Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si...

45
Fratellanza Martinista n. 1 Ottobre 2014 La presente pubblicazione non è in vendita ed è riservata ai soli membri della Fratellanza Martinista Stampato in proprio

Transcript of Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si...

Page 1: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

Fratellanza Martinista n. 1 Ottobre 2014

La presente pubblicazione non è in vendita ed è riservata ai soli membri della Fratellanza Martinista

Stampato in proprio

Page 2: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

Redazione

Direttore Responsabile: Renato Salvadeo - via Bacchiglione 20 - 48100 Ravenna

Codirettori scientifici:Agostino Giacomazzo, Fabrizio Fiorini, Filippo Goti

SOMMARIOSOMMARIO

Prologo - pag.3

APIS - Relazione di benvenuto al Convento di Padova - pag.4

ARTURUS - Attualità del messaggio martinista - pag.6

ATON - Attualità del messaggio martinista - pag.12

BOYER RÉMI - Attualità del messaggio martinista - pag.15

ELENANDRO XI - Attualità del messaggio martinista - pag.19

ERMES - Il Martinismo: com'era ieri, com'è oggi, come dovrebbe essere domani - pag.22

HORPHEUS - Fra scienza e conoscenza - pag.25

MENKAURA - Una societa' fragile ed il mandato incognito - pag.27

MICHAEL- Attualità del messaggio martinista - pag.30

MIKA-EL- Attualità del messaggio martinista - pag.33

Lavoro di gruppo (Padova)- Maschera mantello e cordone. Simboli reali o virtuali del nuovo sistema mondo? -pag.36

Lavoro di gruppo (Rebis) - Riflessioni sull’attualità del messaggio del Martinismo nella nostra società -pag.39

Lavoro di gruppo (Rebis) - Silenzio iniziatico nella società della comunicazione -pag.41

Lavoro di gruppo (Ora et labora)- Il senso del martinismo nel XXI secolo -pag.42

2

Page 3: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

Prologo

In data 27 Settembre 2014 a Albignasego (Pd),

durante il Convento dedicato all'Attualità delMessaggio Martinista nella Società Contemporanea,ha visto la luce la Fratellanza Martinista Italiana. Lanuova casa di tutti i martinisti italiani nasce perVolere ed Amore di sette Grandi Maestri delMartinismo Italiano, che hanno condotto i loro Ordiniall'interno di un perimetro Spirituale ed Iniziatico dipiù ampie dimensione, capace di raccogliere i figli ditutte le grandi famiglie del martinismo italiano.

Gli Ordini Martinisti Aderenti sono:

Ordine Martinista

L'Unione Martinista

Ordine Martinista Mediterraneo

Ordine Martinista Tradizionale

Antico Ordine Martinista

Ordine Martinista Egizio Isiaco Osirideo

Convivium Gnostico Martinista.

I compiti che la Fratellanza Martinista Italiana si pre-figge sono di assoluto servizio alla comunità martini-sta italiana, e verso tutti i puri ed autentici ricercatorispirituali. Questi possono essere riassunti nella crea-zione di una rivista divulgativa, nella difesa dei valo-ri tradizionali e simbolici della società italiana,nella creazione di centri studi ed di un'Acca-demia del Martinismo Italiano, e nel continuodialogo con ogni parte, ed istituzione, dellacomunità italiana che mira al progresso filoso-

fico e spirituale dell'uomo.

La Fratellanza Martinista Italiana si occupe-rà inoltre di recuperare il patrimonio iniziatico origi-nale dell'Ordine Martinista così come codificato dalSuo Fondatore Dr.Gerard Encausse (Papus) allo sco-po di riportare il Martinismo Italiano alla purezzadelle origini. Essa infine non intende porsi come una“conventium ad escludendum” ma desidera dialoga-re costruttivamente con tutte le Famiglie MartinisteItaliane e Straniere che abbiano regolare origine etracciabile Filiazione.

La Fratellanza Martinista Italiana, al momento dellacostituzione, si è data una segreteria provvisoria for-mata dai fratelli Apis, Arturus, Elenandro XI, eOrpheus (quest'ultimo coordinatore della segreteria).

Per contatti: [email protected]

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

3

Page 4: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

Relazione di benvenuto

al Convento di Padova

APISS:::I:::I:::

S:::G:::M::: O.M.E.I.O.

Illustrissimi e Potentissimi Grandi Maestri,

Illustrissimi Ospiti e Delegati Magistrali,CarissimiFratelli e Sorelle, contrariamente al mio solito hovoluto scrivere questa relazione, che vale anche comemio saluto di benvenuto, quale padrone di casa, a tuttivoi, poiché quanto intendo dire rimanga per sempredisponibile, per il biasimo come per il plauso. Chi miconosce bene sa che non è mia abitudine ricercare ilconsenso; sono stato creato e ricevuto Martinistaprima ancora di compiere i 19 anni di età e sono daallora passati ben 35 anni. Ho vissuto il mio essereMartinista come un servizio ma, soprattutto per me ilMartinismo è stato un Cammino Spirituale diRigenerazione e di Reintegrazione a cui ho dato tuttome stesso perchè una Via Interiore non puo' esserepraticata né nei ritagli di tempo né come surrogato perriempire i propri vuoti esistenziali. Percio' sono sem-pre andato avanti per la mia strada, seguendo i consi-gli e le indicazioni dei Miei Venerati Maestri e quelladella mia coscienza che è sempre stata estremamentedura e severa con me,ma di questo la ringrazio. Inquesti 35 anni ho conosciuto tanti Individui eccezio-nali, Uomini e Donne che, come me, hanno dedicatoal Martinismo tutta la loro esistenza ma hoconosciuto anche individui che, non avendomai lasciato i metalli dietro le loro spalle, nelgabinetto di riflessione,ove ai miei tempi sirimaneva per piu' di un'ora prima di venire ini-

ziati, hanno purtroppo trasferito, all'internodel Martinismo le medesime brutture profanea cui sono evidentemente adusi a ricorrere

nella loro esistenza. Il Mio Maestro, Padre, Iniziatore,Jean-Papus II, al secolo Dr.Philippe Encausse, cheirruppe nella mia vita di diciottenne come un ciclone,trasformandola irreversibilmente, amava dire che.“Le Martinisme est un affaire pour des hommes intel-ligens”. Ma “Intelligente” nel senso che Egli dava aquesto termine è cio' che intendevano i Latini con“Intelligo” ovvero IO COMPRENDO e per“Comprensione” nella Via Iniziatica noi indichiamola capacità di introiettare, realizzare, assorbire, i sim-boli iniziatici e le dottrine che tali simboli velano. Chinon comprende, ergo, chi NON REALIZZA, di con-seguenza non è credibile e pertanto, venendo al temache abbiamo scelto per questo Convento, ovvero l'at-tualità del messaggio Martinista nel mondo odierno,possiamo facilmente concludere che tale messaggio,ancora oggi attualissimo ed anzi, salvifico per questasocietà degenerata, laddove essa lo accogliesse piena-mente, NON PUO'CHE ESSERE DIVULGATO DAPERSONE CREDIBILI. Credibile è colui che al di làdella erudizione, della brillante esposizione dialettica,dell'apparente “habitus initiaticus” che indossa perl'occasione, per poi, terminata la tornata, o l'incontro,o il Convento di turno, rimettersi adosso i panni abi-tuali dell'essere “umano troppo umano”, schiavodelle 5 funzioni, credibile dunque è chi ha PIENA-MENTE fatto propria la Via Martinista realizzandonele indicazioni sul piano iniziatico ed operativo maSOPRATUTTO nel piano della sua esistenza profana.Certe incredibili miserie umane, certe smanie di pro-tagonismo ad ogni costo, certi vortici egoici, unita-mente all'esibizione del peggior campionario dellebassezze umane, a cui ho assistito in questi 35 annicon l'ultimo divertente show che ha preceduto questoConvento con tentativi più o meno palesi, da parte dialcuni (per me e per i miei Fratelli piu'anziani) “soli-

ti noti” mi danno la misura dell'urgenza diintervenire con quella drastica risoluzione cheArturo Reghini definiva RETTIFICAZIONE:e non crediate che l'ultima generazione dimestatori sia migliore di quella che l’ha pre-

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

4

Page 5: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

ceduta, anzi! Le divisioni, le lacerazioni, icontrasti che hanno funestato il mondoMartinista Italiano negli ultimi 50 anni,hanno consentito a tutta una serie di improbabili per-sonaggi, Martinisti solo a chiacchiere ma profani finoin fondo, di vivacchiare e, in certi casi, addirittura diprosperare. Certamente, la riunificazione, se nonsostanziale perlomeno ideale e spirituale delMartinismo italiano pone fuori dai giochi determina-ti ambienti di “frangia” come il mio Fratello edAmicone Filippo Goti, ama definirli ed è giocoforzache tali ambienti tentino di ribellarsi a questa iniziati-va. La nostra fortuna è stata quella di essersi incon-trati e compresi, tra Grandi Maestri, con molta facili-tà: in questi mesi tra me, Renato, Agostino, Filippo,Teresita, Antonino Urzì Brancati, Antonio Gravinache non è fisicamente presente ma che ha già conse-gnato il Suo assenso formale alla creazione della“Fratellanza Martinista Italiana”, è nata una profondaamicizia unitamente ad un grande rapporto di frater-nità. Perciò noi andremo avanti convinti, come siamo,di agire nel giusto e di avere dalla nostra il sostegnoe la protezione dei Maestri Passati. Ed è a quattro diquesti Fratelli che oggi sono nella Montagna Eternaed a pieno titolo appartenenti alla catena imperituradei Maestri Passati che io desidero dedicare questoConvento al Fr::: Lucio Esposito che ci ha lasciato dapoco e che ha voluto con tutte le Sue forze ilConvento di Padova; al Fr:::Sebastiano Caraccioloche andai a trovare subito dopo la mia nomina a G.M.e che mi diede preziosissimi incoraggiamenti e consi-gli che serbo nel cuore, a Fabrizio Mariani, Fratellostupendo ed autentico Maestro che, ad un Fr::: cheGli riferiva, con malcelata soddisfazione, i problemidi un altro Ordine Martinista rispose, con grandeseverità: “Ma possibile che non capiate chel'Eggregore Martinista è Uno? Come potete esserecontenti delle disavventure dei Nostri Fratelli”? Edinfine, al Mio Amatissimo Maestro Philippe che,dopo la morte di Aldebaran (Gastone Ventura)mi rivelò il suo dolore per non essere Egliriuscito ad evitare la dolorosa lacerazione delMartinismo Italiano seguita a certi eventi suiquali, a mio parere, è ora di apporre una defi-

nitiva pietra tombale. Io sono molto vecchioiniziaticamente, ma fortunatamente ancoranon molto vecchio anagraficamente. Vi pro-

metto, come promisi al Fr:::Caracciolo ed alFr:::Lucio Esposito che farò tutto il possibile perricondurre i Veri, Autentici, Integri Martinisti nellastessa casa comune! Che il Filosofo Incognito, Nostro Maestro Comune eGuida con l'ausilio del Riparatore e della DivinitàSuprema, ci illumini e ci guidi.

APISS:::I:::I:::

S:::G:::M::: O.M.E.I.O.

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

5

Page 6: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

Attualita' del messaggio

martinista

ARTURUSS:::I:::I:::

S:::G.:::M::: Ordine Martinista

Il tema si presenta, almeno per quanto mi riguarda,

complesso. Credo perciò che tenterò di portare soloun piccolo contributo, tornando ad indagare in modo“leggero” e sintetico anche su alcuni concetti che,ciclicamente, furono espressi dai nostri Maestri pas-sati e che probabilmente, non di rado, fanno partedelle meditazioni di quelli presenti. Sarà quindi unasemplice e modesta condivisione di qualche pensierosu cui mi sono soffermato. Quindi, mi si perdoni se inalcuni passaggi espositivi potrò apparire un pochinosuperficiale e grossolano.Accennerò a quali erano, quali possono essere ancoraalcune caratteristiche ed obiettivi che, sin dalla suanascita, sono stati ascritti al filone Martinista, conparticolare interesse, poi, a diversi aspetti evidenziatida Maestri italiani.Per farlo, attingerò cautamente a considerazioni svi-luppate, ad esempio nel nostro paese, sin dal relativa-mente lontano 1968 (periodo contraddistinto da gran-di turbolenze sociali ma anche dalla presenza in tuttii settori iniziatici, di notevoli problematiche).Accenno questa premessa al solo scopo di evidenzia-re come (purtroppo o per fortuna) l’argomento nonsia affatto nuovo, dal momento che, al di làdelle manifestazioni estetiche e filosofiche chepossano caratterizzare le organizzazioniumane, seppur a carattere iniziatico (moltepli-ci nei tanti luoghi e nel tempo), ciò che

dovrebbe palesarsi, attraverso esse, in modovivo e vivificante, è la Tradizione influenza-ta dallo Spirito Divino. Non sempre noi

uomini, confusi dalle nostre passioni, siamo attenti acomprenderlo, così commettiamo errori, magari cidistraiamo, sostituiamo il fine con il mezzo, e poifacilmente confliggiamo, probabilmente senza nean-che renderci conto veramente del perché lo facciamo. In effetti, il variegato filone dell’Ordine Martinista èricchissimo di episodi in cui gli uomini non si sonocompresi, di situazioni in cui purtroppo si sono dimo-strati preda delle proprie passioni; di conseguenzahanno commesso errori, palesando un’oggettiva man-canza di desiderio di comprenderli, di riconoscerne lecause e quindi predisponendo la possibilità di com-metterli nuovamente.Ad ogni modo, riferendomi al tema, ecco alcuni stral-ci che, a mio modo di vedere, posso risultare interes-santi come premessa per tentare di dare una rispostaalla domanda insita nel tema:1. Dichiarazioni di principio dell'Ordine

Martinista fondato a Parigi nel 189I da Gérard

Encausse:

…." L'Ordine é essenzialmente spirituale, combattecon tutte le sue forze l'ateismo, il materialismo, e, incollegamento con le altre fratellanze iniziatiche,combatte l'ignoranza, dà al simbolismo la grandissi-ma importanza che gli compete in tutte le serie d’ini-ziazione. Non si occupa di politica e tanto meno diquestioni di ordine religioso. Permette e facilita glistudi, mantenendo la tolleranza più assolu-ta"…………2. Dall'Introduzione dei Quaderni iniziatici

dell'Ordine Martinista (Gran Maestro Papus) del

1910 :

…" Il Martinismo é una mescolanza di platonismo,d'origenismo e di filosofia ermetica, sopra una basecristiana. Lo scopo che si prefiggono gli Iniziati équello di scoprire i più rari misteri. La società

Martinista non costituisce né un centro dog-matico (cattolici, protestanti, gnostici, ecc.visono ammessi indistintamente) né un partitopolitico, ma Ordine di propaganda esotericache incita allo studio della religione unica,

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

6

Page 7: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

celata sotto i diversi culti dell'Occidente. Ilprofano, l'iniziato e 1'Iniziatore debbonoessere umili studiosi, devoti al culto dellaVerità Eterna.Iniziazione al III Grado ( dai suddetti quaderni): OIniziato, il III grado del nostro Ordine costituisce lasintesi dei precedenti.…"Ora che sei diventato Superiore Incognito, non tidimenticare mai dei tuoi doveri che questo nuovotitolo ti impone. Siccome tu non devi ricevere ordinida nessuno al di fuori che dalla tua propria coscien-za, così fa in maniera di agire sempre guidatodall'Onore. Fa in modo da non dimenticarti che seivotato al rialzamento della collettività ignara, restan-do Ignoto a tutti coloro che avrai aiutato, diverraiogni giorno più Superiore trascinando nella tua asce-sa coloro sui quali hai sparso i tuoi buoni uffici”…….3. Costituzioni di Sinesio (A. Sacchi 1923)

….Giuro di aiutare ed assistere i miei fratelli e sorel-le in tutte le circostanze della vita, soprattutto intempi di afflizione e avversità, e di confortarli deimiei consigli, della mia influenza e della mia borsanei limiti del possibile. Infine prometto e giuro diseguire gli insegnamenti del Martinismo e di sforzar-mi di profittarne per la maggior gloria di Dio e per ilbene dei miei simili. E do la mia parolad'Onore.(Nota ; Tali Costituzioni furono dettate invista delle misure che il Fascismo stava prendendocontro le società iniziatiche, considerate segrete)….4. Costituzioni di FIamelicus ( M.E. Allegri, 1944)

….Il Superiore Iniziato ( Sup. Incognito KabbalistaIII) rappresenta, nell'Ordine Martinista il raggiungi-mento di un maggior grado di conoscenze rituali, diprogresso interiore e di capacità realizzative. Insostanza il S.I. é colui che, mediante la catarsi, ériuscito a poter rappresentare, in pieno, la potenzadell'Ordine. Egli é passato per riconoscimento di tuttii suoi superiori da una illuminazione iniziatica aduna unione con la volontà iniziatica, del Cosmo ; éuno che ha saputo fare della propria volontàiniziatica, la volontà stessa del mondo segre-to. Poiché sta scritto nel Talmhud; "La Veritàé di gran peso, scarsi sono i suoi portatori". Esta scritto inoltre ;"Cedi il tuo Volere al

Volere, acciocché gli altri sacrifichino il lorovolere". Via gerarchica: I SS.II. devonoconoscere la storia del mondo segreto nelle

sue manifestazioni orientali ed occidentali. Essifanno parte di quella gerarchia, cioè di quella fratel-lanza Bianca che pervade con la sua opera di Amoretutto il mondo. Essi devono sapere e sentire la lorogenealogia divina per cui si può dall'uomo, qual'éper accidens, risalire alla sua personalità; da questaall'individualità! dall'individualità per superiore,attraverso la linfa dell'Augoeide (Luz) risalire allepiù sublimi manifestazioni del Logos nel suo miste-rioso respiro cosmico (Zim-Zum)….5. Dichiarazioni di principio del Protocollo di uni-

ficazione degli Ordini Martinisti d'Italia 1962 :

…" L'Ordine Martinista ha per scopo il perfeziona-mento e l'elevazione spirituale per mezzo dello stu-dio, della conoscenza e della realizzazione dellaTradizione iniziatica. Combatte con tutte le sue forzel'ateismo e il materialismo in collegamento con lealtre fratellanze iniziatiche, combatte l'ignoranza edà al simbolismo la grandissima importanza che glicompete in tutte le serie iniziazioni. Non si occupa dipolitica e tanto meno di questioni di ordine religioso."Si uniforma alla tolleranza nei metodi di studio”(N.B. Quest’ultima frase sui "metodi di studio" fuaggiunta nonostante il Nostro contrario parere edovemmo accettarla perché posti in minoranza)….6. Dal Rituale di S.I. dall'Ordine Martinista

(Francia)

….“Sappi essere uno sconosciuto per coloro cheavrai tratto dall'ignoranza. Sappi sacrificare la tuaresponsabilità tutte le volte che agirai comeSuperiore. Così tu giustificherai le parole delSalmista: Non a noi Signore, non a noi la Gloria maal Tuo nome !"….7. Per finire, Gerard Encausse, che Noi conside-

riamo il fondatore dell'Ordine ha dato questa defi-

nizione del titolo di Maestro :

...... "Il Maestro è dunque colui che arriva asacrificarsi, donando il suo essere in offertaper la" felicità dei suoi discepoli, e, allorchèsi comprenderà il simbolo del Pellicano e lalegge misteriosa, l'Iniziato ucciderà l’Inizia-

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

7

Page 8: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

l’Iniziatore "…..Prima di proseguire, non dobbiamo peròdimenticare alcune debolezze dell’essereumano (che magari noi stessi possiamo aver rilevatoe/o sperimentato in uno o più periodi della nostravita) ovvero che senza aver provveduto a modificarela propria personalità tramite la ricostruzione di unamentalità Tradizionale, ci si fa chiamare Maestri, nonsolo perché si riveste una carica che dà comunque aquesto titolo un valore puramente indicativo (e suquesto occorre sciogliere ogni dubbio residuo), maperché si ama esser lodati, sentirsi importanti o cre-dere di esserlo. Così, almeno per quanto mi sembra di aver compresosino ad oggi, credo sia bene considerare che siamo

dunque tutti soltanto fratelli, sorelle e niente altro.

