “ adesione all’ Associazione”

“ Periferie al Centro onlus”Via del Leone, 76 - 50124 Firenze Tel/fax 055 2286348 -

Lunedì , mercoledì , venerdì 15 - 19.email: [email protected]: www.fuoribinario.orgskype: redazione.fuoribinario

Pubblicazione periodica mensile Registrazione c/o Tribunale di Firenze n. 4393 del 23/06/94 Proprietà Associazione "Periferie al Centro"

DIRETToRE RESPoNSABILE: Domenico Guarino

CAPo REDATToRE: Roberto Pelozzi

CooRDINAmENTo, RESPoNSAB. EDIToRIALE: Mariapia Passigli

GRAFICA E ImPAGINAZIoNE: Sondra Latini

REDAZIoNE: Gianna Innocenti, Luca Lovato, Felice Simeone,Francesco Cirigliano, Silvia Prelazzi, Michele Giardiello, Clara, DimitriDi Bella, Rossella Gilietti, Franco Di Giuseppe, Sandra Abovich,Stefano Galdiero.

CoLLABoRAToRI: Mariella Castronovo, Raffaele, Antonietta DiPietro, Michele, Nanu, Jon, Luca, Marzio, Donella, Teodor.

STAmPA: Nuova Cesat - Firenze

autogestito e autofinanziato

giornale di strada dei senza dimora

binario153

Page 3: Fuori Binario n°153 Dicembre

Lettera aperta

ai nostri lettori

Spesso avete letto

sul nostro giorna-

le l’appello per tro-

vare nuovi volonta-

ri per realizzare

nuovi progetti, que-

sta volta vi diamo

una bella notizia!!

Abbiamo Donella,

Rossella e Marco i

quali in pochi mesi

hanno arricchito

alla grande la

nostra redazione.

Abbiamo aggior-

nato il sito inter-

net, tante persone

che visitano il

nostro blog e

allargano i nostri

contatti.

Montagne di riviste sociali e libri che hanno

abbandonato sedie e

scatole per alloggiare in un archivio perfetta-

mente in ordine e consultabile.

Laboratorio di bricolage che realizza semplici,

ma originali, articoli di cartoleria, stampe, qua-

derni, disegni per autofinanziamento. La paro-

la d’ordine di Rossella è: “non compriamo nien-

te, ma ricicliamo il materiale che abbiamo e

che ci portano”.

Un nuovo servizio di

“Orientamento al lavoro” che seguirà Marco e

spieghiamo meglio nello specchietto sotto.

Per mostrarvi tutto questo e altro ci vediamo

alla prima giornata di REDAZIONE APERTA che

intendiamo come un TOUR attraverso le nostre

stanze nelle quali

farete delle

fermate per

godere mostre

fotografiche,

mercatino di

articoli vari di

riciclo, infor-

mazioni su

come e con chi si

realizza il giornale, musica, proiezioni di pic-

coli documentari, buffè autoprodotto e tante

altre idee che ci porterete voi con i quali vor-

remmo costruire una collaborazione più attiva.

Per informazioni e contatti:

Rossella 3334565423

Mariapia 3391883289

Roberto lun, merc, ven, dalle ore 15 alle 18,30

in redazione 0552286348

Mail [email protected]

153 - dicembre 2012

pagina 3

La bachecadi

Fuori Binario

Redazione aperta

A chi ancora non è venuto a conoscere lanostra bottega in via Gioberti 5r consigliamouna visita al nostro meraviglioso mondo diARTE DEL RICICLO per scoprire la creatività , leidee e la magia dei nostri artisti-artigiani. Viaspettiamo con tanti articoli nuovi.

ORIENTAMENTO AL LAVOROFuori Binario ha iniziato un nuovo servizio curato daMarco Aglietti, volontario in redazione. Il servizio èrivolto a tutte le persone che sono in cerca di occu-pazione e che non sono pratiche all’utilizzo del com-puter. Si basa su vari punti:

• come riempire il curriculum vitae in tutte le suecaratteristiche anche negli aggiornamenti;

• informazioni sulle offerte di lavoro presenti sui varisiti internet e nelle agenzie interinali;

• indirizzare la persona all’offerta lavorativa che più siavvicina alle proprie caratteristiche e in base all’espe-rienza.

È attivo in redazione ogni venerdì dalle 15.30 alle17.30 - info: lun. mer. ven. 055 2286348 pomeriggio

Onlus L’ Aurora Via dè Macci 11 - Firenze

Associazione per la solidarietà sociale

“ Gli ultimi mangeranno i primi” ….

….. un primo piatto per chi ha fame

e per chi vuole insieme dividere e condividere

Orario di AperturaCena: Mercoledì e Domenica ore 19.00 euro

1,00

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Pranzo: Giovedì e Sabato ore 13.00 euro 1,00

———————————————

Centro ascolto - Distribuzione viveri - Ritiro

posta

Mercoledì – Domenica ore 17.00 – 19.00

Corso di italiano per stranieri gratuitopresso il CPA FI Sud

Via Villamagna 27/a – Firenze

Tutti i giovedì dalle 18 alle 20

FuoRi BinaRioREDAZIONE APERTA

15 DICEMBRE 2012 - DALLE 10 ALLE 18

Proiezioni, mostre, microfono aperto, mercatino di autoproduzione, banchino informa-tivo, buffet ad offerta libera - the e biscotti

venite a trovarci!

Page 4: Fuori Binario n°153 Dicembre

Eccomi di nuovo a Sollicciano, ormai ho deciso diaffrontare questo destino che mi perseguita in ognimomento della giornata sfondando ogni tipo di miaintimità, mentre faccio l’amore con mio marito, men-tre scambio coccole con i miei figli, mentre faccio imiei bisogni nel bagno, addirittura mentre dormivosognavo di tornare a Sollicciano. La mia prima carcerazione è stata il 2-5-2011, cheincubo, non ero sola, c’era anche lui, il mio bambinoricciolino, la mia principessa bambina lasciata a casacon mia sorella e mia cognata, tre cuori hanno subi-to il malessere della separazione. Ci hanno portato alNido di Sollicciano, ero un corpo che camminavasenza passi perché i piedi non mi reggevano, mi sve-gliavo a sentivo l’odore del mio bambino che tenevo

in braccio e mi giravo verso di lui “Amore, vuoi ilciuccio?”, non parla, mi fa segno di sì con la testa.

Meno male che ci siamo stati solo due mesi, poi hoavuto di nuovo gli arresti domiciliari. Dopo cinque mesi il mio incubo si è avverato, diversevolte quando ero al Nido sognavo di uscire ma mitoccava sempre tornare a Sollicciano, però questavolta lo sapevo, da quando ero diventata definitiva il28-10-2011 aspetta-vo da un momentoall’altro il bussaredella polizia. Solo peruna settimana sonostata al sicuro, all’o-spedale a causa di unaborto spontaneo, lìnon mi batteva ilcuore come quandosentivo suonare ilcampanello di casamia, però il mio cuoreera morto perché unaparte di me non c’erapiù. Dovevo scontaretutta la pena dal 17-3-2008, non hannoconsiderato quelloche avevo già sconta-to, pagato, lo chiamano “il presofferto”.Il 15-11-2011 ho chiamato l’avvocato per sapere seavevano corretto lo sbaglio, se avevo già scontatometà pena potevo rimanere a trascorrere l’altra agliarresti domiciliari. “Ancora niente”, mi disse. “Ormaiho la valigia pronta”, gli risposi. Era solamente que-

stione di tempo, la mia vita non aveva più senso, nonpiù fiori, pioggia, solo spine a forma di processi,camere di consiglio, istanze, avvocati, giudici, tribu-nali, niente fiabe, poesie, e tutto questo finisce dietrole sbarre. Il 17-11 ci sono finita anch’io, ormai sapevo comefunziona, sapevo dove andare, alla sezione penaleperché sono definitiva, invece mi hanno sbattuta alla

sezione giudiziaria, vieni chiusa un minimo di tregiorni finché arriva lo psicologo, per tre giorni non homangiato, c’era con me una donna non più giovane,con i capelli rossi, era talmente tranquilla, mi conso-lava quando mi vedeva piangere, insisteva che man-giassi qualcosa, mi diceva “almeno un frutto, un

mandarino”, niente, avevo voglia solamente di pian-gere. Pensavo ai miei figli, tornavano dalla scuola e non mitrovavano, mi sentivo il cuore strappato, sanguinava,gli occhi li sentivo pesanti, chiusi dalle lacrime,aspettavo solo il colloquio perché mia sorella avreb-be portato i miei figli. Prima di lei arrivò lo psicologo, gli chiesi di chiamare

casa mia per sentirecome stavano, risposemio fratello, non parlabene l’italiano ma capìcosa gli chiese lo psi-cologo. Io gli chiesi difarsi passare la bambi-na, parla benissimo l’i-taliano perché va allaprima elementare, ioero attenta a ogniparola, a ogni gesto,reazione dello psicolo-go, che ripeté ladomanda a mio fratel-lo “Dove sono i bambi-ni?” Saltavo sullasedia, il cuore mi bat-teva a mille, mi si eraseccata la bocca, sentii

mio fratello “...sociale”. “Oh mamma mia, perché?Dove sono i miei figli, con chi?” Li immaginai traestranei, che piangevano, me li avevano strappati,anzi, rapiti, ma per quale motivo una cosa del gene-re, dov’è l’interesse del minore? Dove era il serviziosociale dal 2008 che ero agli arresti domiciliari? Ero incinta del bambino e la bambina aveva meno ditre anni, perché una legge dà la possibilità di starecon i figli e un’altra te li strappa senza il diritto che ifigli stiano con i familiari invece che affidarli a deglisconosciuti? E poi il bello è che fanno passare uninferno ai bambini dopo averli traumatizzati, fissanouna udienza per cercare i legami più significativi deifamiliari di quarto grado, cercano l’affettività. Perchénon ci pensano prima a questa cosa così fondamen-tale. Sono passati due mesi senza vedere i miei figli, senzasentirli, ogni volta che mi dicevano di prepararmi peril colloquio speravo di trovare i miei bambini con miasorella, invece niente, tornavo triste e la ferita guari-rà solo quando potrò abbracciarli. Mi consolavo dicendo che Dio me li aveva dati e me liavrebbe restituiti, cercavo il lato positivo, ma franca-mente da dietro queste sbarre di positivo non c’èniente. C’è un lungo corridoio con tante finestre, unbunker in cui nemmeno una zanzara ce la fa a entra-re, se ci riesce sarà difficile che ce la faccia a uscire,come noi.

Nezha

153 - dicembre 2012

pagina 4 Eccomi di nuovo a Sollicciano

“ Il grado di civiltàdi una Nazione si misura

sullo stato delle sue prigioni”diceva Voltaire.

Il carcere in Italia è contraddizione,drammatici esempi di sovraffollamen-to e esempi di detenzione produttiva,

strutture fatiscenti e edifici model-lo. Ma in carcere nonostante

tutto si continua a mori-re.

Una voce piccola, carina, che parla e straparlaanche da sola, piccola, una manina fragile che trala rete cerca una carezza da te, da lei, da ognidetenuta, anche una caramella, uno sguardoinnocente di due gocce bianche grandi con unamacchia nera dentro, le pupille, nel cuore nuota-no senza acqua ma trasmettono tanto. Un gruppetto di fanciulli da neonati fin a tre annitutti insieme dentro il giro tondo, fiori, fioriranno?senza acqua senza aria pulita? Pure il bagnetto lofanno senza acqua, anzi lo fanno con il lattematerno. La fata del nido ogni volta fa la sua pas-seggiata, vola in alto ma non ce la fa a bucare lemura, i fanciulli la seguono con lo sguardo magi-co, con il sorriso spento profondo, ma non parla-no con lei nonostante che, tutte le volte chepassa, butta dei cioccolatini di diversi colori. Buttaanche i giochi ma non scende a giocare con loro,io li seguo con gli occhi per cercare di capire diche si tratta, è una magia o una guardia giurata ouna spia? Ma i fanciulli non le danno conto solamente per-ché lei ha le ali e loro no, loro continuano a staredentro il giro tondo giocando il loro gioco preferi-to, l’unico gioco che sanno fare “la caccia a guar-die e ladri”, dicono sempre “lei ha le ali ma noino”. Noi non vogliamo volare perché non si può,siamo chiusi inutile volare”. Delle volte costruiscono una bolla di sapone e ci siincastrano dentro e non trovano una via di uscitaperò basta un soffio di aria pulita e “voilà” sonofuori, e non ci fanno caso perché vicino a loro c’èun altro giardino delle ciliege pieno di farfalle bian-che ma sempre lì una dietro l’altra impazzite divolare invano, ma c’è il calore di ogni mamma cheli protegge da ogni tipo di tristezza e angoscia.

Sono nel paese delle meraviglie, dove tutto è bluperò con la magia diventa splendido, basta unacarezza, una cioccolata, magari una legge nelregno delle fate che magicamente fa volare anchei fanciulli verso il loro nido caldo, così passa larabbia e regna il nostro silenzio dolce amaro, sì,amaro! Noi mamme così capiamo che non vale lapena far passare i nostri fanciulli da questo girotondo chiuso. E aumentano i loro sussurri, il miomi dice con una vocina tenera attenta “mamma tipiace qui?” L’altro biondino d’etnia rom, semprelegato al passeggino dalla sua mamma, perché èpiccolo e lei ha paura che si faccia male, ma ognivolta che passa vicino a lui un fanciullo, lo tira,quanti graffi ha preso il mio da lui, e se viene libe-rato supera la Formula Uno gattonando, e cicredo diventare liberi è la cosa più bella è piùdesiderata anche dai nostri fanciulli. Vito, il mio cioccolatino fondente dolce, nondimentico mai i suoi abbracci calorosi sempreall’improvviso e al momento giusto quando senti-vo proprio il bisogno di affetto. Lui ha fatto l’inter-vento chirurgico della circoncisione, l’hanno por-tato le fate con le ali vere all’ospedale, “il Mayer”,è stato bravo, ha superato anche questo dolore,delle volte la sua mamma lo lascia senza mutandi-ne perché è molto fiera del suo fanciullo perchéha il pisellino enorme. La femmina della situazioneè amica della fata perché ha una statura moltopiccolina in tutto, carina nei suoi passi diritti, fur-betta coi suoi occhi, sculetta qua e là, molto famo-sa quanto la sua mamma, casinista, sta volentiericon tutti.È stata trasferita con la sua mamma a Napoli maè tornata, è rimasta uguale, sempre più piccola,più furbetta ma cresciuta tanto sentimentalmente,

l’ho vista parecchie volte, offre tanto affetto allasua mamma... Il cuore immenso dell’Africa è anco-ra qui, io sono uscita con il mio fanciullo, e sono dinuovo tornata dentro senza il mio fanciullo, ma luiè sempre qui, con la sua mamma, loro due unaltro mondo, il nido per loro è la giungla, tutti glianni il fanciullo fa il compleanno qui, che sfiga,però che legge, qui il sangue bolle e scattano i liti-gi, però tutto passa quando passa la fata con le alivolando lanciando magia.Una volta questo gruppetto di fanciulli ha deciso diparlare con la fata, hanno chiesto a lei “perchénon ti fermi a dormire nel nostro lettino?”. Lei harisposto di “sì, però siccome siete tanti, facciamoun patto, dormo dieci minuti con ciascuno di voifanciulli”, va bene però dopo ci fai volare da qui?La fata ha abbassato le ali e non ha detto nulla,noi mamme abbiamo partecipato con la fata can-tando la ninna nanna.La mattina ogni fanciullo ha trovato un cioccolati-no nel suo lettino, mentre eravamo noi mamme incucina a preparare la colazione, tutti i fanciullisporcati dl cioccolato a dire in un colpo solo, tuttiinsieme “chi ha dormito nel mio lettino?” Noi ciguardiamo l’un l’altra, “la fata”, loro “e perchénon ci ha portato via da qui, lei ha le ali non lavede nessuno”. Noi mamme zitte, zitte perché sappiamo che lafata non va mai via da qui, perché ogni volta arri-va un bambino e se non bastano i letti ne porta-no altri. E a chi non ha dormito in quei lettini noncapirà mai la storia della fata con le ali e i fanciul-li, è il simbolo della libertà scagionata e desidera-ta anche dai fanciulli del nido blu.

