fare centro febbraio 2011

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La presente pubblicazione non è in vendita - è stampata in proprio e viene riportata sul sito Internet www.ancescaolazio.it LA SOCIAL CARD.................... .............................................2 LE PROPOSTE DELL’ASSOCIAZIONE PER LA VALORIZZAZIONE E LO SVILUPPO DEI CENTRI ANZIANI.............................6 La nostra associazione va alla sua assemblea regionale forte dei positivi risultati raggiunti negli ultimi anni, ma anche impegnata a fare fronte ai molteplici impeg- ni che l’aendono per il futuro. Cresce il numero dei Centri An- ziani aderenti che oggi sono stat- utariamente denominati “soci”; cresce il numero degli iscrii; cresce la capacità di rispondere alle aese dei soci, degli iscrii e delle persone anziane della nos- tra regione. Cresce anche la ca- pacità di influenzare le politiche e le istituzioni sui temi di parti- colare importanza per le persone anziane e per i centri anziani, anche se in modo diverso per ter- ritorio e per periodi, a secondo della sensibilità dei diversi am- ministratori regionali, provincia- li e comunali. Sappiamo nello stesso tempo che dobbiamo e possiamo fare di più e meglio, specie nell’area metro- politana di Roma, dove i Centri Anziani sono ancora “prigion- ieri” di un regolamento, fruo di una cultura che li vede come marginali e subalterni alle fun- zioni municipali, agli interessi assessorili, a politiche assistenzi- alistiche. Sappiamo che possiamo fare meglio per dare servizi di in- formazione e di formazione ai dirigenti dei Centri, ma che non disponiamo di risorse per tali im- pegni, ma non rinunciamo alla speranza di ricevere ascolto e sostegno da parte della Regione, delle Province e degli stessi Co- muni. L’importanza del Centro An- ziani, in ogni comune, in ogni quartiere, non sta solo nell’essere un luogo di incontro, né tanto meno nell’essere a volte un modo subdolo di “reclusione”, ma sta soprauo nell’essere il luogo della partecipazione, della soli- darietà, della creatività: e non solo per gli anziani. Se questo vogliamo che sia vero, allora occorre rivedere il quadro culturale, sociale e istituzionale del Centro. Per questo noi pro- poniamo che la regione formuli una Legge regionale di riconosci- mento e sostegno dei centri, del- la loro autonomia gestionale del loro direo coinvolgimento nei programmi e nelle gestioni dei servizi sociali, culturali, ricrea- tivi, educativi. In questo quadro chiediamo il ri- conoscimento ed il sostegno alle associazioni che organizzano e lavorano con e per la qualità dei Centri. Noi ci siamo candidati a questa funzione da più di venti anni: chiediamo che questo ruo- lo ci venga riconosciuto e venga sostenuto, nell’interesse di tui ed anche nell’interesse del buon governo ai vari livelli. Non dimentichiamo poi che gli oltre 600 centri della nostra re- gione sono gestiti da migliaia di volontari anziani il cui ”sta- tus” non è riconosciuto per tale, né dalle leggi nazionali né da quelle regionali, né tanto meno da quelle europee. Forse l’anno europeo del volontariato 2011 è l’occasione giusta per fare qual- cosa. Tuo ci interessa, fuorché le chiacchiere e le vuote cele- brazioni. Elio D’Orazio ANCeSCAO Lazio “TUTTI AL CENTRO” L’assemblea di ANCeSCAO Lazio FEBBRAIO 2011 NUMERO UNICO Informazioni - Cultura - Arte - Attività ricreative - Turismo AGE PLATFORM ITALIA................................8

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La presente pubblicazione non è in vendita - è stampata in proprio e viene riportata sul sito Internet www.ancescaolazio.it

