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latest - scanner dati e tendenze del mercato audiovisivo a cura di DG Cinema scanner FINANZIAMENTO, PROMOZIONE E TUTELA DELLE OPERE AUDIOVISIVE EUROPEE DI IOLE MARIA GIANNATTASIO, MONICA SARDELLI, BRUNO ZAMBARDINO Un recente studio dell’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo evidenzia che i film europei rappresentano solo il 27,5% del mercato cinematografico interno e che i due terzi (il 66,2%) dei film sono di provenienza statunitense. Un dato ancora più evidente per gli episodi delle serie tv europee. Il problema della regolamentazione tocca il doppio tassello del finanziamento delle opere e delle quote di programmazione sulle emittenti lineari a cui si sono aggiunti i servizi on demand.

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FINANZIAMENTO, PROMOZIONEE TUTELA DELLE OPEREAUDIOVISIVE EUROPEEDI IOLE MARIA GIANNAT TASIO, MONICA SARDELLI, BRUNO ZAMBARDINO

Un recente studio dell’Osservatorio Europeo

dell’Audiovisivo evidenzia che i film europei

rappresentano solo il 27,5% del mercato

cinematografico interno e che i due terzi (il 66,2%)

dei film sono di provenienza statunitense.

Un dato ancora più evidente per gli episodi delle serie

tv europee. Il problema della regolamentazione tocca

il doppio tassello del finanziamento delle opere

e delle quote di programmazione sulle emittenti

lineari a cui si sono aggiunti i servizi on demand.

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La promozione sui canali televisivi e sulle piattaforme delle opere eu-ropee è attività regolamentata a livello comunitario sin dalla fine degli Anni ‘80. Già dalla prima stesura, infatti, la cosiddetta Direttiva Tele-visione senza Frontiere (direttiva 89/552/CEE) intendeva favorire la libera circolazione delle opere televisive europee nel mercato interno e l’obbligo, per le reti televisive, di riservare più della metà del tempo di trasmissione ad opere europee. Nello specifico, le emittenti avrebbe-ro dovuto riservare ad opere europee la maggior parte del loro tempo di trasmissione, escluso il tempo dedicato a notiziari, manifestazioni sportive, giochi televisivi, pubblicità o servizi di teletext (art. 4); riser-vare il 10% del loro tempo di trasmissione alle opere europee realizzate da produttori indipendenti, o in alternativa, destinare alle stesse il 10% del proprio bilancio riservato alla programmazione; una quota adeguata della programmazione doveva essere dedicata alle cosiddette opere re-centi, ovvero quelle prodotte da non più di cinque anni (art. 5).

Le successive modifiche alla direttiva (direttive 97/552/CE, 2007/65/CE, 2010/13/UE) introducono il concetto di servizi media audiovisivi, aprendo di fatto all’evoluzione digitale ma lasciando intatto il principio di libera circolazione delle opere europee entro i confini comunitari.

La revisione della Direttiva sui Servizi di Media Audiovisivi (direttiva 2018/1808/UE), approvata lo scorso novembre dopo un lunghissimo iter, fa, infine, un ulteriore passo avanti. Afferma che i fornitori di servizi di media audiovisivi a richiesta - ossia le piattaforme di streaming - do-vrebbero promuovere la produzione e la distribuzione delle opere eu-ropee garantendo che i loro cataloghi contengano una quota minima di opere europee (pari al 30%) e che a queste sia dato sufficiente rilievo. A tale proposito suggerisce varie soluzioni: una sezione dedicata alle ope-re europee accessibile dalla pagina principale del servizio; la possibilità di ricercare opere europee attraverso lo strumento di ricerca disponibi-le sul servizio; l’uso di opere europee nelle campagne pubblicitarie del servizio; la promozione di una percentuale minima di opere europee in catalogo, utilizzando strumenti tipo i banner.

Da 30 anni dunque si sente il biso-gno di tutelare alcune opere per-ché ritenute di importante valore culturale, e, in generale, perché soffrono di un’agguerrita concor-renza da parte di quelle extra eu-ropee e la loro circolazione al di fuori del paese di origine è piutto-sto debole. Quello che è cambiato nel corso degli anni è il concetto di mezzo con cui vengono diffu-se tali opere, che, evolvendosi, ha compreso il digitale e i servizi a richiesta e si è reso indipendente dal contenuto.