Nezha

Chi è stato nel mio nido?

Page 5: Fuori Binario n°153 Dicembre

Si può avere libertà interiore quando non si ha liber-tà fisica? Risponde un maestro zen di Roma che starealizzando un progetto molto interessante aRebibbia.

Si chiama Dario Doshin Girolami (foto) è un monacobuddhista e dirige il Centro Zen l’Arco di Roma. Laformazione di Doshin (in giapponese “Cuore dellaVia”) è molto particolare perché pur essendo unmonaco zen ha ricevuto insegnamenti e iniziazionianche da grandi maestri di varie tradizioni:  daCorrado Pensa a Thich Nhat Hanh al Dalai Lama. YogaJournal lo ha intervistato per chiedergli come questoeclettico percorso lo abbia portato a un’esperienza digrandissimo interesse: la gestione di corsi di medita-zione – sia per i detenuti sia per le guardie – nel car-cere di Rebibbia a Roma.

1) Da dove nasce l’idea di insegnare la medita-zione in un carcere?Dalla mia esperienza americana. Il San Francisco ZenCenter, monastero dove sono stato ordinato monacoZen e dove continuo a insegnare e praticare periodica-mente, da anni promuove un corso di meditazione peri detenuti del carcere di San Quintino. Del resto, negliStati Uniti sono più di quarant’anni che si tengonocorsi di meditazione nelle prigioni, con grandi risultati.Perciò ho partecipato al programma per riproporre lostesso tipo di corsi anche in Italia. Ora sono già dueanni che un crescente numero di detenuti del carcere diRebibbia di Roma segue assiduamente il corso dimeditazione di consapevolezza che conduco settima-nalmente tra le mura dell’istituto penitenziario.

2) Che cosa insegna l’esperienza americana?Quali risultati ha dato fra la popolazionecarceraria?I risultati sono straordinari: sensibile diminu-zione dello stress, della rabbia e, addirittura,calo del numero dei suicidi. Inoltre è stato regi-strato un calo del 20% delle recidive criminalinegli ex detenuti che hanno frequentato talicorsi. La pratica meditativa si è rivelata estre-mamente efficace anche nei bracci della morte,dove condannati alla pena capitale sono riusci-ti a vivere più serenamente e pienamente iltempo che rimaneva loro, grazie all’assiduameditazione. Ma c’è di più. Alcuni detenutihanno trasformato il periodo di detenzione inun ritiro spirituale, o, addirittura, in un ritiromonastico, tanto da ricevere una ordinazionereligiosa tra le mura del carcere. A loro detta,infatti, non c’è poi molta differenza tra la vitacenobitica, dove si trascorre il tempo in una“cella” monastica, in silenzio, seguendo laRegola, e la vita in prigione.

3) E in Italia cosa è successo? Ha incon-trato collaborazione o difficoltà?Dopo vari tentativi, e con il significativo contributo delprofessor Antonino Raffone, della Facoltà di Psicologiadella Sapienza, sono entrato in contatto con il diretto-re e gli educatori del carcere di Rebibbia che, da subito,hanno dimostrato grande apertura e interesse nel pro-getto. E’ stato così strutturato un primo corso di “medi-tazione di consapevolezza” (Vipassana) della durata disei mesi. Assieme agli educatori si è deciso di rivolgereil corso a un gruppo di detenuti condannati all’ergasto-lo, cioè a delle persone con problemi di aggressività –molte di esse hanno condanne per omicidi plurimi – eche dovevano affrontare le molteplici difficoltà chederivano dal confrontarsi con una pena a vita. Da subi-

to i detenuti partecipanti al corso hanno mostratocuriosità e interesse, dando vita a vivaci domande eriflessioni, non soltanto sulle tecniche in sé, ma anchesul Buddhismo e la psicologia.

4) Come si svolgono questi corsi di meditazio-ne e qual è il loro scopo precisamente?Sebbene le pratiche meditative proposte provenganodalla millenaria tradizione Buddhista, tuttavia il corsoè stato strutturato in maniera non denominale. In altreparole sono state semplicemente presentate le tecni-che di consapevolezza, senza far riferimento alla tradi-zione che le ha generate, nel pieno rispetto delle ideedei partecipanti. Fondamentalmente si tratta di tecni-che di presenza mentale, o Mindfulness, atte a riporta-re la mente al “qui e ora”. Ci sono periodi di meditazio-ne seduta associati a periodi di meditazione cammina-ta, dove l’attenzione al corpo e al respiro viene pratica-ta in maniera dinamica associando la consapevolezzaal movimento. In tal modo ogni camminata, anche ilpercorso effettuato per andare dalla cella alle docce,può essere trasformato in un occasione di pratica, inun’occasione di pace interiore.Entrambe le pratiche consentono di sviluppare unospazio interiore di libertà paragonabile all’occhio delciclone: un centro interiore che rimane tranquilloanche nel mezzo del caos, un luogo di chiarezza nelmezzo della confusione. Si tratta di uno spazio interio-re che, una volta addestrati, può essere contattato apiacimento. Tale pratica consente di fare pace con ilmomento presente, qualunque esso sia, e di fare pacecon se stessi; consente di non “scappare fuori” con lamente ma di rimanere sereni esattamente dove si è, edi trasformare il “disagio” in “agio”. Con l’approfondirsidella pratica diviene possibile liberarsi dai sensi di

colpa, osservare le tendenze negative senza darglicorso, prendere consapevolezza delle proprie azionipassate e delle conseguenze di tali azioni.

5) Quali differenze ha riscontrato fra l’espe-rienza americana e quella italiana?Anzitutto, l’entusiastica partecipazione delle guardiecarcerarie italiane. Negli Stati Uniti mi era stata segna-lata una forte resistenza da parte delle guardie carce-rarie, che non solo non erano interessate alla medita-zione ma anzi la schernivano. In Italia invece ho avutouna gioia inaspettata: il comandante delle guardie diRebibbia mi ha chiesto di organizzare un corso ancheper le guardie carcerarie – ovviamente in spazi e in

orari diversi. Spesso si parla dello stress e dei suicidi deidetenuti, dimenticando che anche le guardie passanogran parte della loro vita dentro il carcere, sviluppandoalti livelli di stress, tanto da arrivare anche esse al sui-cidio. Mi è subito risultato chiaro che per portare unamaggior pace all’interno delle mura carcerarie occorre-va intervenire su entrambe le facce dell’istituto peni-tenziario: i detenuti e le guardie. I poliziotti   hannorisposto con entusiasmo, formando subito un gruppodi venti persone. Anche questo rappresenta una novitàper l’Italia. Un’altra particolarità italiana è straordina-rio legame umano tra guardie e detenuti che ho riscon-trato a Rebibbia. Ho scoperto infatti che il legameumano che si instaura porta le guardie a farsi caricopsicologico dei drammi dei detenuti, carico che si va adaggiungere allo stress derivante da un lavoro logoran-te. Da qui la necessità di un corso anche per loro.

6) Al progetto collabora anche l’Università laSapienza di Roma. Qual è il suo ruolo?Entrambi i corsi – quello per i detenuti e quello per leguardie – sono stati organizzati assieme alla Facoltàdi Psicologia della Sapienza, con l’intento di fareanche una ricerca scientifica – sul modello di quantogià fatto negli Stati Uniti -   volta a monitorare glieffetti della meditazione sui partecipanti. Sono statifatti quindi dei test psicologici ai meditanti prima,durante e dopo il primo corso, atti a misurare i livellidi stress, di ansia, di rabbia e di auto-compassione.

7) Nella popolazione di Rebibbia quali effettista provocando questo corso di meditazione?Al di là dei test condotti dalla Facoltà di Psicologia –test che hanno effettivamente dimostrato un aumentodella tranquillità interiore – immediatamente un dato

è balzato ai miei occhi: i detenuti riuscivano adormire di notte. Sebbene questo possa sem-brare un fatto banale, in realtà non lo è. Infattiuno dei principali problemi che i carceratiincontrano è quello dell’insonnia, dovuta aisensi di colpa, al pensiero che va “fuori dallemura”, al costante rumore dovuto alle porte diferro che sbattono, ai richiami dei secondini,alle televisioni ad alto volume. E il tutto portaa uno smisurato uso di sonniferi. Il fatto quin-di che, grazie alle tecniche di meditazione e dirilassamento, i detenuti riuscissero a dormire,ha rappresentato un primo grosso risultato.

8) E lei, quali insegnamenti ha tratto daquesta esperienza?L’immergersi nell’inferno della prigione costi-tuisce una pratica difficile. Il dolore è palpabi-le, il senso di oppressione è forte. Anche lapaura è presente: la paura della reclusione, lapaura di essere a stretto contatto con personepericolose. Tuttavia, e con mia grande sorpre-sa, mi ha donato e continua a donarmi grande

gioia e apertura.?Incontrare di persona pluri-omicidi,sedere accanto a loro in meditazione in una cella angu-sta, mi ha permesso di comprendere che non si trattadi mostri ma di esseri umani, non diversi da noi. Infondo tutti, prima o poi, abbiamo concepito pensieriviolenti. L’assunto fondamentale della tradizioneBuddhista Mahayana è che tutti gli esseri viventihanno la Natura di Buddha. Un pensiero bello e affa-scinante, ma altra cosa è incontrare persone che sem-brano davvero lontane dalla buddhità. Eppure hoavuto modo di sperimentare che tutti, prima o poi,rivelano la loro natura umana e la loro fondamentalebontà.

153 - dicembre 2012

pagina 5Carcere e meditazione:sono compatibili?

Carcere, De Zordo: ‘ LaGiunta inadempiente suindirizzi del Consiglio’

Audizione odierna del Garantedei detenuti

A partire dal novembre 2009 sono stati approvatiall’ unanimità vari atti in cui il Consiglio comu-nale ha dato indirizzi precisi alla Giunta per inter-venti finalizzati a migliorare la vivibilità del car-cere di Sollicciano e le altre strutture cercerariesul territorio fiorentino.

Il Comune di Firenze infatti per sua competenzapuò intervenire sul controllo della situazionesocio-sanitaria (che è intollerabile), sulle misurealternative al carcere (di cui usufruiscono menodetenuti/e di quanti potrebbero), sul lavoro degliex detenuti (mentre le cooperative di tipo B nonvengono sufficientemente considerate), sulla resi-denza per chi esce dal carcere (e invece molti siritrovano sbandati a bivaccare per le strade), pernon parlare del reperimento di spazi per le madricon figli.

Già attivandosi su questi aspetti l’ affollamentodel carcere fiorentino diminuirebbe, anche se èevidente che le cause prime dell’ abnorme pre-senza deriva da leggi come la Bossi-Fini sull’ im-migrazione, la Fini- Giovanardi sulle droghe e laCirielli sulla recidiva, provvedimenti incivili chehanno criminalizzato situazioni e comportamenti- come la tossicodipendenza e l’ immigrazione -che dovrebbero essere trattati con ben altri meto-di.

Il Comune ha un ruolo significativo in materia car-cerario/a e il carcere va considerato parte dellacittà e non un corpo estraneo: cosa aspetta laGiunta a attivarsi? E a dare seguito, oltre a deci-sioni che le competono, anche all’ impegno dicreare un tavolo cittadino permanente sul carcereinsieme a Provincia - per le sue competenze inmateria di lavoro- l’ Assessorato regionale condelega specifica sul carcere, il Garante dei dete-nuti, e i rappresentanti delle realtà di volontaria-to attive all’ interno delle strutture carceraria fio-rentine. 

Page 6: Fuori Binario n°153 Dicembre

Firenze 10+10 chiudecon una chiamata

all’azione e road-map

Migliaia i partecipanti, 300 reti e orga-nizzazioni da 28 paesi non solo europeisi sono incontrati alla Fortezza daBasso a Firenze per dibattere e farestrategia insieme per un’altraEuropa. Più di 100 incontri e il lancio dinuove reti e campagne pan-europee. Un appello alla mobili-tazione unitaria è emerso dalle con-vergenze, e la proposta di un’agendacomune:

UNIRE LE FORZE PER UN’EU-ROPA COMUNE

La nostra Democraziainvece della LoroAusterità

Organizzazionidella società civi-

le, movimenti sociali, sindacati e citta-dini impegnati contro l’austerità e ildebito, per i beni comuni sociali e natu-rali, per i diritti sociali e del lavoro, perla democrazia, la giustizia globale e lapace, per le istanze di genere e i dirittidei migranti si sono ritrovati a Firenze10+10.Noi chiediamo una mobilitazione euro-

pea permanente che sostenga le lotteper sconfiggere la crisi e costruire unfuturo per tutti in Europa e nel mondo.Questa mobilitazione includerà sia azio-ni di convergenza che mobilitazioni

locali.La prima iniziativa unitaria di larga con-vergenza europea sarà lo ScioperoGenerale e le mobilitazioni control’austerità in tanti paesi europei il 14novembre.Promuoviamo una giornata comune dimobilitazione in occasione del Summitdi Primavera dell’Ue che avrà luogo il23 marzo a Bruxelles.

