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FOGLI D’INFORMAZIONE A CURA DELLA FEDIC (FEDERAZIONE ITALIANA DEI CINECLUB) ANNO II n° 16 PRIMA PARTE SETTEMBRE 2014 SOMMARIO SOMMARIO SOMMARIO SOMMARIO Editoriale R. Merlino pag. 2 Il Forum Fedic a Venezia – B. Rizzo 3 L’impegno della Fedic per stare al passo coi tempi – R. Merlino 7 Premio Fedic 8 12° Stage Fedic 2014 – “Impressioni di settembre” – G. Squarcio 10 Cinema e Psicoanalisi – “Il nome del padre” 12 A m’arcord5 – N. Scanu 15 LO SCAFFALE 17 “Cuore di tenebra” – F. Felloni 17 ATTIVITÀ DEI CINECLUB FEDIC 18 1864 – 2014 “150° della Croce Rossa Internazionale – Cinevideo Bergamo 18 Angeli & Spiriti – Cinevideo Bergamo 20 I venerdì in biblioteca – In compagnia di Pierantonio Leidi – Cinevideo Bergamo 22 “Corto BG” tra Sociale & Società – Cinevideo Bergamo 26 Cineclub Fotovideo Genova – Programmazione ottobre – novembre 2014 29 POSTA PRIORITARIA FEDIC 30 Ettore Di Gennaro – Giansandro Simonini – Giorgio Ricci 30 Giacomo Bernardi – Roberto Merlino 30 FEDIC SCUOLA 31 Campus – Naturalmentecinema L. Biggi 31 Il cinema è il modo più diretto per entrare in competizione con Dio. Federico Fellini

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FOGLI D’INFORMAZIONE A CURA DELLA FEDIC (FEDERAZIONE ITALIANA DEI CINECLUB) ANNO II – n° 16 PRIMA PARTE SETTEMBRE 2014

SOMMARIOSOMMARIOSOMMARIOSOMMARIO

Editoriale – R. Merlino pag. 2 Il Forum Fedic a Venezia – B. Rizzo “ 3 L’impegno della Fedic per stare al passo coi tempi – R. Merlino “ 7 Premio Fedic “ 8 12° Stage Fedic 2014 – “Impressioni di settembre” – G. Squarcio “ 10 Cinema e Psicoanalisi – “Il nome del padre” “ 12 A m’arcord5 – N. Scanu “ 15 LO SCAFFALE “ 17 “Cuore di tenebra” – F. Felloni “ 17 ATTIVITÀ DEI CINECLUB FEDIC “ 18 1864 – 2014 “150° della Croce Rossa Internazionale – Cinevideo Bergamo “ 18 Angeli & Spiriti – Cinevideo Bergamo “ 20 I venerdì in biblioteca – In compagnia di Pierantonio Leidi – Cinevideo Bergamo “ 22 “Corto BG” tra Sociale & Società – Cinevideo Bergamo “ 26 Cineclub Fotovideo Genova – Programmazione ottobre – novembre 2014 “ 29 POSTA PRIORITARIA FEDIC “ 30 Ettore Di Gennaro – Giansandro Simonini – Giorgio Ricci “ 30 Giacomo Bernardi – Roberto Merlino “ 30 FEDIC SCUOLA “ 31 Campus – Naturalmentecinema – L. Biggi “ 31

Il cinema è il modo più diretto per entrare in competizione con Dio.

Federico Fellini

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n° 16 – NOTIZIENOTIZIENOTIZIENOTIZIE

Cari amici, è finita l’estate e riprende, a pieno ritmo, l’attività lavo rativa e scolastica. Quella dei Cine- club, tranne qual- che eccezione, non si è mai fermata e, anzi, è proprio nel periodo

estivo che alcuni concentrano il meglio delle loro iniziative. Anche la FEDIC ha continuato nel suo impegno, portando avanti, oltre alla routinaria gestione, varie iniziative importanti. E’ uscito il secondo numero on-line di “Carte di Cinema” ed è in preparazione il terzo, con un fermento nuovo in redazione, nuovi inserimenti di validi collaboratori e l’intenzione di creare una fucina di “giovani leve”. Nel campo della didattica, oltre all’ormai consolidato e conclamato Stage Nazionale (quest’anno mirabilmente condotto da Beppe Ferlito), la novità è rappresentata dal “Campus” che FEDIC Scuola ha organizzato a Fivizzano (MS) per i ragazzini: un’intelligente ed impor- tante iniziativa, volta a coinvolgere ed interessare al cinema le giovanissime leve. Per quel che riguarda Venezia, oltre agli accrediti per tutti i nostri Soci che ne hanno fatto richiesta, abbiamo portato avant i i l Forum e il Premio

FEDIC, con l’importante novità che -da quest’anno- abbiamo come partner Cir-Food e l’istituzione di un nuovo premio (per una scena da film “sul cibo”). Mi piace sottolineare che, anche dal punto di vista della “qualità” di produzione, abbiamo avuto un nuovo importante consenso, grazie alla medaglia di bronzo vinta da Lorenzo Guarnieri all’UNICA, svoltasi quest’anno a fine agosto a Piestny, in Slovacchia. Termino esortandovi a collaborare alla stesura del testo per un “Inno FEDIC”: è importante che in tanti si esprimano, in modo da avere diverse sollecitazioni ed opzioni, per non cadere nel banale ma, anzi, creare qualcosa di convincente e pertinente alla nostra passione. Un caro saluto e8 buon lavoro!

Roberto Merlino Presidente FEDIC

EDITORIALE

Roberto Merlino

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71.a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

Il Forum Il Forum Il Forum Il Forum FedicFedicFedicFedic a Veneziaa Veneziaa Veneziaa Venezia

Anche quest’anno, con l’ottima organiz- zazione di Paolo Micalizzi, si è svolto il 19° Forum Fedic alla 71.a Mostra Interna- zionale d’Arte Cinema tografica di Venezia. L’evento ha avuto luogo presso lo Spazio incontri del Venice Film Market.

La prima cosa da mettere in evidenza è il congruo numero di persone che vi hanno partecipato, sia come relatori e sia come pubblico interessato all’argomento propo- sto. Infatti il tema del Forum è stato: “Essere Filmmaker nell’Era Digitale” e ogni relatore lo ha sviluppato secondo una propria prospettiva. Si è iniziato con la presentazione da parte di Paolo Micalizzi dei relatori che, nell’ordine, sono stati: Roberto Merlino, Presidente Fedic; Giorgio Sabbatini, Filmmaker; Vittorio Boarini, Docente universitario; Marcello Zeppi, Presidente

di Montecatini International ShortFilm Festival-Filmvideo; Laura Biggi, Respon- sabile Fedic Scuola; Beppe Rizzo, Filmmaker. Micalizzi ha tracciato un breve profilo per ogni relatore, mettendo in evidenza le peculiarità di ognuno. Prima dell’inizio dei lavori è stata data la parola, per un saluto, a Stefania Ippoliti, Presidente delle Film Commission italiane, che ha ringraziato per l’invito ed ha sottolineato che “il lavoro svolto dalla Fedic è un’opera di inseminazione, di passione

Beppe Rizzo

Una veduta dello “Spazio Incontri” dove si è svolto il 19° Forum Fedic 2014 (Foto: V. Tullio).