LA SOCIAL CARD.................................................................2

LE PROPOSTE DELL’ASSOCIAZIONE PER LA VALORIZZAZIONE E LO SVILUPPO DEI CENTRI ANZIANI.............................6

La nostra associazione va alla sua assemblea regionale forte dei positivi risultati raggiunti negli ultimi anni, ma anche impegnata a fare fronte ai molteplici impeg-ni che l’attendono per il futuro.Cresce il numero dei Centri An-ziani aderenti che oggi sono stat-utariamente denominati “soci”; cresce il numero degli iscritti; cresce la capacità di rispondere alle attese dei soci, degli iscritti e delle persone anziane della nos-tra regione. Cresce anche la ca-pacità di influenzare le politiche e le istituzioni sui temi di parti-colare importanza per le persone anziane e per i centri anziani, anche se in modo diverso per ter-ritorio e per periodi, a secondo della sensibilità dei diversi am-ministratori regionali, provincia-li e comunali.Sappiamo nello stesso tempo che dobbiamo e possiamo fare di più e meglio, specie nell’area metro-politana di Roma, dove i Centri Anziani sono ancora “prigion-ieri” di un regolamento, frutto di una cultura che li vede come

marginali e subalterni alle fun-zioni municipali, agli interessi assessorili, a politiche assistenzi-alistiche.Sappiamo che possiamo fare meglio per dare servizi di in-formazione e di formazione ai dirigenti dei Centri, ma che non disponiamo di risorse per tali im-pegni, ma non rinunciamo alla speranza di ricevere ascolto e sostegno da parte della Regione, delle Province e degli stessi Co-muni.L’importanza del Centro An-ziani, in ogni comune, in ogni quartiere, non sta solo nell’essere un luogo di incontro, né tanto meno nell’essere a volte un modo subdolo di “reclusione”, ma sta soprattutto nell’essere il luogo della partecipazione, della soli-darietà, della creatività: e non solo per gli anziani.Se questo vogliamo che sia vero, allora occorre rivedere il quadro culturale, sociale e istituzionale del Centro. Per questo noi pro-poniamo che la regione formuli una Legge regionale di riconosci-

mento e sostegno dei centri, del-la loro autonomia gestionale del loro diretto coinvolgimento nei programmi e nelle gestioni dei servizi sociali, culturali, ricrea-tivi, educativi.In questo quadro chiediamo il ri-conoscimento ed il sostegno alle associazioni che organizzano e lavorano con e per la qualità dei Centri. Noi ci siamo candidati a questa funzione da più di venti anni: chiediamo che questo ruo-lo ci venga riconosciuto e venga sostenuto, nell’interesse di tutti ed anche nell’interesse del buon governo ai vari livelli. Non dimentichiamo poi che gli oltre 600 centri della nostra re-gione sono gestiti da migliaia di volontari anziani il cui ”sta-tus” non è riconosciuto per tale, né dalle leggi nazionali né da quelle regionali, né tanto meno da quelle europee. Forse l’anno europeo del volontariato 2011 è l’occasione giusta per fare qual-cosa. Tutto ci interessa, fuorché le chiacchiere e le vuote cele-brazioni.

Elio D’Orazio

ANCeSCAO Lazio

“TUTTI AL CENTRO”L’assemblea di ANCeSCAO Lazio

FEBBRAIO 2011 NUMERO UNICO

FARE CENTRInformazioni - Cultura - Arte - Attività ricreative - Turismo

AGE PLATFORM ITALIA................................8

Pagina 2 FARE CENTR

Debutta la nuova carta acquisti varata con il decreto mille pro-roghe. L’articolo 2 quater del mille proroghe già approvato dal Senato e ora all’esame della Cam-era, ha introdotto la sperimen-tazione della nuova social card, ma non ha abolito la vecchia carta acquisti, caricata dallo Stato con 40 euro al mese da usare per la spesa alimentare e per pagare le bollette e distribuita a 734mila anziani e famiglie con bambini sotto i tre anni, da dicembre 2008 a dicembre 2010. I due sis-temi, dunque, coesisteranno: chi ha i requisiti, può continuare a chiedere la vecchia carta.Va al riguardo fatto notare che la vecchia carta acquisti non ha raggiunto il previsto numero di famiglie (1 milione e trecen-tomila), tant’è che il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito ha dichiarato in Parlamento che “a fronte delle erogazioni già effettuate alla data del 31 dicembre 2010 restano disponi-bili risorse per un ammontare complessivo di circa 680 milioni di euro che al netto della somma di circa 193 milioni di euro resid-ua della donazione destinata es-clusivamente ai beneficiari della Carta Acquisti utilizzatori di gas naturale o GPL, portano gli stan-ziamenti complessivi ancora dis-ponibili a 487 milioni di euro”.Il bilancio della prima edizione della carta acquisti per il periodo dicembre 2008 - dicembre 2010 fa registrare i seguenti dati:• beneficiari: 734mila per-sone di cui 386 mila anziani over 65 e 348 bambini fino a 3 anni di età;• fondi erogati: 500milioni di cui spesi 475milioni;

