FitMed n°9

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Anno 2 numero 9 - settembre La rivista online per i professionisti del settore Fit medonline Asmaonline Patologie respiratorie croniche ostruttive Insufficienze respiratorie di tipo restrittivo Cardiofitness e malattie polmonari Asma ed esercizio fisico nel bambino e nell’adolescente Traumi distorsivi della tibio tarsica nel basket Sportbodyworks e Fisioterapia sportiva Farmaci : crescono i consumi Corsi di aggiornamento professionale : la nuova stagione News, fiere, convegni FOCUS PATOLOGIE DELLA RESPIRAZIONE e attività fisica

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is a monthly magazine aimed at updating professionals in the field of fitness and health, which produces original articles on methods of training, physiotherapy, nutrition, prevention and wellness, management, marketing and anything that can serve to the efficient and modern health e fitness club.

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Anno 2 numero 9 - settembre La rivista online per i professionisti del settore

Fitmedo n l i n e

AsmaonlinePatologie respiratorie croniche ostruttive

Insufficienze respiratorie di tipo restrittivo Cardiofitness e malattie polmonari

Asma ed esercizio fisico nel bambino e nell’adolescente

Traumi distorsivi della tibio tarsica nel basketSportbodyworks e Fisioterapia sportiva Farmaci: crescono i consumi

Corsi di aggiornamento professionale: la nuova stagioneNews, fiere, convegni

FOCUS PATOLOGIE DELLA RESPIRAZIONE

e attività fisica

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Hanno collaborato a questo numeroDavide Girola, Sergio Giulio Roi, Roberto Tarullo,

Antonio Maone, Maurizio Ronchi, RosarioD’Onofrio, Vincenzo Manzi,

Agostino Tucciarone, Stefano D’Ottavio

ANNO2

N°9SETTEM

BRE2010

LE AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO ALLA REALIZZAZIONE DI QUESTO NUMERO

Top Fitness Group pag 9Alcan Airex pag 13

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Sommario CLICCA SUL TITOLOPER ANDARE DIRETTAMENTE ALL’ARTICOLO

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mario

RUBRICHE

21 CORSI DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

37 NEWS40 FIERE E CONVEGNI

FOCUS: PATOLOGIE DELLARESPIRAZIONE E ATTIVITÀ FISICA

4 PATOLOGIE RESPIRATORIE CRONICHE OSTRUTTIVE di Davide Girola

10 CARDIOFITNESS E MALATTIE POLMONARI di Sergio Giulio Roi

14 INSUFFICIENZE RESPIRATORIE DI TIPORESTRITTIVO di Roberto Tarullo

16 ASMAONLINE: FEDERASMA E GINAa cura della redazione

18 ASMA ED ESERCIZIO FISICO nel bambino e nell’adolescente di Antonio Maone

COMMUNITY BUSINESS30 SPORTBODYWORKS E FISIOTERAPIA

SPORTIVA: rispettare ruoli e differenze per lavorare insieme di Maurizio Ronchi

33 FARMACI: CRESCONO I CONSUMIa cura della redazione

ALLENAMENTO E REHAB34 TRAUMI DISTORSIVI DELLA TIBIO

TARSICA. Una review sul basket internazionaledi D’Onofrio Rosario, Agostino Tucciarone,Vincenzo Manzi, Stefano D’Ottavio

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e ipersecrezione della mucosa finoall’insufficienza respiratoria acuta.La funzionalità delle vie respira-torie è definita attraverso le mi-surazione spirometriche. Unadelle più utilizzate è quella relativa alVolume Espiratorio forzato al se-condo, che costituisce il massi-mo volume di aria che può esse-re espirata in un secondo(FEV1.0 o VEMS). L’ostruzionedelle vie respiratorie è stabilita at-traverso la valutazione del FEV1 infunzione della FVC (Capacità Vitale)che, come è noto, costituisce il vo-lume massimo di gas che può es-sere espirato dai polmoni dopoun’inspirazione massima e checomprende il volume di riserva in-spiratoria, il volume corrente e il vo-lume di riserva espiratoria; media-mente nell’individuo maschio adul-to si attesta sui 4500 ml. All’incircal’85% della capacità vitale può es-sere espulsa in 1,0 secondo; neicasi di asma bronchiale o enfisemadi grado severo, questo valore puòscendere anche al di sotto del 40%della capacità vitale. È uso comuneconsiderare patologico il soggettoche presenta valori al di sotto del70% della capacità vitale.

ASMA Rappresenta la forma più comune

L’utilizzo dei programmi ria-bilitativi incentrati sull’eser-cizio fisico nel trattamentodei soggetti affetti da pato-

logie ostruttive delle vie respiratorie(asma, bronchiti ed enfisema) è tut-tora controverso. A partire dagli an-ni settanta sono state effettuatemolte ricerche e sono state avanza-te molte ipotesi riguardo gli effettidel training fisico e dei programmimultidisciplinari (educazione sanita-ria + training) nei soggetti afflitti dadisturbi respiratori cronici: questoarticolo è una rassegna dei diversifattori che influenzano il quadro cli-nico dei soggetti colpiti da patolo-gie respiratorie ostruttive cronichee, in particolare, rappresenta una“review” degli effetti del training sul-la fisiopatologia e il decorso natura-le di questi disturbi, oltre a una va-lutazione dei programmi rieducativiattualmente utilizzati.

DEFINIZIONI Le patologie croniche respiratoriedi tipo ostruttivo sono definite eraggruppate mediante la siglaCOPD (Chronic ObstructivePulmonary Disease); in sostanzarappresentano una categoria dimalattie caratterizzate da una lentae progressiva ostruzione delle vieaeree che si manifesta con dispnea

di Davide Girola

cronicheostruttive

di patologia respiratoria di tipoostruttivo in tutte le società indu-strializzate del mondo. Dal grecoasthma, che vuol dire “affanno”,può essere definita come un di-sturbo caratterizzato da “di-spnea parossistica accompa-gnata da tosse ed espirazione si-bilante e prolungata”. Diversi so-no i fattori alla base degli episodiasmatici:1. spesso è possibile riscontrareuna “family history” di asma e ato-pia, con una certa predisposizioneverso la piressia, orticaria, eczemaed emicrania;2. reazioni allergiche verso agentispecifici (polline, crine d’animale ealtri allergeni noti);3. incremento della reattività non-specifica provocata da agenti non-allergici come l’aria fredda, l’eserci-zio (sforzo fisico) e il fumo.La diagnosi di asma implica varigradi di ostruzione delle vie re-spiratorie che, essenzialmente,dipendono da un’infiammazionebronchiale associata alla contra-zione della muscolatura liscia(aumentata eccitabilità della mu-scolatura liscia tracheale, bronchia-le e bronchiolare, da edema e/oipersecrezione del la mucosa).Anche atleti di alto livello possonosoffrire d’asma e anche l’esercizio

con link di approfondimentopatologie della respirazione e attività fisica

Patologie respiratorie

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rehabgravidanza e attività fisica

fisico rappresenta un fattore in-ducente il broncospasmo, che disolito si verifica tra il 5° e il 15°minuto dopo la cessazione dellosforzo e che in genere si risolvespontaneamente tra il 30° e il 90°minuto di recupero.

BRONCHITE CRONICAÈ caratterizzata da tosse, espettora-to e dispnea, con frequente evolu-zione verso l’enfisema, l’insufficienzarespiratoria e il cuore polmonarecronico. Può classificarsi come:- bronchite cronica semplice (iper-secrezione mucosa che comportaescrezione di espettorato mucoso);- bronchite cronica mucopurulenta(espettorato mucopurulento);- bronchite cronica ostruttiva, ca-ratterizzata da un progressivo re-stringimento della vie aeree intra-polmonari, con aumento delle resi-stenze al passaggio dell’aria.

ENFISEMASignifica letteralmente “infiltrazionedi aria o gas nel tessuto connettiva-le”. In particolare, l’enfisema pol-monare è determinato dall’ostru-zione delle vie respiratorie se-condarie a casi di bronchiolitecronica, ed è caratterizzato dal-l’incremento della resistenza in-trapolmonare e conseguente in-cremento dello sforzo respirato-rio. Il sintomo principale è rappre-sentato da dispnea associata atosse con o senza espettorato e,nelle forma più avanzate, da ciano-si. L’enfisema evolve verso l’insuffi-cienza respiratoria cronica e suc-cessivamente in quella cardiaca; siparla infatti di “cuore polmonare”,caratterizzato da una dilatazionedel ventricolo destro secondaria abroncopneumopatie cronicheostruttive o ad altre patologie.

RIEDUCAZIONE FUNZIONALEMULTIDISCIPLINAREI programmi di riabilitazione deisoggetti portatori di COPD incen-trati sull’attività fisica rappresenta-no soltanto una parte dell’interoprocesso di cura che include:1. protocolli farmacologici ottimali e

individualizzati; 2. incremento graduale dell’attivitàfisica e sociale;3. adattamento dell’intero proces-so rieducativo in funzione del livellodi disabilità del soggetto (aspetti fi-sici, status psicologico) e della real-tà familiare.

LA VALUTAZIONE DEI SOG-GETTI PER L’AMMISSIONEALLA FITNESS TERAPIATest della funzione polmonare. Itest sono fondamentali per valutareil grado di compromissione dellafunzionalità polmonare e la sua re-lazione nei confronti del grado di in-validità. Come si è detto, la valuta-zione del FEV1 e della VC fornisco-no importanti indici sull’entità del-l’ostruzione; tuttavia si rendono ne-cessari altri test per quantificare lafisiopatologia e identificare l’insuffi-cienza ventilatoria: il volume polmo-nare residuo, la capacità funzionaleresidua e la capacità polmonare to-tale. La riduzione della quota di mo-nossido di carbonio può aiutare astimare la funzionalità degli scambigassosi polmonari, che è tipica-mente ridotta nei soggetti affetti daenfisema. La valutazione dei livellidei gas nel sangue arterioso èspesso usata anche per verificarelo stato “acido-base”. La valutazio-ne della PCO2 serve per stimare laventilazione alveolare; i livelli di PO2arterioso servono per documentarel’ipossiemia durante l’esercizio.Exercise testing. Sono usati perottenere informazioni riguardo il li-vello di integrità polmonare al co-spetto delle richieste metabolichedurante lo sforzo (aria inspirata eanidride carbonica prodotta). Nelcontesto di una programma riabili-tativo i test fisici sono utilizzati per:- ottenere una valutazione obiettivadella tolleranza allo sforzo;- ottenere una completa valutazio-ne e uno specifico inquadramentodei sintomi indotti dallo sforzo;- valutare la compliance relativa allaterapia farmacologica;- identificare i fattori limitanti l’eserci-zio (limitata capacità ventilatoria,anomalie degli scambi gassosi, ipos-

Rappresentazione schematica dell’asma bronchiale,con particolare sulla restrizione bronchiale

Rappresentazione schematica della bronchite cronica

Rappresentazione schematica dell’enfisema: asinistra un alveolo normale, a destra un alveolopatologico

patologie della respirazione e attività fisica

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molto semplice, come quello delcammino per 6 o 12 minuti (six ortwelve-minute walking test).

VALUTAZIONE DEL GRADO DIINVALIDITÀL’accertamento del grado di invali-dità dei soggetti affetti da COPD èdi fondamentale importanza perpianificare gli interventi e otti-mizzare il programma rieducati-vi, ma è altrettanto importante otte-nere il grado di percezione indivi-duale dell’invalidità relativa ai sinto-mi durante la performance fisica,specialmente nei soggetti con se-veri l ivel l i di menomazione.Sebbene la Scala di Borg si sia ri-

velata utile per questo proposito, èstato suggerito di usare un’analogascala di tipo visuale, che considerila percezione del grado di faticadurante le comuni gesta quoti-diane come il vestirsi, lavarsi, ri-fare il letto o salire un piano discale. I cambiamenti dei livelli di in-validità debbono a ogni modo es-sere attentamente valutati; peresempio, un miglioramento relativoalla riduzione della dispnea da sfor-zo può essere associato a un mi-glioramento della tecnica d’eserci-zio (ergonomia) più che a un miglio-ramento effettivo della funzione pol-monare.

FITNESS TERAPIA La fitness terapia, intesa come in-tervento multidisciplinare com-posto da esercizio fisico, educa-zione sanitaria e attività mirateper il controllo dello stress, è par-te integrante della gestione dellepatologie polmonari cronicheostruttive. Anche se in molti sog-getti la dispnea da sforzo è un fat-tore fortemente limitante e la som-ministrazione dell’attività fisica deveessere attentamente valutata, alcu-ne ricerche hanno addirittura dimo-strato gli effetti benefici del trainingdi endurance condotto ad alta in-tensità (tra l’85 e il 95% della fre-quenza cardiaca massima teorica)in individui affetti da COPD. Gli ef-fetti benefici dimostrati tramite ilSix-minutes walking test, un tipo diprova solitamente utilizzata per va-lutare la tolleranza allo sforzo deisoggetti con scompenso cardiacocronico, sono significativamenteprobanti e riguardano l’incrementodel massimo consumo di ossigeno;il miglioramento della performanceè stato rilevato tramite la distanzaricoperta nei minuti. Risulta eviden-te comunque che l’intensità dellosforzo è correlata ai risultati del-le capacità polmonari condotti inlaboratorio. Alcune linee guidaconsigliano generalmente un’inten-sità moderata nei primi tre mesi ditraining o almeno sino a quando lacompliance globale del soggettoalla terapia non necessita di un

siemia, anomalie della funzione car-diovascolare, ipotonia muscolare);- programmare il training e i carichid’allenamento;- verificare la qualità del training e lerisposte individuali al protocollo dirieducazione funzionale.I test di valutazione funzionale pre-vedono l’utilizzo del cicloergometroo del treadmill. Durante l’esecuzio-ne del test si registrano i classiciparametri funzionali quali la fre-quenza cardiaca, la pressione arte-riosa, la ventilazione e la frequenzarespiratoria e il livello di dispnea(Borg Rating Scale). Per i soggettiche presentano un alto grado di in-validità, viene spesso usato un test

patologie della respirazione e attività fisica

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nuovo adeguamento. Per esempio,i soggetti con un grado di invalidità2, dove la tolleranza allo sforzo èessenzialmente determinata dallariduzione della capacità polmonaretotale, l’intensità ideale del trainingcorrisponde al 60-80% della capa-cità ventilatoria e da sforzi medi checomportano una frequenza respira-toria inferiore a 30/min. Nel 3° gra-do di invalidità, dove l’astenia gene-rale è determinata anche dall’ipoto-nia dei muscoli scheletrici, le lineeguida raccomandano l’uti l izzodell’Interval Training edi esercizi separati (an-che una gamba pervolta). Per quanto ri-guarda la frequenzadegli allenamenti, Kura-bayaschi et al, confron-tando tre diversi tipi diprotocolli, sono giuntialla conclusione che laquantità minima di la-voro aerobico settima-nale (cicloergometro etreadmill) per otteneremiglioramenti nei sog-getti con COPD stabile(asma ed enfisema)equivale a 120 minutitotali. Non ci sono si-gnificative differenze seil protocollo prevede,per esempio, tre sedu-te infrasettimanali condue allenamenti giornalieri di 20 mi-nuti, piuttosto che 6 sedute infra-settimanali da 20 minuti ciascuna.La ginnastica respiratoria è partico-larmente utile nei soggetti conCOPD di grado severo (3° e 4°); inquesti soggetti la muscolatura deldiaframma è particolarmente solle-citata: Levine e coll. hanno definiti-vamente dimostrato le modificazio-ni ultrastrutturali del muscolo dia-framma in pazienti affetti da patolo-gie polmonari croniche ostruttive,equivalente a un incremento per-centuale della componente lentadelle fibre muscolari. Un program-ma individualizzato di 4 mesi costi-tuito da esercizi aerobici, compostoda tre sedute settimanali con il ci-cloergometro e il vogatore, con un

piano alimentare adeguato riguardoil bilancio calorico e il supporto pro-teico, prescritto a 30 soggetti conCOPD stabili di grado moderato(69,2% di media), ha contributo amigliorare sia la tolleranza allo sfor-zo sia i valori spirometrici.

