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Follow-up di un accordo nel settore della lavorazione dei pomodori italiani Relazione sulla visita di IEH del 16-18 ott. 2013 Di: Ethical Trading Initiative Norway (IEH) Ethical Trading Initiative in the UK (ETI)

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Follow-up di un accordo nel settore della lavorazione dei pomodori italiani Relazione sulla visita di IEH del 16-18 ott. 2013

Di: Ethical Trading Initiative Norway (IEH)

Ethical Trading Initiative in the UK (ETI)

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1. Contesto Alla fine del 2012, la questione delle cattive condizioni dei lavoratori migranti nelle aziende agricole produttrici di pomodori in Italia è stata oggetto di una prolungata campagna mediatica sul principale quotidiano norvegese, l'Aftenposten. Nello specifico sono stati considerati gli abusi connessi al sistema del caporalato (fenomeno criminale riguardante lo sfruttamento della manodopera lavorativa), tra cui mancanza di contratti, salari bassi, eccessive ore di lavoro, trattamento duro e cattive condizioni di alloggio.

Inoltre, nel 2012 Amnesty International ha pubblicato il reportage “Sfruttamento del lavoro. Operai migranti nel settore agricolo in Italia”, e sono comparsi altri articoli precedenti di Medici Senza Frontiere sulle condizioni di alloggio e sanitarie.

Su questo sfondo, i maggiori supermarcati Norvegesi hanno contribuito ad avviare un gruppo di lavoro sostenuto dalla Ethical Trading Initiative Norway (IEH), di cui sono membri, per affrontare questi temi. IEH è un'iniziativa multilaterale che riunisce organizzazioni del lavoro, società ONG e organizzazioni dei datori di lavoro, con la missione di migliorare le condizioni nelle catene di fornitura internazionali.

L'obiettivo del gruppo di lavoro IEH è duplice: innanzitutto, aiutare a garantire condizioni di lavoro decorose nella catena di fornitura dei prodotti a base di pomodoro in Italia, in secondo luogo contribuire a tracciare le cause primarie del problema.

IEH, attraverso il suo membro Fellesforbundet (La federazione norvegese unita delle organizzazioni sindacali), si è messa in contatto con un sindacato del settore alimentare, UILA (Unione Italiani Lavoratori Agroalimentari) per cercare opportunità di collaborazione con le parti interessate italiane nell'ambito di progetti che possano contribuire al miglioramento delle condizioni di lavoro per i lavoratori stagionali.

Le unioni sindacali locali UILA-UIL, FAI-CISL e FLAI-CGIL e le associazioni dei produttori ANICAV e AIIPA (per ulteriori dettagli, vedere sotto) hanno recentemente sottoscritto un accordo per stabilire un tavolo di trattativa nel settore dei pomodori in scatola. Questo accordo mira a promuovere l'adozione di uno standard etico tra i fornitori del settore, in modo che esso possa essere associato a buona qualità e buone condizioni di lavoro, nonché a contribuire ad aumentare le vendite internazionali.

Una delegazione multilaterale di IEH ha fatto una visita in Italia nei giorni dal 16 al 18 ottobre, con il duplice scopo di: 1) fare un follow-up dell'accordo, e 2) avere una migliore comprensione del settore, comprese questioni operative, le principali parti interessate e la portata delle sfide.

Si è unita alla visita anche l'Ethical Trading Initiative del Regno Unito (ETI), che rappresenta gli interessi delle parti coinvolte in questo mercato, in particolare dei supermercati che forniscono pomodori in scatola proveniente dall'Italia.

Al fine di fornire un contesto, qui sotto vengono fornite le cifre riguardanti l'import e l'export di prodotti a base di pomodoro tra Italia e Regno Unito e tra Italia e Norvegia. Le cifre sono prese dall'International Trade Center (ITC).

