Funzioni di ordine pubblico - foxpol.it · pubbliche amministrazioni e sul rispetto delle regole...

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CORSO UFFICIALI CORSO UFFICIALI Docente: Dott.ssa G. FERRAZZANO Docente: Dott.ssa G. FERRAZZANO Milano 30 marzo 2017 Milano 30 marzo 2017 La normativa anticorruzione e gli orientamenti La normativa anticorruzione e gli orientamenti dell'ANAC dell'ANAC

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CORSO UFFICIALICORSO UFFICIALI

Docente: Dott.ssa G. FERRAZZANO Docente: Dott.ssa G. FERRAZZANO

Milano – 30 marzo 2017Milano – 30 marzo 2017

La normativa anticorruzione e gli orientamenti La normativa anticorruzione e gli orientamenti dell'ANAC dell'ANAC

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● Finalità della normativa anticorruzione

● Gli attori del contrasto alla corruzione

● Gli strumenti del contrasto alla corruzione

● Un esempio di Piano Triennale anticorruzione

Legge 6 novembre 2012 n. 190Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalit nella pubblica amministrazioneà

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Assetto normativo in tema di anticorruzione:● Legge 6 novembre 2012 n. 190 ● Circolare n. 1 del 25 gennaio 2013 del Dipartimento

Funzione pubblica● P.N.A. approvato con delibera CIVIT (ora ANAC) n. 72

del 11 settembre 2013 e successivi● P.N.A. 2016● Dlgs 14 marzo 2013 n. 33● Dlgs 8 aprile 2013 n. 39● Codice comportanto dipendenti pubblici approvato con

D.P.R. 16 aprile 2013 n. 62● Piani triennali prevenzione corruzione e trasparenza

singole Amministrazioni● Codici comportamento singole Amministrazioni

Legge 6 novembre 2012 n. 190Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalit nella pubblica amministrazioneà

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Finalità1) introdurre disposizioni e misure volte a prevenire e

reprimere la corruzione e l'illegalità nella P.A.(corruzione intesa come fattispecie in cui, a prescindere dalla rilevanza penale, venga in evidenza un malfunzionamento dell'A.C. a causa dell'uso a fini privati delle funzioni attribuite ai singoli dipendenti).

2) introdurre strumenti volti a modificare e/o integrare la disciplina della trasparenza dell'azione della PA., TRASPARENZA intesa come “ACCESSIBILITA' TOTALE”delle informazioni concernenti l'organizzazione e l'attività amministrativa.

3) rafforzare il concetto di integrità della condotta del dipendente pubblico ed integrare le fattispecie di responsabilità dei dipendenti e dei dirigenti pubblici.

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Legge 6 novembre 2012 n. 190 Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione

Concettualmente la legge ruota attorno ai concetti di:

● illegalità: esercizio delle potestà pubblicistiche diretto ad un fine diverso o estraneo rispetto a quello previsto da norme giuridiche o dalla natura della funzione.

● abuso: strumentalizzazione dell'ufficio e delle potestà esercitate al fine di ottenere vantaggi privati

concetti diversi dalla illegittimità: non conformità ad una norma giuridica

La legge amplia le fattispecie

di“corruzione”propriamente dette

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Legge 6 novembre 2012 n. 190 Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione

● E' nell'abuso che alberga la “corruzione amministrativa”

● Come più volte chiarito dall'ANAC la corruzione è accezione ampia comprensiva di tutte quelle quelle situazioni in cui, a prescindere dalla rilevanza penale venga in evidenza un malfunzionamento dell'Amministrazione a causa dell'uso a fini privati delle funzioni attribuite , ovvero un inquinamento dell'azione amministrativa, sia che tale azione abbia successo, sia nel caso in cui rimanga a livello di tentativo.

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Legge 6 novembre 2012 n. 190 Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione

Nell'ambito delle strategie di prevenzione il legislatore si è prefissato tre macro-obiettivi:

1. ridurre le opportunità che si manifestino casi di corruzione

2. aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione3. creare un contesto sfavorevole alla corruzione

La legge introduce ed individua gli strumenti ed i soggetti preposti ad adottare le iniziative necessarie per rendere operative le disposizioni normative.

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Legge 6 novembre 2012 n. 190 Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione

Il sistema di prevenzione della corruzione è articolato su due livelli (Piani a cascata)

● nazionale, deputato a predisporre il P.N.A.

- ANAC – con cui si sviluppa una strategia nazionale, tracciando le linee guida per le singole amministrazioni;

● decentrato, deputato a predisporre il P.T.P.C.

- singole Amministrazioni -con cui si delineano le strategie “ad Hoc”, individuando e mappando le aree di rischio e le misure di prevenzione idonee a ridurlo (o eliminarlo)

Attuazione coordinata e armonizzata delle strategie di

prevenzione della corruzione

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Gli attori del contrasto alla corruzione

Autorità Nazionale Anticorruzione (art. 1 commi 2 e 3)

L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) istituita dall’articolo 13 del decreto legislativo 150/2009: a)  collabora con i paritetici organismi stranieri, con le organizzazioni regionali ed internazionali

competenti; b)  adotta il Piano Nazionale anticorruzione;c)  analizza le cause e i fattori della corruzione e individua gli interventi che ne possono favorire la

prevenzione e il contrasto; d)  esprime pareri facoltativi agli organi dello Stato e a tutte le amministrazioni pubbliche di cui

all'articolo 1 comma 2 del decreto legislativo 165/2001, in materia di conformità di atti e comportamenti dei funzionari pubblici alla legge, ai codici di comportamento e ai contratti, collettivi e individuali, regolanti il rapporto di lavoro pubblico;

e)  esprime pareri facoltativi in materia di autorizzazioni, di cui all'articolo 53 del decreto legislativo 165/2001, allo svolgimento di incarichi esterni da parte dei dirigenti amministrativi dello Stato e degli enti pubblici nazionali, con particolare riferimento all'applicazione del comma 16-ter, introdotto dalla legge 190/2012;

f)  esercita la vigilanza e il controllo sull'effettiva applicazione e sull'efficacia delle misure adottate dalle pubbliche amministrazioni e sul rispetto delle regole sulla trasparenza dell'attività amministrativa previste dalla legge 190/2012 e dalle altre disposizioni vigenti;

g) esercita poteri ispettivi e sanzionatorih) esercita vigilanza e controllo sugli appalti i)  riferisce al Parlamento, presentando una relazione entro il 31 dicembre di ciascun anno, sull'attività

di contrasto della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione e sull'efficacia delle disposizioni vigenti in materia.

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Gli attori del contrasto alla corruzione

l Dipartimento della Funzione Pubblica (art. 1 commi 4 e 5)All’attività di contrasto alla corruzione partecipa anche il Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Questo, anche secondo le linee di indirizzo adottate dal Comitato interministeriale istituito e disciplinato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri:

a)  coordina l'attuazione delle strategie di prevenzione e contrasto della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione elaborate a livello nazionale e internazionale;

b)  promuove e definisce norme e metodologie comuni per la prevenzione della corruzione, coerenti con gli indirizzi, i programmi e i progetti internazionali;

c)  definisce modelli standard delle informazioni e dei dati occorrenti per il conseguimento degli obiettivi previsti dalla presente legge, secondo modalità che consentano la loro gestione ed analisi informatizzata;

d)  definisce criteri per assicurare la rotazione dei dirigenti nei settori particolarmente esposti alla corruzione e misure per evitare sovrapposizioni di funzioni e cumuli di incarichi nominativi in capo ai dirigenti pubblici, anche esterni.