In sintonia a tutto ciò, e quindi collegandomi all’og-getto iniziale, mi permetto di riportare il pensiero cheAldebaran (Gastone Ventura) sintetizzava, nel perio-do agitato degli anni ‘60, con la sua consueta irruen-te capacità di sintesi; si tratta di una sorta di prome-moria, di decalogo operativo che proponeva comemetodo comune, al fine di consentire un camminosimile ed armonico per tutti i Martinisti; ovviamentee soprattutto per coloro che avevano od avrebberoraggiunto la qualifica di S.I. Guardando ciò che accade oggi, in generale nel cosid-detto mondo iniziatico, riporto il suo pensiero al solofine di evidenziare, come forse alcuni problemi nonsiano ancora stati seriamente affrontati e risolti:• Non ci si deve occupare di politica o di religione senon per ragioni di studi Tradizionali. Ciò non signifi-ca tuttavia che uno non possa o non debba aver ideepolitiche o praticare una Fede, ma che ciò riguardala sua vita privata, profana, e non deve interferire nelsuo giudizio. Ovvio che, per raggiungere la tranquil-lità interiore, politica e religione, debbono esseredimenticate poiché Uno é l'Assoluto per tutti e ovun-que e la politica é cosa soltanto terrena, e causa dicontro iniziazione;• E’ necessario aver assimilato, e bene, quan-to fa parte dell'istruzione e dell'iter iniziaticodei gradi precedenti a quello a cui ci è statoconcesso l’accesso;

• L'Ordine basa la sua forza sui SS.II. i quali,pur liberi di rispondere alla propria coscien-za si debbono comportare da uomini di

onore.• Un S.I. deve conoscere molte cose ( anche per poterfar fronte alla pretesa di essere un autentico Iniziatoper cui deve saper riconoscere ciò che é giusto e ciòche non lo é , ciò che é Tradizionale e ciò che é anti-tradizionale) ma non deve pretendere di volere far ciòche non gli sarà possibile essendo la Iniziazione unavia lunga, faticosa e dolorosa che non si può percor-rere senza continue rinunce;• Si deve essere PRUDENTI, umili e buoni ;• I SS.II. possono esser inviati "in missione" in altriCoppi iniziatici o fratellanze similari per indirizzarlisulla retta via, richiamandoli al rispetto dellaTradizione e al rigetto delle false o mal interpretatedottrine, errori questi che portano alla contro-inizia-zione.• Il loro operato per il raggiungimento dello stato pri-mordiale non deve essere inteso come brama di pote-re individuale o personale ma come scopo per rag-giungere la condizione di entrata diretta nei “GrandiMisteri". • L'Amore é una delle regole per abbreviare la lungastrada intrapresa, e per giungere prima alla tranquil-lità interiore, prima tappa questa, da cui partire perpercorrere la strada dei Piccoli Misteri.• Chi non si attiene a questi principali doveri nonpotrà mai essere un Iniziato e tanto meno un Su-periore Incognito, ragion per cui o si pone automati-camente fuori della Catena Martinista o si accorge,se uomo d'onore, della sua incapacità e si regola diconseguenza.Aldebaran continuava poi precisando che da questinove punti si può comprendere meglio il compito delS.I.I. nel tentativo di istruire coloro che egli ha rice-vuto, seguendo la Tradizione, sulla via dellaConoscenza per la realizzazione dei Piccoli Misteri

(nell’ipotesi e nel tentativo di restaurazionedello stato edenico primordiale), convincen-dosi, però, che fino a quando non si sarà fattouna mente Tradizionale non si potrà maiaffrontare quanto previsto da una Iniziazione

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

8

Page 9: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

senza cadere nella contro-iniziazione. Inoltre,deve essere chiaro che per poter istruire altri,deve egli stesso istruirsi facendo bene atten-zione a non deviare per non porsi con i personali pen-sieri, con le parole, con le azioni (soprattutto quandosi è “stretti all’angolo”) automaticamente fuori dellaCatena trascinando con sé tutti coloro che lo seguono. Per quanto riguarda la "nomina" a S.I. é necessariocomprendere che è una trasmissione che si auspicadare a colui che la merita, ma che nel percorso inizia-tico non é che un passo formale in avanti, e non unosostanziale che, al contrario, dovrà essere compiutonell’intima interiorità.Da tutto ciò si può comprendere la necessità di unprogramma di studio e d’istruzione per i tre gradi delMartinismo, possibilmente di tipo unico, tenendo pre-sente che bisogna combattere le false dottrine e perquanto opportuno, uscire da una cultura che è rivoltasoltanto ai fini umani nel senso più materiale ed é lanegazione di ogni fatto, questione, idea, Tradizionale. Deriva infine il bisogno assoluto di comportarsiritualmente, non nel senso comune di seguire unrituale che, il più delle volte, senza modificazionedella personalità ed ancora oggettivamente predadelle passioni, é solo una semplice e spesso “vuota”cerimonia, la quale non è, né può essere un rito, cheper quanto si può intuire si apprende naturalmente, disolito attraverso la via sanguigna, allorchè, dopo unduro lavoro interiore, si sia iniziato a fissare una men-talità Tradizionale.

Dopo tutte queste considerazioni, credo sia importan-te recuperare il concetto in funzione del quale unMartinista è, o per lo meno dovrebbe essere, essen-zialmente e per generale definizione un UOMO DI

DESIDERIO.

Ovviamente, è necessario farsi un’idea di che cosa sipotrebbe intendere Tradizionalmente con questaparola. Cosa possa essere ad esempio il desiderio diritorno alla forma “androgina” di cui si man-tiene il ricordo probabilmente nel “sangue” enell’anima, non credo sia qualche cosa di cuisi possa avere percezione intuitiva e/o consa-pevole con grande facilità o che possa essere

alla portata di chiunque non abbia proprioquel desiderio.A tal proposito, mi permetto di accennare a

quanto scriveva Nostro Venerabile Maestro, ilFilosofo Incognito Louis Claude de Saint Martinnella sua opera "le Ministere de l'Homme Esprit"….. “il desiderio risulta dalla separazione o dalladistinzione tra due sostanze simili, sia per la loronatura o per le loro proprietà; e quando la gente almassimo dice che non desidera, che non sa cosavuole, noi diamo la prova che se desideriamo qualco-sa, abbiamo assolutamente bisogno di avere in noiuna parte di quella cosa che desideriamo "……..Ne potremmo dedurre che é necessario, o quantomeno utile o desiderabile che colui che si avvia sullastrada dell’Iniziazione possieda questo desiderio eche esso sia insito in lui. Chi non lo dovesse possedere e “subisce”un'Iniziazione solamente per curiosità, brama diconoscenza di cose nuove o per altri motivi ancorameno nobili, può anche darsi che non diventi mai unIniziato. Infatti, il più delle volte non completerà ciò che haintrapreso o, nella peggiore delle ipotesi, si lasceràindirizzare verso tendenze che portano alla contro-iniziazione, non riuscendo ovviamente a distingueretra ciò che é Tradizionale e ciò che non lo è.Sarebbe quindi bene ricordare una frase di Stanislasde Guaita:…… Tu sei Iniziato, colui cioè che altri hanno postosulla "Via". Sforzati di divenire Adepto : colui che haconquistato la scienza da sé; in una parola il figliodelle sue opere……

Riguardo ad opere ed a metodologie di ricerca, vale lapena accennare brevemente ad un argomento che haprovocato e provoca ancora oggi non pochi problemid’incomprensione.Alcuni attribuiscono particolare importanza alle

“diversità” tra la via “cardiaca” e la via "teur-gica". In effetti, a mio avviso (ma non solomio), si potrebbe trattare di due facce dellastessa medaglia, dove l’obiettivo è comunqueconseguire un contatto con la Divinità.

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

9

Page 10: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

In un caso, si segue la via interiore e la pre-ghiera diretta; così le invocazioni salgono,auspicabilmente, dall'individuo, assieme allasua essenza, alla sfera Divina.Nell’altro, si segue quella un poco più esterna; leinvocazioni si servono di “intermediari” (a cui tral’altro si chiede di dare segno della loro presenza) trail postulante e l’assoluto. Ovviamente, non entro nelmerito della valutazione di possibilità di successoriguardanti entrambe tali procedure, ma i suggeri-menti che si possono dedurre anche dai vademecumoperativi, potrebbero indurre a comprendere comealcuni contatti vadano previsti in successione e adogni modo che, se non si ha la capacità di “salire”,almeno un poco, magari a seguito di un mutamentodella personalità, sempre più libera dalle scorie, ognitentativo di collegamento non ha grandi possibilità diriuscire.Sovente, poi, tali metodologie, vengono associateforse impropriamente a concetti di via "umida" e divia "secca". Esprimo questa perplessità, dal momentoche entrambe le due ipotetiche vie Martiniste sonoriferite più propriamente ad un ambito di preghiera,tramite cui si “implora” la Grazia Divina, e non certoa “forzare la porta dei Cieli”, o di altri luoghi. Ad ogni modo, forse noi uomini, nella condizione di"caduti", se tali siamo e rimaniamo, possiamo trovaregià straordinariamente difficoltoso immaginare ditentare di andare più in là della reintegrazione indivi-duale o dello "stato primordiale" contemplato nell’i-potesi di realizzazione dei Piccoli Misteri, legaticomunque alle cose del mondo. Eppure, coloro che cihanno preceduto hanno accennato in ogni tempo ed inogni luogo alla possibilità di una ReintegrazioneUniversale, tramite un’arte sacerdotale finalizzataalla realizzazione dei Grandi Misteri che prenderebbeavvio solo dopo che i Piccoli Misteri possano avertrovato compimento. Solo giungendo alla vetta deiPiccoli Misteri si verrebbe probabilmente a possede-re, nella sua pienezza, tutto quello che è neces-sario per l'esercizio di qualunque funzionesuccessiva.In tale ambito il mondo visibile e materialesarebbe trascurato, le origini stesse

dell'Umanità verrebbero superate per indiriz-zarsi al raggiungimento, o meglio l'annienta-mento del Tutto nell'Uno. Sarebbe la scom-

parsa reale della materia e quindi dell'Umanità comeoggi la intendiamo, che così ritornerebbe, in puro spi-rito, al suo Creatore. Da queste considerazioni, si potrebbe dedurre che seTradizionalmente l'uomo, alla sua origine, possedevamolteplici possibilità corrispondenti ad ogni funzio-ne, è abbastanza evidente che poi ne perdette qual-cuna, ma, per quanto ci è dato d’intuire, gli rimase lacoscienza istintiva di esse. In successivi stadi, o cicli di “caduta”, è probabile chesiano intervenuti ulteriori distacchi dalle sue capacitàprimordiali, unitamente a conseguenti periodi dioscuramento; quindi, non è affatto da escludere ancheuna progressiva perdita di coscienza di tali capacità. Per tali motivi è possibile che sia intervenuta laProvvidenza Divina, consentendo la possibilità ovun-que ed in ogni tempo delle creazioni di trasmissioniriguardanti gli “input” spirituali, tramite l’Iniziazioneed i molteplici percorsi Iniziatici; opzioni probabil-mente ormai necessarie, indispensabili, per permette-re all'uomo di ritrovare, con la coscienza di sè, l’anti-co stato anteriore.Sembrerebbe cosi, che nella maggior parte dellesituazioni, per tentare di ritornare allo stato primor-diale cioè alla realizzazione della reintegrazione indi-viduale, sia necessaria una INIZIAZIONE sviluppa-ta per gradi, o meglio di una serie ininterrotta di tra-smissioni concatenate che risalga fino all’auspicabilerestaurazione di quello stato primordiale, indispensa-bile per avvicinarci alla porta dei Grandi Misteri;ovvero per avere la possibilità di accedere ai pianidegli stati superiori dell'Essere. I Maestri passati ciricordavano, a tal proposito, che Tradizionalmente,intraprendendo un simile tentativo… “non bisognamai disgiungere il desiderio del raggiungimento deiPiccoli Misteri da quello dei Grandi Misteri, altri-

menti si cade nella contro-iniziazione contutte le conseguenze che ne derivano”.Giunto a questo punto della dissertazione,diviene per me necessario fermarsi qualcheistante e meditare su alcune ineludibili consi-

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

10

Page 11: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

derazioni che attengono alla nostra natura. Credo, infatti, possa rivelarsi estremamentevano, e soprattutto controproducente, auto-proclamarsi ADEPTI di questa o di quella scuola-organizzazione, ed INIZIATI del Tempio esteriore ointeriore (sempre riferendoci alla via dei Piccoli e deiGrandi Misteri) se per caso non si é in grado, né si éancora incominciato a rendersi superiori ai bisognimateriali ed alle cupide passioni ad essi collegati. Proclamarsi questo o quello, in funzione di soli attiesteriori e d’insegne esibite orgogliosamente, sarebbecome, nella migliore delle ipotesi, per fare un qual-che esempio riconducibile alla comune vita sociale,farsi chiamare, auto eleggersi e pretendere di esserericonosciuti come architetti, ingegneri, fisici, mentrenon sì é ancora in grado di comprendere neanche unaformula elementare di matematica o di chimica, né direndersi conto di come é stata costruita. Similmente, si potrebbe in tal modo intuire che averevelleità di affrontare operazioni "secche" o invoca-zioni varie non sapendo a ciò cui si va incontro ed achi sono veramente indirizzate ( credo che scoprirlonella nostra epoca, possa rivelarsi molto problemati-co, ammesso e non concesso che, tra tanti che ne par-lano, ci sia ancora qualcuno in grado di descriverloveramente), sia come il voler costruire un fabbricatosenza disporre dei materiali adatti, non conoscendoliaffatto e non conoscendo neanche le elementari pro-cedure di costruzione. Nella migliore delle ipotesi é ovvio che non si potràcostruire l’edificio, ma se, per caso, ci si dovesseriuscire, quasi certamente crollerebbe subito dopo tra-volgendo i suoi costruttori, lasciando tracce affattobenefiche. Questo potrebbe essere considerato unesempio dei risultati, degli effetti operativi conse-guenti ad una scelta contro-iniziatica.Concludo accennando alla necessità di fare attenzio-ne ad alcune non chiare tendenze attuali di aspirazio-ne verso quella che dovrebbe identificarsi come lareintegrazione universale, cioè lo stato diconoscenza e di "azione" del e nel sopraumano (Grandi Misteri), finalizzato sempre ecomunque al ritrovamento cosciente del con-tatto con Dio.

E’ innegabile che, al momento, si assiste adun’enorme confusione di informazioni nelmondo, con la possibilità (mantenendosi nel

solo campo della buona fede delle fonti) di ricavarneanche una completa incomprensione di quanto possaessere Tradizionale nel senso puro del termine.Infatti, non di rado, si può confondere una questionepuramente spirituale, super umana e quindi superiorealla materia ad ai suoi bisogni, o metafisica, con ini-ziative sociali, aspirazioni politiche, ecc. Il tutto,comunque, solo in funzione di necessità corporali edella materia, con buona pace o addirittura in modoantitetico a ciò che caratterizza ogni Iniziazione e leTradizioni Reale e Sacerdotale.Se anche accidentalmente, immersi in un guizzo difantasia, avessimo vagheggiato di immaginare diessere ciò che non siamo, dimenticando di non essereneanche in grado di svolgere le attività dei paggi,degli scudieri o dei serventi, dei sagrestani, al servi-zio dei veri Re-Sacerdoti, sarà opportuno ritornarecelermente alla consapevolezza di noi stessi e deinostri limiti..Se al contrario, continueremo a cercare di essere sem-pre meno intrisi di scorie, di fare quanto ci é possibi-le, per trasmettere in purezza di intenti e secondo laTradizione, almeno il desiderio di un ritorno alla statoprimordiale, se riusciremo noi per primi a salire versol’alto con le nostre preghiere in modo da riuscire adessere semplicemente visibili, ascoltati, e poi (sullascorta di quanto saremo riusciti a “sperimentare”nella nostra intimità), ad insegnare ad altri come pernoi sia stato possibile farlo, allora è probabile che noi,unitamente a tutti i Fratelli e le Sorelle, possiamorisultare, tramite il messaggio Martinista, ancora utilie funzionali alla diffusione della Tradizione.

ARTURUSS:::I:::I:::

S:::G.:::M::: Ordine Martinista

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

11

Page 12: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

Attualità del messaggio

martinista

ATONS:::I:::I:::

S:::G.:::M::: Ordine Martinista Tradizionale

Mie care Sorelle e miei cari Fratelli, consentitemi

intanto di esprimere la mia gioia per essere quì, inmezzo a quelle Sorelle ed a quei Fratelli Martinisti,che intendono valorizzare del martinismo, ciò cheunisce. Andiamo a noi. Nel 1946, in un suo libretto, ilMartinismo e la sua essenza, Gorel Porciatti riporta-va il pensiero del Sovrano Generale dell'OrdineMartinista di quel tempo, tendente al raggiungimentodi una federazione di tutti i Riti, nessuno escluso, che,sempre secondo il Sovrano Generale, "realizzerebbein un tripudio di cuori un sogno cui sino ad oggi sisono opposti quei residui metallici che purtroppofurono deposti solo apparentemente ma che in effettipermangono". Altro, molto autorevole invito ad un riavvicinamentosostanziale, pur riferentesi ad un Ordine Esotericoparticolare che è la Chiesa Cattolica, ci viene dal suomassimo esponente, dall'attuale Papa Francesco, ilquale in una udienza generale di qualche giorno fàebbe a dire che: "la divisione fra i cristiani è uno deipeccati più gravi, perchè è opera del diavolo". Dandoil giusto significato esoterico alle due forti enuncia-zioni possiamo ben dire che ciò che è in alto uniscementre ciò che è in basso, spesso divide. Il "diavolo" del Papa sono i "residui metallici"richiamati dal Sovrano Generale dell'OrdineMartinista del 1946. Sono solo quelli che pro-vocano le nostre tante divisioni.

