Comunicazione e scienza cognitiva · Comunicazione e scienza cognitiva Modulo di filosofia del...

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Comunicazione e scienza Comunicazione e scienza cognitiva cognitiva Modulo di filosofia del linguaggio II Modulo di filosofia del linguaggio II Modulo di filosofia del linguaggio II Modulo di filosofia del linguaggio II parte parte

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Comunicazione e scienza Comunicazione e scienza cognitivacognitivagg

Modulo di filosofia del linguaggio IIModulo di filosofia del linguaggio IIModulo di filosofia del linguaggio II Modulo di filosofia del linguaggio II parteparte

Chiave di accessoChiave di accesso

F i i ti F i i ti Funzione comunicativa Funzione comunicativa versus versus

Funzione cognitiva del linguaggioFunzione cognitiva del linguaggioFunzione cognitiva del linguaggioFunzione cognitiva del linguaggio

Funzione comunicativa: il linguaggio è strumento di “espressione” del pensiero

Funzione cognitiva: il linguaggio è strumento di “costituzione” del pensiero

La funzione comunicativa è quella largamente prevalente nella scienza cognitiva

PREGIUDZIO NEI CONFRONTI DELLA FUNZIONE COGNITIVA DEL LINGUAGGIO

L’ipotesi cognitiva classicaL’ipotesi cognitiva classica

Benjamin Whorf:Benjamin Whorf:

«Il sistema linguistico di sfondo (in altre parole la grammatica) di ciascuna «Il sistema linguistico di sfondo (in altre parole la grammatica) di ciascuna lingua non è soltanto uno strumento di riproduzione per esprimere idee, lingua non è soltanto uno strumento di riproduzione per esprimere idee, ma esso stesso dà forma alle idee, è il programma e la guida dell’attività ma esso stesso dà forma alle idee, è il programma e la guida dell’attività , p g g, p g g

mentale dell’individuo, dell’analisi delle sue impressioni, della sintesi mentale dell’individuo, dell’analisi delle sue impressioni, della sintesi degli oggetti mentali di cui si occupa (…). Analizziamo la natura degli oggetti mentali di cui si occupa (…). Analizziamo la natura

secondo linee tracciate dalle nostre lingue. Le categorie e i tipi che secondo linee tracciate dalle nostre lingue. Le categorie e i tipi che isoliamo dal mondo dei fenomeni non vengono scoperti perché isoliamo dal mondo dei fenomeni non vengono scoperti perché g p pg p p

colpiscono ogni osservatore; ma, al contrario, il mondo si presenta come colpiscono ogni osservatore; ma, al contrario, il mondo si presenta come un flusso caleidoscopico di impressioni che deve essere organizzato un flusso caleidoscopico di impressioni che deve essere organizzato

dalle nostre menti, il che vuol dire che deve essere organizzato in larga dalle nostre menti, il che vuol dire che deve essere organizzato in larga misura dal sistema linguistico delle nostre menti» (Whorf, 1956, trad. it.misura dal sistema linguistico delle nostre menti» (Whorf, 1956, trad. it.misura dal sistema linguistico delle nostre menti» (Whorf, 1956, trad. it. misura dal sistema linguistico delle nostre menti» (Whorf, 1956, trad. it.

pp. 169pp. 169--70).70).

Tooby e Comsides (1992; Pinker, 2002) questa tesi (definita Metodo Standard delle Scienze Sociali) non regge alla prova dei fatti: poggia su ) gg p p gg

una psicologia impossibile.

L’ipotesi cognitiva rivisitataL’ipotesi cognitiva rivisitata

Un pregiudizio nella scienza cognitiva legato a due ipotesi: all’idea che qualsiasi Un pregiudizio nella scienza cognitiva legato a due ipotesi: all’idea che qualsiasi versione cognitiva del linguaggio sia una riedizione della tesi di Whorf e, soprattutto, versione cognitiva del linguaggio sia una riedizione della tesi di Whorf e, soprattutto, all’idea che soltanto la funzione comunicativa sia in accordo con un’ipotesi modulareall’idea che soltanto la funzione comunicativa sia in accordo con un’ipotesi modulareall idea che soltanto la funzione comunicativa sia in accordo con un ipotesi modulare all idea che soltanto la funzione comunicativa sia in accordo con un ipotesi modulare della mente. Come ha sottolineato Carruthers (2002), tuttavia, entrambe le ipotesi della mente. Come ha sottolineato Carruthers (2002), tuttavia, entrambe le ipotesi

sono false:sono false:

«è importante rilevare, tuttavia, che chi abbraccia la concezione cognitiva «è importante rilevare, tuttavia, che chi abbraccia la concezione cognitiva del linguaggio non è vincolato a guardare al linguaggio e alla mente del linguaggio non è vincolato a guardare al linguaggio e alla mente g gg g g ggg gg g g ggcome a costrutti culturali socialmente determinati o culturalmente come a costrutti culturali socialmente determinati o culturalmente

relativi. Di fatto alcune forme della concezione cognitiva del linguaggio relativi. Di fatto alcune forme della concezione cognitiva del linguaggio possono altrettanto bene essere sviluppate nei termini di una possono altrettanto bene essere sviluppate nei termini di una

concezione modularista e innatista del linguaggio e della mente. Ci concezione modularista e innatista del linguaggio e della mente. Ci g ggg ggsono una serie di posizioni intermedie tra le ipotesi inputsono una serie di posizioni intermedie tra le ipotesi input--output del output del linguaggio da una parte e il relativismo di Whorf (il Metodo Standard linguaggio da una parte e il relativismo di Whorf (il Metodo Standard delle Scienze Sociali) dall’altra, che meritano l’attenzione dei filosofi e delle Scienze Sociali) dall’altra, che meritano l’attenzione dei filosofi e

degli scienziati cognitivi. Tali ipotesi sono innatiste degli scienziati cognitivi. Tali ipotesi sono innatiste -- opposte ad opposte ad g g pg g p ppppempiriste empiriste –– circa il linguaggio e gran parte della struttura della mente e circa il linguaggio e gran parte della struttura della mente e

tuttavia mantengono l’idea che il linguaggio sia impiegato tuttavia mantengono l’idea che il linguaggio sia impiegato costitutivamente in molti dei nostri pensieri» (Carruthers, 2002, www, p. costitutivamente in molti dei nostri pensieri» (Carruthers, 2002, www, p.

14).14).14).14).

Daniel DennettDaniel Dennett

Burocrazia versus Pandemonio

«Nei casi normali il parlante non gode di nessuna anteprima; lui e il «Nei casi normali il parlante non gode di nessuna anteprima; lui e il p g pp g psuo pubblico apprendono nello stesso tempo quali sono le parole suo pubblico apprendono nello stesso tempo quali sono le parole pronunciate dal parlante» (Dennett, 1991, trad. it. p. 268). «Così pronunciate dal parlante» (Dennett, 1991, trad. it. p. 268). «Così

noi siamo, almeno in quelle occasioni, sulla stessa barca dei noi siamo, almeno in quelle occasioni, sulla stessa barca dei nostri critici ed interpreti esterni incontriamo un testo enostri critici ed interpreti esterni incontriamo un testo enostri critici ed interpreti esterni, incontriamo un testo e nostri critici ed interpreti esterni, incontriamo un testo e

cerchiamo di ricavarne la migliore lezione possibile. Il fatto che cerchiamo di ricavarne la migliore lezione possibile. Il fatto che noi lo abbiamo detto gli dà una certa persuasività personale o noi lo abbiamo detto gli dà una certa persuasività personale o

almeno una presupposizione di autenticità. Se lo ho detto (e ho almeno una presupposizione di autenticità. Se lo ho detto (e ho udito me stesso dirlo e non ho udito me stesso affrettarsi a udito me stesso dirlo e non ho udito me stesso affrettarsi a

correggerlo), correggerlo), probabilmenteprobabilmente, intendevo dirlo, e probabilmente , intendevo dirlo, e probabilmente significa ciò che sembra significare significa ciò che sembra significare –– a me» (ivi, p. 275).a me» (ivi, p. 275).

Le parole ci invadonoLe parole ci invadono

Che la mente possa essere Che la mente possa essere invasainvasa dalle parole è il punto che qui mi interessa sottolineare. Due aspetti meritano di dalle parole è il punto che qui mi interessa sottolineare. Due aspetti meritano di essere considerati a questo proposito: il fatto che le parole siano arnesi, strumenti che essere considerati a questo proposito: il fatto che le parole siano arnesi, strumenti che troviamo giàtroviamo già nel nel mondo esterno; il fatto che l’ordine di costituzione sia univocamente direzionato dall’esterno verso mondo esterno; il fatto che l’ordine di costituzione sia univocamente direzionato dall’esterno verso l’interno. l’interno.