LINEE GUIDAI benefici della fitness terapia incen-trata sul training fisico nelle COPDsono:- incremento della capacità fun-zionale e/o della resistenza;

- incremento dello status funzio-nale globale;- decremento della dispnea;- miglioramento della qualità di vita.Allo stato attuale delle conoscenzenon si individuano particolari diffe-renze del tipo di training da “som-ministrare” ai vari tipi di malattie sinqui descritte, anche se un partico-lare adeguamento dei protocollipuò essere messo in atto nei pa-zienti con problematiche cardiova-scolari associate. Ogni esercizioaerobico che coinvolge in ma-niera globale le grandi massemuscolari è ritento appropriatonegli individui affetti da COPD. Ilcammino è l’eserciziod’elezione, che deve essere pro-gressivamente “somministrato” tut-

ti i giorni. Gli altri esercizi aerobiciconsigliati sono quelli che si posso-no svolgere tramite il cicloergome-tro e il vogatore, anche se l’atto re-spiratorio non è agevolato comedurante il walking. I protocolli d’al-lenamento, in determinati casi,sono integrati da esercizi di mo-bilità e da esercizi per la musco-latura respiratoria; spesso è rite-nuto eff icace l’Upper BodyResistance Training effettuato conmanubri leggeri (1-2kg), coordinan-do l’atto respiratorio (ginnastica re-

spiratoria integrata).L’American Associa-tion of Cardiovascu-lar and PulmonaryRehabilitation racco-manda un frequenzaminima di 3 sedute lasettimana, fino a unmassimo di 5. Allostato attuale delleconoscenze non èpossibile definire conesattezza l’intensitàottimale del trainingin individui conCOPD. In genere, siutilizzano 4 strategie:1. esercizi al 50% delVO2peak, è la minimaintensità raccomanda-ta per gli adulti seden-tari sani ed è anchequella raccomandata

per gli adulti affetti da COPD de-condizionati, per i quali si desidera-no escludere i rischi derivanti daltraining ad alta intensità;2. esercizi a un’intensità appenaal di sotto della soglia anaerobi-ca; il limite di questo approccio èdovuto al fatto che i pazienti con ungrado di COPD severo non riesco-no a raggiungere l’intensità alla so-glia, mentre altri possono avere ac-cumulato lattato già all’inizio deltraining; la difficoltà nel calcolarecon esattezza la soglia anaerobicarappresenta la seconda limitazionedi questa strategia;3. esercizi a un’intensità vicino aquella massimale, il cui principio èdovuto a osservazioni di pazienticon COPD sia moderata, sia seve-

patologie della respirazione e attività fisica

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in patients with chronic heart failure.CanMed Assoc J;132;19854. Kurabayaschi H,Machida I, Handa H,Akiba �, Kubota K: Comparison of 3Protocols for Breathing Exercise DuringImmersion in 38-Degrees-C water forChronic Obstructive Pulmonary-Disease.Am J of Physical Medicine &Rehabilitation, Vol77, pp 145-148; 19985. Levine S, Kaiser l, Diaphragm in ChronicObstructive Pulmonary-Disease. NewEngl J of Medicine, Vol 337,pp 1799-1806;19976. Alfaro V, Torras R, Prats MT,Palacios,Ibanez J: Improvement in ExerciseTolerance and Spirometric Values in StableChronic Obstructive Pulmonary-Diseaseatients After an IndividualizedRehabilitation Program. Journal of SportsMedicine and Physical Fitness,vol 36,pp195-203;19967. Menier R,Talmud J,KruseJ,KlahrE,Mugica J: The Rehabilitation of Chronicrespiratory Insufficiency. Bulletin de lAcademieNationale de Medicine, vol181,pp 539-554.Paris 19978. Punzal Pa et al: Maximum IntensityExercise Training in Patients with chronicobstructive lung disease. Chest 100:61-623;19919. Horowitz MB, Mahler DA: The validity ofusing dyspnea ratings for exercise pre-scription in patients with COPD. AmRespir Dis 147(suppl): A744; 1993

FITNESS TERAPIA2 VOLUMI

Il movimento è unfarmaco naturalecontro moltepatologie cronico-degenerative.Partendo daquesta convinzio-ne i volumi pro-pongono proto-colli di lavoro e

metodi di allenamento adeguati aisoggetti affetti dalle più comunipatologie.

VOLUME 1: Ipertensione -Patologie respiratorie ostruttivecroniche - Low back pain - Obesità -Patologie cardiache infantili

VOLUME 2: Coronaropatie - Artritereumatoide - Patologie renali -Gravidanza - Fibrosi cistica

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ra, che hanno dimostrato di potersostenere la ventilazione a un’altapercentuale della loro massima ca-pacità ventilatoria (MVV); alcuni stu-di hanno infatti dimostrato che untraining sostenuto al 95% delVO2picco (peak) dall’inzio del testmassimale al treadmill, sebbeneprotratto per pochi minuti, è capa-ce nel tempo di incrementare la re-sistenza e ridurre la dispnea;4. uso del grado di dispnea perdefinire l’intensità, in quanto lamaggior parte dei pazienti affetti daCOPD, a prescindere dal livello digravità dell’ostruzione, sono di-spnoici. Per esempio è possibileconstatare che, mediamente, al50% del VO2peak il grado di di-spnea è moderato, mentre all’85%risulta essere compreso tra “severeand very severe”. Con questo me-todo, Horowitz e Mahler hanno ve-rificato un’incremento del 15% delVO2. È evidente che la validità diquesto metodo è correlata alla ca-pacità sia del trainer sia del pazien-te nel definire il vero grado di di-spnea durante il test di valutazionefunzionale.Si raccomandano dai 20 ai 30 mi-nuti di attività continua, semprein relazione ai sintomi come la

dispnea e la stanchezza alla mu-scolatura degli arti inferiori.L’esercizio intermittente (dal 50all’80%) è fondamentale nella primafase del training e dell’intero pro-gramma. Il training per la musco-latura inspiratoria (RIMT) è racco-mandato nei seguenti casi:- nei pazienti che rimangono sin-tomatici e funzionalmente limitatimalgrado la terapia multifattoriale;- nei pazienti con diminuzionedella forza della muscolatura re-spiratoria (sia espiratoria che inspi-ratoria);- in assenza di anomalie severealla radiografia del torace.

BIBLIOGRAFIA1. Hargreave FE et al: Bronchial responsi-veness to histamine or methacholine inasthma: measurement and clinical signifi-cance. J Allergy Clin.Immunol.68:347,19812. Leuppi JD, Zenhausern R,SchwarzF,Frey WO,Vill ider B: Importance ofTraining Intensity for Improving EnduranceCapacity of Patients with ChronicObstructive Pulmonary-Disease (COPD).Deutsche Medizinische Wochenschrift,Vol.123,pp174-178;19983. Guyatt GH et al: The six-minute walktest: a new measure of exercise capacity

patologie della respirazione e attività fisica

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basso nella cavità addominale.Tale movimento può raggiungere i10 cm e provoca una diminuzionedella pressione all’interno del pol-mone rispetto alla pressione atmo-sferica presente sulla superficie delcorpo. Tale differenza di pressio-ne fa sì che l’aria entri nei polmo-

ni in quantità proporzionale al-l’entità dell’azione dei muscolirespiratori : tanto maggiore èl’azione muscolare, tanto maggioresarà la quantità di aria che entra neipolmoni. Ad esempio, durante

IL POLMONE E LE VIE AEREEI gas contenuti nell’aria sono princi-palmente azoto (79%), ossigeno(20.9%) e anidride carbonica(0.03%). Solo l’ossigeno viene as-sunto con la respirazione, mentrel’azoto non partecipa agli scambirespiratori. I gas entrano attraversola bocca e il naso, passano attra-verso la faringe e la trachea, perraggiungere i bronchi che si bifor-cano numerose volte fino a termi-nare negli alveoli. Gli alveoli sonodelle cavità a forma di sacco, moltopiccole, il cui numero nell’uomo èvalutato mediamente attorno ai 300milioni. Ogni alveolo è circondatoda alcuni capillari, cosicché l’ossi-geno deve attraversare solamentela sottilissima membrana dell’alveo-lo e quella del capillare per raggiun-gere il torrente circolatorio. Solo laparte terminale dell’albero respi-ratorio contenente gli alveoli èsede degli scambi gassosi trapolmone e sangue, mentre tra-chea, bronchi e bronchioli costi-tuiscono il cosiddetto spaziomorto che non partecipa agliscambi respiratori. Il polmone ècontenuto nella gabbia toracica e imovimenti della gabbia toracica edel diaframma determinano il suociclico riempimento e svuotamen-to. L’inspirazione a riposo è pro-dotta dalla contrazione del dia-framma che si muove verso il

di Giulio Sergio Roi

l’esercizio intervengono anche imuscoli scaleni e gli intercostaliesterni che tendono ad innalzare lecostole contribuendo ulteriormenteall’aumento del volume polmonare.L’espirazione è un evento passi-vo soprattutto a riposo e duranteesercizio moderato. L’espirazioneinfatti deriva dalla retrazione elasti-ca del tessuto polmonare che erastato stirato durante l’inspirazione.Con l’espirazione il volume dellacavità toracica diminuisce, gli al-veoli vengono compressi e il flussodi aria è diretto verso l’esterno delcorpo. Durante l’esercizio inten-so anche i muscoli addominali egli intercostali interni intervengo-no per facilitare l’espirazione,agendo sulla gabbia toracica eproducendo una diminuzione delvolume polmonare. Durante ogniatto respiratorio a riposo entranoed escono dal polmone 0.4 - 1.0 li-tri (L) di aria (in media 0.5 L). Questaquantità di aria è definita volumecorrente (volume di Tidal) e vienemisurata durante un esame spiro-metrico. Con il termine ventilazio-ne si intende invece la quantitàdi aria che entra o esce dalle vieaeree nell’unità di tempo ed è ilprodotto della frequenza respira-toria (atti respiratori al minuto)per il volume corrente. Nell’indivi-duo sano a riposo la ventilazioneammonta a circa 6 L/min, essendo

patologie della respirazione e attività fisica

Cardiofitness e malattie polmonari

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della capacità di ritorno elastico deltessuto polmonare dopo l’inspira-zione, cosicché gli alveoli tendonoa rimanere iperdistesi. Ciò è ac-compagnato dalla distruzione deisetti alveolari, con riduzione dellasuperficie di scambio alveolo-capil-lare e squilibri tra la ventilazione e laperfusione. La bronchite cronica èuna malattia infiammatoria dell’al-bero respiratorio, che si sviluppaper azione di svariati agenti irritanti,quali il fumo e l’inquinamento atmo-sferico, ed è caratterizzata dallaproduzione di muco e dalla tossequotidiana. L’asma bronchiale ècaratterizzata da spasmo della mu-

scolatura bronchiale, che può es-sere associato a edema e a iperse-crezione mucosa, che si presentacon carattere accessionale (crisi) ederiva da un’abnorme risposta a di-versi stimoli di origine fisica, chimicao biologica. La terapia delle ma-lattie respiratorie è sempre spe-cialistica e si avvale anche di par-ticolari tecniche di riabilitazionerespiratoria, che comprendonoesercizi per la muscolatura sche-letrica respiratoria, ed esercizi dirilassamento, da effettuarsi du-rante le crisi di dispnea. Una volta

FEV1 deve essere superiore al70% della capacità vitale; in ca-so contrario si parla di malattiaostruttiva delle vie respiratorie.I volumi e le capacità respiratori a ri-poso variano ampiamente in condi-zioni di normalità, in base al sesso,alla statura, all’età e in parte, allostato di allenamento. Ciò nono-stante, quando tali valori ricadononell’ambito della normalità, non as-sumono alcun particolare significa-to e non possono essere utilizzatiper la valutazione funzionale del-l’atleta, poiché da essi non dipendela prestazione. Resta comunque in-dubbio il loro valore nella diagnosi

delle malattie ostruttive e restrittivedell’apparato respiratorio.

LE MALATTIE POLMONARILa funzione polmonare anormaleha importanti effetti sul metabo-lismo aerobico poiché può inci-dere sulla ventilazione e sugliscambi gassosi, determinandodispnea da sforzo e limitazionedella capacità di compiere eser-cizio. Le principali e più diffuse ma-lattie sono: l’enfisema, la bronchitecronica e l ’asma bronchiale.Nell’enfisema si ha una riduzione

12 gli atti respiratori al minuto e 0.5L il volume corrente. Il volume diriserva inspiratoria è definito co-me la quantità di aria che può es-sere inspirata a partire dal volu-me corrente durante una inspira-zione forzata; esso ammonta a2.5-3.5 L, mentre il volume di riser-va espiratoria viene misurato du-rante una espirazione forzata a par-tire dal termine della normale espi-razione (1.0-1.5 L). Esiste infineuna quantità di aria che non puòessere espirata: costituisce il vo-lume residuo e ammonta a 1.0-1.4L. Con la spirometria vengonoquindi misurati alcuni parametri im-

portanti per descrivere la funzionali-tà polmonare. Tali parametri sono:- il volume corrente- la capacità vitale (somma dei vo-lumi corrente, di riserva inspiratoriaed espiratoria)- il volume espirato nel primo mi-nuto secondo, durante un’espi-razione forzata (FEV1)- la massima ventilazione volon-taria (MVV: massima quantità diaria che può essere ventilata in unminuto, di solito compresa tra 80 e180 L/min). Per essere nell’ambito della norma

patologie della respirazione e attività fisica

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GIULIO SERGIOROI

Specialista inmedicina delloSport, ha inse-

gnato per oltre 10 anni biomec-canica presso l'ISEF della Lom-bardia. È attualmente direttoredell'Education & ResearchDepartment del NetworkIsokinetic con sede a Bologna.Esperto di valutazione funzio-nale dell'atleta, è da anniimpegnato nello sviluppo diprogrammi di reconditioning e difitness metabolico. È autore dinumerosi articoli scientifici e dialcuni testi tra i quali Manuale diCardiofitness, 99 eserciziaddominali e L'esercizio Isocine-tico, pubblicati da Alea Edizioni.

stabilizzata la situazione patologicae controllati i sintomi principali, il pa-ziente con malattia respiratoria po-trà essere inviato in palestra per ef-fettuare le esercitazioni tipiche delcardiofitness. Per questi soggetti èimportante che l’ambiente sia benareato, non freddo, umidificato,igienicamente idoneo e privo diagenti inquinanti quali le polveri, chepossono contribuire a scatenare lecrisi.

QUALE ESERCIZIOL’esercizio fisico dovrà essere per-sonalizzato, sulla base delle esi-genze di ogni singolo individuo, chedovrebbe essere stato in prece-denza sottoposto a test da sfor-zo in ambiente specialistico.Esiste infatti una forma di asma checompare durante o immediatamen-te dopo l’esercizio fisico e denomi-nata asma da sforzo. Questa simanifesta con dispnea, iperprodu-zione di muco, dolore toracico,sensazione di soffocamento, faticae affanno. Le forme di esercizioconsigliato sono la cyclette, lamarcia sul nastro trasportatorein piano, il nuoto e gli esercizi inpiscina. Le esercitazioni checoinvolgono gli arti superiori do-vrebbero essere effettuate concautela, quando non evitate, acausa della maggiore risposta iper-ventilatoria a parità di potenzameccanica erogata. La corsa,specie all’aperto, dovrebbe es-sere evitata nei soggetti asmaticii quali, invece, si giovano dell’eser-cizio fisico in ambiente umidificatoe riscaldato quale la piscina. Il mo-nitoraggio della frequenza car-diaca attraverso cardiofrequen-zimetro è consigliato, utilizzandocome limite massimo la soglia delladispnea, che non dovrebbe mai es-sere raggiunta. La frequenza dellesedute dovrebbe essere almenobisettimanale e la durata attornoa 20-30 minuti. All’inizio si dovran-no utilizzare brevi fasi di eserciziocon pause relativamente lunghe,che saranno accorciate con il pro-gredire degli effetti dell’allenamen-to. Nei casi di asma da sforzo ogni

seduta dovrebbe comprendereesercitazioni brevi, di durata limi-tata a non più di 5 minuti, con al-meno 5-10 minuti di pausa di-pendentemente dall’intensitàdell’esercizio effettuato. Questiaccorgimenti possono essere ap-plicati a tutti i pazienti broncopneu-mopatici, con l’intento di preveniregli episodi di crisi. È importante cheogni paziente sia istruito dal propriomedico, in merito alle modalità diautosomministrazione di alcuni far-maci atti a prevenire o a controllarele crisi dispnoiche. Tali farmaci do-vrebbero essere sempre al seguitodel paziente broncopneumopatico,in particolare quando effettua eser-cizio fisico.Gli scopi del cardiofitness nei pa-zienti affetti da malattie polmonarisono: 1) ridurre la sintomatologia respira-toria;2) controllare la sintomatologia an-siosa o depressiva; 3) migliorare la capacità di effettua-re le normali attività quotidiane; 4) prevenire le malattie cardiova-scolari e le complicazioni; 5) migliorare la qualità della vita.

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della cinesi diaframmatica si ottieneattraverso la mobilizzazione del dia-framma. La dinamica maggiore ominore di questo muscolo è in rela-zione alla posizione del soggetto:nella stazione eretta si ha un mino-re abbassamento inspiratorio e unmaggior innalzamento espiratoriorispetto ai vari decubiti. Infatti, rela-zione a queste posizioni il massimomovimento diaframmatico si ha sullato di appoggio. Da ciò è facile de-sumere che per la mobilizzazionedel diaframma saranno prese inconsiderazione le diverse posi-zioni di decubito (supino, prono,laterale). Per migliorare la cinesi co-stale è necessario innanzitutto ri-solvere eventuali rigidità a livellodelle articolazioni costo-vertebrali,sterno-costal i e intercondrial i.Inoltre, l’espansione costale puòessere indirizzata a tutto il torace,ma anche ai singoli distretti attra-verso diverse posizioni del corpo:nei decubiti, soprattutto in quelli la-terali, le coste del lato d’appoggiosono bloccate mentre quelle del la-to libero hanno la massima libertàdi movimento. L’autocontrollo e laregolarizzazione dell’atto respirato-rio sono necessari per un ottimale

La respirazione è una funzio-ne automatica che può es-sere influenzata e modifica-ta dalla volontà nella fre-

quenza, nel ritmo, nell’ampiezza enella localizzazione toracico-addo-minale. Imparare a respirare signi-fica prima di tutto prendere co-scienza dell’atto respiratorio attra-verso la conoscenza e la differen-ziazione delle vie respiratorie, l’ap-prendimento corretto dell’inspira-zione e della espirazione e la perce-zione delle variazioni di ampiezza edi ritmo respiratorio stesso.