• requisiti richiesti: il rich-iedente deve essere un anziano ultrasessantacinquenne o una famiglia con figli sotto i 3 anni che hanno un Isee inferiore a 6.235 euro e un patrimonio mo-biliare non superiore a 15mila euro;• gli anziani fino a 69 anni devono avere una pensione che arriva al massimo a 6.235 euro all’anno. Oltre i 70 anni di età, la pensione può raggiungere 8.313 euro.La nuova carta acquisti sarà car-atterizzata dalla circostanza che la sua distribuzione sarà affidata a quelli che il “milleproroghe” definisce «enti caritativi» e i destinatari della carta saranno le persone «in condizione di bisog-no». In particolare l’obiettivo del-la nuova sperimentazione è rag-giungere anche le persone senza fissa dimora delle grandi città, escluse dalla vecchia social card perché prive della documentazi-one necessaria. La carta acquisti dovrebbe rappresentare, per queste persone, l’occasione per la presa in carico da parte degli enti non profit e

dei servizi sociali del comune e l’infrastruttura attraverso cui potranno passare anche al-tri servizi. Ai comuni spetterà l’accreditamento a livello locale degli enti beneficiari, l’eventuale integrazione dei fondi accredi-tati dallo Stato sulle carte e la val-utazione della presa in carico dei soggetti bisognosi da parte degli enti non profit.La sperimentazione riguarda le città con più di 250mila ab-itanti, secondo lo schema delle aree metropolitane: ci saranno dunque Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firen-ze, Bari, Napoli e probabilmente Palermo o Catania.Ci saranno due sistemi di ac-creditamento per gli enti: uno na-zionale, destinato alle associazio-ni maggiori, e uno comunale, per le piccole realtà locali. Il minis-tero conta di poter concludere la fase della selezione degli enti in tempi brevi, dopo l’emanazione del decreto attuativo (che dovrà avvenire 30 giorni dopo l’entrata in vigore della legge di conver-sione del Dl mille proroghe).

La “Social Card”: consuntivo della vecchia e finalità della nuova

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ARTE e CULTURA

SABATO SERA

Sabato sera:uscita con amici,

entusiasmo e incoscienzadi giovani vite

presi dal vorticedi musica e di ebrezza,

dalla frenesia della velocità:non si pensa

che lo schiantar si appresta.Basta solo un po’ di prudenza

E vivreste ancoraLa vostra giovinezza.

CUORE ITALIANO

Negli anni che segnarono la storiami sentivo fiera di essere italiana

ed orgogliosa di sventolar nell’occasione il tricolore in mano.

Ma da un po’ di tempo,questa bella Italia china il capopiano piano per la vergogna,

piangendo questi figliche non l’hanno amata.Ahimè quanto sfacelo!

Così ridotta mi fa sentire amareggiata.

Lei non ha colpase dietro le sue spalle si è

tramato.Allora, Forza! Coraggio!

diamoci la manoTogliamo il fango e

ricominciamo.