«Ciò che mi colpisce come abbastanza chiaro nella costituzione di un “pensiero di pensiero” in senso proprio ècostituzione di un pensiero di pensiero in senso proprio è

l’esistenza di un percorso diretto dall’esterno verso l’interno. Esso ha inizio con l’uso manifesto e pubblico di simboli e

contrassegni di un qualche tipo (…) che creano pratiche che successivamente possono essere internalizzate e rese

private. (…). Questa ipotesi si sposa splendidamente con laprivate. (…). Questa ipotesi si sposa splendidamente con la recente enfasi posta da Andy Clark, e anche da me (in Kinds

of minds), nei confronti dell’idea che le menti siano t di t ti il i h lt t icomposte di strumenti per il pensiero che non soltanto si

ottengono dal mondo (sociale) più ampio, ma che in gran parte vivono nel mondo» (Dennett, 2000, p. 21).pa te o o e o do ( e ett, 000, p )

Il significato come valoreIl significato come valoreIl significato come valore Il significato come valore linguisticolinguistico

Cultura “A”

Cultura “B”

La massa amorfa del pensieroLa massa amorfa del pensieroLa massa amorfa del pensieroLa massa amorfa del pensiero

Quanto è davvero importante lo Quanto è davvero importante lo stimolo percettivo?stimolo percettivo?

Perché la tesi cognitiva rivisitata non mi convincePerché la tesi cognitiva rivisitata non mi convince

La tesi cognitiva del linguaggio per come è intesa da Clark e Dennett è La tesi cognitiva del linguaggio per come è intesa da Clark e Dennett è possibile solo avendopossibile solo avendo già a disposizionegià a disposizione un linguaggio Quando però ilun linguaggio Quando però ilpossibile solo avendo possibile solo avendo già a disposizionegià a disposizione un linguaggio. Quando però il un linguaggio. Quando però il

tema in discussione è il rapporto tra pensiero e linguaggio, considerare il tema in discussione è il rapporto tra pensiero e linguaggio, considerare il linguaggio come un antecedente già disponibile equivale a partire da linguaggio come un antecedente già disponibile equivale a partire da una premessa non giustificata La genesi stessa del linguaggio deveuna premessa non giustificata La genesi stessa del linguaggio deveuna premessa non giustificata. La genesi stessa del linguaggio deve una premessa non giustificata. La genesi stessa del linguaggio deve

essere posta in discussione (sia nella filogenesi sia nell’ontogenesi). Ora, essere posta in discussione (sia nella filogenesi sia nell’ontogenesi). Ora, per avere un linguaggio c’è bisogno di una mente ricca e articolata. Per per avere un linguaggio c’è bisogno di una mente ricca e articolata. Per dirla con uno slogan: senza una mente di questo tipo, niente linguaggio dirla con uno slogan: senza una mente di questo tipo, niente linguaggio g q p , g ggg q p , g gg

–– e senza linguaggio, ovviamente, nessuna ipotesi cognitiva. La mia e senza linguaggio, ovviamente, nessuna ipotesi cognitiva. La mia proposta segue dunque un percorso alternativo rispetto a quello di Clark proposta segue dunque un percorso alternativo rispetto a quello di Clark

e Dennett: piuttosto che puntare a indebolire la mente, punterò a e Dennett: piuttosto che puntare a indebolire la mente, punterò a p p pp p prafforzare i suoi costituenti interni rafforzare i suoi costituenti interni –– con lo scopo dichiarato di con lo scopo dichiarato di

«integrare» la funzione cognitiva alla funzione comunicativa in un «integrare» la funzione cognitiva alla funzione comunicativa in un percorso di coevoluzione che vede nella prima il punto di avvio. Per percorso di coevoluzione che vede nella prima il punto di avvio. Per i l hé i i li i d ii l hé i i li i d iriassumere la proposta: perché ci sia un linguaggio deve esserci una riassumere la proposta: perché ci sia un linguaggio deve esserci una

mente ricca e articolata; chi indebolisce la mente non ha un linguaggio a mente ricca e articolata; chi indebolisce la mente non ha un linguaggio a disposizione e non ha dunque una teoria delle funzioni cognitive del disposizione e non ha dunque una teoria delle funzioni cognitive del

linguaggio E non può comportarsi come se ce l’avesselinguaggio E non può comportarsi come se ce l’avesselinguaggio. E non può comportarsi come se ce l’avesse.linguaggio. E non può comportarsi come se ce l’avesse.

Ontogenesi del linguaggioOntogenesi del linguaggio

«Mettiamo da parte la difficoltà della questione di quanto, forse «Mettiamo da parte la difficoltà della questione di quanto, forse relativamente poco, le variazioni e gli adattamenti biologici permettano relativamente poco, le variazioni e gli adattamenti biologici permettano

l pr di n r zi n di mpr n i n d l lin i dil pr di n r zi n di mpr n i n d l lin i dial processo di generazione e di comprensione del linguaggio di al processo di generazione e di comprensione del linguaggio di prendere avvioprendere avvio. Fare questo, ovviamente, è mettere da parte un bel po’. . Fare questo, ovviamente, è mettere da parte un bel po’.

