Forza Roma di Roma-Lazio deln 04/03/2012

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Foto MAURO PENZO EDITORIALE Schiavi del risultato, soprattutto oggi IL DETECTIVE Parole che non fanno poesia ATTUALITÀ Vincere oggi, ecco il progetto L’AVVELENATA Siamo tutti puniti IL DOPPIO POSTER L’urlo Marquinho

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Foto

MAU

RO

PEN

ZO

EDITORIALESchiavi del risultato,soprattutto oggi

IL DETECTIVEParole che non fanno poesia

ATTUALITÀVincere oggi, ecco il progetto

L’AVVELENATASiamo tutti puniti

IL DOPPIO POSTERL’urloMarquinho

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Schiavi del risultato,soprattutto oggiIIn qualsiasi modo la pensia-

mo quella di oggi è una“partita della vita”. E per anto-nomasia nella storia della Ro-ma in questi casi raramente sene esce fuori bene. La statisti-ca della nuova Roma targataLuis Enrique ci dice che il risul-tato pieno arriva una partita sì,una no. Questo almeno ci sol-leva il morale. Ma quella di og-gi non è una partita come lealtre, ed il risultato diventafondamentale, anzi obbligato-rio. Oggi io non voglio nemme-no sentir parlare di possessopalla, intensità, manovra, ap-proccio o testa. Oggi tre puntie basta, come vengono, ven-gono. Sono fondamentali piùche altre volte. Per la classifi-ca, per il morale e per chi an-cora nutre un barlume di am-mirazione per questo allenato-re e tutto il progetto aziendale

che lo difende. È anche l’enne-sima occasione che questoscarso e lento campionato ita-liano ci offre per poter ancorasognare di arrivare al terzo po-sto. Ma la Roma, troppo spes-so, rinuncia anche ad una ma-no tesa. Al derby arrivano duesquadre piene di problemi e diassenze ma solo la Roma habisogno di un solo risultato. Edallora permetteteci di mettereda parte, almeno per oggi, unostriscione che ha fatto discute-re e che francamente pococondividiamo.

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Renato Bosco

Fotografie

Mauro Penzo

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QUINDICINALE DI SPORT, CULTURA E SPETTACOLOAnno XV - Numero 6 - Domenica 4 marzo 2012

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ve, voglia di costruire un calcio piace-vole.Il derby è importante sotto molti a-spetti, ma sarebbe un grave erroregettare lo spugna nel perseguimentodell'obiettivo terzo posto. Sarebbe unabdicare a un'idea complicata ma nonirraggiungibile, visto che è nella testadi Udinese e Lazio (!). Sarebbe un er-rore anche dal punto di vista psicologi-co, perché "la proposta", tanto per dir-la alla spagnola va benissimo solo se èfunzionale a un obiettivo, se è prope-deutica a un traguardo tangibile. Altri-menti, diventa puro esercizio stilistico,versi disordinati che non fanno poesiae che nessuno legge.

SS tavolta si è davvero toccato il fondo. Èstata, diciamolo chiaro, una umiliazio-

ne intollerabile dover riferire di Colantuo-no e del suo vocione che invita i suoi a "ri-sparmiare" i giallorossi, a non infierire suimiseri resti di quella che era (o dovrebbeessere) una squadra. Siamo a questo pun-to? Siamo ben oltre quella mediocrità pa-ventata da Sabatini, siamo alla manifestainferiorità che fa sospendere le partite dibaseball.Ovviamente, non è questa la Roma ma ladomanda angosciante e al momento inso-luta è: qual è la Roma vera, qual è il grup-po, quale il collettivo. Chi scrive stima Luis Enrique ma non sipuò assolvere lo spagnolo se, dopo ottomesi di lavoro, la sua Roma commettesempre gli stessi errori, chiunque scendain campo. Nessuno pretende il compimen-to assoluto del suo progetto, il tocco ag-graziato del pittore che sta facendo il ca-polavoro: per quello c'è (obbligatoriamen-te) tempo e passa attraverso il fondamen-tale contributo di altre competenze (socie-tarie, dirigenziali e manageriali) Troviamo però sconcertante che dopo die-ci minuti dieci la metà campo della Romasia preda dei lanzichenecchi neanche fos-se un villaggio da depredare, e che il sac-cheggio continui senza ostacolo per tutto