Maria Calorendi

NEL VIAGGIO C’E’ IL SOGNO

E’ una seduzione lasciarsi affascinare dal Lago Maggiore, ogni volta è come assistere a un miracolo nuovo. Le isole sono aiuole con fiori meravigli-osi. Il vento intinge i pennelli nell’arcobaleno e dà ai fiori tanti cangianti colori, intensi, lumi-nosi. Passeggiando lungo il lago, calmo, trasparente, ho la sensazi-one di essere invisibile.Tra Pallanza e Intra c’è varietà di piante e alberi secolari provenienti da tutto il mondo. Scenari nascosti in acque tras-parenti. Giardini terrazzati colmi di fiori e piante, piccole cascate e sommessi zampilli. Se avessi saputo ascoltare, avrei sentito un canto leggero. Ci sono gran-di vasche con ninfee dai molti colori e sfumature, fior di loto e ancora tanti alberi maestosi. C’è intorno una musicalità profu-mata. Sono tante le località che suscitano meraviglia, una straor-dinaria gioia, un esaltato fascino. In queste isole. le case sono sorri-denti, con i loro tetti rossi e i bal-coni, coprendosi di fiori, sono in continua festa. Altra preziosità del lago: Isola Bella con la dimo-ra della famiglia Borromeo, ricca di opere d’arte, giardini e fiori di rara suggestività.C’è una sottile nebbia che s’allontana presto per dare spazio ad un cielo rosato che apre la via al giorno. Piano piano tutto s’illumina

Rosaria Ferrandello

FARE CENTR

Direttore

Elio D’Orazio

Comitato di Redazione

Rizziero Mattana, Alessandro Cioccoloni

Redazioni Provinciali

Viterbo: Arnaldo Picchetto; Rieti: Giuliano Liberati;

Frosinone:MarioTarquini, Stefano Gaetani;

Latina: Aldo Pastore, Benina Mira.

Coordinamento Redazione

Gianni Gai

Direzione e Grafica

Luca D’Orazio

Stampa

Aldo Cipriani

Sede

Via di Casal Bruciato, 15 00159 Roma

Tel e Fax 0643599220

www.ancescaolazio.itE-mail: [email protected]

 

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LE DONNE E IL RISORGIMENTO

D’ITALIA

La comparsa delle donne sulla scena pubblica, sostituisce la grande novità della Società italiana a partire dalla seconda metà dell’Ottocento.La loro storia è anche la sto-ria della modernizzazione del nostro Paese, processo di cui le donne sono state soggetto ed oggetto al tempo stesso.Diventano protagoniste rapi-damente del cambiamento in tutti i campi sociali e profes-sionali,Agirono in prima persona, spesso persero la vita, alcune furono giustiziate, altre incar-cerate, altre ancora diffusero le idee di libertà che allora, nell’Italia del primo ottocento, erano idee eversive.Dalla seconda metà dell’Ottocento la prospettiva di vita delle donne tende a cambiare: le loro parole es-cono dai salotti, le lettere tra amiche vengono pubblicate e diventano voce collettiva.Nei salotti aperti al nuovo spir-ito letterario e nelle accademie poetiche che personaggi come Rosina Muzio Salvo, Giusep-pina Torrisi o Giuseppina Guacci Nobile diffondono le idee nuove su un’Italia che a breve ritroverà la sua identità di Nazione.L’azione femminile nel peri-odo risorgimentale non si lim-itò solo all’aspetto poetico,

le donne orientate a riflettere nel sociale, si prodigarono per la creazione di istituzioni assistenziali educative o pro-fessionali, come la patriota napoletana Filangeri, desti-nate ai ceti disagiati, o le aris-tocratiche piemontesi, capaci di creare con i loro salotti reti politiche e sociali.Hanno elaborato nuove teorie pedagogiche come la Montes-sori.Hanno contribuito alla battag-lia dell’Unità d’Italia scriven-do sui giornali formando gio-vani come madri o insegnanti all’amore per la patria come Adele Cairoli, madre simboli-ca dei patrioti italiani.Anni di sforzi e di lotte fem-minili: emblematico l’esempio di Adele Faccio, che finì in galera per fare approdare le legge 194, che legalizza l’aborto.L’esempio emblematico è quello di due donne: Giusep-pa Bolognani, nata nel 1826, della provincia di Messina, che i Catanesi ricordano come “ Peppa a cannoniera”, perché testimoniò sulle barricate di Catania operando un arduo