Sosterremo le seguenti azioni e mobili-tazioni:• 18 Dicembre 2012: GiornataMondiale dei Migranti• 23-27 Gennaio 2013: MobilitazioneContro la Finanziarizzazione della vita edei beni comuni (mobilitazione controle banche)• 8 Marzo 2013: Mobilitazione europea

per affermare l’emancipazionedelle donne contro l’austerità e il debi-to• 26/30 Marzo 2013: Forum SocialeMondiale in Tunisia• Maggio 2013: Blockupy a Francoforte(Germania)• Maggio/Giugno 2013: Alter Summitad Atene (Grecia)• Giugno 2013: azioni in occasione delvertice G8 nel Regno Unito• Azioni concrete di solidarietà persostenere le vittime delle politiche diausterità così come le vittime della vio-lenza razzista e di abusi.

Le organizzazioni possono sostenere leazioni dove intendono partecipare conle modalità che riterranno più consonealle loro pratiche.

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Firenze 10+10 Unire le forze per un'altra Europa

Firenze, Fortezza da basso, 8-11 novembre 2012 www.firenze1010.eu

Otto marzo contro l’austerity.

Nasce la Rete Europea delle Donne:

“I tagli al welfare penalizzano tutte noi”

È nata a Firenze 10+10 la Rete Europea delle Donne, un net-work che, oltre a rivendicare il ruolo delle donne come prota-goniste nella vita sociale, politica e lavorativa, lancia un allar-me contro la crisi del debito dei Paesi europei, che le costringead “accollarsi enormi quantità di lavoro gratuito per sopperirealla mancanza di welfare”.

Da qui l’idea di fare del prossimo 8 marzo una giornata euro-pea di mobilitazione contro le politiche di austerity. La propo-sta è stata lanciata questa mattina all’assemblea di convergen-za dei vari gruppi, al lavoro per costruire delle azioni comuni.

E ieri - al seminario Strategia di resistenza e alternative femmi-niste, che ha registrato una affluenza straordinaria - sonointervenute attiviste provenienti da tutto il continente euro-peo, dalla Grecia al Portogallo, passando per la Polonia.Nicoletta Pirotta di IFE (Femministe per un'altra Europa) hasottolineato come l'obbligo del pareggio di bilancio contribui-sca a creare ulteriore debito e che “il sistema sociale che si pre-figura sarà usufruibile solo da parte di chi avrà un reddito peraccedere ai servizi. Facendo una manovra come quella di que-st'anno di 45-50 miliardi, alla quale vanno aggiunti altri tagliper 40miliardi per il pareggio di bilancio, si rischia, tra 2-3 anni,di non avere più concretamente lo stato sociale. La ReteEuropea – precisa Pirotta - è quindi un progetto comune didonne di diverse appartenenze, ma dai propositi condivisi, pertrovare soluzioni efficaci ai problemi di tutte noi”.

Perunaltracitta

“Voglio restare”sabato 10 novembre a Firenze 10+10 c’è stato il primo incon-

tro nazionale di una generazione che non si arrende

Milletrecento�aderenti�in�due�settimane:�studenti�e�dottorandi,�metalmeccanici,�giornalistiprecari,�blogger�e�attivisti�del�mondo�antimafia,�giovani�attivi�in�spazi�sociali�e�circoli�Arci,videomaker,�architetti,�medici�specializzandi�di�medicina,�interpreti�e�traduttori,�disoccupa-ti,�piccoli�editori,�attivi-sti� di� numerose� reti.C’è�chi�è�partito�e�vor-rebbe� tornare,� e� chicerca�di�restare,�chi�stafacendo� i� bagagli� e� stapartendo,� costretto� afarlo.È�stata�del�tutto�straor-dinaria� l’adesioneall’appello� “Io� vogliorestare”,�lanciato�con�ilsito� www.voglioresta-re.it.� Hanno� rispostomondi� diversi� di� que-sta� generazione,� segnodella� necessità� dicostruire�un�progetto�ampio�e�concreto�per�difendere�il�futuro.L’appello�prelude�ad�una�campagna�che�verte�attorno�a�quattro�temi:�Conoscenza�e�saperi;welfare�e� reddito;� lavoro�e�precarietà;� innovazione�e�nuova�occupazione,� e� che�ha�visto� inumerosi�aderenti�all’appello�confrontarsi�per�la�prima�volta�di�persona�sabato�10�novem-bre,�presso�la�Fortezza�da�Basso�a�FirenzeQuello�di�Firenze�è�stato�un�incontro�per�organizzarsi�e�costruire�un�percorso�pubblico,�par-tecipato�e�indipendente,�in�cui�trasformare�le�idee�delineate�nel�sito�www.vogliorestare.it�inproposte�concrete,�credibili�e�sostenibili,�per�cui�battersi�in�ogni�ambito�-�lavorativo,�di�piaz-za,�politico�-�e�che�permettano�a�questa�generazione�di�restare�in�Italia�e�non�arrendersi�allafuga.�Idee�e�contributi�stanno�arrivando�numerosi�da�tutta� Italia�e�dall’estero,�e�sono�raccolti�epubblicati�sul�blog�della�campagna��<http://vogliorestare.it/index.php/blog>.

Page 7: Fuori Binario n°153 Dicembre

No Tav d’Europa: “Un metro di Alta velocità

brucia cento assegni di ricerca”

Il Comitato europeo No Tav lancia un appello al premier Monti, già sottoscritto dapiù di 1000 professori universitari, e da oltre 15mila cittadini, invitandolo al ripen-samento del progetto di linea ferroviaria Tav della Val di Susa e, di conseguenza,delle altre “Grandi opere inutili”, così come definite dal Forum omonimo, costi-tuitosi durante Firenze 10+10, in corso fino all’11 novembre.Il Comitato europeo sottolinea gli enormi costi di realizzazione, sproporzionatirispetto ai reali vantaggi dell’opera: svantaggi di natura economica, energetica edambientale. Un centimetro di Tav ha lo stesso costo di una borsa di studio

annuale per un ricercatore universitario, ovvero circa 23.500 euro. “Questa cifra- commenta Winfried Wolf, economista dei trasporti - rappresenta, meglio ditante parole, il dramma del vostro Paese, che preferisce creare ulteriore debitoanziché investire nell’economia reale, nel lavoro e nell’istruzione”.Tiziano Cardosi, del comitato No Tav Firenze, ricorda inoltre che i costi della tavfiorentina sono già aumentati del 30% rispetto al progetto iniziale: “La costruzio-ne delle grandi opere serve solo a creare una ricchezza fittizia, a vantaggio esclu-sivo delle imprese costruttrici che cercano, intal modo, di combattere la crisi, oltre a causareingenti problemi ambientali”.Dello stretto rapporto tra realizzazione delleopere e crisi economica e finanziaria se ne parlaoggi, dalle 11 alle 13, nel seminario in cui ver-ranno presentate le possibili soluzioni alternati-ve: “Non siamo contro il lavoro nell’edilizia; sap-piamo che il 12% della popolazione italiana vivedi questa attività - precisano -, siamo invececontro il consumo del territorio, i danni ambien-tali, lo scarso lavoro che queste opere produco-no, oltre ad essere di bassissima qualità, e con-tro l’ulteriore creazione del debito dei nostriPaesi. Presenteremo quindi le alternative possi-bili, che esistono. Basta volerle pianificare”.

di Francesca Conti per Spazi Liberati

L’incontro “Spazi liberati, lotte locali eproposte dal basso” tenutosi a Firenze10+10 è stata l’occasione per la presen-tazione di un appello per una mobilita-zione locale condivisa presentato dadiverse realtà fiorentine, e non solo,che per la prima volta hanno deciso difar confluire le singole energie in unlavoro comune. Tante battaglie diverse,diciotto per l’esattezza, ma con idee difondo e pratiche di resistenza comuni aun punto tale di essere capaci di anda-re a formare una vertenza ampia maunica: buona gestione dei rifiuti, ripub-blicizzazione dei servizi pubblici, difesadei diritti dei lavoratori, dei migranti edei detenuti, contrasto alle grandiopere e alla cementificazione, rinnova-mento della politica e della rappresen-tanza dal basso, promozione dellafinanza fuori dai circuiti bancari e moltoaltro.

Hanno aperto l’incontro i dipendentidella libreria Edison che hanno inqua-drato la loro lotta in un contesto piùampio ovvero quello del destino dellacultura in una città come Firenze.Hanno portato con loro un appello giàfirmato da 30.000 persone affinchè il

comune non cambi la destinazioned’uso dello stabile che occupa la libreriache a fine novembre chiuderà.

Gli spazi culturali trasformati in com-merciali sono spazi della città che ven-gono occupati dal mercato a spese deicittadini e a pagarne le spese è a collet-tività visto che nel centro di Firenzesono rimasti due soli cinema e due solegrandi librerie. Il cambio di destinazio-ne d’uso da parte del consiglio comuna-le di Firenze aprirebbe la strada ala spe-culazione commerciale e all’esclusionedella cultura da una città che proprio dicultura si vanta di vivere.

Dalla mercificazione degli spazi cultura-li alle privatizzazioni di servizi pubblicimesse in atto da sedicenti politici disinistra, il passo è breve. Spazi liberatideclina sul locale obiettivi globali comequelle di una società giusta egualitariae solidale, della fine delle politiche diausterità e di salvaguardia della finan-za e delle banche.

Si sono alternati, tra gli altri, alla pre-sentazione di Spazi Liberatil’Associazione Pantagruel che, con isuoi 30 volontari nel carcere diSollicciano, ha denunciato la più totale

assenza dei diritti garantiti nellaCostituzione italiana ai detenuti e ilsovraffollamento insostenibile del car-cere fiorentino e il Coordinamentocomitati Ato Toscana centro che lavorada anni per una gestione virtuosa deirifiuti priva dei pericolosi impianti diincenerimento.

Il Comitato contro la privatizzazione diAtaf ha denunciato la privatizzazionedei servizi pubblici che nella città diFirenze ha disatteso completamente irisultati del referendum nazionale sullaripubblicizzazione dell’acqua mentre iNo Tunnel Tav hanno ribadito i pilastridella loro contrarietà al progetto del-l’alta velocità fiorentina e italiana dopola bocciatura da parte della Corte deiConti francese della Torino-Lione ormaisostenuta soltanto dal governo italiano.

La Comunità delle Piagge ha presentatoMag Firenze, una finanziaria solidale:esperienza che ha richiamato interessein tutta Italia che mettendo in reteassociazioni, gruppi e persone si èinventata un nuovo modo di fare finan-za, mentre il Comitato San Salvi chi puòche si oppone alla vendita dell’area diSan Salvi e alla realizzazione di case,ville e villette in uno spazio verde che

contiene le memorie dello storicoospedale psichiatrico.Perseguendo l’obiettivo di trasfor-mare le vertenze di quartiere in ver-tenze cittadine poichè la salvaguardiadegli spazi verdi e della memoria dellacittà riguarda tutta la città e non unsolo quartiere, spazi liberati ha visto lapresenza della lista di cittadinanzaperUnaltracittà che ha affrontato inanni di presenza in consiglio comunalee nella città tutte queste tematicheaffiancadosi a molte realtà fiorentine enazionali.

La presenza di Spazi Liberati in una cor-nice internazionale come quella delForum 10+10 da alle lotte locali unrespiro più ampio e la possibilità di con-frontarsi con esperienze presenti nelresto d’Europa e del mondo. Le lottetoscane si uniscono in un’unica verten-za e si presentano al mondo....

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Le lotte della Toscana si uniscono e si presentano all’Europa

Vietato dissentireSegnalo che stanno arrivando a casa convocazioni presso gli uffici di assistenza sociale,richiesti dalla Procura di Torino - Tribunale dei minorenni - per i ragazzi, minorenniappunto, che prendono parte a presidi, sit-in, volantinaggi, manifestazioni, attività NoTav, senza che ci sia una configurazione di un reato.Si tratta di ragazzini identificati dalle forze dell'ordine, mentre, pacificamente, manife-stavano in Valle di Susa. Mio figlio Francesco, ancora 14enne, è stato segnalato, insiemead altri minorenni, in quanto volantinava a Susa, a fine settembre.Non essendoci presenza di reato, perché la Procura "segnala" i ragazzini ai servizi sociali?Per vedere se il loro sano attivismo è sintomo di patologie o disagi familiari?Se hanno genitori violenti, oppressivi che li costringono a manifestare per diritti civili epolitici? Manifestare diviene sintomo di disagio, per i rappresentanti della legge?Se questo non è regime, non so cos'altro dire.

Angela

Page 8: Fuori Binario n°153 Dicembre

Chi scrive non è un malato di Sla, ma è comunque undisabile motorio grave quasi dalla nascita ed ha 52anni. In merito all’articolo di Massimo Gramellini “Lacrimee no” (sito web de La Stampa, sabato 3 novembreu.s.), si ha l’impressione che esso sia stato scritto sucommissione. Pur essendo convinto che l’etica e la morale debbanoriacquistare molto più rilievo di quanto attualmentenon ne godano, ritengo che il persistente e reiteratoazzeramento del fondo per la non autosufficienzavada affrontato sotto l’aspetto politico e giuridico.Occorre dire con la massima forza che, anche conquesto “Governo dei professori”, questo Stato delin-que ed è fuorilegge molte volte. La Costituzione (cioè la legge fondamentale dellaRepubblica italiana, che vincola non solo i cittadinima anche le istituzioni) pone alcuni punti fermi benprecisi. “L’Italia è una Repubblica democratica fonda-ta sul lavoro”. Questo ed altri Governi precedentihanno alimentato la disoccupazione.

“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviola-bili dell’uomo”; “Tutti i cittadini hanno pari dignitàsociale” e “È compito della Repubblica rimuovere gliostacoli di ordine economico e sociale, che, limitandodi fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impe-discono il pieno sviluppo della persona umana e l’ef-fettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organiz-zazione politica, economica e sociale del Paese”. IGoverni attuano politiche diametralmente opposte aquesti dettami: basti pensare all’istituzione dei CIEper la reclusione dei migranti e appunto al tagliodelle risorse per l’assistenza ai disabili. Contemporaneamente, questo Governo e i preceden-ti violano spudoratamente anche l’articolo 9 dellaCostituzione sulla tutela del paesaggio e dei beni cul-turali e sulla promozione della cultura e della ricerca,“investendo” (leggi: sprecando) cifre spropositate disoldi pubblici per opere molto distruttive quali la TAVe il ponte sullo stretto di Messina (quest’ultima operasapendo bene che è praticamente irrealizzabile e chequasi con certezza matematica andrà ad alimentareCosa nostra e altre mafie).

