Fare Centro Febbraio Marzo 2012

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La presente pubblicazione non è in vendita - è stampata in proprio e viene riportata sul sito Internet www.ancescaolazio.it EUROPA SVEGLIATI...........................3 I NOSTRI AMICI ANZIANI.............................5 I SERVIZI ANCeSCAO........................8 E’ sorprendente la assoluta non- curanza con la quale il governo Monti ed il ministro Fornero trat- tano il cosiddeo terzo seore e più in generale i temi della sus- sidiarietà. Forse c’è una legge del contrap- passo per la quale l’interesse esagerato e parolaio del governo Berlusconi e del ministro Sacco- ni dovevano essere espiati: il go- verno di Fornero e Monti hanno cancellato l’Agenzia del Terzo Seore e indoo a tagli drastici della spesa sociale da parte di enti locali ed amministrazioni pur di ridurre spesa pubblica e obbedire ciecamente ai dictat di un’Europa palesemente succube dei banchieri e della finanza spe- culativa e parassitaria. Non abbiamo dimenticato il Li- bro Bianco sul welfare del mini- stro Sacconi che vedeva il ruolo della famiglia dappertuo, salvo poi dimenticare che erano le fa- miglie le prime a dover essere so- stenute e messe in salvo: non un provvedimento dopo quel Libro Bianco che appunto è rimasto un Libro in bianco, ma non pen- savamo che, dopo la demagogia sul ruolo fondamentale della fa- miglia e del terso seore, venisse tanta indifferenza. Di cosa sto parlando? Da anni si parlava di rafforzare il sistema della sussidiarietà oriz- zontale araverso una riforma organica di tuo il quadro nor- mativo e legislativo esistente del terzo seore che ne rafforzasse il ruolo e l’azione e ne facilitasse le funzioni. Dopo la legge sul volontariato, 266/1991, il decreto legislativo 490/1997 che regolava il traa- mento fiscale delle associazioni e delle onlus, la legge quadro sui servizi sociali 328/2000 e delle as- sociazioni 383/2000 si è aperto un lungo decennio di silenzio. ANCeSCAO Lazio FEBBRAIO-MARZO 2012 NUMERO UNICO Informazioni - Cultura - Arte - Attività ricreative - Turismo TESSERAMENTO ANCeSCAO-------..............7 QUALE RIFORMA DEL QUADRO LEGISLATIVO DEL TERZO SETTORE IL GOVERNO MONTI FORNERO E IL TERZO SETTORE: un silenzio assordante !!! di Elio D’Orazio CONTINUA A PAG. 2

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La presente pubblicazione non è in vendita - è stampata in proprio e viene riportata sul sito Internet www.ancescaolazio.it

EUROPA SVEGLIATI...........................3

I NOSTRI AMICI ANZIANI.............................5

I SERVIZI ANCeSCAO........................8

E’ sorprendente la assoluta non-curanza con la quale il governo Monti ed il ministro Fornero trat-tano il cosiddetto terzo settore e più in generale i temi della sus-sidiarietà.

Forse c’è una legge del contrap-passo per la quale l’interesse esagerato e parolaio del governo Berlusconi e del ministro Sacco-ni dovevano essere espiati: il go-verno di Fornero e Monti hanno cancellato l’Agenzia del Terzo Settore e indotto a tagli drastici della spesa sociale da parte di

enti locali ed amministrazioni pur di ridurre spesa pubblica e obbedire ciecamente ai dictat di un’Europa palesemente succube dei banchieri e della finanza spe-culativa e parassitaria.

Non abbiamo dimenticato il Li-bro Bianco sul welfare del mini-stro Sacconi che vedeva il ruolo della famiglia dappertutto, salvo poi dimenticare che erano le fa-miglie le prime a dover essere so-stenute e messe in salvo: non un provvedimento dopo quel Libro Bianco che appunto è rimasto

un Libro in bianco, ma non pen-savamo che, dopo la demagogia sul ruolo fondamentale della fa-miglia e del terso settore, venisse tanta indifferenza.