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Gli attori del contrasto alla corruzione

Il responsabile della prevenzione della corruzione (art. 1 commi 7 e 10)A livello periferico, le amministrazioni pubbliche e gli enti territoriali devono individuare, di norma tra i dirigenti amministrativi di ruolo di prima fascia in servizio, il responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza. Negli enti locali, il responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza è individuato, preferibilmente, nel segretario comunale, salva diversa e motivata determinazione. Il responsabile della prevenzione della corruzione svolge i compiti seguenti:

a. entro il 31 gennaio di ogni anno, propone all’organo di indirizzo politico, per l’approvazione, il Piano triennale di Prevenzione della Corruzione la cui elaborazione non può essere affidata a soggetti estranei all’amministrazione (art. 1 co. 8 L. 190/2012);

b. entro il 31 gennaio di ogni anno, definisce le procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in settori di attività particolarmente esposti alla corruzione;

c. verifica l'efficace attuazione e l’idoneità del Piano triennale di Prevenzione della Corruzione;

d. propone la modifica del piano, anche a seguito di accertate significative violazioni delle prescrizioni, così come qualora intervengano mutamenti nell'organizzazione o nell'attività dell'amministrazione;

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Gli attori del contrasto alla corruzione

Il responsabile della prevenzione della corruzione (art. 1 commi 7 e 10)e. d'intesa con il dirigente/responsabile competente, verifica l'effettiva rotazione

degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività per le quali è più elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione;

f. entro il 15 dicembre di ogni anno, pubblica nel sito web dell’amministrazione una relazione recante i risultati dell’attività svolta e la trasmette all’organo di indirizzo;

g. nei casi in cui l’organo di indirizzo politico lo richieda, il responsabile riferisce sull’attività svolta.

A fronte dei compiti attribuiti, la legge prevede delle consistenti responsabilità dirigenziali e disciplinari in caso di inadempimento.

In particolare il comma 8 dell’art. 1 configura una responsabilità dirigenziale per il caso di mancata predisposizione del Piano e di mancata adozione delle misure per la selezione e formazione dei dipendenti; il responsabile in argomento risponde, inoltre, nelle ipotesi previste ai sensi dei commi 12 (commissione di un reato di corruzione), 13 (sanzione disciplinare a carico del responsabile), 14 (ripetute violazioni delle misure di prevenzione del Piano).

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Gli attori del contrasto alla corruzione

L'organo di indirizzo politico (art. 1 comma 8)

a) definisce gli obiettivi strategici in tema di corruzione e trasparenza;

b) adotta il Piano triennale per la prevenzione della corruzione su proposta del Responsabile entro il 31 gennaio

Negli Enti Locali l'organo di indirizzo è la Giunta

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Gli attori del contrasto alla corruzione

I dirigenti/Responsabili di servizioAnche i Dirigenti/Responsabili i servizio sono individuati quali soggetti coinvolti nell’attuazione del Piano del rispetto degli adempimenti previsti.

I Dirigenti, in particolare1. concorrono alla definizione di misure idonee prevenire e

contrastare i fenomeni di corruzione;2. forniscono le informazioni per l’individuazione delle attività

nell’ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione, formulando precise proposte nel merito della prevenzione;

3. provvedono al monitoraggio delle attività nell’ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione.

Ai Dirigenti quindi sono affidati poteri propositivi e di controllo e sono attribuiti obblighi di collaborazione, monitoraggio ed azione diretta in materia di prevenzione della corruzione.

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Gli attori del contrasto alla corruzione

Tutti i dipendenti

partecipano al processo di gestione del rischio:

a) osservano le misure contenute nel P.T.P.C. (art. 1, comma 14, della l. n.190 del 2012);b) segnalano le situazioni di illecito al proprio dirigente o all’U.P.D. (art. 54 bis del d.lgs. n. 165 del 2001); c) segnalano casi di personale conflitto di interessi (art. 6 bis l. n. 241 del 1990; artt. 6 e 7 Codice di

comportamento)

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Gli attori del contrasto alla corruzione

Tutela del dipendente che effettua segnalazione di illecito (c.d. Whistleblower)

Con l'entrata in vigore della legge 190 del 2012,è stato introdotto anche nel nostro ordinamento un sistema di tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti, c.d. Whistleblower (art. 54-bis del decreto legislativo 165 del 2001). ll dipendente pubblico che segnala condotte illecite e il cattivo funzionamento della macchina amministrativa gode di una tutela rinforzata, costituendo una misura obbligatoria di prevenzione della corruzione. Le procedure di segnalazione devono garantire l’anonimato e rispondere, allo stesso tempo, a criteri di trasparenza metodologia sugli esiti raggiunti. In tale ambito il Piano Nazionale Anticorruzione prevede che le Pubbliche Amministrazioni adottino tutti i necessari accorgimenti tecnici per tutelare i dipendenti che effettuino segnalazioni sulla violazione dei codici di comportamento, anche attraverso l'introduzione nel Piano Triennale di appositi obblighi di riservatezza.

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Gli attori del contrasto alla corruzione

O.I.V. e gli altri organismi di controllo interno:

a) partecipano al processo di gestione del rischio; b) considerano i rischi e le azioni inerenti la prevenzione della corruzione nello svolgimento dei compiti ad essi attribuiti;c) svolgono compiti propri connessi all’attività anticorruzione nel settore della trasparenza amministrativa (artt. 43 e 44 d.lgs. n. 33 del 2013);d) esprimono parere obbligatorio sul Codice di comportamento adottato da ciascuna amministrazione (art. 54, comma 5, d.lgs. n. 165 del 2001);e) Verifica che i Piani Triennali siano coerenti con gli obiettivi contenuti nei documenti di programmazione in tema di anticorruzione (normativizzando collegamento anticorruzione - performance)

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Gli attori del contrasto alla corruzione

O.I.V. e gli altri organismi di controllo interno:

a) partecipano al processo di gestione del rischio; b) considerano i rischi e le azioni inerenti la prevenzione della corruzione nello svolgimento dei compiti ad essi attribuiti;c) svolgono compiti propri connessi all’attività anticorruzione nel settore della trasparenza amministrativa (artt. 43 e 44 d.lgs. n. 33 del 2013);d) esprimono parere obbligatorio sul Codice di comportamento adottato da ciascuna amministrazione (art. 54, comma 5, d.lgs. n. 165 del 2001);e) Verifica che i Piani Triennali siano coerenti con gli obiettivi contenuti nei documenti di programmazione in tema di anticorruzione (normativizzando collegamento anticorruzione - performance)

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Gli attori del contrasto alla corruzione

La responsabilità dei dipendenti per violazione delle misure di prevenzione.

Le misure di prevenzione e contrasto alla corruzione adottate nelle singole amministrazioni e trasfuse nel P.T.P.C. devono essere rispettate da tutti i dipendenti e, dunque, sia dal personale non dirigente, sia dalla dirigenza (art. 8 Codice di comportamento).