stratagemma che permise di portare il cannone alle spalle del nemico (i borboni) e cos-tringerli alla Fuga.Rosa Montmasson nata nel 1826 a Saint Jorioz nella Savoia; di umili origini si man-tenne facendo la lavandaia e la stiratrice, sposò Crispi, gio-vane rivoluzionario in esilio; partecipò alla spedizione dei Mille travestita da un uomo; sui Compi di Calatafimi, Sa-lemme e Alcamo si occupò dei feriti e prestando servizio di ambulanza.In queste donne ricche e pov-ere dal Sud al Nord, raffinate o incolte in tutte risiede la for-za, l’intelligenza ed il merito di aver contribuito alla loro evoluzione, alla loro coscienza d’essere protagoniste.A queste donne tutta l’Italia deve dire grazie.E il dovere civile di coltivare la memoria, perché siano esem-pio alle giovani generazioni spesso attratte da fatue e ca-duche conquiste, distratte dai veri valori esistenziali: Dio-Pa-tria-Famiglia.

Benina Mira

dalle provinceDAI CENTRI ANZIANI DEL LAZIO: VOGLIA DI FARE, CRESCERE, DI CONTARE.....

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Lo scorso febbraio dal Comi-tato di Gestione del Centro Sociale “G. Ledda” ci sono pervenute proposte e indi-rizzi di ordine organizzativo, operativo alternative in merito alla gestione dei Centri Sociali Anziani tendenti a creare piu’ operative conoscenze delle loro problematiche; un diver-so ampio accoglimento delle loro istanze sempre, o quasi sempre, ascoltate (inascoltate) con annoiata sufficenza dagli organi amministrativi e polit-ici ad ogni livello. Sono maturi i tempi nei quli le organizazioni che fiancheg-giano i nostri Centri Sociali per gli Anziani, e non, di Civi-tavecchia.

Si attivino con piu’ efficace sol-lecitudine nelle aree compren-soriali e territoriali negli ogan-ismi comunali in particolare affinchè si ottenga finalmente con sollecita corrispondenza quanto dovuto agli anziani.I nostri Centri Sociali potrebbe-ro avere un ruolo importante e di concreta collaborazione con le istituzioni; soprattutto dan-do una corretta applicazione alla Legge n.328 del novembre 2000, riguardante la fiscaliz-zazione delle attività sociali e complementari spesso misconosciute e per cui non osservandole ci si trova in una posizione di inosservanza fiscale e contabile; con conseg-uenti riflessi negativi ammin-istrativi.

Quindi attivare e promuovere aggirnamenti e conoscen-ze amministrative, fiscali, legislative affinchè gli anziani, le loro organizzazioni locali non debbano piu’ incorrere in divieti e misure di penaliz-zazione fiscali.

Siamo a conoscenza di episo-di....amministrativi con i quali fondi di bilancio assegnati dalle amministrazioni alle problematiche degli anziani, dei loro centri sociali vengono sistematicamente utilizzate per altri scopi; cio’ non deve verificarsi, non deve essere piu’ consentito a chiunque e per nessun motivo.A titolo esemplificativo ci di-amo un grande problema che angustia il nostro territorio. L’ospedale civile di Civita-checchia - che per altro sta per essere chiuso - ha ridotto drasticamente la sua attività; pazienti affetti da diabete e/o aventi necessità di assistenza oculistica vengono dirottati all’ospedale di Bracciano, con notevolissimi disagi ed inter-minabili liste di attesa, anche di mese.

Il Centro Polivalente “G. Ledda” con propri mezzi e di sua inniziativa ha realiz-zato strutture diagnostiche moderne per l’oculistica ed altre patologie, sopperendo alle carenze ospedaliere, at-tenuando il disagio dovuto all’inefficenza delle strutture

sanitarie, amministrative, politiche passate ed attuali.

Per “carità di patria” qui ci fer-miamo; ribadiamo che questo sistematico mal governare non è piu’ sopportabile; si vuole indirizzare, soprattutto l’assistenza sanitaria, verso una totale privatizzazione (A PAGAMENTO, si può ot-tenere qualsiasi prestazione e subito)?NO! Gli anziani, tutti i citta-dini, i meno abbienti non pos-sono permetterselo.Non si rassegnano ad essere “vittime sacrificali” del sistema sanitario pubblico, amministrativo politico attu-ale; vogliono che sia rispettata la loro dignità di essere umani che si arrivi a migliorare le loro condizioni di vita.