Di cosa sto parlando?Da anni si parlava di rafforzare il sistema della sussidiarietà oriz-zontale attraverso una riforma organica di tutto il quadro nor-mativo e legislativo esistente del terzo settore che ne rafforzasse il ruolo e l’azione e ne facilitasse le funzioni. Dopo la legge sul volontariato, 266/1991, il decreto legislativo 490/1997 che regolava il tratta-mento fiscale delle associazioni e delle onlus, la legge quadro sui servizi sociali 328/2000 e delle as-sociazioni 383/2000 si è aperto un lungo decennio di silenzio.

ANCeSCAO Lazio FEBBRAIO-MARZO 2012 NUMERO UNICO

FARE CENTRInformazioni - Cultura - Arte - Attività ricreative - Turismo

TESSERAMENTO ANCeSCAO-------..............7

QUALE RIFORMA DEL QUADRO LEGISLATIVO DEL TERZO SETTOREIL GOVERNO MONTI FORNERO E IL TERZO SETTORE:

un silenzio assordante !!!

di Elio D’Orazio

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L’atteggiamento dell’Europa sulla crisi greca rivela l’assoluta mancanza di solidarietà e di un disegno capace di tenere assieme le aree forti e le aree meno forti del Continente. L’unica posizione comune (voluta dai paesi europei più forti) è quella liberista che vede come unica soluzione il taglio delle spese e il pareggio di bilancio nei singoli Stati.

In realtà stiamo assistendo ad un attacco pesante allo Stato Sociale (raggiunto in Europa dopo 60 anni di grandi lotte), che penalizza in ogni paese le parti più deboli della popolazione: lavoratori, impiegati, piccoli imprenditori, pensionati.

I maggiormente penalizzati da queste politiche recessive sono e saranno le giovani generazioni, prive di qualsiasi prospettiva di lavoro e di condizioni di vita almeno pari a quelle dei loro padri.

Il movimento sindacale e le forze politiche di sinistra e progressiste sono oggi divise, spesso racchiuse nei recinti nazionali, ancora poco capaci di indicare prospettive di iniziativa e lotta per un’Europa dei popoli e federalista.

La parola “crescita” è forse la più inflazionata degli ultimi tempi.1 Tanto meno se ne vede nella realtà, tanto più viene invocata negli auspici e nelle promesse dei massimi responsabili della politica economica.

Ma a tanta unanimità non corrisponde un altrettanto largo consenso sugli strumenti per conseguire la crescita – e forse, in ultima analisi, neanche sul tipo di crescita che si vorrebbe perseguire: è forte il sospetto che, di fronte ai drammi sociali della recessione, si torni a invocare una crescita purchessia, buttando a mare le riflessioni che prima della crisi si stavano diffondendo sulla qualità del lavoro e della vita e sulla misurazione stessa del benessere. In ogni caso, la parte più ampia e più ascoltata di chi si preoccupa della crescita ha nel suo cassetto degli strumenti un solo scomparto: gli strumenti dal lato dell’offerta, ossia quelli che, liberando l’azione delle forze economiche da vincoli e costi, permetterebbero alle imprese di ricominciare a investire, ai giovani di avviare nuove attività, agli operatori economici di riprendere fiducia.

Il catalogo di questi strumenti è noto: aumento della flessibilità del mercato del lavoro, tagli ai residui diritti sul posto di lavoro, allungamento dell’età della pensione per donne e uomini, liberalizzazione dei mercati dei servizi e delle professioni, deburocratizzazione...

E’ questa la visione del mondo cui si è ispirata la lettera dei “due governatori” - il presidente uscente della Bce Jean Claude Trichet e quello entrante Mario Draghi – spedita al governo italiano il 5 agosto e resa pubblica, per il popolo italiano ed europeo, solo il 29 settembre e per (meritoria) iniziativa giornalistica del Corriere della Sera. Le misure proposte, e solo in piccola parte recepite dal governo italiano, riguardano la liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali, la riforma della contrattazione collettiva, nuove regole sui licenziamenti.

Da accompagnare alle drastiche misure di finanza pubblica, alcune delle quali già note perché tradotte in legge con il decreto di agosto (anche se non alla lettera: i due governatori si spingono ad auspicare, “se necessario”, una riduzione degli stipendi nel pubblico impiego).

Di analogo tenore sono i 5 punti del manifesto presentato da Confindustria e dalle altre organizzazioni imprenditoriali lo scorso 30 settembre.