Paolo Micalizzi

n° 16 – NOTIZIENOTIZIENOTIZIENOTIZIE

Stefania Ippoliti (Foto: L. Caravello).

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n° 16 – NOTIZIENOTIZIENOTIZIENOTIZIE

per il Cinema, di conoscenza, di aiuto per chi non soltanto ama vederlo, ma vuole anche avventurarsi nel farlo, nel raccontare delle storie attraverso questo strumento così particolare”. Ha preso, quindi, la parola Roberto Merlino che affrontando il tema “L’impe- gno della Fedic per stare al passo con i tempi” ha affermato che “Il progresso tecnico ha fatto passi da gigante negli ultimi 20/30 anni creando una sorta di «democra- tizzazione» che permette a tutti o quasi di esprimersi con il linguaggio cinema- tografico” e ha continuato dicendo che “l’era digitale ha portato con sé un grosso cambiamento, tecnologico, ma soprattutto nel modo di pensare e fare «comunica- zione con le immagini in movimento». Merlino ha poi sviluppato i concetti di “Sostegno economico”, “Didattica” e “Visibilità” dei film realizzati dai Soci”.

E’ stata la volta di Giorgio Sabbatini che ha sviluppato una lunga e interessan- tissima relazione dal titolo “La metamorfosi dell’immagine e del Filmmaker”. E’ un peccato dovere riferire qui solo alcuni punti, ma data la lunghezza dell’intervento ci limitiamo a riportare alcuni passaggi.

“Un piccolo proiettore a manovella e a «passo ridotto», il passo era nove e mezzo, quello con la perforazione al centro della pellicola tra un fotogramma e l’altro, entrò in famiglia e per me fu un momento importantissimo poiché segnò il mio primo contatto diretto con la pellicola”. E ancora: “Sperimentare per me è sempre stato il modo migliore per tentare di proporre nuove tecniche di ripresa e di montaggio, oltre alle possibilità offerte dalle immagini per raccontare situazioni di pura fantasia, o documentare momenti di realtà”. Sabbatini conclude la sua relazione con un’affermazione da scolpire nella mente di ogni Filmmaker: “E’ importante credere in ciò che si realizza tenendo bene presente che ciò che si produce non è un regalo che facciamo a noi stessi, ma è l’impegno concreto e sincero di comunicare concetti, sensazioni e sentimenti ad un nostro pubblico”. Seguendo l’ordine degli interventi, la parola passa a Vittorio Boarini storico del Cinema ed organizzatore di prestigiosi e importanti eventi culturali e anche Direttore della Cineteca di Bologna e della Fondazione Federico Fellini. Si nota subito la particolare competenza del relatore che, dopo essersi complimentato con Sabbatini, definendo il suo intervento “una storia veramente istruttiva”, si è soffermato sulla doppia natura del Cinema: una natura tecnica e una natura come mezzo di linguaggio.

Roberto Merlino

Giorgio Sabbatini (Foto: L. Caravello).

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I riferimenti del professore alla Settima Arte sono stati innumerevoli: l’avanguardia comica americana, il Cinema sovietico, il Cinema che diventa Cinema attraverso il montaggio, la grande scoperta tecnica del sonoro, e poi quella del colore, e poi lo “specifico filmico”, la “fotogenìa” cioè la differenza fra la realtà filmata e il filmato, lo scarto che esiste tra ciò che viene filmato e il filmato stesso. E poi ancora “il passaggio dall’analogico al numerico è anche il passaggio da un modo di fare il Cinema, di intenderlo, di articolare un racconto cinematografico”. Marcello Zeppi ha incentrato il suo intervento su “La comunicazione digitale in Europa”.

Egli inizia affermando che “essa non riguarda solo il ristretto e pur significativo ambito del Filmmaker, ma entra in rapporto con le persone in ogni momento della propria esistenza” e aggiunge che “la narrazione cinematografica possiede un potenziale pedagogico e didattico indiscusso che coniuga introspezione ed osservazione critica della realtà. Governi, Ministeri, Scuole, Università sono impegnati in tutto il mondo nella valorizzazione del linguaggio cinemato- grafico, per inserirlo a pieno titolo nelle attività curricolari”. E soffermandosi sul digitale, Zeppi parla di Simbolismi, di Digital Literacy, ovvero il saper leggere il digitale, di creatività e responsabilità del Filmmaker. Insomma, il relatore prende in esame aspetti semantici, etici, professionali, accenna alle tecnologie e alla formazione scolastica e universitaria. Termina affermando che “geniale è il Filmmaker, Regista, Artista, capace di dire cose profonde in modo semplice. Questo è possibile se si saprà coniugare la conoscen za di ieri con la conoscenza digitale”. Prende poi la parola Laura Biggi dimo- strando grande esperienza per ciò che concerne l’uso dell’immagine in ambito scolastico. “L’immagine – afferma Biggi – ha subìto nella storia dell’umanità notevoli variazioni stilistiche dovute a correnti di pensiero e luoghi d’origine, ma soprattutto ad una progressiva evoluzione antropo- logica”. La relatrice si sofferma sulla evoluzione della parola e dell’immagine, citando i Cantastorie, ad esempio, fino ad arrivare al “digital storytelling”, ovvero la tecnica di narrazione attraverso gli strumenti digitali. E’ per mezzo della “storytelling” che le emozioni dell’uomo trovano il mezzo più efficace di espres- sione. Laura Biggi, poi, si sofferma sui termini “Interattività”, “Ubiquità”, “Multime- dialità” e arriva al concetto di “Nativi Digitali”, termine coniato nel 2001 per indicare i giovani nati tra la metà degli anni ’90 e il 2000.