Un recente studio dell’Osserva-torio Europeo dell’Audiovisivo (vedi box) dal titolo Mapping of National Rules for the Promotion of European Work in Europe ha evidenziato che i film europei rappresentano solo il 27,5% del mercato cinematografico interno e che i due terzi (il 66,2%) dei film sono di provenienza statunitense. Un dato ancora più evidente per gli episodi delle serie tv europee che coprono il 19% dei cataloghi subscription VOD – le piattafor-me ad abbonamento - e il 24% dei titoli disponibili in modalità transactional VOD, con acquisto diretto a richiesta.

Il problema della regolamenta-zione tocca il doppio tassello del finanziamento delle opere e delle quote di programmazione sulle emittenti lineari a cui si sono ag-giunti, come si è detto, i servizi non lineari, ossia on demand. Il finanziamento di un prodotto audiovisivo avviene attraverso diversi canali: il settore priva-to, i fondi pubblici, i contributi imposti ai vari attori della filiera audiovisiva e gli obblighi di inve-stimenti finanziari a carico delle tv. Una volta finanziate, tuttavia, non è detto che le opere trovino adeguata distribuzione: per cor-reggere questa stortura si impon-gono le quote di programmazione sui canali televisivi e digitali.

Ciascuna misura, dunque, ha una sua precisa funzione: i contributi e le tasse obbligano i fornitori di servizi televisivi e VOD, i distribu-tori, i cinema e l’industria video a sostenere finanziariamente i film fund; gli obblighi finanziari li invitano a produrre o finanziare opere europee; le quote di pro-grammazione permettono a tali opere l’accesso agli schermi (in modalità lineare o on demand); gli obblighi di “adeguato rilievo” garantiscono la reperibilità delle opere audiovisive all’interno dei cataloghi VOD.

FILMEUROPEI

27,5%

FILM STATUNITENSI66,2%

SERIE TV EUROPEE

19%

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OSSERVATORIO EUROPEO DELL’AUDIOVISIVOL’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo è un istituto costituito nel 1992 a Strasburgo nel quadro del Consiglio d’Europa con lo scopo di raccogliere dati ed elaborare analisi finanziarie e giuri-diche sul mercato audiovisivo europeo e sui sistemi di sostegno pubblici. I monitoraggi, le ricerche e i database curati dall’Os-servatorio rappresentano uno strumento estremamente utile per i decision-maker nell’individuazione delle strategie politi-che d’intervento.

L’Osservatorio, inoltre, anima il dibattito sui temi di maggior in-teresse per il settore con conferenze internazionali e coordinan-do diversi network di esperti europei nelle varie aree di interesse.

L’organo di governance è l’Executive Council, composto da 40 Pa-esi membri del Consiglio d’Europa, dall’Unione europea e, con-siderata la forma “allargata” dell’Accordo, dal 2014 anche da un Paese non membro del Consiglio d’Europa, il Marocco.

L’Italia, membro fondatore dell’Osservatorio, è rappresentata nell’Executive Council dal Direttore Generale per il Cinema del MiBAC.

Nel 2019, l’Italia ha assunto la presidenza annuale dell’Osserva-torio, con l’obiettivo di incrementare l’impegno italiano in un contesto europeo così strategico, di favorire la conoscenza delle attività dell’Osservatorio nel nostro paese e di incoraggiare la riflessione sulle tematiche di maggior interesse per il settore. La presidenza italiana si ripete a stretto giro dopo la precedente esperienza del 2014. Per celebrare la presidenza, il 17 giugno, a Roma, la DG Cinema e l’Osservatorio organizzeranno una con-ferenza pubblica.

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LO STATO DELL’ARTE IN EUROPA

Lo studio dell’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo, commissionato dall’European Film Agency Directors (EFADs), mette a confronto le mi-sure volte a promuovere i film e i programmi televisivi europei in Euro-pa di 31 paesi EFAD (UE-28 Islanda, Norvegia e Svizzera) con lo scopo di sostenere gli Stati membri nel processo di recepimento della revisione della Direttiva sui Servizi di Media Audiovisivi (SMAV).