il resto della gara, intermezzato daqualche sussulto (vano) di orgoglio.Siccome questo accade-tanto per re-stare nella metafora-nei fortilizi nemi-ci, viene il sospetto che ci sia anche u-na non trascurabile componente psico-logica, come se i ragazzi (perché diquesto si tratta, nella Roma soprattut-to) si abbattessero alla prima difficoltàe si sentissero come bambini che siperdono nel parco, lontani dalle lusin-ghe amorevoli e rassicuranti dellamamma.Non siamo al cupio dissolvi, sia chiaro:la Roma dell'uomo con la scucchia piùlunga del mondo ha mostrato, a chiaz-ze, buone qualità, attitudini propositi-

Parole che nonfanno poesia

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AttualitàAttualità di Mirko Porcaridi Mirko Porcari

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EEvenne il derby. Una partita da vi-vere in tutto e per tutto, saltando

sopra alla necessità di essere “menoprovinciali”, soffrendo anima e cuore inuna stagione fatta di molte ombre epoche luci.In un certo senso sembra di esseretornati indietro nel tempo, quando lagara contro i biancocelesti valeva una

stagione: orgoglio e supremazia citta-dina al di là di ogni possibile obiettivo,un gusto affinato da anni di soddisfa-zioni e da una tradizione quantomenofavorevole. Il momento è quello che è:l’aridità delle prospettive in un cam-pionato dal sapore anonimo fa sì che cisia la sensazione di una stracittadina“vecchie maniere”, novanta minuti in

cui si possono ricucirerapporti o lacerare fe-rite, dare sollievo o a-cuire sopiti rancori.La settimana di pre-parazione non è statatra le più tranquilleche possiamo ricorda-re: come se non ba-stasse il pesantissimoko contro l’Atalanta,ecco piombare sullasquadra giallorossal’ennesimo caso di“segretezza non volu-ta”, un leit-motiv cheaccompagna tutte lepeggiori figure stagionali di questa Ro-ma indecifrabile. Totti e lo Slovan, O-svaldo e la Fiorentina, infine De Rossie l’Atalanta, tre momenti tra i più buiche sono coincisi con esclusioni eccel-

lenti e polemiche infinite: sullo sfondoc’è una commistione tra intransigenzaall’ennesima potenza e voglia di farsapere al mondo quello che succedetra le maglie romaniste, un mix poten-

te che regala moltiinterrogativi ed unsenso di smarrimentonella testa dei tifosi.Ritrovare la serenitànon è consigliabile, èun obbligo: che siaun’effimera consola-zione o una convin-zione destinata a du-rare, nell’immediatodei tifosi importa po-co. C’è un derby davincere, ad ogni co-sto, per una voltatanto basta pensareal domani. È oggi checonta.

Vincere oggi,ecco il “progetto”

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DOMENICA 4 MARZO 2012 - STADIO OLIMPICO

ROMA-LAZIOPROBABILI FORMAZIONI

A DISPOSIZIONEROMA: 18 Lobont, 3 Josè Angel,44 Kjaer, 23 Greco, 7 Mar-quinho, 20 Perrotta, 14 BojanLAZIO: 1 Bizzarri, 29 Konko, 2Diakité, 78 Zauri, 87 Candreva,30 Alfaro, 18 Kozak

CATANIA FIORENTINAGENOA JUVENTUSMILAN LECCE

NAPOLI CAGLIARICHIEVO INTER

ATALANTA PARMAPALERMO ROMACESENA SIENANOVARA UDINESE

LAZIO BOLOGNA

FIORENTINA JUVENTUSINTER ATALANTA

CAGLIARI CESENABOLOGNA CHIEVO

ROMA GENOACATANIA LAZIO

PARMA MILANUDINESE NAPOLI

SIENA NOVARALECCE PALERMO

ROMAStekelenburg 24

Rosi 87Juan 4

Heinze 5Taddei 11

Simplicio 30De Rossi 16

Pjanic 15Totti 10

Lamela 8Borini 31

Luis Enrique All.