EUROPA SVEGLIATILa drammaticità della crisi evidenzia le divisioni

dell’Europa e la mancanza di un progetto

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Sono successe cose buone gra-zie a quella legislazione, ma ad esse se ne sono accompag-nate altre meno buone: sono venute alla luce le tantissime esaltanti presenza di solida-rietà e partecipazione, ma anche i tantissimi abusi ed le altrettante strumentali distor-sioni. Le grandi organizzazi-oni del volontariato e delle associazioni sembrano unica-mente interessate a come por-tare a casa, in pieno conflitto di interesse, qualche finanzia-mento su qualche usato ed abusato progetto per il tram-ite delle precarie disponibilità nazionali e locali gestite dai cosiddetti “osservatori”, men-tre le piccole vanno rameng-he; molte associazioni hanno fatto uso sconsiderato delle prerogative fiscali previste dal decreto 460, interpretando

a proprio comodo il concetto di “attività prevalente”, tras-formandosi in vere e proprie aziende commerciali, i cui fini sociali sfumano all’orizzonte delle loro attività e l’assenza di scopo di lucro non ha im-pedito loro l’accumulo di “utili” esorbitanti per quanto formalmente non divisibili tra i soci. Sono venute in eviden-za le sovrapposizioni tra as-sociazionismo, volontariato, onlus, creando non poca con-fusione per un verso e altret-tanta rigidità per altri versi.Non sembra aver sortito grande effetto l’art. 30 della finanziaria Tremonti del 2010, imponendo la consegna del famoso modello EAS alle as-sociazioni. Per la verità non se ne è capito lo scopo, visto che non si è provveduto poi a ridefinire alcune norme che

impedissero gli abusi. E il Governo Monti mantiene il più assoluto silenzio sulla questione: forse non si voglio-no disturbare settori delicati o contigui per paura di perdere consenso. Ma tutto questo non può e non deve continu-are: il terzo settore deve essere salvaguardato nella sua funzi-one sussidiaria e solidale, lib-erandolo da abusi e distorsio-ni. Governo monti e Fornero, se ci sei, batti un colpo. L’azzeramento della Agenzia sembra andare nella direzi-one opposta! Stava svolgendo quantomeno una funzione di gestione chiarificatrice nel mare magno della confusione legislativa che da adito a tanti abusi e distorsioni. E il Forum del Terzo Settore, se vuole ridiventare credibile, abbia maggior coraggio: si faccia

“I Parlamentari Europei han-no tempo sino al 15 marzo per firmare la dichiarazione 48/11 sull’invecchiamento attivo e la solidarietà tra generazioni”. “Per essere impegnativa nei confronti del Parlamento stesso, della Commissione e del Consiglio dei Ministri europeo deve essere sotto-scritta dalla metà dei mem-bri del Parlamento Europeo”.Questo sottolinea Elio D’Orazio, coordinatore di Age Platform Italia, che evidenzia

“La dichiarazione è un im-portante incoraggiamento per la Commissione Europea af-finché: si crei un network eu-ropeo che incoraggi sviluppi gli scambi di esperienze e di buone pratiche tra i vari Paesi; ci sia una maggiore attenzione da parte delle autorità ad ogni livello sullo sviluppo demo-cratico e si incoraggino gli Stati membri a disporre piani d’azione per l’invecchiamento attivo e in buona salute”. “Questa dichiarazione –

ricorda infine D’Orazio - è di supporto anche alla campagna a sostegno di un’Europa age-friendly”. “Ad oggi sono 14, su 72, i membri italiani del Parla-mento Europeo che hanno firmato la dichiarazione: li ringrazio a nome di Age Plat-form Italia mentre invito gli altri a firmare numerosi, nell’apposito spazio predis-posto all’ingresso dell’aula del Parlamento Europeo”.