Esaminiamo attentamente il problema. Nonvi è dubbio che tutti gli Ordini Esoterici, frai quali le varie religioni rivelate, compresa

quella cattolica, tendano ad un unico fine: la cono-scenza delle norme assolute; la conoscenza dell'ordi-ne universale; la vera penetrazione dell'essenza di ciòche costituisce la parte immortale di noi tutti uomini.Sappiamo però che ogni Ordine Esoterico si serve distrumenti particolari per raggiungere lo scopo che hoenunciato. Pertanto dato per scontato lo stesso fine,non vi è dubbio che gli strumenti operativi dei qualisi serve ciascun Ordine Esoterico, siano diversi. Enon sono diversi solo rispetto al tempo ed al luogo neiquali si adoperano ma sono diversi anche in rapportoallo stesso tempo ed allo stesso luogo.Evidentemente, in questo caso, ha particolare valoree rilievo la diversa cultura, la diversa educazione, cheè insita in ogni essere che appartiene allo stesso luogonella stessa era. Ciò però può giustificare i vari OrdiniEsoterici, ma è molto difficile che giustifichi le"diversità" nello stesso Ordine Esoterico. Ed ilMartinismo è un Ordine Esoterico, diverso dallaMassoneria, diverso dalle varie religioni, diverso dal-l'alchimia. Come tale dovrebbe avere i suoi strumenti peculiarinecessari per raggiungere quel medesimo fine a cuiaspirano tutti i vari Ordini Esoterici. Essendo unici glistrumenti operativi non si capisce il perchè di tantedivisioni. A meno che non si considerino tali divisio-ni come il frutto perverso di quei "residui metallici"di cui ho detto all'inizio. Noi tutti ci affanniamo a giu-stificare l'esistenza dei vari Ordini Martinisti che rap-presentiamo, cercando di ammantare questi con il cri-sma della "tradizionalità" o almeno con una certadiscendenza da ciò che è o si ritiene tradizionale. Ma,a prescindere dal valore che riusciamo ad attribuirealla tradizione, siamo certi che le differenti discen-denze, alcune definite anche improbabili, determini-no e giustifichino il proliferare di tanti, anzi tantissi-

mi Ordini Martinisti? Miei cari Fratelli, nonvoglio sminuire la bontà di ciò che è tradizio-nale, e quì si potrebbe innestare un discorsorelativo alla validità ed alla completezza deivari rituali, discorso che non è

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

12

Page 13: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

opportuno fare in questa sede ma che sarebbeopportuno affrontare, desidera solo doman-darvi e domandare a me stesso: gli OrdiniMartinisti che tutti noi rappresentiamo, hanno tutti iloro peculiari strumenti operativi? e detti strumenti,se ci sono, sono tutti validi per raggiungere quelloscopo che l'Ordine Martinista, insieme a tutti gli altriOrdini Esoterici, vuole raggiungere?Ecco questa è una vera differenziazione e questa giàc'è e deve esserci fra i diversi Ordini Esoterici. Ma ègiusto che questa differenziazione esista in un unicoOrdine Esoterico, dato che il Martinismo è un unicoOrdine Esoterico? Si parla, nel Martinismo, di viacardiaca, di via teurgica, si evidenziano differenze piùo meno importanti nella composizione dei templi,nell'arredamento dei templi e delle persone; pur evi-denziando le parti in comune, si sottolineano diffe-renze tra i vari rituali di cui i vari Ordini Martinisti siservono. Ma tutto ciò è frutto di una vera necessità osolo del tintinnare di quei metalli che non riusciamoa lasciare fuori dai templi? È facile constatare che lamaggior parte degli "scismi" o della nascita di nuoviOrdini Martinisti, si verifica in occasione dell'abban-dono (in genere per morte) di colui che ha rettol'Ordine fino a quel momento e dal disaccordo o peg-gio dalle liti fra i SII che hanno effettuato l'aperturadel testamento del GM passato o, in mancanza di taletestamento, che non sono stati capaci di unirsi in ununico Ordine. A volte queste scissioni sono dei veri epropri scismi determinati da un diverso modo diinterpretare l'operatività dell'Ordine o lo stesso attocostitutivo. Ricordo a me stesso due differenze fon-damentali; la prima: via teurgica o via cardiaca; que-sta differenza potrebbe essere importante se non siconsiderasse che il Martinismo, come ogni altroOrdine Esoterico, ha bisogno, in tempi diversi, dientrambe le vie per raggiungere quel comune risulta-to, oppure il ruolo delle donne nel Martinismo: pos-sono esser dati alle donne i poteri iniziatici? Nonvoglio affrontare questi argomenti; mi piace-rebbe ma mi rendo conto che non è la sedeopportuna e quindi li enuncio e basta.Continuando il discorso relativo alle scissioniè da constatare però che spesso le scissioni

non sono basate su presunte differenze ini-ziatiche che, solo se non si è capaci di guar-dare verso l'alto, possono dar luogo a degli

scismi, spesso le stesse sono determinate solo edesclusivamente dalla.....presunzione di essere miglio-re degli altri e di saper fare meglio.In questo momento noi tutti ci troviamo quì riuniti pertentare di avvicinare tra di loro i vari OrdiniMartinisti o almeno quelli che noi rappresentiamo. Iocerco, più che posso, di guardare in alto, di guardarelì dove non esistono differenze, dove non esistonoelementi che possano dividere. Esprimo quindi la miaopinione cercando di attenermi a questo principio.Guardando in alto, una federazione dovrebbe senz'al-tro esistere fra i vari Ordini Esoterici. Il Martinismo,la Massoneria, le religioni rivelate, tutti questi Ordiniche mirano a raggiungere le stesso obiettivo, purusando strumenti operativi diversi, dovrebbero confe-derarsi. Se così fosse molte delle attuali vicissitudiniche possiamo far rientrare nelle guerre di religione,fra i vari Ordini Religiosi, e che tante vittime produ-cono, scomparirebbero. Come anche scomparirebbe-ro le rivalità fra i vari Ordini Esoterici che, sebbeneormai non mietano vittime, sono sempre ricettacolodi meschine prese di posizione o di anelito di distru-zione scaturenti solo ed esclusivamente dalla incapa-cità di distogliere lo sguardo da quei metalli che tantoci attirano e ci legano a questo mondo. Il Martinismoinvece, sempre a mio parere, dovrebbe diventare ununico Ordine in quanto unici sono gli strumenti ope-rativi che si adoperano per raggiungere quei risultaticui ho accennato all'inizio. Mi rendo conto però chequest'obiettivo è, almeno per adesso, solo un sogno. Mi rendo conto che il lavoro, ben iniziato con questoincontro, è ancora lungo. Non dispero però. Vi sonoinfatti due considerazioni da fare, la prima: l'uomoformatosi nel Martinismo può dare un contributomolto efficace a quelle che sono le storture dellasocietà attuale. Può influire sull'attuale ordine sociale

sia a livello politico che a livello religioso epuò esercitare la sua influenza dopo averconosciuto, attraverso il Martinismo, le leggidel macrocosmo. Ma se si vuole influire inmaniera incisiva, se si vuole che l'intervento

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

13

Page 14: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

del Martinista, dell'uomo formatosi seguendoi dettami del Martinismo, sia veramente effi-cace, a mio avviso occorre una vera unione ditutti gli Ordini che oggi rappresentano il Martinismo.Ed allora ben venga la Federazione che questo mee-ting auspica. Ciò significherebbe il superamento delledifferenze o di diverse differenze fondamentali chetravaglia l'Ordine nelle sue varie espressioni.Seconda considerazione. Il Martinista oggi, dopoessersi formato, deve pensare soprattutto alla societàin cui svolge la propria attività e deve influire su diessa il più possibile con quei principi che solo ilMartinismo può trasmettergli. La sua azione non deveessere volta a disquisire sulle diversità esistenti tra ivari Ordini Martinisti, deve concentrarsi sulla realiz-zazione del supremo bene dell'umanità. LaFederazione da noi auspicata e della quale oggi stes-so possiamo tracciare le linee guida, è utile a questoscopo ed inoltre, con gli strumenti consultivi che pre-vede, è un notevole passo per giungere, attraverso unalibera discussione e l'auspicabile coinvolgimento dialtri Ordini Martinisti, alla effettiva riunificazione diciò che hanno voluto uomini come Swedemborg, DePasqually, come L.C. de Sammartin, comeWillermoz. Ho detto. Il mio quadruplice abbraccio davanti alleLuci per i Numeri da voi conosciuti.

ATONS:::I:::I:::

S:::G.:::M::: Ordine Martinista Tradizionale

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

14

Page 15: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

Attualità del messaggio

martinista

BOYER RÉMIS:::I:::I:::

M:::D:::O.M.D.C.D.C.

Il rapporto tra il martinismo e la modernità merita di

essere posto correttamente. E' un falso problema, cheinganna, ed è giustamente l'inganno che rende la que-stione interessante.Ma, di quale martinismo parliamo?Ricordiamo brevemente, ciò che significa per RobertAmadou (1) il termine "Martinismo".All'inizio è un Culto Primitivo dell'Ordine deiCavalieri Massoni Eletti Coens dell'Universo (2),fondato da Martines de Pasqually (1710-1774) delquale Louis-Claude de Saint-Martin fu il segretario esenza dubbio il suo miglior adepto. E' la Teosofia diLouis-Claude de Saint-Martin (3) (1743-1803), l'ini-zio di due esperienze fondamentali, la prima fu l'e-sperienza di un Rosa-Croce che ha realizzato con suc-cesso tutte le operazione Coens. Poi successivamentel'incontro con l'opera di Jacob Boheme, di cui ne saràanche un traduttore. Ricordiamo che Jacob Boheme,qualificato sovente come mistico, fu anche un erme-tista operativo di alto livello. La seconda esperienzafu quella del sistema massonico, del RegimeScozzese Rettificato fondato da Jean-BaptisteWuillemoz (1730-1824) a partire dalla StrettaOsservanza Templare (4), nel quale inserì la dottrinadella reintegrazione di Martines de Pasqually.La Professione e la Grande Professione, coro-nano questo sistema e sono una sintesi delladottrina veicolata dal Culto Primitivo.Insistiamo sul fatto che il R.E.R. è uno dei rari

sistemi massonici che presentano unacoerenza globale. Non soffre come altri dinumerose scale massoniche, di aggiustamen-

ti di circostanza di questo o quel grado.Ecco infine l'Ordine martinista, e le sue numeroseemanazioni, fondato nel 1887 da Papus (1865-1916).Oggi, l'insieme degli Ordini martinisti costituisce unmovimento vivo e influente portatore di principi esimboli illuministici, principi e simboli che noi abbia-mo voluto tracciare da qualche anno, in un Carta, laCarta per il XXI Secolo degli Ordini Martinisti (5).Il martinismo di tradizione, che quindi si riferisce aLouis-Claude de Saint Martin e a Martines dePasqually, la cui espressione si trasmessa di genera-zione in generazione. Noi conosciamo oggi il terzo"passaggio" dei Compagni della Ierofania. Dopo IFratelli iniziati da Papus e Stanislas de Guaita, sonogiunti Robert Ambelain e Robert Amadou che hannodato un impulso senza precedenti al martinismoapprofondendo anche i suoi fondamenti teosofici.Così il martinismo non cessa di estendersi anche nellasua luminosità iniziatica. Si arricchisce di nuoviincontri senza perdere la sua qualità intrinseca anchese osserviamo qua e là qualche tentazione mondana.Il martinismo di tradizione resta iniziatico e il veico-lo illuminista privilegia la voce del risveglio, dellarealizzazione o, dove la voce martinista si impone, la"reintegrazione". Tutte le vie iniziatiche conduconoalla conoscenza duale e alla coscienza non-duale,dalla "persona" al Sé, dalla "maschera" al Cristo. DiLouis-Claude de Saint-Martin, noi parleremo dell'uo-mo (o della donna) del torrente, che diventa un uomodi desiderio, per generare un nuovo uomo e, final-mente, tramite una reideficazione, manifestare la suanatura originale e in ultimo l'uomo-spirito fino adassumere il ministero ultimo. Noi ritroviamo il qua-drante del risveglio come noi l'abbiamo applicato inmolte occasioni (6).In tutte le tradizioni "Il risveglio", può declinarsi in

quattro tempi che determinano quattro rappor-ti con il Reale.Se il ricercatore comprende immediatamentechi è l'Assoluto (l'Assoluto si presenta simul-taneamente in se stesso), la questione è

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

15

Page 16: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

acquisita, ora e per sempre. Essa non ècominciata a caso. Tutto è compiuto. La paro-la, "Assoluto" può essere sostituita dal nomedi "Dio", ultimo pronome personale. Assoluto è ancheil Tutto, l'Uno, il Grande Reale, poco importa il nomeutilizzato se noi lo intendiamo come il Sè. L'Assolutoè prima di tutto Assoluta Libertà. La manifestazionedi questa Libertà conduce a dimenticarsi di se stessinella molteplicità delle forme create, a perdersi permeglio ritrovarsi, riconoscersi, a negare la proprianatura nel Grande Gioco, della Coscienza edell'Energia.Se non si coglie l'Assoluto, ma appare l'attività dellaCoscienza e dell'Energia, Cristo/ Shekinah,Assoluto/Sé, il Ricercatore diventa operatore di sestesso, quello che opera nella dualità senza mailasciare la gioia in secondo piano.Se operare nella Coscienza e nell'Energia restanoestranee al Ricercatore, allora il rispetto dei riti edelle regole "la regola assoluta dall'assenza di regoleè la libertà infinita" gli si faranno esplorare i miti, isimboli, fino a quando gli arcani dietro forme tradi-zionali gli appariranno, e li distinguerà come struttu-ra assoluta, un archetipo di forme tradizionali, nave dienergia che solca l'oceano della Coscienza. Questastruttura assoluta si rivela come la mnemonica delrapporto di Energia e Coscienza, la traccia lasciatanel silenzio del vuoto, che può essere considerato,metaforicamente, come una sostanza vergine.Attraversare le forme duali, e per mezzo loro le formetradizionali, ci conduce nel Luogo del Silenzio, dellanon rappresentazione, alla "Terra Centrale", agli "AltiPaesi degli Amici di Dio".Se l'iniziato non comprende i riti, se non hanno sensoper lui, allora si consacra alla Carità, di cui RobertAmadou ha detto che è l'equivalente della teurgia. Sipone al servizio del prossimo. Egli serve il suo pros-simo, che crede un altro, mentre il vero "prossimo" èdentro se stessi.

Detto questo, possiamo interrogarci sullamodernità del martinismo. Non dovremmopiuttosto parlare di attualità, di attualità eapparenza di ciò che ci presenta la situazione?

In effetti, lo scopo degli specialisti, ci con-fonde attraverso la parola, e noi non sappia-mo se ci troviamo di fronte alla modernità, la

post-modernità, la post-post-modernità o di qualsiasialtro concetto. Ma ciò che colpisce l'osservatore delmondo dell'iniziazione è che molte donne e uomini didesiderio soffrono di una apparente inadeguatezza,dell'impossibile compromesso, tra lo spirito della tra-dizione e dell'ambiente culturale e intellettuale in cuievolviamo. La questione tra tradizione e modernità,tra iniziazione e formazione, non è specifico per ilnostro tempo, ma oggi sembra cristallizzarsi in unacrisi acuta, dove non si pensa più, che è l'impensabi-le, ma è un impensabile perverso. Mentre in passato,tradizione e modernità si fondevano in una dialetticafeconda autorizzata dalla separazione rituale tra sacroe profano, il pensiero oggi si blocca in un faccia a fac-cia pesante e sterile. Ma a ben guardare, l'essereumano in ricerca, non soffre più del profano, rispettoagli svantaggi della modernità. Entrambi si sentonodislocati, fuori registro, fuori asse, in un gioco alquale non vogliono aderire, catturati dalla velocitàdell'esistenza. Notiamo che qui siamo inclusi nelgioco della coscienza duale, che separa, si oppone edivide, perdendosi nell'entusiasmo dell'accelerazione.Un altro rapporto può essere stabilito con la moderni-tà, un rapporto iniziatico. Non ci sono oggetti di ini-ziazione e oggetti di non-iniziazione. Da tempo lafilosofia ha considerato che certi oggetti non eranofilosofici. Quel tempo è fortunatamente finito.Comunque è efficace considerare che non è l'oggettoche è iniziatico ma la relazione intrattenuta con l'og-getto. Noi possiamo stabilire una connessione inizia-tica con qualsiasi oggetto che si presenta alla nostracoscienza. La modernità e il suo insieme di esperien-ze tendono ad allontanarci da noi stessi, non è che unoggetto, un elemento della situazione come altri. Lamodernità è solo un altro nome dato a ciò che è tes-suto nella opacità della coscienza nella sovrapposi-

zione dell'ego.La questione di tradizione e modernità alloraappare come un dipinto che inganna l'occhio,che nasconde il vero problema della nostraincapacità di tacere, del non fare nulla, per

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

16

Page 17: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

estraniarsi dai condizionamenti e dagli artifi-ci della persona, di cui la cosiddetta moderni-tà non è che un avatar di più.Da un punto di vista non-duale, quello che contarisiede nella nostra potenza verticale, dalla nostracapacità di entrare in tutto ciò che questa tradizione-modernità, del duale, nel non-duale del nostro Essere.Uscire dal torrente con una coscienza identificata alleforme per lasciare vivere lo Spirito in sé, lasciare flui-re la Gnosi, la Conoscenza in sé, da sé, senza nullatrattenere. E' un'Arte che esige una tecnicità e la per-cezione della propria libertà intrinseca. Si tratta diun'arte che si svolge in quella che Henri Corbin chia-ma immaginale. Ciò che succede, ciò che si presentasimbolizza ciò che effettivamente avviene nellacoscienza. Tutto diventa materia nell'opera di reintegrazione.Stabiliamo in questo immaginario lo scenario miste-rico, a volte tradizionale e stranamente moderno, de il"Coccodrillo o la guerra del bene contro il male",testo chiave di Louis-Claude de Saint-Martin. Louis-Claude de Saint-Martin faceva parte del suo tempo, eciò non ha pregiudicato la sua lucidità. Aristocratico,era affascinato dalle idee e dai principi dellaRivoluzione francese prima dei suoi eccessi deplore-voli. Robert Amadou, nostro Fratello maggiore, hadimostrato, ciò che a volte fa sorridere qualche ego"ristretto", come, nella vita quotidiana, un martinista,o uno gnostico (considerare i due termini come sino-nimi) pur vivendo l'imitazione di Saint-Martin, que-sto altro "Cristo", a volte vivendo nella modernitàpuò affrancarsene, quando è vissuta come uomonuovo. Sigifica manifestare il ministero dell'uomoSpirito, dell'uomo Libero da ogni limitazione.Ricordiamoci della sua figura in una tonaca nella suaamata Sorbona. Se c'era malizia, era in coloro che sierano chiusi in una camicia di forza di pregiudizi, nonnella coscienza libera del qui e ora, nel luogo delCuore. Robert Amadou fu un uomo di tradizioneanche all'interno della modernità, mai controla modernità. Il martinista è un monaco nelmondo, non un monaco malgrado il mondo, ocontro il mondo. Egli appartiene al Monasterognostico invisibile (7), all'assemblea degli

addetti ai lavori che si rendono invisibili,impersonali, nel mondo per l'uso della prati-ca operativa della maschera e del mantello,

lasciando visibili solo le loro opere, grandi o piccole.Il rapporto non-duale intrattenuto dal monaco (che èsolo perché è uno) con ogni oggetto che si presentanella coscienza, cose, sentimenti, emozioni, concetti,liberato da ogni forma, che va oltre il principio duali-stico di separazione simboleggiata da Satana e stabi-lisce il Cristo in Gloria: la coscienza non-duale asso-lutamente libera.Se dietro la questione del rapporto tra modernità emartinismo, si vuole sollevare la questione dell'avve-nire del martinismo (8), ci si accorderà nel dire chequesto non dipende dai tempi nei quali si inserisce,ma dal rapporto intrattenuto con il tempo. E' quindiindifferente che i tempi che si presentano, siano favo-revoli o ostili alla tradizione. Lo Spirito esiste, dimo-ra: ciò sarà sufficiente al martinista, che abbia persola via verso lo Spirito Santo, per ritrovarlo in Sè......................................................................................