È interessante notare come la definizione di produttore indipendente sia presente in 23 casi sui 31 analizzati. In linea con il considerando 71 della direttiva SMAV, i criteri utilizzati per definire l’indipendenza di un produttore nei confronti di un fornitore di servizi media audiovisi-vi sono solitamente: il livello di quote detenute da un provider SMAV in una società di produzione (o viceversa); il livello di fatturato realiz-zato da una società di produzione con un singolo fornitore di servizi media audiovisivi. Non tutti i paesi hanno tuttavia una definizione di produttore indipendente. In alcuni casi, come Belgio e Paesi Bassi, la discriminante è principalmente la separazione legale e finanziaria tra produttore e broadcaster.

Obblighi finanziariLe misure disponibili per favorire film e programmi televisivi europei cambiano da paese a paese. Le più comuni (usate in 3/4 dei paesi) sono gli obblighi finanziari imposti alle emittenti pubbliche che sono meno rigorosi o addirittura facoltativi per le emittenti commerciali.

Nella maggior parte dei paesi analizzati infatti (26 casi su 31) i broa-dcaster hanno obblighi finanziari. Tuttavia in più della metà dei casi gli obblighi sono opzionali. In altre parole i broadcaster possono sce-gliere tra investimenti finanziari (contributi diretti) e: riservare una percentuale del tempo di trasmissione per opere indipendenti che in molti casi è quella indicata nell’articolo 17 della direttiva SMAV, ovve-ro il 10%; oppure scegliere di pagare un contributo indiretto che va a finanziare il film fund.

In circa la metà di questi paesi i broadcaster pubblici hanno obblighi specifici in genere più onerosi di quelli eventualmente in capo agli operatori privati. In pochi casi (Bulgaria, Comunità Fiamminga del Bel-gio, Lettonia, Paesi Bassi, Polonia e Slovenia) gli obblighi sono imposti esclusivamente in capo ai broadcaster pubblici.

In 10 paesi su 31 si applicano obblighi finanziari anche ai servizi VOD, solitamente sotto forma di obblighi di investimento di una quota del fatturato o dei ricavi. In 6 casi si tratta di veri e propri obblighi, in 3 sono opzionali: i servizi VOD possono scegliere tra investimenti fi-nanziari (contributo diretto) e pagare un contributo indiretto da de-stinare solitamente ai film fund. Oppure possono scegliere tra investi-menti finanziari (contributo diretto) e una quota destinata alle opere europee nei propri cataloghi.

PrelieviIn 11 paesi su 31 ai broadcaster sono imposti contributi indiretti. In alcu-ni casi non è un obbligo ma un’opzione, in cui l’operatore può scegliere tra investimenti finanziari (contributi diretti) e un prelievo (contributo indiretto) da versare nel film fund. L’ammontare dovuto dai broadca-ster può essere una percentuale del fatturato (che varia tra l’1,4% e il 5,65%) o una percentuale delle entrate pubblicitarie (tra l’1,5% e il 5%). A beneficiare del prelievo è solitamente il film fund nazionale. Fa ecce-zione l’Austria, dove a beneficiarne è il bilancio statale.

Tali contributi sono imposti anche ai servizi VOD in 7 casi su 31. Anche in questa circostanza i servizi di alcuni paesi hanno la possibilità di sce-gliere tra investimenti finanziari (contributi diretti) e prelievi (o contri-buti indiretti) per finanziare il film fund. L’importo dovuto è una per-centuale del fatturato/ricavi derivanti dalla fornitura del servizio (tra lo 0,5% e il 3%). In 3 paesi su 31 (Comunità Fiamminga in Belgio, Germania e Francia) il contributo si applica anche ai servizi VOD stranieri destina-ti al pubblico domestico.