SOLLECITAZIONE AI PARLAMENTARI EUROPEI ITALIANI A FIRMARE ENTRO IL 15 MARZO LA DICHIARAZIONE 48/11

SULL’INVECCHIAMENTO ATTIVO E LA SOLIDARIETA’TRA GENERAZIONI

Last chance to have the Written declaration 48/2011 for an age-friendly EU adopted

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In altre occasioni, in particolare in tutte quelle relative all’impatto della crisi sulle donne in Europa, si è sottolineato che l’effetto recessivo di tali politiche non è più solo un rischio ma una pesante realtà. Senza crescita, politiche di risanamento della finanza pubblica, pur se inevitabili, sono destinate a fallire, avvitandosi in una spirale perversa (meno spese – meno reddito – minori entrate nella casse dello Stato – necessità di ulteriori tagli – ulteriore riduzione del reddito etc.), come il caso della Grecia ci sta dimostrando (il Pil è sceso del 5 per cento quest’anno). Sulla necessità di alcune misure abbiamo già parlato, sottolineando gli aspetti che possono favorire l’occupazione femminile. Basta qui ricordarne brevemente alcune.

Per esempio abolire o ri-formare gli ordini profes-sionali darebbe impulso all’occupazione femminile, soprattutto al sud, dove l’intreccio fra legami familiari e corporativismo è davvero letale per la crescita.Le donne sono più istruite, più legate al territorio e ne potrebbero approfittare. Una politica del credito per le donne, dato l’ottimo record delle donne nel restituire i prestiti, si pagherebbe da se; inoltre, se condotta congiun-tamente alla riforma degli or-dini, potrebbe favorire asso-ciazioni/studi/imprese nuovi in questi settori ‘ingessati’ per tanti anni. Una riforma della tassazi-one che preveda per esempio crediti fiscali ai bassi salari o alla componente femminile sarebbe ugualmente auspi-cabile. Tutte queste polit-iche, nella misura in cui fa-voriscono l’occupazione e l’emersione, implicano un au-mento di spesa pubblica che

in parte si autofinanzia.

Ma si pone con forza la ques-tione: possiamo affidare alle sole politiche dell’offerta il compito di risollevare l’economia? La risposta è neg-ativa, anche perché gli effetti sulla crescita e l’occupazione di alcune di queste misure sono lenti, indiretti e in molti casi incerti.Che siano necessarie anche politiche della domanda di impatto immediato è ormai riconosciuto da più fron-ti. Nel nostro paese regno dell’evasione fiscale, una im-posta patrimoniale andrebbe a colpire una ricchezza spesso creata con reddito che è sfug-gito alla tassazione. In altre parole, in molti casi non si tasserebbero per la seconda volta redditi risparmiati, ma redditi che non sono stati mai tassati o beni che sono stati ereditati e che sono ora esenti da ogni imposta di succes-sione. L’imposta è inoltre suffi-cientemente bassa da non rendere conveniente la fuga di capitali all’estero, che costa cara.Ma trovata una fonte di fi-nanziamento per una politica della domanda, il passo im-mediatamente successivo è: quali politiche della doman-da?Molte delle proposte avanzate riguardano la costruzione delle infrastrutture, con parti-colare riguardo all’ambiente. Si propone un “green New Deal”. Ma le risorse necessarie per avere risultati significativi in questo campo sono ben mag-giori di quelle che possiamo mobilitare nell’immediato e dovrebbero essere reperite da programmi europei di spesa a medio e lungo termine.

Azzardiamo qui invece l’ipotesi di un “pink new deal ”, cioè un piano di azioni che preveda investimenti pubblici

in infrastrutture sociali, con-centrandosi sulla creazione di posti di lavoro riservati a per-sone con meno di 35 anni.Facciamo degli esempi (la lista non è ovviamente esau-stiva):a) assunzione di insegnanti per il tempo pieno nelle scu-ole, per migliorare il livello dell’istruzione di tutti e soste-nere i programmi di integrazi-one (ricordiamo che i figli da almeno un genitore non nato in Italia sono ormai circa il 10 per cento dei bambini nati nel nostro paese). Si può pen-sare anche a convenzioni con centri sportivi privati, per in-coraggiare l’attività fisica dei bambini italiani, che nella fas-cia 6-9 anni registrano la mag-giore percentuale di obesi tra gli 11 paesi europei studiati dalla ricerca Idefics (Identifi-cation and prevention of Di-etary and lifestyle induced health effects in children and infants)b) creazione di una rete di as-sistenza domiciliare qualifi-cata per gli anziani sul mod-ello di quella che esiste nei paesi nordici (per esempio in Danimarca) che permetta agli anziani di continuare ad abitare nella propria casa il più a lungo possibile, in con-dizioni di autosufficienza, ma salvaguardandone nel con-tempo l’inclusione in una rete sociale.