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Codice prodotto Etichetta prodotto

Import Regno Unito dall'Italia Import Norvegia dall'Italia

Valore nel 2012, in

migliaia di USD

Quota nell'impor

t Regno Unito, %

Quota nell'expor

t Italia, %

Valore nel 2012, in

migliaia di USD

Quota nell'import Norvegia, %

Quota nell'expor

t Italia, %

200210 Pomodori interi / a pezzi preparati / conservati non sotto aceto / acido acetico

195.374 75,2 22,2 8.488 75,7 0,7

200290 Pomodori preparati o conservati non sotto aceto / acido acetico

63.320 38 8,5 2.185 23,7 0,2

2. Programma della visita Durante la visita si sono tenuti i seguenti incontri:

Data Parti Luogo Temi affrontati

16 ottobre

UILA (cena), ConfCooperative, Conserve Italia, ETI, delegazione IEH

Roma Accordo sul pomodoro in scatola

17 ottobre

UILA, FAI, FLAI, ETI, delegazione IEH

Roma Accordo sul pomodoro in scatola

17 ottobre

ANICAV, AIIPA, FAI, FLAI, UILA, ETI, delegazione IEH

Roma Accordo sul pomodoro in scatola Presentazione dell'industria

17 ottobre

UILA Campania e Salerno (cena), ETI, delegazione IEH

Salerno Condizioni dell'industria

18 ottobre

La Doria, ETI, delegazione IEH Angri Presentazione di La Doria Giro del posto

La lista dei partecipanti alla delegazione IEH è inclusa nell'Appendice 4.

3. Situazione attuale nell'industria Contesto dell'industria

I produttori italiani di prodotti trattati a base di pomodoro sono raggruppati in due organizzazioni:

• AIIPA (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari), che ha sede a Milano e riunisce i produttori del nord;

• ANICAV (Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali) che ha sede a Napoli e riunisce circa 100 produttori del centro e sud d'Italia. L'ANICAV rappresenta i 2/3 di tutte le società di lavorazione del pomodoro, con un volume d'affari totale annuo di 1,5 miliardi di euro.

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Al livello della lavorazione, le aziende che esportano i prodotti sono aziende di larga dimesione. Una gran parte del valore e del volume della produzione va all'Europa settentrionale. Ad esempio, il 68% dell'export di pomodori in scatola prodotti da aziende associate all'ANICAV viene esportato in Europa.

La lavorazione del pomodoro si concentra prevalentemente attorno a due centri geografici uno in Emilia Romagna e nei suoi dintorni e uno in Campania.

Queste aziende si riforniscono da due importanti centri agricoli di produzione del pomodoro: uno al Nord e uno al Sud. Il secondo si concentra nello specifico nelle regioni della Puglia, della Basilicata e del Molise. Le imprese agricole che producono per l'industria della lavorazione sono di due tipi: aziende agricole grandi e aziende agricole piccole, organizzate in cooperative.

La produzione e la lavorazione del pomodoro tendono ad essere attività altamente organizzate, dove gli stabilimenti di lavorazione controllano la piantagione, la produzione e i cicli di raccolta delle fabbriche di pomodoro.

L'80% della raccolta dei pomodori per l'industria avviene meccanicamente, secondo quanto riferito dall'ANICAV. Il rimanente 20% è raccolto a mano. La raccolta a mano si effettua per molte ragioni, tra cui:

• condizioni meteo (pioggia forte) • particolari tipi di pomodoro i cui cicli produttivi sono regolati da specifici marchi di qualità (ad

es. pomodori San Marzano, DOC o ciliegini) • suolo non adatto alla raccolta meccanica (ad es. ghiaia) • piccole aziende agricole

Panorama delle unioni sindacali italiane

Generalmente, i lavoratori italiani sono rappresentati da tre diverse organizzazioni sindacali:

UIL – L’unione Italiana del lavoro, di cui la UILA è la sezione rappresentante i lavoratori del settore agricolo e della lavorazione del cibo. La UIL è per tradizione un'unione sindacale indipendente senza affiliazione politica.