Quote di programmazioneAi broadcaster vengono imposti obblighi sulle quote di programmazio-ne di opere europee e sulle opere di produttori indipendenti. Nel caso delle opere europee l’articolo 16 della direttiva SMAV è stato recepito in tutti gli stati membri. Tuttavia in molti casi sono state adottate regole più dettagliate o più stringenti, ad esempio sopprimendo la disposi-zione secondo cui le quote devono essere soddisfatte “ove possibile e con i mezzi appropriati” e quindi rendendole obbligatorie per alcune o tutte le emittenti; oppure aumentando le quote oltre il 50%; o, infine, imponendo il rispetto della quota per specifiche fasce orarie come ad esempio il prime time.

In 29 paesi su 31 è stata imposta, in capo alle emittenti, una quota che riguarda i produttori indipendenti. In questo caso, l’articolo 17 della direttiva SMAV è stato recepito senza significative variazioni, tuttavia, possono essere state adottate regole più dettagliate o più stringenti, sopprimendo la disposizione secondo cui le quote devono essere sod-disfatte “ove possibile e con i mezzi appropriati” e quindi rendendole obbligatorie per alcune o tutte le emittenti; oppure aumentandole di una percentuale maggiore del 10% previsto; o, ancora, rimuovendo l’al-ternativa relativa al budget di programmazione proposta dall’articolo 17 per alcune o tutte le emittenti.

I servizi VOD sono invitati a promuovere opere europee mediante mi-sure di accesso che potrebbero potenzialmente includere, nella mag-gior parte dei casi, uno spazio nei loro cataloghi. I dettami dell’articolo 13 della direttiva SMAV sono stati generalmente recepiti senza modi-fiche significative. Tuttavia in 13 paesi sono state imposte misure più dettagliate o restrittive: la quota di opere europee imposta nei cataloghi VOD varia dal 20% al 60%.

Obblighi di fornire “adeguato rilievo” nei cataloghi dei servizi on demandI servizi VOD sono invitati a promuovere le opere europee mediante mi-sure di accesso che potrebbero includere, nella grande maggioranza dei casi, iniziative per dare a tali opere un adeguato rilievo. Tuttavia solo in 10 paesi è presente un riferimento chiaro e specifico a questi obblighi al di là del testo della direttiva SMAV.

L’analisi appena conclusa riconosce che, pur con tante differenze, gli stati membri hanno recepito le indicazioni della direttiva SMAV, con-siderando il settore audiovisivo come fattore fondamentale di crescita economica e culturale oltre che per lo sviluppo di un mercato cinema-tografico e audiovisivo interno e comunitario.

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scaglioni crescenti destinati alla produzione, preacquisto e acqui-sto di opere europee (dal 10% al 15% per le emittenti private, dal 15% al 20% per la concessionaria di servizio pubblico). Una quota consistente di tali finanziamenti si rivolge a opere di produttori indipendenti ed una sotto quota è dedicata ad opere di espressione originale italiana.

Le emittenti sono inoltre tenute a dedicare la maggior parte del pro-prio tempo di diffusione (una quo-ta che aumenta progressivamente dal 53% al 60%) alle opere euro-pee, con particolare attenzione alle opere di espressione originale italiana e vincoli sulle fasce orarie.

Obblighi finanziari e quote si applicano anche ai servizi VOD, quindi anche le piattaforme come Netflix, che sono tenuti da quest’anno a promuovere le opere europee attraverso un con-tributo finanziario (20%) e uno spazio sui propri cataloghi (30%). Inoltre i servizi a richiesta devono

La regolamentazione italiana in proposito è piuttosto stringen-te e prevede regole ben precise. L’articolo 34 della Legge 220/2016 “Disciplina del cinema e dell’au-diovisivo” delega al Governo il compito di riformare la disciplina degli strumenti e procedure previ-ste dall’ordinamento in materia di promozione delle opere italiane e europee da parte dei fornitori di servizi media audiovisivi sia li-neari che a richiesta, anticipando quanto previsto dalla nuova di-rettiva SMAV. A tale scopo è stato approvato il decreto legislativo n.204 dell’11 dicembre 2017 che persegue lo scopo di aggiornare la normativa esistente adeguan-dola allo scenario audiovisivo che cambia velocemente e favorire la promozione delle opere italiane ed europee da parte dei fornitori di servizi media audiovisivi.