LAZIO22 Marchetti5 Scaloni

20 Biava3 Dias

26 Radu24 Ledesma11 Matuzalem15 Gonzalez8 Hernanes6 Mauri25 Klose

All. Reja

MILAN 51JUVENTUS* 50UDINESE 45LAZIO 45NAPOLI 40ROMA 38INTER 36PALERMO 34CATANIA* 33CHIEVO 33* UNA PARTITA IN MENO

MARCATORI: 18 Di Natale (Udinese)15 Cavani (Napoli); Denis (Atalanta); Ibrahi-movic (Milan)

ATALANTA* 31CAGLIARI 31GENOA* 31PARMA* 29FIORENTINA* 28BOLOGNA* 28SIENA 26LECCE 24NOVARA 17CESENA* 16

CLASSIFICA

PROSSIMI TURNI(11-3-2012) (18-3-2012)

Lotito, e se è in giornata sono do-lori per tutti; lo stesso discorsovale per Hernanes, ( Falcao hadetto che potrebbe essere il suoerede, non che lo è...). E’ rientra-to anche Mauri, il cui apporto acentrocampo è fondamentale perla squadra, e lo stesso discorsovale per Ledesma, che di solito i

derby non li sbagliamai. Il perno delladifesa è sempre An-dre Dias, anche seultimamente il suorendimento è statocondizionato da uninfortunio. Altro

giocatore determinate è Marchettiche, dopo un anno trascorso in-giustamente a vedere il Cagliaridalla tribuna, si sta riguadagnan-do il posto in nazionale. Chissà seriuscirà ad essere il terzo portiereagli europei.

“L“L ’erba del vicinoè sempre più

verde”: tale proverbioè usato per coloro che, invece di godersi di tutto quel-lo che hanno di buono, sono terribilmente invidiosi delproprio dirimpettaio. Questo aforisma si sposa perfet-tamente col tifoso laziale, che invece di godersi il ter-zo posto, pensa sempre alla Roma. Tale “patologia”ha provocato nella mente del supporter medio biancoceleste un complesso d’inferioritàche da anni ha oltrepassato il ri-dicolo. Il guaio è che questo at-teggiamento ha minato anche lamente di società e giocatori: leaffermazioni del direttore sporti-vo Tare sul progetto della societàgiallorossa, (la Lazio ce l’ha???),e quelle di Brocchi e Reja sul fatto che la Roma godedi maggior visibilità ce le ricordiamo tutte. I condutto-ri delle radio che parlano della Lazio, (si parla quasisempre della Roma), hanno fatto il resto, e vediamose anche stavolta riusciranno a lamentarsi dell’arbitrodesignato. E’ proprio per questi motivi che la Romadeve battere la Lazio dandole una lezione di stile,e soprattutto per riscattare la sconfittacontro l’Atalanta. Non sarà facile: nono-stante le divergenze di mercato che ave-vano portato alle dimissioni di Reja, allafine il tecnico è rimasto, e adotterà latattica usata da tutti coloro che ulti-mamente affrontano la formazionegiallorossa, fare densità a centro-campo e colpire in contropiede. Igiocatori per far male alla Romace ne sono eccome: Klose è l’ac-quisto più azzeccato da parte di

3

DIAS

11

MATUZALEM

22

MARCHETTI

26

RADU

8

HERNANES15

GONZALEZ6

MAURI

20

BIAVA5

SCALONI

25

KLOSE

24

LEDESMA

IL MODULO4-2-3-1

lazioReja e ledimissioni yo-yo

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EEche vuoi dire, prima diun derby come que-