L’articolo 11 della Costituzione dichiara solennemen-te che “L’Italia ripudia la guerra come strumento dioffesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo dirisoluzione delle controversie internazionali”. QuestoGoverno e i precedenti tengono impegnato il nostropaese in eufemistiche “missioni di pace” e soprattut-to mantiene saldamente l’impegno di acquistareoltre una decina di cacciabombardieri dal costo dialmeno 50 milioni di € cadauno. Dalla mancata vio-lazione dei due ultimi articoli citati (9 e 11) potrem-mo sicuramente recuperare le risorse per attuarecompletamente la Costituzione. A mio modesto avviso, il pessimo rapporto tra citta-dini e cosa pubblica sta proprio nell’essere lo Stato ilprincipale violatore delle sue proprie norme. E ciònon vale solo per i cittadini imprenditori che avanza-no crediti dalla pubblica amministrazione (tutelatiora dal termine di 30 giorni per i pagamenti delle for-niture e delle prestazioni). Ci sono molti altri citta-dini che ogni giorno si vedono calpestati i propridiritti di libertà anche solo dalla mancanza di inter-vento pubblico.

Tutti i disabili gravi (e non solo quelli colpiti dalla Sla)non vivono senza l’assistenza personale fornita dapersone scelte e istruite da ciascuno di noi. Molti dinoi necessitano di assistenza personale per 18 oanche 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno. E, quan-do il presidente della FISH (federazione italiana per ilsuperamento dell’handicap) dichiara pubblicamenteche per un disabile grave sono sufficienti € 1500mensili, è evidente l’incapacità di questa federazionea rappresentare la realtà vera di chi ha gravi disabili-tà. Perciò, anche l’invito finale di Gramellini che loStato chieda l’aiuto al mondo delle associazioni nonè pienamente condivisibile. Si tratta di garantirediritti fondamentali delle persone. E i diritti restanosempre individuali e non si appaltano alle associazio-ni. Pur nutrendo rispetto per chi ha attuato lo scioperodella fame, resto saldamente ancorato alla convin-zione che le forme di lotta debbano danneggiare lacontroparte, e non chi le attua.

Luca Pampaloni

È nata a Capannori l’associazionenazionale ‘Comunità Rifiuti Zero’

In un anno roddoppiato il numero

degli enti aderenti. Nasce oggi uffici-

lamente a Capannori l’associazione

delle comunità che guardano al futuro

e contrastano lo spreco di materia in

discariche ed inceneritori.

Promuovere attività mirate allariduzione dei rifiuti, all’abbatti-mento della produzione di pla-stica, alla valorizzazione dellafiliera corta. Sono questi i prin-cipali obiettivi che si pone lanuova associazione “ComunitàRifiuti Zero” a cui hanno aderi-to 107 Comuni italiani, tra cuicapoluoghi come Parma,Napoli, Benevento, La Spezia, emolte associazioni tra cui quel-la dei Comuni Virtuosi el’Anpas. La neonata associazio-ne ha visto la luce oggi aCapannori, dove avrà sede, nelcorso di un incontro nazionaleche ne ha approvato lo statuto.All’incontro, svoltosi nell’Auditorium del-l’azienda Usl 2 di piazza Aldo Moro,hanno partecipato il sindaco diCapannori, Giorgio Del Ghingaro, il pro-fessore americano Paul Connett che haripercorso la storia della Zero Waste inAmerica e in Europa, l’assessore all’am-

biente del comune diCapannori, Alessio Ciacci, ilcoordinatore del Centro diricerca Rifiuti Zero delComune, Rossano Ercolini cheessendo il referente italianodella ormai conosciuta strate-gia ha coordinato i soggettiche sono confluiti nell’associa-zione, e naturalmente i rap-presentanti di numerosiComuni e Associazioni.Come ha spiegato uno deiesponenti del Centro di

Ricerca Riccardo Pensa la nuova associa-zione interessa circa 3 milioni di abitan-ti. La provincia di Lucca è al terzo postotra le province più rappresentate (con 9Comuni aderenti alla strategia RifiutiZero, Capannori, Lucca, Borgo a Mozzano,Bagni di Lucca, Villa Basilica, Massarosa,

Pietrasanta, Seravezza, Forte dei Marmi)dopo Napoli e Roma. Il numero di ammi-nistrazioni comunali che hanno sposato lastrategia ideata da Connett è raddoppia-to nel giro di un anno facendo registrareun vero e proprio boom nel 2011,“Non posso che essere orgoglioso che ilpercorso Rifiuti Zero in Italia sia nato nel

2007 da Capannori – dichiara il sindaco,Giorgio Del Ghingaro. La nascita oggi del-l’associazione nazionale delle ‘Comunitàrifiuti zero’ è un risultato straordinario,perché dà vita ad un soggetto che rappre-sentando molti Comuni e quasi il 5% dellapopolazione italiana, può realmente inci-dere sul cambiamento culturale in ambitoambientale e particolarmente nel campodei rifiuti a livello nazionale. Sono certoche questa nuova associazione potrà farecose importanti per migliorare la qualitàdella vita di tutti i cittadini”.“Oggi abbiamo scritto una pagina impor-tante della storia del movimento RifiutiZero a livello nazionale ed internazione -afferma l’Assessore all’Ambiente AlessioCiacci. In un anno abbiamo raddoppiato icomuni aderenti ed ogni giorno stiamocrescendo sia per quantità di enti maanche in qualità del lavoro intrapreso econdiviso. Stiamo dimostrando che un’al-ternativa a discaricheed inceneritori esiste,ha vantaggi sociali,ambientali, economicied occupazionali.Questa rivoluzionecoinvolge ormai milionidi cittadini e promuovea livello regionale enazionale una politicadi vera sostenibilità.Siamo entusiasti cheCapannori rappresentisempre più un luogo diincontro, confronto edi riferimento perquanti in tutta Italiastanno inseguendoquesto obiettivo. Lastrada da fare è ancoralunga ma i numeri cidimostrano l’ottimi-smo della ragione e labellezza di costruireuna politica che guarda

al futuro con la partecipazione attiva ditutti.”La nuova associazione intende operarenel campo dell’assistenza, della formazio-ne della promozione e della valorizzazio-ne della cultura della strategia RifiutiZero, così come definita nella Carta inter-nazionale di Napoli, dare assistenza alleamministrazioni comunali che vi hannoaderito per affrontare la questione delciclo dei rifiuti, promuovere campagne disensibilizzazione e informazione sullebuone pratiche nell’ambito dei rifiuti ecreare una rete per lo scambio di infor-mazioni tra Pubbliche Amministrazioni esoggetti privati. Infine, ma non certo perultimo, dare un contributo fattivo alla for-mazione culturale di comunità che vedo-no nel bene comune ambiente il punto diriferimento principale per contribuire adinnalzare la qualità della vita di tutti.

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La Val d'Aosta bocciail via all'inceneritore

Con oltre il 94 per cento di contrari è stato bocciato, con un referendum, ilprogetto per costruire l'impianto di trattamento a caldo dei rifiuti, un inve-stimento da 220 milioni. Nel referendum - consultivo - sulla legge regionale che dava il via all'ope-razione hanno vinto i contrari: il 94 per cento (47 mila elettori) ha dettono all'inceneritore. I favorevoli sono stati poco più del 5 per cento (3milapersone). L'esito era apparso scontato non appena, domenica sera, erastato diffuso il dato sull'affluenza: era stato raggiunto infatti il 48,92 percento, quasi la metà degli aventi diritto, dopo una campagna elettorale damolti giocata sull'invito all'astensione (in Val d'Aosta il referendum con-sultivo è valido se viene superata la soglia del 45 per cento di partecipa-zione. I cittadini che si sono recati alle urne sono stati 50.909 su 104.063aventi diritto). Ed ora sull'esito della consultazione è già bagarre politica."Nonostante i discutibili inviti a non votare arrivati da diverse parti nelleultime settimane - sottolinea Fabio Dovana di Legambiente - i cittadinivaldostani hanno deciso di far valere il loro diritto democratico La decisio-ne di costruire un impianto impattante come il pirogassificatore non èandata giù ai valdostani che in questi mesi si sono documentati e hannocriticato la scelta dell'amministrazione regionale".Per Alberto Bertin (Alpe) "una maggioranza regionale divisa e litigiosa,incapace di capire l'urgenza del cambiamento, ha ricevuto con questo votola sfiducia dei valdostani. Il governo Rollandin deve assumersene laresponsabilità e trarne le conseguenze".

Comunità Rifiuti Zero

Brevi osservazioni

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C’era una volta il cinema. Donne, uomi-ni e bambini accorrevano numerosi aguardare lo schermo bianco che s’illu-minava con la luce sfavillante dei carbo-ni della macchina di proiezione. Era unamagia assistere alla proiezione in unasala cinematografica strapiena. Lamaschera faceva luce ai passi frettolosidegli ultimi arrivati in sala e qualcunoprotestava per le ombredei ritardari proiettatesulle immagini giganti digente e case. La pellicolascorreva imperterrita aventiquattro fotogrammi ilsecondo. Il film premioOscar “Nuovo cinemaparadiso” racconta moltobene la popolarità dellasala cinematografica italia-na in quegli’ anni d’oro.Italo Calvino dal 1939 al1950 riusciva a guardarepiù di due film il giorno“rinchiuso” nel suo cinemapreferito. Poi nacque latelevisione e … lo schermosi rimpicciolì di colpo. I giganti diventa-rono nani. Arrivò anche il film in casset-ta e gli spettatori continuarono a dimi-nuire ulteriormente. Dopo l’avventodell’era digitale, del multiplex in perife-ria e dei soli pop corn, coca e patatine lasala cinematografica di quartiere perseimportanza e con essa la vita degli spet-tatori fedeli al sacro rito della visionedel film in sala. Nel duemiladoci poisono già sessanta le sale che hannochiuso i battenti per sempre.

Luglio 2006. Mi trovo in compagnia delmio collega videomaker GiuseppeCapoano. Sono alla guida della miaautomobile un’Alfa Romeo 2000Berlina del 1974. Stiamo andandoall’ennesimo concorso di cortometraggidi provincia. Sappiano già chi sarà il vin-citore, del resto siamo in Italia. Si discu-te su come far guardare i propri lavori.La vita dei corti è breve, il tempo di unastagione e poi la storia che è stata crea-ta con tanto amore e sofferenza èmessa dentro un cassetto e niente più.Mi viene una voglia improvvisa e lacomunico al mio compagno di viaggio:

“E se andassi al Festival di Venezia a

mostrare i miei corti direttamente agli

spettatori?”

“E come? Non ti ha invitato nessuno”.

“Mi auto-invito! Attrezzerò l’Alfa a cine-

ma per due spettatori alla volta e ci

proietterò dentro i corti” .

Così nacque la Cortomobile, il più pic-colo cinema del mondo, la sala cinema-tografica su quattro ruote.

“Ci sono corti in super 8 che hanno

fatto la storia del cinema e filmati in

digitale più recenti. Gli spettatori ordi-

nano il «piatto» preferito poi entrano

nel minicinema, accomodandosi sui

sedili di pelle ricoperti da un telo leo-

pardato. Vengono tirate le tendine di

raso bordeaux, fa buio in sala, il proiet-

tore posto sul baule proietta la pellicola

sul piccolo telo sopra il volante di legno,

dalle casse degli anni Settanta (qui

tutto è vintage) parte la colonna sono-

ra. Inizia lo spettacolo e il pubblico è

catapultato dentro la storia:

sembra quasi di poter afferrare

per mano i protagonisti, fare un

passo ed entrare nello schermo.

L’abitacolo si trasforma in una

scatola magica. Il cinema è servi-

to”. (Dall’articolo di Ivana Zulianidel “Corriere Fiorentino “del 12dicembre 2011).

La Cortomobile appare alla 63°Mostra D’arte Cinematograficadi Venezia e accoglie i primiottantotto spettatori paganti.Dopo il Lido continua a compari-re nei luoghi più impensati (piazze, par-cheggi, garage, giardini, perfino in rivaal mar). La 2000 settimana dopo setti-mana miete spettatori con cifre dacapogiro. Il pubblico sale a due a due (ibambini anche in cinque) sui sediliposteriori color biscotto della vettura.Si scelgono i corti dal Cortomenù, set-tanta cortometraggi suddivisi in antipa-sti, primi, secondi e cinedessert! Ingenere facciamo un gioco con tutti glispettatori in fila: io sono il “Maître a

penser del corto” che sugge-risce i corti da guardare e poic’è la maschera Viviana Goriche accompagna gli spettato-ri nella sala mignon.Ambedue siamo vestiti dasera o come i personaggi delmondo del cinema. Ma èaffacciandosi nelle piazze cit-tadine e di paese cheCortomobile dà il meglio disé. Ci siamo accorti che ilcinema è ancora popolare.

Le persone che passano dal luogo diproiezione scelto si fermano incuriosi-ti e diventano nostri “spettatori mobi-li”. Il formato breve non ha una diffu-sione commerciale capillare perché latelevisione italiana non investe nem-meno un euro per l’acquisto dei corti.Questo è uno dei motivi fondanti che fadi Cortomobile un’occasione unica per

entrare in contatto con ipiccoli film diretti da gio-vani registi italiani e stra-nieri.

In quasi 200 serate diproiezione sono entratidentro “il più piccolo cine-

ma del mondo” più di10000 spettatori.

“Bellissima proiezione, c’è

un’incisività pazzesca.

Andate avanti così

Cortomobili!” ci ha apo-strofato così il regista,tanto amato da QuentinTarantino, Umberto Lenzinel 2008 (per intendersi

quelo di “Roma a mano armata” ecc)

Come in tutte le storie d’invenzioni c’èl’amara realtà da sopportare. L’ardualotta nel farsi pagare il lavoro d’artista.Decine di notti passate all’addiaccioperché non c’erano i soldi per l’hotel.Trasferte rocambolesche per portare ilnostro cinema in cima a montagne

della Basilicata dove ad attenderci c’eraun poeta in bicicletta. Rimozioni forzatenotturne dell’auto con perdita di tempoe denaro. L’impossibilità burocratica diriuscire a vivere di quest’invenzioneperché il Comune non ti “riconosce”come artista di strada. La difficoltàburocratica nell’organizzare anche unasola tappa proprio nel Comune diFirenze dove l’idea è nata. Dal 2009 hoportato lo spettacolo “Cortomobile, ilcinema più piccolo del mondo” in tuttaItalia e all’estero ma a Firenze ancoraoggi non è possibile riuscire a fare unadata neppure regalandola. Tanti sognie tanti chilometri macinati dal motoredel cinema su quattro ruote.

“Se gli spettatori non vanno piùal cinema, è Cortomobile che va

dagli spettatori!”