Il decreto ha sostituito l’intero Titolo VII del TUSMAR, il Testo unico dei servizi di media audio-visivi e radiofonici, preveden-do dunque obblighi finanziari a

assicurare adeguato rilievo alle opere europee predisponendo, nei propri cataloghi, una sezione dedicata nella pagina principale di accesso o una specifica cate-goria per la ricerca delle opere eu-ropee e riservando una quota alle opere europee nelle campagne pubblicitarie o di promozione dei servizi forniti.

Va precisato che, in vista dell’en-trata in vigore delle misure del decreto legislativo n. 204, che avverrà il 1° luglio (posticipata di 6 mesi), è stato attivato presso il MiBAC un tavolo di co-rego-lamentazione con le principali associazioni dei produttori e dei broadcaster per valutare pos-sibili modifiche alla normativa prima che le misure siano opera-tive. Occorre aggiungere che ad oggi non sono ancora stati ema-nati alcuni regolamenti attuativi con riferimento alla definizione delle opere audiovisive, ovun-que prodotte, di espressione originale italiana e all’individua-

zione delle relative sotto-quote e modalità tecniche di assolvi-mento degli obblighi di investi-mento e di programmazione.

Nonostante i numeri parlino chiaro, dunque, e il distacco sul-le opere made in USA sia ancora notevole, non si possono nega-re i grossi passi avanti fatti nella circolazione delle opere europee all’interno e all’esterno del mer-cato comunitario a dimostrazione di come i nostri prodotti audio-visivi vengano percepiti come di qualità sui mercati diversi da quello di origine. Questo vale sia per prodotti seriali (citiamo a titolo esemplificativo la serie da-nese Borgen, ma anche le nostre Gomorra, L’amica geniale, La porta rossa, I Medici, Il nome della rosa) sia per quelli destinati al grande schermo (recentissimo il succes-so della produzione indipenden-te Cold War del regista polacco Paweł Pawlikowski, miglior film europeo nel 2018).

IL RECEPIMENTO DEGLI OBBLIGHI IN ITALIA

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Tabella 1 - Mappatura della regolamentazione sulla promozione delle opere europee in 31 Paesi EFAD

OBBLIGHI PRESENZA PAESI

Definizione di produttoreindipendente

Presenti: 23 Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Spagna, Finlandia, Francia, GB, Croazia, Ungheria, Irlanda, Islanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia

Non presenti: 8 Austria, Svizzera, Cipro, Germania, Danimarca, Grecia, Polonia, Svezia

Obblighi finanziari

SERVIZI LINEARI (EMITTENTI)Presenti: 26 totali Austria, Belgio, Bulgaria, Svizzera, Cipro, Repubblica Ceca, Germania, Danimarca, Spagna, Finlandia, Francia,

GB, Grecia, Ungheria, Irlanda, Islanda, Italia, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Svezia, Slovenia, Slovacchia

Imposti: 12 Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Germania, Spagna, Francia, Grecia, Italia, Lettonia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovenia

Presenti ma opzionali: 14

Scelta tra investimenti finanziari o riserva di % del tempo di trasmissione per opere indipendenti: Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, GB, Irlanda, Islanda, Malta, Romania, Svezia, Slovacchia

Scelta tra investimenti finanziari o pagamento di un contributo indiretto che confluisce nel film fund: Belgio (Fr), Svizzera, Ungheria

Obblighi specifici per servizio pubblico: 13

Belgio, Bulgaria, Svizzera, Repubblica Ceca, Spagna, Irlanda, Islanda, Italia, Lettonia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovenia

Obblighi imposti sia a operatori pubblici che privati: 6

Spagna, Francia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo

Non presenti: 5 Estonia, Croazia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia

SERVIZI NON LINEARI (VOD)Presenti: 10 Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca (dal 2020), Spagna, Francia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo, Slovenia

Imposti: 7 Danimarca (dal 2020), Spagna, Francia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo

Presenti ma opzionali: 3

Scelta tra investimenti finanziari o quota di opere europee nei cataloghi: Repubblica Ceca, Slovenia

Scelta tra investimenti finanziari o pagamento di un contributo indiretto che confluisce nel film fund: Belgio (Fr)