GINNASTICA RESPIRATORIAIl protocollo per giungere a una cor-retta respirazione deve prevedereesercizi di rilassamento, eserciziper migliorare la cinesi del mu-scolo diaframma e delle costole,esercizi di autocontrollo e rego-larizzazione degli atti respiratorie, se necessario, anche esercizidi riequilibrio muscolare e fun-zionale. Il rilassamento ha lo scopodi risolvere eventuali contratture, ri-durre possibili stati d’ansia e stress,favorire la percezione e il controllodell’atto respiratorio e migliorare lafunzione tonica. Il miglioramento

di Roberto Tarullo

scambio gassoso: sarà pertanto difondamentale importanza cercare,in ogni situazione, di prendere co-scienza della propria respirazione.Autocontrollo e regolarizzazionepossono essere acquisiti attraversoesercizi per la presa di coscienzadell’atto ventilatorio. L’eventualeriequilibrio muscolare e funzio-nale si riferisce generalmente aimuscoli accessori della respira-zione, vale a dire a quei muscoliche assecondano l’atto respirato-rio. In fase di inspirazione sono: losternocleidomastoideo, gli sca-leni e il gran dentato parte infe-riore, che sollevano le prime duecoste. Ad assecondare l’espirazio-ne sono invece i retti e la parte su-periore del gran dentato, che ab-bassano rispettivamente il proces-so xifoideo e le ultime coste, per lequali intervengono anche obliqui,piccolo dentato e il quadrato dei

patologie della respirazione e attività fisicaFoto by lesretrouvailles

respiratorieInsufficienzedi tipo restrittivo

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patologie della respirazione e attività fisica

lombi. Vi sono inoltre altri muscoliche intervengono indirettamentenella respirazione, poiché stabiliz-zano i l punto di appoggio perl’azione di altri muscoli, come nelcaso degli erettori della colonna,che favoriscono una maggiorecinesi delle costole in fase di in-nalzamento.

INSUFFICIENZA RESPIRA-TORIALa classificazione delle insufficienzerespiratorie si basa essenzialmentesu due aspetti:- la ventilazione o respirazioneesterna;- la diffusione alveolo-polmonaresangue.Questa classificazione distingue dauna parte i disturbi a carico dellafunzione ventilatoria e, dall’altra, leturbe a carico della funzione alveo-lo capillare (alterazione della diffu-sione dei gas).Le alterazioni che qui prendiamo inconsiderazione riguardano l’insuffi-cienza ventilatoria, e si possono di-stinguere in:1. insufficienze di tipo restrittivo(diminuita elasticità ed estensibilitàdel parenchima polmonare), causa-te da alterazioni della colonna ver-tebrale e del torace (scoliosi, cifosi,e tutti i para-dismorfismi della gab-bia toracica); in questi casi si hauna diminuzione del VR, del MVRI edel MVRE;2. insufficienze di tipo ostruttivo(asma, enfisema, bronchite, ecc.),che comportano un aumento delVolume Residuo (VR) e una diminu-zione del VEMS, mentre la CV restasostanzialmente la stessa.

TRATTAMENTO DI ALCUNEINSUFFICIENZE RESPIRATO-RIE DI TIPO RESTRITTIVOScoliosi. Tra gli obiettivi del tratta-mento della scoliosi il migliora-mento della funzione respiratoriarappresenta un elemento essen-ziale sia dal punto di vista funziona-le sia da quello correttivo. Pertantola ginnastica respiratoria è compo-nente fondamentale nel trattamen-to chinesi-terapico delle scoliosi.

Nelle forme lievi, non accompagna-te da alterazioni ossee, la ginnasti-ca respiratoria ha in linea di massi-ma gli stessi protocolli sopra de-scritti, per acquisire una corretta re-spirazione. Nelle scoliosi strutturali,dove la funzione respiratoria è più o

meno compromessa dalle altera-zioni dei corpi vertebrali, e di con-seguenza dall’orientamento dellecoste, è necessario individualizzareil trattamento attraverso l’assunzio-ne di precise posizioni del corpo.Cifosi. In questa alterazione la ca-pacità di espansione del torace èsubordinata alla posizione dellacolonna vertebrale e quindi algrado di inclinazione delle coste.Nel soggetto cifotico il trattamentoattraverso la ginnastica dovrà tenerpresente che sia la respirazione to-racica sia quella diaframmatica so-no deficitarie. Infatti, un’accentua-zione della cifosi fisiologica com-porta una modificazione della nor-male inclinazione costale (le costesono inclinate verso il basso in po-sizione espiratoria). Inoltre, i mu-scoli sternocleidomastoideo e gliscaleni sono accorciati per l’avvi-cinamento delle loro inserzioni cau-sate dalla lordosi cervicale di com-penso e il diaframma non riescecompletamente a compiere la suaazione espiratoria per accorcia-mento dei muscoli addominali.

Tutto ciò comporta una parziale ci-nesi diaframmatica e una ridottaespansione toracica.Torace a imbuto. È conseguenzadi alterazioni del corpo dello sternodelle coste e delle cartilagini costa-li limitrofe, che comportano una ri-duzione del diametro antero-po-steriore del torace. Il “pectus exca-vatum” porta a una diminuzionedella CV, con frequente dispnea efacili complicazioni infiammatorie.Le basi tecniche cui il trattamentosi deve ispirare in questo caso so-no le seguenti: - sblocco delle articolazioni co-sto-vertebrali e sterno-costali, so-prattutto del tratto alto;- rimodellamento della zona inca-vata attraverso esercizi di espansio-ne localizzata. Un particolare accor-gimento consiste nell’evitare la respi-razione forzata.Petto carenato. Le alterazioni ana-tomo-funzionali più evidenti sonocostituite da una rigidità delle arti-colazioni condro-sternali, da ipo-tonia muscolare, soprattutto tora-cica, e da una conseguente insuf-ficiente ventilazione. In questo tipodi alterazione la rieducazione respi-ratoria dovrà fare perno su eserciziper migliorare il diametro trasversodella gabbia toracica e su eserciziper il sinergismo diaframmatico-ad-dominale, in modi da tendere all’ap-piattimento del torace.

ROBERTO TARULLOLaureato in Scienze Motorie, hainsegnato Tecnica generale del-l’educazione fisica, Tirocinio di-dattico e Ginnastica educativaall’I.S.E.F. di Perugia ed Educa-zione Motoria al corso di laureain Scienze della FormazionePrimaria all’Università degli Studidi Macerata. Esperto in metodo-logia dell’allenamento ha parteci-pato, in qualità di relatore, a varicongressi e stage. È collaborato-re scientifico di importanti rivistespecializzate e autore di libri,progetti didattici, progetti edito-riali e progetti ergonomici.

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re una notevole azione benefica neisoggetti asmatici. “Le persone conasma, se la malattia è tenuta sottocontrollo, possono svolgere qualsia-si attività corrispondente alle propriepossibilità e inclinazioni, compresi glisport dilettantistici e agonistici. Lodimostra l’esempio di numerosiatleti con asma che hanno raggiun-to il podio olimpico: tra i più celebri,il nuotatore Mark Spitz, che vinsesette medaglie d’oro alle Olimpiadidel 1972 e il nostro Giorgio DiCenta, trionfatore alle Olimpiadi in-vernali di Torino nel 2006 nella 50km e nella staffetta 4x10 km. I suc-cessi di questi atleti devono inco-raggiare tutte le persone con asmaa non rinunciare ai benefici dell’atti-vità fisica: seguendo alcune regoleimportanti si può tenere la malattia

FEDERASMA La Federazione Italiana delleAssociazioni di Sostegno aiMalati Asmatici e Allergici è un’or-ganizzazione senza fini di lucro(Onlus), che riunisce le principali as-sociazioni italiane di pazienti impe-gnate nella lotta contro l’asma e leallergie. Partendo dal presuppostoche l’informazione, la gestione e ilcontrollo della malattia rappresenta-no i tre punti essenziali per la tuteladel paziente asmatico e allergico,Federasma mette a disposizione sulproprio sito una serie di pubblicazio-ni rivolte ai pazienti e al personalesanitario. Fra queste segnaliamo“Asma e sport”, dedicata alla pro-mozione dell’attività sportiva che, alcontrario di quanto ritenuto spessoin modo pregiudiziale, può esercita-

a cura della redazione

sotto controllo e prevenire il rischiodi crisi di asma durante l’impegnoatletico. In linea di massima, glisport più adatti sono quelli che coin-volgono in maniera regolare e conti-nua i muscoli respiratori, coordinan-doli con tutta l’attività muscolare, oquelli che comportano una respira-zione particolarmente impegnativasolo per brevi periodi: sport comenuoto, canottaggio, ginnastica arti-stica, golf risultano più idonei al sog-getto asmatico rispetto a queglisport che richiedono un impegno fi-sico acuto e prolungato”. Oltre a for-nire delle indicazioni generali e pre-cauzionali, che riguardano soprat-tutto la gestione della malattia in unrapporto fiduciario con il propriomedico, le linee guida individuano ipro e i contro delle principali discipli-ne sportive. Le riportiamo così co-me sono state pubblicate.Nuoto. È tra gli sport più indicati perle persone con asma. Non compor-ta un eccessivo incremento dellaventilazione polmonare; la frequen-za respiratoria risulta moderata ed èfacilmente controllabile attraverso ilmovimento sincrono e ritmico dellebracciate. L’importante è che siaeseguito in ambiente adeguatamen-te riscaldato e intervallato da periodi

con link di approfondimento

patologie della respirazione e attività fisica

Federasmae Gina

Asmaonline

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by

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rare a stretto contatto con glioperatori e il personale sanitarionel mondo per ridurre prevalenza,morbilità e mortalità dell’asma.Nel sito italiano dell’associazionesono disponibili una serie di pubbli-cazioni che contengono informazio-ni su epidemiologia, patogenesi,prevenzione e dati socio-economicisull’asma, nonché le linee guida in-ternazionali adattate alla realtàitaliana e aggiornate al 2010. Le li-nee guida offrono un quadro com-pleto della patologia (epidemiologia,impatto socio-economico, fattori di

rischio, fisiopatologia, dia-gnosi e monitoraggio del-l’asma, valutazione e con-trollo, prevenzione e ridu-zione dei fattori sensibiliz-zanti e scatenanti, terapiafarmacologia, educazionedel paziente) e sono statepubblicate con l’intento diinformare tutte le personeche si occupano di sog-getti asmatici, in modo dafavorirne l’applicazionenella pratica quotidiana.L’educazione del pazienterisulta infatti fondamentale

per la gestione ottimale della malat-tia e coinvolge anche personale nonsanitario, purchè addestrato, in par-ticolare nei confronti dei bambi-ni/adolescenti in età scolare. Ancorauna volta è evidenziato il ruolo chel’attività fisica svolge nella vita deisoggetti asmatici, soprattutto neibambini e nei giovani, anche perché,fra i fattori di rischio individualiche predispongono all’asma ritro-viamo, ancora una volta, obesitàe sedentarietà. Fino agli anni ’90 iltrend di diffusione dell’asma è statoin crescita, dopo di che sembravaessersi stabilizzato; ma negli ultimianni si sono registrati nuovi aumenti,sia nei paesi industrializzati che inquelli in via di sviluppo. I motivi sonodifferenti, ma uno di questi è sicura-mente il contingente aumento di po-polazione obesa, nella quale è statarilevata un’incidenza di asma mag-giore rispetto alla popolazione nor-male (correlata al BMI), e una più dif-ficile gestione.

patologie della respirazione e attività fisica

di riposo. Nelle piscine, un’elevataconcentrazione di cloro nell’acquapuò causare crisi broncospastiche. Sollevamento pesi, lotta e scherma.Questi sport, basati sulla potenza esulla destrezza, presentano un bas-so rischio asmatico in quanto richie-dono sforzi intensi ma di breve dura-ta, con scarso incremento della ven-tilazione. Sci di fondo. Presenta gli stessivantaggi del nuoto: ha cioè la carat-teristica di impegnare vaste massemuscolari in un movimento armoni-co e ritmico coordinato con gli attirespiratori. Si tratta quindidi uno sport che può esse-re praticato con relativatranquillità da parte dellepersone con asma, assu-mendo le opportune pre-cauzioni per proteggersidall’aria fredda che puòprovocare broncospasmo. Corsa libera. Viene spes-so praticata in fase di pre-parazione atletica e riscal-damento di molte attivitàsportive ed è quindi unadelle discipline più comuni.È una delle attività sportiveche possono più facilmente indurrecrisi di asma, specie se protrattaper 6-8 minuti. Per fortuna, la corsaè sensibile all’effetto allenamento:con la pratica si può trovare un giu-sto adattamento, arrivando a ese-guire un allenamento di base conun buon livello di attività fisica, mauna ridotta ventilazione, riducendocosì l’effetto stimolante dell’iper-ventilazione come causa di bronco-spasmo. Atletica leggera. Le più importantispecialità dell’atletica leggera comei 100 e i 200 metri piani, nonché isalti in alto, lungo, triplo e asta che sisvolgono prevalentemente in apneae in un tempo brevissimo, quindicon un ridotto impegno ventilatorio,sono generalmente ben tollerate daipazienti asmatici. Canottaggio. Nonostante comportiun’elevata ventilazione, risulta me-glio tollerato della corsa. Vela. È unosport adatto agli asmatici perché sisvolge in un ambiente praticamente

privo di allergeni, polvere, pollini enon richiede un elevato livello venti-latorio. Sono da tenere presenti lebrusche variazioni climatiche, in par-ticolare la possibilità di esposizioneal freddo. Sport di squadra. Il calcio, la palla-canestro, la pallamano, la pallavolo,l’hockey a rotelle e su prato, richie-dono corse non continuative alter-nate a periodi di sosta e possonoquindi essere praticati dai pazientiasmatici, previa attenta valutazioneda parte del medico degli indici difunzionalità respiratoria.

Sport ad alta quota. La personacon asma che si reca in montagna,soprattutto nella stagione fredda,deve essere consigliata a effettuareun buon allenamento di base, inmodo da ridurre l’iperventilazione, eun breve periodo di riscaldamento.È consigliabile che i pazienti asmati-ci anche giovani, con funzione respi-ratoria più compromessa, non su-perino i 2000 metri, se non dopoun’adeguata broncodilatazione far-macologica. Non è prudente la risa-lita con mezzi meccanici oltre i 3000metri, soprattutto quando il sogget-to asmatico è appena giunto dallapianura: la mancanza di un acclima-tamento potrebbe indurre episodibroncospastici.

GINA: INIZIATIVA GLOBALEPER L’ASMA Il GINA (The Global Initiative forAsthma - Iniziativa Globale perl’Asma) opera dal 1993. Il suoobiettivo primario consiste nel lavo-

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Quando i bambini sono poco alle-nati, le possibilità di aumentare ilvolume della cassa toracica sonomolto ridotte per la poca coordina-zione dei muscol i respiratori.L’aumento della frequenza respira-toria compensa un tale deficit ed èsufficiente a soddisfarne il fabbiso-gno in condizioni di riposo e duran-te l’esercizio fisico. Il periodo puberale è caratterizza-to soprattutto da tre aspetti:1. il rapido incremento staturale perl’allungamento preponderante degliarti rispetto al tronco;2. la maturazione degli organi geni-tali, con relativa produzione di so-stanze ormonali in grado di agiresui vari organi e apparati e sulla psi-che dell’adolescente;3. la differente velocità nella matu-razione dell’apparato genitale tramaschi e femmine, che condizione-rà il successivo sviluppo delle ca-pacità motorie e quindi la differenzadi certe prestazioni sportive nei duesessi.

L’asma bronchiale è una ma-lattia tra le più frequenti delperiodo evolutivo: in più delcinquanta per cento dei ca-

si si manifesta nel corso del primodecennio di vita e prima della pu-bertà, con un'incidenza tre voltemaggiore nel sesso maschi le.Spesso si può trovare associata adaltre forme di allergie respiratorie.

SVILUPPO DELL’APPARATORESPIRATORIOL’apparato respiratorio in età pre-puberale e puberale si sviluppa inperfetta armonia con lo sviluppocorporeo generale. Durante l’etàpre-puberale (dai 6 ai 12 anni) lafunzionalità respiratoria è carat-terizzata da una respirazione rit-mica ma non uniforme, che avvie-ne attraverso le vie nasal i. LaFrequenza Respiratoria (FR) è dicirca 30 atti respiratori al minuto al-l’età di 7 anni e di 24 atti respiratoria 12 anni; il tipo di respirazione èprevalentemente diaframmatica.

di Antonio Maone

ADATTAMENTI DELL’APPA-RATO RESPIRATORIO AL-L’ESERCIZIO FISICO A differenza di altri apparati, l’ap-parato respiratorio non subisceparticolari adattamenti conl’esercizio fisico. Infatti lo sviluppodei polmoni è direttamente correla-to allo sviluppo delle dimensionicorporee e pertanto non è possibi-le ritenere che, a parità di crescita,giovani allenati presentino polmonipiù grandi rispetto ai loro coetaneinon allenati. Tuttavia, come dimo-strato dagli esami di spirometriapolmonare, i bambini allenati fan-no registrare valori di volumi pol-monari statici (CV), e special-mente di volumi polmonari dina-mici (VEMS-MVV), più elevati ri-spetto i bambini non allenati.Questo trova una spiegazione nelladifferente dinamica respiratoria neidue tipi di giovani, in quanto la po-ca coordinazione dei muscoli respi-ratori durante gli atti respiratori deibambini poco allenati non permette

con link di approfondimento

patologie della respirazione e attività fisica

nel bambino e nell’adolescente

Asma ed esercizio fisico

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e l’esecuzione di esercizi di ginna-stica respiratoria. Nel periodo pu-berale, con la maturazione del-l’apparato genitale e la produzionedi sostanze ormonali a esso colle-gate, i principali organi interessatidall’attività fisica continuano il lorosviluppo sotto l’influenza anchedel le nuove att iv i tà ormonal i .L’apparato respiratorio aumentale capacità funzionali parallela-mente allo sviluppo delle vie ae-ree, degli alveoli e del parenchi-ma polmonare. L’aumentata pro-duzione di ormoni androgeni e de-gli altri ormoni anabolizzanti favori-rà l’ipertrofia muscolare, ma anchela formazione e il deposito di tes-suto adiposo nelle diverse parti delcorpo sia nei maschi che nellefemmine. Alla fine del periodo pu-berale lo sviluppo totale del corposarà completato, ma non è com-pletata in pieno la funzionalità deivari organi e apparati, che potràmigliorare con l’attività fisica.