“La violazione delle misure di prevenzione previste dal piano costituisce illecito disciplinare” (art. 1, comma 14, l. n. 190).

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Gli attori del contrasto alla corruzione

Dall’esame del quadro normativo risulta, quindi, che lo sviluppo e

l’applicazione delle misure di prevenzione della corruzione sono il risultato di una azione sinergica e

combinata dei singoli dirigenti /responsabili degli uffici/organo

politico/dipendenti e il Responsabile della prevenzione della corruzione.

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Gli strumenti del contrasto alla corruzione

L'Autorità nazionale anticorruzione adotta il Piano nazionale anticorruzione. Attualmente è in vigore il Piano 2 agosto 2016 (fatto salvo i contenuti del PNA 2013 e ulteriori Liee guida e circolari). Trattasi di atto di indirizzo che impegna le Amministrazioni ad individuare misure proprie. Il Piano non impone misure uniformi poiché ogni Ente ha un proprio contesto.

A livello periferico, spetta all’organo di indirizzo politico l'approvazione del Piano triennale di prevenzione della corruzione, su proposta del responsabile anticorruzione, ogni anno entro il 31 gennaio.

L'attività di elaborazione del piano non può essere affidata a soggetti estranei all'amministrazione.

I Piani sono configurati come strumenti “flessibili”

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Gli strumenti del contrasto alla corruzione

Piano triennale anticorruzione – contenuto -(art. 1 comma 9)Il piano triennale di prevenzione della corruzione risponde alle seguenti esigenze:

a) individuare le attività, tra le quali quelle di cui al comma 16, anche ulteriori rispetto a quelle previste nel PNA, nell'ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione, anche raccogliendo le proposte dei dirigenti, elaborate nell'esercizio delle competenze previste dall'articolo 16, comma 1, lettera a-bis), del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165;

b) prevedere, per le attività individuate ai sensi della lettera a), meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni idonei a prevenire il rischio di corruzione;

c) prevedere, con particolare riguardo alle attività individuate ai sensi della lettera a), obblighi di informazione nei confronti del responsabile, individuato ai sensi del comma 7, chiamato a vigilare sul funzionamento e sull'osservanza del piano;

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Piano triennale anticorruzione – contenuto -(art. 1 comma 9)

d) definire le modalità del rispetto dei termini, previsti dalla legge o dai regolamenti, per la conclusione dei procedimenti;

e) definire le modalità di monitoraggio dei rapporti tra l'amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dirigenti e i dipendenti dell'amministrazione;

f) individuare specifici obblighi di trasparenza ulteriori rispetto a quelli previsti da disposizioni di legge.

Termine per l’approvazione del Piano: 31 gennaio

Gli strumenti del contrasto alla corruzione

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Gli strumenti del contrasto alla corruzione

Piano triennale anticorruzione – contenuto -(art. 1 comma 9)

● Quale strumento di natura programmatica Il PTPC deve essere coordinato con tutti gli altri strumenti di programmazione adottati dall'Amministrazione e, in particolare, il Piano della Performance.

● In tale ottica deve essere strutturato con l'indicazione di obiettivi, indicatori, responsabili, tempistiche ecc.

● Nel Piano vanno individuate le misure obbligatorie (disciplinate dalla Legge) e le misure ulteriori (valorizzando ad esempio strumenti già in uso presso l'Ente) – esempi -

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Il P.T.P.C. deve definire la strategia di prevenzione anticorruzione propria di ciascuna amministrazione. È un documento fondamentale, non è documento di generico, ma di individuazione di misure concrete.Il contenuto minimo del P.T.P.C. è articolato in cinque sezioni, il cui contenuto, suggerito dall'ANAC, è ben delineato dal P.N.A. I sezione: processo di adozione del Piano. Occorre fornire l’indicazione, oltre che della data di approvazione da parte degli organi di indirizzo politico-amministrativo, dei soggetti interni ed esterni che hanno collaborato alla definizione del contenuto del piano. II sezione: gestione del rischio: il piano deve occuparsi in primo luogo delle c.d. aree a rischio, ossia quelle in cui è più alto il rischio di corruzione.

Aree di rischio “obbligatorie” previste dall'art 1 comma 16 Legge 190:

- i procedimenti di autorizzazione o concessione;

- scelta del contraente per l'affidamento di lavori, forniture e servizi;

- concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché  attribuzione  di  vantaggi  economici  di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati;

- concorsi e prove selettive per l'assunzione del personale e progressioni di carriera.

Gli strumenti del contrasto alla corruzione

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Gli strumenti del contrasto alla corruzione

Le fasi principali della gestione del rischio (RISK MANAGEMENT):

mappatura dei processi attuati dall’amministrazione (concetto di processo più ampio di quello del procedimento poiché ricomprende anche le procedure di natura privatistica). L'attività di mappatura è di competenza dei Dirigenti, sotto il coordinamento del Responsabile Anticorruzione.

valutazione del rischio per ciascun processo ( identificazione del rischio; analisi intesa come valutazione della probabilità che il rischio si verifichi – il livello di rischio è rappresentato da un valore numerico; la ponderazione del rischio intesa come raffronto con altri rischi al fine di decidere priorità e urgenze). In tale ambito è molto opportuno organizzare dei gruppi di lavoro. L'allegato n. 5 del Piano Nazionale 2013 fornisce utili indicazioni esemplificative per la valutazione del livello del rischio, in base alla discrezionalità, rilevanza esterna, complessità del processo, valore economico, ecc.

trattamento del rischio (individuazione delle misure da predisporre per neutralizzare il rischio con indicazione degli obiettivi, della tempistica, dei responsabili, degli indicatori e delle modalità di verifica dell’attuazione.)

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Il Piano triennale di prevenzione della corruzione ( art. 1 comma 8)

Rotazione del personale addetto alle aree a rischio di corruzione

La rotazione del personale addetto alle aree a più elevato rischio di corruzione = misura di importanza cruciale tra gli strumenti di prevenzione della corruzione e l’esigenza del ricorso a questo sistema è stata sottolineata anche a livello internazionale.

L’alternanza tra più professionisti riduce il rischio che possano crearsi relazioni particolari tra amministrazioni ed utenti, con il conseguente consolidarsi di situazioni di privilegio e l’aspettativa a risposte illegali improntate a collusione.

La legge considera la rotazione quale misura di idonea a prevenire la corruzione e ne parla in diverse disposizioni, ad esempio:

Art. 1 comma 4 lett.e;

Art. 1 comma 5 lett. B;

Art. 1 comma 10 lett. B;

Inoltre rotazione=misura gestionale del Dirigente (art. 16 comma1 lett. I quater Dlgs 165/2001)

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Il Piano triennale di prevenzione della corruzione ( art. 1 comma 8)

Rotazione del personale addetto alle aree a rischio di corruzione

Ma quali sono i presupposti per la concreta attuazione della rotazione del personale? Ed Ma quali sono i presupposti per la concreta attuazione della rotazione del personale? Ed è sempre possibile garantire una rotazione, soprattutto in un ambito quale quello è sempre possibile garantire una rotazione, soprattutto in un ambito quale quello della Polizia Locale?della Polizia Locale?