Questa è la filosofia alla base del pro-getto. Dall’esperienza del cinema piùpiccolo del mondo” nasce allora il pro-getto del CINEKAMPER, la sala cinema-

tografi-ca mobile realizzataall’interno di un mezzo d’epocapiù grande: un Autocaravan FordTransit Grand Soleil del 1981.

Lo schermo cinematografico è postonella zona che prima era adibita alriposo notturno, la mansarda; la cabinadi proiezione in pellicola 16 mm., Super8 e digitale Full HD è stata progettatanella zona del bagno. L’interno è dipin-to di nero a tintura naturale. I posti asedere sono sette: quattro ribaltine dilegno appartenute a un cinema di quar-tiere degli anni cinquanta, sono statefissate al centro dello spazio interno,due sedute vintage sono sul lato destrodella sala e l’ultimo posto è ricavato inquello che, prima il camper diventassecinema, era un armadio per i vestiti daviaggio. Il proiezionista può facilmenteoperare all’interno della cabina cam-biando i rulli della pellicola in 16 mm esuper 8; la cassa per pagare il biglietto èinterna, prima della porta d’accesso alla

sala. L’esterno del cinema mobile,la carrozzeria del Ford Transit, èarancione e la cabina di guida ènera come il buio della sala cine-matografica. Il Cinekamper eragià operativo dall’estate del 2008ma ha avuto un incidente. Perquesto con Hulot associazioneculturale, abbiamo attivato unacampagna di crowdfunding sulsito Eppela.com. Si sostiene ilprogetto Cinekamper facendouna donazione di euro 7.00 comeun prezzo medio di un biglietto

cinematografico. E così un giorno poterraccontare al proprio bambino

C’era una volta la storia di un cine-

ma, il cinema più piccolo del mondo!

FINE (THE END)

Per saperne di più: www.cortomo-

bile.it www.hulot.it, www.eppela.com

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TERRA CONTESA E COLONIE ISRAELIANE NEI TER-RITORI PALESTINESINella cartina qui sotto, la parte in NERO è la PALESTI-NA, quella in BIANCO è ISRAELE. Della Palestina originaria rimane ben poco.Lo stato di Israele, nato nel 1948, ha continuato, conil tempo, la sua occupazione di gran parte dellaPalestina, costruendo insediamenti, ovvero colonie. Ogni anno l’esercito distrugge case e villaggi palesti-nesi per costruire colonie, ovvero agglomerati di casegrandi come paesi in cui possono risiedere anche2.000 coloni. Lo stato di Israele fornisce incentivi efacilitazioni agli ebrei residenti in varie parti delmondo per persuaderli ad andare a vivere in questecolonie. Sono nati così tanti insediamenti all’internodella Palestina che hanno creato una situazione divera apartheid, ricordando quella del Sudafrica, contanto di autostrade che collegano tra loro lecolonie che possono essere utilizzate solo dagliisraeliani (anche se percorrono in lungo e largola terra di Palestina). La Palestina, riconosciuta dall’ONU, sarebbequella all’interno dei confini della terza figura.Oggi, è diventata un vero e proprio gruviera. Di fatto, con la costruzione delle colonie,Israele rende palese il suo progetto di occupa-re l’INTERA PALESTINA, non accontentandosidella parte del territorio occupato nel 1948 edefinito con la nascita del relativo stato. Così,ogni anno centinaia di famiglie palestinesivengono cacciate dalle proprie case con l’usodelle armi e la terra palestinese si riduce sem-pre più. Con le guerre e la politica coloniale laPalestina è stata addirittura divisa in due terri-tori separati: la West bank/Cisgiordania e laStriscia di Gaza.

COSA È LA STRISCIA DI GAZA?E’ una striscia di terra che si affaccia sul medi-terraneo, lunga 45 km e larga circa 10 Km. Ci vivono 1 milione e 600 mila palestinesi ed è consi-derato il posto sulla terra a più alta densità di popo-lazione. La STRISCIA confina quindi con Israele, conl’Egitto e con il mare.Il confine con Israele è delimitato da un MURO.Israele controlla il confine decidendo quali merci fareentrare e decide anche chi può entrare e chi può usci-re. I palestinesi della West bank non possono entrarenella Striscia di Gaza ed ai palestinesi di Gaza nonviene permesso di uscire dalla Striscia. Il confine con l’Egitto è stato chiuso fino allo scorsoanno. In seguito alla rivoluzione egiziana questo vali-co è saltuariamente aperto. Può restare chiuso persettimane e comunque si può entrare e uscire solodietro autorizzazione, per niente facile da ottenere. Il confine con il mare è delimitato da un muro di navida guerra israeliane che non permettono a nessunodi raggiungere Gaza via mare (da qui i tentativi dellediverse Freedom Flotilla), a nessuna abitante di Gazadi uscire per questa via e neanche ai pescatori dipescare oltre le 3 miglia dalla costa (secondo Accordiinternazionali dovrebbero essere 20 miglia).GAZA è una gabbia, una prigione a cielo aperto.

CHI VIVE NELLA STRISCIA DI GAZA?L’80% dei suoi abitanti sono profughi (per creare lostato israeliano i palestinesi sono stati costretti adabbandonare le loro case) e vivono all’interno dicampi profughi in situazioni di grave povertà dove ibambini vanno nelle scuole delle Nazioni Unite e ilcibo viene distribuito dalle organizzazioni interna-zionali.

COS’È LA RESISTENZA PALESTINESE?La Palestina e Gaza non hanno un esercito, in quanto

non sono uno Stato e non hanno neanche il sostegnodei paesi arabi, che preferiscono difendere i loro inte-ressi economici. Se avessero il loro appoggio la rispo-sta ai bombardamenti israeliani non sarebbe fatta daRAZZI fabbricati in casa ma da un arsenale ben piùfornito.La Palestina è sola nella sua Resistenza e lo dimostrail fatto che ogni anno perde pezzi del proprio territo-rio senza avere alcuna forza per reagire. Il termine GUERRA pare dunque usato a sproposito inquanto non sono due potenze con condizioni simili afronteggiarsi, da una parte abbiamo uno STATO chepossiede uno degli armamenti più grandi al mondo(compresi arsenali atomici) e dall’altro SOLO UNPOPOLO, quello palestinese che risponde lanciandorazzi prodotti artigianalmente. Dobbiamo credereche l’elefante abbia paura del topolino?

PERCHÉ ISRAELE STA BOMBARDANDO GAZA(OPERAZIONE PILLAR OF DEFENSE)?Questi bombardamenti sulla popolazione della stri-scia di Gaza non sono iniziati a causa dei razzi diHamas ma per altri motivi:29 novembre 2012 l'Autorità palestinese chiederàall’ONU di riconoscere la Palestina come Stato e l'at-tacco contro Gaza è un tentativo di spostare l'atten-zione e di far apparire inaffidabili e “terroristi” i pale-stinesi (Israele, a cominciare dall’omicidio politico delrappresentante di Hamas del 14 novembre, sembrafare di tutto per scatenare reazioni da parte palesti-nese).22 gennaio 2013 ci saranno le elezioni in Israele epunire i “terroristi palestinesi” crea consenso tra glielettori israeliani. Netanyahu sta mostrando al suopopolo qual è il nemico, sta diffondendo odio verso ilnemico e sta facendo sentire agli israeliani quanto luiè forte nel difendere i suoi cittadini, luiPadre/Protettore Signor Netanyahu. L’84% degliisraeliani si dichiara a favore dell’operazione (secon-do il sondaggio del giornale israeliano Haaretz).

PERCHÉ LA RESISTENZA PALESTINESE TIRA IRAZZI SU ISRAELE?I palestinesi vivono da 60 anni nella provocazionequotidianamente delle azioni israeliane. Alcuniesempi:Nella striscia di Gaza:• i pescatori non possono pescare perché, al posto dibranchi di acciughe, si trovano di fronte le navi daguerra israeliane;• i contadini vengono uccisi mentre coltivano i lorocampi per mano dei soldati in servizio sulle torretteal confine;• quotidianamente gli aerei israeliani volano sulla

striscia causando terrore e sganciando bombe sullapopolazione.Nella West Bank/Cisgiordania:• i bambini vengono attaccati dai coloni quandovanno a scuola;• le donne partoriscono ai check point perché i solda-ti israeliani non permettono loro di raggiungere gliospedali;• i pastori vengono attaccati dai coloni quando porta-no al pascolo il gregge e i contadini si trovano i lorosecolari ulivi bruciato per mano dei coloni;• le case dei palestinesi vengono demolite per occu-parle e costruire nuove colonie.

COSA SUCCEDEVA OGNI GIORNO A GAZA PRIMADEL 14 NOVEMBRE?Siamo precisi nel dire che la provocazione non è il

razzo lanciato da Hamas la scorsa settimana maquello che succede ogni giorno a Gaza e di cui nessu-no parla mai:13 novembre 2012: l’esercito israeliano fa un’in-cursione via terra nel campo di Khan Yunis e in stra-da viene colpito ed ucciso da un proiettile un ragaz-zino di 13 anni mentre giocava a calcio; 8-11 novembre 2012: bombardamenti dal cielo edai carri armati al confine, 7 persone uccise tra cui 3ragazzi dai 16 ai 19 anni e 50 i feriti tra cui due bam-bini in terapia intensiva;22 ottobre 2012: 4 pescatori arrestati mentrepescavano e le loro barche sequestrate (e mai resti-tuite ovviamente) dalla marina militare israeliana;22 ottobre 2012: mentre i contadini cercavano diraccogliere le olive a Beit Hanoun sono partite dalconfine raffiche di spari e un drone ha ucciso unragazzo di 26 anni e ferito 4 persone;7 e 8 ottobre 2012: lancio di missili ad est di Rafah,decine di feriti, molti bambini, ucciso un uomo moltograve un bambino che ha il corpo pieno di schegge dimissile;28 settembre 2012: un pescatore di 22 anni uccisocon due proiettili mentre era in mare con lasua barca e viene anche ferito gravemente ilfratello che era con lui.… possiamo andare avanti ricordandoMohammed, 17 anni, ferito ad agosto con iproiettili “dum-dum” vietati dalle convenzio-ni internazionali, colpevole di coltivare uncampo troppo vicino al confine - Ali di 5 annie una bambina di un anno e mezzo uccisi dauna raffica di bombardamenti a fine giugnoche ha ammazzato in tutto 16 persone e feri-te 60 - Ayoub, 12 anni, ucciso da un proietti-le mentre andava a scuola ecc. e così

potremmo ripercorre giorni e giorni di provocazioni.

COSA È L’OPERAZIONE PIOMBO FUSO (CASTLEAD)?In 3 settimane, tra dicembre 2008 e gennaio 2009,Israele ha bombardato Gaza e sono morti 1400 pale-stinesi. Adulti e bambini di Gaza hanno ustioni sullapelle perché in quelle 3 settimane Israele lanciòbombe al fosforo bianco, che si infiamma al contattocon l’ossigeno e la sua combustione può continuareper giorni. L’acqua non lo spenge ma contribuisce ariattivare la combustione. Le ustioni sulla pelle deibambini fanno spezzare l’epidermide durante la cre-scita. Devono quindi sottoporsi ogni anno ad opera-zioni per permettere al loro corpo di crescere.Durante Piombo fuso, ed anche in questi giorni,Israele utilizza sulla popolazione di Gaza le bombe

DIME. Sono bombe non potenti nell’impattoma che scatenano una nuvola di micro-scheg-ge che aggredisce la pelle penetrandola,anche in profondità. La polvere trasmette ilsuo calore agli organi provocando ustioni emigliaia di microferite. Il fosforo bianco e lebombe Dime sono armi proibite dalle conven-zioni internazionali. L’utilizzo di queste bombeche possono “uccide meno” nasconde unintento forse peggiore e sadico in quanto illoro utilizzo porta spesso ad amputazioni emenomazioni costringendo i feriti a continuiinterventi chirurgici e la popolazione e lestrutture ospedaliere ad un lungo calvario diassistenza e impegno nelle cure dei malati.

ISRAELE HA DIRITTO ALL’AUTODIFESA DELSUO POPOLO. QUANDO A DIFENDERSI E’ LA RESISTENZAPALESTINESE, SI PARLA DI “TERRORISTI”Come si può definire autodifesa l’uccisione dibambini che giocano a palla per strada, di

neonati, donne e uomini a cui cade addosso un inte-ro palazzo, di giornalisti che hanno la sola colpa diraccontare quello che succede a Gaza… questi sonoper voi terroristi?Tutta la popolazione Resiste quotidianamente alleaggressioni israeliane, alla vita sotto assedio. Nontutta la popolazione di Gaza sceglie di impugnare learmi. Tutti gli israeliani (uomini e donne) sono obbli-gati a prestare 3 anni di servizio militare. In Palestinanon esiste il servizio militare.In questi giorni i media hanno riportato che “per laprima volta dopo 21 anni sono risuonate le sirened’allarme a Tel aviv”. Non passa settimana in cuiIsraele non uccida almeno un palestinese. Dal 2000ad oggi Israele ha ucciso più di 4.500 palestinesi.Questo c’è sul piatto della bilancia di questo quoti-diano massacro del popolo palestinese. Gaza hatenuto in prigione 1 militare israeliano, sono 10.000i palestinesi nelle carceri israeliani, e sono civili edanche bambini. Oggi 20 novembre 2012, a 6 giorni dall’inizio delmassacro, Israele ha ucciso 116 palestinesi, di cui 28bambini.

Palestina, quello che i media non dicono

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“Il potere logora chi non lo detiene..” lafamosa frase di Giulio Andreotti pareessere ancora parte integrante dell’ esi-stenza della società dell’oggi ...E il potere oggi lo detiene chi governal’economia ... in primo luogo il poteredelle Banche.Succede che l’ultima occupazione delMovimento di lotta per la casa in ViaBuffalmacco, Pian di Mugnone,Comune di Fiesole sia diventata laprima occupazione a essere SOTTOSGOMBERO ...Uno scherzo del destino?Una vendetta delle forze dell’ordine?Niente di tutto questo ... ma la RICHIE-STA INDEROGABILE DI IMMEDIATOSGOMBERO DEL PALAZZO OCCUPATO èla scontata “pressione” che la CASSA DIRISPARMIO proprietaria dell’immobileha esercitato sulla stessa Magistraturae sulla Prefettura minacciando un insie-me di denunce per omissione di inter-vento alle istituzioni stesse ...A noi preme ricordare che:

1) Lo stabile di Pian di Mugnone erasfitto da almeno sette anni, alla mercèdi piccioni e fantasmi...2) La Cassa di Risparmio detiene unimmenso patrimonio abitativo (700alloggi tra Firenze e Provincia) e applicaaffitti da capogiro e molti inquilini sonosotto sfratto ...