sto? Perlopiù se sei scara-mantico e vuoi rispettareperlomeno il rito del non-sbilanciamento, chiamia-molo così. Che poi do-vremmo essere cabalisti-camente avvantaggiati,come vuole la tradizioneper quelli che alla stracit-tadina arrivano peggio del-l'avversario. Questa è la cosa che sor-prende e questa è la riflessione non scaraman-tica che ci sentiamo di condividere: nonostan-te tutto quello che è successo a “loro”, noi sia-mo riusciti ad arrivarci peggio, al derby. Lazioallo sbando, Lotito a colloquio con almeno duetecnici, Reja che va in trasferta e dirige sedu-te praticamente da ex; quindi le pseudo-deci-sioni che rientrano e i De Canio che restano inalbergo dalle parti di Ponte Milvio; alla fine ba-ci, abbracci e un sorriso largo per la vittoriasulla Fiorentina.Nel momento in cui scriviamo, non sappiamocome in settimana evolverà la vicenda legataal “ritardo” di Daniele De Rossi: è facile preve-dere il conflitto d'opinioni, sempre fervido incittà dall'inizio della stagione e l'originalità dicerte posizioni che, per cercare appigli assolu-tori nei confronti della società, chiameranno incausa ideologia e cultura, vedrete. Così come idetrattori della “Nuova Roma” (che sciocca de-finizione, se permettete) avranno stavoltacampo sgombro nell'esternazione delle do-glianze.La verità, l'unica certa, è che una tifoseria giàframmentata e disorientata non meritava di

arrivare ad un appunta-mento come questo in unclima di tale destabilizza-zione interna ed incertez-za; perché abbiamo sem-pre deriso, per via di me-tafora, quei mariti che perfar dispetto alla moglie siprivano dei loro attributi.Il codice etico può essererispettato ed onorato invari modi; siamo anched'accordo che debba risul-tare, alla lunga, un vanto

per la società; però ci sarebbe piaciuto anchevantarci di una Roma in grado di non prenderegoal nei primi venti minuti bergamaschi e ma-gari avremmo volentieri anche evitato gli “olé”della curva orobica, non proprio una gradinatadi amici, per tradizione. Già, la tradizione: unpo' di pedigree romanista, in mezzo a tantoprofessionismo, non avrebbe guastato. So-prattutto perché arriva un derby, partita chenon sarà mai uguale alle altre e chiunque l'ab-bia negato è sempre andato incontro a stori-che cantonate, da una parte e dall'altra. Tral'altro, potenza del paradosso, la stracittadinache qualcuno vorrebbe deprivata del suo stori-co pathos, finirà per ridursi quasi certamentea unico obiettivo stagionale, se prosegue que-sta china disastrosa in trasferta. Tutto questo per dire che se c'era da punire e-ventuali mancanze sarebbe bastato innanzi-tutto attribuir loro il giusto peso e poi sanzio-nare la disattenzione senza danneggiare squa-dra e tifoseria. Fenucci a “La Domenica Sporti-va” la settimana scorsa ha detto che la deci-sione su De Rossi darà frutti in futuro: qualisarebbero i frutti? Quale il futuro?

Siamo tutti puniti

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Foto MAURO PENZO

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Foto MAURO PENZO

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Notizie del meseNotizie del mese

A TRIGORIA ORA C’È UNCAMPO NEL NOME DI AGO

UUna giornata da Romani-sti nel Dna quella di ve-

nerdì 24 febbraio quandopresso il centro sportivo Ful-vio Bernardini di Trigoria haavuto luogo la cerimoniadi intitolazione del nuovocampo A ad Agostino DiBartolomei, indimenticatocampione e capitano dellaRoma scomparso prema-turamente il 30 maggio 1994. Il campoè stato realizzato in erba sintetica da Mon-do, azienda italiana leader delle pavimenta-zioni sportive. “La fascia al braccio, la Roma nel cuore.Grazie Ago!” recitava lo striscione che cam-peggiava sulla tribunetta dove c’erano cen-tinaia di tifosi accorsi per l’occasione. Eranopresenti Marisa la moglie di Di Bartolomeied il loro figlio Luca. Poi tanti ex giocatoridella Roma come Righetti,Maldera,BrunoConti, Nela.Presenti anche Totti e De Rossi con il diret-tore sportivo Sabatini, Baldissoni, l’AdFenucci e il direttore generale Baldini.“Grazie ai tifosi per l’affetto di questi anni eaverci fatto sentire Ago vicino. – ha detto