Il P.N.A. delinea il percorso operativo da seguire per l'attuazione della misura, e prevede Il P.N.A. delinea il percorso operativo da seguire per l'attuazione della misura, e prevede in modo espresso che in modo espresso che nel caso di impossibilità di applicare la misura della rotazione nel caso di impossibilità di applicare la misura della rotazione per il personale dirigenziale a causa di motivati fattori organizzativi, l’amministrazione per il personale dirigenziale a causa di motivati fattori organizzativi, l’amministrazione pubblica applica la misura al personale non dirigenziale, con riguardo innanzi tutto ai pubblica applica la misura al personale non dirigenziale, con riguardo innanzi tutto ai responsabili del procedimento;responsabili del procedimento;

Nella Polizia Locale è certamente molto difficile se non impossibile applicare il criterio Nella Polizia Locale è certamente molto difficile se non impossibile applicare il criterio della rotazione al Comandante Dirigente o, comunque, figura apicale.della rotazione al Comandante Dirigente o, comunque, figura apicale.

Opportune, quindi, altre misure: rotazione incarichi altro personale, Opportune, quindi, altre misure: rotazione incarichi altro personale, procedimentalizzazione, anche a livello telematico dei processi, compresa procedimentalizzazione, anche a livello telematico dei processi, compresa l'archiviazione informatica, tracciabilità delle varie operazioni, monitoraggio dei tempi l'archiviazione informatica, tracciabilità delle varie operazioni, monitoraggio dei tempi di conclusione dei procedimenti, monitoraggio rispetto ordine cronologico di di conclusione dei procedimenti, monitoraggio rispetto ordine cronologico di trattazione delle pratiche, condivisione delle attività tra gli operatori,dell' articolazione trattazione delle pratiche, condivisione delle attività tra gli operatori,dell' articolazione delle competenze tra più operatori, ecc.delle competenze tra più operatori, ecc.

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l Piano triennale di prevenzione della corruzione ( art. 1 comma 8)

III sezione: formazioneIII sezione: formazione. Con indicazione dei soggetti passivi (soggetti a cui è erogata), dei . Con indicazione dei soggetti passivi (soggetti a cui è erogata), dei docenti, dei contenuti della formazione in tema di anticorruzione, degli strumenti formativi docenti, dei contenuti della formazione in tema di anticorruzione, degli strumenti formativi utilizzati e delle ore dedicate. La formazione deve svolgersi su due livelli: utilizzati e delle ore dedicate. La formazione deve svolgersi su due livelli: generalegenerale, rivolta , rivolta a tutti i dipendenti, e a tutti i dipendenti, e specificaspecifica, rivolta ai responsabili della prevenzione della corruzione, ai , rivolta ai responsabili della prevenzione della corruzione, ai dirigenti, ai membri dell’OIV, funzionari delle aree a rischio. Il PNA prevede il ricorso a dirigenti, ai membri dell’OIV, funzionari delle aree a rischio. Il PNA prevede il ricorso a docenti esterni ed interni (formazione in house), percorsi di tutoraggio del personale docenti esterni ed interni (formazione in house), percorsi di tutoraggio del personale prossimo alla quiescenza (6 mesi) e preferenza per la formazione sui casi concreti (prossimo alla quiescenza (6 mesi) e preferenza per la formazione sui casi concreti ( focus focus groupgroup).).

Da segnalare la Deliberazione n. 75 del 11/10/2013 Corte Conti Liguria: formazione Da segnalare la Deliberazione n. 75 del 11/10/2013 Corte Conti Liguria: formazione anticorruzione = spesa obbligatoria e quindi fuori dal limite di cui all'art 6 comma 13 del d.l. anticorruzione = spesa obbligatoria e quindi fuori dal limite di cui all'art 6 comma 13 del d.l. 78/2010. 78/2010.

IV sezione: codici di comportamento.IV sezione: codici di comportamento. Ogni p.a. adotta un Ogni p.a. adotta un Codice di comportamentoCodice di comportamento integrativo di quello nazionale, adottato con d.p.r. 16 aprile 2013 n. 62. integrativo di quello nazionale, adottato con d.p.r. 16 aprile 2013 n. 62. Il P.T.P.C. deve specificare le disposizioni del d.p.r., (ad esempio prevedendo il limite-soglia Il P.T.P.C. deve specificare le disposizioni del d.p.r., (ad esempio prevedendo il limite-soglia per i regali non consentiti; indicare i meccanismi di denuncia delle violazioni del codice di per i regali non consentiti; indicare i meccanismi di denuncia delle violazioni del codice di comportamento ed indicare l’ufficio competente a emanare pareri sulla sua applicazione).comportamento ed indicare l’ufficio competente a emanare pareri sulla sua applicazione).

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l Piano triennale di prevenzione della corruzione ( art. 1 comma 8)

V sezione:“Altre iniziative”. Parte fondamentale che raccoglie le più varie previsioni programmatiche anticorruzione in relazione alle innumerevoli previsioni della legge e del P.N.A. In questa parte, così, devono essere indicati i criteri di rotazione del personale, le disposizioni relative al ricorso all’arbitrato con modalità che ne assicurino la pubblicità e la rotazione, l’elaborazione della proposta di decreto per disciplinare gli incarichi e le attività non consentite ai pubblici dipendenti; le direttive per l’attribuzione degli incarichi dirigenziali, con la definizione delle cause ostative al conferimento e la verifica dell’insussistenza di cause di incompatibilità; le modalità per verificare il rispetto del divieto di svolgere attività incompatibili a seguito della cessazione del rapporto; le direttive per effettuare controlli su precedenti penali ai fini dell’attribuzione degli incarichi e dell’assegnazione ad uffici; le misure a tutela dei soggetti che denunciano fatti di corruzione; la predisposizione di protocolli di legalità per gli affidamenti. Si tratta, come si è detto, del contenuto minimo ed obbligatorio; le p.a., in relazione alle proprie caratteristiche e specificità, potranno variamente arricchire le previsioni anticorruzione.

Ai sensi dell’art. 1, comma 14, della legge n. 190/2012, il responsabile della prevenzione della corruzione entro il 15 dicembre di ogni anno redige una relazione annuale che offre il rendiconto sull’efficacia delle misure di prevenzione definite dai P.T.P.C.

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Il codice di comportamento dei dipendenti pubblici

L'etica e il codice di comportamentoCos'è l'etica?

“Etica” (dal greco “ethos”,comportamento) indica la scienza del comportamento umano che cerca i valori, quindi lo studio dei comportamenti umani, finalizzato a distinguere l’azione buona, giusta, da quella cattiva, immorale, ricerca dell’agire corretto. L’uomo da sempre cerca una certezza,una regola al suo agire, una regola etica.

L’etica amministrativa, in particolare,non guarda a valori universali, ma aiprincipi di una determinata democrazia, cioè ai principi normativizzati nella Carta costituzionale.

Il Legislatore ha di fatto normativizzato il concetto di etica traducendo la stessa nel rispetto di regole formali di una corretta condotta.