CGIL – La Confederazione Generale Italiana del Lavoro, di cui la FLAI è la sezione rappresentante i lavoratori del settore agricolo e della lavorazione del cibo. La CGIL è tradizionalmente affiliata all'ala di opposizione di sinistra.

CISL – La Confederazione Italiana Sindacato Lavoratori, di cui la FAI è la sezione rappresentante i lavoratori del settore agricolo e della lavorazione del cibo. La CISL è tradizionalmente ispirata dai valori e dai principi condivisi dal / dai partito/i che hanno formato il governo dopo la seconda Guerra Mondiale.

Le unioni sindacali tendono a collaborare sulle questioni di rilevanza nazionale, in particolare per quanto riguarda la definizione di contratti collettivi. Tuttavia, considerato il loro sfondo politico, mostrano differenze in termini di politiche e approcci quando si tratta di definire le strategie, e spesso riescono a penetrare a livelli diversi nei diversi settori.

Rispetto a molti altri Paesi e nonostante le recenti riforme politiche in direzione di una maggiore liberalizzazione del mercato del lavoro, il sistema delle leggi sul lavoro in Italia sostiene fortemente le attività delle unioni sindacali. Ecco alcuni dei punti colti dalla delegazione nel corso di questo viaggio:

• il legge sul lavoro fa direttamente riferimento ai contratti collettivi per quanto riguarda le regole che si applicano a specifici contesti di settore.

• Per legge, i contratti collettivi si applicano a tutte le attività registrate di un dato settore, siano i dipendenti dell'azienda iscritti al sindacato o meno. Ciò significa che, in caso di controversia, in tribunale un lavoratore può chiamare in causa l'accordo per avere protezione.

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• Sebbene la delegazione non abbia condotto una dettagliata analisi del divario tra il diritto del lavoro italiano e il Codice di Base ETI, è verosimile che il diritto locale sia forte e offra protezione anche oltre gli standard internazionali in riferimento alla regolarità delle assunzioni, alla libertà di associazione, all'orario di lavoro, indennità, ecc.. Per quanto riguarda il salario minimo, parrebbe corretto assumere che le paghe dettate dai contratti collettivi nazionali siano al si sopra del salario inimo, tuttavia non questo deve essere verificato ulteriormente.

In termini di aspetti più specifici in relazione al settore agricolo: sono in vigore due accordi nazionali concernenti il settore della lavorazione e della coltivazione. Vige inoltre un accordo interregionale tra Campania, Puglia e Basilicata che aiuta a raggruppare i lavoratori nelle aziende agricole. Generalmente, i lavoratori iscritti ad un sindacato si troveranno presso le aziende agricole più grandi.

Gli standard di lavoro nell'industria della lavorazione

Secondo i rappresentanti della UILA, il rischio di avere cattivi standard di lavoro a livello della lavorazione è in genere piuttosto basso. La maggior parte degli stabilimenti esportanti ai mercati internazionali sono aziende piuttosto affermate con sistemi di management avanzati. La maggioranza delle società nell'industria della lavorazione del pomodoro aderisce ai contratti collettivi, e il settore è fortemente sindacalizzato. Secondo la ANICAV, la maggior parte segue codici etici, e molti sono certificati SA8000.

Ciononostante, le unioni sindacali locali confermano l'esistenza di 5 o 6 aziende che notoriamente non rispettano o, peggio, minano l'attività dei sindacati al loro interno. Tra queste aziende figurano famosi marchi che esportano in Europa settentrionale.

La delegazione IEH ha fatto visita all'azienda La Doria, una società quotata nota per i suoi alti standard qualitativi ed etici. Tutti e cinque gli stabilimenti di La Doria sono registrati su Sedex1. L'azienda lavora a stretto contatto con i suoi coltivatori di pomodori, che sono circa 300. La Doria fa ordinazioni direttamente presso aziende agricole specifiche, negozia i contratti all'inizio dell'anno, ed è l'azienda stessa a fornire i semi che produrranno pomodori in grado di sostenere la raccolta e la pelatura meccaniche (vedere riassunti della visita all'Appendice n°2).