_______________________

Fin qui l’articolo/sfogo dei nostri amici del centro Sociale Polivalente “G. Ledda”.Possiamo assicurare di condi-videre le loro istanze e preoc-cupazioni.Con l’ANCeSCAO, con Fare Centro siamo a loro dispo-sizione con il nostro entusias-mo la nostra amicizia, le nos-tre possibilità

g.g.

Civitavecchia

INIZIATIVE E PROPOSTE DEL CENTRO SOCIALE POLIVALENTE “G. LEDDA”

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LE PROPOSTE DELL’ASSOCIAZIONEper la valorizzazione e lo sviluppo dei Centri Anziani

per una Legge regionale sui centri anziani

Attraverso un cammino durato circa trenta anni si sono aperti nella Re-gione oltre 600 Centri Sociali per an-ziani. Si tratta di una delle reti associ-ative più diffuse e capillari, presente nella metropoli con circa 150 centri, nelle città capoluogo ed ormai quasi in tutti i paesi del territorio regionale. Gli iscritti e partecipanti alle attività dei centri sono dell’ordine di centin-aia di migliaia; tutti i Centri, chi per un verso chi per l’altro, sono gestiti dagli iscritti stessi attraverso la loro azione volontaria e gratuita.

Le attività che svolgono attraversano tutta la vasta gamma della gestione del tempo libero e della solidarietà: attività ricreative, vacanze e turismo sociale, cultura ed educazione per-manente, aiuto ai più deboli, ecc. . Le caratteristiche degli anziani che fre-quentano i centri stanno evolvendo verso il coinvolgimento trasversale: le classi di età vanno dai cinquanta agli ottanta anni; le provenienze pro-fessionali sono sempre più ampie e di diverso livello; il livello culturale è in crescita continua.

La dimensione e la qualità del fenom-eno richiede dunque un riesame della situazione: l’abbandono di stereotipi negativi per cui l’anziano, anche nel Centro, va assistito; la concezione del centro come semplice luogo per pas-sare il tempo e socializzare, o peggio, come luogo di “reclusione sociale”. Si tratta invece di rivisitare il tutto attraverso una nuova e moderna prospettiva: quella dell’anziano che, attraverso il Centro Anziani e non solo nel Centro Anziani, vive una complessa esperienza di partecipazi-one che produce effetti benefici ai fini della prevenzione in termini di sa-lute fisica, psichica e sociale; quella dell’anziano che è attivo nelle inizia-tive e responsabile nell’autogestione del centro stesso e delle sue attività o che si fa carico di permanenti proget-ti e programmi di aiuto e solidarietà, attraverso la organizzazione di servi-zi complementari a quelli pubblici e

professionali, pienamente attivo nel contesto del piano di zona.

Sulla base di queste consider-azioni l’Associazione avanza le seguenti proposte:

1. Tutta la problematica degli anziani andrebbe affron-tata all’interno di un organico quadro legislativo regionale volto a dare risposte sia alle sit-uazioni nella quali le persone anziane vanno aiutate a vivere nella massima autonomia pos-sibile, nel contesto familiare o di strutture che ne abbiano car-atteristiche affini, sia nelle sit-uazioni in cui, e sono la mag-gioranza, le persone anziane possono svolgere una funzione attiva e partecipativa alla vita sociale, culturale, economica e solidale.2. Nella prospettiva di una funzionalità moderna dei Cen-tri Anziani occorre prevedere investimenti regionali a sosteg-no dei Centri Anziani che in-tendono qualificare le loro strutture e sviluppare le più moderne funzioni sociali, cul-turali e solidali: occorrono sedi idonee alle più diverse funzio-ni, occorrono investimenti per una adeguata e permanente formazione del personale che volontariamente gestisce ed opera nei centri anziani, oc-corrono gli strumenti moderni della comunicazione e della in-formatizzazione.3. Va approvata rapida-mente la legge regionale di adeguamento alle norme della Legge nazionale 383/2000 sulle