Vittorio Boarini

Marcello Zeppi

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“Sono loro a costituire la prima generazione nata e cresciuta con le nuove tecnologie”. Beppe Rizzo non deve relazionare su uno specifico argomento, ma viene chiamato da Paolo Micalizzi per dare una testimonianza, visto che rappresenta uno dei Soci storici della Fedic. Rizzo si limita, infatti, a raccontare tre aneddoti che partono dalla fine degli anni ’40 col suo primo approccio all’immagine in movimento, fino alla constatazione che l’immagine elettronica, prima, e quella digitale, dopo, hanno rag- giunto un’alta perfezione di qualità. Il Forum della Fedic si conclude con due brevi interventi, di Boarini e quello finale di Merlino. Vittorio Boarini parla del privilegio dei “dilettanti” che sono liberi di esprimere le proprie idee; a differenza dei professionisti i quali, al contrario, lavorano per il guadagno e devono sottomettersi al volere di coloro

che gli propongono un lavoro. Roberto Merlino ringrazia tutti coloro che sono intervenuti, il pubblico, ma soprattutto i relatori che hanno dato un interessante contributo a questo momento di incontro. Vuole poi chiarire il concetto dell’induzione all’individualismo da parte delle nuove tecnologie. “Noi vogliamo fare in modo – afferma Merlino - che questo linguaggio sia lungi dall’essere un qualcosa che conduce all’individualismo, ma anzi possa trasfor- marsi in un qualche cosa che favorisca il lavoro di gruppo, l’interazione, ecc.” e aggiunge “un compito dei nostri Cineclub è di far capire due cose a chi è individualista: che il cinema è un lavoro di gruppo e che all’interno del Cineclub il lavorare insieme può dare enormi potenzialità”. A conclusione del Forum, il Presidente Fedic Roberto Merlino ha consegnato a Vittorio Boarini la Medaglia del 60° anniversario Fedic.

Beppe Rizzo Presidente del Cineclub Fedic Alassio

Laura Biggi (Foto: L. Caravello).

Il tavolo dei Relatori: (da sin.) Giorgio Sabbatini, Stefania Ippoliti, Roberto Merlino e Paolo Micalizzi (Foto: L. Caravello).

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ESSERE FILMMAKER NELL’ERA DIGITALE L’impegno della FEDIC per stare al passo coi tempi

Il progresso tecnico ha fatto passi da gigante negli ultimi 20/30 anni, creando una sorta di “democratizzazione” che permette a tutti (o quasi) di esprimersi con il linguaggio cinematografico. Perché, allora, non è aumentato di pari passo il numero degli iscritti ai Cineclub? Perché molti Cineclub “invecchiano”, anno dopo anno, crogiolandosi su un passato che, seppur glorioso, non garantisce futuro. Credo che un compito prioritario della FEDIC sia quello di rendere consapevoli i propri Cineclub che l’era digitale ha portato con sé un grosso cambiamento, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche nel modo di pensare e fare “comunicazione con le immagini in movimento”. Può sembrare una cosa ovvia ma, in realtà, non lo è. Per lo meno per alcuni. Forse per molti. Probabilmente per troppi! Ovviamente non ci limitiamo ad allertare ed esortare i nostri Cineclub, ma cerchiamo di fornire opportunità e stimoli, operando su 3 fronti: 1) sostegno economico; 2) didattica; 3) visibilità.

1) Sostegno economico Diamo un contributo in denaro ai 3 Cineclub che, a fine anno, sono risultati maggiormente “virtuosi”: è un “aiuto” che deve essere investito in materiale tecnico, di cui tutti i Soci possano usufruire. 2) Didattica a) Da 12 anni organizziamo uno Stage Nazionale di 5 giorni, dove argomenti e pratiche di grande attualità vengono affrontati con qualificati maestri. Un plus valore di questo evento è dato dall’incontro e il confronto tra vecchie e nuove generazioni, con la conseguenza di fondere l’esperienza dei “vecchi” all’energia dei giovani, la conoscenza del linguaggio cinematografico a quella delle nuove tecnologie, ecc. b) Con il settore FEDIC-Scuola portiamo nelle scuole (dalle elementari alle superiori, fino all’università) corsi di formazione, videorealizzazioni, proiezioni, concorsi, ecc. Da quest’anno organizziamo un campus estivo per ragazzini, dove apprendimento e pratica del cinema si fondono a gioco e vacanza. c) C’è poi la Festa del Cinema Corto, evento che si ripete ogni due anni, caratterizzato da 8 diversi mini-laboratori di cinema e 4 serate di proiezione corti, con Autori e Critici. Il tutto in 5 giorni all’insegna della buona cucina e della vacanza. e) Sempre per quel che riguarda la “formazione”, abbiamo messo a disposizione dei Cineclub che non fossero in grado di farlo in modo autonomo, uno staff di docenti pronti a dare il loro contributo sul territorio. 3) Visibilità (dei film realizzati dai Soci) a) Abbiamo creato una rete di 12 Festival FEDIC, che offre ai nostri Soci maggior visibilità rispetto ad un qualunque videomaker, grazie alla “vetrina FEDIC” e al “Premio FEDIC”; inoltre abbiamo approntato una piattaforma che consente loro di iscriversi a tutti i Festival della Rete-FEDIC con un unico inserimento. b) Ogni anno portiamo al Festival Mondiale dell’UNICA 5-6 film FEDIC che rappresentano l’Italia in un prestigioso contesto. c) Facciamo due trasmissioni televisive di film-FEDIC, una settimanale (116.a puntata!) ed una giornaliera, con tutti i film in rete, visibili in ogni momento e in qualunque parte del mondo. d) Cerchiamo di utilizzare ogni occasione (Assemblee, Stage, Convegni, Rapporti con le altre Associazioni di Cultura Cinematografica, ecc.) per mettere in mostra le opere dei nostri Soci. Lungi dall’essere appagati, sappiamo che c’è molto da fare e da migliorare, per stare al passo coi tempi e conquistare fiducia e coinvolgimento dei giovani. L’impegno c’è. I risultati cominciano ad arrivare.

Roberto Merlino Presidente Fedic

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Roberto Merlno

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Premio collaterale

La Giuria del premio FEDIC ( Federazione Italiana dei Cineclub) presieduta da Roberto Barzanti e composta da Ugo Baistrocchi, Lorenzo Bianchi Ballano, Daniele Corsi, Giuliano Gallini, Ferruccio Gard, Carlo Gentile, Fausto Ghiretti, Franco Mariotti, Paolo Micalizzi, Italo Moscati, Elisabetta Randaccio e Giancarlo Zappoli ha attribuito il premio FEDIC destinato “all’opera che meglio rifletta l’autonomia creativa e la libertà espressiva dell’autore” al film

IO STO CON LA SPOSA

di Antonio Augugliaro, Gabriele del Grande, Khaled Soliman Al Nassiry

“perché è il prototipo di un possibile modello di cinema indipendente e partecipato sia a livello produttivo, in quanto finanziato attraverso il contributo di migliaia di potenziali spettatori divenuti mecenati del cinema che vorrebbero, sia a livello autoriale attraverso il coinvol- gimento degli stessi autori nella realizzazione dell’opera. Il film incarna un’idea di cinema eticamente combattiva, e quindi di grande rilievo dal punto di vista conoscitivo e didattico”. La Giuria assegna inoltre una Menzione Fedic – Il Giornale del Cibo destinata “all’opera che propone la scena più significativa legata al cibo e all’alimen- tazione” al film:

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71.a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

Alcuni componenti della Giuria: (da sin.) Lorenzo Bianchi Ballano, Giuliano Gallini, Roberto Barzanti (Presidente), Paolo Micalizzi, Ferruccio Gard, Elisabetta Randaccio, Giancarlo Zappoli, Ugo Baistrocchi.