Gli standard di lavoro nella coltivazione del pomodoro

La UILA stima che vi siano 100.000 lavoratori permanenti nell'intero settore agricolo, e 700.000 lavoratori stagionali. Nella stagione da marzo a novembre, questi lavoratori passano da un raccolto all'altro, in diversi tipi di aziende agricole. La delegazione IEH non ha visitato le aziende agricole, perché la stagione della raccolta dei pomodori è da agosto a settembre, quindi prima della visita. La delegazione non è riuscita a raccogliere informazioni specifiche su quanti di questi lavoratori siano impiegati specificamente dalle aziende agricole di coltivazione di pomodori e quante agroindustrie e lavoratori sindacalizzati siano presenti in questo settore.

Come detto sopra, tuttavia, è probabile che i seguenti fattori limitino l'utilizzo di manodopera occasionale nelle aziende agricole di pomodori che riforniscono l'industria della lavorazione.

• La maggioranza della raccolta è fatta meccanicamente, e la manodopera impiegata nelle aziende agricole è tendenzialmente competente e facente parte della famiglia del titolare.

• La produzione è altamente programmata, pertanto è improbabile che vengano effettuati subappalti all'ultimo minuto.

Tuttavia, la questione dello sfruttamento della manodopera migrante nella azeidne agricole esiste, ed è stata segnalata come un problema reale sia dai sindacati che dalle associazioni dei produttori. Secondo le stime, come detto sopra, il problema riguarda essenzialmente la raccolta manuale e colpirebbe la

1 Sedex è un sistema di gestione del rischio etico online. Per maggiori informazioni, consultare www.sedexglobal.com

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minoranza (20%) dei pomodori prodotti per essere ulteriormente lavorati. Non è nota la percentuale di questi prodotti che viene esportata in altri Paesi sottoforma di pomodori in lattina. Lo sfruttamento tende ad essere associato a pratiche illegali tipiche del sistema del caporalato, che prevede l'assunzione di lavoratori immigrati irregolarmente da parte di agenzie non registrate o registrate sotto un particolare tipo di società (cooperative) che le rende esenti dai controlli statali.

Le stime dei numeri degli stranieri con stato di migrazione illegale variano da 400.000 a 1 milione, a seconda della fonte dei dati. È difficile determinare quante di queste persone lavorino nel settore agricolo. Secondo il reportage di Amnesty International, a questi lavoratori non viene fornita un'adeguata tutela legale, e sono pertanto facilmente esposti allo sfruttamento.

Contesto mediatico

È importante notare che, oltre alla campagna mediatica in Norvegia, le condizioni di lavoro nell'industria italiana del pomodoro sono state oggetto anche di un'altra recentissima campagna TV di un canale televisivo francese, France 2. L'inchiesta ha pubblicamente puntato il dito contro marchi di supermercati come Auchan, Lidl, Carrefour e altri, per non aver rispettato il loro stesso codice etico. Facendo seguito a questa inchiesta anche diversi giornali italiani, come Repubblica, hanno trattato questo tema.

Della visita della delegazione dalla Norvegia e dal Regno Unito hanno parlato, con diversa rilevanza, Il Sole 24 Ore, il principale quotidiano economico italiano, Italia Oggi e il quotidiano nazionale Corriere della Sera.

Conclusioni

Per le società che importano prodotti a base di pomodoro lavorato dall'industria di lavorazione italiana, il rischio di incorrere in questioni riguardanti la manodopera è piuttosto basso e concentrato prevalentemente nella fase di coltivazione della base di fornitura che pratica la raccolta manuale.