(1) Martinismo di Robert Amadou. Seconda edi-zione rivista CIREM 1997(2) Due opere presentate e commentate daRobert Amadou sono indispensabili alla comprensio-ne del Culto Primitivo: Le Lezioni di Lione agli ElettiCoens. Un corso di martinismo nel XVIII secolo diLouis-Claude de Saint-Martin, Jean-Jacques Du RoyD'Hauterive, Jean Baptiste Wuillermoz. Di Robert eCaterina Amadou. Prima edizione completa pubbli-cata dai manoscritti originali, Parigi, Dervy, 1999;Martines de Pasqually. - Trattato sullaReintegrazione degli esseri nella loro primaria pro-prietà, virtù e potenza spirituale divina. Prima edi-zione autentica dopo il manoscritto di Louis-Claudede Saint-Martin, redatto e presentato da RobertAmadou - Le Tremblay, Diffusioni Rosicrociane,1995.

(3) Le Opere complete di Louis-Claudede Saint-Martin sono disponibili presso Olms.Segnaliamo alla vostra attenzione le introdu-zioni di Robert Amadou che permettonomeglio di apprendere il pensiero del Filosofo

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

17

Page 18: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

Incognito.(4) Nel 1778, a Lione, il convento nazio-nale della Gallia della Stretta Osservanzaadotta la riforma di Wuillermoz, che fa del RitoScozzese Rettificato l'eredità della dottrina Coen. LaProfessione e la Grande Professione che costituisco-no la classe segreta del Regime Scozzese Rettificato,è incaricata di conservare la dottrina del CultoPrimitivo. Nel 1782, nel convento internazionaledella Stretta Osservanza, a Wilhlmsbad, Jean-BaptistWuillermoz ed il suo gruppo adottano la riforma del1778. La Professione e la Grande Professione scom-paiono ufficialmente. Questa classe segreta continue-rà la sua opera in modo occulto per due secoli.(5) Ordine martinista significa ogni Ordine mar-tinista, qualsivoglia sia la sua qualificazione.Troverete questa dichiarazione nell'opera "Masque,Manteau et Silente, le martinisme come voie d'èveil"Edizioni Rafael de Surtis 2008 ISBN 978-2-84675-162-2.(6) Per uno sviluppo di questo soggetto, leggereLe Pacte Bicèphale di Rèmi Boyer et Paul Sanda.Edizioni Rafael de Surtis, Corde-sur-Ciel 2010.(7) il Monastero gnostico invisibile non è che unconcetto, certo seducente, ma una pratica rigorosa.Essa oggi è presente, in forma non esclusiva, nel qua-dro della Chiesa Rosicruciana Apostolica e Gnostica,fondata da Armand Toussaint nel suo tempo.(8) In un recente incontro, alcuni partecipantihanno posto la questione del futuro del martinismo.Alcuni lo intravedevano molto massonico. Ci sisarebbe dovuti prima chiedere qual è il futuro dellamassoneria, avvenire iniziatico si intende, perchénessuno può mettere in dubbio il futuro mondano del-l'istituzione massonica. La massoneria, pur essendorispettabile non è un'organizzazione iniziatica. Il suoprogetto iniziale è spirituale, politico e sociale, nonl'iniziatico. Questo è il motivo dei molti innesti ini-ziatici invariabilmente respinti. Sono comunque trac-ce e resti sono indicazioni utili. Se Papus hapensato al martinismo come un mezzo di per-fezionamento della massoneria, si può oggidubitare, di questa possibilità strangolata ecannibalizzata dalla mondanità profana. Il

martinismo avrà sempre la meglio la propriaistituzionalità, mantenendosi a rispettosadistanza, dal suo cugino bulemico.

BOYER RÉMIS:::I:::I:::

M:::D:::O.M.D.C.D.C.

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

18

Page 19: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

Attualita' del messaggio

martinista

ELENANDRO XIS:::I:::I:::

Reggente Convivium Gnostico Martinista

Amati Fratelli,

Il tema del nostro Convento non risulta essere legatosolamente ad una dimensione dialettica del martini-smo nei confronti di coloro che possono essere inte-ressati al suo patrimonio iniziatico e spirituale, ma acome lo stesso martinismo si pone rispetto ad unasocietà che trova nella comunicazione oltre ad unodei suoi aspetti maggiormente evidenti, la matricestessa che unisce ognuno dei suoi centri di potere edelementi costituenti. Non possiamo certamente nega-re come la società contemporanea sia la società dellacomunicazione, dove le grandi masse sono orientatenon più da ideali, valori, e riconoscimenti, quantobensì dalle informazioni e da come queste sono vei-colate ed assemblate.Una comunicazione quella moderna frammentaria,breve ed intensa, convulsa e contraddittoria in virtù diuna sua origine multipolare, che spesso si perde nellecontinue riproposizioni prive di riferimenti storici,contestualizzazioni e possibilità di valutazione.All'interno della quale lo sprovveduto, colui che nontrova nell'arte del pensare il discernimento fra ciò cheè falso e ciò che è reale, cade prigioniero in un mondodi specchi, che rimandano particole deformatedi verità, ed è questo che dobbiamo temere,non tanto la tenebra del falso, quanto lapenombra del vero unito al falso. Tale stato di cose, evidente e palpabile, non ha

risparmiato neppure, e come poteva farloessendo noi nel mondo, i nostri sacri perime-tri, aprendoli agli empi e ai simoniaci.

Troviamo una miriade di documenti, siti, pagine,blog, che offrono un'informazione parziale, e discuti-bile su cosa mai è o cosa non è il martinismo.Inducendo all'errore, accecando con la luce malevoladei falsi divulgatori, stratificando verità a menzogna,e forgiando così nuovo materiale a disposizione delprofano, come dell'ingannatore. Se questa è l'infor-mazione che dall'esterno delle nostre sante logge,giunge investendoci, non dobbiamo omettere, fattosommamente più grave, l'azione di quei tanti che sisono infiltrati tra le nostre catene, in virtù della negli-genza di chi doveva controllare e non ha controllato,trafugando quanto poteva essere trafugato per i loroutilizzi sciagurati, legati al continuo mercanteggio, egettando così un'ombra di discredito su tutti noi.Ancora non posso tacere nei confronti di quei tantiche da ieratiche posizioni danno agio a personaggiche vivono nel nostro sottobosco, utilizzandoli perazioni tese a gettare biasimo e danno su altri fratellitramite il sussurro e la calunnia.Ed ancora fratelli miei come possiamo non conside-rare la cattiva comunicazione che deriva da coloroche millantano di essere ciò che non sono, da quelcalderone ribollente e ributtante da cui emergonoIniziatori, spesso in virtù di patenti fittizie o prezzo-late provenienti da altri paesi, che propongono straniconnubi fra martinismo e pratiche che con esso nonhanno niente a che vedere? Fratelli miei dobbiamoessere convinti che di ognuna di queste imperfette emalevole comunicazioni il danno che riceve l'OrdineMartinista Spirituale, che tutti ci accoglie e tutti cilega, è immenso, ed altrettanto devastante è il dannonei confronti di quei semplici che cercandoci non citrovano e non ci troveranno in quanto storditi ed acce-cati da questi fuochi fatui.Fratelli ricordiamoci che non vi è corretta informa-

zione, senza sana formazione, e non vi è sanaformazione se i discepoli e i maestri non sonovalutati, pesati, considerati, in virtù delle lororeali e sostanziali qualità, e non in virtù delcomodo e della convenienza del momento.

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

19

Page 20: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

In quanto monaci combattenti legati all'amo-re del Vero e della Fratellanza dobbiamocostantemente impegnarci che la maldicenza,il pettegolezzo, e gli empi, siano posti oltre i nostriperimetri sacri, in modo tale che quanto fino adesso èavvenuto nell'ombra, possa essere fumigato dallanostra sacra volontà di essere aderenti ed ardenti testi-moni dei valori del martinismo.Ecco quindi che nostro compito, che compito dellanascente Fratellanza Martinista Italiana, è quello digarantire un rivolo di acqua pura, che sappia disseta-re la curiosità di colui che è ancora profano, e chesappia snebbiare la mente di quei tanti associati ediniziati, che seppur legati ai nostri venerabili ordini,spesso si lasciano distrarre da pericolose sirene, odalle frasi roboanti di quei tanti mistagoghi. La nostrafortuna è quella di avere qui riuniti i figli spirituali diVentura e Brunelli, in modo da poter andare oltre unacomunicazione piatta, ed anacronistica, basata sulleragioni delle proprie filiazioni, a discapito di quellealtri, e cercare di parlare di cosa sostanzialmentehanno da proporre i nostri Ordini a colui che cercaun'alternativa alla decadenza del mondo contempora-neo. Amici miei cosa importa ad un giovane di oggi deglierrori di Umani Maestri oramai passati oltre il velo?Non sarà invece interessato a quanto il MartinismoItalico ha da dire ed offrire sotto un profilo di cresci-ta filosofica e spirituale, e degli strumenti diLaboriosa Opera disponibili ? Possibile che dobbia-mo morire di aforismi, estratti, masturbazioni intel-lettuali attorno a quanto da altri detto o scritto?Perchè se così è, allora dobbiamo constatare che visono altri che lo sanno fare meglio, che hannocostruito attorno alla verbosità del tutto dire e nientefare miglior caseggiato del nostro. In una realtà chepretende essere Ordine Iniziatico dobbiamo sapercomunicare ben altro che la fuga in sintesi precotte epredigerite oramai da oltre un secolo.

Dobbiamo però doverosamente chiederci incosa risiede il messaggio martinista. Risiedeforse in una serie infinita di date storiche e dipersonaggi ? Risiede forse nella certosina

archiviazione di bolle e patenti? Risiedeforse nella strenua enunciazione di rituali inse e per se freddi se non animati da amore ?

Oppure dietro ogni messaggio vi è un'identità checerca di comunicare ? In una società come la nostraoramai incamminata sulla via della dissoluzione diogni elemento simbolico tradizionale, dove il relativi-smo morale e l'incertezza sociale sono assunti anuovo modello di sviluppo ed orientamento, dobbia-mo rappresentare quell'ultimo baluardo della tradizio-ne occidentale, della nostra sacra identità che ci hapermesso di coniugare la filosofia greca, con il dirit-to dell'impero romano, e la spiritualità del mediterra-neo. Dobbiamo offrire una nuova pedagogia basatasul solerte lavoro interiore, sull'amore dell'unione conil divino che in noi alberga, e sul sacrificio per i fra-telli e le sorelle in difficoltà. Senza niente attendersiche non la nobilitazione interiore che arriva non dafacili promesse, o da vuoti pezzi di carta, ma dal cam-biamento che nasce dall'esperienza di una vita consa-pevolmente vissuta. La nostra comunicazione devefondarsi quindi sull'Orgoglio e l'Identità di ciò chesiamo, senza cedere al compromesso del tutto racco-gliere, per niente urtare. I nostri maestri passati nonerano TEOSOFI, non erano astratti spiritualisti, nonerano PAGANI, ma LCDS,Willermoz, MARTINEZ,e Papus erano esoteristi, mistici e teurghi CRISTIA-NI, e in tale corrente spirituale trovano ragion d'esse-re i nostri rituali, i simboli preposti e proposti, e lanostra reale iniziazione, e non certo in strambi frittimisti che ogni tanto mi intendo di ascoltare. Questova proposto, questo va comunicato, perchè questosiamo, e se non siamo questo non siamo altro chealberi divelti dal suolo, pronti a marcire in preda altempo vorace.

Ecco quindi il mio sogno, ecco quindi la mia volontà,ecco quindi quanto cercherò di trasmettere all'internodi questa nuova fratellanza, il coraggio e la volontà di

andare oltre le nostre maschere, di uscire dainostri perimetri, di divulgare, di informare edi formare, in modo che dopo questo tristeautunno della nostra società declinante, e pas-sato l'inverno che verrà, la luce non sia

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

20

Page 21: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

andata perduta, ma trasmessa ad una nuovagenerazione MIGLIORE E MAGGIOR-MENTE CONSAPEVOLE DI QUANTONOI SIAMO. Per ottenere ciò, per non ricadere nel-l'immobilismo del passato, per dare un forte segnaledi rinnovamento e di azione, dobbiamo rompere ivecchi schemi. In modo da portare luce e vento dirinascita nelle nostre polverose stanze, in quantoAmici miei siamo alla fine giunti al terzo millennio enon è possibile ripercorrere strade vetuste, anacroni-stiche, e che hanno già dimostrato limiti e fallimentinel passato.Pensando alla nascente Fratellanza Martinista lenostre necessità sono quelle di costituireun'Accademia degli Studi Martinisti, una rivista sor-retta da un comitato scientifico e filosofico, di unasegreteria ampia e solida che sia di stimolo per tuttoil mondo martinista italiano, la nascita di un'unicaSovrana Loggia della Maestranza, e la costituzione digruppi di studio attorno a quelli che sono i fonda-mentali della nostra scienza sacra. Tale architettura cipermetterà di poter essere autorevoli referenti inmezzo a questa babele di voci cacofoniche, in mezzoa questi mercanti del vuoto. Comunicazione è anchemessaggio, e il nostro deve essere autorevole, deveavere uno spessore iniziatico, deve essere in grado didare risposte a chi non desidera precipitare nel vuotodella modernità. I Grandi Maestri qui presenti, inostri fratelli maggiori, hanno dimostrato di esserepronti a sacrificare ulteriormente se stessi, per acco-gliere un progetto più ampio di servizio per noi tutti,per la nostra tradizione, per permettere la costituzio-ne di una fratellanza Reale e Significativa. Questosarà il nostro messaggio, la nostra forza, la nostrarinascita.

ELENANDRO XIS:::I:::I:::

Reggente Convivium Gnostico Martinista

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

21

Page 22: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

Il Martinismo:

com'era ieri, com'è oggi, come

dovrebbe essere domani

ERMESS:::I:::I:::

S:::G.:::M::: Antico Ordine Martinista

Carissimi ed Illustrissimi FF:: e SS::,

27 settembre 1983 - 27 settembre 2014, proprio inquesta data il mio cuore festeggerà il 31° anno daMartinista!Quel giorno, che porto sempre come segno indelebi-le nella mia mente, era una uggiosa giornata cheormai preannunciava la fine dell'estate. Mi recai inquel di Cuneo dove mi attendeva, accigliato e severo(forse più per carattere che per sua deformazione pro-fessionale) il mio Iniziatore, o meglio, quello che ioero abituato a chiamare "il professore". FrancescoGariglio (Michael) insegnava in una scuola media emi aveva tegolato per oltre un anno prima di asso-ciarmi al Martinismo.Non voglio tediarvi col racconto delle sensazioni edelle emozioni che provai e che provo ancora oggiquando porto la mente a quei momenti. Voglio invecedescrivervi l'ambiente che vi trovai dopo, nel prosie-guo del mio iniziale cammino. Per brevità posso rias-sumere tutto in tre sole parole: cordialità, serietà,

severità.