Luca Di Bartolomei - Grazie alla Roma. Agoa Trigoria era di casa, grazie per esservenericordati. Per avergli dedicato un campo su

cui tanti ragazzi cresceranno con laserietà e la sua ironia.In questo mo-mento in cui mi mancano le parole,dico, a volte per ricucire il filo dellamemoria basta un Ago...Ai 51 ra-gazzi, capitani del futuro dico: Di-vertitevi e siate seri. Il calcio è se-rietà ma soprattutto divertimento.Se sarete seri in qualsiasi cosa,compreso un campo da calcio, riu-scirete in ogni cosa”“Sono emozionato mi legano tanti ri-

cordi a Di Bartolomei. Lo ringrazierò persempre perchè mi ha fatto conoscere Roma

città e soprattutto la Roma.. Io dico graziea questa società perchè ha riportato dentroTrigoria un figlio della Roma, così come rin-grazio la sua famiglia”

Tommaso Gregorio Cavallaro

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Questo spazio è riservato a tutti i Fans Club o Gruppi organizzati che vo-gliano far conoscere la propria esistenza e le loro iniziative. L’indirizzoper mandare testi e foto è: [email protected]

Il piccolo giallorosso Kay, tifoso di Tenerife

Gruppo UTR a Trigoria in occasionedell’inaugurazione del Campo Di Bartolomei

Primo Falappa posa conDodo Chierico

Silvabna e Gianni posano con la targa del CampoAgostino Di Bartolomei

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IL R.C. MONTECITORIOFESTEGGIA CON BALDINI

SS i è svolta il 22 febbraio presso il Risto-rante “Checco allo Scapicollo” in zona

Laurentina la serata conviviale del RomaClub Montecitorio-Utr. Il presidente Pao-

lo Cento e il segretario Sergio Coltellaccihanno accolto i tanti soci del Club e alcuniospiti d’onore del mondo Roma. Su tutti ilDirettore Generale della Roma Franco Bal-dini accolto da applausi e cori.

Ripercussioni delle dimissioni di Rejasul derby?“Le dimissioni di Reja? Non posso dare ungiudizio su una cosa che non c’è, le dimis-sioni prima sono state rassegnate, poi re-spinte, tanto è vero che l’allenatore è parti-

to per Madrid. Su Reja posso dire che èun’ottima persona, una persona sana e mifarebbe piacere incontrarlo” dice BaldiniLa Roma e la Lazio hanno due modi di-versi di intendere un club di calcio?

“Non voglio entrare inquesto, ognuno fa il suolavoro, non entro in uncontesto che non cono-sco”Per il deferimento diSabatini la Roma sista muovendo, ci sa-ranno ripercussioni? Epoi: cosa ci dice ri-guardo al rinnovo del-lo stesso ds?“È un deferimento è for-male, non di sostanza.Non siamo assolutamen-te preoccupati in alcun

modo. Rinnovo? Non c’è mai stato nessunproblema in questo senso. Il problema nonè che se continuerà a lavorare nella Roma:il problema sarà quanto continuerà a viverese fumerà sempre così”.Successivamente, rivolto ai soci del RomaClub Montecitorio, Baldini dice “Non abbia-mo mai parlato di anno di transizione, pro-veremo a lottare per il terzo posto. La squa-dra ha bisogno di tempo ma sta crescendo,non rinunciamo a lottare”.

Luca Parmiggiani

PREMIO SETTE COLLIGIALLOROSSI: PREMIATO ILNOSTRO DIRETTOREMASSIMO LIMITI

CC iò che facciamo in vita, riecheggia nel-l’eternità. Un gol, una giocata, un gesto

virtuoso compiuto in un derby può portarealla gloria eterna nella memoria dei tifosi.Ecco perché non possiamo dimenticare lanostra storia. Venerdì 2 marzo, ore 19.30,c’è stato il tradizionale appuntamento con ilpremio Sette Colli Giallorossi.