E’ stato dimostrato che un monitoraggio sanitario con trattamenti tempestivi di piccoli problemi, migliora notevolmente la qualità della vita degli anziani, e, alla lunga diminuisce i costi sanitari ri-ducendo l’ospedalizzazione;c) creazione di posti per bam-bini in età pre-scolare, non solo per permettere ai genitori di lavorare , ma per garantire stimoli a tutti i bambini e col-mare i divari di provenienza sociale che a 6 anni hanno già lasciato tracce troppo pro-fonde.

In un momento in cui il rispar-mio nelle spese è fondamen-tale, nel 2012 una grossa mano potrebbe venire dai farmaci equivalenti: scorrendo la lista dei brevetti in scadenza fornita da Assogenerici si vede infatti come tra quelli che hanno ap-pena perso la copertura e quel-li che la perderanno quest’anno ci siano diversi ‘Blockbuster’ come dall’Atorvastatina, che è da anni al primo posto nella spesa.

FARMACI SCADUTI

Proprio quest’ultimo farmaco, il cui brevetto è scaduto in re-altà lo scorso novembre e che quindi proprio dal 2012 potrà essere venduto come generico, è quello che potrebbe generare i maggiori risparmi: secondo il rapporto Osmed la spesa per questo farmaco è intorno ai 500 milioni di euro (536 nel 2009, in leggero aumento rispetto agli

anni precedenti). A fargli com-pagnia anche l’esomeprazolo, uno degli inibitori di pompa più venduti.

E QUELLI IN SCADENZA

Fra i venti farmaci che in-vece perderanno il brevetto quest’anno Assogenerici segna-la quattro ‘blockbuster’: gli an-tipertensivi Irbesartan, attual-mente al ventesimo posto nella classifica della spesa, e Valsar-tan, che invece è tredicesimo, l’antiasmatico Montelukast e un altro antiulcera di nuova generazione, il rabeprazolo. Sul fronte dell’accettazione de-gli equivalenti e quindi della loro quota rispetto ai farmaci ‘branded’ la situazione italiana è variabile: nei primi 9 mesi del 2011, ad esempio, la mas-sima penetrazione l’ha avuta il Lansoprazolo generico, al 55%, mentre la nitroglicerina si è fermata al 3%.

IL 2012 E’ L’ANNO DEGLI EQUIVALENTI IN TANTI PERDONO IL BREVETTO

FARE CENTR

Direttore

Elio D’Orazio

Comitato di Redazione

Rizziero Mattana, Alessandro Cioccoloni

Redazioni Provinciali

Viterbo: Arnaldo Picchetto; Rieti: Giuliano Liberati;

Frosinone:MarioTarquini, Stefano Gaetani;

Latina: Aldo Pastore, Benina Mira.

Coordinamento Redazione

Gianni Gai

Direzione e Grafica

Luca D’Orazio

Stampa

Aldo Cipriani

Sede

Via di Casal Bruciato, 15 00159 Roma

Tel e Fax 0643599220

www.ancescaolazio.itE-mail: [email protected]

 

I vantaggi di questo piano sono i seguenti:

1) è un piano con un alto con-tenuto di occupazione e di rapida attuazione. Spesso si possono utilizzare infrastrut-ture fisiche già esistenti. Si potrebbero creare e mantenere circa 150.000 buoni posti di la-voro per giovani qualificati che hanno un’alta propensione al consumo, con effetti moltipli-cativi sulla domanda e dunque sul reddito e l’occupazione indotta e positivi sul rapporto debito/PIL;2) si immettono forze nuove e qualificate in settori che hanno bisogno di svecchiamento e nuove idee organizzative (is-truzione, formazione, assisten-

za);3) si produce “capitale sociale”, cioè si migliorano istruzione e integrazione; si allenta il peso del lavoro di cura che ora gra-va sulle famiglie ed è fonte di stress, migliorando i rapporti intergenerazionali;4) ultimo, ma prioritario, si crea occupazione femminile e si favoriscono processi di con-ciliazione lavoro-famiglia.

La crisi ha aumentato le donne occupate in lavori con bassa qualifica e nel part time in-volontario, interrompendo il lentissimo percorso di av-vicinamento dell’occupazione femminile italiana a quella eu-ropea.