(Da sin.) Gli Autori del Film “Io sto con la sposa” ricevono il Premio Fedic da Paolo Micalizzi (Fedic Cinema) (Foto: B. Rizzo).

Federica Loiacono, di Rai Cinema, riceve il premio attribuito a Gabriele Salvatores. Accanto a lei da sinistra: Paolo Micalizzi e Giuliano Gallini, Direttore editoriale di “Il Giornale del Cibo” (Foto: B. Rizzo).

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ITALY IN A DAY Un giorno da italiani di Gabriele Salvatores

“perché nel ritratto dell’Italia raccontato attraverso 632 video di persone comuni la preparazione del cibo e il suo consumo vengono rappresentati come momenti di gioia, creatività, identità”. I premi sono stati consegnati sabato 6 settembre alle ore 11.00 presso lo spazio della Fondazione Ente dello Spettacolo (Sala Tropicana 1 – Hotel Excelsior / Lido di Venezia).

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Gabriele Salvatores (Foto: G. Sabbatini)

Incontro con il Regista

UGO GREGORETTI

(Da sin.) Paolo Micalizzi, il Regista Ugo Gregoretti, Beppe Rizzo e Roberto Merlino (Foto: L. Caravello).

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12o STAGE FEDIC 2014

“Impressioni di settembre” di Giusppe Squarcio

Sono partito da Torino insieme con altri compagni di avven- tura parlando di cosa ci si potesse aspet tare dalla sceneg- giatura che prevedeva un finale scontato, ma tutto si è concluso con un “Si vedrà!”. L’inizio è stato per me alquanto imprevisto

perché sono stato il primo nella prova di recitazione, tra quelli che avevano dato la propria adesione al casting, con il regista (in lingua francese “realizzatore”) Beppe Ferlito. Tensione e memoria carente sono state le condizioni per essere stato anche il primo escluso dalla selezione di attore per il corto “Vendita porta a porta”, rinominato, in corso di realizzazione, “Make-up”. I giorni sono trascorsi velocemente nell’agriturismo Felloni usato come location e con le proiezioni nel Comune di Calci. Le riprese sono cominciate il pomeriggio di venerdì con la creazione dell’effetto pioggia per ambientare l’inizio del video; non c’era il “ciak”, ma bisognava fare ugualmente silenzio mentre la videocamera inquadrava le foglie e, in macro, le gocce che scendevano.

Poi si è iniziato a fare sul serio: gli attori selezionati, come diceva Beppe Ferlito “unica materia viva di un film”, comin- ciavano a entrare nei personaggi previsti dalla sceneggiatura di Paolo Beatini. Si riprendeva più volte la stessa scena fino a quando Valerio Cibrario, nella parte del professore Franco Ferri, e Antonella Santarelli, in quella della venditrice Cecilia, non hanno mostrato di avere padronanza e sicurezza nella recitazione. Ho voluto vivere questa esperienza stando molto vicino a tutto quello che accadeva sul set rendendomi a volte invadente... Ho già avuto esperienza di riprese sul set, ma con Beppe ho avuto modo di apprezzare la sua pazienza nel ricercare motivazioni ed elementi in modo che l’aspirante attore si

Giuseppe Squarcio

Una fase delle riprese in un interno.

Si crea l’effetto pioggia non previsto dalla sceneggiatura.

Antonella Santarelli e Valerio Cibrario.

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lasciasse plasmare per dare il meglio. In questa impresa sono state coinvolte molte persone che hanno apportato il loro contributo alla realizzazione del progetto; si sono verificati anche degli imprevisti come il settaggio della videocamera non funzio- nale alle riprese, e i rumori provenienti dalla strada o da macchine agricole. Qualche volta si è dovuto riprendere qualche par- ticolare o riprodurre un suono da inserire durante il montaggio.

Una mia opinione personale è che sarebbe stato interessante costituire gruppi che si occupassero di audio, luci, ambiente e prevedere un momento di condivisione delle esperienze vissute. Le riprese erano intervallate con la pausa caffè che permetteva di fare un piccolo stacco e ridefinire gli impegni di chi si rendeva disponibile a collaborare sul set.

Con le riprese dell’ultima scena con l’attrice Alessandra Ubiali nella parte di Valentina Rosetti, nella camera al piano di sopra dell’edificio, ho notato che la penombra, pre vista nella sceneggiatura, veniva sostituita con ampie luci e, nonostante questa scelta registica, l’effetto traumatico della ripresa ha avuto il suo effetto: il professore Franco Ferri, che all’inizio del video sembrava una persona a modo, in quest’ultima scena mostra tutta la sua follia perché ha ucciso Valentina, la persona che credeva di amare, mentre la povera Cecilia si rende drammaticamente conto di trovarsi di fronte ad un assassino psicopatico! Il film ha avuto un processo di montaggio alquanto lungo, ma alla fine è stato possibile farlo vedere al Sindaco e vice Sindaco di Calci che hanno saputo apprezzare e contestualizzare il lavoro.

Giuseppe Squarcio

Due tecnici sistemano le luci per l’illuminazione dell’interno della cucina.

Il Regista Giuseppe Ferlito spiega il contenuto della scena a Valerio e ad Antonella per una migliore interpretazione.

Alessandra Ubiali si appresta ad interpretare una parte di9 tutto riposo!

Il gruppo dei partecipanti al 12o Stage Fedic.

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la manifestazione è realizzata da:

con i contributi di:

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n° 16 – NOTIZIENOTIZIENOTIZIENOTIZIE

A M’ARCORD8

a cura di Nando Scanu

1947-49 Un Circolo del cinema a Merano Luigi Serravalli Consigliere FICC

8A Merano mi dò da fare. Costituisco un Circolo del Cinema sul tipo dei vecchi circoli. Allora si intendeva per Circolo del Cinema una organizzazione che si dedicasse alla visione degli "incunambuli" e dei "palinsesti" delle vecchie pellicole, vecchie sul serio, a partire dalle origini e per cominciare a studiare la storia e la sintassi. Merano, città mistilingue di albergator i e m e rcant i

raccoglie un piccolissimo gruppo di cinefili. Sanig, del cinema Marconi, per poco prezzo ci consente l’utilizzo del piccolo cinema Odeon per proiezioni solo alla mattina. Troviamo un proiezionista tedesco, abbiamo una ventina di seguaci, un po' di indirizzi e cominciamo una attività con un film alla settimana. Il mecenate alto atesino di lingua tedesca è incuriosito da questa novità. Lui è direttore di un locale, in possesso di Romualdo Farinelli. Romualdo ogni tanto viene a Merano a curare i suoi interessi e quelli della Lux Film e ci appoggia; Sanig concede questo "Odeon" e proiettiamo cose di Lang, Cavalcanti, Murnau, Flaherty, insomma quelle cose che tutti conoscono. Io tengo un piccolo discorso introduttivo e poi c'è il dibattito. Il pubblico è poco numeroso, non tende a crescere, ma è costante. Una mattina proiettiamo un film francese nel grande “Marconi”, viene anche più gente e il dibattito è più interessante (Les enfantes du Paradis ). L'iniziativa è la prima del genere, penso non solo a Merano ma in tutto l’Alto Adige, ma l’iniziativa non piace. Piace poco. Non appartiene alle iniziative del Potere. Il Potere è in mano a certi partiti che di cinema non sanno niente, e del quale non si

sono mai interessati, ma che vedono con non poca paura che a Merano (Austria/Italia) possano essere proiettati, come facemmo noi, film “russi” del 1920, anche se siamo nel 1950. La cosa non va non perché non sia una cosa buona, nessuno indaga oggettivamente sui fatti, non va perché è una cosa "diversa", lontana da certi schemi, quindi "pericolosa".