L'età media dei FF:: e delle SS:: di allora era sullaquarantina e la loro cordialità mi portò a trovarmisubito a mio perfetto agio. La loro estremaserietà mi fece comprendere la solennità e latradizionalità della Via che stavo per intra-prendere. E la severità del mio Iniziatore,

invece, mi fece capire fin da subito che dove-vo lavorare sulla mia umiltà, se volevo real-mente ricevere da lui quegli insegnamenti

che avevo a lungo agognato.Ecco, cari FF:: e SS:: quel che era il Martinismo ieri,in quel lontano '83.Oggi, invece, in piena decadenza dei valori morali esociali che il mondo tecnologico prepotentemente ciimpone, assistiamo ad una altrettanto decadente qua-lità delle Postulanze, tanto che spesso, diciamocelofrancamente, siamo inclini a "chiudere un occhio"davanti a chi, pur sfoggiando una buona dose di"Desiderio", esso non è proprio come dovrebbe esse-re, con la "D" maiuscola, ma ci dà il sentore che essomaschera abilmente una più semplice curiosità o, nelpeggiore dei casi, nasconde ben altre intenzioni. Pernon parlare di alcuni Iniziatori che, pur di ingrossarela propria Loggia, lasciano entrare chiunque, senzaun minimo di selezione, preferendo la quantità allaqualità. Poi ci sono i pataccari, i venditori di Patenti eFiliazioni, i commercianti di Rituali, ecc. E qui neavrei tante da dire......ma taccio perchè certamente nesapete quanto e più di me.L'età media dei Postulanti è calata, forse perchè latecnologia ha aumentato notevolmente la visibilità diistituzioni che era meglio restassero occulte, forse

perchè sono state diffuse delle enfatizzazioni sul per-corso iniziatico, forse perchè la cosiddetta new ageha inculcato una certa forma spicciola di pseudo spi-ritualità a pagamento. Vediamo ragazzotti imberbiche credono di sapere tutto ed invece non sono altroche semplici dottrinari di bassa levatura, eruditi diinternet, muniti di Patenti (regolari, per carità!) forni-te all'uopo dal "negoziante" di turno, formare Loggiesenza alcun controllo di regolarità Iniziatica eRituale.A tutti questi "forse", e a questo stato di cose, caris-simi FF:: e SS::, siamo noi anziani che dobbiamo dareuna risposta e porre un freno efficace. Tocca a noi

mettere in campo tutti i nostri sforzi affinchèin futuro venga proiettato quel Martinismo cherispecchi fedelmente l'eco della voce delFilosofo Incognito N::V::M:: laddove dice: "Visaranno sempre tra gli uomini degli esseri

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

22

Page 23: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

sostanziali dotati come noi di forme sensibili,ma depositarie delle Virtù prime che l'uomoha perduto ma che cerca incessantementeattorno a sè".Già, ma come possiamo noi risolvere l'annosa que-stione?Negli ultimi due mesi ho sentito il pensiero di alcuniIllustrissimi Gran Maestri di altrettante PotenzeMartiniste Italiane. Li ho sentiti parlare di "federazio-ne", di "segreteria nazionale", di "organismo coordi-natore", ecc. ecc. Tutte cose volte esclusivamente al"volemose bene", al "semo tutti fratelli" e giù di que-sto passo. Nessuno che voglia realmente affrontare dipetto la situazione o, come si suol dire, "prendere iltoro per le corna".Ho riflettuto a lungo ed ho cercato di "vedere" le cosecon estrema obbiettività. Ho preso atto della buonavolontà che la maggior parte delle Gran Maestranzehanno posto in essere. Ho letto con attenzione lememorie che alcuni hanno presentato prima di questamia, ed ho ascoltato con interesse le telefonate cari-che di buoni propositi per il prossimo futuro, ma piut-tosto blande, devo dirlo.Ebbene, carissimi e stimatissimi Fratelli e Sorelle, orapermettetemi di dire la mia!A mio modesto parere, se realmente vogliamo salva-re il Martinismo in maniera realmente risolutiva, nonci rimane che una sola cosa da fare: riunificare tuttigli Ordini in un'unico Ordine Martinista! In quell'uni-co Ordine Martinista così come voluto e fondato daPapus.Conosco già la reazione che avranno a questo puntola maggior parte di voi. Si dirà che rasento la follia, sidirà che la cosa è "tecnicamente" impossibile, si dirà"basta solo un minimo di collaborazione" e nulla più,oppure che la cosa venne già tentata alcune volte, oancora "non se ne parla nemmeno" ecc. ecc. Tuttecose già sentite e risentite.Sono già passato per questa esperienza avendo aderi-to al Convento di Castellammare di Stabia cheè stato operativo per ben 9 anni, dal 2005 al2013. Vi ho partecipato per 3 anni (2006-2007-2008), poi mi sono letteralmente stufato

di vedere persone così incollate al proprio

trono di Gran Maestro da non voler neppureprendere in considerazione una tale eventua-lità. Si era detto che bisognava fare piccoli

passi, occorreva dapprima fondare una Federazionedegli Ordini Martinisti che doveva lavorare alla riuni-ficazione, ma di fatto non è stata mai neppure fonda-ta o quantomeno abbozzata! Si rimandava di anno inanno, si cercavano mille cavilli pur di rimandare, siscovavano tanti intoppi da far rabbrividire l'ego piùfantasioso. E nel frattempo le cose sono ulteriormen-te peggiorate.Non ci vogliono nove anni per poi concludere con unnulla di fatto! Bastano nove giorni per riunificare tuttiin un solo Ordine!Basta mettersi con buona volontà attorno ad un tavo-lo, ristabilire un'unica Rituaria ed un'unica docetica,stilare uno Statuto ex novo, eleggere un'unico GranMaestro.... e il gioco è fatto.Lo so, molti di voi non sono affatto d'accordo, direteche la cosa non si può fare perchè il proprio Rituale èil migliore in assoluto, la propria docetica è la più col-laudata, ecc. ecc. Tutte obiezioni già sentite a profu-sione. Ma se si riflette un attimo e ci si chiede: "nonè per caso il mio ego che para le maniavanti?"....allora forse si potrà aprire quello spiraglioche serve per procedere. Non ci sono cavilli che nonpossono essere demoliti con la semplice buona

volontà!

Si può sempre trovare una soluzione a tutti gli intop-pi! Ad esempio: eletto il Gran Maestro dell'Ordine(magari per 5 anni solamente) i Gran Maestri rima-nenti, abituati dalla loro carica al controllo, convertir-li in Delegati Magistrali quali sovrintendenti per leLogge della propria regione di residenza; adottareuna Rituaria che sia sintesi di tutte quelle esistenti,stessa cosa per il modus operanti, per i colori, per leprocedure, per i regolamenti, ecc. ecc. Insommaoccorre coraggio e volontà; come dice l'arcinoto pro-verbio: "Volere è Potere" e, si sà, i proverbi sono la

saggezza dei popoli.Dal canto mio non vedo altra soluzione effet-tivamente funzionale e risolutiva. Ogni altraalternativa all'unificazione non la vedo diver-samente che dal voler mettere delle pezze

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

23

Page 24: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

su delle altre pezze che già rattoppano ilsacco ormai lacero in ogni sua parte.Finchè ci limiteremo al semplice "collaboria-mo fraternamente" la mia esperienza mi ha dimostra-to negli anni passati per Conventi e conventicoli vari,che continueremo solo a sfiorare il problema, mai arisolverlo! Continueremo a fare solo chiacchiere e anon voler mai realmente risolvere una volta per tuttela questione.Questo è il mio pensiero, non voglio tediarvi oltre. Sevolete.... ci sarà tempo e modo per i dettagli.Un Quadruplice Abbraccio Fraterno davanti allenostre Sacre Luci per i Numeri da Voi conosciuti!

ERMESS:::I:::I:::

S:::G.:::M::: Antico Ordine Martinista

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

24

Page 25: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

Fra scienza e conoscenza

HORPHEUSS:::I:::I:::

S:::G.:::M::: Ordine Martinista Mediterraneo

Nel corso della storia l’uomo si è sempre occupato,

ora in termini di contrasto ora d’identità, del rapportoche intercorre fra Scienza e Conoscenza.Prima ancora della nascita del vero e proprio pensie-ro filosofico, i sacerdoti, gelosissimi custodi dellaconcezione mistico-religiosa della natura, hanno sem-pre guardato con sospetto i cosiddetti “ScienziatiMaghi” considerati come dissacratori dei segretidella natura stessa. Nasceva così il primo dissidio tra Pensiero Mistico,più astratto, e quello Magico più concreto; anche setra sacerdote e stregone non vi era, in fondo, moltadifferenza - poiché le due figure, spesso, conviveva-no nella stessa persona - il contrasto restava lo stessoevidente.Si trattava anche della prima contraddittorietà, chedoveva affiorare nella mente umana nei confrontidella percezione della realtà, dal duplice volto astrat-to-concreto. Quando nacque il pensiero filosofico e,più tardi, quello scientifico, tale contraddittorietà si ètrasferita immutata - anche se in modo diverso - fraSpirito e Scienza. Spesso la ragione ha è cercato ilmodo di superare questo contrasto; ma più che arri-vare a una vera sintesi risolutiva, si è trattato di uncompromesso forzato. Prima dell’avvento dell’illuminismo la scien-za era guardata con un certo pregiudizio, con-trariamente alla spiritualità che godeva di

ampio prestigio.Con l’illuminismo, che segna la vittoria delmetodo speculativo, la situazione si capovol-

se. Con esso si assiste al rapido espandersi dellascienza e della tecnica e al rapido evolversi dei siste-mi sociali. L’uomo comincia a ostentare una certafiducia, a volte illimitata, verso il futuro dell’umani-tà. E’ il trionfo dell’empirismo Il ritorno della vecchia“Magia”!Forse a, questo punto, sarebbe bene avere il coraggiodi riconoscere che in tutto questo si nasconde un veroproprio pericolo. Dovremmo cominciare a rivedere,in proposito, molte delle nostre idee riportando il pro-blema della conoscenza nei suoi giusti termini, affin-ché tutto ciò possa nuocere il meno possibile.Se il desiderio della spiritualità permane, non è certa-mente un capriccio; esso è radicato nell’animo umanopiù di quanto si possa credere e trova riscontro in unbisogno angoscioso di vera Gnosi, non è certo l’avvi-cinarsi al pensiero scientifico che può far dimentica-re questo bisogno dello Spirito; la scienza non potràmai colmare questo vuoto, poiché la realtà empiricanon è tutta la verità. Purtroppo la mente umana s’imbatte nella perennedifficoltà di capire il vero nesso fra astratto e concre-to, anche se a volte ne intuisce il rapporto dialettico.La parte emergente dell’iceberg non è certamente piùreale della parte sommersa dalle acque, che non sivede e che è poi quella preponderante. L’uomo, sevuole, potrà anche credere nell’impossibile dellascienza ma non può farsi illusioni.Si tratta, qui, della presa di coscienza dei limiti che lascienza ha e degli aspetti deleteri di ogni forma dischematismo. Per la scienza l’essere o il non essere èsolo un problema di metodo, ma per la Conoscenzadello Spirito è un problema fondamentale. Bisognache l’Uomo trovi in se quel giusto rapporto dialetticod’insieme tra pensiero gnostico e pensiero scientifico.Senza tale visione ogni teoria scientifica, pur valida

che possa essere, può far cadere l’uomo versoaltre forma di feticismo. Non adoreremmo piùle nostre divinità, ma ne avremmo dellenuove.Va pure tenuto presente che i limiti della

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

25

Page 26: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

Scienza sono anche i limiti della Conoscenza.Sono sfere di azione diverse soltanto in appa-renza. Se si allarga lo spazio della sfera irra-zionale, si restringerà lo spazio della sfera razionale eviceversa. Trattasi di un vero e proprio movimentoantagonista, di cui il pensiero umano ne è l’immagi-ne. E’ proprio in fondo a questa contraddittorietà, cheriscontriamo nelle stesse strutture psico-fisicheumane, quelle stesse strutture che si sono andate for-mando nel corso dello sviluppo storico-biologico.Possiamo ridefinire il concetto di uomo, “animaleragionevole”, con un nuovo antropomorfismo, ma perfare questo, come si sa, occorrerebbe superare dellebarriere oggettive spazio-temporali. Possiamo ridefi-nire il concetto di universo, ma anche qui c’è un’og-gettività spazio-temporale da superare. E’ l’immaginedi un universo che si espande e si contrae, come uncuore pulsante, ma che implica anche movimento estaticità.Non dobbiamo creare una gerarchia fra spiritualità escienza ma porre l’accento sugli aspetti fra loro inter-comunicanti cercando una sintesi comune. Anche latecnologia, che è figlia della scienza, occupa oggi unposto di grande considerazione in questo mondo, mabisogna tenere presente che essa rappresenta gliaspetti ancor più empirici dell’empirismo scientificoe dunque tende ancor più a ridurre i rapporti oggetti-vi e soggettivi di questa realtà, allontanando la ricer-ca della sintesi e allargando di conseguenza lo spaziometafisico. Cioè il pensiero tecnologico è un pensie-ro molto più differenziato e analitico ed ha quindiscarse possibilità di ricondurre il tutto dall’uno. Quantunque L’Uomo possa essere tentato di avvici-narsi alla “macchina”, sua creatura, non vorrà maiessere tale, anche se sa di non poter gareggiare conessa. L’uomo vorrà sempre rivendicare a se il liberoarbitrio anche se questo è fortemente ridotto e spessoannullato dalla sfera di azione dei propri istinti. Nonuna macchina, quindi, ma è più facile che sia unmostro! Una società basata esclusivamentesulla tecnologia sarà una società di mostri!L’uomo può scegliere di essere un angelodecaduto, in uno stato “regressivo-degenera-tivo”, o una scimmia, cioè in uno stato “pro-

gressivo-evolutivo”. In entrambi i casi c’è unironico rifiuto per l’attuale concetto di uomoma per fortuna c’è anche la grande aspirazio-

ne alla riconquista del paradiso perduto. O è lo spirito che si fa carne, o è la carne che si fa spi-rito. Poiché non sappiamo dove si arresterà la nostradiscesa e la nostra ascesa, sarebbe lecito chiederci sesappiamo verso dove andiamo e verso dove vogliamoandare. Quello che conta è di evitare il fondamentali-smo e l’aberrazione con cui ci si proietta verso unodei due punti di vista. Gli sforzi in un senso o nell’al-tro potranno solo accelerare la vittoria dell’Uomo o lasua fine.Il compito del Martinismo di oggi è di indicare a tuttigli uomini di vero desiderio un vettore per percorrerela via dell’Auto-Realizzazione del Se. Il Dio nascosto dentro ognuno di noi è l’essenza del-l’unicità del tutto, la vera Sintesi Olistica della fram-mentazione analitica del quaternario. Facciamo inmodo che l’Uomo Vitruviano esca fuori dal quadratodella sua prigione per entrare definitivamente nel cer-chio dell’espansione. Tutto è Uno.

HORPHEUSS:::I:::I:::

S:::G.:::M::: Ordine Martinista Mediterraneo

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

26

Page 27: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

Una societa' fragile

ed il mandato incognito

MENKAURAS:::I:::I:::

Ordine Martinista

Per questo mio piccolo intervento prego umilmente

chi avrà la bontà di leggerlo, di perdonare un'argo-mentazione che, a prima vista, potrebbe apparire pro-fana, ma che, in realtà altro non è che il risultato diosservazioni e considerazioni che, a mio parere, sol-levano alcuni dubbi su contenuti del nostro essereMartinisti non ancora palesi ed effettivi (e speriamoche mai lo siano!) ma che fanno parte comunque dellacomune sensibilità di tutti coloro i quali condividanol'affermazione di vivere in un universo teleologica-mente orientato e, in conseguenza di ciò, con valenzeescatologiche.Ciò era ben più chiaro e presente nei secoli bui, ovemillenarismi vari e profezie escatologiche (le varieApocalissi) facevano parte, a buon diritto, del vissutoquotidiano e costituivano per il credente non già unaremotissima possibilità legata ad eventi catastrofici,ma una evenienza di possibile realizzazione nella vitadi ciascuno, come l'arte sacra rammentava soventecon i suoi richiami alla morte ed al Giudizio.Tale atteggiamento è tuttora riscontrabile, ad esem-pio, fra gli ebrei della Hassidut, che vivono nell'a-spettativa quotidiana del Moshiach e che al culminedella gioia (Simcha) della festa, ballano einvocano “We want Moshiach now !!!”, cioèla fine del mondo come noi lo conosciamo. In altre e più semplici parole, nellaWeltanschauung del credente spesso è ineren-

te (come nella nostra tradizione Giudaico-Cristiana) la previsione di un evento finale,un Giudizio, nonché l'accettazione di altri

interventi celesti, a carattere non definitivo, macomunque con gravi conseguenze, quali la distruzio-ne della Torre di Babele e quella di Sodoma eGomorra.In ragione delle grandissime conquiste scientifichedell'Umanità. avvenute dal Secolo dei Lumi ai nostrigiorni, è indubbiamente anche cambiata la nostrapercezione dell'Evento Finale e degli eventi chepotremmo definire “minori”, con il risultato di modi-ficare il nostro pensiero di “credenti”, o meglio dialterare quei contenuti che noi comunemente associa-mo a tale condizione ed il cambiamento sicuramentedi maggiore entità è stata la nostra percezione delGiudizio Finale o della possibilità di subire un dis-astro naturale di tale portata da mettere a rischio ilnostro stile di vita (magari perché considerato offen-sivo come quello di Sodoma e Gomorra).Orbene nella mia prospettiva di uomo moderno e glo-balizzato debbo confessare che anch'io, pur essendocredente e quindi potenzialmente dotato di una sensi-bilità verso i temi del Giudizio e della possibile finedei tempi, mi sono sovente adagiato su di un senso di(falsa) sicurezza dell'immutabilità del nostro benesse-re, atteggiamento in me instillato dall'impressioneche la scienza ed il progresso (i due miti che giustifi-cano oggidì il vendere la propria anima alla Società diMammona) avessero reso impossibile eventi tali damettere in pericolo il mondo così come noi lo cono-sciamo.Così a volte mi è occorso di vivere giornate in cui,malgrado la Fede e la Speranza che derivano dalnostro percorso, ho provato ugualmente un lievesconforto nel contemplare la cd. società globalizzata,questo Moloch orrendo, con il corpo enorme compo-sto di cellulari, automobili, gadgets elettronici vari edi tutti quei beni materiali che sono considerati indi-

spensabili alla sopravvivenza, ed in quelleoccasioni mi sono sentito inadeguato alla bat-taglia contro forze così grandi e possenti.In una di queste occasioni mi trovavo inInghilterra e mi capitò, per caso, di vedere un

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

27

Page 28: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

un documentario televisivo, molto rigorososul piano scientifico, il cui oggetto era ilcosiddetto “Rischio Esistenziale”, ovvero glieventi naturali o artificiali che potessero costituire unserio pericolo alla sopravvivenza della società cosìcome noi la conosciamo.Confesso la mia precedente personale ignoranza dimolti degli argomenti trattati in quella sede.Ero a conoscenza della eruzione del vulcano Laki inIslanda del 1783, che alterò il clima europeo e provo-cò un grande numero di piogge acide cagionando unaserie di raccolti catastrofici sino al 1788, e che,modernamente, molti storici considerano una dellecause maggiori della Rivoluzione del 1789 inFrancia.Non ero a conoscenza, invece, della tempesta solaredel 1859 (Carrington Event) che disabilitò la quasitotalità dei telegrafi in Europa e Nord America (uni-che apparecchiature elettriche di vasta diffusioneall'epoca), in qualche caso fulminando gli operatoriaddetti e che, oltre alla possibile ricorrenza naturale,potrebbe essere anche ricreata artificialmente damalintenzionati in possesso di ordigni nucleari (ilpericolo di una crisi EMP, Electromagnetic pulses, èuno dei maggiori timori della Difesa degli U.S.A.).Non avendo dati precedenti al 1859, non sappiamoquale possa essere la ciclicità di tempeste solari ditale potenza, ma sappiamo che gli effetti sulla nostrasocietà sarebbero sicuramente tremendi, con il bloccopressoché totale di trasporti, comunicazioni, internete via dicendo. Alcuni scienziati hanno stimato iltempo minimo per il ritorno alla normalità in almenodue, tre anni, ma con effetti sociali incalcolabili (sipensi alle grandi città per due anni senza servizi).Il documentario si occupava poi di altri simili eventipossibili, quali l'esplosione di uno dei supervulcani(l'ultima a Toba, circa 70.000 anni fa, per molti stu-diosi quasi provocò l'estinzione della razza umana)ovvero una pandemia di virus simili ad Ebola, oltre aipiù ovvi rischi legati a guerre più o meno loca-li.Approfondendo la materia appresi che, sial'Università di Oxford, che quella diCambridge avevano creato due istituzioni,

rispettivamente il Future of Humanity

Institute (FHI) e il Centre for the Study of

Existential Risk (CSER), esclusivamentededicate allo studio e la possibile prevenzione/miti-gazione di questi accadimenti.Personalmente non sono mai stato né un millenaristané un catastrofista ma leggendo il materiale edito daquesti due prestigiosi istituti, mi sorse il dubbio che ilMoloch invincibile avesse piedi d'argilla, per di piùposti su di un terreno sabbioso e malfermo, ed ulte-riori considerazioni mi vennero spontanee.In primo luogo la riconferma del terribile ed accecan-te orgoglio dell'uomo (a partire da chi scrive) chedimentica costantemente il suo essere nulla di frontealla potenza del Creatore. Questa Società ha nella suamaggioranza perso il Timore del Signore (YratAdonai) e pensa di poter procedere su di una stradacostante di ricchezza e progresso. Come ho tentato didimostrare innanzi, la stessa scienza è di parere diffe-rente.In secondo luogo la sempre più folle corsa di questalocomotiva del progresso, che poco, o nulla fa permetterci al riparo da pericoli reali e scientificamenteprovati (la prevenzione/mitigazione dei disastri non èmai stata una priorità per la quasi totalità di chi deten-ga il potere, al massimo si interviene post eventumper placare la pubblica opinione) continua a sperpera-re risorse senza preoccuparsi del nostro futuro.Un esempio su tutti: la CEE per decenni ha conserva-to ed accumulato il surplus di produzione agroali-mentare in enormi depositi, in caso ci si fosse trovatia fronteggiare una crisi alimentare, o quali aiuti pernazioni extracomunitarie colpite da calamità naturali.Tali depositi sono stati aboliti negli ultimi anni (acausa dei tagli di spesa) ed il 2014 sarà probabilmen-te il primo anno in cui la Comunità Europea nonriuscirà a coprire il proprio fabbisogno cerealicolocon la produzione interna e sarà costretta ad acquista-re da altri paesi (ma i depositi, che ci ricordano la sto-

ria di Giuseppe ed il Faraone, non ci sonopiù).A questo punto le mie considerazioni abban-donarono il piano secolare, materiale perriconnettersi con la mia essenza più profonda,