Per il cervello del bambino contemporaneo, il linguaggio pubblico è Per il cervello del bambino contemporaneo, il linguaggio pubblico è li t l h li i t d t l i ili t l h li i t d t l i isemplicemente qualcosa che egli incontra durante le prime esperienze» semplicemente qualcosa che egli incontra durante le prime esperienze»

(Clark, 2003, p. 70).(Clark, 2003, p. 70).Due aspetti da sottolineare: 1. il primato accordato alle “parole”; 2. l’idea che p p p ;

l’acquisizione del lessico (l’invasione delle parole nella mente) riguardi le parole come qualcosa in cui il bambino semplicemente “si imbatte”

7.1 L’acquisizione del lessico7.1 L’acquisizione del lessico

«Il bambino si accosta alla lingua dotato di una comprensione intuitiva di«Il bambino si accosta alla lingua dotato di una comprensione intuitiva di concetti come oggetto fisico, intenzione umana, volontà, causa, scopo e così via. Questi costituiscono un quadro di riferimento per il pensiero e per il linguaggio e sono comuni a tutte le lingue della terra ( ) L’ampiezza entro illinguaggio e sono comuni a tutte le lingue della terra (…). Lampiezza entro il quale questo schema può essere modificato dall’esperienza e dai vari contesti culturali è un fatto dibattuto ma è al di là di ogni discussione che l’acquisizione del vocabolario venga guidata da un ricco e invariante sistema di concettidel vocabolario venga guidata da un ricco e invariante sistema di concetti, precedente a qualsiasi esperienza» (Chomsky, 1988, trad. it. pp. 29-30).

«Una considerazione attenta di ciò che i bambini sanno e di come vengono a saperlo, rivela che l’apprendimento delle parole è g p , pp p

davvero lontano dall’essere qualcosa di semplice. L’apprendimento delle parole da parte del bambino, anche nel caso più semplice dei

nomi delle cose, richiede ricche capacità mentali – concettuali, sociali e linguistiche – che interagiscono tra loro in modi

complicati» (Bloom, 2000, p. 1).

L’acquisizione del lessicoL’acquisizione del lessico

«Un aspetto centrale dell’apprendimento della parola è capire a quale «Un aspetto centrale dell’apprendimento della parola è capire a quale p pp p p qp pp p p qoggetto si riferiscono le parole determinate. Ovviamente non c’è oggetto si riferiscono le parole determinate. Ovviamente non c’è

soltanto questo nell’apprendimento delle parole. Alcune parole non si soltanto questo nell’apprendimento delle parole. Alcune parole non si riferiscono ad alcunché (…), e altre si riferiscono a cose che non sono riferiscono ad alcunché (…), e altre si riferiscono a cose che non sono ( ),( ),

oggetti (…). E anche nel caso in cui si restringa la questione agli oggetti (…). E anche nel caso in cui si restringa la questione agli oggetti di media taglia come conigli e tavoli, si rimane intrappolati nel oggetti di media taglia come conigli e tavoli, si rimane intrappolati nel problema di Quine, la questione per cui i bambini che ascoltano unaproblema di Quine, la questione per cui i bambini che ascoltano unaproblema di Quine, la questione per cui i bambini che ascoltano una problema di Quine, la questione per cui i bambini che ascoltano una

parola e pensano che essa si riferisca a coniglio sono ancora di fronte a parola e pensano che essa si riferisca a coniglio sono ancora di fronte a un numero indefinito di significati possibili per quella parola: potrebbe un numero indefinito di significati possibili per quella parola: potrebbe essere un nome proprio un aggettivo riferentesi al colore del coniglioessere un nome proprio un aggettivo riferentesi al colore del coniglioessere un nome proprio, un aggettivo riferentesi al colore del coniglio, essere un nome proprio, un aggettivo riferentesi al colore del coniglio, e così via. Ma l’abilità di comprendere a quali oggetti si riferiscano le e così via. Ma l’abilità di comprendere a quali oggetti si riferiscano le parole è nondimeno centrale per l’apprendiemento della parola: in sua parole è nondimeno centrale per l’apprendiemento della parola: in sua

assenza anche alcuni di questi altri problemi non emergerebbero»assenza anche alcuni di questi altri problemi non emergerebbero»assenza anche alcuni di questi altri problemi non emergerebbero» assenza anche alcuni di questi altri problemi non emergerebbero» (Bloom, 2000, p. 56). (Bloom, 2000, p. 56).