Avevamo superato con difficoltà la trafila dei permessi necessari, eravamo riusciti con un laborioso sistema di tessere a pagare le spese, ma non riuscimmo a battere questa timore che è un po' il timore di tutti, nei riguardi di uno sbarco di "marziani". Un "marziano a Merano” era l'impres- sione generale anche se noi eravamo dei "poveri untorelli" non certo in grado "spiantar Merano" (ci sta anche bene: Merano/Milano). Il cineclub morì, un episodio del lavoro culturale in quegli anni cosi bene descritti da Bianciardi. Oggi, che tutto il paese è pieno di Cineforum (che sono molto diversi dai Cineclub), i lettori resteranno meravigliati che si potesse temere una attività cosi innocua. Innocua? A ben guardare moltissime cose sono cambiate e certo anche i Cineclub hanno avuto la loro parte nei cambiamenti e forse quelle persone che allora li battevano avevano ragione. La libertà di conoscere un mondo più vasto rompe certo grosse catene di egoismi. In loco poi, iniziative di questo tipo scalfivano il cosi detto "cretinismo alpino", diffusissimo dal Brennerpass alla Chiusa di Ceraiano, quindi per quella volta il cretinismo alpino segnò un punto a suo favore e noi ammainammo bandiera, ma, a poco a poco, le cose mutarono, anche se spesso, nelle zone di detto cretinismo, mutarono in peggio. Ero destinato a fare “the big frog in the little pond”, come dicono gli americani. E, nel piccolo stagno, il sasso crea sempre molto scompiglio. Che ci fosse qualcuno che avesse inventato qualche cosa diverso dalle Zimmer Frei, Frustuck, Tirolischen Goulasch, Apfelstrude, tiroler Kanederl, la gesundheit, la gemutlichkeit, la tradition, anzi, la "unsere tradition", i Blumen, gli Erckert, era cosa che aveva fatto un certo scalpore8 Così, d'altra parte, c'era l'altra civiltà, quella del “pontesel”, del “Pan brusà”, del "noster trentin", del “bon/bicher”, del "si va su la montagna", dei "sti ani", del “fogoler”, de "mi son trentin, me piase il vin” anche lei ostile e commossa dall’inconsueto che l’Austria/Italia è popolata da tre razze, i “tirolischen goulasch”, i “trentin, me piase il vin” e i “taliani”. Gli italiani o “terroni “ vanno dalla chiusa di Ceraino in giù. Gli "italiani" sono walsch per i tirolischen e terroni per i trentini. Gli italiani hanno tutti i vizi e pochissime virtù. Tirolesi e trentini avranno le loro beghe locali ma quando si tratta di prendersela con gli italiani sono addirittura commoventi. I due gruppi egemoni piangono tutti come Carolus Cergoli, il "Complesso” dell'Imperatore e tutti, con le lacrime agli occhi, ricor

Nando Scanu

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n° 16 – NOTIZIENOTIZIENOTIZIENOTIZIE

dano come si stava bene sotto il buon padre, il KK Francesco Giuseppe, Imperatore di kakania con pagine e pagine di titoli imperiali e feudali al seguito. L’unico risultato della prima esperienza, come cineclub, fu che trovai Merano che mi stava assai stretta ed era un’altra specie di ghetto per me insalubre e nefasto. Allora scrissi un libro di poesia, Ezra Pound mi fece una lettera di presentazione di dieci righe, e lo chiamai “Nostro Esilio”. Ero tutto immerso nella mia realtà fantasmatica, alle prese con un paese "irreale" popolato da gente incomprensibile e nel pieno della lotta per la sopravvivenza comune al dopo guerra. L'ufficio turistico meranese invece aveva le sue grane: accuse di immobilismo, mancanza di “fantasia", incapacità di stimolare la situazione in modo da far tornare lo splendido boom degli anni “entre deux guerres". Così il presidente ed il segretario ci chiamarono, noi “sospetti" del cine club, e ci chiesero se ci sentivamo in grado di organizzare una settimana di cinema, portando a Merano alcune pellicole dalla Rassegna veneziana, allora in atto. L'Ente gestiva un cinema teatro, aveva quindi la possibilità di mettere a disposizione una sala perfettamente attrezzata e, se fossero arrivati i film, si poteva fare una manifestazione coi fiocchi. Dopo alcuni parlamentari si convenne di inviarmi a Venezia per prendere contatti con la Mostra e cercare di recuperare i film. Ognuno si rende conto di come il progetto fosse cervellotico, bastava avere la minima conoscenza con il mondo del cinema "reale" per sapere che i film viaggiano secondo leggi fisse e non per compiacere enti turistici periferici. Inoltre, se fossi stato meno ingenuo, mi sarei subito accorto, dal mode- sto appoggio finanziario che mi veniva consentito, che l'Ente desiderava solo procurarsi un alibi di fronte ai suoi critici e non, vera- Da mente, mettere al fuoco questa grossa pentola: gli enti burocratici adorano poter dire: <8Abbiamo una "pratica", si è parlato, discusso, preso contatti, si è fatto ma la cosa non è stata possibile8>, così hanno le spalle coperte e nessuno può più recla- mare. Comunque fu così che approdai alla decima mostra del cinema di Venezia del 1949, diretta da Antonio Petrucci. Dormivo in città in un alberguccio da pochi soldi, scorrazzavo notte e giorno la Laguna per i contatti, mangiavo come potevo sandwich e panini (ho detto che mi avevano dato poco più del viag-