3) La struttura è ufficialmente in vendi-ta, e quindi non esiste una immediataurgenza di liberare l’edificio ...4) Nello stabile vivono venti famiglie,italiane e straniere, molti hanno subitole esecuzioni di sfratto ...E ben oltre le considerazioni sulla natu-ra dell’occupazione stessa, ci premericordare che le BANCHE COME LEGRANDI FINANZIARIE sono le primeresponsabili della CRISI ECONOMICA incorso. Se oggi l’intera Europa vive meccansimida recessione e milioni di persone sonocostrette alla povertà, i principali attoridi questa tragedia in corso d’opera,vanno ricercati proprio nell’esistenzastessa dello strapotere bancario.Pensiamo, a ragione, che in uno stato dicrisi ognuno deve fare la sua parte. Noilottiamo quotidianamente per L’EQUAREDISTRIBUZIONE DELLE RISORSE, eanche le Banche invece di esercitare illoro demoniaco STRAPOTERE devonofare un passo indietro e comiciare a

lascia-re in pacemilioni dic o n t r i -buenti.Pensiamo,a ragione,che il siste-m aBancario, finanziato spesso con isoldi pubblici deve essere totalmen-te svuotato dell’enorme potere cheesercita.DUNQUE CHIEDIAMO L’IMMEDIATORITIRO DEL PROVVEDIMENTO DISGOMBERO PER PIAN DI MUGNONE EL’AVVIO DI UNA TRATTATIVA TRA LEPARTI. SIAMO DISPONIBILI A PAGARECANONI DI LOCAZIONE STABILITI SUCRITERI DI EQUITÀ SOCIALE.

Il Movimento di Lotta per la Casa

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pagina 11Lo strapotere delle banchee la violenza del mercato

La guerra

degli sfrattiA Firenze, negli ultimi mesi si consuma una vera e pro-pria agonia, figlia della crisi e della speculazione...Con quasi cento esecuzioni al mese il capoluogo tosca-no è diventato la capitale degli sfratti, con buona pacedel Sindaco Renzi...Le vittime delle esecuzioni sommarie sono tante: inte-re famiglie, giovani precari, donne separate con bam-bini, e anche anziani e disabili...Le istituzioni non hanno strumenti per affrontare leemergenze e sono ricorse, spesso, all’umiliante inseri-mento solo per donne e bambini nelle strutture diaccoglienza messe a disposizione dal Comune o dallaCaritas... Il famoso passaggio da casa a casa non è piùgarantito da anni...Mentre il nuovo bando per l’assegnazione di alloggi inedilizia residenziale pubblica è tornato ad essere unbando con un insieme di norme vessatorie che, neifatti, esclude la possibilità di partecipazione alle fami-glie o ai singoli in morosità, praticamente il 90% deglisfrattati...Mentre il taglio ai Servizi Sociali ha prodotto l’estin-zione, vera e propria di questi ultimi dalle agende del-l’emergenza abitativaAbbiamo richiesto alla Prefettura un BLOCCO DEGLISFRATTI per almeno due mesi, dal primo dicembre alprimo febbraio, non ci è ancora stato risposto...Stiamo esercitando il DIRITTO ALLA LEGITTIMA DIFE-SA, riappropriandosi di beni e SPAZI VUOTI da conse-gnare alle famiglie sfrattate.Era successo a marzo dello scorso anno in Via Baracca,è successo negli scorsi giorni in Viale Corsica.Purtroppo il SILENZIO e il totale vuoto istituzionale,anche di proposte, continuano a regnare sovrano nellacittà e in tutta la sua cintura periferica compresi iComuni limitrofi ... per queste ragioni:

GIOVEDI’ 29 NOVEMBRE ORE18   PRESSO L’SMS DIRIFREDI, VIA VITTORIO EMANUELE 364 SI SVOLGERÀUNA ASSEMBLEA METROPOLITANA DEGLI SFRATTATI/E

GLI SFRATTATI DEL MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA DI FIRENZE

L’associazione il Melograno nell’obbiettivo di legare con le varie realtà associa-tive, invita a farsi conoscere con “Fuori Binario”, in modo che questo giornalediventi sempre più un punto di riferimento informativo, che raccolga le attivitàvolte verso i bisogni di chi è colpito, in modo sociale ed individuale. Molte real-tà operanti nel tessuto cittadino spesso non sono in contatto. Di fronte alla fran-tumazione sociale si risponde spesso in maniera frantumata, cogliamo quindil’occasione per presentare il nostro progetto:

Hausprojekt 513, ass.”Il Melograno” Via Aretina 513, Firenze

Telefono 055 6505885

Il nostro progetto è un luogo di coesistenza ed espressioni umane quali attivitànel sociale, culturale, artistico, un laboratorio sociale tra persone diverse perestrazione culturale, sociale, età e genere. Abbiamo uno spazio per svolgere taliattività, aperto a un confronto quotidiano con bisogni semplici ed essenzialicon volontà, attenzione, disponibilità per promuovere stimoli e sviluppareappunto relazioni umane su valori di cooperazione, uguaglianza, pace e rispet-to dell’ambiente. Tutte le iniziative che proponiamo non sono a fine di lucro osoggette a competizione di mercato e sono svolte da volontari della nostraassociazione.Abbiamo costruito la tenda “Pow-Wow” che, con i suoi sette metri di diametro,è lo spazio di uso collettivo tra associazioni e individui diversi tra loro come sim-bolo di esigenze di punti in comune, ove è possibile uno scambio creativo. Ogniassociazione o gruppo interessato può quindi usufruire di questo spazio per leproprie iniziative ed eventi.

Per rispondere ai crescenti bisogni e alle capacità di molte persone si è costitui-ta nel febbraio 2011 dall’assemblea permanente riunita, la “Società di MutuoScambio del Lavoro”, una libera organizzazione basata sulla cooperazione, l’in-contro e lo scambio tra necessità e attitudini, opponendo all’unità del denarol’unità del tempo dedicato. Le altre attività sono:- Cena sociale, piatto unico e vino, tutti i mercoledì dalle 20:30, anchedurante le vacanze di natale, a seguire musica dal vivo o dj-set, dibat-titi, film o documentari su tematiche sociali, culturali e politiche, per-formance ed esposizioni artistiche… - Laboratorio di Incisione su zinco, rame o Xilografia per uso stampacon apposito torchio a pressione.- Laboratorio di Pittura con preparazione e significato dei colori, corsidi Arteterapia. - Punto Internet e biblioteca per consultazione.- Cineforum a tema.- Sede della banda popolare di strada “I Fiati Sprecati”.- Laboratorio “il pane di una volta” con cottura del pane e focacce nelforno a legna.- Cena delle Donne.- Laboratorio “l’arte dei bambini al parco”, presso il parco di VillaFavard.- Uso della resede per eventi culturali e scambi sociali.Tutte le iniziative sono svolte senza fini di lucro. Ricordiamo che per una buonariuscita delle attività c’è bisogno di una partecipazione attiva e collaborativacon nuove idee, pazienza, costanza e determinazione…

Contatti: email: [email protected] internet: www.melograno513.altervista.org

Guarda icche c’è?!! I’ Melograno!

Page 12: Fuori Binario n°153 Dicembre

I LORO “RAMPOLLI” SONO

ACCOMPAGNATI A SCUOLA

NELLA “FUORISERIE” GUIDATA

DALL’AUTISTA, AI NOSTRI FIGLI

PRESTO NON POTREMO METTERE

IL PIATTO A TAVOLA.

Siamo donne del movimento operaio.Mogli degli operai della Fiat diPomigliano. Molte tra noi sono operaie.E siamo stanche di vedere i nostri uomi-ni tornare a casa cupi in volto e con losguardo perso nel vuoto e fisso alle sca-denze di fine mese. Noi che con i nostrifigli e le nostre famiglie siamo costrettea fare i conti e a vivere con 750 euro almese. Siamo stanche di vivere la sensa-zione di rassegnazione e sconfitta checomincia a far presa sui nostri mariti. E

addolorate da quanti urlano dai tetti laloro disperazione, si tagliano le vene o,addirittura, si tolgono la vita.Siamo stanche di assistere a programmitv che mostrano famiglie operaie rac-colte in cucina con la pentola che bollee poco da cucinare e, di contro, le inter-viste ai “professori” che vorrebberoconvincerci che “abbiamo vissuto fin’o-ra al di sopra delle nostre possibilitamangiandoci il futuro dei nostri figli”!!Ma chi... noi...?! Con 750 euro al mesequando va bene?!Vero e che sono sempre e solo i loro“bamboccioni” che continuano a sper-perare in una notte di “vizietti” quelloche un operaio (quando gli andavabene) guadagnava in un anno. I loro“rampolli” che, oggi come ieri, vengonoaccompagnati a scuola con la “fuorise-rie” guidata dall’autista. Mentre noi peri nostri figli, tra poco, non potremo piumettere nemmeno il piatto a tavola.Tutto questo non e piu tollerabile. Ed eancora piu intollerabile anche conside-rato il “massacro operaio” in atto intutte le fabbriche della Fiat diMarchionne e realizzato con un fiumedi finanziamenti pubblici e gravi conni-venze politico-istituzionali e sindacali.Proprio quei sindacati - i confederali -che oggi sembrano scesi da Marte,come se non fossero stati proprio loro asottoscrivere gli accordi piu infamanti

per i lavoratori. Eppure siamo convinteche se la Fiat ha da sempre rappresen-tato il “potere forte” per eccellenza (loStato nello stato), i suoi operai hannosempre saputo tenere alta la testa. Edoggi e innanzitutto da <questi operai>(e sono ancora tanti) che puo ripartireun credibile segnale di unita e di lotta.Un obiettivo non facile, tenendo contodel fatto che chi sindacalmente e politi-camente dovrebbe stare dalla parte deilavoratori si attiene al motto che “divi-dere e meglio (e piu proficuo) cheunire” ostinandosi nel tentativo diseparare tra loro le lotte dei lavoratoridelle singole fabbriche.Ed e proprio oggi che ci troviamo preci-pitati in un preoccupante arretramentodella condizione operaia, oggi cheMonti ed i suoi ministri benestanti siriuniscono con Marchionne (e con Rivaper citare ad esempio il “cul de sac” incui hanno cacciato gli operai dell’Ilva diTaranto) e con CGIL-CISL-UIL per accor-darsi come al solito a danno dei lavora-tori Fiat e dell’indotto, oggi piu che maidobbiamo mobilitarci a fianco deglioperai come donne, come compagne,come mamme e come mogli perchequesta e una lotta esemplare per tutti.Perche quello che succedera nelle fab-briche Fiat ricadra sulle nostre famigliesui nostri figli e, se sconfitti i lavoratori,con il governo Monti (come per i pen-

sionati) ricadra sui lavoratori del pubbli-co e del privato, sulle loro famiglie esull’intera societa.Ma veramente oggi c’e chi puo ancoracredere e rivendicare gli investimenti diMarchionne se non quanti, con l’ap-prossimarsi della campagna elettorale,sono interessati solo a creare nuoveillusioni? Noi che a Pomigliano gia sub-immo le prediche anche dai pulpitidelle chiese che, in uno con politici esindacalisti, magnificarono la Fiat per ilsuo “piano di investimenti e sviluppo”VOGLIAMO GRIDARE A TUTTI CHE LAFIAT IN ITALIA NON C’È PIU’ e che conquest’andazzo a breve i pochi presidiesistenti non assicureranno piu lavoronemmeno per una piccola parte deglioperai.Ed oggi lo diciamo con forza e primadell’annunciato disastro industriale esociale, anche perche dopo sara troppotardi: la Fiat deve restituire un centi-naio di miliardi di euro di finanziamentipubblici ad oggi incassati ed usati indanno sociale e per interesse privato erestituire al pubblico le fabbriche tuttegia abbondantemente strapagate dallacollettivita.

Comitato Mogli

Operai Pomigliano

153 - dicembre 2012

pagina 12 La Fiat in Italia non c’è più

7 dicembre - Taranto ore 14-19Biblioteca comunale piazzale Bestat convegno nazionaledall‛Ilva alla Thissenkrupp, dall‛Eureco a Marghera, da

Gela a Molfetta,

A Tarantoperchè l’lLVA è la fabbrica

con più morti sul lavoroperchè è divenuta la città simbolo

con più malattie professionali tumori,inquinamento ed emergenza sanitaria

e ambientalema anche la città dove gli operai e

i cittadini lottano per difendereil lavoro, la sicurezza in fabbrica

e la salute sul territorio

OPERAI IN FABBRICA

PADRONI IN GALERA

Il mondo è delle prostitute

La chiamavo la signora;le telefonavo tutti i giorni,la imploravo di venire da me,la pregavo di farsi amare.Semplicemente l’adoravo,cancellava all’istante i brutti momenti della mia vita.Cercavo protezione.Ma poi qualcosa si è rotto,qualcosa si è rotto dentro,e si è come spezzato in due,lasciando visibile una cicatrice che non mi abbandonerà mai piu,quella stessa cicatrice che ha scavato nel mio petto un solco così profondoe frastagliato (come un arido canyon)da crepare il cuore a tal puntoda starne quasi per morire.Allora ho cominciato a riscrivere, su tutto,compreso su quella signorache finalmente mi ero scrollato di dosso,come una tigre feritaancora pazza di sanguee dolore:quella signora che ancora si affacciava,così bruna ed esotica,tra le nuvolette dei miei sogni in bianco e nero.È una cosa che ho sentito dentro;bisogna sentire qualcosa che si strappa,che lacera quel legame che ti tiene avvinghiatoalle sue voluttuose cosce strette dal nylon.La signora ha provato ancora a stringermi al suo petto:vuole l’ultimo bacio,il bacio dell’addio,quel bacio che non è mai stato l’ultimo;quel bacio scolpito tra le sue labbra velenose,che troppe bocche hanno toccato.

Miky

Page 13: Fuori Binario n°153 Dicembre

Migrare è una scelta per la vita: per sfuggire allamiseria o alla guerra, per costruire un futuro per sé eper i propri famigliari.

Tuttavia, purtroppo, attraversare le frontiere, terre-stri o marittime, vuol dire spesso vivere situazionipericolose e rischiare la vita. Le rotte migratorie nelmondo sono punteggiate di fossecomuni e di tombe. Sono anche luo-ghi in cui migliaia di persone scom-paiono nel nulla ogni anno, lasciandoi loro famigliari nell’angoscia dell’in-certezza.

Succede al confine tra il Messico e gliStati Uniti, lungo le piste del Sahara,a Ceuta e Melilla, verso e all’internodella Cina, nel Mare Mediterraneo.Ma anche lungo le frontiere che anco-ra separano l’Europa orientale daquella occidentale e quelle che divi-dono i paesi dell’America meridionale.