Ad ogni modo, è anche importante sottolineare che:

1. c'è una quantità di società di lavorazione che esportano in Europa settentrionale, compresi il Regno Unito e la Norvegia, che secondo i sindacati e le associazioni dei produttori adottano pratiche anti-sindacali. Anche se si tratta di poche aziende, la loro presenza ha effetti negativi sulla reputazione dell'intera industria in Italia e, di conseguenza, influenzare anche le reputazioni degli acquirenti internazionali. Le aziende che effettuano acquisti dovrebbero mappare la loro catena di fornitura e controllare le parti interessate locali per verificare se si riforniscono da questi produttori e, se così fosse, fare pressione su queste aziende (direttamente o attraverso le parti locali) affinché cambino le loro pratiche. Gli acquirenti internazionali potrebbero anche ricorrere ai sindacati per ottenere informazioni sull'esistenza di questioni concernenti la corretta implementazione di codici, CBA e regolamentazioni.

2. La presenza del sistema di caporalato in agricoltura è una realtà. Anche se, in questo settore, tale presenza e’ limitato grazie alla raccolta meccanica, l'applicazione di questo sistema nelle aziende agricole che producono per l'industria di lavorazione del pomodoro è stato accertato dalla delegazione e confermato dalle parti interessate locali. la sua presenza è un chiaro rischio per la reputazione degli acquirenti internazionali. Le società dovrebbero concentrare i loro sforzi nel calcolare quanto del prodotto raccolto a mano entri nella catena di fornitura di esportazione, e valutare le condizioni a quel livello.

3. L'utilizzo di caporali illegali e l'adozione di pratiche anti-sindacati da parte di alcune aziende nel settore della coltivazione e della lavorazione del pomodoro in Italia, anche se limitato, significa che migliaia di lavoratori sono colpiti da standard di lavoro e di vita che sono sotto la soglia della decenza. Nella consapevolezza che questi fenomeni interessano parte dell'industria, ETI (Regno Unito) e IEH (Norvegia) incoraggiano i loro membri a sostenere il lavoro che le parti interessate locali hanno iniziato per affrontare la questione (vedere le raccomandazioni sotto).

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4. Punti dalla discussione dell'accordo L'utilizzo di caporali illegali e l'adozione di pratiche anti-sindacali da parte di alcune aziende dell'industria (sia che si tratti di aziende agricole o di produttori) sono condannati dai sindacati e dalle associazioni dei produttori incontrati dalla delegazione internazionale, perché introducono una competizione iniqua sul mercato e danneggiano la reputazione del settore. Per queste ragioni, le parti interessate locali sono motivate a collaborare tra loro e con le parti internazionali per trattare questi temi.

I principali punti discussi all'incontro tra la delegazione internazionale e le parti interessate locali hanno ruotato attorno a possibili modi di procedere nel trattare i temi. Questi i principali punti discussi:

1. Istituzione di un comitato bilaterale (vedere appendice): il tavolo di negoziazione che riunisce le associazioni dei produttori e le principali organizzazioni sindacali, presentato all'inizio di questo reportage, è stato proposto come una forma di iniziativa multilaterale locale che potrebbe guidare l'istituzione e l'implementazione di un codice etico per l'industria.

2. Creazione di un codice etico per l'industria: Il sindacato locale UILA, con il supporto delle organizzazioni sindacali FLAI e FAI e delle organizzazioni dei produttori ANICAV e AIIPA, ha avanzato una proposta per sviluppare un codice etico che le aziende del settore dovrebbero impegnarsi a seguire. La delegazione ha sottolineato la questione che, se anche un nuovo codice sarà certo utile, l'attenzione andrebbe posta soprattutto sul verificare che il quadro legale esistente copra gli standard minimi per tutti i lavoratori, compresi i migranti, e sull'implementazione di queste regolamentazioni.

3. Sistema di verifica Sono stati discussi diversi sistemi per controllare il rispetto di un codice etico, tra cui: utilizzare i rappresentanti dei lavoratori presso le aziende agricole con rappresentanza sindacale, utilizzare corpi amministrativi bilaterali esistenti, ed esecuzione della verifica da parte delle aziende che acquistano i prodotti. Riguardo a questo punto, non sono state raggiunte conclusioni. La delegazione internazionale ha sottolineato l'importanza di sfruttare il più possibile le strutture esistenti.