gio?) e scoprivo una infinità di cose sulle quali avevo meditato per tanti anni, con un sole splendente, il mare blu spruzzato di bianco, il volo dei gabbiani, le intricate architetture pizzettate dei secoli passati e le famous personality presenti fra Excelsior e Palazzo del Cinema: poche centinaia di metri quadrati fra terra e mare, giardini e palazzi bianchi, viali e alberghi dove questo “Barnum” aveva posto le tende e il caravanserraglio mondiale intrafficava in inglese, lingua unica ed universale, a suon di dollari: sulle rovine della guerra i trionfi della celluloide. Ricordo, non so come, che la prima persona che contattai fu Sonnika Bo, penso certo la meno adatta da portare a Merano/Meran, fra tre confini in mezzo alle montagne. Incontrai anche Franco Antonicelli che conoscevo di fama come direttore della casa editrice Frassinelli di Torino, casa alla quale dovevo tanta parte del mio sapere, dal Moby Dick tradotto da Pavese, al Babel, ai racconti dei Romanzi di Kafka, ai drammi di O'Neill e così via. Antonicelli è stato uno degli uomini più civili della cultura italiana. Scoprii che era presidente dei Circoli del Cinema e che quella Federazione teneva a Venezia, in quei giorni, il suo consiglio annuale, uno dei primi del dopo guerra, nel quale cercava di darsi una ossatura e di combattere tutte le angherie alle quali l'Altro cinema veniva sottoposto. Cioè mi resi conto che la storia del Cineclub Merano non era una eccezione, ma la regola, che con censure, ragioni tecniche, lungaggini burocratiche, si cercava dappertutto di fare abortire questa indagine, questo studio sul vero cinema che, guarda un po’, non era mai stato né fascista, né colonialista, né imperialista. I paglietta nostrani, in questa lotta erano quasi sempre vincitori e noi, a Venezia, elencavamo la lunga "querelle" ben consci che il lavoro dei "circoli" costituiva una vera e propria prima linea. Ad ascoltare i lavori diretti da Virgilio Tosi, che pesava, allora, pochi etti e sembrava destinato a brevissima vita, c'erano anche Callisto Cosulich e George Sadoul. Mentre i contatti per accaparrarmi i film da portare a Merano risultavano mostruosamente impossibili, i lavori del congressino mi affascinavano talmente che alle elezioni fui fatto Consigliere Nazionale (1), con sorpresa di tutti e sopra tutto di Cremonini, un cinefilo imolese che si ricordava vagamente della mia esistenza dai tempi del ginnasio Dino Grandi di Imola e poi non aveva mai più sentito dire nulla. Un amico di Antonicelli, il torinese Puerari, che pareva avere molte buone maniglie nel mondo del cinema, mi promise di prendere alcuni contatti e mi assicurò un pool di film per Merano dove tornai non da trionfatore, ma neppure a mani vuote.

Luigi (una bozza inviata a Nando Scanu - 1979)

(1) In quel Congresso veneziano della Federazione Italiana dei Circoli del Cinema il Consiglio direttivo, eletto con i consensi di 7946 soci, risultò composto da Franco Antonicelli (Torino), presidente, Virgilio Tosi (Milano), segretario generale, Gianni Milner (Venezia), Corrado Terzi (Bergamo), Sanzio Cremonini (Bologna), Luigi Gori (Firenze), Enrico Rossetti (Genova), Nicolò Numeroso (Napoli), Silvano Filipelli (Livorno), Peppino Calzolari (Parma), Luigi Serravalli (Merano), Callisto Cosulich (Trieste), Gaetano Carancini (Roma).

(da: Quando il cinema era un circolo di Virgilio Tosi – Biblioteca di B&N)

Nando Scanu e

Luigi Serravalli

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n° 16 – NOTIZIENOTIZIENOTIZIENOTIZIE

LO SCAFFALE a cura di Federico Felloni

DALL’EDITORE

Federico Felloni ha ereditato la passione da suo padre e tra mille peripezie porta avanti le Edizioni La Carmelina, casa editrice di Ferrara che dal 2004, oltre ad organizzare eventi e rassegne letterarie a livello nazionale, pubblica libri di vario genere nel comune denominatore della qualità e dell'innovazione.

www.edizionilacarmelina.it

Cuore di tenebra

Non è mai semplice presentare se stessi ad una platea, sia essa virtuale che fisica, mi ricordo che a scuola alle prime lezioni d' inglese “introduce yourself” era sempre la domanda più temuta, almeno per me. Non per pudore ma perché risolvere in poche pa

parole la complessità di un animo umano, qualsiasi esso sia mi è sempre parso impossibile. Con assoluta umiltà accolgo l'invito dell'amico Giorgio Sabbatini per parlare di libri da cui sono stati tratti film più o meno famosi. In futuro cercherò di inseguire l'attualità con particolare riguardo per opere italiane ma oggi per iniziare scriverò due parole su quello che considero un capolavoro assoluto: Cuore di tenebra di Joseph Conrad, racconto a cui si è ispirato Francis Ford Coppola per Apocalypse Now capolavoro indiscusso della cinematografia moderna.

Il racconto, anche se sarebbe più corretto considerarlo un romanzo, si sviluppa partendo dai ricordi nostalgici di Marlow, emersi in una chiacchierata con quattro amici, riguardo un suo viaggio anni prima risalendo il fiume Congo alla ricerca di Kurtz, un agente di commercio di cui si sono perse le tracce. La risalita di Marlow è quasi un viaggio a ritroso nel tempo, alla scoperta di culture, considerate almeno a parole oramai superate, fino ad arrivare al contatto con un gruppo di indigeni che hanno assunto Kurtz a divinità e ne impediscono la partenza, anche perché lui stesso non anela il ritorno nella così detta civiltà. Trascinato via da Marlow, Kurtz muore sul battello maledicendo il mondo e consegnando un pacco di lettere per la fidanzata che, devota, lo attende a casa. Marlow, una volta rientrato, la rintraccia consegnandole le missive ma mentendole a fin di bene sulle ultime parole di Kurtz, dedicate non a lei come, invece, Marlow le fa credere. Una prima lettura potrebbe far pensare che Conrad voglia semplicemente fare una critica al colonialismo in africa, per l'esattezza, ma, volendo alzare l'asticella, si dovrebbe individuare nella capacità, sempre attuale per altro, del mondo e della cultura occidentale di individuare il “male”, il nemico, la “darkness” del titolo stesso non al suo interno ma nelle differenti culture che ha sfruttato prima e distrutto poi in nome della parola progresso, bella parola che sta a mascherare il vero interesse, il denaro. L'orrore di Kurtz in punto di morte è un'assunzione di responsabilità di una vita, tipica dell'uomo potente occidentale, dedita verso una pretesa onnipotenza e superiorità rispetto alle altre civiltà ed implicitamente una condanna da parte di Conrad. La trasposizione di Coppola segue un percorso molto simile al libro, anche senza avere citazioni letterali, ma inserendola però in un contesto differente molto in voga in quegli anni, la guerra in Vietnam. La suggestione che deriva dall'ambien- tazione e che magnifica la pellicola è però stato, a mio parere forse un piccolo errore in quanto questo l'ha catalogata, per la testa di un pubblico meno attento, in un filone quando, invece, è film, capolavoro, a sé stante...