L’ASMA BRONCHIALE INETÀ EVOLUTIVAÈ una sindrome caratterizzata daun’iperattività bronchiale nei con-fronti di vari stimoli che determina-no una riduzione di calibro delle vieaeree (broncospasmo). Quandocompare in modo acuto, sotto for-ma di “attacco d’asma”, può re-gredire sia spontaneamente cheper effetto del trattamento farma-cologico. Numerosi stimoli e sostanzepresenti nell’ambiente (allerge-ni) possono innescare una crisiasmatica, tra questi anchel’esercizio fisico. Durante un attacco d’asma i di-sturbi sono principalmente carat-terizzati da difficoltà respiratorie,(dispnea espiratoria) provocatadall’aria che una volta inspirata ri-mane intrappolata nei polmoni pereffetto dello spasmo bronchiale.Per questo motivo le difficoltà re-spiratorie si associano a respirosibilante con fischi e rantoli re-spiratori. Le crisi possono essereprecedute da segni di interessa-mento nasale o da tosse, o pre-

patologie della respirazione e attività fisica

Trend temporale della prevalenza dell’asma nei bambini (1974, 1992, 1998) in Italia(Roma). Dal Progetto Mondiale Asma 2010

Prevalenza di sibili e asma in bambini e adolescenti italiani. Studio SIDRIA 81994-95) Dal Progetto Mondiale Asma 2010

di sfruttare completamente il loropotenziale respiratorio. Quindi ibambini che praticano sport han-no volumi polmonari più elevati,non perché hanno polmoni piùgrandi ma perché sanno usare

meglio i muscoli respiratori edespandere bene in modo ritmicola gabbia toracica. Questo fa ca-pire di come sia molto importantein età evolutiva l’insegnamento airagazzi della corretta respirazione

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sentarsi in modo improvviso conimmediata difficoltà respiratoria.L’asma da sforzo (ExerciseInduced Asthama) in italianoBIEF , ovvero BroncospasmoIndotto da Esercizio Fisico, è unattacco d’asma che può insor-gere in soggetti affetti da iperat-tività bronchiale quando si sot-topongono a un lavoro musco-lare continuo a intensità pari al70-80% della loro massima ca-pacità aerobica, e una Fre-quenza Cardiaca di 160-170b/min. Si può accompagnare atosse stizzosa, senso di costrizio-ne toracica, sudorazione, fino alladispnea. In genere la crisi si risol-ve spontaneamente dopo circaventi-trenta minuti, anche se laseverità dell’attacco può dipende-re dalle condizioni preesistenti delbroncospasmo, oltre che dall’in-tensità dello sforzo fisico e dallecondizioni ambientali. Fattori am-bientali capaci di accentuare ilbroncospasmo e innescare la crisisono gli sbalzi di temperatura,l’eccessiva umidità, ambientitroppo caldi o troppo freddi,presenza nell’aria di polveri opollini.

COME SVOLGERE L’ALLENA-MENTOAnche se l’asma bronchiale è unamalattia che può essere scatenata

patologie della respirazione e attività fisica

Asmogenicità dei diversi tipi di sport in ordine decrescente. Consensus ConferenceGroup Rivista di Broncopneumologia Pediatrica 1994

L’ATTIVITÀ FISICA IDEALE(tratto da “Prevenzione e tera-pia dell’asma e del broncospa-smo indotto dall’esercizio fisi-co”, Barbara Boseggia, ElisaMilanesi, Ilaria Romei, DiegoPeroni, Giorgio Piacentini,Clinica pediatrica Università diVerona)

Il nuoto, per le condizioniambientali caldo-umide in cuisi pratica, risulta essere tra glisport meno asmogeni, e si èdimostrato efficace nelmigliorare la capacitàcardiorespiratoria e lasintomatologia asmaticapresente al di fuoridell’esercizio fisico. Esso èconsigliato nei bambini affettida asma e, soprattutto, inquelli con broncospasmoindotto da esercizi fisico,perché permette di compiereatti respiratori ritmici esincronizzati con le bracciate.Il principale svantaggio diquesta disciplina èrappresentato dal clorocontenuto nell’acqua, che puòirritare le vie aereecontribuendo al sorgere dellasintomatologia asmatica. Beneanche la pallanuoto, così comela pallavolo, perchéconsentono di alternaremomenti di attività intensa, madi breve durata, a momenti direcupero. Sono invece piùasmogeni gli sport in cui lacorsa rappresenta unacomponente importante:calcio, atletica leggera, basketecc. Questi sport non devonocomunque essere preclusi alsoggetto asmatico, il qualedovrà solo prestareun’attenzione maggiore aglieventuali sintomi di crisiasmatica, soprattutto durantele attività che si svolgonoall’aperto in condizioni dirischio aggiuntivo (bassetemperature, pollini ecc.)

dall’esercizio fisico, l’attività fisi-ca può migliorare e ridurre il ri-schio delle crisi asmatiche, se siabitua il giovane atleta allo sfor-zo in modo regolare e progressi-vo. Un allenamento progressivoabitua il soggetto asmatico a sfor-zi sempre più intensi innalzando lasoglia di innesco dell’asma, fa-cendo ridurre al minimo l’inter-vento farmacologico e la possi-bilità di eventuali riacutizzazio-ni. Per questo è importante nonsomministrare sforzi a intensitàmassimale, specie quando ci sitrova in condizioni ambientali sfa-vorevoli (ambienti troppo umidi opoco ventilati, ambienti polverosi,campi o prati lavorati da poco).Una seduta tipo di allenamentoper un giovane asmatico do-vrebbe contenere un’iniziale fa-se di riscaldamento non inferio-re a dieci minuti, quindi conti-nuare con esercizi intervallati amedia intensità tipo interval-training che prevedano eserci-tazioni submassimali di duratanon superiore ai tre minuti, al-ternati a periodi di carico infe-riore; il tutto cercando di non ol-trepassare la frequenza cardia-ca di 160-170 battiti al minuto.Ai fini preventivi è opportuno che ilgiovane abbia sempre con se unfarmaco broncodilatatore da utiliz-zare nel caso di crisi asmatica.

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Alessandro LanzaniDirettore scuolaFrancesco CapobiancoResponsabile scuolaDavide FogliadiniMassofisioterapista, personal trainerEdoardo LanzaniMedico ortopedico, esperto in rieducazione funzionaleDavide GirolaMedico, esperto in riabilitazionecardiologicaRoberto DaganiLaureato in scienze motorie,massofisioterapistaAndrea ScalaLaureato in scienze motorie, personal trainer,Serenella LattanzioAvvocato, esperta in normative tributarieLuca MazzottiDottore commercialistaAndrea MediciPreparatore atletico, esperto inosteopatia

Gianni MontagnaTrainer, esperto in alimentazionee integrazioneAndrea GianesellaLaureato in scienze motorie,Presenter di discipline musicaliFrancesca DegasperiPresenter di disciplinemusicali

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Laboratori di anatomia e seminari tec-nici con la visione di supporti video.Come lavorare su:- addominali e paravertebrali- cingolo scapolare - pettorali e dorsali- arti superiori- arti inferiori- Cenni di ginnastica correttiva, an-talgica e stretching- Come costruire un programmad’allenamento- Allenamento cardiovascolare- Esame obiettivo motorioDove e quando: Milano, Sala DeAmicis Via De Amicis,17 a partire dasabato 16 ottobre Orario: 10.00-13.00, 14.00-17.00Quanto dura: 13 giornate, sempre disabatoQuanto costa: 504 euro entro il 30 set-tembre; 540 euro per iscrizioni succes-sive; + 30 euro di iscrizione alla scuola,validità annuale. Prezzi Iva inclusa.Esami: quiz a risposta multipla, collo-quio orale e prova pratica.

AEROBICA E DISCIPLINE MUSICALIMetodo e creatività; nozioni tecnicheed esperienze espressive; condiziona-mento atletico e divertimento. Per for-mare il ruolo multidisciplinare dell’inse-gnante di materie aerobiche con un ap-prendimento veloce, efficace, comple-to e professionale.Parte tecnico-pratica- Anatomia di base con riferimentoa: apparato scheletrico, osteoartico-lare e muscolare.- Traumi più frequenti in palestra.- Motivazione, capacità comunicati-ve e responsabilità dell’istruttore.- Postura e allineamento.- Riscaldamento e passi base.- Lo studio della musica: effetto del-la musica sul corpo e sulla mente:come scegliere i brani giusti in ognioccasione.- Il cueing.- Movimenti controindicati e regoledi sicurezza.- Ripasso / studio dei passi base di

aerobica e step.- Come costruire ed evolvere unacoreografia.- Blocchi pari/dispari: come utiliz-zarli.- Tonificazione & allungamento deiprincipali gruppi muscolari a corpolibero e con piccoli attrezzi.- Interval training e circuit training- Composizione delle lezioni cardio-vascolari.Dove e quando: Milano, a partire dasabato 23 ottobreOrario: 10.00-13.00,14.00-17.00Quanto dura: 7 giornate, sempre disabato.Quanto costa: 396 euro (Iva inclusa)per iscrizioni entro il 30 settembre; 436euro (Iva inclusa) per iscrizioni succes-sive; + 30 euro di iscrizione alla scuola,validità annuale.Esami: quiz a risposta multipla, provapratica.

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ze motorie, diplomati ISEF, massofisio-terapisti, fisioterapisti e istruttori di fit-ness. Il corso non è consigliato a pro-fessionisti che non abbiano conseguitogià certificazioni nell'ambito del fitnessprofessionale e che non abbiano acqui-sito esperienza nel fitness tradizionale. Dove e quando: Milano, a partire dasabato 6 novembreOrario: 10.00 -13.00 14.00 - 17.00 Quanto dura: 6 giornate, sempre disabato. Quanto costa: 620 euro (Iva inclusa)per iscrizioni entro il 30 ottobre; 700euro (Iva inclusa) per iscrizioni succes-sive; + 30 euro di iscrizione alla scuola,validità annuale.Chi lo desiderasse, può ottenere la me-desima certificazione tramite il CORSOPER OPERATORE DI FITNESS META-BOLICO A DISTANZA (vedi propostapagina precedente).Esami: quiz a risposta multipla, provapratica.

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MASSAGGIO MIOFASCIALE Terapia miofasciale: una grande varietàdi tecniche che spaziano dalla manipo-lazione dei tessuti molli all’allungamen-to muscolare prolungato. Strutturaanato-mica, omeostasi dei vari sistemi,psicoemotività, campo vitale: tutto sicompenetra in una presa di coscienzaglobale del sé fisico e mentale.Parte teorica- Anatomia e topografia della fascia.- Fisiologia della fascia.- Patologia e sintomatologia dellafascia.Parte tecnico/pratica- Tecniche di base, trattamentopreliminare, globale, segmentario.- Tecniche avanzate di detensiona-mento miofasciale, i punti trigger, tec-niche profonde e traverse, tecnichecombinate.Dove e quando: Milano, sabato 20novembreOrario: 10.00-13.00,14.00-17.00Quanto costa: 120 euro per iscrizionientro il 31 ottobre; 160 euro dopo taledata; + 30 euro di iscrizione alla scuola,validità annuale. Prezzi Iva inclusa.

COMPOSIZIONE CORPOREA eANTROPOPLICOMETRIAObiettivo della giornata di formazione èdi fornire i contenuti pratici e teorici dellamisurazione corporea dei soggetti. Lavalutazione della composizione corpo-rea è uno strumento di valutazione utileper programmare e monitorare il lavorofisico e gli obiettivi. È anche uno stru-mento di fidelizzazione perché aiuta ilpersonal trainer a instaurare una relazio-ne professionale di credibilità ed efficien-za con i propri assistiti. - Cos’è l’antropoplicometria. - Procedura delle misurazioni plicome-triche; rilevazioni e descrizione dei puntidi repere per le pliche. - Rilevazioni e descrizione delle circonfe-renze. - Body Mass Index (BMI). Dove e quando: Milano, sabato 6 no-vembre Orario: 10.00-13.00 e 14.00-17.00Quanto costa: 120 euro per iscrizioni en-tro il 31 ottobre; 160 euro dopo tale data;+ 30 euro di iscrizione alla scuola, validitàannuale. Prezzi Iva inclusa.

VALUTAZIONE POSTURALESaper analizzare e comprendere la po-stura di un soggetto è la tappa obbliga-ta per elaborare un programma di alle-namento davvero “personal”. Con que-sto stage vi impadronirete di uno stru-mento pratico di grande accuratezza,con uno sguardo alla psicologia.- Dal neonato all’anziano: la formazionee l’evoluzione delle curve rachidee.- La postura fisiologica del soggetto- Appoggio plantare ed effetti posturali.- Gli effetti del sistema muscolo-connet-tivale sull’apparato scheletrico.- Individuare le asimmetrie mediante lavalutazione posturale.- Contrazione, contrattura e retrazionemuscolare. I test.- Muscoli agonisti, antagonisti e sinergici.- Esercitazioni pratiche di gruppo.Dove e quando: Milano, sabato 17ottobreOrario: 10.00-13.00 e 14.00-17.00Quanto costa: 120 euro entro il 30 set-tembre; 160 euro (Iva inclusa) dopo taledata; + 30 euro di iscrizione alla scuola,validità annuale. Prezzi Iva inclusa.

MASSAGGIO SPORTIVO Master di tre giorni, accessibile preferi-bilmente a personal trainer, diplomatiIsef e laureati in Scienze Motorie, fisiote-rapisti e medici. Questo master forniscetutte le conoscenze necessarie per otti-mizzare la prestazione attraverso il mas-saggio e per guidare l’atleta verso il pie-no recupero funzionale da eventi trau-matici acuti e cronici.- Aspetti fisiologici e meccanismod’azione del massaggio.- Indicazioni e controindicazioni.- Periodizzazione e finalità del mas-saggio sportivo.- Esame del paziente- Tecniche del massaggio- Trattamento del rachide cervicale,del tronco, del bacino e degli arti.Dove e quando: Milano, a partire dasabato 23 ottobreQuanto dura: 3 giornateOrario: 10.00-13.00,14.00-17.00 Quanto costa: 270 euro per iscrizionientro il 30 settembre; 320 euro per iscri-zioni successive; + 30 euro di iscrizionealla scuola, validità annuale. Prezzi Ivainclusa.

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IL GINOCCHIO INFORTUNATOParticolarmente indicato per fisiotera-pisti, istruttori di fitness e body buildinge personal trainer, questo stage forni-sce le conoscenze necessarie per af-frontare il recupero funzionale dell’arti-colazione del ginocchio colpita dalleprincipali patologie di natura traumati-ca e cronica. - Anatomia funzionale e topograficadel ginocchio. - Lesioni meniscali. - Lesione del legamento crociato ante-riore. - Lesione del tendine rotuleo. - Condropatia femoro-rotulea. - Valgismo di rotula. - Artrosi grave del ginocchio. Dove e quando: Milano, sabato 18dicembreOrario: 10.00-13.00,14.00-17.00Quanto costa: 120 euro per iscrizionientro il 30 novembre; 160 euro dopotale data; + 30 euro di iscrizione allascuola, validità annuale. Prezzi Iva in-clusa.

MATWORKUn programma modulare per promuo-vere la resistenza, la flessibilità, l'equili-brio e il controllo con la coordinazionedel corpo e della mente. Un corso unicoe completo per comprendere in un soloweekend i Principi del PILATES: il neutro- la respirazione - l’impegno muscolare- la visita posturale - i test valutativi - lacompilazione del protocollo di lavoro.I tre livelli del Pilates:BaseIntermedioAvanzatoDove e quando: Torino, 4 e 5 settem-bre o 9 e 10 ottobre.Quanto dura: 1 weekend, per un tota-le di 12 ore. Quanto costa: 300 euro + Iva.Percorso Pilates completo: Matwork +Cadillac + Reformer 1.300,00 euro an-ziché 1.500,00 + IVA.

STRETCHING EVOLUTOLo stretching è in continua evoluzione.Non è più semplice allungamento mus-colare, ma mobilità fine e globale, conparticolare accento sugli aspetti neurofi-siologici. - Neurofisiologia: approfondimento - Tessuto connettivale e rigidità articolari.- Definizione di contrazione isometrica ditipo eccentrico. - Ruolo della respirazione nello stretch-ing olistico. - Influenza dell’alllungamento sulla pos-tura. - Individuare e trattare i trigger points. - Valutazione e miglioramento della mo-bilità cervicale. - Valutazione e miglioramento della mo-bilità lombare. Dove e quando: Milano, sabato 6 no-vembreOrario: 10.00-13.00,14.00-17.00Quanto costa: 120 euro per iscrizionientro il 31 ottobre; 160 euro dopotaledata; + 30 euro di iscrizione alla scuola,validità annuale. Prezzi Iva inclusa.

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Il corso a distanza per operatore difitness metabolico permette di rag-giungere obiettivi operativi alta-mente specialistici, fornendo le ba-

si necessarie teoriche e pratiche perrealizzare percorsi motori personaliz-zati in sicurezza per la sindrome meta-bolica:- ipertensione e malattie cardiovascolari;- soprappeso e obesità;- diabete;- artrosi e osteoporosi.Il corso si sviluppa in un'opera com-posta da un volume + 8 DVD multime-diali con contributi tecnici:- audio mp3 con registrazioni e approfondimenti verbali;- video con filmati didattici e tecnici; - immagini a supporto dei testi;- testi con documenti interi o recensiti;- presentazioni con grafici e tabelle.ATTENZIONE: I DVD SONO FRUIBI-LI SOLO SU PERSONAL COMPU-TER E NON SU MACINTOSH

CONTENUTI

Strumenti tecnici• Accreditamento istituzionale: “attività motoria come prevenzione so-ciale”. • I soggetti metabolici: definizione delle principali parole chia-ve; sedentarismo e malnutrizione daeccesso, stili di vita. • Alfabetizzazione motoria, Fitnessmetabolico e Fitness terapia: tre livelliper un nuovo stile di vita.• Equilibrio funzionale, allenamentofunzionale: la grande gara della vitaquotidiana.• Fitness metabolico e diabete.• Fitness metabolico e obesità, so-vrappeso, anoressia e bulimia (strate-gie integrative nel centro fitness).• Fitness metabolico e ipertensione,malattie cardiovascolari.