Non presenti: 21 Austria, Bulgaria, Svizzera, Cipro, Germania, Estonia, Finlandia, GB, Croazia, Ungheria, Irlanda, Islanda, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Romania, Svezia, Slovacchia

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OBBLIGHI PRESENZA SERVIZI LINEARI (EMITTENTI)

Contributi

Presenti: 11 % sul fatturato (1,4% - 5,65%): Belgio (Fr), Svizzera, Germania, Francia, Croazia

% sui ricavi pubblicitari (1,5% - 5%): Austria, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia

Presenti ma opzionali: 3

Scelta tra investimenti finanziari o pagamento di un contributo indiretto che confluisce nel film fund: Belgio (Fr), Svizzera, Ungheria

Non presenti: 20 Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Spagna, Finlandia, GB, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Svezia, Slovenia

SERVIZI NON LINEARI (VOD)Presenti: 7 Belgio, Repubblica Ceca, Germania, Francia, Croazia, Romania, Slovacchia

Presenti ma opzionali: 1

Scelta tra investimenti finanziari o pagamento di un contributo indiretto che confluisce nel film fund: Belgio

Applicabile ai servizi VOD stranieri destinati al pubblico domestico: 3

Belgio (Nl), Germania, Francia

Non presenti: 24 Austria, Bulgaria, Svizzera, Cipro, Danimarca, Estonia, Spagna, Finlandia, GB, Grecia, Ungheria, Irlanda, Islanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Svezia, Slovenia

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OBBLIGHI PRESENZA SERVIZI LINEARI (EMITTENTI) – OPERE EUROPEE

Quote di programma-zione

Presenti: 31 Austria, Belgio, Bulgaria, Svizzera, Cipro, Repubblica Ceca, Germania, Danimarca, Estonia, Spagna, Finlandia, Francia, GB, Grecia, Croazia, Ungheria, Irlanda, Islanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Svezia, Slovenia, Slovacchia

Obbligatorie per alcune emittenti: 20

Belgio, Cipro, Germania, Estonia, Spagna, Finlandia, Francia, Grecia, Croazia, Ungheria, Italia, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia

Superiore al 50%: 7 Estonia, Spagna, Grecia, Croazia, Francia, Italia, Lettonia

Periodo specifico: 2 Francia (prime time), Polonia (su base trimestrale)

Obblighi più stringenti per servizio pubblico: 4

Belgio (Fr), Francia, Croazia, Ungheria

SERVIZI LINEARI (EMITTENTI) – PRODUZIONI INDIPENDENTIPresenti: 29 Austria, Belgio, Bulgaria, Svizzera, Cipro, Repubblica Ceca, Germania, Danimarca, Estonia, Spagna, Finlandia,

GB, Grecia, Croazia, Ungheria, Irlanda, Islanda, Lituania, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Svezia, Slovenia, Slovacchia

Obbligatorie per alcune emittenti: 18

Austria, Belgio, Bulgaria, Estonia, Spagna, Finlandia, Grecia, Croazia, Ungheria, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia

Superiore al 10%: 5 Bulgaria, Finlandia, Croazia, Ungheria, Lettonia, Slovacchia

Rimuovendo alternativa relativa al budget di programmazione: 15

Belgio, Bulgaria, Estonia, Spagna, Grecia, Croazia, Ungheria, Lituania, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia

Obblighi più stringenti per servizio pubblico: 6

Austria, Croazia, Ungheria, Lettonia, Romania, Slovacchia

Non presenti: 2 Francia, Italia

SERVIZI NON LINEARI (VOD)Presenti: 26 Austria, Cipro, Repubblica Ceca, Germania, Danimarca, Spagna, Finlandia, Francia, Grecia, Croazia, Ungheria,

Irlanda, Islanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Svezia, Slovenia, Slovacchia

Non presenti: 5 Belgio (Fr), Bulgaria, Svizzera, Estonia, GB

Adeguato rilievo per le opere europee

Presenti: 19 Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Francia, Grecia, Croazia, Irlanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Svezia

Non presenti: 12 Svizzera, Repubblica Ceca, Germania, Estonia, Spagna, GB, Ungheria, Islanda, Lettonia, Malta, Slovenia, Slovacchia

Fonte: elaborazioni su OEA