4. Struttura organizzativa e risorse per l'implementazione La delegazione IEH ha proposto di mettere in atto un'adeguata struttura organizzativa con le risorse necessarie per l'implementazione del codice etico nell'industria. Ciò può essere fatto creando un'iniziativa multilaterale di commercio etico per il pomodoro lavorato o per l'industria agricola. Qualsiasi modello si scelga, sarà importante allocare risorse sufficienti per l'implementazione.

5. Prossimi passi e raccomandazioni Raccomandazioni della delegazione internazionale che è stata guidata da IEH (Norvegia) e sostenuta da ETI (Regno Unito): • la delegazione accoglie positivamente l'istituzione di un comitato bilaterale che assumerà il

ruolo di facilitare il dialogo per migliorare le condizioni di lavoro nel settore.

• L'istituzione di un codice è una cornice importante ad uso dalle parti interessate locali e internazionali per comunicare su questioni concernenti il lavoro, per chiarire quali sono i requisiti internazionali, e affinché l'industria dimostri di attenersi alle regole degli acquirenti internazionali riguardo questi requisiti. Tuttavia, un codice non è un sistema di certificazione. Esistono sistemi (ad es. Global GAP, SA8000) che possono essere adottati a questo scopo e, in

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effetti, alcune aziende agricole italiane li stanno adottando. Non c'è necessità di creare un nuovo sistema di certificazione.

• Se l'adozione del codice da parte di un'industria è un passo importante in direzione dell'impegno a migliorare le condizioni lavorative, il codice stesso non va però considerato da solo sufficiente ad assicurare buoni standard di lavoro. Da solo, non avrà un impatto concreto sull'applicazione della legge. I maggiori miglioramenti nelle condizioni di lavoro, in qualsiasi settore, potranno osservarsi a seguito dell'implementazione di un quadro legale che sostenga gli stessi principi del codice etico. Quindi, nel settore della lavorazione del pomodoro in Italia si avrà un cambiamento positivo quando il comitato bilaterale e tutte le istituzioni connesse rivolgeranno i loro sforzi all'implementazione del diritto del lavoro esistente, dopo aver verificato che le leggi coprano tutti gli standard minimi per tutti i lavoratori, compresi i migranti.

• Al fine di promuovere l'implementazione delle leggi locali e di evitare la ripetizione, il codice etico dovrebbe fare riferimento e contenere specifiche del diritto italiano del lavoro e dei contratti collettivi nazionali.

• I sistemi adottati per implementare il codice etico dovrebbero soprattutto rafforzare le strutture istituzionali esistenti, che a livello provinciale e regionale sono già responsabili di adempiere ad una quantità di compiti amministrativi in relazione al diritto locale (ad es. corpi bilaterali). Allo stesso tempo, le aziende che acquistano i prodotti dovrebbero continuare ad occuparsi della loro base di fornitura come suggerito sopra (vedere conclusioni della Sezione 3).

• Potrebbe essere necessaria una nuova legislazione che regoli le attività delle agenzie e degli intermediari che forniscono manodopera (caporali). Si possono trarre lezioni da casi di altri Paesi in cui la fornitura di manodopera da parte dei caporali non era precedentemente regolata (ad es. il Regno Unito). A questo proposito, il comitato bilaterale dovrebbe verificare se la legislazione esistente regola efficacemente le attività correlate ai caporali. Una proposta di miglioramenti legislativi potrebbe far riferimento ad esempi di altri Paesi, tra cui il Gang Master Licencing Act del Regno Unito. Questi accordi, o parti di essi, potrebbero essere adattati al contesto locale.

• Poiché i lavoratori del settore agricolo spesso ruotano su diverse raccolte durante la stagione, e i produttori raramente coltivano soltanto pomodori, è altamente raccomandabile che il codice etico faccia riferimento al settore agricolo piuttosto che soltanto al settore dell'industria della lavorazione del pomodoro. Un codice che faccia riferimento all'intero settore agricolo potrebbe dettare lo standard per tutte le aziende agricole e le società di lavorazione del cibo.