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Pagina 7FARE CENTR

COSA E’ ?

ANCeSCAO è l’associazione alla quale aderiscono i Centri Anziani ed è costituita dagli iscritti agli stessi. Possono aderire anche altre associazioni ed i loro iscritti impegnate nel volontariato degli e con gli anziani.ANCeSCAO è associazione democratica, senza scopo di lucro, apartitica, aperta a tutte le persone senza discriminazione alcuna.I Centri Anziani aderenti ricevono annualmente un attestato, valido ai fini del riconoscimento di Enti di interesse assistenziale, come previsto dal De-creto del Ministero degli Interni; tale attestato è necessario per lo svolgimento delle attività complementari (bar, mensa, turismo sociale, raccolta fondi, ecc.) ed è altrettanto necessario per le tutele assicurative del Centro, dei dirigenti (Presidente e Comitato di Gestione) e degli attivisti.Gli iscritti al Centro aderente ricevono annualmente la tessera dell’ANCeSCAO, pagando una quota annualmente stabilita che dà diritto a partecipare alla vita democratica dell’associazione, alle attività da essa organizzate, a beneficiare delle attività complementari, alle tutele assicurative individuali (invalidità permanente e morte conseguente ad infortunio accaduta nell’ambito delle attività associative del Centro e dell’associazione, sostegno a spese di degenza e sanitarie)

COSA FA ?PER I CENTRI ANZIANI ADERENTI

1. Riconoscimento legale e fiscale per l’esercizio delle attività complementari (bar, mensa, turismo sociale, ecc.)2. Tutela assicurativa del Centro e dei suoi dirigenti ed attivisti3. Consulenza legale, fiscale, gestionale4. Sostegno per la programmazione5. Informazione: - mensile “Fare Centro”e - sito web www.ancescaolazio.it6. Corsi di formazione per i dirigenti7. Partecipazione a progetti dell’associazione8. Servizio amministrativo (su richiesta)

PER I TESSERATI

1. Possibilità di accedere alle attività complementari organizzate dal Centro aderente e dall’Associazione (provinciale, regionale, nazionale)2. Tutela assicurativa individuale3. Accesso agevolato a servizi e beni convenzionati4. Partecipazione ai programmi di turismo sociale5. Servizi di aiuto per Dichiarazione dei redditi, pratiche per previdenza e assistenza, tutela come utenti e consumatori

PER LE PERSONE ANZIANE

1. Promuove una nuova qualità dei Centri Anziani per sviluppare partecipazione sociale, culturale, civile, lotta all’esclusione ed alla discriminazione 2. Propone politiche sociale, assistenziali e previdenziali per garantire alle persone anziane di vivere in buone condizioni economiche e di salute3. Interagisce con le Istituzioni e con le forze politiche per conquistare leggi e regole a vantaggio delle persone anziane, contro ogni tipo di discriminazione a causa dell’età.

PER LE ISTITUZIONI1. Invio per posta elettronica a tutti i Comuni della Regione, agli uffici dei servizi sociali, agli assessorati, del mensile “Fare Centro”2. Dialogo su tutte le questioni riguardanti le persone anziane ed i Centri Anziani3. Collaborazione nella definizione di programmi e progetti e nella gestione dei Centri

ADESIONE dei CENTRI e TESSERAMENTO 2011

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27 APRILE 2012 Ore 9,30 -13,30

GIORNATA EUROPEA DELLA SOLIDARIETA

TRA LE GENERAZIONI

MANIFESTAZIONE NAZIONALEVia IV novembre, Roma

Sala Luigi Di Liegro, Palazzo Valentini, Provincia di Roma

PROGRAMMAOre 9.30 – 13.30

Saluto del Presidente della Provincia di Roma NICOLA ZINGARETTIE dell’assessore provinciale alle politiche sociali Claudio Cecchini

Lettura del Messaggio del Presidente della RepubblicaGIORGIO NAPOLITANO

Video messaggio dell’On Roberta AngelilliVice Presidente del Parlamento Europeo

“ 2012: ANNO EUROPEO DELL’INVECCHIAMENTO ATTIVO E DELLA SOLIDARIETA’ TRA LE GENERAZIONI”