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l codice di comportamento dei dipendenti pubblici

Una delle principali novità introdotte dalla Legge anticorruzione (art. 1 comma 44) è costituita dalla radicale modifica dell'art. 54 del T.U. Pubblico impiego dedicato al codice di comportamento. Lettura norma

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Il codice di comportamento dei dipendenti pubblici

Il codice (di 1^livello) “nazionale” di comportamento (art. 1 commi 44 e 45)

Approvato dal Consiglio dei Ministri in data 8 marzo 2013, e in vigore dal 19 giugno 2013, il nuovo codice sostituisce quello del Ministero della Funzione Pubblica del 28 novembre 2000.

Fulcro: I dipendenti pubblici, nell’esercizio delle loro funzioni, devono garantire non solo il rispetto delle norme contrattuali ma una piena adesione ai valori che presiedono l’azione delle pubbliche amministrazioni, innanzitutto l’interesse pubblico, ma anche comprensibilità e affidabilità nelle comunicazioni, nelle dichiarazioni e finanche negli atteggiamenti, in particolare, riguardo ai contatti con il pubblico e ai rapporti sociali. La condotta deve essere improntata al rispetto dei doveri di buon andamento dell'azione amministrativa diligenza, lealtà, imparzialità, ragionevolezza e servizio esclusivo alla cura dell'interesse pubblico. Il tale veste il codice diviene fondamentale strumento di prevenzione della corruzione.NOVITÀ: il codice di comportamento dovrà essere esteso, non solo ai dipendenti (a tempo indeterminato e determinato ivi compresi i dipendenti di diretta collaborazione con gli organi politici), ma anche ai collaboratori, professionisti o alle imprese che operano con la P.A., dove sarà obbligatorio inserire nei bandi e/o avvisi pubblici apposite disposizioni o clausole di risoluzione o decadenza del rapporto in caso di violazione degli obblighi derivanti dal presente codice.

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l codice di comportamento dei dipendenti pubblici

➢ Buon andamento come osservanza delle regole di buona amministrazione ricomprendenti le valutazioni di opportunità e convenienza che consentono di realizzare gli interessi pubblici nel modo più adeguato; ricomprende l'efficienza (orientamento ai risultati), la ragionevolezza ecc;

➢ Ragionevolezza per cui l'azione amministrativa non deve essere arbitraria o irrazionale;

➢ Imparzialità (art. 98 Cost) per cui i “pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della nazione”, nel senso che devono operare liberi da ingerenze politiche, pur dovendo attuare l'indirizzo politico. Strumenti per attuare l'imparzialità sono ad es.: l'astensione, la motivazione, la trasparenza, ecc.

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Il codice di comportamento dei dipendenti pubblici

Alcune prescrizioni:Accettazione regaliÈ in generale vietato al pubblico dipendente di accettare regali da terzi in qualsiasi forma, salvo quello di modico valore (inferiore ai 100 Euro che può essere diminuito o aumentato nel regolamenti locali fino ad un massimo di € 150). Il legislatore è intervenuto per la prima volta quantificando economicamente i regali di cortesia o di modico valore. Inoltre, Il dipendente in servizio non accetta incarichi di collaborazione da soggetti privati che abbiano, o abbiano avuto nel biennio precedente, un interesse economico significativo in decisioni o attività inerenti all'ufficio di appartenenza. Nel caso in cui i regali ricevuti dovessero superare le citate soglie sono immediatamente messi a disposizione dell’Amministrazione per la restituzione. A tal fine spetta al dirigente vigilare sulla corretta applicazione di tali disposizioni.Oltre alle ipotesi eventualmente di natura penale, è fatto divieto assoluto ai dipendenti pubblici di sollecitare e/o chiedere per sé o per altri, regali o altre utilità, anche se di modico valore. Inoltre, non accetta incarichi di collaborazione da soggetti privati che abbiano, o abbiano avuto nel biennio precedente, un interesse economico significativo in decisioni o attività inerenti all'ufficio di appartenenza.I singoli codici devono contenere eventuali specificazioni del contenuto di

quello nazionale

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Il codice di comportamento dei dipendenti pubblici

Alcune prescrizioni:Comportamento in servizioIl dipendente utilizza il materiale o le attrezzature di cui dispone per ragioni di ufficio e i servizi telematici dell’ufficio nel rispetto dei vincoli posti dall’amministrazione e non utilizza le linee telefoniche dell'ufficio per esigenze personali, fatti salvi i casi d'urgenza. Il dipendente utilizza i mezzi di trasporto dell'amministrazione a sua disposizione soltanto per lo svolgimento dei compiti d'ufficio, astenendosi dal trasportare terzi, se non per motivi d’ufficio.Prevenzione della corruzioneIl dipendente rispetta le misure necessarie alla prevenzione degli illeciti nell'amministrazione, rispettando le prescrizioni contenute nel piano per la prevenzione della corruzione e prestando la sua collaborazione al responsabile della prevenzione della corruzione e, fermo restando l'obbligo di denuncia all'autorità giudiziaria, segnala al proprio superiore gerarchico eventuali situazioni di illecito nell'amministrazione di cui sia venuto a conoscenza. .

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Il codice di comportamento dei dipendenti pubblici

Alcune prescrizioni:Disposizioni per i dirigentiIl Codice prevede che all’atto dell’assunzione delle funzioni dirigenziali il dirigente deve effettuare una dichiarazione circa i possibili legami finanziari e/o societari che lo stesso abbia i quali potrebbero essere potenziale di conflitto di interessi per le funzioni dallo stesso svolte.

Il dirigente, prima di assumere le sue funzioni,comunica all'Amministrazione le partecipazioni azionarie e gli altri interessi finanziari che possano porlo in conflitto di interessi con la funzione pubblica che svolge e dichiara se ha parenti e affini entro il secondo grado, coniuge o conviventi che esercitano attività politiche, professionali o economiche che li pongano in contatti frequenti con l'ufficio che dovrà dirigere o che siano coinvolti nelle decisioni o nelle attività inerenti all'ufficio. Il dirigente fornisce le prescritte informazioni sulla propria situazione patrimoniale e le dichiarazioni annuali dei redditi soggetti all'imposta sui redditi delle persone fisiche.

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Il codice di comportamento dei dipendenti pubblici

Qualche considerazione sul conflitto di interesse e abuso di potere

➢ Il conflitto di interessi è la situazione in cui un interesse secondario (personale) interferisce (o potrebbe interferire) con la capacità di un soggetto di agire nell'esclusivo interesse dell'Amministrazione (interesse primario)

➢ Può esserci correlazione tra conflitto di interesse e abuso: l'abuso è la degenerazione del conflitto di interessi nel caso in cui in concreto l'interesse personale abbia prevalso sull'interesse principale. Infatti se il soggetto, in situazione di conflitto si procura “intenzionalmente” un vantaggio, o arreca un danno, si concretizza il reato dell'abuso d'ufficio.