7.3 Vincoli sull’acquisizione del lessico7.3 Vincoli sull’acquisizione del lessico

Dare Baldwin: (1991, 1993), ad esempio, ha prodotto prove Dare Baldwin: (1991, 1993), ad esempio, ha prodotto prove empiriche in favore del fatto che i bambini di diciotto empiriche in favore del fatto che i bambini di diciotto

i d l l di d l l dmesi non apprendono le parole nuove tenendo conto mesi non apprendono le parole nuove tenendo conto soltanto dell’associazione tra stimolo visivo e stimolo soltanto dell’associazione tra stimolo visivo e stimolo uditivo. Ciò che permette l’acquisizione è piuttosto uditivo. Ciò che permette l’acquisizione è piuttosto

l’attenzione (attraverso lo sguardo del parlante) l’attenzione (attraverso lo sguardo del parlante) all’intenzione referenziale del parlante: se infatti lo all’intenzione referenziale del parlante: se infatti lo

sperimentatore proferendo un nome guarda un oggetto sperimentatore proferendo un nome guarda un oggetto p p g ggp p g ggdiverso da quello che il bambino ha di fronte, il bambino diverso da quello che il bambino ha di fronte, il bambino

riferisce la parola all’oggetto osservato dallo riferisce la parola all’oggetto osservato dallo sperimentatore, non a quello che lui ha di fronte. Baronsperimentatore, non a quello che lui ha di fronte. Baron--p , qp , qCohen, Baldwin e Crowson (1997) hanno replicato questi Cohen, Baldwin e Crowson (1997) hanno replicato questi

dati con bambini autistici dimostrando che mentre i dati con bambini autistici dimostrando che mentre i soggetti del gruppo di controllo (bambini con sviluppo soggetti del gruppo di controllo (bambini con sviluppo gg g pp ( ppgg g pp ( pp

normale e Down) utilizzavano nel 70% dei casi lo normale e Down) utilizzavano nel 70% dei casi lo sguardo del parlante per interpretare il significato di sguardo del parlante per interpretare il significato di nuove parole i bambini autistici utilizzavano questa nuove parole i bambini autistici utilizzavano questa uove p o e b b u s c u v o quesuove p o e b b u s c u v o ques

strategia soltanto nel 29% dei casi.strategia soltanto nel 29% dei casi.

7.4 Vincoli sull’acquisizione del lessico7.4 Vincoli sull’acquisizione del lessico

M k W ht l (1988) h t t il l di l t ità tM k W ht l (1988) h t t il l di l t ità tMarkman e Wachtel (1988), hanno mostrato il ruolo di complementarità tra Markman e Wachtel (1988), hanno mostrato il ruolo di complementarità tra il «vincolo dell’oggetto intero» (quando ascoltano un nome nuovo i il «vincolo dell’oggetto intero» (quando ascoltano un nome nuovo i bambini lo riferiscono all’oggetto nella sua interezza, non al colore bambini lo riferiscono all’oggetto nella sua interezza, non al colore

dell’oggetto, alla sua grandezza o a una sua parte) e il «vincolo della dell’oggetto, alla sua grandezza o a una sua parte) e il «vincolo della gg , g p )gg , g p )mutua esclusività» (secondo cui non ci possono essere due nomi diversi mutua esclusività» (secondo cui non ci possono essere due nomi diversi

per uno stesso oggetto). Il vincolo della mutua esclusività pone dei per uno stesso oggetto). Il vincolo della mutua esclusività pone dei limiti all’acquisizione delle parole: quando i bambini ascoltano un limiti all’acquisizione delle parole: quando i bambini ascoltano un

n m n rif rit n tt h ià n n inf tti rt nn m n rif rit n tt h ià n n inf tti rt nnome nuovo riferito a un oggetto che già conoscono, infatti scartano nome nuovo riferito a un oggetto che già conoscono, infatti scartano l’interpretazione relativa all’oggetto intero e riferiscono piuttosto quel l’interpretazione relativa all’oggetto intero e riferiscono piuttosto quel nome a una proprietà dell’oggetto. Secondo Bloom (2000) la mutua nome a una proprietà dell’oggetto. Secondo Bloom (2000) la mutua esclusività è spiegabile in termini di ToM. Come sottolinea anche esclusività è spiegabile in termini di ToM. Come sottolinea anche p gp gSurian (2002), infatti, i risultati di Woodward e Markman (1997) ci Surian (2002), infatti, i risultati di Woodward e Markman (1997) ci