Presentazione del “Manifesto” della Coalizione Europea,Elio D’Orazio

Coordinatore Age Platform ItaliaIl Libro bianco sulle pensioni e l’anno europeo 2012

Claudio D’Antonangelo, membro gruppo esperti Age Platform EuropeInclusione sociale, impiego, educazione permanente: Camillo Zuluaga, Giuseppe Zaffarano,

Maria Ruffino, Stefano Giusti (presentazione video)Invecchiare in buona salute: Fausto Felli, Simonetta Tribuzi (presentazione video)

La crisi e gli anziani nelle ricerche del Censis, Elisa Manna

Invitati:Elsa Fornero, Ministro del Lavoro e della solidarietà sociale

Andrea Riccardi, Ministro per la cooperazione internazionale, la cooperazione e la famiglia

Interventi

Antonio De Napoli, Forum dei giovaniOttaviano Perricone, coordinatore nazionale CUPLA

On Gianni Pittella, Vice Presidente Vicario del Parlamento Europeo

CONCLUSIONEMarjan Sedmak,

President Age Platform EuropeOre 13.30 Rinfresco per I partecipanti (bar-ristorante, cortile palazzo Valentini)

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PER I SOCI DEI CENTRI SOCIALI ANZIANI ADERENTI ALL’ ANCeSCAO

SERVIZIO GRATUITO DI SEGRETARIATO SOCIALE

COMPILAZIONE E RACCOLTA MOD 730 CONTEGGI ICI E COMPILAZIONE DOMANDE DI RIDUZIONE E VARAIZIONE ICI ESAME DI CARTELLE ESATTORIALI ED EVENTUILI RICORSI CONSIGLI IN MATERIA FISCALE, PENSIONISTICA, ASSISTENZALE ACQUISTI COLLETTIVI, CONVENZIONI CON NEGOZI, AGENZIE TURISTICHE ORGANIZZAZIONI DI MOSTRE, INIZIATIVE CULTURALI, RICREATIVE INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI PER VIAGGI, SOGGIORNI CONVENZIONI AMBULATORIALI, VISITE MEDICHE SPECIALISTICHE

ASSISTENZA LEGALE PER INDENNIZZI DA ASSICURAZIONE INFORTUNI DEGLI ASSOCIATI PER RESPONSABILITA’ CIVILE E PER SPESE LEGALI E PERITALI

DEI PRESIDENTI DEI CENTRI E ASSOCIAZIONI

RECAPITI TELEFONICI ED ORARI DI UFFICIOANCeSCAO REGIONALE E PROVINCIALE

TEL 06 43599220 UFFICIO FISCALE, TURISTICO E ALTRO

TEL 06 43580093 FAX 06 43564535 www.ancescaolazio.itE-mail [email protected]

PATRONATO SIAS Tel 06 3234486 06 32422291

OGNI GIOVEDI POMERIGGIO ORE 15.30 – 17.30 CONSULENZA DI PATRONATO E ASSICURATIVADAL LUNEDI AL VENERDI ORE 15.00 - 18.00 SERVIZI VARI SU INDICATI

POLIZZE ASSICURATIVEASSICURAZIONE INFORTUNI ASSOCIATI:INVALIDITA’ PERMANENTE,

MORTE, DEGENZA OSPEDALIERA

ASSICURAZIONI CONVENZIONE “APERTA”

Tra le Generali e l’ANCeSCAO è stata stipulata anche una Convenzione “Aperta” attraverso la quale è possibile fare polizze aggiuntive facoltative vantaggiose per i Centri e per gli associati.

COPERTURE PER I CENTRI ANCeSCAO

1. Piano Multirischio per il Centro (Incendio, Furto, Spese legali e peritali, Assistenza, Diaria di malattia) (sconto del 20%)2. Infortuni collettiva volontari del circolo3. Infortuni collettiva rischi della carica4. Incendio palloni presso statici e tensostrutture5. Responsabilità civile terzi

COPERTURE PER I SOCI ANCeSCAO

1. Polizza Generali Sei a casa (sconto del 25%)2. Polizza Valore Sicurezza Plus (sconto del 25%) (non autosufficienza)3. Polizza Generali sei in Salute-Alta Protezione (sconto del 10%)4. Polizza Generali Sei in Salute – Protezione Integrativa (sconto 15%)

I SERVIZI DI ANCeSCAO