Due luoghi, distanti geograficamente tra di loro,esemplificano questa drammatica situazione.

Tra gli Stati Uniti e il Messico è stata costruita unabarriera di separazione di oltre mille chilometri,lungo la quale hanno perso la vita migliaia dimigranti. Ma ancor prima di raggiungere quel murodella vergogna, migliaia di uomini e donne sonoscomparsi lungo il tragitto percorso da un vecchio

treno noto col sinistro nome de “La Bestia”. I rapportidelle organizzazioni di difesa dei diritti umani inMessico e a livello internazionale stimano che alme-no 60 mila persone sono scomparse in transito in

Messico da quan-do questo paeseha iniziato la“guerra contro ilcrimine organiz-zato” nel 2006. Sidice che “ilMessico è uncimitero di

migranti”.

Il Mar Mediterraneo, frontiera naturale tra l’Europa eil Maghreb, antico luogo di incontro tra i popoli, è oraun cimitero marino. Il naufragio delle cosiddette “car-rette del mare” è diventato la normalità, addiritturasotto gli occhi delle pattuglie della Nato. Negli ultimi

20 anni sono almeno 20 mila le perso-ne che hanno trovato la morte nelMare Mediterraneo. E di molti altrenon si hanno notizie.

Queste politiche di morte, messe inatto dai paesi ricchi e agite tramitestrategie di respingimento e di chiu-sura delle frontiere, si traducono inuna feroce caccia ed sterminio dellagente in movimento. È una stragequotidiana che molte associazioni ereti nel mondo da diversi anni denun-ciano. Ma la gravità della situazione ci

impone oggi unire i nostri sforzi!

Urge restituire la dimensione globale dell’eccidio chesi sta consumando lungo le frontiere di tutto ilmondo. Urge che i popoli e i lavoratori del mondo,dei paesi di origine, di transito e di destinazione alzi-no le loro voci contro questa strage in atto.

Per questo proponiamo, in occasione del prossimo 18dicembre 2012, di far convergere tutte le iniziative ele campagne che diverse reti e organizzazioni a livel-lo internazionale e locale stanno già realizzando suquesta drammatica vicenda e in generale per la dife-sa dei diritti umani dei migranti, rifugiati ed sfollati.

L oscorso anno, inquella stessadata, diverseorganizzazionie reti si sonomesse insiemeper realizzare laprima giornatad’azione globa-le contro il raz-zismo e per i diritti dei migranti. Vorremo chequesto 18 dicembre 2012 si trasformi nuova-mente in uno spazio unitario che amplifichi levoci di tutti coloro che dicono “MIGRARE È VITA!FERMIAMO LA STRAGE”.

Una giornata per contrastare le strutture e le politi-che anti-immigrati degli Stati, i primi responsabili diquesta tragedia. Una giornata per affermare il dirittoa migrare e a non migrare, il diritto a stabilirsi e a nonessere sfollato forzatamente e alla libertà di circola-zione. Una giornata un cui ricordare che gli uomini ele donne morti nelle rotte migratorie avevano invecescelto la vita e sognavano un mondo migliore per see per i propri cari. Una giornata in cui esigere notiziecerte sulla migliaia di migranti scomparsi in questestesse rotte. Una giornata per affermare che finchéc’è un migrante scomparso, ci sarà una madre, unpadre, una sorella, un amico, una compagna che locercheranno.

VIVI SONO PARTITI, VIVI LI VOGLIAMO!

153 - dicembre 2012

pagina 13

18 dicembre 2012: Giornata d’azione globale

MIGRARE PER VIVERE! FERMIAMO LA STRAGE!

Sono il nuovo Sindaco delle isole

di Lampedusa e di LinosaEletta a maggio, al 3 di novembre mi sono stati consegnati già 21 cadaveri dipersone annegate mentre tentavano di raggiungere Lampedusa e questa perme è una cosa insopportabile. Per Lampedusa è un enorme far-dello di dolore. Abbiamo dovuto chiedere aiuto attraverso laPrefettura ai Sindaci della provincia per poter dare una dignito-sa sepoltura alle ultime 11 salme, perché il Comune non avevapiù loculi disponibili. Ne faremo altri, ma rivolgo a tutti unadomanda: quanto deve essere grande il cimitero della miaisola?Non riesco a comprendere come una simile tragedia possaessere considerata normale, come si possa rimuovere dalla vitaquotidiana l’idea, per esempio, che 11 persone, tra cui 8 gio-vanissime donne e due ragazzini di 11 e 13 anni, possano mori-re tutti insieme, come sabato scorso, durante un viaggio cheavrebbe dovuto essere per loro l’inizio di una nuova vita. Nesono stati salvati 76 ma erano in 115, il numero dei morti èsempre di gran lunga superiore al numero dei corpi che il marerestituisce. Sono indignata dall’assuefazione che sembra averecontagiato tutti, sono scandalizzata dal silenzio dell’Europa cheha appena ricevuto il Nobel della Pace e che tace di fronte aduna strage che ha i numeri di una vera e propria guerra.Sono sempre più convinta che la politica europea sull’immigrazione consideriquesto tributo di vite umane un modo per calmierare i flussi, se non un deter-rente. Ma se per queste persone il viaggio sui barconi è tuttora l’unica possi-bilità di sperare, io credo che la loro morte in mare debba essere per l’Europamotivo di vergogna e disonore.In tutta questa tristissima pagina di storia che stiamo tutti scrivendo, l’unicomotivo di orgoglio ce lo offrono quotidianamente gli uomini dello Stato italianoche salvano vite umane a 140 miglia da Lampedusa, mentre chi era a sole 30miglia dai naufraghi, come è successo sabato scorso, ed avrebbe dovutoaccorrere con le velocissime motovedette che il nostro precedente governo haregalato a Gheddafi, ha invece ignorato la loro richiesta di aiuto. Quelle moto-vedette vengono però efficacemente utilizzate per sequestrare i nostri pesche-recci, anche quando pescano al di fuori delle acque territoriali libiche.Tutti devono sapere che è Lampedusa, con i suoi abitanti, con le forze prepo-ste al soccorso e all’accoglienza, che dà dignità di esseri umane a queste per-sone, che dà dignità al nostro Paese e all’Europa intera. Allora, se questi mortisono soltanto nostri, allora io voglio ricevere i telegrammi di condoglianze dopoogni annegato che mi viene consegnato. Come se avesse la pelle bianca, comese fosse un figlio nostro annegato durante una vacanza.

Giusi Nicolini

CERIMONIE FIGLI

IMMIGRATI:

SINDACO PONTEDERA

DENUNCIA FORZA

NUOVA

PONTEDERA (PISA), 12 NOV - Il sindacodi Pontedera, Simone Millozzi ha for-malmente presentato un esposto-denuncia alla polizia contro ForzaNuova, i cui militanti sono stati prota-gonisti di un’irruzione al Teatro Erasabato scorso mentre era in corso la

consegna dei certificato di cittadinanza onoraria a 603 bambini nati in Italia da famiglie straniere.‘’Si è trattato di un gesto di una gravità inaudita’’, ha detto il sindaco - Invito tutte le amministra-zioni comunali della provincia a svolgere iniziativa analoga a quella che abbiamo fatto a Pontederasabato scorso dimostrando così la forza del tessuto democratico di questo territorio’’. Il Comune di

Pontedera terrà un consiglio comunale aperto,mercoledì prossimo, per discutere di quantoaccaduto. In una nota il presidente dellaProvincia di Pisa, Andrea Pieroni, ha scritto che‘’non potevano scegliere palcoscenico miglioreper dimostrare a tutti la propria inciviltà, igno-ranza e arretratezza culturale, ponendosi cosìdefinitivamente fuori dal consesso di un territo-rio che consapevolmente e concretamente stacostruendo una società inclusiva e coesa. Laconsegna dell’attestato, che la Provincia di Pisaha promosso già nel marzo scorso è un gestosimbolico per testimoniare l’importanza disuperare l’attuale iter burocratico, lungo e tor-tuoso, di conferimento della cittadinanza a per-sone nate in Italia’’. (ANSA).

Giusi Nicolini

Page 14: Fuori Binario n°153 Dicembre

Ho visto Pistoletto che interpretasimbolicamente la realtà circostante

e quello che pensa.Come la statua nel piazzale di porta

romana è dalla mente dell’arte antica

che nasce l’arte nuova; come dallamente di Giove, anzi dal senno di Giovenasce Minerva.Quindi non è vista come una stacco, ouna rivoluzione ma come una continu-ità.Pensando al titolo “Dietro fronte” forsefa pensare, come il David diMichelangelo che lottava contro Golia,simbolo della libertà repubblicana, auna figura simbolo che protegge lemura di Firenze contro i malinten-zionati.Per quanto riguarda l’artista contempo-raneo Botero, le sue figure grasse eopulente possono far pensare a chipensa solo a mangiare e se ne infischia

degli altri. A Sandro chiedo: Che cosa pensa dafiorentino dell’arte contemporaneaabitando nella città del Rinascimento?Ognuno ha il suo linguaggio il suo mododi esprimersi e il suo modo di vedere lecose, nessuno può dire che un artista Ëbrutto o bello, del resto ognuno di noi èdiverso dagli altri ...Come mai l’arte contemporanea spessoË difficile da capirsi rispetto a quellaanticha?Mi chiamo Luca sono tanti anni che vivoa Firenze e l’unico episodio di inter-azione tra antico e nuovo ben riuscitopenso che sia il “Naso” di Clet (artistadella Normandia) appoggiato sul torri-

no San Niccolò. L’arte contemporaneaspesso non si vuole far capire forse perlasciare un alone di mistero.Nonostante la bellezza della città diFirenze, c’è un forte contrasto con imalanni della città.Non me lo so spiegare ma quando alzolo sguardo verso la cupola delBrunelleschi mi sento bene, ma quandoabbasso lo sguardo e vedo gente mal-concia mi rattristo.Forse le cose non vanno poi così tantobene. Come il sudiciume e degrado chespesso si vede a giro ...

Alessandro e Luca Firenze 14/11/2012

153 - dicembre 2012

pagina 14 Il doppio volto di Firenze(...e l’arte contemporanea)

Tu girovago incostante mi domandi chi io sonoIo sono quello che alla fine del mare cerchi di riuscire a scovareL’illusione che un potente amore ha timore di possedereLa speranza che l’anima va sospirando mentre lascia il corpo inerme a tacereIo sono quel briciolo di pane che tanti uomini ucciderebbero per assaporareE tanti altri lascerebbero andare a maleIo sono il sogno che per un batter di ciglia ti piace respirareE un attimo dopo ti fa paura da morire.Adesso guardami - o crederai di non avermi mai potuto udire né toccare.Io sono l’infinitoEd adesso stammi ad ascoltare.

Camilla Piari

I due cigniUn cigno dice ad un altro collega cigno:

Se stai così potresti cadere, tirati su, che aspetti!L’avventura iniziò un giorno con il tempo nuvoloso,

il cigno sentì bisbigliare:Il lago è per i paurosi, soltanto i più coraggiosi

si spingono fino al maree ad un tratto scoppiò un incendio,

il cigno aiutò l’altrobuttandosi per ripararlo

dalla fiammee disse:

Bisogna raggiungere il mare,là c’è la salvezza,

voliamo più alto delle nuvoleper non farci notare dai cacciatori,

ma un cacciatoreperò colpì

uno dei due cigniall’ala sinistra.

Era una brutta feritache non permetteva al cigno

più di volare,allora l’altro cigno

gli disse:Che si sarebbe

preso curadi lui e della sua ferita.

Quindi i due cigninon raggiunsero mai il mare

e finirono per invecchiareinsieme alle trote

e ai gamberi del lago.Ora i due cigni ormai vecchi

si rincorrono a vicendae poi ridono

a più non posso.Certo non hanno mai raggiunto

il marema sono diventati

sicuramente dei buoni amici...Luca Mori

AspettoIesce il sole

Iesce o sole.Iesce l’alba,nella notte

sì,il cielo

si squarciasi dissolve quel blu

evanescente, e fra poco nascerà

il sole.

La vita che avara,ci conduce.

Ricordandociil nostro dolore,

ci commuove.Ma io ti aspetto

o sole.Come gazzellaintenta a bere

al ruscello.Io mi domandose mi riuscirà

creare mai qualcosadi così meraviglioso.

AspettoIesce o sole.

Sisina

La grande contraddizioneCari lettori,vi vorrei aprire gli occhi, su una cosa che a me sbalordisce!!Obama si è ricandidato, ed ha rivinto. Ma lui non era quello cheè andato in Africa, aveva indossato i vestiti degli africani dicen-do: “Questa è la mia famiglia”???E poi porta avanti la contraddizione che sta facendo guerraall’Afghanistan e a quelli di colore come lui che magari nonhanno cibo e non hanno acqua, ma hanno tanto petrolio!!!Ecco chi è Obama.

Isabella Antoniozzi

Il Prometeo liberato

Sempre mi frantumanoper la gelosia di Eraper opera dei Titani

sempre Rea mi ricomponema porto ferite e lacerazioniper le passate frantumazioni

dolore tragico intensoma anche gioia immensaquando mi ricompongo

ritorno all’unità dell’unonel tutto armonico, in musica tragica

Francesco Cirigliano

Page 15: Fuori Binario n°153 Dicembre

Devo ricredermi.Le persone, a modo loro, sanno essereanche divertenti.Prendi oggi.Oggi sono andato al parco, mi sonoaccomodato su una tetra e sboccatapanchina, interamente circoncisa dalristretto giardino d’ombra di un vecchio

albero, e con greve dis-tacco ho cominciato ad osservare lepersone che, come piccole e confusechiazze colorate, mi passavano davanti.Le persone.Sostanzialmente per le persone esistesoltanto una vita, la propria.Tutte le altre vite germogliano in uni-

versi troppodistanti, troppoinsignificanti otroppo pateticiper esserepresi in consi-derazione, evengono siste-maticamentecancellate dalloro sistemasolare, come sein effetti unenorme buconero le avesseafferrate e spa-rate via dallaloro esistenza.Non hanno labenchè minimaconsapevolez-za di quello chegli succedeattorno.Le personetendono sem-pre a restringe-re i propri oriz-zonti; il solenasce e tra-monta dietro ilp i c c h i e t t a t oprofilo di unnaso.Vi faccio degliesempi.

Avetep r e s e n t eq u a n d opiove, em a g a r is i e t es e n z aombrello?