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Il codice di comportamento dei dipendenti pubblici

Esempi di conflitto di interessi:

➢ L'amministratore che prende decisioni che hanno valenza generale, ma che procurano un vantaggio ad imprese nelle quali ha partecipazioni (conflitto di interesse “reale”);

➢ Responsabile acquisti che accetta un regalo da un fornitore (conflitto di interesse “potenziale”);

➢ Un componente di commissione che interroga un suo omonimo (conflitto di interesse “apparente o percepito”)

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Il codice di comportamento dei dipendenti pubblici

Conflitto di interessi e obbligo di astensione

➢ La legge anticorruzione ha introdotto l'art. 6 bis all'interno della legge 241/1990, in forza del quale “il responsabile del procedimento e i titolari degli uffici competenti ad adottare pareri, le valutazioni tecniche e gli atti endoprocedimentali ed il provvedimento devono astenersi in caso di conflitto di interessi, segnalando ogni situazione di conflitto, anche potenziale”.

➢All. 1 P.N.A.: quando il conflitto è segnalato al dirigente, quest'ultimo valuta se tale conflitto è idoneo a ledere l'imparzialità dell'agire amministrativo. Se il conflitto riguarda il dirigente, è il responsabile dell'anticorruzione che valuta le iniziative da assumere.

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Il codice di comportamento dei dipendenti pubblici

Altre prescrizioni contenute nel Codice nazionale:

Disposizioni per i dirigenti Il dirigente assume atteggiamenti leali e trasparenti e adotta un comportamento esemplare e imparziale nei rapporti con i colleghi, i collaboratori e i destinatari dell'azione amministrativa. Il dirigente intraprende con tempestività le iniziative necessarie ove venga a conoscenza di un illecito, attiva e conclude, se competente, il procedimento disciplinare, ovvero segnala tempestivamente l'illecito all'autorità disciplinare, prestando ove richiesta la propria collaborazione e provvede ad inoltrare tempestiva denuncia all'autorità giudiziaria competente in caso di illecito amministrativo o penale. Nel caso in cui riceva segnalazione di un illecito da parte di un dipendente, adotta ogni cautela di legge affinché sia tutelato il segnalante e non sia indebitamente rilevata la sua identità nel procedimento disciplinare, ai sensi dell'articolo 54-bis del decreto legislativo n. 165 del 2001.Il dirigente difende anche pubblicamente l'immagine della pubblica amministrazione.

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Il codice di comportamento dei dipendenti pubblici

La violazione delle disposizioni contenute nel codice di comportamento

La violazione delle disposizioni contenute nel codice di comportamento comporta l'insorgere della responsabilità disciplinare

Dopo avere evidenziato che le conseguenze alla violazione ai doveri di

comportamento sono soggette a procedure disciplinari in via generale conservative, il legislatore ha evidenziato anche la possibilità di sanzioni di natura espulsive (licenziamento con o senza preavviso), oltre a quelle già vigenti (per legge, per regolamento o per contratti collettivi), nei seguenti casi:

- di violazione di cui all’art.4 (regali, compensi ed altre utilità) al di fuori della modicità del regalo;

- qualora il dipendente costringe altri dipendenti ad aderire ad associazioni od organizzazioni, o esercita pressioni a tal fine, promettendo vantaggi o prospettando svantaggi di carriera;

- qualora il dipendente concluda, per conto dell'amministrazione, contratti di appalto, fornitura, servizio, finanziamento o assicurazione con imprese con le quali abbia stipulato contratti a titolo privato o ricevuto altre utilità, fatti salvi i regali d’uso consentiti, nel biennio precedente);

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Il codice di comportamento dei dipendenti pubblici

La violazione delle disposizioni contenute nel codice di comportamento

ovvero in caso di recidiva ai seguenti doveri:- Nei casi di accettazione di incarichi di collaborazione da soggetti privati che

abbiano, o abbiano avuto nel biennio precedente, un interesse economico significativo in decisioni o attività inerenti all'ufficio di appartenenza;

- Abbia preso decisioni o svolto attività inerenti alle sue mansioni in situazioni di conflitto, anche potenziale, di interessi con interessi personali, del coniuge, di conviventi, di parenti, di affini entro il secondo grado. Il conflitto può riguardare interessi di qualsiasi natura, anche non patrimoniali, come quelli derivanti dall’intento di voler assecondare pressioni politiche, sindacali o dei superiori gerarchici, con esclusione di conflitti meramente potenziali;

- Non abbia intrapreso con tempestività le iniziative necessarie ove venga a conoscenza di un illecito, non abbia attivato e concluso, se competente, il procedimento disciplinare, ovvero non abbia segnalato tempestivamente l’illecito all’autorità disciplinare, prestando ove richiesta la propria collaborazione e non abbia provveduto ad inoltrare tempestiva denuncia all’autorità giudiziaria competente in caso di illecito amministrativo o penale.

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Il codice di comportamento dei dipendenti pubblici

Codice di comportamento delle singole amministrazioni (commi 44 e 45) – codice di secondo livello -

• Ciascuna pubblica amministrazione definisce, con procedura aperta alla partecipazione e previo parere obbligatorio del proprio organismo indipendente di valutazione, un proprio codice di comportamento che integra e specifica il codice nazionale.

• Sull'applicazione dei codici vigilano i dirigenti responsabili di ciascuna struttura, le strutture di controllo interno e gli uffici di disciplina.

•• Le pubbliche amministrazioni verificano annualmente lo stato di

applicazione dei codici e organizzano attività di formazione del personale per la conoscenza e la corretta applicazione degli stessi».

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4545

Il codice di comportamento dei dipendenti pubblici

Esempi di contenuti specificativi e/o integrativi:➢ Il dipendente accede alle banche dati dell'Amministrazione solo per ragioni

di servizio;➢ Il dipendente non espone negli uffici materiale pubblicitario di natura

pubblicitaria che possa denotare mancanza di imparzialità, materiale di propaganda politica o comunque “sconveniente”..

➢ Il dipendente evita sprechi di energia e di materiali dell'Amministrazione;➢ Il dipendente non attende, durante l'orario di lavoro, a occupazioni

estranee al servizio, quali le ripetute conversazioni telefoniche private e l'accesso ai social network anche compiuto attraverso il personale apparecchio cellulare;

➢ Il personale si presenta in servizio avendo cura della propria persona e con un abbigliamento consono alle mansioni da svolgere;

➢ Il personale non intrattiene rapporto con i mezzi di comunicazione se non previamente autorizzato;

➢ Il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche offensive nei riguardi dell'Amministrazione;

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4646

Il codice di comportamento dei dipendenti pubblici

Esempi di contenuti specificativi e/o integrativi:

➢ Il dipendente non conclude, per conto dell'Amministrazione, contratti di appalto, con imprese con le quali abbia stipulato contratti a tittolo privato o ricevuto altre utilità nel biennio precedente;

➢ Il personale, in particolare quello che opera nei settori a maggior rischio corruzione, evita di intrattenere rapporti con rapporti notoriamentededite ad attività illecite;

➢ Il dipendente non usa, a fini privati, le informazioni di cui dispone per ragioni d'ufficio.