• Per quanto riguarda la struttura organizzative di implementazione, di nuovo è consigliabile evitare la ripetizione ed eventualmente creare un corpo che possa trovare posto in organizzazioni esistenti.

Supporto da parte di IEH (Norvegia) ed ETI (Regno Unito):

Le parti interessate locali hanno richiesto di poter visionare, comprendere e fare riferimento ai codici dell'International Ethical Trading Initiative, e di sviluppare l'accordo che sta dietro l'implementazione del codice (ad es. sistemi di presentazione delle informazioni, principi di implementazione e così via). ETI e IEH sono liete di sostenere le parti interessate italiane fornendo servizi di consulenza, risorse e strumenti, a seconda delle risorse esistanti nelle due organizzazioni. IEH ed ETI possono inoltre redigere lettere di promozione per proposte di parti interessate italiane che richiedono provvedimenti legislativi.

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Appendice 1 – Accordo nel settore della lavorazione dei pomodori italiani

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Appendice 2 - Riassunto della visita a La Doria

La delegazione ha fatto visita ad una delle sedi dall'azienda La Doria, una ditta di lavorazione del cibo, che possiede cinque stabilimenti di lavorazione nella regione Campania, dove vengono prodotti pomodori in scatola, fagioli in scatola e zuppe, ma anche succhi di frutta. L'azienda ha anche una filiale nel Regno Unito, il suo maggiore mercato di esportazione (il 26% dei prodotti realizzati viene distribuito nel Regno Unito tramite alcuni dei principali distributori del Paese). L'azienda si concentra molto sull'internazionalizzazione sin dagli anni '90, ed esporta a svariati Paesi nel mondo. Dal punto di vista dei sindacati e delle associazioni di società presenti, La Doria si conferma in prima linea nelle relazioni umane e nelle pratiche commerciali tra le imprese comparabili.

La visita ha compreso:

1. un incontro tra i funzionari dei sindacati regionali di UILA, CGIL e CISL, il quality assurance manager e l'HR manager di La Doria, rappresentanti di sindacati locali e rappresentanti di ETI UK, ETI Norway, Rema e Virke, per parlare delle loro pratiche relative alle risorse umane e, soprattutto, del rischio di lavoro illegale nelle loro catene di fornitura di pomodori;

2. un tour dello stabilimento di lavorazione (la stagione della produzione dei pomodori era passata al momento della visita, pertanto la delegazione ha assistito alla linea di produzione di spaghetti e fagioli arrosto in scatola).

L'incontro ha evidenziato i seguenti punti concernenti l'attività di lavorazione del pomodoro di La Doria:

• la produzione di pomodoro è stagionale, e la stagione inizia ad agosto e continua fino all'inizio di ottobre

• i lavoratori impiegati nell'attività di lavorazione del pomodoro sono tendenzialmente donne del posto che lavorano in quel periodo per arrotondare i loro guadagni. L'azienda dà lavoro a circa 400 persone, ma il numero aumenta fino a 1.500 durante la stagione

• l'azienda collabora attivamente con i sindacati fin dagli anni '90 e ha in atto un contratto collettivo

• la collaborazione con i sindacati e l'investimento in pratiche adeguate in relazione alle risorse umane derivano da una significativa revisione della strategia dell'azienda, incentrata sull'internazionalizzazione e, di conseguenza sull’apertura del processo di produzione per tutto l’anno

• poiché la Campania non è più una regione di coltivazione di pomodori dagli anni '70, i pomodori utilizzati dall'azienda derivano dalle regioni vicine di Puglia e Basilicata. Le aziende agricole generalmente impiegate sono tutte registrate con La Doria. La ditta controlla strettamente la programmazione, la produzione e i cicli di raccolta delle aziende per assicurarsi che venga mantenuta la buona qualità.