• Fitness metabolico e apparato loco-motore: artrosi e osteoporosi.• Classificazione, approccio psicologi-co e fidelizzazione del soggetto meta-bolico.• Classificazione e approccio dei sog-getti sedentari, motori, sportivi, e ago-nisti.• Selezione e abstract della più recen-te bibliografia scientifica internazionalesul fitness metabolico. • Aspetti di marketing e gestionali: co-me si vende il fitness metabolico e conquali “pacchetti servizio”.• Formazione per lo staff di vendita: in-quadramento generale.

Step operativi • Inquadramento del soggetto eanamnesi metabolica: un metodo disicurezza per l'operatore e il soggettometabolico;• gli strumenti di misura: dai test tradi-zionali dello sport ai Fix metabolicispecifici; il tempo zero; • le misure sicure per la gestione deimetabolici;• strumenti di lavoro e unità motoriemetaboliche;• programmazione dell'attività motoria;• insegnamento dell'attività motoria;• strumenti di fidelizzazione: il passa-porto metabolico;

Esempi pratici Come strutturare le prime ore di lavorocon i soggetti metabolici;• monitoraggio e verifica dei risultati• Codice deontologico;• Manifesto del fitness metabolico.

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bile nelle pagine a seguire, sezioneSTAGE, oppure sul sito internet www.professionefitness.comChi volesse frequentare il CORSOPER OPERATORE DI FITNESS ME-TABOLICO CON LEZIONI FRONTA-LI, può consultare le pagine suc-cessive, nella sezione CORSI.

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ANNULLAMENTI E RINUNCELa Scuola di Professione Fitness si riserva il diritto di annullare le iniziative inprogramma qualora non si raggiunga il numero minimo di iscritti, provvedendo intal caso al rimborso totale delle quote già corrisposte. In caso di rinuncia, la Scuoladi Professione Fitness provvederà al rimborso parziale della quota corrispostasecondo le modalità indicate nel sitowww.professionefitness.com

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SEGRETERIA ORGANIZZATIVAPer ogni informazione la nostra segreteria organizzativa è sempre a tuadisposizione. Ci trovi presso Professione Fitness in via Orseolo, 3 – 20144 Milano. Ilnostro numero di telefono è 0258112828, fax 0258111116, [email protected]. La fermata più vicina della metropolitana èMM S. Agostino sulla linea verde. Ci trovi dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 18.00

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Page 30: FitMed n°9

I BODYWORKERNei paesi anglosassoni tutti i tratta-menti manuali che si eseguono sulcorpo di una persona, massaggi,manipolazioni, mobilizzazioni, stret-ching e taping, sono definiti body-works; il bodyworker è l’operatoreche, in base alla propria esperien-za, sa eseguire e gestire tutte que-ste manualità. Quando queste so-no applicate e modulate su di unatleta si definiscono Sportbody-works. I bodyworks possonoavere la finalità del wellness, ov-vero il benessere e il relax per lapersona, o di fitness, come trat-tamento di supporto alla prepa-razione fisico-atletica e al recu-pero nel dopo prestazione-alle-namento per lo sportivo. I tratta-menti di sportbodyworks non sonomedicali: per questo motivo devo-no essere privi di qualunque finalità

Lo spunto per questo scrittomi è venuto durante la let-tura dell’eccellente articolo“Integratori alimentari a

base vegetale” a cura del Dipar-timento della Prevenzione e del-la Comunicazione del Ministerodella Salute. Nella parte iniziale sievidenzia in modo chiaro la diffe-renze tra le sostanze medicinali enon per uso sportivo, come ap-punto l’oggetto dell’articolo. La forma usata per diversificare ledue tipologie di prodotti, quellimedicali e gli integratori, mi è sem-brata avere una certa assonanzarapportandola ai trattamenti di fi-sioterapia sportiva e gli sportbody-works non terapeutici. Un breve incipit al concetto diBodyworks e del l ’operatoreBodyworker, dato che in Italia nonè ancora ben conosciuto.

terapeutica e vanno consideratiprotocolli integrativi con la sola fina-lità salutistica. Non sostituiscono iprecisi protocolli medico-sportivo ofisioterapici, ma, con il consenso diquesti specialisti, possono essereimpiegati come supporto in alcunecondizioni specifiche, apportandoalcune manualità essenziali percoadiuvare un processo fisiologicodurante l’iter di rehab sportivo di unatleta infortunato. La mia esperien-za di collaborazione ultraventenna-le con gli specialisti del settore re-hab sportivo (medici, ortopedici, fi-sioterapisti, posturologici, kinesio-logi ecc), mi ha insegnato e chiaritoun punto fermo: per ottenere lamassima efficacia e i migliori risulta-ti possibili su di un atleta in fase direcupero, il programma di lavoro dasvolgere deve essere assolutamen-te sinergico tra le diverse figure pro-

community business

Sportbodyworks eFisioterapia sportiva

rispettare ruolie differenze per lavorare insieme

di Maurizio Ronchi [email protected]

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fessionali, compreso il massaggia-tore non medicale o sportbodywor-ker, come il sottoscritto. Lo spor-tbodyworker non terapista divieneparte integrante dello staff medicoe aiuta l’atleta nello svolgimento deiprogrammi composti dai tipici eser-cizi che il medico sportivo o il fisio-terapista consigliano di eseguireautonomamente, una volta termi-nata la delicata fase terapeutica,come conclusione del percorso diriatletizzazione. Mi preme, per cor-rettezza e trasparenza, ribadire chei lavori di sport-bodyworks hanno loscopo di essere integrativi e coa-diuvanti, ma ovviamente e per nes-suna ragione, mai sostitutivi deiprotocolli medico-riabilitativi o fisio-terapici. È bene chiarire da subito, esempre, la netta distinzione tral’operatore sanitario in possessodi laurea o dottorato specialisti-co, abilitato ai compiti di diagno-stica clinica, alla terapia, allaprescrizione farmacologia ecc.,e l’operatore che ha seguito unpercorso di studio differente,non ancora riconosciuto e rego-lamentato, che opera in sinergiacon le figure precedenti, pur ri-manendo nel proprio campo sa-lutistico integrativo, ma non tera-peutico. L’occasione mi spinge asollecitare a tal proposito una presadi posizione legislativa certa e so-prattutto meno nebulosa di quellavigente, da parte delle autoritàcompetenti, dal momento che, dalpunto di vista fiscale, noi operatoriolistici delle professioni alternativesiamo ben riconosciuti; allo stessomodo mi preme anche suggerire, aquesta figura professionale non re-golamentata, di operare esclusiva-mente e solo nel campo salutisticodi wellness e fitness: mai sconfina-re per deliri di onnipotenza nellearee di competenza ben definite eriservate solo agli operatori medi-co-terapeutici e riabilitativi, i soliabilitati ai protocolli sanitari di re-hab. Saper diagnosticare un pro-blema non vuol dire necessaria-mente essere in grado di trovarnela soluzione e di sapervi porre rime-dio: per questo è fondamentale ri-

mandare sempre al medico curan-te. Diagnostica e terapia sono dialtrui competenza: chi non ri-spetta questi confini scredita laparte sana, seria e competentedi noi professionisti non conven-zionali. È anche per questo motivoche da anni noi tutti auspichiamouna rapida e chiara soluzione pertutti gli operatori olistici tramite lenumerose r ichieste, come laProposta di Legge “Disposizioni inmateria di professioni non regola-mentate” del 15 luglio 2008, pre-sentata al Parlamento. Il problema è stato sollevato piùvolte anche livello internazionale: ci-to ad esempio i numerosi lavori inmerito a trattamenti e terapie nonconvenzional i pubbl icati suAlternative Medicine, o l’iniziativadel prestigioso British MedicalJournal che da un decennio haavviato la pubblicazione siste-matica di studi e ricerche esegui-te dalle cosiddette medicine nonconvenzionali. Questo ha dato il

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via a un prolifico e serio contribu-to alla ricerca scientifica, che hafatto uscire questi trattamenti al-ternativi uscire da quella semi-clandestinità cui eravano relega-ti e aprendo un franco e chiarodibattito approfondito, e con lamedicina ufficiale e con leIstituzioni pubbliche.Serve subito una legislazione inmerito: vogliamo essere ben distin-ti da ciarlatani, guru e santoni che simescolano con noi seri e prepara-ti professionisti olistici, operatoridi discipline non regolamentate,in possesso di certificati e atte-stati che, pur non essendo inItalia ufficialmente riconosciuti,fanno parte di un percorso for-mativo eseguito presso seriescuole e associazioni ricono-sciute da Enti ufficiali e Comitatidello Stato. A validare la serietà diqueste attività didattico-propedeu-tiche è il corpo decente, costituitoda illustri professionisti sanitari e delsettore sport rehab.

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LAVORARE INSIEMEMettiamo a disposizione il nostroknowhow e la nostra fine tecnicamanuale come compound, in ungruppo di lavoro sinergico fattodalle varie figure professionalidel settore rehab al servizio del-l’atleta, ritagliandoci e condivi-dendo il nostro spazio nel pienorispetto delle regole. Da oltre ven-t’anni sperimento la positiva e co-struttiva collaborazione con i pro-fessionisti sanitari in ambito sporti-vo: la nostra capacità e preparazio-ne, il rispetto del ruolo, il continuostudio e gli aggiornamenti costanti,sono il biglietto da visita di noi bo-dyworker operatori non convenzio-nali, per poter essere considerati ediventare collaboratori di queste in-sostituibili figure professionali.La mia esperienza viene ancora inaiuto a tal proposito, riconoscendoalcuni limiti che sussistono nellapreparazione dei futuri operatori direhab, come lo scarso utilizzo dispecifiche manualità o tecniche dimassaggio o di bodyworks in ge-nerale: sul piano dell’uso delletecniche manuali, massaggio,scollamento mio-fasciale, dre-naggio, mobilizzazione articola-re, taping, lo sportbodyworkerpossiede una maggior dimesti-chezza nell’utilizzo delle mani ri-spetto al classico terapista.Purtroppo, nel suo percorso forma-tivo, la parte didattica dell’appren-dimento delle tecniche di base perl’utilizzo delle mani come strumen-to di lavoro e, cosa importantissi-ma, di ascolto, è davvero limitatoper via dell’impegno richiesto per lealtre materie di studio del corso dilaurea. Da alcuni anni laureandi elaureati in questo settore si rivolgo-no a me per poter svolgere un pe-riodo di praticantato in sportbody-works (ovviamente gratuito): tantigiovani terapisti che hanno passatocon me qualche mese, e che han-no migliorato la loro efficacia nel fa-re terapia fisica integrandola con glisportbodyworks, avendo imparatoa usare le mani come un ulteriorestrumento di lavoro. Questo fa an-che capire come il rapporto tra te-

rapista sportivo e sportbodyworkersia univoco, ovvero un terapistapuò divenire anche un buonmassaggiatore, ma un bodywor-ker olistico non potrà diventareun terapista, se non attraverso ilpercorso universitario. Sono or-goglioso di come stiamo lavorandobene, con il mio staff medico, a fa-vore di tutto il movimento di giovanie meno giovani che giocano o si al-lenano nelle varie squadre delSeregno Rugby: un lavoro di équi-pe che vede lo sportbodyworker,professionista non convenzionale,affiancato alle figure professionalicanoniche (medico osteopata,gnatologo-posturologo, ortopedi-co, f isioterapista, kinesiologo,scienze motorie e preparatore atle-tico), tutti in sinergia per il lavoro mi-rato di prevenzione e riatletizzazio-ne. Tutta l’attività di prevenzione erecupero da infortunio svolto dallostaff medico e tecnico, sarà il temadi una prossima pubblicazione equesto, per noi professionisti nonregolamentati, è motivo di orgoglio,così come lo sono i risultati e lesoddisfazioni professionali che rice-viamo dai nostri atleti e clienti, o co-me la continua richiesta di parteci-pazione a stage di sportbodyworkspresso lo staff medico del SeregnoRugby. Umiltà, preparazione e ri-spetto delle altrui competenze, cipossono dare grandi soddisfazionie la possibilità di collaborare con al-

tre figure professionali per conti-nuare a crescere in questo appas-sionante settore sportivo.Concludo rivolgendomi alle asso-ciazioni, agli enti e ai comitati istitu-zionali, per una presa di visione delnostro lavoro professionale, nonantagonista a quella ufficiale, maintegrante e sinergico: possiamodare molto di più insieme, tro-vando una formula più consonaalle istituzioni. Per quanto riguar-da noi massaggiatori e sportbody-workers, sarebbe sufficiente po-sporre alle parole che definisconola nostra professione il termine “nonterapista”, ed essere così finalmen-te riconosciuti nei nostri ambiti, neinostri limiti.

M A U R I Z I ORONCHI

È massaggiatoresportivo non tera-pista, libero pro-fessionista olistico,docente di Sportbody-works eTecnica Passivattiva. Membrodel lo staff medico SeregnoRugby, massaggiatore tesseratoF.I.R., fa parte dell’AssociazioneManipolazione Fasciale edell’Associazione Italiana TapingKinesiologico.

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statine conti-nuano a essereil sottogruppo amaggior spesa(16,6 euro procapite), con unaumento del13,4% delle do-si e dell’8,5%della spesa, maquasi tutte lecategorie tera-peutiche fannoregistrare un in-cremento delledosi prescritte rispetto all’annoprecedente. Alti valori di esposi-zione si osservano nei bambini enegli anziani: circa 8 bambini su 10ricevono in un anno almeno unaprescrizione, in particolare di anti-biotici e antiasmatici. L’Italia è alprimo posto in Europa per laprescrizione di antibiotici, unprimato certo non giustificatoda valori epidemiologici, quantopiuttosto da un “fattore culturale”,come ha affermato NicolaMagrini (medico con specializ-zazione in Farmacolo-giaClinica, direttore del CeVEAS),alla presentazione del RapportoNazionale OsMed 2009. Lo stes-so Magrini nel suo intervento evi-denzia che la “pressione com-merciale dell’industria” influiscepesantemente sulla prescrizio-ne dei farmaci per il sistema

cardiovascolare. Il rilevante e co-stante trend di aumento (consumopiù che raddoppiato in un decen-nio) non è assolutamente giustifi-cato dall’invecchiamento della po-polazione, così come non è soste-nuto da “robuste evidenze” l’utiliz-zo di detti farmaci con un approc-cio di “riduzione del rischio”, ap-poggiato a “linee guida” eteroge-nee tra loro e spesso con “scarsatrasparenza sul conflitto di interes-si”. La forte variabilità regionaleche caratterizza il consumo dimoltissime categorie di farmaci è“allarmante” e non trova corri-spondenza con gli indici epidemio-logici: questa discrepanza rappre-senta, di fatto, la prima evidenzache la prescrizione di farmacinon avviene per “appropriatez-za”, ma seguendo altri, miste-riosi percorsi.

L’ultimo rapporto dell’Os-servatorio Nazionale sul-l’Impiego dei Medicinali(OsMed), pubblicato a luglio

di quest’anno, conferma che gli ita-liani sono sempre più farmaco-di-pendenti. L’Osservatorio monitora laspesa farmaceutica convenzionatatramite l’elaborazione di oltre 500milioni di ricette prescritte dai medicidi medicina generale e inviate da cir-ca 18.000 farmacie del territorio. Nel2009 il mercato farmaceutico totale,comprensivo della prescrizione terri-toriale e di quella erogata attraversole strutture pubbliche (ASL, AziendeOspedaliere, Poli-clinici Universitariecc.) è stato di oltre 25 miliardi dieuro, di cui il 75% a carico delServizio Sanitario Nazionale: 420euro pro capite. I farmaci del si-stema cardiovascolare conferma-no il loro primato come categoriaterapeutica maggiormente utiliz-zata, con oltre 5 miliardi di euro co-perti per il 94% dal SSN. A seguire, ifarmaci gastrointestinali (12,7% deltotale), i farmaci del sistema nervosocentrale (12,5%) e gli antineoplastici(11,7%). Il consumo di farmaci diclasse A-SSN (rimborsati al 100%dal Servizio Sanitario Nazionale eper i quali il cittadino paga solo unaquota fissa per confezione) è au-mentato del 3,4% rispetto al2008: ogni mille abitanti sono sta-te prescritte 926 dosi di farmacoal giorno. Erano 580 nel 2000. Le

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Farmaci:

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crescono i consumi

a cura della redazione

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Traumi distorsivi della tibio tarsica

pivot rappresentano la percen-tuale più alta.

FATTORI DI RISCHIOI traumi distorsivi della caviglia sonodi frequente riscontro nel basket.La maggior parte delle evidenzeepidemiologiche sottolinea come lapercentuale più alta di lesioni siverifica nella fase di atterraggiodopo un salto sotto i tabelloni,rimbalzo o tiro in sospensione(88,9%) e nei cambi di direzione.