L’evento, organizzato e prodotto da Fabri-zio Pacifici, giunto ormai alla 5^ edizione,si è svolto presso la “Mostra permanentedella storia dell’AS Roma”, in via Baccina 84(Rione Monti). A ricevere il Pallone Roma-nista, conferito ad un calciatore della Romache si è reso protagonista nei derby delpassato, è stato questa volta Sergio San-tarini, indimenticato Capitano che ha in-dossato la maglia della Roma ben 429 vol-te. Ad un’altra bandiera romanista il Cam-pione d’Italia Odoacre Chierico, invece èstato assegnato il premio Sette Colli Gial-lorossi.Sono stati premiati, come sempre, sportivie tifosi “vip” di fede romanista ai quali verràconsegnato un riconoscimento promosso daEventiroma.com, oltre ad un rappresentan-te del tifo biancoceleste, che per l’occasio-ne è stato il direttore del cinema Aquila Fa-bio Meloni, al quale è stato conferito il pre-mio Roma-Lazio.Premio speciale per Luca Ward , attore edoppiatore del “Gladiatore” Russel Crowe.Riconoscimento anche per l’attrice MariaRosaria Omaggio, la showgirl Giada DiMiceli, e per Enrico Vanzina sceneggiato-re di film cult come “Vacanza di Natale” e“Sapore di Mare”. A Giancarlo Di Veglia,tifoso della Roma, e socio UTR, sempre alfianco della squadra (presente persino nei25 minuto di recupero di Catania) è statoattribuito il premio “Curva Sud”. MentreMassimo Limiti, direttore di Forza Romastadio e del sito forzaroma.info, è stato ilvincitore della “Voce Romanista”.Presentatrice della serata sarà la modellaMargherita Praticò, già protagonista afianco di Teo Mammuccari nelle trasmissio-ni di Italia Uno.

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campionato, iderby con pro-tagonisti spa-gnoli nella Ro-ma sono statisoltanto 7 (4 disputati daPeirò, 2 da Del Sol e uno sol-tanto e per soli 23’ da Hel-guera). E, in quelli targati Ro-ma-Lazio, soltanto una vitto-ria, il 26 ottobre del 1969.

Joaquin e il capitano e l’animadella Roma di Helenio Herre-ra, ma sono due giovanissimi,Spinosi 19 anni, Landini 17, asegnare i due gol del succes-so romanista. Era arrivato nel1966 alla Roma, Peirò, prove-niente dall’Inter a 30 anni

PPermettete a chi scrive,per una volta, di uscire

dal suo ambito di ricostruzio-ne storica per una microsco-pica (quanto opinabile, ovvia-mente!) considerazione tecni-ca: Luis Enrique, sono i fatti adimostrarlo, si è dimostratotecnico del tutto inadeguato aguidare una squadra che ab-bia necessità di tipo schietta-mente agonistiche, tese alraggiungimento del risultato.Punto.Ritornando alle nostre abitu-dini storico-statistiche, il cu-rioso dato che esce fuori eche nemmeno i connazionalidi Luis Enrique che si sonocimentati in maglia gialloros-sa hanno mai avuto grandeimpatto nei derby disputati,come quello odierno, in casa.E stiamo parlando di campio-ni veri come Luis del Sol eJoaquin Peirò. E’ anche veroche, siccome in quegli anni ibiancocelesti avevano la buo-nissima abitudine di soggior-nare spesso in serie B, nonhanno avuto tante occasionidi potersi esibire nella stracit-tadina. Senza considerarequello di andata di questo

suonati. Seppe però imporsicome un campione sa fare edivenne, quando Giacomo Lo-si smise di giocare, il capitanodella Roma. In 4 campionati,103 gare e 22 gol. Lo incon-trammo nel 2003 a Malaga,dove allenava la squadra lo-cale, ed ebbe a dirci comeRoma, la Roma e i suoi tifosigli fossero rimasti nel cuore.Luis Del Sol a Roma arrivòaddirittura a 35 anni, scari-cato dalla Juventus e speditoa Roma a parziale contropar-tita tecnica nell’affare Landi-ni, Spinosi e Capello. Risposeinvece alla grande alle per-plessità dell’ambiente roma-no, disputando due dignito-sissime stagioni, con 50 pre-

senze e 4 gol. Di fatto, all’e-sonero di Herrera, sostituitoda Tessari, guidò la squadradal campo. Il suo unico Ro-ma-Lazio terminò 2-2. Di lui itifosi dicevano che quandomancava si sentiva, eccome.Come De Rossi.

Roma-Lazio nel passato

“Con Spagna,no derby”

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