*****

Specifiche norme possono essere dettate per gli appartenenti a determinate aree (reclutamento del personale, contratti e gare, rilasci di autorizzazioni e concessioni, Polizia locale)

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4747

Il codice di comportamento dei dipendenti pubblici

Esempi di contenuti specificativi e/o integrativi per la Polizia Locale:

- Il personale della polizia deve avere la massima cura, oltre che della propria persona, anche della divisa: in particolare l'acconciatura dei capelli e della barba deve essere compatibile con il decoro della divisa;

- E' tenuto a salutare i cittadini con i quali interagisce per ragioni di servizio, le autorità e i superiori gerarchici;

- Il personale della P.L. è tenuto a comunicare qualsiasi fatto rilevante avvenuto durante il servizio al responsabile di turno o al diretto superiore;

- Il personale, anche durante il servizio, osservatutte le norme del codice della strada, fatta eccezione per le situazioni di necessità derivanti da interventi svolti in emergenza;

- Il personale appartenente alla polizia locale nei rapporti con i cittadinideve qualificarsi esibendo la tessera di riconoscimento, qualora operi in abiti civili o, se in divisa, fornendo a richiesta dell'utente il numero di matricola;

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Piano triennale della prevenzione della corruzione e trasparenza

L'art. 1 comma 7 della Legge 190/2012 modificato dal Decreto Legislativo 97/2016, ha previsto che vi sia un unico Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT), al fine di programmare e integrare in modo più incisivo e sinergico la materia della trasparenza e dell'anticorruzione proprio perchè:

una efficace applicazione dei principi e degli adempimenti in tema di trasparenza rappresenta una efficace misura di

prevenzione della corruzione

Viene abrogato( come previsto dal nuovo P.N.A.) il Programma Triennale della Trasparenza ora integrato nel P.T.P.C. che deve contenere una apposita sezione in cui sono riportati gli obiettivi strategici di trasparenza, ed i relativi responsabili.

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Obblighi di trasparenza e pubblicità nella legge anticorruzione e nel decreto attuativo

Trasparenza e conoscibilità dei dati

D.Lvo 14 marzo 2013 n. 33 “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni” emanato ai sensi dell’art. 1 commi 35 e 36 dell’art. 1”, in vigore dal 20 aprile scorso, riorganizza, rafforza e semplifica importanti e variegati obblighi tutti riconducibili alla nozione giuridica di “trasparenza”, intesa come “accessibilità totale” delle informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività amministrativa (art. 11 comma 1 Dlgs 150/2009) e costituisce “livello essenziale” delle prestazioni che devono essere garantite su tutto il territorio nazionale favorendo anche forme di controllo sul perseguimento dei fini istituzionali e sulle risorse pubbliche”.

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Obblighi di trasparenza e pubblicità nella legge anticorruzione e nel decreto attuativo titolo

Trasparenza e conoscibilità dei dati

I nuovi obblighi di pubblicità puntano sulla qualità delle informazioni riportate nei siti istituzionali ovvero:

• l'integrità, cioè la pubblicazione con modalità tali da garantire che vengano conservati senza manipolazioni o contraffazioni;

• il costante aggiornamento, • la facile accessibilità, completezza e semplicità di consultazione;• l'omogeneità, la conformità ai documenti originali in possesso

dell'amministrazione, l'indicazione della loro provenienza e la riutilizzabilità (l'uso e il riuso dei dati non deve essere soggetto ad alcuna restrizione);

• la conoscibilità dei dati intesa come come diritto alla comprensione, che consente il controllo democratico dell’esercizio del potere pubblico.

Durata della pubblicazione dei dati: 5 anni (art. 8). Scaduti i termini devono essere conservati e resi disponibili nella apposita sezione “archivio” (art. 9)

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Obblighi di trasparenza e pubblicità nella legge anticorruzione e nel decreto attuativo

Le principali novità

• Istituzione del diritto di accesso civico• l'obbligo di predisporre e pubblicare il Piano triennale per la

trasparenza, ora inserito nel Piano Triennale anticorruzione;• l'obbligo di nominare un Responsabile della trasparenza in ogni

amministrazione, ora coincidente con il Resonsabile anticorruzione

• la rivisitazione della disciplina in materia di trasparenza sull'attività, sui procedimenti e sull'organizzazione dell'ente, sullo stato patrimoniale di politici ed amministratori e sulle loro nomine

• l'obbligo di definire della home page del sito un apposita sezione Amministrazione trasparente

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Obblighi di trasparenza e pubblicità nella legge anticorruzione e nel decreto attuativo

L'accesso civico (art. 5 dlgs 33/2103 come modificato dal dlgs 97/0216)

• Strumento di tutela del diritto alla conoscibilità riconosce a chiunque il diritto di richiedere la pubblicazione di quei documenti, dati e informazioni per i quali è obbligatoria e, per qualsiasi motivo, sia stata indebitamente omessa.

• La richiesta di accesso civico non è sottoposta ad alcuna limitazione quanto alla legittimazione soggettiva del richiedente, non deve essere motivata, è gratuita e deve essere inoltrata al responsabile della trasparenza della pubblica amministrazione inadempiente, che si pronuncia sulla stessa.

• L'amministrazione, entro 30 giorni, è tenuta a procedere alla pubblicazione sul sito del documento, dell'informazione o del dato richiesto e a trasmetterlo contestualmente al richiedente o a dare comunicazione allo stesso dell'avvenuta pubblicazione, indicando il collegamento ipertestuale.

• Se quanto richiesto risulta già pubblicato, al richiedente è comunicato il relativo collegamento ipertestuale.

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Obblighi di trasparenza e pubblicità nella legge anticorruzione e nel decreto attuativo

L'accesso civico (art. 5 dlgs 33/2103 come modificato dal dlgs 97/0216)

• L'accesso civico differisce, sia per l'ambito soggettivo che per i contenuti, dal diritto generale di accesso ai documenti amministrativi ex articolo 22, comma 1, legge 241/1990, perchè molto più ampio.

• Le modalità di tutela giurisdizionale dell'accesso civico sono rimesse alla disciplina del codice del processo amministrativo.

• Il richiedente, nei casi di ritardo o mancata risposta, può comunque ricorrere al titolare del potere sostitutivo che ciascuna amministrazione è tenuta a individuare (ex articolo 2, comma 9-bis, della legge 241/1990) per la conclusione, su segnalazione del privato, di quei procedimenti non definiti nei termini di legge.

• Sulla regolare attuazione dell'accesso civico è chiamato a vigilare il Responsabile per la trasparenza e l'integrità, che, a seguito della richiesta di accesso, ha l'obbligo espresso di segnalare l'inadempimento, o l'adempimento parziale, dell'obbligo di pubblicazione all'ufficio di disciplina per l'eventuale attivazione del procedimento disciplinare.

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Obblighi di trasparenza e pubblicità nella legge anticorruzione e nel decreto attuativo

Obblighi di pubblicazione

Gli obblighi di informazione riguardano:• l’organizzazione e l’attività della p.a. (capo II), • l’uso delle risorse pubbliche (capo III), • le prestazioni offerte e i servizi erogati (capo IV),• i settori speciali quali i contratti pubblici di lavori, servizi e

forniture e la pianificazione urbanistica (capo V).

In tutti i casi indicati sono previsti obblighi specifici di pubblicità, con l’indicazione dei dati oggetto di pubblicazione.