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Una review sul basket internazionaleL’incidenza dei traumi della caviglianegli Stati Uniti, dove il basket èuno degli sport maggiormente pra-ticati, è approssimativamente di 4milioni ogni anno; la metà di questiè classificata come distorsioni dellatibio - tarsica e fratture. Questieventi lesivi sono più frequenti nelledonne che negli uomini, con un’in-cidenza da 2 a 8 volte maggiore nelsesso femminile rispetto a quellomaschile (2, 3, 4). È stato anche ripor-tato come le modificazioni ormonali

di D’Onofrio Rosario, Tucciarone Agostino, Manzi Vincenzo, D’Ottavio [email protected]

Dal punto di vista epidemio-logico possiamo affermareche le distorsioni di cavi-glia rappresentano l'in-

dice percentuale di lesione piùcomune nel basket, insieme allepatologie acute e croniche a ca-rico dell’articolazione del ginoc-chio. Una Review effettuata daDick (1), che ha analizzato 16 annidi attività cestistica della NationalCollegiate Athletic Association(NCAA), ha messo in evidenza co-me la percentuale complessiva del-le lesioni nel basket è di 9.9 per1000 atleta/esposizioni per gare, e4.3 per 1000 atleta/esposizioni perallenamenti. La maggior parte diqueste lesioni si verifica nella zo-na del parquet 1: la Key Area (ve-di figura). In questa zona di camposi riscontra anche la maggior partedelle distorsioni di caviglia, con unapercentuale di 0.45 danni per 1000ore di esposizione. Rispetto ai ruo-li sul terreno di gioco, le ali piccolepresentano una percentuale mi-nore di lesioni, mentre i centri o

Figura 1 - Distorsioni della caviglia in relazione alla posizione sul terreno di gioco:1. Key area 2. 3-Point line zone 3. Midcourt 4. Center 5. Out of bounds

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rendo a creare il presupposto bio-meccanico e funzionale affinchél’atleta possa incorrere in un traumaa carico della caviglia. In una corret-ta analisi della letteratura è giustosottolineare come Barrett, peresempio, non trovò nessuna rela-zione tra tre modelli di scarpe dabasket (alte, basse e con air cell) edistorsione di caviglia in 622 gioca-tori di pallacanestro (12). In un altrostudio su una popolazione ampia di2562 giocatori di basketball ameri-cani osservati per 2 anni venne di-mostrato l’effetto protettivo dellescarpe da basket alte rispetto aquelle basse, sottomalleolari. Dallastessa ricerca è possibile estrapola-re come il connubio scarpa alta &taping, offra il massimo livellostabilizzatore, ovvero il massimoeffetto protettivo alla caviglia, de-terminando una riduzione dal 32.8al 14.7 distorsioni per 1000 parteci-panti alle gare. L’effetto preventivodelle scarpe alte è ampiamente evi-denziato nella letteratura, primaria-mente dovuto all’associazione con iltaping. Secondo Verhagen le scar-pe da basket alte, sopramalleola-ri, rispetto a quelle basse contri-buiscono a una più efficace com-pattezza nel limitare l’inversione(13). Altri autori (14) hanno mostratoche, dopo un salto verticale l'uso di“high-support shoes” crea un mi-nor range articolare e maggioriforze d’impatto sull’avampiede.Gli stessi autori sottolineano, tutta-via, come l'uso di scarpe alte dialuogo anche a una riduzione dellecapacità di salto e della corsa,per la riduzione del ROM e dellaconsequenziale espressività bio-meccanica ascendente. L’asso-ciazione tra modello di scarpa e le-sione di caviglia rimane comunque,a oggi controverso.

STRETCHING DURINGWARM–UP PER DECREMEN-TARE IL RISCHIO DI LESIONINell’ambito delle lesioni della cavi-glia, questo terzo fattore di rischio èdescritto nella letteratura con risul-tati controversi. Secondo alcuni au-tori (15,16,17) i giocatori che non effet-

STORIA DI LESIONI PRE-GRESSEEkstrand afferma come atleti riabili-tati impropriamente, dopo una le-sione a carico della caviglia, o recu-perati alla competizione agonisticatroppo frettolosamente, incremen-tano notevolmente le percentuali diinfortunabilità (9): il 25.8% dei gioca-tori, selezionati con infortuni pre-gressi, subivano una nuova lesionenei due mesi successivi dall’infortu-nio; di questi, il 10.5% incorreva unare-injury nelle stessa localizzazioneprecedente. In questo contesto, undeficit del range articolare in par-ticolar modo della flessione dor-sale della caviglia, o meglio sem-plicemente della mobilità artico-lare, concorre, oltre che a predi-sporre a nuovi traumi distorsivi,anche a patologie da overuse acarico dell’arto inferiore. È statodimostrato che oltre la metà dei pa-zienti con distorsioni ripetute dellacaviglia mostra un indebolimentodella funzione dei peronieri (10), unblack-out propriocettivo inerente alpiano di movimento inversione-eversione (11) e un deficit della flessi-bilità degli ischio crurali (9). Unacompromissione dei meccano-cettori determina un decrementodel controllo neuromuscolaredell’articolazione. L’abolizione deglistimoli afferenziali sopraggiunge“…per una crescente deafferentazio-ne causata dall’immobilizzazione del-l’articolazione, oppure per errori dellacomunicazione delle informazionicausate dall’evento lesivo che colpi-sce l’articolazione stessa” (11).

SCARPE ALTE, BASSE E CONAIR CELLIl secondo fattore di rischio eviden-ziato da articoli presenti nella lette-ratura è rappresentato dall’utilizzodi scarpe da basket con celle adaria poste sui talloni. Il rischio ditraumi distorsivi è 4.3 volte piùelevato rispetto ad atleti che uti-lizzano delle scarpe definite“classiche” senza celle di aria: èprobabile che l’ ispessimentodell’”air cells” sul tallone decrementila stabilità del retropiede, concor-

durante il ciclo mestruale, siano fat-tori di rischio nell’elevare eventitraumatologici lesivi (5).In molti lavori presenti nella lettera-tura internazionale, sul basket evolley, vengono evidenziati qualifattori di rischio primari:- disordini propriocettivi - squilibri muscolari, deficit dei li-velli di forza in particolar modo diquella eccentrica - instabilità meccanica- decremento dei livelli di flessi-bilità e del range articolare.Bahr (6) in uno screening effettuatosulle due divisioni della massimaserie della Norwegian VolleyballFederation evidenziò che la mag-gior parte delle lesioni a carico del-l’apparato capsulo-legamentosodella caviglia si verificava dopo unatterraggio nelle fasi di muro e dischiacciata. Nella ricerca risultòche una semplice profilassi atta amigliorare le tecniche di salto as-sociate a tecniche di bendaggio“protettivo” potevano condurre auna riduzione significativa nel-l'incidenza lesiva, ridimensionan-do, inoltre, la gravità delle stesse le-sioni. Successivamente, un altro la-voro dello stesso autore (7) dimostròcome training propriocettivi as-sociati a “jump exercises” decre-mentassero il rischio di lesionialla caviglia. MacKay (8) studiò una popolazionedi 10.393 giocatori di basket (33%uomini e 67% donne) da cui emer-se che gli eventi lesivi alla cavigliaerano riscontrabili nel 45% dei casidurante la fase di atterraggio, dopoun salto o rimbalzo. La metà, ovve-ro il 22,5%, avevano luogo per l’ap-poggio, nella fase di ricaduta, sulpiede di un altro cestista.Pressoché la metà degli atleti conlesioni a carico dell’articolazione ti-bio-tarsica rimase lontano dallacompetizione agonistica per unasettimana o più. MacKay evidenziò 3 punti focali dirischio:- storia di lesioni pregresse- riabilitazione impropria - deficit del controllo neuromu-scolare.

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c) controllo delle gestualità com-plesse durante manovre di cut-ting e side step cutting. Ulteriormente è molto dibattutotra gli autori l’uso del taping edelle brace/tutori nelle strategiedi prevenzione dei traumi distor-sivi della tibio tarsica. Questi“supporti di sostegno” passivi, utiliz-zati per dare alla caviglia stabilità eprotezione durante l’attività agoni-stica, rientrano nelle strategie pre-ventive atte a ridurre i fattori di ri-schio di lesioni alla caviglia. Sulla lo-ro reale efficacia, tuttavia, rimaneancor oggi aperta la discussione trai diversi autori.

TAPING E TUTORIIl Taping della caviglia è indicato co-me uno dei più efficaci mezzi perproteggere l’articolazione tibio tarsi-ca da over stress patologici.L’efficacia degli stabilizzatori esterniprima e dopo gli esercizi è stata stu-diata estensivamente in letteratura,ma i risultati emersi non sono omo-genei. Un buon numero di lavori hastudiato l'effetto meccanico e pre-ventivo dei tutori e del taping nel ri-durre il rischio di traumi distorsividella caviglia: Mackay (8), per esem-pio, evidenzia come il taping della

co controverso, al contrarioKrivickas sostiene che ci sia unarelazione tra un aumento della fles-sibilità e decremento dell’incidenzadelle lesioni al la cavigl ia (21).Wiemann nel suo articolo (15) sotto-linea come esercizi di stretchingconcorrano a esprime un’inibizionedei livelli di reclutamento di forza ra-pida, influenza negativa che perma-ne dopo l’allungamento per un pe-riodo di tempo relativamente lungorispetto alla funzione della fase di ri-scaldamento pre gara. AncheCometti (16) sottolinea che gli eser-cizi di allungamento eseguiti duran-te la fase del warm-up di una gara odi un allenamento risultano essereparticolarmente svantaggiosi per leespressioni di forza legate al model-lo di prestazione.I risultati contraddittori della ri-cerca sull’efficacia reale dellostretching nella prevenzione deitraumi distorsivi della tibio tarsi-ca indirizzano il dibattito scientificosu altri aspetti preventivi, che nelbasket sono conclamati ed enfatiz-zati da moltissimi anni, come: a) miglioramento delle tecnichedi salto e ricadute; b) controllo del valgo dinamicoafisiologico;

tuano un programma completo distretching, come parte integrantedel riscaldamento, sono 2.6 voltepiù infortunabili rispetto a chi lo ef-fettua. È altresì dimostrata, nella let-teratura, la relazione esistente traun deficit di flessibilità dei mu-scoli del gastrocnemio e traumidistorsivi della caviglia (18): si so-stiene che un decremento dellaflessibilità dei muscoli gastro – soleosia responsabile, nella fase di atter-raggio dopo un salto, di un erratocontatto al suolo del piede, che vàeccessivamente in supinazione,con un alto rischio di incorrere inuna lesione a carico della caviglia.Shellock (19) afferma che esercizidi allungamento, utilizzati comeparte integrante del warm-up pri-ma della gara/allenamento, con-corrono al decremento dei rischidi lesione dei traumi distorsividella tibio tarsica. È stato ipotizza-to, tra l'altro, che lo stretching ri-duce di fatto, la stiffness musco-lare (20). Nello studio di MacKaydel 2001 (8) viene riportato comeesercizi di allungamento, utilizzatiprima dell’attività fisica, non riduco-no significativamente il rischio di le-sione dell’arto inferiore. Così, volen-do evidenziare il momento scientifi-

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caviglia decrementi l’indice di re-in-jury nei giocatori con distorsioni dicaviglia recenti, provvedendo a unapiù efficace restrizione del range delmovimento articolare in personecon instabilità cronica della tibio tar-sica. Tuttavia la ricerca di una mag-gior stabilizzazione sul piano fronta-le determina una maggiore limita-zione del range articolare sul pianosagittale, ovvero nella flessione dor-sale e plantare la cui libertà anato-mica permette la massima prefor-mance cestistica. Si afferma, inquesta ipotetica discussione scien-tifica, che qualsiasi effetto positi-vo delle varie tecniche di tapingdecrementi con l’aumentare del-l’attività fisica (22). Uno studio (24)

ha analizzato gli effetti sulla forza deimuscoli eversori e inversori della ti-bio tarsica, di due forme di immobi-lizzazione nei traumi distorsivi dellatibio tarsica. Un totale di 18 atleti di-lettanti, con trauma distorsivo del-l’articolazione tibiotarsica di 2° gra-do, furono avviati a due diversificatestrategie terapeutiche: - gruppo A (9 atleti tutti praticantibasket, di sesso maschile), con tu-tore funzionale Aircast Air Stirrupankle Brace;- gruppo B (9 atleti 7 uomini 2 don-ne), con taping.Tutti gli atleti furono testati, in trente-sima giornata post-infortunio, moni-torando con apparecchio isocineti-co Lido Active: a) peak torqueb) total workc) average power, degli inversori ed eversori della tibio-tarsica. I risultati emersi dallo studioconcorrono ad affermare che la for-za degli eversori e inversori dellacaviglia, testata alle velocità ango-lari di 30°,60°,90, 120°/sec., era si-gnificativamente maggiore nelgruppo A rispetto al gruppo B intutti i parametri di riferimento,con una maggiore rilevanza del pe-ak torque, nel movimento di inver-sione. L’analisi dei risultati finali evi-denziava un mantenimento otti-male, evidente e costante, dellaforza in tutti i parametri biomec-canici di riferimento del gruppo A

rispetto al gruppo B. In particola-re, il monitoraggio isocinetico ese-guito su tutti gli atleti ha mostratouna differenza alquanto evidente avantaggio del gruppo A nel movi-mento di inversione della caviglia, intutte le velocità angolari indagate ri-spetto a quello di eversione.Secondo McCaw (25) durante l’at-terraggio dopo un salto o un rimbal-zo, alcuni stabilizzatori della cavigliacome il taping e “air cast” riduconola flessione dorsale. La maggiorparte degli studi che hanno compa-rato gli effetti del taping e dei tutorisulla performance sportiva non hadimostrato differenze significativetra i vari tipi di taping e le diversifica-te brace. Per Verhagen (13) i tutoridanno una restrizione post-applica-zione significativamente maggiorerispetto al taping, sul range di movi-mento di inversione. Un tentativodi sintetizzare statisticamente inumerosi lavori presenti in lette-ratura su questo argomento, èstata condotta da Cordova (26).Per fare ulteriore chiarezza scientifi-ca sull’argomento stimò gli effetti dialcuni supporti esterni (taping, lace-up brace e semirigid brace) sul ran-ge articolare della caviglia prima edopo esercizio. L’autore valutò 253risultati da 19 studi pubblicati tra il1966 ed il 1997, trovando che lamedia della restrizione del range dimovimento espressa in gradi era:a) prima dell’esercizio, la “semirigidbraces” limitava il ROM dell’inversio-ne del + 21.3% rispetto al taping e +26.2% rispetto al “lace-up braces”;b) dopo l’esercizio, la “semirigid bra-ces” limitava il ROM dell’inversionedel + 72.1% rispetto al taping e +59.5% rispetto al “lace-up braces”.Inoltre: 1. non si evidenziarono differenzesignificative nella restrizione delROM in inversione tra il taping e lacondizione “lace-up brace” prima odopo l’esercizio;2. il tutore “Semirigid braces” prov-vedeva a una maggiore restrizionedel ROM in eversione rispetto al “ta-pe and lace-up brace” prima e dopo;3. “Lace-up braces” provvedeva ingenerale a una più grande restrizio-

ne del ROM dell’eversione rispettoal tape;4. il range della dorsiflessione era ri-stretto il 38.3% in più con il tapingche con il lace-up brace;5. differenze non significative si evi-denziarono nella restrizione dellaflessione plantare tra il tape e il “la-ce-up style braces”.Altri due studi retrospettivi che com-parano gli effetti del taping e “laceup brace” confermano a loro volta lamigliore stabilizzazione delle bra-ce/tutori dopo una seduta d’alle-namento rispetto al taping (27, 28).Baumhauer considera l’alterazionedel rapporto dei muscoli eversori einversori come un chiaro fattore dirischio, così come un deficit di forzadei muscoli gastrocnemio e soleo ècorrelata a lesioni della caviglia (29).Ashton propone di effettuare, ascopo preventivo, una pre-attivazio-ne in termini di co-contrazione deimuscoli eversori /inversori (30), cosìcome nel ginocchio la co-contrazio-ne dei muscoli ischiocrurali/quadri-cipite e gastrocnemio soleo, in ca-tena cinetica chiusa è conosciutaper stabilizzare l’articolazione a pro-tezione del legamento crociato an-teriore (31). Karlsson e Andréasson(32), attraverso un’indagine EMG,stimarono l'effetto del taping sullavelocità di risposta “peroneale” aun’inversione improvvisa dell’artico-lazione tibio-tarsica in soggetti concaviglie normali e biomeccanica-mente instabili. Il taping su caviglieinstabili decrementava il tempo dilatenza della risposta dei peronei: 1. peroneo breve 8% (75.2 contro81.6 millisecondi) 2. peroneo lungo 13% (73.4 contro84.5 millisecondi). Ricard (33) afferma che la maggiorparte delle lesioni di caviglia si verifi-ca tra i 30 e 50 millisecondi dopo ilcontatto con il terreno di gioco.