Per ogni suggerimento, proposte di lettura, commento o altro potete contattarmi alla mail: [email protected]

Federico Felloni

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n° 16 – NOTIZIENOTIZIENOTIZIENOTIZIE

ATTIVITÀ DEI CINECLUB FEDIC

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n° 16 – NOTIZIENOTIZIENOTIZIENOTIZIE

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Sala Punto di incontro COOP Piazzale del Terminal Traghetti Incontri: tutti i giovedi alle ore 21,00 - Ingresso libero

PROGRAMMAZIONE MESI OTTOBRE - NOVEMBRE 2014

9 ottobre Introduzione alle novità della stagione 2014/15 “Flash su Genova e Liguria” di M. Ciampolini e Gilberto Salmoni

16 ottobre L'ospite: Aldo Stancanelli (Film e intervista)

23 ottobre L'ospite: Marco Paolo Pavese “Revolution No. 9” - “Le ali dell’arcobaleno”

30 ottobre "Genova per lui" - "Non c'e' problema" di Franco Ligalupi A seguire: "Scrittura e sceneggiatura" discussione a cura di Franco Ligalupi

6 novembre "Lo schermo mi ha cantato una canzone" di Mario Ciampolini e Piero Pruzzo 13 novembre "Il Porto di Genova - Le radici del futuro" di Ugo Nuzzo e Salvatore Vento A seguire: "La camera e la ripresa" discussione a cura di Ugo Nuzzo

20 novembre L'ospite: Roberto Merlino, Presidente FEDIC (Federazione Italiana dei Cineclub) “Musica del Salento” - “Montecatini nel cinema” - “Il pittore delle marine” - “Ettore” - “Gnam Gnam” - “Hot fever” - “Bon ton" - "Giorgio"

27 novembre "Il macinachilometri” (3a parte)

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CINECLUB FOTOVIDEO GENOVA

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n° 16 – NOTIZIENOTIZIENOTIZIENOTIZIE

Carissimi “colleghi”, mentre tornate a casa voglio condividere con voi questo "ispirato" pensiero. Come tutte le forti emozioni, vanno prima fatte decantare nel cuore, e poi filtrate dal sentimento, per esporle con lucidità. E ho atteso un po’ di tempo per dirvi quanto segue. Quando ho iniziato questa attività da videomaker cre- devo di essere solo, con le mie passioni e i miei amici che condividevano questa cosa.

Poi la rete web è esplosa, si è potuto contare su una maggiore visibilità, ma il videomaker doveva continuare a sobbarcarsi sulle sue spalle problemi tecnici, logistici, economici. Tutto ‘sto “pippotto” peripatetico per dirvi che a questo stage ho capito finalmente e concretamente di non esser solo in questa passione/lavoro/arte e che abbiamo davanti una scelta importante: possiamo continuare a fare le nostre esperienze come singoli nelle nostre realtà, con i nostri amici o collaboratori, oppure aprirci, confrontarci e mettere in una rete solidale ALMENO fra di noi le relative competenze e professionalità acquisite con sudore e sacrificio negli anni. Questo non per appropriarsi di progetti altrui o “metter becco”, ma semplicemente per poter velocizzare, sgravare il lavoro di ognuno di noi, senza intaccare il personale percorso autorale. Non so se questa cosa potrà essere concretizzata e fattibile, ma dico: cosa abbiamo da perdere?

Rompo io gli indugi mettendo sul piatto quanto ho da offrire: la mia preparazione in grafica, manifesti, post-produzione, social, web, siti. Se qualcuno di voi dovesse avere bisogno mi contatti. Cosa chiedo in cambio? Ho tante carenze a partire da quelle tecniche: codec ed esportazioni. Aiutiamoci e chissà che insieme non si possa scalare la vetta del personale successo in minor tempo. AD MAIORA!

Ettore Di Gennaro

Grazie Ettore, sono convinto che il condividere e il fare rete sia lo spirito giusto per crescere insieme e superare le difficoltà, non solo in ambito cinematografico ma in tutti gli aspetti della vita. Ne parlavo appunto con Giorgio Ricci in una delle pause dello stage riferen- stage riferendomi alla parte finale del libro "Un modo di essere" nel quale Carl Rogers espone le sue opinioni sulla drastica trasfor-

mazione con cui si deve confrontare la cultura contemporanea, e descrive il tipo di persona che potrà vivere in quel mondo nuovo. Il libro è del 1980 (!) ma finora il consiglio non è stato accolto e tanto meno messo in pratica8 Mi auguro che ci decideremo presto a farne tesoro. Buona giornata.

Giansandro Simonini

Ciao Ettore, la mia disponibilità è piena e totale.

Giorgio Ricci

Collaborare è un punto di forza.

Giacomo Bernardi

Caro Ettore, il tuo intervento è perfetta- mente in linea con gli obiettivi del nostro Stage Nazionale e di tutta l’attività e lo “spirito” che stiamo cercando di portare avanti: uniti si vince! E’ proprio in quest’ottica (contribuire a “sentirsi tutti sulla stessa barca”) che vi rinnovo l’invito di collaborare alla stesura del testo per realizzare un “inno FEDIC” che ci faccia sentire tutti sotto una stessa “bandiera” [a questo proposito è stato inviato un comunicato dalla

Segreteria a tutti i Cineclub FEDIC, ma se avete perplessità8 non esitate a contattarmi!]. Un caro abbraccio

Roberto Merlino

Ettore Di Gennaro

Giansandro Simonini

Roberto Merlino

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Il Campus Estivo NaturalmenteCinema di Fedic Scuola si è tenuto a Fivizzano (MS) dal 26 luglio al 2 agosto. I partecipanti erano bam- bini e ragazzi dai 7 ai 14 anni, alcuni di origine straniera provenienti sia dalla Lunigiana che da altre località italiane ed hanno costituito da subito un gruppo affiatato. Giochi motori ed attività espress ive propost i durante la prima giornata

hanno favorito la socializzazione, la modalità ludica ha consentito di istaurare rapporti interpersonali in un clima di familiarità da cui sono emersi spunti creativi e proposte interessanti. Già dal secondo giorno abbiamo iniziato a lavorare alla realizzazione di un film scegliendo insieme la storia, adattandola alle nostre esigenze ed infine individuando personaggi ed interpreti. La caratterizzazione dei personaggi, la scelta dei luoghi dove effettuare scene e riprese video, è stato un percorso di ricerca-azione effettuato dai ragazzi con lo staff dei Cineamatori Apuani. Naturalmente è stato divertente girare per le strade di Fivizzano, piccola città della Lunigiana, con abiti di scena, telecamere, microfono, ciak, e tutto il necessario per girare un film. Sguardi incuriositi di turisti e residenti ci hanno accompagnato per tutta la settimana, alcuni stupiti, altri compiaciuti di questo insolito fermento in un piccolo borgo toscano come Fivizzano, conosciuto e frequentato più da stranieri che da italiani.