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Obblighi di trasparenza e pubblicità nella legge anticorruzione e nel decreto attuativo

Procedimenti “ad alto rischio” (art. 23)

In particolare il Decreto prevede l’obbligo di pubblicazione degli elenchi dei provvedimenti adottati dagli organi di indirizzo politico e dai dirigenti, con particolare riferimento ai provvedimenti finali dei procedimenti individuati come ad alto rischio dalla Legge (autorizzazione e concessioni, scelta del contraente dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, e modalità di selezione, attribuzione di vantaggi economici a persone ed enti pubblici e privati, concorsi e prove selettive). A questi si aggiungono anche gli “accordi” stipulati tra amministrazione e privati o con altre amministrazioni. (art. 23, comma 1 del Decreto). Per ciascuno dei provvedimenti indicati nell’elenco è pubblicata una “scheda sintetica” in cui è indicato il contenuto, l’oggetto, la eventuale spesa prevista e gli estremi relativi ai principali documenti contenuti nel fascicolo del procedimento.

Esempi di provvedimenti/procedimenti ad alto rischio

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Obblighi di trasparenza e pubblicità nella legge anticorruzione e nel decreto attuativo

Limiti della trasparenza (art. 4)

I dati personali diversi dai dati sensibili e giudiziari possono essere diffusi attraverso i siti e trattati nel rispetto dei principi sul trattamento dei dati personali (di cui al Codice della privacy). Possono pubblicarsi anche dati non previsti dalla legge, ricorrendo a forme di anonimizzazione. Gli unici limiti alla diffusione e all’accesso delle informazioni sono individuati in quelli già previsti ai commi 1 e 6 dall’art. 24 della l. n. 241/90.

Dubbi interpretativi e di coordinamento rispetto all’art. 24 legge 241/90.

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Obblighi di trasparenza e pubblicità nella legge anticorruzione e nel decreto attuativo

Vigilanza, sanzioni e responsabilità sulla trasparenza

Altro aspetto innovativo del Decreto riguarda il sistema di vigilanza e sanzionatorio.

La vigilanza è affidata a tre soggetti:• il “Responsabile per la trasparenza e della prevenzione della corruzione: a

lui spetta segnalare il mancato o ritardato adempimento agli organi di disciplina, al vertice politico, all’Autorità nazionale anticorruzione; aggiornare il programma triennale e controllare e assicurare l’attuazione dell’accesso civico

• l’OIV (Organismo indipendente di valutazione), che verifica la coerenza tra programma sulla trasparenza e piano della performance;

• L'ANAC quale Autorità nazionale anticorruzione,che esercita poteri ispettivi e controlla i responsabili della trasparenza e che può investire anche la Corte dei Conti di eventuali inadempienze riscontrate (art. 43, 44 e 45).

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Obblighi di trasparenza e pubblicità nella legge anticorruzione e nel decreto attuativo

Vigilanza, sanzioni e responsabilità sulla trasparenza

L’inadempimento degli obblighi di pubblicazione o la mancata predisposizione del Programma triennale, costituisce elemento di valutazione della responsabilità dirigenziale, causa di responsabilità per danno all’immagine, e incide sulla corresponsione della retribuzione di risultato e del trattamento accessorio. La responsabilità si esclude quando si prova che l’inadempimento è dipeso da causa non imputabile al responsabile (art. 46). Vengono poi individuate sanzioni amministrative pecuniarie specifiche(da 500 euro a 10 mila euro) per la mancata pubblicazione delle informazioni previste per i titolari di incarichi politici e per gli enti vigilati e controllati (art. 47). Medesima sanzione si applica anche agli amministratori societari che non comunicano ai soci pubblici il proprio incarico e il relativo compenso.

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Inconferibilità degli incarichi

Pubblicato sulla G.U. Del 19 aprile scorso il D.Lvo 8 aprile 2013 n. 39 “Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati di controllo pubblico, a norma dell’art. 1 commi 49 e 50 della legge 190/2012”.

NOVITÀ:Impossibilità di attribuire incarichi dirigenziali a chi sia condannato per reati contro la pubblica amministrazione o non sia cessato per un congruo periodo di tempo da precedenti cariche in enti privati o dall'attività politica.

Il decreto ruota attorno ai concetti di inconferibilità e incompatibilità.

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Inconferibilità degli incarichi

INCONFERIBITITÀ preclusione, permanente o temporanea, a conferire gli incarichi previsti a coloro che abbiano riportato condanne penali per i reati contemplati  dal capo I del titolo II del libro secondo del codice penale, a coloro che abbiano svolto incarichi o ricoperto cariche in enti di diritto privato regolati e finanziati da pubbliche amministrazioni o svolto attività professionali a favore di questi ultimi, a coloro che siano stati componenti di organi di indirizzo politico.

INCOMPATIBILITÀl’obbligo per il soggetto cui viene conferito l’incarico dirigenziale di scegliere, a pena di decadenza, entro il termine perentorio di quindici giorni, tra la permanenza nell’incarico e l’assunzione e lo svolgimento, di incarichi e cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati dalla pubblica amministrazione che conferisce l’incarico, lo svolgimento di attività professionali ovvero l’assunzione della carica di componente di organi di indirizzo politico.

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Inconferibilità degli incarichi

A tal fine il decreto stabilisce che sono incompatibili tra l’altro:

● l’assunzione e il mantenimento, nel corso dell’incarico, di incarichi o cariche in enti di diritto privato regolati e finanziati dall’amministrazione o ente pubblico che conferisce l’incarico;

● lo svolgimento in proprio, da parte del soggetto incaricato, di un’attività professionale, se questa è regolata, finanziata o comunque retribuita dall’amministrazione o ente che conferisce l’incarico;

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Inconferibilità degli incarichi

Gli incarichi dirigenziali, interni e esterni, nelle pubbliche amministrazioni, negli enti pubblici e negli enti di diritto privato in controllo pubblico di livello provinciale o comunale sono incompatibili:

● con la carica di componente della giunta o del consiglio della regione; ● con la carica di componente della giunta o del consiglio di una

provincia, di un comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti o di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione;

● ricompresi nella stessa regione dell’amministrazione locale che ha conferito l’incarico; c) con la carica di componente di organi di indirizzo negli enti di diritto privato in controllo pubblico da parte della regione, nonché di province, comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti o di forme associative tra comuni aventi la medesima popolazione della stessa regione.

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Inconferibilità degli incarichi

SanzioniIl responsabile del piano anticorruzione di ciascuna amministrazione pubblica, ente pubblico e ente di diritto privato in controllo pubblico, cura, anche attraverso le disposizioni del piano anticorruzione, che siano rispettate le disposizioni del decreto in merito alla inconferibilità e incompatibilità degli incarichi.

Spetta al responsabile anticorruzione segnalare i casi di possibile violazione delle regole su inconferibilità e incompatibilità alla Civit in veste di Autorità nazionale anticorruzione, la quale è investita anche del potere di sospendere la procedura di conferimento dell'incarico.

Le segnalazioni dovranno essere inoltre inviate all'Autorità garante della concorrenza e del mercato ed alla Corte dei conti, per l'accertamento di eventuali danni erariali.

Sono previste anche sanzioni per i componenti degli organi politici che abbiano conferito incarichi dichiarati nulli. 

Il decreto chiarisce che essi sono da considerare responsabili per le conseguenze economiche (si tratta di responsabilità erariale) e introduce nei loro confronti il divieto di conferire tutti gli incarichi di loro competenza per tre mesi.