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

28

Page 29: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

con il mio essere Martinista.Mi chiesi come avrei reagito, se fossi statopartecipe di un evento tale da travolgere intutto od in parte la nostra società ipertecnologica, seavrei avuto la forza di rialzarmi, di aiutare gli altri asuperare lo shock terribile di aver perso tutti gli idolioggi adorati e, soprattutto se avrei avuto la forza diricostruire, magari, una società diversa basata suiprincipi a noi tramandati dal Martinismo.Sorprendentemente il Martinista che vive in me nonmi sembrò molto turbato alla prospettiva di una vitasenza televisione e computers, ma con tanti rapportiumani e con la consapevolezza che i valori a noi piùcari non dipendono da eventi esterni, ma solo dalnostro rapporto con l'Ain Sof ed ogni timore di un taleevento svanì nella gioia di sapere che la nostra Via èimmutabile ed indifferente anche alla più catastroficadelle occorrenze...e sia fatto il volere del Signore.Mi domandai, in conseguenza, se nel mandatoMartinista, quello che accettiamo con l'Iniziazione eche si amplia via via salendo di grado, non fosse con-tenuta una clausola ancora incognita, da leggersi“solo in caso di....” e speculai sul possibile contenu-to di tale possibile, nascosta, previsione.Immaginai, quindi, un possibile futuro ove, nellosmarrimento generale, la presenza di un Martinismoforte e diffuso avrebbe potuto portare serenità e,soprattutto, un contributo alla costruzione di unacomunità maggiormente fondata sui Principi che noiseguiamo.Ovviamente credo che ognuno di noi possa offrire unvalido e diverso pensiero a questo riguardo, in quan-to trattasi di speculazioni affatto personali, ma alcuniconcetti inerenti e conseguenti a questo scenario,credo che possano essere condivisibili da molti.Credo, però, che sia un obbligo per tutti noi, chieden-do scusa a chi ha già intrapreso questa via, di recupe-rare almeno in piccola misura il pensiero sul Giudizioe sulla fragilità delle cose umane, non solo a livelloindividuale, ma anche a livello collettivo, con-templando anche il caso del possibile collassodella nostra società.In altre parole, con tutti i nostri limiti, dovrem-mo cercare di essere preparati a perdere tutto

sul piano materiale, ma a sorgere ancora piùforti nella nostra missione Martinista, sia pernoi stessi, sia per i meno fortunati, che tale

ricchezza non posseggono.Ciò che compiamo oggi qui a Padova e ciò che com-piremo in futuro per rendere il Martinismo più forte epiù unito nella Luce della Verità, costituisce un sicu-ro adempimento del nostro mandato, anche di quellapossibile parte che, eventualmente, oggi non è visibi-le.L'indubbia attualità del Martinismo (di cui tantiFratelli hanno molto meglio di me reso testimonian-za) si mostra anche nella necessità per noi di dare ilmassimo contributo alla costruzione delle fondamen-ta del suo futuro.Se da oggi noi ci impegneremo con tutte le nostreforze, non solo avremo cercato di migliorare la socie-tà come attualmente la conosciamo, ma saremo pron-ti anche ad affrontare le terribili conseguenze di un'e-ventuale crollo di quest'ultima, con la consapevolez-za che ogni vero Martinista dovrà essere pilastro difondazione di questa nuova umanità.

MENKAURAS:::I:::I:::

Ordine Martinista

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

29

Page 30: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

Attualità del Messaggio

Martinista nella Società

Contemporanea

MICHAEL G:::M:::R:::

L’Unione Martinista

NON QUAERO, CUR, QUONIAM, QUID EVE-

NIAT, INTELLIGO.Cicerone, De divinazione, 9.15.

Ogni definizione è, per sua natura, una delimitazione.L’incompiutezza è il dramma dell’uomo inquietoche,non tranquillo nei propri limiti, è spinto a speri-mentare “l’esodo da se stesso”. Tuttavia la conseguenza di questo processo può anchenon essere la ricerca scaturita dal dubbio che esso haprovocato. Invece le conclusioni che, rispecchiandospesso la propria storia evolutiva ed il tipo d’integra-zione interpersonale ed intrapersonale maturatasiattraverso la crescita (fisica, animica, spirituale), for-mano certezze irremovibili.

Conseguentemente, poiché esse mortificano le capa-cità creative dell’uomo, divengono stati dell’animache privano della libertà e asserviscono impedendo dicamminare verso orizzonti di libertà. Sconfiggere queste abitudini mentali certo non è faci-le; su di esse pesa tutta l’inerzia di una formazioneche impedisce persino d’ipotizzare il problema chepotrebbe derivarne: forme che si presentanocome identità personali e sostanziano, invece,narcisismo e seduzione. E’ l’uomo d’oggi, uomo di superficie che

manca di profondità.Per non essere semplici spettatori dei pro-

cessi umani, ciò che è veramente importanteè che ciascun messaggio, ciascun insegnamento, cia-scuna riflessione siano assunti in riferimento alla pro-pria vita per far luce sul nostro progredire, sulla per-cezione e comprensione del nostro io e dell’ambitosociale in cui siamo inseriti.

“Non c’è nulla di nascosto che non debba esseremanifestato e di segreto che non debba essere messoin luce”. Luca…

Ogni processo di conoscenza va animato dall’ inten-zione “d’intelligere” che, se non viene interiorizzata,rende vana ed inefficace non solo l’approfondimentodi ciò che ci spinge ad indagare ma ogni trasmissioneche ne vorremo fare. Ma ciò non basta perché:

Solo se il nostro cuore batte in perfetta sintonia•con il nostro pensare ed il nostro fare, diveniamocapaci di rendere visibile l’invisibile.

LA METAFISICA COME STRUMENTO E SCOPO

Se la metafisica, cui afferisce la maggior parte deinostri studi, non è l’espressione della ricerca persona-le, il nostro può diventare uno “stato” di raffinatissi-me superstizioni la cui matrice è nell’ “a priori”che,con superficialità, riceviamo, affermiamo ed offria-mo.Da sempre il mondo del pensiero ( per pensiero inquesto caso mi riferisco ai vari “sistemi di ricercainteriore” ) si fonda su assiomi. Su di essi si costrui-scono proposizioni accettate senza dimostrazionevanificando, così, ogni azione umana. Quest’ultima,per esser realmente tale, dovrebbe essere la conse-guenza di scelte consapevoli.Tuttavia, solo l’ “a priori”, che diventa tale per ogniuomo che vi è arrivato attraverso lo studio di se stes-

so stimolato nella ricerca da ciò che ha udito,visto e tacendo fatto, diventa ipotesi di signi-ficato.Sembrerebbe una contraddizione in “ termini”ma non lo è. Infatti “l’a priori” nato dalla

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

30

Page 31: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

ricerca del “Nosce te ipsum” (sostanzialmen-te un “a posteriori”) è flessibile, è in continuodivenire.Ipotesi di significato: viaggio volontario e consape-vole entro gli elementi che costituiscono la realtàdella Natura e dell’Uomo.

Capire l’importanza di fissare la comprensione•intellettuale in una conoscenza cellulare, cosarealizzabile solo vivendola nei modi e nei tempiche conosciamo, equivale ad affermare che ilprocesso di emanazione, iniziato nelle sfere supe-riori, culmina nel mondo naturale, nell’io hofatto. Dio, Uomo,Natura sono forme inscindibiliche si rivelano reciprocamente in sintesi organica.La “traditio” ricevuta, lungi dall’essere la lettera•che uccide, diventa “pensata”, per produrre unatrasformazione dal momento che richiama ilsegreto del Nome Divino che opera nel mondo eche di riflesso appartiene a ciascuno di noi. Leelaborazioni concettuali che lo esprimono sottol’aspetto umano, sono in funzione del cogliere,comprendere e dirigere la realtà. Si passa dal nominalismo formale all’oggettività•armoniosa.Tradizione come processo orientato adun fine. “Sciogliere l’uomo dalla servitù delleraffigurazioni e dargli il possesso delle ragioniinterne della vita”

Antequam de quocumque subiecto dissertatur

nomen in sua significata est dividendum. (De

Magia, Giordano Bruno)

Chiaro lo scopo, chiaro il metodo.

Quid eveniat intelligo

“ E’ una grande fatica cercare di conoscerci per•quello che siamo, e poi bisogna lavorare per sape-re come dovremmo essere. Queste due conoscen-ze sono collegate, devono tenerci continuamenteoccupati. Segue una terza conoscenza, la più dif-ficile. Saputo come dovremmo essere dob-biamo lavorare senza sosta per diventar-lo”. Da “Il mio libro verde” di L.C.DeSaint Martin

E’ chiaramente un progetto di vita per la•Vita.Possiamo definirlo come la tensione•

dinamica verso il futuro, un orientamento da darealla propria vita.E’ il dinamismo che spinge l’iniziato ai misteri•“della via cardiaca” a realizzarsi in una datadirezione. Diventa il principio unificatore delleproprie esperienze e senza di esso viene a man-care all’identità di sé la forza propulsiva versouna costante auto identificazione interiore. L’ancoraggio con il reale è dato dal fatto che•nessuna decisione pratica può essere presa senzaun implicito giudizio di valore sugli ideali perso-nali e sulla propria filosofia di vita.La posizione aperta e dinamica che si assume•dinanzi alla realtà, rispetto all’universo umano ecosmico, è costitutiva e promuovente della capa-cità di andare oltre il normale senso delle cose enon c’è scoperta dell’Assoluto, se non c’è l’espe-rienza di qualcosa di profondamente umano.

L’Assoluto e l’Umanesimo radicale

Ognuno coglie l’Assoluto ed il suo rapporto con essoentro categorie proprie, non solo concettuali, masoprattutto esperienziali e simboliche.Sappiamo, per averlo sperimentato ad ogni respirodell’hic et nunc, che ogni parte ed espressione delnostro esperire è in relazione analogica con livelliontologici d’ordine superiore essendo una loro rap-presentazione sensibile analogamente a come è lettoe interpretato tutto il cosmo.

L’Assoluto veramente tale, quale lo avevano concepi-to Ermete, Pitagora e gli Gnostici, attraverso il pro-cesso di identificazione attiva che da Martinisti benconosciamo, “diventa un uomo”, è’ “umanesimo radi-cale”.

In quale altro modo potremmo intendere larivalorizzazione della dignità umana se adessa si affidano la riconciliazione e la reinte-grazione individuale e la reintegrazione uni-versale?

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

31

Page 32: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

Domani, cosa ne sarà di noi e del domani?Ciò che, di necessità, è sempre accaduto.

Struttura e scopo dell’universo

L’universo come struttura è un organismo, un tuttocomposto di parti non riunite a caso ma con ordine,proporzione reciproca e, anche se momentaneamentepuò avvenire il contrario, sempre rispondenti tra lorocome è necessario in un organismo in cui le parti, fun-zionando, devono coordinarsi ad un fine.Un fine compiuto.

Tutto ciò che avviene ed è, è determinato dal di•dentro, dal profondo delle cose. Colti gli aspettisignificativi, sia pure a grandi linee della nostraricerca iniziatica, il Martinismo di L.C. di SAINTMARTIN è innanzi tutto luogo di condivisionecon la parte più intima di noi stessi e con tuttol’esistente. La correlazione tra la “persona e la totalità” trova•il suo senso e la sua base nella coesione organicadi tutte le cose.

In tutti i periodi storici, affinché un processo evoluti-vo abbia compimento non si tratta soltanto di privile-giare una certa “qualità” del tempo ma, per la riusci-ta dell’operazione, è necessaria la presenza di intelli-genti “esecutori”, ovvero di agenti motivati e consa-pevoli nei quali il culto dell’Amore sia la condizioneessenziale dell’esperire.

In questo caso, l’intervento diretto, attivo dell’uomoè del tutto analogo a quello col quale s’organizza ladiscesa, la presenza e la permanenza delle influenzedi carattere spirituale. Per passare dalla virtualità all’atto, tutto risiede nelledisposizioni e potenzialità interiori degli uomini ( selo sono diventati) di quel continuo presente che tutta-via, che lo si voglia o no, è tempo storico (per la per-cezione che ne abbiamo in questa condizionefisica).

Gli avvenimenti per se stessi sono ambivalen-ti e per esser chiari vanno inseriti in un quadro

di riferimento.Nel fatto “avvenimento” ci sono almeno duelivelli di profondità. C’è la materialità bruta,

ciò che si vede, si verifica e si controlla lungo unasequenza di causa-effetto e presenta la fattualità veri-ficabile. C’è il senso dei fatti, un significato trans fat-tuale che consente di trovare soluzioni significative aiproblemi cruciali attraverso idee, principi, doveri,pratiche che si nutrono appunto del trans fattuale perdiventare creativi.

Ciascuno deve portare il mondo dentro di sé men-•tre porta se stesso verso il mondo, per gli altri.Nel farlo, di fatto, postula una tra svalutazione deisistemi e dei credi con la coscienza di un’operaperennemente in atto.

“Come dal basso le forze tendono a conchiudersinella suprema chiarezza del Punto, così dalla fonteunica della luce, la saggezza ovunque discende.”

MICHAEL G:::M:::R:::

L’Unione Martinista

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

32

Page 33: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

Attualità del Messaggio

Martinista

MIKA-ELS:::I:::I:::

Ordine Martinista Mediterraneo

Negli ultimi tempi stiamo assistendo, sempre di

più, a un incremento della sete di “sacro” in quellepersone rimaste deluse dalla grande abbuffata dimaterialità cui l’umanità occidentale si è sottopostanegli ultimi secoli. Si respira nell’aria la voglia di unanuova sacralità e di principi morali forti a cui fareriferimento, orientati su valori esistenziali positiviquali: la pace, la coscienza planetaria e lo sviluppoarmonico del potenziale umano.Il genere umano, proprio negli anni che stiamo viven-do, sta facendo ingresso in un Nuovo Eone, o NuovaEra dell’evoluzione della coscienza: l’Eone di Horuso Era dell’Acquario. Si prospetta una nuova fasedello sviluppo dell’umanità, il nuovo avvento di unaSocietà Tradizionale dove il sacro tornerà a far partedella quotidianità degli uomini, con la conseguenterinnovata capacità degli esseri umani di farsi ricettivial mondo dello Spirito. Un ritorno alla spiritualità,dunque, come ricerca di saggezza e ricerca di senso.È un fenomeno sociale che produce un nuovo pae-saggio “religioso” che sta prendendo piede ed è desti-nato a durare. Questo fenomeno ci consente di com-prendere meglio il nostro tempo, caratterizzato da unvigoroso ritorno delle domande metafisiche: Da doveveniamo? Dove andiamo? Quali punti di rife-rimento possiamo usare per tracciare il cam-mino della nostra esistenza? Il collasso deigrandi sistemi ideologici, l’insoddisfazionelegata al materialismo della vita quotidiana, un

certo vuoto in politica, incapaci di offrireragioni per l’azione e la speranza, la mancan-za di consenso sulle grandi questioni etiche

hanno creato un vuoto nel cuore delle persone all’al-ba del XXI secolo, ma hanno anche liberato uno spa-zio per la ricerca spirituale. Questo vuoto mette anudo il peggio e il meglio che possa essere distribui-to all’umanità. Il peggio con i suoi fondamentalismi,detti anche “integralismi”, sette di vario tipo e colore,nonché le pacchiane pseudo-spiritualità, servite qua elà, da quel movimento, ironicamente, definito“Minestrone New Age”, governato dalle leggi com-merciali della moda che ci prepara all’avvento di unmondo senza memoria. Ma c’è, come abbiamo detto,anche il bene. È, certamente, un bene che finalmente si possa, senzaessere additati come visionari, studiare MeisterEckhart, rileggere la Bibbia alla luce della tradizionerabbinica ed esoterica secondo Martinez dePasqually, ma soprattutto, è un bene, per noiMartinisti, non di nome ma di fatto attingere libera-mente, senza ostacoli e senza vergogna, da tutta la let-teratura mistica e, indiscutibilmente, cristiano-gnosti-ca di Louis Claude de Saint-Martin, NostroVenerabile Maestro.È un cammino spirituale, quello del Martinista, che simuove fuori dall’ambito delle grandi religioni e deiloro dogmi, eccetto forse dal Buddismo. Questaavventura mistica non è più esclusivamente religiosaed, in quanto, ricerca di una saggezza per il nostrotempo, essa diventa laica. E’ una ricerca di senso piùfilosofica che religiosa. D’altronde che cosa cerchia-mo? Una spiritualità per il nostro tempo, una saggez-za per la modernità. Il nostro problema, oggi, èespresso in una domanda: quale saggezza dopo lareligione è oltre la morale? Qui l’appello di Saint-Martin alla trascendenza che, quale aspetto di unmisticismo di immanenza, si basa su un ardente desi-derio del sacro che scaturisce dall’uomo stesso e dal

mistero della sua libertà. Ciò mediante un’am-pia riflessione sul significato della nostraazione e della nostra presenza nel mondo. Peri Martinisti il bisogno del sacro viene consi-derato una funzione naturale, come l’amore

