Filosofia e Scienza

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Conferenza del Prof. Paolo Parrini, docente di filosofia teoretica all'Università degli Studi di Firenze, al Liceo Scientifico "Michelangelo" di Forte dei Marmi (Lucca).

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Filosofia e Scienza

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FILOSOFIA E SCIENZA (Conferenza del Prof. Paolo Parrini, docente di filosofia teoretica all’Università degli Studi di Firenze)

Merc. 14/11/07, h. 11,00/12,30, c/o Liceo Scientifico Statale “Michelangelo”, F. te dei Marmi (LU) I rapporti tra filosofia e scienza sono complessi e problematici, che talvolta si configurano come conflittuali. Nel fitto problema si intravedono 2 dimensioni: una storica ed una teorica. Sul piano storico dobbiamo tener presente che la scienza nasce in Occidente insieme alla filosofia; la filosofia delle origini è infatti caratterizzata come ricerca naturalistica, in seguito Pitagora elabora una concezione matematica numerologica dell’universo ripresa nel Timeo platonico; Aristotele si occupa di matematica, ma soprattutto di fisica e logica. Con la Rivoluzione scientifica di Galileo e Newton la fisica diventa pienamente autonoma dalla filosofia; le scienza umane diventeranno autonome dalla filosofia solo alla fine dell’Ottocento, con la nascita della sociologia e della psicologia scientifica. Via via che le discipline scientifiche si rendono autonome, si verifica un rapporto di dipendenza delle materie umanistiche da quelle scientifiche: certi problemi di etica dovranno, prima di essere affrontati in sede filosofica, essere trattati e legittimati dalle scienze esatte; è il caso del complesso rapporto della bioetica contemporanea. Ma ciò comporta anche il rapporto inverso: i problemi scientifici vengono trattati con un’ottica filosofica. Einstein stesso affermò che non gli sarebbe stato possibile scoprire la teoria della relatività se fosse stato digiuno di Hume e del suo relativismo filosofico, del suo empirismo scettico. La scienza, affermò Einstein, senza filosofia, è astratta e primitiva. Tra scienza e filosofia, quindi, secondo Einstein, ci dev’essere un’interazione profonda. Per questo risulta impossibile oggi elaborare una teoria gnoseologica senza il contributo della fisica contemporanea, così come è impossibile, oggi, affrontare questioni di psicologia senza il contributo delle neuroscienze. Il nesso tra filosofia e scienza è quello tra res cogitans e res extensa in Cartesio. Compito degli scienziati e dei filosofi è evitare la conflittualità tra le due sfere e questo è possibile solo se, dopo un tragitto comune, scienza e filosofia, consapevolmente e legittimamente, prendono strade differenti, perché i due settori, anche se interagiscono, non coincidono. Questo è, ancora una volta, l’auspicio di Einstein, lo scienziato che ha maggiormente affrontato il rapporto tra scienza e filosofia. Se il compito dello scienziato è scoprire teorie e fare esperimenti, il compito dell’epistemologo, cioè del filosofo della scienza, è quello di interrogarsi sul significato ontologico del discorso scientifico, sia pure accollandosi tutto il rischio del possibile contrasto tra le due sfere: il principio di volontà, ad esempio, in campo morale, si oppone ad un principio fisico; altro grande problema nel rapporto tra scienza e filosofia, è quello della libertà morale umana, limitata dalla scienza. E’ chiaro che un buon epistemologo, un buon filosofo della scienza, non può completamente essere digiuno di scienza.