La denominazione "NaturalmenteCinema" non è stata casuale, infatti, oltre ad un primo approccio al linguaggio cinematografico, il programma prevedeva escursioni naturalistiche sul territorio. Lunedì 28 luglio, accompagnati da Francesca, una guida alpina, abbiamo effettuato un percorso di trekking all'interno del Parco Naturale dell'Appennino Tosco-Emiliano partendo da Sassalbo. Insieme abbiamo esplorato l'ambiente, conosciuto specie endemiche di flora e fauna, particolare attenzione è stata rivolta alla pianta del castagno, purtroppo affetta da un parassita. Salendo verso la montagna, quando la pendenza ci consentiva una respirazione non affannosa riuscivamo anche a cantare insieme... a proposito, non vi avevo detto che per l'occasione è stata creata una sigla "CIAK SI IMPARA!". Ogni tanto trovavamo refrigerio lungo un torrente, ed incontravamo greggi di pecore o mucche, belati e campanacci accompagnavano i nostri passi e le nostre voci. L'indomani, incamminandoci verso il vecchio essiccatoio per le castagne, già rimpiangevamo il calore del sole, mente la pioggia batteva sopra i nostri cappucci colorati ed impermeabili. Dentro abbiamo trovato il fuoco acceso, che in questa giornata autunnale ci faceva anche piacere, Lorenzo proteggeva dalla pioggia la sua preziosa attrezzatura, continuando a filmare per il documentario. Fortunatamente, presto ci siamo rifugiati all'interno della sede del Parco a Sassalbo, dove abbiamo continuato le nostre attività dentro aule adeguatamente attrezzate con schermi interattivi. Poi abbiamo assaggiato alcune specialità fatte con la farina di castagne e ricotta. Qui abbiamo sperimentato il doppiaggio, ognuno di noi, senza distinzione di sesso o età, si è cimentato

CAMPUS NATURALMENTECINEMA

Laura Biggi (Foto: L. Caravello).

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nel prestare la voce ad una persona vera, presente in sala, o ad un personaggio del cinema. E' stato molto divertente per tutti giocare con voce ed interpretazione. Il mercoledì abbiamo continuato le riprese per il film inserendo scene con effetti speciali, in un primo approccio con il "CHROMA-KEY". Ormai conosciamo a memoria la nostra sigla ed abbiamo elaborato buona parte della coreografia, così, il giorno successivo, ad Equi Terme, anche all'interno della grotta, risuonano le nostre voci, forse per questo non riusciamo ad avvistare i pipistrelli? La nostra escursione prosegue, dopo un buon pranzo con prodotti tipici, alla Tecchia, dove due archeologi stanno scavando alla ricerca di resti dell'orso speleo, che emozione veder spuntare un femore di orso preistorico dalla roccia! Percorriamo il ponte tibetano traballante e scendiamo verso il torrente Lucido, naturalmente documentiamo tutto fotografando e filmando. Concludiamo il pomeriggio presso le piscine delle Terme di Equi, ci tuffiamo nell'acqua solforosa, ma prima indossiamo la "Go-pro" sulla fronte per effettuare riprese anche sott'acqua, qualche coraggioso anche sotto il getto della piccola cascata. Ci sentiamo un po’ osservati, forse perché facciamo i tuffi e il bagnino ci guarda male? Ma no forse è perché invece della cuffia, abbiamo in testa una videocamera. Bè noi siamo del Campus di Cinema e così tanto per non passare inosservati, prima di andarcene balliamo la sigla in piscina, davanti agli sguardi divertiti dei presenti. Tornando a Fivizzano in pulmino. qualcuno dice :"Peccato, domani è già venerdì, la nostra vacanza sta per finire.." L'ultimo giorno insieme è stato molto intenso, il film, a cui tutti tenevamo tanto era da terminare, il tempo era poco e la voglia di fare ancora tanta... abbiamo però trovato il modo di preparare insieme i pop corn in ostello mentre giocavamo al gioco dell'Oscars, il gioco da tavolo degli amici del 3dProduction.

La sera ci ha raggiunto per cena Marco Segnan, il giovane cantante e musicista autore della nostra sigla e con lui abbiamo cantato e ballato la sigla sulla piazza di Fivizzano. Grande attesa ed emozione per la proiezione sabato 2 presso la Sala Consiliare di Fivizzano, alla presenza del sindaco Paolo Grassi, dell'assessore Francesca Nobili, cittadini, ma soprattutto i giovani attori e registi con le loro famiglie. Intorno a mezzogiorno è stato proiettato il film "Una storia incredibile" liberamente ispirato al libro "L'incredibile storia di Lavinia" di Bianca Pitzorno ,scrittrice per l'infanzia. Sono state presentate anche brevi clip video riguardanti le varie attività sperimentate: doppiaggio, effetti speciali, videoclip sigla e video-tuffi. Tutti i presenti si sono dichiarati sorpresi e soddisfatti della qualità e quantità del lavoro prodotto, anche il sindaco, al quale è stata consegnata copia del DVD, ancora sorridente, dopo la visione, ha dichiarato che non si aspettava un lavoro così articolato e professionale svolto con tempi e risorse ridotte. I commenti proseguono nel cortile dell'ostello, dove è stato allestito un invitante buffet, e qualcuno ipotizza già Fivizzano capitale del cinema- ragazzi. Dopo una settimana soddisfacente, ma estremamente impegnativa, consentitemi di dare i numeri: 7 giorni di campus 14 ragazzi (+ 3 di passaggio che abbiamo inserito)

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20 DVD consegnati ai partecipanti e alle autorità 7 persone staff cineamatori (di cui un paio a rotazione) 2 telecamere 2 fotocamere 3 pc per editing video 80 ore di girato circa 2000 foto back-stage (consegnate ai partecipanti) set effetti speciali (chroma-key) Centinaia di libri nuovi regalati ai ragazzi dall'associazione culturale "Dal libro alla Solidarietà" STAFF CINEAMATORI DELLE APUANE: Lorenzo Caravello (operatore video, montaggio) Laura Biggi (direzione artistica) Alberto Cavanna (effetti speciali) Corrado Armanetti (operatore video) Gabriele Gasparotti (musicista compositore) Giuseppe Capozzolo (arrangiamento musicale) Marino Santini (grafico x locandine) Carmine Mezzacappa ( promotore dell'iniziativa)

Hanno collaborato inoltre: Margherita Caravello (laboratorio di recitazione, sceneggiatura e regia del corto) Marco Segnan (autore musica ed interprete sigla) Nadia Abate ( autrice animazione) Nicola Semerano (fotografo) Stefania Salteri (fotografa) Cristina Berruti ( assistente effetti speciali)

Laura Biggi Presidente Cineamatori Apuani

Consigliere Nazionale Responsabile Fedic Scuola

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