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

33

Page 34: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

o il pensiero. Esso collegherebbe ogni essereumano, in modo unico, a un Assoluto che looltrepassa, ma che è dentro di lui.L’esperienza mistica che l’iniziato al Martinismocerca è un’esperienza molto personale, soggettiva,certamente dal sapore religioso, ma che rifugge dallamediazione di una religione che si presenta come viaesclusiva al divino. Nella prospettiva dello gnostici-smo, puramente Martinista, gli “Adepti Spirituali”,impegnati in un percorso personale e liberamentemistico, vengono considerati l’opposto delle personereligiose che sono legate ad una struttura istituziona-le. Chi è ai primi passi del cammino spirituale è allaricerca del maestro interiore, sconnettendosi dall’in-segnamento dottrinale delle grandi istituzioni religio-se. Ma, soprattutto, riscopre il vero valore della spiri-tualità e del misticismo quali elementi costitutividella vita umana, vivendoli, però, più a livello delcuore e dell’affettività che non a livello della testa edella ragione. La ricerca spirituale, così, proposta dalNostro Venerabile Filosofo Incognito, permetterebbeagli uomini di volontà di riconciliarsi con il loro esse-re profondo e con gli altri. Come dice Saint-Martin,non è tanto “altrove” cioè, all’esterno che si deve cer-care quanto, piuttosto, dentro nella profondità delproprio essere interiore. La luce, difatti, non puòvenire da una parola rivelata ma solo dalla profondi-tà del Sé, dove è nascosta la scintilla divina, in gradodi illuminare il ricercatore e di offrirgli l’ultima defi-nitiva certezza una volta raggiunta. In altri termini, lalunga ricerca interiore del Martinista deve terminarealla fine nel riconoscersi in Dio, emanato da Dio,parte dell’essere stesso di Dio, come tutto il cosmo. Iltipo di spiritualità, proposto dall’Ordine Martinista,pertanto, propende per un contatto individuale, diret-to con Dio. Ma chi è, o che cos’è Dio secondo talevisione? Certamente non un vecchio signore con labarba bianca, emblema di quella cultura patriarcaleche è ormai al tramonto; né tantomeno, una serie diidoli pagani come alcuni detrattori vorrebberoinsinuare. Dio non è visto come una persona, né comeun’entità distinta, ma è piuttosto “tutto ciò cheesiste” e, anche, “tutto ciò che ancora non esi-

ste” in forma manifesta, ma solo come poten-ziale. La Creazione è Dio, l’intero Universo è ogni

cosa che lo compone, visibile e invisibile, è Dio. Dioè la Coscienza Cosmica e lo Spirito Universale cheanima la materia, è l’energia onnipervadente che per-mea lo spazio, è l’insieme delle coscienze esistentinell’Universo. Dio è dentro di noi ed è lì che possia-mo incontrarlo. Anche se è presente in ogni cosa, solol’uomo ha il dono della coscienza di sé, cioè, la capa-cità di rendersi conto di essere parte di Dio, essere, inqualche modo, Dio lui stesso. Risvegliare questa con-sapevolezza addormentata, quindi, è lo scopo princi-pale di ogni adepto appartenente al Nostro VenerabileOrdine e, nel contempo riportare, sgombra da ognimanipolazione e fraintendimento, l’essenza originaledell’insegnamento dei Grandi Maestri Spirituali chehanno arricchito l’Umanità nelle varie epoche. Unanuova forma di esperienza religiosa che indica nuovestrade per una reale iniziazione cristiana che tocchi ilcuore, perché è il cuore il luogo preferenziale dellaconversione. Oggi l’uomo è alla ricerca della paceinteriore, della spiritualità e del misticismo più puroche dei dogmi e delle istituzioni religiose. Bisognaporre l’accento sul cristianesimo delle origini comepatrimonio di saggezza iniziatica: saggezza del corpo,pace del cuore, armonia con la creazione.Cristianesimo, come la più valida via iniziatica, lungola quale, colui che Saint-Martin chiama il Riparatore,il Cristo, ha illuminato la strada all’uomo affinchépotesse attuare la sua rigenerazione nonostante eglisia prigioniero delle proprie difficoltà interiori.Obiettivo principale, pertanto, dell’esperienza misticaofferta dal Nostro Venerabile Ordine agli uomini delXXI secolo è quello di rappresentare un valido puntodi riferimento quale scuola di spiritualità iniziaticaper tutte quelle persone che vogliono sperimentareDio direttamente, in una sorta di desiderio che li spin-ge verso gruppi dove si prega, si medita, si salmodia,

si studia e, soprattutto dove ci si sente beneinsieme. Una sorta di scuola iniziatica tenden-te a trasformare l’individuo in Uomo Nuovo,con una nuova mente, una nuova coscienza e,pertanto, un uomo che sia nuovo non solo in

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

34

Page 35: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

superficie ma, essenzialmente, in profondità.Offrire un’illuminazione interiore che sia,non solo conoscenza totale e come tale supe-riore alla fede e alla ragione, ma anche illuminazioneche salva permettendo di sfuggire all’ansia esisten-ziale. Quindi azione terapeutica, non perché dallamalattia porta alla salute, ma, in quanto, dal disagioconduce alla Conoscenza di Sé.

MIKA-ELS:::I:::I:::

Ordine Martinista Mediterraneo

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

35

Page 36: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

Maschera, mantello

e cordone.

Simboli reali o virtuali del

nuovo sistema mondo?

Lavoro di guppoArtemide, Aspasia, Elital, Eracle, Hod, Anthares,

Uriel, Benedetta,Talia

Il terzo millennio e' ormai iniziato, presentandosi

come un tempo di caos, di sovvertimento di valori,spesso accompagnato da un senso indefinibile dismarrimento e perdita. Se pensiamo che il tempo è circolare e non lineare,chiediamoci: quale evento si sta ripetendo? Stiamoforse ripetendo l'ennesima caduta? Siamo semprenella privazione o siamo nell'entropia necessaria percostruire il Nuovo Uomo? Siamo nell'abbondanzadella conoscenza o in una gigantesca illusione?Accanto al crescente desiderio di cambiamento poli-tico e sociale delle masse (basti solo pensare allenumerose primavere arabe e non, ed ai movimenti diprotesta nati dal basso e propagatisi sia in Europa chenegli USA), nelle ultime due decadi abbiamo vistouno sviluppo esponenziale, e spesso incontrollato,dell'uso dei mezzi di comunicazione tecnologica, chehanno comportato una forte accelerazione nelloscambio di informazioni. Siamo totalmente immersiin un'era caratterizzata dalla velocita' e dalla sintesi. Ilche significa eccessiva velocità del creare e deldistruggere, velocità dei processi che rendono lamemoria “breve” sempre più caduca, e quella “lunga”sempre più vuota, nell'intento, forse, di anni-chilire il tempo nostro carceriere.I guasti di questa accelerazione possono esse-re arginati educando, attraverso gli strumenti

che ci sono stati forniti, quella parte di noinon immediatamente a contatto con il mondoesterno, ovvero quella parte che la scienza

definisce “cervello medio”, sede dell'inconscio.Un'epoca indubbiamente carica di interrogativi epiena di contraddizioni, in cui al percepito maggiorbenessere economico fa da contraltare una semprecrescente perdita di prospettive e di contenuti di spes-sore.In questo contesto, sarebbe fin troppo facile giungerealla conclusione che i tradizionali simboli delMartinismo, maschera, mantello e cordone, sianoinsufficienti e inadeguati, o pensare che abbiano unvalore puramente intellettuale o virtuale. Non sonosicuramente pochi i fratelli e le sorelle martinisti checercano, in un altrove illusorio, qualcosa di maggior-mente 'consono', magari piu' accessibile e comprensi-bile al mondo profano, o semplicemente foriero dimaggior lustro sociale. Eppure, questi nostri simboli,in realta' veri e propri strumenti operativi, esprimono,nella loro essenza, quanto ci e' necessario per viveree continuare ad operare nel mondo. Essendo essi delleVerita' mirabilmente sintetizzate, non sono soggettiall'opera disgregatrice del tempo, ma e' forse piu con-forme al vero che noi tutti siamo divenuti piu' fragili,maggiormente permeabili ai numerosi condiziona-menti e piu' inclini a conformarci al facile e comodo.Dopotutto, l'ipocrisia regna frequentemente sovranaanche in ambienti che dovrebbero essere votati allaricerca del vero, in qualsiasi forma esso si manifesti.Tutti noi ne siamo stati testimoni, almeno una volta.Invece non dovremmo commettere l'imperdonbileleggerezza di dimenticarci chi siamo e che abbiamoricevuto in dono questi tre Gioielli che abbiamo ildovere di imparare a usare estensivamente, nel nostro(e non soltanto nostro) interesse.Cosi', se il mantello ci protegge dagli attachi prove-nienti dal mondo esterno e dagli sguardi indiscretidegli stolti (cosa quantomai auspicabile in un mondo

in cui tutti sanno tutto di tutti e ogni cosa,anche la più sacra, è diventata oggetto di con-versazione conviviale), il cordone ci rammen-ta che dobbiamo e possiamo conoscere noistessi in profondita', e che questa conoscenza

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

36

Page 37: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

passa necessariamente dal confronto incampo aperto con la nostra natura inferiore econ i suoi animali selvaggi, per essere ingrado di controllarla e dominarla, piuttosto che esser-ne controllati e dominati. Facendo questo, essa diver-rà una potente alleata sotto il nostro controllo, ces-sando di essere una pericolosa nemica da combattere.In breve, l'avremo integrata. Concetto, quello d'inte-grazione, che richiederebbe da solo un lavoro diriflessione e di analisi ben più lungo e strutturato diquesto breve e incompleto scritto.La maschera, lo strumento fra tutti maggiormentefrainteso e incompreso, e' quanto di piu' preziosoabbiamo a disposizione. Lungi dal nascondere lanostra vera natura, e' semmai ciò che ci permette didisvelare il nostro vero volto. Occultando la masche-ra sociale della personalita' mondana (frutto di sovra-strutture, condizionamenti e autoillusioni varie) per-mette l'emersione della nostra individualita' piu'autentica e assertiva, quell' IO SONO di natura supe-riore che ci identifica sia con la nostra origine che conla nostra destinazione ultima.E' quello che ci permette istantaneamente di svinco-larci da tanti automatismi, donandoci l'opportunità digiungere a decisioni corrette ed equilibrate, e che ciaccorda sia la libertà che la facoltà di agire con laconsapevolezza di essere guidati dalla nostra naturasuperiore. Garantendoci che non falliremo.E' anche attraverso questa ritrovata nostra assertivita'che possiamo esercitare il potere che ci e' stato dato eche chiede di dispiegarsi nel mondo per il massimobene comune.La maschera, nascondendo il volto, simboleggia ilsacrificio dell'io a beneficio del sé. La maschera stu-diata dall'antropologia culturale, trova la sua funzio-ne principale nei riti popolari, ove nasconde il voltodel singolo operatore ed esalta il suo ruolo, la sua fun-zione rituale che poi diventa sociale. La mascherarappresenta l'impersonalità dell'azione dell'iniziato afavore dell'umanità.Dal punto di vista esoterico, maschera e man-tello rappresentano i mezzi tecnici e spiritualiper entrare in contatto con l'invisibile, confe-rendogli una forma visibile e tangibile su que-

sto piano di esistenza.E' possbile operare una distinzione tra il con-tatto con l'invisibile dentro e fuori di noi.

Dentro di noi: si tratta sia della dissoluzione dellecoagulazioni delle forme-pensiero, che vanno innan-zitutto ri-conosciute, che delle radici profonde dellamschera-persona che indossiamo, le quali possonocondurci al sé.La maschera, dal punto di vista interiore, rappresentaperciò la possibilità di riconoscere e manifestare ilnostro essere sottile nel visibile, e la capacità di risve-gliare quest'attitudine anche negli altri, entrando inempatia con la maschera-persona che essi indossanoe riconoscendone le radici nel loro sé.Fuori di noi: si tratta di stabilire un contatto con enti-tà sottili, che si rivestono per entrare in contatto connoi, e che assumono una maschera come accadeva adèi ed eroi del teatro greco.Si tratta, infine, della coagulazione e dissoluzionedegli eggregori. Strumenti a disposizione sono i riti, isimboli, la meditazione e la preghiera. I mezzi tecni-ci e spirituali per percorrere questa via sono rappre-sentati dalla maschera (via teurgica) e dal mantello(via cardiaca), cioè dalla preghiera e dal rito indivi-duale, che sono fonte di calore, in quanto muovonodal cuore, e che proteggono e rendono l'operatoreinvisibile e incognito, in quanto operano verticalmen-te.Tuttavia, la domanda sulla quale si basa la relazione èinsidiosa. Rispondere se la maschera, il mantello e ilcordone siano simboli reali o virtuali nel nuovo siste-ma mondo, presuppone una grande conoscenza deitre simboli alla luce del momento che stiamo viven-do, il nostro specifico “qui e ora”.Possiamo affermare con certezza che ogni martinistaabbia compreso completamente questi tre simboli?Possiamo fare un paragone temporale tra come veni-vano intesi ad esempio al tempo di L.C.D.S.M. eoggi? Se si facessero delle ricerche si giungerebbe

forse a scrivere parole e parole senza avvici-narsi alla verità, d'altro canto ogni tempo ha ilsuo frutto.A cosa deve dunque servirci questa domandae come può esserci utile?

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

37

Page 38: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

Questa domanda può riportare ciascuno di noiad isolarsi e concentrarsi nel suo tempio inte-riore per chiedersi: che cosa realmente rap-presentano questi tre simboli? Li sto vivificando? Listo rappresentando fino al punto di assorbirne intera-mente l'essenza? Questo è il vero lavoro del martini-sta, lavoro che è interiore, personale, indicibile, riser-vato, perchè riguarda sua “anima” che non può esse-re messa in rete, che non può essere condivisa con un“clicca qui e dimmi cosa ne pensi”. Allora, la doman-da da farsi oggi, forse è: oggi il martinista riesce adessere fedele alla Tradizione che gli viene trasmessama che deve costantemente animare? Riesce a svin-colarsi dalla condivisione a tutti i costi? Ci potràriuscire se impara a comprendere, usare e vivificarequesti e tutti gli altri simboli che il mondo ponedinanzi al suo sguardo, il più delle volte distratto daimille tentacoli della materialità. Come dice il nostroVenerato Maestro Passato Martinez De Pasqually, noisiamo dei “minori spirituali” a cui manca una parteche è andata perduta o piuttosto che non è visibile confacilità. Il “minore spirituale” può però riconquistaree recuperare quella parte gloriosa. E' libero di farlooppure no. Se decide di avventurarsi su quel sentiero,deve sapere che sarà un'impresa titanica di cui nonviene garantita la riuscita.In conclusione, siamo assolutamente certi di vivere inun mondo complesso e altamente sfidante, ma siamoaltresì certi di possedere tutti gli strumenti per viveree muoverci in esso con grazia e forza. E' nostro compito ricordarcene costantemente, sedavvero intendiamo percorrere la Via verso il magi-stero e il Ritorno.

Lavoro di guppoArtemide, Aspasia, Elital, Eracle, Hod, Anthares,

Uriel, Benedetta,Talia

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

38

Page 39: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

Riflessioni sull’attualità

del messaggio del Martinismo

nella nostra società

Lavoro di guppoCollina “REBIS”

Ordine Martinista Mediterraneo

...fatti non foste a viver come bruti, maper seguir virtute e canoscenza.

(Divina Commedia, Inferno, Canto XXVI)

“Più il tempo prosegue verso le sua integrazione

del suo disordine, più l’uomo dovrà progredire versoil suo obiettivo di Luce”

L.C.de Saint Martin

La società contemporanea ce la sta mettendo tutta perfarci allontanare dalle nostre intime radici. Si profes-sa il credo dell’omologarsi , dello stereotiparsi e del-l’appiattimento generale. Del gruppo, del branco. IlDiverso è un nemico da abbattere. No, non c’è nulladi più sbagliato; il diverso da noi, semmai, ci com-pleta. Diversi: essere unici ed irripetibili. Mai comeoggi si percepisce la necessità di una nuova filosofiaper l'individuo globalizzato, volta ad abolire l'identitàdell'uomo-massa, imponendo un lavoro su noi stessi,onesto e fatto di volontà che vada invece a nutrire, ascoprire la nostra vera natura, e portare fuori e al ser-vizio di noi e poi del mondo che ci circonda, il tesorodella nostra unicità. Il Martinismo può rispondere a questa esigenza inquanto è una scuola iniziatica che mira a dare deglistrumenti pratici, tecnici ed operativi, il cui fine è il“ritorno alle origini”, per conquistare le piùalte prerogative della natura umana (e divina)offrendo una metodologia (analogica e di ana-lisi e sintesi) di lavoro graduale a “uomini dibuona volontà”.

Il primo passo da compiere è quello di pro-cedere alla purificazione cioè, nell’abbando-

nare tutto ciò che ci rende “schiavi”o legati e vinco-lati a nozioni o esperienze pregresse. Essendo statiper anni esseri senza coscienza che ci muovevamotrasportati da correnti umorali ed esterne e non pernostra Volontà, ora si è chiamati a smantellare tutto,soprattutto le certezze che ci fanno sentire al sicuro: ipropri bisogni, le proprie nevrosi, i rapporti familiari,imposizioni sociali, relazioni sentimentali, insommadeporre tutte le idee, preconcetti, pregiudizi e giudizigeneralmente ammessi. Anche perché non si può affermare la propria volon-tà se prima non si conosce qual sia. Cioè non prima diaver demolito tutto ciò che ci “muove”e che non è ilnostro vero Essere a volere. Sono certa che i “metal-li” più difficili “da lasciare”e da elaborare, per usareun lessico massonico, siano infatti la memoria di unvissuto che ci ha “costretto”e condizionato ad esserela persona che siamo. E non a caso uso la parola per-sona che in latino vuol dire maschera. Il nostro Sé èun’altra cosa. La nostra vera essenza è sommersasotto infiniti strati di esperienze e “vizi” logoranti. Inuna tomba o meglio ,imprigionato come Prometeo dagrandi catene. È come se si vedesse la realtà circostante con unalente che distorce. Solo estirpando prima le erbaccepossiamo far crescere la nostra pianta. Continuare adannaffiarla così, vorrebbe dire far crescere anche loro.Solo così si è pronti per la conoscenza di Sé,l’Essenza, la Scintilla Divina o Sé Superiore, fram-mento dell’Assoluto. Insomma parlo di riaccordarci con noi stessi e con lanostra Divinità e con l’Universo. Il messaggio delMartinismo viene in soccorso “a uomini di buonorecchie che sappiano intendere”. Quello che si deve operare è una trasmutazione simi-le a quella degli alchimisti rappresentato dalla Grande

Opera dei filosofi. Questa trasformazione nonpuò avvenire subito ma esige un impegnocostante e di volontà, dando per scontato chesi può trarre dell’Oro se si ha già dell’Oro.