CONCLUSIONII fattori di rischio delle lesioni trau-matiche della caviglia nel basket so-no state analizzate in questa picco-la rassegna della letteratura interna-zionale. L’analisi ha evidenziato chei supporti esterni concorrono co-

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quente nel basket come trattamento deitraumi distorsivi della tibio tarsica. Tesi fi-nale Corso per Preparatori Fisici delBasket FIP Roma 23 giugno 2003 25. McCaw ST, Cerullo JF. Prophylacticankle stabilizers affect ankle joint kinemat-ics during drop landings Med Sci SportsExerc. 1999 May;31(5):702-7. 26. Cordova, M.L., Ingersoll, C.D., &LeBlanc, M.J. Influence of ankle supporton joint range of motion before and afterexercise: a meta-analysis J Orthop SportsPhys Ther 30, 170-182 2000. 27. Rovere, G.D., Clarke, T.J., Yates, C.S.,& Burley, K. Retrospective comparison oftaping and ankle stabilizers in preventingankle injuries Am J Sports Med 16, 1988. 28. Sharpe, S.R., Knapik, J., & Jones, B.Ankle braces effectively reduce recurrenceof ankle sprains in female soccer players JAthl Train 32, 21-24 1997 29. Baumhauer JF Alosa DM A prospec-tive study of ankle injury risk factors.Am.J:Sports Med. 23: 564-570, 1995 30. Ashton – Miller J.A.,Ottavini RA Whatbest protects the inverted weightbearingankle against further inversion? Evertormuscle strength compares favorably withshoe height athletic tape and three or-thoses Am. J. Sports Med. 1996 31. D’Onofrio R. ,Manzi V. D’OttavioS,Annino G,Colli R, Pintus A. AnalisiBiomeccanica degli esercizi di squat e legpress.Una review della letteraturaTeknosport, maggio-giugno 200332. Karlsson, J. & Andréasson, G.O. Theeffect of ankle support in chronic lateralankle joint instability: an electromyogra-phic study Am J Sports Med 1992 33. Ricard, M.D., Saret, J.J., & Schulthies,S.S. Comparison of the amount and rateof inversion between high top and low topshoes J Athl Train 32(suppl), S-13 (1997).

munque alla stabilizzazione mec-canica dell’articolazione tibiotar-sica i cui effetti diversificati nontrovano una visione concorde so-prattutto sull’efficacia durantel’attività fisica. Le scoperte con-traddittorie sugli effetti relativi al ta-ping e tutori possono essere spie-gate dalle differenti tecniche di ta-ping, e nelle varietà dei materialiusati per l'applicazione. Le scarpealte in associazione al taping so-no sicuramente affidabili nel de-cretare un chiaro decremento deitraumi distorsivi della tibio tarsi-ca. Le air cell, celle ad aria posizio-nate sul retropiede delle scarpe dabasket, rimangono un chiaro fattorepredisponente di lesione. L’indirizzoscientifico che se ne ricava indicache le misure che possono esse-re intraprese per prevenire le le-sioni di caviglia negli sport di sal-to devono essere orientate versoun training personalizzato, basa-to sull’agilità e la flessibilità del-l’intera catena cinetica dell’artoinferiore. La prevenzione, e quindi ildecremento dei rischi, passa ancheattraverso il miglioramento dei ge-sti tecnici specifici di salto e diatterraggio, ai fini di una preven-zione efficace dei traumi distorsi-vi alla caviglia.

BIBLIOGRAFIA1. Randall Dick, MS, FACSM*; DescriptiveEpidemiology of Collegiate Men’sBasketball Injuries: National CollegiateAthletic Association Injury SurveillanceSystem, 1988–1989 Through 2003–2004Journal of Athletic Training 20072. Hosea M , Carey CC The gender issue:epidemiology of ankle injuries in ahtleteswho partecipate in basketball. Clin.Orthop 372 ;45-49,2000). 3. Sepic SB, Murray MP Strengh andrange of motion in the ankle in two agegroups of men and women. Am. J. PhysMed. 65; 75 – 84 1986 4. Hosea TM, Carey CC, Harrer MF. Thegender issue: epidemiology of ankle in-juries in athletes who participate in basket-ball. Clin Orthop Relat Res. 2000 5. D'Onofrio R. Manzi V.,Colli R.,D'OttavioS. Riflessi delle modificazioni ormonali sul-l’incidenza delle lesioni del legamento cro-ciato anteriore e sulla performance fisicanel basket femminile. Teknosport 2004 6. Bahr R, Karlsen R, Lian O, Ovrebo RV.Incidence and mechanisms of acute ankleinversion injuries in volleyball. A retrospec-

tive cohort study. Am J Sports Med. 1994 7. Bahr R. Lian O. A twofold reduction inthe incidence of acute ankle sprains in vol-leyball after the introduction of an injuryprevention program : a prospective cohortstudy Scan. J. Med..Sci Sport 1997 8. G.D. MacKay, P.A. Goldie, Ankle in-juries in basketball : injury rate and risk fac-tors. Br.J sport med 2001 35,103 – 108) 9. Ekstrand J, Gillquist J. The avoidabilityof soccer injuries. Int J Sports Med 1983 10. Lindfield TN, the differentiation andtreatment of ankle sprain Orthopaedics2,203,1988 11. Manzi V. ,D’Onofrio R. , D’OttavioS,,Colli R, Cuzzolin F. Il controllo neuro-muscolare della caviglia in esiti di traumadistorsivo Notiziario del settore tecnicoF.I.G.C. 2003,4,32-35 12. Barrett JR, Tanji JL, Drake C, High-versus low-top shoes for the prevention ofankle sprains in basketball players. Aprospective randomized study. Am JSports Med 1993;21:582–5) 13. Verhagen EA, van der Beek AJ, vanMechelen W. The effect of tape, bracesand shoes on ankle range of motion.Sports Med. 2001;31(9):667-77) 14. Brizuela G,Liana S. Frreandis R. Theinfluence of basketball shoes with in-creased ankle support on shock attenua-tion and performance in running andjumping, J. of Sport Science 1997 15. Wiemann K, Klee A. Stretching eprestazioni sportive di alto livello SDS 49;2001 16. G.Cometti Effetti dell’allungamentomuscolare prima della prestazione sporti-va Teknosport 7,28 ,luglio-agosto 9-15 17. Howell D.W Therapeutic Exercise andmobilitation. In Hunt G.C. “Physical thera-py of the foot and ankle” cap. 10, 257 –284 . Churchil livingstone 1988 18. Lysens RJ, Guilfoyle JE Study of theevaluion of join flexibiliy as a risk factor insports injury, The Ciba-Geigy award of theBelgian Society of sport medicine andsports scienze Leuven University Press198419. Shellock FG Physiological benefis ofwarm-up . Physican and sportmedicine1983;11:134 - 9) 20. .Brukner P. Kan K.Principes of injury prevenion. ClinicalSport Med. Hill Book Company 199321. Krivickas LS, Feinberg JH. Lower ex-tremity injuries in college athletes: relationbetween ligamentous laxity and lower ex-tremity muscle tightness. Arch Phys MedRehabil 1996;77:1139–43) 22. Heit ej Lephar SM The effec of anklebracing and aping on Joint position sensein the sable ankle. J.Sport Rehabil 1996 23. Alt W, Lohrer H, Gollhofer A.Functional properties of adhesive ankletaping: neuromuscular and mechanical ef-fects before and after exercise. Foot AnkleInt. 1999 24. D’0nofrio R. Monitoraggio Isocineticodella forza degli eversori inversori dellacaviglia : studio comparativo in relazione adue diverse forme di protezione di uso fre-

allenamento & rehab

ROSARIO D’ONOFRIO Dottore fisioterapista, diplomatoISEF, Master in Posturologia pressol’Università La Sapienza di Roma, èdocente al Corso di Laurea Magi-strale in Scienze e tecniche delle at-tività motorie preventive e adattatedell'Università degli Studi di Roma"Tor Vergata". È stato fisioterapistadella Nazionale Italiana di PallamanoSenior A maschile e della NazionaleItaliana di Basket Femminile seniorA. Preparatore atletico e allenatore,ha pubblicato a oggi oltre 133 lavoriscientifici, su riviste nazionali di inte-resse specifico nel campo della rie-ducazione e riabilitazione dello sporte della preparazione atletica. Suquesti stessi temi ha relazionato aoltre 51 Congressi, come “InvitedLecture”.

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CON LINK DI APPROFONDIMENTONEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS

La convenzione Unesco per laSalvaguardia del patrimonio culturale im-materiale, come recita l’articolo 1, intendesalvaguardare gli elementi e le espressio-ni del Patrimonio Culturale Immateriale,promuovere (a livello locale, nazionale einternazionale) la consapevolezza del lorovalore in quanto componenti vitali delleculture tradizionali, assicurare che tale va-lore sia reciprocamente apprezzato dallediverse comunità, gruppi e individui inte-ressati e incoraggiare le relative attività dicooperazione e sostegno su scala inter-nazionale. Per “patrimonio immateriale” siintende “le prassi, le rappresentazioni,le espressioni, le conoscenze, il know-how come pure gli strumenti, gli og-getti, i manufatti e gli spazi culturali as-sociati agli stessi – che le comunità, igruppi e in alcuni casi gli individui rico-noscono in quanto parte del loro patri-monio culturale” (articolo 2).A fine estate è stato segnalato il parere fa-vorevole del Comitato tecnico dell'Une-sco riguardo alla dieta mediterranea qua-le patrimonio immateriale dell'umanità. Larichiesta era già stata presentata quattroanni or sono, ma non era stata approvata.Lo scorso anno è stata ripresentata, sem-pre dagli stessi paesi (Italia, Spagna,Grecia, Marocco), ma riscrivendo interamente la candidatura e sottolineandone il valore culturale. La decisio-ne definitiva sarà presa dal Comitato esecutivo, che si riunirà a novembre. Come si legge dal comunicatostampa Unesco, la denominazione “Dieta Mediterranea” indica un elemento del patrimonio culturale immate-riale relativo alla cultura del mangiare in ambito mediterraneo, ove il termine “Dieta” è inteso con il significatopiù ampio suggerito dall’etimo greco come “stile di vita”. Non si tratta, quindi, solo di ingredienti, quantità equalità, ma rappresenta l’insieme delle pratiche, espressioni, conoscenze e spazi culturali con cui le popola-zioni del Mediterraneo “hanno creato e ricreato nel corso dei secoli una continua interazione tra l’ambiente cul-turale, l’organizzazione sociale, l’universo mitico e religioso intorno al mangiare”. La candidatura della DietaMediterranea è interessante anche per l’ampiezza del territorio di riferimento, la complessità e la varietà di cul-ture e di attori interessati. Commentando la notizia, la Coldiretti sottolinea la grande opportunità che questo ri-conoscimento rappresenta per difendere l'identità e le caratteristiche tradizionali dei prodotti base della dietamediterranea, rendendo obbligatoria l'indicazione dell'origine dei prodotti in etichetta e fermare in Italia il dise-gno di ottenere ulivi, vite, pomodoro, melanzana, fragola, ciliegio, agrumi e kiwi geneticamente modificati(OGM), che peraltro causerebbe danni economici e di immagine irrimediabili al Made in Italy.

http://www.unesco.it/cni/index.php/newsletter/146-la-candidatura-della-dieta-mediterranea

LA DIETA MEDITERRANEA PATRIMONIO UNESCO

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NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWSCON LINK DI APPROFONDIMENTO

NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS

Cinque anni fa la Commissione euro-pea ha creato la Piattaforma d'azio-ne europea sulla dieta, attività fisi-ca e salute, al fine di istituire un fo-rum d’azione comune per rispon-dere all’aumento di obesità inEuropa. “La piattaforma riunisce tut-te le parti interessate a livello euro-peo ad assumere impegni vincolantie verificabili, volti a contrastare e ro-vesciare le tendenze attuali al so-vrappeso e all'obesità. L’obiettivodella piattaforma consiste nel riuniretutte le iniziative volontarie intrapresenell’UE dalle aziende, dalla societàcivile e dal settore pubblico. Tra imembri della piattaforma vi sono iprincipali rappresentanti a livello co-munitario delle industrie alimentari,della distribuzione, del catering epubblicitarie, delle organizzazioni diconsumatori e di ONG per la tuteladella salute”. Recentemente è statapresentata una relazione di valutazio-ne globale che evidenzia risultati esf ide di questi cinque anni.Nonostante sia "troppo presto pergiudicare se la piattaforma sia riusci-ta a contenere o invertire il trend dicrescita di sovrappeso e dell'obesitàin Europa”, è tuttavia possibile co-

minciare a individuare qualche primo successo. Innanzitutto la piattaforma ha aperto il dialogo fra attori coninteressi molto diversi, che in precedenza erano spesso antagonisti fra loro, per sollecitare un approc-cio cross-settoriale al problema dell'obesità. Tuttavia, si legge nel rapporto "migliore comprensione non ènecessariamente tradotto in una maggiore fiducia, come dimostrato dalla mancanza di azioni comuni”.“Azione” è la parola chiave della piattaforma, che in questo si differenzia da altri forum europei: sono quasi 300le iniziative presentate dal 2005 e, anche se la pertinenza e la proporzionalità di tali impegni rimangono sfide,molto spesso l’esistenza della piattaforma ha rappresentato un valore aggiunto e ha portato a interventi chealtrimenti non avrebbero avuto lo stesso successo, copertura e tempestività. L’industria agroalimentare si èimpegnata sia nell’autoregolamentazione di pubblicità e marketing, per limitare l'esposizione dei bambini allapubblicità di alimenti contenenti grasso elevato, zucchero e sale, sia nella riformulazione di alimenti e bevan-de, per ridurre i livelli di sale o di grassi saturi. La piattaforma ha altresì ispirato lo sviluppo di piattaforme na-zionali in diversi Stati membri, come la Germania, Ungheria, Italia, Polonia, Portogallo e Paesi Bassi - che han-no adattato gli obiettivi della piattaforma a più obiettivi locali. Le sfide principali rimangono relative alla comu-nicazione e al monitoraggio degli impegni, in quanto resta difficile misurare l'impatto sanitario a lungo termine,e il monitoraggio dei processi rimane una questione controversa fra le parti interessate, a cui si chiede di agi-re più in concerto per aumentare la comprensione reciproca.http://ec.europa.eu/health/nutrition_physical_activity/platform/index_en.htm

PIATTAFORMA EUROPEA CONTRO L’OBESITÀ: PRIMI BILANCI

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CON LINK DI APPROFONDIMENTONEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS

A dieci anni dalla sua approvazione, l’Associazione Nazionaledei Comuni Termali (ANCOT), in col laborazione conFederterme, ha promosso la proposta di revisione della legge323/2000 che, nonostante sia stata di grande utilità, necessi-ta di una riforma per poter attuare alcune linee guida in essacontenute: dalla promozione e riqualificazione del patrimonioidrotermale, ricettivo e turistico, all’erogazione delle cure, ri-cerca scientifica ed educazione sanitaria. Questi gli interventirichiesti al Ministro della Salute Ferruccio Fazio:- semplificazione delle regole per l’apertura e l’esercizio deglistabilimenti termali e per l’esercizio delle attività di servizioeventualmente connesse (estetica, medicina e piccoli inter-venti di chirurgia estetica, riabilitazione ecc.);

- semplificazione per l’erogazione delle cure termali;- rafforzamento del ruolo della ricerca scientifica termale;- interventi di formazione degli specialisti in medicina termale e di qualifica di operatore termale; - agevolazioni fiscali per interventi di miglioramento (risparmio energetico ecc.) delle strutture;- promozione del termalismo e del turismo nei territori termali, come scelta prioritaria per le regioni, rafforzando l’impe-gno ENIT e delle altre strutture di promozione del Made in Italy e del patrimonio scientifico e culturale termale italiano.La risposta di Fazio, in una dichiarazione rilasciata all’agenzia Ansa, sottolinea come sia “opportuno che ven-gano eliminate voci obsolete e non specificatamente sanitarie, per rivalutare altre voci sulla riabilitazione e pre-venzione terziaria. In questo modo si può costruire un percorso che renda le terme parte integrante del servi-zio sanitario nazionale. Abbiamo un tavolo aperto con Federterme, in cui stiamo condividendo un percorso peridentificare le prestazioni che le terme possono offrire in un sistema di valutazione del territorio dal punto di vi-sta dell'assistenza sanitaria. Le aziende termali dovranno comunque avere l'accreditamento istituzionale daparte delle Regioni''.http://www.federterme.it/news.asp?83460 http://www.comunitermali-ancot.it/

S

Domenica 31 ottobre sarà la giornata del “Trekking urbano”, la festa del turismo spor-tivo in città, giunta quest’anno alla settima edizione. Nato a Siena nel 2001, il TrekkingUrbano è diventato l’occasione per visitare luoghi segreti e monumenti dimenticati perun numero sempre crescente di città che, grazie alla collaborazione tra AmministrazioniComunali e l’Associazione Guide Turistiche, propongono un nuovo modo di fare turi-smo sostenibile: lento, lontano dai circuiti affollati del turismo di massa, cammina ver-so le parti più vissute dai residenti per scoprire opere d'arte, panorami e sapori auten-tici. Adatto per l'inverno e i periodi in cui gli amanti del trekking devono rinunciare allepasseggiate in campagna, favorisce la destagionalizzazione e il decentramento deiflussi turistici; per i residenti è uno stile di vita salutare e un modo per riappropriarsi del luogo in cui si abita. Èun’attività inclusiva e ricreativa, adatta a tutti perché modulabile: dai 20 minuti al giorno di camminata a passosostenuto (raccomandati dall’OMS) fino a diventare uno sport intenso, sia nella durata che nella difficoltà deipercorsi proposti. A oggi sono 31 le città italiane impegnate nella diffusione del trekking urbano, con una seriedi iniziative e proposte diversificate: esperienze di trekking urbano a tema, depliant che illustrano percorsi dafare tutto l'anno o segnaletiche specifiche per quelli che si vogliono cimentare in itinerari decisamente fuori da-gli schemi. C'è persino chi, come le guide turistiche di Siena, propone un trekking notturno alla scoperta deimomenti e dei luoghi più romantici. “La giornata nazionale del trekking urbano - afferma Donatella CinelliColombini, assessore al Turismo del Comune di Siena - è il primo passo verso la realizzazione di percorsi sta-bili capaci di migliorare lo stile di vita dei residenti, decongestionare dai turisti le aree monumentali e permette-re una comprensione più lenta, profonda e partecipata delle città d'arte”. http://www. trekkingurbano.info

TREKKING URBANO

TERME: PROPOSTA DI RIORDINO

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a cura della redazione

CONGRESSO OTODI (ORTOPEDICI OSPEDALIERI TRAUMATOLOGI) TOSCANALA PATOLOGIA TRAUMATICA E DEGENERATIVA DELL'ARTO SUPERIORE24 - 25 settembre, Portoferrario (LI)

Inquadramento, trattamento e riabilitazione delle principali fratture: terzo superiore omero, gomito,polso. La Riabilitazione nelle protesi e nelle fratture di spalla. La Riabilitazione dell'Arto superiore inacqua. La protesizzazione di spalla, gomito, polso e mano: indicazione e limiti.