Associazioni di promozione sociale: la legge 22 ha svolto una funzione positiva, ma va ammodernata secondo quanto previsto dalla legge nazionale. 4. Va riconosciuto lo “sta-tus di volontario” a tutti coloro che operano nei centri anziani come volontari al fine di poter beneficiare delle agevolazioni fiscali, del diritto alla assi-curazione, della partecipazi-one dei Centri a convenzioni secondo la legge del volontari-ato oltre che secondo la legge dell’associazionismo sociale.5. Le associazioni che si oc-cupano degli anziani e dei Cen-tri anziani, come ANCeSCAO, vanno coinvolte direttamente nella predisposizione dei Piani di Zona, sia per non far man-care il loro contributo, sia per facilitare la valorizzazione dei Centri Anziani all’interno del Piano.6. Il regolamento “Tipo” regionale dei Centri Anziani, indicato come riferimento per la regolazione dei rapporti tra Comuni e Centri Anziani, va superato attraverso la pre-disposizione di una legge re-gionale specifica: si tratta di riconoscere autonomia al Cen-tro Anziani consentendogli di agire attraverso l’associazione dei suoi iscritti, sostenendoli attraverso un fondo region-ale e regolando il rapporto tra Comune e Centro attraverso la “convenzione” tra soggetti pari, nel quale il Comune ri-conosce il valore sociale del Centro, ne sostiene le attività e ne verifica i risultati, al fine

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della prosecuzione dei termini della convenzione stessa. 7. In ordine alla polifun-zionalità del Centro Anziani, le politiche regionali debbono declinare verso il sostegno delle più diverse attività e pro-gettualità: promozione della salute, promozione sociale, promozione culturale, pro-mozione del turismo sociale degli anziani in entrata ed us-cita, promozione della mobil-ità, promozione delle iniziative di solidarietà. Ciò sta a signifi-care il riconoscimento del va-lore dei Centri da parte di tutti gli assessorati interessati in ordine alla accoglienza di pro-getti e programmi finalizzati.8. Le modalità di asseg-nazione di finanziamenti per i centri anziani debbono seguire

un percorso chiaro, trasparente e verificabile. La migliore for-ma è quella di assegnare finan-ziamenti ai Centri che propon-gono progetti su indicazioni del bando regionale; a tale sco-po i centri debbono dotarsi di struttura associativa a norma della legge APS, in subordine. 9. Il finanziamento e sostegno dei Centri deve cor-rispondere alle moderne esi-genze di programmazione e di attività, facendo in modo che le strutture rese disponibili siano adeguate alle attività: accessi-bilità e barriere architettoniche, decoro degli ambienti, colle-gamento telefonico e internet, sale adeguate per ballo, attività motorie, sala teatro e musica, biblioteca del centro, abbona-mento riviste e giornali.

10. le Associazioni naziona-li cui aderiscono le associazioni che gestiscono i Centri Anziani siano riconosciute, accreditate e convenzionate con la Re-gione, il Comune ed i Municipi al fine di poter svolgere una funzione di rappresentanza, supporto, consulenza, servizio, formazione, informazione, ecc., con adeguato sostegno finanziario su programmi e progetti appositamente predis-posti e finanziati; tutto ciò al fine di facilitare i gravoso com-pito della programmazione, gestione, amministrazione dei centri, che oggi grava sui comi-tati di gestione non sempre adeguati a tali compiti.

ROMA I MUNICIPIO

RINNOVO CARICHE DIRETTIVE DEI CENTRI SOCIALI ANZIANI

A seguito della approvazione del nuovo regolamento per l’attività dei Centri Sociali An-ziani di Roma e Provincia, si è dato l’avvio al rinnovo delle cariche direttive già scadute: elezioni dei Presidenti, dei Comitati di Gestione e dei componenti, il Consiglio dei Garanti, convocando i vari Mu-nicipi, le assemblee per la pre-sentazione delle candidature.Si è dato inizio alle assemblee dal I Municipio con un nutrito calendario: assemblee già effettuate: 11/2 - C.S.A. Colonna, 15/2 Traste-vere, 22/2 Ponte, 23/2 Esqui-lino; da effettuare: 25/2 Monti, 1/3 Testaccio, 4/3 Colle Oppio, 9/3 S.Saba.