portano a considerare il ragionamento compiuto dai bambini in questo portano a considerare il ragionamento compiuto dai bambini in questo modo «se lo sperimentatore avesse voluto indicare l’oggetto noto modo «se lo sperimentatore avesse voluto indicare l’oggetto noto avrebbe usato il suo nome Dato che non l’ha fatto voleva che ioavrebbe usato il suo nome Dato che non l’ha fatto voleva che ioavrebbe usato il suo nome. Dato che non l’ha fatto voleva che io avrebbe usato il suo nome. Dato che non l’ha fatto voleva che io

prendessi l’altro oggetto, quello che non ho mai visto». prendessi l’altro oggetto, quello che non ho mai visto».

Il modello del codiceIl modello del codiceIl modello del codiceIl modello del codice

Il i t d l i l f i i tiIl i t d l i l f i i tiIl primato del pensiero: la funzione comunicativa Il primato del pensiero: la funzione comunicativa del linguaggiodel linguaggio

Codifica e decodificaCodifica e decodifica

Shannon e Weaver (1949)

Il linguaggio è parassitario del pensieroIl linguaggio è parassitario del pensiero

L’idea è che la struttura logica e grammaticale di una frase sia L’idea è che la struttura logica e grammaticale di una frase sia determinata unicamente ( ) dalla sua costituzionedeterminata unicamente ( ) dalla sua costituzionedeterminata unicamente (…) dalla sua costituzione determinata unicamente (…) dalla sua costituzione

fonetica; quest’ultima è a sua volta determinata unicamente fonetica; quest’ultima è a sua volta determinata unicamente da certe sue proprietà acustiche (da certe sue proprietà acustiche (mutatis mutandismutatis mutandis, le , le

pr pri tà lin i ti h d li l nti ritti npr pri tà lin i ti h d li l nti ritti nproprietà linguistiche degli elementi scritti sono proprietà linguistiche degli elementi scritti sono determinati unicamente da certe proprietà delle loro determinati unicamente da certe proprietà delle loro

forme). Secondo quest’uso, le proprietà “acustiche” sono forme). Secondo quest’uso, le proprietà “acustiche” sono i f il bili d i d i i hé i dii f il bili d i d i i hé i diipso facto rilevabili dai trasduttori; sicché un sistema di ipso facto rilevabili dai trasduttori; sicché un sistema di

input che abbia accesso alle rappresentazioni di un input che abbia accesso alle rappresentazioni di un enunciato del trasduttore idoneo, sa su tale enunciato tutto enunciato del trasduttore idoneo, sa su tale enunciato tutto iò h li d i di l i di f iiò h li d i di l i di f iciò che gli occorre per determinare di quale tipo di frase sia ciò che gli occorre per determinare di quale tipo di frase sia

questa un’occorrenza, nonché, probabilmente, quale forma questa un’occorrenza, nonché, probabilmente, quale forma logica abbia. In breve, se si vuole cercare una proprietà logica abbia. In breve, se si vuole cercare una proprietà

i d li i i h l l di d li i i h l l dinteressante degli enunciati che possa essere calcolata da interessante degli enunciati che possa essere calcolata da sistemi rigidamente incapsulati (…), allora il candidato sistemi rigidamente incapsulati (…), allora il candidato

naturale sembrerebbe essere l’identità di tipo naturale sembrerebbe essere l’identità di tipo dell’enunciato, insieme, forse, alla sua forma logica (Fodor, dell’enunciato, insieme, forse, alla sua forma logica (Fodor,

1983, trad. it. con variazioni pp. 1381983, trad. it. con variazioni pp. 138--9).9).

Il linguaggio è parassitario del pensieroIl linguaggio è parassitario del pensieroIl linguaggio è parassitario del pensieroIl linguaggio è parassitario del pensiero

«le discussioni su quanto un autore «le discussioni su quanto un autore intendevaintendevadire possono (…) essere interminabili, cosa dire possono (…) essere interminabili, cosa p ( ) ,p ( ) ,che invece non si discute su cosa che invece non si discute su cosa ha dettoha detto» »

(Fodor, 1983, trad. it. p. 141). In cosa il(Fodor, 1983, trad. it. p. 141). In cosa il(Fodor, 1983, trad. it. p. 141). In cosa il (Fodor, 1983, trad. it. p. 141). In cosa il parlante ha detto, nell’enunciato parlante ha detto, nell’enunciato ff tti m nt pr f rit ’è t tt ilff tti m nt pr f rit ’è t tt ileffettivamente proferito, c’è tutto il effettivamente proferito, c’è tutto il

necessario per la sua comprensione necessario per la sua comprensione –– il il contenuto informativo è interamente contenuto informativo è interamente

codificato nell’enunciato. codificato nell’enunciato.