Il nostro cer-vello ci sugge-

risce che, in questo caso, sarebbemeglio camminare protetti dai cornicio-ni delle case, quindi rasenti il muro, senon vogliamo buscarci una broncopol-monite. Bene.E avete presente quando poi, magarinella stessa circostanza, vi ritrovatesgomenti ad osservare enormi ombrellineri che avanzano, proprio davanti avoi, venendovi incontro sotto lo stessocornicione?TU pensi che la persona, siccome èdotata di ombrello, si sposti e concedaa te, quello senza ombrello, di rimaneredove è, protetto dal cornicione .... manon funziona così.TU non esisti, il tizio con l’ombrelloneanche ti vede, ti devi spostare, eanche alla svelta, se non vuoi ritrovarticon un ombrello al posto della faccia.Una zanzara avrebbe causato piu atten-zione di te.Almeno a lei sarebbe rimasta la soddi-sfazione di essere stata notata.E che dire, poi, di quelle persone cheescono all’improvviso dai negozi, ecome proiettili impazziti si catapultanoin strada, gracchiando come scimmie, eavanzando imperterrite come bulldo-zer?Per l’appunto, in quel preciso istante,stai passando proprio tu, e anche sta-volta, se non riesci a smaterializzartialla svelta, vieni travolto, spazzato via,

s o s p i n t osulla stradatrafficata eschiacciatocome uninsetto. Lar e a z i o n eche ti affret-ti ad osser-vare sulvolto di que-ste persone?Zero.Niente di niente.Neanche si sono accorti di te.Cerchi di balbettare qualcosa, ti aspettiun mimino di comprensione dai passan-ti, ti agiti, cerchi di farti notare, la tuavoce deve per forza di cose arrivare alleloro orecchie; insomma, dovranno purcaptarti in qualche maniera, altrimenticome farebbero a comunicare tra loro?Ma niente. Sono già lontane; riesci soloa seguire ancora gli strascichi della loroanimata conversazione, e cioè l’ esattoproseguimento di quello che stavanodicendo al momento della loro irruzio-ne sul marciapiede.Ancora incredulo, improvvisamente tirendi conto che non hanno interrotto illoro ciarlare neanche per una frazionedi secondo.Sei stato totalmente cancellato, fattosparire dal loro piano di esistenza, tra-sferito in un’ altra dimensione.Di esempi ne potrei fare molti altri, maa che scopo se ormai sono solo il ricor-do di un ombrello nero, spinto dalvento sulla strada e travolto dalle autoin corsa?

Michele Giardiello

153 - dicembre 2012

pagina 15

Ideale e coerenzaVedo e ammiro persone

che nonostante le sconfitte e delusionivanno inesorabilmente avanti

li illumina la luce di Apollola fede nell’ideale gli dà forza.

Un ideale dà gran forzaper tutta una lunga vita

poiché l’essere trova in esso la cagionelo scopo di vivere intensamente

perché si vive per davverosolo per un ideale, illuminati da un Dio

e non importa il tempo, né il quando e il quantola meta dell’ideale non si vede

ma Egli è sempre presente, nel presente e nel futuroun ideale è divino, il divino è senza tempo.

Ma il mio ideale è mortol’ha ucciso la lunga, forte angoscia

poiché non ero abbastanza fortel’angoscia assassina mi ha travolto.

Francesco Cirigliano

Sotto l’alberoÈ una preghiera vera e propria questa mia,

ma ascoltatemi!Cari potenti del mondo,

quest’anno sotto l’albero mettiamoci un pò di pace per tutti.Non mettiamo carri armati

Non mettiamo F35Non mettiamo guerra

È Natale; a dei bisognosi basterebbe un pò di pane e certo i soldini non sono tantini,

ma qualcosa per i bambini Ma il Natale ci dà sempre quell’atmosfera sincera di fare un qualcosa per l’altro

e vedrete che questo sarà il periodo più fecondo, fecondo per l’unità di tutti noi e che quest’unità ci darà armonia.

Se siamo tutti uniti con questa armonia sarà il Natale della magia.E pensare che voleva essere solo una poesia!

Isabella Antoniozzi

… Pensavo ai Nataliproprio questo Nataleun pò prima di andare

A quell’ora …al nodo in gola…

…Dalla finestra di una capanna sulla montagna …“Ma è neve in scendo che sto nel vedendo …

Per Bacco! ci risiamo un altro Natale … uffa che barba! …È come a quei altri ... già quassù venuti e andati nei anni passati …

Non vedo Babbo … nemmeno lo sacco … il carbone manco …Fossero matti!!”

Ma sì che non me la prendo … anche senza di loro mica sono da solo …Per tutto l’inverno come nei tutti … c’è l’amico freddo e fuoco spento …

Di nuovo quel soffio … lo sento fischiare … al fischio forte! …cercando un entro tra le buche di porte … ancora quel vento con quell’alito ghiaccio

“Ma chi se ne frega!! lascia che entri! ho trovato un riparo e anche uno scaldotra quel mantello di straccio.

Ora lo prendo … me lo ficco addosso lo stringo per stretto …e per sedutomi siedo sullo sgabello di tronco legno …”

Perché sul mio letto … di cartone imbottito … al cuscino di crino … c’è ancora quel fiocco un po’ bianco … dopo quel salto dal tetto del vecchio marcio …

“Mamma mia! … si è già fatta mezza questa lunga notte vestita da festa …ma questo mio sonno non prende il suo dormo … non ha più sonno …

colpa del penso … che sempre pensa … a quel nullo di mangio …che non ha mai nulla … per vuoto pancio”.

Così non dormo e sto sveglio … così per meglio brindo il veglio … al cin cin e clin clin al bicchier rubinetto …

Ma sento quel peso qui sul mio petto è di quel … stufo stanco! pieno di rabbioper quel tutto nel manco … e per le qualità di quel vero devo essere sincero …

non più ce la faccio! … di questi Natali di rabbia … di quel barba bianca dal sorriso di larga e di scoppia pancia …

Ma ora …. Io dico BASTA!! perché ho già deciso … non più lo bado!lo lascio nel perdo che lo lasci stare in lascio di fare quel che gli pare!

Aspetto l’alba … ecco che arriva …con luce grigia …mi alzo per esco e fuori esco … e per ultima volta sbatto sta porta!

in quel gelido gelo … allaccio mantello sui torci del collo … e scaldo ste dita al bocca soffio ad un lento avvio … ai lenti del passo di un soffiato cammino vado avviato …

vado dall’albero e sono arrivato ...e in sforzato sorriso … per vedo lo guardo al tiro di sguardo … per giù e su

e con grinta tenacia! … lo rampico in salgo e su salgo per cima in alto … e qui su stando su questo alto … allungo braccio che mi penda sta corda sull’ultimo ramo …

Giunta è l’ora!! …

Però che strano … sto così nel pensando … e penso …ma … ma ai Natali si nasce … ai Natali pensavo.

Sì li pensavo!proprio questo Natale

sull’alturadi questo ramo

di questo alberodi questo Natale …

Un pò prima di andare a quel L’ORA … al nodo in gola … ma che ora vadoal coraggio … di una paura senza … per mano

BUON NATALE!Sergio Bertero … il piccolo poeta delle grandi strade

“A volte penso e mi domando, ma chissà perché in questa nostra maniera e con tuttaquesta roba si festeggia in questo giorno per quel giorno che a noi venne in questo

mondo UN GRANDE e RICCO SIGNORE!

ma tramite una stalla, quando si poteva comprare il cielo, ma non lo ha fatto perchépensava che qualcuno quaggiù con lo sguardo lassù potrebbe averne un pò di bisogno.

… Di nuovo, Buon Natale e felice capodanno

Le persone 1° ATTO

Page 16: Fuori Binario n°153 Dicembre

Care the People è unaAssociazione no profit a

carattere inter-nazionale che nascedall’esperienza dicooperazione inter-nazionale e volontari-ato in ambitosociosanitario delDr.  Enzo Falcone.

L’associazione non ha finidi lucro e si propone di

perseguire obiettivi di soli-darietà sociale, nel rispetto dei

principi di eguaglianza tra personedi ogni razza, nazionalità, religione e sesso, medi-ante lo svolgimento di attività volte:

• all’assistenza socio sanitaria nei confronti di chi sitrova in condizioni di disagio e/o svantaggio;

• all’istruzione e alla formazione, con particolareattenzione ai bambini e alle donne.

L’associazione vuole contribuire a costruire un MOD-ELLO DI SVILUPPO SOSTENIBILE, che garantisca a tuttila possibilità di soddisfare i bisogni fondamentali,attraverso una ridistribuzione delle ricchezze, unminor dispendio di risorse e un maggior rispetto perla natura.

Per questo si impegna a praticare un consumoresponsabile e a promuovere esperienze di economiasolidale.

L’associazione vive la DIMENSIONE COMUNITARIA:

. nei rapporti interni, realizzando un clima di parteci-pazione, fiducia, dialogo, amicizia;

. nei rapporti esterni, favorendo un’apertura ed unacollaborazione nei confronti di tutti gli uomini, movi-menti, associazioni di buona volontà

L’associazione annovera medici, operatori sanitari esociali ed è aperta alle altre professioni e a tutti col-oro che siano utili alla sua missione.

Vari progetti, svolti in Guinea, Laos e Vietnam a par-tire dagli anni Ottanta, hanno permesso di promuo-vere attività tese al miglioramento delle condizionidi vita di alcune comunità locali.

Attualmente operiamo in VIETNAM nella città di DaNang.

Care the People potrà operare fino a che esisteràuna base di cittadini solidali che ne condivide lo spir-ito e gli obiettivi.

Care the People non ha contiguità politiche:mantiene così una reale autonomia e indipendenzada ogni condizionamento.

A tutti chiediamo il rispetto dei principi ispiratori delnostro Statuto e la Carta dei Principi.

Anche Chiara, la figlia di Enzo e Tam, aiuta Care thePeople.

Chiara canta e suona con un discreto successo. È statanotata in diverse sedi ed ha già partecipato a diversispettacoli.

Da anni Care the People ha sostenuto iniziative afavore delle vittime della diossina a partire da quan-do Enzo ha lanciato un appello a questo proposito nel2005 ad Hanoi fino ad oggi.

Chiara é stata scelta per cantare durante alcunetappe di una marcia da Hanoi a Saigon per sensibiliz-zare l'opinione pubblica e internazionale al proble-ma. L'iniziativa si chiama green journey.

Chiara ha usato la sua voce ed il suo talento per rac-cogliere fondi per l’associazione umanitaria Care thePeople, fondata e gestita dai suoi genitori Tam edEnzo Falcone.È stata invitata ad importanti manifestazioni, peronorare l’impegno sociale Vietnamita per le vittimedella diossina ed in eventi socio-culturali, che si sonotenuti in varie città vietnamite.Chiara suona anche molto bene il violino e si è già

esibita in vari teatri.

Mentre Chiara usa la canzone per narrarel’Italia e il Vietnam, suo fratello Francescopreferisce il disegno e la pittura.

Di seguito alcuni dei progetti realizzati daCare the People che potete sostenere.

La Casa del Sorriso non è solo unacostruzione ma un progetto di assistenzaper garantire a bambini e ragazzi poveri inparticolari condizioni di disagio o difficol-tà i loro diritti alla salute, all'alimentazio-ne e all'istruzione. Il progetto"Casa del Sorriso" vuole offrireloro un'esperienza di sicurezza divita e di crescita culturale ed èstato inserito nelle azioni disostegno a distanza.

Il progetto "Green House" èvolto a contribuire allo sviluppo alungo termine, a sostenere ledonne svantaggiate attraverso

assistenza medica, nutrizionale, edu-cativa, nonché a promuovere la lorodignità, fornendo uno spazio in cuipossono vivere, sviluppare attività diistruzione e formazione professionale,promuovere il loro diritto allo svilupposociale ed umano.

“Fammi andare a scuola” è destina-to al sostegno economico di bambinipoveri della città di Da Nang, pergarantire loro il diritto di terminare lascuola dell'obbligo e di ricevere unaformazione professionale corretta.

“Posso avere anche io un dotto-re?” A partire dalle competenze otte-nute nell'ambito della cooperazionesociosanitaria internazionale di alcunidei suoi soci fondatori, ha come obiet-tivo, d'intesa con le autorità locali, losviluppo di strutture sanitarie inVietnam. Tale regione infatti pagaancora gli effetti della guerra che hasconvolto il Paese per circa vent'anni.

“C’è lavoro per me?” È rivolto a donne in condizio-ni economiche particolarmente disagiate della regio-ne di Da Nang, con il fine di offrire nuove opportuni-tà di lavoro, attraverso l'organizzazione di corsi di for-mazione professionale, la costituzione di cooperativedi lavoro, l'erogazione di microcrediti per avviareattività produttive in proprio.

Microcredito: L'obiettivo di questa iniziativa è disostenere e soddisfare, tramite un fondo che abbia-mo creato, le richieste di famiglie in particolari con-dizioni di povertà che si rivolgono a noi domandandouna piccola somma per aprire un'attività in proprio.

Casa Amica: Ogni anno il Vietnam viene colpito datifoni e uragani che provocano molti disastri soprat-tutto alle case che vengono letteralmente spazzatevia. Vorremmo creare un fondo di solidarietà pertutte le vittime di questi terribili eventi naturaliincontrollabili. COSTO PER OGNI CASA: 3.000 EURO.

“Coop the people”Questo progetto,diretto in particolarea donne giovanidiversamente abili,ha come obiettivi di:Migliorarne le condi-zione di vita,Migliorare il loroaccesso al credito(siccome sono spessoesclusi dal settore

finanziario : banche, risparmi e credito, etc), dandolicosì l'opportunità di aumentare il loro reddito e laloro indipendenza finanziaria; Aumentare il loropotere nella società e di conseguenza la loro autosti-ma così che possano difendere i loro diritti; Ridurnele ineguaglianze; tramite il sostegno di una coopera-tiva tessile denominata CoopThePeople.

Care the People Onlus SEDE ITALIAVia Monreale 15 - 20148 Milano - ItaliaTel. +39.024035838info@carethepeople.itwww.carethepeople.itwww.carethepeopleonlus.org

Care the People SEDE VIETNAM190 Nguyen Cong Tru St. - Danang - VietnamTel. +84.0511.3831464Mob. +84.0905.059559Mob. [email protected]

È Natale, bambiniBambini, è Natale!

cosa vi è insegnato dai grandi su questa festa?Vi dicono che Gesù Bambino era un essere umano che voleva insegnarci ad essere più giusti?

Vi dicono che questa è una festa per tenere sveglio questo insegnamento datoci da Gesù Bambino?No, non è questo che viene detto a voi, ma bensì che è una festa per mangiare di più,

che è un’ennesima occasione per avere in regalo cose che dopo un paio di giorni non vi interessano più.

Enzo Casale

Care the People Onlusdieci anni insieme