VAI AL SITO E SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETOwww.csrcongressi.com

XXVII CONGRESSO NAZIONALE DELLA SOCIETÀ ITALIANA DELL'IPERTENSIONEARTERIOSA30 settembre – 3 ottobre, Roma

Il Consiglio Direttivo ha già iniziato a lavorare sul programma che si baserà come di consueto susimposi congiunti con società scientifiche affini, messe a punto su temi di attualità, discussioni dicasi clinici e programmi educazionali. È intenzione del Consiglio Direttivo coinvolgere nel programmaanche prestigiosi relatori stranieri che diano al Congresso quella nota di internazionalità che non èmai mancata in passato e che ben si addice a una Società che annovera tra i suoi Soci alcuni tra ipiù eminenti cultori della materia, a livello mondiale. Il programma preliminare sarà disponibile entro iprimi giorni di agosto.

VAI AL SITO E SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETOwww.siia.it/it/siia-congressi/gencontent/0/accessser/0/100/271/xxvii-congresso-nazionale.html

III CONGRESSO COMUNE SFMS (SOCIETÀ FRANCESE TRAUMATOLOGIA DELLOSPORT) & SFTS (SOCIETÀ FRANCESE MEDICINA DELLO SPORT)30 settembre – 2 ottobre, Parigi

Dopo il successo delle precedenti edizioni, si rinnova l’appuntamento delle due società professionalifrancesi, per l’aggiornamento, la formazione e l’informazione di tutti gli operatori sanitari interessatiallo sport e all’attività fisica. Comune sessioni plenarie saranno dedicate allo sport per i paraplegici,alle tendinopatie in atleti veterani e al controverso utilizzo delle ecografie nella traumatologiasportiva. Programmi scientifici specifici di entrambe le società si occuperanno di crescita e colonnavertebrale e dell'esercizio fisico e il calore. Ci saranno sessioni dedicate a tutti gli operatori sanitaricoinvolti nelle attività motorie e sportive: massaggiatori, fisioterapisti, allenatori sportivi, preparatoriatletici, dietologi, pediatri e infermieri, che parteciperanno e condurranno seminari specificamentededicati alla loro pratica. Il programma definitivo sarà pubblicato online a breve.

VAI AL SITO E SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETOwww.sfms-sfts2010.fr

&FIERECONVEGNI

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a cura della redazione

IL RUOLO DELLA TERAPIA MANUALE NELLE PATOLOGIE ARTICOLARI E TENDINEE2 - 3 ottobre, Rezzato (BS)

L’VIII Congresso Nazionale GTM è finalizzato alla conoscenza delle più recenti evidenze sull'approc-cio manuale e tramite esercizio terapeutico delle patologie articolari e tendinee. Saranno presentirelatori internazionali che presenteranno le loro ricerche e pubblicazioni riguardo: la catena cineticaaperta e chiusa dopo intervento di ricostruzione del LCA; i diversi protocolli terapeutici seguentil'acromionplastica e la sutura della cuffia dei rotatori; il trattamento della Frozen shoulder (2009);diverse tecniche chirurgiche utilizzate per le protesi d'anca e ginocchio in ottica riabilitativa; altrepatologie articolari e tendinee nell'ambito della terapia manuale.Tre workshop saranno, invece, delledimostrazioni pratiche di come individuare, valutare e trattare, dalla prima giornata alla ripresa dellenormali attività o delle competizioni sportive, delle patologie presentate nella prima giornatacongressuale.

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CARDIOLOGIA CLINICA 20108 ottobre, Roma

La sesta edizione dell'annuale appuntamento dedicato alla riabilitazione cardiologica vuole affrontareun percorso che parte dall'aterosclerosi e dalle patologie a essa correlate, affronta le tematiche diriabilitazione cardiologica nel paziente anziano scompensato e nel paziente sottoposto a ptca edesamina infine il ruolo dell'ecocardiografia nel monitoraggio del paziente in riabilitazione cardiologicae nella valutazione pre e post operatoria del paziente valvulopatico, del paziente sottoposto a ptca ocon anomalia del vaso aortico. Obiettivi: acquisire conoscenze teoriche in fisiopatologia e diagnosti-ca delle principali patologie cardiache di interesse riabilitativo econoscenze pratiche nei principali protocolli di riabilitazione cardiologia.

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XII CONGRESSO NAZIONALE ANSISA (ASSOCIAZIONE NAZIONALE SPECIALISTIIN SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE)1 e 2 ottobre, Torino

NUTRIZIONE, MALASSORBIMENTI, INTOLLERANZE ALIMENTARI: dalla celiachia alle tossinfezioni,il corretto approccio clinico terapeutico.In programma: Celiachia, epidemiologia, clinica e approcci terapeutici a confronto. La dieta senzaglutine, l’educazione alimentare, la relazione medico-paziente come fattore protettivo, Future terapiealternative alla dieta senza glutine. Patologie gastrointestinali fra malassorbimenti e tossinfezioni, l’in-testino irritabile, malattie infiammatorie croniche intestinali

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&FIERECONVEGNI

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ALLENAMENTO ESTETICO

Rivolto a quanti vogliono program-mare un’attività finalizzata al miglio-ramento dell’aspetto, fornisce metodid’allenamento, suggerimenti alimen-tari e di postura, consigli estetici.Ogni nozione è basata su uno studioapprofondito e sul continuo confrontocon l’applicazione pratica.

Roberto TarulloAlea Edizioni 2001pag. 160 Euro 24

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MANUALE DI CARDIOFITNESSIl volume tratta in modo approfonditoil cardiofitness nei suoi diversi aspet-ti: dall’anatomia e fisiologia, ai meta-bolismi energetici e alla biomeccani-ca muscolare, per poi addentrarsinello specifico del training cardiova-scolare. Abbraccia l’attività indoor eoutdoor, l’utilizzo dei simulatori aero-bici e il monitoraggio della frequenzacardiaca.

Giulio Sergio Roi Alea Edizioni 2004 pag. 238 - Euro 35

STRETCHING

Non più allungamento muscolare, mamiglioramento della mobilità di tuttele componenti dell’apparato locomo-tore. Partendo da questa convinzionegli autori riprendono i principi teoricidello stretching, propongono test divalutazione e una lunga serie di eser-cizi suddivisi per attività sportiva.

Francesco Capobianco Alessandro Lanzani,Alea Edizioni - pag. 224 Euro 21

FITNESS & BODY BUILDING

La terza edizione, completamenteaggiornata, del libro che ha formatointere generazioni di professionisti delfitness. Dall’anatomia funzionale del-l’apparato locomotore alla fisiologiamuscolare, fino alla biomeccanica degliesercizi; in questo volume il futuroistruttore troverà tutte le nozioni indi-spensabili, arricchite di 120 disegni eoltre 400 foto a colori.

Alessandro Lanzani Alea Edizioni 2004 pag. 360 - Euro 45

99 ESERCIZI ADDOMINALI

Il volume è utile per comprendere afondo l’anatomia, la funzione e la cine-siologia dei muscoli addominali e perimparare a valutare la loro forza. In più,un’interessante classificazione degliesercizi e un intero capitolo dedicatoagli errori di esecuzione.

Giulio Sergio Roi e Rachele Groppi Alea Edizioni 2001pag. 128 - Euro 21

LIPOCARDIOFITNESS

Perdere peso è il diktat della maggiorparte dei frequentatori dei centri fitness.L’autore fornisce gli strumenti perrispondere a questa richiesta: analisi deltessuto adiposo e del metabolismomuscolare, metodologia dell’allenamen-to con attrezzature cardiovascolari e iso-toniche, test di controllo.

Massimiliano Ferrero Alea Edizioni pag. 144 - Euro 24

L'ALLENAMENTO DELLA MOBILITÀDELL'APPARATO LOCOMOTORE.RICERCHE E APPLICAZIONI PRATICHE

Un valido sussidio per chi si occupa dimobilità articolare e di flessibilitàmuscolo-tendinea. Un utile strumentooperativo per la creazione di tabelle diallenamento personalizzate. I capitolidedicati alla ricerca applicata all'allena-mento permettono di approfondire lavalutazione funzionale dell'individuo.

Massimiliano Gollin Alea Edizioni 2009 pag. 148 - Euro 25

IPERTROFIA MUSCOLARE

Come si costruisce una tabella d’alle-namento personalizzata? Il libro forni-sce un’esauriente risposta a questadomanda analizzando i principi dellaprogrammazione e periodizzazione, lefasi dell’allenamento e le caratteristichebiomeccaniche di numerosi esercizitipici dell’allenamento in palestra.

Claudio Suardi Alea Edizioni 2000 pag. 208 Euro 26

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L’ESERCIZIO ISOCINETICO

Il manuale dopo alcuni cenni di anato-mia e fisiologia muscolare, analizza ivari tipi di contrazione e tutti gli aspettidell’esercizio isocinetico con i relativiprotocolli di test e allenamento nel sog-getto sano, nell’atleta e nel soggettopatologico, sia a scopo valutativo cherieducativo, con esemplificazioni ripor-tate in appendice.

G. S. Roi, S. Respizzi, P. Buselli Alea Edizioni 2a edizione 1998 - Pag. 160 - Euro 26

TRATTAMENO MIOFASCIALEPER LO SPORTIVOIl manuale espone in maniera chiara edesaustiva le tecniche manuali per ildetensionamento miofasciale a indirizzosportivo. L’ampia documentazione ico-nografica chiarisce ogni dettaglio diposizionamento e intensità del massag-gio.

Roberto Dagani Alea Edizioni 2005 pag. 128 - Euro 21

FISIOLOGIA APPLICATA AL FIT-NESSIl manuale affronta in maniera concisama esaustiva la fisiologia del corpoumano, con particolare riferimentoall’influenza dell’esercizio fisico suorgani e apparati. Il manuale è ancheuno strumento didattico e di autovalu-tazione per il professionista del fitnesse costituisce strumento fondamentaleper la programmazione del training.

Davide Girola Alea Edizioni 2003 pag. 160 - Euro 23

FITNESS TERAPIA - 2 VOLUMI

Il movimento è un farmaco naturalecontro molte patologie cronico-dege-nerative. Partendo da questa convin-zione i volumi propongono protocollidi lavoro e metodi di allenamentoadeguati ai soggetti affetti dalle piùcomuni patologie.

VOLUME 1Ipertensione - Patologie respiratorieostruttive croniche - Low back pain -Obesità - Patologie cardiache infantili

VOLUME 2:Coronaropatie - Artrite reumatoide -Patologie renali - Gravidanza - FibrosicisticaAlea Edizioni 1999/2000 - pag. 144 Ogni volume Euro 24

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CARDIOLOGIA E FITNESS

Partendo dai fondamenti della fisiologiacardiovascolare, l’autore accompagna illettore dalla pratica clinica alla valuta-zione funzionale e psicosomatica delcardiopatico e alla periodizzazione del-l’allenamento, spiegando con precisio-ne gli effetti della terapia farmacologicasulla performance.

Davide Girola Alea Edizioni pag. 248 - Euro 31

MASSAGGIO SPORTIVO

Il testo propone tecniche manuali per iltrattamento efficace della micro-trauma-tologia dei tessuti molli nello sportivo. Icapitoli a carattere puramente praticodescrivono la conformazione dei tessuticonnettivi, le interazioni tra il danno tes-sutale, l’infiammazione e gli eventi ripara-tivi.

Roberto Dagani Alea Edizioni 2002pag. 128 - Euro 21

Salute e rehab

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Un metodo che consente di appropriarsidella materia trattata in modo veloce,coerente e duttile allo stesso tempo,attraverso domande diversificate, pic-coli trabocchetti logici, immagini condidascalie incomplete. Un efficientemezzo di verifica che, dove evidenzialacune di conoscenza, permette subi-to di colmarle, grazie alle informazionimirate e accurate che corredano lerisposte. In ogni volume: 100 quiz dianatomia e biomeccanica dell’appa-rato locomotore, 400 risposte e 400commenti alle risposte.

Alessandro Lanzani e Laura Boggero Alea Edizioni 2005pag. 112 – Euro 21

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Page 46: FitMed n°9

IL DOLORE CERVICALE

Il manuale offre un’ampia panoramicadelle patologie più comuni nell’individuoadulto: la cervicalgia. Il volume è diviso intre parti: la prima, dedicata all’anatomia,alla fisiologia articolare e alla biomeccani-ca del tratto cervicale. La seconda, dedi-cata alle sindromi dolorose più comuni.Infine la terza parte che comprende alcu-ne schede pratiche di utilizzo in palestracontenenti gli esercizi più idonei in rela-zione alla sintomatologia dolorosa.

Claudio Corno Alea Edizioni 2003 pag. 128 Euro 21

CASI CLINICI IN PALESTRA In ognuno dei 5 volumi si inquadrano le principali patologie del-l’apparato locomotore. Per ognuna di esse sono de-scritti anam-nesi ed esame obiettivo motorio, sono individuati i traguardi daraggiungere, sono tracciate le linee gui-da del protocollo di lavo-ro attraverso gli esercizi consigliati e quelli da evitareVOLUME 1: Sindrome della schiena dritta e scoliosi – Spondilolisi conlistesi – Agenesia del pettorale – Lussazione acromion claveare – Cifosi epetto carenato – Petto scavato – Paralisi ostetrica – Poliomielite – Fratturadi calcagno – Frattura di gomito – schiacciamento di un disco interverte-

brale – Artrosi d’anca – Lussazione di spalla –Rottura del retto femoraleAlessandro Lanzani - 1994 VOLUME 2: Calcificazione del tendine delsovraspinato - Correzione di varismo tibiale -Grave artrosi vertebrale - Strabismo di rotula -Ernia del disco in un culturista - Periartrite scapo-lo omerale - Artrosi di spalla grave -Lombarizzazione della 1° vertebra sacrale -Rifrattura di gamba - Dismetria degli arti inferiori- Rettificazione del tratto cervicale - Ginocchiorecurvato - Ernia discale intraspongiosa - Piede

cavo - Artrosi d’anca - PseudoartrosiAlessandro Lanzani - 1997 VOLUME 3: Rottura del menisco del ginocchio- Weight lifters syndrome - Condropatia di rotula -Lombalgia in discopatia L5-S1 - Rottura del lega-mento crociato anteriore del ginocchio - Recidiva didistorsione della caviglia - Pubalgia - Instabilità dispalla - Postumi di frattura di gomito - Distorsione

della colonna cervicale - Frattura di omero in unbody builder - Piede piatto - Lombarizzazionedella 1° vertebra sacrale - Rottura del tendined’Achille - Calcificazioni della tibiotarsicaRiccardo Gambaretti - 1998 VOLUME 4: Doppia frattura vertebrale daschiacciamento - Frattura con deformazione acuneo di L1 - Rachi-schisi cervicale -Emilombarizzazione subtotale di S1- Rottura esintesi del tendine rotuleo - Doppia spondilolistesicon artrosi vertebrale - Grave artrosi di ginocchio- Ipertrofia reattiva delle spine tibiali -

Rettificazione cervicale con grave artrosi - Lacera-zione del tendine distale del bicipite brachiale -Frattura di clavicola - Conflitto subacromiale indonna anziana - Rifrattura di ulna - Osteotomia dibacino in artrosi d’anca - Lesione dei legamentidella cavigliaEdoardo Lanzani - 1998VOLUME 5: Concussione coxofemorale epostumi da trauma - Calcificazione sottodeltoideain periartrite scapolo omerale - Degenerazionedel sovraspinato -Frattura tipo colles di radio -Protrusione discale L5 - S1 - Rettificazione deltratto lombare in soggetto giovane - Ernia espul-sa L3 - L4 - Frattura comminuta di tibia -Polifrattura costale e frattura clavicolare -Sindrome cervicale del manager stressato -Frattura del malleolo esterno - Spalla del tennista- Modificazione a cuneo del passaggio lombosa-crale - Frattura esposta di gamba - Os acetaboli- Pinzatura del tendine del sovraspinato

Davide Fogliadini, Alessandro Lanzani - 2005

Pag. 128 Euro 21 ogni volumeOfferta: tutta la seria (5 volumi) a 84 Euro

MAL DI SCHIENA

Il volume affronta il tema del mal dischiena in modo davvero esaustivo.Nella prima sezione guida il lettore alcorretto utilizzo della colonna nella vitaquotidiana e nella pratica sportiva. Laseconda parte raccoglie invece appro-fondimenti sulle patologie e sui mecca-nismi del dolore lombare.

Claudio Corno Alea Edizioni 2001pag. 256 - Euro 26

IL CORPO INDIVISIBILE

La vecchiaia non è una malattia. La gin-nastica per anziani non è uno sport.L’autore psicomotricista Giovanni Ghidiniillustra come strutturare un corso diginnastica per la terza età muovendosifra fisiologia ed emotività, anatomia epsicologia motivazionale, rieducazionefunzionale e programmazione dell’attivi-tà.

Giovanni Ghidini e Alessandro Lanzani Alea Edizioni pag. 112 – Euro 21

CRESCERE CON LO SPORT

Le attività fisiche praticate in età giova-nile contribuiscono allo sviluppo armoni-co dell’organismo, a patto che l’attivitàmo-toria sia corretta e adeguata allecaratteristiche psicofisiche del ragazzoe alla sua particolare fase evolutiva. Ilvolume vuole essere un supporto acompletamento del bagaglio tecnico eprofessionale di ciascun operatore spor-tivo che si trova a contatto con la realtàdell’allenamento giovanile.

Antonio Maone Alea Edizioni 2000 Pag. 160 - Euro 26

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