8. Comprensione del linguaggio e mentalizzazione8. Comprensione del linguaggio e mentalizzazione

Dal modello del codice al modello inferenziale della comprensione del linguaggio (Sperber e Wilson 1986) Pragmatica cognitivalinguaggio (Sperber e Wilson, 1986). Pragmatica cognitiva.

«Gli studi pragmatici della comunicazione verbale partono dall’assunto (definito«Gli studi pragmatici della comunicazione verbale partono dall’assunto (definito per primo in dettaglio dal filosofo Paul Grice), per cui una caratteristica essenziale di gran parte della comunicazione umana, sia verbale sia non-verbale, riguardi l’espressione e il riconoscimento di intenzioni ( ) In questo approccioriguardi l espressione e il riconoscimento di intenzioni. (…). In questo approccio, l’interpretazione pragmatica è in ultima analisi un esercizio di metapsicologia, in cui l’ascoltatore inferisce ciò che il parlante intende significare dall’evidenza che egli produce a questo scopo» (Sperber & Wilson 2002)egli produce a questo scopo» (Sperber & Wilson, 2002).

Modelli inferenziali general purpose versus modelli modulari

Distinzione tra capacità metapsicologiche e metacomunicative

8. Filogenesi del linguaggio8. Filogenesi del linguaggio

Dan Sperber (2000) affronta la questione in modo esplicito: quali tra i due Dan Sperber (2000) affronta la questione in modo esplicito: quali tra i due dispositivi (quello linguistico e quello metarappresentazionale) si èdispositivi (quello linguistico e quello metarappresentazionale) si èdispositivi (quello linguistico e quello metarappresentazionale) si è dispositivi (quello linguistico e quello metarappresentazionale) si è evoluto per primo? Due le risposte possibili: quella secondo cui il evoluto per primo? Due le risposte possibili: quella secondo cui il

linguaggio si sviluppa per primo; quella per cui è il sistema linguaggio si sviluppa per primo; quella per cui è il sistema metarappresentazionale ad avere la priorità.metarappresentazionale ad avere la priorità.

In realtà sono due i casi possibili:

1. la comunicazione ancestrale, per quanto più semplice, si basa su meccanismi simili a quelli della comunicazione linguistica moderna (in questo caso però la capacità metarappresentazionale deve essere presupposta tanto quanto nelcapacità metarappresentazionale deve essere presupposta tanto quanto nel caso della comunicazione linguistica);

2. d’altra parte si può pensare alla comunicazione ancestrale come a una forma di codifica decodifica di messaggi simile a quello della comunicazione animale (incodifica-decodifica di messaggi simile a quello della comunicazione animale (in questo caso non si capisce come gli umani siano riusciti a passare da quel tipo di comunicazione alla comunicazione linguistica che li caratterizza – che implica la consapevolezza del carattere rappresentazionale dei simboli utilizzati)la consapevolezza del carattere rappresentazionale dei simboli utilizzati)

8.1 Filogenesi del linguaggio: la MR precede8.1 Filogenesi del linguaggio: la MR precede

«Se la capacità di comunicare linguisticamente avesse preceduto l’abilità di «Se la capacità di comunicare linguisticamente avesse preceduto l’abilità di ili i i ll bili à b l lili i i ll bili à b l lutilizzare metarappresentazioni, allora questa abilità verbale ancestrale utilizzare metarappresentazioni, allora questa abilità verbale ancestrale

prepre--metarappresentazionale sarebbe stata radicalmente diversa dal tipo di metarappresentazionale sarebbe stata radicalmente diversa dal tipo di abilità verbale usata da noi umani moderni, che è metarappresentazionale abilità verbale usata da noi umani moderni, che è metarappresentazionale

sino al midollo. Il linguaggio ancestrale sarebbe stato una questione di sino al midollo. Il linguaggio ancestrale sarebbe stato una questione di codificacodifica--decodifica, così come lo sono molte altre forme di decodifica, così come lo sono molte altre forme di

comunicazione animale. Ciò è in sé un’ipotesi non attraente, che comunicazione animale. Ciò è in sé un’ipotesi non attraente, che ppimplicherebbe un cambiamento radicale nei meccanismi della implicherebbe un cambiamento radicale nei meccanismi della

comunicazione umana in un qualche punto della sua evoluzione» comunicazione umana in un qualche punto della sua evoluzione» (Sperber, 2000, pp. 122(Sperber, 2000, pp. 122--3).3).( p , , pp( p , , pp ))