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

39

Page 40: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

Insomma V.I.T.R.I.O.L. (Visita Interiora/InFeriora terrae rectificando invenies occul-tum lapidem) Entrare dentro se stessi, ascol-tarsi, in silenzio, fermare i pensieri inutili, visualizza-re una cosa alla volta, respirare, indirizzare e control-lare il nostro respiro, rilassarlo, così come i muscoli ela mente, un’esperienza questa che insegna all’ascol-to degli altri ma soprattutto di se stessi. Esperienzaassai lontana dal rumore e frastuono che siamo abi-tuati a vivere fuori, nella vita di tutti i giorni. Sonotutte tecniche queste di cui ci avvaliamo per entrare incontatto con il nostro Sacra Sanctorum. In pratica il lavoro che deve fare l’Iniziato è quellogovernare le forze di cui si dispone: l’organismo è lostrumento di lavoro dello spirito, senza il quale nonsarebbe stato possibile immergersi nel dominio deisensi, al fine di assolvere il compito. Pertanto essodeve essere un fedele servo, pulito, rilassato ed inarmonia. L’uomo che arriva a dominarsi completa-mente è paragonabile all’artista che è diventatopadrone del suo strumento al punto di farne ciò chedesidera. In questo stato di armonia e di accordo per-fetto tra spirito che comanda e il corpo che obbedisce,ne deriva che quest’ultimo beneficia dell’esperienzaacquisita dalla parte trascendente dell’Essere. Vuoldire, in sintesi, essere presenti a noi stessi, hic etnunc. La persona comune è, infatti, l’essere che cammina acaso, senza giudizio e sopraffatto dalle sole passioni.L’Iniziato, invece, è colui che ha coscienza, è accor-dato con il suo principio trascendente, pensa e regna.È il creatore e demiurgo della propria realtà. È al cen-tro della croce. È il Sole al centro dello Zodiaco.Parlo de «il risveglio del "fuoco" nell'iniziato», e si sache il fuoco si manifesta non soltanto come luce maanche come calore. Anzi, luce e calore, come rilevaRené Guénon, «si trovano per così dire, nella loromanifestazione, in ragione inversa l'una rispetto del-l'altro; ed è noto che, anche dal semplice punto divista della fisica, una fiamma è effettivamentetanto più calda quanto meno è luminosa».Nell'iniziato, questo «calore» è il risultato del-l'azione di quel «fuoco interiore» che, bru-ciando le sue «scorze», consuma tutto ciò che

in lui è d'ostacolo a una realizzazione spiri-tuale, per cui si deve ritenere che solo dopoun certo grado di «purificazione» gli sarà

possibile percepire anche la «Luce». Ora, nel casodell'uomo è possibile individuare qualcosa di analogoai due aspetti complementari del fuoco, come sostie-ne Guénon: «Allo stesso modo, il sentimento è inverità un calore senza luce [per questo gli antichi raf-figuravano cieco l'amore], e si può trovare [in esso]anche una luce senza calore, quella della ragione, chenon è altro che una luce riflessa, fredda come la lucelunare che la simboleggia. Nell'ordine dei princìpi,invece, i due aspetti si riuniscono e si congiungonoindissolubilmente, come tutti i complementari; così èdunque dell'intelligenza pura, che appartiene propria-mente a quest'ordine principiale [...]. Il fuoco che sitrova al centro dell'essere è appunto sia luce sia calo-re, ma se si vogliono tradurre questi due termini conintelligenza e amore, per quanto in fondo siano solodue aspetti inseparabili di una sola e identica cosa,perché tale traduzione sia accettabile e legittima, sidovrà aggiungere che l'amore in questione è altrettan-to diverso dal sentimento cui si dà lo stesso nomequanto l'intelligenza pura è diversa dalla ragione». Iola chiamerei Intelligenza del Cuore.Per raggiungere il Centro della nostra essenza, e dun-que raggiungere quello sposalizio tra il nostro princi-pio maschile e quello femminile, occorre che ci sia uncollante e questo collante è l’amore. Amore verso disé e poi verso l’esterno. “Amor che move il Sole el’altre stelle” diceva il Poeta. Amore inteso comeCoscienza, come stato di coscienza che concilia gliopposti. È la Sintesi. La sola ragione può a volte esse-re addirittura un qualcosa che ci porta lontano da noi,dal nostro vero essere perché si nutre spesso dell’ego(e di tutte le sovrastrutture che ci hanno o ci siamoimposti) e può essere addirittura diabolica (dallaparola greca dia-ballo che significa “divido”).A mio avviso c’è stato un grande malinteso tra noi

umani, ci crediamo esseri superiori perchéabbiamo la ragione, perché pensiamo. Ma noinon siamo il pensiero, siamo molto di più. Ilpensiero, l’intelletto che specula, è solo unostrumento che abbiamo per discernere, non ha

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

40

Page 41: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

nulla a che fare con il nostro Essere, la nostraEssenza. Sono veramente pochi i momenti incui “usiamo” il nostro strumento comeandrebbe usato, la maggior parte del tempo è lui adusare noi e lo subiamo. La marea di “pensieri” chesempre più spesso, se non sempre, ci proietta o versoun futuro o verso un passato sino a farci identificarenel pensiero stesso, che ci porta a non essere maiveramente in quello che facciamo. Quest’anarchiache viviamo costantemente in noi, soprattutto qui inOccidente, dove non c’è radicato nella nostra culturala pratica della meditazione (di cui il Martinismo siavvale) di annullamento del pensiero (gli Orientalihanno nello Yoga un vero apprendistato a riguardo), èuno degli ostacoli più grandi alla nostra presa dicoscienza perché ci allontana dal nostro Sè, da queltanto ricercato hic et nunc o carpe diem degli Antichi.Questi motti, infatti, ci suggerivano l’invito di vivereil presente, di essere “presenti a noi stessi”. L’Amoreci sveglia e ci fa presenti a noi stessi, ci fa parlareattraverso il nostro vero essere e ci fa magicamentecompiere questo miracolo. Non so se sono riuscita aspiegarmi; l’amore di cui parlo, non ha nulla a chefare con sentimentalismi o romanticherie varie ma èquel collante che ci dà la possibilità di convertire inostri metalli in Oro. È, infatti, proprio sul cuore checollochiamo la nostra mano destra.L’Amore in azione, nulla a che vedere con l’amoreprofano o l’amore del possesso, ma a-mors, cioèassenza di morte, fine del conflitto interiore.Credo che questo sia un messaggio di grande attuali-tà.NOSCE TE IPSUM

Silenzio iniziatico nella società

della comunicazione

Il Silenzio iniziatico in una società dominata

dal materialismo e dal disordine mentale,come quella odierna della comunicazione, si

pone come baluardo contro un ulteriore deca-dimento dell’essere umano.Per poter conseguire il Silenzio iniziatico,

chi segue un percorso esoterico dovrebbe lavorareinteriormente su se stesso attuando così l’opera alnero alchemica che va a disgregare le false certezzeinstillate dall’archetipo “Uraniano” oggi imperante. Urano ha, infatti, spinto l’umanità a svilupparsi inuna direzione ultratecnologica dove i media bombar-dano gli esseri umani di notizie, immagini, parole ,spesso dannose sia per la coscienza della società cheper quella del singolo essere umano.Questa disgregazione ha portato ad un vuoto esisten-ziale all’interno dell’uomo e della società che perònon è un vuoto a perdere e anzi può spingere l’inizia-to a saper comunicare o meglio veicolare ciò chenella sua caverna ha raccolto dall’Alto e poi interio-rizzato.La capacità di realizzare effettivamente il silenziointeriore ci permette di poterci aprire a tutte le sensa-zioni che provengono dall’ambiente interno ed ester-no, quindi di saper percepire le esigenze di quantiavvicinandosi a noi chiedono aiuto, pur non manife-standolo apertamente.Anche nel caso di persone che hanno paura di aprirsie che per tal motivo hanno creato una barriera tra ilprossimo ed il mondo esterno, c’è per l’iniziato lapossibilità di oltrepassare questa barriera, captando,egli, nei profani la loro personalità più profonda esuscitando in loro la necessità di manifestarsi perquello che realmente sono.La vera comunicazione nella società contemporaneanon è dunque quella dei mass media ma quella dellapresa di coscienza da parte di ognuno di noi delleforze astrali dualistiche che operano all’interno delnostro microcosmo e del macrocosmo e che, unavolta superate, ci permetteranno di realizzare almenouna parte della Reintegrazione.

Lavoro di guppoCollina “REBIS”

Ordine Martinista Mediterraneo

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

41

Page 42: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

Il senso del martinismo

nel XXI secolo

Lavoro di gruppoMiriam,Yesod, Raggio di sole, Maya,

Hanna, Adam , SchekinahLoggia ORA ET LABORA

O.M.D.C.D.C.

Nelle tavole elaborate dal gruppo di lavoro, sono

emerse diverse opinioni coincidenti, nella sintesi diqueste, sono tre i punti di convergenza:a) l'aspetto della società materialistica nella quale sivive con la conseguente perdita di valori animici espiritualib) la difficoltà di scoprire prima e di mettere in prati-ca poi la via iniziaticac) l'assoluta diversità di qualsiasi altro Ordine e simi-lari

Nel confronto si sono anche evidenziati alcuni puntidivergenti, come è giusto che sia, sensibilità diverse,come è diversa l'evoluzione in ognuno di noi, accet-tate con spirito fraterno, nella ricerca della massimacomprensione, in funzione di un arricchimento comu-ne. Entrando nel tema centrale, al primo punto si èevidenziata la difficoltà di operare. In questa societàsclerotizzata dal punto di vista emotivo, nella mag-gior parte degli uomini, l'amicizia, la parentela, anchel'amore viene vissuto in forma unidirezionale ma ciòavviene solo se l'individuo viene gratificato e succes-sivamente lo stesso diventa disponibile al con-fronto, sentendosi al sicuro solo se è legato albranco. Oggi l'uomo non è più capace di staresolo, di riflettere e meditare su se stesso e suciò che lo circonda. Nel caso possieda del

denaro e per antonomasia il potere decide ildestino altrui, viceversa si rifugia nel mondovirtuale, odierno debito della società contem-

poranea, convinto che le amicizie ed i rapporti sianoreali. Povere anime che non sono più capaci di gioiredi uno sguardo o di un abbraccio che possono far pro-vare emozioni. Che tristezza! Vorranno mai costorosvegliarsi dal loro torpore? Sarà difficile, perché sonoconvinti di essere già svegli, e che il vivere piena-mente sia questo: il conto in banca, gli stereotipi dellusso, lo sballo in discoteca, il branco allo stadio, ecc.Ad osservare questo spaccato di umanità si provasconforto, ci si sente avulsi, fuori luogo. Ci si identi-fica con Don Chisciotte, e non puoi fare altro che pre-gare per queste povere anime. Focalizzando un altroaspetto rilevato dal gruppo di studio, si evidenzia ladifficoltà di imboccare la via giusta, la strada maestra.A partire dagli anni 60 con l'avvento della new age edil proliferare di nuove pseudo-religioni tutte con iloro guru da adorare, si è aperta la via ad un vero eproprio mercato spirituale. Oggi basta pagare, ed inun weekend ti insegnano a meditare... lo yoga... lacabala... i tarocchi, ecc. e rilasciano altisonanti diplo-mi graficamente perfetti ma privi di qualsiasi fonda-mento. Ed è in questo contesto di elucubrazioni men-tali che il martinista prima e il martinismo poi, trova-no la loro funzione di aiuto e sostegno al ricercatore.Il martinista può e deve con molta circospezione pre-disporsi all'ascolto, che non vuol dire fare proseliti-smo, ma mettere in evidenza i pericoli in cui si puòincorrere seguendo vie alternative non tradizionali.Non importa che si sia uomo o donna, Associato oSuperiore, ciò che realmente conta è che si sia unUomo di Desiderio. Solo così egli può trasmettere ciòche ha nel cuore, ciò che ha compreso, e se è sinceronon potrà mancare l'unione con chi ha sete di cono-scenza. Egli ha il compito, tra gli altri, di verificare imotivi che spingono una persona a richiedere dientrare nel martinismo. Spesso infatti la motivazione

è legata a mera curiosità che se può esseregiustificata all'inizio in seguito, avvenuta lapresa di coscienza, deve trasformarsi nei veriscopi dell'uomo di desiderio. Un ulterioreaspetto, non secondario, sul quale aprire una

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

42

Page 43: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

parentesi, si lega invece alla ricerca di chiintende il martinismo come un porto d'arrivoper aggiungere una medaglia sul petto o unnuovo diploma da incorniciare in salotto: il martini-smo non ha bisogno di questo genere di personaggi edeve tenerli a debita distanza dai propri templi e daogni attività. La ricerca seria, la volontà di conoscere,l'applicazione costante, l'impegno quotidiano; eccocome si deve intendere il lavoro del martinista.Solo a questo punto l'Ordine, può aprire le porte deltempio per fare di un profano un iniziato. Che erroremadornale sarebbe lasciare un possibile fratello osorella nell'illusione di avere trovato la terra promes-sa: mentre purtroppo nella realtà nella stragrandeparte di essi, si adeguano a religioni e pseudo ordinicon dogmi e regole preconfezionate. In mezzo a tuttoquesto bailamme chi ha la possibilità di incontraresulle vie un martinista, può ritenerlo un dono dalcielo, e potrà, se lo vuole, regolarmente entrare neltempio.Certo siamo nel XXImo secolo, gli organi di divulga-zione non mancano, ed è bene che ci siano, ma sonoasettici, non hanno cuore e mai potranno sostituire ilsorriso e lo sguardo sincero di chi ti sta difronte, dichi ti spiega perché il martinismo è diverso da ognialtro gruppo o associazione, che ti rende comprensi-bile perché ci si identifica come Fratelli e Sorelle.Non è per uno stato emotivo o le necessità di sentirsiparte integrante di un gruppo ma perché ognuno sce-glie volontariamente di intraprendere un camminocomune, con le stesse finalità: la reintegrazione.Certo è molto arduo, ma l'Ordine ti fornisce gli stru-menti per poter avanzare senza pericoli, con le ritua-rie calibrate alle capacità evolutive del recipiendiario.Nelle sue essenze il martinismo, a differenza di altriOrdini, siano essi cavallereschi, monastici, ecc., tut-tora ancorati ad una rigidità legata alla consuetudine,lascia ai fratelli e sorelle la possibilità di procedere inuna via cardiaca o teurgica in quanto le peculiaritàindividuali sono diverse, quanti sono i compo-nenti di una catena iniziatica, agevolando cosìle conoscenze siano esse teurgiche o mistichenel rispetto delle proprie propensioni. Si puòcomprendere dunque quale ruolo fondamenta-

le ricopre l'iniziatore, perché se veramente ètale, dovrà fare leva sulle qualità intrinsechedell'iniziato per indirizzarlo sulla via umida o

secca.Mai un martinista e soprattutto un iniziatore deveatteggiarsi a Maestro e pretendere di riprodurre sestesso nei fratelli e sorelle che ha iniziato: deve alcontrario, porre in atto tutto ciò che è nelle sue possi-bilità al fine di far emergere i Maestro interiore indi-viduale. Esso è solo un fratello o una sorella che hainiziato il cammino già da tempo. Purtroppo le vani-tà ed il delirio di onnipotenza colpiscono in alcunicasi anche i martinisti, specialmente se hanno fatto"carriera" al galoppo tralasciando i rituali fondamen-tali ad esempio; le meditazioni dei 28 giorni, ritenen-dole "delle sciocchezze per i bambini"...Questi pseudo iniziati sognano in cuore loro di diven-tare gran Maestri, per potersi firmare con un GM maricordiamolo sempre, il martinismo non ha bisogno diquesto genere di gran maestri, ma di Maestri Grandiin virtù, grandi in umiltà, grandi in amore, e quandosi ha la fortuna di averne uno per iniziatore lo si ricor-derà per tutta la vita. Dopo questa analisi che nonvuole essere esaustiva, e sicuramente da ampliare intempi e luoghi consoni, centrandosi sul tema delConvento e sulle ragioni per le quali il martinismooggi ha un valore concreto e tangibile, dichiariamo:1) che lo stesso è originato dalla sua originaria e pri-maria natura2) che tutti gli altri ordini attivi: cavallereschi, mona-stici, massonici; che siano religiosi o istituzionali,sono ancorati ad una conduzione che può in buonasostanza essere definita reggenza, consentita ai suoimembri in una rigida metrica di governo (secondo iltempo attraverso i secoli), pur in qualche caso legataa consuetudini3) il martinismo è una Via Iniziatica il cui scopo è il"perfezionamento interiore dell'essere umano", attra-verso la reintegrazione dell'uomo nell'uomo e dell'uo-

mo nel divino illuminati. 4) difatto, è un Ordine di Illuminati che fadella propria educazione interiore, la debitabarriera alla sufficienza, all'arroganza, allapresunzione e all'ego che sono evidenti in altri

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

43

Page 44: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

ordini assolutamente dissimili dal nostro.Il Martinismo è privo di rigidità nel rapportoumano tra i suoi fratelli (viceversa ha unainflessibile rigidità nei suoi riti), agevola l'accessoalla Conoscenza individuale, nella piena Libertà dellavia secca o umida. Teurgia e misticismo convivonofraternamente nel rispetto delle proprie posizioni edin piena fratellanza. Ecco perché oggi il martinismoha la sua ragione di esistere, l'Ordine è la casa comu-ne di tutti i fratelli e le sorelle a qualsiasi sigla appar-tengano, ognuno di noi deve sentire la spinta interio-re e le responsabilità affinché la Luce si faccia via viasempre più forte, così come l'Amore che in pienacoerenza ci farà dire con convinzione: "ECCE QUANBONUM ET QUAM JUCUN-DUM ABITAREFRATES IN UNUM".

Lavoro di gruppoMiriam,Yesod, Raggio di sole, Maya,

Hanna, Adam , SchekinahLoggia ORA ET LABORA

O.M.D.C.D.C.

FRATELLANZA MARTINISTA FRATELLANZA MARTINISTA

n.1

Ottobre

2014

La consultazione di comunicazioni, documenti, dialoghi, è possibile

anche su Facebook

https://www.facebook.com/groups/614708941973725/?fref=ts

Per contatti: [email protected]

44

Page 45: Fratellanza Martinista n. 1 · fico e spirituale dell'uomo. La Fratellanza Martinista Italiana si occupe- ... mi rivelò il suo dolore per non essere Egli riuscito ad evitare la dolorosa

Proprietà riservata della Fratellanza Martinista

Per contatti: [email protected]