Mercoledì 23 febbraio, a segui-to di un simpatico invito del Presidente, siamo stati pre-senti ai lavori dell’assemblea del Centro Sociale Anziani Esquilino. Numerosissima e permeata di convinta parteci-pazione svoltasi con ordine; la Dott.sa Franca Zacchei, del Servizio Sociale del 1° Muni-cipio, ha illustrato ai parteci-panti le modalità per l’elezione alle cariche sociali; ha preso in consegna le dichiarazioni di condidature per: Presidente, Comitato di gestione del Com-ponente del Collegio dei Gar-anti, per il voto di preferenza, contrariamente al passato, potrà essere data dagli elettori una sola preferenza.

La chiara, esaustiva espo-sizione della Signora Zacchei, - permeata di una simpatica ed apprezzata vena umoris-tica-, attentamente recepita dai presenti ha posto termine alla riunione alla quale ha fatto seguito un rinfresco offerto dal Presidente uscente, Antonio Piccolo.Vogliamo evidenziare di essere rimasti piacevolmente colpiti dalla vivacità e dall’impegno dei partecipanti all’assemblea, eveidente testimonianza di quanto gli Amici Anziani siano impegnati nelle attività, nelle problematiche, nella vita dei loro Centro Sociali.

g.g.

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Premesso che il numero delle persone anziane attive nell’ambito del volontariato è in continua crescita su tutto il territorio nazionale, con modalità e su campi di azione i più diversi, AGE PLATFORM ITALIA, in occasione del seminario nazionale che si svolgerà a Roma il prossimo 24 febbraio 2011, discuterà le seguenti problematiche e proposte:

1. Il quadro legislativo nazionale che tratta del volontariato e dei volontari ha bisogno di armonizzazione all’interno di un “Testo Unico del No-Profit” nel quale si definiscono le caratteristiche comuni ai diversi ambiti e si chiariscono le diversità di applicazione e le comuni agevolazioni:

• Principi generali: il non scopo di lucro, l’ambito della solidarietà (nel sociale, sanitario, culturale)

• Modalità organizzative: organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, cooperazione sociale,

impresa sociale (senza scopo di lucro)

• Diversificazione delle APS in ambiti distinti: quelle che funzionano su base volontaria (esempio i centri Anziani), quelle che funzionano attraverso lavoro remunerato a contratto (Club di vario tipo, cricoli dopolavoristici, ecc) con conseguente trattamento agevolativo normativo e fiscale, nonché per l’accesso a progetti e convenzioni.

2. Definizione e riconoscimento nel “testo Unico” dello “Status di volontario”, che può operare nell’ambito delle diverse forme organizzative (organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, cooperazione sociale, impresa sociale senza scopo di lucro).

a. Applicazione anche ai volontari nei diversi contesti organizzativi (APS, Coop. Soc, etc.) delle norme relative ai rimborsi spese, alle assicurazioni, alle convenioni previste per il volontariato (legge 266/1991)

b. Gratuità per chi riceve il servizio

c Senza remunerazione per il volontario.

3. Istituzione del “Servizio Civile volontario per gli anziani” all’interno di progetti gestiti dalle organizzazioni no-profit, in convenzione con gli Uffici del servizio Civile a livello sia nazionale che regionale, provinciale e comunale che prevedano:

a. Rimborsi spese effettivamente sostenute;

b. Compensi relativi ad impegni ed agli orari, nonché alle professionalità, analoghi a quelli previsti nel servizio civile dei giovani, ma esenti di contribuzione, tassazione e cumulo nel reddito nel caso si tratti di pensionati;

4. Nella partecipazione ai progetti sia europei che nazionali o regionali, l’impegno lavorativo non remunerato dei volontari deve poter essere calcolato in termini di co-finanziamento dei progetti.

LE PROPOSTE DI AGE PLATFORM ITALIA PER L’ANNO EUROPEO DEL VOLONTARIATO 2011

“Accrescere la quantità e la qualità del volontariato delle persone anziane”