«La funzione delle espressioni linguistiche è, ed è sempre stata, di produrre «La funzione delle espressioni linguistiche è, ed è sempre stata, di produrre evidenze altamente precise e informative dell’intenzione del parlante Questoevidenze altamente precise e informative dell’intenzione del parlante Questoevidenze altamente precise e informative dell intenzione del parlante. Questo evidenze altamente precise e informative dell intenzione del parlante. Questo

indica che il linguaggio, come noi lo conosciamo, si è sviluppato come un indica che il linguaggio, come noi lo conosciamo, si è sviluppato come un adattamento in una specie già coinvolta nella comunicazione inferenziale, e adattamento in una specie già coinvolta nella comunicazione inferenziale, e perciò già capace di qualche grado significativo della lettura della mente. In perciò già capace di qualche grado significativo della lettura della mente. In altri termini dal punto di vista della teoria della pertinenza l’esistenza dellaaltri termini dal punto di vista della teoria della pertinenza l’esistenza dellaaltri termini, dal punto di vista della teoria della pertinenza, l’esistenza della altri termini, dal punto di vista della teoria della pertinenza, l’esistenza della

lettura della mente nei nostri parenti ancestrali è una precondizione per lettura della mente nei nostri parenti ancestrali è una precondizione per l’emergenza dell’origine del linguaggio» (Origgi e Sperber, 2000, p. 165).l’emergenza dell’origine del linguaggio» (Origgi e Sperber, 2000, p. 165).

8.2 Coevoluzione8.2 Coevoluzione

Ci sono buoni motivi, a quanto sembra, in favore del ruolo di precursore della lettura della mente nel linguaggio. Ci sono buoni motivi, a quanto sembra, in favore del ruolo di precursore della lettura della mente nel linguaggio. Sostenere che la lettura della mente sia un antecedente evolutivo del linguaggio, tuttavia, non esaurisce i termini Sostenere che la lettura della mente sia un antecedente evolutivo del linguaggio, tuttavia, non esaurisce i termini della questione del rapporto tra cognizione e linguaggio. Rimane da stabilire se il linguaggio, una volta costituito, della questione del rapporto tra cognizione e linguaggio. Rimane da stabilire se il linguaggio, una volta costituito, bbi d libbi d li ff i di iff i di i ll i l ll b di S d S bll i l ll b di S d S babbia o meno degli abbia o meno degli effetti di ritornoeffetti di ritorno sulle strutture metarappresentazionale alla base di ToM. Secondo Sperber sulle strutture metarappresentazionale alla base di ToM. Secondo Sperber

bisogna parlare di un rapporto di coevoluzione:bisogna parlare di un rapporto di coevoluzione:

«Esiste uno scenario plausibile in cui l’abilità metarappresentazionale si sviluppa «Esiste uno scenario plausibile in cui l’abilità metarappresentazionale si sviluppa nelle specie ancestrali per ragioni aventi a che fare con la competizione, nelle specie ancestrali per ragioni aventi a che fare con la competizione,

l’ tilizz zi n d ll ri r l p r zi n n n n l m ni zi n inl’ tilizz zi n d ll ri r l p r zi n n n n l m ni zi n inl’utilizzazione delle risorse e la cooperazione e non con la comunicazione in l’utilizzazione delle risorse e la cooperazione e non con la comunicazione in quanto tale. Questa abilità metarappresentazionale rende possibile una quanto tale. Questa abilità metarappresentazionale rende possibile una

comunicazione di tipo inferenziale inizialmente come un effetto collaterale comunicazione di tipo inferenziale inizialmente come un effetto collaterale (…). Il carattere benefico di questo effetto collaterale ha ricadute sulla (…). Il carattere benefico di questo effetto collaterale ha ricadute sulla ( ) q( ) qfunzione di metarappresentazione e crea un ambiente favorevole per funzione di metarappresentazione e crea un ambiente favorevole per

l’evoluzione di un nuovo adattamento, l’abilità linguistica. l’evoluzione di un nuovo adattamento, l’abilità linguistica. Una volta che Una volta che l’abilità linguistica si sviluppa, è abbastanza facile da immaginare un mutuo l’abilità linguistica si sviluppa, è abbastanza facile da immaginare un mutuo

incremento coevolutivo di entrambe le abilitàincremento coevolutivo di entrambe le abilità (Sperber 2000 p 127)(Sperber 2000 p 127)incremento coevolutivo di entrambe le abilitàincremento coevolutivo di entrambe le abilità» (Sperber, 2000, p. 127).» (Sperber, 2000, p. 127).