• le aziende agricole da cui La Doria acquista sono in genere aziende su larga scala e altamente meccanizzate che impiegano un numero limitato di dipendenti, generalmente familiari del titolare dell'azienda.

• il ciclo di produzione, sia per i prodotti lavorati che per quelli freschi, è programmato in anticipo rendendo improbabile il subappalto.

• Lo staff dell'azienda è coperto da una rappresentanza sindacale molto attiva e da un contratto collettivo. Per quanto riguarda la catena di fornitura, la probabilità che l'azienda si rifornisca da aziende agricole che utilizzano il lavoro illegale è relativamente bassa, per il fatto che il ciclo è programmato in anticipo, altamente meccanizzato e strettamente controllato per ragioni di qualità, rendendo improbabile la necessità di reclutamento stagionale ad hoc.

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Appendice 3

Elenco delle organizzazioni italiane coinvolte

Le seguenti organizzazioni italiane sono state coinvolte negli incontri e nelle visite:

Organizzazioni sindacali

• UILA – UIL: L’unione Italiana del lavoro, di cui la UILA è la sezione rappresentante i lavoratori del settore agricolo e della lavorazione del cibo. www.uila.eu

• FLAI – CGIL: La Confederazione Generale Italiana del Lavoro, di cui la FLAI è la sezione rappresentante i lavoratori del settore agricolo e della lavorazione del cibo. www.flai.it

• FAI – CISL: La Confederazione Italiana Sindacato Lavoratori, di cui la FAI è la sezione rappresentante i lavoratori del settore agricolo e della lavorazione del cibo. www.fai.cisl.it

Associazioni dei produttori

• ANICAV: Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali, copre le ditte di lavorazione del pomodoro del centro e sud d'Italia. www.anicav.it

• AIIPA: Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari, copre le ditte di lavorazione del pomodoro del nord d'Italia. www.aiipa.it

• ConfCooperative: Confederazione Cooperative Italiane è la maggiore organizzazione italiana di cooperative, di cui fa parte la Fedagri (cooperativa agricola e agroalimentare). www.confcooperative.it

Aziende

• La Doria: è un grande produttore di prodotti a base di pomodoro, succhi di frutta, verdure in scatola e pasta, e ha sede ad Angri (SA) in Campania: www.gruppoladoria.com

• Conserve Italia produce e vende frutta e verdura conservate, controlla otto aziende di produzione e vendita e una quantità di cooperative ne sono membri: www.conserveitalia.it

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Appendice 4 – Partecipanti alla delegazione IEH

Hanno preso parte alla delegazione IEH le seguenti organizzazioni e persone:

• Fellesforbundet: Organizzazione sindacale norvegese che riunisce i lavoratori dei settori costruzione, industria, coltivazione, hotel e ristorazione. Partecipante: Jonas Bals, consulente

• Virke: la federazione delle imprese della Norvegia organizza e rappresenta oltre 17.000 aziende con più di 220.000 dipendenti in Norvegia: www.virke.no Partecipante: Kim Nordlie, consulente senior

• Rema 1000: il secondo maggior rivenditore di alimentari in Norvegia, con supermercati in Norvegia e Danimarca. Partecipante: Nicholai Jørgensen, quality manager

• Bama: grande importatore e produttore norvegese di frutta e verdura fresche. Partecipante: Magne Svartbekk, direttore CSR

• Ethical Trading Initiative (ETI) nel Regno Unito è un'associazione di imprese, organizzazioni sindacali e ONG che promuove il rispetto dei diritti dei lavoratori in tutto il mondo. www.ethicaltrade.org Partecipante: Candida Barbato, leader di categoria cibo e coltivazione

• Ethical Trading Initative Norway (IEH) è un'iniziativa multilaterale, centro di risorse e difensore delle pratiche di commercio etico. www.etiskhandel.no/English Partecipante: Ole Henning Sommerfelt, consulente senior e leader della delegazione IEH

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